Sergio De Caprio: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
(157 versioni intermedie di 99 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Carica pubblica
|
|immagine = Sergio De Caprio.jpg
|didascalia = Sergio De Caprio nel 2020
|carica = Assessore all'ambiente della [[Regione Calabria]]
|presidente = [[Jole Santelli]] <br /> Antonino Spirlì (''ad interim'')
|mandatoinizio = 18 febbraio [[2020]]
|mandatofine = 29 ottobre [[2021]]
|predecessore =
|successore =
|partito = [[Indipendente (politica)|Indipendente]]
|alma mater = [[Scuola militare "Nunziatella"]]<br />[[Accademia militare di Modena]]
|professione = Ufficiale militare
}}
{{militare
|Nome = Sergio De Caprio
|Soprannome = ''Capitano Ultimo''
|Data_di_nascita = 21 febbraio 1961
|Nato_a = [[Montevarchi]]
|Morto_a =
|Cause_della_morte =
Riga 13 ⟶ 24:
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|Nazione_servita = {{ITA}}
|Forza_armata = [[File:Coat of arms of the Esercito Italiano.svg|21px]] [[Esercito Italiano]]<br>[[File:Coat of arms of the Carabinieri.svg|21px]] [[Arma dei Carabinieri]]
|Arma = [[Carabinieri]] (fino al 2000)
|Specialità =[[Teste di cuoio|Polizia speciale]] <br>[[Polizia ambientale]]
|Reparto = [[File:LogoROS.jpg|21px]] [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]]
|Unità =
* [[Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro"]]
* [[Carabinieri forestali|Comando per la tutela forestale e ambientale]]
|Anni_di_servizio = [[1978]] - [[2020]]<ref>{{cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/06/il-capitano-ultimo-annuncia-dopo-42-anni-di-servizio-lascio-larma-dei-carabinieri/5728280/|titolo=Il Capitano Ultimo annuncia: “Dopo 42 anni di servizio lascio l’Arma dei Carabinieri”|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=6 marzo 2020|accesso=9 marzo 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200307083941/https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/06/il-capitano-ultimo-annuncia-dopo-42-anni-di-servizio-lascio-larma-dei-carabinieri/5728280/ |urlmorto=no}}</ref>
|Grado = [[Generale di brigata]]
|Ferite =
|Comandanti = [[Mario Mori]]
|Guerre =
|Campagne =
|Azioni = [[Operazione Belva]]
|Comandante_di =[[File:CRIMOR.jpg|24px]] [[Crimor]]<br>Carabinieri forestali di Roma
|Decorazioni = [[Sergio De Caprio#Onorificenze|Vedere qui]]
|Studi_militari = [[Scuola militare "Nunziatella"]]<br />[[Accademia militare di Modena]]
|Pubblicazioni = [[Sergio De Caprio#Opere dedicate e ispirate|Vedete qui]]
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = Assessore all'ambiente per la Calabria
|Altro_campo = Nemici storici
|Altro = [[Totò Riina]]
|Note =
|Ref =
Riga 40 ⟶ 52:
|Nome = Sergio
|Cognome = De Caprio
|PostCognomeVirgola = detto anche
|Sesso = M
|LuogoNascita = Montevarchi
|GiornoMeseNascita = 21 febbraio
|AnnoNascita = 1961
|NoteNascita = <ref>[http://www.19luglio1992.com/attachments/2351_sentenzamoridecaprio.doc Dalla sentenza De Caprio-Mori] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304204142/http://www.19luglio1992.com/attachments/2351_sentenzamoridecaprio.doc |date=4 marzo 2016 }}, 20 febbraio [[2006]]: "DE CAPRIO Sergio nato a Montevarchi (AR) il 21/02/1961".</ref>
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività =
|Attività2 = saggista
|Attività3 = generale
|Epoca = 2000
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = dell'Arma dei Carabinieri, appartenente ai reparti speciali a cui si deve l'arresto di [[Totò Riina]]
}}
È noto principalmente per aver eseguito, quando era a capo dell'unità [[CrimOr]] dei [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] dei [[Carabinieri]], l'arresto del capo di [[Cosa nostra]] [[Totò Riina]] il 15 gennaio 1993. Con il grado di colonnello è stato vice comandante del [[Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente]] a [[Roma]].
