Sèleco: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Dopo il 1998: escape "|" nel titolo (m) |
|||
| (113 versioni intermedie di 57 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Azienda
|nome = Sèleco
|logo = Seleco
|logo dimensione =
|immagine = Zanussi & Sèleco Play-O-Tronic.jpg
|didascalia =
|forma societaria = società per azioni
|borse =
|data fondazione = [[1933]]
|forza cat anno = 1983
|luogo fondazione = [[Pordenone]]
|fondatori =
|data chiusura =
|causa chiusura =
|nazione = ITA
|nazioni =
|gruppo =
|controllate = [[SIM2 Multimedia|Sèleco Italtel Multimedia]] (33%)
|persone
*[[Gian Mario Rossignolo]] (azionista di riferimento attraverso SOREC S.r.l.)
*Alberto Lippi ([[presidente]])
*Marco Romani ([[direttore generale]])
|settore = [[Industria elettronica|Elettronica]], [[industria metalmeccanica|Metalmeccanica]]
|prodotti = <br>
*elettronica di consumo
*elettronica professionale
|fatturato = £ 266,4 miliardi
|anno fatturato = 1995
|utile netto = - £ 3 milioni
|anno utile netto = 1995
|dipendenti = 1.107
|anno dipendenti = 1995
|
|note = <ref name="dati">{{cita libro | autore= | titolo= Le principali società italiane (1996)| anno= 1996| editore= R&S-Mediobanca| pp=76-77}}</ref>
|sito = [https://www.seleco-italia.it Sito ufficiale]
}}
'''Sèleco''' è un [[marchio]] [[italia]]no di [[elettronica di consumo]]. Fondato nel [[1965|1933]] dalla divisione elettronica della [[Zanussi]] di [[Pordenone]], dal [[1983]] al [[1997]] è stato marchio dell'omonima [[azienda]], la '''Sèleco S.p.A.''', che è stata la prima del settore in Italia e la quarta in [[Europa]]. Dopo il fallimento di quest'ultima azienda, il marchio è passato sotto altre proprietà e dal 2021 appartiene alla società BTV SRL di Roma.
==Storia==
=== Le origini: la nascita del marchio Sèleco e la Zanussi Elettronica (1965-1982) ===
La [[Zanussi]] di [[Pordenone]], affermatasi come maggior produttore italiano di [[elettrodomestici]], nel periodo compreso tra la fine degli anni cinquanta e gli inizi degli anni sessanta, diversificò le sue attività facendo ingresso nel settore elettronico, in particolare nella produzione dei [[televisori]]. [[Lino Zanussi]] (1920-1968), amministratore delegato dell'azienda, che intuì le potenzialità di questo settore industriale che in Italia e in Europa all'epoca era in forte espansione, nel 1959 effettuò un viaggio in [[Giappone]], paese all'avanguardia in questo campo.<ref name="griffoni">{{cita pubblicazione| autore= G. Griffoni| titolo= La storia centenaria della Zanussi-Electrolux | rivista= La Loggia|anno= 2015| editore= Pro Pordenone| città=Pordenone|pp=6-7}}</ref> La produzione dei primi apparecchi fu commissionata all'[[Ultravox (azienda)|Ultravox]] di [[Milano]], utilizzando il marchio aziendale [[Rex (azienda)|Rex]], il cui primo modello fu il Rex 27 del 1961.<ref name="tonini">{{Cita pubblicazione|autore=A. Tonini|anno=2007|titolo=Il design dei televisori Seleco: 1960-2000|rivista=|editore=IUAV|volume=|numero=|pp=103-108}}</ref> Un anno più tardi, nel 1962, fu creato un secondo marchio, [[Naonis]], destinato a una clientela femminile.<ref name="tonini"/><ref>{{cita libro | autore= E. Asquer| titolo= La rivoluzione candida. Storia sociale della lavatrice in Italia (1945-1970)| anno= 2007| editore=Carocci | pp=36, 100}}</ref>
Zanussi che al rientro dal suo viaggio in Giappone aveva convocato i più stretti collaboratori per un adeguato approfondimento del tema, dopo aver ascoltato le varie opinioni, chiese all'ingegner [[Giorgio Tranzocchi]] (1922-1988), quale fosse la quantità minima di televisori da produrre all'anno.<ref name="griffoni"/> Tranzocchi, a cui venne affidata la direzione del nuovo ramo di attività, rispose che la quantità ideale era di 120.000 apparecchi l'anno, e più tardi, nel 1963, nello stabilimento di [[Porcia]] fu installata la prima linea di montaggio dedicata.<ref name="griffoni"/><ref name="tonini"/> L'azienda friulana avviò così l'assemblaggio dei televisori su telai Ultravox, e completati con componenti acquistati da terzi fornitori.<ref name="griffoni"/><ref>{{cita pubblicazione |autore=A. Rosset |titolo= Tesi di laurea: L'evoluzione dei rapporti tra le industrie. Zanussi ed il sindacato nel periodo 1971-81|rivista= |editore= Università degli Studi di Padova|volume= |numero= |anno=1983-84 |mese= |p=2}}</ref>
Nel 1965 fu decisa la creazione di un terzo marchio che potesse affermarsi nel mercato dei televisori. I nomi proposti furono diversi, e tra questi venne scelto ''Sèleco'', derivato dalla [[crasi]] fra i termini "selettore" e "continuo".<ref name="toninibis">{{cita|Tonini|pp. 113-115}}.</ref> La realizzazione grafica del marchio, la sua forma e cromatura, fu fatta dall'ufficio di disegno industriale della Zanussi, diretto da Gastone Zanello.<ref name="toninibis"/><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://selecofriends.altervista.org/gastone-zanello-papa-del-logo-seleco/|titolo=Gastone Zanello il papà del logo Sèleco|pubblicazione=Sèleco Friends|data=13 febbraio 2018|accesso=5 aprile 2021|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Televisore CRT, bianco e nero, 13 pollici, da tavolo, a transistor - Museo scienza tecnologia Milano 09699.jpg|thumb|Il modello di televisore CRT Sèleco 14 SX 201.]]
