La democrazia in America: differenze tra le versioni

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'''''La democrazia in America''''' (pubblicato in due volumi, il primo nel [[1835]], il secondo nel [[1840]]), è un testo classico [[Francia|francese]] scritto da [[Alexis de Tocqueville]] sugli [[Stati Uniti d'America]], sui punti di forza e sulle debolezze del paese nel [[1830]].
 
== Il viaggio di Tocqueville in America ==
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''La democrazia in America'' è innanzitutto e soprattutto un'analisi della [[democrazia rappresentativa]] [[repubblica (forma statuale)|repubblicana]], e dei motivi per i quali essa aveva potuto attecchire tanto bene negli Stati Uniti mentre era fallita in numerosi altri paesi.
 
L'opera si divide in due distinti tomitemi, pubblicati separatamente: nella sua introduzione al primo, Tocqueville dichiara anzi di rinunciare alla pubblicazione del secondo (decisione sulla quale, evidentemente è tornato in seguito). Più che per il tempo trascorso tra le due pubblicazioni, i due tomitemi si distinguono per l'argomento trattato. Il primo tratta dell'impulso che il movimento democratico (che è una trasformazione sociale che prende successivamente forma in varie istituzioni politiche) dà alla [[forma di governo]], alle leggi e alla vita politica – cioè alla democrazia come struttura politica. Il secondo tratta dell'influenza che la democrazia (e stavolta non tanto come trasformazione sociale quanto come regime politico) esercita sulla [[società civile]], cioè sui costumi, le idee e la vita intellettuale. In breve, si potrebbe dire che il primo tomo è più politico, il secondo più sociologico.
 
Tocqueville riflette sul futuro della democrazia negli Stati Uniti, e sui potenziali pericoli «per la democrazia» e «della democrazia». Egli scrive che la democrazia ha la tendenza a degenerare in ciò che descrive come «[[dispotismo]] addolcito». Osserva anche che l'unico ruolo che può essere giocato dalla [[religione]] è dovuto alla separazione dal governo, ciò che permette una [[laicità]] dello stato che, in ultima istanza, conviene ad entrambi.
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''La democrazia in America'' ha visto numerose edizioni nel corso del diciannovesimo secolo. L'opera ha un immediato successo sia in [[Europa]] che negli Stati Uniti. Nel ventesimo secolo essa diventa un classico della politica, della sociologia e della storia.
 
Quest'opera è spesso ricordata per aver visto in anticipo fenomeni che si sono successivamente verificati. Essa prevede ad esempio correttamente il dibattito sull'abolizione della [[schiavitù]] sul quale l'America si lacereràsarebbe lacerata durante la guerra civile. Allo stesso modo descrive l'emergere degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e della [[Russia]] come le due superpotenze mondiali, ciò che conduce a quel bipolarismo che prese in seguito il nome di [[guerra fredda]].
 
La democrazia in America, secondo Tocqueville, aveva alcune potenziali debolezze: il dispotismo popolare, la tirannia della maggioranza, l'assenza di libertà intellettuale, ciò che gli sembra degradare l'amministrazione e favorire il crollo della politica pubblica di assistenza ai più deboli, dell'educazione e delle lettere. Il libro predice anche la violenza tra i partiti politici ed il fatto che gli incoscienti giudichino i saggi. Che queste cose fossero già visibili a quel tempo, è discutibile.
 
Oltre ai numerosi elogi, ''La democrazia in America'' viene criticata dagli intellettuali d'oggi su alcuni temi, per esempio l'autore non parlò quasi mai della povertà nelle grandi città.
Alla sua opera si può accostare un altro scritto meno noto sulla democrazia americana, [[Society in America]], uscito nel 1838, della scrittrice inglese [[Harriet Martineau]], la quale approfondi temi più tipici della storiografia contemporanea quali la condizione degli schiavi neri e e della donna.
 
Nel [[2006]], [[Bernard-Henri Lévy]] ha pubblicato in USA, e poi in Francia, il controverso "[[American vertigo]]" che si presenta come un "[[remake]]" del libro di Tocqueville, 170 anni dopo.
 
Da quest'opera deriva il soprannome "The Forest City" per [[Cleveland]], avendo egli descritto come "ricca di foreste" l'area in cui è situata la città.
 
== Democrazia e tirannia della maggioranza ==
Secondo Tocqueville le società moderne e democratiche sono caratterizzate da un certo dispotismo non tirannico: il problema della [[Dittatura della maggioranza|tirannia della maggioranza]] non è solo il fatto che i pochi devono sottostare al volere dei molti, ma anche il fatto che i molti tendono a dominare l’[[opinione pubblica]], polarizzando la società verso un [[pensiero unico]] (o, usando le parole di [[Herbert Marcuse|Marcuse]], verso una "società a una dimensione", in cui l'uniformità ha talmente tanto permeato la mente al punto da auto censurare le opinioni impopolari). La tirannia della maggioranza non è dunque una tirannia materiale che ha come obiettivo i corpi, ma una tirannia più subdola che si esercita sul pensiero: la democrazia ha per sua natura dei perenni esclusi, cioè coloro che hanno posizioni estreme lontane sia dalla maggioranza, sia dalle minoranze.
 
