Defecazione: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|la metodica di depurazione|Defecazione (chimica)}}
La '''defecazione''' (dal [[Lingua latina|latino]] tardo ''defaecatio'', e da ''defaecare'', cioè "purificare"), è l'insieme degli atti [[fisiologia|fisiologici]], volontari ed involontari, che determinano l'espulsione delle [[feci]], raccolte nell'[[intestino crasso]], attraverso l'[[ano]].
 
== CenniAspetti generali ==
Si esplica, in genere senza distinzione di [[sesso (biologia)|sesso]], attraverso singoli atti detti ''evacuazioni'' (o ''scariche'') con i quali le sostanze ingerite con l'[[alimentazione]] e non assorbite dall'[[intestino]], vengono espulse dall'[[organismo]] attraverso l'[[ano|orifizio anale]].
 
Al segmento finale dell'intestino (nell'uomo è il [[retto]]) le feci giungono per movimenti di [[peristalsi]] che, dopo il completamento dell'assorbimento di quanto utile all'organismo, spingono il materiale fecale verso l'[[ano]].
 
Sia per l'uomo che per gli altri animali, la defecazione segue d'ordinario ritmi biologici periodici, ma è facilmente soggetta ad alterazioni della frequenza, avendosi la [[stitichezza]] in caso di rarefazione o interruzione delle scariche; la causa è in genere fisico-meccanica e si parla infatti di [[stipsi funzionale]] e di [[defecazione ostruita]]. La mancanza di defecazione genera il cosiddetto [[blocco intestinale]], che può avere esiti infausti, ma anche prima di giungere al blocco, la condensazione e l'indurimento delle feci (o la costituzione di un vero e proprio [[fecaloma]]), conseguenze della protratta ritenzione, possono causare pericolose lacerazioni della membrana del retto all'atto dell'espulsione. Si ritiene che queste particolari condizioni, probabilmente a causa di esperienze precedenti rimosse o di cui si preserva il ricordo, siano all'origine della [[defecaloesiofobia]], la [[paura]] di defecare con dolore, una [[fobia]] specifica della defecazione.
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Mentre un eccessivo riempimento del retto (ad esempio per protratta continenza) produce la sovradistensione rettale diminuendone quindi la contrattilità e la capacità di spinta, l'opposta situazione di scarso riempimento non consente al retto di distendersi correttamente e l'espulsione deve essere indotta con idonei stimoli muscolari, con il rischio però di [[prolasso rettale|prolasso]] delle membrane mucose in prossimità dell'ano.
 
Un'evacuazione sana è caratterizzata dal preciso sentore dello stimolo (non eccessivo), dalla facilità nell'espulsione delle feci (con una tempistica ragionevolmente breve, stimata attorno alla decina di secondi<ref>{{cita web|url=https://www.focus.it/ambiente/animali/quanto-tempo-ci-vuole-per-fare-la-cacca|titolo=Quanto tempo ci vuole per defecare? 12 secondi in media, per tutti|autore=Elisabetta Intini|data=27 aprile 2017}}</ref>) e dalla sensazione di sollievo che ne segue.<ref>{{cita libro|titolo=Disturbi intestinali|autore=Kenneth Heaton|editore=Alpha Test|anno=2006|pagine=96|collana=Family Doctor|volume=vol. 4|ISBN=9788848307505}}</ref>
Con la contrazione del retto e la contrazione della parete addominale le scorie sono espulse. I [[muscolo|muscoli]] interessati sono quelli detti agonisti ([[adduttori]] e [[glutei]]) e quelli detti antagonisti ([[Diaframma (anatomia)|diaframma]] e [[addominali]]), ed è dalla combinazione delle loro contrazioni che nella parte finale dell'intestino si crea una sorta di camera di pressione (torchio addominale) che fa affacciare la massa fecale fuori dall'ano, al quale è trattenuto solidale dagli attriti, sinché la [[forza di gravità]] non lo distacchi per il completamento dell'escrezione. L'insieme dello sforzo finale (il cui termine tecnico è ''ponzamento'') interessa sia la [[respirazione]] che la [[pressione sanguigna]], entrambe alterate durante la spinta estrusiva: la respirazione risente dell'impiego del diaframma e può aversi momentanea [[apnea]] o almeno [[dispnea]], la pressione invece sale repentinamente risentendo dei flussi richiamati dalle zone muscolari attivate.
 
