Storia degli Stati Uniti d'America: differenze tra le versioni
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{{nd|il saggio di [[André Maurois]]|[[Storia degli Stati Uniti d'America (Maurois)]]}}'''La storia degli Stati Uniti d'America''' ha avuto inizio il 4 luglio 1776, giorno in cui venne approvata la [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America]], che segnò ufficialmente il distacco delle originarie tredici colonie britanniche dalla sovranità del [[Regno Unito]]. Tuttavia, molti eventi hanno preceduto tale data, costituendo di fatto le radici storiche degli [[Stati Uniti]], da tenere in considerazione per un complessivo resoconto storico.
L'arrivo di popolazioni umane nell'[[America del Nord]] è datato circa al 15.000 a.C. Numerose furono le civiltà e culture indigene che nacquero, molte delle quali scomparvero a partire dal 1500. L'arrivo di [[Cristoforo Colombo]] nel 1492, infatti, diede avvio alla [[colonizzazione europea delle Americhe]]. Il territorio in questione
Intorno al 1760 le [[Tredici colonie]] britanniche contavano una popolazione di circa 2,5 milioni di abitanti, stanziati lungo la costa [[Oceano Atlantico|atlantica]] del continente, a est degli [[Appalachi]]. Dopo aver sconfitto la [[Francia]] nella [[guerra franco-indiana]], il governo inglese approvò una serie di provvedimenti che aggravarono la tassazione delle popolazioni coloniali, tra cui la [[Stamp Act (1765)|Stamp Act del 1765]], ignorando le numerose contestazioni dei coloni, secondo i quali qualsiasi nuova imposizione fiscale avrebbe necessariamente richiesto la loro approvazione. Le proteste contro le nuove tasse, tra cui il [[Boston Tea Party]] del 1773, condussero il Parlamento inglese ad approvare una serie di leggi a carattere punitivo con lo scopo di porre fine all'autonomia governativa del [[Massachusetts]]. Un conflitto armato, passato alla storia come [[rivoluzione americana]], scoppiò nel 1775. Nel 1776, a [[Filadelfia]], il [[secondo congresso continentale]] dichiarò ufficialmente l'indipendenza delle colonie.
Sotto la guida di [[George Washington]], gli Stati Uniti vinsero la [[guerra d'indipendenza americana]], con l'importante sostegno della [[Francia]] e aiuti dalla [[Spagna]] e dai [[Repubblica delle Sette Province Unite|Paesi Bassi]]. Il [[Trattato di Parigi (1783)|trattato di Parigi del 1783]], che pose fine al conflitto, conferì le terre a est del [[Mississippi (fiume)|Mississippi]] (comprese porzioni del [[Canada]], ma non la [[Florida]]) alle colonie indipendenti. Gli [[Articoli della Confederazione]], che andarono a regolare i rapporti tra le colonie, previdero un governo centrale, di fatto però incapace di garantire una certa stabilità, avendo poteri limitati. Nel 1787, la [[Convenzione di Filadelfia|Convenzione di Philadelphia]] redasse la [[Costituzione degli Stati Uniti d'America|Costituzione degli Stati Uniti]], ratificata nel 1789. Nel 1791, venne aggiunto il cosiddetto "Bill of Rights" (la Carta dei Diritti) al fine di garantire i diritti inalienabili della persona. Con la presidenza di [[George Washington]] e il contributo di [[Alexander Hamilton]], venne creato un forte governo centrale. L'acquisto dei territori della [[Louisiana francese]] nel 1802 permise agli Stati Uniti di raddoppiare il proprio territorio ad ovest. Una seconda e ultima [[Guerra anglo-americana|guerra con l'Inghilterra]] fu combattuta nel 1812, ma non portò a cambiamenti.
Seguendo la concezione del [[Destino manifesto]], l'espansionismo statunitense si spinse fino alle coste dell'[[Oceano Pacifico]]. Pur avendo un vasto territorio in espansione, la popolazione statunitense nel 1790 ammontava solo a circa 4 milioni di abitanti. Nonostante ciò, una rapida crescita della popolazione seguì negli anni successivi: nel 1810 arrivò a 7,2 milioni, nel 1860 a 32 milioni, 76 milioni nel 1900, 132 milioni nel 1940 e 321 milioni nel 2015. L'ampio ricorso alla [[Schiavitù negli Stati Uniti d'America|schiavitù]] divenne sempre più controverso e diede luogo a battaglie politiche di carattere costituzionale, che si risolsero per mezzo di compromessi. Alla fine del 1804, la schiavitù era stata abolita in tutti gli Stati federati a nord della [[Linea Mason-Dixon]], mentre negli Stati del sud essa era ancora ampiamente utilizzata, in particolare per la produzione di cotone. Nel 1860 fu eletto presidente il repubblicano [[Abraham Lincoln]], il quale aveva proposto un programma volto a fermare l'espansione della schiavitù. Sette stati del sud si ribellarono contro tale politica e crearono la [[Stati Confederati d'America|Confederazione]]. Il suo [[Battaglia di Fort Sumter|attacco contro Fort Sumter]] e le forze dell'[[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]] nel 1861 diede avvio alla [[Guerra di secessione americana|guerra civile]], anche conosciuta come "guerra di secessione". La sconfitta dei confederati nel 1865 condusse ad un impoverimento del sud e alla definitiva abolizione della schiavitù. Seguì l'[[era della ricostruzione]], in cui venne esteso il diritto di voto agli schiavi liberati. Il governo nazionale ne uscì rafforzato e grazie al XIV emendamento si impose ai singoli Stati di garantire la stessa protezione legale a tutte le persone sottoposte alla loro giurisdizione. Ciononostante, quando nel 1877 i Democratici ritornarono al potere nel sud, sopprimendo di fatto il diritto di voto mediante azioni paramilitari, essi riuscirono ad approvarono le cosiddette [[leggi Jim Crow]], al fine di tutelare la supremazia dei bianchi, e nuove costituzioni volte ad impedire legalmente l'esercizio del diritto di voto alle comunità afroamericane. Queste pratiche proseguirono fino alle conquiste ottenute dal movimento per i diritti civili degli anni '60.