Ha fondato la casa famiglia "Volontari Capitano Ultimo" di Roma, dove porta avanti progetti di solidarietà nei confronti dei meno fortunati.
Il 15 gennaio 2022, in occasione del 29º anniversario dell'arresto di [[Salvatore Riina|Totò Riina]], lancia "Ultimo TV", progetto televisivo realizzato con il regista Ambrogio Crespi.<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/nasce-ultimo-tv-lemittente-del-carabiniere-che-arresto-toto-riina_2QKGY1MU7R3FhQ4E92QMoJ|titolo=Nasce 'Ultimo Tv', l'emittente del carabiniere che arrestò Totò Riina|autore=mrtrepetto|sito=Adnkronos|data=2021-10-12|accesso=2022-02-03}}</ref>
Il 6 aprile 2024 ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee e dopo 31 anni ha mostrato per la prima volta il volto, abbassando la copertura che indossava quando si trovava in pubblico per nascondere i connotati.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/flashes/capitano-ultimo-toglie-la-maschera/|titolo=Il video in cui “Capitano Ultimo”, generale dei carabinieri famoso per l’arresto di Totò Riina, si è scoperto il volto dopo 31 anni e si è dichiarato favorevole a suicidio assistito col suo lavoro di assessore. Desidera un mondo di sole donne e critica la chiesa come raccoglitore di malati di mente amicizia oltre il proprio organo secondo teorie più logiche a suo dire giuste e mai difficili come vivere senza telefono solo se al mondo si è pronti a morire o senza donne e gente da vittimizzare o punire.|sito=Il Post|data=2024-04-06|lingua=it|accesso=2024-04-06}}</ref>
==Biografia==
=== Origini e formazione ===
Figlio di Michele De Caprio, maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, è originario della [[provincia di Arezzo]], studia presso la [[Scuola militare Nunziatella]] di Napoli e vince il concorso per l'[[Accademia militare di Modena]] dove compie gli studi e la formazione, diventando [[tenente]] dei [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] e prestando servizio alla Compagnia di [[Bagheria]], dove nel 1985 arresta il latitante [[Antonino Gargano]] e il mafioso [[Vincenzo Puccio]], assassino del [[capitano]] dei Carabinieri [[Emanuele Basile (carabiniere)|Emanuele Basile]].
=== L'inchiesta Duomo connection ===
{{Vedi anche|Duomo Connection}}
Trasferito a [[Milano]] con il grado di [[capitano]], tra il 1989 e il 1990 sviluppa le indagini dell'inchiesta "[[Duomo Connection|Duomo connection]]" coordinata dal Pubblico ministero [[Ilda Boccassini]] e relativa alla penetrazione [[Mafia|mafiosa]] a Milano. Le indagini portano all'arresto di un folto gruppo di pregiudicati siciliani e del loro presunto boss, il geometra [[Antonino Carollo]] detto "Toni", figlio incensurato di [[Gaetano Carollo]], esponente della famiglia mafiosa di [[Resuttana]] ucciso nel 1987 a [[Liscate]].
Insieme con numerosi episodi di [[Traffico di droga|traffico di stupefacenti]], le indagini accertano una intensa attività edilizia del gruppo siciliano, realizzata - secondo l'accusa - con la collaborazione degli imprenditori Sergio Coraglia e Gaetano Nobile. Per agevolare le concessioni edilizie da parte del Comune di Milano, i clan siciliani avevano allacciato contatti con importanti esponenti dell'amministrazione. Vennero indagati per corruzione l'assessore all'urbanistica [[Attilio Schemmari]], il sindaco [[Paolo Pillitteri]] e tre alti funzionari, poi assolti.
