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<nowiki>{{cita web|url=|titolo=|accesso=}}
</nowiki>
<nowiki><ref name="Castignani Templari e Ospitalieri nelle Marche, pag. 150"/></nowiki>
==Storia==
L'origine e la fondazione del primo insediamento di questo borgo sono riconducibili allo spostamento di piccole comunità provenienti dalle zone della riviera che, per sottrarsi ai [[saccheggio|saccheggi]], risalirono i corsi d'acqua, tra cui il fiume Tronto, e si stanziarono tra i monti, scegliendo un'ubicazione che garantiva maggiore sicurezza. Il paese acquistò rilevanza a seguito del passaggio della [[Via Salaria|Salaria]], [[Strade romane|via consolare]] costruita dagli [[civiltà romana|antichi romani]] per collegare la città di [[Storia di Roma|Roma]] con il [[mare Adriatico]] generando un canale commerciale per il traffico ed il trasporto del [[sale]]. Con la presenza della strada arrivarono anche i pericoli e fu allora che gli abitanti protessero le loro case cingendo di [[Mura (fortificazione)|mura]] il piccolo borgo. La possibilità di accesso all'interno dell'incasato era regolata da una porta che restava aperta durante il giorno e chiusa di notte. Di questo ingresso oggi rimane solo la memoria della ''via del Portone''.
 
{{Vitigno
Dall'indagine storica e documentale, condotta da Carlo Castignani, eseguita scegliendo il criterio dell'ordine cronologico e volta ad indagare la presenza dei Templari e dei Cavalieri Ospitalieri nelle Marche, emergono riscontri sulla loro presenza nel territorio della [[Valle del Tronto]] ed in particolare a Pescara del Tronto dall'inizio del [[XIV secolo]].
|nome = Pecorino
|immagine = Vitigno Pecorino di Arquata del Tronto - Grappoli d'uva.jpg
|didascalia = Grappoli d'uva Pecorino
|dim =
|sinonimi = citati nel corpo dell'articolo
|paese_origine = ITA
|colore = bacca bianca
|paese = ITA
|regione_ITA = Marche
|regione_ITA2 = Umbria
|regione_ITA3 = Abruzzo
|regione_ITA4 = Lazio
|DOCG = [[Offida (vino)|Offida]]
|DOC = [[Abruzzo (vino)|Abruzzo]]
|DOC2 = [[Colli Maceratesi bianco|Colli Maceratesi]]
|DOC3 = [[Controguerra bianco|Controguerra]]
|DOC4 = [[Falerio dei Colli Ascolani|Falerio]]
|DOC5 = [[Terre Tollesi|Terre Tollesi o Tollum]]
|fonte = http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=184
}}
[[File:Bolletino Ampelografico pagina 660.png|thumb|Bollettino ampelografico: tabella della provincia di Ascoli con analisi del vitigno eseguite il 14 novembre 1875]]
[[File:Pecorino Uva.jpg|miniatura|Pianta di Pecorino coltivata ad Arquata del Tronto]]
Il '''pecorino''' è un [[vitigno]] a bacca bianca impiegato esclusivamente per la [[vinificazione]]<ref name=":0">{{Cita web|url=http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=184|titolo=Registro Nazionale delle Varietà di Vite|autore=A. Ciardi|sito=catalogoviti.politicheagricole.it|accesso=26 febbraio 2017}}</ref> diffuso nelle [[Marche]], in [[Abruzzo]] e, in misura minore, in [[Lazio]] e [[Umbria]]<ref name="Aragona_2014">{{Cita|Aragona 2014}}.</ref>. Il vitigno è iscritto con DM del 25.05.1970 al Catalogo Nazionale delle Varietà che identifica il territorio delle province di [[Provincia di Ascoli Piceno|Ascoli Piceno]], [[Provincia di Macerata|Macerata]] ed [[Provincia di Ancona|Ancona]] come raccomandato alla coltivazione.<ref name=mazzonivit2>{{Cita web|url=http://www.albertomazzoni.it/i-vitigni-marchigiani/6/|titolo=I VITIGNI MARCHIGIANI ‹ Alberto Mazzoni|accesso=5 aprile 2017}}</ref>.
 
Oltre ad essere utilizzato per la produzione dell'[[Pecorino (vino)|omonimo vino]], concorre alla formazione del [[Denominazione di origine controllata e garantita|vino DOCG]] [[Offida (vino)|Offida]] e di diversi [[Denominazione di origine controllata|vini DOC]] fra cui il [[Falerio dei Colli Ascolani]]<ref name="Pollini_2010">{{Cita|Pollini 2010}}.</ref>. La superficie coltivata, in ascesa dagli [[anni 2000]], ha toccato nel [[2010]] i 1114 [[Ettaro|ettari]]<ref name=":0" />.
Lo [[Storiografia|storiografo]] si è avvalso delle [[Fonte primaria|fonti]] in maniera diretta e sostiene che in questo paese potrebbe essere sorto uno dei primi insediamenti templari delle Marche. <ref name="Castignani Templari e Ospitalieri nelle Marche, pag. 150">C. Castignani, ''Templari e Ospitalieri nelle Marche (XII-XIV secolo)'', ''op. cit.,'' pag. 150.</ref>
 
