Peccato originale: differenze tra le versioni

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{{c|Il testo è confusionario; oscilla tra scetticismo e confessionalismo; non distingue tra l'argomento generale presente in molte culture che coinvolge tutte le religioni del mondo e quindi con motivazioni diverse e l'argomento biblico; è richiesta una concreta divisione dei paragrafi secondo i punti di vista, referenziati e, senza condizionali e senza essere di parte|ebraismo|marzo 2016}}
{{F|ebraismo|arg2=Bibbia|gennaio 2016}}
{{nd}}
[[File:Orvieto - Duomo, Pilastri istoriati, dettaglio del Peccato Originale.jpg|thumbminiatura|Adamo ed Eva commettono il peccato originale (dettaglio della facciata del [[duomo di Orvieto]]).]]
 
Secondo quasi tutte le confessioni del [[cristianesimo]], il '''peccato originale''' è il [[peccato]] che [[Adamo]] ed [[Eva]], i progenitori dell'umanità secondo la tradizione [[Bibbia|biblica]], avrebbero commesso contro [[Dio]], così come descritto nel [[Genesi|libro della Genesi]]. Conseguenza di questo peccato sarebbe stata la [[caduta dell'uomo]]: il peccato originale viene dunque descritto come ciò che ha diviso l'uomo da Dio e che, secondo alcune interpretazioni, avrebbe reso l'uomo mortale.
 
La natura del peccato originale è stata spiegata in vari modi a seconda delle interpretazioni che sono state date al brano biblico; in generale, comunque, esso sembra rappresentare la disobbedienza verso Dio da parte dell'uomo, che vorrebbe decidere da solo che cosa sia bene e che cosa sia male.
 
== Il racconto nella Genesi ==
[[File:Cesare Viazzi - Cacciata dal Paradiso Terrestre.jpg|upright=0.5|thumbminiatura|Cacciata dal Paradiso terrestre (duomo di [[Porto Maurizio]]).]]
 
L'espressione "peccato originale" non è presente nel [[Bibbia|testo biblico]], né nella [[Tanakh|Bibbia ebraica]] ([[Antico Testamento]]) né in quella cristiana (Antico e [[Nuovo Testamento]]).
 
Il testo particolare che descriverebbedescrive questoil peccato dell'uomo, definito nel Catechismo cattolico "originale", è il capitolo 3 del libro della [[Genesi]]. L'esegesi biblica codificata nella [[ipotesi documentale]] riconduceconsidera questo testo come appartenente alla cosiddetta "[[tradizione jahvista]]", alcuni nuclei della quale potrebberosi risalireritiene addiritturarisalgano all'XI-X secolo a.C.
 
Il capitolo è diviso in tre sequenze:
* a. versetti {{passo biblico|Gen|3,1-7|libro=no}}: il peccato,
* b. versetti {{passo biblico|Gen|3,8-13|libro=no}}: il processo,
* c. versetti {{passo biblico|Gen|3,14-19|libro=no}}: la condanna.
 
I restanti versetti {{passo biblico|Gen|3,20-24|libro=no}} contengono una sorta di "disposizioni aggiuntive".
 
=== A. Il peccato ===
[[Dio]], dopo aver creato [[Adamo]] ed [[Eva]] (il primo nome ebraico è collegato con la parola che significa "terra", poiché il corpo dell'uomo sarebbe stato modellato con la creta; il nome di Eva - חװה, ''chavvàh'' - ha la stessa radice del verbo "vivere" - לחוות, ''<small>la</small>chavot'' -, e difatti nel testo essa sarà definita in seguito "la madre di ogni vivente", - אם כל חי, ''em kol chay''), li mette a vivere nel [[giardino dell'Eden]], comandando loro di nutrirsi liberamente dei frutti di tutti gli alberi presenti, tranne che dei frutti del cosiddetto [[albero della conoscenza del bene e del male]].
 
Ma i dueEva, tentatitentata dal [[Serpente (simbolo)|serpente]], disobbidirannodisobbedisce, mangiando il frutto dell'albero proibito. Il personaggiofatto delche sia il serpente denotaad avviare tutta la catena dei disastri è forse indice di una polemica "anti-ofiolatrica" presente nel testo biblico, polemica diretta in particolare contro i [[mito|miti]] [[Cananei|cananaici]] e di altri popoli della [[Mezzaluna Fertile]]: il serpente, infatti, nella religiosità dei Cananei, rappresentava il dio supremo, [[Baal]], signore della fertilità.
 
Nel testo biblico si precisa che il serpente è "intelligente, astuto" (ערום, ''‘arum''), ma la sua intelligenza è messa a servizio di un fine cattivo: il suo è un vero e proprio disegno malefico, che si oppone subito al desiderio divino. Nel dialogo con la donna il serpente arriva per gradi al suo obiettivo: rivela il suo disegno di opposizione a Dio già nella domanda che rivolge alla donna, con il gioco di parole per il quale la proibizione di mangiare i frutti di "un albero" viene estesa a "ogni albero". Il serpente porta così la donna a dubitare che il divieto di Dio possa essere stato legittimo. La donna si lascia trascinare dal gioco del serpente e cade nella trappola della esagerazione: afferma, falsamente, che Dio ha proibito persino di toccare l'albero in questione.
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Il serpente prospetta come conseguenza del mangiare i frutti dell'albero l'"apertura degli [[occhio|occhi]]" e il diventare "come Dio" (o "come divinità"), conoscitori del [[bene (filosofia)|bene]] e del [[male]].
 
Allettati da questa [[Tentazione (cristianesimo)|tentazione]], i due mangiano questo frutto<ref group=Nota>Spesso il "frutto proibito" viene rappresentato come una [[mela]]. Nel testo della Bibbia si parla di "frutto", senza ulteriori specificazioni. In [[Lingua latina|latino]] la mela viene chiamata ''malummālum'', parola che ha anche lo stessoun suono dimolto simile a quella che significa "il male" (''mălum''). Per questo motivo nel [[medioevo]] (quando tra l'altro si perse la distinzione tra vocali brevi e lunghe nella pronuncia del latino) si sarebbe cominciato a rappresentarlarappresentare il frutto come una mela.</ref> (la donna lo offre all'uomo: {{chiarire|l'immagine della donna tentatrice è tipica di molte letterature sapienziali, soprattutto nel mondo antico|quali?}}). Subito si rendono conto di essere nudi: la loro nudità esprime l'indegnità, l'insuccesso.
 
=== B. Il processo ===
Al peccato fa seguito una specie di istruttoria condotta da Dio, che ripercorreripercorrendo i gradini opposti a quelli del peccato: prima l'uomo, poi la donna, poi il serpente., mostra il grado di responsabilità da lui considerato come prioritario. L'uomo (da Dio creato per primo, al quale venne affidata la "gestione" del giardino, e che fu depositario dei primi comandi di Dio) sperimenta la paura e la vergogna, scaricama cerca di scaricare la sua responsabilità su altri (Adamo sulla donna, e la donna, a sua volta, sul serpente).
 
=== C. La condanna ===
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La più aspra conseguenza del peccato, oltre la fatica, il dolore e la difficoltà, è la [[morte]]: il peccato produce una rottura del rapporto con Dio, e la morte fisica sancisce definitivamente questa rottura.
 
E nonostante tutto, Dio dà agli uomini un vestito: è già un gesto salvifico di Dio, che soccorre l'uomo ridandogli dignità. Anzi la dimostrazione (per l'Ebraismo) del perdono.
 
=== Considerazioni [[Ermeneutica|ermeneutiche]] ===
IlSecondo la visione teologica razionalista e liberale il problema, che emerge in sede di interpretazione è se, nelle intenzioni degli autori del testo e nell'[[Sitz im Leben|ambiente vitale]] in cui il testo stesso vennesarebbe stato scritto, si pensava davvero a un peccato "originale", un peccato - cioè - che fosse all'origine di una definitiva corruzione del genere umano o addirittura di tutto il cosmo. La riflessione condotta in questo capitolo della Genesi prende in considerazione il [[male]] già presente nell'umanità, e ne cerca la causa. La risposta che viene data è che la causa di questo male è il peccato dell'uomo. Alcuni teologi, come [[Karl Rahner]], usano l'espressione ''peccato originale originante'' per distinguerlo dal peccato originale che ogni uomo porterebbe in sé – ''peccato originale originato''.
 
