Vittorio Zucconi: differenze tra le versioni

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<!-- citazioni senza fonte precisa, dal dubbio valore introduttivo --{{Citazione|Come vorrei, certi giorni, che davvero i [[giornali]] raccontassero soltanto balle.|''Storie dell'altro mondo. La faccia nascosta dell'America'', Mondadori 1997}}{{Citazione|La Rete ha finalmente dato a chi non ha niente da dire il mezzo per dirlo.| Tweet, 2015}} -->
{{Bio
|Nome = Vittorio Guido
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|GiornoMeseNascita = 16 agosto
|AnnoNascita = 1944
|LuogoMorte = Washington
|GiornoMeseMorte = 26 maggio
|AnnoMorte = 2019
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|Nazionalità = italiano
|NazionalitàNaturalizzato = statunitense
|Immagine = Vittorio Zucconi - IJF 2012 - photo Paolo Visone.jpg
|Didascalia = Vittorio Zucconi al [[Festival internazionale del giornalismo]] 2012
}}
 
==Biografia==
Vittorio Zucconi nacquenasce a [[Bastiglia (Italia)|Bastiglia]] ([[provincia di Modena]]), figlio di [[Guglielmo Zucconi]], giornalista (fu direttore dellade ''[[La Domenica del Corriere]]'' e del ''[[Il Giorno|Giorno]]'') e deputato della [[Democrazia Cristiana]], e fratello di [[Guido Zucconi|Guido]]. Dopo l'infanzia trascorsa a Modena<ref>{{cita web|url=http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2015/04/22/news/quell-universo-perfetto-sospeso-sul-filibus-alla-fermata-di-via-emilia-1.11278893|titolo=Quell’universo perfetto sospeso sul “filibus” alla fermata di via Emilia...|editore=[[Gazzetta di Modena]]|data=22 aprile 2015|accesso=6 agosto 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190222095225/https://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2015/04/22/news/quell-universo-perfetto-sospeso-sul-filibus-alla-fermata-di-via-emilia-1.11278893|dataarchivio=22 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>, si trasferisce con la famiglia a [[Milano]], dove studia al [[Liceo classico Giuseppe Parini]]. Zucconi collabora al giornalino del liceo ''[[La zanzara (periodico)|La zanzara]]''<ref>Nel [[1966]] La Zanzara salì agli onori delle cronache del tempo per un processo provocato da un articolo sull'educazione sessuale.<br>
{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/zanzara-|titolo=Anniversari. Quella ZANZARA che anticipò il '68|autore=Pasquale Coccia|editore=[[Avvenire]]|data=21 maggio 2016|accesso=26 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190526105534/https://www.avvenire.it/agora/pagine/zanzara-|dataarchivio=26 maggio 2019|urlmorto=no}}<br>
{{Cita web|url = https://left.it/2016/02/14/la-zanzara-sesso-giornalismo-e-i-moralisti-di-50-anni-fa-la-storia-di-uninchiesta-esplosiva/|titolo = La Zanzara, sesso, giornalismo e i moralisti di 50 anni fa. La storia di un’inchiesta esplosiva|autore =Donatella Coccoli|editore=Left|data =14 febbraio 2016|accesso = 26 maggio 2019|urlarchivio =https://web.archive.org/web/20190117073818/https://left.it/2016/02/14/la-zanzara-sesso-giornalismo-e-i-moralisti-di-50-anni-fa-la-storia-di-uninchiesta-esplosiva/|dataarchivio =17 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>, fino a diventarne direttore. Al Parini, Zucconi conosce e convince a collaborare con ''La zanzara'' [[Walter Tobagi]], futuro giornalista del ''Corriere della sera'', poi assassinato dal gruppo [[Brigata XXVIII marzo]]. Zucconi si iscrive quindi all'[[Università degli Studi di Milano]], dove si laurea in [[Letteratura|Lettere]] a indirizzo moderno con tesi in [[storia]] sui [[anarchismo|movimenti anarchici]] italiani.
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 300px
|titolo = Il ''reportage'' su El'cin