== Storia ==
Giuseppe Fabiani ricorda che, nel corso del XV secolo, a Pescara del Tronto vi era una delle «''case ospitaliere''» comprese nel distretto di Ascoli e dislocate lungo il tratto della Salaria che attraversava la montagna. Lo storico scrive che queste case, collocate sul tracciato della consolare romana, all'epoca frequentatissima, probabilmente non erano dei veri e propri ospedali, ma piuttosto ospizi dedicati all'accoglienza, dove viandanti e pellegrini potevano fermarsi e «''trovare un letto, un pane e un cuore fraterno''.» <ref>G. Fabiani, ''Ascoli nel Quattrocento'', Vol. II, ''op. cit.,'' pag. 255.</ref>
L'origine di questo vitigno è stata oggetto di dibattiti e convegni a livello locale a partire dagli [[anni 2000]].<ref>{{Cita web|url=http://www.spoletonline.com/index.php?page=articolo&id=132475|titolo=Spoletonline.com {{!}} 'Il pecorino: un vitigno tra i monti dell'Umbria e le colline delle Marche', convegno a La Spina di Campello|lingua=it|accesso=2019-02-07}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilcentro.it/pescara/vino-verticale-di-tre-annate-il-pecorino-in-purezza-esalta-1.300968|titolo=Vino, verticale di tre annate il pecorino in purezza esalta|autore=01 Aprile 2014|sito=Il Centro|lingua=it-IT|accesso=2019-02-07}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.acquabuona.it/2011/07/gli-stati-generali-delluva-pecorino/|titolo=Gli stati generali dell’uva pecorino|sito=Acquabuona Rivista enologica online|data=2011-07-14|lingua=it-IT|accesso=2019-02-07}}</ref> La sua coltivazione è ampiamente documentata a partire dalla seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]],<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.consorziovinipiceni.com/it/vino/vitigni-radici-piantate-in-terra-picena.html|titolo=Vitigni: radici piantate in terra Picena|pubblicazione=|data=|accesso=5 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita|Esposizione 1872}}.</ref><ref>{{Cita|Bollettino 1876}}.</ref> ed è generalmente considerato un'antica varietà originaria dell'area dei [[Monti Sibillini]].<ref>{{Cita libro|autore=|nome=J.|cognome=Robinson|nome2=J.|cognome2=Harding|nome3=J.|cognome3=Vouillamoz|titolo=Wine Grapes: A complete guide to 1,368 vine varieties, including their origins and flavours|url=https://books.google.it/books?id=YGTnD2wGn94C&pg=PT1408|accesso=29 marzo 2017|lingua=en|p=1408|cid=Robinson 2013}}</ref>
L'enologo Alberto Mazzoni, riprendendo da Molon, sostiene che le sue caratteristiche sono quelle di una varietà «di antica coltivazione» delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria «ritenuto comunque un vitigno italico di origine marchigiana».<ref name=mazzonivit2 /> Non sono chiare le origini del suo nome, il quale potrebbe avere origini bucoliche: secondo alcuni studi sembrerebbe derivare dal fatto che le pecore condotte al pascolo nelle alte zone del fiume Tronto trovassero appetibili gli acini d'uva.<ref>{{Cita libro|autore=A.I.S.MARCHE|titolo=SOMMELIERS - MARCHE MAGAZINE}}</ref>
 
La prima fonte documentale risale all'anno [[1526]] ed è contenuta negli Statuti di Norcia (PG) dove si trova un riferimento a «vigne de pecurino»:
Dalla relazione della visita pastorale del [[vescovo]] ascolano Nicolò Aragona, avvenuta tra il [[1580]] ed il [[1581]], si apprende che nel paese era già stata istituita la [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] del [[Corpus Domini]]. <ref>G. Fabiani, ''Ascoli nel Cinquecento'', Vol. I, ''op. cit.'', pag. 402.</ref>
 
{{Citazione|Che chi ha vigne degano piantare lu canneto.<br/>Item statuimo et ordinamo che per havere abundantia de pali per mantinire le vigne delli homini della terra de Norsia, suo contado, et districto, tucti et singoli homini della dicta terra et suo districtio che hanno le vigne de pecurino nel dicto districto sieno tenuti et degano, per fino ad dui anni da numerarse dal dì della publicatione dello presente statuto, piantare et ponere nelle loro vigne o possessioni admino mezo staro de canne et epse da poi continuamente mantenere ad pena de cento soldi per ciaschuno che contrafarà. Et che nullo nelle dicte canne o canniti dega dare danno ad pena de dece soldi per ciascuna fiata. Et che ciascuno iurato sia tenuto repportare quilli che daranno damno nelle dicte canne pena de soldi dece.|Statuti di Norcia, Liber Tertius, Rubrica CXII}}
Nell'anno [[1750]], il nome della «''Villa di Pescara''» è citato nelle pagine del Cabreo della Commenda dell'[[Sovrano militare ordine di Malta|Ordine di Malta]] di San Giacomo di Norcia, appartenente all'[[Cavalieri gerosolimitani|Ordine Gerosolimitano]].<br>
Il paese è menzionato a proposito dei possedimenti che la stessa [[Commenda]] di San Giacomo di Norcia, aveva in questo borgo e nelle campagne del suo territorio. Nelle mappe descrittive che illustrano la raccolta documentale vi sono rappresentate le proprietà delle campagne e delle case di Pescara e del vicino paese di Vezzano, entrambi del Contado di Arquata. I disegni che riproducono schematicamente i beni inventariati sono realizzati a [[matita]], [[inchiostro]] ed [[acquerello]] su [[carta]], alcuni sono corredati da una leggenda in calce. <ref>AA. VV., Conoscere l'Archivio di Norcia, Vol. II, Norcia ed Arquata del Tronto, op. cit., pag. 76.</ref>
 
