Storia degli Stati Uniti d'America: differenze tra le versioni

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{{nd|il saggio di [[André Maurois]]|[[Storia degli Stati Uniti d'America (Maurois)]]}}'''La storia degli Stati Uniti d'America''' ha avuto inizio il 4 luglio 1776, giorno in cui venne approvata la [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America]], che segnò ufficialmente il distacco delle originarie tredici colonie britanniche dalla sovranità del [[Regno Unito]]. Tuttavia, molti eventi hanno preceduto tale data, costituendo di fatto le radici storiche degli [[Stati Uniti]], da tenere in considerazione per un complessivo resoconto storico.
{{Storia USA}}
La '''storia degli Stati Uniti de medda''', come stato sovrano, ebbe inizio ben prima della data convenzionale del 4 luglio 1776, quando fu votato l'[[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America|atto di nascita degli Stati Uniti d'America]] dai delegati al [[Secondo congresso continentale]].
 
L'arrivo di popolazioni umane nell'[[America del Nord]] è datato circa al 15.000 a.C. Numerose furono le civiltà e culture indigene che nacquero, molte delle quali scomparvero a partire dal 1500. L'arrivo di [[Cristoforo Colombo]] nel 1492, infatti, diede avvio alla [[colonizzazione europea delle Americhe]]. Il territorio in questione fu probabilmentevenne toccato nuovamente dadagli esploratori europei già nel [[1513]], durante una spedizione guidata da [[Juan Ponce de León]]. Gli esploratori e coloni europei successivamente approdati sul continente nordamericano incontrarono numerose popolazioni di [[nativi americani]] (denominati poi impropriamente ''indiani'' o ''[[indiani d'America]]''), che vennero decimati nel corso della [[colonizzazione]]<ref>Zinn, Howard (2003). ''A People's History of the United States 1492 - Present''. HarperCollins. ISBN 0-06-052842-7 ''[[Storia del popolo americano dal 1492 a oggi]]''</ref> promossa da varie potenze europee cui parteciparono, tra gli altri, [[RegnoColonialismo Unitobritannico|britannici]], [[FranciaColonialismo francese|francesi]], [[PaesiColonialismo Bassiolandese|olandesi]], [[Colonialismo portoghese|portoghesi]] e [[SpagnaColonialismo spagnolo|spagnoli]]. La maggior parte delle colonie si formarono dopo il 1600. Gli scritti e i resoconti del colonizzatore [[John Winthrop il Vecchio|John Winthrop]] fanno degli Stati Uniti la prima nazione le cui origini sono pienamente documentate.<ref>{{Cita libro|autore=Paul Johnson|titolo=A history of the American people|edizione=1999|editore=HarperPerennial|città=New York|p=32|citazione=These early diaries and letters, which are plentiful, and the fact that most important documents about the early American colonies have been preserved, mean that the United States is the first nation in human history whose most distant origins are fully recorded.|oclc=40984521|ISBN=0060930349}}</ref>
 
Intorno al 1760 le [[Tredici colonie]] britanniche contavano una popolazione di circa 2,5 milioni di abitanti, stanziati lungo la costa [[Oceano Atlantico|atlantica]] del continente, a est degli [[Appalachi]]. Dopo aver sconfitto la [[Francia]] nella [[guerra franco-indiana]], il governo inglese approvò una serie di provvedimenti che aggravarono la tassazione delle popolazioni coloniali, tra cui la [[Stamp Act (1765)|Stamp Act del 1765]], ignorando le numerose contestazioni dei coloni, secondo i quali qualsiasi nuova imposizione fiscale avrebbe necessariamente richiesto la loro approvazione. Le proteste contro le nuove tasse, tra cui il [[Boston Tea Party]] del 1773, condussero il Parlamento inglese ad approvare una serie di leggi a carattere punitivo con lo scopo di porre fine all'autonomia governativa del [[Massachusetts]]. Un conflitto armato, passato alla storia come [[rivoluzione americana]], scoppiò nel 1775. Nel 1776, a [[Filadelfia]], il [[secondo congresso continentale]] dichiarò ufficialmente l'indipendenza delle colonie.
Dopo la vittoria sulla [[Gran Bretagna|madrepatria]], gli Stati Uniti si allargarono a ovest, dovendo fronteggiare anche una sanguinosa [[guerra di secessione americana|guerra civile]]. Completata la conquista dell'attuale territorio, la federazione divenne una potenza economica e politica mondiale, rafforzandosi notevolmente dopo la [[seconda guerra mondiale]] e ancora di più dopo la fine della [[guerra fredda]].
 
Sotto la guida di [[George Washington]], gli Stati Uniti vinsero la [[guerra d'indipendenza americana]], con l'importante sostegno della [[Francia]] e aiuti dalla [[Spagna]] e dai [[Repubblica delle Sette Province Unite|Paesi Bassi]]. Il [[Trattato di Parigi (1783)|trattato di Parigi del 1783]], che pose fine al conflitto, conferì le terre a est del [[Mississippi (fiume)|Mississippi]] (comprese porzioni del [[Canada]], ma non la [[Florida]]) alle colonie indipendenti. Gli [[Articoli della Confederazione]], che andarono a regolare i rapporti tra le colonie, previdero un governo centrale, di fatto però incapace di garantire una certa stabilità, avendo poteri limitati. Nel 1787, la [[Convenzione di Filadelfia|Convenzione di Philadelphia]] redasse la [[Costituzione degli Stati Uniti d'America|Costituzione degli Stati Uniti]], ratificata nel 1789. Nel 1791, venne aggiunto il cosiddetto "Bill of Rights" (la Carta dei Diritti) al fine di garantire i diritti inalienabili della persona. Con la presidenza di [[George Washington]] e il contributo di [[Alexander Hamilton]], venne creato un forte governo centrale. L'acquisto dei territori della [[Louisiana francese]] nel 1802 permise agli Stati Uniti di raddoppiare il proprio territorio ad ovest. Una seconda e ultima [[Guerra anglo-americana|guerra con l'Inghilterra]] fu combattuta nel 1812, ma non portò a cambiamenti.
== Nativi americani ==
 
{{vedi anche|Nativi americani}}
Seguendo la concezione del [[Destino manifesto]], l'espansionismo statunitense si spinse fino alle coste dell'[[Oceano Pacifico]]. Pur avendo un vasto territorio in espansione, la popolazione statunitense nel 1790 ammontava solo a circa 4 milioni di abitanti. Nonostante ciò, una rapida crescita della popolazione seguì negli anni successivi: nel 1810 arrivò a 7,2 milioni, nel 1860 a 32 milioni, 76 milioni nel 1900, 132 milioni nel 1940 e 321 milioni nel 2015. L'ampio ricorso alla [[Schiavitù negli Stati Uniti d'America|schiavitù]] divenne sempre più controverso e diede luogo a battaglie politiche di carattere costituzionale, che si risolsero per mezzo di compromessi. Alla fine del 1804, la schiavitù era stata abolita in tutti gli Stati federati a nord della [[Linea Mason-Dixon]], mentre negli Stati del sud essa era ancora ampiamente utilizzata, in particolare per la produzione di cotone. Nel 1860 fu eletto presidente il repubblicano [[Abraham Lincoln]], il quale aveva proposto un programma volto a fermare l'espansione della schiavitù. Sette stati del sud si ribellarono contro tale politica e crearono la [[Stati Confederati d'America|Confederazione]]. Il suo [[Battaglia di Fort Sumter|attacco contro Fort Sumter]] e le forze dell'[[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]] nel 1861 diede avvio alla [[Guerra di secessione americana|guerra civile]], anche conosciuta come "guerra di secessione". La sconfitta dei confederati nel 1865 condusse ad un impoverimento del sud e alla definitiva abolizione della schiavitù. Seguì l'[[era della ricostruzione]], in cui venne esteso il diritto di voto agli schiavi liberati. Il governo nazionale ne uscì rafforzato e grazie al XIV emendamento si impose ai singoli Stati di garantire la stessa protezione legale a tutte le persone sottoposte alla loro giurisdizione. Ciononostante, quando nel 1877 i Democratici ritornarono al potere nel sud, sopprimendo di fatto il diritto di voto mediante azioni paramilitari, essi riuscirono ad approvarono le cosiddette [[leggi Jim Crow]], al fine di tutelare la supremazia dei bianchi, e nuove costituzioni volte ad impedire legalmente l'esercizio del diritto di voto alle comunità afroamericane. Queste pratiche proseguirono fino alle conquiste ottenute dal movimento per i diritti civili degli anni '60.
Le ricerche di [[Luigi Luca Cavalli-Sforza]] e dei suoi collaboratori sostengono (ipotesi plausibile, ma tuttora dibattuta) che i primi esseri umani siano arrivati nel continente americano circa quarantamila anni fa dall'[[Asia]] attraverso lo [[stretto di Bering]], a quell'epoca ghiacciato.<ref>Luigi Luca Cavalli-Sforza and A.W.F. Edwards. 1965. Analysis of human evolution. pp. 923–933 in Genetics Today. Proceedings of the XI International Congress of Genetics, The Hague, The Netherlands, September, 1963, volume 3, ed. S. J. Geerts, Pergamon Press, Oxford.</ref> Il modello precedente, il cosiddetto [[Cultura Clovis|modello Clovis]], individuava invece tre ondate migratorie avvenute circa dodicimila anni fa, partite sempre dall'Asia e penetrate attraverso le terre allora emerse dello stretto di Bering, la [[Beringia]]. In ogni caso, questo primo flusso migratorio dall'odierna [[Alaska]] si spostò in tutto il continente americano, dal nord all'estremo sud.
 
Gli Stati Uniti divennero la prima potenza industriale agli inizi del [[XX secolo]] grazie alla nascita di numerose imprese, all'industrializzazione degli Stati del nord-est e del Midwest e all'arrivo di milioni di [[Immigrazione negli Stati Uniti d'America|immigrati dall'Europa]]. Una rete stradale nazionale venne completata e furono aperte grandi miniere e fabbriche. Una generale insoddisfazione contro la corruzione, l'inefficienza e la politica tradizionale portò alla nascita dell'[[era progressista]]. Tale periodo si caratterizzò per le numerose riforme, tra cui il [[proibizionismo]], il suffragio femminile e l'introduzione del XVI e XVII emendamento, che permisero l'istituzione di un tributo federale sui redditi e l'elezione diretta dei senatori. Dopo un iniziale periodo di neutralità, gli Stati Uniti presero parte alla [[prima guerra mondiale]], dichiarando guerra alla [[Impero tedesco|Germania]] nel 1917, e contribuendo alla vittoria degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] l'anno seguente. Le donne ottennero il diritto di voto nel 1920. I nativi americani ottennero la cittadinanza e il diritto di voto nel 1924. Dopo un decennio di prosperità, il [[Martedì nero]] alla Borsa di New York nel 1929 segnò l'inizio della [[Grande depressione|Grande Depressione]], grave crisi economica che segnò il decennio successivo. Nel 1932 il presidente democratico [[Franklin Delano Roosevelt|Franklin D. Roosevelt]] riuscì a conquistare la Casa Bianca, ponendo fine alla supremazia repubblicana, e implementò il [[New Deal]], un piano di riforme economico-sociali che introdussero, tra gli altri, sussidi ai disoccupati, sostegno agli agricoltori, un sistema di previdenza sociale (Social Security Act) e un salario minimo. Il New Deal finì per influenzare in modo decisivo il liberalismo americano moderno.
 
Dopo l'[[Attacco di Pearl Harbor|attacco giapponese a Pearl Harbor]] nel 1941, gli Stati Uniti presero parte alla [[seconda guerra mondiale]], finanziando gli sforzi bellici degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] e contribuendo in modo decisivo alla sconfitta della [[Germania nazista]] e dell'[[Italia]] [[Fascismo|fascista]] nel [[Teatro europeo della seconda guerra mondiale|teatro europeo]]. Il loro coinvolgimento culminò con l'utilizzo delle prime [[Arma nucleare|armi atomiche]] mai costruite dall'uomo e la conseguente [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|totale distruzione delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki]], che portò alla resa dell'[[Impero giapponese]] e, quindi, alla vittoria nella [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|Guerra del Pacifico]].
 
Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e l'[[Unione Sovietica]] emersero come superpotenze rivali. La [[guerra fredda]] segnò un periodo di scontro indiretto nell'ambito della [[corsa agli armamenti]], della [[corsa allo spazio]], della [[propaganda]] e di scontri armati a carattere locale contro l'espansione della sfera sovietica ([[guerra di Corea]] e [[guerra del Vietnam]]). Negli anni '60, grazie al fondamentale contributo del [[Movimento per i diritti civili degli afroamericani|movimento per i diritti civili]], un'ulteriore ondata di riforme sociali fu approvata, andando a rafforzare i diritti costituzionalmente garantiti degli afroamericani (tra cui il diritto di voto e la libertà di movimento). La guerra fredda si concluse con la [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|dissoluzione dell'Unione sovietica]] nel 1991, evento che lasciò gli Stati Uniti come unica superpotenza al mondo. Dopo la fine della rivalità con l'URSS, la politica estera degli Stati Uniti si concentrò sui conflitti armati nel [[Medio Oriente]].
 
L'inizio del [[XXI secolo]] è stato segnato dagli [[Attentati dell'11 settembre 2001|attacchi terroristici dell'11 settembre 2001]], compiuti dall'organizzazione terroristica islamica [[Al Qaida|Al-Qaeda]], seguiti da conflitti armati in [[Afghanistan]] ed in [[Iraq]] ([[guerra al terrorismo]]). Nel 2007 gli Stati Uniti hanno visto l'inizio della peggior [[Grande recessione|crisi economica]] dalla Grande Depressione, seguita da anni di lenta crescita economica. Sia il livello di crescita sia il livello di disoccupazione tornarono a risalire nel corso degli anni successivi. Tuttavia, questi dati positivi si sono interrotti bruscamente a seguito degli effetti dello scoppio della [[pandemia di COVID-19]].
 
== Il popolamento delle Americhe ==
{{Vedi anche|Popolamento delle Americhe}}
Le ricerche di [[Luigi Luca Cavalli-Sforza]] e dei suoi collaboratori sostengono che i primi esseri umani siano arrivati nel continente americano circa quarantamila anni fa dall'[[Asia]] attraverso lo [[stretto di Bering]], a quell'epoca ghiacciato.<ref>Luigi Luca Cavalli-Sforza and A.W.F. Edwards. 1965. Analysis of human evolution. pp. 923–933 in Genetics Today. Proceedings of the XI International Congress of Genetics, The Hague, The Netherlands, September, 1963, volume 3, ed. S. J. Geerts, Pergamon Press, Oxford.</ref> Il modello precedente, il cosiddetto [[Cultura Clovis|modello Clovis]], individuava invece tre ondate migratorie avvenute circa dodicimila anni fa, partite sempre dall'Asia e penetrate attraverso le terre allora emerse dello stretto di Bering, la [[Beringia]]. In ogni caso, questo primo flusso migratorio dall'odierna [[Alaska]] si spostò in tutto il continente americano, dal nord all'estremo sud.
 
