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{{Bio
=Giulio Emanuele Rizzo=
|Nome = Giulio Emanuele
 
|Cognome = Rizzo
Giulio Emanuele Rizzo, originariamente Emanuele Giulio, (Melilli, 28 Maggio 1865 – Roma, 1 Febbraio 1950) fu un archeologo e professore italiano, membro del Consiglio Superiore per le Antichità e Belle Arti, socio di Accademie italiane e straniere, socio dell'Accademia dei Lincei.
|Sesso = M
|LuogoNascita = Melilli
|GiornoMeseNascita = 28 maggio
|AnnoNascita = 1865
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 1° febbraio
|AnnoMorte = 1950
|Attività = Archeologo<!-- Campo obbligatorio, ma può essere sovrascritto, vedi istruzioni a fianco -->
|Nazionalità = italiano<!-- Idem -->
|PostNazionalità =
}}
 
==Biografia==
Originariamente '''Emanuele Giulio''', nacque a [[Melilli]] ([[Siracusa|SR]]) il 28 maggio [[1865]], da Gaetano ([[avvocato]]) e Maria Concetta Abramo e morì in solitudine nel [[1950]] a [[Roma]].<ref>{{cita|V. Rizzo|pp.9-16-28|Sikelio}},1999.</ref><br>La moglie, Elisabetta Pompili, l'aveva reso vedovo nel [[1931]].
 
===Gli studi===
Frequentò le [[scuole elementari]] nel paese natale, per poi frequentare il [[Ginnasio]] e il [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|Liceo]] all'Istituto Spedaleri di [[Catania]], dove si diplomò all’età di 16 anni. Per volontà del padre si laureò in [[Giurisprudenza]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.9|Sikelio}},1999.</ref>, ma la grande passione per l’area umanistica lo spinse a non seguire le orme dell’avvocato di famiglia e a iscriversi all’[[Università]] di [[Palermo]]: qui ebbe insegnanti come il [[grecista]] Fraccaroli e l'[[archeologo]] Salinas<ref>{{cita|P. Magnano|p. 51|Magnano}},2001.</ref>. Nel [[capoluogo]] [[Sicilia|siciliano]] prese la [[Laurea]] in [[lettere classiche]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.10|Sikelio}},1999.</ref> <br>
Giulio Emanuele Rizzo nacque a Melilli (SR) il 28 maggio 1865, da Gaetano (avvocato) e Maria Concetta Abramo.
 