Questa norma obbligava chiunque fosse proprietario di un [[vigneto]] di pecorino nella ''Terra di Norcia e suo Contado e Distretto'' a dover piantare un [[canneto (ecologia)|canneto]] per impiegare le [[arundo donax|canne]] come sostegni adatti a sorreggere i filari. Inoltre prevedeva la pena di 10 soldi per chiunque procurasse danno ai vigneti, specificando che ogni testimone era tenuto a dare informazioni su coloro che avessero procurato la rovina delle canne a pena di 10 soldi. La statuizione aveva validità sull'intero territorio sottoposto alla giurisdizione norcina che all'epoca comprendeva anche la ''Terra d'Arquata e le sue ville''. Quest'ultime costituivano l'unica annessione alla città [[Umbria|umbra]] dall'anno [[1497]].<ref>{{cita libro|nome=AA. VV.|cognome=|titolo=Conoscere l'Archivio di Norcia, Vol. II, Norcia ed Arquata del Tronto|anno=1997|editore=Comune di Norcia Assessorato Affari Generali| città=Norcia}} pag. 15.</ref><ref>Arquata si affrancò dalla dipendenza norcina, il 14 marzo 1584, quando [[papa Gregorio XIII]] estinse il vicariato arquatano goduto da Norcia. Tornò sotto la giurisdizione umbra nel 1606 con il dispositivo della sentenza emessa dal cardinale Pietro Aldobrandini che restituì a Norcia la commenda di Arquata. {{cita libro|nome=AA. VV.|cognome= | titolo=Conoscere l'Archivio di Norcia, Vol. II, Norcia ed Arquata del Tronto|anno=1997|editore=Comune di Norcia Assessorato Affari Generali| città=Norcia }} pag. 17.</ref>
Nell'anno [[1798]] il nome del paese è annoverato nel testo del ''Tomo 1'' della ''Collezione di carte pubbliche, proclami, editti, ragionamenti ed altre produzioni tendenti a consolidare la rigenerata Repubblica Romana'' nell'elenco dei paesi appartenenti al [[Dipartimento del Tronto]] del Cantone di [[Acquasanta Terme|Acquasanta]]. <ref>{{cita web|url= https://books.google.it/books?id=WjohJ-zKYDgC&pg=PA485&dq=croce+vezzano+arquata+del+tronto&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjs8YzUsLLiAhUNCuwKHZkrBK0QuwUIVzAJ#v=onepage&q&f=false|titolo=Collezione di carte pubbliche, proclami, editti, ragionamenti ed altre produzioni tendenti a consolidare la rigenerata Repubblica Romana - Dipartimento del Tronto – Cantone di Acquasanta|accesso=26 maggio 2019}}</ref>
 
Nel [[XIX secolo]], con la sistematizzazione dell'[[ampelografia]] viene redatto il primo bollettino esaustivo delle varietà di vitigni della penisola, pubblicato nel 1876 dal Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio, che rende noti i risultati dell'analisi eseguita nel 1875; i comuni che segnalano la presenza di vitigni pecorini sul proprio territorio sono molti, distribuiti fra le province di Pesaro, Ancona, Macerata e Teramo.<ref>{{Cita libro|nome=Italy Ministero di agricoltura, industria e|cognome=commercio|titolo=Bolletino Ampelografico|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=n4cXAAAAYAAJ&q=pecorino#v=snippet&q=pecorino&f=false|accesso=2025-03-19|data=1876|editore=Ministero|lingua=it}}</ref>
Nel testo dell' ''Indice di tutti i luoghi dello [[Stato Pontificio]] colla indicazione della rispettiva Legazione o Delegazione in che sono compresi nel Distretto Governo e Comune da cui dipendono le Diocesi alle quali sono essi soggetti e coll'epilogo in fine dei Distretti e Governi di ciascuna Legazione o Delegazione desunto dall'ultimo riparto territoriale ripromesso coll'Editto del 5 luglio [[1831]]'' questo paese risulta come: «''Frazione di Arquata soggetta a quel Governo: Distretto, [[Delegazione apostolica di Ascoli|Delegazione]] e Diocesi di Ascoli. Anime 515.''»
 
Un'ulteriore citazione della denominazione del vitigno «''chiamato Pecorino''», coltivato sulle montagne di Arquata, si legge nel Bollettino degli Agricoltori edito nel 1901 che riporta le notizie fornite dalla Cattedra ambulante di agricoltura della Provincia di Ascoli Piceno. Il vitigno è descritto come un «''[[Riesling]]''» da cui si ricava «''un prodotto abbontate e molto stimato''» <ref>{{cita libro |AA. VV.|Società degli Agricoltori Italiani Bollettino Quindicinale - Volume VI |Anno VI 1901|Sede della Società - Via Poli n. 53|Roma}}pag. 754.</ref>
===Epigrafia===
Nell'anno 1903, la stessa definizione di vitigno Pecorino con caratteristiche di Riesling compare nel testo di Savatore Mondini.<ref>{{cita libro |Salvatore Mondini|Vitigni Stranieri da Vino coltivati in Italia|Anno 1903|G. Barbera Editore|Firenze}}pp. 85-86.</ref>
 