[[File:USA 10400 Arches National Park Luca Galuzzi 2007.jpg|thumb|Il [[Parco nazionale degli Arches]] nello [[Utah]]]]
 
Il primo insediamento europeo di cui si ha notizia risale intorno all'anno 1000: i [[Vichinghi]], facilitati dal cosiddetto [[periodo caldo medievale]], nel corso delle loro esplorazioni nei mari del Nord raggiunsero l'area di [[Terranova e Labrador]] che chiamarono [[Vinland]], terra della vite. I resti di questo arrivo sono ancora oggi visibili nell'area di [[l'Anse aux Meadows]], divenuto sito tutelato come [[patrimonio dell'umanità]]. Essi però non vollero o non riuscirono a creare degli insediamenti importanti.
 
Dovettero passare circa cinque secoli prima che altri europei mettessero piede nel continente americano. Il primo a giungervi fu [[Cristoforo Colombo]] che approdò sulle isole dei [[Caraibi]], nel 1492, nel tentativo di guadagnare le [[Indie Orientali|Indie]] navigando verso occidenteOccidente.
 
Solo anni dopo, Colombo si spinse fino alla massa meridionale del continente, mentre nelle terre attualmente parte degli Stati Uniti non mise mai piede, se non si vuole considerare l'isola di [[Porto Rico]] raggiunta nel corso del suo secondo viaggio; infatti, un tempo [[Colonia (insediamento)|colonia]] spagnola, oggi Porto Rico vive un'altalenante situazione politica che lo vede in bilico tra il suo attuale stato di [[Commonwealth#Stati Uniti|Commonwealth]] e la possibilità di diventare uno [[Stato federale]] statunitense a tutti gli effetti.
 
Il primo europeo noto ad aver messo i suoi piedi nei territori che oggi appartengono agli Stati Uniti fu [[Juan Ponce de León]], che arrivò in [[Florida]] nel 1513, anche se vi sono elementi che fanno pensare al fatto che fosse stato preceduto da [[Giovanni Caboto]] nel 1497.<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 10">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 10</ref>.
 
Nei territori occupati ora dagli Stati Uniti vivevano diversi popoli di discendenza asiatica chiamati pellirosse. Nella zona degli Stati del nord-ovest, al confine con l'odierno [[Canada]], vivevano gli [[Yakama|Yakima]] mentre i vicini territori degli attuali Stati di [[California]], [[Nevada]] e [[Utah]] erano abitati da [[Paiute]], [[Shoshoni]], [[Pomo (popolazione)|Pomo]], [[Ohlone|Costanoan]] e [[Serrano (popolo)|Serrano]]. La zona delle [[Grandi Pianure]] era abitata da [[Hidatsa]], [[Sioux]], [[Shoshoni]] e [[Comanche]] mentre la fascia atlantica vedeva la presenza di [[Irochesi]], [[Lenape]], [[Shawnee]] ed [[Illiniwek|Illinois]]. I territori di quelli che oggi sono gli Stati del sud, come il [[Texas]], erano abitati da [[Cherokee]], [[Seminole]], [[Chickasaw]] e [[Tunica-Biloxi|Tunica]] mentre negli attuali Stati del sud-ovest erano insediati [[Apache]], [[Mohave]], [[Navajo]] e [[Pueblo (popolo)|Pueblo]].
 
== Le civiltà precolombiane ==
== America pre-coloniale ==
{{vedi anche|Civiltà precolombiane}}
Molte [[Civiltà precolombiane|culture prosperarono nelle Americhe]] prima dell'[[Colonizzazione europea delle Americhe|arrivo degli europei]] e fra queste si ricordano [[Pueblo (popolo)|Pueblo]] ([[Anasazi]]) nel sud-ovest e la [[cultura di Adena]] nell'est. Diverse culture di questo genere si svilupparono nel tempo stanziandosi in vari territori sotto forma di nuclei abbastanza grandi e concentrati. Queste civiltà avevano delle caratteristiche in comune: erano sedentarie, organizzate in [[città]], praticavano l'[[agricoltura]] ed avevano un'organizzazione sociale [[gerarchia|gerarchica]].
[[File:MayflowerHarbor.jpg|thumb|Il [[Mayflower]], con i [[Padri Pellegrini]], arrivò nel [[1620]].]]
Molte culture prosperarono nelle Americhe prima dell'arrivo degli [[Europa|europei]] e fra queste si ricordano Puebloans ([[Anasazi]]) nel sud-ovest e la [[cultura di Adena]] nell'est. Diverse culture di questo genere si svilupparono nel tempo stanziandosi in vari territori sotto forma di nuclei abbastanza grandi e concentrati. Queste civiltà avevano delle caratteristiche in comune: erano sedentarie, organizzate in [[città]], praticavano l'[[agricoltura]] ed avevano un'organizzazione sociale [[gerarchia|gerarchica]].
 
Molte di queste civiltà erano ormai decadute al momento dell'[[Colonizzazione europea delle Americhe|arrivo degli [[Europa|europei]] (fine [[XV secolo]] – inizio del [[XVI secolo|XVI]]) e sono conosciute solo attraverso i resti [[Scavo (archeologia)|resti archeologici]]. Altre, invece, erano ancora vitali e sono conosciute grazie ai racconti dell'epoca.
 
Dove ancora esistono, le [[società (sociologia)|società]] e le culture alla base di queste civiltà sono oggi sostanzialmente diverse da quelle originali. Tuttavia, molti di questi popoli e dei loro discendenti mantengono, tuttora, numerose [[tradizione|tradizioni]] e pratiche che possono essere messe in relazione con quelle antiche, anche se sono spesso combinate con modificazioni recenti.
 
L'agricoltura si sviluppò circa nel [[2500 a.C.]] in quella che è oggi la [[costa orientale degli Stati Uniti]] basandosi sulla coltivazione del [[Helianthus annuus|girasole]], frutti da spremere e palmizi.<ref>Diamond, Jared. ''Guns, Germs, and Steel'', pp. 99-100. W.W. Norton and Company, New York, 1999 paperback.</ref> Dalle terre occupate attualmente dal Messico si importarono [[granturco]] e [[legume|legumi]] le cui colture furono adattate alle estati più brevi del nord-est dell'America rimpiazzando le colture indigene più rudimentali.
 
== Prime esplorazioni ede insediamenti europei ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (periodo coloniale)}}
[[File:Colonization of the Americas 1750.PNG|thumb|upright=1.6|left|Mappa mostrante le aree degli Stati uniti ed altri territori del continente americano sotto il dominio coloniale europeo.]]
Il primo contatto con gli europei, come già accennato, avvenne intorno all'anno 1000 con l'arrivo dei [[vichinghi]], che, provenienti dalla [[Groenlandia]] e dall'[[Islanda]], erano giunti a [[Terranova]] e sulle coste del [[Labrador (penisola)|Labrador]]. [[Leif Erikson]] impiantò un insediamento di breve durata chiamato [[Vinland]] in quella che è oggi [[Terranova]].<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9</ref>.
 
=== America coloniale spagnola (1492 - 1821) ===
Dopo circa cinque secoli arrivarono gli [[Spagna|spagnoli]], prima con il navigatore genovese [[Cristoforo Colombo]] e dopo con [[Juan Ponce de León]]. Entro trent'anni dall'arrivo di Ponce de León in [[Florida]], gli spagnoli, avidi dei tesori che si favoleggiava esistesseroesistere nel [[nuovo mondo]], divennero i primi europei a raggiungere gli [[Appalachi]], il [[Mississippi (fiume)|Mississippi]], il [[Grand Canyon]] e le [[Grandi Pianure]].
 
Nel [[1540]] [[Hernando de Soto]] intraprese una estensiva esplorazione dei territori costituenti gli attuali Stati Uniti e, nello stesso anno, il conquistatore spagnolo [[Francisco Vázquez de Coronado|Francisco Vazquez de Coronado]] guidò 2.000{{formatnum:2000}} spagnoli e messicani attraverso i territori che sono rappresentati dall'odierna [[Arizona]] e dal confine Arizona-Messico, fino a giungere all'odierno [[Kansas]] centrale.<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9" />. Altri esploratori spagnoli fra i quali [[Lucas Vázquez de Ayllón]], [[Pánfilo de Narváez|Pánfilo de Narvaez]], [[Sebastián Vizcaíno]], [[Juan Rodríguez Cabrillo]], [[Gaspar de Portolá]], [[Pedro Menéndez de Avilés]], [[Álvar Núñez Cabeza de Vaca]], [[Tristan de Luna y Arellano]] e [[Juan de Oñate]], intrapresero delle spedizioni esplorative sul territorio oggi appartenente agli Stati Uniti.<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 10" />.
 
Gli spagnoli inviarono dei coloni, creando così i primi insediamenti di popolazione europea sul suolo continentale dell'America a [[St. Augustine (Florida)|St. Augustine]] in Florida nel [[1565]] e successivamente a [[Santa Fe (Nuovo Messico)|Santa Fe]], [[San Antonio]], [[Tucson]], [[San Diego]], [[Los Angeles]] e [[San Francisco]]. La maggior parte degli insediamenti spagnoli vennero realizzati lungo la costa [[california]]na ed il fiume Santa Fe in [[Nuovo Messico]].<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 9" />.
 
I territori soggetti a [[Madrid]] furono inquadrati, fin dal [[1535]], nel [[Vicereame della Nuova Spagna]], con capoluogo [[Città del Messico]]. Oltre a gran parte dell'[[America Centralecentrale]], ne facevano parte tutti i territori corrispondenti agli attuali Stati centro-occidentali degli Stati Uniti, spingendosi a nord fino all'odierna [[Columbia Britannica]], in [[Canada]], e lungo la costa del [[Golfo del Messico]] fino alla [[Florida]].
 
L'autorità del viceré su un territorio tanto vasto fu tuttavia in larghe aree soltanto nominale; il controllo effettivo si esercitò infatti soprattutto nelle aree meridionali degli attuali Stati Uniti (dalla [[California]] alla [[Florida]]), dove erano presenti gli insediamenti coloniali spagnoli più consistenti. Il Vicereame, i cui legami con la madrepatria si erano già fortemente indeboliti durante l'[[Napoleone Bonaparte|età napoleonica]], cessò definitivamente di esistere nel [[1821]], quando il [[Messico]] raggiunse l'indipendenza. Sotto sovranità messicana rimasero, fino alla [[Guerraguerra messicanomessico-statunitense]] del [[1846]], i territori di [[California]], [[Nuovo Messico]] e [[Texas]]; la [[Florida]] invece passò agli Stati Uniti già nel [[1819]].
 
=== America coloniale britannica (1494-1776) ===
[[File:MayflowerHarbor.jpg|thumb|Il [[Mayflower]], con i [[Padri Pellegrini]], arrivò nel 1620]]
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (periodo coloniale)}}
I territori situati lungo le coste furono colonizzati principalmente dai britannici nel [[XVII secolo]], assieme a gruppi meno numerosi di [[Paesi Bassi|olandesi]] e [[Svezia|svedesi]]. L'America coloniale fu penalizzata da una scarsità di mano d'opera che diede luogo a forme illiberali di sfruttamento dei lavoratori come nel caso della [[schiavo|schiavitù]] soprattutto nel sud del Paese.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 25</ref><ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 113-116</ref> I coloni presero presto ad amare la loro nuova terra ed assunsero uno spirito di pionierismo che li allontanò dal modo di sentire dei loro paesi di origine e fece esplodere lo spirito americano della nuova frontiera.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 27-29</ref>
[[File:U.S. Territorial Acquisitions.png|thumb|upright=1.4|Espansione territoriale degli Stati Uniti, ad esclusione dell'[[Oregon]] ed altre località rivendicate]]
I territori situati lungo le coste furono colonizzati principalmente dai britannici nel [[XVII secolo]], assieme a gruppi meno numerosi di [[Paesi Bassi|olandesi]] e [[Svezia|svedesi]]. L'America coloniale fu penalizzata da una scarsità di mano d'opera che diede luogo a forme illiberali di sfruttamento dei lavoratori come nel caso della [[schiavo|schiavitù]] soprattutto nel sud del paese<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 25</ref><ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 113-116</ref>. I coloni presero presto ad amare la loro nuova terra ed assunsero uno spirito di pionierismo che li allontanò dal modo di sentire dei loro paesi di origine e fece esplodere lo spirito americano della nuova frontiera.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 27-29</ref>
 
La prima colonia [[Gran Bretagna|inglese]] di una certa entità fu realizzata nel [[1607]], sul [[James (fiume)|fiume James]] e venne chiamata [[Jamestown (Virginia)|Jamestown]] in onore del re d'Inghilterra [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]]. Essa languì per alcuni decenni fino a quando una nuova ondata di coloni, arrivata nel tardo [[XVII secolo]], iniziò a praticare una agricoltura intensiva basata sulla coltivazione del [[tabacco]]. Un esempio di conflitto tra nativi americani ede i coloni inglesi si verificò nel [[1622]] quando una sollevazione di indiani causò l'uccisione di centinaia di coloni inglesi. Il più grande conflitto del [[XVII secolo]], tra nativi americani e coloni inglesi, fu la [[Guerra di Re Filippo]] nelnella [[NewNuova England#Storia|New EnglandInghilterra]]. [https://web.archive.org/web/20070403094634/http://www.historyplace.com/specials/calendar/docs-pix/aug-king-philip.htm]
 
IlLa [[NewNuova England]]Inghilterra venne fondatofondata dai [[Puritani]] che diedero vita alla [[colonia di Plymouth]] nel 1620 e alla [[colonia di Massachusetts Bay]] nel [[1629]]. Le colonie centrali, consistenti nei territori degli attuali stati di [[New York (stato)#Storia|New York]], [[New Jersey]], [[Pennsylvania#Storia|Pennsylvania]] e [[Delaware]], furono caratterizzate da grandi diversità. L'ambiente era molto diverso da quello europeo e molto vario da zona a zona con sconfinate [[prateria|praterie]], enormi [[foresta|foreste]], sconfinati [[deserto|deserti]] e pur ricco di [[selvaggina]] e di [[flora]] spontanea.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 7-8</ref>. Gli unici animali domestici erano costituiti dal [[cane]] e dal [[tacchino]], per cui si provvide ad importare dall'Europa [[ovino|ovini]], [[bos taurus|bovini]], [[suini]] e [[cavallo|cavalli]] oltre che animali da cortile. Il primo tentativo britannico di insediamento nel sud della Virginia fu la [[Provincia della Carolina]] con la [[GeorgiaProvincia (provinciadella coloniale)Georgia|colonia della Georgia]], una delle [[tredici colonie|tredici]], fondata nel [[1732]]. Molte colonie vennero usate come insediamenti carcerari fino alla [[Rivoluzione americana]].
 
