Eugène Ionesco: differenze tra le versioni

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|Nome = Eugène
|Cognome = Ionesco
|PostCognomeVirgola = nato '''Eugen Dimitri Ionescu'''
|PreData = [[Alfabetopronuncia foneticorumena: internazionale|{{IPA|[e.uˈʤen joˈnɛsku]]|ro}}; pronuncia francese: {{IPA|[e.uˈd͡ʒenøˈʒɛn i.oˈneskujɔnɛsˈko]|fr}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Slatina
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|Attività2 = saggista
|Nazionalità = rumeno
|NazionalitàNaturalizzato = francese
|Immagine = EugèneEugene Ionesco 02.jpg
|Didascalia=Eugène Ionesco, fotografato come membro della giuria della [[Mostra del cinema di Venezia]] del [[1985]]
}}
 
== Biografia ==
Nato nel [[1909]] (il 13 novembre secondo il [[Calendario giuliano|calendario ortodosso]], il 26 per quello [[calendario gregoriano|gregoriano]]<ref>Alcune fonti sostengono che la data di nascita del drammaturgo risalga al [[1912]], altre al [[1909]]. Per ragioni di teorica maggiore attendibilità, si è preso a riferimento l'anno indicato dall'[[Académie Française]]. Su questo argomento si veda peraltro la segnalazione dell'[https://www.britannica.com/eb/article-9126200/Ionesco-Eugene Enciclopedia Britannica], che informa di un'ipotesi secondo la quale Ionesco avrebbe posticipato di tre anni la sua data di nascita per apparire, al momento della composizione de ''La cantatrice calva'', come uno scrittore ancora giovane, cioè minore di quarant'anni.</ref>) da padre [[Romania|romeno]] e da madre [[Francia|francese]] di origini [[Grecia|greche]] e [[Romania|romene]] (Marie-Thérèse Ipcar), si trasferì con i genitori a [[Parigi]] l'anno seguente, dove ben presto visse l'esperienza della [[Primaprima guerra mondiale|guerra del 1914-18]]. Le immagini atroci e confuse di questo periodo impressionarono a tal punto il piccolo Eugène da tornare ricorrentemente nelle sue opere, come egli stesso ebbe a dire.
[[File:Locul in care s-a aflat casa lui Eugen Ionescu.JPG|thumb|La casa natale di Ionesco a Slatina, oggi2009]]
{{Citazione|Nei miei ricordi, le apparizioni grottesche assomigliavano ai personaggi di [[Pieter Bruegel il Vecchio|Brueghel]], o di [[Hieronymus Bosch|Bosch]]: grandi nasi, corpi deformi, sorrisi atroci, piedi biforcuti |Estate 1939}}
 
Al termine della guerra, anche perchépoiché affetto da [[anemia]]<ref name="esslin">Martin Esslin, ''The Theatre of the Absurd'', Ed. Random House LLC, 2009 - ISBN 0-307-54801-5</ref>, Ionesco sifu trasferìportato con la sorella nel piccolo villaggio [[La Chapelle-Anthenaise|Chapelle-Anthenaise]], nella [[Mayenne]]. Questoe soggiornodove fufinalmente pervasoebbe diun serenità e tranquillità: i ricordi superiodo di esso sono sereniserenità. Tornato a [[Parigi]], Ionesco scrisse la sua prima ''pièce'': un dramma patriottico. Dopo il [[divorzio]] dei suoi genitori, nel [[1925]] tornò in [[Romania]], imparò il [[lingua romena|romeno]]<ref name=esslin /> e vi compì i suoi studi secondari; nonostante il desiderio di diventare [[attore]], si iscrisse nel [[1929]], sotto spinta del padre, all'[[Università di Bucarest]]. Negli [[anni 1930|anni trenta]] scrisse e pubblicò versi<ref name=esslin /> e articoli di critica da cui già trasparivano quelli che poi sarebbero stati i principi fondamentali della sua [[drammaturgia]]. Si cimentò anche con laNella [[critica letteraria]], attaccandoattaccò i principali letterati romeni (i poeti [[Tudor Arghezi]] e [[Ion Barbu]], e il romanziere [[Camil PetrescoPetrescu]]), che accusòaccusandoli di provincialismo e mancanza di originalità; tuttavia, ma pochi giorni dopo, pubblicò un [[pamphlet]] in cui li esaltava come massimi vati delle lettere romene, e di lì a poco fece uscire i due saggi ''[[Nol]]'', in cui provava a dimostrare che fosse possibile sostenere due tesi antagoniste allo stesso tempo nell'identità dei contrari<ref name=esslin />.
[[File:EugeneEugène Ionesco 02.jpg|thumb|327x327px|Eugène Ionesco, membro della giuria della Mostra del cinema di Venezia del 1985]]
Nel [[1931]] cominciò a scrivere e si fecefacendosi presto notare come un elemento promettente dell'[[Avanguardia (arte)|avanguardia]] rumena. Nel [[1934]] ebbe un certo successo la pubblicazione del saggio “Nu”''Nu''.
 