Nella provincia di Ascoli Piceno, attualmente area di maggior produzione, il vitigno non è citato fra le varietà maggiormente diffuse.<ref>{{Cita libro|nome=Italy Ministero di agricoltura, industria e|cognome=commercio|titolo=Bolletino Ampelografico|url=https://books.google.it/books?id=n4cXAAAAYAAJ&vq=pecorino&hl=it&pg=PA458|accesso=2025-03-19|data=1876|editore=Ministero|lingua=it|p=458}}</ref> Tuttavia, la denominazione del vitigno ''pecorino bianco'' si trova nella tabella della provincia di Ascoli dove sono riportate le notizie della [[cultivar]] descritto come: «''uva di montagna favorita dal signor conte Adriano Gallo''», noto proprietario di immobili e terreni coltivati a vigneto nel comprensorio di Arquata del Tronto<ref>Adriano Gallo dei conti di Amandola, proprietario di immobili e terreni coltivati a vigneto nel comprensorio di Arquata del Tronto. {{cita web|url=http://www.archivi-sias.it/inventari/asap/ContiGallodiAmandola.pdf|titolo=Archivio privato dei conti Gallo di Amandola - Secoli XVI-XX|accesso=…….febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190209180045/http://www.archivi-sias.it/inventari/asap/ContiGallodiAmandola.pdf|dataarchivio=9 febbraio 2019|urlmorto=sì}}</ref> membro della commissione ampelografica di Ascoli Piceno.<ref>{{cita web|url= https://books.google.it/books?id=n4cXAAAAYAAJ&pg=PA702&dq=pecorino+vitigno&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjhg-7oyqTgAhWlyoUKHQHyDWAQuwUITDAH#v=onepage&q=Adriano%20Gallo&f=false|titolo=Bullettino ampelografico, Fascicolo I, anno 1875, pp. 6, 660|accesso=7 febbraio 2019}}</ref>
Fra i [[vicolo|vicoli]] del paese, su alcuni [[Architrave|architravi]] delle porte delle abitazioni più antiche si scorgevano [[epigrafia|epigrafi]], date e [[stemma|stemmi]]. In uno, di forma circolare, si notavano scolpite in [[bassorilievo]] un paio di [[forbici]] poste al centro della data [[1410]]. Probabilmente il piccolo stabile era stato la [[bottega]] di un [[sarto]] o di un tosatore di [[Ovis aries|pecore]]. Un altro architrave mostrava la data [[1550]] ed un altro ancora un'[[epigrafe]] in [[dialetto]] dal significato sconosciuto.
 
Nel corso del [[XX secolo]] la sua coltivazione si ridusse ad aree molto limitate, quali la valle di [[Arquata del Tronto]] e le zone pedemontane della provincia di Macerata<ref name=mazzonivit2 />.
Lo stemma più antico era il [[cristogramma]] che recava la sigla [[medioevo|medioevale]] [[IHS]], [[grafema]] del [[Santissimo Nome di Gesù|nome di Gesù]], scalpellato al centro di un [[cerchio]]. Il [[trigramma]] era stato diffuso dallo stesso [[Bernardino da Siena|san Bernardino da Siena]], [[frate]] dell'ordine dei [[Ordine dei frati minori |minori francescani]], che nel corso del [[XV secolo]] ha scelto come meta delle sue predicazioni anche vari luoghi del territorio della Terra d'Arquata. <ref>N. Galiè, C. Vecchioni, ''Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali'', ''op. cit.'', pag. 110.</ref>
 
Nel 1970 il vitigno Pecorino (cod. 187) è stato iscritto presso il Registro Nazionale del Ministero dell'Agricoltura (G.U. 149 - 17/06/1970) nel quale viene citato anche l'unico sinonimo ufficiale "Vissanello".
==.==
 
Dimenticato durante la fase di rinnovamento dei vigneti avvenuta negli [[Anni 1970|anni ’70]], il pecorino era rimasto confinato nei vecchi impianti delle zone pedemontane di Ascoli Piceno e Macerata ed è stato riscoperto<ref name=":0" /> da Guido Cocci Grifoni negli [[Anni 1980|anni Ottanta]] nella frazione di [[Pescara del Tronto]], dove si trovavano antichi vigneti sopravvissuti alla [[Daktulosphaira vitifoliae|fillossera]].<ref>{{Cita web|url=https://ecodelvettore.wordpress.com/2016/10/13/quel-vitigno-delle-zone-terremotate-di-maura-firmani/|titolo=“Quel vitigno delle zone terremotate”- di Maura Firmani|autore=Valentina Trenta|sito=L'Eco del Vettore|data=13 ottobre 2016|accesso=5 aprile 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170406023336/https://ecodelvettore.wordpress.com/2016/10/13/quel-vitigno-delle-zone-terremotate-di-maura-firmani/|dataarchivio=6 aprile 2017}}</ref> È stato reintrodotto a partire dal [[1984]] nella provincia di [[Ascoli Piceno]] ed in diverse località marchigiane ed abruzzesi<ref>{{Cita |Robinson 2013}}.</ref>.
 
Alcune accessioni di Pecorino sono sopravvissute al periodo fillosserico franche di piede in virtù del fatto che venivano coltivate in alcuni particolari terreni isolati e/o tendenzialmente sabbiosi dove l’afide non era in grado di riprodursi.
====Chiesa di Santa Croce====
Nel paese restano le macerie della [[chiesa (architettura)|chiesa]] parrocchiale dedicata alla Croce, implosa durante la prima scossa del sisma del 24 agosto 2016. Era stata edificata nella zona più alta del borgo dopo il [[313|313 d.C.]], anno in cui l'[[imperatore]] [[Costantino I]] veva concesso la libertà di culto.
 