Viene così proiettata sull'intera umanità la visione particolare che il popolo di Israele aveva della propria storia: [[alleanza]] offerta gratuitamente da Dio, rottura dell'alleanza da parte degli uomini, punizione e riconciliazione. Più che a un peccato ''originale'', il testo biblico sembra far riferimento, attraverso il racconto simbolico, a quel peccato che "originava" le forme storiche e sociali di ''peccabilità'' del [[Ebrei|popolo d'Israele]], cioè l'idolatria. Il serpente, infatti, nel brano biblico non èsarebbe il [[diavolo]] - questainterpretazione è un'interpretazioneritenuta molto tarda - ma potrebbe rappresentare il culto [[Cananei|cananeo]] della fertilità, verso cui il popolo d'Israele fu costantemente attratto.
 
[[Paolo di Tarso|L'apostolo Paolo]], nei suoi scritti e in particolare nel capitolo {{passo biblico|Rom|5|libro=no}} della [[Lettera ai Romani]], ha presente il racconto della Genesi e ne sottolinea l'aspetto della solidarietà (nel male) che tutti gli esseri umani sperimentano. Questa categoria della solidarietà permette a Paolo di formulare il suo annuncio [[Vangelo|evangelico]]: [[Gesù|Gesù Cristo]] (l'"agnus Dei qui tollit peccata mundi") è il centro della storia, il male originato da Adamo è vinto da Cristo, secondo Adamo, e per chi è solidale con Cristo il male può essere vinto.
 
== Nell'ebraismoEbraismo ==
{{vedi anche|Peccato (ebraismo)}}
[[Esegesi ebraica|I teologi ebrei]] sono in disaccordo riguardo alla causa del peccato di [[Adamo ed Eva|Adamo]], quello che fu poi, in ambito cristiano, fu chiamato "peccato originale". CertoSenza dubbio fu un peccato dei Progenitori, che cedettero alla tentazione di mangiare il "frutto proibito", con le conseguenze del caso. MaDai dai suoiloro discendenti, tuttavia, non è stata ereditata la colpa, ma soltanto le conseguenze soltanto:, esattamente quelle elencate nella [[Genesi]]. La maggioranza delle opinioni [[maestri ebrei|rabbiniche]], peròad ogni modo, non ritiene Adamo responsabile dei peccati dell'umanità.<ref>[http://www.jewishencyclopedia.com/articles/13761-sin "SIN":] voce della ''[[Jewish Encyclopedia]]''.</ref> Spiegano che, in {{passo biblico2|Genesi|8,21}} e {{passo biblico|Genesi|6,5-8}}, [[Dio (ebraismo)|Dio]] riconobbe che Adamo non peccò intenzionalmente e che lo perdonò. A ogni modo, Adamo viene riconosciuto da alcune [[ebraismo|correnti]]<ref name="Magid" /> come colui che portò la [[morte]] nel mondo con la sua disobbedienza. È a causa del suo peccato, che tutti i discendenti vivono una vita mortale che termina nella morte dei loro corpi.<ref name="Magid">{{cita libro |url =https://books.google.com/books?id=YUbGlHdhBaUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=Lev.+17:11+original+sin&source=bl&ots=bY5eRjixUI&sig=JlHJxlm5rvnNAfZmRCmHC0uC8Ps&hl=en&sa=X&ei=Sr33UsmfM4qTyQHw6IH4AQ&ved=0CDkQ6AEwBA#v=onepage&q=Lev.%2017%3A11%20original%20sin&f=false| titolo = From Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of Scripture in Lurianic Kabbala| autore = Shaul Magid |editore= Indiana University Press |p= 238 |anno= 2008 | accesso= 22 marzo 2016| lingua=en}}. Certe interpretazioni [[Cabala ebraica|cabalistiche]] asserisocno che la [[Torah]] insegni che dopo il peccato di Adamo bene e male furono mischiati l'uno con l'altro e che solo nell'[[era messianica]] con il [[Messia]] il male non sarà più; come conseguenza immediata del primo peccato venne slegata la connessione tra l'[[Albero della vita (Eden)|Albero della Vita]] e quello del frutto della [[Albero della conoscenza del bene e del male|conoscenza del bene e del male]] il cui archetipo e la cui origine in principio sono il vero ed il falso.</ref>
 
Gli [[esegeti]] ebrei spiegano che, in {{passo biblico|Genesi|8,21}} e {{passo biblico|Genesi|6,5-8|libro=no}}, [[Dio (ebraismo)|Dio]] riconobbe che Adamo non peccò intenzionalmente e che lo perdonò. Adamo però viene riconosciuto da alcune correnti<ref name="Magid" /> come colui che portò la [[morte]] nel mondo con la sua disobbedienza: è a causa del suo peccato, che tutti i discendenti vivono una vita mortale che termina nella morte dei loro corpi.<ref name="Magid">{{cita libro |url =https://books.google.com/books?id=YUbGlHdhBaUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=Lev.+17:11+original+sin&source=bl&ots=bY5eRjixUI&sig=JlHJxlm5rvnNAfZmRCmHC0uC8Ps&hl=en&sa=X&ei=Sr33UsmfM4qTyQHw6IH4AQ&ved=0CDkQ6AEwBA#v=onepage&q=Lev.%2017%3A11%20original%20sin&f=false| titolo = From Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of Scripture in Lurianic Kabbala| autore = Shaul Magid |editore= Indiana University Press |p= 238 |anno= 2008 | accesso= 22 marzo 2016| lingua=en}}.
La dottrina del "peccato ereditario" non si riscontra nella maggior parte dell'ebraismo ''[[mainstream]]''. Sebbene alcuni [[ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] diano la colpa ad Adamo per la complessiva corruzione del mondo, e ci siano alcuni [[rabbinismo|insegnanti ebrei]] dei tempi [[talmud]]ici che ritenevano la morte come una punizione per l'umanità a causa del peccato di Adamo, questa non è la visione dominante della maggior parte dell'[[ebraismo]] d'oggi. L'ebraismo moderno generalmente afferma che gli esseri umani nascono senza peccato e incontaminati e scelgono loro di peccare in seguito, procurandosi problemi e sofferenze.<ref>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/Original_Sin.html "Judaism's Rejection Of Original Sin"], di Alfred J. Kolatch, ''The Jewish Book of Why/The Second Jewish Book of Why'', Jonathan David Publishers, 1989.</ref><ref>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/Original_Sin.html%20Judaism's%20Rejection%20Of%20Original%20Sin "Judaism's Rejection Of Original Sin"]: "Sebbene ci siano alcuni insegnanti ebrei dei tempi del Talmud che credevan che la morte fosse una punizione data all'umanità a causa del peccato di Adamo, l'opinione predominante era che l'uomo pecca perché non è un essere perfetto, e non, come insegna il cristianesimo, perché egli sia intrinsecamente peccaminoso."</ref>
 
Alcune interpretazioni [[Cabala ebraica|cabalistiche]] asseriscono che la ''[[Tōrāh]]'' insegni che dopo il peccato di Adamo bene e male furono mischiati l'uno con l'altro e che solo nell'[[era messianica]] con il [[Messia]] il male non sarà più; come conseguenza immediata del primo peccato venne slegata la connessione tra l'[[Albero della vita (Eden)|Albero della Vita]] e quello del frutto della [[Albero della conoscenza del bene e del male|conoscenza del bene e del male]] il cui archetipo e la cui origine in principio sono il vero ed il falso.</ref>
== Il peccato originale nel cristianesimo ==
 