=== America coloniale francese (1652-1803) ===
{{vedi anche|Nuova Francia|Louisiana francese}}
Anche i francesi parteciparono alla conquista del nuovo mondo colonizzando il territorio della [[Nuova Francia]] (in francese ''la Nouvelle-France'') nei secoli [[XVI secolo|XVI]], [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo|XVIII]]. Al momento della sua massima espansione, nel [[1712]], il territorio della Nuova Francia era esteso da [[Terranova]] al [[Lago Superiore]] e dalla [[Baia di Hudson]] al [[Golfo del Messico]]. Il territorio era diviso in cinque [[governatore|governatorati]], ognuna con la sua amministrazione: [[Acadia (regione)|Acadia]], [[Canada]], [[Baia di Hudson]], [[Terranova]] e [[Louisiana francese|Louisiana]] (prolungamento ideale di questo territorio erano la colonia delle [[Antille|Isole sottovento]]: [[Saint-Domingue]], [[Guadalupa|Guadaloupe]] e [[Martinica|Martinique]]). Alcune di queste zone – segnatamente la [[province del Canada|provincia canadese]] del [[Québec (provincia)|Québec]] e parte di quelle di [[Ontario]] e [[Nuovo Brunswick]] – corrispondono a quello che oggi viene comunemente chiamato [[Canada francese]].
 
Parte preponderante del territorio sotto controllo francese era costituito dalla colonia de ''[[Louisiana francese|La Louisiane]]''. La Louisiana, il cui nome venne dato dal [[René Robert Cavelier de La Salle|Cavelier de la Salle]] in onore di [[Luigi XIV di Francia]], comprendeva un territorio immenso, che andava dai [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]] al [[Golfo del Messico]] ed era diviso in Alta e Bassa Louisiana. Il territorio dell'attuale stato [[Stati Uniti d'America|USA]] della [[Louisiana]] è assai ridotto rispetto a quello originario francese.
 
Esplorata sotto il regno del Re Sole, la Louisiana fu poco valorizzata. La monarchia francese la teneva per contrastare l'imperialismo inglese e per mantenersi in gioco sulle alleanze con i popoli [[pellerossa]]. A seguito della [[Guerra dei Settesette anni]] la Louisiana venne ceduta nella sua porzione orientale ai britannici e quella occidentale agli spagnoli. La Francia riuscì a recuperare la sovranità sulla parte occidentale, ma la cedette in modo definitivo agli Stati Uniti nel [[1803]] durante il governo di [[Napoleone Bonaparte]].
 
== Formazione degli Stati Uniti d'America (1776-1789) ==
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[[File:Declaration of Independence (1819), by John Trumbull.jpg|thumb|La presentazione della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America]]
 
Gli Stati Uniti dichiararono la loro indipendenza nel [[1776]] e sconfissero la [[Regno Unito|Gran Bretagna]] con l'aiuto della [[Francia]] nella [[Guerra diguerra d'indipendenza americana]]. Come puntualizzato da Seymour Martin Lipset, "Gli Stati Uniti furono la prima grande colonia a rivoltarsi con successo contro le leggi coloniali. In questo senso, furono la prima nuova nazione."<ref>(Lipset, ''The First New Nation'' (1979) p. 2)</ref>
 
Tutto ebbe inizio con il [[Boston Tea Party]] è: l'atto che va a stipulare l'inizio della guerra e dell'indipendenza delle [[13 colonie]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 43-44</ref> il 16 dicembre [[1773]]. L'Inghilterra aveva imposto alle colonie l'importazione del [[tè]] dalle [[Indie Occidentali|Indie]] e ne aveva demandato la commercializzazione al minuto direttamente alla Compagnia delle Indie. Questo sottraeva ai commercianti locali i guadagni che prima realizzavano sulla vendita di tale prodotto. Ciò creò grave malcontento fra la popolazione e culminò nella ribellione che, di fatto, diede inizio alla guerra d'indipendenza.
 
Il 4 luglio [[1776]], il [[Secondosecondo congresso continentale]], tenutosi a [[Filadelfia]], dichiarò l'indipendenza della nazione chiamata "[[Stati Uniti d'America]]" con la [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America]], scritta da [[Thomas Jefferson]]. Il 4 luglio si celebra negli Stati Uniti la nascita della nazione americana. Essa venne creata secondo i principi [[Repubblicanesimo|repubblicani]] che enfatizzavano i doveri pubblici ede aborrivano la [[corruzione]] ede i [[diritti ereditari]] nobiliari.
 
[[File:Boston tea party.jpg|thumb|Il [[Boston Tea Party]] del [[1773]], spesso individuato come l'evento che diede il via alla rivoluzione americana]]
 
La [[Convenzione di Filadelfia]] o ''Convenzione Federale'', che si riunì tra il 25 maggio ede il 17 settembre [[1787]] nell'''Independence Hall'' di [[Filadelfia]], ebbe lo scopo di riformare gli [[Articoli della Confederazione]]. I delegati erano in totale 55 e provenivano da tutti i 13 Stati federati tranne il [[Rhode Island]], che si era rifiutato di inviarne. Tra di essi c'erano [[Benjamin Franklin]], [[George Washington]], [[James Madison]] e [[Alexander Hamilton]] (spicca l'assenza di [[Thomas Jefferson]], che in quel periodo si trovava in Francia, e di [[John Adams]], in missione in [[Gran Bretagna]]).
 
La struttura del governo della nazione venne profondamente modificata il 4 marzo [[1789]], quando il popolo sostituì gli [[Articoli della Confederazione]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 60-61</ref> con la [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 67-70</ref>. La nuova forma di governo rifletteva una radicale rottura con i sistemi del tempo, favorendo la rappresentatività popolare, con un [[potere esecutivo|esecutivo]] soggetto al controllo del [[parlamento]]. Il sistema repubblicano prese in prestito, in maniera assoluta, le idee dell'[[illuminismo]] e della filosofia occidentale e classica e fu posto l'accento sulla libertà individuale e sulla divisione dei poteri fra i diversi organi dello Stato.
 
La vittoria dei coloni alla [[Battagliabattaglia di Saratoga]] indusse la Francia a stringere una libera alleanza con gli Stati Uniti. Nel [[1781]], un esercito composto da americani e francesi, mise in atto, con l'appoggio della flotta francese, l'assedio a [[Yorktown (Virginia)]], catturando una grande formazione dell'esercito britannico. La resa del generale [[Charles Cornwallis, I marchese Cornwallis|Charles Cornwallis]], che comandava la forza britannica, pose fine agli sforzi britannici di trovare una soluzione militare ai loro problemi con gli americani.
 
Una serie di tentativi di organizzare un movimento che sottolineasse le riforme attuate venne sancito nella convenzione costituzionale del [[1787]] a [[Filadelfia]] in [[Pennsylvania]].
 
== Espansione verso ovest (1789-1849) ==
{{vedi anche|Guerra anglo-americana|Guerra messico-statunitense|Storia degli Stati Uniti d'America (1789-1849)}}
[[File:GROWTH1850.JPG|thumb|left|Crescita economica pro-capite negli Stati Uniti]]
[[George Washington]] eroe della [[Guerraguerra d'indipendenza americana]], comandante in capo dell'Esercito Continentale e presidente della Convenzione costituzionale, divenne il primo [[Presidente degli Stati Uniti d'America]] a governare sotto l'egida della nuova Costituzione Americana. La [[WhiskyWhiskey RibellionRebellion]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 59 e 77</ref> del [[1794]], quando i coloni della valle del fiume di Monongahela, nell'ovest della Pennsylvania, protestarono contro una tassa federale su liquori e bevande distillate, rappresentò la prima seria prova per il neo elettoneoeletto governo federale.
 
L'[[acquisto della [[Louisiana]],<ref>Nel 1803 gli Stati Uniti acquistarono dalla Francia, per un compenso di circa 23 milioni di dollari, i territori che oggi corrispondono agli stati americani di [[Arkansas]], [[Missouri]], [[Iowa]], [[Oklahoma]], Kansas, [[Nebraska]], [[Minnesota]], [[Dakota del Nord]], [[Dakota del Sud]], nord-est del Nuovo Messico, nord del [[Texas]], una parte del [[Montana]], [[Wyoming]] e [[Colorado]]</ref><ref>Maldwyn A. Jones – opera citata – pp. 88-91</ref>, nel [[1803]], diede ai coltivatori occidentali la possibilità di utilizzare il grande [[Mississippi (fiume)|fiume Mississippi]] come via di comunicazione fluviale per i traffici commerciali, rimuovendo la presenza francese dalla costa occidentale degli Stati Uniti e dando nel contempo ai coloni americani la potenzialità per una grande espansione. In risposta alla imposizione inglese di arruolamento degli americani nella [[Royal Navy]], il 12º Congresso degli Stati Uniti, diretto dagli uomini di Jefferson, aveva dichiarato guerra all'[[Impero britannico]] nel [[1812]]. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna iniziarono così la [[Guerra anglo-americana|Guerra del 1812]], che terminò, dopo aspre battaglie, l'8 gennaio [[1815]]. Il [[Trattato di Gand]], che seguì alla guerra, essenzialmente diede luogo al mantenimento dello 'status quo ante bellum'.<ref>Ristabilì la situazione esistente prima della guerra.</ref>. Finì così l'alleanza fra la Gran Bretagna ede i nativi americani.
 
L'acquisto della Louisiana, di fatto, raddoppiò il territorio degli Stati Uniti e gli europei, che fino ad allora vi si erano trasferiti nel numero modesto di 10.000 l'anno, iniziarono una imponente migrazione di massa che durerà per circa un secolo e che farà aumentare in maniera esponenziale la popolazione degli Stati Uniti.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 119-122</ref>
 
La [[dottrina Monroe|dottrina di Monroe]], espressa nel [[1823]], proclamò che le potenze europee non avrebbero più dovuto colonizzare o interferire con le genti dei territori d'America. Questo fu un momento determinante nelle relazioni internazionali degli Stati Uniti d'America, poiché Monroe affermò nel suo discorso che gli Stati Uniti non avrebbero tollerato alcuna intromissione negli affari americani, ad eccezione di quanto atteneva alle colonie americane di proprietà [[Europa|europea]], da parte delle potenze del vecchio continente.[[File:USA Territorial Growth small.gif|thumb|upright=1.6|La crescita territoriale dal [[1810]] al [[1920]]]]
Nel [[1830]] il Congresso approvò l'[[Indian Removal Act|Atto di rimozione degli indiani]], che autorizzava il presidente degli Stati Uniti a negoziare trattati, per lo scambio di terre, con le tribù indiane insediate negli Stati dell'est, convertendole con territori siti ad ovest del Mississippi<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129</ref>. Questo venne stabilito da [[Andrew Jackson]], eroe militare e presidente, con fare da tiranno astuto nei confronti delle popolazioni native. L'atto risultò determinante per la [[Deportazione degli indiani|migrazione di migliaia di nativi verso i territori dell'ovest]], causando, lungo il ''sentiero delle lacrime'' come venne definito, migliaia di morti fra gli indiani d'America. L'atto di rimozione provocò anche l'acquisizione della Florida spagnola generando così una serie di guerre con i nativi [[Seminole]]<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129"/>.
 
[[File:USA Territorial Growth small.gif|thumb|upright=1.6|La crescita territoriale dal 1810 al 1920]]
Il [[Messico]] rifiutò di accettare l'annessione del [[Texas]] avvenuta nel [[1845]] e ne scaturì una guerra nel [[1846]]. Gli Stati Uniti, impiegando delle truppe regolari ed un grande numero di volontari, sconfissero il Messico a corto di risorse, guidato male e minato dalla divisione dei suoi comandi. L'opinione pubblica degli Stati Uniti rimase divisa poiché [[Partito Whig (Stati Uniti d'America)|Whig]] e le forze anti-schiavitù si opposero alla guerra. Con il [[Trattato di Guadalupe Hidalgo]] del [[1848]], il Messico cedette agli Stati Uniti la [[California]], il [[Nuovo Messico]] e alcune aree adiacenti. Nel [[1850]], il problema della schiavitù nei nuovi territori venne regolamentato dal [[Compromesso del 1850]] raggiunto fra il membro del partito Whig, [[Henry Clay]] ed il [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratico]] [[Stephen A. Douglas]].
 
Nel 1830 il Congresso approvò l'"''[[Indian Removal Act]]''", che autorizzava il presidente degli Stati Uniti a negoziare trattati, per lo scambio di terre, con le tribù indiane insediate negli Stati dell'est, convertendole con territori siti ad ovest del Mississippi.<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129">Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129</ref> Questo venne stabilito da [[Andrew Jackson]], eroe militare e presidente, con fare da tiranno astuto nei confronti delle popolazioni native. L'atto risultò determinante per la [[Deportazione degli indiani|migrazione di migliaia di nativi verso i territori dell'ovest]], causando, lungo il ''sentiero delle lacrime'' come venne definito, migliaia di morti fra gli indiani d'America. L'atto di rimozione provocò anche l'acquisizione della Florida spagnola generando così una serie di guerre con i nativi [[Seminole]].<ref name="Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 129"/>
 
Il [[Messico]] rifiutò di accettare l'annessione del [[Texas]] avvenuta nel 1845 e ne scaturì una guerra nel 1846. Gli Stati Uniti, impiegando delle truppe regolari ed un grande numero di volontari, sconfissero il Messico a corto di risorse, guidato male e minato dalla divisione dei suoi comandi. L'opinione pubblica degli Stati Uniti rimase divisa poiché [[Partito Whig (Stati Uniti d'America)|Whig]] e le forze anti-schiavitù si opposero alla guerra. Con il [[Trattato di Guadalupe Hidalgo]] del 1848, il Messico cedette agli Stati Uniti la [[California]], il [[Nuovo Messico]] e alcune aree adiacenti. Nel 1850, il problema della schiavitù nei nuovi territori venne regolamentato dal [[Compromesso del 1850]] raggiunto fra il membro del partito Whig, [[Henry Clay]] ed il [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratico]] [[Stephen A. Douglas]].
 
