Marlene Dietrich: differenze tra le versioni

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|Nome = Marie Magdalene
|Cognome = Dietrich
|PostCognome = <ref name="NYT">{{cita news|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/1992/05/07/us/marlene-dietrich-90-symbol-of-glamour-dies.html|titolo=Marlene Dietrich, 90, Symbol of Glamour, Dies|pubblicazione=[[The New York Times]]|autore=Peter B. Flint|data=7 maggio 1992|accesso=11 dicembre 2023}}</ref>
|Pseudonimo = Marlene Dietrich
|PostCognomePreData = {{IPA|/maɐ̯'le:nəmaɐ̯ˈleːnə 'di:tʀɪçˈdiːtʀɪç/}}
|ForzaOrdinamento = Dietrich, Marlene
|Sesso = F
|LuogoNascita = Schöneberg
|LuogoNascitaLink = Schöneberg (Berlino)
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|GiornoMeseMorte = 6 maggio
|AnnoMorte = 1992
|Epoca = 1900
|Attività = attrice
|Attività2 = cantante
|Epoca = 1900
|Nazionalità = tedesca
|NazionalitàNaturalizzato = statunitense
|Immagine = Marlene Dietrich in ShanghaiNo ExpressHighway (19321951) by Don English(Cropped).png
|Didascalia = Marlene Dietrich nel film ''[[Shanghai Express]]'' ([[1932]])1951
|PostNazionalità = , fra le più note [[Icona (società)|icone]] del mondo cinematografico della prima metà del [[Novecento]]
}}
 
Fra le più note [[Icona (società)|icone]] del mondo cinematografico della prima metà del [[XX secolo|Novecento]], laLa Dietrich lasciò un'impronta duratura attraverso la sua recitazione, le sue immagini e l'interpretazione delle canzoni (arricchite da una [[voce]] ammaliante e sensuale). La Dietrich fuFu una delle prime [[Divismo|dive]], grazie ada un insieme di qualità che la fece entrare nella leggenda dello ''[[industria dello spettacolo|show business]]'' quale modello di ''[[femme fatale]]'' per [[antonomasia]]. Il suo mito nacque e si sviluppò in contrapposizione a quello di [[Greta Garbo]], entrambe star di punta di due compagnie di produzione rivali.<ref>{{Cita web|url=https://www.artapartofculture.net/2018/03/13/marlene-dietrich-e-greta-garbo/|titolo=Dietrich vs Garbo. Una mitologia anticonformista e stravagante|autore=Benedetta Pallavidino|sito=art a part of cult(ure)|data=13 marzo 2018|accesso=21 novembre 2019}}</ref>
 
L'[[American Film Institute]] ha inserito la Dietrich al nono posto tra le [[AFI's 100 Years... 100 Stars|più grandi star della storia del cinema]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.afi.com/100years/stars.aspx|titolo=AFI's 50 Greatest American Screen Legends|editore=[[American Film Institute]]|accesso=16 novembre 2014}}</ref>
 
== Biografia ==
Nacque a [[Schöneberg (Berlino)|Schöneberg]], oggi [[quartieri di Berlino|quartiere di Berlino]], il 27 dicembre 1901, da Louis Erich Otto Dietrich (ufficiale di polizia) e da Elisabeth Josephine Felsing (figlia di un gioielliere), anche se lei stessa dichiarò più volte di essere nata nel 1904. Dal 1907 al 1919 frequentò le scuole di [[Berlino]] e di [[Dessau]]: a quattro anni iniziò a studiare il [[lingua francese|francese]], l'[[lingua inglese|inglese]], il [[violino]] (in seguito anche con [[Friedrich Seitz]]) e il [[pianoforte]]. A causa di uno strappo ai legamenti di un dito della mano fu costretta a interrompere lo studio della musica strumentale e si diplomò come cantante all'[[Accademia di Berlino]].
=== I primi successi ===
Nacque a [[Schöneberg (Berlino)|Schöneberg]], oggi [[quartieri di Berlino|quartiere di Berlino]], il 27 dicembre 1901, da Louis Erich Otto Dietrich (ufficiale militare prussiano) e da Elisabeth Josephine Felsing (figlia di un gioielliere), anche se lei stessa dichiarò più volte di essere nata nel 1904. Dal 1907 al 1919 frequentò le scuole di [[Berlino]] e di [[Dessau]]: a quattro anni iniziò a studiare il [[lingua francese|francese]], l'[[lingua inglese|inglese]], il [[violino]] (in seguito anche con [[Friedrich Seitz]]) e il [[pianoforte]]. A causa di uno strappo ai legamenti di un dito della mano fu costretta a interrompere lo studio della musica strumentale e si diplomò come cantante all'[[Accademia di Berlino]].
 
=== Le prime interpretazioni ===
Nel 1922 iniziò a calcare i palcoscenici dei teatri di Berlino (''Großes Schauspielhaus Berlin'') e lavorò con il regista [[Max Reinhardt]], ottenendo piccole parti in alcuni [[film muto|film muti]]. Il 17 maggio 1923 sposò Rudolf Sieber, un aiuto regista, e un anno dopo nacque la figlia [[Maria Riva|Maria Elisabeth]]. Nel 1929 arrivò la sua prima interpretazione da protagonista nel film ''[[Enigma (film 1929)|Die Frau, nach der man sich sehnt]]''.
Nel 1922 iniziò a calcare i palcoscenici dei teatri di Berlino e di Vienna. Ammessa alla scuola di recitazione del ''[[Großes Schauspielhaus|Großes Schauspielhaus Berlin]] iniziò a'' lavorare con il regista [[Max Reinhardt]], ottenendo piccole parti in alcuni [[film muti]]. Il 17 maggio 1923 sposò Rudolf Sieber, un aiuto regista, e un anno dopo nacque la figlia [[Maria Riva|Maria Elisabeth]]. Nel 1929 arrivò la sua prima interpretazione da protagonista nel film ''[[Enigma (film 1929)|Enigma]]''.
 
=== L'angelo azzurro ===
[[File:Marlene Dietrich in The Blue Angel.png|miniaturamin|uprightverticale=1.1|Marlene Dietrich in ''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'' ([[1930]])]]
Nell'ottobre dello stesso anno firmò il contratto per interpretare il film che le diede la fama, ''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'', con la regia di [[Josef von Sternberg]], tratto da un romanzo di [[Heinrich Mann]], fratello del più famoso [[Thomas Mann|Thomas]].
 
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=== La gloria a Hollywood ===
 
[[File:Set di valigie personale di marlene dietrich.JPG|miniatura|sinistra|Set di valigie originale di Marlene Dietrich ([[Filmmuseum Berlin]])]]
Mentre il regista stava ancora montando la versione definitiva, la [[Paramount]], che distribuiva negli Stati Uniti d'America ''L'angelo azzurro'', il 29 gennaio 1930 telefonò alla nuova stella e le offrì un contratto di sei anni con uno stipendio iniziale di 500 dollari a settimana e aumenti fino a 3.&nbsp;500 al settimo anno<ref>{{Cita|Jandelli, ''|op. cit.'', pag. 70}}.</ref>. L'attrice accettò, ma riuscì ada inserire nel contratto una clausola accessoria importante, che si rivelerà onerosa per lo studio: quella di poter scegliere il regista dei suoi film, una condizione maturata per paura di perdere la collaborazione di Sternberg.
 
Sul viaggio in transatlantico incontrò [[Travis Banton]], il costumista con il quale collaborò sempre, con il quale aveva in comune l'ammirazione per Sternberg e una straordinaria resistenza fisica alla fatica. Fu in questo periodo che Sternberg le scattò la famosa foto vestita da ''yachtman'', che venne diffusa dalla Paramount con la frase di lancio dell'immagine divistica di Marlene: "La donna che perfino le donne possono adorare". Il glamour di quell'immagine spazzò via tutte le remore della Paramount, che invano aveva tentato di proibirle di mostrarsi in pantaloni: a quell'epoca, indossare vestiti di foggia maschile per una donna era un atto quasi sovversivo.
 
Il 2 aprile 1930 Marlene Dietrich arrivò così a [[Hollywood]], dove si rifugeranno dopo il 1933 anche alcuni tra i migliori attori, registi e tecnici del [[cinema tedesco d'avanguardia|cinema tedesco dell'epoca]], in fuga dal [[nazismo]], come [[Fritz Lang]]. La Paramount la mise in contrapposizione a [[Greta Garbo]], la ''star'' scandinava della [[Metro-Goldwyn-Mayer|MGM]]. La diva tedesca aveva anche il dono del canto, il che le dava una carta in più nel cinema sonoro. Sternberg la plasmò: appena arrivati la mise a dieta ferrea, le fece estrarre quattro molari perché la luce scivolasse meglio sull'ovale del viso e le fece tingere i capelli di biondo platino.
 
