Villa Mosconi Bertani: differenze tra le versioni

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{{C|la voce, a parte overlinking e toni enfatici/promozionali, mescola la descrizione dell'edificio e la descrizione della storia del contenuto (cantina), necessaria una sistemazione|architettura|agosto 2023}}
{{NN|architettura|agosto 2023|}}
 
{{Edificio civile
|nome edificio = Villa Mosconi Bertani
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|paese = ITA
|indirizzo = Località Novare
|divamm1 =
|città = Arbizzano di Negrar
|cittàlink = Negrar
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|longitudine = 10.946444
|stato = abitato
|periodo costruzione = [[XVII secolo]] 1735
|inaugurazione =
|stato completamento = <!-- di default è "in uso" -->
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|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Cantina Tenuta Santa Maria - Famiglia Bertani
}}
 
La '''Villa Mosconi Bertani''' (conosciuta anche come Villa Novare) è una Cantinacantina e [[villa veneta]] neoclassica risalente al [[XVIII secolo]] famosa per la lunga storia di produzione dell’Amaronedell’[[Amarone della Valpolicella|Amarone Classico Delladella Valpolicella]] oggi è proprietà di Bianca, Giovanni e Guglielmo Bertani ed è sede della cantina Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani. La tenutaTenuta ènasce come l'estensione di un precedente complesso del [[XVI secolo|secolo XVI]] ed è composta da una residenza estiva, cantina monumentale, ampio brolo (ventidue ettari) e pertinenze dedicati interamente alla [[viticoltura]]. Villa Mosconi Bertani è anche conosciuta per essere stata un importante centro del [[Romanticismo]] grazie al poeta e letterato italiano [[Ippolito Pindemonte]] nonché come luogo di nascita del vino [[Amarone della Valpolicella|Amarone]]. Essa si trova nel comune di [[Negrar]] in località [[Novare]], in [[Valpolicella]], nella [[provincia di Verona]]. In origine la Villa era sede di produzione dell’Amarone della Cav. G. B. Bertani, dal 2012 è sede di produzione dei vini di riserva di Tenuta Santa Maria della famiglia di Gaetano Bertani. La villa, il parco [[Giardino all'inglese|all'inglese]], la cantina e i suoi vigneti sono aperti al pubblico tutti i giorni per tour guidati e in occasione di eventi culturali e privati.
La villa, il parco, la cantina e i suoi vigneti sono oggi proprietà della famiglia di Gaetano Bertani e aperti al pubblico tutti i giorni per tour guidati e in occasione di eventi culturali e privati.
 
== Ambiente ==
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== Architettura ==
[[File:VILLA_MOSCONI_BERTANI_5.jpg|thumb|upright=1.4|La facciata neoclassica di Villa Mosconi Bertani|left]]
 
Il complesso è un tipico esempio dell'idea palladiana della Villa Veneta con integrazione nel progetto architettonico sia della parte produttiva e agricola legata al vino che di quella residenziale e padronale, rappresentando al centro della valle una sorta di tempio neoclassico a riferimento di una comunità che contava trentacinque famiglie residenti nella tenuta. È costituito da un edificio principale con due ali basse avanzate, terminanti in due facciate simmetriche. Sopra l'ala orientale si erge il campanile della cappella (consacrata a San Gaetano), mentre da ambo le parti due cancelli danno accesso ai rustici e alle cantine.
 
[[File:Villa Mosconi Bertani and Amarone della Valpolicella Classico vineyards.jpg|thumb|Villa Mosconi Bertani con i vigneti dell'Amarone Classico della Valpolicella]]
 
La costruzione di tutto l'impianto, ossia il corpo centrale della villa, la cappella e le cantine, avvenne nella prima metà del Settecento, ad opera dell'architetto veronese [[Adriano Cristofali]] su commissione del primo proprietario della tenuta Giacomo Fattori. Egli la fece erigere su un nucleo abitativo preesistente del Cinquecento.
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== Affreschi ==
[[File:Soffitto_Salone_Delle_Muse_Villa_Mosconi_Bertani.jpg|thumb|left|Il soffitto del salone con le allegorie delle quattro stagioni]] [[File:Salone Delle Muse Villa Mosconi Bertani.jpg|thumb|upright|Salone Delle Muse]]- Nella parte inferiore domina l'uso del finto [[bugnato]]. Nelle nicchie dipinte sono racchiuse le statue [[monocromo|monocrome]] che rappresentano le Muse delle Arti: l'Architettura, la Scultura, la Pittura, la Geometria, l'Astronomia e la Musica;
[[File:Salone Delle Muse Villa Mosconi Bertani.jpg|thumb|upright|Salone Delle Muse]]
[[File:Soffitto_Salone_Delle_Muse_Villa_Mosconi_Bertani.jpg|thumb|upright|Il soffitto del salone con le allegorie delle quattro stagioni]]
 