Gli Stati Uniti divennero la prima potenza industriale agli inizi del [[XX secolo]] grazie alla nascita di numerose imprese, all'industrializzazione degli Stati del nord-est e del Midwest e all'arrivo di milioni di [[Immigrazione negli Stati Uniti d'America|immigrati dall'Europa]]. Una rete stradale nazionale venne completata e furono aperte grandi miniere e fabbriche. Una generale insoddisfazione contro la corruzione, l'inefficienza e la politica tradizionale portò alla nascita dell'[[era progressista]]. Tale periodo si caratterizzò per le numerose riforme, tra cui il [[proibizionismo]], il suffragio femminile e l'introduzione del XVI e XVII emendamento, che permisero l'istituzione di un tributo federale sui redditi e l'elezione diretta dei senatori. Dopo un iniziale periodo di neutralità, gli Stati Uniti presero parte alla [[prima guerra mondiale]], dichiarando guerra alla [[Impero tedesco|Germania]] nel 1917, e contribuendo alla vittoria degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] l'anno seguente. Le donne ottennero il diritto di voto nel 1920. I nativi americani ottennero la cittadinanza e il diritto di voto nel 1924. Dopo un decennio di prosperità, il [[Martedì nero]] alla Borsa di New York nel 1929 segnò l'inizio della [[Grande depressione|Grande Depressione]], grave crisi economica che segnò il decennio successivo. Nel 1932 il presidente democratico [[Franklin Delano Roosevelt|Franklin D. Roosevelt]] riuscì a conquistare la Casa Bianca, ponendo fine alla supremazia repubblicana, e implementò il [[New Deal]], un piano di riforme economico-sociali che introdussero, tra gli altri, sussidi ai disoccupati, sostegno agli agricoltori, un sistema di previdenza sociale (Social Security Act) e un salario minimo. Il New Deal finì per influenzare in modo decisivo il liberalismo americano moderno.
Dopo l'[[Attacco di Pearl Harbor|attacco giapponese a Pearl Harbor]] nel 1941, gli Stati Uniti presero parte alla [[seconda guerra mondiale]], finanziando gli sforzi bellici degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] e contribuendo in modo decisivo alla sconfitta della [[Germania nazista]] e dell'[[Italia]] [[Fascismo|fascista]] nel [[Teatro europeo della seconda guerra mondiale|teatro europeo]]. Il loro coinvolgimento culminò con l'utilizzo delle prime [[Arma nucleare|armi atomiche]] mai costruite dall'uomo e la conseguente [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|totale distruzione delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki]], che portò alla resa dell'[[Impero giapponese]] e, quindi, alla vittoria nella [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|Guerra del Pacifico]].
Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e l'[[Unione Sovietica]] emersero come superpotenze rivali. La [[guerra fredda]] segnò un periodo di scontro indiretto nell'ambito della [[corsa agli armamenti]], della [[corsa allo spazio]], della [[propaganda]] e di scontri armati a carattere locale contro l'espansione della sfera sovietica ([[guerra di Corea]] e [[guerra del Vietnam]]). Negli anni '60, grazie al fondamentale contributo del [[Movimento per i diritti civili degli afroamericani|movimento per i diritti civili]], un'ulteriore ondata di riforme sociali fu approvata, andando a rafforzare i diritti costituzionalmente garantiti degli afroamericani (tra cui il diritto di voto e la libertà di movimento). La guerra fredda si concluse con la [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|dissoluzione dell'Unione sovietica]] nel 1991, evento che lasciò gli Stati Uniti come unica superpotenza al mondo. Dopo la fine della rivalità con l'URSS, la politica estera degli Stati Uniti si concentrò sui conflitti armati nel [[Medio Oriente]].
L'inizio del [[XXI secolo]] è stato segnato dagli [[Attentati dell'11 settembre 2001|attacchi terroristici dell'11 settembre 2001]], compiuti dall'organizzazione terroristica islamica [[Al Qaida|Al-Qaeda]], seguiti da conflitti armati in [[Afghanistan]] ed in [[Iraq]] ([[guerra al terrorismo]]). Nel 2007 gli Stati Uniti hanno visto l'inizio della peggior [[Grande recessione|crisi economica]] dalla Grande Depressione, seguita da anni di lenta crescita economica. Sia il livello di crescita sia il livello di disoccupazione tornarono a risalire nel corso degli anni successivi. Tuttavia, questi dati positivi si sono interrotti bruscamente a seguito degli effetti dello scoppio della [[pandemia di COVID-19]].
== Il popolamento delle Americhe ==
{{Vedi anche|Popolamento delle Americhe}}
Le ricerche di [[Luigi Luca Cavalli-Sforza]] e dei suoi collaboratori sostengono che i primi esseri umani siano arrivati nel continente americano circa quarantamila anni fa dall'[[Asia]] attraverso lo [[stretto di Bering]], a quell'epoca ghiacciato.<ref>Luigi Luca Cavalli-Sforza and A.W.F. Edwards. 1965. Analysis of human evolution. pp. 923–933 in Genetics Today. Proceedings of the XI International Congress of Genetics, The Hague, The Netherlands, September, 1963, volume 3, ed. S. J. Geerts, Pergamon Press, Oxford.</ref> Il modello precedente, il cosiddetto [[Cultura Clovis|modello Clovis]], individuava invece tre ondate migratorie avvenute circa dodicimila anni fa, partite sempre dall'Asia e penetrate attraverso le terre allora emerse dello stretto di Bering, la [[Beringia]]. In ogni caso, questo primo flusso migratorio dall'odierna [[Alaska]] si spostò in tutto il continente americano, dal nord all'estremo sud.
[[File:USA 10400 Arches National Park Luca Galuzzi 2007.jpg|thumb|Il [[Parco nazionale degli Arches]] nello [[Utah]]]]
Il primo insediamento europeo di cui si ha notizia risale intorno all'anno 1000: i [[Vichinghi]], facilitati dal cosiddetto [[periodo caldo medievale]], nel corso delle loro esplorazioni nei mari del Nord raggiunsero l'area di [[Terranova e Labrador]] che chiamarono [[Vinland]], terra della vite. I resti di questo arrivo sono ancora oggi visibili nell'area di [[l'Anse aux Meadows]], divenuto sito tutelato come [[patrimonio dell'umanità]]. Essi però non vollero o non riuscirono a creare degli insediamenti importanti.
Dovettero passare circa cinque secoli prima che altri europei mettessero piede nel continente americano. Il primo a giungervi fu [[Cristoforo Colombo]] che approdò sulle isole dei [[Caraibi]], nel 1492, nel tentativo di guadagnare le [[Indie Orientali|Indie]] navigando verso
Solo anni dopo, Colombo si spinse fino alla massa meridionale del continente, mentre nelle terre attualmente parte degli Stati Uniti non mise mai piede, se non si vuole considerare l'isola di [[Porto Rico]] raggiunta nel corso del suo secondo viaggio; infatti, un tempo [[Colonia (insediamento)|colonia]] spagnola, oggi Porto Rico vive un'altalenante situazione politica che lo vede in bilico tra il suo attuale stato di [[Commonwealth#Stati Uniti|Commonwealth]] e la possibilità di diventare uno [[Stato federale]] statunitense a tutti gli effetti.