Con la contrazione del retto e la contrazione della parete addominale le scorie sono espulse. I [[muscolo|muscoli]] interessati sono quelli detti agonisti ([[adduttoriabduttori]] e [[glutei]]) e quelli detti antagonisti ([[Diaframma (anatomia)|diaframma]] e [[addominali]]), ed è dalla combinazione delle loro contrazioni che nella parte finale dell'intestino si crea una sorta di camera di pressione (torchio addominale) che fa affacciare la massa fecale fuori dall'ano, al quale è trattenuto solidale dagli attriti, sinché la [[forza di gravità]] non lo distacchi per il completamento dell'escrezione. L'insieme dello sforzo finale (il cui termine tecnico è ''ponzamento'') interessa sia la [[Respirazione (fisiologia umana)|respirazione]] che la [[pressione sanguigna]], entrambe alterate durante la spinta estrusiva: la respirazione risente dell'impiego del diaframma e può aversi momentanea [[apnea]] o almeno [[dispnea]], la pressione invece sale repentinamente risentendo dei flussi richiamati dalle zone muscolari attivate.
 
=== Fattori di influenza sulla defecazione umana ===
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* L'[[alimentazione]] incide sia per la qualità e la quantità delle sostanze ingerite a scopo alimentare, sia per le modalità e i ritmi di ingestione.
** Circa la qualità degli alimenti, alcune sostanze come noto favoriscono la defecazione più di altre, ad esempio fra quelle naturali alcuni oli, alcuni frutti, alcune verdure; mentre fra quelle artificiali ci sono ad esempio gli alcolici e il cioccolato. Altre sostanze, dette astringenti, rallentano il processo dell'assorbimento od agiscono sulla condensazione degli scarti.<br />Non sono affatto rari effetti del tutto opposti in particolari soggetti, poiché la suscettibilità individuale a determinati elementi può variare grandemente, ma comunemente si hanno prevedibili ordinarie reazioni dell'intestino al contatto con certi cibi: la presenza delle fibre fornite da [[frutta]] e [[verdura]] favorirebbe ad esempio pressoché certamente (secondo le maggiori istituzioni scientifiche [[dietologia|dietologiche]] e di [[scienza della nutrizione]]) la [[peristalsi]].<br />Non di rado gli alimenti verso i quali si patiscano [[allergia|allergie]] o [[intolleranza alimentare|intolleranze]]<ref>Ad esempio nelle intolleranze enzimatiche.</ref> provocano effetti diarroici o dissenterici, poiché a causa del malassorbimento si ha incremento dell'indigerito e possibile [[fermentazione]]; in parte per questo motivo, l'ingestione di cibi avariati (nei quali si sviluppano ossidazioni, acidazioni e colonizzazioni [[batterio|batteriche]]) produce in genere gli stessi effetti poiché l'organismo, al di là delle reazioni di tossicità, non ne tollera i componenti corrotti.
** La quantità degli alimenti rileva in quanto alcuni cibi possono essere neutri o avere effetti di un dato verso sulla defecazione sino a determinate soglie di quantità, superate le quali hanno effetti marcati o opposti ai precedenti. Il caso tipico è quello del frutto del [[corbezzolo]], cui già [[Plinio il Vecchio]]<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''Naturalis historia'', 23:LXXXIX/151: ''Arbutus sive unedo fructum fert difficilem concoctioni et stomacho inutilem.''</ref> attribuiva il nome di ''unedo''<ref>Contrazione da ''unum edo''</ref> («''ne mangio uno [solo]''») poiché se un solo frutto era inoffensivo, i successivi avrebbero indotto problemi.
** I ritmi dell'alimentazione influiscono soprattutto in termini di irregolarità della stessa, poiché se la cadenza delle ingestioni non è regolare, specie per le ingestioni aggiuntive fuori dai pasti, l'attività intestinale patisce conseguenze da aggravio del carico di lavoro, con possibile incremento di indigerito.
* L'insufficiente assunzione di acqua provoca la [[disidratazione]] delle sostanze fecali; ciò comporta difficoltà di convogliamento al retto e di espulsione a causa degli attriti e della ridotta elasticità della massa fecale.
 
=== Ausilii ed interventi per la defecazione ===
 
[[File:Toilet chair.jpg|thumb|right|Una sedia con un'apertura nella seduta per consentire la defecazione. L'uso è stato ripreso in tempi recenti per alcuni modelli di [[sedia a rotelle]].]]In caso di difficoltà ad evacuare, vi sono accorgimenti di vario genere utili a sollecitare l'espulsione delle feci. In primo luogo il ricorso all'assunzione di purganti o di lassativi, che sono spesso erroneamente confusi fra loro. Mentre la [[Lassativo|purga]] è in genere un alimento naturale di tipo oleoso (ad esempio l'[[olio di ricino]]) o fibroso (ad esempio la [[prugna]]<ref>O la [[susina]].</ref>) che produce effetti bruschi, il [[lassativo]] induce effetti più lenti e progressivi ed è più propriamente un prodotto farmacologico. I purganti sono tipicamente assunti per ingestione, i lassativi possono essere impiegati anche per [[via rettale]] sotto forma di [[supposta|supposte]] (ad esempio di [[glicerolo]]). Tuttavia, malgrado si tratti della strada più breve, non è detto che sia anche la più celere nel fare effetto, poiché spesso si tratta di lassativi solo emollienti.
 