Nell’azienda Guido Cocci Grifoni la prima produzione di vino ottenuto da uve Pecorino vinificate in purezza risale al 1990. Grazie alla prima opera di valorizzazione dell’azienda Cocci Grifoni il vitigno si è diffuso rapidamente nell’area di Offida e nei comuni limitrofi fino ad arrivare ad essere tra i più rappresentativi del territorio regionale con oltre 1000 ettari coltivati. Guido Cocci Grifoni, grazie alla riscoperta ed alla valorizzazione del Pecorino, avvia il dibattito sulla coltivazione dei vitigni autoctoni sul territorio regionale in contrapposizione ai vitigni internazionali, come Chardonnay e Sauvignon.
Il silenzio delle fonti documentali non consente di individuare la data precisa di fondazione avvenuta ad opera dei [[Cavalieri gerosolimitani|Cavalieri di Gerusalemme]] del [[Priorato gerosolimitano]]. La chiesa è rimasta di loro proprietà fino al [[1857]], anno in cui gli stessi l'hanno ceduta al [[vescovo]] della Diocesi di Ascoli. <ref name="Galiè, Vecchioni - Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, p. 105">N. Galiè G. Vecchioni, ''Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit.'', pag. 105.</ref>
 
Ma il battesimo del Pecorino d'Abruzzo avviene nel 1997, quando Luigi Cataldi Madonna inserisce per la prima volta il nome del vitigno in etichetta, con una produzione iniziale di circa 2.000 bottiglie provenienti da un vigneto di 8.000 metri quadrati. Questo gesto ha avuto un impatto determinante sul riconoscimento e sulla diffusione del Pecorino, contribuendo in modo decisivo alla sua riscoperta e valorizzazione nel contesto vitivinicolo nazionale. In merito a tale scelta, Cataldi Madonna ha affermato: «Nomina sunt numina — dare un nome significa dargli identità».<ref>1 Ian D’Agata, Native Wine Grapes of Italy, University of California Press 2014, p. 388;
La ragione della dedicazione alla [[croce cristiana|Croce]] è nata perchè, al suo interno, vi era custodita una piccola [[reliquia]] riportata da uno sconosciuto abitante che aveva partecipato alle [[Crociata|Crociate]] e, tornato in [[patria]], aveva voluto dare il nome "della Croce" alla chiesa già esistente.
https://www.winespectator.com/articles/the-nutty-professor-of-pecorino-the-new-abruzzo-part-3
https://acquabuona.it/2012/02/una-chiacchierata-con-luigi-cataldi-madonna
https://www.gazzettadelgusto.it/abruzzo/cataldi-madonna-cantina-che-ha-rilanciato-il-pecorino
https://www.gamberorosso.it/vino/migliori-vini-pecorino-abruzzo-meno-di-20-euro
</ref>
 
Nel giro di pochi anni, il vitigno ha conosciuto uno sviluppo significativo. Secondo dati aggiornati, in Abruzzo si contano circa 1.260 ettari vitati a Pecorino, per una produzione annua di 218.560 quintali d’uva e oltre 18 milioni di bottiglie.<ref>Agroqualitaspa-Consorzio di Tutela Vini D’Abruzzo. </ref> La capillarità della sua coltivazione evidenzia come l'Abruzzo sia divenuto il territorio d'elezione per questo vitigno, oggi considerato uno dei più interessanti a bacca bianca dell’Italia centrale.
L'edificio consacrato mostrava un'[[architettura]] di essenziale semplicità riferibile ai secoli [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo|XVIII]]. <ref>{{cita web|url=http://www.diocesiascoli.it/index.php/diocesi/dettaglio-parrocchia/pescara-del-tronto-s.-croce|titolo=Parrocchia di Santa Croce di Pescara del Tronto|accesso=10 maggio 2019}}</ref> La [[facciata]] esterna, rifinita ad [[intonaco]], era preceduta da una scala e da un piccolo spazio antistante. Il prospetto era aperto dalla porta d'accesso e da una finestra vetrata posta sotto la sommità dello spiovente del tetto. Sulla parete esterna, a destra dell'ingresso, vi erano collocate due lapidi con incisi i nomi dei pescaresi caduti nel [[prima guerra mondiale|primo]] e nel [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]].
 
== Zone di coltivazione ==
Lungo il fianco di sinistra si elevava la [[campanile|torre campanaria]] a base quadrata e cuspidata all'estremità, realizzata in conci di pietra, che accoglieva le campane ed un orologio.
La sua coltivazione è diffusa maggiormente nelle [[Marche]] ed in [[Abruzzo]] e, in misura minore, nel [[Lazio]] ed [[Umbria]]<ref name="Aragona_2014" />.
La superficie coltivata, in ascesa dagli [[anni 2000]], ha toccato nel [[2010]] i 1114 [[Ettaro|ettari]].<ref name=":0" />
Dai dati del 5º censimento Nazionale dell'Agricoltura emerge che la sua presenza e la sua coltivazione sono maggiormente concentrate nella regione [[Marche]], in particolare in provincia di Ascoli Piceno.<ref name=mazzonivit2 />.
 
