Alexander Hamilton Stephens: differenze tra le versioni

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{{F|politici statunitensi|gennaio 2010}}
{{Carica pubblica
|nome = Alexander HamiltonH. Stephens
|immagine = AlexStephensAlexStephens2.jpg
|carica = [[Stati Confederati d'America|Vicepresidente degli Stati Confederati d'America]]
|didascalia=
|mandatoinizio = 11 febbraio [[1861]]
|carica= [[Stati Confederati d'America|Vicepresidente degli Stati Confederati d'America]]
|mandatomandatofine = 11 febbraio [[1861]] - 11 maggio [[1865]]
|predecessore = ''carica istituita''
|successore = ''carica abolita''
|presidente = [[Jefferson Davis]]
|carica2= 58º [[Governatore della Georgia]]
|carica2 = 50º [[Governatore della Georgia]]
|mandato2= 4 novembre [[1882]] - 4 marzo [[1883]]
|mandatoinizio2 = 4 novembre [[1882]]
|predecessore2= [[Alfred H. Colquitt]]
|mandatofine2 = 4 marzo [[1883]]
|successore2= [[James Stoddard Boynton]]
|predecessore2 = [[Alfred H. Colquitt]]
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|successore2 = [[James S. Boynton]]
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|carica3 = Membro della [[Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti|Camera dei rappresentanti]] - [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]]
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|mandatofine3 = 3 marzo [[1845]]
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|mandatofine4 = 3 marzo [[1853]]
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|mandatoinizio5 = 4 marzo [[1853]]
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|predecessore6 = [[John J. Jones]]
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|successore6 = [[Seaborn Reese]]
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|partito = [[Partito Whig (Stati Uniti d'America)|Whig]] (1836-51)<br/>[[Partito di Unione Costituzionale|Unione Costituzionale]] (1851-53)<br />[[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Democratico]] (1853-83)
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|titolo di studio = Laurea in Legge
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|professione= [[Avvocato]]
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}}
{{Bio
|Nome = Alexander Hamilton<ref>In origine la ''H.'' del suo secondo nome non aveva alcun significato particolare, ma Stephens stabilì che dovesse stare per ''Hamilton'' in onore del proprio mentore, il reverendo [[presbiterianesimo|presbiteriano]] Alexander Hamilton Webster.</ref>
|Nome = Alexander Hamilton
|Cognome = Stephens
|Sesso = M
|LuogoNascita = Crawfordville
|LuogoNascitaLink =
|GiornoMeseNascita = 11 febbraio
|AnnoNascita = 1812
|LuogoMorte = SavannahAtlanta
|LuogoMorteLink = Savannah (Georgia)
|GiornoMeseMorte = 4 marzo
|AnnoMorte = 1883
|Epoca = 1800
|Attività = politico
|Attività2 = avvocato
|Nazionalità = statunitense
}}
Vicepresidente degli [[Stati Confederati d'America]], fu un uomo dalle eminenti abilità naturali, nell'esercizio intellettuale, nell'esercizio del governo.
 
Partecipò alla [[Guerra di secessione americana]] dalla parte degli [[Stati Confederati d'America]], di cui fu il primo e unico [[vicepresidente]]. Sono battezzate in suo onore due [[Contee degli Stati Uniti d'America|contee]] in [[Contea di Stephens (Georgia)|Georgia]] e [[Contea di Stephens (Texas)|Texas]].
Nipote di un soldato di [[George Washington]], fu uno di quei grandi uomini che credettero fermamente nell'impresa dell'indipendenza avviata dai popoli del Sud nel [[1861]]. Era nato in [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]], presso [[Crawfordville]], dove è sepolto e dove un monumento erettogli dal popolo parla della sua fama.
 