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Mentre la stimolazione che si effettua con il [[massaggio]] addominale (da effettuarsi in senso orario<ref>Senso orario così come percepito dall'osservatore esterno.</ref>) tende alla regolarizzazione della peristalsi mediante un aiuto indiretto allo spostamento coattivo della massa fecale, vi sono altri interventi come quello effettuato a mezzo di [[clistere]] che mirano a ridurre gli attriti fra la massa fecale e le pareti del tratto intestinale in cui si è arenata o alla sua frammentazione.
 
Un intervento ambulatoriale di frequente ricorso è lo svuotamento manuale dell'ampolla rettale, manovra delegata al personale infermieristico. Si pratica anche la stimolazione digitale, che agisce sullo sfintere liscio o sull'ampolla rettale per favorirne il rilassamento. Nei casi di occlusione non rimediabile, di ostruzione patologica (ad esempio di natura oncologica), o nei casi di asportazione del retto, si può prevedere la creazione di un ano artificiale (solitamente sul [[Addome|ventre]]) nel quale convogliare l'ultima porzione intestinale funzionale; questo accorgimento pone in comunicazione con l'esterno l'ultimo segmento precedente a quello perduto ma ovviamente il nuovo orifizio non dispone di sfinteri né di una camera di accumulazione come l'ampolla rettale, perciò tutto il prodotto è immediatamente espulso e si ricorre ad un [[catetere]] per ordinare lo smaltimento delle scorie.
 
In caso di incontinenza invece si pratica il [[idrocolonterapia|lavaggio colico]], che produce lo svuotamento del colon.
 
=== Aspetti sociali della defecazione ===
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Nella regione [[Spagna|spagnola]] della [[Catalogna]] invece è diffuso il simbolismo del [[caganer]], statuina di stile agreste raffigurante un uomo rurale mentre si applica a codeste operazioni.
 
Una costante e puntuale [[Igiene anale|igiene]] specifica post-evacuativa]] è diffusamente ritenuta socialmente doverosa e la si opera con vari accorgimenti, fra i quali è diffusa la pratica del [[bidet]], preceduta dalla nettatura a secco con [[carta igienica]].
 
=== Aspetti psicologici della defecazione ===
La defecazione è stata studiata anche sotto il profilo delle sue implicazioni [[psicologia|psicologiche]] e [[psicanalisi|psicanalitiche]], per quanto riguarda il rapporto dell'individuo sia con la funzione ed il processo defecatorio, sia con il prodotto dello stesso; anche se riguardo a quest'ultimo vi sono più propri campi d'indagine<ref>Riguardanti ad esempio la [[coprofilia]], la [[coprofagia]] ed altri comportamenti direttamente riferiti agli escrementi.</ref>, la distinzione non è netta<ref>Ad esempio il problema del bambino che si chiede se con la defecazione stia perdendo qualcosa di preziosamente suo e proprio (cfr. [[Bruno Bettelheim]], ''Un genitore quasi perfetto'', Feltrinelli, 2002) non è asetticamente inquadrabile nell'una piuttosto che nell'altra investigazione.</ref>, ma la defecazione in sé è già un evento di rilievo per gli studiosi di queste discipline.
 
[[Sigmund Freud]] ne fece infatti oggetto di [[analisi]] in sede di sviluppo della [[teoria]] delle [[zone erogene]] del [[bambino]], soffermandosi sul [[piacere]] derivante dalla stimolazione dell'orifizio anale durante l'espulsione. Secondo questo studioso, la particolare eccitabilità sessuale rilevabile durante il processo causerebbe la configurazione definitiva di alcuni aspetti [[carattere (psicologia)|caratteriali]] che in seguito resterebbero immutati. Ad esempio, l'[[avarizia]] deriverebbe dalla tendenza del bambino a trattenersi, posponendo la defecazione, al fine di provare maggior piacere per la più intensa stimolazione derivatene; il bambino, divenuto adulto, [[rimozione|rimuoverebbe]] il suo [[erotismo]] anale e trasferirebbe sul [[denaro]] (che Freud indica come simile alle feci) il moto tendenziale di accumulazione.
 