Frequentò le scuole elementari nel paese natale, per poi frequentare il Ginnasio e il Liceo all'Istituto Spedaleri di Catania, dove si diplomò all’età di 16 anni. Per volontà del padre si laureò in Giurisprudenza, ma la grande passione per l’area umanistica lo spinse a non seguire le orme dell’avvocato di famiglia e a iscriversi all’Università di Palermo: qui prese la Laurea in lettere classiche.
===LeRizzo cattedree l'archeologia===
L'interesse per l'[[archeologia]] maturò in Giulio Emanuele Rizzo sin da quando era un bambino, grazie alla grande quantità di testimonianze archeologiche presenti nel [[territorio]] di [[Melilli]]. Quando nel [[1889]], a soli 24 anni, [[Paolo Orsi]] gli offrì la possibilità di assistere agli [[Scavo (archeologia)|scavi]] di [[Megara Iblea]], approfondì lo studio di tutto il territorio. Questa esperienza permise ai due di stringere una forte amicizia che sarebbe durata tutta la vita.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.10|Sikelio}},1999.</ref> <br>I periodi in cui risiedette ad [[Agrigento]] e [[Catania]] e le visite a [[Siracusa]] non fecero altro che alimentare la sua passione per l'[[archeologia]] e per la [[storia dell'arte antica]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> <br>
* 1894-1900:
Il periodo napoletano ([[1900]]-[[1901]]) lo stimolò ad effettuare lo studio di due [[statue]] in particolare:
** cattedra di Latino e Greco al Liceo Garibaldi di Palermo
*L'[[Efebo]] di [[Pompei]]
** cattedra di Latino e Greco al Liceo Mauriloco di Messina
*La statua di [[Inessa]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.94|Agnello}},1966.</ref>
** cattedra di Latino e Greco al Liceo di Girgenti
Durante gli anni trascorsi a [[Roma]] ([[1901]]-[[1906]]) la sua fama raggiunse livelli notevoli:
** cattedra di Latino e Greco al Liceo Cutelli di Catania
*Nel [[1903]] venne incaricato [[Ispettore]] dello scavo dell'[[Ara Pacis]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> (di cui sollecitò la ripresa nel [[1919]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.18|Sikelio}},1999.</ref>
* 1907-1914: cattedra di Archeologia all'Università di Torino
*Fu più volte ospite del [[re]] [[Vittorio Emanuele III]] nella [[Magione (architettura)|tenuta]] reale di [[Castel Porziano]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.14|Sikelio}},1999.</ref>
* 1914-1925: cattedra di Archeologia all'Università di Napoli
*Venne invitato dall'archeologo tedesco [[Federico von Duhn]] a partecipare ad una missione archeologica in [[Turchia]] e [[Grecia]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.14|Sikelio}},1999.</ref>
* 1925-1935: cattedre di Archeologia e Storia dell'Arte Antica all'Università di Roma
*Gli venne affidato il compito di esaminare le [[sculture]] residue della [[collezionismo|collezione]] [[statuaria]] della [[famiglia Giustiniani]] e di redigere una descrizione tecnica delle stesse. Ne seguì una pubblicazione in cui viene presentata la storia e la descrizione di pezzi come:
**La testa di [[Atena|Athena]]
**Una statua di [[Hygieia]]
**Due [[Rilievo (scultura)|rilievi]] (uno [[greco|greco]] e uno [[Civiltà romana|romano]]) rappresentanti il "banchetto funebre"
**Una statua di [[Apollo]]
**Diversi frammenti di [[sarcofagi]], tra cui uno con la rappresentazione di [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]] e [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.95|Agnello}},1966.</ref>
 
===La carriera accademica===
Durante la sua vita insegnò sia nei [[Scuola secondaria di primo grado|Licei]] ([[1894]]-[[1900]]) che nelle [[Università]] ([[1907]]-[[1935]]). Dal [[1892]] al [[1900]] occupò la [[cattedra]] di [[Lingua latina|Latino]] e [[Lingua greca|Greco]] al Liceo Garibaldi di [[Palermo]], al Liceo Mauriloco di [[Messina]] ([[1892]]-[[1894]]), al Liceo di [[Agrigento|Girgenti]] ([[1895]]-[[1897]]), al Liceo di [[Trapani]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.92|Agnello}},1966.</ref>([[1897]]-[[1898]])<ref>{{cita|F. Vistoli||Treccani}}</ref> e al Liceo Cutelli di [[Catania]]([[1898]]-[[1900]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.11|Sikelio}},1999.</ref> <br> Nel [[1900]] decise di abbandonare la carriera da [[insegnante]] per dedicarsi a pieno ad altri incarichi: in quell'anno, a soli 35 anni, fu infatti nominato [[Ispettore]] del [[Museo di Napoli]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> Questa fu un'ottima occasione per perfezionare il suo [[Metodo (filosofia)|metodo]] di [[ricerca scientifica]] e ampliare i suoi interessi culturali.<ref>{{cita|G. Agnello|p.94|Agnello}},1966.</ref> Dal [[1901]] al [[1906]] visse a [[Roma]], in quanto [[Direttore generale|Direttore]] del [[Museo Nazionale Romano]] e del [[Museo delle Terme Diocleziane]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> <br>Nel [[1907]] vinse il [[concorso]] per la cattedra di [[Archeologia]] dell'[[Università di Torino]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.14|Sikelio}},1999.</ref>, dove visse fino al [[1914]]: è in questo momento che intraprese la [[carriera]] accademica. Durante il soggiorno in [[Piemonte]] donò all'[[Istituto]] di Archeologia di cui era [[Direttore generale|direttore]] alcuni dei mezzi più evoluti per la [[didattica]] dei tempi: una raccolta di [[fotografie]], una [[biblioteca]] e una [[gipsoteca]].<ref>{{cita|F. Vistoli||Treccani}}</ref>Al termine del periodo torinese si trasferì a [[Napoli]]: anche qui svolse il ruolo di [[professore universitario]], insegnando nuovamente [[Archeologia]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
<br>Il periodo più prospero della sua vita fu sicuramente quello che va dal [[1925]] al [[1950]], anni trascorsi nuovamente nella città di [[Roma]]: venne nominato [[Professore|ordinario]] di [[Archeologia]] e di [[Storia dell'arte|Storia dell'Arte Antica]] nella [[Discipline umanistiche|Facoltà di Lettere]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.101|Agnello}},1966.</ref> e direttore del [[Museo dei Gessi]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref> <br> Lasciò definitivamente l'insegnamento nel [[1935]], quando all'età di settant'anni andò in [[pensione]], decidendo di dedicare tutto il suo tempo all'attività [[intellettuale]].<ref>{{cita|F. Vistoli||Treccani}}</ref>
 