Sposatosi nel [[1936]] con Rodica Burileano (da cui nel [[1944]] ebbe la figlia Marie-France), Ionesco divenne professore di [[pedagogia]] al liceo di [[Bucarest]] e ricevette due anni più tardi una [[borsa di studio]] dal governo rumeno per scrivere a [[Parigi]] una tesi sui temi della [[morte]] e del [[peccato]] nella [[poesia]] francese dopo [[Charles Baudelaire|Baudelaire]], prima espressione delle preoccupazioni [[metafisica|metafisiche]] che caratterizzano il suo teatro. Tornato in [[Francia]] nel [[1938]], nella primavera del [[1939]] compì un viaggio-[[pellegrinaggio]] a Chapelle-Anthenaise, dove ogni luogo e ogni oggetto era carico di passato e di ricordi, ma stavolta sullo sfondo di una nuova guerra.
 
Dal [[1941]] al [[1944]] lavorò all'[[ambasciata]] romena presso il governo [[collaborazionismo in Francia|collaborazionista]] francese di [[Governo di Vichy|Vichy]]<ref>[http://www.centrostudilaruna.it/fascismo-e-cultura-il-caso-rumeno.html Fascismo e cultura: il caso rumeno]</ref><ref>Michel Winock, ne ''l'Histoire'' n. 276, p. 19, maggio 2003</ref>.
 
Tra le sue principali frequentazioni francesi vi erano gli amici di una vita, anch'essi rumeni espatriati, [[Mircea Eliade]] ed [[Emil Cioran]].
Nel [[1989]] aprì la sessione pubblica organizzata dal [[Parlamento europeo]] sulle violazioni dei [[Diritti umani]] commesse dal regime comunista romeno<ref>[[François Fetjö]], Ewa Kulesza-Mietkowski, ''La Fin des démocraties populaires'', Seuil, 1992, page 319</ref>.
 
Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, chiamato da [[Indro Montanelli]], collaborò ricorrentemente con il quotidiano italiano [[il Giornale]].
Nel [[1989]] aprì la sessione pubblica organizzata dal [[Parlamento europeo]] sulle violazioni dei [[Diritti umani]] commesse dal [[Repubblica Socialista di Romania|regime comunista romeno]]<ref>[[François Fetjö]], Ewa Kulesza-Mietkowski, ''La Fin des démocraties populaires'', Seuil, 1992, page 319</ref>.
 
Contrario alle rivoluzioni, politicamente è stato definito un "[[anarchismo|anarchico]] di destra"<ref>[http://www.dramma.it/articoli/saggietesi/ionesco.pdf Ionesco] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120112143718/http://www.dramma.it/articoli/saggietesi/ionesco.pdf |data=12 gennaio 2012 }}</ref>. Nel [[1992]], aderendo ad un appello lanciato da [[Marco Pannella]], Ionesco si iscrisse al [[Partito Radicale Transnazionale]].<ref>[https://www.goodreads.com/book/show/9747881-marco-pannella-biografia-di-un-irregolare Recensione a: Marco Pannella. Biografia di un irregolare]</ref><ref>[http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20120801-gore-vidal-radicali-si-iscrisse-al-partito-radicale-perche-antiproibizionista/stampa Gore Vidal...] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131219000006/http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20120801-gore-vidal-radicali-si-iscrisse-al-partito-radicale-perche-antiproibizionista/stampa |data=19 dicembre 2013 }}</ref>
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L'incontro con il teatro fu casuale e inaspettato:
 