|contenuto = Il 14 settembre 1989 Zucconi descrive la visita negli Stati Uniti di [[Boris EltsinEl'cin]]<ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/14/eltsin-la-glasnost-al-bourbon.html?ref=search ELTSIN, LA GLASNOST AL BOURBON] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20181215121052/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/14/eltsin-la-glasnost-al-bourbon.html?ref=search |data=15 dicembre 2018 }}.</ref>, dandone una pessima immagine e descrivendolo come un uomo dedito all'alcol. L'articolo viene ripreso anche dalla ''[[Pravda]]'', sollevando aspre polemiche in Unione Sovietica tanto che la ''Pravda'' è costretta, dopo la smentita dell'entourage di EltsinEl'cin, a scusarsi <ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/22/eltsin-le-scuse-della-pravda.html?ref=search A ELTSIN LE SCUSE DELLA 'PRAVDA']{{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20181215070218/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/22/eltsin-le-scuse-della-pravda.html?ref=search |data=15 dicembre 2018 }}.</ref>. L'articolo, come ammesso poco dopo dallo stesso Zucconi<ref name="wash">[https://www.washingtonpost.com/archive/lifestyle/1989/09/22/pravda-publishes-apology-to-yeltsin/1cc03d32-a341-4082-a7da-4a220f9fdfe4/?noredirect=on&utm_term=.6aef199856f6 PRAVDA PUBLISHES APOLOGY TO YELTSIN] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20181219134608/https://www.washingtonpost.com/archive/lifestyle/1989/09/22/pravda-publishes-apology-to-yeltsin/1cc03d32-a341-4082-a7da-4a220f9fdfe4/?noredirect=on&utm_term=.6aef199856f6 |data=19 dicembre 2018 }}.</ref>, conteneva diverse inesattezze. La vicenda viene ripresa anche dal ''[[The New York Times|New York Times]]'' e dal ''[[The Washington Post|Washington Post]]''<ref name="wash" />; la giornalista Eleanor Randolph critica aspramente il modo in cui Zucconi ha realizzato l'articolo per lo più basato su fonti de relato e con molti errori<ref>[http://articles.chicagotribune.com/1989-10-01/features/8901180641_1_boris-yeltsin-pravda-countless-cocktails Articolo di Eleanor Randolph] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304132655/http://articles.chicagotribune.com/1989-10-01/features/8901180641_1_boris-yeltsin-pravda-countless-cocktails |data=4 marzo 2016 }}.</ref>. Zucconi nel suo libro ''[[Parola di giornalista]]'', nel ricostruire la vicenda, ammetterà di essere stato superficiale e avere riportato delle cose inesatte sulla base delle quali fu attaccato, pur sottolineando come la sostanziale veridicità dei fatti fosse comprovata da altri articoli di stampa di altre testate sia prima chesia dopo tale evento e che solo l'uso del suo articolo come mezzo per attaccare EltsinEl'cin avesse portato a quelle conseguenze.<ref>[{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/parola_di_giornalista/ventisei/ventisei/ventisei.html |titolo=Parola di giornalista]|accesso=13 aprile 2022}}</ref>
}}
Zucconi comincia la professione giornalistica nei primi anni Sessantasessanta come [[Cronaca nera|cronista di nera]] al quotidiano ''[[La Notte (quotidiano)|La Notte]]'' di Milano, sulle orme del padre. Assunto nel 1969 come redattore a ''[[La Stampa]]'', diventa [[corrispondente]], prima da [[Bruxelles]] e successivamente da Washington sempre per ''[[La Stampa]]'', da Parigi per ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', da [[Mosca (Russia)|Mosca]] per il ''[[Corriere della Sera]]'' durante il periodo della [[Guerra Freddafredda]] e dal [[Giappone]] ancora per ''La Stampa'' dopo essere tornato a Roma nel 1977 per seguire gli anni del Terrorismoterrorismo Rosso,rosso e l'omicidio Moro. Tra gli ''scoop'' si segnala per la scoperta del [[Scandalo Lockheed|caso Lockheed]] ([[1976]]), lo scandalo degli aerei [[Lockheed C-130 Hercules|C130]] venduti all'Italia grazie alle tangenti versate a generali e ministri<ref>Mariano Sabatini, ''Ci metto la firma!'', Aliberti, 2009, pagp. 331.</ref>, per il quale l'allora presidente della repubblicaRepubblica [[Giovanni Leone]] fu costretto a dimettersi.
 
