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|Sesso = M
|LuogoNascita = Melilli
|GiornoMeseNascita = 28 Maggiomaggio
|AnnoNascita = 1865
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 1° Febbraiofebbraio
|AnnoMorte = 1950
|Attività = Archeologo<!-- Campo obbligatorio, ma può essere sovrascritto, vedi istruzioni a fianco -->
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==Biografia==
Originariamente '''Emanuele Giulio''', nacque a [[Melilli]] ([[Siracusa|SR]]) il 28 maggio [[1865]], da Gaetano ([[avvocato]]) e Maria Concetta Abramo e morì in solitudine (la moglie, Elisabetta Pompili, l'aveva reso vedovo nel 1931) nel [[1950]] a [[Roma]].<ref>{{cita|V. Rizzo|pp.9-16-28|Sikelio}},1999.</ref><br>La moglie, Elisabetta Pompili, l'aveva reso vedovo nel [[1931]].
 
===Gli studi===
Frequentò le [[scuole elementari]] nel paese natale, per poi frequentare il [[Ginnasio]] e il [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|Liceo]] all'Istituto Spedaleri di [[Catania]], dove si diplomò all’età di 16 anni. Per volontà del padre si laureò in [[Giurisprudenza]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.9|Sikelio}},1999.</ref>, ma la grande passione per l’area umanistica lo spinse a non seguire le orme dell’avvocato di famiglia e a iscriversi all’Universitàall’[[Università]] di [[Palermo]]: qui ebbe insegnanti come il [[grecista]] Fraccaroli e l'[[archeologo]] Salinas<ref>{{cita|P. Magnano|p. 51|Magnano}},2001.</ref>. eNel [[capoluogo]] [[Sicilia|siciliano]] prese la [[Laurea]] in [[lettere classiche]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.10|Sikelio}},1999.</ref> <br>
 
===Rizzo e l'archeologia===
L'interesse per l'[[archeologia]] maturò in Giulio Emanuele Rizzo sin da quando era un bambino, grazie alla grande quantità di testimonianze archeologiche presenti nel [[territorio]] di [[Melilli]]. Quando nel [[1889]], a soli 24 anni, [[Paolo Orsi]] gli offrì la possibilità di assistere agli [[Scavo (archeologia)|scavi]] di [[Megara Iblea]], approfondì lo studio di tutto il territorio. Questa esperienza permise ai due di stringere una forte amicizia che sarebbe durata tutta la vita.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.10|Sikelio}},1999.</ref> <br>I periodi in cui risedetterisiedette ad [[Agrigento]] e [[Catania]] e le visite a [[Siracusa]] non fecero altro che alimentare la sua passione per l'[[archeologia]] e per la [[storia dell'arte antica]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> <br>
Il periodo napoletano ([[1900]]-[[1901]]) lo stimolò ad effettuare lo studio di due [[statue]] in particolare:
*L'[[Efebo]] di [[Pompei]]
*La statua di [[Inessa ]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.94|Agnello}},1966.</ref>
Durante gli anni trascorsi a [[Roma]] ([[1901]]-[[1906]]) la sua fama raggiunse livelli notevoli:
*Nel [[1903]] venne incaricato [[Ispettore]] dello scavo dell'[[Ara Pacis]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> (di cui sollecitò la ripresa nel [[1919]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.18|Sikelio}},1999.</ref>
*Fu più volte ospite del [[re]] [[Vittorio Emanuele III]] nella [[Magione (architettura)|tenuta]] reale di [[Castel Porziano ]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.14|Sikelio}},1999.</ref>
*Venne invitato dall'archeologo tedesco [[Federico von Duhn]] a partecipare ad una missione archeologica in [[Turchia]] e [[Grecia]]. <ref>{{cita|V. Rizzo|p.14|Sikelio}},1999.</ref>
*Gli venne affidato il compito di esaminare le [[sculture]] residue della [[collezionismo|collezione]] [[statuaria]] della [[famiglia Giustiniani]] e di redigere una descrizione tecnica delle stesse. Ne seguì una pubblicazione in cui viene presentata la storia e la descrizione di pezzi come:
**La testa di [[Atena|Athena]]
**Una statua di [[Hygieia]]
**Due [[Rilievo (scultura)|rilievi]] (uno [[greco|greco]] e uno [[Civiltà romana|romano]]) rappresentanti il "banchetto funebre"
**Una statua di [[Apollo]]
**Diversi frammenti di [[sarcofagi]], tra cui uno con la rappresentazione di [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]] e [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.95|Agnello}},1966.</ref>
 