Entrato in quel periodo nel neonato [[Raggruppamento
===L'arresto di Riina===
{{Vedi anche|Operazione Belva}}
De Caprio è ricordato soprattutto in quanto, quando era a capo del CrimOr, fu l'ufficiale che mise materialmente le manette il 15 gennaio 1993 al più potente e sanguinario esponente di [[Cosa nostra]] mai vissuto, [[Salvatore Riina]]. Il [[Operazione Belva|racconto dell'arresto]] del boss è stato varie volte messo in discussione, sia durante il processo celebrato a Palermo nel 2006 in relazione ai fatti che portarono alla ritardata perquisizione del "covo" di Riina, sia più recentemente dalle dichiarazioni di [[Massimo Ciancimino]], figlio dell'ex sindaco di Palermo [[Vito Ciancimino]] (condannato per mafia), secondo il quale in realtà Riina sarebbe stato consegnato ai Carabinieri da [[Bernardo Provenzano]]. Massimo Ciancimino, a oggi, è un "dichiarante" giudicato attendibile solo a fasi alterne nel corso di altri procedimenti<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/10/trattativa-nicola-mancino-in-aula-ciancimino-e-inattendibile-martelli-dichiarazioni-a-rate/3381813/|titolo=Trattativa, Nicola Mancino in aula: “Ciancimino è inattendibile. Martelli? Dichiarazioni a rate”}}</ref><ref name="corriere.it">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/10_marzo_05/legali-ciancimino-deposizione-dellutri-palermo_a33684d2-2852-11df-84c9-00144f02aabe.shtml|titolo=Processo Dell'Utri, Massimo Ciancimino non depone davanti alla Corte d'Appello - Corriere della Sera|accesso=3 maggio 2021}}</ref>. Peraltro, a ben vedere, l'unica ricostruzione ufficiale oggi disponibile delle vicende che hanno portato all'arresto di Salvatore Riina, è quella prodotta dalla [[sentenza]] n. 514/2006 con cui il tribunale di [[Palermo]] ha assolto il capitano De Caprio e il colonnello [[Mario Mori|Mori]] dalle accuse loro rivolte a seguito della ritardata perquisizione dell'abitazione di [[Salvatore Riina|Riina]]. Con la sentenza del 20 febbraio i giudici del tribunale di [[Palermo]], oltre ad assolvere gli imputati «perché il fatto non costituisce reato»<ref name="laprivatarepubblica.com">http://www.laprivatarepubblica.com/overruling/Covo%20Riina%20-%20Tribunale%20-%2020-2-2006.pdf</ref>, hanno voluto sottolineare e ribadire che «il latitante (Riina, ndr) non fu consegnato dai suoi sodali, ma localizzato in base a una serie di elementi tra loro coerenti e concatenati che vennero sviluppati, in primo luogo, grazie all'intuito investigativo del cap. De Caprio».
A confutare l'ipotesi che l'arresto del boss fosse stato frutto di un accordo con Provenzano, è emerso che le indagini che portarono alla cattura di Riina furono avviate sin dal 1990 dal
Dopo la cattura di Riina, dal 1993 al
===
Da comandante della sezione del ROS di Palermo col grado di [[maggiore]], nel maggio del
Il 4 ottobre
Successivamente è stato a capo delle indagini che hanno portato all'arresto del presidente di [[Finmeccanica]] [[Giuseppe Orsi (dirigente)|Giuseppe Orsi]], avvenuto il 12 febbraio
Sempre su indagini relative alle discariche, a gennaio
=== L'attività nell'AISE ===
Nel 2016 passa all'[[Agenzia informazioni e sicurezza esterna|AISE]], il servizio segreto per l'estero, a dirigere l'ufficio affari interni.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/politica/caccia-ai-mafiosi-ai-servizi-segreti-inizia-nuova-vita-1350711.html|titolo=Dalla caccia ai mafiosi ai servizi segreti: inizia la nuova vita del capitano "Ultimo"|sito=ilGiornale.it|data=12 gennaio 2017|lingua=it|accesso=3 maggio 2021}}</ref>