Nel 1967, Zanussi aprì un nuovo stabilimento di 30.000 m² a [[Vallenoncello]], destinato unicamente alla produzione elettronica e dotato di moderni macchinari, che grazie alle competenze tecniche acquisite nel settore, spinse l'attività a non essere limitata solo all'assemblaggio dei televisori e delle [[radio (apparecchio)|radio]], poiché si aggiunsero altre attività connesse, quali la produzione di [[componente elettronico|componenti elettronici]], [[circuito stampato|circuiti stampati]], telai e parti meccaniche, stampaggio plastiche, foratura, [[zincatura]] e verniciatura, cosicché da allora ogni apparecchio veniva interamente prodotto in proprio dall'azienda friulana in tutte le sue parti, a eccezione dei soli [[cinescopio|cinescopi]] per televisori, forniti dalla [[Videocolor]] di [[Anagni]].<ref name="toninibis"/>
Nel 1968 morì per un incidente aereo Lino Zanussi, e successivamente la famiglia affidò la conduzione dell'azienda a [[Lamberto Mazza]], divenuto nuovo amministratore delegato del Gruppo. Nella seconda metà degli anni settanta, l'industria italiana dei televisori era però entrata in una crisi profonda, dovuta principalmente alla mancata introduzione della [[televisione a colori]] in Italia da parte del governo, le cui trasmissioni negli altri paesi europei erano state avviate sul finire degli anni sessanta, una situazione che rese le aziende operanti nel settore - che ancora assemblavano apparecchi in [[bianco e nero]] - tecnologicamente arretrate rispetto ai concorrenti stranieri. Ciò malgrado, nel 1974 la Zanussi produsse e commercializzò con il marchio Sèleco la prima console per videogiochi di produzione italiana, la [[Ping-o-tronic]].<ref>{{cita libro | autore= M. J. P. Wolf| titolo= The Videogame explosion| url= https://archive.org/details/videogameexplosi00wolf| anno=2008| editore=Greenwood| p=[https://archive.org/details/videogameexplosi00wolf/page/n68 48]|lingua=inglese}}</ref><ref>{{cita libro | autore= D. Casalegno| titolo=Uomini e computer. Storia delle macchine che hanno cambiato il mondo | anno=2013| editore= Hoepli| p=166}}</ref>
[[File:Zanussi & Sèleco Play-O-Tronic.jpg|thumb|Il ''[[Ping-O-Tronic]]'', prima console per videogiochi di produzione italiana a marchio Sèleco.]]
Nel 1975, Mazza attuò la [[ristrutturazione aziendale|ristrutturazione]] del Gruppo che portò alla nascita di cinque divisioni, tra cui quella elettronica.<ref name="toninibis"/> La medesima divisione, quattro anni più tardi, nel 1979, venne scorporata e costituita in azienda autonoma come Zanussi Elettronica S.p.A., in cui rientrarono tutte le attività di produzione elettronica e con i marchi Rex, Naonis, Sèleco e Stern.<ref name="toninibis"/> Nella Zanussi Elettronica confluirono aziende che erano passate sotto il controllo del Gruppo di Pordenone, come la Ducati Elettronica di [[Bologna]] e la Procond di [[Longarone]] (1977), operanti nel settore della componentistica, e l'Inelco di [[Tavernerio]], in [[provincia di Como]] (1978), attiva nell'elettronica professionale.<ref name="toninibis"/>
=== La crisi del Gruppo Zanussi e la creazione di Sèleco S.p.A. assieme a REL e Indesit (1983-1990) ===
Zanussi Elettronica risentì, oltre che della crisi generale dell'industria elettronica in Italia, anche del ''[[default (finanza)|default]]'' finanziario che nel 1982 colpì la [[società capogruppo]], a causa di un deficit di 130 miliardi, tant'è vero che due anni più tardi, nel 1984, il Gruppo friulano venne ceduto alla multinazionale svedese [[Electrolux]].<ref>{{cita|Griffoni|pp. 12-13}}.</ref> Per rilanciarsi, Zanussi Elettronica dovette ricorrere all'intervento pubblico, che a quell'epoca interessò l'industria elettronica italiana e che avveniva attraverso la [[REL (finanziaria pubblica)|REL]], finanziaria pubblica istituita nel 1982 dal [[Ministeri del governo italiano soppressi o accorpati|Ministero dell'Industria]], con il compito di risanare le aziende del settore in crisi.<ref name="toniniter">{{cita|Tonini|pp. 121-124}}.</ref>
Il 6 dicembre 1983, fu costituita a Pordenone la ''Sèleco S.p.A.'', con un capitale sociale di 56 miliardi di lire, suddiviso tra REL, Zanussi Elettronica e [[Indesit]], rispettivamente con il 49, il 45,26 e il 5,74% delle partecipazioni.<ref>Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 167 del 19 giugno 1984, p. 5133</ref><ref name="toniniter"/><ref name="quote">{{cita news|autore=Redazione|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/12/28/grazie-finanziamenti-agevolati-arrivano-alla-seleco-102.html?ref=search|titolo=GRAZIE A FINANZIAMENTI AGEVOLATI ARRIVANO ALLA SELECO 102 MILIARDI|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=28 dicembre 1984|p=32|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Grazie a una successiva delibera da parte del CIPI, pubblicata il 24 dicembre sulla [[Gazzetta Ufficiale]], REL fu autorizzata a erogare alla nuova società finanziamenti agevolati per 102 miliardi di lire.<ref name="quote"/> Nella Sèleco confluirono le attività industriali della Zanussi Elettronica con i marchi Sèleco, Rex, Naonis e Stern, e alcuni impianti di produzione della Indesit da tempo inutilizzati.<ref name="toniniter"/> Se a quel punto Sèleco divenne formalmente un'azienda autonoma di elettronica, specializzata prevalentemente nella produzione di televisori a colori, essa stessa di fatto non era svincolata dalla vecchia proprietà, che rimaneva comunque come socio di minoranza. Tra tutte le aziende italiane di elettronica in crisi interessate dall'intervento della REL, Sèleco fu l'unica in cui la finanziaria pubblica era socio di maggioranza.<ref name="toniniter"/> Inoltre, se si considera che il terzo socio, Indesit, nel 1985 andò in amministrazione controllata, il controllo pubblico sulla Sèleco arrivava al 55% del suo capitale.<ref name="toniniter"/>
