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{{Montagna
|nomemontagna = Tambora
|immagine =
|image_text = L'
|sigla_paese = IDN
|regione = [[Piccole Isole della Sonda]]
|provincia = [[Nusa Tenggara Occidentale]], [[Reggenza di Bima]]-[[Reggenza di Dompu]]
|catenamontuosa = Arco della Sonda, [[Cintura di fuoco]]
|caldera = Diametri {{M|6|-|7|u=km}}; profondità {{M|1300|-|1400|u=m}}
|diametrocratere =
|primaeruzione =
|ultimaeruzione = 2011-2012
|VEI =
|VNUM =
|latitudine_d = -8.2500
|longitudine_d = 118.0000
|altrinomi =
|dataprimasalita = 1847
|alpinistaprimasalita = [[Heinrich Zollinger]]
}}
Il '''Tambora''' o '''Tomboro'''<ref>{{
Conosciuto in tempi antichi anche come ''Aram'',<ref name=":0" /> prima dell'eruzione del 1815 l'edificio vulcanico era di dimensioni davvero poderose, innalzandosi tra i {{formatnum:4000}} e i {{M|4300|ul=m slm}} e rendendosi all'epoca uno dei rilievi più alti dell'intero arcipelago indonesiano, superando il [[Kerinci]], che con {{M|3805|u=m slm}} è attualmente il vulcano più alto dell'Indonesia; il Tambora era la 15ª montagna più alta al mondo per [[Prominenza topografica|prominenza]],<ref>{{Cita web|url=https://www.peakbagger.com/list.aspx?lid=6641|titolo=Pre-1815 World Top 50 by Prominence [Historic]|lingua=en|accesso=15 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190705125106/https://peakbagger.com/list.aspx?lid=6641|urlmorto=no}}</ref> nonché il punto più alto di un'isola in assoluto.<ref>{{Cita web|url=https://www.peakbagger.com/list.aspx?lid=6618|titolo=Pre-1815 World Island High Points above 2000 m [Historic]|lingua=en|accesso=15 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190705130822/https://peakbagger.com/list.aspx?lid=6618|urlmorto=no}}</ref> Per la sua considerevole altezza era un punto di riferimento per i naviganti che lasciavano [[Bali]] navigando verso oriente, profilandosi elevato quanto il vulcano [[Rinjani]], alto {{M|3726|u=m}} e molto più vicino.<ref name="GreatTamboraEruption">{{Cita pubblicazione|autore=Richard B. Stothers|data=luglio 1984|titolo=The Great Tambora Eruption in 1815 and Its Aftermath|rivista=Science|volume=224|numero=4654|pp=1191-1198|lingua=en|doi=10.1126/science.224.4654.1191}}</ref>
Oggi la montagna non supera i {{M|2850|u=m slm}} Un terzo dell'altezza originaria è andato perduto a causa dell'[[Eruzione del Tambora del 1815|evento eruttivo del 1815]], e al suo posto esiste un'enorme [[caldera]] di {{M|6|-|7|ul=km}} di diametro. In quell'occasione vennero udite esplosioni terrificanti ad oltre 3350 km<ref name=":6" /> di distanza dal vulcano; percepite scosse telluriche dovute a onde d'urto o al collasso della sommità; la cenere vulcanica ricoprì [[Borneo]], [[Molucche]], [[Giava]], [[Sulawesi]]; [[tsunami]] alti fino a {{M|4|u=m}} vennero generati dal contatto tra [[Colata piroclastica|flussi piroclastici]], che discendevano da ogni lato del monte, e l'acqua del mare che circonda la penisola di Sanggar; terribili tempeste d'aria, probabilmente dovute all'ascesa di aria riscaldata attorno alla montagna e conseguente vuoto ricoperto repentinamente da aria fredda, sradicarono ogni cosa nella penisola di Sanggar.<ref>{{cita web|url=https://www.scientificamerican.com/article/1816-the-year-without-summer-excerpt/|titolo=Tambora Erupts in 1815 and Changes World History|autore=William K. Klingaman, Nicholas P. Klingaman|data=1º marzo 2013|lingua=en|accesso=15 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200815085602/https://www.scientificamerican.com/article/1816-the-year-without-summer-excerpt/|urlmorto=no}}</ref>
L'eruzione provocò la distruzione dei Regni di Tambora, Pekat e Sanggar, che attorniavano il vulcano, a causa di tsunami e flussi piroclastici con vittime dirette fino a {{formatnum:10000}}-{{formatnum:12000}}. Nell'intera Indonesia le vittime ammontarono a {{formatnum:117000}}. Il totale dei morti in tutto il pianeta a causa degli sconvolgimenti climatici che seguirono, compreso l'[[anno senza estate]], supera le {{formatnum:200000}} unità.<ref name="ClimateChange" />
Degli scavi archeologici nel 2004 hanno fatto rinvenire una casa totalmente bruciata con due cadaveri carbonizzati a testimoniare l'esistenza di regni perduti, tanto che si parla di "Pompei d'oriente".<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4748902.stm|titolo='Pompeii of the East' discovered|data=28 febbraio 2006}}</ref>
== Il vulcano ==
Il Tambora è il secondo vulcano al mondo per
[[File:Tambora-Vesuv.jpg|sinistra|miniatura|Raffronto tra le dimensioni del Tambora e quelle del [[Vesuvio]].]]
[[File:Plate setting Sunda megathrust.png|miniatura|Caratteristiche [[Tettonica delle placche|tettoniche]] dell'Indonesia; la zona del Tambora è segnata dal numero "11".]]
=== Geografia e geologia ===
Il Tambora è ubicato nella penisola di Sanggar, nella parte settentrionale di Sumbawa, appartenente al gruppo delle [[Piccole Isole della Sonda]]. A nord della penisola di Sanngar, dominata dall'enorme vulcano, vi è il [[mar di Flores]], a sud la Baia di Saleh, lunga {{M|86|u=km}} e larga {{M|36|u=km}}. A occidente della penisola di Sanngar vi è l'isola di Moyo.
Il vulcano è parte dell'Arco della Sonda, un [[arco vulcanico]] che attraversa l'arcipelago indonesiano, il suddetto arco a sua volta è parte della Cintura di fuoco del Pacifico.<ref name="Petrology">{{Cita pubblicazione|autore=John Foden|titolo=The petrology of Tambora volcano, Indonesia: A model for the 1815 eruption|rivista=Journal of Volcanology and Geothermal Research|volume=27|numero=1|pp=1-41|lingua=en|doi=10.1016/0377-0273(86)90079-X}}</ref> Si trova a {{M|340|u=km}} a nord della [[fossa di Giava]] e a {{M|180|-|190|u=km}} sopra la propria zona di subduzione di origine. L'isola di Sumbawa è fiancheggiata a nord e sud da crosta oceanica.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=J.D.Foden|data=settembre 1980|titolo=The petrology and tectonic setting of Quaternary—Recent volcanic centres of Lombok and Sumbawa, Sunda arc|rivista=Chemical Geology|volume=30|numero=3|pp=201-226|lingua=en|doi=10.1016/0009-2541(80)90106-0|autore2=R.Varne}}</ref> Il Tambora è generato dalla subsidenza della Placca australiana sotto la Placca della Sonda. Il tasso di [[subsidenza]] è pari a {{M|7.8|ul=cm}} per anno.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Haraldur Sigurdsson|data=giugno 1989|titolo={{sic|Plinian and co-ignimbrite tephra fall from the}} 1815 eruption of Tambora volcano|rivista=Bulletin of Volcanology|volume=51|numero=4|pp=243-270|lingua=en|doi=10.1007/BF01073515|autore2=Steven Carey}}</ref>
