Gerald Ford: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|la classe di [[portaerei]]|Classe Gerald R. Ford}}
{{Carica pubblica
|nome = Gerald Ford
|immagine =
|didascalia = Ritratto ufficiale, 1974
|carica = 38º [[Presidente degli Stati Uniti d'America]]
|mandatoinizio = 9 agosto
|mandatofine = 20 gennaio
|vicepresidente = [[Nelson Rockefeller]]
|predecessore = [[Richard Nixon]]
|successore = [[Jimmy Carter]]
|carica2 = 40º [[Vicepresidente degli Stati Uniti d'America]]
|mandatoinizio2 = 6 dicembre
|mandatofine2 = 9 agosto
|presidente2 = [[Richard Nixon]]
|predecessore2 = [[Spiro Agnew]]
|successore2 = [[Nelson
|carica3 = [[Camera dei rappresentanti
|mandatoinizio3 = 3 gennaio
|mandatofine3 = 6 dicembre
|predecessore3 = [[Charles A. Halleck]]
|successore3 = [[John Jacob Rhodes]]
|carica4 = Membro della [[Camera dei rappresentanti
|mandatoinizio4 = 3 gennaio
|mandatofine4 = 6 dicembre
|predecessore4 = [[Bartel J. Jonkman]]
|successore4 = [[Richard Vander Veen]]
|partito = [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Repubblicano]]
|alma mater = [[Università del Michigan]]<br />[[Università Yale]]
|firma = Gerald Ford Signature.svg
|professione = Avvocato, politico
|titolo di studio = [[Bachelor of Arts]]<br />[[Bachelor of Laws]]
}}
{{Bio
|Nome = Gerald Rudolph
|Cognome = Ford Jr.
|PostCognomeVirgola = nato '''Leslie Lynch King
|ForzaOrdinamento = Ford ,Gerald
|Sesso = M
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|GiornoMeseMorte = 26 dicembre
|AnnoMorte = 2006
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , 38º [[presidente degli Stati Uniti d'America]] dal
}}
Diventato presidente degli Stati Uniti a seguito delle dimissioni di [[Richard Nixon]], è fino ad oggi l'unico presidente ad aver assunto tale ruolo senza essere stato eletto nemmeno come vicepresidente, in quanto venne nominato a tale carica da Nixon dopo le dimissioni di [[Spiro Agnew]], vicepresidente eletto con Nixon.<ref name="post" />
Durante la sua presidenza finì la [[guerra del Vietnam]] e furono firmati gli [[Accordi di Helsinki]] nel quadro dell'OSCE, che hanno favorito la distensione con l'[[URSS]]. Durante il suo mandato, il Congresso ha assunto un'importanza crescente negli affari internazionali, mentre il ruolo del presidente è diminuito. Per quanto riguarda la politica interna, Ford si è trovato di fronte alle peggiori prospettive economiche dai tempi della [[Grande depressione]]: durante i suoi anni in carica, il paese è entrato in [[recessione]] e l'inflazione è aumentata. Una delle sue decisioni più controverse fu quella di graziare il predecessore [[Richard Nixon]], implicato nel cosiddetto [[scandalo Watergate]]. Nel 1976 Ford sconfisse [[Ronald Reagan]] nella nomination del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]], ma perderà di poco contro il democratico [[Jimmy Carter]] nelle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1976|elezioni presidenziali di quell'anno]].
Spesso descritto come impacciato e poco intelligente, il suo predecessore [[Lyndon B. Johnson]] ha affermato che Ford era "incapace di masticare gomme e camminare allo stesso tempo". Dopo i suoi anni in carica, Ford ha continuato ad essere attivo nel Partito Repubblicano. Dopo aver sofferto di problemi di salute, è morto nella sua casa il 26 dicembre 2006 all'età di novantatré anni. Il suo mandato presidenziale, durato 895 giorni, è il più breve tra tutti quelli dei presidenti degli Stati Uniti non deceduti in carica.
