Taranto: differenze tra le versioni
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{{Nd}}
{{F|centri abitati della Puglia|settembre 2019}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Taranto
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera =
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
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|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Divisione amm grado 2 = Taranto
|Amministratore locale = [[
|Partito = [[
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Acque interne = 71.53
|Divisioni confinanti = [[Carosino]], [[Faggiano]], [[Fragagnano]], [[Grottaglie]], [[Leporano]], [[Lizzano]], [[Martina Franca]], [[Massafra]], [[Monteiasi]], [[Montemesola]], [[Monteparano]], [[Pulsano]], [[Roccaforzata]], [[San Giorgio Ionico]], [[San Marzano di San Giuseppe]], [[Statte]]
|Codice postale = 74100-74121-74122-74123
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 1071
|Nome abitanti = tarantini
|Patrono = [[San Cataldo vescovo|
|Festivo = [[10 maggio]]<br
|Soprannome = Città dei Due Mari<ref>{{Cita web |url=https://www.sudsudvacanze.com/it/terra/la-citta-di-taranto-e-il-suo-mare.html#:~:text=Taranto%20e%20il%20suo%20mare%20sono%20delle%20mete%20da%20sogno,Grande%20e%20il%20Mar%20Piccolo |titolo=La città di Taranto e il suo mare}}</ref>
|Mappa = Map of comune of Taranto (province of Taranto, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Taranto all'interno dell'omonima provincia
}}
'''Taranto''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]:</small> {{IPA|/ˈtaranto/|it}} {{audio|It-Taranto.ogg|<small>ascolta</small>}}; ''Tardë''<ref>{{
Seconda città della regione per popolazione e terza città più popolosa dell'[[Mezzogiorno d'Italia|Italia meridionale]] peninsulare, con l'intera area urbanizzata di circa {{formatnum:325000}} abitanti, situata nel [[Mar Ionio|Mare Ionio]]<ref>{{Treccani|mare-ionio_(Enciclopedia-Italiana)|IONIO, MARE|autore=Giovanni Platania|anno=1933|pagine=11-12}}</ref> sull'[[Golfo di Taranto|omonimo golfo]], è soprannominata la ''Città dei due mari'',<ref>{{Cita libro|autore=Tommaso Niccolò D’Aquino|curatore=Cataldantonio Artenisio Carducci|titolo=“Delizie tarantine”|città=Taranto|lingua=la}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.corriereditaranto.it/2023/04/15/taranto-chi-ti-ha-chiamata-per-primo-la-citta-dei-due-mari-1/|titolo=Taranto, chi ti ha chiamata per primo "la città dei due mari"?|citazione=“Oebaliae canimus sylvas, bimarisque Tarenti Moenia, quae coeli variis clementia ditat”|sito=Corriere di Taranto|data=2023-04-15}}</ref> per la sua peculiare posizione a cavallo di Mar Grande e Mar Piccolo. La città è fisicamente divisa in tre parti: il [[Centro storico di Taranto]] o città vecchia<ref>{{Cita web|url=https://www.tarantomagna.it/cosa-vedere-taranto/taranto-citta-vecchia-storia-impressioni/|titolo=Taranto città vecchia: storia, impressioni, vicoli e pescatori}}</ref> è situato su un'isola, collegata da un'estremità attraverso il ''ponte di pietra'' che dà al quartiere industriale e dall'altro estremo dell'isola attraverso il [[Ponte di San Francesco di Paola|ponte girevole]] porta al ''Borgo Umbertino''.
Nella rada del mar Grande, nei pressi delle [[Isole Cheradi]], antistanti la città, vive e prospera una storica popolazione di [[Delphinidae|delfini]] e altri [[Cetacea|cetacei]]; nel mar Piccolo è praticata da secoli e in larga scala la [[mitilicoltura]], i cui prodotti sono noti a livello mondiale per la loro unicità.<ref>{{Cita web|url=https://www.slowfood.it/comunicati-stampa/la-cozza-nera-di-taranto-nuovo-presidio-slow-food/|titolo=Un Presidio Slow Food che è più di un Presidio Slow Food: la cozza nera di Taranto|sito=[[Slow Food]]|data=2022-04-29}}</ref>
Fondata dagli Spartani nell'[[VIII secolo a.C.]] col nome di [[Taras (Taranto)|Taras]],<ref>{{Treccani|taranto||accesso=21 settembre 2020}}</ref> grazie alla sua posizione strategica al centro dell'[[Golfo di Taranto|omonimo golfo]], alla fertilità del suo territorio e al commercio, la città divenne una delle più importanti [[Polis|póleis]] della [[Magna Grecia]]. Diede i natali agli intellettuali [[Archita]], [[Aristosseno]], [[Livio Andronico]], [[Leonida di Taranto|Leonida]] ed [[Eraclide di Taranto]] nonché ad atleti le cui gesta divennero famose in tutto il mondo greco, come [[Icco]] e il cosiddetto [[Atleta di Taranto]]. Fu l'ultima città magnogreca a cadere in seguito all'[[Repubblica romana|espansione romana]], non prima di aver ingaggiato con essa un conflitto durato 5 anni, passato alla storia col nome di [[Guerre pirriche|Guerre Pirriche]].<ref>{{Cita web|url=https://www.capitolivm.it/grandi-battaglie/la-guerra-contro-pirro-e-la-conquista-di-taranto/|titolo=La guerra contro Pirro e la conquista di Taranto|sito=Capitolivm|accesso=12 settembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231003233221/https://www.capitolivm.it/grandi-battaglie/la-guerra-contro-pirro-e-la-conquista-di-taranto/|dataarchivio=03 ottobre 2023}}</ref> Pur sconfitta,<ref>{{Cita web|autore=Rosa Piro|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/parole/Modi_di_dire31.html|titolo=La vittoria di Pirro|sito=Treccani|data=18 febbraio 2022}}</ref> continuò a esercitare una importante influenza culturale sul resto dell'Italia meridionale e sulla stessa Roma, entrando a far parte dell'immaginario collettivo del tempo come luogo contraddistinto da opulenza e da grandi bellezze naturali, celebrate da [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]],<ref>{{Cita libro |autore=Orazio |titolo=[[Odi (Orazio)|Odi]] |volume=lib. II, ver. VI}}</ref> da [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]<ref>{{Cita web|url=https://emeroteca.provincia.brindisi.it/Rinascenza%20Salentina/1933/Articoli/Fascicolo%202/Taranto%20nel%20canto%20georgico%20di%20Virgilio.pdf|titolo=Taranto nel canto georgico di Virgilio|sito=Provincia di Brindisi}}</ref> e numerosi altri autori. Nel [[Conquista normanna dell'Italia meridionale|periodo normanno]], divenne capitale del [[Principato di Taranto]],<ref>{{Cita web|url=https://www.uniba.it/it/elenco-siti-tematici/altri-siti-tematici/ius-regni/taranto-da-universita-feudale-a-universita-demaniale|titolo=Taranto: da università feudale a università demaniale|sito=[[Università di Bari]]|data=19 dicembre 2013}}</ref> che durante i suoi 377 anni di storia arrivò a comprendere parte della [[Terra di Bari (provincia)|Terra di Bari]] e la quasi totalità del [[Salento]].<ref>{{Cita libro|autore=Stefania Peluso|titolo=Il principato di Taranto|anno=2004|editore=Edizioni dal Sud|sbn=BVE0368664}}</ref>
L’influenza della città nel basso medioevo fu notevole nel campo musicale e marinaresco, in tutto il Regno di Spagna: si riflette nel Flamenco Taranto, danza tipica di Almerìa e Siviglia, che trae origini dalla danza della Taranta <ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=adgoritmo|url=https://flamencogranada.com/it/blog/taranta/#:~:text=Si%20ritiene%20che%20la%20taranta,ne%20ha%20determinato%20la%20struttura.|titolo=Che cos'è la taranta nel flamenco?|sito=Jardines de Zoraya|data=04 maggio 2023|accesso=2025-01-28}}</ref>, fenomeno che ebbe come epicentro il territorio Tarantino o nel “tarantello” di tonno, taglio pregiato e diffuso in tutto il Mediterraneo e soprattutto in Andalusia, originario di Taranto.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Redazione Artigiano in Fiera|url=https://magazine.artigianoinfiera.it/tarantello-di-tonno-glossario-dellartigianato/|titolo=Tarantello di tonno {{!}} Glossario dell’Artigianato|sito=Artigiano in fiera|data=06 maggio 2019|accesso=2025-01-28}}</ref>
Alla città si deve l'origine dei termini [[Lycosa tarantula|Tarantola]] (o [[Lycosa tarantula|Taranta]] nella tradizione)<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/vocabolario/tarantola_(Sinonimi-e-Contrari)/|titolo=Tarantola Sinonimi e Contrari|sito=Treccani|accesso=2025-01-28}}</ref>, [[Tarantella]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/tarantella_(Enciclopedia-Italiana)/#:~:text=Danza%20popolare%20dell'Italia%20meridionale,bacchico%20che%20eccita%20alla%20danza.|titolo=Tarantella - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-01-28}}</ref> e [[Tarantismo]] <ref>{{Cita pubblicazione|nome=M. De|cognome=Masi|nome2=E.|cognome2=Marchiori|nome3=G.|cognome3=Colombo|data=01 settembre 2004|titolo=Update article Il tarantismo: un fenomeno al confine tra rito e psicopatologia|rivista=Official Journal of the Italian Society of Psychopathology|lingua=it-IT|accesso=2025-01-28|url=https://old.jpsychopathol.it/article/update-article-il-tarantismo-un-fenomeno-al-confine-tra-rito-e-psicopatologia/#:~:text=Il%20termine%20tarantismo,%20come%20sostiene,altri%20autori,%20i%20primi%20casi}}</ref>.
La [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare Italiana]] vede nella città una presenza storica, risalente già dalla fine del ‘800,<ref>{{Cita libro|autore=Com. Carmelo Maggio|titolo=La Marina e Taranto. Centenario dell'Arsenale|anno=1989|editore=Arte Maestra}}</ref> svolgendo da sempre un ruolo primario nel tessuto economico e sociale del territorio. A Taranto, infatti, si trovano il [[Comando Logistico della Marina Militare Area Sud|Comando Marittimo Sud]] (MARISUD)<ref>{{Cita web|url=https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/pilastro-logistico/dipartimentali/mdipart_ta/Pagine/default.aspx|titolo=Comando Marittimo Sud}}</ref> ed il [[Comando Flottiglia Sommergibili]] (MARICOSOM), assieme a numerosi formativi quali la [[Scuola sottufficiali Marina Militare Taranto|Scuola sottufficiali Marina Militare]] (MARISCUOLA),<ref>{{Cita web|url=https://www.marina.difesa.it/il-tuo-futuro-e-il-mare/formazione-in-marina/mariscuola_taranto/Pagine/default.aspx|titolo=SCUOLA SOTTUFFICIALI TARANTO}}</ref> la [[Scuola sommergibili della Marina Militare|Scuola sommergibili]],<ref>{{Cita web|url=https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/organizzazione/comandi-basi-enti/operativi/comflotsom/Pagine/default.aspx|titolo=Comando Flottiglia Sommergibili}}</ref> il [[Centro di Addestramento Aeronavale]] (MARICENTADD);<ref>{{Cita web|url=https://www.marina.difesa.it/il-tuo-futuro-e-il-mare/formazione-in-marina/formazione_specialistica/maricentadd/Pagine/default.aspx|titolo=Centro di Addestramento Aeronavale della Marina Militare}}</ref> oltre a numerosi enti logistici ad essa collegati. La città è, d'altro canto, sede dell'[[Arsenale militare marittimo di Taranto|Arsenale marittimo della Marina Militare]] (MARINARSEN),<ref>{{Cita libro|autore=Mario Guadagnolo|titolo=Il Regio Arsenale Marina Militare di Taranto. Storia, documenti, immagini|anno=2018|editore=Scorpione Editore}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/organizzazione/comandi-basi-enti/arsenali/marinarsen_taranto/Pagine/default.aspx|titolo=Arsenale Militare Marittimo Taranto (Marinarsen Taranto)}}</ref> che ospita la [[Mostra storica arsenale|Mostra Storica Arsenale (Mo.S.A.)]] e della Stazione Navale in Mar Grande.
Taranto ospita uno tra i più importanti musei archeologici d'Italia; il [[Museo archeologico nazionale di Taranto|Museo archeologico nazionale (MArTA)]],<ref>{{Cita web |url=http://www.museotaranto.org/web/index.php?area=2&page=10&id=70&lng=it |titolo=Dal sito ufficiale del museo |accesso=22 febbraio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160302215254/http://www.museotaranto.org/web/index.php?area=2&page=10&id=70&lng=it}}</ref> notevole centro museale, dove è esposta una delle più grandi collezioni di manufatti dell'epoca della [[Magna Grecia]].<ref>{{Cita web|url=https://museotaranto.beniculturali.it/it/storia-museo-nazionale-taranto/|titolo=La Storia del Museo Archeologico Nazionale di Taranto}}</ref> Centro industriale di rilevanza nazionale assieme al suo [[Porto di Taranto|porto]], dagli anni '60 sede dell'[[Acciaierie di Taranto|acciaieria di Taranto (ex Ilva)]], uno tra i maggiori complessi industriali d'Europa per la produzione dell'acciaio, e della Raffineria [[Eni|ENI]],<ref>{{Cita web|url=https://www.eni.com/it-IT/attivita/italia-taranto-raffineria.html|titolo=La nostra raffineria a Taranto}}</ref> è però in declino, tanto da essere riconosciuta nel 2012 come "area di crisi industriale complessa".<ref>{{Cita web|url=https://www.mimit.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/aree-di-crisi-industriale/crisi-industriale-complessa#puglia|titolo=Aree di crisi industriale complessa - Taranto}}</ref>
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Taranto-Aerial view-
[[File:Mar Piccolo Taranto
{{citazione|Mentre la maggior parte del golfo di Taranto è importuosa, a Taranto c'è un porto molto bello e ampio del perimetro di 100 stadi, chiuso da un grande ponte. Tra il fondo del porto e il mare aperto si forma un istmo, sicché la città sorge su una penisola e poiché il collo dell'istmo è poco elevato, le navi possono essere facilmente trainate da una parte all'altra|[[Strabone]] - ''Geografia'', VI, 3, 1. Traduzione di Nicola Biffi}}
==== Morfologia ====
Taranto si estende per {{M|249,86|u=km²}} e rappresenta il naturale affaccio sull'omonimo [[Golfo di Taranto|golfo]] dell'[[arco ionico tarantino]].<ref>{{Cita web|url=http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-bari/2017/11/10/174312521-4fa24b8b-6a76-4db2-b823-26d4fbd243f7.jpg|titolo=Taranto vista dallo spazio}}</ref> Presentando una morfologia del territorio prevalentemente pianeggiante, la città si sviluppa lungo tre penisole naturali e un'isola, quest'ultima nucleo storico dell'abitato, formatasi durante la costruzione del fossato del [[Castello Aragonese (Taranto)|Castello Aragonese]]. Il comune possiede sei [[exclavi]], tra cui la frazione di San Donato. L'epiteto ''Città dei due mari'' si deve al mar Grande e al mar Piccolo, attorno ai quali si trovano la maggior parte degli insediamenti abitativi.
[[File:Canale Navigabile TA.jpg|centro|thumb|upright=2.3|Veduta sul Canale Navigabile da Corso due Mari. A sinistra, il [[Castello Aragonese (Taranto)|Castello Aragonese]], al centro il [[Ponte di San Francesco di Paola|Ponte San Francesco di Paola]].]]
==== Mar Grande e mar Piccolo ====
Il mar Grande bagna la costa esterna, racchiusa nella baia delimitata a [[nord-ovest]] da [[Punta Rondinella]] e a [[sud]] da Capo San Vito. L'arco ideale creato dalla baia naturale si chiude con le [[Isole Cheradi]]. Questo mare si congiunge col mar Piccolo in soli due punti, rappresentati dal [[canale naturale]] di Porta Napoli e dal [[canale artificiale]] navigabile che separa lo storico insediamento urbano dalla parte più estesa della città.
Il mar Piccolo, considerabile dunque un mare interno, è costituito da due seni idealmente divisi dal [[Ponte Punta Penna Pizzone|Ponte Punta Penna-Pizzone]], che congiunge la Punta Penna con la Punta Pizzone: il primo seno ha la forma di un triangolo grossolano, i cui vertici meridionali sono rappresentati dall'apertura a [[est]] sul secondo seno, e da quella a [[ovest]] sul mar Grande; il secondo seno ha invece la forma di un'ellisse, il cui asse maggiore misura quasi 5 [[chilometro|km]].
Sia i venti sia le maree, insieme alle sorgenti sottomarine con diversa salinità, condizionano l'andamento delle correnti di tipo superficiale e di tipo profondo tra i due mari. Sia i due seni del mar Piccolo sia il mar Grande, potrebbero avere antichissime origini vulcaniche. Nel mar Grande e nella parte settentrionale di entrambi i seni del mar Piccolo sono localizzate alcune sorgenti come quella del [[Tara (fiume)|Tara]] (a nord del mar Grande), del [[Galeso]] (primo seno del mar Piccolo), Riso e del Cervaro o Battendieri (secondo seno del mar Piccolo nei pressi della Palude La Vela) e sottomarine chiamate [[citri]],<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Parenzan|nome=Pietro|url=http://siba2.unile.it/ese/issues/3/170/ts03_06.pdf|titolo=L'anello di san Cataldo nel Mar Grande di Taranto|rivista=Thalassia Salentina|volume=6|anno=1972|pagine=3-24|accesso=7 maggio 2009|formato=PDF}}</ref> che apportano acqua dolce non potabile mista ad acqua salmastra, creando una condizione idrobiologica ideale per la coltivazione dei [[mitilo|mitili]], comunemente chiamati «cozze».
=== Clima ===
{{citazione|Taranto è una città perfetta. Viverci è come vivere nell’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta.
Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno i due mari, e i lungomari|[[Pier Paolo Pasolini]] - ''La lunga strada di sabbia''}}
==== Precipitazioni ====
La città di Taranto è caratterizzata da precipitazioni
In primavera le precipitazioni
In primavera le precipitazioni
In primavera le precipitazioni
==== Temperature ====
In primavera le temperature
==== Fattori climatici ====
Il clima di Taranto dipende da diversi fattori climatici: la latitudine, l'altitudine
;Latitudine
: Taranto è a 40° 25′ 05″ N e questo, data la posizione rispetto all'Equatore, rende il clima mite (con estati calde-secche e inverni con freddo moderato).
;Altitudine
: Taranto si trova a un'altitudine media di {{TA|15 m s.l.m.}} con un profilo altimetrico pianeggiante e con variazioni minime, che vanno dagli {{M|0|u=m s.l.m.}} ai circa {{M|30|u=m s.l.m.}}
;Correnti umide, venti freddi e brezze
: Le masse d'aria provenienti dai quadranti meridionali in origine secche, si caricano di umidità al passaggio sul mar Ionio, determinando forte umidità relativa. Le condizioni meteo in questi frangenti risultano con cielo coperto, vento molto forte e nubi basse e veloci che scorrono con direttrice S/E-N/O. Rappresentano le condizioni ideali per forti precipitazioni dovute allo stau murgiano e qualche volta la presenza di nebbia d'avvezione. Le correnti gelide, tuttavia, portano notevoli crolli termici e venti sostenuti, ma vista la presenza dell'altopiano murgiano, determinano cielo sostanzialmente sereno o poco nuvoloso. La neve cade in presenza di una ciclogenesi ionica e venti da est/nord-est e/o in presenza di ASE con accumuli più casuali e meno duraturi. Durante il giorno, in assenza di vento sinottico, si verifica una piacevole brezza da sud, sostituita da una leggera brezza da est/nord-est dopo il tramonto del Sole.
==== Medie mensili ====
* Medie mensili elaborate in base alle rilevazioni termometriche relative al periodo
<br />{{ClimaAnnuale
| tempmax01 =
| tempmax02 =
| tempmax03 =
| tempmax04 = 18.
| tempmax05 =
| tempmax06 =
| tempmax07 =
| tempmax08 =
| tempmax09 =
| tempmax10 =
| tempmax11 = 17.
| tempmax12 =
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, 3 in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 =
| tempmin02 =
| tempmin03 =
| tempmin04 =
| tempmin05 =
| tempmin06 =
| tempmin07 =
| tempmin08 =
| tempmin09 = 19.
| tempmin10 =
| tempmin11 =
| tempmin12 =
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
|pioggia01=
==== Climogramma ====
* [[Classificazione climatica]]:
** [[Zona climatica]] C;
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== Origini del nome ==
L'inquadramento etimologico del nome della città di Taranto è tutt'altro che facile. Il toponimo ''[[Taras (Taranto)|Taras]]'' ({{lang-grc|Τάρας}}), primo nome della città, è strettamente collegato alla colonizzazione ellenica della Magna Grecia che si ebbe a partire dall'[[VIII secolo a.C.|VIII]]-[[VII secolo a.C.]] con le colonie ioniche e doriche: oltre che sulle monete magno-greche risalenti al periodo di massimo splendore della città,<ref>{{Cita web|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tarentum_incuse_nomos_769750.jpg|titolo=Wikimedia - Antica moneta raffigurante Taras a cavallo di un delfino (510-500 a.C.)}}</ref> il toponimo compare anche sulla [[mappa di Soleto]], incisa su un piccolo frammento di un vaso attico smaltato di nero, ma la sua autenticità è molto dubbia.<br />[[Taras (mitologia)|Taras]] era una figura della [[mitologia greca]], figlio di [[Poseidone]] e della [[ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Satyria]], il cui nome è ascrivibile ad una radice [[lingua protoindoeuropea|protoindoeuropea]] dal significato di "albero".<br />Tuttavia, non è possibile del tutto escludere la derivazione del toponimo dal nome del [[Tara (fiume)|fiume Tara]].