== Biografia ==
=== Origini ===
===Studi e prime attività politiche===
==== Famiglia, personalità e fisico ====
Educato nella sua prima gioventù nelle scuole del suo tempo, si laureò nel [[1832]] all'età di vent'anni e fu ammesso all'Ordine degli Avvocati nel [[1834]]. La pratica della professione si era appena aperta quando fu chiamato ad entrare nella lunga e insigne carriera politica che avrebbe dato al suo nome un posto estremamente prominente nella storia statunitense. Nonostante declinasse gli onori politici e mirasse a proseguire senza interruzione una vita professionale, fu forzato dalla sua circoscrizione a rappresentarla in un incarico politico.
Nacque nel [[1812]] a [[Crawfordville]], in [[Georgia (Stati Uniti)|Georgia]], da Andrew Baskins Stephens (1782-1826) e Margaret Grier (1786-1812). Rimase presto orfano di madre, e a quattordici anni perse anche il padre e la matrigna Matilda Lindsay, vittime di un'[[epidemia]] di [[polmonite]];<ref name=grave>{{Cita web|url=https://it.findagrave.com/memorial/981/alexander-hamilton-stephens|titolo=Alexander Hamilton Stephens|lingua=en|autore=William Bjornstad}}</ref> Stephens e i fratellastri vennero allora dispersi tra varie famiglie d'adozione, e ciò instillò nel giovane un carattere triste e malinconico.<ref name=grave/><ref name=NGE>{{Cita web|url=https://www.georgiaencyclopedia.org/articles/government-politics/alexander-stephens-1812-1883/|titolo=Alexander Stephens|autore=Chad Morgan|lingua=en}}</ref><ref name=Aleck>{{Cita web|url=http://blueandgraytrail.com/event/Alexander_Stephens|titolo=Alexander Spethens|lingua=en|accesso=28 febbraio 2023|dataarchivio=9 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060509061041/http://blueandgraytrail.com/event/Alexander_Stephens|urlmorto=sì}}</ref>
 
Passò un'infanzia povera e infelice, che lo segnò anche nel fisico: nel corso della sua vita infatti, come si evince anche dalle fotografie che lo ritraggono, rimase sempre estremamente magro ed emaciato, tanto che raramente arrivò a pesare più di 45&nbsp;kg,<ref>Alto 1,70 m, calcolando il suo [[indice di massa corporea]] sarebbe risultato sottopeso.</ref> venendo per questo soprannominato "il piccolo Ellick".<ref name=grave/><ref name=Aleck/><ref name=brit>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Alexander-H-Stephens|titolo=Alexander H. Stephens|lingua=en}}</ref> Soffriva di [[artrite reumatoide]] e [[radicolopatia]], che lo portarono ad essere sempre di salute molto cagionevole.<ref name=Aleck/>
La sua contea lo elesse nel [[1836]] alla legislatura dello Stato, e ripeté la scelta finché egli, nel [[1841]], declinò fermamente la rielezione. Ma nel [[1842]] fu eletto Senatore dello Stato. Il suo curriculum di legislatore dello Stato lo mostra diligente nel proteggere tutti gli interessi comuni e nel migliorare il benessere dello Stato. Le sue prime apparizioni nella vita pubblica fecero subito intravedere quella carriera nella quale si sarebbe guadagnato il titolo di The Great Commoner.
 
==== Studi e prime attività politiche ====
La sua prima elezione al Congresso degli Stati Uniti ebbe luogo nel [[1843]], dopodiché egli prestò servizio per sedici anni distinguendosi in modo costantemente crescente finché nel [[1859]] non tornò a vita privata per sua stessa scelta, e si congratulò prematuramente con i suoi elettori supponendo a quel tempo che tutte le questioni pericolose fossero state pienamente composte. Egli era stato uno strenuo propugnatore delle misure di compromesso del [[1850]], ed avendo successivamente partecipato alla composizione dei disordini del [[Kansas]], ne aveva accettato i risultati come la fine di un conflitto settoriale, almeno per quanto riguardava il Sud.
Studiò dapprima a [[Washington (Georgia)|Washington]] sotto l'egida del reverendo Alexander Hamilton Webster (in onore del quale il giovane adottò il proprio secondo nome); si laureò in seguito all'[[Università della Georgia]], conoscendo lì futuri alleati politici come [[Howell Cobb]] ed [[Herschel V. Johnson]];<ref name=Aleck/> fu infine ammesso all'Ordine degli Avvocati nel [[1834]],<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=brit/> e il suo esaminatore fu [[William H. Crawford]], ex-figura politica prominente degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] del primo XIX secolo.<ref name=Aleck/> La sua fu una carriera estremamente brillante, tanto che si diceva non avesse mai perso una causa.
 