== Biografia ==
===I primi anni===
[[File:Photograph of Gerald R. Ford, Jr. (Then Leslie Lynch King, Jr.) - NARA - 186856 (restored).jpg|left|thumb|upright=0.6|Ford all'età di 3 anni, nel 1916]]
[[File:President Gerald R Ford Historical Marker.jpg|thumb|left|La casa dove Ford visse la sua infanzia a [[Grand Rapids (Michigan)]]]]
Ford nacque col nome di Leslie Lynch King Jr. il 14 luglio 1913 al n° 3202 di Woolworth Avenue ad [[Omaha]], nel [[Nebraska]], dove i suoi genitori vivevano coi suoi nonni paterni. Egli era figlio di Dorothy Ayer Gardner (1878-1948) e di Leslie Lynch King Sr. (1870-1941), un mercante di lana. Suo padre era figlio del banchiere Charles Henry King (1836-1930) e di Martha Alicia Porter (1841-1917). Gardner si separò da King appena sedici giorni dopo la nascita del figlio e si portò a vivere a [[Oak Park (Illinois)|Oak Park]], nell'[[Illinois]], a casa di sua sorella Tannisse (1880-1946) e del cognato, Clarence Haskins James (1878-1954). Da qui, poi, tornò alla casa dei genitori, Levi Addison Gardner (1853-1927) ed Adele Augusta Ayer (1855-1917), a [[Grand Rapids (Michigan)|Grand Rapids]], nel [[Michigan]]. Gardner e King divorziarono ufficialmente nel dicembre del 1913, e la donna ottenne la piena custodia del figlio. Il nonno paterno di Ford ne pagò il sostentamento sino a poco prima della sua morte nel 1930.<ref>{{cita libro|autore=Young, Jeff C.|titolo=The Fathers of American Presidents|anno=1997|isbn=978-0-7864-0182-6|editore=McFarland & Co.|città=Jefferson, NC|url=https://archive.org/details/fathersofamerica0000youn}}</ref>
Ford disse nella sua autobiografia che il motivo che aveva spinto sua madre ad abbandonare suo padre era il carattere del genitore.<ref name="ford-Nebraska">{{Cita news|url=http://www.foxnews.com/wires/2006Dec27/0,4670,FordNebraska,00.html |titolo=Nebraska-born Ford Left State as Infant |cognome=Funk, Josh |data=27 dicembre 2006 |accesso=2 settembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110429040023/http://www.foxnews.com/wires/2006Dec27/0%2C4670%2CFordNebraska%2C00.html |dataarchivio=29 aprile 2011 |editore=Fox News}}</ref> Nella biografia di Ford, James M. Cannon, membro della sua amministrazione presidenziale, disse che alcuni giorni dopo la nascita di Ford, Leslie King cercò di uccidere con un coltello da cucina la moglie, il figlio e la tata che lo accudiva.<ref name="pbs-knife">{{cita web |cognome=Cannon |nome=James |url=https://www.pbs.org/newshour/character/essays/ford.html |titolo=Gerald R. Ford |sito=Character Above All |editore=Public Broadcasting System |accesso=28 dicembre 2006 |dataarchivio=26 gennaio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110126122400/http://www.pbs.org/newshour/character/essays/ford.html |urlmorto=sì }}</ref>
Dopo aver vissuto coi nonni per due anni e mezzo, la madre di Ford si risposò con Gerald Rudolff Ford (1893-1964) il 1º febbraio 1917. Questi era un venditore presso l'azienda di vernici della famiglia. Il futuro presidente non venne mai formalmente adottato dal patrigno e non cambiò il suo nominativo anagrafico sino al 3 dicembre 1935.