Nella [[Bibbia ebraica]] è menzionato un "peccato di Adamo" e non originale o con la terminologia propria della teologia posteriore. Le [[Chiese cristiane]], pur riconoscendo alcune l'allegoricità del racconto, attribuiscono a esso una verità spirituale almeno per quanto attiene alla sfera della [[fede]] e del destino umano ultraterreno.
La dottrina di un "peccato ereditario" non si riscontra, quindi, nella maggior parte dell'[[ebraismo]] ''[[mainstream]]''. Sebbene alcuni [[ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] diano la colpa ad Adamo per la complessiva corruzione del mondo, e ci siano alcuni [[rabbinismo|insegnanti ebrei]] dei tempi [[talmud]]ici che ritenevano la morte come una punizione per l'umanità a causa del peccato di Adamo, questa non è la visione dominante della maggior parte dell'[[ebraismo]] d'oggi. L'ebraismo moderno generalmente afferma che gli esseri umani nascono senza peccato e incontaminati e scelgono loro di peccare in seguito, procurandosi problemi e sofferenze.<ref>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/Original_Sin.html "Judaism's Rejection Of Original Sin"], di Alfred J. Kolatch, ''The Jewish Book of Why/The Second Jewish Book of Why'', Jonathan David Publishers, 1989.</ref><ref group=Nota>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/judaism-s-rejection-of-original-sin "Judaism's Rejection Of Original Sin"]: "Sebbene ci siano alcuni insegnanti ebrei dei tempi del Talmud che credevano che la morte fosse una punizione data all'umanità a causa del peccato di Adamo, l'opinione predominante era che l'uomo pecca perché non è un essere perfetto, e non, come insegna il cristianesimo, perché egli sia intrinsecamente peccaminoso."</ref>
 
== Cristianesimo ==
Nella [[Bibbia ebraica]] è menzionato un "peccato di Adamo" e non originale o con la terminologia propria della teologia posteriore. Le [[Chiese cristiane]], anche quando riconoscano l'[[allegoria|allegoricità]] del racconto della Genesi, vi attribuiscono una verità spirituale, almeno per quanto attiene alla sfera della [[fede]] e del destino umano ultraterreno.
 
Come questione teologica, il peccato originale riguarda tre aspetti sostanziali: l'universalità, l'originalità e l'ereditarietà della colpa. Relativamente all'ereditarietà del peccato originale e dei relativi effetti sulla stirpe umana, esistono differenti opinioni fra le diverse religioni abramitiche, ma anche fra confessioni e correnti di pensiero all'interno di una stessa confessione religiosa, esiste una tensione tra responsabilità personale e solidarietà nel peccato.
 
I [[Vangeli sinottici|Vangeli]] non ne parlano espressamente. Anche se nel [[Vangelo di Giovanni|quarto vangelo]] si ribadisce che qualsiasi uomo è peccatore ed è per questo che ha bisogno di una [[giustificazione (teologia)|giustificazione]] che lo renda "accettato" dinanzi a Dio, non viene evidenziata nessuna particolare relazione con Adamo o chiunque altro ({{passo biblico|Gv|3,16|nome=Gv 3,16|libro=no}}).
 
Nelle [[lettere paoline|lettere di Paolo]], e in particolare nella [[Lettera ai Romani]], viene dato rilievo principalmente alla responsabilità di ciascuno per le proprie azioni (cfr. {{passo biblico|Rm|2,6-11|nome=Rm 2,6-11|libro=no}} e {{passo biblico|Rm|3|libro=no}}). In particolare in ({{passo biblico|Rm|3,19-26|Rm 3,19-26|libro=no}}) è precisato che ogni essere umano in quanto tale è peccatore, e perciò "privo della gloria di Dio": solo con la fede nel sacrificio di [[Gesù]] sulla croce può essere salvato. Sempre nella [[lettera ai Romani]], tuttavia, emerge anche l'idea di un'umanità profondamente lacerata sin dalle origini, e quindi di una sorta di corruzione posta sotto l'insegna del comune progenitore, Adamo ({{passo biblico|Rm|5,19|nome=Rm 5,19|libro=no}}).
 
=== L'interpretazione di Agostino d'Ippona ===
[[Sant'Agostino|Agostino d'Ippona]] ritenne che l'uomo fosse stato creato simile a Dio, ma non in tutto, perché Dio conosce il male, ma, in quanto amore infinito, non lo commette, mentre l'uomo conosce il male e può compierlo; l'essere umano è stato creato con il [[libero arbitrio]] di conoscere e fare sia il male sia il bene.
 
Inoltre, insegnare a fare il male è una colpa tanto quanto compierlo direttamente: perciò Dio non può avere insegnato il male, pur avendo lasciato la possibilità e la responsabilità all'uomo di conoscerlo.
 
Va evidenziato che l'insegnamento di Agostino, sebbene in continuità con la dottrina insegnata da [[San Paolo di Tarso|Paolo]] e dai [[Vangelo|vangeli]], e con la tradizione veterotestamentaria (si pensi ad alcune espressioni del [[salmo 51]] che insistono su un uomo "nato malvagio", "concepito peccatore dalla propria madre"), risente nel suo vigore argomentativo dell'accesa polemica contro [[Pelagio]]. Quest'ultimo sosteneva che la salvezza è per l'uomo raggiungibile senza necessariamente la grazia divina: l'uomo può salvarsi anche solo con le sue forze, perché naturalmente portato al bene. Ciò era inconcepibile per Agostino: l'uomo non può salvarsi con le sue sole forze, perché si trova in una condizione corrotta, e causa di questa condizione è proprio il peccato originale, ereditato attraverso l'[[atto sessuale]] che è all'origine di ogni vita umana. Osserva, in merito, lo storico del Cristianesimo [[Remo Cacitti]]: "Agostino arriva a teorizzare la trasmissione della colpa attraverso le generazioni proprio considerando l'atto generativo, cioè l'amplesso. Nel suo "''Le nozze e la concupiscenza''" scrive: «I bambini sono tenuti come rei dal diavolo, non in quanto nati dal bene, che costituisce la bontà del matrimonio, bensì perché nati dal male della [[concupiscenza]], di cui indubbiamente il matrimonio fa buon uso, ma di cui anche il matrimonio deve arrossire». È «l'ardore della passione» che accompagna l'amplesso a macchiare sin dall'origine ogni essere umano: «chiunque nasce da questa concupiscenza della carne... è in debito del peccato originale»"<ref group="Nota">Aggiunge lo studioso: "La sessuofobia di Agostino trova in questa invenzione una sua compiuta formulazione anche se, da un diverso punto di vista, si fa rivelatrice dei disturbi psicologici di cui il suo geniale autore certamente soffriva". Corrado Augias e Remo Cacitti, ''Inchiesta sul cristianesimo'', Mondadori, 2012, pp. 230-231, ISBN 978-88-04-59702-5.</ref>.
 
Per sostenere questa tesi Agostino assume anche posizioni tipiche del [[traducianesimo]] (sebbene si tratti di un traducianesimo spirituale, differente dal traducianesimo fisico di [[Tertulliano]], poi condannato).
 
=== OrtodossiaChiesa cattolica ===
Secondo l'[[Chiesa cattolica|ortodossia cattolica]] tutti gli uomini, quali discendenti di Adamo ed Eva, ereditano automaticamente le conseguenze del peccato originale, ovvero la sofferenza, la morte e la privazione della Grazia Divina. All'universalità del peccato e della morte San Paolo contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: « Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita » (''Rm'' 5,18).<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c1p7_it.htm|titolo=Catechismo della Chiesa Cattolica - La caduta|accesso=15 dicembre 2021}}</ref>
La dottrina sul peccato originale e la redenzione è sostanzialmente uguale sia per la [[Oriente cristiano|Chiesa orientale (ortodossa)]] sia per la [[Chiesa cattolica|Chiesa occidentale (cattolica)]], come concordato al [[Concilio di Nicea I|Concilio ecumenico di Nicea]] (325) e successivi tre. Su tale questione quella orientale è sempre stata meno interessata, anche perché immune dall'influenza di [[pelagianesimo]] e [[agostinismo]], teorie tutte occidentali.
 
Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata « concupiscenza »). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale.<ref name=":0" />
Idem sul sacramento del [[battesimo]], attuato però rigorosamente per immersione e insieme con quello della [[confermazione]], che nella Chiesa occidentale dovrebbe essere invece amministrato poi con l'età del consenso.
 
Inutile evidenziare che la redenzione di Cristo ha eliminato il peccato originale, ma non le sue conseguenze sull'Umanità (ben note ed elencate in Genesi 3,16-19), che a tale peccato sono quindi imputate.
A differenza delle interpretazioni cattolica e protestante, per il [[Chiesa ortodossa|Cristianesimo ortodosso]], limitato alla [[patristica]] orientale, le conseguenze per l'umanità del peccato dei Progenitori sono attenuate. Non si tratterebbe di conseguenze morali in grado di “macchiare” con la colpa l'anima di ogni uomo, piuttosto il peccato originale avrebbe introdotto la corruttibilità fisica dell'essere umano e la morte. Le uniche conseguenze della colpa di Adamo sono dunque quelle scritte nella [[Genesi]], cioè fatica e dolore, corruzione e mortalità, intese da un punto di vista più fisico che morale.
 