Il 20 luglio 2017 viene restituito dai servizi all'Arma perché, dopo le fughe di notizie sulle indagini su appalti [[Consip]], "è venuto meno il rapporto di fiducia".<ref>{{cita news|autore=Alberto Custodero|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2017/07/20/news/consip_capitano_ultimo_via_dai_servizi_torna_nell_arma-171238052/|titolo=Consip: capitano Ultimo "restituito" dai Servizi all'Arma: "Venuto meno rapporto fiducia"|pubblicazione=Repubblica|data=20 luglio 2017|accesso=9 marzo 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171222213942/https://www.repubblica.it/cronaca/2017/07/20/news/consip_capitano_ultimo_via_dai_servizi_torna_nell_arma-171238052/ |urlmorto=no}}</ref> Poche settimane dopo il [[Consiglio superiore della magistratura|CSM]] invia alla procura di Roma le dichiarazioni rese dal procuratore della Repubblica di Modena, Lucia Musti, sull'uso spregiudicato delle intercettazioni nella precedente indagine CPL Concordia da parte di De Caprio e del suo sottoposto, il capitano Gianpaolo Scafarto, indagato poi insieme con il PM [[Henry John Woodcock|Woodcock]] per falso nelle indagini su appalti Consip.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/politica/2017/09/16/news/consip-175620652/|titolo=“Scafarto e Ultimo, metodi da matti”. I carabinieri di Consip sotto accusa|sito=la Repubblica|data=15 settembre 2017|lingua=it|accesso=3 maggio 2021}}</ref>
===L'incarico al CUTFAA e l'aspettativa===
De Caprio dichiara però di aver deciso il rientro nell'Arma in maniera autonoma, per evitare strumentalizzazioni.<ref>{{Cita news|autore = Fiorenza Sarzanini|titolo = Il capitano Ultimo contrattacca|pubblicazione = [[Corriere della Sera]]|giorno = 16|mese = settembre|anno = 2017|p=6}}</ref> Nel dicembre 2017 rifiuta l'onorificenza di Cavaliere dell'[[ordine al merito della Repubblica]], di cui l'aveva insignito il Quirinale<ref>[https://www.corriere.it/cronache/18_febbraio_28/capitano-ultimo-rinuncia-nomina-cavaliere-repubblica-0a9d0eea-1c54-11e8-bca3-8aaab49a1cfe.shtml www.corriere. it]</ref>.
Dal maggio 2018 gli viene affidato l'incarico di direttore attività convenzionali del [[Comando carabinieri per la tutela della biodiversità e dei parchi|Comando per la tutela della biodiversità e dei parchi]] dei [[Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari|CUFAA]].
Dal 3 settembre 2018 De Caprio non ha avuto più la scorta, su decisione dell'[[Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale]]<ref>[https://www.agi.it/cronaca/capitano_ultimo_senza_scorta_tolta-4339246/news/2018-09-03/ Da oggi il capitano Ultimo è senza scorta].</ref>, tuttavia il 19 dicembre il [[Tribunale Amministrativo Regionale|TAR del Lazio]] gliela restituisce. Il 6 marzo 2020 comunica di voler lasciare l'Arma dei Carabinieri collocandosi in aspettativa a un anno dalla messa in quiescenza.
===La carriera politica===
Nel 2013 De Caprio è stato candidato di bandiera del partito [[Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale]], durante il secondo, il terzo e il sesto scrutinio per l'[[elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013|elezione del Presidente della Repubblica]] riportando 9, 7 e 8 voti rispettivamente.