{{Citazione|Comprai un manuale di conversazione dal [[lingua francese|francese]] all'[[lingua inglese|inglese]], per principianti. Mi misi al lavoro e coscientemente copiai, per impararle a memoria, le frasi prese dal mio manuale. Rileggendole con attenzione, imparai dunque, non l'inglese, ma delle verità sorprendenti: che ci sono sette giorni nella settimana, ad esempio, cosa che già sapevo; oppure che il pavimento sta in basso, il soffitto in alto. [...] Per mia enorme meraviglia, la Sig.rasignora Smith faceva sapere a suo marito che essi avevano numerosi figli, che abitavano nei dintorni di Londra, che il loro cognome era Smith, che il Sig.signor Smith era un impiegato [...]. Mi dicevo che il Sig.signor Smith doveva essere un po' al corrente di tutto ciò; ma, non si sa mai, ci sono persone così distratte...|''Note e Contro-Note''}}
 
Ionesco fu colpito in modo tale da queste osservazioni che decise di comunicare ai suoi contemporanei le verità essenziali appena scoperte: scrisse ''[[La cantatrice calva]]'', un'opera [[teatro|teatrale]] forse didattica. Queste verità essenziali diventano però folli, la parola si disarticola, e ne risulta una [[tragedia]] del [[linguaggio]]. L'appellativo stesso che aveva dato alla sua opera “''anti-pièce''” (anti-opera), suonava come una sfida e una provocazione. Una nuova drammaturgia prendeva forma: fondata sulla difficoltà della comunicazione, essa stupì il pubblico dell'epoca per l'etereità della trama. ''La cantatrice calva'' fu messa in scena per la prima volta l'11 maggio [[1950]] al [[Théâtre des Noctambules]], ma se da un lato attirò l'attenzione di diversi critici e letterati (come la sua amica [[Monica Lovinescu]]) e del [[Collegio di patafisica]], dall'altro si tradusse in un vero fallimento di pubblico. Ionesco non si lasciò scoraggiare, perché aveva individuato ciò che aveva da dire e il modo in cui dirlo.
{{vedi anche|La cantatrice calva}}
 
Negli anni tra il [[1950]] e il [[1952]] scrisse altre 8 ''pièces'' che già definivano i suoi principi di drammaturgia, fra le quali:
* ''[[La lezione|]]'' (''La Leçon]]''). Questo “dramma comico”, così come Ionesco stesso ebbe a chiamare la sua opera in modo volontariamente paradossale, sorprese per l'illogicità e per i giochi sul linguaggio che la contraddistinguono: non vi si ritrova il funzionamento tradizionale dell'azione, non è condotta secondo una progressione calcolata, non comporta cambiamenti improvvisi, né nuovi sviluppi e non conduce a un [[epilogo]] coerente.
* ''[[Le sedie|]]'' (''Les Chaises]]'') ([[1952]]): l'ammassarsi delle sedie rappresenta simbolicamente i vani sforzi di due personaggi che tentano di mascherare il fallimento della loro vita a grandi colpi d'illusioni patetiche.
* ''[[Disarticolazione del linguaggio]]''
* ''[[Proliferazione degli oggetti]]'' (e degli oggetti che invadono l'universo umano, soffocandolo progressivamente)
* ''[[Amédée, ou comment s'en débarrasser]]'' ([[1954]]): una coppia in crisi non riesce ad ammettere la morte dell'[[amore]], concretizzata dall'accrescimento degli incubi di un cadavere.
* ''[[Descrizione di un mondo inquietante e assurdo]]'' (proprio nel 1952 [[Samuel Beckett]] pubblicò ''[[Aspettando Godot]]'')
* ''[[Visione onirica del reale]]''
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[[File:IONESCO.JPG|thumb|Tomba di Eugène Ionesco]]
Fino al [[1956]] Ionesco si era indirizzato al pubblico dei teatri della “[[Rive Gauche]]”, che iniziava a familiarizzare con la sua scrittura. Se da un lato il pubblico iniziò a interessarsi a lui, dall'altro le polemiche furono però feroci e altrettanto numerose. Per difendere il proprio modo di fare teatro, Ionesco fece conferenze, scrisse saggi, rilasciò interviste e, nel [[1955]], concepì un ''[[impromptu (poesia)|impromptu]]'', un "improvviso" (''[[Impromptu de l'Alma]]''), che confermò la sua inclinazione verso una forma di scrittura inconsueta e in cui egli stesso entrò in scena. Provò con quest'opera a conquistare il pubblico della “[[Rive Droite]]” della [[Senna]], mettendola in scena nello Studio degli [[Avenue des Champs-Élysées|Champs-Elysées]]. Attaccato da tre "dottori in teatrologia", Bartolomeo I, II e III che citavano [[Aristotele]], [[Jean-Paul Sartre|Sartre]] e [[Bertolt Brecht|Brecht]], Ionesco si difendeva e si giustificava.
 