Secondo alcune ricerche, il Tambora si sarebbe formato tra i {{formatnum:57000}} e i {{formatnum:43000}} anni fa.<ref name="Sedimentological">{{Cita pubblicazione|autore=Egon T. Degens|data=dicembre 1989|titolo=Sedimentological events in Saleh Bay, off Mount Tambora|rivista=Netherlands Journal of Sea Research|volume=24|numero=4|pp=399-404|lingua=en|accesso=18 luglio 2019|doi=10.1016/0077-7579(89)90117-8|url=https://kundoc.com/pdf-sedimentological-events-in-saleh-bay-off-mount-tambora-.html|autore2=Beate Buch}}</ref><ref name="Processes">{{Cita pubblicazione|autore=Ralf Gertisser|coautori=Heather K. Handley, Peter Van Calsteren, John A. Wolff|data=febbraio 2012|titolo=Processes and Timescales of Magma Genesis and Differentiation Leading to the Great Tambora Eruption in 1815|rivista=Journal of Petrology|volume=53|numero=2|pp=271-297|lingua=en|accesso=18 luglio 2019|doi=10.1093/petrology/egr062|url=https://watermark.silverchair.com/egr062.pdf?token=AQECAHi208BE49Ooan9kkhW_Ercy7Dm3ZL_9Cf3qfKAc485ysgAAAkowggJGBgkqhkiG9w0BBwagggI3MIICMwIBADCCAiwGCSqGSIb3DQEHATAeBglghkgBZQMEAS4wEQQMY0rLBS3pN90CE3RrAgEQgIIB_cqez9OglE8rZtPEQUMdsCjeULke6AqPK53csh6K4dL4qi640LZMwFnaEMXU_h5URsdX6jEodtzE7-6e09vL6NhaoquWbAfu0nGJElI25QefhLh8xAVCppse3XxqHwNb-SwakUtixQC8kIHqDlzDgViu48eiTMktib5303OlpRzljNZ5zZXOAW-PgrDzRsAFuWZcgWI-Qt6ZEe79wE9yCwIrebAg63WCBukjumqSNprqJETFgupEbCCqOWbuJn_4gd9mZlC3Icic2DI97QTPYOoN1sXgExBjQxxhkUqPvbyV7oyzNdtvjJAM6WOJ3uT8k3cWWMdiIPm0Y6WE-e7qzstt71TMd8UdUGjerpIShuDXrU50x2_vMxhuTo8r7_0xkOv-4MNiA3ZmRZRu-xzLCxNOQ8icvj_61yKBmhx12oEFz91BG1THbY_weMEkBMOWX_Wi65AC6qT4CkXv6jWyJ_DqJ2rHzYqcFQaLzpItbJa_ic15UAV_DszibPTHCk5qY5UA8JEgoQi0-6rzo9X_3kH5n5zpeAjE5NaI6aV5klo6d6POHS1CBb6By_Bs0MddtTsUHdKOnUbIW-OScgeRFbEYOYaX8X3QQRATJ7AtttxEpvT6NrH0HdPE-ZoN2_W4BZgx33ABPdVzCOuXUlWQH_LIz-2G9vxgmHngcObi|autore2=Stephen Self|autore3=Louise E. Thomas}}</ref> L'esistenza di tanti crateri, che si innalzano fino a {{M|150|ul=m}} dal fondale della baia di Saleh, ha fatto supporre che un tempo la superficie della baia era al di sopra del livello del mare. Lo sprofondamento sarebbe accaduto in conseguenza del prosciugamento di una camera magmatica preesistente dovuto all'ascesa progressiva del vulcano Tambora. Anche l'isola di Moyo a ovest di Sumbawa sarebbe stata coinvolta dall'evento nella sua formazione, circa {{formatnum:25000}} anni fa.<ref name="Sedimentological" />
Una ricerca ulteriore avanza stime ben più elevate sull'età geologica della montagna, fino a {{formatnum:190000}} anni fa.<ref name="ClimateChange">{{Cita pubblicazione|autore=Achmad Djumarma Wirakusumah|data=giugno 2017|titolo=Impact of the 1815 Tambora Eruption to global climate change|rivista=IOP Conference Series Earth and Environmental Science|volume=71|numero=1|p=012007|lingua=en|doi=10.1088/1755-1315/71/1/012007|autore2=Heryadi Rachmat}}</ref><ref>Le [[Datazione radiometrica|datazioni]] della mappa geologica del Tambora a cui fa riferimento questa ricerca, mostrata nel riferimento [20], son effettuate col [[Datazione al potassio-argon|potassio-argon]]</ref> Secondo quest'ultima ricerca, il Tambora apparterrebbe a un grande complesso vulcanico che comprende il Tambora stesso e due edifici ancestrali, il Labumbum, a sud-est del Tambora, attivo tra {{formatnum:690000}} e {{formatnum:410000}} anni fa con eruzioni di natura prevalentemente effusiva (andesite), e il Kawinda Toi, a nord-est, sul corpo dell'attuale edificio vulcanico, attivo tra i {{formatnum:410000}} e {{formatnum:190000}} anni fa, con eruzioni a prevalenza basaltica. Data la loro età antica e il [[clima tropicale]] dell'area, i due edifici vulcanici risultano visibilmente [[Erosione|erosi]].
Il Tambora si sarebbe formato inizialmente come [[vulcano a scudo]] tra i {{formatnum:190000}} e {{formatnum:86000}} anni fa con eruzioni ad alto contenuto di [[silice]], di natura effusiva. In seguito, il vulcano avrebbe alternato eruzioni effusive ed esplosive tra il cratere centrale e le decine di [[Cono di scorie|coni di scorie]] lungo i fianchi del vulcano, la cui formazione risale ad {{formatnum:80000}} anni circa con l'emersione, dal corpo dell'ormai eroso Kawinda Toi a nord-est, del ''Ketupa'' e del ''Doro Dongotobbi Nae;'' quest'ultimo (~{{M|1800|u=m slm}})<ref>Per i coni di scorie le altezze son ricavate da [[Google Earth]]</ref> è anche il più imponente ed alto dell'intero complesso vulcanico, mentre il ''Ketupa'' (~{{M|480|u=m slm}}), dal colore marrone scuro, fu il principale cono secondario con emissione di [[lava]] in composizione principalmente [[Basalto|basaltica]]. Gli altri coni avventizi che costellano il Tambora sono databili, invece, a partire da {{M|15000}} anni e possono distinguersi tra coni freato-magmatici e classici coni di scorie; i primi, di cui il più importante è il ''Doro Peti,'' che si affaccia sulla Baia di Saleh, tendono a mostrare una morfologia semi-circolare; i secondi possono essere davvero imponenti, come nel caso di ''Doro'' ''Molo'' e ''Doro Tahe'', tra i {{M|400|ul=-}} e gli {{M|850|u=m slm}}, ubicati a est e separati da {{M|3|u=km}} circa di distanza. La morfologia del vulcano sarebbe così mutata assumendo la forma di uno [[stratovulcano]] o vulcano a cono, come testimoniano i fianchi del vulcano, ben più ripidi a partire da circa {{M|1800|u=m slm}} fino all'altezza stimata della montagna precedente all'evento del 1815, tra i {{formatnum:4000}} e i {{M|4300|u=m slm}}.<ref name="ClimateChange" /><ref name=":4" />
Il Tambora ha prodotto rocce di trachibasalto e trachiandesite ricche in potassio. I prodotti emessi contengono [[Fenocristallo|fenocristalli]] di [[apatite]], [[biotite]], [[pirosseno]], [[leucite]], [[magnetite]], [[olivina]], [[plagioclasio]]; l'esatta composizione dei tipi di fenocristalli varia a seconda delle rocce.<ref name="Petrology" /> I prodotti vulcanici del Tambora sono molto ricchi di [[rubidio]], [[stronzio]], [[anidride fosforica]], in quantità maggiori di quelle del Rinjani, e sono leggermente più ricchi anche di [[zircone]] rispetto a quelli del vulcano di Lombok.<ref>{{Cita libro|autore=J.D. Foden|titolo=The petrology of some young volcanic rocks from Lombok and Sumbawa, Lesser Sunda Island|url=https://eprints.utas.edu.au/17675/1/Foden_Thesis.pdf|accesso=18 luglio 2019|data=ottobre 1979|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181103170757/https://eprints.utas.edu.au/17675/1/Foden_Thesis.pdf|urlmorto=no}}</ref>
=== Geomorfologia ===
[[File:Pintu Masuk Taman Nasional Gunung Tambora.jpg|sinistra|miniatura|Il vulcano Tambora come appare oggi, privo del cono sommitale collassato nell'eruzione del 1815.]]
[[File:Mount Fuji from Mankanho.jpg|sinistra|miniatura|Pur avendo una forma conica simmetrica che lo ha reso celebre, il Fuji-san sembra possedere due picchi a causa del cratere ''Hōei''.]]
[[File:046 Наверху. Вид на Эльбрус (с зумом).JPG|miniatura|L'Elbrus è un ottimo esempio di monte con due vette gemelle, il nome stesso significa ''picchi gemelli''.]]