Il 18 febbraio 2020 il neo presidente della Regione [[Calabria]] [[Jole Santelli]] annuncia, in una conferenza stampa presso la Camera dei deputati, di aver nominato De Caprio assessore regionale alla Tutela dell'Ambiente.<ref name=":0">{{cita news|autore=|url=https://lacnews24.it/politica/regione-assessore-ambiente-capitano-ultimo_110699/|titolo=Regione Calabria, Capitano Ultimo assessore all’Ambiente: l’annuncio di Jole Santelli|pubblicazione=|data=}}</ref><ref>{{cita news|autore=Alessia Candito|url=https://www.repubblica.it/politica/2020/02/18/news/calabria_annuncio_della_presidente_santelli_capitano_ultimo_assessore_all_ambiente-248894191/|titolo=Regione Calabria, l'annuncio del presidente Santelli: "Il Capitano Ultimo assessore all'ambiente"|pubblicazione=Repubblica|data=18 febbraio 2020|accesso=9 marzo 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200219180400/https://www.repubblica.it/politica/2020/02/18/news/calabria_annuncio_della_presidente_santelli_capitano_ultimo_assessore_all_ambiente-248894191/ |urlmorto=no}}</ref> Confermato dal presidente facente funzioni [[Antonino Spirlì]] dopo la morte di Santelli, resta in carica fino alle successive elezioni regionali, nell'ottobre 2021, che proclamano come nuovo governatore [[Roberto Occhiuto]].
Il 21 marzo 2024, nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati, viene presentato il simbolo di Capitano Ultimo all'interno della lista elettorale [[Libertà (lista elettorale)|Libertà]] promossa da [[Cateno De Luca]], sindaco di [[Taormina]] e leader di [[Sud chiama Nord]], in vista delle [[Elezioni europee del 2024|elezioni europee di giugno]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/21/cateno-de-luca-europee-capitano-ultimo-leghisti-italexit-castelli/7486937/|titolo=Cateno De Luca punta alle Europee: con lui il capitano Ultimo, ex leghisti veneti e valdostani, Italexit e l'ex ministro Castelli|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2024-03-21|lingua=it-IT|accesso=2024-03-21}}</ref> De Caprio è candidato in terza posizione dietro a Cateno De Luca e [[Laura Castelli]] nelle circoscrizioni nord-occidentale, centrale e meridionale e raccoglie oltre 6.700 preferenza non risultando eletto anche perché la lista non supera la soglia di sbarramento.<ref>[https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20240609/scrutiniEI4000000000 Eligendo: Libertà] </ref>
== I tentativi di omicidio ==
A causa delle sue indagini antimafia è stato nel mirino di [[Cosa nostra]]. Alcuni [[Collaboratore di giustizia|collaboratori di giustizia]] raccontano di progetti finalizzati a ucciderlo: [[Gioacchino La Barbera]] riferì in udienza pubblica che il boss [[Leoluca Bagarella]] aveva proposto un milione di lire in regalo a un Carabiniere che forniva notizie a Cosa nostra per avere informazioni su dove alloggiava il capitano.<ref>{{cita news|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2001/03/15/Cronaca/MAFIA-UN-PENTITO-TAGLIA-SU-CAPITANO-ULTIMO_201100.php|titolo=Mafia: un pentito, "taglia su Capitano Ultimo"|pubblicazione=Adnkronos|data=15 marzo 2001|accesso=9 marzo 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200309091244/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2001/03/15/Cronaca/MAFIA-UN-PENTITO-TAGLIA-SU-CAPITANO-ULTIMO_201100.php |urlmorto=no}}</ref>
Il pentito [[Salvatore Cancemi]] riferiva di avere partecipato nel giugno 1993 a una riunione con [[Bernardo Provenzano]], [[Raffaele Ganci]] e Leoluca Bagarella nel corso della quale Provenzano gli comunicava l’esistenza di un progetto per catturare il capitano Ultimo con l'obiettivo di tenerlo ostaggio e successivamente ucciderlo.<ref>{{cita news|autore=Claudio Gerino|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/14/sequestriamo-capitan-ultimo.html|titolo="Sequestriamo Capitan Ultimo"|pubblicazione=Repubblica|data=14 novembre 1993|accesso=9 marzo 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200309092124/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/14/sequestriamo-capitan-ultimo.html |urlmorto=no}}</ref> {{Senza fonte|Anche il pentito Giuseppe Guglielmini il 9 maggio 1997 riferì di avere appreso dal killer Giovannello Greco, che [[Bernardo Provenzano]] aveva l’intenzione ossessiva, aveva il chiodo fisso di uccidere il capitano Ultimo.}}