<ref name="utexas">{{cita web |url=http://www.ford.utexas.edu/grf/genealog.asp |titolo=Gerald R. Ford Genealogical Information |sito=Gerald R. Ford Presidential Library & Museum |editore=University of Texas |accesso=28 dicembre 2006 |dataarchivio=24 settembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924014533/http://www.ford.utexas.edu/grf/genealog.asp |urlmorto=sì }}</ref> Crebbe quindi a [[East Grand Rapids]], nel [[Michigan]] coi suoi tre fratellastri nati dal secondo matrimonio di sua madre: Thomas Gardner Ford (1918-1995), Richard Addison Ford (1924-2015) e James Francis Ford (1927-2001).<ref>{{cita news|titolo=Richard Ford remembered as active steward of President Gerald Ford's legacy|opera=MLive|data=20 marzo 2015|url=http://www.mlive.com/news/grand-rapids/index.ssf/2015/03/richard_ford_dies.html|accesso=21 dicembre 2015}}</ref>
Ford aveva anche tre sorellastre nate dal secondo matrimonio di Leslie King Sr., suo padre biologico: Marjorie King (1921-1993), Leslie Henry King (1923-1976) e Patricia Jane King (1925-1980). Loro tre incontrarono il fratellastro solo negli anni 1960. Ford non venne a conoscenza delle circostanze della sua nascita sino ai 17 anni, quando i suoi genitori gli raccontarono ciò che era accaduto. Col padre biologico, Ford mantenne dei contatti sporadici sino alla morte di questi.<ref name="ford-Nebraska" /><ref>{{cita news|titolo=A Common Man on an Uncommon Climb|opera=The New York Times|data=19 agosto 1976|url=https://timesmachine.nytimes.com/timesmachine/1976/08/19/357031602.pdf|pagina=28|accesso=26 aprile 2009 }}</ref>
Ford disse a proposito della sua famiglia: "Il mio patrigno era una persona magnifica ed allo stesso modo lo era mia madre. Pertanto non potrei aver dato una descrizione migliore per l'immagine di un'ottima famiglia in cui crescere".<ref name="kunhardt">{{cita libro|cognome=Kunhardt Jr. |nome=Phillip |url=http://www.americanpresident.org/history/geraldford/biography/resources/ArticlesCopy1/KunhardtFordBio.article.shtml |titolo=Gerald R. Ford "Healing the Nation" |pp=79-85 |editore=Riverhead Books |città=New York |accesso=28 dicembre 2006 |anno=1999 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060203074820/http://www.americanpresident.org/history/geraldford/biography/resources/ArticlesCopy1/KunhardtFordBio.article.shtml |dataarchivio=3 febbraio 2006 }}</ref>
Ford frequentò i [[Boy Scouts of America]] e raggiunse il rango di [[Eagle Scout]], il più alto.<ref name="honor">{{cita libro|cognome=Townley |nome=Alvin |url=http://us.macmillan.com/legacyofhonor|titolo=Legacy of Honor: The Values and Influence of America's Eagle Scouts |editore=St. Martin's Press|città=New York |pp=12–13 and 87|isbn=978-0-312-36653-7 |accesso=29 dicembre 2006 |anno=2007 }}</ref> È l'unico Eagle Scout ad essere divenuto poi presidente degli Stati Uniti.<ref name="honor" />
Ford frequentò la Grand Rapids South High School, dove si distinse come atleta e capitano della locale squadra di football americano.<ref name="kunhardt" /><ref>{{Cita web|titolo=Investigatory Records on Gerald Ford, Applicant for a Commission|data=30 dicembre 1941|sito=Gerald R. Ford Presidential Library |url=http://www.fordlibrarymuseum.gov/library/document/0069/2825430.pdf|accesso=18 novembre 2010}}</ref>
Nel [[1948]] si sposò con [[Betty Ford|Elizabeth Bloomer]], divorziata dal suo precedente matrimonio con William Gustavas Warren (1923-1978), da cui ebbe quattro figli: Michael Gerald (1950), John Gardner (1952), Steven Meigs (1956) e Susan Elizabeth (1957).