Prima dell'eruzione del 1815, il Tambora avrebbe avuto la morfologia di uno [[stratovulcano]], con un cono simmetrico dall'altezza torreggiante sulla penisola di Sanngar stimata tra i {{formatnum:4000}} e i {{M|4300|u=m slm}} e un singolo [[Camino vulcanico|camino]] centrale, come il [[Fuji (monte)|Fuji-san]] o il [[Popocatépetl]].<ref name="VsiGeology">{{cita web|url=http://www.vsi.esdm.go.id/volcanoes/tambora/geology.html|titolo=Geology of Tambora volcano|lingua=en|sito=Badan Geologi|accesso=27 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071024202358/http://www.vsi.esdm.go.id/volcanoes/tambora/geology.html|urlmorto=sì}}</ref> La mappa geologica del vulcano fa constatare come i fiumi che scorrono lungo le pendici e i fianchi della montagna siano distribuiti in forma più o meno circolare, e ciò suggerisce un unico picco centrale.<ref name=":4">{{Cita web|url=http://vsi.esdm.go.id/gallery/picture.php?/95|titolo=Mappa geologica Tambora|accesso=30 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230515125047/https://vsi.esdm.go.id/gallery/picture.php?/95|urlmorto=sì}}</ref>
Alcune ricerche ipotizzano che il vulcano possa aver avuto due picchi con una vetta orientale e occidentale.<ref name="GreatTamboraEruption" /><ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=Massimiliano Favalli|coautori=Alessandro Fornaciai|anno=2016|titolo=Volcanic geomorphology of Tambora (Sumbawa island, Indonesia) on thebasis of SRTM DEM data|rivista=Geophysical Research Abstracts|volume=18|p=EGU2016-8916|lingua=en|accesso=19 luglio 2019|url=https://meetingorganizer.copernicus.org/EGU2016/EGU2016-8916.pdf|autore2=David Karátson|autore3=Ralf Gertisser|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190606133151/https://meetingorganizer.copernicus.org/EGU2016/EGU2016-8916.pdf|urlmorto=no}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|titolo=Tijdschrift van het Koninklijk Nederlandsch Aardrijkskundig Genootschap|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=GkIcAAAAMAAJ&dq|accesso=31 luglio 2019|data=1949|editore=E.J. Brill|lingua=nl}}</ref> L'eventuale seconda vetta potrebbe essere stata, in presenza di un solo camino che presuppone a sua volta un singolo [[Cratere vulcanico|cratere]] principale, solo un [[cono di scorie]] che per la sua elevazione e considerevole dimensione poteva essere identificato come un secondo picco; in questo caso il vulcano potrebbe aver avuto una morfologia simile al [[Monte Taranaki|Taranaki]] col suo ''Fantham's Peak'', che ne rompe la simmetria. Nel caso di picchi gemelli, con altezza e dimensioni simili, il vulcano sarebbe stato invece morfologicamente simile all'[[Monte Elbrus|Elbrus]]. Seppure non esistano raffigurazioni del vulcano prima dell'evento del 1815, la comunità scientifica sostiene tacitamente l'ipotesi morfologica del singolo cono simmetrico, e pertanto viene classificato comunemente come [[stratovulcano]].<ref>{{Cita libro|autore=Global Volcanism Program|curatore=Venzke, E.|titolo=Tambora (264040)|url=https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040|accesso=18 luglio 2019|anno=2013|editore=Smithsonian Institution|lingua=en|opera=Volcanoes of the World, v. 4.8.1|doi=10.5479/si.GVP.VOTW4-2013|capitolo=Genera lInfo|urlcapitolo=https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040&vtab=GeneralInfo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190703145404/http://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Christopher G.|cognome=Newhall|nome2=Daniel|cognome2=Dzurisin|titolo=U.S. Geological Survey Bulletin|url=https://books.google.it/books?id=oCqXqSOykoYC&pg=PA330&lpg=PA330|accesso=9 giugno 2019|data=1983|editore=U.S. Government Printing Office|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162440/https://books.google.it/books?id=oCqXqSOykoYC&pg=PA330|urlmorto=no}}</ref>
La morfologia a due picchi è invece sostenuta dal botanico svizzero [[Heinrich Zollinger]], che fu il primo scienziato a vedere la caldera dai suoi bordi nel 1847. Egli affermava che prima del 1815 il Tambora era a forma di cono, però con due sommità, una orientale e l'altra occidentale, visibili, a detta degli abitanti di [[Bima]], da grandi distanze venendo dalla direzione di [[Giacarta|Batavia]] (Giacarta) con la stessa prominenza del [[Rinjani]] di [[Lombok]], isola molto più vicina; ne deduce che la montagna doveva superare i {{M|14000|ul=ft}}, pari a {{M|4267.2|u=m slm}}, e che se si vuole calcolare l'altezza del Tambora prima del 1815 si deve tenere conto della coesistenza di due vette. La sua stima è in linea con quella degli abitanti di Bima, da cui era a conoscenza che la montagna aveva perso più di un terzo dell'altezza originaria.<ref name=":5">{{Cita|Zollinger 1855|p. 11}}.</ref> Dall'osservazione della caldera, egli ottiene la prova della preesistenza di due sommità separate da una [[Valico|sella]] che le avrebbe unite, probabilmente il valico a nord della caldera, e dal [[perimetro]] della parte orientale della caldera che non è in grado da solo, a suo dire, di racchiudere tutta la montagna. La convinzione di due picchi distinti era forte per il botanico svizzero, al punto che sostenne l'esistenza di due crateri, di cui però ne osservava uno solo, ed elaborò persino una mappa di [[Sumbawa]] con due crateri del Tambora.<ref name=":3">{{Cita|Zollinger 1855|p. 9}}.</ref> È da osservare però che Zollinger non era un [[Vulcanologia|vulcanologo]] o un [[geologo]].
Può essere preziosa la descrizione del rajah di Sanngar dell'eruzione del 10 aprile 1815 riportata da Sir [[Thomas Stamford Raffles|Thomas Raffles]] nelle sue Memorie; egli parlò di tre colonne di fuoco che si innalzarono vicino alla cima del Tambora, apparentemente entro l'orlo del cratere.<ref>{{Cita libro|nome=Sophia|cognome=Raffles|titolo=Memoir of the life and public services of Sir Thomas Stamford Raffles, F.R.S. &C., particularly in the government of Java, 1811-1816, and of Bencoolen and its dependencies, 1817-1824 with details of the commerce and resources of the Eastern archipelago, and selections from his correspondence|url=http://archive.org/details/memoiroflifepubl00raff|accesso=11 giugno 2019|data=1830|editore=J. Murray|città=Londra|lingua=en|p=249|cid=Raffles S.}}</ref> È menzionata una sola cima identificata con un solo cratere da cui fuoriuscirono le tre [[Colonna eruttiva|colonne eruttive]]; considerando veritiere le supposizioni di Zollinger, si può pensare all'esistenza di un singolo cono simmetrico, coincidente col corpo principale del vulcano e avente il singolo camino centrale con al vertice il singolo cratere, affiancato da una seconda cima, forse meno elevata di modo che il rajah fosse indotto a parlare di una sola sommità identificata approssimativamente col cratere. L'eventuale seconda vetta potrebbe essere stata un grande cono di scorie oppure una semplice deformazione della montagna; ma si può anche pensare ai resti dell'antico vulcano Kawinda Toi, coperto dal più giovane Tambora nel corso della sua formazione, oppure a quelli di un Tambora ancestrale, di altezza simile all'odierno, che produsse una caldera circa {{formatnum:43000}} anni fa. Ancora una volta, esempi congeniali potrebbero essere quello del Popocatépetl con il declivio detto ''El Albanico'' a nord-ovest,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=G. Sosa-Ceballos|coautori=P. Layer, P. Schaaf, G. Solís-Pichardo, J. L. Arce|data=22 settembre 2015|titolo=El Ventorrillo, a paleostructure of Popocatépetl volcano: insights from geochronology and geochemistry|rivista=Bulletin of Volcanology|volume=77|numero=91|lingua=en|accesso=19 luglio 2019|doi=10.1007/s00445-015-0975-2|url=https://www.researchgate.net/publication/282022266_El_Ventorrillo_a_paleostructure_of_Popocatepetl_volcano_insights_from_geochronology_and_geochemistry|autore2=J. L. Macías|autore3=F. García-Tenorio|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162442/https://www.researchgate.net/publication/282022266_El_Ventorrillo_a_paleostructure_of_Popocatepetl_volcano_insights_from_geochronology_and_geochemistry|urlmorto=no}}</ref> oppure del Fuji per il cratere ''Hōei.'' Da una certa prospettiva visiva e a grande distanza, anch'essi sembrano possedere due picchi pur avendo forma conica e un singolo cratere principale. Tuttavia è da considerare anche che la testimonianza del rajah non aveva la finalità di descrivere la forma precisa della montagna, né è da escludere che era visibile solo una vetta per una semplice questione di prospettiva, per esempio in quanto l'altra era coperta dal suo punto di vista.
Anche altre documentazioni ufficiali del tempo sembrano testimoniare la presenza di un solo, notevole picco del Tambora prima delle convulsioni del 1815, dopo le quali ha assunto l'attuale morfologia piatta.<ref>{{Cita libro|titolo=The Asiatic Journal and Monthly Register for British India and Its Dependencies|url=https://books.google.it/books?id=gpBNAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|accesso=6 giugno 2019|data=1816|editore=Black, Parbury & Allen|lingua=en|p=421}}</ref>
Inoltre, un cratere con un profilo irregolare, per esempio con un bordo più alto ed uno più basso, dà l'apparenza di due picchi a grandi distanze, come quello del [[Popocatépetl]], il cui cratere ellittico, visto da nord e nord-est, mostra un margine più alto ed uno più basso.
Grandi e vecchi stratovulcani, specie se particolarmente esplosivi/attivi, possono essere soggetti a cambiamenti morfologici a causa di [[Cono di scorie|coni di scorie]], [[Duomo di lava|duomi di lava]], persino parziali [[Frana|collassi]] dell'edificio vulcanico, o per gli effetti dell'[[erosione]]. Il Tambora è un chiaro esempio di vulcano sottoposto a tali trasformazioni; a dispetto di un'età geologica relativamente giovane e di non essere particolarmente attivo, il vulcano esibisce numerosi e grandi rigonfiamenti a causa di duomi di lava lungo le pendici, in special modo in direzione est e sud-est, spesso ricoperti da rigogliose foreste, nonché naturalmente i coni di scorie. Molti vulcani indonesiani, inoltre, presentano fratture che inducono ad ipotizzare degli eventi di collasso seppure parziali, o un'[[Erosione|azione erosiva]] più o meno pesante; lo stesso Tambora presenta una frattura larga fino a quasi {{M|6|ul=km}} sul versante Nord.
[[File:Kegagahan Merapi.jpg|alt=|sinistra|miniatura|Il vulcano Merapi, uno dei più attivi del mondo; la vistosa frattura a sud-est del cratere, nascosto dalle nubi, gli conferisce l'apparenza di cono con due picchi.]]
[[File:Segara Anak.jpg|miniatura|Veduta della caldera del Rinjani; è possibile ammirare la gigantesca spaccatura del fianco Ovest del vulcano che dà l'apparenza di due vette, il lago Segara Anak e il cono secondario Barujari al centro.]]
Secondo il vulcanologo Petroeschevsky, il Tambora era composto da un singolo cono il cui cratere presentava una frattura ai bordi, dando l'impressione di due sommità. Il vulcanologo russo definisce inaccurata la mappa di Zollinger per la rappresentazione di due crateri del Tambora.<ref name=":1" /><ref>{{Cita libro|autore=R. W. van Bemmelen|titolo=The geology of Indonesia|url=https://www.scribd.com/doc/315476408/RW-Van-Bemmelen-Geology-of-Indonesia-Vol-IA-General-pdf|anno=1949|editore=Government printing office|città=L'Aia|lingua=en|p=503|volume=Vol. IA - General geology of Indonesia and adjacent archipelagoes|accesso=30 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162441/https://www.scribd.com/doc/315476408/RW-Van-Bemmelen-Geology-of-Indonesia-Vol-IA-General-pdf|urlmorto=no}}</ref> In questo caso, degli ottimi esempi possono essere il [[Kambal'nyj]] nella penisola di [[Kamčatka]], il [[Monte Redoubt (Alaska)|Redoubt]] in [[Alaska]], il [[Beerenberg]] sull'isola di [[Jan Mayen]]. Ottimo anche l'esempio del vicino [[Monte Merapi|Merapi]], uno dei vulcani più attivi al mondo, sull'isola di [[Giava]], per la profonda frattura del cratere a sud-est. Congeniale anche quello del [[Rinjani]] del quale, dall'interno della caldera ove è presente il [[Segara Anak]], è possibile contemplare l'inquietante spaccatura sul versante ovest del vulcano, mentre da est il margine del cratere appare più basso a causa di una frattura; da entrambe le direzioni il vulcano pare avere due picchi.