==Le nomine==
Oltre ai [[Titolo (onomastica)|titoli]] già elencati, tutti i suoi studi gli permisero di ottenere incarichi di alto livello, quali:
* [[Socio]] della R. Accademia di Architettura, Lettere e Belle Arti di [[Napoli]] ([[1914]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Socio]] straniero de l'[[Institut de France]] - [[Académie des inscriptions et belles-lettres|Accadémie des Inscriptions et Belles-Lettres]] ([[1918]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Socio]] [[Nazione|Nazionale]] della Regia [[Accademia dei Lincei]] ([[1923]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Direttore generale|Direttore]] della Scuola Archeologica di [[Atene]] a [[Roma]] ([[1926]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Presidente]] della Società Magna Grecia([[1926]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Consulente]] dell'[[Istituto Poligrafico dello Stato]] ([[1926]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
* Membro del Consiglio Direttivo dell'[[Istituto Italiano di Archeologia e Storia dell'Arte]] ([[1933]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.16|Sikelio}},1999.</ref>
 
== Il pensiero politico ==
Giulio Emanuele Rizzo non nascose mai la sua avversione contro il [[Regime (politica)|regime]] [[fascista]]: per tale motivo sottoscrisse il "Contromanifesto" dettato da [[Benedetto Croce]] in risposta al "Manifesto degli intellettuali del Fascismo", redatto da [[Giovanni Gentile]]. Questo suo atteggiamento gli permise di autodefinirsi "[[Sikelia|Sikelio]]", in risposta a chiunque gli dicesse che anche [[Giovanni Gentile]] era un siciliano:<ref>{{cita|V. Rizzo|p.16|Sikelio}},1999.</ref> {{citazione|Si, è vero, ma io sono Sikelio e lui è [[Sicano]].}}
Quando nel [[1939]] venne soppressa l'[[Accademia dei Lincei]] e alcuni dei suoi soci vennero spostati nell'[[Accademia d'Italia]], egli si rifiutò di prendervene parte.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.19|Sikelio}},1999.</ref>
Nel [[1944]], a guerra terminata, l'[[Accademia dei Lincei]] venne ricostituita ed egli venne richiamato insieme a [[Benedetto Croce|Croce]], [[Guido Castelnuovo]] e [[Gaetano De Sanctis]].<ref>{{cita|F. Vistoli||Treccani}}</ref> La sua fedeltà ai [[Lincei]] gli assicurò il ruolo di [[Vicepresidente]] prima e di [[Presidente]] poi, ma l'archeologo rifiutò per non cedere alle pressioni e si dimise dall'incarico.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.20|Sikelio}},1999.</ref> <br>
Durante il [[ventennio fascista]], però, questa sua avversione non gli rese la vita facile. Grande estimatore dell'arte e della letteratura greca, non si abbassò mai a condividere l'idea del regime, secondo la quale si dovevano esaltare i valori della romanità, quasi in una forma di [[patriottismo]]: tale atteggiamento lo portò ad una condizione di totale vuoto e isolamento, aumentato dalla perdita di moltissimi ammiratori e seguaci.<ref>{{cita|G. Agnello|p. 105|Agnello}},1966.</ref>
 