== Carriera politica ==
=== Membro del Congresso ===
Nel 1948 si candidò alla [[Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti|Camera dei rappresentanti]] per il [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]] nel quinto distretto del [[Michigan]]: la vittoria elettorale diede inizio a un mandato durato 25 anni (venne infatti riconfermato 13 volte), nel corso del quale mantenne un profilo piuttosto basso, preferendo accreditarsi come conciliatore e negoziatore (non fu infatti primo firmatario di alcuna grande proposta di legge). A più riprese rifiutò le proposte di candidarsi per un seggio al Senato o come governatore del Michigan, dichiarando di avere quale maggiore obiettivo politico personale quello di diventare [[Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America|''speaker'' della Camera]].<ref>{{cita web|url=http://www.foxnews.com/politics/2011/05/02/gerald-ford-man-who-aspired-to-become-house-speaker/|titolo=Gerald Ford: The Man Who Aspired to Become House Speaker|data=2 maggio 2011|accesso=2 febbraio 2014}}</ref> Ford fece parte della [[Commissione Warren]], che indagò sull'assassinio di [[John Fitzgerald Kennedy]], avvenuto a [[Dallas]] il 22 novembre 1963. Fu anche il ''leader'' del Partito Repubblicano alla Camera dei rappresentanti, carica che detenne dal 1965 al 1973.
=== Vicepresidente degli Stati Uniti d'America ===
[[File:FordNixonKissingerHaig.png|thumb|[[Henry Kissinger]] discute con il Presidente [[Richard Nixon|Nixon]], Ford e [[Alexander Haig]] nel 1973]]
Il 10 ottobre [[1973]] il vicepresidente USA [[Spiro Agnew]], colpito da gravi accuse (poi confermate) di corruzione e riciclaggio di denaro,<ref name=post>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/12/26/storia-gerald-ford/|titolo=Il presidente con una storia da serie tv|editore=ilpost.it|data=26 dicembre 2016|accesso=26 dicembre 2016}}</ref> dovette rassegnare le dimissioni. Venne quindi applicata la sezione 2 del [[XXV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America]], che prevede la possibilità per il presidente in carica di nominare un nuovo vice, con successivo voto di approvazione da parte del Congresso. [[Richard Nixon]] si rivolse quindi ai leader politici delle due Camere, che gli indicarono in maniera abbastanza convergente il nome di Gerald Ford, all'epoca un deputato già molto esperto, ma apparentemente privo di particolari ambizioni di carriera.
La scelta fu annunciata ufficialmente il 12 ottobre. Il 27 novembre il Senato diede il proprio via libera con soli tre voti contrari (da parte dei democratici [[Gaylord Nelson]] del Wisconsin, [[Thomas Eagleton]] del Missouri e [[William Hathaway]] del Maine), quindi il 6 dicembre la Camera fece altrettanto, con 387 voti favorevoli e 35 contrari. Un'ora dopo, Ford prestò giuramento come vicepresidente degli Stati Uniti.