Il primo europeo noto ad aver messo i suoi piedi nei territori che oggi appartengono agli Stati Uniti fu [[Juan Ponce de León]], che arrivò in [[Florida]] nel 1513, anche se vi sono elementi che fanno pensare al fatto che fosse stato preceduto da [[Giovanni Caboto]] nel 1497.<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 10">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 10</ref>
Nei territori occupati ora dagli Stati Uniti vivevano diversi popoli di discendenza asiatica chiamati pellirosse. Nella zona degli Stati del nord-ovest, al confine con l'odierno [[Canada]], vivevano gli [[Yakama|Yakima]] mentre i vicini territori degli attuali Stati di [[California]], [[Nevada]] e [[Utah]] erano abitati da [[Paiute]], [[Shoshoni]], [[Pomo (popolazione)|Pomo]], [[Ohlone|Costanoan]] e [[Serrano (popolo)|Serrano]]. La zona delle [[Grandi Pianure]] era abitata da [[Hidatsa]], [[Sioux]], [[Shoshoni]] e [[Comanche]] mentre la fascia atlantica vedeva la presenza di [[Irochesi]], [[Lenape]], [[Shawnee]] ed [[Illiniwek|Illinois]]. I territori di quelli che oggi sono gli Stati del sud, come il [[Texas]], erano abitati da [[Cherokee]], [[Seminole]], [[Chickasaw]] e [[Tunica-Biloxi|Tunica]] mentre negli attuali Stati del sud-ovest erano insediati [[Apache]], [[Mohave]], [[Navajo]] e [[Pueblo (popolo)|Pueblo]].
== Le civiltà precolombiane ==
{{vedi anche|Civiltà precolombiane}}
Molte [[Civiltà precolombiane|culture prosperarono nelle Americhe]] prima dell'[[Colonizzazione europea delle Americhe|arrivo degli europei]] e fra queste si ricordano [[Pueblo (popolo)|Pueblo]] ([[Anasazi]]) nel sud-ovest e la [[cultura di Adena]] nell'est. Diverse culture di questo genere si svilupparono nel tempo stanziandosi in vari territori sotto forma di nuclei abbastanza grandi e concentrati. Queste civiltà avevano delle caratteristiche in comune: erano sedentarie, organizzate in [[città]], praticavano l'[[agricoltura]] ed avevano un'organizzazione sociale [[gerarchia|gerarchica]].
Molte di queste civiltà erano ormai decadute al momento dell'[[Colonizzazione europea delle Americhe|arrivo degli
Dove ancora esistono, le [[società (sociologia)|società]] e le culture alla base di queste civiltà sono oggi sostanzialmente diverse da quelle originali. Tuttavia, molti di questi popoli e dei loro discendenti mantengono, tuttora, numerose [[tradizione|tradizioni]] e pratiche che possono essere messe in relazione con quelle antiche, anche se sono spesso combinate con modificazioni recenti.
L'agricoltura si sviluppò circa nel [[2500 a.C.]] in quella che è oggi la [[costa orientale degli Stati Uniti]] basandosi sulla coltivazione del [[Helianthus annuus|girasole]], frutti da spremere e palmizi.<ref>Diamond, Jared. ''Guns, Germs, and Steel'', pp. 99-100. W.W. Norton and Company, New York, 1999 paperback.</ref> Dalle terre occupate attualmente dal Messico si importarono [[granturco]] e [[legume|legumi]] le cui colture furono adattate alle estati più brevi del nord-est dell'America rimpiazzando le colture indigene più rudimentali.
== Prime esplorazioni
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (periodo coloniale)}}
[[File:Colonization of the Americas 1750.PNG|thumb|upright=1.6|left|Mappa mostrante le aree degli Stati uniti ed altri territori del continente americano sotto il dominio coloniale europeo Il primo contatto con gli europei, come già accennato, avvenne intorno all'anno 1000 con l'arrivo dei [[vichinghi]], che, provenienti dalla [[Groenlandia]] e dall'[[Islanda]], erano giunti a [[Terranova]] e sulle coste del [[Labrador (penisola)|Labrador]]. [[Leif Erikson]] impiantò un insediamento di breve durata chiamato [[Vinland]] in quella che è oggi [[Terranova]].<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9</ref>
=== America coloniale spagnola (1492 - 1821) ===
Dopo circa cinque secoli arrivarono gli [[Spagna|spagnoli]], prima con il navigatore genovese [[Cristoforo Colombo]] e dopo con [[Juan Ponce de León]]. Entro trent'anni dall'arrivo di Ponce de León in [[Florida]], gli spagnoli, avidi dei tesori che si favoleggiava
Nel
Gli spagnoli inviarono dei coloni, creando così i primi insediamenti di popolazione europea sul suolo continentale dell'America a [[St. Augustine (Florida)|St. Augustine]] in Florida nel [[1565]] e successivamente a [[Santa Fe (Nuovo Messico)|Santa Fe]], [[San Antonio]], [[Tucson]], [[San Diego]], [[Los Angeles]] e [[San Francisco]]. La maggior parte degli insediamenti spagnoli vennero realizzati lungo la costa [[california]]na ed il fiume Santa Fe in [[Nuovo Messico]].<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9" />
I territori soggetti a [[Madrid]] furono inquadrati, fin dal
L'autorità del viceré su un territorio tanto vasto fu tuttavia in larghe aree soltanto nominale; il controllo effettivo si esercitò infatti soprattutto nelle aree meridionali degli attuali Stati Uniti (dalla [[California]] alla [[Florida]]), dove erano presenti gli insediamenti coloniali spagnoli più consistenti. Il Vicereame, i cui legami con la madrepatria si erano già fortemente indeboliti durante l'[[Napoleone Bonaparte|età napoleonica]], cessò definitivamente di esistere nel
=== America coloniale britannica (1494-1776) ===
[[File:MayflowerHarbor.jpg|thumb|Il [[Mayflower]], con i [[Padri Pellegrini]], arrivò nel 1620]]
I territori situati lungo le coste furono colonizzati principalmente dai britannici nel [[XVII secolo]], assieme a gruppi meno numerosi di [[Paesi Bassi|olandesi]] e [[Svezia|svedesi]]. L'America coloniale fu penalizzata da una scarsità di mano d'opera che diede luogo a forme illiberali di sfruttamento dei lavoratori come nel caso della [[schiavo|schiavitù]] soprattutto nel sud del Paese.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 25</ref><ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 113-116</ref> I coloni presero presto ad amare la loro nuova terra ed assunsero uno spirito di pionierismo che li allontanò dal modo di sentire dei loro paesi di origine e fece esplodere lo spirito americano della nuova frontiera.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 27-29</ref>
La prima colonia [[Gran Bretagna|inglese]] di una certa entità fu realizzata nel
=== America coloniale francese (1652-1803) ===
{{vedi anche|Nuova Francia|Louisiana francese}}
Anche i francesi parteciparono alla conquista del nuovo mondo colonizzando il territorio della [[Nuova Francia]] (in francese ''la Nouvelle-France'') nei secoli [[XVI secolo|XVI]], [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo|XVIII]]. Al momento della sua massima espansione, nel
Parte preponderante del territorio sotto controllo francese era costituito dalla colonia de ''[[Louisiana francese|La Louisiane]]''. La Louisiana, il cui nome venne dato dal [[René Robert Cavelier de La Salle|Cavelier de la Salle]] in onore di [[Luigi XIV di Francia]], comprendeva un territorio immenso, che andava dai [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]] al [[Golfo del Messico]] ed era diviso in Alta e Bassa Louisiana. Il territorio dell'attuale stato [[Stati Uniti d'America|USA]] della [[Louisiana]] è assai ridotto rispetto a quello originario francese.