Nei primi cinque anni di attività vennero effettuati enormi [[investimento|investimenti]] soprattutto negli impianti produttivi, che dovevano servire a creare il polo italiano del televisore a colori in grado di produrre circa un milione di pezzi all'anno.<ref name="toniniter"/> L'azienda si impose come primo produttore nazionale di televisori e nel 1986 raggiungeva una [[quota di mercato]] in Italia del 13%.<ref name="primato">{{cita news|autore=F. Saulino|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/13/electrolux-minaccia-la-vendita-della-seleco.html?ref=search|titolo=L' ELECTROLUX MINACCIA LA VENDITA DELLA SELECO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=13 novembre 1987|p=57|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Electrolux, che aveva assunto il pieno controllo di Zanussi, in qualità di socio privato di Sèleco nel 1987 aveva minacciato il suo disimpegno dall'azienda qualora lo Stato non avesse deciso di destinare alla medesima tutti i fondi erogati per l'industria elettronica.<ref name="primato"/> Inoltre, la stessa multinazionale svedese fece pervenire una richiesta al Ministero dell'Industria, dicastero allora guidato dal repubblicano [[Adolfo Battaglia]], di altri 100 miliardi di lire di finanziamento pubblico per rilevare tre aziende in difficoltà partecipate da REL e costituirci assieme il polo elettronico nazionale nel settore: [[Brionvega]], [[Imperial (azienda)|Imperial]] e la [[Autovox|Nuova Autovox]], più relativi marchi.<ref>{{cita news|autore=F. Saulino|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/04/nuovo-assalto-al-carrozzone-rel.html?ref=search|titolo=NUOVO ASSALTO AL CARROZZONE REL|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=4 dicembre 1987|p=57|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Sèleco, al contrario di altre aziende interessate dall'intervento pubblico registrava valori di bilancio positivi, seppur non particolarmente elevati, incluso un buon andamento di mercato e un fatturato che annualmente si aggirava sui 300 miliardi di lire, grazie pure allo sviluppo tecnologico che si presentava all'avanguardia, poiché assieme alla tedesca [[Standard Elektrik Lorenz]] era l'unica in Europa a progettare televisori con [[tecnologia digitale]].<ref name="toniniter"/><ref name="siemens">{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/20/accordo-sull-elettronica-tra-la-siemens-la.html?ref=search|titolo=ACCORDO SULL' ELETTRONICA TRA LA SIEMENS E LA SELECO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=20 maggio 1988|p=57|accesso=7 aprile 2021}}</ref>
Nel 1988, l'azienda friulana siglò un accordo con il colosso tedesco [[Siemens (azienda)|Siemens]] per la fornitura di componenti in tecnica digitale.<ref name="siemens"/> Nello stesso periodo, vi furono contrasti tra Zanussi-Electrolux e il Ministero dell'Industria.<ref name="toniniter"/> Le due parti non riuscivano a raggiungere un'intesa, poiché la multinazionale svedese non era intenzionata a rispettare la condizione posta al momento in cui il CIPI deliberò la costituzione della Sèleco, che la impegnava a rilevare la totalità dell'azienda entro il quinto anno di attività.<ref>{{cita news|autore=A. Carini|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/12/cedesi-disastro-con-mercato.html?ref=search|titolo=CEDESI DISASTRO CON MERCATO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]-Sezione Affari & Finanza|data=12 maggio 1988|p=2|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Il Gruppo svedese, che manifestava da tempo la propria intenzione di disimpegnarsi dall'elettronica di consumo qualora non fosse stato aiutato a creare il polo nazionale, mise in vendita le proprie quote possedute in Sèleco attraverso Zanussi, che per la prima volta dall'avvio delle sue attività registrava ingenti perdite di bilancio.<ref>{{cita news|autore=S. Luciano|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/12/06/zanussi-vende-la-seleco-rossignolo-ha-due.html?ref=search|titolo=ZANUSSI VENDE LA SELECO ROSSIGNOLO HA DUE OFFERTE|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=6 dicembre 1988|p=48|accesso=7 aprile 2021}}</ref>
Nel 1990, Sèleco partecipò al Consorzio Italiano Terminali ad Alta Definizione (CITAD), costituito a quell'anno per la ricerca e lo sviluppo della tecnologia televisiva dell'[[alta definizione]], assieme alla [[RAI]], [[Philips|Philips Italia]], Selenia IEA, [[Italtel]] e [[SGS Thomson]] e Videocolor.<ref>{{cita pubblicazione |autore= |titolo= Il sistema radiotelevisivo|rivista= Vita Italiana. Speciale. Istituzioni e comunicazione|editore= Istituto poligrafico e Zecca dello Stato|volume= |numero= 1|anno= 1990|mese= gennaio-marzo|p=77}}</ref><ref>{{cita news|autore=G. O. Oliva|titolo=Affari in alta definizione|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=15 giugno 1990|p=23}}</ref> Vi fu pure un massiccio impegno aziendale nell'ambito dei [[Set-top box#Tipologie|decoder]] per la ''[[pay tv]]'', divenendo fornitore per la nascente [[Telepiù]].<ref>{{cita news|autore=|titolo=Pronti i decodificatori: saranno distribuiti prima al Nord|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=27 gennaio 1991|p=31}}</ref>
=== L'era Rossignolo: la crisi del 1994 e il fallimento (1991-1997) ===
La situazione di stallo e di incertezza sul futuro di Sèleco, che contava all'alba degli anni novanta 1.700 addetti, si protraeva fino al 1991, quando le quote di maggioranza dell'azienda, il 59,3%, furono rilevate dalla SOFIN S.p.A., società finanziaria facente capo a [[Gian Mario Rossignolo]], presidente della Zanussi, e allo svedese [[Hans Werthén]], CEO di Electrolux, e che aveva come altri soci la [[Crediop]], la britannica [[Hambros Bank]] e la francese Crédit national.<ref name="sofin">{{cita news|autore=F. Saulino|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/03/01/la-seleco-rossignolo-la-rel-va-in.html?ref=search|titolo=LA SELECO A ROSSIGNOLO E LA REL VA IN PENSIONE|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=1º marzo 1991|p=48|accesso=7 aprile 2021}}</ref><ref name="sofinbis">{{cita news|autore=G. Scipioni|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/24/commissari-alla-rel.html?ref=search|titolo=COMMISSARI ALLA REL|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=24 settembre 1991|p=48|accesso=7 aprile 2021}}</ref><ref name="curia">{{cita web|url=https://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?docid=48268&doclang=IT|titolo=Ricorso di annullamento - Decisione 2000/536/CE - Aiuto di Stato a favore della Seleco SpA|accesso=7 aprile 2021}}</ref><ref name="brionvega">{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/31/anche-la-brionvega-entra-nell-orbita-seleco.html|titolo=ANCHE LA BRIONVEGA ENTRA NELL' ORBITA SELECO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=31 marzo 1992|p=53|accesso=7 aprile 2021}}</ref> REL, rimaneva come socio di minoranza, che assieme alla [[Società per la Promozione e Sviluppo Industriale|SPI]] del [[Gruppo IRI]] rimaneva proprietaria del 37% di Sèleco, mentre il restante 3,7% veniva acquisito dalla [[Friulia]], finanziaria della [[Regione Friuli-Venezia Giulia]].<ref name="sofin"/> A seguito di questa operazione, venne sottoscritto l'aumento di capitale per 34 miliardi di lire.<ref name="sofinbis"/><ref name="curia"/><ref>{{cita news|autore=M. De Feo|titolo=Il rilancio di Seleco. Nuovi soci per Sofin|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=31 agosto 1991|p=19}}</ref>
