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{{Casata
|cognome =
|stemma =
|motto =
|blasonatura = ''D'argento alla testa di leone nero recisa e coronata d'oro, linguata e sanguinosa di rosso, circondata da sei code d'armellino.''
|stato = {{simbolo|Corona ferrea monza (heraldry).svg}}
[[Principato di Capua]]<br/>{{simbolo|Flag of the Republic of Amalfi.svg}} [[Ducato di Amalfi]]<br />{{simbolo|Bandera de Nápoles - Trastámara.svg|20|border}} [[Regno di Napoli]]<br/>{{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|20|border}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|casataderivazione =
|casataprincipale =
|titoli = {{simbolo|
Principe di Benevento<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Principe di Salerno<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Conte di Teano<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Conte di Prata<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Duca di Amalfi<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Marchese<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Barone<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Signore<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Patrizio Imperiale<br/>{{simbolo|Cross-Pattee-Heraldry.svg|10}} Patrizio Napolitano<br/>
|fondatore = [[
|ultimosovrano =
|attualecapo =
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}}
La famiglia '''Capuano''' è una famiglia [[Nobiltà|nobile]] [[Italia|italiana]], di remota stirpe [[longobarda]]. I Capuano furono ascritti al Sedile di Portanova nell’anno 1343 e vi rimasero ininterrottamente fino all’abolizione dei Sedili stessi. Successivamente
== Origine ==
Il capostipite accertato della famiglia Capuano è il longobardo '''Landone''', Conte di Prata. Quest'ultimo discende da [[Atenolfo I di Capua|Atenolfo I]], [[Principato di Capua|Principe di Capua]] e Benevento. Il cognome "Capuano" appare per la prima volta in un documento del 1126 nella persona di Mauro, nipote del conte Landone.
Nella sua "Istoria civile del Regno di Napoli" (1723), [[Pietro Giannone]], quanto all'uso di tale appellativo poi divenuto cognome, riferisce: "E poiché tutti questi Proceri da Capua, dalla prosapia di Atenulfo discesero, perciò presso gli Scrittori di questi tempi furono anche detti Nobili Capuani, onde surse il cognome della Illustre Famiglia Capuana, e furono detti per lungo tempo Nobili Capuani tutti coloro che furono della razza dei Conti e Principi di Capua, ancorché fussero divisi in più famiglie, come il dimostra con somma accuratezza il diligentissimo [[Camillo Pellegrino (storico)|Pellegrino]]"<ref>{{Cita libro|autore=Pietro Giannone|titolo=Istoria civile del Regno di Napoli}}</ref>. È quindi indubitabile l'appartenenza alla [[stirpe]] del Principe Atenolfo I, in quanto era proprio il diritto consuetudinario stesso dei [[Longobardi]] che accomunava tutti i discendenti maschi nel godimento dei possedimenti familiari. Perciò, tutti i vari conti, come Landone, provengono da uno stipite comune. È un fatto storicamente accertato.
== Membri illustri ==
La famiglia vanta tra i propri membri personaggi di notevole spessore.
[[Pandolfo Testadiferro|Pandolfo I]], soprannominato "Capodiferro" (morto il 12 maggio 981), ebbe in possesso Capua, Benevento, Salerno, il [[ducato di Spoleto]] ed il marchesato di [[Camerino]] e diede rifugio, nel 966, a [[Papa Giovanni XIII]], esiliato da Roma.
[[Marino Sebaste di Amalfi|Marino "Sebaste"]], fu eletto [[Duchi di Amalfi|duca di Amalfi]] nel 1096 in opposizione alla sovranità dei [[normanni]].
Il cardinale [[Pietro Capuano|Pietro]] Il Vecchio, Legato del Papa durante la [[Quarta crociata|Quarta Crociata]] e benefattore di [[Amalfi]], sua patria, alla quale donò nel 1206 la reliquia del corpo di [[Andrea apostolo|Sant'Andrea]].
Gregorio, acquistò nel 1318 la città di [[Bojano]] della baronia di Prata e fu [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di quella città e di molti Castelli.