La mappa geologica del Tambora fa evincere che le lave più antiche sono distribuite ad ovest mentre le più giovani ad est e sud;<ref name=":4" /> ciò può favorire l'ipotesi di due cime distinte, in cui l'attività vulcanica era dapprima concentrata in una vetta occidentale e successivamente in una orientale, ma questo non può essere utilizzato come una vera evidenza geologica. Inoltre, anche la stessa ipotesi della frattura dei bordi del cratere può spiegare il fenomeno: in seguito alla spaccatura, o semplicemente ad un bordo più basso da un lato, le lave poterono discendere con più facilità proprio nella direzione dell'irregolarità del cratere sommitale. Neppure la forma leggermente ovale della [[caldera]] da est ad ovest può essere considerata una prova geologica della preesistenza di due cime separate: gli [[Stratovulcano|stratovulcani]] non hanno mai una forma conica perfetta con una ripidità costante, ma i fianchi si allargano progressivamente verso la base della montagna conferendole una forma più o meno ellittica; questo vale anche per i coni vulcanici considerati perfetti ([[Fuji (monte)|Fuji]], [[Monte Mayon|Mayon]]).
In verità, la caldera mostra un allungamento piuttosto esiguo e un'altezza omogenea, con un dislivello relativamente trascurabile tra il bordo orientale, il più basso, e quello occidentale ove si ha il picco massimo, e questo è a favore di un'unica vetta centrale: in caso di due cime separate preesistenti, infatti, il collasso di uno dei due picchi avrebbe probabilmente coinvolto solo parzialmente l'altra vetta, che sarebbe apparsa come monte a sé, similmente a quanto accaduto col [[Rinjani]] nell'[[eruzione del Samalas del 1257]]; il risultato sarebbe stato una caldera molto irregolare, con i resti di una delle due cime ancora ben visibili. Tuttavia, esistono vulcani che, pur avendo un unico cono, possiedono due vette molto vicine, talmente da non apparire come due monti distinti, come l'[[Vulcano Arenal|Arenal]] o il [[Tajumulco (vulcano)|Tajumulco]]; è chiaro che il collasso calderico, in questo caso, riguarderebbe entrambe. Quest'ultima ipotesi è molto più probabile di quella di due picchi del tutto separati in quanto conserva sia la forma conica che le due cime distinte, entrambe testimoniate dagli abitanti di Bima a [[Heinrich Zollinger|Zollinger]].<ref name=":5" />
Per la sua altezza il Tambora era un punto di riferimento per i naviganti, ed era visibile navigando verso est subito dopo aver lasciato [[Bali]] con una prominenza pari a quella del ben più vicino vulcano [[Rinjani]], alto {{M|3726|u=m slm}}<ref name="Climaticenvornmental">{{Cita pubblicazione|autore=Clive Oppenheimer|data=1º giugno 2003|titolo=Climatic, environmental and human consequences of the largest known historic eruption: Tambora volcano (Indonesia) 1815|rivista=Progress in Physical Geography|volume=27|numero=2|pp=230-259|lingua=en|accesso=19 luglio 2019|doi=10.1191/0309133303pp379ra|url=https://www.researchgate.net/publication/233720521_Climatic_environmental_and_human_consequences_of_the_largest_known_historic_eruption_Tambora_volcano_Indonesia_1815|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162443/https://www.researchgate.net/publication/233720521_Climatic_environmental_and_human_consequences_of_the_largest_known_historic_eruption_Tambora_volcano_Indonesia_1815|urlmorto=no}}</ref> Il suo diametro è pari a {{M|60|u=km}}.<ref name="Petrology" /> Il suo volume supera i {{M|1000|u=km3}}.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=S. Self|coautori=J. A. Wolff|data=1º novembre 1984|titolo=Volcanological study of the great Tambora eruption of 1815|rivista=Geology|volume=12|numero=11|pp=659-663|lingua=en|doi=10.1130/0091-7613(1984)12<659:VSOTGT>2.0.CO;2|autore2=M. R. Rampino|autore3=M. S. Newton}}</ref> L'eruzione ha provocato il collasso della sommità lasciando una gigantesca caldera tra i {{M|6|-|7|u=km}} di diametro, {{M|1300|-|1400|u=m}} circa di profondità e l'altezza massima di {{M|2850|u=m slm}} La caldera appare pressoché circolare, ma ha una forma leggermente [[Ellisse|ellittica]] approssimativamente da est a ovest, ciò concorda con la descrizione di un doppio picco, uno occidentale e l'altro orientale, ma potrebbe farlo anche con quella di un singolo cono, dacché l'allungamento è piuttosto esiguo e la caldera appare quasi perfettamente rotonda, come già osservato. Appare strano che, nonostante sia stato un punto di riferimento per la navigazione e con tali dimensioni, non siano pervenute raffigurazioni del Tambora; può darsi che, profondamente eroso, non suscitasse particolare fascino, con una forma piuttosto irregolare o che, purtroppo, rappresentazioni del vulcano siano sparite nell'eruzione del 1815 insieme alle civiltà ai suoi piedi. Una recente ricostruzione topografica, tenendo a mente della forma circolare-ellittica della caldera, propone una montagna dalla morfologia piuttosto complessa con due o più picchi e/o una piccola caldera alla sommità, riducendone l'elevazione a ~{{M||u=3 700 m s.l.m.}},<ref name=":2" /> un valore decisamente inferiore a quello ipotizzato tradizionalmente per la classica forma di cono simmetrico ({{M||u=4 000-4 300 m s.l.m.}}), ma che comporterebbe per il Tambora di stare, ancora, sul podio dei più elevati in [[Indonesia]] assieme al [[Rinjani]], al [[Semeru]] e al [[Kerinci]].
[[File:Tambora crater rim 2.jpg|miniatura|I bordi della caldera del Tambora; al centro sono visibili i depositi piroclastici Brown Tuff, emessi tra {{formatnum:5900}} e {{formatnum:1200}} anni fa e sovrastati dal materiale dell'eruzione del 1815.]]
=== Storia eruttiva ===
Dalla mappa geologica del Tambora<ref name=":4" /> si evince che il vulcano, caratterizzato da eruzioni ad alto contenuto di [[silice]], entrò in attività {{M|190000}} anni fa, con eruzioni a prevalenza [[Basalto|basaltica]], [[Eruzione effusiva|effusive]]; successivamente, a partire da {{M|86000}} anni fa, ad eruzioni effusive si alternarono [[Eruzione esplosiva|eruzioni esplosive]] con presenza di [[Piroclasto|materiale di natura sia effusiva che piroclastica]] ([[andesite]] e [[andesite basaltica]]). A partire da {{M|80000}} anni fa circa, il Tambora ebbe anche delle [[Eruzione laterale|eruzioni laterali]] che formarono le decine di [[Cono di scorie|coni secondari]] che costellano il vulcano; in particolare ''Doro Donngotobi Nae'' e ''Ketupa,'' che produssero lava basaltica, furono i primi ad emergere dall'eroso Kawinda Toi; successivamente, a partire da {{M|15000}} anni, si formò la maggior parte di coni avventizi attorno all'attuale [[caldera]]; possono essere distinti, in base al tipo di eruzione laterale che li produsse, in coni [[Eruzione di tipo freatico-magmatico|freato-magmatici]] e coni piroclastici (composti da materiale [[Piroclasto|piroclastico]] più classico). I primi si formarono a causa di [[Eruzione di tipo freatico-magmatico|esplosioni freato-magmatiche]] (dovute probabilmente all'interazione tra il [[magma]] e [[Falda acquifera|falde acquifere]] sottostanti); i secondi sono più "classici", con formazione dovuta alla ricaduta di piroclasti. Alcuni coni secondari produssero [[lava]] fino alla fine della loro attività.
Con il [[Metodo del carbonio-14|metodo del radiocarbonio]] sono state confermate tre eruzioni del Tambora durante il recente [[Olocene]], sebbene la loro entità è sconosciuta. Esse sono datate a 3910 ± 200 anni a.C., 3050 a.C. e 740 ± 150 anni d.C. Erano tutte eruzione esplosive dal cratere centrale, ma la terza, a differenza delle prime due, non ha prodotto flussi piroclastici.