===La carriera accademica===
Durante la sua vita insegnò sia nei [[Scuola secondaria di primo grado|Licei]] ([[1894]]-[[1900]]) che nelle [[Università]] ([[1907]]-[[1935]]). Dal [[1892]] al [[1900]] occupò la [[cattedra]] di [[Lingua latina|Latino]] e [[Lingua greca|Greco]] al Liceo Garibaldi di [[Palermo]], al Liceo Mauriloco di [[Messina]] ([[1892]]-[[1894]]), al Liceo di [[Agrigento|Girgenti]] ([[1895]]-[[1897]]), al Liceo di [[Trapani]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.92|Agnello}},1966.</ref>([[1897]]-[[1898]])<ref>{{cita|EnciclopediaF. Vistoli||Treccani}}</ref> e al Liceo Cutelli di [[Catania]]([[1898]]-[[1900]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.11|Sikelio}},1999.</ref> <br> Nel [[1900]] decise di abbandonare la carriera dida [[insegnante]] per dedicarsi a pieno ad altri incarichi: in quell'anno, a soli 35 anni, fu infatti nominato [[Ispettore]] del [[Museo di Napoli]]. <ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> Questa fu un'ottima occasione per perfezionare il suo [[Metodo (filosofia)|metodo]] di [[ricerca scientifica]] e ampliare i suoi interessi culturali.<ref>{{cita|G. Agnello|p.94|Agnello}},1966.</ref> Dal [[1901]] al [[1906]] visse a [[Roma]], in quanto [[Direttore generale|Direttore]] del [[Museo Nazionale Romano]] e del [[Museo delle Terme Diocleziane]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.12|Sikelio}},1999.</ref> <br>Nel [[1907]] vinse il [[concorso]] per la cattedra di [[Archeologia]] dell'[[Università di Torino]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.14|Sikelio}},1999.</ref>, dove visse fino al [[1914]]: è in questo momento che intraprese la [[carriera]] accademica. Durante il soggiorno in [[Piemonte]] donò all'[[Istituto]] di Archeologia di cui era [[Direttore generale|direttore]] alcuni dei mezzi più evoluti per la [[didattica]] dei tempi: una raccolta di [[fotografie]], una [[biblioteca]] e una [[gipsoteca]]. <ref>{{cita|EnciclopediaF. Vistoli||Treccani}}</ref>Al termine del periodo torinese si trasferì a [[Napoli]]: anche qui svolse il ruolo di [[professore universitario]], insegnando nuovamente [[Archeologia]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
<br>Il periodo più prospero della vita sua vita fu sicuramente quello che va dal [[1925]] al [[1950]], anni trascorsi nuovamente nella città di [[Roma]]: venne nominato [[Professore|ordinario]] di [[Archeologia]] e di [[Storia dell'arte|Storia dell'Arte Antica]] nella [[Discipline umanistiche|Facoltà di Lettere]]<ref>{{cita|G. Agnello|p.101|Agnello}},1966.</ref> e direttore del [[Museo dei Gessi]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref> <br> Lasciò definitivamente l'insegnamento nel [[1935]], quando all'età di settanta settant'anni andò in [[pensione]], decidendo di dedicare tutto il suo tempo all'attività [[intellettuale]]. <ref>{{cita|EnciclopediaF. Vistoli||Treccani}}</ref>
 