Esplorata sotto il regno del Re Sole, la Louisiana fu poco valorizzata. La monarchia francese la teneva per contrastare l'imperialismo inglese e per mantenersi in gioco sulle alleanze con i popoli [[pellerossa]]. A seguito della [[Guerra dei
== Formazione degli Stati Uniti d'America (1776-1789) ==
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[[File:Declaration of Independence (1819), by John Trumbull.jpg|thumb|La presentazione della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America]]
Gli Stati Uniti dichiararono la loro indipendenza nel
Tutto ebbe inizio con il [[Boston Tea Party]]
Il 4 luglio
[[File:Boston tea party.jpg|thumb|Il [[Boston Tea Party]] del
La [[Convenzione di Filadelfia]] o ''Convenzione Federale'', che si riunì tra il 25 maggio
La struttura del governo della nazione venne profondamente modificata il 4 marzo
La vittoria dei coloni alla [[
Una serie di tentativi di organizzare un movimento che sottolineasse le riforme attuate venne sancito nella convenzione costituzionale del
== Espansione verso ovest (1789-1849) ==
{{vedi anche|Guerra anglo-americana|Guerra messico-statunitense|Storia degli Stati Uniti d'America (1789-1849)}}
[[File:GROWTH1850.JPG|thumb|left|Crescita economica pro-capite negli Stati Uniti]]
[[George Washington]] eroe della [[
L'[[acquisto della
L'acquisto della Louisiana, di fatto, raddoppiò il territorio degli Stati Uniti e gli europei, che fino ad allora vi si erano trasferiti nel numero modesto di 10.000 l'anno, iniziarono una imponente migrazione di massa che durerà per circa un secolo e che farà aumentare in maniera esponenziale la popolazione degli Stati Uniti.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 119-122</ref>
La [[dottrina Monroe|dottrina di Monroe]], espressa nel
[[File:USA Territorial Growth small.gif|thumb|upright=1.6|La crescita territoriale dal 1810 al 1920]]
Nel 1830 il Congresso approvò l'"''[[Indian Removal Act]]''", che autorizzava il presidente degli Stati Uniti a negoziare trattati, per lo scambio di terre, con le tribù indiane insediate negli Stati dell'est, convertendole con territori siti ad ovest del Mississippi.<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129</ref> Questo venne stabilito da [[Andrew Jackson]], eroe militare e presidente, con fare da tiranno astuto nei confronti delle popolazioni native. L'atto risultò determinante per la [[Deportazione degli indiani|migrazione di migliaia di nativi verso i territori dell'ovest]], causando, lungo il ''sentiero delle lacrime'' come venne definito, migliaia di morti fra gli indiani d'America. L'atto di rimozione provocò anche l'acquisizione della Florida spagnola generando così una serie di guerre con i nativi [[Seminole]].<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129"/>
Il [[Messico]] rifiutò di accettare l'annessione del [[Texas]] avvenuta nel 1845 e ne scaturì una guerra nel 1846. Gli Stati Uniti, impiegando delle truppe regolari ed un grande numero di volontari, sconfissero il Messico a corto di risorse, guidato male e minato dalla divisione dei suoi comandi. L'opinione pubblica degli Stati Uniti rimase divisa poiché [[Partito Whig (Stati Uniti d'America)|Whig]] e le forze anti-schiavitù si opposero alla guerra. Con il [[Trattato di Guadalupe Hidalgo]] del 1848, il Messico cedette agli Stati Uniti la [[California]], il [[Nuovo Messico]] e alcune aree adiacenti. Nel 1850, il problema della schiavitù nei nuovi territori venne regolamentato dal [[Compromesso del 1850]] raggiunto fra il membro del partito Whig, [[Henry Clay]] ed il [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratico]] [[Stephen A. Douglas]].
== Epoca della guerra civile (1849-1865) ==
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Alla metà del [[XIX secolo]], gli americani bianchi degli Stati del nord e degli Stati del sud non furono capaci di accordarsi sulle differenze fra loro esistenti sul modo di essere governati, sulle questioni economiche e sulla schiavitù.
Nel
All'elezione di [[Abraham Lincoln]] (
La guerra civile ebbe inizio quando il generale dei [[Confederazione degli Stati d'America|Confederati]], [[Pierre Gustave Toutant de Beauregard|Pierre Beauregard]], aprì il fuoco su [[Battaglia di Fort Sumter|Fort Sumter]]. Egli lo attaccò in quanto il forte, in mano ai militari dell'Unione, si trovava in territorio confederato. Assieme al nord-ovest della [[Virginia]], cinque degli [[Stati schiavisti e stati liberi|stati più schiavisti]] del nord non aderirono alla confederazione e vennero detti stati di frontiera. Incoraggiata dalla [[seconda battaglia di Bull Run]], la confederazione iniziò la prima invasione del nord al comando del generale [[Robert Edward Lee]] che, con i suoi 55
Agli inizi del
L'esercito di Sherman devastò circa il 20% delle fattorie della [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]] nella sua marcia verso le coste dell'[[Oceano Atlantico]] e raggiunse [[Campagna di Savannah|Savannah]] nel dicembre
== Ricostruzione e sviluppo dell'industrializzazione (1865-1918) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1865-1918)|
[[File:Ellis island 1902.jpg|thumb|[[Ellis Island]] nel 1902, il maggior punto di immigrazione degli Stati Uniti fra la fine del [[XIX secolo|XIX]] e l'inizio del [[XX secolo]]
Dopo la guerra civile, l'America andò incontro ad un livello di industrializzazione molto elevato, specialmente negli Stati del nord. Comunque, la [[Era della Ricostruzione|ricostruzione]] ed il suo fallimento lasciarono, nel sud degli Stati Uniti, una forma di predominio dei bianchi sulla popolazione afro-americana, negando a quest'ultima i [[diritti civili]] (anche detti Inalienabili) e ponendola in uno stato di schiavitù economica, sociale e politica.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 211-245</ref>
Le norme federali, fino all'elezione del presidente [[James Monroe]], avevano come direttiva lo spostamento dei [[nativi americani]] in ben specificate zone, allontanandoli così dal resto della popolazione bianca, mentre le tribù venivano relegate in piccoli territori detti riserve. Nel
Un'ondata di immigrazione senza precedenti servì a fornire manodopera alle nascenti industrie americane, creando delle comunità [[etnia|etniche]] presso località ancora non abitate. Gli abusi sul trattamento di questa abbondante manodopera furono oggetto di violente lotte fra i datori di lavoro
Gli Stati Uniti cominciarono ad affermarsi come nazione potente a livello internazionale per la crescita della sua popolazione, lo sviluppo dell'industria e per l'intervento in guerre al di fuori del loro territorio, come la [[Guerra ispano-americana]] che iniziò quando gli Stati Uniti protestarono per l'affondamento della nave ''[[USS Maine (ACR-1)|USS Maine]]'' (ACR-1) da parte della [[Spagna]], senza alcun motivo evidente.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 359-363</ref>
Proseguendo nella politica di egemonia in campo economico, nel
== La prima guerra mondiale ==
{{Vedi anche|Intervento degli Stati Uniti d'America nella prima guerra mondiale}}
Il 6 aprile 1917 gli USA dichiarano guerra alla [[Impero tedesco|Germania]], cambiando le sorti del conflitto. L'intervento ha due motivazioni essenziali:
* arrestare la guerra sottomarina tedesca, dalle conseguenze commerciali disastrose;
* l'interesse per una vittoria di [[Regno Unito]] e [[Francia]], che avrebbe comportato la restituzione dei prestiti concessi a entrambi gli stati durante i precedenti anni di guerra.
