Judith Miller: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = giornalista
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = del [[New York Times]]
|Immagine = Judy Miller (32595090148).jpg
}}
 
== Biografia ==
La Miller ha forti agganci nel mondo politico di [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], che le hanno permesso di conseguire molti scoop, come quello sulle armi di distruzione di massa dell'[[Iraq]], una bufala che danneggiò la reputazione del [[New York Times]]. <ref name="How Chalabi and the White House held the front page - The New York Times has burned its reputation on a pyre of lies about Iraq">{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/world/2004/may/29/iraq.usa1|titolo=How Chalabi and the White House held the front page - The New York Times has burned its reputation on a pyre of lies about Iraq|sito=The Guardian|data=2004-05-29|lingua=it|accesso=2025-30-01}}</ref>
 
Col pretesto della libertà di stampa, la Miller rifiutò di fare il nome della propria fonte dopo aver rivelato che [[Valerie Plame]] era un'agente della Cia sotto copertura. In questo modo protesse il consigliere del [[Vicepresidente degli Stati Uniti]] [[CIA-gate#Condanna_di_Libby_e_commutazione_di_pena|Lewis Libby]], che tramite lei portò a termine la rappresaglia dell'amministrazione Bush contro il marito della Plame, l'ambasciatore americano [[Joseph Wilson]], il quale aveva dimostrato che l'amministrazione Bush mentiva a proposito della vendita di uranio da parte del Niger al regime di Saddam Hussein: la vendita non era mai avvenuta. Col suo rifiuto di rispondere alle domande del procuratore speciale sul caso Plame, la Miller finì in galera per oltraggio alla corte, fino a quando, nel [[2006]], confessò che la fonte era Libby.
Il suo rifiuto di rispondere alle domande del procuratore speciale sul caso di [[Valerie Plame]], però, le è valso un periodo di detenzione per oltraggio alla corte, fino a quando non ha ritenuto di essere liberata dall'obbligo di riservatezza del giornalista con le sue fonti ed ha confessato, nel [[2006]], di essere stata approcciata sul punto dal consigliere del [[Vicepresidente degli Stati Uniti]] [[CIA-gate#Condanna_di_Libby_e_commutazione_di_pena|Lewis Libby]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Nigergate]]
*[[CIA-gate]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==