I conti della società e la sua capacità produttiva ({{formatnum:900000}} televisori e {{formatnum:100000}} [[videoregistratori]] l'anno) migliorarono, e nel 1992 si espanse rilevando la maggioranza della spagnola [[Electrónica Bertrán|Elbe]] di [[Barcellona]] e della Brionvega di [[Milano]].<ref name="brionvega"/><ref name="toniniquater">{{cita|Tonini|pp. 125-130}}.</ref><ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/18/in-breve.html?ref=search|titolo=IN BREVE|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=24 settembre 1991|p=48|accesso=7 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=R. Gentilini|titolo=A Seleco il controllo della spagnola Elbe|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=18 marzo 1992|p=18}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Brionvega cambia famiglia. Alla Seleco la maggioranza|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=3 luglio 1992|p=21}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Finarte cede a Seleco 15% della Brionvega|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 agosto 1992|p=17}}</ref><ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/03/la-brionvega-acquistata-dalla-seleco-di-rossignolo.html?ref=search|titolo=LA BRIONVEGA ACQUISTATA DALLA SELECO DI ROSSIGNOLO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=3 luglio 1992|p=49|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Nel 1993, si verificarono i primi contrasti con il socio REL (peraltro in liquidazione), e il presidente Rossignolo e il vicepresidente Werthén si dimisero dalle rispettive cariche ricoperte nell'azienda pordenonese rimanendovi solo come azionisti, con il primo che fu sostituito dall'amministratore delegato Riccardo Viziale.<ref name="dimissross">{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/14/seleco-si-dimettono-rossignolo-wertoen.html?ref=search|titolo=SELECO, SI DIMETTONO ROSSIGNOLO E WERTOEN|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=14 novembre 1993|p=47|accesso=7 aprile 2021}}</ref> All'origine dei contrasti tra il socio di maggioranza SOFIN e la REL, la richiesta fatta al socio pubblico da parte di Rossignolo a partecipare alla ricapitalizzazione di Sèleco attraverso la conversione in azioni del credito di 82 miliardi di lire vantato dalla REL nei confronti dell'azienda, ma dalla medesima respinta nonostante tale soluzione non avrebbe comportato alcun ulteriore ricorso a fondi pubblici.<ref name="dimissross"/> L'azienda friulana, che l'anno precedente aveva realizzato un fatturato di 450 miliardi di lire, cominciò nuovamente a registrare notevoli perdite, dovute principalmente alla saturazione del mercato mondiale dei televisori e agli onerosi investimenti effettuati per acquisire i marchi Elbe e Brionvega.<ref name="dimissross"/>
Nel 1994, degli investitori maltesi fecero ingresso nell'azionariato di Sèleco,<ref>{{cita news|autore=|titolo=Seleco, ricapitalizzazione in vista, arrivano imprenditori da Malta|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=16 gennaio 1994|p=17}}</ref> ma l'azienda incappò in una nuova crisi e perciò per ridurre i costi e recuperare il deficit che si stava accumulando, l'anno precedente era stato chiuso lo stabilimento spagnolo.<ref name="chiuselbe">{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/01/seleco-protesta-operaia-no-al-commissario.html?ref=search|titolo=SELECO, PROTESTA OPERAIA ' NO AL COMMISSARIO'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=1º febbraio 1994|p=43|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Tuttavia, la stessa Sèleco rischiava di chiudere e ciò comportò nel febbraio 1994 la mobilitazione dei 1.500 lavoratori dell'azienda e dei circa 2.500 che operavano nell'indotto, nonché dei cittadini di Pordenone e delle istituzioni italiane e maltesi.<ref name="chiuselbe"/><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/02/03/Economia/SELECO-IL-PRESIDENTE-SEQUESTRATO-DAGLI-OPERAI-2_182700.php|titolo=SELECO: IL PRESIDENTE ''SEQUESTRATO'' DAGLI OPERAI (2)|pubblicazione=[[ADN Kronos]]|data=3 febbraio 1994|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Sulla vicenda Sèleco intervenne anche l'allora capo del governo italiano [[Carlo Azeglio Ciampi]], che sollecitò sia REL che SOFIN che gli altri azionisti a ricapitalizzare l'azienda, al fine di scongiurare la liquidazione voluta da REL e il commissariamento.<ref>{{cita news|autore=F. Pinotti|titolo=Esplode il caso Seleco, la parola a Ciampi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=3 febbraio 1994|p=17}}</ref><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/04/seleco-ciampi-vuole-salvarla.html?ref=search|titolo=SELECO, CIAMPI VUOLE SALVARLA|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=4 febbraio 1994|p=45|accesso=7 aprile 2021}}</ref> Tra febbraio e marzo, grazie all'approvazione da parte del governo e dei sindacati del piano di rilancio elaborato da Rossignolo, a seguito di un'assemblea straordinaria dei soci fu deliberato un aumento di capitale per 45 miliardi, completato ad agosto.<ref>{{cita news|autore=|titolo=Seleco, i sindacati approvano il piano|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=10 febbraio 1994|p=21}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Seleco, ok del governo al piano di Rossignolo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=12 febbraio 1994|p=19}}</ref><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/03/12/denaro-fresco-per-seleco.html?ref=search|titolo=DENARO FRESCO PER SELECO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=12 marzo 1994|p=44|accesso=7 aprile 2021}}</ref><ref name="ricap">{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/04/la-seleco-completa-aumento-di-capitale.html?ref=search|titolo=LA SELECO COMPLETA L'AUMENTO DI CAPITALE|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=4 agosto 1994|p=40|accesso=8 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Terminato l'aumento di capitale della Seleco|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=6 agosto 1994|p=14}}</ref> La ricapitalizzazione modificò l'assetto azionario di Sèleco, dove SOFIN rimaneva azionista di riferimento con il 42,64% delle sue quote, seguita dalla Friulia con il 28,89%, dalle banche creditrici con il 23,33%, e dai propri dipendenti con il 5,14% che hanno contribuito con una parte del proprio [[Trattamento di fine rapporto|TFR]].<ref name="ricap"/><ref>{{cita news|autore=|titolo=Seleco, al via il rilancio. Anche i dipendenti soci|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=8 settembre 1994|p=21}}</ref>