Il salone delle Muse, splendidamente affrescato, dove si notano i due stemmi dei Mosconi, comprende in altezza i tre piani della villa, divisi dalla balaustra in legno dipinto che li suddivide in due fasce orizzontali sovrapposte:
 
- Nella parte inferiore domina l'uso del finto [[bugnato]]. Nelle nicchie dipinte sono racchiuse le statue [[monocromo|monocrome]] che rappresentano le Muse delle Arti: l'Architettura, la Scultura, la Pittura, la Geometria, l'Astronomia e la Musica;
 
- Nella parte superiore si trovano architetture fantastiche a [[trompe l'oeil]], che danno una connotazione [[prospettiva|prospettica]] all'insieme. I dipinti monocromi laterali rappresentano le statue dell'Abbondanza e della Giustizia, mentre i satiri dipinti sopra le porte richiamano le quattro stagioni.
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== Il Parco e Giardini ==
 
Alla fine del Settecento anche a Verona cominciarono a diffondersi complessi naturalistici in armonia con la moda del tempo (inizio del [[Romanticismo]]), che vedeva prevalere il giardino all'inglese (paesaggistico, romantico, con piante esotiche, viali, luoghi isolati, angoli con finti ruderi archeologici) su quello italiano, prevalentemente verde e regolare. Su quella scia i fratelli Giacomo e Guglielmo Mosconi sistemarono i terreni retrostanti alla villa, dando loro una duplice destinazione, di giardino e di bosco. Costruirono il laghetto, alimentato dalle sorgenti presenti nella proprietà, l'isoletta al centro su cui si ergono alti [[Taxodium]], raggiungibile mediante un ponticello in legno e la casa per il caffè ispirata a simili costruzioni nord europee. Il progetto del parco fu suggerito da [[Ippolito Pindemonte]] a cui si devono alcune influenze di origine inglese da lui illustrate nel saggio pubblicato nel 1792 dall'Accademia di Scienze e Agricoltura di Padova intitolato "SopraDissertazione Isu Giardinii Inglesigiardini inglesi e sul merito in ciò dell'Italia" "Dissertazione su i giardini inglesi e sul merito in ciò dell'Italia” [https://it.wikisource.org/wiki/Dissertazione_su_i_giardini_inglesi], Ippolito Pindemonte 1817 in cui cita il filosofo, giurista e politico [[Francis Bacon (filosofo)|FrancisFrancesco BaconBacone]]:
 
[[File:Villa Mosconi Bertani - Parco dei Poeti.jpg|thumb|left|VIlla Mosconi Bertani - Il parco romantico in stile inglese della seconda metà del 1700]]
Alla fine del Settecento anche a Verona cominciarono a diffondersi complessi naturalistici in armonia con la moda del tempo (inizio del [[Romanticismo]]), che vedeva prevalere il giardino all'inglese (paesaggistico, romantico, con piante esotiche, viali, luoghi isolati, angoli con finti ruderi archeologici) su quello italiano, prevalentemente verde e regolare. Su quella scia i fratelli Giacomo e Guglielmo Mosconi sistemarono i terreni retrostanti alla villa, dando loro una duplice destinazione, di giardino e di bosco. Costruirono il laghetto, alimentato dalle sorgenti presenti nella proprietà, l'isoletta al centro su cui si ergono alti [[Taxodium]], raggiungibile mediante un ponticello in legno e la casa per il caffè ispirata a simili costruzioni nord europee. Il progetto del parco fu suggerito da [[Ippolito Pindemonte]] a cui si devono alcune influenze di origine inglese da lui illustrate nel saggio pubblicato nel 1792 dall'Accademia di Scienze e Agricoltura di Padova intitolato "Sopra I Giardini Inglesi" in cui cita il filosofo, giurista e politico [[Francis Bacon (filosofo)|Francis Bacon]]:
 