A partire dal [[1836]] s'interessò di politica, cominciando a servire nell'Assemblea georgiana come membro del [[Partito Whig (Stati Uniti)|Partito Whig]].<ref name=Aleck/> Dal [[1843]] cominciò a mettersi in mostra nella politica nazionale come membro della [[Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti|Camera dei Rappresentanti]], sostenendo l'annessione del [[Texas]] all'Unione e opponendosi alla [[guerra messico-statunitense]].<ref name=brit/> Nonostante il fisico debole e la salute malferma era un politico deciso e dal carattere forte, sapendo sostenere accesi e prolungati dibattiti; la sua focosa carriera culminò nell'aggressione subita nel [[1848]] dal giudice [[Francis Cone]] a [[Macon (Georgia)|Macon]]: messisi a litigare, Stephens colpì Cone col suo bastone da passeggio, e quest'ultimo reagì estraendo un coltello e pugnalandolo alla mano.<ref name=Aleck/> Anche se l'aggressione gli lasciò la mano colpita permanentemente semi-paralizzata, perdonò Cone e non volle che fosse perseguito.<ref name=Aleck/>
=== Dalla Georgia alla Confederazione ===
{{citazione|Io non dubito che Lincoln sia un uomo buono, onesto e serio quanto il signor [[James Buchanan]] e che egli amministrerebbe il governo altrettanto rispettosamente per gli interessi del Sud, altrettanto onestamente e legalmente in ogni particolare. Io conosco bene l'uomo. Egli non è una cattiva persona. Egli sarà un presidente altrettanto buono quanto [[Millard Fillmore]], ed ancor meglio, secondo la mia opinione. Tuttavia il suo partito può provocare dei guai...|A. H. Stephens<ref>Citato in [[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994 Vol. I, pag. 173</ref>.}}
La campagna presidenziale del [[1860]] lo trovò sostenitore dell'elezione di [[Stephen A. Douglas]], per il quale egli guidò la campagna elettorale in Georgia. Egli tentò di evitare la secessione proponendosi di combattere l'amministrazione dei Repubblicani dall'interno dell'Unione, e, in caso di fallimento, di invocare una separazione concertata per tutti gli Stati del Sud.
 
Credendo fermamente nel diritto di secessione degli [[Stati federati degli Stati Uniti d'America|Stati]], finì con l'abbandonare il Partito Whig poiché a trazione sempre più nordista; era tuttavia anche contrario ai secessionisti estremi, per questo aderì al moderato [[Partito di Unione Costituzionale]] del migliore amico [[Robert Toombs]] nel [[1851]].<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=Aleck/> Anche l'Unione Costituzionale finì però col fallire in poco tempo, e Stephens passò allora, seppur poco convintamente, all'ala moderata del [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]] (di cui era stato esponente il suo antico aggressore Cone).<ref name=NGE/><ref name=Aleck/> Col crescere delle tensioni sociali negli Stati Uniti si oppose con vigore alla possibilità della secessione, pur non mettendo in discussione la giustezza della [[Schiavitù negli Stati Uniti d'America|schiavitù]] degli [[afroamericani]].<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=Aleck/><ref name=brit/>
Fu eletto membro della Convenzione della Georgia del 1861, e dopo strenui sforzi per ritardare l'approvazione di un'ordinanza di secessione separata dello Stato, quando l'atto fu approvato spese tutte le sue energie per sostenere la Confederazione. Le sue obiezioni erano sulla convenienza di una secessione immediata e non sul diritto del suo Stato a secedere.
{{citazione|Unionista sino alla fine, si era battuto a spada tratta per Douglas, ex Whig ed amico personale di Lincoln, aveva fatto l'impossibile per evitare la secessione; benché risoluto difensore della [[schiavitù negli Stati Uniti d'America]] nella sua qualità di "peculiare istituzione"<ref>[[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994 Vol. I, pp. 187-188</ref>.}}
La Convenzione lo scelse quale delegato al Congresso Provvisorio che si riuniva a [[Montgomery (Alabama)|Montgomery]], e che lo nominò unanimemente Vice Presidente degli Stati Confederati, incarico abbinato automaticamente alla Presidenza del Senato Confederato. Per il suo talento e l'influenza posseduta in tutto il Sud il suo servizio fu immediatamente utile, non solo nell'assistere all'organizzazione del governo confederato, ma nello sforzo generale di indurre tutti gli Stati del Sud ad unirsi a coloro che già avevano posto in atto la secessione. Per questo egli fu incaricato di trattare con la [[Virginia]] per conto della Confederazione e gli riuscì di guadagnarsi quel prezioso Stato persino prima che la sua ordinanza di secessione fosse formalmente ratificata dal popolo.
 