Nel [[1985]] Zucconi si trasferisce definitivamente a [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], dove ricopre l'incarico di editorialista dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] per ''la Repubblica'' e dove vivevivrà tuttorafino alla morte. Dall'esperienza nata dal suo lavoro come corrispondente e [[inviato]] speciale ha tratto il libro ''[[Parola di giornalista]]''.
Dopo l'infanzia trascorsa a Modena<ref>{{cita web|url=http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2015/04/22/news/quell-universo-perfetto-sospeso-sul-filibus-alla-fermata-di-via-emilia-1.11278893|titolo=Quell’universo perfetto sospeso sul “filibus” alla fermata di via Emilia... |editore = Gazzetta di Modena|data =22 aprile 2015 |accesso=6 agosto 2015}}</ref>, si trasferisce con la famiglia a [[Milano]], dove studia al [[Liceo Ginnasio Statale Giuseppe Parini|Liceo Parini]]. Zucconi collabora al giornalino del liceo ''[[La zanzara (periodico)|La zanzara]]''<ref>Nel [[1966]] salì agli onori delle cronache del tempo per un processo provocato da un articolo sull'educazione sessuale.{{cn}}</ref>, fino a diventarne direttore. Al Parini, Zucconi conosce e convince a collaborare con ''La zanzara'' [[Walter Tobagi]], futuro giornalista del ''Corriere della sera'', poi assassinato dal gruppo [[Brigata XXVIII marzo]]. Zucconi si iscrive quindi all'[[Università degli Studi di Milano]], dove si laurea in [[Lettere]] a indirizzo moderno con tesi in [[storia]] sui [[anarchismo|movimenti anarchici]] italiani.
 
Dal 2007 tenne corsi estivi di storia italiana contemporanea e di giornalismo per post laureati al Middlebury College ([[Vermont]], USA)<ref>{{cita web|url=http://www.middlebury.edu/academics/ls/italian/|titolo=Middlebury College Language Schools|accesso=17 giugno 2008|data=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080618195649/http://www.middlebury.edu/academics/ls/italian|dataarchivio=18 giugno 2008|urlmorto=no}}</ref>. Insieme al padre ha scritto il libro ''La scommessa'' (1993). Una sua antologia per ragazzi, ''[[Stranieri come noi]]'' (1993), pubblicato dalla [[Einaudi Scuola]], è stata adottata come testo di lettura per le Scuole Medie. Zucconi era noto anche per il suo attivismo contro la [[pena di morte negli Stati Uniti d'America]].<ref>[http://www.feltrinellieditore.it/news/2008/03/28/vittorio-zucconi-fermato-dopo-26-anni-il-boia-per-abu-jamal-9737/ ''Vittorio Zucconi: Fermato dopo 26 anni il boia per Abu Jamal''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140905192316/http://www.feltrinellieditore.it/news/2008/03/28/vittorio-zucconi-fermato-dopo-26-anni-il-boia-per-abu-jamal-9737/ |data=5 settembre 2014 }}.</ref><ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/tucker/zucconi/zucconi.html Vittorio Zucconi, ''Giustiziata Karla, il patibolo ha vinto''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924154624/http://www.repubblica.it/online/fatti/tucker/zucconi/zucconi.html |data=24 settembre 2015 }}.</ref> Zucconi è stato direttore dell'edizione web di ''Repubblica'' dalla creazione fino al 2015 ed è stato direttore dell'emittente [[Radio Capital]] dal 1999 fino al 2018<ref>https://www.radiospeaker.it/blog/massimo-giannini-direttore-radio-capital.html.</ref>. Su quest'ultima curava una rubrica di filo diretto con gli ascoltatori, che andava in onda una volta al giorno, e la trasmissione del preserale ''TG Zero''. Curava inoltre una rubrica sul settimanale ''D - la Repubblica delle Donne'' e la rubrica ''Parola di Nonno'' sulla rivista bimestrale ''[[Kids (rivista)|Kids]]''.
Zucconi comincia la professione giornalistica nei primi anni Sessanta come [[Cronaca nera|cronista di nera]] al quotidiano ''[[La Notte (quotidiano)|La Notte]]'' di Milano, sulle orme del padre. Assunto nel 1969 come redattore a ''[[La Stampa]]'', diventa corrispondente, prima da [[Bruxelles]] e successivamente da Washington sempre per ''[[La Stampa]]'', da Parigi per ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', da [[Mosca (Russia)|Mosca]] per il ''[[Corriere della Sera]]'' durante il periodo della [[Guerra Fredda]] e dal [[Giappone]] ancora per ''La Stampa'' dopo essere tornato a Roma nel 1977 per seguire gli anni del Terrorismo Rosso, e l'omicidio Moro. Tra gli ''scoop'' si segnala per la scoperta del [[Scandalo Lockheed|caso Lockheed]] ([[1976]]), lo scandalo degli aerei [[Lockheed C-130 Hercules|C130]] venduti all'Italia grazie alle tangenti versate a generali e ministri<ref>Mariano Sabatini, ''Ci metto la firma!'', Aliberti, 2009, pag. 331.</ref>, per il quale l'allora presidente della repubblica [[Giovanni Leone]] fu costretto a dimettersi.
 