Dai depositi di materiale rinvenuti lungo i bordi della caldera sono state inoltre constatate due formazioni piroclastiche, Black Sands e Brown Tuff, i cui depositi, rispettivamente, possiedono uno spessore di {{M|100|u=m}} e {{M|5|–|10|u=m}}; Black Sands, che rappresenta l'inizio di un'attività a prevalenza esplosiva, deve essere stata depositata tra {{formatnum:10000}} e {{formatnum:5900}} anni fa in conseguenza di eruzioni [[Eruzione di tipo freatico-magmatico|freatico-magmatiche]], mentre Brown Tuff, dalla bassa attività [[Eruzione di tipo pliniano|pliniana]], è stata prodotta a intermittenza tra {{formatnum:5900}} e {{formatnum:1200}} anni fa secondo la tecnica del radiocarbonio ed è l'evento precedente l'eruzione del 1815. I due depositi sovrastano strati di lava effusiva, dello spessore di {{M|300|u=m}} che, a loro volta, riempiono in larga parte una precedente caldera formatasi {{formatnum:43000}} anni fa circa in conseguenza di un grande evento esplosivo-ignimbritico che distrusse in tutto o in parte uno [[Stratovulcano|stratocono]] ancestrale alto circa {{M|4000|u=m}}, un'altezza simile a quella dell'attuale vulcano prima dell'eruzione del 1815. Tale antica caldera ha un diametro di {{M|4|-|5|u=km}}, estendendosi dal picco forestale a Sud-ovest fino al picco dell'intera montagna, ed è asimmetrica a quella del 1815. Il vulcano odierno si ricostruì proprio grazie agli anzidetti flussi di lava a partire da {{formatnum:10000}} anni fa e alle due formazioni piroclastiche successive, prodotte da eruzioni esplosive. Pare che al momento del grande evento del 1815 la prima caldera non fosse stata riempita del tutto e ciò avrebbe influito sulla deposizione del materiale della grande eruzione.<ref name="ClimateChange" /><ref name="Processes" /><ref name="VsiGeology" /><ref>{{Cita libro|autore=Global Volcanism Program|curatore=Venzke, E.|titolo=Tambora (264040)|url=https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040|accesso=18 luglio 2019|anno=2013|editore=Smithsonian Institution|lingua=en|opera=Volcanoes of the World, v. 4.8.1|doi=10.5479/si.GVP.VOTW4-2013|capitolo=Photos|urlcapitolo=http://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040&vtab=Photos|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190703145404/http://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.volcanodiscovery.com/tambora.html|titolo=Tambora|sito=Volcano Discovery|lingua=en|accesso=30 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220181832/https://www.volcanodiscovery.com/tambora.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Egon T.|cognome=Degens|nome2=How Kin|cognome2=Wong|nome3=M. T.|cognome3=Zen|titolo=The Sea off Mount Tambora|url=https://books.google.it/books?id=Bw9OAQAAIAAJ&q|accesso=31 luglio 2019|data=1992|editore=Im Selbstverlag des Geologisch-Paläontologischen Instituts der Universität Hamburg|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162442/https://books.google.it/books?id=Bw9OAQAAIAAJ&q=|urlmorto=no}}</ref>
Nel 1812 il Tambora divenne fortemente attivo, con emissioni di cenere dalla sommità, esplosioni e scosse telluriche, segnali precursori dell'eruzione parossistica del 1815. L'eruzione del 1815 è una delle poche eruzioni VEI-7 degli ultimi {{formatnum:2000}} anni. Ebbe inizio ad aprile e, con esplosioni sempre più a intermittenza, terminò in luglio, sebbene emissioni di vapore e nubi di cenere vennero osservate fino al 23 agosto.
Segue un'eruzione VEI-2 nel 1819; successivamente un nuovo evento, anch'esso catalogato come VEI-2, datato tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, produce il cono di scoria dentro la caldera chiamato ''Doro Afi Toi'', e un'eruzione nel ventesimo secolo, anch'essa entro i confini della caldera.<ref>{{Cita libro|autore=Global Volcanism Program|curatore=Venzke, E.|titolo=Tambora (264040)|url=https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040|accesso=18 luglio 2019|anno=2013|editore=Smithsonian Institution|lingua=en|opera=Volcanoes of the World, v. 4.8.1|doi=10.5479/si.GVP.VOTW4-2013|capitolo=Eruptions|urlcapitolo=http://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040&vtab=Eruptions|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190703145404/http://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=264040|urlmorto=no}}</ref>
Un evento di difficile identificazione sarebbe accaduto nel 1821: è menzionato un terremoto ed un conseguente maremoto con imbarcazioni trascinate fin nell'entroterra, tuttavia il Tambora è definito tranquillo, mentre le emissioni di vapore e cenere sarebbero provenute da un vulcano ubicato a nord-est, naturalmente anch'esso di difficile identificazione.<ref>{{Cita libro|nome=Léon|cognome=Sonrel|titolo=The Bottom of the Sea|url=https://books.google.it/books?id=_oYDAAAAQAAJ&pg=PA324|accesso=2 novembre 2019|data=1870|editore=C. Scribner and Company|lingua=en|pp=323-324|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162443/https://books.google.it/books?id=_oYDAAAAQAAJ&pg=PA324|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Blick OstrandIMG 6537.jpg|sinistra|miniatura|Vista della caldera, dai {{M|6|-|7|u=km}} di diametro.]]
Il Tambora è ancora attivo, come hanno testimoniato piccoli eventi tellurici ed emissioni di vapore nel 2011.<ref name="VolcanoSi">{{Cita pubblicazione|autore=Global Volcanism Program|anno=2011|titolo=Report on Tambora (Indonesia)|rivista=Bulletin of the Global Volcanism Network|curatore=Wunderman, R.|editore=Smithsonian Institution|volume=36|numero=8|lingua=en|doi=10.5479/si.GVP.BGVN201108-264040|url=http://volcano.si.edu/showreport.cfm?doi=10.5479/si.GVP.BGVN201108-264040|accesso=4 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210329223240/https://volcano.si.edu/showreport.cfm?doi=10.5479%2Fsi.GVP.BGVN201108-264040|urlmorto=no}}</ref><ref name="Meteoweb2011">{{Cita web|url=http://www.meteoweb.eu/2011/09/allarme-in-indonesia-il-tambora-sta-per-eruttare-migliaia-di-evacuati/88191/|titolo=Allarme in Indonesia, il Tambora sta per eruttare: migliaia di evacuati|autore=Peppe Caridi|data=21 settembre 2011|accesso=30 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712110617/http://www.meteoweb.eu/2011/09/allarme-in-indonesia-il-tambora-sta-per-eruttare-migliaia-di-evacuati/88191/|urlmorto=no}}</ref> Sembra che a quest'ultimo evento è dovuta la formazione di un [[duomo di lava]] interno alla caldera, il ''Doro Api Bou.''<ref name="Volcanedoen">{{Cita web|url=http://volcanedo.de/index_en.html|titolo=Short reports Tambora|sito=Georesearch Volcanedo Germany|lingua=en|accesso=30 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190330040319/http://www.volcanedo.de/index_en.html|urlmorto=no}}</ref>
== Le dinamiche dell'eruzione ==
Prima del 1812, il Tambora è rimasto quiescente (ovvero inattivo, non spento) per almeno un migliaio di anni; nessuna eruzione precedente è stata testimoniata dall'uomo. Il vulcano ha avuto così un enorme arco temporale per accumulare la pressione sufficiente a scatenare una delle eruzioni più potenti mai testimoniate dall'uomo.
Durante la quiescenza, la camera magmatica era composta da rocce di trachibasalto, tra cui [[magnetite]], [[olivina]] e [[plagioclasio]], con contenuto di acqua dal 3% fino al 6% circa a seconda delle profondità, rispettivamente a {{M|1.5|u=km}} e almeno {{M|4.5|u=km}}; l'acqua era [[Vapore saturo|satura]] nel primo caso e inizialmente non satura nel secondo. La profondità di almeno {{M|4.5|u=km}} è richiesta affinché la pressione fosse abbastanza elevata da saturare la trachiandesite. Le temperature dovevano essere di {{M|900|-|1100|ul=°C}}. Tali rocce si evolsero dalla [[Cristallizzazione frazionata|cristallizzazione]] dei magmi in un sistema aperto. Il processo comportò, fondamentalmente, l'evoluzione del trachibasalto in trachiandesite. Il sistema aperto implicava l'intrusione di rocce di natura alcalina, di natura [[Alcalinità|acida]], che reagivano col materiale preesistente in concomitanza con un progressivo raffreddamento della camera fino a {{M|700|u=°C}}. Ciò comportava, da un lato, l'espansione e il rinforzo della camera con materiale [[Viscosità|viscoso]], dall'altro la [[solidificazione]] delle pareti della stessa con la formazione di un guscio attorno che chiuse il sistema; nel frattempo la cristallizzazione proseguiva finché il materiale all'interno non assunse la composizione vetrosa della trachiandesite alla temperatura di circa {{M|850|u=°C}} (presumibilmente la stessa temperatura del materiale eruttato) con contenuto di acqua di circa il 6%, evolvendosi in un fluido viscoso con una sovra-[[pressione]] di {{M|4000|-|5000|ul=bar}}.