== Caratteristiche morfologiche ==
L'aula liturgica era costituita da un unico ambiente a pianta rettangolare. Addossate alle pareti longitudinali si trovavano [[colonna|colonne]], a base quadrata, erette utilizzando conci squadrati di [[Roccia|pietra]] locale. Nelle porzioni degli intercolumni le [[nicchia|nicchie]] custodivano statue di [[santo|santi]].
=== Scheda ampelografica ===
Come riportato nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, per la descrizione di questa varietà di vitigno sono stati osservati due cloni esistenti:
* «''il primo nel comune di [[Arquata del Tronto]], nella frazione di borgo [[Trisungo]], in [[provincia di Ascoli Piceno]]''», iscritto ed identificato come: «Pecorino B, Clone I, VCR 417, G.U. 186 del 9 agosto 2013»;<ref>[http://catalogoviti.politicheagricole.it/scheda_clone.php?q=184-003 Catalogo viti del Ministero delle politiche agricole, scheda del clone del Vitigno Pecorino di Arquata del Tronto] URL consultato il 18 marzo 2020</ref>
* «''il secondo nel territorio del comune di [[Pieve Torina]], zona di Casavecchia, in [[provincia di Macerata]]''».
Le loro caratteristiche sono state confrontate con quelle riscontrate su piante di viti coltivate in [[provincia di Ancona]] e [[Provincia dell'Aquila|dell'Aquila]].<ref name=":0"/>
* «''Germogliamento: il germoglio di 10-20 cm mostra un apice: a ventaglio, setoloso, verde giallastro. Foglioline apicali (dalla 1ª alla 3ª): leggermente a gronda, glabre, verde sfumate di marrone, cordiformi, seno peziolare a V. Foglioline basali (dalla 4ª in poi): a coppa, glabre, verde, orbicolari, seno peziolare a U. Asse del germoglio: glabro, verde o leggermente striato marrone, eretto.<ref name=":0"/> Germoglio alla fioritura si diversifica per le foglioline basali: distese, glabre, verde, orbicolari, seno peziolare a U, e pr l'asse del germoglio: glabro, verde o leggermente striato di marrone, ricurvo''».<ref name=":0"/>
* «''Fioritura: l'infiorescenza è di media grandezza, cilindrica, racimoli e fiori semiserrati, peduncolo verde, sfumato di marrone alla base. Il fiore ha una forma a bottone fiorale: piccolo, rotondeggiante, corolla verde con apertura regolare; fiore aperto: ermafrodita regolare, autofertile.''»<ref name=":0"/>
* «''Invaiatura: la maturazione dei frutti è contraddistinta da un cambiamento di colore, che dal verde originario va gradatamente verso il verde-giallastro.''»
* «''Maturazione dell'uva: precoce, i grappoli si conservano a lungo sulla pianta, ma non distaccati.''»
 
== Caratteristiche varietali ==
A destra dell'[[altare]] maggiore, nella zona del [[transetto]], rialzato da pochi gradini rispetto al piano di calpestio dell'interno, vi era l'[[affresco]] dedicato alla ''Madonna del Soccorso'', eseguito con la tecnica della pittura su intonaco, restaurato prima del sisma e salvato dalla distruzione. Il tema del dipinto illustra il racconto del [[miracolo]] che la [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]] ha benevolmente concesso agli abitanti del paese. La tradizione narra che la Madonna, a seguito delle invocazioni dei pescaresi, abbia fermato il distacco di una frana dalla [[montagna]] che sovrasta il borgo, divenuta pericolante e cedevole dopo un periodo di lunghe ed incessanti [[pioggia|piogge]]. <ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit.'', pag. 106.</ref>La mano di un [[pittore]] sconosciuto ha dipinto l'argomento di questo miracolo raffigurando la Madonna del Soccorso con in braccio il [[Bambino Gesù|Bambino]], che giganteggia nella centralità della rappresentazione, mentre accoglie sotto il suo manto aperto sorretto da angeli, gli abitanti del borgo, ritraendo da una parte gli uomini e dall'altra le donne. <ref name="Galiè, Vecchioni - Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, p. 105"/> Verso il [[1400]] è stato eretto un muro intorno all'affresco e, in epoca successiva, verso il [[1600]], è stata costruita una piccola chiesa larga 6 passi e lunga 13, chiamata Oratorio, intitolata, appunto, alla Madonna del Soccorso.
Le caratteristiche varietali come riportate nella scheda ampelografica nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite:<ref name=":0"/>[[File:Uva Pecorino.jpg|miniatura]]«''[[Foglia]]: di media grandezza o meno, orbicolare, intera o trilobata; seno peziolare a lira chiuso e anche con bordi sovrapposti; seni laterali superiori a V aperti o semi-chiusi, poco profondi; seni laterali inferiori mancanti o appena accennati. Pagina superiore glabra, verde carico; pagina inferiore glabra; lembo leggermente a gronda, con superficie leggermente bollosa; lobi ondulati con angoli terminali alla sommità generalmente retti. Nervatura principale sulla pagina inferiore verde o leggermente sfumata di rosa, glabra. Dentatura mediamente regolare, in 1, 2 o 3 serie, con denti di media grandezza, a margini parte rettilinei, parte leggermente concavi, a base stretta.''»
[[File:Pecorino Uva.jpg|sinistra|miniatura|Grappolo di Pecorino]]«''[[racemo (botanica)|Grappolo]]: di media grandezza o quasi piccolo, cilindrico o cilindro-conico, alcune volte alato, semi-serrato o semi-spargolo per leggera colatura; peduncolo di media lunghezza o quasi lungo, esile, semi-legnoso; pedicello di media lunghezza, esile, verde; cercine mediamente evidente, di media grossezza, verde; pennello piccolo, verde-giallastro.''»
 