=== La Georgia e la Confederazione ===
Nell'approntamento della Costituzione Confederata la sua esperienza di uomo di Stato e la profonda familiarità con i principi del governo furono di grande valore. Quello strumento era un miglioramento, secondo lui, della Costituzione degli Stati Uniti, e meritava la sua calorosa raccomandazione anche se alcuni principi che egli aveva caldeggiato non erano stati adottati. Disse della suprema Carta della nuova Repubblica: "L'intero documento nega totalmente l'idea che così tante persone hanno attivamente tentato di inserire in durevole forma nella storia, che la Convenzione di Montgomery non fosse altro che un insieme di ''cospiratori'' il cui obiettivo era il sovvertimento dei principi della Costituzione degli Stati Uniti, e l'erezione di una grande ''oligarchia schiavista'' invece che la stabilità e la garanzia delle libere istituzioni.
==== Il convulso 1861 ====
{{citazione|Io non dubito che Lincoln sia un uomo buono, onesto e serio quanto il signor [[James Buchanan]] e che egli amministrerebbe il governo altrettanto rispettosamente per gli interessi del Sud, altrettanto onestamente e legalmente in ogni particolare. Io conosco bene l'uomo. Egli non è una cattiva persona. Egli sarà un presidente altrettanto buono quanto [[Millard Fillmore]], ed ancor meglio, secondo la mia opinione. Tuttavia il suo partito può provocare dei guai...|A. H. Stephens<ref>Citato in [[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994 Vol. I, pag. 173</ref>.}}
La campagna presidenziale del [[1860]] lo trovò sostenitore dell'[[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1860|elezione]] di [[Stephen A. Douglas]], per il quale guidò la campagna elettorale in Georgia.<ref name=Aleck/> Egli tentò di evitare la secessione proponendosi di combattere l'amministrazione dei [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicani]] dall'interno dell'Unione, e, in caso di fallimento, di invocare una separazione concertata per tutti gli Stati del Sud.<ref name=Aleck/>
 
Costretto ad adeguarsi al precipitare degli eventi, fu eletto membro della Convenzione della Georgia del [[1861]], e dopo strenui sforzi per ritardare l'approvazione di un'ordinanza di secessione dello Stato, quando l'atto fu approvato spese tutte le sue energie per sostenere la nuova Confederazione, anche se non per reale convinzione personale.<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=Aleck/><ref name=brit/>
Stephens approvava completamente la politica proposta dal governo confederato, che fu manifestata inviando commissari a [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]] senza indugio. Stupefatto del trattamento ricevuto da questi eminenti gentiluomini, denunciò vigorosamente la doppiezza di [[Seward]] che aveva dichiarato la sua opinione che Lincoln era stato persuaso a cambiare la sua politica originaria.
 