Il paese abbandonò la sua tradizionale politica isolazionistica negli anni della [[prima guerra mondiale]] (1914-18). Sotto la presidenza del democratico [[Thomas Woodrow Wilson]] (1913-21), che in politica interna riprese in parte il programma di [[Theodore Roosevelt]], gli usa dapprima si dichiararono neutrali e poi, nel 1917, entrarono direttamente in guerra, schierando la loro enorme potenza industriale e finanziaria con [[Triplice intesa|le potenze dell’Intesa]] e contro gli [[Imperi centrali]].
Terminato il conflitto, il presidente Wilson si fece promotore di un nuovo ordine internazionale fondato sui principi della democrazia e dell’autodeterminazione dei popoli e sulla creazione di una [[Società delle Nazioni]] in grado di dirimere, secondo i meccanismi della ‘sicurezza collettiva’, le controversie internazionali. Ma il [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]] e l’opinione pubblica americana preferirono tornare al tradizionale isolazionismo della politica estera statunitense, con il risultato che la Società delle Nazioni, voluta da Wilson, nacque senza la partecipazione degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
== Primo dopoguerra, proibizionismo e grande depressione (1918-1940) ==
{{Vedi anche|Proibizionismo|Grande depressione|New Deal|Politica del buon vicinato|Storia degli Stati Uniti d'America (1918-1945)}}
In seguito alla prima guerra mondiale, gli Stati Uniti d'America crebbero notevolmente in statura come potenza nel mondo economico e militare. Dopo la [[rivoluzione d'ottobre]] avvenuta in [[Russia]], negli Stati Uniti si diffuse una grande paura per la nuova dottrina [[comunismo|comunista]] che si andava affermando nella vecchia [[Europa]] e per la potenza sovietica in fase crescente.
[[File:Prohibition agents destroying barrels of alcohol (United States, prohibition era).jpg|thumb|left|Agenti sequestrano barili di alcol a Chicago nel
Il [[Senato degli Stati Uniti]] non ratificò il [[
387-389</ref>
Nel
Durante gli
== Seconda guerra mondiale (
{{vedi anche|
[[File:Burning ships at Pearl Harbor.jpg|thumb|Le navi da guerra statunitensi USS West Virginia e USS Tennessee, bombardate nella base navale di [[Pearl Harbor]]
Dopo lo scoppio della [[
Il primo contributo dato dagli Stati Uniti alla guerra fu il taglio delle forniture di petrolio e materie prime al Giappone che ne aveva grande bisogno per condurre l'offensiva militare in [[Manciuria]], e nello stesso tempo l'aumento degli aiuti militari e finanziari alla [[Repubblica di Cina (1912-1949)|Cina]]. Il primo contributo alle potenze alleate venne un anno dopo l'inizio delle ostilità, a settembre del
Il 31 ottobre
===
All'entrata in guerra, gli Stati Uniti compresero che non avrebbero potuto combattere, contemporaneamente contro Giappone e Germania. Così fu deciso di concentrarsi sulla guerra contro la Germania in Europa, mantenendo una posizione difensiva nel Pacifico finché [[Adolf Hitler|Hitler]] non fosse stato sconfitto. Gli Stati Uniti per prima cosa dovettero concentrare una grande forza aerea in Inghilterra per [[Bombardamento a tappeto|bombardare]] la Germania. Essi portarono un aereo da bombardamento che era superiore a qualsiasi aereo mai visto prima, il [[Boeing B-17 Flying Fortress|B-17]] detto fortezza volante. L'Inghilterra aveva abbandonato da molto tempo le incursioni diurne a causa delle perdite inflitte ai suoi aerei dalle difese contraeree tedesche e dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]. La superiorità tecnica del B-17 permise agli americani di condurre incursioni durante il giorno mentre gli inglesi continuavano i bombardamenti durante la notte.
[[File:Eisenhower video montage.ogg|thumb|Video sulla carriera del presidente [[Dwight D. Eisenhower]]]]
La prima azione americana di guerra sulla terraferma fu condotta assieme agli eserciti britannico ed [[australia]]no, in [[Nordafrica]] nella [[Campagna del Nord Africa#Campagna di Tunisia|
Il 10 luglio
[[File:1944 NormandyLST.jpg|thumb|Lo [[Sbarco in Normandia|sbarco degli Alleati in Normandia]]
Agli inizi del
Dopo lo sbarco in Normandia gli americani contribuirono notevolmente all'andamento della guerra, con combattimenti accaniti nell'[[
Alla fine della guerra il 66% di tutte le truppe alleate in [[Europa occidentale]] erano americane.
===
A causa dell'impegno degli Stati Uniti a combattere contro Hitler in Europa, i primi anni della guerra contro il Giappone furono condotti sulla difensiva, con la marina americana che tentava di impedire a quella giapponese di conquistare l'egemonia sull'Oceano Pacifico. Inizialmente il Giappone vinse facilmente la maggior parte delle battaglie navali contro gli americani. Il paese del ''sol levante'' costituì delle forti basi navali a [[Guam]], in [[Thailandia]], in [[Malaysia]], ad [[Hong Kong]], in [[Papua Nuova Guinea]], in [[Indonesia]] ed in [[Birmania]]. Questo fu fatto con grande facilità e velocità e fu simile alla famosa guerra lampo tedesca in Europa. Questo era un momento importante nella storia del Giappone che disponeva soltanto di un 10% della capacità industriale degli Stati Uniti.