La dottrina cattolica afferma che, sempre per effetto del peccato originale, l'uomo eredita inoltre l'inclinazione verso il male, che è chiamata [[concupiscenza]]. Questa inclinazione, che accompagna l'uomo nel corso dell'intera sua vita non costituisce in sé peccato, ma una debolezza di base dell'essere umano che è la causa dell'agire malvagio degli uomini nella storia dell'umanità. La trasmissione di questa inclinazione costituirebbe un [[mistero della fede|mistero]] non ben compreso. Un'interpretazione può essere che i Progenitori abbiano sì ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé ma per tutta la natura umana, ma il peccato commesso abbia alterato la stessa natura umana<ref>{{cita web|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/212913|titolo=Catechesi di Benedetto XVI}}</ref>. Unico rimedio a questo stato "decaduto" consiste nella grazia della [[Redenzione (cristianesimo)|redenzione]], ottenuta però col battesimo, degli infanti o degli adulti, e i successivi sacramenti, quali canali della grazia per la [[Salvezza (religione)|salvezza]] personale.
Tuttavia, la morte comporta un desiderio innato degli esseri umani di "ridurre" il dolore per la certezza della fine della vita terrena: da ciò scaturisce il peccato come palliativo di fronte alla mortalità.
 
La "[[storia della salvezza]]" si svilupperebbe poi dagli antichi patriarchi fino alla [[redenzione (religione)|redenzione]] del Messia biblico.
=== Cattolicesimo ===
Secondo l'[[Chiesa cattolica|ortodossia cattolica]] tutti gli uomini, quali discendenti di Adamo ed Eva, ereditano la colpa del peccato originale. Estinta poi gratuitamente (per grazia) dal Messia/Cristo, figlio di Dio e redentore universale. Quindi una colpa ed una redenzione collettive e quindi gratuite per tutti.
 
La dottrina cattolica sul peccato originale e sulla redenzione è ben sintetizzata nel [[catechismo della Chiesa cattolica]]<ref>[http://www.vatican.va/archive/ccc_it/documents/2663cat017-308.PDF Catechismo della Chiesa Cattolica]</ref>, Compendio del 2005 (quesiti: 7<ref>''"7. Quali sono le prime tappe della Rivelazione di Dio? Dio, fin dal principio, si manifesta ai progenitori, Adamo ed Eva, e li invita ad un'intima comunione con lui. Dopo la loro caduta, non interrompe la sua rivelazione e promette la salvezza per tutta la loro discendenza. Dopo il diluvio, stipula con Noè un'alleanza tra lui e tutti gli esseri viventi."''</ref>, 75<ref>''"75. In che cosa consiste il primo peccato dell'uomo? L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore e, disobbedendo Gli, ha voluto diventare «come Dio» senza Dio, e non secondo Dio (Gn 3,5). Così Adamo ed Eva hanno perduto immediatamente, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia."''</ref> e 76<ref>''"76. Che cos'è il peccato originale? Il peccato originale nel quale tutti gli uomini nascono è lo stato di privazione della santità e della giustizia originali. È un peccato da noi «contratto», non «commesso»; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dell'unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione». Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere."''</ref>).
Ma, in linea con gli scritti di [[Paolo di Tarso|Paolo]], mediante la fede personale: cioè remissione non a tutti bensì ai soli credenti. Anzi, come sottolinea [[Agostino d'Ippona|Agostino]], la colpa viene estinta con il sacramento del [[battesimo]] personale. Quindi [[Giustificazione (teologia)|giustificazione]] non collettiva per sola ''gratia'' ma personale mediante la fede. Che sarà possibile ottenere solo con il battesimo individuale.
 
In merito alla storicità dei personaggi coinvolti, nel 1950 papa [[Papa Pio XII|Pio XII]], nell’enciclica ''Humani Generis'', precisava: "I fedeli non possono abbracciare quell’opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l’insieme di molti progenitori".
Inutile evidenziare che la redenzione di Cristo ha eliminato la colpa originale, ma non le sue conseguenze sull'Umanità (ben note ed elencate in Genesi 3,16-19), che a tale colpa sono quindi imputate.
<br/>[[Adamo]]<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/82925 Sant'Adamo Primo uomo]; Archivio: [https://archive.is/20140105155252/http://www.santiebeati.it/dettaglio/82925 Sant'Adamo]</ref> ed [[Eva]]<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/82930 Sant'Eva Prima donna] ; Archivio: [https://archive.is/20190211093054/http://www.santiebeati.it/dettaglio/82930 Sant'Eva]</ref> sono infatti venerati come santi dalla [[Chiesa cattolica]]<ref group=Nota>Con un richiamo al [[Martirologio Romano]], per la data del 24 dicembre.</ref>.
 
Solo alla luce di tale dottrina è comprensibile il [[dogma]] della eccezionale [[Immacolata Concezione]] di [[Maria madre di Gesù|Maria]] (proclamato nel [[1854]] da [[papa Pio IX]], sulla scia del [[concilio Vaticano I]]), secondo il quale Maria, in quanto madre del Cristo redentore, fu concepita senza peccato originale, così come il successivo [[dogma]] sulla sua [[Assunzione di Maria|Assunzione]] ai cieli ([[1950]] da [[papa Pio XII]]).
La dottrina cattolica afferma che, sempre per effetto del peccato originale, l'uomo eredita inoltre l'inclinazione verso il male, che è chiamata [[concupiscenza]]. Questa inclinazione, che accompagna l'uomo nel corso dell'intera sua vita non costituisce in sé peccato, ma una debolezza di base dell'essere umano che è la causa dell'agire malvagio degli uomini nella storia dell'umanità. La trasmissione di questa inclinazione costituirebbe un [[mistero della fede|mistero]] non ben compreso. Un'interpretazione può essere che i Progenitori abbiano sì ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé ma per tutta la natura umana, ma il peccato commesso abbia alterato la stessa natura umana<ref>{{cita web|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/212913|titolo=Catechesi di Benedetto XVI}}</ref>. Unico rimedio a questo stato "decaduto" consiste nella grazia della [[Redenzione (cristianesimo)|redenzione]], ottenuta però col battesimo, degli infanti o degli adulti, e i successivi sacramenti, quali canali della grazia per la [[Salvezza (Bibbia)|salvezza]] personale.
====Necessità del Redentore====
{{Main|Redenzione (cristianesimo)}}
Secondo la Chiesa cattolico-romana, il peccato originale di Adamo ha reso necessario la morte di Cristo in [[Crocifissione di Gesù|croce]]. Il [[Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo|sangue di Cristo]] versato nella Passione e sulla croce è l'elemento fondamentale del sacrificio espiatorio per il peccato originale e per i peccati individuali di ogni essere umano, peccati che Cristo ha assunto sulla sua natura umana, che era senza difetto e senza macchia di peccato. Cristo, vittima innocente per i peccati dell'uomo, ha riaperto le porte del Paradiso al genere umano, come pure a coloro che lo avevano atteso nella [[discesa di Cristo agli Inferi|discesa agli Inferi]].
 
[[Anselmo d'Aosta]], nel ''[[Cur Deus homo]]'' afferma che per restituire all'uomo la vita eterna, di durata infinita, era necessario acquisire infiniti meriti di salvezza, opera possibile solo con la morte del Dio infinito. Secondo la tradizione cattolica, inoltre, i meriti del sangue di Cristo costituiscono il "tesoro" che la Chiesa può [[indulgenza|dispensare ai suoi fedeli]].
La "[[storia della salvezza]]" si svilupperebbe poi dagli antichi patriarchi fino alla [[redenzione (religione)|redenzione]] del Messia biblico.
 