Nel 2014 al colonnello De Caprio è stata revocata la scorta, poi restituita dopo la denuncia del settimanale [[Panorama (rivista)|Panorama]].<ref>{{cita news|autore=Enrico Fedocci|url=https://www.panorama.it/news/capitano-ultimo-scorta-minacce-riina|titolo=Via la scorta a Ultimo anche se Riina minaccia|pubblicazione=Panorama|data=31 gennaio 2014|accesso=9 marzo 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200309092402/https://www.panorama.it/news/capitano-ultimo-scorta-minacce-riina |urlmorto=no}}</ref>
== Le vicende giudiziarie ==
=== Le accuse di favoreggiamento a Cosa nostra ===
Rinviato a giudizio su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Palermo [[Antonio Ingroia]], De Caprio fu poi prosciolto dall'accusa di favoreggiamento nei confronti di [[Cosa nostra]]. L'indagine era stata avviata dalla procura per accertare gli eventi che avevano portato alla ritardata perquisizione del covo di [[Salvatore Riina]]. Infatti, dopo l'arresto del boss, i Carabinieri della territoriale di Palermo erano pronti a perquisire l'edificio, ma Ultimo e il ROS, ritenendo di poter proseguire l'indagine in corso e individuare le attività criminali dei fiancheggiatori del boss arrestato per disarticolare completamente l'organizzazione, chiesero la sospensione della procedura per "esigenze investigative", che fu concessa dalla procura - stando a quanto afferma l'allora procuratore Caselli - «in tanto in quanto fosse garantito il controllo e l'osservazione dell'obiettivo». L'osservazione del covo garantita al procuratore Caselli, venne sospesa il giorno stesso dell'arresto di Riina. Successivamente il covo verrà perquisito con un ritardo di ben 18 giorni, quando lo stesso era stato ormai ripulito dai mafiosi oltre che ritinteggiato per non lasciare impronte di alcun tipo.<ref name="archiviostorico.corriere.it">[http://archiviostorico.corriere.it/2005/novembre/08/Covo_Riina_Caselli_Ros_decise_co_9_051108049.shtml Covo di Riina, Caselli: «Il Ros decise da solo»<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Peraltro, come riportato nelle motivazioni della sentenza del processo<ref name="laprivatarepubblica.com"/>, era ben chiaro dall'inizio sia ai Carabinieri sia alla procura che, decidendo di non procedere alla perquisizione, si assumeva un rischio, un rischio investigativo motivato dal raggiungimento di un obiettivo superiore. Lo stesso Tribunale di Palermo sentenzia:
{{Citazione|Questa opzione investigativa (la ritardata perquisizione, ndr) comportava evidentemente un rischio che l'Autorità Giudiziaria scelse di correre, condividendo le valutazioni espresse dagli organi di polizia giudiziaria, direttamente operativi sul campo, sulla rilevante possibilità di ottenere maggiori risultati omettendo di eseguire la perquisizione. Nella decisione di rinviarla appare, difatti, logicamente, insita l'accettazione del pericolo della dispersione di materiale investigativo eventualmente presente nell'abitazione, che non era stata ancora individuata dalle forze dell'ordine, dal momento che nulla avrebbe potuto impedire a “Ninetta” Bagarella (moglie di Riina, ndr), che vi dimorava, o ai Sansone, che dimoravano in altre ville ma nello stesso comprensorio, di distruggere od occultare la documentazione eventualmente conservata dal Riina - cosa che in ipotesi avrebbero potuto fare anche nello stesso pomeriggio del 15 gennaio, dopo la diffusione della notizia dell'arresto in conferenza stampa, quando cioè il servizio di osservazione era ancora attivo - od anche a terzi che, se sconosciuti alle forze dell'ordine, avrebbero potuto recarsi al complesso ed asportarla senza destare sospetti.