Nel corso della sua carriera, Vittorio Zucconi ha ricevuto vari riconoscimenti giornalistici nazionali, tra i quali il "[[Premiolino]]", il "Trento", il "Max David", l'"Estense" per la saggistica, il "[[Premio Luchetta|Luchetta]]" alla carriera e il principale premio nazionale, il "[[Premio Saint-Vincent per il giornalismo|Saint-Vincent]]", il Premio Giornalistico Amerigo nella categoria Radio.<ref>{{Cita web|url=https://www.adginforma.it/a-firenze-si-assegna-il-premio-amerigo/|titolo=A Firenze si assegna il premio Amerigo|accesso=13 aprile 2022}}</ref> Nel 2015 gli è stato conferito il [[Fondazione Italia USA#Premio America|Premio America]] della [[Fondazione Italia USA]].
Nel [[1985]] Zucconi si trasferisce definitivamente a [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], dove ricopre l'incarico di editorialista dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] per ''la Repubblica'' e dove vive tuttora. Dall'esperienza nata dal suo lavoro come corrispondente e inviato speciale ha tratto il libro ''[[Parola di giornalista]]''.
 
È morto a Washington il 25 maggio 2019, dopo una lunga malattia.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2019/05/26/news/addio_a_vittorio_zucconi_l_uomo_che_viveva_il_giornalismo-227207261/|titolo=È morto Vittorio Zucconi, l'uomo che viveva il giornalismo. Repubblica in lutto|autore=Ezio Mauro|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=26 maggio 2019|accesso=26 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190526103023/https://www.repubblica.it/esteri/2019/05/26/news/addio_a_vittorio_zucconi_l_uomo_che_viveva_il_giornalismo-227207261/|dataarchivio=26 maggio 2019|urlmorto=no}}</ref> Dopo il funerale è stato cremato e il 4 ottobre 2019 le sue ceneri sono state trasportate ad [[Arenzano]], in [[Liguria]]<ref>{{Cita news|url=https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2019/10/05/news/caro_vittorio_quanta_vita_ci_hai_regalato-237709425/|titolo=Caro Vittorio, quanta vita ci hai regalato|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=4 ottobre 2019|pubblicazione=|accesso=19 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191208025206/https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2019/10/05/news/caro_vittorio_quanta_vita_ci_hai_regalato-237709425/|dataarchivio=8 dicembre 2019|urlmorto=no}}</ref>.
Il 14 settembre 1989 Zucconi descrive la visita negli Stati Uniti di [[Boris Eltsin]]<ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/14/eltsin-la-glasnost-al-bourbon.html?ref=search ELTSIN, LA GLASNOST AL BOURBON]</ref>, dandone una pessima immagine e descrivendolo come un uomo dedito all'alcol. L'articolo viene ripreso anche dalla [[Pravda]] sollevando aspre polemiche in Unione Sovietica tanto che la Pravda è costretta, dopo la smentita dell'entourage di Eltsin, a scusarsi <ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/22/eltsin-le-scuse-della-pravda.html?ref=search A ELTSIN LE SCUSE DELLA 'PRAVDA']</ref>. L'articolo, come ammesso poco dopo dallo stesso Zucconi<ref name=wash>[https://www.washingtonpost.com/archive/lifestyle/1989/09/22/pravda-publishes-apology-to-yeltsin/1cc03d32-a341-4082-a7da-4a220f9fdfe4/?noredirect=on&utm_term=.6aef199856f6 PRAVDA PUBLISHES APOLOGY TO YELTSIN]</ref>, conteneva diverse inesattezze. La vicenda viene ripresa anche dal New York Times e dal Washington Post<ref name=wash />; la giornalista Eleanor Randolph critica aspramente il modo in cui Zucconi ha realizzato l'articolo per lo più basato su fonti de relato e con molti errori<ref>[http://articles.chicagotribune.com/1989-10-01/features/8901180641_1_boris-yeltsin-pravda-countless-cocktails Articolo di Eleanor Randolph]</ref>. Zucconi nel suo libro [[Parola di giornalista]], nel ricostruire la vicenda, ammetterà di essere stato superficiale e avere riportato delle cose inesatte sulla base delle quali fu attaccato, pur sottolineando come la sostanziale veridicità dei fatti fosse comprovata da altri articoli di stampa di altre testate sia prima che dopo tale evento e che solo l'uso del suo articolo come mezzo per attaccare Eltsin avesse portato a quelle conseguenze.<ref>[http://www.repubblica.it/online/parola_di_giornalista/ventisei/ventisei/ventisei.html Parola di giornalista]</ref>
 