{{citazione|Unionista sino alla fine, si era battuto a spada tratta per Douglas, ex Whig ed amico personale di Lincoln, aveva fatto l'impossibile per evitare la secessione; benché risoluto difensore della [[schiavitù negli Stati Uniti d'America]] nella sua qualità di "peculiare istituzione".<ref>[[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994 Vol. I, pp. 187-188</ref>}}
Il tentativo di rinforzare [[Sumter]], alla luce dell'inganno praticato verso i commissari, fu da lui giudicato "atroce" e "più che una dichiarazione di guerra. È stato un vero e proprio atto di guerra." Fin dall'inizio Stephens favorì una vigorosa prosecuzione di tutte le misure diplomatiche, ed un'attiva preparazione militare della Confederazione. Egli e Davis furono in felice accordo circa lo scopo generale della Confederazione così crudamente espresso dal Presidente confederate alla ripresa dei lavori del Congresso nell'aprile 1861, "Noi non cerchiamo conquiste, né ingrandimenti, né concessioni dagli Stati liberi. Tutto quello che chiediamo è di essere lasciati soli, che nessuno tenti di soggiogarci con le armi. Questo noi vogliamo e dobbiamo resistere fino al più tremendo estremo. Nel momento in cui questa pretesa verrà abbandonata la spada cadrà dalle nostre mani, e dovremo essere pronti a trattati di amicizia e commercio reciprocamente benefici."
 
La Convenzione lo scelse quale delegato al [[Congresso provvisorio confederato|Congresso provvisorio]] che si doveva riunire a [[Montgomery (Alabama)|Montgomery]], che lo nominò unanimemente vicepresidente degli Stati Confederati, incarico abbinato automaticamente alla Presidenza del Senato Confederato, come secondo di [[Jefferson Davis]].<ref name=brit/> La sua nomina inizialmente fu una sorpresa, e venne probabilmente effettuata per cercare di non alienare dalla fazione ribelle gli unionisti e i moderati del Sud, ancora assai numerosi.<ref name=NGE/> Si trasferì allora nella nuova capitale [[Richmond (Virginia)|Richmond]], assumendo definitivamente la nuova posizione.<ref name=grave/><ref name=Aleck/>
===Durante la guerra===
Con il progredire della Guerra il Vice Presidente fu spesso chiamato a rivolgere indirizzi al popolo nei momenti critici, in ognuno dei quali egli caratterizzava l'invasione del Sud come una guerra ingiusta di conquista e sottomissione, "la cui responsabilità per tutti i sacrifici di sangue e denaro sono dell'amministrazione di Washington." Dichiarando francamente che l'istituzione della schiavitù aveva le sue origini nella cupidigia europea ed americana, e non era un male assoluto, egli giustificava la protezione data dalla Confederazione a quella sorta di proprietà contro l'assalto di una maggioranza, ma non dichiarò mai che essa fosse la "pietra angolare" della nuova Repubblica, come spesso si cita contro di lui. Egli sosteneva che la schiavitù, in quanto istituzione interna sotto il controllo degli Stati, veniva attaccata da coloro che cercavano di stabilire la regola che il governo federale aveva il potere di regolare tutte le istituzioni interne di tutti gli Stati.
 