«''[[Uva|Acino]]: medio o quasi piccolo, sferico; buccia sottile e mediamente consistente, giallastra, alcune volte screziata di marrone, mediamente pruinosa; ombelico appena evidente; polpa sciolta e a sapore semplice; separazione dell'acino dal pedicello mediamente resistente.''»
Nel periodo compreso tra il [[XVI secolo|XVI]] ed il [[XVII secolo]] la chiesa è stata utilizzata anche come [[cimitero]] destinando la zona sottostante della pavimentazione alla sepoltura dei cadaveri. Questi erano calati in apposite buche predestinate ad accogliere separatamente: maschi, femmine, bambini e forestieri. Con cadenza quinquennale avveniva il cosiddetto spurgo. Le ossa dei defunti riesumati, chiuse all'interno di sacchi, erano nuovamente inumate nello spazio antistante alla chiesa. Alcune famiglie, invece, godevano il privilegio di essere sepolte nella Chiesa dell'Oratorio della Madonna del Soccorso.
 
«''[[Picciolo]]: lungo, di media grossezza, rotondeggiante, verde sfumato di rosa pallido, glabro.''»
 
«''[[colore|Colorazione]]: autunnale delle foglie: la colorazione sfuma dal verde al giallo.''»
 
== Vini ricavati ==
Per le sue caratteristiche [[enologia|enologiche]] è utilizzato:
* Solo in purezza (100% uve Pecorino) per l'[[Pecorino (vino)|omonimo vino]].
* Con aggiunta di altre uve concorre alla formazione dei vini:
** [[Denominazione di origine controllata e garantita|DOCG]]: [[Offida (vino)|Offida]] Pecorino (Pecorino minimo 85%);
** [[Denominazione di origine controllata|DOC]]: Abruzzo, [[Colli Maceratesi bianco|Colli Maceratesi]], [[Controguerra bianco|Controguerra]], [[Falerio dei Colli Ascolani|Falerio]];
** [[Indicazione geografica tipica|IGT]]: Allerona, Basilicata, Bettona, Cannara, Civitella d'Agliano, Colli Aprutini, Colli Cimini, Colli del Sangro, Colline Frentane, Colline Pescaresi, Colline Teatine, Del Vastese o Histonium, Frusinate o del Frusinate, Lazio, Marche, Narni, Spello, Terre Aquilane, Terre di Chieti, Umbria.<ref>{{Cita web|url=http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=184|sito=catalogoviti.politicheagricole.it|accesso=2019-02-07}}</ref><ref name="Pollini_2010" />
 
== Denominazioni<ref name=SlowFood>{{Cita libro|autore=Slow Food Editore|titolo=IL PICENO E IL PECORINO}}</ref> ==
;Offida Pecorino DOCG
:Vitigni: Pecorino minimo 85%; possono concorrere altre varietà non aromatiche a bacca bianca fino a un massimo del 15%. La sua Denominazione di Origine Controllata e Garantita è nata nel 2011 (come riporta il disciplinare di produzione).
;DOC Abruzzo
;DOC Colli Maceratesi
;DOC Controguerra
;DOC Falerio Pecorino
:Vitigni: Pecorino minimo 85%; possono concorrere altre varietà non aromatiche a bacca bianca fino a un massimo del 15%.
;DOC Terre Tollesi
 
== Sinonimi ==
I sinonimi indicati dal Ministero delle politiche agricole sono suddivisi per provincia di appartenenza:<ref name=":0" />
*Pecorino di Osimo, Mosciolo, Moscianello in [[provincia di Ancona]],
*Vissanello (da Visso) in [[provincia di Macerata]],
*Pecorino di Arquata, Pecorina Arquatanella o Arquitano, Promotico, Vecià in [[provincia di Ascoli Piceno]],
*Norcino (da Norcia) in [[provincia di Perugia]],
*Pecorina, Dolcipappola in [[Umbria]].
 
== Abbinamenti gastronomici ==
Gli abbinamenti vino-cibo hanno seguito regole diverse nel corso degli anni. Oggi si tende a premiare un criterio di soggettività per il quale ognuno è libero di abbinare quello che più gli piace, e il criterio di stagionalità, dando un’occhiata alla temperatura per scegliere quale vino bere.
 