===Le nomine===
Oltre ai [[Titolo (onomastica)|titoli]] già nominatielencati, tutti i suoi studi gli permisero di ottenere incarichi di alto livello, quali:
* [[Socio]] della R. Accademia di Architettura, Lettere e Belle Arti di [[Napoli]] ([[1914]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Socio]] straniero de l'[[Institut de France]] - [[Académie des inscriptions et belles-lettres|Accadémie des Inscriptions et Belles-Lettres]] ([[1918]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Socio]] [[Nazione|Nazionale]] della Regia [[Accademia dei Lincei]] ([[1923]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.15|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Direttore generale|Direttore]] della Scuola Archeologica di [[Atene]] a [[Roma]] ([[1926]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Presidente]] della Società Magna Grecia ([[1926]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
* [[Consulente]] dell'[[Istituto Poligrafico dello Stato]] ([[1926]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
* Membro del Consiglio Direttivo dell'[[Istituto Italiano di Archeologia e Storia dell'Arte]] ([[1933]])<ref>{{cita|V. Rizzo|p.16|Sikelio}},1999.</ref>
 
== Il pensiero politico ==
Giulio Emanuele Rizzo non nascose mai la sua avversione contro il [[Regime (politica)|regime]] [[fascista]]: per tale motivo sottoscrisse il "Contromanifesto" dettato da [[Benedetto Croce]] in risposta al "Manifesto degli intellettuali del Fascismo", redatto da [[Giovanni Gentile]]. Questo suo atteggiamento gli permise di autodefinirsi "[[Sikelia|Sikelio]]", in risposta a chiunque gli dicesse che anche [[Giovanni Gentile]] era un siciliano:<ref>{{cita|V. Rizzo|p.16|Sikelio}},1999.</ref> {{citazione|Si, è vero, ma io sono Sikelio e lui è [[Sicano]].}}
Quando nel [[1939]] venne soppressa l'[[Accademia dei Lincei]] e alcuni dei suoi soci vennero spostati nell'[[Accademia d'Italia]], egli si rifiutò di prendervene parte. <ref>{{cita|V. Rizzo|p.19|Sikelio}},1999.</ref>
Nel [[1944]], a guerra terminata, l'[[Accademia dei Lincei]] venne ricostituita ed egli venne richiamato insieme a [[Benedetto Croce|Croce]], [[Guido Castelnuovo]] e [[Gaetano De Sanctis]].<ref>{{cita|EnciclopediaF. Vistoli||Treccani}}</ref> La sua fedeltà ai [[Lincei]] gli assicurò il ruolo di Vice-presidente[[Vicepresidente]] prima e di [[Presidente]] poi, ma l'archeologo rifiutò per non cedere alle pressioni e si dimise dall'incarico. <ref>{{cita|V. Rizzo|p.20|Sikelio}},1999.</ref> <br>
Durante il [[ventennio fascista]], però, questa sua avversione non gli rese la vita facile. Grande estimatore dell'arte e della letteratura greca, non si abbassò mai a condividere l'idea del regime, secondo la quale si dovevano esaltare i valori della romanità, quasi in una forma di [[patriottismo]]: tale atteggiamento lo portò ad una condizione di totale vuoto e isolamento, aumentato dalla perdita di moltissimi ammiratori e seguaci.<ref>{{cita|G. Agnello|p. 105|Agnello}},1966.</ref>
 
==Le opere==
Tra le opere di G.E.Rizzo troviamo:
*''Questioni Stesicoree'', [[Messina]], [[1895]]<ref>{{cita|V. Rizzo|pp.11-12|Sikelio}},1999.</ref>
*''Saggio su Imerio il sofista'', [[1898]]<ref>{{cita|EnciclopediaF. Vistoli||Treccani}}</ref>
*''Storie dell'arte greca'', [[Torino]], [[1911 ]]<ref>{{cita|Chi è?||Chiè}},1948.</ref>
*''[[Tiro (mitologia)|Tyro]]'', [[1917]]<ref>{{cita|EnciclopediaF. Vistoli||Treccani}}</ref>
*''[[Teatro greco di Siracusa|Il Teatro Greco di Siracusa]]'', [[1923 ]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.25|Sikelio}},1999.</ref>
*''La pittura ellenistico-romana'', [[1928]]<ref>{{cita|Chi è?||Chiè}},1948.</ref>
*''[[Prassitele]]'', [[1932]]
*''[[Thiasos]]'', [[Roma]], [[1934 ]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.53|Sikelio}},1999.</ref>
*''Monumenti della pittura antica scoperti in Italia'', [[Roma]], [[1936 ]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.56|Sikelio}},1999.</ref>
*''Saggi preliminari su l'Arte della Moneta nella Sicilia Greca'', [[1938]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
*''Intermezzo:Nuovi studi archeologici su le monete greche della Sicilia'', [[1939]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
*''Siciliae veteres nummi'', [[1940]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>
*''Satiro Dormente'', [[Roma]], [[1941 ]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.46|Sikelio}},1999.</ref>
*''Monete greche della Sicilia'', [[Roma]] [[1946 ]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.59|Sikelio}},1999.</ref>
 