L'eruzione dovette essere conseguenza del collasso delle pareti della camera magmatica dovuto all'accumulo abnorme di pressione. È possibile che il collasso non sia avvenuto repentinamente; a testimonianza di questo il raffreddamento lento della camera, nonché l'assenza di attività vulcanica fino al primo evento del 5 aprile, preceduto da fenomeni solo sporadici a partire dal 1812. Ma all'avvio delle prime fasi del collasso il processo si accelerò repentinamente; rafforzato dalla viscosità del materiale liquido, culminò prima con l'esplosione del 5 aprile e infine col parossismo ipersonico del 10 aprile che potrebbe avere disintegrato in tutto o in parte la parte sommitale del vulcano, svuotò la camera magmatica e generò la formazione della caldera.<ref name="Petrology" />
== L'eruzione del 1815 ed eventi precursori ==
{{Vedi anche|Eruzione del Tambora del 1815}}
Nel 1812 il vulcano si svegliò dopo innumerevoli anni di [[quiescenza]]; in quell'anno vi furono boati e nubi oscure provenienti dal cratere.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Richard B.|cognome=Stothers|data=15 giugno 1984|titolo=The Great Tambora Eruption in 1815 and Its Aftermath|rivista=Science|volume=224|numero=4654|pp=1191-1198|lingua=en|accesso=8 luglio 2021|doi=10.1126/science.224.4654.1191|url=https://science.sciencemag.org/content/224/4654/1191}}</ref> Nel 1814 vennero evinte dalla nave da crociera ''Ternate'' gigantesche colonne di fumo dal vulcano, così grandi che vennero confuse con l'edificio vulcanico stesso.<ref>{{Cita libro|titolo=Transactions of the Literary Society of Bombay|url=https://books.google.it/books?id=FWwoAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=tomboro+literary+society+bombay&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiWlMf2uZ7jAhVPjqQKHQfwASUQ6AEIKzAA#v=onepage&q&f=false|accesso=8 luglio 2021|data=1820|lingua=en|p=104|volume=2}}</ref>
Il 5 aprile 1815 si ebbe il primo vero e proprio fenomeno eruttivo, con enormi boati sentiti fino a 1400 km dal Tambora. Il 6 aprile, invece, il Tambora emise la [[cenere vulcanica]], che cadde fino a [[Giava Orientale|Giava orientale]]; i boati si susseguirono per giorni. Il 10 aprile ebbe inizio la fase parossistica dell'eruzione; alle 19.00 della sera, essa iniziava con 3 colonne di fuoco che si videro erompere dalla sommità del [[Cratere vulcanico|cratere centrale]], alle 20.00 piovve [[pomice]] fino a 20 cm di diametro e alle 21.00 la cenere vulcanica. Alle 22.00 un violento turbine, probabilmente [[Colata piroclastica|flussi piroclastici]], [[Monsone|attività monsonica]] contemporanea, oppure turbini d'aria a causa di aria fredda che occupava lo spazio di aria calda, meno densa, sollevatasi in alto, sradicava ogni cosa fino a Sanngar, a circa 30 km dal vulcano; inoltre, le onde, provocate probabilmente da sismi di subsidenza per la [[Caldera|formazione calderica]] o dall'interazione tra [[Acqua di mare|acqua marina]] e colate piroclastiche, arrivarono a 4 metri di altezza. Dalla mezzanotte alla sera dell'11 Aprile si udirono continuamente boati spaventosi con chiarezza fino a [[Sumatra]], a [[Bengkulu]], alla distanza di {{M|1800|u=km}}, a [[Reggenza di Muko-Muko|Muko-Muko]] a {{M|2000|u=km}}, nonché a Trumon, a {{M|2600|u=km}} di distanza dal vulcano. Nuove analisi, in accordo con le date, mostrano che l'eruzione del Tambora molto probabilmente fu udita a distanze ancora maggiori, nel dettaglio a [[Nong Khai]], distante 3352 km (2061 mi), a [[Vientiane|Vientane]], distante 3368 km (2072 mi), e forse a [[Mukdahan]], lontano 3117 km (1968 mi)<ref name=":6">name=":1">{{Cita pubblicazione|cognome=Goldrick |nome=Richard |titolo=Tambora's Rumblings in The Annals of Lang Xang |rivista=}}</ref>.
La cima del vulcano si scuoteva velocemente, a causa delle potenti onde d'urto; lo svuotamento della camera magmatica ne implicò il collasso su se stessa, creando una grossa caldera di 6–7 km di diametro.
Il 15 luglio il gigante indonesiano tornò a dormire;<ref>{{Cita libro|nome=Sophia|cognome=Raffles|titolo=Memoir of the life and public services of Sir Thomas Stamford Raffles: particularly in the government of Java, 1811-1816, and of Bencoolen and its dependencies, 1817-1824 : with details of the commerce and resources of the Eastern archipelago, and selections from his correspondence|url=http://archive.org/details/memoiroflifepubl00raff|accesso=8 luglio 2021|data=1830|editore=London : J. Murray|pp=241-250}}</ref> ma le conseguenze non finirono qua. Fino al 23 aprile del 1816 la cima era ostruita dal fumo, emesso in continuazione dal cratere.<ref>{{Cita libro|titolo=The Asiatic Journal and Monthly Miscellany|url=https://books.google.it/books?id=4clbidvyN84C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=tomboro&f=false|accesso=8 luglio 2021|data=1816|editore=Wm. H. Allen & Company|lingua=en|p=167}}</ref> I regni di Tambora e Pekat andarono distrutti e dimenticati.
L'evento vulcanico fu di gran lunga più grande dell'[[eruzione del monte Saint Helens del 1980]] e fu maggiore anche di [[Eruzione del Krakatoa del 1883|quella grandissima del Krakatoa del 1883]], sempre in Indonesia, con cui condivide il rumore più forte mai generato. L'eruzione è stata classificata [[Indice di esplosività vulcanica|VEI-7]] per via degli eventi e dei danni che ha creato; essa è della stessa magnitudine di quella del [[monte Paektu]] (946), del [[Rinjani|Samalas]] ([[Eruzione del Samalas del 1257|1257 circa]]), del [[Taupo (vulcano)|Taupo]] (II secolo d.C., [[eruzione di Hatepe]]), [[supervulcano]] e, assieme a queste, la più grande a memoria d'uomo. Secondo le stime più accurate, vennero emessi approssimativamente 100–175 km<sup>3</sup> di materiale, e ~25 km<sup>3</sup> di [[Ignimbrite|ignimbrite piroclastica]].<ref>{{Cita pubblicazione|data=1º ottobre 2014|titolo=New estimates of the 1815 Tambora eruption volume|rivista=Journal of Volcanology and Geothermal Research|volume=286|pp=93-100|lingua=en|accesso=8 luglio 2021|doi=10.1016/j.jvolgeores.2014.08.020|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0377027314002601}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=S.|cognome=Self|nome2=R.|cognome2=Gertisser|nome3=T.|cognome3=Thordarson|data=2004|titolo=Magma volume, volatile emissions, and stratospheric aerosols from the 1815 eruption of Tambora|rivista=Geophysical Research Letters|volume=31|numero=20|lingua=en|accesso=8 luglio 2021|doi=10.1029/2004GL020925|url=https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1029/2004GL020925}}</ref>
Tutto questo materiale ha fatto in modo che il 1816 sia passato alla storia come "l'[[anno senza estate]]"; a luglio e agosto, che sono i mesi generalmente più caldi, la temperatura non superava i 10 gradi, ciò causò moltissimi problemi al raccolto e all'allevamento; vi furono nevicate e gelate a Giugno in diverse località dell'[[Emisfero boreale|emisfero settentrionale]], i tramonti furono di un suggestivo rosso-giallastro. Secondo le stime, le temperature globali si ridussero da 0,5 a 0,7 C°,<ref name=":0" /> o tra 1 e 2,5 C°.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Achmad Djumarma|cognome=Wirakusumah|nome2=Heryadi|cognome2=Rachmat|data=2017-06|titolo=Impact of the 1815 Tambora Eruption to global climate change|rivista=IOP Conference Series: Earth and Environmental Science|volume=71|p=012007|lingua=en|accesso=8 luglio 2021|doi=10.1088/1755-1315/71/1/012007|url=https://doi.org/10.1088/1755-1315/71/1/012007}}</ref> Ci furono delle grosse carestie come quella di Heiligenstein. L'evento potrebbe aver avuto, dunque, conseguenze storiche importanti, aggravando la situazione post-napoleonica in Europa e come catalizzatore, ad esempio, dei [[Moti del 1820-1821|moti rivoluzionari del 1820-21]].
== Scavi archeologici ==
L'eruzione del 1815 annientò i tre regni di Tambora, Pekat e Sanggar.