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Taranto}}
{{citazione|E se il destino avverso mi terrà lontano,<br />allora cercherò le dolci acque del Galeso<br />caro alle pecore avvolte nelle pelli,<br />e gli ubertosi campi che un dì furono di Falanto lo Spartano.<br />Quell'angolo di mondo più d'ogni altro m'allieta,<br />là dove i mieli a gara con quelli del monte Imetto fanno<br />e le olive quelle della virente Venafro eguagliano;<br />dove Giove primavere regala, lunghe, e tiepidi inverni,<br />e dove Aulone, caro pure a Bacco che tutto feconda,<br />il liquor d'uva dei vitigni di Falerno non invidia affatto.|[[Quinto Orazio Flacco]] - ''A Settimio'' - ''[[Odi (Orazio)|Odi]]'', II, 6, 10. Traduzione di Enrico Vetrò}}
[[File:Pirro Roma 280aC.jpg|thumb|Magna Grecia (281 a.C.).]]
=== Antichità ===
La cronologia tradizionale assegna la data della fondazione di Taranto al [[706 a.C.]]<ref>{{Cita libro |cognome=Pellegrini |nome=Giovan Battista |titolo=Toponomastica italiana: 10000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, fiumi, monti spiegati nella loro origine e storia |città=Milano |editore=Hoepli |anno=1990 |capitolo=cap. 2 |p=78 |sbn=UMC0979716}}</ref> Le fonti tramandate dallo storico [[Eusebio di Cesarea]], parlano del trasferimento in questa zona dello spartano [[Falanto]], figlio del nobile Arato e discendente di Eracle di VIII generazione, e di altri compatrioti detti [[Partheni (Sparta)|Parteni]], per necessità di espansione o per questioni commerciali. Questi, approdando sul promontorio di Saturo e fissando i primi insediamenti portarono una nuova linfa di civiltà e di tradizioni.
La struttura sociale della colonia sviluppò nel tempo una vera e propria cultura aristocratica, la cui ricchezza proveniva, probabilmente, dallo sfruttamento delle risorse del fertile territorio circostante, che venne popolato e difeso da una serie di ''[[phrouria]]'' tra le quali [[Pezza Petrosa]], piccoli centri fortificati in posizione strategica.<ref>[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', VI, 3, 4: traduzione di Nicola Biffi in {{cita libro |titolo=L'Italia di Strabone |città=Genova |editore=Dipartimento di archeologia, filologia classica e loro tradizioni |anno=1988 |sbn=CFI0142823}}</ref> Taranto ha quindi origini antichissime. Durante il periodo della [[Colonizzazione greca in Occidente|colonizzazione greca]] sulle coste dell'Italia meridionale, la città fu tra le più importanti della [[Magna Grecia]]. In quel periodo, infatti, divenne una potenza economica militare e culturale, che diede i natali a filosofi, strateghi, scrittori e atleti, diventando anche sede della [[scuola pitagorica]] tarantina, la seconda più importante dopo quella di [[Crotone]]. A partire dal [[367 a.C.]], fu la città più potente tra quelle che costituirono la [[Lega italiota]]. Nel [[281 a.C.]] entrò in conflitto con [[Roma]] (''guerra tarentina'') insieme al suo alleato [[Pirro]], Re dell'[[Epiro]], ma capitolò definitivamente nel [[272 a.C.]] Durante la [[seconda guerra punica]], Taranto aprì le porte ad [[Annibale]] nel [[212 a.C.]], ma fu punita tre anni dopo con la strage dei suoi cittadini e col saccheggio quando [[Fabio Massimo]] la riconquistò. Nel [[125 a.C.]] vi fu dedotta una colonia romana (''colonia neptunia''), mentre nel [[90 a.C.]] fu eretta a ''[[Municipio (storia romana)|Municipium]]'' con la [[Lex municipii Tarentini]]. Nel periodo [[Nerone|neroniano]] Taranto viene scelta come meta di stanziamento di una grande quantità di [[Veterano di guerra|veterani di guerra]] che militarono in diverse legioni, tra cui la ''[[Legio V Macedonica|V Macedonica]]'', la ''[[Legio XII Fulminata|XII Fulminata]]'' e la ''[[Legio IIII Scythica|IIII Scythica]]''.<ref>{{cita testo |autore=Elisabetta Todisco |titolo=I veterani in Italia in età imperiale |città=Bari |editore=Edipuglia |anno=1999 |url=https://books.google.it/books?id=uZKkECsZXj8C&pg=PA37#v=onepage&q&f=false |pagine=37-44 |isbn=88-7228-231-4 |via=Google Books}}</ref>
=== Principato di Taranto ===
[[File:Jakob_Philipp_Hackert_-_Porto_di_Taranto_(1789).jpg|miniatura|[[Jakob Philipp Hackert]], ''Porto di Taranto'' (1789).]]
[[File:Port_of_Tarento,oil_on_canvas_painting_by_Leonardo_Coccorante_(1738).jpg|miniatura|[[Leonardo Coccorante]], ''Porto di Taranto'' (1738).]]
Il [[Principato di Taranto]] ([[1088]]-[[1465]]) fu un principato normanno di cui Taranto divenne la capitale.
Il primo reggente fu il figlio di [[Roberto il Guiscardo]], [[Boemondo I d'Antiochia]], che ottenne il titolo in seguito a una disputa di successione: il padre, dopo aver ripudiato la prima moglie [[Alberada di Buonalbergo|Alberada]], madre di Boemondo, prese in moglie [[Sichelgaita di Salerno|Sichelgaita]]. Con quest'ultima ebbe un figlio, [[Ruggero Borsa]], che designò come suo successore al ducato di [[Puglia]]. Boemondo fu ricompensato con Taranto e le terre e i castelli della [[Terra d'Otranto]].
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=== Medioevo ed età moderna ===
Nel [[Medioevo]] fu conquistata da [[Totila]] nel [[549]] e ripresa da [[Narsete]] nel [[552]]. Espugnata dai [[Longobardi]], fu ripresa dall'Imperatore [[Costantino II]] nel [[663]], per poi passare in mano a Romualdo Duca longobardo di [[Ducato di Benevento|Benevento]], e tornare ai [[Bizantini]] nell'[[803]]. Conquistata dai [[Saraceni]] nell'[[846]], nell'[[868]] e nel [[927]], l'Imperatore [[Niceforo II Foca|Niceforo Foca]] la fece ricostruire nel [[967]]. Occupata nel [[1063]] da [[Roberto il Guiscardo]], divenne il centro di un potente feudo. Ospitava una cospicua comunità ebraica, quantificabile nel 1167 in 200 famiglie, secondo la cronaca di [[Beniamino di Tudela]].<ref>{{Cita libro |autore=B. Ligorio
=== La notte di Taranto ===
{{vedi anche|Notte di Taranto}}
{{citazione|Taranto, e la notte dell'11-12 novembre 1940, dovrebbero essere ricordate per sempre, per aver dimostrato una volta per tutte come la Marina abbia nella flotta aerea la sua arma più devastante.|Ammiraglio [[Andrew Cunningham]]|Taranto, and the night of November 11th - 12th, 1940, should be remembered for ever as having shown once and for all that in the Fleet Air Arm the Navy has its most devastating weapon.|lingua=en}}
Durante la [[seconda guerra mondiale]], la città subì un bombardamento storicamente ricordato come la [[notte di Taranto]], a seguito del quale si contarono 85 vittime tra civili e militari.<br/>
Tra la notte dell'11 e del 12 [[novembre]] [[1940]], per via della sua importanza strategica e militare, la città subì un devastante attacco da parte della [[Royal Navy]] britannica. La dinamica dell'azione fu attentamente studiata dai giapponesi per potersene poi avvalere in previsione dell'attacco alla base di [[Battaglia di Pearl Harbor|Pearl Harbor]]. Durante quella notte, 21 aerei del tipo ''[[Fairey Swordfish]]'' dotati di siluri e bombe, si alzarono dalla [[portaerei]] inglese ''[[HMS Illustrious (R87)|Illustrious]]'', che si trovava a 170 miglia dalla costa scortata dalle navi da battaglia ''[[HMS Malaya (1915)|Malaya]]'', ''Ramilies'', ''[[HMS Valiant (1914)|Valiant]]'', ''[[HMS Warspite (1913)|Warspite]]'', dagli [[incrociatore|incrociatori]] ''[[HMS Gloucester (C62)|Gloucester]]'', ''[[HMS York (90)|York]]'' e da 13 [[cacciatorpediniere]]. Al comando vi era l'ammiraglio Andrew Cunningham. Gli aerei inglesi partiti in due ondate successive giunsero indisturbati su Taranto. Grazie a una precedente ricognizione che non fu contrastata dalla difesa italiana, i piloti conoscevano perfettamente le unità da colpire, che erano tra l'altro dotate di reti parasiluri insufficienti e protette da pochi palloni di sbarramento. Nell'attacco la flotta italiana subì gravi danni. La corazzata ''[[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte di Cavour]]'' subì i danni maggiori, venendo parzialmente affondata. Furono seriamente danneggiati anche le corazzate ''[[Duilio (nave da battaglia 1913)#La ricostruzione|Duilio]]'' e ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]'' e l'incrociatore ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]''. Danni vennero riportati anche dai due cacciatorpediniere ''[[Libeccio (cacciatorpediniere)|Libeccio]]'' e ''[[Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere)|Pessagno]]''. Furono anche attaccati vari depositi di carburante sulla terraferma. Alla fine il bilancio fu di 85 morti, di cui 55 civili, e di 581 feriti, nonostante il Bollettino di Guerra del Comando Supremo n. 158 del 12 novembre 1940 affermasse che non vi sarebbe stata alcuna vittima. Uno dei tragici ricordi di quella battaglia per gli abitanti di Taranto, testimoni dell'evento, fu quello di udire dal mare le strazianti urla di sofferenza dei militari italiani imbarcati sulle navi danneggiate, vittime dei siluramenti.
=== Il secondo dopoguerra ===
Nel [[1965]] fu inaugurato dal [[Presidente della
=== Simboli ===
[[File:Taranto-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|Il gonfalone comunale]]
Lo stemma civico di Taranto fu riconosciuto ufficialmente con [[Decreto ministeriale|decreto]] del [[Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato|Capo del Governo]] del 20 dicembre del [[1935]]:<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/ecac4c1f-af1b-46c5-a19c-a5ebae6da37e/1723-taranto|titolo=Bozzetto dello stemma del Comune di Taranto|accesso=27 settembre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.araldicacivica.it/comune/taranto/|titolo=Araldica civica|accesso=27 settembre 2024|sito=Araldicacivica}}</ref>
{{citazione|D'azzurro, al [[Delfino (araldica)|delfino]] nuotante e cavalcato da un dio marino nudo sostenente nel braccio sinistro un panneggio svolazzante e con la destra scagliante il tridente; al [[Capo (araldica)|capo]] cucito di rosso [[Attributi araldici di posizione#Centrato|centrato]], caricato della conchiglia d'oro, posta fra la leggenda ΤΑΡΑΣ (Taras)}}
Il giovane dio a cavallo del delfino raffigurato sullo stemma
Nel [[1589]], una precedente versione dello stemma raffigurante un uomo adulto coronato a cavallo di un delfino, reggente nella mano destra un tridente e nella mano sinistra uno scudo con sopra uno scorpione al posto dell'attuale drappo,<ref>{{Cita libro|cognome=Giovine|nome=Giovan|titolo=De antiquitate et varia tarentinorum fortuna|capitolo=Frontespizio|città=Napoli|anno=1589}}</ref>
Il gonfalone è un drappo troncato di azzurro e di rosso.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{Vedi anche|Architetture di Taranto}}
La millenaria storia di Taranto ha lasciato nel territorio una vasta e poco conosciuta testimonianza del suo passato. Si possono distinguere più luoghi di interesse presenti sul suo territorio che testimoniano la sua importanza storica e culturale: dagli antichi luoghi di culto, tra i quali i resti del [[Tempio Dorico di Taranto|Tempio Dorico]], i resti archeologici delle necropoli greco-romane e delle tombe a camera, la [[Cripta del Redentore]], ai palazzi appartenuti alle famiglie nobili e alle personalità illustri della città, tra i quali [[Palazzo Pantaleo]] e [[Palazzo d'Ayala Valva di Taranto (borgo antico)|Palazzo d'Ayala Valva]]. La città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari dell'intera penisola: si va dal [[Architettura romanica|romanico]]-[[gotico]] della [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Taranto)|chiesa di San Domenico Maggiore]] ai palazzi in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]] del Borgo umbertino, al [[barocco]] della [[cattedrale di San Cataldo]], delle chiese e dei palazzi signorili della città vecchia, dalle rimanenze di strutture [[Architettura medievale|medievali]] (come la Torre del Gallo nell'agglomerato del centro storico) alle forme decisamente più eleganti di palazzi e installazioni in [[Art Nouveau|stile Liberty]] e [[architettura neoclassica|neoclassico]]. Numerose sono le [[Cripta|cripte]], i [[Monastero|monasteri]], i [[Santuario|santuari]] e le [[edicola votiva|edicole votive]]. Il [[borgo umbertino]] possiede palazzi costruiti alla fine dell'Ottocento nello [[stile umbertino]], Liberty, rococò.
=== Architetture religiose ===
==== Basilica Cattedrale di San Cataldo ====
[[File:
[[File:Taranto - Duomo di San Cataldo - 01.jpg|miniatura|La cattedrale di San Cataldo: facciata principale d'ingresso.]]
[[File:Via Duomo Taranto.jpg|miniatura|Via Duomo]]
[[File:Taranto - Duomo di San Cataldo - 06.jpg|miniatura|Cattedrale di San Cataldo: interni.]]
La [[Cattedrale di San Cataldo]] (o Duomo di San Cataldo) è la più antica cattedrale pugliese,<ref>{{cita web|url=http://www.cattedraletaranto.it/storia|sito=La Cattedrale di Taranto |titolo= Il Duomo di San Cataldo - Storia|accesso=19 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121218054630/http://www.cattedraletaranto.it/storia}}</ref> e si trova nel cuore del [[centro storico]] di Taranto, comunemente noto come Città Vecchia. Dedicata a [[Cataldo vescovo|san Cataldo]], [[vescovo]] [[Irlanda|irlandese]] morto a Taranto nel [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo]], del quale ospita il [[Tomba|sepolcro]], fu costruita nella seconda metà del [[X secolo]] - durante i lavori di ricostruzione della città voluti dall'[[imperatore bizantino]] [[Niceforo II Foca]] - sui resti di un edificio religioso [[paleocristiano]] risalente almeno all'VII secolo.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Domenico Salamino|titolo=Prima della Cattedrale normanna, la chiesa ritrovata e la città di Taranto altomedievale|rivista= Il Delfino e la Mezzaluna, Periodico della Fondazione Terra d'Otranto |vol=IV|numero=4-5|anno=2016)}}</ref> Nell'[[XI secolo]] l'impianto bizantino venne rimaneggiato e si costruì l'attuale [[cattedrale]] a pianta basilicale. Nel [[1713]] fu aggiunta la facciata [[Architettura barocca|barocca]] per opera dell’architetto leccese [[Mauro Manieri]]. Nel [[XII secolo]] fu innalzato il [[campanile]] [[Normanni|normanno]], danneggiato dal [[terremoto del 1456]] e sostituito durante i lavori di restauro del [[1952]] con l'attuale, che riprende le forme di quello più antico. La cattedrale misura 84 metri di lunghezza e 24 larghezza, ha una [[navata]] centrale contornata da colonne dai capitelli tutti differenti tra loro, due laterali e un [[transetto]] a una navata. Nella zona antistante la facciata [[Architettura romanica|romanica]], corrispondente all'attuale [[pronao]], furono accolte le tombe dei personaggi più illustri della città. Nel Cappellone di [[San Cataldo]] sono conservate le spoglie e la statua argentea del santo. È una delle più alte espressioni di [[barocco]], con opere dello scultore [[Giuseppe Sanmartino]], affreschi di [[Paolo De Matteis]] e marmi policromi. Nella [[Cripta]] [[Bisanzio|Bizantina]], a [[pianta cruciforme]], si possono ammirare [[Affresco|affreschi]] del Duecento e del Trecento, [[Bassorilievo|bassorilievi]] e [[Sarcofago|sarcofagi]]. Nel vano della [[cripta]] vi sono le tombe di alcuni arcivescovi di Taranto.
==== Chiesa di San Domenico Maggiore (già Chiesa di San Pietro Imperiale) ====
[[File:Taranto - San Domenico Maggiore - 3.jpg|thumb|upright=1.2|Il rosone trecentesco della [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Taranto)|Chiesa di San Domenico Maggiore]].]]
[[File:San Domenico Maggiore (Taranto) - Interior.jpg|miniatura|San Domenico]]
Ubicata all’estremità nord della città vecchia, la [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Taranto)|Chiesa di San Domenico Maggiore]] poggia le sue fondamenta sui resti di un [[tempio greco]] risalente al VI secolo a.C e fa parte dell'ex complesso conventuale omonimo. Edificata nel 1302 su committenza del nobile franco-provenzale Giovanni Taurisano, subì nel corso dei secoli numerose ristrutturazioni sino alla più significativa tra i secoli XVII e XVIII. Ancora intatti in facciata i caratteri trecenteschi, con il portale a [[sesto acuto]] sormontato da un [[protiro]] pensile e da uno splendido [[rosone]] con colonnine pensili laterali. Chiudono il prospetto [[archetti pensili]] trilobati posti a coronamento della [[Cuspide (architettura)|cuspide]]. Del XVIII secolo è la scala a due rampe attraverso la quale si accede alla chiesa. L’interno, a un'unica [[navata]], presenta lungo il fianco sinistro quattro cappelle tardo cinquecentesche decorate da altari [[Barocco|barocchi]] che risultano essere bilanciate, sul lato destro, da [[Arcata|arcate]] cieche con pregevoli dipinti del [[XVII secolo|Seicento]] e [[XVIII secolo|Settecento]]. Degni di nota, un dipinto di [[Leonardo Antonio Olivieri]] raffigurante il Trionfo dell'[[Ordine francescano]] e La Trinità con la Vergine, opera del pittore [[Giuseppe Mastroleo]] (1740). È particolarmente nota per custodire nella Cappella dell'Addolorata, il simulacro della Vergine Addolorata (XVII secolo), portata in processione il [[Giovedì santo]] dalla [[Confraternita di Maria Santissima Addolorata e san Domenico]], durante i noti riti della [[Settimana santa di Taranto]], riti secolari che richiamano ogni anno fedeli e turisti da tutto il mondo.
==== Santuario della Madonna della Salute (o Monteoliveto) ====
[[File:Madonna della Salute Taranto.jpg|miniatura|Facciata del [[Santuario della Madonna della Salute (Taranto)|Santuario della Madonna della Salute]].]]
Il [[Santuario della Madonna della Salute (Taranto)|Santuario della Madonna della Salute]] la costruzione risale alla seconda metà del [[XVII secolo]], grazie all’opera dei [[Padri Gesuiti]] che si erano stabiliti a Taranto già nel 1612 nella chiesa del Salvatore che si trovava a pochi passi dalla [[Cattedrale di San Cataldo|Cattedrale]] e che oggi non è più esistente. La [[facciata]] ha due ordini sovrapposti, ambedue cadenzati da [[Lesena|lesene]] con [[capitelli ionici]] e compositi nella parte superiore, alleggeriti da quattro [[Nicchia|nicchie]] nella parte inferiore e due in quella superiore. Il portale presenta il [[Timpano (architettura)|timpano]] spezzato al di sopra nel quale è incassato lo stemma dell’[[Ordine dei Domenicani]], mentre nell’ordine superiore della [[facciata]] in corrispondenza del portale si apre un grande finestrone con [[vetrata]] policroma (vetrate analoghe concludono i bracci del transetto). La facciata evidentemente non è terminata in quanto manca il coronamento superiore. All’interno, sui timpani dei quattro arconi impostati su grandi pilastri che descrivono chiaramente la pianta a [[croce greca]], svetta la [[cupola]] che ha circa 10 metri di diametro e affrescata con un bellissimo cielo stellato; nella lanterna che sovrasta la [[cupola]] si può ammirare il dipinto della colomba dello [[Spirito Santo]]. Nei peducci immediatamente sotto la [[cupola]], sono affrescati i quattro [[Evangelista|evangelisti]] con i relativi simboli [[Iconografia|iconografici]]. Di notevole interesse è l’[[altare maggiore]]. Il committente gesuita padre Venanzio Maria Barra commissionò l’opera nel 1571 ad Antonio Di Lucca che collaborò, almeno nel disegno, con frate Galichio d’Amato, entrambi [[gesuiti]]. Purtroppo i [[Padri Gesuiti]] non hanno potuto godere a lungo di questo [[altare]] posto in loco nel 1752, infatti nel 1767 essi furono soppressi e subentrarono gli [[Olivetani]] i quali fecero apporre il loro [[stemma]] sul pilastrino destro, lasciando su quello sinistro lo [[stemma]] dei [[gesuiti]]. L'[[Altare]] è caratterizzato da un notevole effetto pittorico sia nel paliotto sia nei gradini sotto la mensa, mentre nella parte superiore accanto al [[tabernacolo]] è presente una decorazione a calice intarsiato che si alterna a un elegante motivo a onda. Sull’[[altare]] è collocato il dipinto a cui è intitolato il santuario, la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] della Salute, incastonato all’interno di un rilievo in bronzo realizzato nei primi anni del [[1900]]. Si tratta di un dipinto a [[olio su tela]], copia della celebre icona [[bizantina]] della [[Salus populi romani|Salus Populi Romani]] che si venera a [[Roma]] nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore]].
==== Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo ====
La [[chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo]] (comunemente detta [[Chiesa del Carmine (Taranto)|chiesa del Carmine]]) di Taranto è una delle chiese del Borgo Umbertino della città. L'anno esatto di costruzione non è noto, ma l'esistenza della chiesa è attestata fin dal 1577, con il nome di "[[Santa Maria della Misericordia]]”. La stessa chiesa aveva avuto prima altri titoli: [[Santa Maria Maddalena]] e prima ancora, San Lazzaro. La gestione dei padri [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]], fu in seguito dedicata alla [[Beata Vergine del Monte Carmelo|Beata Vergine del monte Carmelo]]. La chiesa nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata, fino ad assumere l'attuale aspetto in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]]. Il prospetto principale è da far risalire a un rifacimento del 1937, e si presenta intervallato da sei elementi verticali aggettanti, sovrastati da [[Capitello|capitelli]] che sorreggono la [[trabeazione]]. Tra le [[semicolonne]] centrali si apre il portale d'ingresso rettangolare, sormontato a sua volta da una piccola finestra circolare, mentre tra queste ultime e le [[Parasta|paraste]] laterali trovano posto due coppie di [[Nicchia|nicchie]] vuote disposte in modo sovrapposto. Al di sopra della [[trabeazione]], in asse con il portale, si trova un'edicola quadrangolare che ospita lo stemma dell'arcivescovo Ferdinando Bernardi, mentre in corrispondenza delle paraste si ergono due piccoli [[Obelisco|obelischi]]. Sovrasta il tutto una [[torre campanaria]] impreziosita da statue di angeli. All'interno, la chiesa è a [[croce latina]] con una sola [[navata]], sui cui lati si trovano le [[Cappella|cappelle]] e le [[Nicchia|nicchie]] che custodiscono la statue utilizzate nella [[processione dei Misteri]], il [[Venerdì santo|Venerdì Santo]], nella [[Settimana santa di Taranto|Settimana Santa Tarantina]]. Di importante rilievo, le statue di Gesù Morto e dell'Addolorata, donate all’Arciconfraternita del Carmine dal nobile tarantino don Diego Calò nel [[Settecento]]. Nella prima [[cappella]] alla destra dell'ingresso viene conservato un [[rocchio]] di colonna, sul quale la tradizione vuole che [[Pietro apostolo|san Pietro]] abbia celebrato la prima [[Eucaristia]] della città, come attesta un'[[epigrafe]] voluta nel 1651 dall'arcivescovo Caracciolo e posta sulla [[nicchia]] insieme con un'[[Icona (arte)|icona]] raffigurante il [[santo]]. Nel braccio sinistro del [[transetto]] trova posto il quadro della "Maddalena dei Pazzi" realizzato da [[Paolo De Matteis]].
==== Concattedrale Gran Madre di Dio ====
La [[Concattedrale Gran Madre di Dio]] si trova nella parte moderna di Taranto. Voluta dall'[[arcivescovo]] di Taranto, [[Monsignore|monsignor]] [[Guglielmo Motolese]], fu progettata dall'[[architetto]] milanese [[Gio Ponti]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.taranto.it/citta/pagina.php?id=169|titolo=La Concattedrale|accesso=16 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140427194451/http://www.comune.taranto.it/citta/pagina.php?id=169}}</ref> e rappresenta l'opera più importante dell'[[architetto]] assieme alla [[Grattacielo Pirelli|Torre Pirelli]]. Costruita tra il [[1967]] e il [[1970]], fu inaugurata il 6 dicembre dello stesso anno. Dedicata alla [[Maria (madre di Gesù)|Gran Madre di Dio]], protettrice della città insieme con [[Cataldo vescovo|san Cataldo]] e l'[[Immacolata Concezione|Immacolata]], rappresenta, in omaggio alla tradizione marinara della città, una "vela" che si specchia nell'acqua delle tre vasche antistanti l'ingresso, simboleggianti il mare.<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazioneterradotranto.it/2011/11/12/libri-taranto-correva-lanno-1710/|titolo=1970 - 2010 La Concattedrale di Taranto, la vela disegnata da Gio Ponti compie 40 anni|data=12 novembre 2011|accesso=2013-01-16}}</ref> La facciata è composta da due parti: quella anteriore è lunga 87 e larga 35 metri, quella posteriore, arretrata di 50 metri rispetto alla prima, è costituita da un doppio muro traforato alto 40 metri, che sostituisce la [[cupola]] tradizionale. La Concattedrale, è stata recentemente protagonista in mostre dedicate all'[[architetto]] [[Gio Ponti]] in diversi musei nel mondo, tra i quali il [[Musée des Arts Décoratifs]] di [[Parigi]], l'[[Istituto italiano di cultura|Istituto Italiano di Cultura]] a [[Stoccolma]] e il [[MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo|Maxxi]] di [[Roma]].
==== Altre chiese principali ====
* [[Chiesa di Sant'Agostino (Taranto)|Chiesa di Sant'Agostino]]
* [[Chiesa di San Michele (Taranto)|Chiesa di San Michele]]
* [[Chiesa di Sant'Andrea degli Armeni]]
* [[Santuario del Santissimo Crocifisso (Taranto)|Santuario del Santissimo Crocifisso]]
* [[Chiesa di San Pasquale (Taranto)|Chiesa di San Pasquale]]
* [[Chiesa di San Giuseppe (Taranto)|Chiesa di San Giuseppe]]
* [[Chiesa di Sant'Anna (Taranto)|Chiesa di Sant'Anna]]
* Chiesa di Santa Maria della Scala
* Chiesa dei Santi Medici
* [[Chiesa di Santa Caterina (Taranto)|Chiesa di Santa Caterina]]
* Chiesa di San Gaetano
* [[Chiesa di San Francesco di Paola (Taranto)|Chiesa di San Francesco da Paola]]
* Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
* Chiesa di Santa Maria della Giustizia
* [[Chiesa della Santissima Croce]]
* Chiesa di Santa Teresa
* Cappella Rinascimentale di San Leonardo (Castello Aragonese)
* [[Chiesetta di San Francesco da Paola al Borgo]]
* [[Casa di Sant'Egidio Maria da Taranto]]
=== Conventi e chiostri ===
Taranto è ricca di [[Convento|conventi]] e [[Monastero|monasteri]] che custodiscono [[Chiostro|chiostri]] secolari. Sino a metà [[XIX secolo|Ottocento]], momento della nascita del Borgo Nuovo, la città era ristretta alla odierna parte della città vecchia: sorgeva su una piccola lingua di terra estesa poco più di 25 ettari di superficie. Quando nel XVI secolo l'[[arcivescovo]] monsignor Brancaccio effettuò la sua [[visita pastorale]] (1576 - 1578), nei quattro pittaggi della città vi era un numero davvero notevole di [[Chiesa (architettura)|chiese]] e [[Cappella|cappelle]]: 13 nel pittaggio Baglio, 7 in S. Pietro, 6 in Turripenna e 6 nel pittaggio Ponte. Vi erano “[[intra moenia]]” i monasteri di San Domenico, di San Giovanni Battista, dei [[Ordine dei frati minori|Francescani]], degli [[Agostiniani]] e dei [[Congregazione dei celestini|Celestini]], “extra menia” i Riformati di S. Antonio, i Paolotti, i [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]], i [[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]] e i [[Ordine di San Benedetto|Benedettini]] olivetani di [[Monastero di Santa Maria della Giustizia|S. Maria della Giustizia]].
==== Convento e chiostro di San Domenico Maggiore ====
L'ex convento di [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Taranto)|San Domenico Maggiore]] è una struttura seicentesca situata nel cuore della città vecchia di Taranto. Edificato nel XIV secolo, la struttura si sviluppa su tre piani, due fuori terra e uno interrato, che si abbarbicano attorno a una corte centrale piuttosto ampia. La struttura, realizzata in muratura con conci di [[tufo]], consente di verificare tutti cambiamenti effettuati nel corso dei secoli e di accertare la presenza di vari [[stili architettonici]]. All’interno del [[chiostro]] del convento, che è stato ristrutturato l’ultima volta fra il XVII e il XVIII secolo ed è caratterizzato da una serie di [[Arcata|arcate]] supportate da [[Colonna|colonne]] con [[Capitello|capitelli]] a foglie angolari, si sviluppa un’[[Sito archeologico|area archeologica]] di considerevoli dimensioni, in connessione con le aree archeologiche di [[Saturo]] e Scoglio del Tonno, che presenta tracce di occupazione del sito risalenti al [[Neolitico]] a partire dal VI millennio a.C. e tracce di frequentazione [[micene]]a. Di età successiva (X-VIII secolo a.C.) sono i resti dell'insediamento [[Iapigi]]o, spodestati poi dalla colonia [[sparta]]na che fondò [[Taras (Taranto)|Taras]]. L’area, abitata sin dalla [[preistoria]], permette di rilevare le strutture di fondazione di un [[tempio greco]] sorto sull’[[acropoli]] dell'antica [[Taras (Taranto)|Taras]] nel [[VI secolo a.C.|VI sec. a.C.]] In più, è visibile l’impronta [[Impero romano|romana]] nel sito grazie ai resti della cella del [[tempio]], consistente in frammenti di [[architrave]] riutilizzati nella [[facciata]] [[Gotico|gotica]] del convento. Fin dal 1315, il Complesso fu retto dai padri [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]] e per questo prese il titolo di San Domenico in Soriano o Maggiore. I decreti [[Napoleone Bonaparte|napoleonici]], purtroppo, lo soppressero nel 1801, fu trasformato in caserma di cavalleria e abbandonato dai religiosi. Attualmente è sede della [[Soprintendenze|Soprintendenza]] nazionale per la tutela del patrimonio subacqueo, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Taranto e della Biblioteca della Soprintendenza Archeologica della Puglia.
==== Convento e chiostro di Santa Chiara e la "ruota degli esposti" ====
Fu costruito nel 1621 per volontà del medico Raffaele Pesce che volle donare alle giovani appartenenti al [[ceto medio]] e popolare la possibilità di intraprendere la [[vita monastica]], prerogativa fino a quel momento soltanto delle [[Nobiltà|famiglie nobili]]. L'ex monastero di [[Santa Chiara]] di Taranto, conserva al suo interno uno dei pochi esemplari di [[ruota degli esposti]] ancora intatti in [[Italia]]. Il dispositivo era utilizzato da tante donne per abbandonare i propri figli affidandoli alle cure delle suore del [[convento]]. Oggi è sede del [[Tribunale dei minori]].
==== Convento e chiostro di San Francesco ====
Dopo il passaggio di [[Francesco d'Assisi|san Francesco d’Assisi]] in ritorno dalla [[Terra santa|Terra Santa]], i fedeli decisero di costruire a Taranto una chiesa e un [[convento]] in onore del fraticello d’[[Italia]]. Ospitò la prima comunità tarantina di [[Ordine francescano|frati francescani]], l’ex convento di [[Francesco d'Assisi|san Francesco]], complesso tra i più grandi dell'intero centro storico di Taranto, ubicato nella centralissima via [[Cattedrale di San Cataldo|Duomo]]. Costruito nel XIV secolo, era originariamente composto oltre che dal [[convento]], da una piccola chiesa, dedicata successivamente a [[san Lorenzo]]. Di pregevole fattura il [[chiostro]], articolato su quattro bracci porticati con pregevoli [[Volta a crociera|volte a crociera]], scanditi da poderosi pilastri. Il [[convento]], ristrutturato nella metà del XVII secolo, fu adibito nel corso dei secoli a diverse destinazioni d'uso: sede del [[Comune (Italia)|Comune]] durante il Settecento, divenne in seguito sede delle [[truppe napoleoniche]], col nome di Caserma Rossarol. Oggi è sede del [https://www.uniba.it/it/ricerca/dipartimenti/sistemi-giuridici-ed-economici Dipartimento Jonico in "Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture"] dell’[[Università degli Studi di Bari Aldo Moro|Università degli Studi “Aldo Moro”]].
==== Convento e chiostro di San Michele (o delle Cappuccinelle) ====
Il [[convento]], situato su via [[Cattedrale di San Cataldo|Duomo]], nel borgo antico, fu costruito agli inizi del ‘700 per volontà di Giovanni Battista Protontino, che lasciò i suoi averi per la costruzione di un [[Monastero|complesso monastico]] destinato alle povere [[Orfano|orfanelle]]. Dei lavori di consolidamento, hanno messo in luce al di sotto del [[chiostro]] di [[Chiesa di San Michele (Taranto)|San Michele]], una [[cisterna]] d’acqua di notevoli capacità, ricavata nel banco calcarenitico che probabilmente, in passato, potrebbe essere stata usata come fonte pubblica. Oggi l’edificio ospita il Conservatorio di Musica intitolato al noto compositore d’opera tarantino ''[[Giovanni Paisiello]]''.<ref>{{Cita web|url=http://www.paisiello.it/|titolo=Conservatorio Statale di Musica "Giovanni Paisiello" - Home|sito=www.paisiello.it|accesso=04 febbraio 2025}}</ref>
==== Convento e chiostro degli Alcantarini ====
Al tempo della costruzione del convento, gli [[Alcantarini]] dovettero superare numerosi ostacoli per la sua realizzazione, sia da parte del vicino convento [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]] dei [[frati minori riformati]] e dei [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]] del convento del [[Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo|Carmine]], sia da parte del clero diocesano. La realizzazione e costruzione dell'intero stabile la si deve a un frate non sacerdote, fra Serafino Carrozzini della Concezione da [[Soleto]], che, col suo carisma, riuscì a ottenere da [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] e dalla regina [[Maria Amalia di Sassonia]], nel [[1747]], il decreto per la fondazione del convento, un sussidio di centottanta ducati per la fraternità alcantarina e il consenso di [[papa Benedetto XIV]]. Il convento ottenne dai reali [[Borbone di Napoli|borbonici]], che provvidero anche con elargizioni personali donando al convento una ricca dote (oggi esposta nel museo-sacello), il titolo di "Reale Convento". Nel [[1748]] arrivarono i primi Alcantarini che, provvisoriamente, alloggiarono nei pressi della [[Chiesa di San Michele (Taranto)|chiesa di San Michele]] in città vecchia, durante questo periodo i frati comunque curarono il giardino dell'erigendo convento e il postulante [[Egidio Maria da Taranto|Francesco Antonio Pontillo]] ([[Sant'Egidio da Taranto]]) lavorava come giardiniere nei terreni di proprietà degli [[alcantarini]]. Il 2 giugno dello stesso anno si pose la prima pietra e il 18 giugno [[1749]] fu donato un terreno di circa {{M|3200|u=m²}} adiacente al convento per l'ampliamento del giardino conventuale. I lavori di costruzione del convento terminarono nel [[1761]] e lo stesso anno il convento fu dichiarato guardiania con padre Serafino dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]]. Il convento e la chiesa divennero successivamente un centro di studio e di cultura rilevante del [[Salento]] non solo per quanto riguarda la [[teologia]] ma anche per le [[scienze umane]], infatti i frati alcantarini dediti allo studio diedero vita a una fornitissima [[biblioteca]] e a una [[pinacoteca]] che tutt'oggi esistono. Oggi il convento ospita il [[Museo archeologico nazionale di Taranto|Museo archeologico nazionale di Taranto - MARTA]]. La chiesa, invece, intitolata a [[Chiesa di San Pasquale (Taranto)|San Pasquale]], è officiata dai [[Ordine dei frati minori|frati minori]] che hanno trovato posto in un [[convento]] retrostante costruito nel [[1800]], ed è il principale [[santuario]] per culto di [[Sant'Egidio da Taranto|Sant’Egidio da Taranto]].
==== Convento e chiostro di Sant’Antonio da Padova ====
L’ex Convento di [[Antonio di Padova|Sant’Antonio]] fu edificato negli anni 1444-1447 per volontà di [[Giovanni Antonio Orsini del Balzo|Giovanni Antonio Orsini]], figlio di [[Raimondo Orsini del Balzo|Raimondello]], [[Principe di Taranto]], utilizzando [[Colonna|colonne]] e altri elementi architettonici di [[epoca romana]]. Tanto il nome del fondatore quanto gli anni in cui fu costruito il convento sono documentati da tre [[Lapide|lapidi]] poste all’ingresso della struttura, ultimata nel 1447 quando vi si insediarono i frati della Regolare Osservanza. Di particolare interesse è l’antica Chiesa, un gioiello del [[Gotico]] pugliese, con le cappelle signorili tra cui emerge quella dedicata al Santo di [[Padova]], con una statua del [[Principato di Taranto|Principe]] ad altezza naturale, colto nell’atto di venerare [[Gesù]] e, accanto, Sant’Antonio da Padova. Al piano superiore dell’ex Convento di Sant’Antonio, il Principe aveva fatto costruire due corridoi, di cui solo uno arricchito di stanze, con soffitti in legno. Al piano terra vi erano quattro [[Portico|porticati]], strutturati su grandi colonne che reggevano gli archi e la sequenza delle [[Campata|campate]]. Il [[chiostro]], che prendeva vita da tali elementi, era riccamente [[Affresco|affrescato]]. La facciata monocuspide pare fosse una copia fedele di quella di [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Taranto)|San Pietro Imperiale]], con un grande [[rosone]] a raggiera adorno di figure. L’interno, con pianta a [[croce latina]], aveva un'unica grande [[navata]], scandita da [[Cappella|cappelle laterali]], e il soffitto in legno. Molte le opere d’arte: pareti affrescate, quadri e sculture, volute dallo stesso [[Giovanni Antonio Orsini del Balzo|principe Orsini]], completavano la bellezza dell’edificio, insieme a preesistenti reperti archeologici d’età [[Magna Grecia|magno greca]]. Le varie destinazioni d’uso cui fu soggetta questa grande fabbrica religiosa, in particolare negli anni in cui fu adibita a [[Prigione|carcere]], col tempo finirono col cancellare molte tracce del suo passato ed è stata soprattutto la chiesa a farne le spese. L’originale assetto interno dell’ex Convento di [[Sant'Antonio da Padova|Sant’Antonio]] fu modificato dai Padri Osservanti e dai Padri Riformati che ne abbatterono i muri dei due [[Dormitorio|dormitori]] e delle stanze, creando varie celle. La struttura è ubicata nel cuore del borgo umbertino di Taranto, nei pressi dall’area verde di Villa Peripato.
==== Ex Seminario Arcivescovile ====
[[File:Ex Seminario arcivescovile di Taranto.png|miniatura|Museo diocesano, l'ex seminario di Taranto.]]
Fu uno dei primi seminari a essere fondato dopo il [[Concilio di Trento]]: venne infatti inaugurato il 1º giugno [[1568]] ed ebbe come primo rettore lo storico Giovanni Giovine. L'ex seminario si affaccia sul [[Golfo di Taranto|Mar Grande]], con l'ingresso principale in vico Seminario. Poco si conosce ed è stato tramandato a testimonianza della conformazione originaria dell'edificio, a causa delle continue trasformazioni a cui è stato sottoposto nel corso dei secoli, le cui tracce sono riscontrabili tra l'altro dalla presenza degli stemmi degli [[Arcivescovo|arcivescovi]] Sarria e Pignatelli, che avrebbero ingrandito l'edificio rispettivamente nel 1638 e nel 1685, o del portale in marmo bianco voluto dall'arcivescovo Mastrilli intorno al 1770. Con l'arrivo a Taranto dei francesi nel 1801, il seminario fu adibito ad alloggio per le truppe, mentre dopo l'[[unità d'Italia]] ospitò brevemente il Liceo ginnasio "[[Archita]]", per ritornare alla sua funzione originaria nel 1889. Chiuso nuovamente durante la [[prima guerra mondiale]], venne abbandonato definitivamente nel [[1964]], in seguito all'inaugurazione del nuovo [[seminario]] di Poggio Galeso. Dal 6 maggio [[2011]] è la sede del [[Museo diocesano (Taranto)|Museo diocesano]]. L'edificio ha una struttura quadrangolare, e i suoi ambienti si sviluppano intorno a un [[chiostro]] centrale. La [[facciata]] presenta un grande portale, insolitamente orientato verso il mare diversamente dall'edilizia circostante. Le finestre al piano terra sono distribuite in modo irregolare, probabilmente ereditate dalla struttura più antica, mentre quelle al primo e al secondo piano sono distribuite in modo regolare.