Le principali opere sono rimaste incomplete:<ref>{{cita|V. Rizzo|p.28|Sikelio}},1999.</ref>
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===Storia dell'arte greca===
Fu una delle opere a cui Rizzo dedicò il maggiore impegno.<br>
Originariamente avrebbe dovutodoveva essere divisa in quattro libri, divisi in capitoli:
#L'arte preellenicapre-ellenica dell'[[età neolitica]] e [[eneolitica]] (tra il [[secolo XII|XII]] e il [[secolo XX|XX]] [[secolo]])
#L'arte [[micenea]] e le origini dell'[[arte greca]] (fino alla fine del [[secolo VIII]])
#La prima parte dell'[[arte greca]], attraverso le sue maggiori espressioni: [[architettura]], [[scultura]] e [[pittura]], con capitoli aggiuntivi riguardanti le arti minori
#Il periodo più ricco e florido dell'[[arte greca]], ovvero quella [[arte greca|classica]], dei secoli [[secolo V|V]] e [[secolo IV|IV]]
In realtà venne pubblicato solo il primo dei quattro libri; del secondo libro venne completato solo il primo capitolo, in quanto il secondo risulta essere stato interrotto.
<ref>{{cita|G. Agnello|pp.98-99|Agnello}},1966.</ref>
 
===Il Teatroteatro Grecogreco di Siracusa===
[[File:Syracuse theatre3.jpg|thumb|right|Teatro Greco di Siracusa]]
Rizzo fu il primo a studiare il [[teatro greco di Siracusa]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.23|Sikelio}},1999.</ref><br>
La prima versione dell'opera risale al [[1916]], quando l'[[archeologo]] partecipò ad un [[concorso]] bandito dall'[[Accademia dei Lincei]] per una ''[[monografia]] che illustri sotto ogni aspetto e completamente il [[Teatro Greco di Siracusa]]'', vincendolo.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.24|Sikelio}},1999.</ref><br>
La versione definitiva, priva di modifiche rispetto a quella del [[1916]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.25|Sikelio}},1999.</ref>, venne pubblicata nel [[1923]], al termine della [[Prima Guerra Mondiale]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.25|Sikelio}},1999.</ref> <br>
L'opera presenta due capitoli introduttivi, nei quali vengono riportate tutte le notizie rimaste negli scritti antichi riguardanti il [[monumento]]. La trattazione archeologica vera e propria comincia al terzo capitolo, dove l'autore descrive ed analizza le tre parti principali del [[Teatro]]:
*[[Cavea|Il Koilon]]
*[[Orchestra (architettura)|L'orchestra]]
*[[Spazio scenico|La scena]]
Per ognuna di esse vengono indicati gli elementi riferibili alle tre fasi della loro vita: quella classica, quella [[ellenistica]] e quella [[arte romana|romana]]. <br>
Ai tre capitoli precedentemente elencati si aggiungono 11 tavole e 65 [[disegni]], a penna e in foto.<ref>{{cita|Scuola Media G. E. Rizzo|p.162|Melilli}},1992.</ref>
 