Freud definisce pertanto "caratteri anali" gli effetti sull'adulto di un particolare atteggiamento di interesse ovvero di rifiuto del bambino nel trattenere od evacuare le feci: i bambini che nella prima [[infanzia]] «''impiegarono relativamente parecchio tempo per giungere a padroneggiare l<nowiki>{{'</nowiki>}}''incontinentia alvi'' infantile, e che anche dopo, nell'infanzia, ebbero a lamentare singoli infortuni in questa funzione''», così come «''quei lattanti che si rifiutano di vuotare l'intestino quando sono posti sul vaso perché ritraggono dalla defecazione un piacere accessorio''», diverrebbero in età adulta persone «''particolarmente ordinate, parsimoniose ed ostinate''»<ref>Sigmund Freud, ; per la traduzione utilizzata si veda oltre, Sandro Gindro.</ref>, con predisposizione ad alcune forme di nevrosi e di stravaganza<ref>[[Sandro Gindro]], ''L'Oro Della Psicoanalisi'', Guida Editori, 1993.</ref>. Il [[Valentin Nicolaevič Volosinov|Volosinov]], nel suo saggio critico "Freudismo"<ref>[[Valentin Vološinov]], ''Freudismo'', Edizioni Dedalo, 1977. Il testo, in realtà del 1927 e ritenuto ispirato, se non proprio composto da [[Michail Bachtin]], ha per scopo il [[freudo-marxismo]], la messa in relazione delle teorie freudiane con il [[marxismo]], pertanto l'aspetto dell'accumulazione di denaro e l'equivalenza fra oro e feci tangono aspetti dell'etica marxista che non sorprende vedere posti in buon risalto, sia pure nella loro marginalità rispetto al corpo dello studio.</ref>, avalla la "somiglianza soggettiva artificiosa" e la "somiglianza di impressioni" fra le feci e l'oro e fra il trattenere le feci ed il trattenere il denaro.
 
Il raggiungimento del controllo della defecazione nel bambino è ritenuto da alcuni studiosi fra i quali il [[Bruno Bettelheim|Bettelheim]] "un'esperienza fondamentale per la [[socializzazione (sociologia)|socializzazione]]"<ref name="Bettelheim">Bettelheim, op.cit.</ref>; per questo studioso "tutti i bambini, anche se non lo dimostrano, si ribellano all'idea di [[apprendimento|imparare]] a controllare il processo di evacuazione". In questa visione si esplicita l'assunto di [[Jean Piaget|Piaget]] per il quale il "patto con noi stessi" deriva dal desiderio di compiacere i desideri degli altri al fine di gratificare l'[[autostima]], il che tradotto nel contesto della sollecitazione genitoriale a controllare la defecazione è sintetizzato ancora dal Bettelheim nel principio indotto nel bambino del "Mi controllerò, in modo che i miei genitori mi vorranno più bene e io potrò essere orgoglioso di me stesso"<ref name="Bettelheim"/>. Per Freud il controllo è piuttosto raggiunto attraverso l'imposizione genitoriale-dittatoriale di una "moralità sfinterica" capace di suscitare [[senso di colpa]] e la rudimentale consapevolezza della defecazione porrebbe per la prima volta il bambino dinanzi alla scelta alternativa fra un'attitudine [[narcisismo|narcisistica]] ed una focalizzata sull'amore per l'oggetto prodotto. Il bambino quindi può separarsi dalle feci, "offrendole in sacrificio" ai genitori, oppure tenersele per sé, allo scopo di procurarsene soddisfacimento autoerotico e comunque come forma di affermazione del proprio [[arbitrio]].
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== La defecazione negli animali ==
[[File:Defekacja u ślimaka p.jpg|thumb|right|La defecazione di una [[chiocciola]]]]
Negli animali si parla di defecazione a partire da quelle forme semplici che, provviste di organi, possano elaborare il cibo ingerito e produrne scarti di qualche consistenza attraverso un procedimento identificabile separatamente dalla fase digestiva e la presenza di un ''anus'' in luogo della generica [[Cloaca (zoologia)|cloaca]].
 
Negli animali superiori, oltre a svolgersi in modo del tutto analogo rispetto a quanto accade nell'uomo, la defecazione assume per molte specie anche accessorie funzioni di comunicazione sociale, per lo più legate al dominio territoriale, più o meno in coincidenza di attività riproduttive (o a queste prodromiche); gli stessi scopi sono spesso perseguiti anche con la minzione, della quale questo aspetto etologico è più comunemente noto. La defecazione a scopo di marcatura territoriale prende il nome di ''fecalizzazione'' che include gli aspetti socio-comportamentali connessi.
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* [[Feci]]
* [[Defecografia]]
* [[Digestione]]
* [[Minzione]]
* [[Diarrea]]
* [[Dissenteria]]
* [[Stipsi]]
* [[Stitichezza]]
* [[Vaso sanitario]]
* [[Clistere]]
* [[Lassativo]]
* [[Catetere]]
* [[Incontinenza fecale]]
* [[Museo tridentinoPosture di scienze naturalidefecazione]]
* [[Merda d'artista]] di [[Piero Manzoni]]
 
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