Andrea (1624-?), partecipò da valoroso [[cavaliere]] e con propri armati all'impresa militare per la difesa del Regno al tempo delle "rivoluzioni populari" e dell'attacco dell'[[Armata francese|Armata Francese]] in [[Castellammare di Stabia]] e zone vicine. Nel 1653 diventò Regio Governatore di [[Salerno]] e, successivamente, di Aquila e di Nola<ref>{{Cita libro|autore=Marco Crisconio|titolo=La stirpe longobarda dei Capuano Patrizi Napolitani del Sedile di Portanova|edizione=Arte Tipografica Editrice|anno=2008|città=Napoli}}</ref>. Durante il governo vicereale del Cardinale d'Aragona, nel 1665, è uno degli Eletti della città di Napoli, per la "Illustrissima Piazza di Portanova"<ref>{{Cita libro|autore=I. Fuidoro|titolo=Memorie manoscritte|data=Marzo 1665}}</ref>.
Vincenzo (1635-1718), sposò la Baronessa di Sala, Francesca del Giorno, erede dell’antico palazzo baronale di [[Portici]] conosciuto come “[[Palazzo Capuano (Portici)|palazzo Capuano]]”, luogo di notevole rilevanza storica.
Matteo (1651-1706), fu prescelto per dare il benvenuto in Cattedrale a [[Filippo V di Spagna|Re Filippo V]], padre del futuro [[Carlo III di Spagna|Re Carlo]], in visita a Napoli nel 1702, e fu poi nominato Consigliere di Spada e Cappa del Regio Collaterale Consiglio.
Carlo Francesco (1669-1747), [[Marchese]] della Petina (territorio feudale in Molise), fu benefattore munifico del [[Pio Monte della Misericordia]].
== Stemma ==
Ecco una breve considerazione sullo [[Stemma araldico|stemma]] dei Capuano a cura di Marco Crisconio, autore di svariate pubblicazioni storico-nobiliari e del libro "''La stirpe longobarda dei Capuano''":
"Gli storici costantemente sottolineano la particolare nobiltà dello stemma di Casa Capuano: così come fa il Grande Dizionario Storico, stampato a Parigi nel 1743, che scrive che è sua [...] "une très belle armoirie qui est un Champ sèmè de queues d'Hermine avec une tête de lion ensanglantéé". È evidente che a spingere ad una particolare ammirazione per tale blasone è il campo di [[armellino]], rarissimo nelle armi italiane. Nell'araldica continentale le code di armellino, attaccate alla pelle bianca, erano normalmente usate fuori dello scudo, nei rivestimenti dei padiglioni reali e come bordatura dei vari copricapi dell'alta nobiltà. È inoltre noto che la pelliccia dell'armellino è stata sempre usata specialmente dai regnanti e dai principi per foderare il proprio mantello, per i manti degli stemmi reali e delle prime famiglie. Segnatamente, fu introdotto nell'arme a simbolo di origini principesche. Ed è così che quest'elemento simbologico si armonizza singolarmente con la discendenza dai Principi Longobardi di Capua e Benevento della famiglia Capuano"<ref>{{Cita libro|autore=Marco Crisconio|titolo=La stirpe longobarda dei Capuano Patrizi Napolitani del Sedile di Portanova|edizione=Arte Tipografica Editrice|anno=2008|città=Napoli}}</ref>.
== Palazzo Capuano ==
È il più antico edificio storico di [[Portici]], sito in Piazza S. Ciro, 17. Costruito nel 1025 per volontà del nobile napoletano [[Gualtiero Galeota]], era originariamente destinato alla funzione di Palazzo Ducale, cioè sede del potere [[Feudalesimo|feudale]] della zona. È appartenuto prima ai principi di Stigliano Colonna, poi a Casa Mari, quindi alla famiglia Capuano, da cui prese il nome.
Per secoli proprietà dei Capuano, nell'Ottocento sono subentrati altri proprietari come i Mercurio e i Materi. Diventò poi sede dell'amministrazione comunale.
La parte più antica della dimora è la torre, originariamente separata dal corpo di fabbrica, alla quale oggi si accompagna la parte cinquecentesca dell'edificio.
Il Palazzo purtroppo è stato in buona parte abbattuto alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per l’apertura di via Libertà, distruggendo inoltre gli affreschi di [[Belisario Corenzio]] presenti in uno dei saloni<ref>{{Cita web|url=http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Portici/Palazzo_Capuano|titolo=Palazzo Capuano}}</ref>.
== Note ==
<references/>
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