===Monete greche della Sicilia===
Lo scopo principale dell'opera è quello di far conoscere l'arte dei maestri della [[Sicilia]] Greca.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref><br>
La stesura occupò Rizzo per anni, in quanto dovette classificare circa mille e cinquecento [[calco (archeologia)|calchi]] e selezionarli per la composizione delle Tavole<ref>{{cita|V. Rizzo|p.26|Sikelio}},1999.</ref>: la versione integrale (anticipata da ''Saggi preliminari sull'arte della moneta greca in Sicilia'', da ''Intermezzo di nuovi studi sull'arte della moneta greca'' e da ''Siciliae veteres nummi''<ref>{{cita|V. Rizzo|p.17|Sikelio}},1999.</ref>), venne pubblicata solo nel [[1946]], sia in [[lingua italiana]] che in [[lingua inglese]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref><br>
Rizzo non volle considerare "Monete greche della Sicilia" come una semplice opera di [[numismatica]], ma piuttosto come [[storia dell'arte|storia dell'arte greca.]]: Sisi impegnò a scoprire, tramite lo studio delle monete, la personalità degli incisori dei [[conio|conii]]. <br>
Egli considerava le monete come vere e proprie opere d'arte, collegate alle correnti e all'evoluzione dell'arte greca;per tale motivo l'opera è caratterizzata da numerosi confronti tra la [[monetazione]] e la [[scultura]] e la [[pittura]] dei vasi [[attica|attici]].<ref>{{cita|G. Agnello|p. 105|Agnello}},1966.</ref><br>
Fu redatta ponendo come limite cronologico il periodo che va dall'[[epoca greca]] al [[212 a.C.]], anno della conquista di [[Siracusa]]<ref>{{cita|V. Rizzo|p.78|Sikelio}},1999.</ref> e vede la [[Sicilia]] divisa in due aree: la [[Sicilia]] delle [[città greche]], ovvero la parte [[orientale]] dell'[[Isola]], e la [[Sicilia]] dei [[Siculi]], dei [[Fenici]] e degli [[Elimi]], ovvero la parte [[Civiltà occidentale|occidentale]]. Le città vennero poste sulla mappa in ordine alfabetico, e in ognuna di esse i vari tipi di monete coniate vennero suddivisi in cinque periodi cronologici. Inoltre, ogni [[polis]] è preceduta da una storia che va dalla fondazione alla distruzione della stessa.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.78|Sikelio}},1999.</ref><br>Grande rilievo è dato alla città di [[Siracusa]], considerata fondamentale per lo studio dell'[[arte greca]] in [[Sicilia]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.79|Sikelio}},1999.</ref><br>
Essa è divisa in due parti principali:<ref>{{cita|V. Rizzo|p.76|Sikelio}},1999.</ref>
*Tavole
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**Prefazione
**Capitolo dei Prolegomeni
**Capitolo ''"Siciliae Antiquae Tabula"''
**Il testo in sé, con la descrizione delle sessantasei Tavole<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref>
Nel discorso introduttivo l'autore spiega i motivi per cui scelse determinate linee espositive piuttosto che altre; nel primo capitolo vengono invece esposti i limiti e il metodo della trattazione<ref>{{cita|V. Rizzo|p.76|Sikelio}},1999.</ref>; il secondo capitolo presenta una Carta disegnata da Rizzo stesso, nella quale vengono presentati e descritti i luoghi in cui vennero coniate le varie monete.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.27|Sikelio}},1999.</ref><br> Essa fu redatta ponendo come limite cronologico il periodo che va dall'epoca greca al 212 a.C., anno della conquista di Siracusa<ref>{{cita|V. Rizzo|p.78|Sikelio}},1999.</ref> e vede la Sicilia divisa in due aree: la Sicilia delle città greche, ovvero la parte orientale dell'Isola, e la Sicilia dei Siculi, dei Fenici e degli Elimi, ovvero la parte occidentale. Le città vennero poste sulla mappa in ordine alfabetico, e in ognuna di esse i vari tipi di monete coniate vennero suddivisi in cinque periodi cronologici. Inoltre, ogni polis è preceduta da una storia che va dalla fondazione alla distruzione della stessa.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.78|Sikelio}},1999.</ref><br>Grande rilievo è dato alla città di Siracusa, considerata fondamentale per lo studio dell'arte greca in Sicilia.<ref>{{cita|V. Rizzo|p.79|Sikelio}},1999.</ref><br>
Il secondo volume, in cui venivano trattati in maniera del tutto originale i numerosi studi sulla cronologia, lo stile, la dipendenza dall'arte greca e la personalità degli artisti, non venne mai pubblicato: il materiale era quasi tutto pronto, ma Rizzo non ebbe mai le forze per riordinarlo e renderlo pronto per la stampa.<ref>{{cita|G. Agnello|pp. 105-106|Agnello}},1966.</ref>
 