Tocqueville propone alcuni "antidoti" per affrontare la tirannia della maggioranza. Il primo è lo ''spirito legistico'' nel suo ruolo di contrappeso alla democrazia<ref>{{Cita libro|autore=Alexis de Toqueville|titolo=La democrazia in America|editore=UTET|capitolo=Cap. 8, "Ciò che negli Stati Uniti modera la tirannia della maggioranza"}}</ref>: i giudici della [[Corte suprema degli Stati Uniti d'America|corte suprema]], eletti a vita, sarebbero dotati della massima integrità di giudizio in quanto non necessitano di mutare la loro opinione per inseguire consensi. Anche l'associazionismo sarebbe una buona contromisura alla tirannia della maggioranza, in quanto capace di aggregare persone attorno ad un'idea e attaccare così l'impero morale del ''mainstream''.
 
== Aristocrazia e industria ==
Tocqueville intuisce il rischio che dall’[[industria]] possa nascere una nuova [[Nobiltà|aristocrazia]], quella dei tycoon<ref>{{Cita libro|cognome=Schleifer, James T. (1942- ...)., Auteur.|titolo=The Chicago companion to Tocqueville's Democracy in America|url=http://worldcat.org/oclc/819303108|accesso=2020-04-09|data=2012|editore=The University of Chicago Press|capitolo=cap. 7|OCLC=819303108|ISBN=978-0-226-73703-4}}</ref>, ossia dei grandi proprietari industriali. L’aristocrazia industriale americana è però strutturalmente diversa da quella europea: non è un’aristocrazia nobiliare e titolata, ma è un’aristocrazia economica con un’alta mobilità sociale (cioè senza meccanismi di casta: si può diventare ricchi come si può perdere tutto e tornare in povertà, a prescindere dallo status sociale della famiglia di nascita).
 
Tocqueville considera inoltre i rapporti tra servo e padrone come rapporti di natura contrattuale<ref>{{Cita libro|autore=Alexis de Tocqueville|titolo=La democrazia in America|editore=UTET|capitolo=Cap. 5 "In che modo la democrazia modifica i rapporti tra servo e padrone"}}</ref> tra lavoratore e datore di lavoro; inoltre vede nello strumento del contratto uno strumento di libertà che lo schiavo non ha, in quanto il lavoratore, terminata la sua prestazione, può tornare alla sua vita e alle sue libertà personali. Si tratta di una concezione del contratto diametralmente opposta a quella del suo contemporaneo [[Karl Marx]], in cui il lavoratore che sottoscrive il contratto è comunque in posizione di diseguaglianza e obbligato dalle circostanze (cioè dal dover lavorare per sopravvivere).
 
== Edizioni italiane ==
* {{Cita libro|traduttore=e cura di [[Giorgio Candeloro]]|titolo=La democrazia in America (|edizione=3 voll.)|edizione=, Collana Classici del pensiero politico|editore=Licinio Cappelli|città=Bologna|anno= I ed. 1932; nuova ed. ridotta in 2 voll., Cappelli, 1953}}
* {{Cita libro|traduttorealtri=trad. rivista e aggiornata sul testo critico Gallimard di G. Candeloro|titolo=La democrazia in America. A cura di Giorgio Candeloro. Dalla rivoluzione alla società sviluppata: la nascita del primo stato americano|edizione=[[Collana Storica Rizzoli|Collana Storica]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno= I ed. 1982}}
* {{Cita libro|altri=a cura di [[Nicola Matteucci]]|titolo=Scritti politici, vol. II|edizione=Collana Classici della politica|editore=UTET|città=Torino|anno=1968}}
* {{Cita libro|altri=2 voll., a cura di Mario Tesini, trad. S. Furlati|titolo=La democrazia in America|edizione=Collana I guardiani dell'aurora|editore=Città Aperta|città=Troina (Enna)|anno=2005|isbn=978-88-8137-223-2}}
* {{Cita libro|altri=a cura di [[Corrado Vivanti]], trad. Anna Vivanti Salmon|titolo=La democrazia in America|edizione=Collana [[i millenni]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2006|isbn=978-88-06-18478-0}}
* {{Cita libro|altri=a cura di [[Nicola Matteucci]]|titolo=La democrazia in America|edizione=Collana [[Classici del pensiero]]|editore=Utet|città=Torino|anno=2007|isbn=978-88-02-07714-7}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q=Alexis_de_Tocqueville#La_democrazia_in_America|q_preposizione=da|etichetta=''La democrazia in America''}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://www.einaudi.it/einaudi/ita/news/can1/5-1065.jsp | 2 = La scommessa delle Americhe, Maurizio Chierici | accesso = 27 aprile 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070704042331/http://www.einaudi.it/einaudi/ita/news/can1/5-1065.jsp | dataarchivio = 4 luglio 2007 | urlmorto = sì }}
*{{cita web|url=http://www.irepp.com/article.php3?id_article=110|titolo=Notizia de l'IREPP|lingua=fr|urlmorto=sì|accesso=9 agosto 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927095214/http://www.irepp.com/article.php3?id_article=110|dataarchivio=27 settembre 2007}}
*{{cita web|http://agora.qc.ca/mot.nsf/Dossiers/Alexis_de_Tocqueville|Notizia de l'Agora|lingua=fr}}
*{{cita web|http://classiques.uqac.ca/classiques/De_tocqueville_alexis/democratie_1/democratie_tome1.html|Versione scaricabile del libro|lingua=fr}}
*{{cita web|1=http://xroads.virginia.edu/~HYPER/DETOC/home.html|2=Democracy in America, testo completo in inglese|lingua=en|accesso=9 agosto 2006|dataarchivio=11 aprile 1997|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19970411230018/http://xroads.virginia.edu/~HYPER/DETOC/home.html|urlmorto=sì}}
 
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