== Epoca della guerra civile (1849-1865) ==
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Alla metà del [[XIX secolo]], gli americani bianchi degli Stati del nord e degli Stati del sud non furono capaci di accordarsi sulle differenze fra loro esistenti sul modo di essere governati, sulle questioni economiche e sulla schiavitù.
 
Nel [[1854]], il [[Kansas-Nebraska Act]] abrogò il Compromesso del 1850, stabilendo che ogni nuovo Stato dell'unione avrebbe deciso autonomamente la sua posizione sulla questione della schiavitù. A questo provvedimento, che di fatto contraddiceva il suo precedente Compromesso, Douglas sembra fosse giunto per dei motivi personali.<ref>Secondo Maldwyn, Douglas che era molto ambizioso e nello stesso tempo ricco possidente dell'[[Illinois]], voleva ingraziarsi gli Stati del sud per ottenere l'appoggio alla realizzazione della [[ferrovia transamericana]] che proprio da [[Chicago]] doveva giungere a [[San Francisco]] sulla costa del Pacifico</ref><ref>Maldwyn A. Jones, op. cit. pp. 180-183</ref>
 
All'elezione di [[Abraham Lincoln]] ([[1860]]) a presidente degli Stati Uniti, gli Stati del sud dichiararono la secessione dall'Unione costituendo gli [[Stati Confederati d'America]]. Ne scaturì la [[guerra di secessione americana|guerra civile americana]], che si concluse con la sconfitta dei Confederati.
 
La guerra civile ebbe inizio quando il generale dei [[Confederazione degli Stati d'America|Confederati]], [[Pierre Gustave Toutant de Beauregard|Pierre Beauregard]], aprì il fuoco su [[Battaglia di Fort Sumter|Fort Sumter]]. Egli lo attaccò in quanto il forte, in mano ai militari dell'Unione, si trovava in territorio confederato. Assieme al nord-ovest della [[Virginia]], cinque degli [[Stati schiavisti e stati liberi|stati più schiavisti]] del nord non aderirono alla confederazione e vennero detti stati di frontiera. Incoraggiata dalla [[seconda battaglia di Bull Run]], la confederazione iniziò la prima invasione del nord al comando del generale [[Robert Edward Lee]] che, con i suoi 55. 000 uomini dell'esercito della Virginia del nord, attraversò il [[Potomac (fiume)|fiume Potomac]] ed entrò nel [[Maryland]]. La [[Battaglia di Antietam]], vicino Sharpsburg, del 17 settembre [[1862]] fu la più sanguinosa battaglia di un giorno nella storia americana.
 
Agli inizi del [[1864]], Lincoln nominò il generale [[Ulysses S. Grant]], comandante in capo dell'esercito dell'Unione. Il generale [[William Tecumseh Sherman]] marciò da [[Battaglia di Chattanooga|Chattanooga]] ad [[Atlanta]], sconfiggendo l'esercito confederato dei generali [[Joseph Eggleston Johnston]] e [[John Bell Hood]].
 
L'esercito di Sherman devastò circa il 20% delle fattorie della [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]] nella sua marcia verso le coste dell'[[Oceano Atlantico]] e raggiunse [[Campagna di Savannah|Savannah]] nel dicembre [[1864]]. Il generale Lee si arrese, con il suo esercito del nord Virginia, il 9 aprile [[1865]] ad [[Appomattox Court House]].
 
== Ricostruzione e sviluppo dell'industrializzazione (1865-1918) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1865-1918)|GuerreGuerra Indianeispano-americana}}
[[File:Ellis island 1902.jpg|thumb|[[Ellis Island]] nel 1902, il maggior punto di immigrazione degli Stati Uniti fra la fine del [[XIX secolo|XIX]] e l'inizio del [[XX secolo]].]]
Dopo la guerra civile, l'America andò incontro ad un livello di industrializzazione molto elevato, specialmente negli Stati del nord. Comunque, la [[Era della Ricostruzione|ricostruzione]] ed il suo fallimento lasciarono, nel sud degli Stati Uniti, una forma di predominio dei bianchi sulla popolazione afro-americana, negando a quest'ultima i [[diritti civili]] (anche detti Inalienabili) e ponendola in uno stato di schiavitù economica, sociale e politica.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 211-245</ref>.
 
Le norme federali, fino all'elezione del presidente [[James Monroe]], avevano come direttiva lo spostamento dei [[nativi americani]] in ben specificate zone, allontanandoli così dal resto della popolazione bianca, mentre le tribù venivano relegate in piccoli territori detti riserve. Nel [[1876]], l'ultima [[Grande guerra Sioux del 1876|grande guerra Sioux]] esplose quando i ''cercatori d'oro'', impegnati nella [[corsa all'oro]] dell'ovest, penetrarono nei loro territori.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 247-256</ref>.
 
Un'ondata di immigrazione senza precedenti servì a fornire manodopera alle nascenti industrie americane, creando delle comunità [[etnia|etniche]] presso località ancora non abitate. Gli abusi sul trattamento di questa abbondante manodopera furono oggetto di violente lotte fra i datori di lavoro ede i [[sindacato|sindacati]] che stavano sorgendo in quei tempi.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 279-285</ref>.
 
Gli Stati Uniti cominciarono ad affermarsi come nazione potente a livello internazionale per la crescita della sua popolazione, lo sviluppo dell'industria e per l'intervento in guerre al di fuori del loro territorio, come la [[Guerra ispano-americana]] che iniziò quando gli Stati Uniti protestarono per l'affondamento della nave ''[[USS Maine (ACR-1)|USS Maine]]'' (ACR-1) da parte della [[Spagna]], senza alcun motivo evidente.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 359-363</ref>.
 
Proseguendo nella politica di egemonia in campo economico, nel [[1903]], gli Stati Uniti stipularano il [[Trattato Hay-Bunau Varilla]] con lo Stato centro-americano di [[Panama]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 365-367</ref> con il quale ottenevano una concessione di 99 anni per una fascia di terra dell'ampiezza di 10&nbsp;km, che andava dalla costa atlantica a quella del Pacifico, allo scopo di consentire la costruzione di un canale navigabile che consentisse di evitare il periplo di [[Capo Horn]]. Dopo varie difficoltà, i lavori iniziarono nel [[1907]] e si conclusero nel [[1914]]. Questo periodo culminò nell'ingresso in guerra degli Stati Uniti nel [[1917]], verso la fine della [[Primaprima guerra mondiale]].
 
== La prima guerra mondiale ==
== Imperialismo americano ==
{{Vedi anche|Intervento degli Stati Uniti d'America nella prima guerra mondiale}}
{{vedi anche|Imperialismo americano}}
Il 6 aprile 1917 gli USA dichiarano guerra alla [[Impero tedesco|Germania]], cambiando le sorti del conflitto. L'intervento ha due motivazioni essenziali:
{{...|storia}}
 
* arrestare la guerra sottomarina tedesca, dalle conseguenze commerciali disastrose;
== Prima guerra mondiale ==
* l'interesse per una vittoria di [[Regno Unito]] e [[Francia]], che avrebbe comportato la restituzione dei prestiti concessi a entrambi gli stati durante i precedenti anni di guerra.
{{vedi anche|Prima guerra mondiale}}
All'inizio del [[1917]] la [[Germania]] riprese la sua politica di guerra sottomarina indiscriminata. Questo, combinato con l'indignazione pubblica circa il [[Telegramma Zimmermann]], portò alla finale rottura delle relazioni tra Stati Uniti e [[Imperi Centrali]]. Il presidente [[Woodrow Wilson]] richiese al [[Congresso degli Stati Uniti d'America]] di dichiarare guerra, il che avvenne il 6 aprile [[1917]].
 
Il paese abbandonò la sua tradizionale politica isolazionistica negli anni della [[prima guerra mondiale]] (1914-18). Sotto la presidenza del democratico [[Thomas Woodrow Wilson]] (1913-21), che in politica interna riprese in parte il programma di [[Theodore Roosevelt]], gli usa dapprima si dichiararono neutrali e poi, nel 1917, entrarono direttamente in guerra, schierando la loro enorme potenza industriale e finanziaria con [[Triplice intesa|le potenze dell’Intesa]] e contro gli [[Imperi centrali]].
L'esercito statunitense e la Guardia Nazionale erano già stati mobilitati nel [[1916]] per dare la caccia al rivoluzionario messicano [[Pancho Villa]], il che rese gli spostamenti più veloci. La Marina statunitense fu in grado di inviare un gruppo di navi da guerra a [[Scapa Flow]] per unirsi alla flotta britannica e un gruppo di incrociatori a Queenstown (ora [[Cobh]]), in [[Irlanda]], per aiutare a scortare i convogli. Comunque, occorse del tempo prima che le forze statunitensi fossero in grado di contribuire significativamente sul fronte occidentale e su quello italiano. Con l'entrata in guerra degli USA, si creò una potentissima alleanza: la grande potenza economica, i due imperi più grandi del tempo ([[Impero britannico]] e [[Impero Russo]]), delle nazioni economicamente forti ([[Italia]], [[Francia]], [[Cina]], [[Sudafrica]] soprattutto ma anche stati come l'[[Australia]] che pur essendo sotto il Regno Unito godevano di ampia autonomia). Tutta questa potenza era contrapposta a tre nazioni ormai in grave crisi ([[Impero tedesco]], [[Impero Ottomano]] e [[impero austro-ungarico]]) più la [[Bulgaria]]: nel 1917 la vittoria appariva quindi ormai certa.
 
Terminato il conflitto, il presidente Wilson si fece promotore di un nuovo ordine internazionale fondato sui principi della democrazia e dell’autodeterminazione dei popoli e sulla creazione di una [[Società delle Nazioni]] in grado di dirimere, secondo i meccanismi della ‘sicurezza collettiva’, le controversie internazionali. Ma il [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]] e l’opinione pubblica americana preferirono tornare al tradizionale isolazionismo della politica estera statunitense, con il risultato che la Società delle Nazioni, voluta da Wilson, nacque senza la partecipazione degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
[[File:Prigionieri tedeschi.jpg|thumb|Prigionieri tedeschi della [[Prima guerra mondiale]]]]
 
Britannici e francesi insistettero sull'invio di fanteria statunitense per rinforzare le linee. Durante la guerra, le forze americane (dispiegate soprattutto sul fronte occidentale franco-tedesco, ma in piccola parte anche su quello meridionale italo-austroungarico) furono a corto di una propria artiglieria, aviazione e di unità del genio. Comunque, il generale [[John Pershing]], comandante della forza di spedizione americana, resistette al disgregamento delle unità statunitensi per utilizzarle come rinforzo di quelle francesi e britanniche, come suggerito dagli alleati.
 
== Primo dopoguerra, proibizionismo e grande depressione (1918-1940) ==
{{Vedi anche|Proibizionismo|Grande depressione|New Deal|Politica del buon vicinato|Storia degli Stati Uniti d'America (1918-1945)}}
In seguito alla prima guerra mondiale, gli Stati Uniti d'America crebbero notevolmente in statura come potenza nel mondo economico e militare. Dopo la [[rivoluzione d'ottobre]] avvenuta in [[Russia]], negli Stati Uniti si diffuse una grande paura per la nuova dottrina [[comunismo|comunista]] che si andava affermando nella vecchia [[Europa]] e per la potenza sovietica in fase crescente.
 
[[File:Prohibition agents destroying barrels of alcohol (United States, prohibition era).jpg|thumb|left|Agenti sequestrano barili di alcol a Chicago nel [[1921]].]]
 
Il [[Senato degli Stati Uniti]] non ratificò il [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] imposto dai loro alleati agli Stati della coalizione sconfitta e decise di scegliere la via dell'unilateralismo se non quella dell'isolazionismo.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp.
387-389</ref>.
 
Nel [[1920]], venne proibita la produzione, importazione, esportazione e commercio delle bevande alcoliche come decretato dal [[Emendamenti della costituzione americana|XVIII emendamento]] della Costituzione americana. Il [[Proibizionismo]] dichiarò illegali [[birra|birrerie]] e fuorilegge i commercianti di bevande alcoliche che facevano grandi guadagni vendendo alcol contro le prescrizioni di legge. Il proibizionismo fu però un fallimento ed ebbe termine nel [[1933]] con la promulgazione del XXI emendamento della costituzione.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 384</ref>.
 
Durante gli [[anni 1920|anni venti]] del [[XX secolo]], gli Stati Uniti godettero di un periodo di prosperità poco equilibrata: i prezzi dei prodotti agricoli ed i salari diminuirono ede i profitti industriali crebbero a dismisura.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 401-405</ref>. La rapida espansione fu alimentata da un aumento del debito ed un anomalo aumento delle quotazioni di [[borsa valori|borsa]]. Nel [[1929]] il crollo verticale della borsa ridusse in cenere i valori delle aziende e la conseguente [[grande depressione]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 410-412</ref> obbligò lo Stato a riavviare l'economia aiutando le aziende a risollevarsi con il provvedimento del [[New deal]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 414-421</ref> di [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]]. Il recupero fu rapido in tutte le aree eccetto che per la ripresa dell'occupazione che rimase molto precaria fino al [[1940]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 430-431</ref>.
 
== Seconda guerra mondiale (19401939-1945) ==
{{vedi anche|SecondaStati Uniti d'America nella seconda guerra mondiale}}
[[File:Burning ships at Pearl Harbor.jpg|thumb|Le navi da guerra statunitensi USS West Virginia e USS Tennessee, bombardate nella base navale di [[Pearl Harbor]].]]
Dopo lo scoppio della [[Secondaseconda guerra mondiale]], come era già successo con la [[prima guerra mondiale|prima]], gli Stati Uniti furono l'ultimo dei 17 paesiPaesi alleati a dichiarare guerra, dopo aver subito l'attacco alla base di [[Pearl Harbor]] da parte del [[Impero giapponese|Giappone]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 451</ref>. Fino ad allora una politica di isolazionismo aveva negato l'ingresso in guerra soltanto a seguito di un attacco diretto contro il territorio americano. Alcuni contributi attivi e potenziali che gli Stati Uniti avrebbero potuto dare allo scoppio della guerra il 1º settembre [[1939]], furono limitati dall'impreparazione generale del paese per un conflitto di tale dimensione. Le forze armate americane erano significativamente meno forti rispetto alle forze equivalenti di [[Terza Repubblica francese|Francia]], [[Germania nazista|Germania]], [[Regno Unito|Gran Bretagna]], [[Unione sovieticaSovietica]] e Giappone, consentendo al presidente Franklin Roosevelt di giustificare questa neutralità per permettere al paese di riarmarsi.
 