==== Controversie e interpretazioni contemporanee ====
La dottrina cattolica sul peccato originale e sulla redenzione è ben sintetizzata nel [[catechismo della chiesa cattolica]]<ref>http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P1B.HTM</ref>.
Da un punto di vista prettamente filosofico (o anche giuridico) andrebbe posta una riflessione sul tema del peccato, prendendo a prestito il §1857 dal ''Catechismo della Chiesa Cattolica'' dove si afferma:
 
{{citazione|Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso}}
Solo alla luce di tale dottrina è comprensibile il [[dogma]] della eccezionale [[Immacolata Concezione]] di [[Maria madre di Gesù|Maria]] (proclamato nel [[1854]] da [[papa Pio IX]], sulla scia del [[concilio Vaticano I]]), secondo il quale Maria, in quanto madre del Cristo redentore, fu concepita senza peccato originale, così come il successivo [[dogma]] sulla sua [[Assunzione di Maria|Assunzione]] ai cieli ([[1950]] da papa [[Pio Xll]]).
 
Da un punto di vista prettamente filosofico (o anche giuridico) andrebbe posta una riflessione sul tema del peccato, prendendo a prestito il §1857 dal ''Catechismo della Chiesa Cattolica'' dove si afferma:
{{citazione|Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso}}
La domanda che ci si può porre è se Adamo ed Eva prima dell’assunzione del frutto proibito conoscessero ciò che significava ''bene'' e ''male''. La risposta è che probabilmente non avevano piena consapevolezza di ciò che volesse dire peccato e lo avrebbero compreso solo dopo essersi cibati del frutto. E allora perché punire chi non era ''compos sui''?<ref>Da [[Armando Girotti]], ''Il “fico proibito” dell’Eden'', Diogene Multimedia, Bologna 2018, pp. 12-13.</ref>
 
In realtà si è trattato di una consapevole e deliberata disobbedienza ad un chiaro e preciso divieto del Creatore. <br/>Lo storico del Cristianesimo [[Remo Cacitti]] in merito osserva: "Che la colpa di un remoto e mitico progenitore ricada su tutti i discendenti attraverso i secoli può risultare credibile solo in base a un'obbedienza dogmatica. La Chiesa, però, continua a ritenerla centrale nella sua dottrina, come ribadisce anche l'ultimo catechismo<ref group="Nota">Il riferimento è al [[Catechismo della Chiesa cattolica]] (1992), 390: «Il racconto della caduta (Gn 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto ''all'inizio della storia dell'uomo''. La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori». A sua volta, il Catechismo rimanda alla costituzione conciliare [[Gaudium et spes]], 13: «Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l'uomo però, tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di lui».</ref>, che definisce il peccato originale «un fatto accaduto all'inizio della storia dell'umanità». Un «fatto», dunque, nonostante le ricerche abbiano restituito a quel racconto il suo carattere mitico"<ref group="Nota">Aggiunge lo studioso: "Tanto più che la creatura uscita dalle mani di Dio «a sua immagine e somiglianza», cede al peccato alla prima tentazione offerta da un improbabile serpente che parla. Come ha scritto il teologo [[Vito Mancuso]], davanti a una tale fragilità «bisognerebbe parlare di un difetto di fabbricazione»". (Corrado Augias e Remo Cacitti, ''Inchiesta sul cristianesimo'', Mondadori, 2012, pp. 230-231, ISBN 978-88-04-59702-5).</ref>.
In realtà si è trattato di una consapevole e deliberata disobbedienza ad un chiaro e preciso divieto del Creatore.
 
Nel tentativo di dare una risposta alla [[teoria dell'evoluzione]] e alle affermazioni degli scienziati secondo cui l'origine dell'umanità è [[poligenismo|poligenica]] e non [[monogenismo|monogenica]], per cui non deriverebbe da un'unica coppia di progenitori,<ref>Ugo Amaldi, ''Dal Big Bang all'uomo: teologi, uscite dall'impasse'', Vita e pensiero, n. 6, 2010, p. 87</ref> vari teologi cattolici hanno affrontato l'argomento in modo diverso. [[Herbert Haag]] ritiene che il dogma del peccato originale sia privo di fondamento, poiché il passo di Genesi 2:25 indicherebbe che Adamo ed Eva furono creati fin dall'inizio privi della grazia divina, una grazia originaria che, quindi, non avrebbero mai avuto e ancor meno avrebbero perso a causa dei successivi eventi narrati.<ref>Herbert Haag, ''Is original sin in the Scripture?'', Sheed and Ward, New York, 1969</ref> [[Piet Schoonenberg]] identifica invece il peccato originale con il ''peccato del mondo'', cioè l'insieme dei peccati commessi da tutta l'umanità, che condiziona i singoli individui.<ref>Piet Schoonenberg, ''Man and the sin'', Sheed and Ward, 1965</ref> Nel dibattito teologico, posizioni come la prima vengono considerate inaccettabili, mentre quelle come la seconda sono considerate insufficienti.<ref>[https://www.chiesacattolica.it/documenti-segreteria/il-dogma-del-peccato-originale-nellattuale-riflessione-teologica-di-p-maurizio-flick-s-j P. Maurizio Flick, Il dogma del peccato originale nell'attuale riflessione teologica]</ref>
=== Protestantesimo ===
Per il [[Protestantesimo|cristianesimo riformato]] (sia della [[riforma protestante]] sia successivo) il peccato originale è pure caratterizzato dal concetto di ereditarietà della colpa, evincibile dalle Sacre Scritture e illustrato da Paolo, come poi ripreso da Agostino nella sua aspra polemica contro [[Pelagio]].
 
I teologi moderni rilevano comunque che la Bibbia usa nella Genesi uno schema cosmologico e antropologico [[fissismo|fissista]] e monogenista, ma ciò non vuole dire che l'oggetto dell'insegnamento biblico sia questo. Il significato morale del racconto è che l'uomo vuole prescindere dal progetto che Dio gli ha proposto e attuare un suo progetto alternativo, ma così facendo ottiene risultati negativi, alienandosi in un lavoro insoddisfacente, considerando la donna uno strumento di piacere e allontanandosi dalla condizione di dialogo con Dio.<ref>AA.VV., ''Nuovo dizionario di teologia biblica'', Edizioni Paoline, 1989, p. 568</ref>
La dottrina del peccato originale venne ripresa da [[Martin Lutero]], principale fautore della [[Riforma protestante|Riforma]] in polemica con la [[Chiesa cattolica|Chiesa romana]], sempre in funzione antipelagiana. Ma Lutero rincara la dose: il peccato originale avrebbe a tal punto corrotto l'[[anima]] umana da privarla della possibilità di volgersi da sola verso il bene, quindi di compiere opere buone. L'uomo sarebbe stato quindi privato del [[libero arbitrio]], posseduto prima del peccato originale e che gli permetterebbe di scegliere fra bene e male. Solo con la grazia, quindi solo con la redenzione del Cristo, avrebbe potuto riacquistarlo, superando il [[servo arbitrio]] per ciò ereditato. Per il quale appunto fu data la Legge.
 
=== Chiese luterane e riformate ===
Ma mediante la [[fede]] personale, da Lutero valorizzata. La quale però è dono di Dio, come sottolineato da [[Calvinismo|Calvino]]: per cui è Dio che, prima della sua nascita, decide chi giustificare o salvare: la salvezza è dovuta solo a Dio, che ci ha giustificato con la [[Redenzione (cristianesimo)|redenzione]] del Cristo solo mediante la fede personale. Quindi (si insiste) non tutti sono giustificati o salvati. A prescindere dalle loro azioni: le opere che un individuo compie durante la sua esistenza di credente o meno non hanno alcun'influenza sul suo destino umano. Le opere buone sono semmai il prodotto della fede, e sono utili tuttalpiù per la santificazione.
Anche per il [[Protestantesimo|cristianesimo riformato]] (sia della [[riforma protestante]] sia successivo) il peccato originale è pure caratterizzato dal concetto di ereditarietà della colpa originale (benché in contrasto con quanto si evincerebbe dal Genesi), come illustrato nella predicazione ai gentili da Paolo e come poi ripreso da Agostino nella sua aspra polemica contro [[Pelagio]].
 