La Dietrich iniziò quindi a recitare in una serie di film memorabili girati dal suo regista di fiducia, Sternberg, e fotografata solo e soltanto da [[Rudolph Maté]], che le creò quell'immagine di graffiante ma raffinata sensualità che la consegnò alla popolarità mondiale.
[[File:Marlene Dietrich in Morocco 2.jpg|min|verticale|Marlene Dietrich in [[Marocco (film 1930)|''Marocco'']] (1930)]]
Il primo film statunitense fu ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'', girato nell'ottobre 1930, nel quale cantava due canzoni e che le valse la candidatura all'[[Oscar alla miglior attrice|Oscar come migliore attrice]]. ''Marocco'' uscì negli Stati Uniti d'America prima de ''L'angelo azzurro'' (dicembre 1930) e nel marzo 1931 arrivava già nelle sale ''[[Disonorata (film 1931)|Disonorata]]'': in pochi mesi era già diventata una ''star'' cinematografica mondiale.
 
In ''Marocco'' restò famosa la sua ''performance'' canora vestita da uomo e il bacio con una donna del pubblico, una scena che resta una delle prime rappresentazioni di un bacio omosessuale della [[storia del cinema]]. Per ''[[Shanghai Express (film)|Shanghai Express]]'' (1932) venne accuratamente studiato il suo look: vestiti neri che la snellissero e piume nere di gallo da combattimento. L'anno dopo Sternberg si rifiutò di dirigerla ne ''[[Il cantico dei cantici]]'' (1933), ma le suggerì comunque di chiedere che la regia venisse affidata a [[Rouben Mamoulian]], cosa che lei fece puntualmente in virtù della sua libertà contrattuale in merito alla scelta dei registi.[[File:Marlene Dietrich Stage Fright Trailer 1.jpg|min|Marlene Dietrich in ''[[Paura in palcoscenico]]'' di [[Alfred Hitchcock]] (1950)]]I film successivi più celebri sono tutti declinazioni su sfondo fantasiosamente esotico della sua immagine di diva, come era successo in ''Marocco'':
[[File:Marlene Dietrich in Morocco trailer.jpg|miniatura|Marlene Dietrich in ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'' ([[1930]])]]
l'URSS con ''[[L'imperatrice Caterina]]'' (1934), la Spagna con ''[[Capriccio spagnolo (film)|Capriccio spagnolo]]'' (1935), che fu l'ultimo film nel quale collaborò con Sternberg. Per quest'ultimo film, l'attrice voleva dare una sfumatura mediterranea al personaggio di Conchita e cercò di scurirsi gli occhi, usando un collirio per dilatare le pupille. Non riuscendo però a muoversi sul set, confessò a Sternberg la sua cattiva trovata ed egli la rassicurò: con un pezzo di carta che copriva una parte del riflettore che illuminava il suo primo piano, riuscì a darle la sfumatura bruna cercata<ref>{{Cita|Riva|op. cit., pag. 312-313}}.</ref>.
 
La professionalità e la determinazione della Dietrich sul set erano proverbiali. Con la disciplina pretendeva da sé stessa un'interpretazione perfetta, che coprisse eventuali pecche sul profilo dell'interpretazione drammatica. In ''Capriccio spagnolo'', ad esempio, Sternberg aveva ideato la scena di presentazione di un personaggio, con il primo piano di un palloncino che scoppia e mostra il volto della diva. Le venne richiesto di restare impassibile allo scoppio del palloncino, evitando il riflesso naturale di sbattere almeno le palpebre: essa si sottopose a prove estenuanti, ma alla fine riuscì a eseguire la corretta ''performance''<ref>{{Cita|Riva|op. cit., pag. 313-315}}.</ref>.
Il primo film americano fu ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'', girato nell'ottobre 1930, nel quale cantava due canzoni e che le valse la ''[[Candidatura|nomination]]'' all'[[Oscar alla miglior attrice|Oscar come migliore attrice]]. ''Marocco'' uscì negli Stati Uniti prima de ''L'angelo azzurro'' (dicembre 1930) e nel marzo 1931 arrivava già nelle sale ''[[Disonorata (film 1931)|Disonorata]]'': in pochi mesi era già diventata una ''star'' cinematografica mondiale.
 
=== Il grande successo negli Stati Uniti e la cittadinanza ===
In ''Marocco'' restò famosa la sua ''performance'' canora vestita da uomo e il bacio con una donna del pubblico, una scena che resta una delle prime rappresentazioni di un bacio omosessuale della [[storia del cinema]]. Per ''[[Shanghai Express]]'' (1932) venne accuratamente studiato il suo look: vestiti neri che la snellissero e piume nere di gallo da combattimento. L'anno dopo Sternberg si rifiutò di dirigerla ne ''[[Il cantico dei cantici]]'' (1933), ma le suggerì comunque di chiedere che la regia venisse affidata a [[Rouben Mamoulian]], cosa che lei fece puntualmente in virtù della sua libertà contrattuale in merito alla scelta dei registi.
[[File:Marlene Dietrich ww2 47.jpg|min|verticale=1.1|Marlene Dietrich firma sul gesso di un soldato americano ferito durante la [[seconda guerra mondiale]]]]
 
Nel 1934 arrivò a guadagnare {{tutto attaccato|350 000}} dollari l'anno, una cifra astronomica che la rendeva una delle persone più ricche degli Stati Uniti<ref>Idem.</ref>. Sempre nello stesso anno fece un viaggio in Europa. I suoi familiari la seguirono poi nell'avventura americana, anche se ormai viveva separata dal suo unico marito che conviveva con una sua ex amica. Del resto erano innumerevoli le avventure che si concedeva con amanti di ambo i sessi. La sua era una vita che molti definivano scandalosa. Il rapporto con Sternberg era molto teso: entrambi si sfidavano continuamente e arrivavano ad aggredirsi verbalmente durante le riprese<ref>{{Cita|Jandelli|op. cit., pag. 73}}.</ref>. La rottura definitiva avvenne nel 1935, soprattutto per volontà del regista. L'immagine della diva tedesca restò comunque ancorata a quella creata da Sternberg.
I film successivi più celebri sono tutti declinazioni su sfondo fantasiosamente esotico della sua immagine di diva, come era successo in ''Marocco'': la Russia con ''[[L'imperatrice Caterina]]'' (1934), la Spagna con ''[[Capriccio spagnolo (film)|Capriccio spagnolo]]'' (1935), che fu l'ultimo film nel quale collaborò con Sternberg. Per quest'ultimo film, l'attrice voleva dare una sfumatura mediterranea al personaggio di Conchita e cercò di scurirsi gli occhi, usando un collirio per dilatare le pupille. Non riuscendo però a muoversi sul set, confessò a Sternberg la sua cattiva trovata ed egli la rassicurò: con un pezzo di carta che copriva una parte del riflettore che illuminava il suo primo piano, riuscì a darle la sfumatura bruna cercata<ref>Riva, op. cit., pag. 312-313.</ref>.
 
Dopo sette anni di permanenza negli [[USA]] ottenne la [[cittadinanza]]. Con gli americani collaborò durante la seconda guerra mondiale, intraprendendo varie tournée di intrattenimento per le truppe, in cui cantava in inglese la canzone tedesca ''[[Lili Marleen]]'', che divenne poi il suo inno.
La professionalità e la determinazione della Dietrich sul set erano proverbiali. Con la disciplina essa pretendeva da sé stessa un'interpretazione perfetta, che andasse a coprire eventuali pecche sul profilo dell'interpretazione drammatica. In ''Capriccio spagnolo'', ad esempio, Sternberg aveva ideato la scena di presentazione di un personaggio, con il primo piano di un palloncino che scoppia e mostra il volto della diva. Le venne richiesto di restare impassibile allo scoppio del palloncino, evitando il riflesso naturale di sbattere almeno le palpebre: essa si sottopose a prove estenuanti, ma alla fine riuscì ad eseguire, come sempre, la corretta ''performance''<ref>Riva, op. cit., pag. 313-315.</ref>.
 