==== Chiostro di Santa Teresa al Borgo (ed Ex Ospedale Vecchio) ====
Il nucleo di più antica origine del complesso sarebbe stato fondato intorno al 1363 per ospitare le [[suore clarisse]], dedicando alla [[Annunciazione di Maria|Santissima Annunziata]] la costruzione. Di questa epoca si hanno poche e contraddittorie memorie, salvo che nel 1480 a seguito della presenza dei [[Ottomani|Turchi]] e dell’eccidio di [[Otranto]] con la devastazione di alcuni centri minori, le [[Clarisse cappuccine|clarisse]] abbandonarono il [[convento]] rifugiandosi nella città antica allora ben fortificata. A seguito della cacciata dei Turchi le [[Monaca|monache]] tornarono nel convento e vi restarono fino al 1495, anno in cui a seguito della guerra di successione tra [[Francesi]] e [[Aragonesi]], la città di Taranto fu anch’essa teatro di saccheggi e fra questi il convento delle clarisse. Nel 1576-1577 giunsero a Taranto i padri [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]] che furono testimoni nel 1593 della Riforma approvata da [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]] dell’Istituto carmelitano voluta da [[Teresa d'Avila|Santa Teresa]], riforma che dette il nome ai teresiani, i quali diffusero nella città il culto di Santa Teresa, contribuendo altresì alla raccolta di fondi per finanziare la “ricostruzione“ del [[Monastero]] delle clarisse distrutto e abbandonato nel 1495. Alcuni documenti rinvenuti nell’Archivio di Stato di Taranto, evidenziano che nel 1673 i padri carmelitani/teresiani erano intenti a ricostruire il convento saccheggiato e in rovina e si apprestavano altresì a edificare la chiesa, a confine con il lato est e con accesso diretto nel chiostro, con l’[[altare]] posto a sud. Dopo appena 8 anni, nel 1681 i Padri si trasferirono nel rinnovato Convento con annessa Chiesa. A inizio del 1600 erano operativi a Taranto i Padri di S. Giovanni di Dio, i “Fatebenefratelli” dediti ad alleviare i malati e i meno abbienti. Nel 1808 a seguito della soppressione degli Ordini Monastici voluta da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], il complesso conventuale fu trasformato in [[Ospedale]] Civile e Militare. Successivamente nel 1824 i beni monastici ed ecclesiali, a seguito del ripristino degli [[Ordini religiosi cattolici|ordini religiosi]], tornarono sotto la gestione della Chiesa con la gestione del complesso Ospedaliero affidata ai Padri di S. Giovanni di Dio. Oggi la struttura ospita il nuovo Dipartimento di Salute Mentale.
==== Monastero di Santa Maria della Giustizia ====
Il monastero di Santa Maria della Giustizia costituisce uno tra i monumenti medioevali di maggior interesse di Taranto. Sorge nei pressi del [[Tara (fiume)|fiume Tara]]. L'attuale struttura sorse sul sito concesso nel [[1119]] da [[Costanza di Francia]] e [[Boemondo II d'Antiochia|Boemondo II]] all'egumeno Giovanni, abate del Monastero di [[rito greco]] di [[Isole Cheradi|San Pietro in Isola]], per realizzarvi una ''domus'' a uso del monastero stesso e dei pellegrini. La struttura venne ampliata a partire dal [[XIV secolo]], per poi essere affidata agli Olivetani nel [[1482]], i quali vi praticarono l'agricoltura e l'allevamento sfruttando le risorse del fiume e del vicino [[mare Ionio]]. Nella chiesa in stile [[Angioini (Valois)|angioino]] e negli ambienti monastici si conservano affreschi del [[XIV secolo|XVI]] e [[XVIII secolo]]. A causa proprio della sua vicinanza al mare, subì frequentemente assalti e saccheggi da parte dei [[Saraceni]], che nel [[1594]] diedero alle fiamme gran parte del monastero. Nel [[1725]] i monaci lasciarono il monastero per trasferirsi a Taranto. Negli [[Anni 1980|anni ottanta]], il monastero fu assegnato dal Demanio dello Stato alla [[Soprintendenza Archeologica]] della [[Puglia]] che ne ha consentito il recupero. [[Scavo (archeologia)|Scavi archeologici]] condotti in seguito, attestarono che l'area fu frequentata fin dall'[[epoca classica]]: ne sono prova le numerose tombe rinvenute, scavate nella roccia e rilavorate, probabilmente per la realizzazione di una [[salina]].
==== Convento dei Battendieri ====
Il convento dei Battendieri è un'antica struttura monastica sita nei pressi del [[Mar Piccolo]]. A partire dagli anni '30 del XVI secolo, i [[Ordine dei frati minori cappuccini|frati cappuccini]] avevano edificato un convento "in loco veteri Cappuccinorum" nella zona del [[Galeso]], ma lo abbandonarono a causa dell'impaludamento del corso d'acqua. Nel 1597, quindi, edificarono questo nuovo edificio lungo il [[Cervaro (fiume)|fiume Cervaro]] nei pressi, si suppone, di un tempio dedicato a [[Diana]], variante romana di [[Artemide]] e dea della caccia. I frati erano perlopiù dediti alla [[follatura]] della lana. L'edificio, che sorge su un terreno donato dal nobile Francesco Marrese, divenne quindi masseria privata nel 1867. A circa un chilometro è presente l'oasi del [[WWF]] di Palude La Vela.
=== Architetture civili ===
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===== Ponte Porta Napoli (o Ponte di Pietra) =====
[[File:Taranto - Ponte di Porta Napoli.jpg|thumb|left|Il Ponte di Porta Napoli.]]
[[File:Taranto - Ponte di Pietra nel 1935.jpg|miniatura|Foto storica del Ponte di Pietra, conosciuto anche come Ponte Porta Napoli.]]
Il [[Ponte di Porta Napoli]] (o Ponte di Pietra) di Taranto è la struttura in pietra che sovrasta il canale naturale a nord-ovest della città. Lungo 115 metri e largo 16 metri, con tre sole arcate, è dedicato a [[Egidio Maria da Taranto|Sant’Egidio da Taranto]] (fedele seguace della regola francescana). L’odierno ponte fu costruito nel 1883, dopo un’alluvione che distrusse il ponte di sette arcate costruito nel [[X secolo]] per volere di [[Niceforo II Foca]], utilizzando anche materiali provenienti dal precedente. Il mare si elevò per circa tre metri entrando in tutte le case della città vecchia, l’innalzamento delle acque determinò il crollo del ponte e subito dopo l’alluvione, per collegare l’isola alla terraferma, fu costruito un ponte di legno provvisorio. L’antico ponte, per meglio proteggere la città dalle frequenti incursioni esterne, era stato fortificato nel 1404 con la costruzione sulla Piazza Grande, ora Piazza Fontana, di una torre e della “Cittadella”, un grosso mastio quadrato cinto di mura e fiancheggiato da due torrioni.
===== Ponte San Francesco Da Paola (o Ponte Girevole) e canale navigabile =====
[[File:Fossato Castello Aragonese 1880.jpg|sinistra|thumb|L'antico ponte di Porta Lecce.]]
[[File:Ponte Girevole (Taranto) 01.jpg|thumb|upright=1.2|Vista dal lato del centro della città, il [[Ponte di San Francesco di Paola|Ponte San Francesco Da Paola]] (detto Ponte Girevole).]]
[[File:Ponte di San Francesco di Paola, Taranto 2007.jpg|miniatura|Vista dal lato del Castello Aragonese (città vecchia), il [[Ponte di San Francesco di Paola|Ponte San Francesco Da Paola]] (detto Ponte Girevole).]]
In diverse epoche i popoli al potere realizzarono nel luogo dell’attuale canale navigabile dei [[Fossato|fossati]] per rafforzare la difesa di quella che era definita “Porta Lecce”. Nel 1481 [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I d'Aragona]], vedendosi minacciato dai Turchi, realizza un canale detto ‘Fosso’, rafforzando le difese della città. [[Filippo II di Spagna|Filippo II]], successivamente, incrementò l’ampiezza del canale e lo rese effettivamente navigabile. Il passaggio tra la Città vecchia e la sponda a Sud era garantito tramite una struttura mobile in legno, ovvero tramite un 'ponte' smontabile in caso di attacco. La scarsa manutenzione, portò ben presto al riempimento di materiale sabbioso del canale. Per la sua riapertura, si deve attendere il 1755, con l’intervento di [[Carlo III di Spagna|Carlo II]]. [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I di Borbone]] migliorò ancora le condizioni del Canale riattivato e nella parte nord fece costruire un ponte, questa volta in muratura, denominandolo “Ponte di Porta Lecce”. Dopo l’[[Unità d'Italia|Unificazione d'Italia]], iniziò lo studio della rada del Mar Piccolo, al fine della costruzione dell’Arsenale della Regia [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]]. Venne valutata l’opportunità di ingrandire il Canale, per consentire il passaggio delle Navi da Guerra, favorendone il riparo nella naturale ansa del [[Golfo di Taranto]]. Pertanto, nel 1885 il vecchio “Ponte di Porta Lecce” fu demolito. Fu realizzato il miglioramento definitivo del Canale Navigabile, portandolo a una lunghezza di 400 metri, una larghezza di circa 70 e una profondità di 12. Fu quindi avviata la costruzione del [[Ponte di San Francesco di Paola|Ponte Girevole]], un’opera di ingegneria meccanica volta a consentire e controllare il passaggio delle grandi navi da guerra e a unire (o all’occorrenza, separare) il borgo antico con il borgo nuovo. Costruito dall’Impresa industriale italiana di costruzioni metalliche di [[Alfredo Cottrau]], su progetto dell'Ing. Messina, era originariamente costituito da un grande arco a sesto ribassato in legno e metallo, diviso in due braccia che giravano indipendentemente l’una dall’altra attorno a un perno verticale posto su uno spallone. Il funzionamento avveniva grazie a [[Turbina|turbine]] idrauliche alimentate da un grande serbatoio posto sul [[Castello Aragonese (Taranto)|Castello Aragonese]]. L’inaugurazione del [[Ponte Girevole|Ponte]] avvenne il 22 maggio 1887, per opera dell’ammiraglio [[Ferdinando Acton]].
Il [[Ponte girevole|Ponte]] e il Canale sono stati oggetto di numerosi [[Restauro|restauri]]. Nel 1957 il funzionamento di tipo 'idraulico' fu sostituito con un funzionamento di tipo elettrico, ma mantenendo di fatto inalterati i principi ingegneristici. Il nuovo ponte fu inaugurato dal presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] il 10 marzo 1958, e venne intitolato a [[Francesco da Paola|San Francesco da Paola]], protettore delle genti di mare.
===== Ponte Punta Penna Pizzone =====
[[File:Aldomoro panorama.jpg|miniatura|Il Ponte Punta Penna, il ponte che divide i seni del Mar Piccolo.]]
Il [[Ponte Punta Penna Pizzone]], conosciuto anche come Ponte [[Aldo Moro]], è la struttura che congiunge Punta Penna con Punta Pizzone, nel punto in cui un restringimento naturale crea i due seni del [[Golfo di Taranto|Mar Piccolo]]. Inaugurato il 30 luglio [[1977]], è lungo 1.909 metri e raggiunge l'altezza di 45 metri sul [[livello del mare]]. Fu realizzato in calcestruzzo precompresso su progetto dell'ing. Giorgio Belloni, e costò all'epoca quasi 26 miliardi di lire per la sola realizzazione, più altri 15 miliardi di lire per l'esecuzione dei lavori di viabilità secondaria. La necessità di questa grande opera di ingegneria sorse alla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]], per sopperire ai problemi derivanti dal crescente traffico veicolare e dall'espansione urbanistica di Taranto. Rappresenta un determinante strumento viario per la città, in quanto permette un rapido collegamento delle periferie più a nord con quelle più a sud, soprattutto durante le procedure di apertura del [[Ponte girevole di Taranto|Ponte Girevole]] per consentire il passaggio delle grandi navi militari, periodo in cui Taranto resta letteralmente divisa in due.
Il ponte, dedicato nel [[2008]] allo statista pugliese prematuramente scomparso [[Aldo Moro]], è tra i più lunghi d'[[Europa]] e il più lungo ponte sull'acqua d'[[Italia]].
==== Edifici Civili e Palazzi Nobiliari ====
[[File:Palazzo del governo - Taranto.jpg|miniatura|Il palazzo del Governo.]]
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* [[Palazzo Amati]]
* [[Palazzo degli Uffici (Taranto)|Palazzo degli Uffici]]
* [[Palazzo Arcivescovile (Taranto)|Palazzo Arcivescovile]]
* Palazzo Baffi
* Palazzo Catapano
* [[Palazzo d'Ayala Valva (borgo antico)|Palazzo d’Ayala Valva (Borgo Antico)]]
* [[Palazzo d'Ayala Valva (borgo nuovo)|Palazzo d’Ayala Valva (Borgo Nuovo)]]
* [[Palazzo de Beaumont Bonelli]]
* [[Palazzo Carducci Artenisio|Palazzo Carducci - Artenisio]]
* [[Palazzo di Città (Taranto)|Palazzo di Città]]
* [[Palazzo Ciura]]
* [[Palazzo D'Aquino|Palazzo D’Aquino]]
* Palazzo D’Amati
* [[Palazzo Delli Ponti]]
* [[Palazzo Fornaro]]
* Palazzo Frisini
* [[Palazzo Galeota]]
* [[Palazzo Galizia]]
* Palazzo Gallo
* [[Palazzo Gennarini]]
* [[Palazzo del Governo (Taranto)|Palazzo del Governo]]
* [[Palazzo Latagliata]]
* [[Palazzo Magnini]]
* Palazzo Mannarini
* Palazzo Monticelli
* [[Palazzo Pantaleo]]
* [[Palazzo delle Poste (Taranto)|Palazzo delle Poste]]
* Palazzo Santacroce
* Palazzo Santamato
* [[Palazzo Savino Amelio]]
* Palazzo Spartera
* Palazzo Stola
* [[Palazzo Troilo]]
* [[Palazzo Ulmo]]
* [[Palazzo Visconti (Taranto)|Palazzo Visconti]]
* Palazzo Zigrino
* [[Torre dell'orologio (Taranto)|Torre dell’Orologio]]
* [[Torre del Gallo (Taranto)|Torre del Gallo]]
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=== Architetture militari ===
==== Castello Aragonese (o Castel Sant'Angelo) ====
[[File:Taranto - Castello Aragonese
[[File:Tower of the Annunziata of the Aragonese Castle in Taranto.jpg|miniatura|Torre dell'Annunziata, [[Castello Aragonese (Taranto)|Castello Aragonese]].]]
[[File:Castello Aragonese Taranto Sunset.jpg|miniatura|Il Castello Aragonese di Taranto al tramonto.]]
Il [[Castello Aragonese (Taranto)|Castel Sant’Angelo]], è ubicato vicino ad un'antica depressione naturale del banco di roccia sopra cui sorge il borgo antico della città e consiste in una ricostruzione [[Corona d'Aragona|Aragonese]] di una precedente fortezza [[normanni|normanno]]-sveva-[[Angioini|angioina]] costruita nello stesso punto, ma avente caratteristiche molto diverse poiché era un tipico castello [[Medioevo|medievale]] con numerose torri alte e sottili costruito sopra una precedente fortificazione [[Bisanzio|bizantina]] che aveva le fondamenta poggiate su strutture risalenti al periodo [[Magna Grecia|greco]] (IV-III secolo a.C.). Il miglioramento dell'[[artiglieria]] nel XV secolo, rese i castelli [[Medioevo|medievali]] obsoleti poiché le loro sottili mura non potevano più resistere contro i cannoni degli attaccanti né permettere il loro uso da parte dei difensori. La conquista di [[Otranto]] da parte dei turchi nel 1480 dimostrò chiaramente che questo tipo di fortificazione era ormai inadeguato. Il [[Sovrani di Napoli|re di Napoli]], [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I d'Aragona]], decise pertanto di rinforzare le difese costiere del reame. In questo contesto, tra il 1487 e il 1492, il [[Castello Aragonese (Taranto)|Castello di Taranto]] fu ricostruito seguendo forse lo specifico progetto del grande [[architetto]] senese [[Francesco di Giorgio Martini|Francesco di Giorgio]]. Il nuovo castello aveva una forma che ricordava vagamente quella di uno scorpione, con cinque torri rotonde ubicate agli spigoli della costruzione. Queste torri più basse e più larghe delle precedenti, ricevettero il nome di San Cristoforo, San Lorenzo e Sant'Angelo per le tre di fronte l'attuale canale navigabile, mentre le due dal lato del borgo antico furono chiamate Annunziata e Bandiera. Torri e mura erano della stessa altezza, 21 metri, e quasi dello stesso spessore, circa 8 metri; tutte le torri avevano un diametro di 18 metri eccetto San Cristoforo che era 10 metri più larga. Verso il Mar Grande, in accordo con il probabile progetto di [[Francesco di Giorgio Martini|Francesco di Giorgio]], fu aggiunto nel 1491, un puntone triangolare, (vero prototipo del bastione del XVI secolo, erroneamente chiamato rivellino), per rinforzare la cortina meridionale e migliorare la capacità di difesa di fiancheggiamento dell'accesso al fossato che fu ampliato sino a collegare il Mar Grande con il Mar Piccolo. Le fortificazioni del XV secolo ebbero elevate qualità estetiche, ma una validità militare piuttosto effimera a causa del rapido progresso dell'[[artiglieria]]. Gli [[Impero spagnolo|spagnoli]], che succedettero agli [[Aragonesi]] nel 1502, ampliarono le piattaforme sommitali per facilitare il movimento e uso dell'[[artiglieria]]. Essi riempirono anche di terra molte delle gallerie intramurali e le casematte superiori delle torri per rinforzarle e per ottenere postazioni per l'artiglieria sulla sommità delle torri. Nonostante gli interventi [[Impero spagnolo|spagnoli]], la fortezza perse progressivamente validità militare e dopo aver avuto un ruolo fondamentale, in numerose battaglie, respingendo in particolare l'assalto turco nel 1594, finì per essere utilizzata come [[prigione]] e come [[caserma]]. Questa diversa utilizzazione ha portato alla frammentazione dei locali interni con la chiusura di passaggi e corridoi. In aggiunta a ciò, le aumentate esigenze residenziali unite al basso costo di intonaco e cemento, hanno portato all'uso massiccio di questi materiali per ricoprire muri e pavimenti allo scopo di migliorare le condizioni igieniche. Il [[Castello Aragonese (Taranto)|castello]], comunque, è rimasto sostanzialmente intatto eccetto che per la torre di Sant'Angelo, demolita nel 1883 per fare posto al [[Ponte di San Francesco di Paola|ponte girevole]]. A partire dal 2003, la [[Marina militare|Marina Militare]], custode del castello dal 1883, ha iniziato il restauro sistematico dell'interno della fortezza con l'intento di riportarla alla configurazione Aragonese e di identificare le precedenti strutture [[Magna Grecia|greche]], [[Impero bizantino|bizantine]], [[Normanni|normanne]], svevo-angioine. Il restauro interno, effettuato dal personale della [[Marina militare|Marina Militare]], sotto la supervisione della locale Sovrintendenza ai beni Architettonici, consiste essenzialmente nella rimozione dell'intonaco e cemento per riportare alla luce le superfici originarie di mura e pavimenti nella riapertura di corridoi, locali e passaggi, per ristabilire la [[permeabilità]] del castello e la funzionalità dei vari elementi difensivi. Durante queste attività sono state scavate grandi quantità di terra in collaborazione con l'Università di Bari, sotto la supervisione della Sovrintendenza ai beni Archeologici, portando alla scoperta di numerosi reperti dei diversi periodi che abbracciano quasi tremila anni di storia.<ref>{{Cita web|url=http://www.castelloaragonesetaranto.com/La%20Storia|titolo=Storia del Castello Aragonese}}</ref>
==== Fortezza de Laclos ====
La [[Forte de Laclos|Fortezza de Laclos]] è una fortificazione fatta edificare sull'[[Isole Cheradi|Isola di San Paolo]] per volontà di [[Napoleone Bonaparte]] alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]]. L'Imperatore la volle per la protezione della città di Taranto, quando decise di farne uno dei suoi avamposti nel [[
==== Monumento al Marinaio ====
[[File:Corso Due Mari.jpg|thumb|upright=1.2|Sulla sinistra, il [[Monumento al Marinaio di Taranto|Monumento al Marinaio]] su Corso Due Mari.]]
Il [[Monumento al Marinaio di Taranto|Monumento al Marinaio]] è uno dei monumenti del Borgo Nuovo della città. Dedicato ai marinai della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare Italiana]], fu realizzato in bronzo sul corso Due Mari dallo scultore Vittorio Di Cobertaldo nel [[1974]], per volontà dell'ammiraglio [[Angelo Iachino]], comandante della flotta di stanza a Taranto durante la [[seconda guerra mondiale]], che volle far dono dell'opera alla città che fu teatro della famosa "[[Notte di Taranto]]". La scultura, che è alta circa sette metri e poggia su un piedistallo, raffigura due marinai nell'atto di salutare le imbarcazioni che si accingono ad attraversare il [[Canale artificiale|canale navigabile]] che collega il [[Golfo di Taranto|Mar Grande]] con il Mar Piccolo, levando verso l'alto il tipico berretto con la mano destra. L'opera si integra con l'antica ringhiera del corso Due Mari sulla quale è impressa una stella a cinque punte e lo stemma della Regia Marina, e vuole esprimere il legame tra la città e i marinai della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]]. Lo scultore che ha realizzato l'ingrandimento dal bozzetto dell'artista Di Cobertaldo, per la realizzazione della fusione in bronzo è stato Paolo Bosio, il lavoro è stato poi fuso nelle Fonderia Catani a [[Roma]], prima di essere trasportato presso il [[porto di Taranto]].