Tale dottrina del peccato originale venne pure ripresa da [[Martin Lutero]], principale fautore della [[Riforma protestante|Riforma]] in polemica con la [[Chiesa cattolica|Chiesa romana]], sempre in funzione antipelagiana. Anzi Lutero sviluppa la concezione agostiniana del peccato originale e dell'impossibilità dell'uomo di compiere il bene: il peccato originale avrebbe a tal punto corrotto l'[[anima]] umana da privarla della possibilità di volgersi da sola verso il bene, quindi di compiere opere buone. L'uomo, schiavo della concupiscenza, sarebbe stato quindi privato del [[libero arbitrio]], posseduto prima del peccato originale e che gli avrebbe permesso di scegliere fra bene e male. Solo con la [[Grazia (teologia)|grazia]], quindi solo con la redenzione messianica, avrebbe potuto riacquistarlo, superando il [[servo arbitrio]] ereditato dalla colpa originale. Per il quale appunto venne data la [[Legge biblica|Legge]] da Dio al popolo da lui eletto.
Nel [[calvinismo]] è proprio la riflessione sulla [[predestinazione]] dell'essere umano a essere sviluppata: per [[Giovanni Calvino|Calvino]] tutti gli uomini sarebbero meritevoli di dannazione, ma Dio ne ha predestinati alcuni (il cui numero e la cui identità sono sconosciute agli uomini), per suo imperscrutabile volere, a essere eletti e salvati malgrado le loro colpe, grazie alla fede nel sacrificio espiatorio di Gesù, che si è sostituto a loro nella meritata punizione. Questo è il nuovo popolo eletto (che sostituisce quello del vecchio testamento). Gli altri sono perciò destinati alla perdizione.
 
Non automaticamente per tutti (come la colpa originale) però: ma mediante la libera [[fede]] personale, da Lutero già valorizzata nella sua precedente critica sacramentale (efficacia). La quale però è dono di Dio precisa [[Calvinismo|Calvino]]: un dono dato a pochi non a tutti. Per cui è Dio che in base alla sua prescienza, prima della nostra nascita, decide chi dannare o salvare: ecco la (doppia) [[predestinazione]]. La salvezza è dovuta solo a Dio, che ci ha giustificato con la [[Redenzione (cristianesimo)|redenzione]] del Cristo, ma solo mediante la fede personale come rilevato da Lutero. Quindi (insistono i riformatori) non tutti sono giustificati o salvati, ma solo chi ha fede. A prescindere dalle loro azioni: le opere che un individuo compie durante la sua esistenza hanno valore buono/cattivo se credente o meno e comunque non hanno alcuna influenza sul suo destino, sulla personale salvezza. Le opere buone per Lutero sono semmai il prodotto della fede, e sono utili tuttalpiù per la personale [[santificazione]].
Ma alcune recenti confessioni americane, di provenienza [[Calvinismo|calvinista]] inglese (es. [[Quaccherismo|Quaccheri]] e [[Mormonismo|Mormoni)]], hanno particolari convinzioni contrastanti su tutta la questione.
 
Nel [[calvinismo]] è proprio la riflessione sulla [[predestinazione]] dell'essere umano ad essere sviluppata: per [[Giovanni Calvino|Calvino]] tutti gli uomini sarebbero meritevoli di dannazione, ma Dio ne ha predestinati alcuni (il cui numero e la cui identità agli uomini sono sconosciute), per suo imperscrutabile volere, ad essere eletti e salvati malgrado le loro colpe, grazie alla fede nel sacrificio espiatorio di Cristo, sostituito a loro nella meritata punizione. Questo è il nuovo "popolo eletto" (che sostituisce quello del vecchio testamento). Gli altri sono perciò destinati alla perdizione. Ma per Calvino le opere restano necessarie, utili per dimostrare la preferenza ed il favore divino, il successo sociale è infatti la dimostrazione della benevolenza di Dio. Da cui l'utilità politica ed il successo del calvinismo, fautore, secondo [[Max Weber]] del capitalismo economico.
Il [[battesimo]] dovrebbe essere solo per adulti (per la fede), anche se mantenuto per gli infanti (eccetto [[Anabattismo|anabattist]]<nowiki/>i e [[Battismo|battisti]]).
Tuttavia, alcune confessioni americane di provenienza [[Calvinismo|calvinista]] inglese, diffusesi nel XIX secolo, quali i [[Quaccherismo|Quaccheri]] e i [[Mormonismo|Mormoni]], hanno particolari convinzioni contrastanti su tutta la questione.
 
Tutti i [[Sacramento|sacramenti]] sono solo simboli spirituali (salvo diverse opinioni su battesimo ed [[eucaristia]]). Il [[battesimo]] dovrebbe essere solo per adulti (per la fede), anche se mantenuto per gli infanti (eccetto [[Anabattismo|anabattist]]<nowiki/>i e [[Battismo|battisti]]).
== Il peccato originale nell'Islam ==
 
{{Senza fonte|Nella religione islamica è assente il concetto di eredità della colpa}}, perché ognuno è responsabile del proprio peccato. Secondo l'[[Islam]] il peccato originale sarebbe solo un errore commesso da Adamo ed Eva, ma essi si sarebbero pentiti e quindi sarebbero stati perdonati da Dio, senza che il loro sbaglio si ripercuotesse sul genere umano, come testimoniato dal passaggio [[Corano|coranico]] della ''[[Sura]]t al-najm'' ("della stella"), [[ayat|versetti]] 38-40:
=== Chiesa Ortodossa Orientale ===
La dottrina circa il peccato originale e la redenzione è sostanzialmente uguale sia per le [[Chiesa ortodossa|Chiese ortodosse-orientali]] sia per la [[Chiesa cattolica|Chiesa cattolico-romana]], dal momento che entrambe le denominazioni fondano la propria professione di fede sul [[Concilio di Nicea I|Concilio ecumenico di Nicea]] (325) e sui tre successivi. L'ortodossia orientale, tuttavia, tradizionalmente si è dimostrata meno appassionata alle dispute sul peccato originale, anche perché (troppo occupata su quelle trinitarie) non ha conosciuto la controversia tra [[pelagianesimo]] e [[agostinismo]], teorie tutte occidentali.
 
Anche a proposito degli effetti del [[battesimo]], cattolico-romani e ortodossi orientali concordano, anche se si sono consolidate differenze a livello di prassi liturgica (gli ortodossi battezzano rigorosamente per immersione e conferiscono immediatamente dopo l'unzione della [[confermazione]], sacramento che nella [[Chiesa latina]] viene normalmente amministrato in seguito, con l'età del consenso).
 
A differenza delle interpretazioni cattolica e protestante, il [[Chiesa ortodossa|cristianesimo ortodosso]], molto più legato alla [[patristica]] orientale, tende ad attenuare le conseguenze per l'umanità del peccato dei Progenitori: non si tratterebbe di conseguenze morali in grado di "macchiare" con la colpa l'anima di ogni uomo, piuttosto il peccato originale avrebbe introdotto la corruttibilità fisica dell'essere umano e la morte. In altre parole, l'Ortodossia cerca di evitare qualsiasi ombra di ''[[traducianismo]]'' (o traducianesimo); un'eresia occidentale, che afferma la trasmissione a tutta l'umanità, di generazione in generazione, della colpa di Adamo e della pena a lui comminata. Il traducianismo fu condannato anche da Roma nel 498.<ref>Herbert Vorgrimler, ''Nuovo Dizionario Teologico'', EDB, Bologna 2004.</ref>
 
Le uniche conseguenze della colpa di Adamo sono dunque quelle scritte nella [[Genesi]], cioè fatica e dolore, corruzione e mortalità, intese da un punto di vista più fisico che morale.
Tuttavia, la morte comporta un desiderio innato degli esseri umani di "ridurre" il dolore per la certezza della fine della vita terrena: da ciò scaturisce il peccato come palliativo di fronte alla mortalità.
 
== Islam ==
Secondo l'[[Islam]] il peccato originale sarebbe solo un errore commesso da Adamo ed Eva, ma essi si sarebbero pentiti e quindi sarebbero stati perdonati da Dio, senza che il loro sbaglio si ripercuotesse sul genere umano, come testimoniato dal passaggio [[Corano|coranico]] della ''[[Sura]]t al-najm'' ("della stella"), [[versetti coranici|versetti]] 38-40:
{{Citazione|[non gli han raccontato] che un'anima carica non sarà caricata del carico d'altra, ⊗ e che l'uomo non avrà di suo che il suo sforzo, ⊗ e che il suo sforzo sarà un dì visibile?|Trad. di [[Alessandro Bausani]]<ref>''Il Corano'', Firenze, Sansoni, 1955 e succ. ristampe</ref>}}
Non esiste quindi il concetto di eredità della colpa, perché ognuno è responsabile del proprio peccato.
 