=== Presidenza ===
[[File:Leone Ford 1974.jpg|thumb|sinistra|[[Giovanni Leone]], allora [[presidente della Repubblica Italiana]], con Gerald Ford nel 1974]]
[[File:Ford - Brezhnev 1974.jpg|thumb|sinistra|[[Leonid Il'ič Brežnev]], allora [[segretario generale del PCUS]], con Gerald Ford nel 1974]]
Ford divenne [[Presidenza di Gerald Ford|presidente]] il 9 agosto [[1974]], data in cui Nixon rassegnò le dimissioni a seguito del cosiddetto [[scandalo Watergate]].<ref name=post/> Come ebbe a dichiarare in seguito, accettò controvoglia il gravoso incarico, trovando inoltre imbarazzante il fatto di esservi arrivato senza passare dalle elezioni presidenziali, circostanza che non mancò di sottolineare durante il suo primo discorso televisivo.<ref name=post/>
Circa un mese dopo la sua entrata in carica, si avvalse del potere di grazia previsto dalla [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]] per cancellare ogni addebito penale a carico del predecessore [[Richard Nixon|Nixon]].<ref name=post/> Il provvedimento fu molto discusso e considerato una forzatura dai suoi oppositori, che iniziarono a riferirsi a Ford come ''the man who pardoned Nixon'', ossia "l'uomo che graziò Nixon". La decisione fu motivata col fatto che la crisi era conclusa, che Nixon era stato estromesso dal potere e che sarebbe stato inutilmente lacerante per il paese affrontare anni di processi e ricorsi nei confronti di un ex presidente democraticamente eletto.<ref name=post/>
Ford portò a termine il mandato che era di Nixon, governando il Paese dal 1974 al [[1977]]; si fece affiancare come vicepresidente dal governatore dello [[New York (stato)|Stato di New York]] [[Nelson Rockefeller]] (figlio e nipote, rispettivamente, degli imprenditori [[John Davison Rockefeller Jr.]] e [[John Davison Rockefeller]]), mentre [[Dick Cheney]] fu a capo del [[Capo di gabinetto della Casa Bianca|gabinetto]]. Riconoscendosi come privo di particolare carisma,<ref name=post/> il nuovo presidente decise di costruire la propria immagine pubblica sui valori dell'onestà e della mitezza caratteriale, scegliendo quindi di mantenere un basso profilo. Dopo soli tre mesi dal suo insediamento, tuttavia, dovette affrontare la sconfitta del Partito Repubblicano alle [[Elezioni di metà mandato negli Stati Uniti d'America|elezioni di metà mandato]], che consegnarono la maggioranza del [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]] ai [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratici]]: a più riprese oppose il veto a leggi promosse dalle due Camere.
La sua immagine presidenziale rimase piuttosto debole, come dimostrato dalla beffarda affermazione del predecessore [[Lyndon B. Johnson]], il quale dichiarò:<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2012/04/12/la-caduta-di-gerald-ford/|titolo=La caduta di Gerald Ford|editore=ilpost.it|data=12 aprile 2012|accesso=26 dicembre 2016}}</ref> «Ford non è capace di scorreggiare e masticare una gomma contemporaneamente», frase riportata poi dai giornalisti nella forma meno irriverente «Ford non è capace di camminare e masticare una gomma contemporaneamente».<ref>{{cita web|url=https://www.independent.co.uk/news/presidents/gerald-r-ford-1451818.html|titolo=Gerald R. Ford|data=21 gennaio 1999|accesso=2 febbraio 2014}}</ref> Tale dichiarazione venne ripresa dalla stampa anche a seguito di un episodio rimasto celebre, avvenuto il 1º giugno 1975, data in cui Ford, appena arrivato presso l'aeroporto di [[Salisburgo]] a bordo dell'[[Air Force One]], scivolò e cadde mentre scendeva dalla scaletta del velivolo; in seguito Ford fu protagonista di una seconda caduta in pubblico, suscitando illazioni (anche in campo repubblicano) sul proprio stato di salute. Sempre nel 1975 scampò a due tentativi di assassinio.
[[File:Ford meets with Rumsfeld and Cheney, April 28, 1975.jpg|thumb|Gerald Ford con il suo segretario alla Difesa [[Donald Rumsfeld]] (alla sua sinistra) e il suo capo di gabinetto [[Dick Cheney]]]]
Alle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali del [[1976]], in contrasto con la consuetudine secondo cui i presidenti che terminano il loro primo mandato in genere non abbiano avversari o li abbiano comunque molto deboli, Ford venne sfidato dal carismatico ex attore e governatore della California [[Ronald Reagan]]. Ford riuscì a ottenere la nomination, ma l'esito delle primarie fu molto combattuto e incerto, e quella del 1976 viene ricordata come l'ultima ''contested convention''; molti delegati che l'avevano sostenuto, poco dopo dissero di essersene pentiti, soprattutto a seguito dell'efficace discorso di "ammissione della sconfitta" che Reagan rivolse ai propri sostenitori.<ref name=post/> Ford scelse come candidato vicepresidente [[Bob Dole]], senatore del Kansas e futuro sfidante di [[Bill Clinton]] nelle elezioni del [[1996]].