Il pecorino, per le sue acidità e sapidità, può essere ben abbinato all’[[Olive ascolane|oliva all’ascolana]] o a una tempura di verdure. Si può accompagnare anche a uno spezzatino di carne bianca ben condito, grazie all’alcolicità. Per sapidità e struttura, è ottimo con tutti i piatti di pesce: da elaborati brodetti, a primi piatti anche a base di nero di seppia, arrosti e grigliate di pesce, oltre a crudi di mare.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Statuti di Norcia, Liber Tertius, Rubrica CXII, anno 1526.
* [http://catalogoviti.politicheagricole.it/scheda.php?codice=184 Scheda Ampelografica del "Registro Nazionale delle Varietà di Vite"]
* {{cita libro|nome=AA. VV.|cognome=|titolo=Conoscere l'Archivio di Norcia, Vol. II, Norcia ed Arquata del Tronto|anno=1997|editore=Comune di Norcia Assessorato Affari Generali| città=Norcia }}
* {{Cita libro|autore=|titolo=La Esposizione ampelografica marchigiana-abruzzese tenuta in Ancona il settembre 1872 e studi sulla vite e sul vino della provincia anconitana|url=https://books.google.it/books?id=Z8DU-4QRa-gC&pg=PA176|accesso=3 aprile 2017|data=1º gennaio 1873|anno=|editore=Tipografia del Commercio|città=|p=176|cid=Esposizione 1872}}
* {{Cita libro|autore=Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio|titolo=Bulletino Ampelografico - Anno 1875 - Fascicolo I|url=https://books.google.it/books?id=n4cXAAAAYAAJ|accesso=3 aprile 2017|data=1875|anno=|editore=Tipografia Eredi Botta|città=Roma|p=100|cid=Bollettino 1876}}
* {{cita libro|nome=Adalberto|cognome=Buciarelli|titolo=Dossier Arquatano|anno=1982|editore=Grafiche D’Auria|città=Ascoli Piceno}}
* {{cita libro|nome=Narciso Galiè,|cognome=Gabriele Vecchioni|titolo=Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali|anno=2006|editore=Società Editrice Ricerche s.a.s.|città=Folignano (AP)|ISBN 88-86610-30-0}}
* {{cita libro|nome=Bartolomeo|cognome=Palucci|titolo=Dialetto nella vita rustica picena|anno=2007|editore=Centro Stampa Piceno|città=Ascoli Piceno}}
* {{Cita libro|autore=|nome=Luca|cognome=Pollini|titolo=Tutto Vino: guida completa ai vini d'Italia|url=https://books.google.it/books?id=PdSmqx36LdIC&pg=PT46&dq=Pecorino+vitigno&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjh9536v6zSAhXDIMAKHe0xAnU4FBDoAQg2MAU#v=onepage&q=Pecorino%20vitigno&f=false|accesso=26 febbraio 2017|data=8 ottobre 2010|anno=|editore=Edizioni Demetra|città=|cid=Pollini 2010|ISBN=978-88-440-3863-2}}
* {{Cita libro|autore=|nome=Jancis|cognome=Robinson|nome2=Julia|cognome2=Harding|nome3=José|cognome3=Vouillamoz|titolo=Wine Grapes: A complete guide to 1,368 vine varieties, including their origins and flavours|url=https://books.google.it/books?id=YGTnD2wGn94C&pg=PT1408|accesso=29 marzo 2017|data=26 settembre 2013|anno=|editore=Penguin Books Limited|città=|lingua=en|p=1408|cid=Robinson 2013|ISBN=978-0-14-196882-7}}
* {{Cita libro|autore=|nome=Domenico|cognome=Aragona|titolo=Vino & C. dalla A alla Z|url=https://books.google.it/books?id=Ouo4AwAAQBAJ&pg=PA510|accesso=26 febbraio 2017|data=30 marzo 2014|anno=|editore=Domenico Aragona|città=|pp=510-511|cid=Aragona 2014|ISBN=978-88-6909-104-9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170227150114/https://books.google.it/books?id=Ouo4AwAAQBAJ&pg=PA510|dataarchivio=27 febbraio 2017|urlmorto=sì}}
* {{Cita web|url=http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=184|titolo=Registro Nazionale delle Varietà di Vite|autore=A. Ciardi|sito=catalogoviti.politicheagricole.it|accesso=26 febbraio 2017}}
 
== Voci correlate ==
* [[Vino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{enologia}}
{{Portale|Agricoltura|Alcolici}}
 
 
=====///====
 
==Note==
<references/>
==Bibliografia Pescara==
*{{cita libro|nome=Sivano|cognome=Bracci (frate)|titolo=Il convento e la parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Ascoli Piceno nei quaranta anni di vita (1958/59 - 1998/99)|anno=1998|editore=LINEA GRAFICA|città=Centobuchi di Monteprandone (AP) }}
 
 
*{{cita libro|nome=Carlo|cognome=Castignani|titolo=Templari e Ospitalieri nelle Marche (XII-XIV secolo), in
 
Atti del XLV Convegno di Studi Maceratesi. Abbadia di Fiastra (Tolentino)|anno=2011| editore=|città=Macerata}}
==Bibliografia cippi di Tufo==
*{{cita libro|nome=|cognome=|titolo=Dizionario corografico universale dell'Italia,sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo Stato Italiano, Volume IV, Parte Prima, Reame di Napoli|anno=1852|editore=Stabilimento di Civelli Giuseppe e Comp.|città=Milano}}
*{{cita libro|nome=Ferdinando De Luca,|cognome=Raffaele Mastriani|titolo=Dizionario corografico del Reame di Napoli|anno=1852|editore=Stabilimento di Civelli Ciuseppe e Comp.|città=Milano }}
 
== . ==
<nowiki>{{cita web|url=|titolo=|accesso=}}
</nowiki>
<nowiki>{{cita libro | nome= | cognome= | titolo= | anno= | editore= | città= }}
</nowiki>
 
==.==
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*{{cita libro|nome=Niccolò|cognome= Marcucci|titolo= Memorie Ascolane, con le postille e commentari di Francesco Antonio Marcucci; a cura del prof. Franco Zenobi|anno=2015|editore= Palumbi|città= Ascoli Piceno|ISBN 9788898807444}}
*{{cita libro|nome=Gabriele|cognome=Lalli|titolo=Ottocento arquatano - Storie, fatti e misfatti|anno=2018|editore=Associazione Arquata potest|città=Colonnella (Teramo)|ISBN=978-88-6497-101-8}}
 
{{Categorie bozza|
[[Categoria:Vitigni a bacca bianca]]
[[Categoria:Vitigni italiani]]
}}