La Sura II del [[Corano]] (dal titolo ''al Baqara'', che significa "La [[Giovenca]]"), interpreta e integra la narrazione della Genesi con alcune differenze sostanziali. Allah rivela che invierà al genere umano un ''khalif'' prima del riferimento ad Adamo, e, di nuovo, una guida che eliminerà le afflizioni dei suoi discendenti. <br />
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36 Poi Iblis li fece inciampare e scacciare dal luogo in cui si trovavano E noi dicemmo: <<Andatevene via, nemici gli uni degli altri. Avrete una dimora sulla terra e ne godrete per un tempo stabilito>>.<br />
37 Adamo ricevette parole dal suo Signore, e Allah accolse il suo [pentimento]. In verità, Egli è Colui che accetta il pentimento, il Misericordioso.<br />
38 Dicemmo: << andatevene via tutti [quanti]! Se mai vi giungerà una guida da parte Mia, coloro che la seguiranno non avranno nulla da temere e non saranno afflitti>>.|Corano, II, 30-38<ref name = "Corano Newton Compton, 2001">{{cita libro | autore = [[Hamza Piccardo|Hamza R. Piccardo]] | titolo = Il Corano (edizione integrale) | editore = [[Newton Compton Editori|Newtomn & Compton]] | data = 21 Marzomarzo 2001 | serie = Newton Biblios (n. 4) | isbn = 88-8289-223-9 | paginap= 31 (nota 36) | oclc = | pagine = 606 }}, "revisione controllo dottrinale [a cura dell'] [[Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia]]"(p. II, intr. di Pino Blasone)</ref>}}
 
Il verso 36 parla dell'inimicizia ''tra il genere umano e i [[demonio|demoni]]'', talora invece erroneamente inteso come inimicizia tra l'uomo e la donna<ref name = "Corano Newton Compton, 2001" />. Entrambi sono cacciati dal Paradiso. Secondo il racconto, Allah accetta il pentimento di Adamo, e promette una guida che risparmierà i suoi discendenti dalle afflizioni.<br />
In altri passi, [[Iblīs]] è identificato con un ''jiin''<ref>cfr. Corano, Sura VII, 11; XV, 31; XVII, 61; XVIII, 50; XX, 116; XXVIII, 74.</ref>.
 
== Altre religioni ==
== Interpretazioni non religiose ==
Secondo la [[Fede Baha'i|religione Bahai]], l'idea che le conseguenze del peccato di Adamo si siano trasmesse alla sua discendenza è contraria alla giustizia di Dio: nei confronti di Dio non si è colpevoli per i peccati d'altri, ma solo per i propri. Ogni essere umano che nasce non eredita il peccato di Adamo o di qualcun altro, ma soltanto una natura fisica che, se non viene controllata, può indurlo a peccare.<ref>[http://www.bahaimilano.it/bibliotecadigitale/cento%20domande%20e%20cento%20risposte.pdf La Fede Baha'i]</ref>
{{c|Il testo che segue esprime solo concetti confusi, cita un significato attribuito (da chi?) a Michelangelo e mescola il tutto col racconto della torre di Babele; un vero e proprio pot-pourri senza senso|religione|novembre 2015}}
=== Ipotesi di una realtà perduta ===
Secondo una tesi sostenuta {{Senza fonte|nel libro ''Il vero significato dei sogni''}} la perdita del paradiso terrestre raccontata nella Genesi corrisponderebbe alla perdita della consapevolezza del momento presente e ciò sarebbe dovuto allo svilupparsi del pensiero, attività che ci proietta costantemente nel futuro quando non ci fa rivivere il passato, ma lo stesso significato trasparirebbe anche da due dei dipinti che affrescano la volta della Cappella Sistina, opera di Michelangelo.
 
L'[[induismo]] è estraneo al concetto di peccato originale commesso inizialmente da un progenitore dell'umanità, tuttavia riconosce che ogni essere umano che viene al mondo, ad eccezione dei messaggeri spirituali, è imperfetto perché condizionato dal [[karma]] e dall'[[Avidyā]], cioè dalle azioni negative compiute nelle vite precedenti e dall'ignoranza della propria natura spirituale.<ref>Kipoy Pombo, ''Chi è l'uomo?'', Armando, 2009, p. 95-96</ref> Per liberarsi dal [[Saṃsāra]], cioè dal ciclo delle rinascite, bisogna sviluppare la saggezza e sperimentare gli aspetti buoni e virtuosi della vita.
Il dipinto del [[Peccato originale e cacciata dal Paradiso terrestre|Peccato originale]] descrive la condizione di perenne giovinezza di cui l'uomo poteva godere quando non conosceva il pensiero che crea il tempo, infatti è possibile notare come Adamo ed Eva appaiano giovani prima di avere compiuto il peccato e con dei corpi già invecchiati mentre vengono cacciati dall'angelo.
 
Analogamente all'induismo, anche il [[buddismo]] non concepisce un peccato originale, ma crede che i bambini che nascono siano condizionati dal [[karma]].<ref>Chan Master Sheng Yen, ''Orthodox Chinese Buddhism'', Dharma Drum Publication and North Atlantic Books, 2007</ref>
L'intento di Michelangelo si completa in quello che è forse il suo dipinto più famoso e cioè la [[Creazione di Adamo]]. Dall'osservazione di questo affresco appare evidente come l'artista voglia in realtà raffigurare il pensiero che crea la [[mente]] umana (prospettiva sostanzialista o essenzialista della mente), infatti notiamo che nel drappo con le figure angeliche che fanno da sfondo alla figura divina si cela una sezione del cervello umano.
 
Anche il [[confucianesimo]] e il [[taoismo]] non hanno il concetto di peccato originale, ma a differenza di altre religioni ritengono anche che l'uomo sia fondamentalmente buono. Secondo [[Confucio]], il male è causato dall'ignoranza e dalla mancanza di comprensione e l'ordine sociale è possibile attraverso l'educazione.<ref>Alexander Demandt, ''Piccola storia del mondo'', Donzelli editore, 2004, p. 143</ref> Per i taoisti, bene e male sono componenti inseparabili dell'esistenza come [[yin]] e [[yang]] e la loro interazione è necessaria alla crescita. Il santo è colui che si astiene dagli eccessi ed evita la prevaricazione.<ref>{{Cita web |url=https://enricosanna.wordpress.com/2017/08/29/taoismo-e-anarchia |titolo=Taoismo e anarchia |accesso=17 febbraio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200217141041/https://enricosanna.wordpress.com/2017/08/29/taoismo-e-anarchia/ |urlmorto=sì }}</ref><ref>[https://www.lastampa.it/blogs/2012/03/11/news/ma-i-cinesi-sono-religiosi-1.37239317 Ma... I cinesi sono religiosi?]</ref>
Anche nel libro già citato si sostiene che l'attività mentale non è connaturata all'essere umano, infatti secondo il suo autore i sogni derivano dall'attività depurativa del sonno che vede l'organismo impegnato nell'eliminazione delle tossine psichiche che abbiamo prodotto durante la giornata. Tutti i drammi vissuti nel sogno non sarebbero che manifestazioni dell'angoscia della nostra anima (individuabile nell'intelligenza e volontà di vita che è alla base dello svolgersi delle funzioni autonome del corpo e che si estende oltre di esso formando l'aura che lo circonda), per l'eccessiva produzione di energia mentale, la quale, non potendo essere depurata dal sonno andrebbe a inquinare l'anima/aura per la differente qualità vibrazionale.
 
Lo stesso significato sarebbe riscontrabile in un altro racconto biblico, cioè in quello del crollo della [[Torre di Babele]] che si riferirebbe alla perduta capacità di comunicare attraverso un unico linguaggio che non poteva essere verbale e ciò sarebbe appunto dovuto alla nascita del pensiero, che è alla base della verbalizzazione.
 