==Omaggi==
Per onorare la sua memoria, nel [[1978]], il [[Melilli|Comune di Melilli]] ha fatto collocare un [[Tronco (anatomia)|busto]] in [[bronzo]] raffigurante G.E.Rizzo all'interno della [[Giardino |villa comunale]].<ref>{{cita|A. Mollica|p.44|Mollica}},1999.</ref> Inoltre, gli vennero intitolate la [[scuola media]] del paese (1953) e una strada panoramica.<br> L'[[Accademia dei Lincei]] fece inoltre porre una targa in [[marmo]] sulla [[facciata]] della casa natale, la quale recita, in [[Lingua latina|latino]]<ref>{{cita|A. Mollica|p.70|Mollica}},1999.</ref>:
{{citazione|Giulio Emanuele Rizzo<br>eminente socio nazionale dell'[[Accademia dei Lincei]]<br>membro dell'[[Accademia di Francia]] e dell'Istituto germanico<br>insigne studioso delle antichità classiche<br>profondo nella ricerca, elegante nella forma<br>creatore e critico<br>ridonò alla moneta [[ellenistica]] il suo valore artistico<br>al mito pittorico il suo valore estetico<br>nell'intima connessione<br>tra fonti letterarie e monumenti dell'arte}}
Dopo la sua morte l'enorme [[biblioteca] presente in casa dell'archeologo venne donata dagli eredi all'[[Università di Catania]].<ref>{{cita|V. Rizzo|p.28|Sikelio}},1999.</ref><br>
In occasione del 121° anniversario della sua nascita, nel [[novembre]] [[1985]], si è svolta a [[Melilli]], nell'aula consiliare intitolata a G. E. Rizzo, una cerimonia commemorativa, al termine della quale è stato scoperto un [[Tronco (anatomia)|busto]] di [[Gesso (materiale)|gesso]] raffigurante l'illustre archeologo.<ref>{{cita|Scuola Media G. E. Rizzo|pp. 163-164|Melilli}},1992.</ref>
 
==Note==
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*{{cita libro| nome=Valeria | cognome=Rizzo | titolo=Il Maestro Sikelio | anno=1999 | editore=Arnaldo Lombardi Editore | città=Melilli|cid= Sikelio}}
*{{cita libro |nome= Andrea|cognome= Mollica |titolo= Melilli: tra cronaca e storia|cid = Mollica}}
*{{cita newslibro |autore=nome = |url= cognome =|titolo= |pubblicazione= Chi è? |dataeditore = Scarano |anno= 1948| luogocittà = Roma|cid = Chiè}}
*{{cita libro| nome = Scuola Media "G. E. Rizzo" | titolo = Melilli: Ricordi, valori e speranze del mio paese| anno = 1992| città = Melilli| cid = Melilli}}
*{{cita libro| nome = Paolo | cognome = Magnano | titolo = Melilli: alla scoperta del territorio| anno = 2001| |editore= Arnaldo Lombardi Editore | città = Melilli| cid = Magnano}}
*{{cita libro | nome = Giuseppe | cognome = Agnello | titolo = Giulio Emanuele Rizzo |editore = Archivio storico Siracusano, XII| anno = 1966 | cid = Agnello}}
*{{cita web|autore = Fabrizio Vistoli| url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-emanuele-rizzo_(Dizionario-Biografico)/|titolo= Rizzo, Giulio Emanuele|accesso= 19 maggio 2019| cid= Treccani}}