==== Durante la guerra ====
I suoi punti di vista riguardanti le relazioni fra I governi federale e degli Stati erano pressoché allineate con quelle di Jefferson, ed egli si fece carico di questi punti di vista nella sua costruzione della costituzione confederata. Credendo che la libertà dipenda più dal diritto che non dalle armi, essendo egli per natura un civile e per formazione un giurista, egli non poteva essere d'accordo su tutte le misure di guerra adottate a [[Richmond (Virginia)|Richmond]]. L'amministrazione Lincoln era da lui accusata con gran severità a causa della totale mancanza di considerazione di tutte le limitazioni costituzionali. Altrettanto obiettava ad ogni violazione della costituzione da parte del suo proprio governo. La sua opposizione alla politica finanziaria, alla coscrizione, alla sospensione dello ''habeas corpus'' e ad altre misure di Guerra fu molto decisa e si verificarono divergenze fra il Vice Presidente e l'amministrazione confederata; ma il suo rapporto con il Presidente Davis ed il Gabinetto rimase cordiale fino alla fine della guerra. Egli dice che "queste differenze, per quanto ampie e profonde, non causarono fratture personali fra di noi", affermazione confermata da Davis.
Stephens cercò di ricoprire il proprio ruolo al meglio delle sue possibilità: fu infatti lui a ratificare la nuova [[costituzione]] confederata e a promulgare la [[leva obbligatoria]] per permettere la costituzione di un [[esercito confederato|esercito efficace]] (anche se personalmente non l'approvava).<ref name=Aleck/> Spesso si trovava tuttavia scavalcato sia dal Congresso che dallo stesso Davis, e ciò lo portò presto a diventare un suo oppositore, assentandosi spesso per i furiosi disaccordi che scaturivano tra loro.<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=Aleck/> Il governatore georgiano [[Joseph E. Brown]] divenne un suo alleato non dichiarato, e il loro sforzo congiunto di sabotare il governo centrale confederato fu determinante per il prosieguo della guerra.<ref name=NGE/><ref name=Aleck/>
 
Nel [[1863]], nel tentativo di mettere fine alla guerra civile americana, si recò a Washington D.C. da [[Abraham Lincoln]] come emissario di pace. Durante il tragitto tuttavia avvenne la [[battaglia di Gettysburg]], che segnò la fine delle speranze di vittoria confederate; non avendo più necessità di trattare, al suo arrivo Lincoln, che pure era stato suo amico quando entrambi militavano nel Partito Whig, neanche lo ricevette.<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=Aleck/> Un altro tentativo di negoziazione con Lincoln nel [[1865]] non andò in porto,<ref name=Aleck/><ref name=brit/> e dopo la [[battaglia di Appomattox|resa di Appomattox]] rientrò in Georgia, dove venne presto arrestato dalle autorità unioniste.<ref name=grave/><ref name=Aleck/>
È giusto ricordare che Stephens fu il difensore del Presidente Davis contro tutti gli attacchi maliziosi finché ebbe vita. Le crudeli e brutali accuse contro Davis riguardanti il trattamento dei prigionieri furono prontamente da lui condannati come uno dei ''più audaci e più spogli oltraggi contro la verità della storia che siano mai stati tentati; non inferiore all'infame tentativo di addebitare a lui e ad altri alti Ufficiali dalla parte della Confederazione la colpa dell'assassinio di Lincoln''. Stephens con assoluta certezza considerava l'idea fin dai primissimi giorni della secessione che un processo di disintegrazione della vecchia Unione potesse avvenire perseguendo una politica corretta, e che alla fine "una riorganizzazione dei suoi elementi costitutivi e una nuova assimilazione sulla base di una nuova Costituzione" avrebbe dato luogo ad una unione più perfetta del tutto. Questi punti di vista incontrarono poco favore. La loro realizzazione era troppo distante, troppo incerta, troppo impraticabile per adattarsi al suo tempo.
 