L'istruzione dibattimentale ha, al contrario, consentito di accertare che il latitante non fu consegnato dai suoi sodali, ma localizzato in base ad una serie di elementi tra loro coerenti e concatenati che vennero sviluppati, in primo luogo, grazie all'intuito investigativo del cap. De Caprio.}}
I Carabinieri definirono la sospensione dell'osservazione una «iniziativa autonoma della quale la Procura non era stata informata». Secondo la testimonianza di alcuni collaboratori di giustizia, un gruppo di affiliati alla mafia entrò indisturbato portando in salvo i parenti del boss, svuotando la cassaforte e verniciando le pareti per cancellare le impronte. Tuttavia, tali dichiarazioni, giudicate «frutto di una ricostruzione certamente autorevole, ma insufficiente per trarne definitive conclusioni» dallo stesso [[Antonio Ingroia|Ingroia]]<ref name=autogenerato1>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/maggio/27/Covo_Riina_bugie_inspiegabili__co_9_040527054.shtml «Covo di Riina, bugie inspiegabili»<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> – il PM che ha sostenuto l'accusa nel relativo procedimento -, non sono mai state riscontrate nel corso di un vero e proprio dibattimento. Inoltre, nessuno di detti collaboratori ha mai dimostrato di aver personalmente verificato il contenuto della cassaforte o, quantomeno, di conoscere esattamente quanto conservato all'interno della stessa.
Il processo si concluse con l'assoluzione «perché il fatto non costituisce reato».<ref name="sentenzaultimo">{{cita web
A seguito dell'esame della sentenza non è stata rilevata alcuna responsabilità disciplinare a carico del capitano Ultimo.}} La [https://web.archive.org/web/20090601160007/http://www.capitanoultimo.it/d/sentenzaultimo.htm sentenza], non appellata dalla [[Procura della Repubblica]] di [[Palermo]] - che peraltro aveva anch'essa richiesto l'assoluzione - è divenuta definitiva l'11 luglio 2006.
===Il ruolo nell'errore giudiziario del caso Barillà===
Il capitano Ultimo partecipò al pedinamento e all'arresto nel 1992 di [[Daniele Barillà]], l'imprenditore di [[Nova Milanese]] che ottenne, in seguito alla revisione del processo, un risarcimento di quattro milioni di euro per l'ingiusta detenzione durata oltre
Vittima di uno dei più clamorosi casi di errore giudiziario<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/11/milano-boss-intercettati-e-lerrore-giudiziario-una-vita-cambiata-senza-sapere-un-cazzo/1056420/|titolo = L'errore giudiziario, una vita cambiata|accesso = |data = }}</ref> emersi in Italia, Barillà fu erroneamente considerato dai
Nell'intera vicenda del caso Barillà, non sono emerse responsabilità disciplinari o penali a carico del Capitano Ultimo.
== Opere dedicate e ispirate ==
===Pubblicazioni===
*''
*''La lotta anticrimine. Intelligence e azione'', 2006, Laurus Robuffo, ISBN 88-8087-521-3.
==
* ''[[Ultimo (miniserie televisiva)|Ultimo]]'' (1998)
* ''[[Ultimo - La sfida]]'' (1999)
* ''[[Ultimo - L'infiltrato]]'' (2004)
* ''[[Il capo dei capi]]'' (2007)
* ''[[Ultimo - L'occhio del falco]]'' (2013)
*''Capitano Ultimo - Le ali del falco'', docufilm di Ambrogio Crespi (2014)
* ''[[Ultimo - Caccia ai Narcos|Ultimo - Caccia ai narcos]]'' (2018)
==Note==
Riga 144 ⟶ 172:
==Bibliografia==
* Maurizio Torrealta, ''"[[Ultimo - Il capitano che arrestò Totò Riina]]"'', [[Feltrinelli]], 2001, ISBN 978-88-07-81548-5.
*Pino Corrias, ''Fermate il capitano Ultimo!'', 2019, Chiarelettere.
==Voci correlate==
* [[Operazione Belva]]
* [[CrimOr]]
* [[Duomo Connection]]
* [[Raggruppamento operativo speciale]]
== Altri progetti ==
Riga 175 ⟶ 188:
{{Antimafia in Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|storia d'Italia}}
[[Categoria:Allievi della Nunziatella]]
[[Categoria:Carabinieri]]
[[Categoria:Ultimo]]
|