Nel frattempo ''La cantatrice calva'' fu scoperta da un pubblico che aveva superato il primo shock generato dal teatro dell'assurdo. Iniziò a questo punto lo straordinario successo della ''pièce'', che dal 1957 viene ininterrottamente recitata nel piccolissimo [[Théâtre de la Huchette]], situato nel cuore del [[Quartiere latino (Parigi)|Quartiere latino]] (ancora oggi sono in cartellone rappresentazioni quotidiane).
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Allo stesso modo intese privilegiare i temi dell'assurdo e della morte in ''[[Tueur sans gages]]'' (1959). Quest'opera mette in scena il personaggio di Bérenger il quale, scandalizzato dalla passività della polizia e dei cittadini di fronte ai crimini di un misterioso assassino che insanguina la città, decide d'indagare per conto suo. Malgrado le numerose prove che lui trova e che permetterebbero d'inchiodare l'assassino, non suscita che indifferenza e scetticismo. In preda alla disperazione, è lui stesso a cercare l'omicida, finisce per incontrarlo, ma non riesce ad ottenere le risposte alle domande che pone a questo personaggio (simbolo del male e della morte, che fanno parte inevitabilmente della condizione umana).
 
È, tuttavia, in ''[[Il re muore|Le Roi se meurt]]'', che prende il sopravvento il tema della morte. È alla lenta [[Agonia (medicina)|agonia]] del primo Bérenger, che lo spettatore è invitato ad assistere, alla sua rivolta contro l'assurdità della vita, agli ultimi soprassalti dell'esistenza che sfugge inesorabilmente.
 
La morte è onnipresente anche in ''[[Le Piéton de l'air]]''. Bérenger questa volta è scrittore, ma la sua paura di morire gli impedisce di creare. Per fuggire da quest'angoscia, Bérenger s'inventa un mondo strano, nel quale è possibile [[speranza|sperare]].
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Nel 1966 Ionesco raggiunge la consacrazione artistica con la rappresentazione alla [[Comédie-Française]] de ''La Soif et la faim'', creata l'anno precedente a [[Düsseldorf]]. La sua elezione, nel [[1970]], all'[[Académie française]] e la pubblicazione, nel 1991, del suo “Theatre complet” confermano la sua importanza nel panorama teatrale contemporaneo.
 
Nelle opere scritte dagli anni '70settanta (''Ce formidable bordel'', del [[1972]], ''L'Homme aux valises'', del [[1978]], o ''Voyage chez les morts'') il terrore provato di fronte al nulla si trova, se non attenuato, perlomeno modificato, trasformato dall'emergere di un'[[ironia]] pungente e da una fantasia devastatrice.
 
Le opere degli [[anni 1970|anni settanta]] sono pervase da rassegnazione: Ionesco fu testimone della [[Primavera di Praga]], della [[guerra del Vietnam]], degli attentati terroristici alle [[Olimpiadi di Monaco]], e definì il mondo e la condizione umana con un solo aggettivo: assurdi.
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== Linee espressive ==
 
Ionesco, oltre a produrre come drammaturgo, ha anche compiuto studi sulla sua [[arte]]. Alcuni dei suoi saggi, quali “Notes et contre-notes” ([[1962]]), “Journal en miettes” ([[1967]]) ed altri, esprimono le sue concezioni teatrali. In particolare respinge il teatro impegnato. Per lui l'autore teatrale non deve soffermarsi sugli eventi storici e politici, respinge qualunque elemento [[aneddoto|aneddotico]], cerca di elaborare un [[teatro metafisico]] che si soffermi sull'essenzialità, su ciò che definisce fondamentalmente l'uomo, su ciò che rende assurda la sua esistenza, limitata nel tempo e chiamata in causa dall'inevitabile morte.
 