==== Monumento ai Caduti ====
[[File:Monumento ai Caduti in Guerra di Taranto.jpg|miniatura|Monumento ai caduti in Piazza della Vittoria a Taranto.]]
Il [[Monumento ai caduti di Taranto|Monumento ai Caduti]], che troneggia al centro di '''Piazza della Vittoria''', è frutto del lavoro del pittore e scultore tarantino [[Francesco Paolo Como]], che ideò e disegnò questa imponente opera che egli stesso realizzò. La struttura portante, la colonna, è in [[pietra calcarea]] dai colori chiari, e su di essa staccano tre opere bronzee. Sul lato rivolto a Via d’Aquino, la prima scultura che rappresenta due soldati che sorreggono un ferito; sul lato opposto, quello rivolto a Corso Umberto I, un soldato nell’atto di scagliare in volo un’aquila, per questo chiamato ''Aquilifero''; sulla sommità della colonna, infine, un gruppo rappresentante dei soldati con [[Atena]], la dea della guerra nei suoi aspetti più nobili, e [[Vittoria (divinità)|Vittoria]], la dea della vittoria in battaglia. Ai lati due portoni in bronzo, con lavorazione a grata, ai cui lati presentano due colonne squadrate con alla sommità la scultura del capo di due guardie, ricordate anche dalla presenza, come fossero impugnati, di due gladi al centro delle stesse colonne. Il monumento è poi completato da alcune lapidi in cui sono riportati i nomi dei caduti durante la [[prima guerra mondiale]] e un'iscrizione che recita: “Forti nella vita | Epici nella morte | Nella storia eterni | Taranto Madre”. L’opera ebbe la sua inaugurazione nel novembre del 1930, con la presenza di re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], cerimonia alla quale l’autore non poté partecipare in quanto inviso, per il suo impegno repubblicano, alle gerarchie fasciste locali. Il completamento però avvenne, con l’inserimento del gruppo aquilifero dedicato alla Marina Militare, avvenne solo nel 1953.
==== Altre Architetture Militari ====
* [[Arsenale militare marittimo di Taranto|Arsenale Marittimo di Taranto]]
* Monumento ai Caduti sotto i bombardamenti
=== Siti archeologici ===
==== Principali siti archeologici ====
* [[Tempio di Poseidone (Taranto)|Tempio Dorico]]
* Colonna Romana di Porta Lecce
* [[Saturo|Parco Archeologico di Saturo]]
* Parco Archeologico delle Mura Greche
* Parco Archeologico di Collepasso
* [[Parco archeologico delle Mura messapiche|Parco Archeologico delle Mura Messapiche]] ([[Manduria]])
* [[Cripta del Redentore]]
* [[Acquedotto del Triglio]]
* Necropoli (Via Marche)
* Tomba degli Atleti
* Tomba a Camera (Via Crispi)
* Tomba a Camera (Via Acton)
* Tomba a Camera (Piazza Pio XII)
* Tomba a Semicamera (Via Alto Adige)
* Tomba a Quattro Camere (Via Pasubio)
* Santuario (Via Pitagora)
* Frammenti Architettonici (Giardini Caduti sul Lavoro)
* Area Archeologica (Villa Peripato)
* Area Archeologica (Ex Convento di San Domenico)
* Portico e Struttura Muraria (Viale Virgilio)
* Cinta Difensiva (Via Emilia)
* Cinta Difensiva e Necropoli (Zona Solito/Corvisea)
* Mura Greche (Borgo Antico)
* Fornace (Corso Annibale)
* Villa Romana e Necropoli (Circummarpiccolo)
* Villa Romana ([[Saturo]])
* Villa Romana (Viale Virgilio)
==== Tempio Dorico ====
[[File:Temple of Poseidon (Taranto).jpg|miniatura|Colonne del [[Tempio di Poseidone (Taranto)|Tempio Dorico]].]]
Il [[Tempio di Poseidone (Taranto)|Tempio di Poseidone]] (o [[Tempio di Poseidone (Taranto)|Tempio Dorico]]) è un [[tempio]] [[periptero]] di [[ordine dorico]] situato nella odierna piazza Castello nel centro storico di Taranto. Risulta essere il tempio più antico della [[Magna Grecia]]. Le 2 colonne di [[ordine dorico]] rimaste a testimonianza dell'antico tempio magno-greco, più una base con 3 tamburi o [[Rocchio|rocchi]], furono realizzate in carparo locale ricavato dalla stessa [[acropoli]], e rappresentano il lato lungo della "peristasis" del tempio, i cui resti sono stati individuati nel chiostro e nelle cantine del Monastero di San Michele, che fa da sfondo ai ruderi al fianco di [[Palazzo di Città (Taranto)|Palazzo di Città]]. Sono alte ciascuna 8,47 metri, con un diametro di 2,05 metri e un interasse di 3,72 metri: dall'osservazione dell'area della "peristasis" e dal calcolo del rapporto tra la sua ampiezza e l'interasse, si suppone che il tempio avesse il fronte rivolto verso il canale navigabile, e che fosse costituito da 6 colonne sui lati corti e da 13 sui lati lunghi. Sia il profilo del [[capitello]] sia i "rocchi", molto bassi e sovrapposti senza un perno centrale, fanno risalire i manufatti agli inizi del [[V secolo a.C.]] Tuttavia, la presenza di una piccola fossa vicino alle colonne, nonché le tracce presenti ai bordi della stessa, fanno pensare all'esistenza di una pavimentazione e di un'alzata in legno appartenenti a un primo edificio di culto, in mattoni crudi e materiale deperibile, costruito alla fine dell'[[VIII secolo a.C.]] dai primi coloni [[sparta]]ni. I ruderi del tempio erano inglobati nella chiesa della SS. Trinità, nel cortile dell'oratorio dei Trinitari, nella casa Mastronuzzi e nel convento dei Celestini. Nel [[1700]] erano ancora visibili dieci spezzoni di colonne, ma furono rimossi e andarono dispersi durante il rifacimento del convento nel [[1729]]. Verso la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]], l'archeologo [[Luigi Viola]] ne studiò i resti e attribuì il tempio al culto di [[Poseidone]], ma esso è più probabilmente da mettere in relazione con le divinità femminili di [[Artemide]], [[Persefone]] o [[Era (mitologia)|Hera]].
==== Parco Archeologico di Saturo ====
[[File:Parco Archeologico Promontorio Saturo Vista Aerea 02.jpg|miniatura|[[Saturo|Parco Archeologico di Saturo]], vista dall'alto.]]
Il [[Saturo|Parco Archeologico di Saturo]], di notevole valenza storica e archeologica, con reperti che vanno dal [[Neolitico]] avanzato alla [[Antica Grecia|civiltà greca]] e [[Civiltà romana|romana]], è situato nell'omonima località in provincia di Taranto, la quale deve il suo nome alla leggenda che narra di come [[Taras (mitologia)|Taras]], figlio di [[Poseidone]], nel 2000 a.C. fondò questo insediamento dedicandolo alla madre, la ninfa Satyria. Il Parco si estende su un promontorio di grande interesse storico, naturalistico e paesaggistico, luogo di approdo degli [[Sparta]]ni che nel 706 a.C., guidati da [[Falanto]] fondarono la città di Taranto facendone la più grande [[Polis]] della [[Magna Grecia]]. Nel Parco è possibile visitare i Villaggi dell'[[Età del bronzo|Età del Bronzo]] e del [[Età del ferro|Ferro]], l'[[Acropoli]] con i resti di un santuario greco dedicato alla dea [[Atena]], e una splendida villa costiera [[Villa romana|romana]] di epoca [[Impero romano|imperiale]], con camere residenziali, pavimenti musivi originali e ambienti termali. Di particolare interesse anche la cisterna romana, le cave antiche, le strutture murarie sommerse, la torre di avvistamento del XV secolo e le varie costruzioni realizzate durante la [[seconda guerra mondiale]].
==== Parco Archeologico di Collepasso ====
L’area di Collepasso, ad ovest dell’omonima masseria, corrisponde al settore nord-orientale del centro antico, che coincide ancora oggi con un quartiere periferico di recente urbanizzazione: si tratta di una vera e propria “isola” risparmiata dall’invadente espansione edilizia in quanto area demaniale, per altro contigua a zone militari. Nel corso della campagna di scavo effettuata nel 1987, furono messi in luce i resti del circuito murario di [[età greca]] (V secolo a.C.), che proteggeva l’abitato verso est e che raggiungeva, in questo tratto, la costa del Mar Piccolo. Le mura, conservate oggi a livello di fondazione, erano costruite con blocchi di [[carparo]], a doppio paramento, con setti trasversali di collegamento ed [[emplekton]] (riempimento) interno, In alcuni settori si conserva anche un’assise relativa allo spiccato, messa in opera con blocchi sistemati per testa lungo la linea di [[euthynteria]] (linea per l’allineamento) tracciata sul filare di fondazione. Nella stessa zona, verso l’interno della città, sono conservati diversi nuclei di sepolture inquadrabili fra la fine del V e i primi decenni del IV secolo a.C. Si tratta di tombe con prevalente orientamento nord-sud, di tipologia varia (a sarcofago, a fossa ricavata nel banco di roccia, a fossa parzialmente rivestita di lastre calcaree), quasi sempre con controfossa. La frequentazione di [[Età Romana|età romana]] è documentata dalla presenza di una strada che attraversava perpendicolarmente le mura. Oltrepassando via C. Battisti. immediatamente alle spalle del Campo Mazzola, sono visibili altri resti del circuito murario, meglio noti come le mura di Solito-Corvisea, messe in luce fra il 1970 e il 1973.
==== Necropoli greco-romane ====
Lo studio delle [[necropoli]] scoperte nella città ha fornito agli [[archeologo|archeologi]] una grande quantità di informazioni sulla [[società (sociologia)|società]], sulla [[cultura]], sull'[[arte]] e sul [[lavoro]] degli antichi popoli del [[Antichità classica|periodo greco-romano]].<ref>{{Cita web|url=http://www.museotaranto.it/taranto_antica.htm|titolo=Museo Nazionale Archeologico di Taranto, i siti e le aree archeologiche|accesso=07 maggio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090803141226/http://www.museotaranto.it/taranto_antica.htmì}}</ref><br/>
I resti ritrovati, testimoniano la presenza di veri e propri [[funerale|rituali funerari]]: le [[sepoltura|sepolture]] avvenivano per inumazione, cioè seppellendo i defunti in posizione [[feto|fetale]], ma anche mediante [[cremazione]], cioè bruciando i corpi dei defunti e conservandone le [[cenere|ceneri]] in un'urna.<br/>
All'interno delle [[tomba|tombe]] veniva deposto il corredo funerario, solitamente legato alla vita quotidiana dell'individuo, pertanto le stesse venivano corredate con utensili, vivande e gioielli, nel tentativo di imitare la casa del defunto.
Nelle
* le "tombe a camera" e le "tombe a semicamera", adottate dalle famiglie aristocratiche, collocate all'incrocio di due vie per essere facilmente individuabili;
* le "tombe a fossa", adottate dalle famiglie plebee, scavate nella [[roccia]] e chiuse da un masso.
==== Tomba degli Atleti ====
[[File:Nekropole (Taranto) - Via Crispi.jpg|thumb|upright|La Tomba degli Atleti]]
All’angolo tra via Pitagora e via Crispi è visibile una grande [[tomba a camera]], posta in prossimità degli assi viari principali del tessuto urbano [[Magna Grecia|greco]] e ritenuta uno dei più importanti monumenti dell’architettura funeraria tarantina di [[Medioevo ellenico|età arcaica]] (fine VI – inizi V sec. a.C.). A pianta quadrangolare e interamente costruita e pavimentata in blocchi regolari di [[carparo]], la struttura presentava una copertura originaria con lastroni e [[Architrave|architravi]], anch’essi in carparo, sostenuti da due [[Ordine dorico|colonne doriche]], allineate al centro del vano. Lo spazio interno risulta organizzato sul modello dell’andròn, la sala da banchetto riservata agli uomini nella casa greca arcaica: i sette [[Sarcofago|sarcofagi]], uno dei quali mai utilizzato, sono disposti – come i letti conviviali (le klinai) – lungo le pareti. Nello spazio centrale sono presenti copie del ricco corredo di accompagnamento, posizionato all’esterno e all’interno dei [[Sarcofago|sarcofagi]]. Gli oggetti, come anche la struttura tombale, alludono agli aspetti rappresentativi della cultura [[Aristocrazia|aristocratica]] tarantina: l’atletismo e il [[simposio]]. Particolare rilievo è riservato, al centro della camera funeraria, all’[[anfora panatenaica]], premio tributato agli atleti vincitori nel corso delle gare che caratterizzavano le feste celebrate ad [[Atene]] in onore della dea [[Atena]]. Questo straordinario monumento funerario costituisce, quindi, – per dimensioni, impianto e corredo – un’evidente testimonianza dell’alto livello sociale di appartenenza degli individui sepolti, uniti in vita – come in morte – da affinità politiche, culturali e ideologiche.
====
La [[Cripta del Redentore]] (o della Madonna della Grotta) è una chiesa rupestre ipogea situata nella città di Taranto. Originariamente era un'antica tomba a camera romana di età imperiale situata in via Terni, collegata con un antico pozzo d'acqua sorgiva. La [[grotta]] di forma circolare del diametro di circa otto metri, le cui pareti sono decorate da affreschi di grande valore artistico risalenti agli inizi del [[XII secolo]]. La cripta faceva parte della Chiesa di Santa Maria di Murivetere, chiusa al culto nel [[1578]] da monsignor [[Lelio Brancaccio (arcivescovo)|Lelio Brancaccio]]. La tradizione infatti afferma che nella cripta si celebrò il primo culto cristiano secondo la liturgia [[Bizantini|bizantina]]. Nel XII secolo fu corredata da affreschi di notevole bellezza tra cui il ''Cristo Pantocratore tra san Giovanni e la Vergine'' nell'abside, e sulle pareti laterali sono decorate con figure di santi ''[[San Basilio]]'', ''[[Sant'Euplio|Sant'Euplo]]'' e ''[[San Biagio]]''.
==== Ipogei ====
<ref>{{Cita web|url=https://www.nobilissimataranto.it/gli-ipogei/|titolo=Nobilissima Taranto {{!}} Gli Ipogei|accesso=24 aprile 2020|dataarchivio=9 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200809202938/https://www.nobilissimataranto.it/gli-ipogei/|urlmorto=sì}}</ref>
{{div col|3}}
* Ipogeo Chiostro [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Taranto)|San Domenico]]
* Ipogeo di Largo San Martino
* Ipogeo di Vicoletto Galeone
* Ipogeo di Palazzo Di Stani
* Ipogei di Piazza Castello
* Ipogeo di [[Palazzo Calò]]
* Ipogeo di Vico Calò
* Ipogeo di Palazzo Catapano
* Ipogeo di Piazzetta San Francesco
* Ipogeo di Via San Francesco
* Ipogeo di Palazzo Monticelli
* Ipogeo di Palazzo Baffi
* Ipogeo di Palazzo Santamato
* Ipogeo di Palazzo Stola
* Ipogeo di [[Palazzo Galeota]]
* Ipogeo di [[Palazzo Gennarini]]
* Ipogeo de Beaumont - Bellacicco
* Basilichetta Funeraria Ipogea - [[Palazzo Delli Ponti]]
* Ipogeo Marinelli - Largo Gennarini
* Ipogeo di [[Palazzo Delli Ponti]]
* Ipogeo di Via Duomo, angolo Largo Gennarini
* Ipogeo di [[Palazzo Fornaro]]
* Ipogeo di Palazzo Gallo - Nardoni
* Ipogeo di Sant’Andrea degli Armeni
* Ipogeo della Capitaneria di Porto
* Ipogeo di Palazzo Arco Paisiello
* Ipogeo di Palazzo Mannarini
* Ipogeo Giudetti
* Ipogeo del [[Museo diocesano (Taranto)|Museo Diocesano]]
* Ipogeo di [[Palazzo Amati]]
* Ipogeo di [[Palazzo Ciura]]
* Ipogeo di Palazzo Spartera
* Ipogeo del Bastione Carducci
* Ipogeo di [[Palazzo Ulmo]]
* Ipogeo Danese
* Ipogeo di [[Palazzo Galizia]]
* Ipogeo di Via Pentite, angolo Via Cava
* Ipogei di Via Cava
* Ipogeo di Vico Vigile
* Frantoio Normanno
* Frantoio di Via Cava
* Frantoio Medioevale
* Fornace Medioevale
* Cantiere Maggese
* Ipogeo Osservatorio Meteorologico e Geofisico Luigi Ferrajolo
* Ipogeo di Palazzo Zigrino
* Ambiente Rupestre - Vico Vigile
* Ipogeo di Via Cavour al Borgo
* Ipogeo di [[Palazzo D'Aquino|Palazzo D’Aquino]]
* Ipogeo di Arco Madonna del Pozzo
* Ipogeo dell’Istituto San Luigi
{{div col end}}
[[File:Ipogeodebeaumontbellacicco2.jpg|thumb|upright|La Sala Persefone nel Museo Spartano di Taranto (Ipogeo Bellacicco).]]
=== Aree naturali ===
==== Giardini Peripato ====
==== Riserva Naturale Regionale
La [[Riserva naturale regionale orientata Palude La Vela|Palude "La Vela"]] è un'area naturale protetta di proprietà demaniale a valenza naturalistico-ambientale situata sulle sponde del
L'ambiente è prevalentemente di tipo palustre, con canneto e [[macchia mediterranea]], ampi acquitrini e zone periodicamente sommerse. L'avifauna è caratterizzata da una colonia stanziale di [[airone|aironi]] cinerini, ma durante i mesi invernali la popolazione aumenta sensibilmente per numero e per specie: si segnalano infatti [[Grus grus|gru]], [[cicogna|cicogne]], [[fenicottero|fenicotteri]], [[volpoca|volpoche]], [[falco pescatore]]. Altri uccelli sia lacustri quali cigni reali, germani reali, folaghe, gabbiani reali e cormorani sia boschivi quali corvi, gazze, picchi, scriccioli, ghiandaie e i numerosi uccelli rapaci ne fanno un luogo perfetto per il ''birdwatching''. I rettili come la tartaruga palustre, il cervone e la vipera sono comuni così come gli anfibi. I mammiferi sono costituiti da esemplari di roditori quali il topo quercino, l'arvicola, gli scoiattoli e le istrici e da altri animali quali volpi, faine, tassi, ricci e cinghiali.
La flora presenta ampi [[salicornieti]], [[orchidea|orchidee]] spontanee e pinete di [[Pinus halepensis|pino d'Aleppo]].
L'oasi funge principalmente da centro di irradiamento dell'avifauna che colonizza gradatamente le aree circostanti, ed è gestita dal [[WWF]] di Taranto, che svolge attività di divulgazione, monitoraggio e anti-bracconaggio.
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=== Altro ===
==== Il mito di Falanto ====
Sul lungomare del Borgo Antico, un pannello in ceramica di {{M|140|u=m²}} raffigura la leggenda della colonizzazione greca e della successiva nascita di Taranto. L'opera realizzata dell'artista Silvana Galeone su progetto del Centro Culturale Filonide, si ispira al mito dell'eroe spartano [[Falanto]] e al responso dell'[[Oracolo di Delfi]] da lui interpellato, il quale sentenziò: «Quando vedrai piovere dal ciel sereno, conquisterai territorio e città». Falanto, vedendo piangere sua moglie Ethra, il cui nome in greco vuol dire "cielo sereno", ritenne che l'oracolo si fosse avverato, e si accinse a fondare la sua città a cui diede il nome di Saturo, località ancora esistente a pochi chilometri dalla città.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Taranto}}
''[[La Voce del popolo (quotidiano)|La Voce del Popolo]]'' del 7 settembre [[1941]] pubblicò un articolo sulla natalità nel quale si annoverava la città tra quelle più prolifiche. Veniva a tal proposito ricordata Addolorata Sangermano in Boccuni, che aveva dato alla luce il suo diciassettesimo figlio. Qualche anno prima, nel [[1937]], Taranto era balzata agli onori della cronaca grazie al parto plurimo di quattro gemelli di Maria Nardelli in Cardellicchio.<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.taranto.it/citta/korai.asp|titolo=Le donne di Taranto|accesso=2009-04-29|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081119040745/http://www.comune.taranto.it/citta/korai.asp}}</ref>
Nel 1993 la frazione di [[Statte]] diventa comune autonomo (lo stesso era successo per l'ex frazione di [[Crispiano]], diventata comune autonomo nel 1919), sottraendo così circa {{formatnum:14000}} residenti al comune di Taranto.