=== Il grande successo in USA e la cittadinanza ===
[[File:Marlene Dietrich ww2 47.jpg|miniatura|upright=1.1|Marlene Dietrich firma sul gesso di un soldato americano ferito durante la [[seconda guerra mondiale]]]]
 
Nel 1934 arrivò a guadagnare {{tutto attaccato|350 000}} dollari l'anno, una cifra astronomica che la rendeva una delle persone più ricche degli Stati Uniti<ref>Idem</ref>. Sempre nello stesso anno fece un viaggio in Europa. I suoi familiari la seguirono poi nell'avventura americana, anche se ormai viveva separata dal suo unico marito che conviveva con una sua ex-amica; {{cn|del resto erano innumerevoli le avventure che si concedeva con amanti di ambo i sessi}}: la sua era una vita che molti definivano scandalosa.
Il rapporto con Sternberg era molto teso: entrambi si sfidavano continuamente ed arrivavano ad aggredirsi verbalmente durante le riprese<ref>Jandelli, op. cit., pag. 73.</ref>. La rottura definitiva avvenne nel 1935, soprattutto per volontà del regista. L'immagine della diva tedesca restò comunque ancorata a quella creata da Sternberg.
 
Dopo sette anni di permanenza negli [[Stati Uniti d'America|USA]] ottenne la [[cittadinanza]]. Con gli americani collaborò durante la seconda guerra mondiale, intraprendendo varie tournée di intrattenimento per le truppe, in cui cantava in inglese la canzone tedesca ''[[Lili Marleen]]'', che divenne poi il suo inno.
 
Dal 1954, quando la carriera cinematografica era in declino, su consiglio del commediografo [[Noël Coward]], che ne fu l'organizzatore, si esibì in spettacoli in cui cantava le canzoni dei suoi film e intratteneva il pubblico con monologhi estemporanei. Lo show fu portato in giro per tutto il mondo con grande successo e con lauti compensi.
 
Ma alla fine degli anni cinquanta la Dietrich diede ancora due grandi prove d'attrice nei classici ''[[Testimone d'accusa (film 1957)|Testimone d'accusa]]'' (1957) di [[Billy Wilder]] e ''[[L'infernale Quinlan]]'' (1958) di [[Orson Welles]], mentre nel 1961 diede un'ottima interpretazione in ''[[Vincitori e vinti]]'', capolavoro di [[Stanley Kramer]] dove recitò accanto a [[Spencer Tracy]], [[Maximilian Schell]], [[Burt Lancaster]], [[Montgomery Clift]], [[Richard Widmark]] e [[Judy Garland]]. Per la sua performance in questo film, la Dietrich vinse il [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]] Speciale.
 
=== Il tramonto ===
[[File:Marlene Dietrich in Israel (1960) (Cropped).png|min|verticale|Marlene Dietrich nel 1960]]
[[File:Judgment at Nuremberg-Marlene Dietrich.JPG|miniatura|upright=1.1|Marlene Dietrich in ''[[Vincitori e vinti]]'' di [[Stanley Kramer]] (1961)]]
SecondoLa alcunesalute fonti,dell'artista icominciò primia problemideteriorarsi digià salutenel 1953:<ref>Malene Sheppard Skærved, dell'artista'Dietrich'', si2003, manifestaronoHaus perPublishing laLtd. primaLondra</ref> voltaimprevedibili neldolori 1972e gonfiori alle gambe, inche occasionequando difinalmente unosi spettacolodecise ala [[Queen'sfarsi Theatrevisitare (Shaftesburyvennero Avenue)|Queen'sattribuiti Theatre]]ad diarteriosclerosi [[Londra]],bilaterale. duranteLe ilfu qualeinoltre caddediagnosticato dopoun cancro cervicale al primo stadio, ma per un'uscita didecennio scena.non Advolle aggravarefarsi ancoracurare diper piùl'una lae l'altra malattia. A situazioneciò si aggiunseaggiungeva unl'ulterioreabuso di cadutaalcolici, avvenutache durantela un'esibizionerendeva tenutasispesso adubriaca [[Ottawa]],e inle [[Canada]],causò e,alcune successivamentecadute,<ref>{{Cita|Riva|op. cit}}.</ref> fino a quella, dell'ultimatragica, apparizioneal pubblicaRoyal aTheatre di [[Sydney]], in [[Australia]], nel settembre 1975., L'attricequando decisesi cosìruppe di nuovo il femore sinistro:<ref>''Corriere della sera'', 1 ottobre 1975</ref> sarebbe stata l'ultima apparizione pubblica, perché fu costretta a ritirarsi dalle scene.<ref>{{cita web|url=https://www.people.com/people/archive/article/0,,20112800,00.html|titolo=A Legend's Last Years|editore=people.com|data=1º giugno 1992|accesso=22 marzo 2014}}</ref>.
 
In precedenza era caduta nel 1972 in occasione di uno spettacolo al [[Queen's Theatre (Shaftesbury Avenue)|Queen's Theatre]] di [[Londra]], nel 1973 durante uno show in Mariland, in scena a Washington e durante un'esibizione a [[Ottawa]], in [[Canada]].
Nel 1978 fu convinta a ritornare un'ultima volta sugli schermi interpretando la parte della baronessa nel film ''[[Gigolò (film)|Gigolò]]'', accanto a [[David Bowie]].
 
Nel 1978 fu convinta a ritornare un'ultima volta sugli schermi interpretando la parte della baronessa nel film ''[[Gigolò (film)|Gigolò]]'', accanto a [[David Bowie]]. Sei anni dopo, nel 1984, l'attore [[Maximilian Schell]] le dedicò un [[film]]-documentario, ''[[Marlene (film 1984)|Marlene]]''<ref>{{cita web|url=https://www.imdb.com/title/tt0085905/|titolo=Marlene|editore=imdb.com|accesso=22 marzo 2014}}</ref>, che l'attrice accettò di fare solo per denaro<ref>{{Cita libro |cognome=Morley, |nome=Sheridan (|anno=1978). ''|titolo=Marlene Dietrich''. |editore=Sphere Books. |ISBN =0722161638}}</ref>. Non camminava già quasi più a causa di una [[frattura (medicina)|frattura]] al [[femore]], provocata da una caduta in bagno {{citazione necessaria|mentre era, si disse, completamente ubriaca}}. Per non far conoscere le sue reali condizioni, si presentò all'intervista su una [[sedia a rotelle]], dichiarando di essersi [[Distorsione (medicina)|distorta]] una caviglia. Inoltre pretese e ottenne dal regista di non apparire, se non in materiale di repertorio, e di far solamente udire la propria voce.
Poco dopo aver collaborato a questo documentario le sue condizioni fisiche peggiorarono ulteriormente e finì per immobilizzarsi del tutto.
 
Marlene Dietrich morì dopo circa otto anni di immobilizzazione a letto, il 6 maggio 1992, nel suo appartamento parigino di Avenue Montaigne 12.
Marlene Dietrich morì dopo circa otto anni di immobilizzazione a letto, il 6 maggio 1992. La lunga degenza era stata accompagnata da fasi depressive acute. Il decesso fu attribuito ufficialmente ad un [[infarto]] che la colpì nel sonno, ma le cause della morte sono sempre rimaste poco chiare, specialmente dopo le dichiarazioni rilasciate nel 2002 dalla sua segretaria [[Norma Bousquet]], la quale affermò che l'attrice si era suicidata con una forte dose di [[sonnifero]].<ref>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2002/01/14/LA706.html?refresh_ce "La diva ammalata chiese i sonniferi, lei la aiutò «Marlene, fu suicidio» Lo rivela la segretaria"] . gelocal.it, 14 gennaio 2002.</ref>
La lunga degenza era stata accompagnata da fasi depressive acute.
La camera ardente fu aperta al pubblico, sin dal giorno della sua morte, nella [[chiesa della Madeleine]] a Parigi e venne successivamente spostata in [[Germania]]; fu sepolta il 16 maggio nel [[cimitero di Friedenau]] a [[Berlino]], accanto alla madre.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/maggio/08/Berlino_ultimo_volo_dell_Angelo_co_0_9205088565.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140322104751/http://archiviostorico.corriere.it/1992/maggio/08/Berlino_ultimo_volo_dell_Angelo_co_0_9205088565.shtml|titolo=A Berlino l'ultimo volo dell'angelo|editore=[[Corriere della Sera]]|data=8 maggio 1992|accesso=22 marzo 2014|pagina=39|urlmorto=sì|dataarchivio=22 marzo 2014}}</ref>
Il decesso fu attribuito ufficialmente a un [[infarto]] che la colpì nel sonno, tuttavia le cause della morte sono sempre rimaste poco chiare, specialmente dopo le dichiarazioni rilasciate nel 2002 dalla sua segretaria Norma Bousquet, la quale affermò che l'attrice si era suicidata ingerendo una forte dose di [[sonnifero]] che chiese che le venisse somministrato.<ref>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2002/01/14/LA706.html?refresh_ce "La diva ammalata chiese i sonniferi, lei la aiutò «Marlene, fu suicidio» Lo rivela la segretaria"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170314062936/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2002/01/14/LA706.html?refresh_ce |data=14 marzo 2017}}. gelocal.it, 14 gennaio 2002.</ref>. La camera ardente fu aperta al pubblico, sin dal giorno della sua morte, nella [[chiesa della Madeleine]] a Parigi e venne successivamente spostata in [[Germania]]; fu sepolta il 16 maggio nel [[cimitero di Friedenau]] a [[Berlino]], accanto alla madre.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/maggio/08/Berlino_ultimo_volo_dell_Angelo_co_0_9205088565.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140322104751/http://archiviostorico.corriere.it/1992/maggio/08/Berlino_ultimo_volo_dell_Angelo_co_0_9205088565.shtml|titolo=A Berlino l'ultimo volo dell'angelo|editore=[[Corriere della Sera]]|data=8 maggio 1992|accesso=22 marzo 2014|p=39|urlmorto=sì|dataarchivio=22 marzo 2014}}</ref>
 