La partita elettorale fu estremamente combattuta, in quanto il suo avversario democratico, il governatore della [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]] [[Jimmy Carter]], era a sua volta un politico piuttosto inesperto e incline alle gaffe. Gli analisti individuarono come momento decisivo per la sconfitta di Ford il dibattito televisivo (il primo dal 1960 tra due candidati alla presidenza USA), nel quale il presidente uscente pronunciò la frase: «Non esiste alcun dominio sovietico nell’Europa orientale e non ci sarà mai sotto l'amministrazione Ford», dando l'impressione di stare negando l'esistenza dell'influenza dell'[[URSS]] al di là della [[cortina di ferro]], laddove invece il suo intento era di voler esaltare il desiderio di libertà delle popolazioni sottoposte ai regimi comunisti e l'intento degli USA di non abbandonarli al loro destino.
Alle elezioni del 2 novembre, Carter sopravanzò Ford di solo il 2% su base nazionale: lo spoglio fu lungo e solo alle 3:30 del mattino del 3 novembre la vittoria democratica poté essere dichiarata.
== Dopo la presidenza e morte ==
[[File:Gerald R. Ford 1.jpg|thumb|upright|Servizio funebre (2 gennaio 2007)]]
[[File:Gravesite of Gerald and Betty Ford 72019d.jpg|thumb|Tomba di Gerald e Betty Ford]]
Dopo aver lasciato la [[Casa Bianca]], si trasferì nel sud della [[California]]. Si concentrò sulla scrittura di memorie e libri e sul tenere conferenze. Nel 1982 fu aperta la Ford Presidential Library ad [[Ann Arbor]]. Fornì più volte consigli ai successori [[Jimmy Carter|Carter]] e [[Ronald Reagan|Reagan]] durante i rispettivi periodi di presidenza.
Gerald Ford morì il 26 dicembre 2006, all'età di 93 anni, a [[Rancho Mirage]], in [[California]]<ref name=post/><ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nytimes.com/2006/12/27/washington/27webford.html?hp&ex=1167282000&en=8487|titolo=Gerald Ford, 38th President, Dies at 93|pubblicazione=[[The New York Times]]|accesso=12 gennaio 2023}}</ref>. Dopo le [[funerale di Stato|esequie di stato]], si svolsero dei servizi commemorativi presso la [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Washington)|Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo]] a [[Washington]]. Fu sepolto presso il Gerald R. Ford Presidential Museum a [[Grand Rapids (Michigan)|Grand Rapids]] nel [[Michigan]]<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/2007/01/04/washington/04ford.html|titolo=Ford Is Buried After Thousands in Hometown Pay Respects|pubblicazione=[[The New York Times]]|accesso=12 gennaio 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2006/12/20061228-2.html|titolo=National Day of Mourning for President Gerald R. Ford|sito=The White House|lingua=en|accesso=12 gennaio 2023}}</ref>.
== Media ==
* Della sua esperienza alla Casa Bianca parla il film del [[1987]] ''[[All'ombra della Casa Bianca]]'' (''The Betty Ford Story
* Nel film ''[[The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca]]'' compare il suo personaggio.
* Data la fama di presidente "dimenticato", nella commedia ''[[Beverly Hills Cop II - Un piedipiatti a Beverly Hills II]]'', lo strambo protagonista afroamericano [[Axel Foley]] presenta un suo collega poliziotto quale "l'ex presidente Ford", senza che alcuno possa smentirne l'identità.
* Sempre a proposito di tale fama,
* Nel film ''[[Vice - L'uomo nell'ombra]]'' (''Vice''), regia di [[Adam McKay]] (2018), Ford è interpretato da [[Bill Camp]].