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2024 la popolazione straniera era di 6079 persone, pari al 2,85% dei residenti.<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera|accesso=26 luglio 2025}}</ref> Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=26 luglio 2025}}</ref>
* [[Romania]] 915
* [[Nigeria]] 642
* [[Cina]] 331
* [[Sri Lanka]] 317
* [[Bangladesh]] 306
* [[Ucraina]] 296
* [[Georgia]] 235
* [[Gambia]] 194
* [[Senegal]] 182
* [[Pakistan]] 181
==== Lingue e dialetti ====
{{vedi anche|Dialetto tarantino}}
[[File:Composizione etimologia del dialetto tarantino.jpg|thumb|upright|Predominanza dell'influenza della lingua greca nel dialetto tarantino secondo il ''Vocabolario dei dialetti salentini'' di [[Gerhard Rohlfs (filologo)|Gerhard Rohlfs]].]]
Il [[dialetto tarantino]] affonda le sue origini nell'antichità, quando il territorio era abitato dalle popolazioni [[messapi]]che. La colonizzazione dei [[Antica Grecia|Greci]] che vide affiorare [[Taras (città antica)|Taras]], non solo come città più importante della [[Magna Grecia]], ma anche come centro culturale, poetico e teatrale, ha lasciato un notevole [[Sostrato (linguistica)|sostrato]] linguistico, sia dal punto di vista lessicale sia morfo-sintattico, nonché un particolarissimo accento che secondo gli studiosi doveva corrispondere all'antica cadenza [[dori]]ca. Questi influssi sono ancora oggi notabili in parole di [[Lingua greca antica|origine greca]].
Nel corso dei secoli, la sovrapposizione al greco della [[lingua latina]] ha dato vista, durante il [[Medioevo]], al vernacolo [[Lingue italo-romanze|italoromanzo]] della città il quale,<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Battista Gagliardo|titolo=Descrizione topografica di Taranto|città=Napoli|editore=presso Angelo Trani|anno=1811|url=https://archive.org/stream/descrizionetopog00gagl#page/18/mode/2up|p=19|via=Internet Archive}}</ref> come qualsiasi altro idioma, ha incorporato influenze di [[superstrato]] derivanti, oltre che dal resto delle continuità italoromanze, anche da altre continuità linguistiche [[Lingue romanze|neolatine]] (come quelle [[lingue gallo-romanze|galloromanze]] ed [[lingue ibero-romanze|iberomanze]]) e non romanze (principalmente [[Lingua greca bizantina|greco-bizantine]]).<ref>{{Treccani|dialetti-meridionali_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29|Meridionali, dialetti|autore=Francesco Avolio|anno=2011}}</ref>
Nella zona di Talsano, borgata a sud-est di Taranto, passa il confine fra i dialetti pugliesi settentrionali e quelli meridionali a cui appartengono i dialetti del [[Salento]]. Infatti è parlato qui il dialetto talsanese, che si differenzia per cadenza e pronuncia dal dialetto tarantino (v. classifica di Gerhard Rohlfs). Attualmente le differenze sono meno avvertibili, dato il notevole influsso esercitato dal tarantino cittadino, ma comunque rimane il dialetto simbolo di questa borgata. Discorso a parte merita l'isola amministrativa tarantina, sita tra i comuni di [[Faggiano]], [[Pulsano]], [[Fragagnano]] e [[Lizzano]], dove viene parlato il [[dialetto salentino]] propriamente detto di variante [[Dialetto brindisino|brindisina]] e [[Dialetto leccese|leccese]].
=== Tradizioni e folclore ===
==== I riti della Settimana Santa ====
[[File:Misteri-Prozession (Taranto) - Wasserall.jpg|thumb|upright|La [[
[[File:Misteri Prozession (Taranto) - toter Jesus.jpg|miniatura|Cristo morto Taranto]]
[[File:Misteri-Prozession (Taranto) - Kreuz der Misteri.jpg|miniatura|Croce dei misteri Taranto]]
I riti della [[Settimana Santa di Taranto]] rappresentano uno degli eventi più importanti che si svolgono nella città a partire dalla [[Domenica delle Palme]].
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Il ricavato dell'asta viene devoluto nel corso dell'anno in favore di iniziative benefiche e per la gestione stessa della Confraternita.
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
La città di Taranto ha da sempre rappresentato un avamposto di importanza strategica delle [[Forze armate italiane]], in particolare della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare Italiana]], prima della [[Regia Marina]], e in minor parte dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]]. Attualmente la città ospita:
* Comando Stazione Navale;
* Comando Marittimo Sud della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* [[Arsenale militare marittimo di Taranto]];
* Comando Seconda Divisione Navale dipendente dal [[CINCNAV|Comando in capo della Squadra navale]];
* Comando Flottiglia sommergibili;
* Centro Ospedaliero militare "M.O. Venticinque" della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* Direzione di Amministrazione e Commissariato della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* Centro Addestramento Aeronavale della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]]: prepara gli equipaggi delle navi militari;
* Direzione di Munizionamento della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* Scuola [[Gradi e qualifiche della Marina Militare|Sottufficiali]] della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* Direzione Selezione Volontari in ferma prefissata della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* [[MARISTAER Grottaglie|Stazione Aeromobili Marina Militare]], presso l'aeroporto militare "[[Marcello Arlotta]]" di [[Grottaglie]] (TA). La base ospita gli aeromobili ad ala fissa [[STOVL]] [[McDonnell Douglas-BAe AV-8B Harrier II|AV-8B Harrier II]] imbarcati sulla [[Cavour (C 550)|portaerei Cavour]] e gli [[Elicottero|elicotteri]] [[Agusta-Bell AB 212 ASW|AB 212 ASW]], [[NH90|SH 90]] ed [[AgustaWestland AW101|EH 101]].
* Centro di programmazione della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]];
* Centro periferico telecomunicazioni
* Comando zona fari e segnalamenti marittimi;
* Direzione Genio Militare della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]] di Taranto;
* Scuola Volontari Truppa dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]].
=== Qualità della vita ===
==== Il problema dell'inquinamento ====
Il problema dell'inquinamento in città è particolarmente sentito a causa dei veleni emessi delle industrie del suo territorio,<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_21/fumo_diossina_3e4495ce-9f40-11dd-b0d4-00144f02aabc.shtml|titolo=A 13 anni ha il tumore da fumo: "È la diossina"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=21 ottobre 2008|accesso=07 maggio 2009}}</ref> e con un tasso tumorale ben più alto rispetto alla media nazionale.<ref>{{Cita web|url=http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/27651.html|titolo=Tumori e inquinamento ecco i dati record di Taranto|accesso=07 maggio 2009}}</ref>
Per quanto riguarda la [[diossina]], si diffonderebbe su una vasta area geografica, a seconda dei venti, in particolare tramite un camino dell'impianto di agglomerazione alto 210 metri dell'[[Ilva]].
Gli impianti dell'Ilva emettevano nel [[2002]] il 30,6% del totale di diossina italiano, ma secondo le associazioni ambientaliste, la percentuale sarebbe salita nel [[2005]] al 90,3%, contestualmente allo spostamento in loco delle lavorazioni "a caldo" dallo stabilimento di Genova.<ref>{{Cita news|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/La-Puglia-dei-veleni/1554209|titolo=La Puglia dei veleni|pubblicazione=[[L'Espresso]]|
Nel [[2007]] nasce il comitato cittadino "Taranto Futura", con l'obiettivo di stimolare la classe politica
Nel marzo [[2008]] l'associazione [[Peacelink]] commissiona delle analisi e viene riscontrato in un formaggio pecorino locale una forte contaminazione da diossina.
Nel dicembre [[2008]], la Regione Puglia approva a maggioranza una legge regionale contro le diossine. La norma impone limiti alle emissioni industriali a partire da aprile [[2009]]: l'Ilva, come le altre aziende, dovrà scendere a 0,4 nanogrammi per
Il 28 novembre 2009 il Comitato "Alta Marea contro l'inquinamento" organizza una grande manifestazione (replica della precedente che si ebbe l'anno prima, il 29 novembre [[2008]]) contro l'inquinamento alla quale partecipano circa {{formatnum:20000}} cittadini.
Il 7 agosto [[2012]] il tribunale del Riesame di Taranto conferma il provvedimento di sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva predisposto dal gip di Taranto Patrizia Todisco, sequestro vincolato alla messa a norma dell'impianto. Conferma inoltre gli arresti domiciliari per Emilio Riva, per suo figlio Nicola e per l'ex dirigente dello stabilimento Luigi Capogrosso. «Chi gestiva e gestisce l'Ilva, ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza», scriveva il gip di Taranto Patrizia Todisco.
Il 31 maggio 2021 la Corte d'Assise di Taranto emette la sentenza del processo denominato "Ambiente svenduto" con una serie di condanne,<ref name="ilsole24ore_ambientesvenduto">{{Cita news|autore=Domenico Palmiotti|url=https://www.ilsole24ore.com/art/ex-ilva-taranto-arrivano-maxi-condanne-inquinamento-ambientale-AEGDE7M|titolo=Sentenza ex Ilva: 22 e 20 anni per Fabio e Nicola Riva, 3 anni e mezzo a Vendola|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|data=31 maggio 2021|accesso=08 ottobre 2021}}</ref> tra le quali le più importanti sono state:
Fabio Riva è stato condannato a 22 anni di reclusione, mentre a Nicola Riva sono stati inflitti 20 anni. A Girolamo Archinà, sono stati inflitti 21 anni e 6 mesi. Nichi Vendola ha ricevuto una pena di 3 anni e 6 mesi. L’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, è stato condannato a 3 anni. A Capogrosso 21 anni, 17 anni a Liberti.
Oltre alla confisca dell’area a caldo e di 2,1 miliardi di euro a Ilva in Amministrazione straordinaria.<ref name="gxt_ambientesvenduto">{{Cita web|url=https://www.giustiziapertaranto.org/2021/05/31/ambiente-svenduto-tutti-condannati-associazioni-presidiano-la-sentenza|titolo=Ambiente Svenduto: tutti condannati! Associazioni presidiano la sentenza|data=31 maggio 2021|accesso=08 ottobre 2021}}</ref>
== Cultura ==
=== Gli atleti di Taranto
Tra il [[VI secolo a.C.|VI]]
Nel momento in cui i [[Giochi olimpici antichi|Giochi
Testimonianza fondamentale delle vittorie ai Giochi di Olimpia è anche il famoso [[Atleta di Taranto]], il cui sarcofago è esposto nel [[Museo nazionale archeologico di Taranto]].
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Nel [[Ginnasio]] tarantino, infatti, la gioventù si esercitava a corpo nudo e si allenava nelle varie specialità sportive.
Dopo quelli di [[Crotone]] e di [[Siracusa]], gli atleti di Taranto furono tra i più rinomati della Magna Grecia.<ref>{{Cita web|url=http://lasferza.myblog.it/archive/2008/10/20/taranto-olimpica-l-ideologia-dell-agonismo-in-eta-greca.html|titolo=Taranto olimpica. L'ideologia dell'agonismo in età greca|accesso=
{| class="wikitable" style="margin:auto;clear:both;"
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! Olimpiade || Anno || Atleta || Specialità
|-
| 63ª Olimpiade || 520 a.C. || [[Anoco di Taranto|Anoco]]
|-
|rowspan="2"| 65ª Olimpiade ||rowspan="2"| 512 a.C. || Adamanto || Corsa Stadio
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=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
;[[Biblioteca civica
:150.000 unità bibliografiche di argomenti vari e storia locale.<br />Sezione "Rari" con 33 manoscritti, 4 incunaboli, circa 300 cinquecentine, numerose opere del [[XVII secolo|seicento]], del [[XVIII secolo|settecento]] e dell'[[XIX secolo|ottocento]], e 4 pergamene.<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.taranto.it/biblioteca/biblioteca.htm|
[[File:Bestat taranto.jpg|miniatura|Biblioteca Acclavio]]
;Biblioteca arcivescovile "Monsignor Capecelatro"
:25.000 volumi di argomento storico, teologico, filosofico
Riga 482 ⟶ 624:
;Biblioteca Marina Militare
:16.325 volumi di argomenti relativi alle forze armate
:
:14.000 volumi di vario argomento
;Archivio di Stato
:35.000 tra volumi, pergamene, opuscoli di storia della città di Taranto
Riga 489 ⟶ 631:
:atti amministrativi prodotti dalle Direzioni del Comune di Taranto
;Centro di Documentazione Educativa
:850 tra volumi
;Museo "Bios Taras"
:50 volumi di argomento scientifico, storico e naturale
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==== Ricerca ====
===== Istituto Sperimentale Talassografico Attilio Cerruti =====
[[File:Taranto Istituto Sperimentale Talassografico Attilio Cerruti Pittura Su Vetro.jpg|thumb|upright|Pittura su vetro nella tromba delle scale.]]
Nato nel [[1914]] come "Laboratorio Demaniale di Biologia Marina" per la ricerca applicata alla molluschicoltura, l'Istituto Sperimentale Talassografico "Attilio Cerruti" ha sede in via Roma, ed è intitolato al suo fondatore per i meriti acquisiti in campo scientifico. [[Attilio Cerruti]] incrementò notevolmente l'attività scientifica e il patrimonio del laboratorio, ospitato in due vani concessi dal Comune fino al trasferimento presso la sede attuale, costruita nel [[1932]] in stile rinascimentale. Entrato a far parte definitivamente del [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]] nel [[1977]], afferisce al [[Comitato Nazionale per le Scienze e le Tecnologie dell'Ambiente e dell'Habitat]].
La sede dell'istituto è all'interno di un parco in prossimità del canale navigabile, quindi in una posizione privilegiata per l'accesso al
I suoi principali campi di ricerca sono:
* Cicli biochimici nel
* L'impatto degli inquinanti con l'ecosistema marino;
* Controllo e recupero ambientale;
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* Coltura delle [[alghe]] a fini energetici.
Sono annessi all'istituto un [[museo]] e una [[biblioteca]]: il museo contiene una collezione di circa 3.000 reperti riferiti alla vita del mare e alla ricerca, alcuni risalenti al [[XIX secolo]], mentre la biblioteca è dotata di un'emeroteca con 180 periodici nazionali e 600 riviste internazionali, nonché 1.650 volumi e una ricca collezione di estratti e monografie.
===== Fondazione Marittima Ammiraglio Michelagnoli =====
La [[Fondazione Marittima Ammiraglio Michelagnoli|Fondazione Marittima "Alessandro Michelagnoli"]] si prefigge lo scopo di favorire la cultura umanistica, scientifica e tecnica del mondo del mare e valorizzare e promuovere la ricerca marina. Nata il 12 maggio [[1989]] con il patrocinio della Marina Militare Italiana, ha sede in corso Umberto al civico 147, ed è intitolata all'ammiraglio tarantino Alessandro Michelagnoli, che contribuì dopo la [[seconda guerra mondiale]] alla rinascita della Marina e ne ricoprì negli [[anni 1960|anni sessanta]] il massimo incarico di Capo di Stato Maggiore.
La fondazione opera d'intesa con organismi universitari e della ricerca nazionali e regionali, tra cui il [[Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare]]
==== Scuole ====
La città è sede anche di numerosi licei, istituti e biblioteche. I primi furono il Liceo Ginnasio "[[Archita]]" del [[1872]], l'Istituto Tecnico Commerciale "[[Pitagora]]" del [[1910]], il Liceo Scientifico "[[Giuseppe Battaglini]]", l'[[Istituto tecnico per attività sociali]] "[[Maria Pia di Savoia]]", entrambi del [[1927]], l'Istituto Salesiano "[[Don Bosco]]" del [[1935]], l'Istituto Superiore di Studi Musicali "Giovanni Paisiello" [[1929]]
Il Liceo "Archita" fu istituito inizialmente come collegio maschile per ragazzi di buona famiglia, mentre l'Istituto "Maria Pia di Savoia" nacque come scuola privata di avviamento professionale per la donna.
L'Istituto Salesiano "[[Don Bosco]]" di Taranto ha la sua fondazione nel [[1935]], comprendeva la scuola media, il liceo classico e il liceo scientifico. Nel [[1963]] ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della Medaglia d'Oro conferita dal Presidente della Repubblica [[Antonio Segni|Segni]] su proposta del [[Ministero della pubblica istruzione]].
Nel [[2004]] viene chiuso il liceo classico, nel [[2011]] viene chiusa la scuola media e nel [[2013]] viene chiuso il liceo scientifico.
Nella città ha sede anche il Liceo
Nel [[
==== Università ====
La città è sede di corsi di laurea
[[Università degli Studi di Bari]] (Dipartimento Jonico in "Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture"):
* [[Facoltà di medicina|Medicina e Chirurgia]], [[Giurisprudenza]], [[Economia]], Scienze e Gestione delle Attività Marittime, Strategie di Impresa e Management
[[Politecnico di Bari]] (Centro Interdipartimentale "Magna Grecia"):
* [[Ingegneria aerospaziale|Ingegneria dei Sistemi Aerospaziali]], [[Ingegneria ambientale|Civile e Ambientale]].
A Taranto vi sono anche le sedi decentrate della:
* [[LUMSA - Libera università Maria SS. Assunta]] di [[Roma]];
* [[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di [[Milano]].
==== Conservatorio ====
Presente da circa un secolo, l'Istituto Superiore di Studi Musicali "G. Paisiello" è stato recentemente statalizzato e trasformato in [[Conservatorio Statale di Musica "Giovanni Paisiello"]]. È situato nel settecentesco ex-Monastero di San Michele (detto "delle Cappuccinelle") presso il borgo antico di Taranto, su via Duomo al numero civico 276. Il conservatorio offre una didattica vasta con: corsi preparatori, corsi propedeutici, corsi accademici di primo e secondo livello.
==== Musei ====
===== Museo archeologico nazionale =====
Il [[Museo archeologico nazionale di Taranto]], identificato anche dall'acronimo "MArTA", è un importante [[museo]] [[archeologia|archeologico]] dove è esposta, tra l'altro, una delle più importanti collezioni di manufatti dell'epoca della [[Magna Grecia]],<ref>{{Cita news|autore=Giovanni Di Meo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/21/cosi-taranto-riscopre-gli-ori-della-magna.html|titolo=Così Taranto riscopre gli ori della Magna Grecia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=21 dicembre 2007|accesso=2009-04-30}}</ref> tra cui i famosi [[Ori di Taranto]]. Il museo, sito in corso Umberto I, è stato fondato nel [[1887]] e occupa la sede dell'ex convento di San Pasquale di Baylon, edificato nel [[XVIII secolo]]. L'archeologo [[Luigi Viola]] voleva farne un Museo della Magna Grecia, ma esso è sempre stato dedicato, principalmente, alla documentazione archeologica di Taranto e del resto della Puglia.
Il museo consta di dieci sale al primo piano e di quindici sale al secondo, che hanno permesso di realizzare un percorso espositivo cronologico a partire dalla fase neolitica del territorio tarantino, per arrivare all'età bizantina, passando per la colonizzazione greca, la civiltà romana e la città tardoantica. In una delle sale è custodita anche la tomba dell'[[Atleta di Taranto]].
<gallery mode="packed" heights=180>
Museo archeologico nazionale di Taranto - MArTA.jpg|Il MArTA di Taranto: vista da Corso Umberto.
Taranto - MArTA - Orfeo e le sirene - 2.jpg|Statua di Orfeo, parte del gruppo scultoreo di Orfeo e le sirene, IV sec. a.C.
Mosaic of Pantera with Goat in Museo archeologico nazionale (Taranto).jpg|Mosaico di Pantera con Capra
Taranto - MArTA - Zeus di Ugento.jpg|Statua in bronzo di Zeus, detta "Zeus di Ugento", intorno al 530 a.C.
</gallery>
===== Altri musei =====
* [[Museo etnografico Alfredo Majorano]]
* [[
* [[Museo spartano|Museo Spartano]] di Taranto
* [[Museo diocesano (Taranto)|Museo diocesano di Taranto]]
* [[Pinacoteca San Pasquale (Taranto)]]
* Museo del Sottosuolo
* [[Museo di Storia Naturale BIOS TARAS]]
* Treno storico presso il [[Deposito locomotive di Taranto]]
* Museo meteorologico "Luigi Ferrajolo"
* Museo della civiltà contadina<ref>{{Cita web|url=https://old.comune.taranto.it/index.php/elenco-taranto/monumenti-e-luoghi-di-interesse/musei|titolo=MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA "PAPALE"}}</ref>
* Centro euromediterraneo del mare e dei cetacei<ref>{{Cita web|url=https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187878-d19122096-Reviews-KETOS_centro_euromediterraneo_del_mare_e_dei_cetacei-Taranto_Province_of_Taranto.html|titolo=KĒTOS - centro euromediterraneo del mare e dei cetacei}}</ref>
* Museo del principato di Taranto<ref>{{Cita web|url=https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187878-d7347888-Reviews-Museo_del_Principato_di_Taranto_Maria_d_Enghien-Taranto_Province_of_Taranto_Pugli.html#REVIEWS|titolo=Museo del Principato di Taranto Maria d'Enghien}}</ref>
* Museo S. Egidio<ref>{{Cita web|url=https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187878-d16643762-Reviews-Pinacoteca_Museo_sant_Egidio-Taranto_Province_of_Taranto_Puglia.html|titolo=Pinacoteca - Museo sant'Egidio}}</ref>
* Museo degli illustri tarantini<ref>{{Cita web|url=https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187878-d25111469-Reviews-Mudit_Museo_Degli_Illustri_Tarantini-Taranto_Province_of_Taranto_Puglia.html|titolo=Mudit - Museo Degli Illustri Tarantini}}</ref>
* Museo oceanografico del Cnr
* Casa Giovanni Paisiello<ref>{{Cita web|url=https://www.ecosistemataranto.it/web/casa-natale-di-giovanni-paisiello/home|titolo=Casa natale di Giovanni Paisiello}}</ref>
* CRAC - Centro di Ricerca Arte Contemporanea Puglia<ref>{{Cita web|url=https://artsupp.com/it/taranto/musei/crac-centro-di-ricerca-arte-contemporanea-puglia|titolo=CRAC - Centro di Ricerca Arte Contemporanea Puglia}}</ref>
* Museo Dal mare<ref>{{Cita web|url=https://www.museodalmare.it/|titolo=Museo Dal Mare Patrimonio vivo navigante}}</ref>
=== Media ===
==== Stampa ====
* La Gazzetta del Mezzogiorno
* Il Corriere del Mezzogiorno
* Il Corriere del Giorno
* Antenna Sud
* Taranto Oggi (ha cessato le pubblicazioni)
* Taranto BuonaSera
* [[Quotidiano di Puglia]] (edizione di Taranto)
* Corriere di Taranto
* Punti di Vista press
==== Televisioni ====
* [[Studio 100 Tv|Studio 100 TV]]
* [[Antenna Sud]]
* RTM Manduria (web)
* Telesud Massafra (web)
Taranto è sede delle redazioni provinciali dei canali televisivi del [[Gruppo Norba]] e di [[Telerama]].