"''Un giardino, scrive Bacone di Verulamio, è il più puro de' nostri piaceri, e il ristoro maggiore de' nostri spiriti, e senza esso le fabbriche ed i palagi altro non sono, che rozze opere manuali: di fatto si vede sempre, che ove il secolo perviene al ripulimento ed all'eleganza, gli uomini si danno prima a fabbricare sontuosamente, e poi a disegnar giardini garbatamente, come se quest'arte fosse ciò che havvi [p.&nbsp;220]di più perfetto. Così Bacone[1]. L'Italia, al risorgere delle lettere e delle belle arti, fu la prima a coltivare, come gli altri studj, quello ancora delle amenità villerecce: ma convien confessare, che ora molte nazioni nell'amore ci vincono e nella cura di queste tranquille, ed erudite delizie, e che l'Inghilterra è nelle medesime la maestra delle nazioni tutte. Non è così facile il dare un'idea veramente giusta ed esatta de' giardini Inglesi, perché quest'arte venne perfezionata di [p.&nbsp;221]fresco, anzi si va tuttora perfezionando, non trovandosi forse giardino, che non abbia qualche difetto grave, il che non toglie, che se ne conoscan bene le regole, stante che sappiamo anche come debba farsi un poema, benché poema perfetto non sia mai stato fatto...."''
 
[[File:Tenuta_Santa_Maria_-_Amarone_Classico_Vineyards_-_Clos_of_Villa_Mosconi_Bertani.jpg|thumb|The 1500s twenty-two hectares Clos - Amarone Della Valpolicella vineyards]]
 
A parte delle piante sulla isoletta di carattere esotico e qualche cedro del Libano, gli alberi presenti sono quelli più consoni con le tipologie di bosco. Nel 1820 il Persico descrisse un “giardino variato da piante esotiche” che ispirò anche il pittore veronese [[Angelo Dall'Oca Bianca]].
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Per il valore storico e ambientale il parco di Villa Mosconi Bertani è censito tra gli ottanta parchi della lista dei Grandi Giardini Italiani.
 
== Ippolito Pindemonte, la contessa Elisabetta Contarini Mosconi e Ugo Foscolo ==
[[File:Ippolito Pindemonte.png|thumb|Il drammaturgo e poeta Ippolito Pindemonte]]
 
Presso la Villa abitò per dieci anni ospite della contessa [[Elisabetta Contarini Mosconi|Elisabetta Mosconi (nata Contarini)]] il drammaturgo [[Ippolito Pindemonte]] il quale, in una delle sue “Epistole in versi” scritta, nel 1800, alla contessa Mosconi così si esprimeva riguardo alla residenza:
 
''“Nell'ameno tuo Novare io vivea / teco, Elisa gentil, giorni felici”.''
 
Luogo ameno di villeggiatura quindi, grazie anche alla presenza del giardino di cui Pindemonte accenna:
 
''“Io“...io vidi l'ombre / del tuo giardin, che mi parean più belle...”''
 
Ma le intime motivazioni che spingevano Pindemonte, dal 1797 al 1807, anno della morte di Elisabetta, a permanere in modo continuativo a Novare, non erano unicamente culturali. E la località negrarese, per l'autore, non costituiva solo un mero, quanto apprezzato, luogo di villeggiatura. Fra Ippolito ed Elisabetta - afferma il Messedaglia - c'era stato del tenero: ed è proprio il poeta a rivelarlo in una missiva del 1800 destinata alla contessa:
[[File:Odissea di Omero - Ippolito Pindemonte.jpg|thumb|left | Odissea di Omero - Traduzione di Ippolito Pindemonte]]
 
<poem>
''"E pur settembre sedea sulla collina, amabil mese, ''
''E pur settembre''
 
''"E pur settembre sedea sulla collina, amabil mese, ''
''allor che Febo dall'etereo calle men caldo vibra e più gradito il raggio:''
''allor che Febo dall'etereo calle''
 
''allor che Febo dall'etereo calle men caldo vibra e più gradito il raggio:''
'' come spogliata di que' rai cocenti, cui troppo arsi una volta, in questo, ''
''come spogliata di que' rai cocenti,''
 
'' come spogliata di que' rai cocenti, cui troppo arsi una volta, in questo, Elisa,''
''Elisa, vago settembre tuo mi sei più cara."''
</poem>
 
Si aggiunge la viticoltura e la produzione di vini, annotata, con non celata ammirazione sempre dallo stesso Pindemonte:
<poem>
''...Ma lo sguardo''
''io con più duolo ancor volsi a que' vasti''
''nobili tini, che nel sen di quercia''
''stavan già per accor quelle vendemmie.''
</poem>
Nel periodo di residenza Pindemonte perfezionò anche la sua traduzione dell'[[Odissea]] di [[Omero di Bisanzio|Omero]].
 