Tuttavia Ionesco affronta anche temi più squisitamente tecnici, considerando il particolare il ruolo del regista: non solo rifiuta al regista quella preminenza che tendeva stabilirsi negli anni Sessanta, ma gli nega ancora la funzione di creatore, ruolo spettante unicamente al drammaturgo. Il regista, infatti, deve accontentarsi di esser un artigiano, al servizio del testo che deve rispettare fedelmente.
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== La concezione del teatro ==
[[File:Eugene Ionesco 04.jpg|thumb|282x282px|Il drammaturgo Eugene Ionesco nel 1993 a Venezia]]
Attraverso il teatro, Ionesco si interroga sulla vita e sulla morte, esplora il reale. Il teatro è [[catabasi]], è discesa nell'[[Inferno]]: l'inferno del suo "io", ossessionato dal doppio stato esistenziale: evanescenza e pesantezza, luce e tenebra; l'universo drammatico di Ionesco ha come sfondo un paesaggio onirico, espressione spettacolare dei suoi incubi, dei suoi fantasmi. Due figure mitologiche popolano questo universo:
# la donna, madre, moglie, sorella o amante, possiede una sensualità che allo stesso tempo affascina e disgusta, il nido che offre è una prigione della coscienza e obbliga l'uomo alla rassegnazione, perché deve accettare tutti i limiti e rinnegare la speranza.
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Ma il mondo è anche stupendo e accanto alle immagini di atrocità si fanno spazio quelle di grazia, pervase di luce e di natura. Il protagonista oscilla tra i due mondi, non trova un equilibrio e perciò tenta di evadere, ma inutilmente, perché fallisce sempre e risulta vittima. Il teatro di Ionesco è violento e crudele, perché non edulcora la realtà, né offre concetti o idee nuove: si tratta semplicemente di una trasposizione, del racconto della condizione e del destino umani. Tutto ciò implica, naturalmente, una rivoluzione della drammaturgia tradizionale, essendo l'azione non più un intrigo, ma una situazione complessa e conflittuale senza soluzione.
 
I personaggi non sono eroi in senso classico, ma "tipi" senza psicologia, che parlano per formule convenzionali, per clichéscliché e luoghi comuni: sono uomini vuoti. Il teatro ioneschiano è certamente figlio del [[XX secolo|Novecento]]: le sue strutture, così antiteatrali e anticonvenzionali, sono da collegarsi con le esperienze artistiche del [[Dadaismo|Dada]] e del [[Surrealismo]] per il gusto per la provocazione beffarda e polemica. Il ''nonsense'', però, non si estingue in mero gioco, ma cela una critica ben più profonda: al conformismo e alla banalità in primo luogo.
 
Oggetto delle ''pièces'' di Ionesco è l'uomo nel suo problematico e conflittuale rapporto col mondo, che minaccia di opprimere la sua spiritualità e individualità. L'evasione porta sempre al nulla, al banale, e l'unica soluzione è accettare la vita nella sua contraddittorietà: nei suoi elementi alienanti come nei suoi autentici valori. Tema ricorrente nelle sue opere e che lo accomuna a Beckett, [[Arthur Adamov|Adamov]] o Genet è la solitudine come condizione umana. Gli uomini ioneschiani sono soli nella folla, e ciò li rende ancora più tragici, ancora più assurdi dei vagabondi beckettiani; sono borghesi inariditi e allucinati dalla solitudine, non riescono a comunicare, si illudono di esprimere il proprio dramma, ma i clichéscliché e i luoghi comuni indicano la vuotezza interiore.
 
Le loro vite sono sopraffatte dal materialismo soffocante di una realtà che li aliena, e ogni tentativo di opposizione si conclude con il fallimento. È questo il sentimento globale: rendersi conto di non aver reso possibile ciò che avrebbe dovuto essere, e vivere in un presente che non ha saputo essere.
 
== Le caratteristiche del Nuovo Teatro ==
Gli sconvolgimenti provocati dalla [[seconda guerra mondiale]] suscitano un vento nuovo destinato a rivitalizzare la letteratura. Mentre un profondo sentimento dell'assurdo, nato dagli stermini e dalle ecatombe, permea lenelle opere un desiderio di rinnovamento che contestano la scrittura tradizionale. Questa volontà di rinnovamento è l'atto di nascita di tutta una serie di correnti (Nuovo Teatro, Nuovo Romanzo, Nuova Critica), il cui appellativo sottolinea l'orientamento decisamente innovativo.
 