Il primo contributo dato dagli Stati Uniti alla guerra fu il taglio delle forniture di petrolio e materie prime al Giappone che ne aveva grande bisogno per condurre l'offensiva militare in [[Manciuria]], e nello stesso tempo l'aumento degli aiuti militari e finanziari alla [[Repubblica di Cina (1912-1949)|Cina]]. Il primo contributo alle potenze alleate venne un anno dopo l'inizio delle ostilità, a settembre del [[1940]], quando gli Stati Uniti cedettero alla Gran Bretagna 50 vecchie [[cacciatorpediniere]] in cambio di alcune basi militari nei [[Caraibi]]. Questo fu seguito, a dicembre del [[1940]], da un piano di concessione in ''affitto'' alla Gran Bretagna di materiale militare.
 
Il 31 ottobre [[1941]], più di due mesi prima dell'attacco a Pearl Harbor, un cacciatorpediniere americano che stava scortando navi da carico nell'Atlantico, fu affondato da un sottomarino tedesco. Questa azione non determinò comunque la dichiarazione di guerra alla [[Germania nazista|Germania]]. Il 7 dicembre [[1941]] il Giappone attaccò la base navale americana di Pearl Harbor, giustificando l'azione come una reazione all'embargo americano nei loro confronti. Franklin D Roosevelt lo considerò "Una data che vivrà nell'infamia", mentre il resto del mondo lo considerò come il risveglio di un gigante a riposo. Gli Stati Uniti decisero così di entrare in guerra immediatamente.
 
=== GuerraLa guerra contro la Germania ===
All'entrata in guerra, gli Stati Uniti compresero che non avrebbero potuto combattere, contemporaneamente contro Giappone e Germania. Così fu deciso di concentrarsi sulla guerra contro la Germania in Europa, mantenendo una posizione difensiva nel Pacifico finché [[Adolf Hitler|Hitler]] non fosse stato sconfitto. Gli Stati Uniti per prima cosa dovettero concentrare una grande forza aerea in Inghilterra per [[Bombardamento a tappeto|bombardare]] la Germania. Essi portarono un aereo da bombardamento che era superiore a qualsiasi aereo mai visto prima, il [[Boeing B-17 Flying Fortress|B-17]] detto fortezza volante. L'Inghilterra aveva abbandonato da molto tempo le incursioni diurne a causa delle perdite inflitte ai suoi aerei dalle difese contraeree tedesche e dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]. La superiorità tecnica del B-17 permise agli americani di condurre incursioni durante il giorno mentre gli inglesi continuavano i bombardamenti durante la notte.
 
[[File:Eisenhower video montage.ogg|thumb|Video sulla carriera del presidente [[Dwight D. Eisenhower]]]]
 
La prima azione americana di guerra sulla terraferma fu condotta assieme agli eserciti britannico ed [[australia]]no, in [[Nordafrica]] nella [[Campagna del Nord Africa#Campagna di Tunisia|Campagnacampagna di Tunisia]] (17 novembre [[1942]] – 13 maggio [[1943]]) che determinò la sconfitta definitiva delle forze dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] in Africa. Questo territorio era una delle due zone cruciali, assieme all'Oceano Atlantico, per il controllo del traffico navale.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 462-463</ref>. Dal maggio [[1943]] gli alleati controllarono il [[Canalecanale di Suez]] fino alla fine della guerra. La marina militare americana ebbe un ruolo difensivo notevole nell'Atlantico nel proteggere i trasporti delle attrezzature militari destinate all'Europa ede i rifornimenti delle proprie forze armate. Questo consentì un rifornimento regolare degli eserciti alleati mentre la Germania doveva combattere contro i bombardamenti che danneggiavano seriamente le sue fabbriche di produzione degli armamenti.
 
Il 10 luglio [[1943]] la Settima Armata americana del generale [[George Smith Patton|George Patton]] sbarcò in [[Sicilia]], fra la città di [[Licata]] nelle spiagge di Mollarella, Torre di Gaffe, Playa, Falconara e la città di [[Gela]], mentre l'Ottava Armata, comandata dal generale Montgomery, sbarcava fra [[Pachino]] e [[Siracusa]]. Risalendo l'Italia gli americani combatterono con le truppe italo-tedesche fino alla resa dell'Italia con l'armistizio dell'[[8 settembre 1943]] e la [[fuga del Re Vittorio Emanuele III]]. Gli americani proseguirono l'avanzata fronteggiati dalle truppe tedesche in ritirata fino al 13 ottobre 1943 quando l'Italia dichiarò guerra alla Germania schierandosi con gli alleati. Il 4 giugno 1944, dopo la sanguinosa [[battaglia di Monte Cassino]], le truppe alleate liberano [[Roma]].
e la città di [[Gela]], mentre l'Ottava Armata, comandata dal generale Montgomery, sbarcava fra [[Pachino]] e [[Siracusa]]. Risalendo l'Italia gli americani combatterono con le truppe italo-tedesche fino alla resa dell'Italia con l'armistizio dell'[[8 settembre 1943]] e la [[fuga del Re Vittorio Emanuele III]]. Gli americani proseguirono l'avanzata fronteggiati dalle truppe tedesche in ritirata fino al 13 ottobre [[1943]] quando l'Italia dichiarò guerra alla Germania schierandosi con gli alleati. Il 4 giugno [[1944]], dopo la sanguinosa [[battaglia di Monte Cassino]], le truppe alleate liberano [[Roma]].
 
[[File:1944 NormandyLST.jpg|thumb|Lo [[Sbarco in Normandia|sbarco degli Alleati in Normandia]].]]
Agli inizi del [[1944]] venne progettata un'[[Sbarco in Normandia|invasione dell'Europa]] attraverso il mare.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 464-465</ref>. La Germania si stava preparando a fronteggiare questo evento ma la distruzione della rete spionistica tedesca da parte dell'Inghilterra e l'infiltrazione delle spie inglesi in territorio tedesco, fecero sì che il progetto colse di sorpresa gli avversari. Quello che accadde il 6 giugno [[1944]] o il [[D-dayDay]] come venne definito, fu la più grande operazione militare mai messa in atto. Sbarcò sulle coste della [[Normandia]] una forza dirompente che spinse l'esercito tedesco verso la Germania e lo inseguì attraverso l'Europa. [[Adolf Hitler|Hitler]] che si attendeva uno sbarco aal [[Passo di Calais]] fu sorpreso e non poté opporre una adeguata resistenza alle preponderanti forze alleate. Quando fu chiaro che lo sbarco avveniva in Normandia, cercò di spostare le sue forze ma era già troppo tardi per rimediare. In totale circa 5. 000 navi, 10. 000 aerei e 176. 000 uomini presero parte all'invasione che rappresentò una vittoria decisiva per gli alleati.
 
Dopo lo sbarco in Normandia gli americani contribuirono notevolmente all'andamento della guerra, con combattimenti accaniti nell'[[Offensivaoffensiva delle Ardenne]] contro i tedeschi, nonostante la disparità di forze in campo. Le battaglie stressarono gli americani che persero 19. 000 uomini durante la battaglia. Le incursioni di bombardamento alleate sulla Germania aumentarono a livelli senza precedenti dopo l'invasione del [[D-dayDay]], con l'impiego del 70% di tutte le bombe lasciate cadere sulla Germania nell'arco di tutta la guerra. La Germania fu distrutta, il paesePaese era ormai ridotto ad un ammasso di macerie ede i soldati tedeschi moralmente e fisicamente sfiniti. Il 30 aprile [[1945]], con [[battaglia di Berlino|Berlino completamente conquistata]] dalle forze russesovietiche ed il suo paesePaese in brandelli, Adolf Hitler si suicidò per non subire l'onta della resa. L'8 maggio [[1945]] la guerra contro la Germania era finita, a seguito della [[Capitolazione della Germania nazista|resa incondizionata]] dei tedeschi agli eserciti alleati.
 
Alla fine della guerra il 66% di tutte le truppe alleate in [[Europa occidentale]] erano americane.
 
=== GuerraLa guerra contro il Giappone ===
A causa dell'impegno degli Stati Uniti a combattere contro Hitler in Europa, i primi anni della guerra contro il Giappone furono condotti sulla difensiva, con la marina americana che tentava di impedire a quella giapponese di conquistare l'egemonia sull'Oceano Pacifico. Inizialmente il Giappone vinse facilmente la maggior parte delle battaglie navali contro gli americani. Il paese del ''sol levante'' costituì delle forti basi navali a [[Guam]], in [[Thailandia]], in [[Malaysia]], ad [[Hong Kong]], in [[Papua Nuova Guinea]], in [[Indonesia]] ed in [[Birmania]]. Questo fu fatto con grande facilità e velocità e fu simile alla famosa guerra lampo tedesca in Europa. Questo era un momento importante nella storia del Giappone che disponeva soltanto di un 10% della capacità industriale degli Stati Uniti.
 
[[File:nagasakibomb.jpg|thumb|left|La nube delle bomba atomica lanciata sulla città di Nagasaki si levò per 18&nbsp;km sull'ipocentro della sua caduta.]]
 
Il punto culminante di questo periodo fu la [[battaglia delle Midway]] del giugno [[1942]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 465</ref>. Gli Stati Uniti, scoprendo il codice crittografico della [[Marina imperiale giapponese]], furono in grado di predisporre le loro navi in modo da poter colpire la flotta giapponese infliggendole una sconfitta determinante. A seguito di questa vittoria, la prima nello scacchiere del Pacifico, gli Stati Uniti diressero i loro sforzi verso la Cina dove costruirono una grande base aerea che avrebbe consentito loro di iniziare i bombardamenti sul territorio giapponese con i loro [[Boeing B-29 Superfortress]]. Gli americani cominciarono a selezionare le isole minori giapponesi, meno difese, come obiettivi dei loro attacchi. Così operando, inavvertitamente, ottennero quella che sarebbe diventata la più grande loro vittoria dell'intera guerra.
 
Dopo aver sconfitto le truppe giapponesi ed essere sbarcati nelle [[isole Marianne Settentrionali|isole Marianne]], i giapponesi reagirono inviando sei [[portaerei]] con 430 aerei per controbattere l'attacco americano. La [[battaglia del Mare delle Filippine]] che venne combattuta il 19 giugno [[1944]] fu detta "Il tiro al bersaglio delle Marianne". I piloti americani riuscirono ad abbattere ben 369 dei 430 aerei giapponesi, [[caccia]] e [[bombardiere|bombardieri]], ede a colpirne molti altri. Soltanto 36 aerei giapponesi rimasero operativi dopo questa battaglia, circa l'otto percento di quelli che vi avevano partecipato.
 
[[File:Tibbets-wave.jpg|thumb|Il pilota [[Paul Tibbets]] a bordo dell'[[Enola Gay]]]]
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{{vedi anche|Bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki}}
 
Nel corso di questo dibattito, la prima bomba atomica venne lanciata su [[Hiroshima]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 469</ref> il 6 agosto [[1945]] ede i giapponesi ne furono completamente scioccati. La seconda bomba venne lanciata su [[Nagasaki]] il 9 agosto. Il 15 agosto [[1945]] i giapponesi si arresero incondizionatamente e la guerra ebbe così termine. La fine della guerra avvenne senza una sanguinosa invasione ed in modo veloce come previsto dagli americani.
 
== Inizio della guerra fredda e movimento dei diritti civili del XX secolo (1945-1964) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1945-1964)}}
[[File:Martin Luther King - March on Washington.jpg|thumb|[[Martin Luther King]] pronuncia il discorso ''[[Ho un sogno]]'' alla marcia di Washington per la libertà del lavoro nel 1963.]]
Dopo la conclusione della [[seconda guerra mondiale]], gli Stati Uniti d'America emersero come una delle due superpotenze dominanti assieme all'[[Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche|Unione Sovietica]]. Il Senato americano, il 4 dicembre [[1945]], votava l'adesione degli Stati Uniti all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], segnando così una svolta nella politica isolazionista americana. L'era del dopoguerra venne definita della [[guerra fredda]] in quanto sia gli Stati Uniti che l'URSS tentarono di espandere la sfera delle loro influenze, l'una a danno dell'altra. Questa situazione determinò una massiccia corsa agli armamenti che si sviluppò anche e soprattutto nell'armamento non [[bomba atomica|convenzionale]]. Questa situazione determinò diverse crisi mondiali che rischiarono di portare il mondo alla terza e definitiva guerra mondiale.<ref>Infatti se fosse scoppiato un conflitto mondiale, le armi di distruzione di massa sperimentate ad Hiroshima e Nagasaki, avrebbero sicuramente portato all'annientamento dell'umanità.</ref>. In questa ottica si ricordano la [[guerra di Corea]] e la [[crisi dei missili di Cuba|crisi missilistica di Cuba]]. All'interno degli Stati Uniti, la guerra fredda suscitò preoccupazioni sull'influenza che poteva produrre nel paese la diffusione della dottrina comunista nel mondo. Per questo motivo il Governo degli Stati Uniti incoraggiò gli investimenti nello sviluppo della [[matematica]] e delle scienze [[fisica|fisiche]] che portarono alla corsa all'[[esplorazione dello spazio]].
[[File:Governor George Wallace stands defiant at the University of Alabama.jpg|thumb|left|[[Alabama]] il governatore George Wallace tenta di bloccare l'abolizione della segregazione razziale all'Università dell'Alabama nel [[1963]].]]
 
Nel decennio successivo alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti divennero dominatori geopolitici imponendo la loro influenza nel campo [[economia|economico]], [[politica|politico]], [[tecnologia|tecnologico]], [[militare]] e [[cultura]]le. A seguito del collasso dell'Unione Sovietica, seguito alla caduta del [[muro di Berlino]] e la conseguente fine degli stati socialisti, gli Stati Uniti rimasero la sola potenza egemone a livello mondiale.
Il potere degli Stati Uniti venne comunque limitato da accordi internazionali e da situazioni militari, politiche ed economiche. Al centro della cultura borghese, dall'inizio degli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], vi fu l'ossessione per il consumismo che si andò sempre più affermando nei decenni successivi.
 
[[File:President Kennedy addresses nation on Civil Rights, 11 June 1963.jpg|thumb|Il [[John Fitzgerald Kennedy|presidente Kennedy]] parla dei [[diritti civili]] l'11 giugno del [[1963]]]]
[[John Fitzgerald Kennedy]] venne eletto presidente degli Stati Uniti nel [[1960]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 496-501</ref>. Noto per il suo carisma, fu l'unicouno dei due presidentepresidenti [[cattolicesimo|cattolicocattolici]] nella storia degli Stati Uniti. La famiglia Kennedy portò una ventata di novità e vigore nella vita della [[Casa Bianca]]. Durante la presidenza Kennedy si verificarono le crisi più gravi del periodo della guerra fredda, che raggiunse il punto più elevato con la [[crisi dei missili di Cuba|crisi missilistica cubana]] del [[1962]]. Ma la presidenza di Kennedy durò poco in quanto egli venne [[assassinio di John Fitzgerald Kennedy|assassinato]] a [[Dallas]] in [[Texas]] il 22 novembre [[1963]].
 