{{Citazione|Quando sono vicino alla mamma, non mi può accadere nulla.|Marlene Dietrich, ''Marlene D.'', [[1984]]}}
 
=== L'immagine della Diva ===
{{Citazione|I monologhi sentimentali non s'addicevano al mio registro. Dovetti quindi adottare uno stile diverso, insinuarmi faticosamente nella pelle di un altro tipo di donna. Non era una donna che mi piacesse. Ma imparai dolcemente tutte le sue detestabili battute.|Marlene Dietrich, ''Marlene D.'', 1984}}
 
L'immagine di [[Divismo|diva]] di Marlene Dietrich venne modellata da Sternberg, che la tratteggiò con efficacia nelle sette regie dei primi anni trenta, e venne loi replicata all'infinito, anche nelle sue ''performance'' canore dal vivo. La sua immagine era essenzialmente quella di donna fatale, trasgressiva, dominatrice, altera e fiera, ma il tratto più originale era il rapporto duplice che Marlene poteva avere con entrambi i sessi, trattato in maniera esplicita. Anche la Garbo evocava l'androginia, ma il suo personaggio era più spirituale e psicologico, sempre legato all'immagine di donna fredda e calcolatrice o eroina romantica. Marlene era invece "la donna che perfino le donne possono adorare".
[[File:Bundesarchiv Bild 102-14627, Marlene Dietrich.jpg|miniaturamin|upright=0.9verticale|Marlene Dietrich vestitain daabiti uomomaschili nel [[1933]]]]
 
La figlia della Dietrich riportò come, fin dal primo incontro con Sternberg, sua madre avesse colpito subito il regista, che prima di farla cantare in inglese le fissò personalmente gli spilli al vestito e le sistemò i capelli. Nei film tedeschi la Dietrich non si riteneva fotogenica, ma Sternberg riuscì a renderla ancora più bella.
 
In ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]] '' venne ripresa dall'operatore [[Lee Garmes]]<ref>Lee Garmes: Oscar per la miglior fotografia nel 1960.</ref>, che la seguì anche nei tre film successivi. La luce che creò per esaltare la sua immagine era un morbido ''[[Effetto flou|flou]]'', con luce da nord alla [[Rembrandt]], in maniera da valorizzare i suoi zigomi. Le scene girate di notte inoltre erano illuminate come in pieno giorno.
 
La collaborazione tra Sternberg, Banton, Garmes e la stessa Dietrich creò la sua immagine divenuta leggendaria. Secondo le lettere che essaella scrisse al marito a proposito di ''Marocco'', Sternberg giocò con la luce, creando un'aureola con le punte dei capelli illuminati, scavando le sue guance con le ombre, ingrandendole gli occhi. Ma Marlene non era un soggetto passivo nelle mani del regista e dei collaboratori: anch'essaella era un soggetto attivo nella creazione della sua immagine, dalla quale traspariva anche un forte autocompiacimento. Accanto alla cinepresa faceva sempre sistemare un grande specchio semovente dove controllava la sua figura. Sternberg le scrisse: «Hai permesso alla mia macchina da presa di adorarti e a tua volta hai adorato te stessa».<ref>{{Cita|Riva, |op. cit., pag. 73}}.</ref>.
 
Un problema di immagine nacque quando, nel 1931, la Dietrich fece portare a Hollywood sua figlia: la [[Paramount]] era infatti preoccupata che l'immagine di donna fatale cozzassenon si conciliasse con quella di madre. Ma allora venne l'intuizione, poi usata per moltissime star, di mescolare il materiale biografico per diffondere, tramite i periodici, l'immagine della persona-star. La Dietrich, come scrisse poi sua figlia, venne presentata come una "Madonna": «Certo la Metro non sarebbe riuscita a trovare una figlia a [[Greta Garbo]] dall'oggi al domani!»<ref>{{Cita|Riva, |op. cit., pag. 100}}.</ref>.
 
L'immagine venne rafforzata da film basati sul suo personaggio fino a ''[[Capriccio spagnolo (film)|Capriccio spagnolo]]'' (1935), quando terminò la collaborazione con Sternberg. La sua immagine venne perpetrataperpetuata identica anche nei film successivi, ma all'abbandono del maestro essa iniziò a potenziare la propria immagine mediatica. Se prima evitava la mondanità hollywoodiana, dopo il 1935 vi si gettò a capofitto, con il fedele sarto [[Travis Banton]] a disegnarle i costumi, oltre che per il ''set'', anche per le esibizioni in pubblico.
 
Mitico è rimasto il ''party'' in costume dove si presentò vestita da [[Leda]], disegnando una vera icona [[camp (arte)|camp]], con i riccioli corti, alla greca, e inguainata da un vestito di [[chiffon]] bianco con piume che le ricoprivano la metà del corpo e una testa di cigno appoggiata sul seno; la accompagnava una sua amante-attrice vestita "da Dietrich", cioè con il [[cappello a cilindro]] e il [[frac]].
 
=== Rifiuto del nazismo e rapporti con la Germania ===
[[File:Marlene Dietrich 1948 2.JPG|sinistra|min|verticale|Marlene Dietrich nel 1943]]
Il rapporto con la sua patria di origine fu il dramma della sua vita. Marlene, profondamente legata alla sua identità tedesca ("Grazie a Dio, sono nata a Berlino", disse più volte) non perdonava alla [[Germania]] il [[regime nazista]] e, anche se [[Joseph Goebbels|Goebbels]] e [[Adolf Hitler|Hitler]] (che la corteggiò a lungo) avrebbero voluto che diventasse una delle grandi rappresentanti del [[nazismo]], lei rifiutò sempre ogni proposta in tal senso.
Il rapporto con la Germania fu il dramma della sua vita. Profondamente legata alla sua identità tedesca ("Grazie a Dio, sono nata a Berlino", disse più volte) non perdonava alla [[Germania]] il [[regime nazista]] e, anche se [[Goebbels]] e [[Hitler]] (che la corteggiò a lungo) avrebbero voluto che diventasse una delle grandi rappresentanti del [[nazismo]], lei rifiutò sempre ogni proposta in tal senso. Durante la [[Seconda guerra mondiale|guerra]], ormai cittadina americanastatunitense, accentuò la propria opposizione alla Germania nazista, cone ne diede un'esplicita testimonianza che giunse ad accompagnareaccompagnando le truppe alleate con le proprie esibizioni, sia in Nord Africa chesia sul suolo europeo. La fama della canzone ''[[Lili Marleen]]'' e dell'interprete fu di tale dimensione da divenire l'immagine di universalizzazione del conflitto per gli Alleati, proponendo l'idea di una guerra non contro le [[Potenzepotenze dell'Asse]], ma per la democrazia e la libertà. Era segretamente simpatizzante del nazismo.
 
Nel 1947, prima donna della storia, ricevette la [[Medal of Freedom (1945)|Medal of Freedom]], massima onorificenza civile concessa negli Stati Uniti d'America<ref>{{cita web|url=http://www.marlenedietrich.org.uk/id3.html|titolo=The Legendary, Lovely Marlene - Dietrich's War|lingua=en|accesso=22 marzo 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130528051850/http://www.marlenedietrich.org.uk/id3.html|dataarchivio=28 maggio 2013}}</ref>. Ella dichiarò che lo considerava il riconoscimento di cui andava più fiera. Nel 1950 fu anche insignita dal governo francese della [[Legion d'onore]]<ref>[{{Cita web|lingua=fr|autore=Florence Pacaud|url=https://www.francecultureradiofrance.fr/musiquefranceculture/marlene-dietrich-la-muse-rebelle]-8214009|titolo=Marlene Dietrich, la muse rebelle|sito=France Culture|data=2011-07-27|accesso=2025-09-16}}</ref>, come riconoscimento della sua testimonianza in favore della democrazia in tempo di guerra.
 