==Le opere==
Tra le opere di G.E.Rizzo troviamo:
*''Questioni Stesicoree'', [[Messina]], [[1895]]<ref>{{cita|V. Rizzo|pp.11-12|Sikelio}},1999.</ref>
*''Saggio su Imerio il sofista'', [[1898]]<ref>{{cita|F. Vistoli||Treccani}}</ref>
*''Storie dell'arte greca'', [[Torino]], [[1911]]<ref>{{cita|Chi è?||Chiè}},1948.</ref>
*''[[Tiro (mitologia)|Tyro]]'', [[1917]]<ref>{{cita|F. Vistoli||Treccani}}</ref>
*''[[Teatro greco di Siracusa|Il Teatro Greco di Siracusa]]'', [[1923]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.25|Sikelio}},1999.</ref>
*''La pittura ellenistico-romana'', [[1928]]<ref>{{cita|Chi è?||Chiè}},1948.</ref>
*''[[Prassitele]]'', [[1932]]
*''[[Thiasos]]'', [[Roma]], [[1934]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.53|Sikelio}},1999.</ref>
*''Monumenti della pittura antica scoperti in Italia'', [[Roma]], [[1936]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.56|Sikelio}},1999.</ref>
*''Saggi preliminari su l'Arte della Moneta nella Sicilia Greca'', [[1938]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
*''Intermezzo:Nuovi studi archeologici su le monete greche della Sicilia'', [[1939]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
*''Siciliae veteres nummi'', [[1940]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
*''Satiro Dormente'', [[Roma]], [[1941]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.46|Sikelio}},1999.</ref>
*''Monete greche della Sicilia'', [[Roma]] [[1946]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.59|Sikelio}},1999.</ref>
 
Le principali opere sono rimaste incomplete:<ref>{{cita|V. Rizzo|p.28|Sikelio}},1999.</ref>
 
===Storia dell'arte greca===
Fu una delle opere a cui Rizzo dedicò il maggiore impegno.<br>
Originariamente doveva essere divisa in quattro libri, divisi in capitoli:
#L'arte pre-ellenica dell'[[età neolitica]] e [[eneolitica]] (tra il [[secolo XII|XII]] e il [[secolo XX|XX]] [[secolo]])
#L'arte [[micenea]] e le origini dell'[[arte greca]] (fino alla fine del [[secolo VIII]])
#La prima parte dell'[[arte greca]], attraverso le sue maggiori espressioni: [[architettura]], [[scultura]] e [[pittura]], con capitoli aggiuntivi riguardanti le arti minori
#Il periodo più ricco e florido dell'[[arte greca]], ovvero quella [[arte greca|classica]], dei secoli [[secolo V|V]] e [[secolo IV|IV]]
In realtà venne pubblicato solo il primo dei quattro libri; del secondo libro venne completato solo il primo capitolo, in quanto il secondo risulta essere stato interrotto.
<ref>{{cita|G. Agnello|pp.98-99|Agnello}},1966.</ref>
 
===Il teatro greco di Siracusa===
[[File:Syracuse theatre3.jpg|thumb|right|Teatro Greco di Siracusa]]
Rizzo fu il primo a studiare il [[teatro greco di Siracusa]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.23|Sikelio}},1999.</ref><br>
La prima versione dell'opera risale al [[1916]], quando l'[[archeologo]] partecipò ad un [[concorso]] bandito dall'[[Accademia dei Lincei]] per una ''[[monografia]] che illustri sotto ogni aspetto e completamente il [[Teatro Greco di Siracusa]]'', vincendolo.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.24|Sikelio}},1999.</ref><br>
La versione definitiva, priva di modifiche rispetto a quella del [[1916]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.25|Sikelio}},1999.</ref>, venne pubblicata nel [[1923]], al termine della [[Prima Guerra Mondiale]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.25|Sikelio}},1999.</ref> <br>
L'opera presenta due capitoli introduttivi, nei quali vengono riportate tutte le notizie rimaste negli scritti antichi riguardanti il [[monumento]]. La trattazione archeologica vera e propria comincia al terzo capitolo, dove l'autore descrive ed analizza le tre parti principali del [[Teatro]]:
*[[Cavea|Il Koilon]]
*[[Orchestra (architettura)|L'orchestra]]
*[[Spazio scenico|La scena]]
Per ognuna di esse vengono indicati gli elementi riferibili alle tre fasi della loro vita: quella classica, quella [[ellenistica]] e quella [[arte romana|romana]]. <br>
Ai tre capitoli precedentemente elencati si aggiungono 11 tavole e 65 [[disegni]], a penna e in foto.<ref>{{cita|Scuola Media G. E. Rizzo|p.162|Melilli}},1992.</ref>
 