Nel frattempo, grandi masse di americani continuarono nella migrazione dalle fattorie verso le grandi città ed il razzismo, ancora radicato negli Stati del sud, venne sfidato dall'affermarsi del [[Movimento per l'affermazione dei diritti umani e civili della popolazione nera|Movimento per i diritti civili]] e da personalità afro-americane come [[Malcolm X]] e [[Martin Luther King]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 504-505</ref>. Durante gli [[anni 1960|anni sessanta]], le [[leggi di Jim Crow]] che avevano legalizzato la segregazione razziale dei neri finirono di avere effetto nella società.
 
== Guerra fredda (1964-1980) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1964-1980)}}
La Guerraguerra fredda continuò per tutti gli anni sessanta, e gli Stati Uniti intrapresero la [[Guerra del Vietnam]] la cui impopolarità crescente alimentò i già esistenti movimenti sociali, inclusi quelli delle donne, delle minoranze etniche e dei giovani.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 506</ref>.
 
[[File:Reagan 1980 campaign.jpg|thumb|[[Ronald Reagan]] con la moglie [[Nancy Reagan|Nancy]] durante la campagna elettorale nel 1980]]
 
La contrapposizione fratra i due paesi egemoni Stati Uniti e [[Unione Sovietica]] andò sempre più radicalizzandosi a causa della paura reciproca che l'uno potesse sorprendere l'altro ed annientarlo. Questa paura diede impulso alla più grande corsa agli armamenti che fosse mai esistita prima di allora. Vennero creati due contrapposti arsenali nucleari che a mezzo dei [[Missile balistico intercontinentale|missili intercontinentali]] e con i [[Sottomarino nucleare|sommergibili a propulsione nucleare]] potevano in ogni momento colpire il territorio di ognuna delle due potenze egemoni. Il grande sforzo diede anche impulso alla conquista dello spazio che vide le due nazioni alternarsi alla ribalta della cronaca con delle imprese che diedero un grande impulso al progresso dell'umanità. Fra le più eclatanti si ricordano il lancio del primo satellite artificiale realizzato dall'U.R.S.S. nel [[1957]] con lo [[Sputnik 1]], il primo volo umano nello spazio realizzato dal sovietico [[Jurij Gagarin]] il 12 aprile [[1961]] e la conquista della luna realizzata dagli americani, con la missione [[Apollo 11]], che il 21 luglio [[1969]] portò due astronauti americani a toccare il suolo lunare.
 
In politica interna i programmi sociali del presidente [[Lyndon B. Johnson|Lyndon Johnson]] e l'attività della [[Commissione Warren]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 503-504</ref> inserirono molte riforme sociali per tutti gli anni sessanta. In questo periodo nacque il movimento [[femminismo|femminista]] e si sviluppò il dibattito sui problemi ambientali e sui diritti civili.
 
Nei primi [[anni 1970|anni settanta]] il successore di Johnson, [[Richard Nixon]], pose fine alla guerra del Vietnam con la conseguente fine del governo vietnamita del sud appoggiato dagli americani. La guerra aveva causato la morte di oltre 50.000 soldati americani e di più di un milione di vietnamiti.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 512</ref>. Il mandato presidenziale di Nixon subì però una fine ignominiosa a causa dello [[scandalo Watergate]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. p. 510</ref>. L'embargo dell'[[OPEC]] e la crescita modesta dell'economia determinarono uno stato di [[stagflazione]] sotto la presidenza di [[Jimmy Carter]] che concluse gli anni settanta.
 
== La fine della guerra fredda (1980-1988) ==
{{Vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1980-1988)}}
[[File:ElectoralCollege1984.svg|thumb|left|Nelle elezioni presidenziali del 1984, [[Ronald Reagan]] vinse in 49 Stati conquistando il maggior numero di Stati mai ottenuto da un presidente degli Stati Uniti]]
[[Ronald Reagan]] produsse un grande rimescolamento nella politica americana nell'elezione presidenziale del 1980 e in quella successiva del 1984. Questo effetto fu dovuto allo scontento degli elettori democratici appartenenti a diverse classi sociali e gruppi economici. I democratici che votarono per Reagan furono attratti dalla sua politica, dalla sua personalità, dal suo conservatorismo sociale e dalle sue idee in [[politica estera]].<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 543-545</ref>
 
== Fine della guerra fredda (1980-1988) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1980-1988)}}
[[File:ElectoralCollege1984-Large.png|thumb|left|Nelle elezioni presidenziali del 1984, [[Ronald Reagan]] vinse in 49 Stati conquistando il maggior numero di Stati mai ottenuto da un presidente degli Stati Uniti.]]
[[Ronald Reagan]]<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 543-545</ref> produsse un grande rimescolamento nella politica americana nell'elezione presidenziale del [[1980]] ed in quella successiva del [[1984]]. Questo effetto fu dovuto allo scontento degli elettori democratici appartenenti a diverse classi sociali e gruppi economici.
[[File:ReaganBerlinWall.jpg|thumb|[[Ronald Reagan]], sullo sfondo della [[Porta di Brandeburgo]], pronuncia un discorso nel quale invita [[Michail Gorbačëv]] ad abbattere il [[Muro di Berlino]], poco prima della fine della [[guerra fredda]]]]
I democratici che votarono per Reagan furono attratti dalla sua politica, dalla sua personalità, dal suo conservatorismo sociale e dalle sue idee in [[politica estera]].
 
In questo settore non vi fu uniformità di vedute fra la politica del presidente e quella dell'opposizione democratica.<ref>Maldwyn A. Jones – op. cit. pp. 545-549</ref>. I democratici, infatti, si opposero strenuamente alla politica di Reagan di appoggiare i guerriglieri del [[Contras]] in [[Nicaragua]]. Reagan decise altresì di realizzare un sistema anti missile detto ''[[Strategic Defense Initiative|SDI]]'' per prevenire eventuali attacchi da parte dei sovietici. Quando venne eletto [[Michail Gorbačëv]] come presidente dell'Unione Sovietica, molti repubblicani conservatori furono scettici sull'amicizia di Reagan con il presidente sovietico. Gorbačëv, molto più aperto dei suoi predecessori, tentò di salvare il comunismo in Russia ponendo termine alla corsa agli armamenti e nel [[1989]] sciolse l'impero sovietico., Nelfino alla [[1991]],dissoluzione con ldell'avventoUnione di [[Boris EltsinSovietica]], sinel ebbe la fine del comunismo in Russia1991.
 
== DalDagli 1988anni 1990 a oggi ==
{{vediVedi anche|Storia degli Stati Uniti d'America (1988-presente)}}
Dopo la [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]] nel 1991, gli USA erano la [[superpotenza]] dominante a livello mondiale e il [[Giappone]], talvolta visto come il principale rivale economico degli USA, si trovava in un periodo di stagnazione. Durante gli anni 1990 nacque e si affermò "[[New Economy]]", a fronte di una crescita economica generale, l'incremento relativamente alto della produzione reale, bassi tassi di inflazione e un crollo del tasso di disoccupazione sotto la soglia del 5%. [[Internet]] e le tecnologie correlate ebbero la prima ampia penetrazione nell'economia, portando ad una [[bolla speculativa]], spinta dalle imprese tecnologiche, a [[Wall Street]]. Nella prima metà del decennio si registrarono alcuni episodi come l'[[attentato al World Trade Center del 1993]] e l'[[attentato di Oklahoma City]] del 1995, che destarono grande impressione nell'[[opinione pubblica]] statunitense.
{{Aggiornare|argomento=storia}}
 
Tuttavia anche l'[[immigrazione]], proveniente principalmente da [[America Latina]] ed [[Asia]] crebbe, determinando un cambiamento nella composizione [[demografia|demografica]] della popolazione statunitense dei decenni a venire, come ad esempio la componente [[ispanica]] che sostituì gli [[afro-americani]] e gli [[asioamericani]] come principale minoranza.
[[File:National Park Service 9-11 Statue of Liberty and WTC fire.jpg|thumb|left|L'attacco alle torri gemelle di [[New York]] l'[[11 settembre 2001]]]]
Dopo la caduta dell'[[Unione Sovietica]], gli Stati Uniti rimasero l'unica potenza egemone mondiale e ritennero fosse loro dovere intervenire in qualunque scacchiere mondiale a difesa della libertà e dei loro interessi nazionali. In quest'ottica si pone l'attacco del [[1991]] contro l'[[Iraq]] che diede vita alla prima [[Guerra del Golfo]]. A seguito dell'elezione a presidente degli Stati Uniti di [[Bill Clinton]], nel 1992, il paese andò incontro alla maggiore espansione economica nella storia americana per effetto della rivoluzione digitale e per le opportunità ad essa legate.
 
=== La prima guerra del Golfo e le elezioni del 1992 ===
Nel [[1995]] ebbe inizio una serie di attentati contro il territorio degli Stati Uniti, con l'[[attentato di Oklahoma City]] che per la sua efferatezza destò grande impressione nell'opinione pubblica americana.
{{Vedi anche|Guerra del Golfo|Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1992}}
Dopo l'[[invasione del Kuwait]] gli USA intervennero militarmente in [[Iraq]], scatenando la prima [[Guerra del Golfo]]. A seguito dell'elezione a presidente degli Stati Uniti di [[Bill Clinton]], nel 1992, il paese andò incontro alla maggiore espansione economica nella sua storia. La presidenza Clinton fu segnata dallo scandalo ''[[sexgate]]'' che coinvolse personalmente il Presidente.
 
=== Gli attentati terroristici del 2001, la guerra al terrorismo e la crisi economica ===
All'inizio del terzo millennio, il [[terrorismo islamista]] sconvolse gli Stati Uniti ed il mondo intero con i clamorosi [[attentati dell'11 settembre 2001]] alle torri del [[World Trade Center]] di New York ed al [[Il Pentagono|Pentagono]]. Nella stessa giornata un altro volo dirottato precipitò in una foresta nello Stato della [[Pennsylvania]]. In risposta a questi attentati, il presidente [[George W. Bush]], con il supporto degli alleati della [[NATO]] e di altre nazioni della comunità internazionale, invase l'[[Afghanistan]] liberando il paese dai [[Taleban]]. Sia pur molto criticato, il presidente Bush continuò la lotta al [[terrorismo]] con l'[[invasione dell'Iraq]] e la cattura di [[Saddam Hussein]] nel [[2003]]. Questa seconda invasione incontrò notevole impopolarità in molte parti del mondo ed innescò un'accesa campagna anti-americana.
{{Vedi anche|Attentati dell'11 settembre 2001|Guerra al terrorismo|Grande recessione}}
[[File:Bush-USS-Lincoln.jpg|thumb|[[George W. Bush]] rivolge un discorso alla nazione dalla nave USS [[Abraham Lincoln]].]]
Durante la [[presidenza di George W. Bush]] il [[terrorismo islamista]] colpì gli Stati Uniti ed il mondo intero con gli [[attentati dell'11 settembre 2001]] alle torri del [[World Trade Center]] di New York ed al [[Il Pentagono|Pentagono]]. Nella stessa giornata un altro volo dirottato precipitò in una foresta nello Stato della [[Pennsylvania]]. In quel giorno morirono circa 3000 persone di 70 nazionalità diverse, mentre oltre 6000 rimasero ferite.
Nell'agosto [[2005]], l'[[uragano Katrina]] devastò la regione costiera dello Stato della [[Louisiana]] ed in particolare la città di [[New Orleans]]. L'impreparazione del governo emerse in maniera drammatica e l'amministrazione subì delle critiche per la lentezza e l'inefficacia dei soccorsi. Nel [[2006]] lo scontro politico interno continuò dibattendo importanti questioni come l'aborto, le ricerche sulla fusione a freddo dell'atomo, i matrimoni omosessuali, la riforma dell'immigrazione e la opportunità di continuare la guerra in Iraq.
 
In risposta a questi attentati, il presidente [[George W. Bush]], con il supporto degli alleati della [[NATO]] e di altre nazioni della comunità internazionale, [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|invase l'Afghanistan nel 2001]] sconfiggendo il regime teocratico dei [[Taleban]]. Sia pur molto criticato, il presidente Bush continuò la [[guerra al terrorismo]] con l'[[invasione dell'Iraq]] e la cattura di [[Saddam Hussein]] nel 2003. Questa seconda invasione incontrò notevole impopolarità in molte parti del mondo ed innescò un'accesa campagna anti-americana. Riguardo alle cronache delle vicende interne, nell'agosto 2005, l'[[uragano Katrina]] devastò la regione costiera dello Stato della [[Louisiana]] ed in particolare la città di [[New Orleans]]. L'impreparazione del governo emerse in maniera drammatica e l'amministrazione subì delle critiche per la lentezza e l'inefficacia dei soccorsi.
Nel [[2006]] il rincaro del prezzo del [[Greggio (petrolio)|greggio]] pose gli Stati Uniti di fronte alla consapevolezza della dipendenza estrema di molti degli alleati occidentali dagli approvvigionamenti di energia a prezzi moderati e alla loro necessità di una imposta addizionale sui prodotti petroliferi per cercare di diminuirne il consumo. L'instabilità politica di alcuni Stati del [[Vicino Oriente]] e di altri paesi produttori di petrolio rimaneva sempre molto grave. Maggiori quote di fondi furono pertanto destinate alla ricerca di fonti energetiche alternative, dall'[[etanolo]], all'[[energia eolica]] a quella [[energia solare|solare]].
 