Ancora molti anni dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]], la valutazione della Dietrich è controversa in Germania. Alcuni suoi compatrioti la ritennero una "traditrice" della patria. Quando l'attrice nel 1960 tornò in Germania nell'ambito di una grande ''tournée'', durante una sua performance al [[Titania-Palast]] di [[Berlino]] alcuni protestarono, scandendo la frase "Marlene Go Home!". D'altra parte la Dietrich fu calorosamente accolta da altri tedeschi, fra i quali il sindaco di Berlino [[Willy Brandt]], che era stato anche lui un oppositore del nazismo, costretto all'esilio. Quella fu l'ultima volta che l'artista si recò in Germania.
Più volte poi, dopo la sua morte,tomba laè sua tomba divennestata oggetto di vandalismi da parte di gruppi neonazisti.{{citazione<ref>''Corriere della sera'', 31 ottobre necessaria}}1996</ref>
 
In un'occasione Marlene Dietrich disse che a volte sentiva una responsabilità personale, perché, se avesse accettato le offerte sessuali di Hitler, forse sarebbe riuscita a cambiare il modo di vedere del dittatore e a evitare la guerra mondiale.<ref>{{Cita libro|nome=Peter|cognome=Bogdanovich|wkautore=Peter Bogdanovich||traduttore=Roberto Buffagni|titolo=Chi c'è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood|editore=Fandango Libri|città=Roma|anno=2008|p=555|isbnISBN=978-88-6044-067-9}}</ref>. Nel 1996, dopo un acceso dibattito, le autorità locali di Berlin-Schöneberg, il suo paese di nascita, decisero di non intitolarle una strada. Ma l'8 novembre 1997 le venne intitolata la centrale "Marlene-Dietrich-Platz" a Berlino. La motivazione recita: «Berliner Weltstar des Films und des Chansons. Einsatz für Freiheit und Demokratie, für Berlin und Deutschland» ("Star berlinese nel mondo, per il cinema e il canto. Impegnata per la libertà e la democrazia, per Berlino e per la Germania").
Nel 1996, dopo un acceso dibattito, le autorità locali di Berlin-Schöneberg, il suo paese di nascita, decisero di non intitolarle una strada. Ma l'8 novembre 1997 le venne intitolata la centrale "Marlene-Dietrich-Platz" a Berlino. La motivazione recita: «Berliner Weltstar des Films und des Chansons. Einsatz für Freiheit und Demokratie, für Berlin und Deutschland» ("Star berlinese nel mondo, per il cinema e il canto. Impegnata per la libertà e la democrazia, per Berlino e per la Germania").
 
[[File:Gedenktafel Marlene Dietrich.jpg|miniatura|destramin|Targa commemorativa nella casa dove nacque, a Berlino]]
 
La Dietrich venne dichiarata cittadina onoraria di Berlino il 16 maggio 2002. Nel suo "memoriale" è scritto:
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Il verso dell'epigrafe si richiama al titolo della canzone antimilitarista ''[[Where Have All the Flowers Gone?]]'', resa celebre in tutto il mondo da [[Pete Seeger]] e [[Joan Baez]], e ricorda che la Dietrich fu la prima a interpretarla in tedesco. Il rifiuto della guerra fu sempre presente nelle sue convinzioni e la portò a eseguire nel 1963 la canzone di [[Bob Dylan]] ''[[Blowin' in the Wind]]''.
 
=== Vita privata ===
[[File:Friedhof Schoeneberg III Marlene Dietrich.jpg|miniaturamin|upright=0.9verticale|La tomba di Marlene Dietrich al [[cimitero di Friedenau]]]]
{{F|attori tedeschi|agosto 2017}}
Grande scrittrice di lettere e diari, Marlene Dietrich raccolse nella sua casa di [[Parigi]] circa 300.000{{formatnum:300000}} testimonianze della sua vita. Dichiaratamente [[Ateismo|atea]] e [[bisessualità|bisessuale]], ebbe molti amanti famosi, sia nel mondo del cinema chesia tra scrittori famosi, fra i quali [[Ernest Hemingway|Hemingway]]. Ebbe anche molti amici tra gli [[omosessuali]]: le donne erano affascinate da lei e gli uomini ammaliati dal suo fascino.
 
Fu legata anche allo scrittore [[Erich Maria Remarque]], il cui amore non era tuttavia ricambiato. Lo scrittore era molto geloso di [[Jean Gabin]], reduce da una lunga relazione con l'attrice; nonostante ciò, Remarque e la Dietrich ebbero anche in seguito una lunga corrispondenza (ma le lettere inviate dall'attrice allo scrittore sono state quasi tutte distrutte dall'ultima moglie di Remarque, l'attrice [[Paulette Goddard]]).
 
Oltre al tedesco, parlava l'inglese, il francese e l'italiano. Amava l'Italia, dove soggiornava per brevi vacanze lontana da tutti; in seguito ada una visita in quei luoghi, nel 1937 fece un appello per la valorizzazione della diramazione a trazione ippica Mano-Roccabianca della [[tranvia Parma-San Secondo-Busseto]]<ref>Michele Campana, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1621_02_1937_0242_0002_22494004/ La trovata di un tram "Hp 1 - Bianco"]'', in ''Stampa Sera'', 11 ottobre 1937, p. 2. URL consultato nel maggio 2015.</ref>. Ad [[Avesa]], allora comune autonomo alle porte di [[Verona]], trascorse un periodo da una sua amica artista alla fine degli anni Trenta.trenta<ref>{{cita web|url=http://www.larena.it/stories/dalla_home/565666_le_mie_notti_sotto_le_stelle_con_la_dietrich/|titolo=Le mie notti sotto le stelle con la Dietrich|editore=larena.it|data=22 settembre 2013|accesso=22 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140322111630/http://www.larena.it/stories/dalla_home/565666_le_mie_notti_sotto_le_stelle_con_la_dietrich/|dataarchivio=22 marzo 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
Nel 1979 e nel 1984 pubblicò rispettivamente due autobiografie, la seconda delle quali intitolata laconicamente ''Marlene D.'' È stata la prima donna a farsi assicurare le gambe, stipulando un contratto con la società londinese [[Lloyd's]]. Secondo varie fonti, il valore dell'assicurazione toccava i due milioni di dollari, una cifra astronomica per l'epoca; non a caso la Dietrich era considerata la ''donna dalle gambe più belle al mondo,'' come disse anche [[Salvatore Ferragamo]]<ref>{{Cita web|url=http://m.ilgiornale.it/news/spettacoli/star-ieri-e-oggi-quanto-vale-loro-corpo-1674348.html|titolo=Star di ieri e di oggi. Quanto vale il loro corpo? - IlGiornale.it|sito=m.ilgiornale.it|accesso=24 novembre 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.strisciarossa.it/berlino-la-citta-che-non-volle-fare-la-pace-con-la-sua-lola/|titolo=Berlino, la città che non volle fare la pace con la sua Lola|autore=Paolo Carlo Soldini|sito=Strisciarossa|data=6 ottobre 2017|accesso=24 novembre 2019}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Sofia|cognome=Gnoli|titolo=Un secolo di moda italiana, 1900-2000|url=https://books.google.it/books?id=5Ck_IHlPHZQC&pg=PA84&lpg=PA84&dq=marlene+dietrich+gambe+pi%C3%B9+belle+del+mondo&source=bl&ots=3Jrwm1NAC3&sig=ACfU3U3kcr9ET6ZOXhfUsQTarUhDs6eJGQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjEltfd6oLmAhXJGewKHQ-pADQQ6AEwEnoECAoQAQ#v=onepage&q=marlene%20dietrich%20gambe%20pi%C3%B9%20belle%20del%20mondo&f=false|accesso=24 novembre 2019|anno=2005|editore=Meltemi Editore srl|ISBN=978-88-8353-428-7}}</ref>.
A breve distanza una dall'altra, fra il 1979 e il 1984, pubblicò due autobiografie, la seconda delle quali intitolata laconicamente ''Marlene D.''. È stata la prima donna a farsi assicurare le gambe, stipulando un contratto con la società londinese [[Lloyd's di Londra|Lloyd's]].
 
Si sposò solo una volta,: nel 1923, con il produttore statunitense Rudolf Sieber, a cui rimase legata fino alla morte di Sieberlui, avvenuta nel 1976. Sieber non divorziò mai dalla Dietrich, nonostante fosse a conoscenza di tutte le suerelazioni infedeltàextraconiugali edella storie d'amoremoglie con divi di Hollywood e con scrittori famosi, (come il già citato [[Erich Maria Remarque]]), perché era a conoscenza e, a quanto pare, sopportava le relazioni extraconiugali della moglie.
 