===Monete greche della Sicilia===
Dal 1901 al 1906 visse a Roma in quanto Direttore del Museo Nazionale Romano e del Museo delle Terme Diocleziane.
Lo scopo principale dell'opera è quello di far conoscere l'arte dei maestri della [[Sicilia]] Greca.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref><br>
Durante questi anni la sua fama raggiunse livelli notevoli: fu più volte ospite del re Vittorio Emanuele III nella tenuta reale di Castel Porziano e venne invitato a partecipare ad una missione archeologica in Turchia e Grecia. Nel 1907 si trasferì a Torino, dove intraprese la redazione dell'opera "Storia dell'Arte Greca".
La stesura occupò Rizzo per anni, in quanto dovette classificare circa mille e cinquecento [[calco (archeologia)|calchi]] e selezionarli per la composizione delle Tavole<ref>{{cita|V. Rizzo|p.26|Sikelio}},1999.</ref>: la versione integrale (anticipata da ''Saggi preliminari sull'arte della moneta greca in Sicilia'', da ''Intermezzo di nuovi studi sull'arte della moneta greca'' e da ''Siciliae veteres nummi''<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>), venne pubblicata solo nel [[1946]], sia in [[lingua italiana]] che in [[lingua inglese]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref><br>
Rizzo non volle considerare "Monete greche della Sicilia" come una semplice opera di [[numismatica]], ma piuttosto come [[storia dell'arte|storia dell'arte greca]]: si impegnò a scoprire, tramite lo studio delle monete, la personalità degli incisori dei [[conio|conii]]. <br>
Egli considerava le monete come vere e proprie opere d'arte, collegate alle correnti e all'evoluzione dell'arte greca;per tale motivo l'opera è caratterizzata da numerosi confronti tra la [[monetazione]] e la [[scultura]] e la [[pittura]] dei vasi [[attica|attici]].<ref>{{cita|G. Agnello|p. 105|Agnello}},1966.</ref><br>
Fu redatta ponendo come limite cronologico il periodo che va dall'[[epoca greca]] al [[212 a.C.]], anno della conquista di [[Siracusa]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.78|Sikelio}},1999.</ref> e vede la [[Sicilia]] divisa in due aree: la [[Sicilia]] delle [[città greche]], ovvero la parte [[orientale]] dell'[[Isola]], e la [[Sicilia]] dei [[Siculi]], dei [[Fenici]] e degli [[Elimi]], ovvero la parte [[Civiltà occidentale|occidentale]]. Le città vennero poste sulla mappa in ordine alfabetico, e in ognuna di esse i vari tipi di monete coniate vennero suddivisi in cinque periodi cronologici. Inoltre, ogni [[polis]] è preceduta da una storia che va dalla fondazione alla distruzione della stessa.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.78|Sikelio}},1999.</ref><br>Grande rilievo è dato alla città di [[Siracusa]], considerata fondamentale per lo studio dell'[[arte greca]] in [[Sicilia]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.79|Sikelio}},1999.</ref><br>
Essa è divisa in due parti principali:<ref>{{cita|V. Rizzo|p.76|Sikelio}},1999.</ref>
*Tavole
*Testo, ulteriormente diviso in:
**Dedica
**Prefazione
**Capitolo dei Prolegomeni
**Capitolo ''"Siciliae Antiquae Tabula"''
**Il testo in sé, con la descrizione delle sessantasei Tavole<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref>
Nel discorso introduttivo l'autore spiega i motivi per cui scelse determinate linee espositive piuttosto che altre; nel primo capitolo vengono invece esposti i limiti e il metodo della trattazione<ref>{{cita|V. Rizzo|p.76|Sikelio}},1999.</ref>; il secondo capitolo presenta una Carta disegnata da Rizzo stesso, nella quale vengono presentati e descritti i luoghi in cui vennero coniate le varie monete.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref><br>
Il secondo volume, in cui venivano trattati in maniera del tutto originale i numerosi studi sulla cronologia, lo stile, la dipendenza dall'arte greca e la personalità degli artisti, non venne mai pubblicato: il materiale era quasi tutto pronto, ma Rizzo non ebbe mai le forze per riordinarlo e renderlo pronto per la stampa.<ref>{{cita|G. Agnello|pp. 105-106|Agnello}},1966.</ref>
 