[[File:Bush-USS-Lincoln.jpg|thumb|[[George W. Bush]] rivolge un discorso alla nazione dalla nave USS [[Abraham Lincoln]]]]
=== Organizzazioni internazionali ===
Gli Stati Uniti partecipano alle seguenti [[organizzazioni internazionali]]:
 
Nel 2006 lo scontro politico interno continuò dibattendo importanti questioni come l'aborto, le ricerche sulla fusione a freddo dell'atomo, i matrimoni omosessuali, la riforma dell'immigrazione e la opportunità di continuare la guerra in Iraq. Il rincaro del prezzo del [[Greggio (petrolio)|greggio]] pose gli Stati Uniti di fronte alla consapevolezza della dipendenza estrema di molti degli alleati occidentali dagli approvvigionamenti di energia a prezzi moderati e alla loro necessità di una imposta addizionale sui prodotti petroliferi per cercare di diminuirne il consumo. L'instabilità politica di alcuni Stati del [[vicino Oriente]] e di altri paesi produttori di petrolio rimaneva sempre molto grave. Maggiori quote di fondi furono pertanto destinate alla ricerca di fonti energetiche alternative, dall'[[etanolo]], all'[[energia eolica]] a quella [[energia solare|solare]]. A partire nello stesso anno - dopo la [[crisi dei mutui subprime]] - gli USA attraversarono un periodo di notevole [[crisi finanziaria]], culminato nella ''"[[grande recessione]]"'' i cui effetti cominciarono ad affievolirsi nel 2013.
[[ANZUS]]<ref>{{Cita news|autore=Elvio Rotondo|url=https://www.analisidifesa.it/2018/07/intesa-fra-australia-e-usa-su-capacita-cyber-offensive/|titolo=USA e Australia rafforzano la cooperazione militare e cyber|pubblicazione=Analisi Difesa|data=27 luglio 2018|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Asia-Pacific Economic Cooperation|APEC]]<ref>{{Cita news|autore=|url=https://tg24.sky.it/mondo/2017/11/04/vertice-apec-2017.html|titolo=Vietnam, al via il venticinquesimo vertice Apec|pubblicazione=Sky TG24|data=5 novembre 2017|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Asian Development Bank|AsDB]]<ref>{{Cita|Asian Development Bank, 2018|p. 1.}}</ref>, [[Australia Group]]<ref>{{Cita web|url=https://australiagroup.net/en/india_statement.html|titolo=Press release: India joins the Australia Group|sito=australiagroup.net|data=19 gennaio 2018|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Banca dei regolamenti internazionali|BIS]]<ref>{{Cita web|url=https://treaties.un.org/Pages/showDetails.aspx?objid=0800000280167c31|titolo=Convention respecting the Bank for International Settlements|sito=treaties.un.org|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Consiglio d'Europa]] (come osservatori)<ref>{{Cita web|url=https://www.coe.int/it/web/portal/47-members-states|titolo=47 Stati membri|sito=coe.int|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[CERN]] (come osservatori)<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/CERN.html|titolo=CERN|sito=sapere.it|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Comitato Zangger]]<ref>{{Cita|Bonaiuti, Dameri & Lodovisi, 2008|pp. 491-492.}}</ref>, [[Colombo Plan|CP]]<ref>{{Cita web|url=http://www.colombo-plan.org/index.php/about-cps/member-countries/|titolo=Member Countries|sito=colombo-plan.org|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Partenariato Euro-Atlantico|EAPC]]<ref>{{Cita web|url=https://www.nato.int/cps/ic/natohq/topics_49276.htm|titolo=Euro-Atlantic Partnership Council|sito=nato.int|data=9 giugno 2017|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo|BERS]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/european-bank-for-reconstruction-and-development-banca-europea-per-la-ricostruzione-e-lo-sviluppo_%28Atlante-Geopolitico%29/|titolo=European Bank for Reconstruction and Development (Ebrd) Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo|sito=treccani.it|accesso=26 ottobre 2018}}</ref>, [[Commissione economica per l'Europa|ECE]], [[Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi|ECLAC]], [[Economic and Social Commission for Asia and the Pacific|ESCAP]], [[FAO]], [[G7]], [[G8]], [[G10]], [[G12]], [[G20 (paesi industrializzati)|G20]], [[IADB]], [[Agenzia internazionale per l'energia atomica|IAEA]], [[IBRD]], [[Organizzazione internazionale dell'aviazione civile|ICAO]], [[Corte penale internazionale|ICC]], [[ICFTU]], [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|CRMI]], IDA, AIE, [[IFAD]], [[Società finanziaria internazionale|IFC]], [[IFRCS]], IHO, [[Organizzazione internazionale del lavoro|ILO]], [[Fondo monetario internazionale|FMI]], [[Organizzazione marittima internazionale|IMO]], [[Inmarsat]], [[Intelsat]], [[Interpol]], [[CIO]], [[Organizzazione internazionale per le migrazioni|IOM]], [[Organizzazione internazionale per le standardizzazioni|ISO]], [[International Telecommunication Union|ITU]], [[MINURSO]], [[MIPONUH]], [[Movimento dei paesi non allineati|NAM]] (ospiti), [[NATO]], [[Agenzia per l'energia nucleare]] (NEA), [[Nuclear Suppliers Group|NSG]], [[Organizzazione degli Stati americani|OAS]], [[OCSE]], [[Organizzazione meteorologica mondiale|OMM]], [[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], [[OPCW]], [[OSCE]], [[Corte permanente di arbitrato|PCA]], [[Segretariato della comunità del Pacifico|SPC]], [[Nazioni Unite|ONU]], [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], [[Unctad]], [[Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati]], [[UNIDO]], [[UNIKOM]], [[UNMIBH]], [[UNMIK]], [[UNOMIG]], [[UNRWA]], [[UNTAET]], [[UNTSO]], [[Università delle Nazioni Unite|UNU]], [[Unione postale universale|UPU]], [[Confederazione mondiale del lavoro|WCL]], [[WCO]], [[Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale|WIPO]], [[Organizzazione mondiale del commercio|WTO]].
 
== Politica ==
=== L'influenza mondiale ===
{{Vedi anche|Imperialismo americano}}
La politica estera degli USA quale ''[[superpotenza]]'' è spesso stata improntata all'influenza ed al condizionamento nell'[[economia]] e nel campo militare e culturale su altri [[Stati del mondo]], accompagnata da un'influenza generale nella politica interna dei relativi governi.
 
A tal proposito si iniziò a parlare di ''[[imperialismo americano]]'' nel 1846 con la [[guerra messico-statunitense]]. Nel [[1898]], con l'ingresso degli Stati Uniti sulla scena della [[politica]] mondiale, i termini "''imperialismo americano''" ed "''espansione imperialistica americana''" divennero sempre più diffusi.
 
=== Accordi internazionali non ratificati dagli Stati Uniti ===
Gli Stati Uniti sono spesso criticati dalle nazioni partecipanti, per non partecipare ai seguenti trattati:
 
* La [[Convenzione sul genocidio|Convenzione per la Prevenzione e Repressione del Delitto di Genocidio]], che entrò in vigore ne [[1951]].<ref>{{Cita web|url=http://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=UNTSONLINE&tabid=2&mtdsg_no=IV-1&chapter=4&lang=en|titolo=Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide|sito=treaties.un.org|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140924170456/http://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=UNTSONLINE&tabid=2&mtdsg_no=IV-1&chapter=4&lang=en|urlmorto=si}}</ref> Tra tutte le nazioni che hanno ratificato il trattato, dieci (tra cui gli Stati Uniti e l'[[India]]) hanno ottenuto la deroga dall'obbligo di perseguire i presunti colpevoli di genocidio.
* La [[Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna]], adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre [[1979]], ed entrata in vigore nel [[1981]],<ref>{{Cita|Comitato italiano per l'UNICEF, 2006|p. 2.}}</ref>, è spesso descritta come una dichiarazione internazionale dei diritti delle donne. Definisce tutto ciò che costituisce discriminazione contro la donna e stabilisce un piano d'azione nazionale per far cessare queste discriminazioni. Gli Stati Uniti sono l'unico Paese sviluppato che non lo ha ratificato.<ref>{{Cita web|url=https://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=TREATY&mtdsg_no=IV-8&chapter=4&lang=en|titolo=Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women|sito=treaties.un.org|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150906035454/https://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=TREATY&mtdsg_no=IV-8&chapter=4&lang=en|urlmorto=sì}}</ref>
* La [[Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia]] ([[1989]]) è una convenzione internazionale che stabilisce i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali dei bambini. Solo la [[Somalia]] e gli USA non la hanno ratificata.<ref>{{Cita web|url=https://www.crin.org/en/home/rights/convention|titolo=The Convention|sito=crin.org|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150204205743/https://www.crin.org/en/home/rights/convention|urlmorto=sì}}</ref>
* Il [[Trattato di Ottawa]] (entrato in vigore nel [[1999]]) vieta tutte le mine anti-uomo.<ref>{{Cita web|url=http://www.icbl.org/en-gb/the-treaty/treaty-in-detail/treaty-text.aspx|titolo=Treaty in Detail|sito=icbl.org|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref> Trentadue nazioni non la hanno ratificata, tra cui [[Cina]], [[Cuba]], [[Egitto]], [[India]], [[Iran]], [[Iraq]], [[Israele]], [[Libia]], [[Russia]], e gli Stati Uniti d'America.<ref>{{Cita web|url=http://www.icbl.org/en-gb/the-treaty/treaty-status.aspx|titolo=Treaty Status|sito=icbl.org|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref>
* La [[Corte penale internazionale]] dell'[[L'Aia|Aia]] ([[2002]]), è stata creata come tribunale permanente per perseguire persone per i crimini di [[genocidio]], [[crimini contro l'umanità]], e [[crimini di guerra]], come definito da diversi trattati internazionali. I Paesi più noti a non aver accettato la giurisdizione della ICC sono gli USA, [[Israele]], e la [[Cina]].<ref>{{Cita web|url=https://asp.icc-cpi.int/en_menus/asp/states%20parties/pages/the%20states%20parties%20to%20the%20rome%20statute.aspx#U|titolo=The States Parties to the Rome Statute|sito=asp.icc-cpi.int|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref>
* Gli Stati Uniti hanno ritirato la propria sottoscrizione al [[Trattato anti missili balistici]] nel [[2002]].<ref>{{Cita web|url=https://www.armscontrol.org/act/2002_07-08/abmjul_aug02|titolo=U.S. Withdraws From ABM Treaty; Global Response Muted|autore=Wade Boese|sito=armscontrol.org|data=1º luglio 2002|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref> Questo trattato tra gli Stati Uniti e l'[[URSS|Unione Sovietica]] prevedeva una limitazione ai sistemi di missili anti-balistici, usati nel difendere zone da [[bomba atomica|testate atomiche]] montate su missili.
* Il [[Protocollo di Kyōto]] (entrato in vigore nel [[2005]]) è un trattato internazionale sul [[mutamento climatico]].<ref>{{Cita web|url=https://unfccc.int/process/the-kyoto-protocol/status-of-ratification|titolo=The Kyoto Protocol - Status of Ratification|sito=unfccc.int|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref> I Paesi che ratificano questo protocollo si impegnano a ridurre le loro emissioni di anidride carbonica e cinque altri gas-serra, o a comprare quote di emissione di gas serra se mantengono e aumentano le proprie emissioni di questi gas. Gli Stati Uniti hanno firmato questo trattato, ma non lo hanno ratificato;<ref>{{Cita web|url=https://edition.cnn.com/2013/07/26/world/kyoto-protocol-fast-facts/index.html|titolo=Kyoto Protocol Fast Facts|sito=edition.cnn.com|data=21 marzo 2018|lingua=en|accesso=24 ottobre 2018}}</ref>; l'[[India]] e molti altri Paesi del Terzo Mondo lo hanno ratificato, ma non lo applicano.
 
=== Organizzazioni internazionali ===
== Note ==
Gli Stati Uniti partecipano alle seguenti [[organizzazioni internazionali]]:
<references/>
 
[[ANZUS]],<ref>{{Cita news|autore=Elvio Rotondo|url=https://www.analisidifesa.it/2018/07/intesa-fra-australia-e-usa-su-capacita-cyber-offensive/|titolo=USA e Australia rafforzano la cooperazione militare e cyber|pubblicazione=Analisi Difesa|data=27 luglio 2018|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Asia-Pacific Economic Cooperation|APEC]],<ref>{{Cita news|autore=|url=https://tg24.sky.it/mondo/2017/11/04/vertice-apec-2017.html|titolo=Vietnam, al via il venticinquesimo vertice Apec|pubblicazione=Sky TG24|data=5 novembre 2017|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Asian Development Bank|AsDB]],<ref>{{Cita|Asian Development Bank, 2018|p. 1.}}</ref> [[Australia Group]],<ref>{{Cita web|url=https://australiagroup.net/en/india_statement.html|titolo=Press release: India joins the Australia Group|sito=australiagroup.net|data=19 gennaio 2018|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Banca dei regolamenti internazionali|BIS]],<ref>{{Cita web|url=https://treaties.un.org/Pages/showDetails.aspx?objid=0800000280167c31|titolo=Convention respecting the Bank for International Settlements|sito=treaties.un.org|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Consiglio d'Europa]] (come osservatori),<ref>{{Cita web|url=https://www.coe.int/it/web/portal/47-members-states|titolo=47 Stati membri|sito=coe.int|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[CERN]] (come osservatori),<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/CERN.html|titolo=CERN|sito=sapere.it|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Comitato Zangger]],<ref>{{Cita|Bonaiuti, Dameri & Lodovisi, 2008|pp. 491-492.}}</ref> [[Piano Colombo|CP]],<ref>{{Cita web|url=http://www.colombo-plan.org/index.php/about-cps/member-countries/|titolo=Member Countries|sito=colombo-plan.org|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181027061506/http://www.colombo-plan.org/index.php/about-cps/member-countries/|urlmorto=sì}}</ref> [[Partenariato Euro-Atlantico|EAPC]],<ref>{{Cita web|url=https://www.nato.int/cps/ic/natohq/topics_49276.htm|titolo=Euro-Atlantic Partnership Council|sito=nato.int|data=9 giugno 2017|lingua=en|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo|BERS]],<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/european-bank-for-reconstruction-and-development-banca-europea-per-la-ricostruzione-e-lo-sviluppo_%28Atlante-Geopolitico%29/|titolo=European Bank for Reconstruction and Development (Ebrd) Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo|sito=treccani.it|accesso=26 ottobre 2018}}</ref> [[Commissione economica per l'Europa|ECE]], [[Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi|ECLAC]], [[Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico|ESCAP]], [[FAO]], [[G7]], [[G8]], [[G10]], [[G12]], [[G20 (paesi industrializzati)|G20]], [[IADB]], [[Agenzia internazionale per l'energia atomica|IAEA]], [[IBRD]], [[Organizzazione internazionale dell'aviazione civile|ICAO]], [[Corte penale internazionale|ICC]], [[ICFTU]], [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|CRMI]], IDA, AIE, [[IFAD]], [[Società finanziaria internazionale|IFC]], [[Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa|IFRCS]], IHO, [[Organizzazione internazionale del lavoro|ILO]], [[Fondo monetario internazionale|FMI]], [[Organizzazione marittima internazionale|IMO]], [[Inmarsat]], [[Intelsat]], [[Interpol]], [[Comitato Olimpico Internazionale]], [[Organizzazione internazionale per le migrazioni|IOM]], [[Organizzazione internazionale per le standardizzazioni|ISO]], [[International Telecommunication Union|ITU]], [[MINURSO]], [[MIPONUH]], [[Movimento dei paesi non allineati|NAM]] (ospiti), [[NATO]], [[Agenzia per l'energia nucleare]] (NEA), [[Nuclear Suppliers Group|NSG]], [[Organizzazione degli Stati americani|OAS]], [[OCSE]], [[Organizzazione meteorologica mondiale|OMM]], [[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], [[Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche|OPCW]], [[OSCE]], [[Corte permanente di arbitrato|PCA]], [[Segretariato della comunità del Pacifico|SPC]], [[Nazioni Unite|ONU]], [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], [[Unctad]], [[Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati]], [[UNIDO]], [[UNIKOM]], [[UNMIBH]], [[UNMIK]], [[UNOMIG]], [[UNRWA]], [[UNTAET]], [[UNTSO]], [[Università delle Nazioni Unite|UNU]], [[Unione postale universale|UPU]], [[Confederazione mondiale del lavoro|WCL]], [[WCO]], [[Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale|WIPO]], [[Organizzazione mondiale del commercio|WTO]].
== Bibliografia ==
 