Nel giugno 1806 [[Ugo Foscolo]] incontrò molto probabilmente nella villa il Pindemonte e dai colloqui nacque l'idea iniziale del carme ''[[Dei sepolcri]]'' che, scritto tra l'agosto del 1806 e l'aprile del 1807, fu pubblicato in questo anno a Brescia presso l'editore Niccolò Bettoni. Il Pindemonte rispose scrivendo il suo carme omonimo a quello del Foscolo e l'editore Gamberetti di Verona pubblicò sempre nel 1807 entrambe le “epistole” col titolo: “I Sepolcri - versi di Ugo Foscolo e d'Ippolito Pindemonte”. Una parte della versione del Pindemonte recita:
''“ma lo sguardo io con più duolo ancor volsi a que' vasti nobili tini, che nel sen di quercia stavan già per accor quelle vendemmie”.''
<poem>
 
''Prospetti vaghi, inaspettati incontri, ''
Nel periodo di residenza Pindemonte perfezionò anche la sua traduzione dell'[[Odissea]] di [[Omero di Bisanzio|Omero]].
 
Nel giugno 1806 [[Ugo Foscolo]] incontrò molto probabilmente nella villa il Pindemonte e dai colloqui nacque l'idea iniziale del carme ''[[Dei sepolcri]]'' che, scritto tra l'agosto del 1806 e l'aprile del 1807, fu pubblicato in questo anno a Brescia presso l'editore Niccolò Bettoni. Il Pindemonte rispose scrivendo il suo carme omonimo a quello del Foscolo e l'editore Gamberetti di Verona pubblicò sempre nel 1807 entrambe le “epistole” col titolo: “I Sepolcri - versi di Ugo Foscolo e d'Ippolito Pindemonte”. Una parte della versione del Pindemonte:
 
''Prospetti vaghi,inaspettati incontri, ''
 
''bei sentieri, antri freschi opachi seggi, ''
 
''lente acque e mute all'erba e ai fiori in mezzo, ''
 
''precipitanti da' alto acque tonanti, ''
 
''dirupi di sublime orror dipinti...''
</poem>
 
== Viticoltura, Brolo e Cantina ==
La villa è colloca nella valle di Novare caratterizzata da terreni prevalentemente calcarei e in piena zona Classica della Valpolicella, area di produzione del Valpolicella Classico Doc, Valpolicella Classico Ripasso Doc, Amarone Classico Docg e Recioto Della Valpolicella Doc.
[[File:Amarone Barrels at Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.jpeg|alt=|miniatura|249x249px|Le cantine con le botti di inizio 1800. Foto di Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani]]
[[File:Amarone_drying_racks_at_Tenuta_Santa_Maria_di_Gaetano_Bertani.jpeg|alt=|left|miniatura| Arelle per l'appassimento delle uve. Foto Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.]]
La VIlla è colloca nella zona Classica della Valpolicella, zona di produzione del Valpolicella Classico Doc e Amarone Classico Docg. La grande cantina di Villa Mosconi è una delle più antiche esistenti in continua attività in Italia. La valle fu probabilmente sede di produzione vitivinicola già in epoca romana e le prime testimonianze scritte parlano di una cantina di produzione già [[X secolo]] dopo Cristo (anno 900 d.C.).
{{Approfondimento
|larghezza = 280px|left
|titolo = Il Brolo - Clós dell'Amarone Riserva
|dim-testo = 90%
|contenuto = Al XVI Secolo risalgono le prime mappe che raffigurano Brolo di 22 ettari cintato da un muro di quattro metri di altezza realizzato in modo analogo ai Clos della Borgogna al fine di proteggere i migliori vigneti della valle di Novare dai furti delle uve e danni procurati dagli animali selvatici. All’interno del brolo furono racchiuse le parcelle utilizzate per i vini ''cru'' e di riserva della cantina, scelte per le migliori caratteristiche di terreno, particolare microclima e costante qualità delle uve. Questo grande vigneto cintato è probabilmente l'ultimo perfettamente conservato nel veronese risalente al XVI e dalle sue uve viene tuttora prodotto l'Amarone Riserva di Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani...
La VIlla è colloca nella zona Classica della Valpolicella, zona di produzione del Valpolicella Classico Doc e Amarone Classico Docg. }}La grande cantina di Villa Mosconi è una delle più antiche esistenti in continua attività in Italia. La valle fu probabilmente sede di produzione vitivinicola già in epoca romana e le prime testimonianze scritte parlano di una cantina di produzione già [[X secolo]] dopo Cristo (anno 900 d.C.).
 