Il Nuovo Teatro, di cui ''[[La cantatrice calva]]'' di Ionesco costituisce l'atto di nascita, è anche chiamato [[Teatro dell'assurdo]], o Teatro della derisione. Queste denominazioni non indicano un movimento strutturato o una scuola letteraria. Ecco perché autori tanto diversi come [[Samuel Beckett]], [[Arthur Adamov]], [[Jean Genet]], [[Boris Vian]], [[Harold Pinter]] e altri, sono stati collegati a questo nuova corrente. Nonostante questa indecisione, è però possibile individuare tre grandi caratteristiche: la riconsiderazione della drammaturgia tradizionale, l'emergere del sentimento dell'assurdo e la constatazione dell'impossibilità della comunicazione tra gli esseri, in mancanza di un linguaggio portatore di senso.
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* ''[[Jacques ou la Soumission]]'' ([[1955]])
* ''[[Le Nouveau Locataire]]'' ([[1955]])
* ''[[Il quadro|Le Tableau]]'' ([[1955]])
{{Colonne spezza}}
* ''[[L'Impromptu de l'Alma]]'' ([[1956]])
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* [[Laura Pavel]], ''Ionesco. Anti-lumea unui sceptic'', Piteşti, Paralela 45, 2002.
* Giovanni Rotiroti, ''Odontotyrannos. Ionesco e il fantasma del rinoceronte'', Roma, Il filo, 2009.
 
=== Regia cinematografica ===
* ''[[I sette peccati capitali (film 1962)]]'' (episodio ''La colère'' - co-registi [[Sylvain Dhomme]] e [[Max Douy]])
 
=== Libretto d'opera ===
* ''[[Maximilien Kolbe]]'' ([[1985]]) su musica di [[Dominique Probst]].
 
== Filmografia ==
 
* ''L'ira'' (''La colère''), regia di [[Sylvain Dhomme]] e [[Max Douy]], episodio del film ''[[I sette peccati capitali (film 1962)|I sette peccati capitali]]'' (''Les sept péchés capitaux'') (1962)
 
== Note ==
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{{Colonne}}
* Claude Abastado, ''Ioaris'', Seghers, 1966
* [[Claude Bonnefoy]], ''Entretiens avec Eugène Ionesco'', Belfond, 1966 [http://www.memoire.celestins-lyon.org/var/ezwebin_site/storage/original/application/072d55af7aca46981638908b76c3c587.pdf Estratti] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160303175025/http://www.memoire.celestins-lyon.org/var/ezwebin_site/storage/original/application/072d55af7aca46981638908b76c3c587.pdf |data=3 marzo 2016 }}
* Eugène Ionesco, ''Entre la vie et le rêve - Entretien avec [[Claude Bonnefoy]]'', Gallimard, 1996
* {{ro}} Matei Călinescu, ''Eugène Ionesco: teme identitare și existențiale'', Iași, Junimea, 2006
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* Alexandra Laignel-Lavastine, ''Il fascismo rimosso: Cioran, Eliade, Ionesco'', UTET, 2008
* Seddio Pietro, ''Il teatro di Eugene Ionesco'', Sassoscritto, Firenze, 2004
* {{cita libro|nome=Gabriella |cognome=Bosco, ''|titolo=Ionesco metafisico'', |editore=Trauben, |data=2012, |ISBN 978 88&nbsp;87013191=9788887013191}}
* Giuseppe Grasso, ''Intervista con Ionesco. L'inconveniente di essere nati'', Chieti, Solfanelli, 2017
{{Colonne fine}}
Riga 264 ⟶ 271:
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|1=http://www.ionesco.org/|2=Eugène Ionesco|lingua=fr|accesso=27 novembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110514064409/http://www.ionesco.org/|dataarchivio=14 maggio 2011|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://digilander.libero.it/paololandi/BS/bstxt.htm|La ''Cantatrice calva'' in italiano}}
* {{cita web | 1 = http://www.alefbet.eu/immagini/libri/7.pdf | 2 = Giovanni Rotiroti, ''La comunità senza destino. Ionesco, Eliade, Cioran all'ombra di Criterion'' | accesso = 3 dicembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090922091834/http://www.alefbet.eu/immagini/libri/7.pdf | dataarchivio = 22 settembre 2009 | urlmorto = sì }}
*{{cita web | 1 = http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1977/n.119/3 | 2 = Fausto Gianfranceschi, ''Incontro a Roma col grande commediografo'', ''Il Tempo'', 14 maggio 1977 | accesso = 24 settembre 2015 | dataarchivio = 25 settembre 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150925092445/http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1977/n.119/3 | urlmorto = sì }}
 
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