== Vita privata ==
Zucconi è stato direttore dell'edizione web di ''Repubblica'' dalla creazione fino al 2015 ed è stato direttore dell'emittente ''[[Radio Capital]]'' fino al [[2018]]<ref>https://www.radiospeaker.it/blog/massimo-giannini-direttore-radio-capital.html</ref>. Su quest'ultima cura una rubrica di filo diretto con gli ascoltatori, che va in onda una volta al giorno, e la trasmissione del preserale ''TG Zero''. Cura inoltre una rubrica sul settimanale ''D - la Repubblica delle Donne'' e la rubrica ''Parola di Nonno'' sulla rivista bimestrale [[Kids (rivista)|Kids]].
ÈNel stato1962 sposatoconobbe dalAlisa [[1969]]Tibaldi cone Alisanel Tibaldi.1969 Èla padresposò. diEbbe due figli, (Chiara e Guido,) e nonno di sei nipoti, che vivono tutti negli Stati Uniti. Dal 2002 Zucconi haottenne anche secondala cittadinanza statunitense.
 
Dal [[2007]] tiene corsi estivi di storia italiana contemporanea e di giornalismo per post laureati al ''Middlebury College'' ([[Vermont]], USA)<ref>{{cita web
|url=http://www.middlebury.edu/academics/ls/italian/
|titolo= Middlebury College Language Schools
|accesso=17 giugno 2008
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}}</ref>.
Insieme al padre ha scritto il libro ''La scommessa'' ([[1993]]). Una sua antologia per ragazzi, [[Stranieri come noi]] ([[1993]]), pubblicato dalla ''[[Einaudi Scuola]]'', è stata adottata come testo di lettura per le Scuole Medie.
 
Zucconi è noto anche per il suo attivismo contro la [[pena di morte negli Stati Uniti d'America]].<ref>[http://www.feltrinellieditore.it/news/2008/03/28/vittorio-zucconi-fermato-dopo-26-anni-il-boia-per-abu-jamal-9737/ ''Vittorio Zucconi: Fermato dopo 26 anni il boia per Abu Jamal'']</ref><ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/tucker/zucconi/zucconi.html Vittorio Zucconi, ''Giustiziata Karla, il patibolo ha vinto'']</ref>
 
Nel corso della sua carriera, Vittorio Zucconi ha ricevuto vari riconoscimenti giornalistici nazionali, tra i quali il "[[Premiolino]]", il "Trento", il "Max David", l'"Estense" per la saggistica, il "[[Premio Luchetta|Luchetta]]" alla carriera e il principale premio nazionale, il [[Premio Saint-Vincent per il giornalismo|Saint-Vincent]].
Nel 2015 gli è stato conferito il [[Fondazione Italia USA#Premio America|Premio America]] della [[Fondazione Italia USA]].
 