Nel 1996, venne scorporata la divisione dedicata alla produzione di decoder e [[videoproiettore|videoproiettori]] e creata la Sèleco Multimedia S.r.l., in cui poco tempo dopo, fecero ingresso la [[Italtel]] e Friulia, che acquisirono il 33% delle quote ciascuno e la nuova azienda fu rinominata Sèleco Italtel Multimedia S.p.A. (SIM).<ref name="toniniquater"/><ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/06/aziende-flash.html?ref=search|titolo=AZIENDE FLASH|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=6 settembre 1996|p=26|accesso=8 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/09/13/Economia/TLC-NASCE-SELECO-ITALTEL-MULTIMEDIA_134300.php|titolo=TLC: NASCE SELECO-ITALTEL MULTIMEDIA|pubblicazione=[[ADN Kronos]]|data=13 settembre 1996|accesso=3 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Nozze televisive per Seleco e Italtel|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=14 settembre 1994|p=21}}</ref><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.italiaoggi.it/archivio/seleco-e-italtel-una-jv-nel-digitale-305785|titolo=Sèleco e Italtel, una jv nel digitale|pubblicazione=[[Italia Oggi]]|numero=223|data=14 settembre 1996| p=12|accesso=3 aprile 2021}}</ref> Nello stesso anno, la composizione del capitale sociale di Sèleco subì una nuova modifica ed era così costituita: l'87,91% alla SOREC (Rossignolo), il 5,22% alla SOFIN, il 3,49% alla Friulia, il 2,82% alle banche creditrici e lo 0,56% ai dipendenti.<ref name="curia"/>
Nel gennaio 1997, l'azienda, il cui personale era stato ridotto da un anno a circa 700 unità, interruppe per una settimana le attività nella fabbrica di Vallenoncello (le altre erano state dismesse), per mancanza di liquidità dovuta alla chiusura dei crediti da parte delle banche, e per la mancata fornitura dei componenti per assemblare i televisori.<ref name="sospensione">{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/13/seleco-piu-magri-piu-sani.html?ref=search|titolo=SELECO, PIU' MAGRI PIU' SANI|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] - Affari & Finanza|data=13 gennaio 1997|p=9|accesso=8 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/14/seleco-chiude-per-sette-giorni.html?ref=search|titolo=SELECO CHIUDE PER SETTE GIORNI|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] - Affari & Finanza|data=14 gennaio 1997|p=9|accesso=8 aprile 2021}}</ref> Nel periodo 1993-95 le perdite accumulate da Sèleco furono di oltre 180 miliardi, una situazione finanziaria disastrosa che impediva qualsiasi nuovo tentativo di rilancio, e il periodo di inattività andava prolungandosi con la messa in [[cassa integrazione]] dei dipendenti.<ref name="sospensione"/><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.italiaoggi.it/archivio/fallimento-in-vista-per-seleco-316925|titolo=Fallimento in vista per Seleco|pubblicazione=[[Italia Oggi]]|numero=30|data=6 febbraio 1997| p=13|accesso=8 aprile 2021}}</ref> L'assemblea dei soci riunitasi alla fine di febbraio decise di chiedere al Tribunale di Pordenone di avviare la procedura di [[concordato preventivo]]: la situazione finanziaria era ormai divenuta insostenibile, e poiché i giudici del tribunale fallimentare del capoluogo friulano ritennero insussistente le motivazioni per la richiesta di concordato presentata dalla società e negarono l'ammissione all'amministrazione straordinaria, il 17 aprile 1997 i medesimi dichiararono il [[fallimento (diritto)|fallimento]] di Sèleco.<ref name="curia"/><ref>{{cita web|url=http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_06576_13?output=text%2Fplain|titolo=INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06576 presentata da CONTENTO MANLIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19970115|accesso=8 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/04/19/si-spegne-la-tv-made-in-italy.html?ref=search|titolo=SI SPEGNE LA TV MADE IN ITALY|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=19 aprile 1997|p=27|accesso=8 aprile 2021}}</ref>
=== Dopo il 1998 ===
Il 20 dicembre 1997, il [[Formenti|Gruppo Formenti]], azienda lombarda di [[Lissone]] con una solida tradizione industriale nel settore dell'elettronica civile domestica e professionale, acquistò all'asta fallimentare lo stabilimento di Vallenoncello, i marchi (Sèleco, Brionvega, Stern e Tandberg) e la quota di partecipazione nella SIM (che in seguito diverrà [[SIM2 Multimedia]]) dell'azienda fallita, aggiudicati per un valore di 26,5 miliardi di lire.<ref name="toniniquater"/><ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/21/formenti-marchi-seleco.html?ref=search|titolo=A FORMENTI I MARCHI SELECO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=21 dicembre 1997|p=28|accesso=1º aprile 2021}}</ref> Il ramo di attività rilevato all'asta fallimentare confluì nella Formenti-Sèleco S.p.A., la cui produzione prese avvio nell'aprile 1998 con l'impiego iniziale di una cinquantina di addetti presi in carico dalla nuova azienda controllata dalla famiglia Formenti, che in seguito diverranno 250.<ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/04/12/alla-seleco-ricomincia-la-produzione-di-televisori.html?ref=search|titolo=Alla Seleco ricomincia la produzione di televisori|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=12 aprile 1998|p=21|accesso=8 aprile 2021}}</ref> Oltre ai marchi rilevati all'asta, la produzione di Formenti-Sèleco comprendeva anche [[Imperial (azienda)|Imperial]], il cui marchio era stato rilevato dal Gruppo brianzolo dopo il fallimento dell'omonima azienda milanese, e [[Phonola]], acquisito nel 2001.<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://e-duesse.it/News/Cons.