=== Dopo la guerra ===
Egli voleva sempre fare pace e ricostituire l'Unione sulla base della Costituzione adottata a Montgomery, o semplicemente sul sincero riconoscimento dell'assoluta sovranità degli Stati. Ma nulla di ciò era ammissibile come base di riunificazione. Quando ebbe inizio la guerra e le risorse confederate calarono fino al punto di esaurimento Stephens cominciò con una certa veemenza a far pressione sull'amministrazione di Richmond perché fossero accettati i suoi punti di vista come misure idonee a far terminare la carneficina della guerra. Gli ultimi anni di conflitto furono principalmente segnati da disastri che il popolo del Sud stava sopportando con cuore tenace, compensate ogni tanto da vittorie sul campo e voci di tentativi di una parte pacifica del Nord di sospendere le ostilità. Stephens era tra i principali sostenitori del movimento per la pace, ma senza la minima manifestazione di tradire la Confederazione. Si era pensato che se egli e Lincoln, due vecchi ed affezionati amici che avevano grande rispetto reciproco, potessero incontrarsi e parlare confidenzialmente, si sarebbe trovata una base per la pace.
Rimase prigioniero a [[Boston]] fino all'ottobre 1865, quando venne perdonato da [[Andrew Johnson]], successore di Lincoln.<ref name=Aleck/> Rientrato in Georgia, venne subito eletto al [[Senato degli Stati Uniti]], ma essendo ancora compromesso con le ex-autorità confederate la sua nomina venne invalidata.<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=brit/> Durante gli anni d'interdizione scrisse la sua opera più nota, ''A Constitutional View of the Late War between the States'', un'[[apologia]] della Confederazione in due volumi dove illustrava nel dettaglio le ideologie che avevano portato alla sua nascita e alla guerra di secessione.<ref name=NGE/><ref name=brit/>
 
Per quasi dieci anni rimase fuori dalla vita politica, ma come vecchio capo dei confederati godeva ancora di molti appoggi, tanto che nel [[1873]] venne rieletto alla Camera per terminare il mandato di un collega e rimanendovi per i successivi nove anni<ref name=grave/> (anche se pare che, datosi all'[[alcolismo]], ricoprì un ruolo più nominale che attivo).<ref name=Aleck/> Nel [[1883]] poi venne eletto [[governatore della Georgia]], sembrando quindi in procinto di ridare la scalata al potere; ma fu solo una breve parentesi, perché pochi mesi dopo la sua salute precaria ebbe un improvviso peggioramento, portandolo alla morte il 4 marzo [[1883]].<ref name=grave/><ref name=NGE/><ref name=Aleck/><ref name=brit/>
La situazione politica al Nord nell'estate del [[1863]] sembrava favorire un tentativo di avvicinare il governo degli Stati Uniti sull'argomento e di raggiungere un accordo per riprendere gli scambi di prigionieri di guerra. In questa circostanza Stephens propose di recarsi di persona a Washington per avere un abboccamento preliminare con Lincoln "che possa finalmente condurre a buoni risultati." Ma mentre questa proposta era in discussione le Armate confederate attraversarono il Potomac minacciando Washington e producendo nel gabinetto di Lincoln sentimenti che a Stephens sembrarono essere sfavorevoli a qualsiasi negoziato. Egli era però incaricato da Davis di fare ogni sforzo per garantire lo scambio di prigionieri, e lo fece con il risultato di un immediato rifiuto da parte delle autorità federali di ricevere qualsiasi commissario al riguardo.
 
== Note ==
Stephens nel [[1864]] pensava che la reazione contro la politica di Guerra di Lincoln fosse causata dalla paura che il cosiddetto potere di Guerra diventasse pericoloso per le libertà degli Stati del Nord, ed egli era dell'opinione che un adeguato incoraggiamento al popolo della pace nel Nord avrebbe portato al loro successo politico nelle elezioni di quell'anno, portando così al potere a Washington un gruppo di uomini che avrebbero trattato con il Sud. "Era la nostra vera politica" scrive, "lottando per la nostra indipendenza, di utilizzare ogni possibile mezzo per imprimere nelle menti dei veri amici della libertà al Nord la verità che se noi fossimo stati sopraffatti e gettati sotto il tallone del centralismo, lo stesso destino aspettava loro prima o poi." Su questa linea simpatizzava per la risoluzione approvata nel marzo 1864 dal parlamento della Georgia, evidentemente preparato per consolidare l'opposizione al Nord all'amministrazione Lincoln. Ma la schiacciante rielezione di Lincoln dissipò ogni speranza di accomodamento.
 