Il linguaggio primordiale sarebbe stato energetico in quanto formato da onde vibrazionali che venivano emanate provando dei sentimenti di consapevolezza che facevano fremere il cuore e che venivano elaborate e comprese dalla particolare intelligenza di cui il cuore sarebbe dotato. Tale modo di comunicare permetteva a ognuno, oltre che di interagire comprendendo i sentimenti del prossimo, anche di provvedere a sé stesso con estrema naturalezza facendo manifestare nella realtà ciò di cui necessitava attraendola dal non creato, cioè dalla coscienza universale di cui l'universo è composto, il cui doppio movimento di espansione e di riassorbimento è uguale alle sistole e diastole del movimento cardiaco e che manifestò il creato provando il sentimento della consapevolezza di sé stessa, un sentimento che se sapessimo provare ci permetterebbe di vivere in un vero e proprio Paradiso Terrestre.
 
=== Interpretazioni antropologiche ===
Una lettura storico-critica della bibbia ha colto forti analogie tra il peccato originale e i miti delle origini e di un'[[età dell'oro]] perduta, presenti presso altri popoli.
 
{{Senza fonte|Esiste, inoltre, almeno una terza possibile interpretazione dell'origine del male legata direttamente all'intenzionalità divina orientata in premessa a sacrificare i progenitori nell'ambito di un processo, si direbbe oggi, privo di garanzie giuridiche. Questa tesi attribuisce ad Adamo ed Eva un'incapacità assoluta di violare coscientemente la prescrizione divina che proibiva loro l'accesso all'Albero della conoscenza del bene e del male. I progenitori, infatti, prima di accedere al Frutto, non sarebbero stati in grado di percepire la differenza fra bene e male a causa della loro radicale "amoralità". Tant'è che per acquisire una coscienza morale è stato necessario "peccare", attingendo il frutto prodotto dall'albero della conoscenza del Bene e del Male. In altri termini, il peccato non poteva essere realizzato da chi non aveva alcuna coscienza né percezione del valore della Normatività divina e delle conseguenze della violazione (per i progenitori, infatti, prima della conoscenza del Bene e del Male avrebbe dovuto esserci come unico Male il mangiare il frutto). Secondo questa tesi, in definitiva, Adamo ed Eva erano incapaci di intendere e di volere in termini etici e morali, dunque non sarebbero stati punibili. Un preciso riferimento neotestamentario a questa tesi sarebbe reso esplicito in Luca {{passo biblico|Lc|23,34}}}}.
 
Un'ulteriore interpretazione<ref>{{Cita web|autore = Roberto Verolini|url = http://www.diolaico.it/|titolo = www.diolaico.it|accesso = |data = }}</ref> intende il peccato originale - sulla base di notevoli evidenze antropologiche e etnologiche<ref>{{Cita libro|autore = Roberto Verolini|titolo = Il Dio di Darwin. L’alternativa laica al creazionismo e all’Intelligent Design|anno = 2010|editore = Stampalibri|città = Macerata}}</ref> e in forte affinità con la moderna teoria evoluzionistica - come degenerazione psicocognitiva dovuta al passaggio da forme di religiosità di tipo [[deismo|deista]] a quella relativa alle [[religioni rivelate]]. Questa transizione si sarebbe verificata a partire dal 10/15.000 circa a.C. col passaggio da forme di vita stanziale ai primi sistemi [[classe sociale|classisti]] e [[teocrazia|teocratici]] della storia detti teoetotomie - dalle radici theòs (dio) ethos (costume di vita) e -tomia (cesura).<ref>{{Cita libro|autore = Roberto Verolini|titolo = Il Dio Laico: caos e libertà|anno = 1999|editore = Armando Armando|città = Roma}}</ref> A seguito di tale trasformazione culturale l'uomo sarebbe caduto in una rappresentazione del sacro capace di produrre forme psicopatologiche (a livello individuale e sociale) così come descritto - ad esempio - dalla teoria [[psicanalisi|psicoanalitica]]. In particolare la persistenza di un'autorità morale esterna riesce ad influenzare le dinamiche edipiche da cui deriva una sovrastrutturazione del [[super io]], ai sensi delle ipotesi di [[Sigmund Freud]]. Un ulteriore contributo deriva dal lavoro sull'aggressività umana di [[Erich Fromm]]. {{chiarire|Da questo derivano|da "questo" a cosa o a chi è riferito?}} quelle forme di psicopatologie e disturbi della personalità (sindromi ossessivo compulsivo, dipendente, evitante etc.) note da tempo alla psicologia classica.
 
Un'{{Senza fonte|ulteriore interpretazione}} suggerisce che la figura del serpente rappresenti la razionalità umana, come evidente dalla simbologia greca o araba nel [[caduceo]] o nel [[bastone di Asclepio]], in cui simboleggia rispettivamente il commercio e le arti mediche. {{chiarire|In una visione più ampia|di chi?}}, il serpente rappresenta la natura stessa dell'uomo assetato di conoscenza.
 
== Opere d'arte ==
* ''[[Peccato originale (Jacopo della Quercia)]]''
* ''[[Tentazione di Adamo ed Eva (Masolino)||Peccato originale (Masolino)]]''
* ''[[Peccato originale (Rubens)]]''
* ''[[Tentazione di Adamo ed Eva (Tintoretto)|ReccatoPeccato originale (Tintoretto)]]''
* ''[[Cacciata dei progenitori dall'Eden]]'' di [[Masaccio]]
* ''[[Peccato originale e cacciata dal paradiso terrestre]]'' di [[Michelangelo Buonarroti]] sulla volta della [[Cappella Sistina]]
* ''[[Storie della Genesi (Wiligelmo)]]'' nel [[Duomo di Modena]]
* '' Cacciata di Adamo ed Eva'' sulla facciata del [[Duomo di Orvieto]]
* ''Cacciata di Adamo ed Eva'' sul portale principale della [[Basilica di San Zeno]] a [[Verona]]
* ''Tentazione di Adamo ed Eva'' nella Cupola della Genesi nel [[nartece]] della [[Basilica di San Marco]] a [[Venezia]]
* ''Tentazione di Adamo ed Eva'' nei [[mosaici della Cappella Palatina]] a [[Palermo]]
* ''Tentazione di Adamo ed Eva'' nei [[mosaici del duomo di Monreale]]
 
== Note ==
<references group="Nota"/>
 
=== Riferimenti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Joseph[[André-Marie MorelliDubarle]], ''Il paradiso terrestre e il peccato originale'',in ''Secolinella sul mondoScrittura'',a cura di Giovanni RinaldiRoma, Marietti,Editrice CasaleA.V.E., 19551967.
* Alan Jacobs, ''Original Sin. A Cultural History'', New York, HarperCollins, 2008.
* Jean-Marc Rouvière, ''Adam ou l'innocence en personne'', L'Harmattan, Parigi, 2009. ([http://www.implications-philosophiques.org/actualite/adam-ou-l%e2%80%99innocence-en-personne-recension recensione e sintesi])
* Hans Madueme, Michael Reeves (a cura di), ''Adam, the Fall, and Original Sin: Theological, Biblical, And Scientific Perspectives'', Grand Rapids, Baker Academic, 2014.
* [[Elaine Pagels]], ''Adam, Eve and the Serpent. Sex and Politics in Early Christianity'', Vintage Books, 1988 ISBN 0-679-72232-7 (''Adamo, Eva e il serpente'', Milano, 1990)
* Joseph Morelli, ''Il paradiso terrestre e il peccato originale'', in ''Secoli sul mondo'', a cura di Giovanni Rinaldi, Casale, Marietti, 1955
* [[Elaine Pagels]], ''Adam, Eve and the Serpent. Sex and Politics in Early Christianity'', New York, Vintage Books, 1988 ISBN 0-679-72232-7 (''Adamo, Eva e il serpente'', Milano, Mondadori, 1990)
* Jean-Marc Rouvière, ''Adam ou l'innocence en personne'', Parigi, L'Harmattan, 2009. ([http://www.implications-philosophiques.org/actualite/adam-ou-l%e2%80%99innocence-en-personne-recension recensione e sintesi])
* Mark S. Smith, ''The Genesis of Good and Evilː The Fall(out) and Original Sin in the Bible'', Louisviile, Westminster John Knox Press, 2019.
* Tatha Wiley, ''Original Sin. Origins, Developments, Contemporary Meanings'', New York, Paulist Press, 2002.
 
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