[[File:nagasakibomb.jpg|thumb|left|La nube delle bomba atomica lanciata sulla città di Nagasaki si levò per 18 km sull'ipocentro della sua caduta
Il punto culminante di questo periodo fu la [[battaglia delle Midway]] del giugno
Dopo aver sconfitto le truppe giapponesi ed essere sbarcati nelle [[isole Marianne Settentrionali|isole Marianne]], i giapponesi reagirono inviando sei [[portaerei]] con 430 aerei per controbattere l'attacco americano. La [[battaglia del Mare delle Filippine]] che venne combattuta il 19 giugno
[[File:Tibbets-wave.jpg|thumb|Il pilota [[Paul Tibbets]] a bordo dell'[[Enola Gay]]]]
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{{vedi anche|Bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki}}
Nel corso di questo dibattito, la prima bomba atomica venne lanciata su [[Hiroshima]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 469</ref> il 6 agosto
== Inizio della guerra fredda e movimento dei diritti civili del XX secolo (1945-1964) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1945-1964)}}
[[File:Martin Luther King - March on Washington.jpg|thumb|[[Martin Luther King]] pronuncia il discorso ''[[Ho un sogno]]'' alla marcia di Washington per la libertà del lavoro nel 1963
Dopo la conclusione della [[seconda guerra mondiale]], gli Stati Uniti d'America emersero come una delle due superpotenze dominanti assieme all'[[Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche|Unione Sovietica]]. Il Senato americano, il 4 dicembre
[[File:Governor George Wallace stands defiant at the University of Alabama.jpg|thumb|left|[[Alabama]] il governatore George Wallace tenta di bloccare l'abolizione della segregazione razziale all'Università dell'Alabama nel
Nel decennio successivo alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti divennero dominatori geopolitici imponendo la loro influenza nel campo [[economia|economico]], [[politica|politico]], [[tecnologia|tecnologico]], [[militare]] e [[cultura]]le. A seguito del collasso dell'Unione Sovietica, seguito alla caduta del [[muro di Berlino]] e la conseguente fine degli stati socialisti, gli Stati Uniti rimasero la sola potenza egemone a livello mondiale.
Il potere degli Stati Uniti venne comunque limitato da accordi internazionali e da situazioni militari, politiche ed economiche. Al centro della cultura borghese, dall'inizio degli
[[File:President Kennedy addresses nation on Civil Rights, 11 June 1963.jpg|thumb|Il [[John Fitzgerald Kennedy|presidente Kennedy]] parla dei [[diritti civili]] l'11 giugno del
[[John Fitzgerald Kennedy]] venne eletto presidente degli Stati Uniti nel
Nel frattempo, grandi masse di americani continuarono nella migrazione dalle fattorie verso le grandi città ed il razzismo, ancora radicato negli Stati del sud, venne sfidato dall'affermarsi del [[Movimento per l'affermazione dei diritti umani e civili della popolazione nera|Movimento per i diritti civili]] e da personalità afro-americane come [[Malcolm X]] e [[Martin Luther King]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 504-505</ref>
== Guerra fredda (1964-1980) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1964-1980)}}
La
[[File:Reagan 1980 campaign.jpg|thumb|[[Ronald Reagan]] con la moglie [[Nancy Reagan|Nancy]] durante la campagna elettorale nel 1980]]
La contrapposizione
In politica interna i programmi sociali del presidente [[Lyndon B. Johnson|Lyndon Johnson]] e l'attività della [[Commissione Warren]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 503-504</ref> inserirono molte riforme sociali per tutti gli anni sessanta. In questo periodo nacque il movimento [[femminismo|femminista]] e si sviluppò il dibattito sui problemi ambientali e sui diritti civili.
Nei primi
== La fine della guerra fredda (1980-1988) ==
{{Vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1980-1988)}}
[[File:ElectoralCollege1984.svg|thumb|left|Nelle elezioni presidenziali del 1984, [[Ronald Reagan]] vinse in 49 Stati conquistando il maggior numero di Stati mai ottenuto da un presidente degli Stati Uniti]]
[[Ronald Reagan]] produsse un grande rimescolamento nella politica americana nell'elezione presidenziale del 1980 e in quella successiva del 1984. Questo effetto fu dovuto allo scontento degli elettori democratici appartenenti a diverse classi sociali e gruppi economici. I democratici che votarono per Reagan furono attratti dalla sua politica, dalla sua personalità, dal suo conservatorismo sociale e dalle sue idee in [[politica estera]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 543-545</ref>
[[File:ReaganBerlinWall.jpg|thumb|[[Ronald Reagan]], sullo sfondo della [[Porta di Brandeburgo]], pronuncia un discorso nel quale invita [[Michail Gorbačëv]] ad abbattere il [[Muro di Berlino]], poco prima della fine della [[guerra fredda]]]]
In questo settore non vi fu uniformità di vedute fra la politica del presidente e quella dell'opposizione democratica.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 545-549</ref>
==
{{
Dopo la [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]] nel 1991, gli USA erano la [[superpotenza]] dominante a livello mondiale e il [[Giappone]], talvolta visto come il principale rivale economico degli USA, si trovava in un periodo di stagnazione. Durante gli anni 1990 nacque e si affermò "[[New Economy]]", a fronte di una crescita economica generale, l'incremento relativamente alto della produzione reale, bassi tassi di inflazione e un crollo del tasso di disoccupazione sotto la soglia del 5%. [[Internet]] e le tecnologie correlate ebbero la prima ampia penetrazione nell'economia, portando ad una [[bolla speculativa]], spinta dalle imprese tecnologiche, a [[Wall Street]]. Nella prima metà del decennio si registrarono alcuni episodi come l'[[attentato al World Trade Center del 1993]] e l'[[attentato di Oklahoma City]] del 1995, che destarono grande impressione nell'[[opinione pubblica]] statunitense.
Tuttavia anche l'[[immigrazione]], proveniente principalmente da [[America Latina]] ed [[Asia]] crebbe, determinando un cambiamento nella composizione [[demografia|demografica]] della popolazione statunitense dei decenni a venire, come ad esempio la componente [[ispanica]] che sostituì gli [[afro-americani]] e gli [[asioamericani]] come principale minoranza.
=== La prima guerra del Golfo e le elezioni del 1992 ===
{{Vedi anche|Guerra del Golfo|Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1992}}
Dopo l'[[invasione del Kuwait]] gli USA intervennero militarmente in [[Iraq]], scatenando la prima [[Guerra del Golfo]]. A seguito dell'elezione a presidente degli Stati Uniti di [[Bill Clinton]], nel 1992, il paese andò incontro alla maggiore espansione economica nella sua storia. La presidenza Clinton fu segnata dallo scandalo ''[[sexgate]]'' che coinvolse personalmente il Presidente.
=== Gli attentati terroristici del 2001, la guerra al terrorismo e la crisi economica ===
{{Vedi anche|Attentati dell'11 settembre 2001|Guerra al terrorismo|Grande recessione}}
Durante la [[presidenza di George W. Bush]] il [[terrorismo islamista]] colpì gli Stati Uniti ed il mondo intero con gli [[attentati dell'11 settembre 2001]] alle torri del [[World Trade Center]] di New York ed al [[Il Pentagono|Pentagono]]. Nella stessa giornata un altro volo dirottato precipitò in una foresta nello Stato della [[Pennsylvania]]. In quel giorno morirono circa 3000 persone di 70 nazionalità diverse, mentre oltre 6000 rimasero ferite.