Nell'estate 2004 un team guidato da Haraldur Sigurdsson, un vulcanologo islandese, incominciava gli scavi archeologici nell'area. Dopo sei settimane, sono riusciti a portare alla luce evidenze di abitazioni {{M|25|u=km}} a ovest della caldera, nelle profondità delle foreste, ma a {{M|5|u=km}} dalla costa. Il team incominciò gli scavi di ben {{M|3|u=m}} di depositi di cenere e pomice utilizzando il [[georadar]], constatando una piccola casa bruciata che conteneva i resti di due adulti, ciotole di bronzo, vasi di ceramica, attrezzi di ferro e altri manufatti.<ref name="Uri34672">{{Cita web|url=http://www.uri.edu/news/releases/index.php?id=3467|titolo=URI volcanologist discovers lost kingdom of Tambora|autore=Todd McLeish|sito=University of Rhode Island|data=21 luglio 2006|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060721214614/http://www.uri.edu/news/releases/index.php?id=3467|urlmorto=sì}}</ref> Le ricerche rivelarono che è stato il calore del [[magma]] a carbonizzare gli oggetti. Sigurdsson e il team proclamarono di avere rinvenuto la "Pompei d'Oriente".<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4748902.stm|titolo='Pompeii of the East' discovered|data=28 febbraio 2006|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061219200937/http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4748902.stm|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.bloomberg.com/apps/news?pid=10000080&sid=agqrX3FIpeQU&refer=asia|titolo=Indonesian Volcano Site Reveals `Pompeii of the East' (Update2)|data=28 febbraio 2006|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070930035748/https://www.bloomberg.com/apps/news?pid=10000080&sid=agqrX3FIpeQU&refer=asia|urlmorto=sì}}</ref> I media comunicarono al grande pubblico l'esistenza del "Regno Perduto di Tambora".<ref name="NationalGeographic2006">{{Cita web|url=http://news.nationalgeographic.com/news/2006/02/0227_060227_lost_kingdom.html|titolo="Lost Kingdom" Discovered on Volcanic Island in Indonesia|autore=John Roach|sito=National Geographic News|data=27 febbraio 2006|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061114083821/http://news.nationalgeographic.com/news/2006/02/0227_060227_lost_kingdom.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.iht.com/articles/2006/03/01/healthscience/snvolc.php|titolo='Lost kingdom' springs from the ashes|autore=John Noble Wilford|sito=International Herald Tribune|data=1º marzo 2006|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060313061251/http://www.iht.com/articles/2006/03/01/healthscience/snvolc.php|urlmorto=sì}}</ref>
Sigurdsson espresse l'intenzione di tornare nell'area l'anno successivo al fine di ritrovare i resti dei villaggi e un palazzo.<ref name="Uri34672" /> Molti villaggi sono stati convertiti all'Islam nel XVII secolo, sebbene le strutture scoperte non sembrano averne ricevuto influsso.<ref name="NationalGeographic2006" /> Sulla base di alcuni elementi, come gli artefatti in bronzo e le porcellane finemente decorate, di origine vietnamita o cambogiana, la squadra concluse che si trattava di commercianti benestanti.<ref name="NationalGeographic2006" /> La gente di Sumbawa venne conosciuta nelle Indie Orientali per i loro cavalli, il loro miele, la ricerca di [[Sandalo (essenza)|sandalo]] per incenso e medicamenti, di Biancaea sappan (una pianta tropicale asiatica) per coloranti rossi. L'area doveva essere molto produttiva dal punto di vista dell'agricoltura.<ref name="Uri34672" />
La lingua del popolo di Tambora è andata invece perduta completamente. I linguisti hanno esaminato materiale lessicale dai rapporti di [[Heinrich Zollinger|Zollinger]] e [[Thomas Stamford Raffles|Sir Raffles]] stabilendo che essa non appartenesse, come ci si aspettava, al gruppo delle [[lingue austronesiane]], ma forse era una [[lingua isolata]]; probabile che fosse parte delle [[Lingue papuane|lingue papuasiche]] a {{M|500|u=km}} o più a oriente.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Mark Donohue|data=dicembre 2007|titolo=The Papuan Language of Tambora|rivista=Oceanic Linguistics|editore=University of Hawai‘i Press|volume=46|numero=2|pp=520-537|doi=10.1353/ol.2008.0014|url=https://pdfs.semanticscholar.org/5a78/bd8f4b2f955122b6b546ff2b76508f5fd6d9.pdf|accesso=3 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190224195813/http://pdfs.semanticscholar.org/5a78/bd8f4b2f955122b6b546ff2b76508f5fd6d9.pdf|urlmorto=no}}</ref>
== Ecosistema ==
[[File:Trockensav+Tam.IMG 6628c.jpg|sinistra|miniatura|La savana che attornia il Tambora con il vulcano sullo sfondo sovrastato da nubi.]]
[[File:Savana, kempo, dompu regency, west nusa tenggara.jpg|miniatura|Immagine della savana attorno al vulcano.]]
[[File:Trichoglossus haematodus -Jurong Bird Park, Singapore-8a (1).jpg|alt=|miniatura|''Trichoglossus haematodus,'' una specie di uccello che abita l'area del Tambora.]]
Una spedizione guidata dal botanico svizzero [[Heinrich Zollinger]] giunse a Sumbawa nel 1847, con l'obiettivo di studiare l'area dell'eruzione e i suoi effetti sull'[[ecosistema]] locale. Egli fu la prima persona dopo l'eruzione ad ascendere la caldera, che persino nel 1847 era ancora coperta di fumo. Mentre Zollinger saliva, i suoi piedi affondarono più volte attraverso una sottile crosta superficiale in uno strato caldo di zolfo simile a polvere. Parte della vegetazione era già ricresciuta, persino alberi sui fianchi più bassi; fu notata in particolare una foresta di ''[[Casuarina]]'' tra {{formatnum:2200}} e {{M|2550|u=m}} d'altitudine nonché [[Prateria|praterie]] di ''[[Imperata cylindrica]]''.<ref>{{Cita|Zollinger 1855}}, citato da {{Cita|Trainor 2002}}.</ref>
Nell'agosto 2015 un team del Georesearch Volcanedo Germany seguì lo stesso tragitto di Zollinger nel 1847.<ref name="Volcanedoen" />
Il reinsediamento della popolazione civile nell'area incominciò dal 1907; una piantagione di caffè fu stabilita nel 1930 nel villaggio Pekat sui fianchi nord-occidentali. Una densa [[foresta pluviale]] di ''Duabanga moluccana'' (alberi endemici indonesiani) era cresciuta tra i {{formatnum:1000}} e i {{M|2800|u=m}} d'altezza, coprendo un'area fino a {{M|80000|ul=ha}}. Fu scoperta da una spedizione olandese guidata da Koster a de Voogd nel 1933. Dai loro resoconti, incominciarono il loro tragitto in un "paese abbastanza sterile, asciutto e caldo", e poi entrarono in una "possente giungla" con "enormi e maestosi giganti forestali". A partire dai {{M|1100|u=m}} gli alberi divennero più sottili. Sopra i {{M|1800|u=m}} trovarono cespugli fioriti di ''Dodonaea viscosa'' in fiore alternati ad alberi di ''Casuarina''. Sui pendii spogli vicini alla vetta erano presenti fiori simili a ''[[Leontopodium nivale|stelle alpine]]'' e ''Wahlenbergia''.
Una ricerca del 1896 registra 56 specie di [[Aves|uccelli]] tra cui gli [[Zosteropidae|Zosteropidi]], uccelli dai tipici occhi bianchi. Seguirono altre ricerche e vennero trovate altre specie di uccelli fino a 90 specie diverse, tra cui ''[[Cacatua sulphurea]]'', ''Zoothera'', ''[[Gracula]],'' ''[[Gallus varius]]'', ''[[Trichoglossus haematodus]]'' (specie catturate dai locali per il commercio di uccelli di compagnia in gabbia) e il ''[[Megapodius reinwardt]]'', destinato al consumo alimentare. Tuttavia le catture sono state praticate spregiudicatamente e ''Cacatua sulphurea'' è a rischio estinzione a Sumbawa.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Colin R. Trainor|data=agosto 2002|titolo=Birds of Gunung Tambora, Sumbawa, Indonesia:effects of altitude, the 1815 cataclysmic volcanic eruption and trade|rivista=Forktail|volume=18|pp=49-61|lingua=en|url=http://www.orientalbirdclub.org/publications/forktail/18pdfs/Trainor-Tambora.pdf|cid=Trainor 2002|accesso=3 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120226205950/http://www.orientalbirdclub.org/publications/forktail/18pdfs/Trainor-Tambora.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
Nel 1972, nell'area ha incominciato a operare una compagnia commerciale di [[diboscamento]] in grado di minacciare la foresta pluviale. La compagnia ha il permesso di diboscare {{M|20000|u=ha}}, pari al 25% del totale. Un'altra parte della foresta pluviale sono usate come territorio di caccia. Tra le due zone c'è una riserva naturale ove è possibile trovare [[Cervidae|cervi]], [[Bubalus bubalis|bufali indiani]], maiali selvatici, [[Pteropus|volpi volanti]] (pipistrelli), nonché diverse specie di rettili e uccelli.<ref name=":0" /> Nel 2015, l'area è stata dichiarata [[parco nazionale]] a tutela dell'ecosistema.<ref>{{Cita web|url=https://en.antaranews.com/news/98498/mount-tambora-national-park-transformed-into-new-ecotourism-destination|titolo=Mount Tambora National Park Transformed Into New Ecotourism Destination|autore=Fardah Assegaf|sito=Antara News|data=15 aprile 2015|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190603232721/https://en.antaranews.com/news/98498/mount-tambora-national-park-transformed-into-new-ecotourism-destination|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://news.mongabay.com/2015/05/geckos-moths-and-spider-scorpions-six-new-species-on-mount-tambora-say-indonesian-researchers/|titolo=Geckos, moths and spider-scorpions: Six new species on Mount Tambora, say Indonesian researchers|autore=Rahmadi Rahmad|sito=Mongabay Environmental News|data=14 maggio 2015|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170930083817/https://news.mongabay.com/2015/05/geckos-moths-and-spider-scorpions-six-new-species-on-mount-tambora-say-indonesian-researchers/|urlmorto=no}}</ref>
Oggi, l'area che circonda il vulcano è costituita da [[savana]] a est e sud, da [[Foresta pluviale|foreste pluviali]] a ovest e nord.
[[File:Macaca fascicularis in Tarutao National Marine Park.jpg|sinistra|miniatura|Il ''Macaca fascicularis'' è un [[Mammalia|mammifero]] che vive nella giungla del Tambora.]]
=== Escursionismo e naturalismo ===
Accanto a [[Vulcanologia|vulcanologi]] e [[Sismologia|sismologi]] che monitorano costantemente l'attività del vulcano, il Tambora è un'area di interesse per [[Biologia|biologi]] e [[Archeologia|archeologi]]. La montagna attrae anche per escursionismo a piedi e attività naturalistiche,<ref>{{Cita web|url=http://www.sinarharapan.co.id/feature/hobi/2003/0430/hob1.html|titolo=Hobi Mendaki Gunung|sito=Sinar Harapan|data=7 gennaio 2007|lingua=id|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070107162228/http://www.sinarharapan.co.id/feature/hobi/2003/0430/hob1.html|urlmorto=sì}}</ref> sebbene non esista turismo di massa.<ref name=":0" /> Le due città più vicine sono Dompu e Bima. I villaggi lungo le pendici del vulcano sono Sanngar, a {{M|30|u=km}} di distanza a est della montagna, Doro Peti e Pesanggrahan nella parte nord-occidentale, Calabai a ovest.