-Electronics/Seleco-Formenti-nel-semestre-vendite-a-26-e-a-settembre-torna-Phonola|titolo=SÈLECO-FORMENTI: NEL SEMESTRE VENDITE A +26%; E A SETTEMBRE TORNA PHONOLA|pubblicazione=E-Duesse.it|data=27 giugno 2001|accesso=9 aprile 2021}}</ref> Dopo un iniziale periodo caratterizzato da incrementi di vendite e fatturato, per il Gruppo ebbe inizio una fase discendente e di crisi, che portava alla sua autoliquidazione nel 2004, e poco dopo alla gestione commissariale.<ref>{{cita news|autore=E. Del Giudice|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2004/11/03/PN_01_PNA1.html?ref=search|titolo=Seleco in liquidazione, saltano 150 posti|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=3 novembre 2004|p=1|accesso=2 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2004/12/30/PN_02_PNB1.html?ref=search|titolo=Seleco in liquidazione, saltano 150 posti|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=30 dicembre 2004|p=2|accesso=2 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita libro | autore= A. Falini| titolo= La straordinaria amministrazione. Elementi di criticità nella comunicazione e nel controllo delle imprese in amministrazione straordinaria| anno= 2008| editore= Franco Angeli| p=138}}</ref><ref>{{cita news|autore=E. Del Giudice|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2005/01/04/PN_05_PND1.html?ref=search|titolo=Il commissario della Seleco: «Ora sulle cessioni decido io»|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=4 gennaio 2005|p=5|accesso=2 aprile 2021}}</ref>
Nell'agosto 2006, l'attività di produzione dei televisori di Formenti-Séleco con i marchi e gli stampi, veniva rilevata dalla Smart TV S.r.l. di [[Udine]] dei fratelli Marco e Carlo Asquini, che prendeva in carico 75 dipendenti dello stabilimento di Vallenoncello.<ref>{{cita news|autore=C. Rigo|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2006/08/15/PN_01_PNA1.html?ref=search|titolo=Ceduta la Seleco, in salvo 75 lavoratori|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=15 agosto 2006|p=1|accesso=2 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=C. Rigo|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2006/08/15/UD_05_UDE1.html?ref=search|titolo=Un udinese acquista la Seleco|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Udine|data=15 agosto 2006|p=5|accesso=2 aprile 2021}}</ref> Due mesi più tardi, a ottobre, gli Asquini creavano una ''[[startup (economia)|startup]]'' denominata Seleco S.p.A., divenuta Super//Fluo S.p.A. nel 2007, che acquisiva il pieno controllo dello stabilimento di Vallenoncello e avviava la produzione dei [[Schermo a tubo catodico|televisori CRT]] ed [[Display a cristalli liquidi|LCD]] con i marchi Sèleco, Brionvega e Imperial, con l'impiego iniziale di 20 addetti.<ref>{{cita news|autore=E. Del Giudice|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2006/10/19/UD_02_UDB2.html?ref=search|titolo=E' stata costituita Seleco Spa, riparte la produzione|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Udine|data=19 ottobre 2006|p=2|accesso=9 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=I. M. Scalise|url=https://design.repubblica.it/2008/06/09/super-fluo-rilancia-seleco-la-tv-a-lcd-cambia-faccia/|titolo=Super Fluo rilancia Sèleco. «La tv a lcd cambia faccia»|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]].it|data=9 giugno 2008|accesso=9 aprile 2021}}</ref> Il tentativo di rilancio del marchio Sèleco intrapreso da Super//Fluo si concentrava prevalentemente nello sviluppo di prodotti dal ''[[design]]'' ricercato, tra i quali vale la pena menzionare il ''TV Primo'', oltre al modello di radio da tavolo ''Aradio''. L'iniziativa, giunta a impiegare nell'organico fino a 97 dipendenti, andava a naufragarsi nel giro di pochi anni e nel 2009 la società veniva messa in liquidazione dalla proprietà, alla quale poi hanno fatto seguito il concordato e il fallimento.<ref>{{cita news|autore=E. Del Giudice|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/03/04/PN_04_PND3.html|titolo=SuperFluo in liquidazione In ansia i 96 lavoratori|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=4 marzo 2009|p=4|accesso=9 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=E. Del Giudice|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/10/17/NZ_08_ECOA2.html?ref=search|titolo=Seleco, terzo fallimento: a casa 97 lavoratori Il "nodo" dei marchi crea difficoltà a Sim2|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=17 ottobre 2009|p=8|accesso=9 aprile 2021}}</ref>
Nell'aprile 2010, il marchio Sèleco, che dopo il fallimento della società dei fratelli Asquini tornava alla gestione commissariale di Formenti-Sèleco, veniva messo all'asta giudiziaria assieme agli altri, finendo assegnato alla Selek Technology dell'imprenditore Kelen Calligaro.<ref>{{cita news|autore=E. Del Giudice|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/04/13/PN_04_PND3.html?ref=search|titolo=Seleco, terzo fallimento: a casa 97 lavoratori Il "nodo" dei marchi crea difficoltà a Sim2|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=13 aprile 2010|p=4|accesso=9 aprile 2021}}</ref>
Nel dicembre 2016, la società Twenty S.p.A. di [[Como]], formata da una serie di investitori e presieduta dall'imprenditore romano Maurizio Pannella, che aveva da poco rilevato la proprietà del marchio [[Magnadyne]], accanto, in quel periodo, all'esclusiva commerciale per il mercato italiano dei prodotti a marchio [[SABA]] e [[Nordmende]], acquistava il marchio Sèleco, con l'obiettivo di rilanciarlo attraverso la commercializzazione di una gamma di [[LED|televisori LED]], da assemblare originariamente nella propria sede magazzino comasca.<ref>{{cita news|autore=A. Cattaneo|url=http://www.e-duesse.it/News/Cons.-Electronics/Twenty-acquisisce-il-marchio-Seleco-212728|titolo=TWENTY ACQUISISCE IL MARCHIO SÈLECO|pubblicazione=E-Duesse.it|data=21 dicembre 2016|accesso=9 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=A. Bacci|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2017/04/05/pordenone-rinasce-la-seleco-previste-50-assunzioni-21.html?ref=search|titolo=Rinasce la Seleco, previste 50 assunzioni|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]]-Sezione di Pordenone|data=5 aprile 2017|p=21|accesso=9 aprile 2021}}</ref> La società nel maggio 2017 diviene Sèleco S.p.A., la cui sede legale viene fissata a Milano, e successivamente spostata a [[Trieste]], dove sarebbe dovuta partire anche l'attività produttiva, dopo aver vagliato tra le ipotesi anche una ripresa delle attività nel sito dismesso di Valloncello. Il progetto di rilancio industriale del marchio Sèleco elaborato da Pannella si rivelerà però un bluff, poiché al di là della commercializzazione di una linea di televisori e prodotti elettronici importati dall'estero, nessun piano industriale si realizzerà in definitiva in Italia.