Malato da tempo, muore domenica [[26]] [[maggio]] [[2019]], all'età di 74 anni.
 
È stato sposato dal [[1969]] con Alisa Tibaldi. È padre di due figli, Chiara e Guido, e nonno di sei nipoti, che vivono tutti negli Stati Uniti. Dal 2002 Zucconi ha seconda cittadinanza statunitense.
 
== Opere ==
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*''Il Giappone tra noi'', Milano, Garzanti, 1986.
*''Si fa presto a dire America'', Milano, A. Mondadori, 1988. ISBN 88-04-31362-5.
*''[[Parola di giornalista]]'', Milano, Rizzoli, 1990. ISBN 88-17-84007-6, [[Premio Nazionale Rhegium Julii]] per il Giornalismo<ref>{{Cita web|url = https://circolorhegiumjulii.wordpress.com/i-premi/premio-rhegium-julii-edito/albo-doro/|titolo = premio Rhegium Julii|sito = circolorhegiumjulii.wordpress.com|accesso = 3 novembre 2018|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190424081504/https://circolorhegiumjulii.wordpress.com/i-premi/premio-rhegium-julii-edito/albo-doro/|dataarchivio = 24 aprile 2019|urlmorto = sì}}</ref>.
*''[[Parola di giornalista]]'', Milano, Rizzoli, 1990. ISBN 88-17-84007-6.
*''Si fa presto a dire Russia'', Milano, A. Mondadori, 1992. ISBN 88-04-35769-X.
*''Viaggio in America'', Milano, Rizzoli, 1993. ISBN 88-17-84260-5.
Riga 62 ⟶ 54:
*''[[Stranieri come noi|Stranieri come noi. Storie, drammi e avventure di ragazzi come noi nel mondo di oggi]]'', Milano, Einaudi scuola, 1993. ISBN 88-286-0183-3.
*''Le città del sogno. Viaggio nelle metropoli americane'', Torino, La Stampa, 1995. ISBN 88-7783-092-1.
*''[[Gli spiriti non dimenticano. Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux]]'', Milano, A. Mondadori, 1996. ISBN 88-04-36723-7.
*''Un falco nella notte. Cavallo Pazzo, guerriero Sioux'', Milano, Einaudi scuola, 1997. ISBN 88-286-0333-X.
*''Storie dell'altro mondo. La faccia nascosta dell'America'', Milano, Mondadori, 1997. ISBN 88-04-42811-2.
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*''Il caratteraccio. Come (non) si diventa italiani'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-59367-6.
*''Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute'', Milano, Feltrinelli, 2018.ISBN 978-88-07-07038-9.
*''L'arte del ritratto. 50 personaggi raccontati da una grande firma del giornalismo italiano'', Introduzione di [[Paolo Garimberti]], Roma, la Repubblica, 2021, ISBN 977-11-286-0825-6.
 
==Onorificenze==
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==Altri progetti==
{{interprogetto|q|commons=Category:Vittorio Zucconi}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Treccani|vittorio-zucconi|accesso=28 marzo 2014}}
*[http://zucconi.blogautore.repubblica.it/ Il blog di Zucconi] sul sito di] ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''
*[http://www.capital.it/capital/radio/programmi/Risponde-Zucconi/2042882 La rubrica ''Risponde Zucconi'' sul sito di] ''[[Radio Capital]]''
*{{cita web|http://www.repubblica.it/online/parola_di_giornalista/indice/indice/indice.html|Il libro ''Parola di giornalista''}}
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{{Portale|biografie|letteratura}}
 
[[Categoria:VincitoriGiornalisti delfigli Premio Saint Vincentd'arte]]
[[Categoria:Figli d'arte]]
[[Categoria:Grandi Ufficiali OMRI]]
[[Categoria:Italiani emigrati negli Stati Uniti d'America]]
[[Categoria:Giornalisti statunitensi]]
[[Categoria:Oppositori della pena di morte]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Milano]]
[[Categoria:Studenti del Liceo classico Giuseppe Parini]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Milano]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Saint-Vincent]]
[[Categoria:Scrittori italoamericani]]
[[Categoria:Nati a Bastiglia (Italia)]]