Televisioni non più attive:
* Antenna Taranto 6
* Super 7
* TBM
* Blustar TV
* Video Levante
==== Radio ====
* Radio In Puglia Taranto (92.300 MHz)
* Radio Cittadella (96.500 MHz)
* Radio LatteMiele Taranto (101.000 MHz)
Radio non più attive:
* [[Studio 100 Tv|Studio 100 Radio]] (100.000 87.800 MHz)
* Radio
* Radio Popolare Salento (107.300 MHz)
* Radio Taranto Esplosiva (98.100
* Radio Taranto Stereo (93.700 MHz)
*
* Publiradio
* Publiradio Solo Musica Italiana (95.500 MHz)
* Radio Taranto International (100.300 104.700 MHz)
=== Cinema ===
La città fu ad inizio del '900 un fiorire di teatri, cinema e politeama nel Borgo umbertino;<ref>{{Cita web|url=https://ladolcevitawebsite.wordpress.com/2018/04/26/taranto-una-storia-del-cinema-tra-i-due-mari/|titolo=Taranto: una storia del cinema tra i due mari|sito=La Dolce Vita|data=2018-04-26|via=[[WordPress]]}}</ref> ciò registrò un notevole interesse per l'[[Cinema muto|industria cinematografica]] (all'epoca ancora muta) da parte di una città che in quegli anni era in pieno sviluppo. Non a caso, uno dei più grandi attori dei cinema muto, [[Rodolfo Valentino]], trascorse qui parte della sua vita.
Il primo film prodotto a Taranto fu ''[[La nave bianca]]'', diretto [[Roberto Rossellini]] (supervisionato da [[Francesco De Robertis]]),<ref>{{Cita web|url=https://www.cinematografo.it/film/la-nave-bianca-dlwud7cy|titolo=La nave bianca|sito=[[Cinematografo.it]]}}</ref> i cui esterni furono realizzati nell'area portuale: è una pellicola importante per la storia del cinema, perché è il primo [[film sonoro]] girato in [[Puglia]] nonché l'unico prodotto, durante la guerra, nella stessa regione.<ref>Scheda sul film a cura dell'Apulia Flm Commission.</ref> Il film rappresenta l'esordio alla regia di Rossellini e anticipa il [[Neorealismo (cinema)|neorealismo]].<ref>{{Cita web|url=https://ladolcevitawebsite.wordpress.com/2018/04/26/taranto-una-storia-del-cinema-tra-i-due-mari/|titolo=La nave bianca (1941)|data=2018-04-26|via=WordPress}}</ref>
Il declino del cinema italiano di fine secolo porterà numerose sale a chiudere in città, tra cui molti di quelle sale storiche, per far spazio a nuove attività.
Oggi l'attenzione verso l'industria cinematografica sembra in ripresa; come dimostrato dai diversi film girati grazie all'impegno di Apulia Film Commission, la [[Commissione cinematografica]] pugliese, che mira all'accrescimento e al consolidamento del capoluogo jonico di città cinematografica grazie ai suoi scenari naturali che diventato [[Set cinematografico|set]] perfetti per qualunque tipo di rappresentazione. Negli ultimi anni <!--Note di Emiliano Fraccica--> si registrano segnali di ripresa vista la riapertura di cinema,<ref>{{Cita web|autore=Emiliano Fraccica|url=https://www.iamtaranto.it/2023/06/24/cinema-taranto-orfeo-ariston-savoia-bellarmino/|titolo=I Cinema a Taranto: storie e curiosità|sito=IAMTaranto|data=24 giugno 2023}}</ref> festival locali dedicati al cinema internazionale<ref>{{Cita web|autore=Emiliano Fraccica|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1453630/taranto-eco-film-festival-buona-la-prima.html|titolo=Taranto Eco Film Festival: buona la prima|sito=[[La Gazzetta del Mezzogiorno]]|data=29 novembre 2023}}</ref> e un maggior afflusso nei botteghini tarantini.
Sono girate a Taranto nuove serie TV italiane, tra cui ''[[La vita promessa]]''; ''[[Il commissario Ricciardi]]'', dal 2019; nel 2023 ''[[Sei donne - Il mistero di Leila]]''.
Taranto a seguito delle sue tematiche ambientali e lavorative circa l'inquinamento dovuto all'ex-Ilva, diventa tema cardine di alcuni film drammatici di denuncia, col fine di denunciare e diffondere consapevolezza. Un illustre esempio ne è ''[[Palazzina Laf]]'',<ref>{{Cita web|url=https://mowmag.com/culture/-palazzina-laf-e-un-film-coraggioso-per-capire-il-buco-nero-dell-ilva-ma-fa-impressione-che-sia-andato-deserto-proprio-a-taranto|titolo=“Palazzina Laf” è un film coraggioso per capire il buco nero dell’Ilva}}</ref> del tarantino [[Michele Riondino]],<ref>{{Cita web|autore=Andrea Tundo|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/01/palazzina-laf-michele-riondino-mobbing-ilva-elio-germano/7370933/|titolo=Palazzina Laf, l’Overlook Hotel operaio di Michele Riondino sul mobbing nel “reparto lager” dell’Ilva. Con un cattivissimo Elio Germano|sito=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=01 dicembre 2023}}</ref> trattasi del primo caso di mobbing verificatosi in Italia, all'interno dello [[Acciaierie di Taranto|stabilimento siderurgico]].<ref>{{Cita web|autore=[[Mazzino Montinari]]|url=https://ilmanifesto.it/palazzina-laf-le-vite-condannate-al-silenzio-nel-ricatto-del-lavoro-e-della-fabbrica|titolo=«Palazzina Laf», le vite condannate al silenzio nel ricatto del lavoro e della fabbrica|sito=[[Il Manifesto]]|data=30 novembre 2023}}</ref>
Elenco film:
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* [[1941]] - ''[[La nave bianca]]''
* [[1948]] - ''[[Fantasmi del mare]]''
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* [[1980]] - ''[[White Pop Jesus]]''
* [[1980]] - ''[[Comizi d’amore ’80]]''
* [[1980]] - ''[[La moglie in bianco... l'amante al pepe]]''
* [[1992]] - ''[[Io speriamo che me la cavo (film)|Io speriamo che me la cavo]]''
* [[1992]] - ''[[Verso sud (film)|Verso sud]]''
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* [[2015]] - ''[[Belli di papà]]''
* [[2018]] - ''[[Anche senza di te]]''
* [[
* [[2019]] - ''[[
* [[2019]] - ''[[Il grande spirito]]''
* [[2021]] - ''[[Mondocane]]''
* [[2023]] - ''[[Comandante (film 2023)|Comandante]]''
* [[2023]] - ''[[Palazzina Laf]]''
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=== Cucina ===
I ristoranti tradizionali della città offrono una cucina che combina i frutti di mare con i prodotti della terra, conditi con l'ottimo olio extravergine di oliva tarantino ([[Olio Terre Tarentine|Olio Terre Tarentine DOP]]). Piatti tipici come i cavatelli con le [[Mytilus galloprovincialis|cozze]], il risotto ai frutti di mare, il [[polpo]]
Da non dimenticare le [[orecchiette]] (a Taranto chiamate ''chiangarèdde'') con le cime di rapa, al sugo di braciole di cavallo o al ragù, nonché le mozzarelle e le provole fresche, o gli involtini di vitello, i fegatini (''"fegatidde"'') e gli gnumarelli (''"gnumaridde"'') alla brace, accompagnati con i vini del territorio ([[Aleatico di Puglia dolce naturale|Aleatico di Puglia DOC]], [[Lizzano (vino)|Lizzano DOC]], [[Martina Franca (vino)|Martina Franca DOC]], [[Primitivo di Manduria
Arance, mandarini, clementine ([[Clementina del Golfo di Taranto
==== Cozza tarantina ====
[[File:Cozza tarantina.jpg|miniatura
Le [[Mytilus galloprovincialis|cozze]] sono allevate a Taranto tra mar Piccolo e mar Grande. Sono state inserite nel registro dei [[Prodotti agroalimentari tradizionali pugliesi|Prodotti Agroalimentari Tradizionali Pugliesi]] dal [[Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo|Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo]] e dal 2022 la cozza nera Tarantina è presidio Slow Food.<ref>{{Cita web|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2022/04/28/news/cozza_nera_presidio_slow_food-347276038/|titolo=Cozza nera di Taranto presidio Slow Food|sito=La Repubblica|data=2022-04-28}}</ref> Il peculiare sapore della cozza tarantina è dato dalle condizioni di salinità del mar Piccolo attraversato dai [[Citro|citri]], sorgenti sottomarine d'acqua dolce in grado di ossigenare l'acqua e favorire lo sviluppo del [[plancton]] e dalle correnti d'acqua dolce del [[Galeso]]. I pali d'allevamento erano realizzati anticamente in legno di [[Sila]]. Già in epoca magnogreca e romana fonti letterarie<ref>{{Cita libro |
Numerosi sono i riferimenti della cultura popolare alle cozze tarantine:
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==== Alcolici ====
La [[Birra Raffo]] è per antonomasia "la birra dei tarantini".<ref>{{Cita web|url=http://www.birraraffo.it/birra-dei-due-mari|titolo=Sito promozionale della birra Raffo|accesso=16 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121227075629/http://www.birraraffo.it/birra-dei-due-mari
È originaria di Taranto la [[Borsci (azienda)|Borsci]], creatrice del famoso [[Elisir San Marzano Borsci|Elisir San Marzano]], fondata dalla famiglia Borsci di Taranto e rilevata in seguito dalla [[distilleria Caffo]].
=== Eventi ===
{{C|La sezione contiene eventi minori da verificare con fonti terze autorevoli. Le tradizioni sarebbero da collocare nella sezione "Tradizioni e folclore", gli eventi sportivi, se rilevanti, vanno nella sezione "Sport". Da rivedere come richiesto da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi]].|Eventi|marzo 2018}}
[[File:Perdoni.JPG|thumb|upright|I Perdoni]]
Le principali manifestazioni che si svolgono in città durante l'anno sono:
* Stagione Concertistica "Emozioni Concertistiche" rassegna di giovani pianisti - Accademia Musicale Mediterranea;
* Stagione Concertistica dell'Associazione Amici della Musica "Arcangelo Speranza";
* Stagione Concertistica dell'Orchestra della Magna Grecia;
;Gennaio
* Trofeo Internazionale di [[Jūdō]] "Città di Taranto";
* Premio Qualità della Vita (14 febbraio);
* Gara di auto d'epoca "Tarantostorica";
;Maggio
* [[
* Celebrazioni in onore di [[San Cataldo vescovo|San Cataldo]];
* Rievocazione del matrimonio di [[Maria d'Enghien]];
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* Festival Italiano della [[mitilo|cozza]] tarantina;
* FotoArtePuglia, Festival di fotografia;
* Torneo Internazionale Femminile di [[Tennis]] "Città di Taranto".
* 1º maggio di Taranto
* Rievocazione della "[[Milano-Taranto]]";
*
* Palio di Taranto, è una manifestazione in costume che include una gara di barche a remi abbinate ai dieci rioni della città.
* [[Battiti Live]]
* Portici d'estate;
* Manifestazione Artistica "L'Isola che Vogliamo";
* Anniversario del [[Cristo del Mare]];
* Processione a mare "Stella Maris";
* Settimana Internazionale di Danza [[Taranto Danza]];
* Convegno Internazionale di Studi sulla [[Magna Grecia]];
* Premio Italia Olimpo Pianistico (Concorso Internazionale)
* Celebrazione in onore di Santa Cecilia, con l'omaggio delle bande musicali della città e della provincia e inizio al periodo di Natale con le "pettole", tipico dolce fritto;
* Taranto Film Festival
* Celebrazioni in onore di Maria Ss.ma Immacolata, patrona della città
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=== Sviluppo morfologico ===
{{Vedi anche|Sviluppo morfologico di Taranto}}
Una ricostruzione topografica che risulti attendibile della Taranto antica è molto difficile, in quanto l'attuale configurazione edilizia del Borgo Antico
=== Urbanistica ===
Fino all'[[Unità d'Italia]], la città era arroccata esclusivamente sull'isola. Soltanto infatti tra il [[1865]]
A causa della particolare conformazione del territorio, i nuclei urbani si sono sviluppati sulla striscia di terra che divide il
=== Suddivisione amministrativa ===
[[File:Mappa delle circoscrizioni di Taranto.png|thumb|Mappa delle circoscrizioni di Taranto]]
Il comune di Taranto è suddiviso in sei circoscrizioni:<ref> * La I Circoscrizione (Paolo VI) è costituita dall'omonimo quartiere, che sorge a nord della città, di gran lunga il più vasto della città, che conta circa {{formatnum:18000}} abitanti. È il più recente per formazione, essendo sorto idealmente come zona residenziale per gli operai del confinante siderurgico negli anni sessanta. A causa dell'abbandono delle più fatiscenti costruzioni del borgo antico, furono costruiti anche in questo quartiere centri di edilizia popolare per soddisfare le esigenze della popolazione.
* La II Circoscrizione (Tamburi - Lido Azzurro) accorpa un vasto territorio a nord-ovest della città esteso per circa {{M|38
* La III Circoscrizione (Città Vecchia - Borgo) comprende i due quartieri storici della città: l'isola della Città Vecchia,
* La IV Circoscrizione (Tre Carrare - Solito) comprende i quartieri Tre Carrare
* La V Circoscrizione (Montegranaro - Salinella) include i quartieri Italia
* La VI Circoscrizione (Talsano - Lama - San Vito), detta Tre Terre, si estende
== Economia ==
{{Vedi anche|Economia di Taranto}}
[[File:Taranto - Porto peschereccio - 1.jpg|thumb|Il porto peschereccio.]]
La città si segnala da secoli per una fiorente attività nel [[settore primario]], favorita dal particolare clima, oltre che dalla posizione e dalle caratteristiche del territorio: l'[[agricoltura]], la [[pesca (attività)|pesca]] e, in particolar modo, la [[mitilo|mitilicoltura]] rappresentano ancora oggi un'importante fonte di guadagno per la popolazione locale.
Taranto deve da sempre ai suoi mari la sua stessa esistenza. Il
Solo dopo il [[1860]], si svilupparono le attività connesse al porto, come quelle di trasformazione dei prodotti ittici e di commercializzazione degli olii, dei vini e delle ostriche, ma è nella seconda metà del [[XX secolo]], che la città si consolida definitivamente come importante centro industriale e commerciale.
Nei pressi del centro abitato sono presenti stabilimenti [[Siderurgia|siderurgici]] (tra cui [[
=== Zona Franca Urbana di Taranto ===
Dal 2008 nei quartieri "Tamburi - Croce", "Isola Porta Napoli" e "Paolo VI" è stata istituita una zona franca urbana,<ref>{{
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
{{vedi anche|Strade provinciali della provincia di Taranto}}[[File:Taranto mappa.png|thumb|upright|Collegamenti della provincia di Taranto]]
[[File:
I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:<ref>{{Cita web|url=http://www.mapquest.com/maps/map.adp?searchtype=address&formtype=address&latlongtype=degrees&latdeg=40&latmin=28&latsec=0&longdeg=17&longmin=14&longsec=0&zoom=5|titolo=Collegamenti stradali della provincia di Taranto|accesso=07 maggio 2009}}</ref>
* [[Autostrada A14 (Italia)|Autostrada A14]] [[Bologna]]-Taranto (barriera di Taranto nord) da e per Bari e l'[[Italia settentrionale]];
* [[Strada statale 106 Jonica]] da e per [[Reggio Calabria]];
* [[Strada statale 100 di Gioia del Colle]] da e per [[Bari]];
* [[Strada statale 7 Via Appia]] da e per [[Brindisi]] a est e [[Matera]] a ovest;
* [[Strada statale 7 ter Salentina]] da e per [[Lecce]];
* [[Strada statale 172 dei Trulli]] da e per [[Martina Franca]] fino a [[Casamassima]] (BA).
* Tangenziale sud di Taranto.
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Taranto|Stazione di Taranto Galese}}
I collegamenti ferroviari sono assicurati dalla [[Stazione di Taranto|stazione ferroviaria di Taranto]] da:
* [[Trenitalia]], mediante le linee [[Ferrovia Bari-Taranto|Bari-Taranto RFI]], [[Ferrovia Brindisi-Taranto|Taranto-Brindisi]] e [[Ferrovia Jonica|Taranto-Reggio Calabria ''Jonica'']] con treni [[Treno regionale|regionali]] per [[Bari]], [[Brindisi]], [[Potenza (Italia)|Potenza]], [[Napoli]] ed [[InterCity (Italia)|InterCity]] e [[Frecciarossa]] per [[Reggio Calabria]], [[Roma]], [[Milano]], [[Bologna]].
* [[Ferrovie del Sud Est]], mediante la linea [[Ferrovia Bari-Taranto (FSE)|Bari-Taranto FSE]] unicamente con [[Treno regionale (Italia)|treni regionali]] per [[Martina Franca]] e la [[Valle d'Itria]].
=== Porti ===
{{Vedi anche|Porto di Taranto}}
Taranto è
==== Il porto mercantile e industriale ====
Riga 772 ⟶ 955:
==== Il porto turistico ====
[[File:Molo Sant'Eligio.jpg|thumb|upright|Veduta del molo Sant'Eligio]]
Il porto turistico di Taranto è situato sul [[Molo Sant'Eligio]], nella parte del Borgo Antico prospiciente il
=== Aeroporti ===
L'[[Aeroporto di Taranto-Grottaglie|Aeroporto di Taranto-Grottaglie "Marcello Arlotta"]] effettua servizi di solo cargo. Aeroporto ad uso della città si trova a Brindisi, [[aeroporto del Salento]], oppure a [[Aeroporto di Bari-Palese|Bari-Palese]].
=== Mobilità urbana ===
[[File:Taranto - Castello Aragonese - 1.jpg|thumb|La nave Adria passa davanti al Castello Aragonese.]]
L'azienda che gestisce il servizio di [[trasporto pubblico]] in tutto il territorio comunale è [[KYMA Mobilità]]. I trasporti provinciali e regionali sono garantiti dalla [[Consorzio trasporti aziende pugliesi|CTP]] e dalle [[Ferrovie del Sud Est]] via vettore sia su rotaia che su gomma.
Dal [[2003]] è stato istituito il servizio di [[idrovia|idrovie]], grazie all'utilizzo delle due [[motonave|motonavi]] ''"Clodia"'' e ''"Adria"'', acquisite dall'[[Actv|Azienda Consorzio Trasporti Venezia]]: esse collegano Piazzale Democrate a Capo San Vito, passando dal
Fra il [[1922]] e il [[1950]] fu attiva una [[Rete tranviaria di Taranto|rete tranviaria urbana]] che, utilizzata prevalentemente dalle maestranze che lavoravano presso l'arsenale, adottava una peculiare soluzione tecnologica per attraversare il ponte mobile cittadino.