<ref>{{cita news|autore=E. Sesta|url=http://www.e-duesse.it/News/Bianco-Ped/Twenty-SpA-cambia-in-Seleco-Spa-217630|titolo=TWENTY SPA CAMBIA IN SÈLECO SPA|pubblicazione=E-Duesse.it|data=11 maggio 2017|accesso=9 aprile 2021}}</ref><ref name="broch">{{cita news|autore=R. Broch|url=http://www.e-duesse.it/News/Cons.-Electronics/Seleco-al-capolinea-239239/(language)/ita-IT|titolo=SÈLECO AL CAPOLINEA|pubblicazione=E-Duesse.it|data=27 maggio 2019|accesso=9 aprile 2021|dataarchivio=25 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200925193258/http://www.e-duesse.it/News/Cons.-Electronics/Seleco-al-capolinea-239239/(language)/ita-IT|urlmorto=sì}}</ref> L'azienda registra ingenti perdite di bilancio, dovute al crollo dei ricavi nonché alle elevate spese nelle sponsorizzazioni sportive, e nel novembre 2018 chiede e ottiene dai tribunali di Trieste e di Milano l'ammissione al concordato preventivo.<ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2018/11/03/pordenone-seleco-ancora-impantanata-si-al-concordato-preventivo-26.html?ref=search|titolo=Seleco ancora "impantanata" Sì al concordato preventivo|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]]|data=3 novembre 2018|p=26|accesso=9 aprile 2021}}</ref> Poco tempo dopo, il Tribunale di Milano dopo un'analisi della situazione finanziaria dell'azienda, fa saltare il concordato e il 9 maggio 2019 dichiara il fallimento di Sèleco S.p.A..<ref name="broch"/><ref name="quartocrac">{{cita news|autore=A. Bacci|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2019/05/17/pordenone-seleco-scoperto-il-bluff-addio-rilancio-il-tribunale-ha-dichiarato-il-fallimento-21.html?ref=search|titolo=Sèleco, scoperto il bluff: addio rilancio Il tribunale ha dichiarato il fallimento|pubblicazione=[[Messaggero Veneto]] - Sezione di Pordenone|data=17 maggio 2019|p=21|accesso=9 aprile 2021}}</ref>
Nel 2021, il marchio Sèleco è tornato sul mercato italiano attraverso la società BTV S.r.l. di Via Lungotevere dei Mellini 44, [[Roma]],<ref>{{Cita web|url=https://www.btvsrl.com/|titolo=[Home page] btv {{!}} be the value|accesso=2025-08-09}}</ref> che ne ha acquisito la proprietà e commercializza [[Smart TV]] prodotti in [[Turchia]].<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.biancoebruno.it/prodotti/audio-video/item/7166-brand-storico-del-comparto-video,-%C3%A8-protagonista-di-un-rilancio-all%E2%80%99insegna-di-un%E2%80%99ampia-gamma-di-tv-e-di-prodotti-audio|titolo=Sèleco torna sul mercato italiano|pubblicazione=Bianco & Bruno|data=12 gennaio 2021|accesso=9 aprile 2021}}</ref>
Allo stesso indirizzo si trova la sede legale della catena di negozi Risparmio Casa,<ref>{{Cita web|url=https://www.risparmiocasa.com/scopri-lazienda/|titolo=Scopri l'azienda|accesso=2025-08-09|sito=Risparmio Casa}}</ref> alla cui divisione Rica Trade sono attribuiti vari prodotti Sèleco e [[Necchi]].<ref>{{Cita web|url=https://www.seleco-italia.it/wp-content/uploads/2025/03/TV4323UHDA11SMARTG-2.pdf|titolo=Dichiarazione di conformità Seleco TV4323UHDA11SMARTG|data=2023-10-30|accesso=2025-08-09}}</ref><ref>{{Cita news|titolo=Risparmio Casa aprirà 70 grandi store in 3 anni|pubblicazione=Progetto Cucina|data=2023-10-17|url=https://progettocucinabiz.it/notizie/risparmio-casa-aprira-70-grandi-store-in-3-anni/|editore=Duesse Media Network|accesso=2025-08-09|citazione=Alla holding dei fratelli fanno capo anche i brand Giò Style, Necchi e Seleco.}}</ref>
== Informazioni e dati ==
Sèleco S.p.A., azienda con [[sede legale]] a Pordenone, operava nel settore dell'elettronica di consumo, con la produzione di televisori, videoregistratori, decoder satellitari, [[videocamera|videocamere]] e videoproiettori.
Nel periodo di massima espansione, il 1993, l'azienda friulana operava in quattro stabilimenti in Italia localizzati a Pordenone-Vallenoncello, Milano, [[Campoformido]], in [[provincia di Udine]], e [[Airasca]], in [[provincia di Torino]], e due all'estero, a Malta e Barcellona.<ref name="toniniquater"/> La produzione dei televisori a colori si svolgeva nelle fabbriche di Vallenoncello (come pure quelle dei decoder e dei videoproiettori), Malta e Barcellona, quella dei videoregistratori e delle videocamere a Campoformido su licenza della giapponese [[JVC]], mentre nelle fabbriche di Milano e Airasca si svolgeva la produzione a marchio Brionvega.<ref name="toniniquater"/> Con i suoi circa di 1 milione di pezzi prodotti all'anno, Sèleco era la prima azienda italiana del settore e la quarta in Europa.<ref name="toniniquater"/><ref name="quartocrac"/> Oltre che con il marchio Sèleco, l'azienda operò anche con i marchi Brionvega, Rex e Stern destinati al segmento di mercato di fascia alta, e Tandberg per la fascia bassa, e in [[Spagna]] e [[Portogallo]] con il marchio Elbe che contava quote di mercato del 17 e del 6%.<ref name="toniniquater"/> Principali paesi di esportazione erano la [[Francia]], la [[Germania]], i [[Paesi Bassi]] e la [[Svezia]], dove operava soprattutto con il marchio Sèleco ma anche con marchi della [[grande distribuzione organizzata]].<ref name="toniniquater"/>
Nel 1995, Sèleco realizzava un [[fatturato]] di 266,4 miliardi di lire, e una [[utile netto|perdita d'esercizio]] di appena 3 milioni, e impiegava 1.107 persone.<ref name="dati"/>
== Sponsorizzazioni ==
[[File:Bruno Giordano - SS Lazio - Serie B 1982-83.jpg|thumb|upright|Sèleco sponsor di maglia della {{Calcio Lazio|N}} nella stagione 1982-1983]]
Dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] in poi Sèleco è stata particolarmente attiva nell'ambito delle [[sponsor]]izzazioni in campo sportivo. Il marchio è stato infatti main sponsor della squadra di pallacanestro del [[Napoli Basket (1978)|Napoli Basket]], nonché della squadra di calcio della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]]. Successivamente fu sponsor ufficiale del [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] per la [[Serie B 1991-1992]].