== Riconoscimenti ==
* 1931 - ''Nomination'' al [[Premio Oscar]] come miglior attrice protagonista per ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'' di [[Josef Von Sternberg]]
* 1958 - ''Nomination'' [[Golden Globe]] per ''[[Testimone d'accusa (film 1957)|Testimone d'accusa]]'' (''Witness for the prosecution'') di [[Billy Wilder]]
* 1962 - [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]] per ''[[Vincitori e vinti]]'' (''Judgement at Nuremberg'') di [[Stanley Kramer]]
* 1980 - [[German Film Awards]] (alla carriera)
 
== Omaggi ==
[[File:Copertina Confidenze agosto 1946 Mondadori.jpg|thumb|Marlene Dietrich sulla copertina del primo numero della rivista italiana [[Confidenze]] (4 agosto 1946).<ref name="Italy)1998">{{Cita libro|autore=Associazione interessi metropolitani (Milan, Italy)|titolo=Libri, giornali e riviste a Milano: storia delle innovazioni nell'editoria milanese dall'Ottocento ad oggi|anno=1998|editore=Abitare Segesta cataloghi|isbn=978-88-86116-27-5|p=218}}</ref>]]
 
La cantante e attrice brasiliana [[Marlene (cantante)|Marlene]] si ispirò a lei per la scelta del nome d'arte.
 
{{citazione necessaria| Pare che [[Bob Dylan]] si sia ispirato a lei nello scrivere la canzone ''Forever Young''}}.
[[Suzanne Vega]], nella sua canzone ''Marlene on the Wall'', cita e omaggia l'attrice, ricordando nel testo della canzone la fotografia della Dietrich che era appesa nella sua stanza durante la sua adolescenza.
[[Peter Murphy]] le dedica una sentimentale poesia nel brano ''Marlene Dietrich's Favourite Poem''.
La raffinata immagine di [[Freddie Mercury]] nella copertina dell'album ''[[Queen II]]'' del [[1974]] è ispirata a una famosa foto di Marlene Dietrich, mentre i [[Marlene Kuntz]] si sono ispirati al nome di Marlene Dietrich. Nel 1981 i Matia Bazar aprono il loro album Berlino Parigi Londra con una versione elettronica di Lili Marlene.
[[Francesco De Gregori]] cita "Lili Marlene" nel suo brano ''Alice'', e il nome di Marlene Dietrich viene citato anche in una canzone scritta da [[Franco Battiato]] dal titolo ''Alexanderplatz''.
La popstar [[Madonna (cantante)|Madonna]] l'ha citata nella canzone ''[[Vogue (Madonna)|Vogue]]'', attribuendole una forte influenza, a livello di immagine, per la sua carriera "''Avendo sconvolto la figura femminile''"<ref>[http://www.celebritysociety.com/madonna-Icon-of-Postmodernity?pg_view=2.]</ref>.
 
Innumerevoli, dopo la sua scomparsa, sono stati e continuano ad essere i lavori cinematografici, televisivi, radiofonici e teatrali a lei ispirati. Il più noto è ''Bugsy'' di [[Barry Levinson]] - iniziato a girare quando la Dietrich era ancora in vita - con [[Warren Beatty]], [[Elliott Gould]], [[Harvey Keitel]], [[Ben Kingsley]] e [[Joe Mantegna]], che uscì pochi mesi prima della scomparsa della diva. Il suo ruolo - e sarà la prima volta che Hollywood porta sullo schermo il personaggio Marlene Dietrich - era interpretato dall'attrice/cantante croato-americana [[Ksenija Prohaska]], la quale dal 1999 porta in scena in tutto il mondo e in diverse lingue il monodramma musicale ''Marlene Dietrich'', un monoshow con musiche dal vivo che le ha fruttato numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Adelaide Ristori, conferitole dal [[Mittelfest]] diretto da [[Moni Ovadia]].
 
Nel 2000 la vita di Marlene Dietrich fu portata sullo schermo in una co-produzione italo-tedesca dal regista tedesco [[Joseph Vilsmaier]] con il titolo ''[[Marlene (film 2000)|Marlene]]'', nel quale la parte della protagonista è interpretata dall'attrice tedesca [[Katja Flint]].
 
Un suo ritratto figurativo e letterario, ispirato al film ''L'angelo azzurro'', si trova nel volume ''[http://rossanovittori.it/?p=195 Colloquio coi personaggi]'' di Antonio Vinciguerra e ''[[Rossano Vittori]]'', catalogo della Mostra spettacolo "Quella magica galleria", che ha avuto luogo ai Bottini dell'Olio di Livorno, a cura del Comune di Livorno nel 1992.
 
Nella quarta stagione di ''American Horror Story, [[American Horror Story: Freak Show|Freakshow]]'', la protagonista Elsa Mars ([[Jessica Lange]]) cita ricorrentemente Marlene come sua rivale e "brutta copia". Elsa, oltre ad assomigliarle in tutto e per tutto, come Marlene ha origine tedesche ed è una showgirl abile nel canto.
 
Nella nona stagione di [[RuPaul's Drag Race]], [[Sasha Velour]] imita Marlene durante lo snatch game, quasi vincendo la sfida settimanale.
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Presidential Medal of Freedom (ribbon).png
|nome_onorificenza=Presidential Medal of Freedom
|collegamento_onorificenza=Presidential Medal of Freedom
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine = Legion_Honneur_Commandeur_ribbon.svg
|nome_onorificenza =Commendatore della Legion d'Onore
|collegamento_onorificenza = Legion d'Onore
|data = 1989
}}
{{Onorificenze
|immagine = Legion_Honneur_Officier_ribbon.svg
|nome_onorificenza =Ufficiale della Legion d'Onore
|collegamento_onorificenza = Legion d'Onore
|data = 1971
}}
{{Onorificenze
|immagine=Legion Honneur Chevalier ribbon.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore
|collegamento_onorificenza=Legion d'Onore
|motivazione=
|luogo= [[Francia]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.altfg.com/blog/movie/harvey-weinstein-legion-of-honor/|titolo=Harvey Weinstein to Become Chevalier of the Order of the Legion of Honor|editore=altfg.com|data=|accesso=22 marzo 2014}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Chevalier_Ordre_de_Leopold.png
|nome_onorificenza =Ordine di Leopoldo
|collegamento_onorificenza = Ordine di Leopoldo
|data = 1963
}}
* Cittadinanza Onoraria di [[Berlino]] (postuma; 2002)
 