===Gli sforzi per la pace===
Lo sforzo finale per una negoziazione fu fatto da Stephens e dai suoi Commissari associati, [[John A. Campbell]] e [[Robert M. T. Hunter]], incaricati da Davis, che incontrarono Lincoln e Seward ad [[Hampton Roads]] il 3 febbraio [[1865]], in una informale quanto futile conferenza. Stephens era il capo portavoce in quella famosa intervista, e ha dato il suo resoconto complete di tutto l'accaduto. Egli fece pressione su Lincoln e Seward perché acconsentissero ad un armistizio con l'intenzione di organizzare una richiesta da parte degli Stati Uniti verso l'imperatore [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano]] di liberare il [[Messico]] dal controllo europeo in sintonia con la popolare "[[dottrina Monroe]]". Questo diversivo, credeva, avrebbe aperto la strada alla ricostituzione dell'Unione. Seward replicò che il suggerimento era solo una "teoria filosofica" e Lincoln disse che lo scioglimento di tutte le armate e la restaurazione dell'autorità federale ovunque era l'assoluto preliminare a qualsiasi cessazione delle ostilità.
 
Fallito questo sforzo per assicurare un armistizio, Stephens e gli altri Commissari richiesero una dichiarazione delle condizioni sotto le quali la guerra potesse finire. Gli Stati secessionisti sarebbero stati subito parificati agli altri Stati secondo la Costituzione, come erano prima? Cosa si sarebbe fatto delle proprietà di schiavi? Quale sarebbe stato il comportamento degli Stati Uniti verso gli attori della secessione? Alle questioni di questa natura, ma non con le stesse parole, fu risposto dicendo che ogni resistenza armata doveva cessare e ci si doveva fidare che il governo avrebbe fatto quello che riteneva migliore. Non ci sono prove che Lincoln scrivesse la parola "Unione" su un pezzo di carta e dicesse che Stephens poteva scrivere sotto ciò che voleva, e non è probabile che qualcosa di così stupido, impotente e imprudente sia stato fatto dal sagace Presidente degli Stati Uniti. Non ci fu promessa di pagamento per la proprietà degli schiavi, ma solo un suggerimento di Lincoln che egli avrebbe favorito ciò, sebbene il suo punto di vista al riguardo fosse ben noto. Così la conferenza fallì senza alcun risultato benefico.
 
===Il ritorno alla Georgia===
[[File:AlexStephens2.jpg|thumb|upright|Alex Stephens negli ultimi anni della sua vita]]Ritornando dalla conferenza di [[Hampton Roads.]] Stephens considerò che la causa del Sud fosse senza speranze, e trovando l'amministrazione risoluta a difendere Richmond fino all'ultimo, lasciò Richmond per tornare a casa sua il 9 febbraio, senza alcuna malevolenza verso Davis o alcun proposito di opporsi alla politica adottata dal Gabinetto, e rimase in ritiro fino al suo arresto l'11 maggio. Fu confinato come prigioniero per cinque mesi a [[Fort Warren]], ed egli sopportò con fortezza e senza recedere dalle sue convinzioni. Il suo rilascio sulla parola avvenne nell'ottobre [[1865]], e nel febbraio successivo il parlamento della Georgia lo elesse senatore degli Stati Uniti, ma il Congresso a quel punto stava trattando la Georgia come uno Stato fuori dall'Unione, in contrasto del proclama Presidenziale di restaurazione e perciò gli fu rifiutato il seggio.
 
Più tardi, quando l'era della ricostruzione fu felicemente terminata, fu eletto Rappresentante al Congresso, dove egli ebbe il suo seggio e servì con impareggiabile abilità. Nell'anno [[1882]] fu eletto Governatore della Georgia e durante il suo mandato si ammalò e morì a [[Savannah (Georgia)|Savannah]]. Gli furono tributati straordinari onori funebri nella capitale ed in tutto lo Stato e la sua memoria è caldamente onorata come quella di uno dei più grandi uomini del suo tempo. Stephens riposa sotto un memoriale a lui stesso intitolato a [[Crawfordville]], [[Georgia (Stati Unitid'America)|Georgia]].
 
==Note==
<references/>
 
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