Il 30 aprile 2017, in occasione del [[Derby di Roma]] valido per la [[Serie A 2016-2017]], il marchio Sèleco riappare sulle maglie laziali<ref>{{Cita web |url=http://www.sslazio.it/it/news/ultime-news/38157-domani-la-lazio-in-campo-con-seleco |titolo=Domani in campo con SELECO, articolo di sslazio.it del 29 aprile 2017 |accesso=4 maggio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170731195857/http://www.sslazio.it/it/news/ultime-news/38157-domani-la-lazio-in-campo-con-seleco |dataarchivio=31 luglio 2017 |urlmorto=no }}</ref>; due giorni dopo viene ufficializzato il ritorno di Sèleco quale main sponsor stabile della Lazio per il biennio 2017-2018, con opzione di prolungamento per le stagioni successive<ref>{{Cita web |url=http://www.sslazio.it/it/news/ultime-news/38230-seleco-sponsor-ufficiale |titolo=Sèleco sponsor ufficiale, articolo di sslazio.it del 2 maggio 2017 |accesso=4 maggio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170515080128/http://www.sslazio.it/it/news/ultime-news/38230-seleco-sponsor-ufficiale |dataarchivio=15 maggio 2017 |urlmorto=no }}</ref>.
Nel maggio 2017 Sèleco si reimpegna anche nella pallacanestro affiancando il Cuore Napoli Basket<ref>{{Cita web |url=https://www.iamnaples.it/in-evidenza/cuore-napoli-basket-ufficiale-la-partnership-seleco/ |titolo=Cuore Napoli Basket, è ufficiale la partnership con Sèleco, articolo di iamnaples.it dell'11 maggio 2017 |accesso=31 luglio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170731191344/https://www.iamnaples.it/in-evidenza/cuore-napoli-basket-ufficiale-la-partnership-seleco/ |dataarchivio=31 luglio 2017 |urlmorto=no }}</ref>; nel luglio seguente diviene poi title sponsor della [[Associazione Sportiva Nuoto Catania|Nuoto Catania]].<ref>{{Cita web |url=https://www.seleco.it/2017/07/27/seleco-title-sponsor-della-nuoto-catania/ |titolo=Sèleco è il nuovo title sponsor della Nuoto Catania, articolo di seleco.it del 27 luglio 2017 |accesso=31 luglio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170731193159/https://www.seleco.it/2017/07/27/seleco-title-sponsor-della-nuoto-catania/ |dataarchivio=31 luglio 2017 |urlmorto=sì }}</ref> Nel mese di agosto viene invece chiuso l'accordo di sponsorizzazione con la squadra di calcio del [[Unione Sportiva Città di Pontedera|Pontedera]].<ref>{{Cita web |url=http://www.uspontedera.it/3746-2/ |titolo=Presentati gli sponsor della maglia ufficiale 2017/2018, articolo di uspontedera.it del 26 agosto 2017 |accesso=26 novembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180630170049/http://www.uspontedera.it/3746-2/ |dataarchivio=30 giugno 2018 |urlmorto=no }}</ref>
''Sèleco Easy Life'' diventa invece co-sponsor di maglia del [[Pordenone Calcio|Pordenone]], apparendo poi anche sul retro delle già citate casacche laziali<ref>{{Cita web |url=http://www.sslazio.it/it/news/ultime-news/40153-se-leco-rafforza-il-legame-con-la-s-s-lazio-posizionando-il-marchio-easy-life-sul-retro-maglia |titolo=Sèleco rafforza il legame con la S.S. Lazio posizionando il marchio Easy Life sul retro maglia, articolo di sslazio.it dell'11 agosto 2017 |accesso=11 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170812055638/http://www.sslazio.it/it/news/ultime-news/40153-se-leco-rafforza-il-legame-con-la-s-s-lazio-posizionando-il-marchio-easy-life-sul-retro-maglia |dataarchivio=12 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>; alla scuderia di squadre sponsorizzate si aggiunge poi anche la [[Unione Sportiva Salernitana 1919|Salernitana]], mediante il marchio ''Sèleco Home''.<ref>{{Cita web |url=https://www.seleco.it/2017/08/25/seleco-home-main-sponsor-dellunione-sportiva-salernitana-1919/ |titolo=Sèleco Home è Main sponsor dell’Unione Sportiva Salernitana 1919, articolo di seleco.it del 25 agosto 2017 |accesso=1º settembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170902002419/https://www.seleco.it/2017/08/25/seleco-home-main-sponsor-dellunione-sportiva-salernitana-1919/ |dataarchivio=2 settembre 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
Il 29 giugno [[2018]] Sèleco diventa per la prima volta titolare di un club sportivo: in tale data rileva infatti dall'imprenditore Alberto Burzoni la proprietà del {{Calcio Pro Piacenza|NB}}, seconda squadra di calcio della [[Piacenza|città emiliana]], militante in [[Serie C]].<ref>[http://www.propiacenza.it/home/comunicato-stampa.jspurl?IdC=2551&IdS=2551&tipo_padre=0&tipo_cliccato=0&id_prodotto=768928&css=homepage.css COMUNICATO STAMPA] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20180629211647/http://www.propiacenza.it/home/comunicato-stampa.jspurl?IdC=2551&IdS=2551&tipo_padre=0&tipo_cliccato=0&id_prodotto=768928&css=homepage.css |data=29 giugno 2018 }} - ''propiacenza.it'', 29 giu 2018</ref>
Nel settembre dello stesso anno ''Sèleco Unet'' diventa uno degli sponsor della squadra di pallavolo femminile dell'[[UYBA Volley]].<ref>[http://www.legavolleyfemminile.it/?p=91083 Sèleco nuovo sponsor di UYBA Volley!] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190224062427/http://www.legavolleyfemminile.it/?p=91083 |data=24 febbraio 2019 }} - ''legavolleyfemminile.it'', 1 sett 2018</ref> Nel 2021 Sèleco torna nel mondo del calcio diventando uno dei main sponsor del [[Delfino Pescara|Pescara]]<ref>https://www.pescaracalcio.com/seleco-nuovo-main-sponsor</ref>.
==Note==
Riga 94 ⟶ 116:
==Bibliografia==
*
*
*
==Voci correlate==
* [[Giorgio Tranzocchi]]
* [[Lino Zanussi]]
* [[Zanussi]]
Riga 104 ⟶ 127:
* [[Indesit]]
* [[Formenti]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Industria elettronica in Italia}}
{{portale|aziende|elettrotecnica|elettronica|design}}
[[Categoria:Ex aziende del gruppo Zanussi]]
[[Categoria:Società partecipate da REL]]
[[Categoria:Sèleco| ]]
| |||