In risposta a questi attentati, il presidente [[George W. Bush]], con il supporto degli alleati della [[NATO]] e di altre nazioni della comunità internazionale, [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|invase l'Afghanistan nel 2001]] sconfiggendo il regime teocratico dei [[Taleban]]. Sia pur molto criticato, il presidente Bush continuò la [[guerra al terrorismo]] con l'[[invasione dell'Iraq]] e la cattura di [[Saddam Hussein]] nel 2003. Questa seconda invasione incontrò notevole impopolarità in molte parti del mondo ed innescò un'accesa campagna anti-americana. Riguardo alle cronache delle vicende interne, nell'agosto 2005, l'[[uragano Katrina]] devastò la regione costiera dello Stato della [[Louisiana]] ed in particolare la città di [[New Orleans]]. L'impreparazione del governo emerse in maniera drammatica e l'amministrazione subì delle critiche per la lentezza e l'inefficacia dei soccorsi.
[[File:Bush-USS-Lincoln.jpg|thumb|[[George W. Bush]] rivolge un discorso alla nazione dalla nave USS [[Abraham Lincoln]]]]
Nel 2006 lo scontro politico interno continuò dibattendo importanti questioni come l'aborto, le ricerche sulla fusione a freddo dell'atomo, i matrimoni omosessuali, la riforma dell'immigrazione e la opportunità di continuare la guerra in Iraq. Il rincaro del prezzo del [[Greggio (petrolio)|greggio]] pose gli Stati Uniti di fronte alla consapevolezza della dipendenza estrema di molti degli alleati occidentali dagli approvvigionamenti di energia a prezzi moderati e alla loro necessità di una imposta addizionale sui prodotti petroliferi per cercare di diminuirne il consumo. L'instabilità politica di alcuni Stati del [[vicino Oriente]] e di altri paesi produttori di petrolio rimaneva sempre molto grave. Maggiori quote di fondi furono pertanto destinate alla ricerca di fonti energetiche alternative, dall'[[etanolo]], all'[[energia eolica]] a quella [[energia solare|solare]]. A partire nello stesso anno - dopo la [[crisi dei mutui subprime]] - gli USA attraversarono un periodo di notevole [[crisi finanziaria]], culminato nella ''"[[grande recessione]]"'' i cui effetti cominciarono ad affievolirsi nel 2013.
== Politica ==
=== L'influenza mondiale ===
{{Vedi anche|Imperialismo americano}}
La politica estera degli USA quale ''[[superpotenza]]'' è spesso stata improntata all'influenza ed al condizionamento nell'[[economia]] e nel campo militare e culturale su altri [[Stati del mondo]], accompagnata da un'influenza generale nella politica interna dei relativi governi.
A tal proposito si iniziò a parlare di ''[[imperialismo americano]]'' nel 1846 con la [[guerra messico-statunitense]]. Nel [[1898]], con l'ingresso degli Stati Uniti sulla scena della [[politica]] mondiale, i termini "''imperialismo americano''" ed "''espansione imperialistica americana''" divennero sempre più diffusi.
=== Accordi internazionali non ratificati dagli Stati Uniti ===
Gli Stati Uniti sono spesso criticati dalle nazioni partecipanti, per non partecipare ai seguenti trattati:
* La [[Convenzione sul genocidio|Convenzione per la Prevenzione e Repressione del Delitto di Genocidio]], che entrò in vigore ne
* La [[Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna]], adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre
* La [[Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia]] (
* Il [[Trattato di Ottawa]] (entrato in vigore nel
* La [[Corte penale internazionale]] dell'[[L'Aia|Aia]] ([[2002]]), è stata creata come tribunale permanente per perseguire persone per i crimini di [[genocidio]], [[crimini contro l'umanità]], e [[crimini di guerra]], come definito da diversi trattati internazionali. I Paesi più noti a non aver accettato la giurisdizione della ICC sono gli USA, [[Israele]], e la [[Cina]].<ref>{{Cita web|url=https://asp.icc-cpi.int/en_menus/asp/states%20parties/pages/the%20states%20parties%20to%20the%20rome%20statute.aspx#U|titolo=The States Parties to the Rome Statute|sito=asp.icc-cpi.int|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref>
* Gli Stati Uniti hanno ritirato la propria sottoscrizione al [[Trattato anti missili balistici]] nel
* Il [[Protocollo di Kyōto]] (entrato in vigore nel
=== Organizzazioni internazionali ===
Gli Stati Uniti partecipano alle seguenti [[organizzazioni internazionali]]:
[[ANZUS]],<ref>{{Cita news|autore=Elvio Rotondo|url=https://www.analisidifesa.it/2018/07/intesa-fra-australia-e-usa-su-capacita-cyber-offensive/|titolo=USA e Australia rafforzano la cooperazione militare e cyber|pubblicazione=Analisi Difesa|data=27 luglio 2018|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Asia-Pacific Economic Cooperation|APEC]],<ref>{{Cita news|autore=|url=https://tg24.sky.it/mondo/2017/11/04/vertice-apec-2017.html|titolo=Vietnam, al via il venticinquesimo vertice Apec|pubblicazione=Sky TG24|data=5 novembre 2017|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Asian Development Bank|AsDB]],<ref>{{Cita|Asian Development Bank, 2018|p. 1.}}</ref> [[Australia Group]],<ref>{{Cita web|url=https://australiagroup.net/en/india_statement.html|titolo=Press release: India joins the Australia Group|sito=australiagroup.net|data=19 gennaio 2018|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Banca dei regolamenti internazionali|BIS]],<ref>{{Cita web|url=https://treaties.un.org/Pages/showDetails.aspx?objid=0800000280167c31|titolo=Convention respecting the Bank for International Settlements|sito=treaties.un.org|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Consiglio d'Europa]] (come osservatori),<ref>{{Cita web|url=https://www.coe.int/it/web/portal/47-members-states|titolo=47 Stati membri|sito=coe.int|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[CERN]] (come osservatori),<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/CERN.html|titolo=CERN|sito=sapere.it|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Comitato Zangger]],<ref>{{Cita|Bonaiuti, Dameri & Lodovisi, 2008|pp. 491-492.}}</ref> [[Piano Colombo|CP]],<ref>{{Cita web|url=http://www.colombo-plan.org/index.php/about-cps/member-countries/|titolo=Member Countries|sito=colombo-plan.org|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181027061506/http://www.colombo-plan.org/index.php/about-cps/member-countries/|urlmorto=sì}}</ref> [[Partenariato Euro-Atlantico|EAPC]],<ref>{{Cita web|url=https://www.nato.int/cps/ic/natohq/topics_49276.htm|titolo=Euro-Atlantic Partnership Council|sito=nato.int|data=9 giugno 2017|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo|BERS]],<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/european-bank-for-reconstruction-and-development-banca-europea-per-la-ricostruzione-e-lo-sviluppo_%28Atlante-Geopolitico%29/|titolo=European Bank for Reconstruction and Development (Ebrd) Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo|sito=treccani.it|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Commissione economica per l'Europa|ECE]], [[Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi|ECLAC]], [[Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico|ESCAP]], [[FAO]], [[G7]], [[G8]], [[G10]], [[G12]], [[G20 (paesi industrializzati)|G20]], [[IADB]], [[Agenzia internazionale per l'energia atomica|IAEA]], [[IBRD]], [[Organizzazione internazionale dell'aviazione civile|ICAO]], [[Corte penale internazionale|ICC]], [[ICFTU]], [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|CRMI]], IDA, AIE, [[IFAD]], [[Società finanziaria internazionale|IFC]], [[Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa|IFRCS]], IHO, [[Organizzazione internazionale del lavoro|ILO]], [[Fondo monetario internazionale|FMI]], [[Organizzazione marittima internazionale|IMO]], [[Inmarsat]], [[Intelsat]], [[Interpol]], [[Comitato Olimpico Internazionale]], [[Organizzazione internazionale per le migrazioni|IOM]], [[Organizzazione internazionale per le standardizzazioni|ISO]], [[International Telecommunication Union|ITU]], [[MINURSO]], [[MIPONUH]], [[Movimento dei paesi non allineati|NAM]] (ospiti), [[NATO]], [[Agenzia per l'energia nucleare]] (NEA), [[Nuclear Suppliers Group|NSG]], [[Organizzazione degli Stati americani|OAS]], [[OCSE]], [[Organizzazione meteorologica mondiale|OMM]], [[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], [[Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche|OPCW]], [[OSCE]], [[Corte permanente di arbitrato|PCA]], [[Segretariato della comunità del Pacifico|SPC]], [[Nazioni Unite|ONU]], [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], [[Unctad]], [[Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati]], [[UNIDO]], [[UNIKOM]], [[UNMIBH]], [[UNMIK]], [[UNOMIG]], [[UNRWA]], [[UNTAET]], [[UNTSO]], [[Università delle Nazioni Unite|UNU]], [[Unione postale universale|UPU]], [[Confederazione mondiale del lavoro|WCL]], [[WCO]], [[Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale|WIPO]], [[Organizzazione mondiale del commercio|WTO]].