Ci sono due itinerari principali per ascendere il vulcano. Il primo incomincia nel villaggio Doro Mboha a sud-est della montagna e segue una strada asfaltata attraverso piantagioni di ''[[Anacardium occidentale]]'' fino a {{M|1150|u=m}}; termina nella parte meridionale della caldera a {{M|1950|u=m}}, da dove è possibile ascendere alla caldera solo a piedi. In un'ora da lì è possibile giungere ai bordi della medesima, di solito serve come campo base per poter monitorare il vulcano.
Il secondo itinerario ha inizio dal villaggio di Pancasila a nord-ovest della montagna, all'altezza di {{M|740|u=m}}, ed è accessibile solo a piedi; si percorrono ben {{M|16|u=km}} in circa 14 ore prima di giungere alla caldera, con diverse soste durante il cammino;<ref>{{Cita web|url=http://merapi.vsi.esdm.go.id/?static%2Fvolcano%2Ftambora%2Fmain.html|titolo=Tambora, Nusatenggara Barat|autore=A. R. Mulyana|sito=Pusat Vulkanology dan Mitigasi Bencana Geologi|data=29 settembre 2007|lingua=id|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929120305/http://merapi.vsi.esdm.go.id/?static%2Fvolcano%2Ftambora%2Fmain.html|urlmorto=sì}}</ref> è chiaramente l'itinerario più impegnativo.
Durante le escursioni è possibile ammirare una natura selvaggia con densa giungla e animali come il ''Varanus salvator'', il ''[[Malayopython reticulatus|Pitone reticolato]]'', l{{'}}''[[Accipiter]]'', il ''[[Megapodius reinwardt]]'', l{{'}}''Edolisoma dohertyi'', il ''Lichmera indistincta'', il ''[[Lichmera lombokia]]'', il ''[[Cacatua sulphurea]]'', lo ''Zosterops wallacei'', il ''Philemon buceroides'', il [[Sus scrofa|cinghiale]], ''[[Rusa timorensis]]'', il ''[[Macaca fascicularis]].''<ref>{{Cita web|url=https://tamboraku.blogspot.com/2015/10/potensi-gunung-tambora.html|titolo=Potensi Gunung Tambora|data=18 ottobre 2015|lingua=id|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190604212955/https://tamboraku.blogspot.com/2015/10/potensi-gunung-tambora.html|urlmorto=no}}</ref> Per quanto riguarda gli uccelli si segnala, tra gli altri, anche la presenza di'' Gracula venerata'', ''[[Geoffroyus geoffroyi]]'', ''Trichoglossus forsteni'' (vulnerabile) e ''[[Trichoglossus haematodus]]''.<ref>{{Cita web|url=https://avibase.bsc-eoc.org/checklist.jsp?region=IDlssu|titolo=Sumbawa lista di controllo degli uccelli - Avibase - Checklists degli Uccelli del Mondo|accesso=5 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162907/https://avibase.bsc-eoc.org/checklist.jsp?region=IDlssu|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Calderaboden des Tambora.jpg|miniatura|Il fondo della caldera con emissioni di vapore.]]
[[File:Tambora crater rim 3.jpg|sinistra|miniatura|I bordi della caldera.]]
== Esplorazione della caldera ==
Gli scienziati Zollinger (1847), van Rheden (1913) e W.A. Petroeschevsky (1947) furono i primi ad ascendere la caldera osservandola con tutta probabilità solo dai suoi bordi; ognuno di essi elaborò un'analisi sul vulcano.
Il botanico svizzero [[Heinrich Zollinger]], il primo ad ascendere la caldera nel 1847, ne fa una descrizione accurata. Egli menziona il piccolo lago verde-giallastro sul fondo della caldera deducendone le basse temperature, constata delle emissioni di gas lungo i bordi, la forma ovale a est e ovest della caldera e il [[valico]] a nord che ne unisce la parte orientale e occidentale.<ref name=":3" />
Seguì l'ascesa della montagna da parte degli altri due scienziati, van Rheden e il vulcanologo russo W.A. Petroeschevsky, rispettivamente nel 1913 e 1947.
Nel 2013, un team di ricerca tedesco (Georesearch Volcanedo Germany) ha effettuato per la prima volta una spedizione più a lungo nella caldera, profonda circa {{M|1300|u=m}} e, con l'aiuto di locali, giunse a discendere i bordi meridionali sperimentando condizioni estreme. Una scienziata del team è stata la prima donna europea e mondiale ad aver conquistato le pareti interne del vulcano.
Il team stette all'interno della caldera 9 giorni. Solo in pochi casi il piano della caldera è stato esplorato, per la ripidità dei bordi, il pericolo di frane, movimenti tellurici. Fino a ora, degli studi completi sono stati impossibili a causa di problemi logistici che hanno permesso solo soste molto brevi. Le ricerche del Georesearch Volcanedo Germany hanno incluso analisi degli effetti visibili di piccole eruzioni successive all'evento del 1815, dei gas, di flora e fauna, raccolta di dati meteorologici.
Particolarmente sorprendente è stato constatare l'alta attività del ''Doro Api Toi'' ("Gunung Api Kecil" significa "piccolo vulcano") nella parte meridionale della caldera, e l'emissione di gas ad alta pressione lungo la parte inferiore della parete nord-orientale.
Inoltre il team scoprì vicino al Doro Api Toi un duomo di lava mai menzionato negli studi scientifici, denominato ''Adik Api Toi'' ("Adik" significa fratello più giovane), per poi essere in seguito chiamato ''Doro Api Bou'' ("nuovo vulcano"). Questo duomo di lava deve essere stato prodotto nel 2011-2012, quando vi furono registrazioni di scosse telluriche e probabilmente vi fu attività vulcanica all'interno della caldera, ma non esistevano allora dati attendibili per il fondo della caldera.
Nel 2014 il Georesearch Volcanedo Germany ha effettuato una nuova spedizione nella caldera permanendo oltre 12 giorni lungo il suo piano.<ref name="Volcanedoen" />
== Monitoraggio del vulcano ==
Nel 2011 il Tambora dava segni di un possibile risveglio, poi fortunatamente scongiurato, tramite eventi tellurici all'interno della caldera da aprile con picchi di 15-20 scosse al giorno a settembre, mentre ad agosto si osservava una densa colonna di fumo bianca alta fino a 2.000 m d'altezza sopra i bordi della stessa; segni che il vulcano è ancora attivo e merita di essere monitorato.<ref name="VolcanoSi" /><ref name="Meteoweb2011" />
La popolazione indonesiana si è incrementata rapidamente dopo l'eruzione del 1815. Nel 2010 la popolazione contava 238 milioni di unità circa, di cui il 57,5% è concentrata sull'isola di Giava.<ref>{{Cita web|url=https://sp2010.bps.go.id/index.php/page/warning|titolo=Peringatan|lingua=id|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191021062034/https://sp2010.bps.go.id/index.php/page/warning|urlmorto=no}}</ref> Un evento vulcanico della portata del 1815, è stato ipotizzato, metterebbe in pericolo circa 8 milioni di persone.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Alanna Simpson|data=10 marzo 2011|titolo=Volcanic threat in developing countries of the Asia–Pacific region: probabilistic hazard assessment, population risks, and information gaps|rivista=Natural Hazards|volume=57|numero=2|pp=151-165|lingua=en|doi=10.1007/s11069-010-9601-y|autore2=R. Wally Johnson|autore3=Phil Cummins}}</ref>
L'attività sismica in Indonesia è monitorata dal Direttorato di Vulcanologia e Mitigazione del Pericolo Geologico col monitoraggio del vulcano nel villaggio Doro Peti.<ref name="Merapi">{{Cita web|url=http://merapi.vsi.esdm.go.id/?static%2Fvolcano%2Ftambora%2Fbahaya.html|titolo=Mitigasi Bencana GunungApi|sito=Pusat Vulkanologi dan Mitigasi Bencana Geologi|data=29 settembre 2007|lingua=id|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929120048/http://merapi.vsi.esdm.go.id/?static%2Fvolcano%2Ftambora%2Fbahaya.html|urlmorto=sì}}</ref> A essere adoperati sono stati i [[Sismometro|sismometri]]. Non sono stati rilevati incrementi sismici dopo l'eruzione del 1880. Tenuto in particolare sott'occhio è il cono di scoria ''Doro Api Toi.<ref name="Merapi" />''
Il Direttorato ha prodotto una mappa di [[gestione delle emergenze]] con una zona di pericolo e una zona di prudenza. La prima identifica le aree che dovrebbero essere sottoposte agli effetti diretti di un'eruzione, quali flussi di lava o flussi piroclastici; comprende la caldera e i suoi dintorni fino a {{M|58.7|u=km2}} ove ogni abitazione è proibita. La zona di prudenza identifica l'area soggetta a effetti indiretti quali [[lahar]], cenere e pomice; comprende i villaggi di Pasanggrahan Doro Peti, Rao, Labuan Kenanga, Gubu Ponda, Kawinda Toi, Hoddo, per un totale di {{M|185|ul=km2}}. È anche incluso un fiume, chiamato Guwu, nella parte meridionale e nord-occidentale del vulcano nella seconda area.<ref name="Merapi" />
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore=[[Brian Fagan]]
* {{cita libro |autore=[[Guido Caroselli
* {{cita libro |autore=Paolo Corazzon
* {{Cita libro|autore=Heinrich Zollinger|titolo=Besteigung des Vulkanes Tambora auf der Insel Sumbawa und Schilderung der Eruption desselben im Jahr 1815|url=https://books.google.it/books?id=W3FBAAAAcAAJ&printsec=frontcover|accesso=11 giugno 2019|data=1855|editore=Joh. Wurster|lingua=de|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210404162441/https://books.google.it/books?id=W3FBAAAAcAAJ&printsec=frontcover|urlmorto=no|cid=Zollinger 1855}}
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