==Omaggi==
=== Il pensiero politico ===
Per onorare la sua memoria, nel [[1978]], il [[Melilli|Comune di Melilli]] ha fatto collocare un [[Tronco (anatomia)|busto]] in [[bronzo]] raffigurante G.E.Rizzo all'interno della [[Giardino |villa comunale]].<ref>{{cita|A. Mollica|p.44|Mollica}},1999.</ref> Inoltre, gli vennero intitolate la [[scuola media]] del paese (1953) e una strada panoramica.<br> L'[[Accademia dei Lincei]] fece inoltre porre una targa in [[marmo]] sulla [[facciata]] della casa natale, la quale recita, in [[Lingua latina|latino]]<ref>{{cita|A. Mollica|p.70|Mollica}},1999.</ref>:
Giulio Emanuele Rizzo non nascose mai la sua avversione al regime fascista: per tale motivo sottoscrisse il "Contromanifesto" dettato da Benedetto Croce in risposta al "Manifesto degli intellettuali del Fascismo", redatto da Giovanni Gentile. Questo suo atteggiamento gli permise di autodefinirsi "Sikelio", in risposta a chiunque gli dicesse che anche Giovanni Gentile era un siciliano: {{citazione|Si, è vero, ma io sono Sikelio e lui è Sicano.}}
{{citazione|Giulio Emanuele Rizzo<br>eminente socio nazionale dell'[[Accademia dei Lincei]]<br>membro dell'[[Accademia di Francia]] e dell'Istituto germanico<br>insigne studioso delle antichità classiche<br>profondo nella ricerca, elegante nella forma<br>creatore e critico<br>ridonò alla moneta [[ellenistica]] il suo valore artistico<br>al mito pittorico il suo valore estetico<br>nell'intima connessione<br>tra fonti letterarie e monumenti dell'arte}}
Dopo la sua morte l'enorme [[biblioteca] presente in casa dell'archeologo venne donata dagli eredi all'[[Università di Catania]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.28|Sikelio}},1999.</ref><br>
In occasione del 121° anniversario della sua nascita, nel [[novembre]] [[1985]], si è svolta a [[Melilli]], nell'aula consiliare intitolata a G. E. Rizzo, una cerimonia commemorativa, al termine della quale è stato scoperto un [[Tronco (anatomia)|busto]] di [[Gesso (materiale)|gesso]] raffigurante l'illustre archeologo.<ref>{{cita|Scuola Media G. E. Rizzo|pp. 163-164|Melilli}},1992.</ref>
 
===Nomine=Note==
<references/>
==Bibliografia==
*{{cita libro| nome=Valeria | cognome=Rizzo | titolo=Il Maestro Sikelio | anno=1999 | editore=Arnaldo Lombardi Editore | città=Melilli|cid= Sikelio}}
*{{cita libro |nome= Andrea|cognome= Mollica |titolo= Melilli: tra cronaca e storia|cid = Mollica}}
*{{cita libro |nome = | cognome =|titolo= Chi è? |editore = Scarano |anno= 1948| città = Roma|cid = Chiè}}
*{{cita libro| nome = Scuola Media "G. E. Rizzo" | titolo = Melilli: Ricordi, valori e speranze del mio paese| anno = 1992| città = Melilli| cid = Melilli}}
*{{cita libro| nome = Paolo | cognome = Magnano | titolo = Melilli: alla scoperta del territorio| anno = 2001| |editore= Arnaldo Lombardi Editore | città = Melilli| cid = Magnano}}
*{{cita libro | nome = Giuseppe | cognome = Agnello | titolo = Giulio Emanuele Rizzo |editore = Archivio storico Siracusano, XII| anno = 1966 | cid = Agnello}}
*{{cita web|autore = Fabrizio Vistoli| url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-emanuele-rizzo_(Dizionario-Biografico)/|titolo= Rizzo, Giulio Emanuele|accesso= 19 maggio 2019| cid= Treccani}}