=== LibriIl rapporto coi nativi ===
{{Vedi anche|Guerre indiane|Nativi americani}}
Sin dall'inizio della formazione degli USA i coloni americani furono impegnati con diversi conflitti coi [[nativi americani]] chiamate [[guerre indiane]]; alcune di esse furono provocate da una serie di paralleli atti legislativi, come l'[[Indian Removal Act]], unilateralmente promulgate da una delle parti e potenzialmente considerabili alla stregua di [[guerra civile]].<ref>Zinn Howard, ''Storia del popolo americano dal 1492 a oggi'', Il Saggiatore, Milano, 2005</ref>
 
Le guerre, che spaziarono dalla colonizzazione europea dell'[[America]] del [[XVIII secolo]] fino al [[massacro di Wounded Knee]] e alla chiusura delle frontiere USA nel 1890, risultarono complessivamente nella conquista, nella decimazione, nell'assimilazione delle nazioni indiane, e nella deportazione di svariate migliaia di persone nelle [[Riserva indigena|riserve indiane]]. Gli eventi trattati costituiscono una delle basi della discriminazione razziale su base etnica, e del problema del [[razzismo]] che affliggerà gli [[USA]] fino a tutto il [[XX secolo]].
* Allan Nevins – Henry Steele Commager, ''Storia degli Stati Uniti'', Torino, Einaudi, (1960)
* Samuel Eliot Morison – Henry Steele Commager, ''Storia degli Stati Uniti d'America'', 2 voll., Firenze, La Nuova Italia, (1960)
* George B. Tindall&nbsp;– David E. Shi, ''La grande storia dell'America'', 2 voll., Milano, Oscar Mondadori, (1992)
* Horst Dippel, ''Storia degli Stati Uniti'', Carocci, (2002), EAN 9788843021666
* Oliviero Bergamini, ''Storia degli Stati Uniti'', Laterza, (2002), EAN 9788842066088
* Guido Tassinari, ''Storia degli Stati Uniti d'America'', Alpha Test, (2003), EAN 978884805051
* Arnaldo Testi, ''La formazione degli Stati Uniti'', Il Mulino, (2003)
* Maldwyn Allen Jones, ''Storia degli Stati Uniti d'America: dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri'', Bompiani, (2005), ISBN 88-452-3357-X
* Claudio Lodici, "''Governare l'America - Enciclopedia della politica USA''". il glifo, Roma, 2011. ISBN 978-88-97527-02-2
* Terry Wallace, ''La faccia nera del Vietnam'', Piemme (2005)
* Zinn Howard, ''Disobbedienza e democrazia. Lo spirito della ribellione'', Net (2006)
* Paola Olimpo, ''La grande società. Lyndon B. Johnson e la sfida delle riforme sociali negli anni '60'', M & B Publishing, (2006)
* Gore Vidal, ''L'invenzione degli Stati Uniti. I Padri: Washington, Adams, Jefferson'', Fazi, (2007)
*[[Howard Zinn]], ''[[Storia del popolo americano dal 1492 a oggi]]'', Net (2007)
*{{en}} John Mack Faragher, ''The American Heritage Encyclopedia of American History'' (1998) 1120pp
*{{en}} Paul Johnson, Paul ''A History of the American People'', Perennial, (1999), ISBN 0-06-093034-9
*{{en}} John A. Garraty and Eric Foner, eds. ''The Reader's Companion to American History. (2000) breve articolo''
*{{en}} Steve Wiegand. ''U.S. History for Dummies'' (2001)
*{{en}} Zinn, Howard. ''A People's History of the United States'', Perennial, (2003), ISBN 0-06-052837-0
*{{en}} David C. King. ''Children's Encyclopedia of American History'' (2003)
*{{en}} George Tindall and David Shi. ''America: A Narrative History,'' Seventh Edition, (2006)
*{{en}} Bailey, Thomas A., Cohen, Lizabeth, and David M. Kennedy, ''The American Pageant: A History of the Republic'' (12th Ed.), (2006)
*{{en}} Steven M. Gillon and Cathy D. Matson. ''The American Experiment: A History of the United States,'' 2nd ed. (2006)
*{{en}} Schweikart, Larry and Michael Allen. ''A Patriot's History of the United States: From Columbus's Great Discovery to the War on Terror'' (2007)
*{{Cita libro|autore=Chiara Bonaiuti|autore2=Debora Dameri|autore3=Achille Lodovisi|titolo=L'industria militare e la difesa europea. Rischi e prospettive|anno=2008|editore=Jaca Book|cid=Bonaiuti, Dameri & Lodovisi, 2008|ISBN=978-8816408272}}
 
=== OpuscoliNote informativi ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|autore=Comitato italiano per l'UNICEF|titolo=Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna|url=https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_donna.pdf|formato=PDF|data=20 gennaio 2006|città=Roma|cid=Comitato italiano per l'UNICEF, 2006}}
* Allan Nevins e Henry Steele Commager, ''Storia degli Stati Uniti'', Torino, Einaudi, 1960.
*{{Cita libro|autore=Asian Development Bank|titolo=Asian Development and the United States: Fact Sheet|url=https://www.adb.org/sites/default/files/publication/27810/usa-2017.pdf|formato=PDF|anno=2018|lingua=inglese|cid=Asian Development Bank, 2018}}
* Samuel Eliot Morison e Henry Steele Commager, ''Storia degli Stati Uniti d'America'', 2 voll., Firenze, La Nuova Italia, 1960.
* George B. Tindall&nbsp;– David E. Shi, ''La grande storia dell'America'', 2 voll., Milano, Oscar Mondadori, 1992.
* Horst Dippel, ''Storia degli Stati Uniti'', Carocci, 2002, ISBN 9788843021666.
* Oliviero Bergamini, ''Storia degli Stati Uniti'', Laterza, 2002, ISBN 9788842066088.
* Guido Tassinari, ''Storia degli Stati Uniti d'America'', Alpha Test, 2003, ISBN
88-483-0505-9.
* Arnaldo Testi, ''La formazione degli Stati Uniti'', Il Mulino, 2003.
* Maldwyn Allen Jones, ''Storia degli Stati Uniti d'America: dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri'', Bompiani, 2005, ISBN 88-452-3357-X.
* Claudio Lodici, "''Governare l'America - Enciclopedia della politica USA''". il glifo, Roma, 2011. ISBN 978-88-97527-02-2.
* Terry Wallace, ''La faccia nera del Vietnam'', Piemme, 2005.
* Zinn Howard, ''Disobbedienza e democrazia. Lo spirito della ribellione'', Net, 2006.
* Paola Olimpo, ''La grande società. Lyndon B. Johnson e la sfida delle riforme sociali negli anni '60'', M & B Publishing, 2006.
* Gore Vidal, ''L'invenzione degli Stati Uniti. I Padri: Washington, Adams, Jefferson'', Fazi, 2007.
*[[Howard Zinn]], ''[[Storia del popolo americano dal 1492 a oggi]]'', Net, 2007.
*{{en}} John Mack Faragher, ''The American Heritage Encyclopedia of American History'', 1998, 1120pp.
*{{en}} Paul Johnson, Paul ''A History of the American People'', Perennial, 1999, ISBN 0-06-093034-9.
*{{en}} John A. Garraty and Eric Foner, eds. ''The Reader's Companion to American History.'' 2000 breve articolo.
*{{en}} Steve Wiegand. ''U.S. History for Dummies'', 2001.
*{{en}} Zinn, Howard. ''A People's History of the United States'', Perennial, 2003, ISBN 0-06-052837-0.
*{{en}} David C. King. ''Children's Encyclopedia of American History'', 2003.
*{{en}} George Tindall and David Shi. ''America: A Narrative History,'' Seventh Edition, 2006.
*{{en}} Bailey, Thomas A., Cohen, Lizabeth, and David M. Kennedy, ''The American Pageant: A History of the Republic'' (12th Ed.), 2006.
*{{en}} Steven M. Gillon and Cathy D. Matson. ''The American Experiment: A History of the United States,'' 2nd ed., 2006.
*{{en}} Schweikart, Larry and Michael Allen. ''A Patriot's History of the United States: From Columbus's Great Discovery to the War on Terror'', 2007.
*{{Cita libro|autore=Chiara Bonaiuti|autore2=Debora Dameri|autore3=Achille Lodovisi|titolo=L'industria militare e la difesa europea. Rischi e prospettive|url=https://archive.org/details/lindustriamilita0000unse|anno=2008|editore=Jaca Book|cid=Bonaiuti, Dameri & Lodovisi, 2008|ISBN=978-8816408272}}
*{{Cita libro|autore=Comitato italiano per l'UNICEF|titolo=Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna|url=https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_donna.pdf|formato=PDF|data=20 gennaio 2006|città=Roma|cid=Comitato italiano per l'UNICEF, 2006|accesso=24 ottobre 2018|dataarchivio=24 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181024232248/https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_donna.pdf|urlmorto=sì}}
*{{Cita libro|autore=Asian Development Bank|titolo=Asian Development and the United States: Fact Sheet|url=https://www.adb.org/sites/default/files/publication/27810/usa-2017.pdf|formato=PDF|anno=2018|lingua=en|cid=Asian Development Bank, 2018|accesso=26 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180625233359/https://www.adb.org/sites/default/files/publication/27810/usa-2017.pdf|urlmorto=sì}}
 
== Voci correlate ==
{{Div col|cols=2|small=no3}}
* [[Amerigo Vespucci]]
* [[Antiamericanismo]]
* [[California spagnola]]
* [[Colonizzazione europea delle Americhe]]
* [[Controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America]]
* [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]]
* [[Cristoforo Colombo]]
* [[Elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America]]
* [[Era della Ricostruzione]]
* [[Esercito degli Stati Uniti d'America]]
* [[Evoluzione territoriale degli Stati Uniti d'America]]
* [[Giovanni da Verrazzano]]
* [[Grande depressione]]
* [[Guerra anglo-americana]]
* [[Guerre indiane]]
* [[Guerra di secessione americana]]
* [[Il libro nero degli Stati Uniti]]
* [[Imperialismo americano]]
* [[Nativi americani]]
* [[New Deal]]
* [[Padri fondatori degli Stati Uniti d'America]]
* [[Pena di morte negli Stati Uniti d'America]]
* [[Popolamento delle Americhe]]
* [[Pionieri mormoni]]
* [[Presidenti degli Stati Uniti d'America]]
* [[Rimozione dei memoriali e monumenti confederati]]
* [[West]]
{{Div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:History of the United States}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://international.loc.gov/intldl/fiahtml/fiahome.html|titolo=France in America/La France en Amérique|lingua=En, Fr}}
* {{cita web|url=http://international.loc.gov/intldl/eshtml/eshome.html|titolo=Parallel Histories: Spain, the United States and the American Frontier/España, Estados Unidos e la Frontera Americana|lingua=En, Es}}
* {{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/stati-uniti-d-america-storia|titolo=La storia degli Stati Uniti|accesso=29 maggio 2021|urlarchivio=https://www.treccani.it/enciclopedia/stati-uniti-d-america-storia-degli_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/|dataarchivio=2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.tuttoamerica.it/storia/storia_stati_uniti.htm|Articoli diversi sulla storia degli Stati Uniti}}
* {{cita web | url = http://www.italiausa.org/storia.htm | titolo = Pagina "storia" dal sito della Fondazione Italia USA | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://americanheritage.com|titolo=American Heritage Website - Migliaia di articoli sulla storia americana.|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.badley.info/history/USA.index.html|titolo=Database sulla cronologia della storia degli Stati Uniti|lingua=en|accesso=6 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070406063013/http://www.badley.info/history/USA.index.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://college.hmco.com/history/us/resources/students/index.html|titolo=Houghton Mifflin Company: Centro di risorse sulla storia degli Stati Uniti|lingua=en}}
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20070427160847/http://encarta.msn.com/encyclopedia_1741500823/United_States_(History).html#s1 United States History article] dall'enciclopedia Encarta. Oltre 200 file multimediali sulla storia degli Stati Uniti.
* {{cita web|url=https://www.loc.gov/wiseguide|titolo=Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.historians.org/|titolo=American Historical Association|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.gilderlehrman.org/|titolo=The Gilder Lehrman Institute of American History|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://vlib.iue.it/history/USA/|titolo=WWW-VL: History: United States|lingua=en}}
* {{en}} [https://www.gutenberg.org/files/16960/16960-h/16960-h.htm History of the United States] by Charles A. Beard and Mary R. Beard, 1921, dal [[Progetto Gutenberg]]
* {{cita web|1url=http://usinfo.state.gov/products/pubs/histryotln/index.htm|2titolo=U.S. Dipartimento di Stato, International Information Programs|lingua=en|accesso=6 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081014225203/http://usinfo.state.gov/products/pubs/histryotln/index.htm#|dataarchivio=14 ottobre 2008|urlmorto=sì}}
* {{en}} [http://www.historyplace.com The History Place]. Sito web specializzato in storia americana.
* {{cita web|1url=http://www.haldimand-collection.ca|2titolo=Haldimand Collection: collezione di oltre 22.000 lettere e documenti in relazione alla nascita del Canada e degli Stati Uniti d'America|lingua=en|accesso=10 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070223042047/http://www.haldimand-collection.ca/#|dataarchivio=23 febbraio 2007|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://dca.tufts.edu/features/aas|titolo=Una nuova nazione vota: Elezioni americane dal 1787 al 1825|lingua=en|accesso=6 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080725105911/http://dca.tufts.edu/features/aas/|urlmorto=sì}}
 
{{Stati Uniti}}
{{CronoUSA}}
{{Storia degli stati dell'America}}
{{Stati Uniti}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Stati Uniti d'America|storia}}