== Filmografia ==
* ''[[Im Schatten des Glücks]]'', regia di [[Robert Leffler]] (1919)
* ''[[Tragödie der Liebe]]'', regia di [[Joe May]] (1923)
* ''[[Nell'anticamera del matrimonio]]'' (''So sind die Männer]]''), regia di [[Georg Jacoby]] (1923)
* ''[[Der Mensch am Wege]]'', regia di [[William Dieterle]] (1923)
* ''[[Der Mönch von Santarem]]'', regia di [[Lothar Mendes]] (1924)
* ''[[Der Sprung ins Leben]]'', regia di [[Johannes Guter]] (1924)
* ''[[Il ballerino di mia moglie]]'' (''Der Tänzer meiner Frau]]''), regia di [[Alexander Korda]] (1925)
* ''[[Manon Lescaut (film 1926)|Manon Lescaut]]'', regia di [[Arthur Robison]] (1926)
* ''[[La signora che non vuole bambini]]'' (''Madame wünscht keine Kinder]]''), regia di Alexander Korda (1926) (non accreditata)
* ''[[Der Juxbaron]]'', regia di [[Willi Wolff]] (1927)
* ''[[Eine Dubarry von heute]]'', regia di Alexander Korda (1927)
Riga 217 ⟶ 155:
* ''[[Sein größter Bluff]]'', regia di [[Henrik Galeen]] e [[Harry Piel]] (1927)
* ''[[Café Elektric]]'', regia di [[Gustav Ucicky]] (1927)
* ''[[PrinzessinPrincipessa OlalaOlalà]]'' (''Prinzessin Olala''), regia di [[Robert Land]] (1928)
* ''[[Il bacillo dell'amore]]'' (''Ich küsse Ihre Hand, Madame''), regia di Robert Land (1929)
* ''[[Enigma (film 1929)|Enigma]]'' (''Die Frau, nach der man sich sehnt''), regia di [[Curtis Bernhardt]] (1929)
* ''[[La nave degli uomini perduti]]'' (''Das Schiff der verlorenen Menschen''), regia di [[Maurice Tourneur]] (1929)
* ''[[Gefahren der Brautzeit|I rischi del fidanzamento]]'' (''Gefahren der Brautzeit''), regia di [[Fred Sauer]] (1930)
* ''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]'' (''Der Blaue Engel''), regia di [[Josef von Sternberg]] (1930)
* ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'' (''Morocco''), regia di Josef von Sternberg (1930)
* ''[[Disonorata (film 1931)|Disonorata]]'' (''Dishonored''), regia di Josef von Sternberg (1931)
* ''[[Shanghai Express (film)|Shanghai Express]]'', regia di Josef von Sternberg (1932)
* ''[[Venere bionda]]'' (''Blonde Venus''), regia di Josef von Sternberg (1932)
* ''[[Il cantico dei cantici]]'' (''The Song of Songs''), regia di [[Rouben Mamoulian]] (1933)
Riga 233 ⟶ 171:
* ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (''Desire''), regia di [[Frank Borzage]] (1936)
* ''[[Il giardino di Allah]]'' (''The Garden of Allah''), regia di [[Richard Boleslawski]] (1936)
* ''[[LaL'ultimo contessatreno Alessandrada Mosca]]'' (''Knight Without Armour''), regia di [[Jacques Feyder]] (1937)
* ''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (''Angel''), regia di [[Ernst Lubitsch]] (1937)
* ''[[Partita d'azzardo]]'' (''Destry Rides Again''), regia di [[George Marshall (regista)|George Marshall]] (1939)
Riga 240 ⟶ 178:
* ''[[Fulminati (film)|Fulminati]]'' (''Manpower''), regia di [[Raoul Walsh]] (1941)
* ''[[La signora acconsente]]'' (''The Lady Is Willing''), regia di [[Mitchell Leisen]] (1942)
* ''[[I cacciatori dell'oro]]'' (''The Spoilers''), regia di [[Ray Enright (regista)|Ray Enright]] (1942)
* ''[[La febbre dell'oro nero]]'' (''Pittsburgh''), regia di [[Lewis Seiler]] (1942)
* ''[[Kismet (film 1944)|Kismet]]'', regia di [[William Dieterle]] (1944)
* ''[[Turbine d'amore]]'' (''Martin Roumagnac''), regia di [[Georges Lacombe (regista)|Georges Lacombe]] (1946)
* ''[[Amore di zingara (film 1947)|AmorePassione di zingara]]'' (''Golden Earrings''), regia di Mitchell Leisen (1947)
* ''[[Scandalo internazionale]]'' (''A Foreign Affair''), regia di [[Billy Wilder]] (1948)
* ''[[Jigsaw (film 1949)|Jigsaw]]'', regia di [[Fletcher Markle]] ([[1949]]) - non accreditata
* ''[[Paura in palcoscenico]]'' (''Stage Fright''), regia di [[Alfred Hitchcock]] (1950)
* ''[[Il viaggio indimenticabile]]'' (''No Highway''), regia di [[Henry Koster]] (1951)
Riga 252 ⟶ 190:
* ''[[Il giro del mondo in 80 giorni (film 1956)|Il giro del mondo in ottanta giorni]]'' (''Around the World in Eighty Days''), regia di [[Michael Anderson (regista)|Michael Anderson]] (1956)
* ''[[Montecarlo (film 1956)|Montecarlo]]'', regia di [[Samuel A. Taylor]] (1957)
* ''[[Testimone d'accusa (film 1957)|Testimone d'accusa]]'' (''Witness for the Prosecution''), regia di [[Billy Wilder]] (1957)
* ''[[L'infernale Quinlan]]'' (''Touch of Evil''), regia di [[Orson Welles]] (1958)
* ''[[Vincitori e vinti]]'' (''Judgment at Nuremberg''), regia di [[Stanley Kramer]] (1961)
Riga 263 ⟶ 201:
* ''[[Marlene (film 1984)|Marlene]]''<ref>La Dietrich ottenne dal regista [[Maximilian Schell]] di far solo udire la sua voce, senza apparire fisicamente.</ref> (1984)
* ''[[The Casting Couch (film 1995)|The Casting Couch]]'', regia di [[John Sealey]] - video con filmati di repertorio (1995)
* ''Io e lei'' (miniserie TV), quinto episodio, regia di Massimo Ferrari, interpretato da Elena Radonicich (2019)
 
== Riconoscimenti ==
* [[Premio Oscar]]
** [[Premi Oscar 1931|1931]] – Candidatura alla [[Oscar alla miglior attrice|miglior attrice]] per ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]''
* [[Golden Globe]]
** [[Golden Globe 1958|1958]] – Candidatura alla [[Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico|miglior attrice in un film drammatico]] per ''[[Testimone d'accusa (film 1957)|Testimone d'accusa]]''
* [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]
** [[David di Donatello 1962|1962]] – [[David di Donatello per la migliore attrice protagonista|Miglior attrice protagonista]] per ''[[Vincitori e vinti]]''
* [[German Film Awards]]
** 1980 – Alla carriera
* [[Festival di Roma]]
** 1983 – Candidatura al Premio d'oro alla star dell'anno
 
== Omaggi ==
[[File:Copertina Confidenze agosto 1946 Mondadori.jpg|min|verticale|Marlene Dietrich sulla copertina del primo numero della rivista italiana [[Confidenze]] (4 agosto 1946)<ref name="Italy)1998">{{Cita libro|autore=Associazione interessi metropolitani (Milan, Italy)|titolo=Libri, giornali e riviste a Milano: storia delle innovazioni nell'editoria milanese dall'Ottocento ad oggi|anno=1998|editore=Abitare Segesta cataloghi|ISBN=978-88-86116-27-5|p=218}}</ref>]]
[[File:Set di valigie personale di marlene dietrich.JPG|min|sinistra|verticale|Set di valigie originale di Marlene Dietrich esposto al Filmmuseum di Berlino]]
La cantante e attrice brasiliana [[Marlene (cantante)|Marlene]] si ispirò a lei per la scelta del nome d'arte.
 
Pare che [[Bob Dylan]] si sia ispirato a lei nello scrivere la canzone ''Forever Young''.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Alessia Marinoni|url=https://stonemusic.it/35972/quella-canzone-di-bob-dylan-ispirata-a-marlene-dietrich/|titolo=Quella canzone di Bob Dylan ispirata a Marlene Dietrich - Stone Music|data=2022-03-12|accesso=2025-09-16}}</ref>
[[Suzanne Vega]], nella sua canzone ''Marlene on the Wall'', cita e rende omaggio all'attrice, ricordando nel testo della canzone la fotografia della Dietrich che era appesa nella sua stanza durante la sua adolescenza.
[[Peter Murphy]] le dedica una sentimentale poesia nel brano ''Marlene Dietrich's Favourite Poem''.
La raffinata immagine di [[Freddie Mercury]] nella copertina dell'album ''[[Queen II]]'' del [[1974]] è ispirata a una famosa foto di Marlene Dietrich, mentre i [[Marlene Kuntz]] si sono ispirati al nome di Marlene Dietrich. Nel 1981 i Matia Bazar aprono il loro album Berlino Parigi Londra con una versione elettronica di Lili Marlene.
[[Francesco De Gregori]] cita "Lili Marlene" nel suo brano ''Alice'', e il nome di Marlene Dietrich viene citato anche in una canzone scritta da [[Franco Battiato]] dal titolo ''Alexanderplatz''.
La popstar [[Madonna (cantante)|Madonna]] l'ha citata nella canzone ''[[Vogue (Madonna)|Vogue]]'', attribuendole una forte influenza, a livello di immagine, per la sua carriera "''Avendo sconvolto la figura femminile''"<ref>[http://www.celebritysociety.com/madonna-Icon-of-Postmodernity?pg_view=2.]</ref>.
 
Innumerevoli, dopo la sua scomparsa, sono stati e continuano a essere i lavori cinematografici, televisivi, radiofonici e teatrali a lei ispirati. Il più noto è ''Bugsy'' di [[Barry Levinson]] - iniziato a girare quando la Dietrich era ancora in vita - con [[Warren Beatty]], [[Elliott Gould]], [[Harvey Keitel]], [[Ben Kingsley]] e [[Joe Mantegna]], che uscì pochi mesi prima della scomparsa della diva. Il suo ruolo - e sarà la prima volta che Hollywood porta sullo schermo il personaggio Marlene Dietrich - era interpretato dall'attrice/cantante croato-americana [[Ksenija Prohaska]], la quale dal 1999 porta in scena in tutto il mondo e in diverse lingue il monodramma musicale ''Marlene Dietrich'', un monoshow con musiche dal vivo che le ha fruttato numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Adelaide Ristori, conferitole dal [[Mittelfest]] diretto da [[Moni Ovadia]].
 