===
{{Vedi anche|Guerre indiane|Nativi americani}}
Sin dall'inizio della formazione degli USA i coloni americani furono impegnati con diversi conflitti coi [[nativi americani]] chiamate [[guerre indiane]]; alcune di esse furono provocate da una serie di paralleli atti legislativi, come l'[[Indian Removal Act]], unilateralmente promulgate da una delle parti e potenzialmente considerabili alla stregua di [[guerra civile]].<ref>Zinn Howard, ''Storia del popolo americano dal 1492 a oggi'', Il Saggiatore, Milano, 2005</ref>
Le guerre, che spaziarono dalla colonizzazione europea dell'[[America]] del [[XVIII secolo]] fino al [[massacro di Wounded Knee]] e alla chiusura delle frontiere USA nel 1890, risultarono complessivamente nella conquista, nella decimazione, nell'assimilazione delle nazioni indiane, e nella deportazione di svariate migliaia di persone nelle [[Riserva indigena|riserve indiane]]. Gli eventi trattati costituiscono una delle basi della discriminazione razziale su base etnica, e del problema del [[razzismo]] che affliggerà gli [[USA]] fino a tutto il [[XX secolo]].
<references/>
== Bibliografia ==
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*{{Cita libro|autore=Chiara Bonaiuti|autore2=Debora Dameri|autore3=Achille Lodovisi|titolo=L'industria militare e la difesa europea. Rischi e prospettive|url=https://archive.org/details/lindustriamilita0000unse|anno=2008|editore=Jaca Book|cid=Bonaiuti, Dameri & Lodovisi, 2008|ISBN=978-8816408272}}
*{{Cita libro|autore=Comitato italiano per l'UNICEF|titolo=Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna|url=https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_donna.pdf|formato=PDF|data=20 gennaio 2006|città=Roma|cid=Comitato italiano per l'UNICEF, 2006|accesso=24 ottobre 2018|dataarchivio=24 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181024232248/https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_donna.pdf|urlmorto=sì}}
*{{Cita libro|autore=Asian Development Bank|titolo=Asian Development and the United States: Fact Sheet|url=https://www.adb.org/sites/default/files/publication/27810/usa-2017.pdf|formato=PDF|anno=2018|lingua=en|cid=Asian Development Bank, 2018|accesso=26 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180625233359/https://www.adb.org/sites/default/files/publication/27810/usa-2017.pdf|urlmorto=sì}}
== Voci correlate ==
{{Div col|
* [[Amerigo Vespucci]]
* [[Antiamericanismo]]
* [[California spagnola]]
* [[Colonizzazione europea delle Americhe]]
* [[Controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America]]
* [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]]
* [[Cristoforo Colombo]]
* [[Elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America]]
* [[Era della Ricostruzione]]
* [[Esercito degli Stati Uniti d'America]]
* [[Evoluzione territoriale degli Stati Uniti d'America]]
* [[Giovanni da Verrazzano]]
* [[Grande depressione]]
* [[Guerra anglo-americana]]
* [[Guerre indiane]]
* [[Guerra di secessione americana]]
* [[Imperialismo americano]]
* [[Nativi americani]]
* [[New Deal]]
* [[Padri fondatori degli Stati Uniti d'America]]
* [[Pena di morte negli Stati Uniti d'America]]
* [[Popolamento delle Americhe]]
* [[Pionieri mormoni]]
* [[Presidenti degli Stati Uniti d'America]]
* [[Rimozione dei memoriali e monumenti confederati]]
* [[West]]
{{Div col end}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://international.loc.gov/intldl/fiahtml/fiahome.html|titolo=France in America/La France en Amérique|lingua=En, Fr}}
* {{cita web|url=http://international.loc.gov/intldl/eshtml/eshome.html|titolo=Parallel Histories: Spain, the United States and the American Frontier/España, Estados Unidos e la Frontera Americana|lingua=En, Es}}
* {{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/stati-uniti-d-america-storia|titolo=La storia degli Stati Uniti|accesso=29 maggio 2021|urlarchivio=https://www.treccani.it/enciclopedia/stati-uniti-d-america-storia-degli_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/|dataarchivio=2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web | url = http://www.italiausa.org/storia.htm | titolo = Pagina "storia" dal sito della Fondazione Italia USA | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://americanheritage.com|titolo=American Heritage Website - Migliaia di articoli sulla storia americana.|lingua=en}}
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* {{en}} [https://web.archive.org/web/20070427160847/http://encarta.msn.com/encyclopedia_1741500823/United_States_(History).html#s1 United States History article] dall'enciclopedia Encarta. Oltre 200 file multimediali sulla storia degli Stati Uniti.
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* {{en}} [https://www.gutenberg.org/files/16960/16960-h/16960-h.htm History of the United States] by Charles A. Beard and Mary R. Beard, 1921, dal [[Progetto Gutenberg]]
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* {{en}} [http://www.historyplace.com The History Place]. Sito web specializzato in storia americana.
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* {{cita web|url=http://dca.tufts.edu/features/aas|titolo=Una nuova nazione vota: Elezioni americane dal 1787 al 1825|lingua=en|accesso=6 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080725105911/http://dca.tufts.edu/features/aas/|urlmorto=sì}}
{{CronoUSA}}
{{Storia degli stati dell'America}}
{{Stati Uniti}}
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