[[File:AmaroneEarly Barrels1800s barrels at Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.jpeg|alt=jpg|miniatura|249x249pxleft| Le cantine con le botti di inizio 1800. Foto di Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani]]
La produzione di vini vide un'importante espansione durante la proprietà della famiglia Mosconi a fine del [[XVIII secolo]] e successivamente con la famiglia Trezza [[Secolo XIX secolo]] quando arrivò ad una notevole capacità produttiva, rappresentando una delle più grandi cantine italiane dell'epoca producendo più di un milione di bottiglie e impiegando ventisei famiglie come testimonia il libro fotografico e relazione di M. Lotze. Questo reportage fotografico e relazione agronomica di notevole pregio artistico e valore storico, rappresenta un documento unico nel suo genere per Verona illustrando nel dettaglio le innovazioni introdotte per la prima volta in questa tenuta Nell'Ottocento la produzione vantava già l'adozione del metodo ad alta densità di coltivazione della vite "[[Guyot semplice|Guyot"]] e una grande specializzazione della cantina nella produzione e esportazione di vini di pregio. La relazione fu commissionata intorno al 1882 e viene tuttora conservata dalla [[Accademia di Agricoltura di Verona|Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona]]. L'appellativo "[[Amarone]]" riferito al vino tipico della Valpolicella venne successivamente coniato proprio qui nel [[1936]] quando si mise appunto il metodo di fermentazione delle uve appassite per produrre questo pregiato vino secco.
 
La produzione di vini vide un'importante espansione durante la proprietà della famiglia Mosconi a fine del [[XVIII secolo]] e successivamente con la famiglia Trezza [[Secolo XIX secolo]] quando arrivò ad una notevole capacità produttiva, rappresentando una delle più grandi cantine italiane dell'epoca producendo più di un milione di bottiglie e impiegando ventisei famiglie come testimonia il libro fotografico e relazione di M. Lotze. Questo reportage fotografico e relazione agronomica di notevole pregio artistico e valore storico, rappresenta un documento unico nel suo genere per Verona illustrando nel dettaglio le innovazioni introdotte per la prima volta in questa tenuta Nell'Ottocento la produzione vantava già l'adozione del metodo ad alta densità di coltivazione della vite "[[Guyot semplice|Guyot"]] e una grande specializzazione della cantina nella produzione e esportazione di vini di pregio. La relazione fu commissionata intorno al 1882 e viene tuttora conservata dalla [[Accademia di Agricoltura di Verona|Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona]]. L'appellativo "[[Amarone]]" riferito al vino tipico della Valpolicella venne successivamente coniato proprio qui nel [[1936]] quando si mise appunto il metodo di fermentazione delle uve appassite per produrre questo pregiato vino secco.
Dal 1953 la cantina ebbe un'ulteriore sviluppo con l'acquisizione da parte della famiglia Bertani. Dalla metà del 2012 la proprietà è sede della Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani che prosegue la più che secolare tradizione vitivinicola di famiglia.
 
Dal 1953 la cantina ebbe un'ulteriore sviluppo con l'acquisizione da parte della famiglia Bertani. Dalla metà del 2012 la proprietà è sede della Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani che prosegue la più che secolare tradizione vitivinicola di famiglia con la produzione dei vini della Valpolicella tra cui l'Amarone Classico.
 
== Bibliografia ==
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* Pierpaolo Brugnoli e Arturo Sandrini (a cura di), ''L'architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea'', Verona, 1994.
* {{cita libro|R.|Dal Negro|Novare Storia e Notizie di un'antica comunità Valpolicellese|2007|edizioni Damolgraf|Negrar Verona}}
*Giuseppe Conforti, ''Villa Fattori-Mosconi-Bertani detta "Villa Novare"'', in ''Centootto Ville della Valpolicella'', testo di Giuseppe Conforti, foto di Lou Embo e Fulvio Roiter, Verona, 2016, pp. 262-277&nbsp;262–277.
* [[s:I sepolcri (Pindemonte)|I Sepolcri (Ippolito Pindemonte)]]
* [[s:Dissertazione su i giardini inglesi|Dissertazione Sui Giardini Inglesi (Ippolito Pindemonte)]]
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni }}
* {{cita web|http://www.mosconibertani.it|Sito ufficiale della Villa Mosconi Bertani}}
* {{cita web|http://www.tenutasantamaria.wine|Sito ufficiale sdi Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani}}
 
== Su altri progetti ==
* [[s:I sepolcri (Pindemonte)|I Sepolcri (Ippolito Pindemonte)]]
* [[s:Dissertazione su i giardini inglesi|Dissertazione Sui Giardini Inglesi (Ippolito Pindemonte)]]
 
{{Valpolicella}}
{{portale|architettura|Veneto|Verona}}
[[Categoria:Arbizzano]]
 
[[Categoria:Ville di Negrar di Valpolicella|Mosconi]]
[[Categoria:Giardini all'inglese in Italia]]