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[[File:Map of downtown Rome during the Roman Empire large.png|thumb|300px|left|Il centro di Roma al tempo dell'[[Impero Romano]]]]
L'ascesa di [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] (44-[[30 a.C.|30]]), attraverso la partecipazione ad un istituto apertamente sovversivo come il [[secondo triumvirato|"secondo" Triumvirato]], si formalizza nel [[27 a.C.]] nella rinuncia ai poteri dittatoriali ormai estesissimi in cambio di un cooptato riconoscimento senatoriale di un "bisogno dello Stato romano" ad una figura di guida e di ispirazione politica del governo: con l'appellativo di Augusto, Ottaviano inaugura quel particolare istituto costituzionale romano noto come Principato (erroneamente talvolta chiamato Impero per la presenza effettiva di imperatori, dimenticando che la carica di "imperator" è appellativo già repubblicano per il generale vittorioso, e che la creazione di un'amministrazione decentrata attraverso la creazione di ''provinciae'' risale al [[237 a.C.]], col caso siculo).
 
Per tutto il primo secolo continua l'accrescimento territoriale dell'impero, sotto le dinastie dei [[dinastia Giulio-Claudia|Giulio-Claudii]], e dei [[Dinastia dei Flavi|Flavi]]. Sotto [[Traiano]], con la conquista della [[Dacia (storia)|Dacia]] e di nuovi territori in Oriente, l'impero raggiunge la sua massima espansione. Sotto la [[dinastia degli Antonini]] si ha un periodo di pace e prosperità, sebbene verso la fine comincia ad essere sempre più pressante il compito di difendere i confini dell'impero dalla pressione dei nemici esterni.
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Con la [[Tetrarchia]] voluta da [[Diocleziano]] inizia la divisione dell'impero e vengono sviluppate profonde riforme nel tentativo di fissare lo status quo. Roma perde il suo ruolo di sede imperiale a favore di metropoli più vicine alle frontiere da difendere. Viene fondata da [[Costantino I]] sul sito della città di [[Bisanzio]] la "Nuova Roma", [[Costantinopoli]].
 
La progressiva adozione della [[religione cristiana]] (che di converso si istituzionalizza a contatto con lo Stato romano, assumendone tratti organizzativi e alcuni modelli iconografici) avviata da Costantino ([[306]]-[[337]]), si conclude, dopo periodi di oscillazione tra scelte protoereticali ([[Costanzo II]],337-[[361]]) e tentativi di restaurazione dei culti tradizionali, mediante l'organizzazione di un'istituzione ecclesiale parallela a quella cristiana ([[GiulianoFlavio (imperatoreClaudio romano)Giuliano|Giuliano]], 361-[[363]]), con l'adozione ufficiale del culto cristiano ([[Teodosio I]],[[379]]-[[395]]).
 
Nel successivo [[IV secolo]] il cristianesimo diviene progressivamente l'unica religione e gli imperatori sono costretti ad accettare lo stanziamento dei barbari nei territori dell'impero, cercando di farne degli alleati.
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Nel [[1860]] venne organizzata la [[spedizione dei Mille]], guidata da [[Giuseppe Garibaldi]]. Partiti da [[Quarto dei Mille|Quarto]] il [[5 maggio]], sbarcarono l'[[11 maggio|11]] a [[Marsala]]. Mentre Garibaldi, insieme ai ''picciotti'' siciliani conquistava l'isola, nella parte continentale del [[Regno delle due Sicilie]] il ''Comitato per l'Unità Nazionale'' di [[Napoli]] preparava la strada alla conquista della [[Napoli|capitale]]: il [[18 agosto]] dello stesso anno, con l'insurrezione di [[Potenza (Italia)|Potenza]] la [[Basilicata]], guidata dal governo proditattoriale di [[Giacinto Albini]], dichiarò [[Insurrezione lucana (1860)|la sua annessione al Regno d'Italia]]. Il giorno seguente Garibaldi passò lo [[stretto di Messina]], e il [[21 agosto]] seguente la [[Puglia]] dichiarò decaduti i [[Borbone di Napoli|Borbone]] con l'insurrezione di [[Altamura]].
Il [[7 settembre]] Garibaldi entrò trionfalmente a [[Napoli]], abbandonata dal re [[Francesco II di Borbone]] in favore di [[Gaeta]]. La sconfitta finale dei borbonici avvenne sul [[Volturno]] il [[1º ottobre]] [[1860]]. Il [[21 ottobre]] si tennero i [[plebisciti]] che decretarono l'annessione dei territori delle [[Regno delle due Sicilie|Due Sicilie]] al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno Sabaudo]].
 
Mancavano ancora [[Veneto]] e [[Friuli]], [[Roma]], [[Trentino-Alto Adige]] e [[Venezia Giulia]]. Il parlamento sardo decise allora di proclamare nel [[1861]] il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] consegnando la corona a [[Vittorio Emanuele II]] e ai suoi eredi. Lo [[statuto albertino]] venne esteso a tutto il Regno.
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===L'epoca giolittiana===
{{vedi anche|Età giolittiana}}
[[File:Giolitti1Giolitti ritratto.jpg|thumb|right|200 px|Giovanni Giolitti]]Dal [[1901]] al [[1914]] la storia e la politica italiana fu fortemente influenzata dai governi guidati da [[Giovanni Giolitti]].
 
Come neo-presidente del Consiglio si trovò a dover affrontare, prima di tutto, l'ondata di diffuso malcontento che la politica [[Francesco Crispi|Crispina]] aveva provocato con l'aumento dei prezzi. Ed è con questo primo confronto con le parti sociali che si evidenziò la ventata di novità che Giolitti portò nel panorama politico a cavallo tra il [[XIX secolo|XIX]] ed il [[XX secolo]]. Non più [[repressione]] autoritaria, bensì accettazione delle proteste e quindi degli scioperi, purché non violenti né politici, con lo scopo (riuscito) di portare i socialisti nell'arco parlamentare.
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