Nel 2000 la vita di Marlene Dietrich fu portata sullo schermo in una co-produzione italo-tedesca dal regista tedesco [[Joseph Vilsmaier]] con il titolo ''[[Marlene (film 2000)|Marlene]]'', nel quale la parte della protagonista è interpretata dall'attrice tedesca [[Katja Flint]].
 
Un suo ritratto figurativo e letterario, ispirato al film ''L'angelo azzurro'', si trova nel volume ''[http://rossanovittori.it/?p=195 Colloquio coi personaggi]'' di Antonio Vinciguerra e ''[[Rossano Vittori]]'', catalogo della Mostra spettacolo "Quella magica galleria", che ha avuto luogo ai Bottini dell'Olio di Livorno, a cura del Comune di Livorno nel 1992.
 
Nella quarta stagione di ''American Horror Story, [[American Horror Story: Freak Show|Freakshow]]'', la protagonista Elsa Mars ([[Jessica Lange]]) cita ricorrentemente Marlene come sua rivale e "brutta copia". Elsa, oltre ad assomigliarle in tutto e per tutto, come Marlene ha origine tedesche ed è una showgirl abile nel canto.
 
Nella nona stagione di ''[[RuPaul's Drag Race]]'', [[Sasha Velour]] imita Marlene durante lo snatch game, quasi vincendo la sfida settimanale.
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Presidential Medal of Freedom (ribbon).png
|nome_onorificenza=Presidential Medal of Freedom
|collegamento_onorificenza=Presidential Medal of Freedom
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza =Commendatore della Legion d'Onore
|collegamento_onorificenza = Legion d'Onore
|data = 1989
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza =Ufficiale della Legion d'Onore
|collegamento_onorificenza = Legion d'Onore
|data = 1971
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore
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|luogo= [[Francia]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.altfg.com/blog/movie/harvey-weinstein-legion-of-honor/|titolo=Harvey Weinstein to Become Chevalier of the Order of the Legion of Honor|editore=altfg.com|accesso=22 marzo 2014}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = BEL - Order of Leopold - Knight bar.svg
|nome_onorificenza =Ordine di Leopoldo
|collegamento_onorificenza = Ordine di Leopoldo
|data = 1963
}}
=== Cittadinanze onorarie ===
{{Onorificenze
|immagine = DEU Berlin COA.svg
|nome_onorificenza = [[Cittadinanza onoraria]] della città di [[Berlino]]
|data = [[Berlino]], 2002 (Postuma)
}}
 
== Doppiatrici italiane ==
Nelle versioni in [[Lingua italiana|italiano]] delle opere in cui ha recitato, Marlene Dietrich è stata [[Doppiaggio|doppiata]] da:
* [[Tina Lattanzi]] in ''L'angelo azzurro'' (ridoppiaggio 1950) ''Shanghai Express'', ''La taverna dei sette peccati'', ''La signora acconsente'', ''Rancho Notorious'', ''La febbre dell'oro nero'', ''La nave della morte'', ''Kismet'', ''Turbine d'amore'', ''I cacciatori dell'oro'', ''Il cantico dei cantici'', ''Marocco'', ''Disonorata'', ''L'imperatrice Caterina'', ''Capriccio spagnolo'', ''Paura in palcoscenico'' e ''Venere bionda'' (ridoppiaggio 1951)
* [[Tina Lattanzi]] in ''L'angelo azzurro'' (ridoppiaggio), ''Marocco'' (1° ridoppiaggio), ''Disonorata'', ''Shanghai Express'', ''Venere bionda'' (1º ridoppiaggio), ''Il cantico dei cantici'', ''L'imperatrice Caterina'', ''Capriccio spagnolo'', ''Desiderio'', ''La taverna dei sette peccati'', ''La signora acconsente'', ''I cacciatori dell'oro'', ''La febbre dell'oro nero'', ''Kismet'', ''La nave della morte'', ''Turbine d'amore'', ''Paura in palcoscenico'', ''Rancho Notorious''
* [[Andreina Pagnani]] in ''Venere bionda'', ''Angelo'', ''L'ammaliatrice'', ''Fulminati'', ''Passione di zingara'', ''Scandalo internazionale'', ''Testimone d'accusa'', ''L'infernale Quinlan'' e ''Il giardino di Allah'' (ridoppiaggio del 1949)
* [[Andreina Pagnani]] in ''Venere bionda'', ''Il giardino di Allah'', ''Angelo'', ''L'ammaliatrice'', ''Fulminati'', ''Passione di zingara'', ''Scandalo internazionale'', ''Montecarlo'', ''Testimone d'accusa'', ''L'infernale Quinlan''
* [[Lydia Simoneschi]] in ''Partita d'azzardo'', ''Il viaggio indimenticabile'', ''Il giro del mondo in 80 giorni'', ''Vincitori e vinti''
* [[Vittoria Febbi]] nei ridoppiaggi di ''Marocco'' (2° ridoppiaggio), ''Venere bionda'' (2º ridoppiaggio), ''L'ultimo treno da Mosca'', ''Paura in palcoscenico''
* [[Anna Proclemer]] nel ridoppiaggio di ''Capriccio spagnolo''
* [[Vittoria Febbi]] nei ridoppiaggi di ''Marocco'', ''Venere bionda'', ''L'ultimo treno da Mosca'', ''Paura in palcoscenico''
* [[Paola Bacci]] nei ridoppiaggi di ''Disonorata'', ''L'imperatrice Caterina'', ''Desiderio''
* Norma Redivo in ''Marocco'' (doppiaggio originale)<ref>{{Cita libro |titolo = Il dramma |capitolo = Norma Redivo - Vittorio Guerriero |volume = n. 118 |url = https://archivio.teatrostabiletorino.it/archivi/media/collectiveaccess/images/3/0/3/78415_ca_object_representations_media_30364_original.pdf |anno = 15 luglio 1931 |p = 3 }}</ref>
* [[Maria Fiore]] nel ridoppiaggio di ''I cacciatori dell'oro''
* [[PinellaElena DraganiDa Venezia]] nel ridoppiaggio diin ''IlL'ultimo canticotreno deida canticiMosca''
* [[Paola Mannoni]] in ''Gigolò''
* [[Cristiana Lionello]] nel ridoppiaggio in DVD di ''L'infernale Quinlan''<ref>{{Dopp|voci|vocicl|Cristiana Lionello|accesso=26 marzo 2014}}</ref>
* [[Pinella Dragani]] in ''Il cantico dei cantici'' (ridoppiaggio)
* [[Anna Proclemer]] in ''Capriccio spagnolo'' (ridoppiaggio)
* [[Marta Altinier]] in ''Partita d'azzardo'' (ridoppiaggio)
* [[Maria Fiore]] in ''I cacciatori dell'oro'' (ridoppiaggio)
* [[Cristiana Lionello]] in ''L'infernale Quinlan'' (ridoppiaggio)
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{BibliografiaCita libro |cid=Riva |autore=[[Maria Riva]], ''|titolo=Marlene Dietrich'', trad.: |traduttore=Roberta Rambelli, |città=Piacenza, |editore=Frassinelli, |anno=1993. p. 725 |ISBN =88-7684-241-1}}
* {{BibliografiaCita libro |cid=Jandelli |autore=Cristina Jandelli, ''|titolo=Breve storia del divismo cinematografico'', |serie=coll.: Elementi, |città=Venezia, |editore=[[Marsilio Editore]], |anno=2008. p. 206 |ISBN =978-88-317-9299-8}}
* {{Cita libro |autore=Marlene Dietrich, ''|titolo=Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri'', |editore=Castelvecchi Editore, |anno=2012 |città=Roma}}
* {{Cita libro |autore=Costanzo Costantini, ''|titolo=Le regine del cinema'', |editore=Gremese Editore, |anno=2008 |città=Roma}}
 
== Voci correlate ==
* [[Celebrità della Hollywood Walk of Fame]]
* [[Lili Marleen]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Marlene Dietrich}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{lingue|de|en}} [http://www.filmportal.de/person/marlene-dietrich_87af2a09f0fd423da68abf414959d912 Marlene Dietrich su Film Portal]
* {{de}} [http://murnau-stiftung.de/movie_search?actor=Marlene%20Dietrich Marlene Dietrich su Murnau Stiftung]
* {{cita web|url=http://www.romadailynews.it/eventi/27-dicembre-1901-nasce-marlene-dietrich-0272610|titolo=27 Dicembre 1901 - Nasce Marlene Dietrich - Video}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|LGBT|biografie|cinema|musica}}
 
[[Categoria:Antifascisti tedeschi]]
[[Categoria:Cantanti cabaret]]
[[Categoria:Commendatori della Legion d'onore]]
[[Categoria:Decorati con la Medaglia presidenziale della libertà]]
[[Categoria:Persone che hanno fatto coming out]]