== Onorificenze ==
=== Onorificenze statunitensi ===
[[File:Gerald Ford and Tip O'Neill (cropped) - USNWR.jpg|thumb|Gerald Ford incontra il leader della minoranza della Camera [[Tip O'Neill]] alla [[Casa Bianca]]]]
[[File:Bundesarchiv Bild 183-P0801-026, Helsinki, KSZE-Konferenz, Schlussakte.jpg|thumb|Gerald Ford (seduto al centro) durante la firma dell'atto finale degli [[accordi di Helsinki]] - da sinistra a destra:
[[Helmut Schmidt]] (RFT), [[Erich Honecker]] (RDT) e [[Bruno Kreisky]] (Austria), 1975]]
[[File:President Gerald Ford and Betty Ford with Queen Elizabeth II and Prince Philip on the Blue Room Balcony.jpg|thumb|Il presidente Gerald Ford e la first lady [[Betty Ford]] con la regina [[Elisabetta II]] e il principe [[Filippo di Edimburgo|Filippo]] alla [[Casa Bianca]] il 7 luglio 1976]]
{{Onorificenze
|immagine=Decoration without ribbon - it.svg
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}}
{{Onorificenze
|immagine=
|nome_onorificenza=Ellis Island Medal of Honor
|collegamento_onorificenza=Ellis Island Medal of Honor
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza= American Campaign Medal
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}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza= American Defense Service Medal
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}}
{{Onorificenze
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}}
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=Golden_Pheasant_Award_ribbon.svg
|nome_onorificenza=Golden Pheasant Award (Giappone)
|collegamento_onorificenza=Golden Pheasant Award
|motivazione=
|data=1974
}}
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== Voci correlate ==
* [[Betty Ford]]
* [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)]]
* [[Presidenti degli Stati Uniti d'America]]
* [[Presidenza di Gerald Ford]]
* [[Presidenza di Richard Nixon]]
* [[Scandalo Watergate]]
* [[Storia del Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Interprogetto/notizia|Gerald Ford è morto|data=27 dicembre 2006}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{PresidentiUSA
|periodo = 9 agosto 1974 – 20 gennaio 1977
|successore = [[Jimmy Carter]]
}}
{{VicePresidentiUSA
|periodo = 6 dicembre 1973 – 9 agosto 1974
|predecessore = [[Spiro Agnew]]
|successore = [[Nelson Rockefeller]]
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico diplomatico
|carica = [[G7#Presidenti di turno del forum G7|Presidente del G7]]
|periodo = 27 – 28 giugno 1976
|precedente = [[Valéry Giscard d'Estaing]]<ref>Presidente del G6.</ref>
|successivo = [[James Callaghan]]
|note = <references />
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico di partito
|carica = [[Candidati alla presidenza degli Stati Uniti d'America per il Partito Repubblicano|Candidato alla presidenza degli Stati Uniti d'America per il Partito Repubblicano]]
|periodo = [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1976|1976]]
|precedente = [[Richard Nixon]]<ref>Si dimette da presidente il 9 agosto 1974.</ref>
|successivo = [[Ronald Reagan]]
|note = <references />
}}
{{Presidenza di Richard Nixon}}
{{Presidenza di Gerald Ford}}
{{USRepPresNominati}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|diritto|guerra fredda|marina|politica|seconda guerra mondiale}}
{{Portale|Stati Uniti d'America}}
[[Categoria:Gerald Ford| ]]
[[Categoria:Massoni]]
[[Categoria:
[[Categoria:Politici del Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)]]
[[Categoria:Presidenti degli Stati Uniti d'America]]
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[[Categoria:Decorati con la Medaglia presidenziale della libertà]]
[[Categoria:Personalità commemorate con funerali di Stato]]
[[Categoria:Vicepresidenti degli Stati Uniti d'America]]
[[Categoria:Presidenza di Richard Nixon]]
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