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== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Taranto}}
[[File:Taranto satellite.jpg|miniatura|Mappa satellitare di Taranto]]
[[File:Mar Piccolo Taranto panorama.jpg|miniatura|Veduta sul Mar Piccolo]]
Dal 9 giugno 2025 [[Piero Bitetti]] è il sindaco di Taranto.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://bari.corriere.it/politica/diretta-live/25_giugno_09/si-vota-a-taranto-e-matera-per-la-scelta-del-sindaco-urne-aperte-fino-alle-15.shtml|titolo=Ballottaggi, a Taranto vince Bitetti (centrosinistra). A Matera la spunta Nicoletti (centrodestra)|sito=Corriere della Sera|data=09 giugno 2025|accesso=09 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Bottiglione|data=09 giugno 2025|titolo=Piero Bitetti è il nuovo sindaco di Taranto|lingua=it|accesso=09 giugno 2025|url=https://www.rainews.it/tgr/puglia/video/2025/06/piero-bitetti-e-il-nuovo-sindaco-di-taranto-b9b49b07-6de3-46cd-9dab-a7f243f86251.html}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2025/06/09/diretta/risultati_ballottaggio_matera_taranto_elezioni_nuoro_2025-424657532/|titolo=Ballottaggi, a Taranto la vittoria di Bitetti fa esultare Schlein e Emiliano. Matera a Nicoletti|sito=la Repubblica|data=09 giugno 2025|accesso=09 giugno 2025}}</ref>
=== Consolati ===
* [[File:Flag of Lithuania.svg|20px|'''[[Bandiera d'Austria|Nationalflagge]]''']] [[Lituania]]
=== Gemellaggi ===
[[File:
* {{Gemellaggio|Grecia|Sparta (città moderna){{!}}Sparta}}, dal 24 luglio [[2015]]
* {{Gemellaggio|Francia|Brest||Brest (Francia)}}
* {{Gemellaggio|Ucraina|Donec'k}}
* {{Gemellaggio|Pakistan|Islamabad}}<ref>{{cita testo|url=http://www.filonidetaranto.it/p/attivita.html|titolo=Attività ~ Museo Spartano Taranto}}</ref>
* {{Gemellaggio|ESP|Alicante}}
* {{Gemellaggio|Italia|Acquaviva delle Fonti}}
* {{Gemellaggio|stato=Albania|città=Tirana}}
=== Altre informazioni amministrative ===
==== Gli scandali e il dissesto finanziario del 2006 ====
Il
Durante il commissariamento, il comune ha dichiarato lo stato di [[dissesto finanziario]]. Nel marzo del 2007 [[Francesco Boccia]], capo della commissione di liquidazione, ha accertato che il
Si tratta del più grave dissesto finanziario di un ente locale italiano mai verificatosi, secondo, nel mondo, solo a quello di [[Seattle]]<ref>{{Cita news|titolo=Deficit di Taranto, il peggiore della storia|pubblicazione=[[La Gazzetta del Mezzogiorno]]|giorno=9|mese=3|anno=2007|url=http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_PROV_01.asp?IDNotizia=174631&IDCategoria=1|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070314170519/http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_PROV_01.asp?IDNotizia=174631&IDCategoria=1
== Sport ==
=== Pallavolo ===
La [[Prisma Volley]], milita nel campionato di [[Serie A2 (pallavolo maschile)|serie A2]] di [[pallavolo|volley]] maschile. Le gare interne vengono disputate al [[PalaMazzola]], nel quartiere Corviseo del rione Solito.
=== Calcio ===
La principale squadra di [[calcio (sport)|calcio]] della città è
Le prime società di calcio della città furono la U.S. Pro Italia e la Audace
La seconda squadra della citta': e' la giovane S.S.D. Giovani Cryos, con colori sociali Bianco Verde, colori storici della Pro Italia e della frazione di Talsano,che rappresenta la Frazione delle Tre Terre Taranto, di Talsano San Vito e Lama, che milita nel campionato regionale pugliese di Prima Categoria girone salentino e gioca le partite interne allo stadio "Renzino Paradiso" in Contrada Tramontone, presso il quartiere Sant'Egidio, a cavallo tra Talsano e Lama, ed allo Stadio "Vivere Solidale" nel Rione "Paolo VI", di Taranto.
L'altra principale squadra del capoluogo ionico è stata la giovane [[Calcio Talsano|ASD Talsano Taranto]], squadra che rappresentava l'omonima circoscrizione Tre Terre, che comprende i quartieri di Talsano, San Vito e di Lama, che disputa il campionato di [[Promozione Puglia]], squadra nata dalla fusione con l'Andrisani Taranto e il Leporano Calcio, da cui ereditò il titolo sportivo.
I suoi colori sociali sono il bianco ed il verde, colori della circoscrizione che richiamano gli storici colori della Pro Italia.
Altre tre, società calcistiche furono l'A.S.D. Delfini Rossoblu Paolo VI, e la Libertas Tamburi Taranto poi denominata Jonica che hanno militato in [[Promozione (calcio)|Promozione]], Squadra che ha all'Attivo una Coppa Puglia di 1. Categoria prima di cedere il titolo sportivo nel 2015 al Massafra. e l'A.S.D.Hellas Taranto che ha ceduto il Titolo sportivo di Promozione al Sava che gioca in [[Promozione Puglia]], che ha all'attivo una finale di Coppa Italia Puglia di Eccellenza.
=== Pallacanestro ===
La società di [[pallacanestro]] femminile più rappresentativa è stata la [[Taranto Cras Basket]], fondata nel 1961, che si occupa del settore giovanile
La società di [[pallacanestro in carrozzina]] maschile più rappresentativa è stata la [[Dream Team Taranto]], fondata nel 2002 e scioltasi definitivamente nel corso del campionato 2010/11. Ha vinto uno Scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana e, a livello europeo, la Coppa Vergauwen
==== Altre società sportive ====
* Baseball e Softball: ASD Tritons Taranto
* Calcio a 5:
* Football americano: ASD Delfini Taranto<ref>{{cita testo|url=http://www.delfinitaranto.it|titolo=Delfini Taranto asd}}</ref>, AS Spartans Taranto
=== Impianti sportivi ===
====
{{Vedi anche|Stadio Erasmo Iacovone}}
Lo [[Stadio Erasmo Iacovone|Stadio "Erasmo Iacovone"]], ex stadio "Salinella" dal nome del quartiere cittadino nel quale è situato, è il maggiore stadio di [[Calcio (sport)|calcio]] della città. Di proprietà del comune è dedicato all'ex calciatore [[Erasmo Iacovone]], perito in un incidente stradale mentre militava nella squadra rossoblù. Inaugurato nel [[1965]] e ristrutturato nel [[1985]], si tratta di uno dei più grandi impianti sportivi del Mezzogiorno ed è considerata la casa del [[Taranto Football Club 1927|Taranto Football Club]]. È in programma una massiccia ristrutturazione<ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.puglia.it/-/giochi-del-mediterraneo-perrini-verso-la-soluzione-lo-stadio-iacovone-di-taranto-sar%C3%A0-oggetto-di-un-importante-ristrutturazione-|titolo=Giochi del Mediterraneo, Perrini: “Verso la soluzione, lo stadio Iacovone di Taranto sarà oggetto di un’importante ristrutturazione”}}</ref> prevista per i [[XX Giochi del Mediterraneo]], di cui sarà una delle strutture principali.<ref>{{Cita web|url=https://taranto-2026.it/categoria_impianti/competitivi/|titolo=Stadio comunale “Erasmo Iacovone”}}</ref> Nel 2023 la Curva Sud ha subito un grave danneggiamento a causa di un incendio sviluppatosi a seguito della partita [[Taranto Football Club 1927|Taranto]]-[[Calcio Foggia 1920|Foggia]] della [[Serie C 2022-2023]].
==== PalaMazzola ====
{{Vedi anche|Stadio Valentino Mazzola (Taranto)}}
{{Vedi anche|PalaMazzola}}
Il [[PalaMazzola]], sito nel quartiere Tre Carrare-Solito, è una struttura polifunzionale costruita nel 2004 nata dalla necessità dotare la città di un palazzetto polifunzionale atto ad ospitare anche partite nazionali ed internazionali. La struttura sorge dove era prima presenta l'ex [[Stadio Valentino Mazzola (Taranto)|Stadio Valentino Mazzola]], da cui eredita il nome, già dedicato al [[Valentino Mazzola|campione]] del [[Grande Torino]], ed il portale storico di accesso al campo<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.taranto.it/elenco-aree-tematiche/cultura-ed-eventi/2-uncategorised/1953-impianti-sportivi-comunali|titolo=PALAMAZZOLA – PALAZZETTO DELLO SPORT “V. MAZZOLA”}}</ref>. Attualmente ospita le gare interne delle locali squadre di pallavolo maschile, la [[Prisma Taranto Volley|Prisma Taranto]], di basket femminile, la [[Taranto Cras Basket]], e di futsal calcio a 5, la New Taranto. L’impianto è occasionalmente sede di concerti musicali, di spettacoli e di eventi sportivi di altre discipline.
Lo [[Stadio Valentino Mazzola (Taranto)|Stadio Valentino Mazzola]] inaugurato nel 1923, chiuso negli anni 70 e poi demolito agli inizi degli anni 2000, ospitava gli incontri di [[Taranto Football Club 1927|Taranto]], [[Pro Italia Taranto|Pro Italia]], [[Audace Football Club|Audace]] e [[Società Sportiva Pietro Resta]], rappresentando di fatto il principale impianto sportivo della città per metà secolo. Il 5 dicembre 1965, il Taranto giocò la sua ultima partita nell'impianto contro il Trapani vincendo per 1-0 di fronte a 9.000 spettatori, dopo tale gara, lo stadio venne chiuso, e il Taranto incominciò a disputare le gare interne nel nuovo Stadio Salinella (poi rinominato Stadio Erasmo Iacovone).
==== Stadio del Nuoto ====
Si tratta di una nuova struttura prevista anch'essa per i [[XX Giochi del Mediterraneo]]<ref>{{Cita web|url=https://www.professionearchitetto.it/news/notizie/30686/Taranto-MDU-Architetti-vince-il-concorso-per-il-nuovo-stadio-del-nuoto|titolo=Taranto 2026, MDU architetti si aggiudica il concorso del nuovo stadio olimpico del nuoto}}</ref>, che dovrà sorgere nel quartiere Montegranaro, affacciandosi sul Mar Grande, rappresentando il primo impianto natatorio dotato di standard olimpici della [[Puglia|Regione Puglia]]. Sarà dotato di una vasca scoperta a 10 corsie con tribuna da 1.000 posti (con possibilità di installazione di tribuna temporanea da 2.000 posti), e di una vasca coperta a 8 corsie e una tribuna da 1.000 posti.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/taranto-mdu-architetti-prato-vince-concorso-lo-stadio-nuoto-AEmJFiMD|titolo=Taranto, MDU Architetti di Prato vince il concorso per lo stadio del nuoto}}</ref> La struttura sorgerà nei pressi della storica [[Torre D'Ayala]].<ref>{{Cita web|url=https://www.sporteimpianti.it/notizie/stadio-del-nuoto-di-taranto-il-progetto-di-mdu-architetti/|titolo=Stadio del Nuoto di Taranto, il progetto di Mdu architetti}}</ref>
==== Palafiom ====
Il Palafiom è un centro sportivo polifunzionale di Taranto sito nel quartiere Salinella inaugurato nel [[1998]]. È utilizzato per la pallavolo, la pallacanestro, il calcio a 5 e a 7. La capienza è di 1.200 spettatori. Ospita spesso il festival Taranto Comix, in occasione del quale si riempie di stand ed eventi dediti al mondo dei fumetti e dei manga.
==== Palaricciardi ====
Struttura sita nel quartiere Salinella, per cui è prevista la demolizione totale in vista della costruzione di un nuovo edificio che potrà contenere al suo interno la nuova palestra Ricciardi, reinserendola nel più ampio contesto del polo sportivo “Salinella - Valente”.
====
{{Vedi anche|Stadio di atletica Giuseppe Valente}}
Situato nel quartiere Salinella, l'ex Campo Scuola “Salinella”, dedicato alla memoria dell’atleta tarantino Giuseppe Valente, è uno dei più importanti poli cittadini e provinciali per lo sport e l’atletica leggera. L'impianto, realizzato negli anni 70, è stato interamente ristrutturato ed inaugurato nell'estate del 2024, in vista dei XX [[Giochi del Mediterraneo]] 2026. La pista per l'atletica leggera, lunga 400 metri, è passata da 6 a 8 corsie ed è omologata per le competizioni internazionali. La tribuna a moduli rimovibili può raggiungere una capienza di 5000 persone.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/puglia/notizie/2024/06/28/giochi-mediterraneo-inaugurato-lo-stadio-di-atletica-a-taranto_a2447194-9759-450b-ad1f-9fc6d9c99f65.html|titolo=Ristrutturazione campo di Atletica "Giuseppe Valente"}}</ref>
====
Il Circolo Tennis di Taranto è la principale sede del tennis Tarantino, ospitando gare di livello regionale e nazionale.<ref>{{Cita web|url=https://taranto-2026.it/categoria_impianti/competitivi/|titolo=Circolo Tennis Taranto}}</ref>
==== Palazzetto Tursport ====
Palazzetto sito nel quartiere di San Vito-Tre Terre, nei pressi dell'[[Scuola sottufficiali Marina Militare Taranto|Accademia Sottufficiali della Marina Militare]]. L'impianto, inaugurato nel [[1981]], è un importante sede per la pallacanestro del capoluogo ionico, che ad oggi ospita le partite casalinghe del campionato di [[Serie B (pallacanestro maschile)|serie B]] della squadra di pallacanestro maschile [[CJ Basket Taranto]].<ref>{{Cita web|url=https://www.cusjonicobasket.it/news/430148324870/il-cj-basket-taranto-ha-una-nuova-casa-il-tursport|titolo=Il CJ Basket Taranto ha una nuova casa: il Tursport!}}</ref> La struttura in precedenza ospitava le partite casalinghe della [[Taranto Cras Basket|Cras Basket Taranto]], tra cui quelle della stagione [[Serie A1 2002-2003 (pallacanestro femminile)|2002-2003]], stagione nella quale la squadra vinse la "tripletta italiana".<ref>{{Cita web|url=https://www.cusjonicobasket.it/news/430148324870/il-cj-basket-taranto-ha-una-nuova-casa-il-tursport|titolo=il Tursport!}}</ref>
==== Stadio Renzino Paradiso ====
Lo stadio "Renzino Paradiso" situato nel quartiere di Sant'Egidio-Tramontone, nella Circoscrizione Tre Terre, a cavallo tra Talsano e Lama, può ospitare partite delle serie dilettantistiche del campionato italiano di calcio.
==== Stadio "Atleti Azzurri d'Italia" ====
Lo Stadio "Atleti Azzurri d'Italia" situato nel Quartiere Tamburi, situato nella Circoscrizione Tamburi-Croce-Lido Azzurro, è un impianto sportivo calcistico che ospitava in precedenza le partite della Libertas Tamburi, poi in seguito Jonica Tamburi Taranto.
==== Ippodromo Paolo VI ====
L'ippodromo di Paolo VI, sito nell'omonimo quartiere a nord della città, è uno dei maggiori ippodromi di trotto d'Italia, dal 1978 scenario di competizioni ippiche ai massimi livelli.<ref>{{Cita web|url=https://equos.it/ippica/ippodromi/taranto-ta/trotto/|titolo=Storia Dell'ippodromo}}</ref>
Nei Pressi dell'Ippodromo Paolo VI è presente il Campo di Calcio Paolo VI, che ha ospitato le partite dell'omonima squadra Delfini RossoBlu Paolo VI Taranto.
=== Eventi sportivi ===
{{Vedi anche|XX Giochi del Mediterraneo}}
Nel [[1997]] Taranto ha ospitato alcune discipline sportive dei [[XIII Giochi del Mediterraneo]]. Nel [[2026]] ospiterà la [[XX Giochi del Mediterraneo|XX edizione dei Giochi del Mediterraneo]].
Taranto è stata tappa del viaggio della [[Fiaccola olimpica]] in occasione dei [[giochi olimpici]] di [[Giochi della XVII Olimpiade|Roma 1960]]<ref>{{Cita libro|autore=Organizing Committee of the Games of the XVII Olympiad|titolo=The Games of the XVII Olympiad - Rome 1960 - The Official Report - Vol. 1|url=http://www.aafla.org/6oic/OfficialReports/1960/OR1960v1.pdf|formato=PDF|accesso=8 aprile 2007|annooriginale=1960|città=Roma|lingua=en|p=215|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060827012814/http://www.aafla.org/6oic/OfficialReports/1960/OR1960v1.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e dei [[Giochi olimpici invernali]] di [[XX Giochi olimpici invernali|Torino 2006]].
==== Calcio ====
*Taranto ha ospitato tre volte la [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale di calcio]]:
**1974 (27 febbraio) Under 23 - Italia-D.D.R. (Germania Ovest)
**[[1989]] (26 aprile) - [[Italia]] - [[Ungheria]] 4-0 (gol di [[Nicola Berti|Berti]], [[Andrea Carnevale|Carnevale]], [[Riccardo Ferri|Ferri]], [[Gianluca Vialli|Vialli]]);
**[[1999]] (21 novembre) Under 21- [[Italia]] - [[Francia]];
**[[2022]] (09 Febbraio) Under 19- [[Italia]] - [[Turchia]]
==== Ciclismo ====
* Taranto è stata tre volte partenza e quattro volte arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]]:
** [[1961]] (28 maggio, arrivo) - [[Giro d'Italia 1961#8ª tappa|8ª tappa]], vinta da [[Piet van Est]];
** [[1974]] (21 Maggio, arrivo) - [[Giro d'Italia 1974#5ª tappa|5ª tappa]], vinta da [[Pierino Gavazzi]];
** [[1974]] (22 Maggio, partenza) - [[Giro d'Italia 1974#6ª tappa|6ª tappa]], vinta da [[Franco Bitossi]];
** [[1995]] (18 maggio, arrivo) - [[Giro d'Italia 1995#6ª tappa|6ª tappa]], vinta da [[Nicola Minali]];
** [[1995]] (19 Maggio, partenza) - [[Giro d'Italia 1995#7ª tappa|7ª tappa]], vinta da [[Maurizio Fondriest]];
** [[1997]] (26 maggio, arrivo) - [[Giro d'Italia 1997#10ª tappa|10ª tappa]], vinta da [[Mario Cipollini]];
** [[2014]] (14 maggio, partenza) - [[Giro d'Italia 2014#5ª tappa|5ª tappa]], vinta da [[Diego Ulissi]].
==== Vela ====
Il Capoluogo ionico è stato due volte arrivo di tappa del Giro d'Italia a vela:
* [[2004]] (10 luglio) - 10ª tappa, vinta dal Team Milazzo;
* [[2005]] (5 luglio) - 8ª tappa, vinta dal Team Friuli-Venezia Giulia;
Taranto è l'unica tappa italiana<ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/mare/2023/04/05/news/il_sailgp_a_taranto_a_settembre_lunica_tappa_italiana-12739329/|titolo=Il SailGp a Taranto, a settembre l’unica tappa italiana}}</ref> del campionato velico internazionale [[Sail GP|Sail Grand Prix]]<ref>{{Cita web |url=https://sailgp.com/results/21/italy/ |titolo=Scheda Italy GP - Final event rankings |accesso=4 ottobre 2021}}</ref>:
* [[2021]] (5 - 6 giugno) - 2ª tappa, vinta dal Team Giappone
* [[2023]] (23-24 Settembre) - 4ª tappa<ref>{{Cita web|url=https://farevela.net/2023/09/15/il-sail-gp-a-taranto-il-23-24-settembre/|titolo=Il Sail GP a Taranto il 23-24 settembre}}</ref>
====
Dal 2022 la città ospita annualmente la DTW, "Dominate the Water", circuito di gare di nuoto in acque libere ideato dal campione olimpico [[Gregorio Paltrinieri|Gregorio Paltrineri]].
== Note ==
Riga 888 ⟶ 1 098:
== Bibliografia ==
* Nino Aurora, ''Conversazioni con Walter Tobagi. Industria e società a Taranto'', Manduria-Roma, Lacaita Editore, 1987.
* Bellacicco, Chirico, De Vitis, Ferilli e Mastronuzzi, ''Il mistero della Marchesa. Riscoperta di Palazzo de Beaumont Bonelli fra storia ed esoterismo'', Taranto, Centro Culturale Filonide, 2008.
* Nicola Caputo, ''Taranto com'era'', Taranto, Edizioni Cressati, 2001.
*
* Nicola Cippone, ''Taranto, il borgo prima del borgo'', Taranto, Edizioni Archita, 2006.
* Ettore M. De Juliis, ''Gli ori di Taranto in età ellenistica'', Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.
* Ettore M. De Juliis e D. Loiacono, ''Taranto. Il Museo Archeologico'', Taranto, Mandese Editore, 1988.
* {{cita libro|nome=Patrizia|cognome=De Luca|titolo=Il centro storico di Taranto: l'Isola|anno=2004|editore=Scorpione Editrice|città=Taranto|cid=De Luca}}
* Tiziana Grassi, ''Taranto. Oltre la notte'', Bari, Progedit, 2013.
* Giuseppe Mazzarino, ''Taranto, la sua vera storia'', Taranto, Ink Line, 1999.
*
* Quintino Quagliati, ''Il Museo Nazionale di Taranto'', Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1932.
* Rocco Tancredi, ''Il porto di Taranto tra vecchie e nuove sfide'', Taranto, Scorpione editrice, 2004.
* Com. Carmelo Maggio, ''La Marina e Taranto. Centenario dell'Arsenale'', Taranto, Arte Maestra, 1989.
* Mario Guadagnolo, ''Il Regio Arsenale Marina Militare di Taranto. Storia, documenti, immagini'', Taranto, Scorpione Editore, 2018.
* Stefania Peluso, ''Il principato di Taranto'', Taranto, Edizioni Dal Sud, 2004
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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