Attilio Calzavara: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Attilio
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Padova
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1901
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1952
|Attività = architetto
|Attività2 = grafico
|Attività3 = pittore
|Nazionalità = italiano
}}<ref name=":0">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=53746|titolo=Calzavara Attilio|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=17 settembre 2018}}</ref>
== Biografia ==
Attilio Calzavara nacque nel 1901 a [[Padova]], dove studiò dal 1915 al 1920 arti grafiche e decorative presso la Regia Scuola Artistica Industriale Pietro Selvatico. Dal 1922 al 1926 completò la specializzazione in architettura presso l'[[Accademia di belle arti di Venezia|Accademia di Belle Arti di Venezia]], dove frequentò anche i corsi di pittura tenuti da [[Ettore Tito]]. Nel frattempo cominciò a svolgere lavori di restauro architettonico nel territorio di Padova.
Nel 1928 fu a Roma in occasione di un concorso nazionale per l'insegnamento di disegno. Pur classificandosi tra i primi concorrenti, gli venne negato l'incarico perché non iscritto al [[Partito Nazionale Fascista]]. Si dedicò quindi alla progettazione architettonica. Entrò in contatto con l'architetto [[Armando Brasini]], allora direttore artistico del [[Vittoriano|monumento a Vittorio Emanuele II]], che lo assunse presso la consulenza artistica del monumento stesso. In tale incarico progettò particolari costruttivi ed elementi decorativi, occupandosi anche di lavori di completamento dell'edificio. Nel contempo, su committenza dell'[[Opera nazionale balilla|Opera Nazionale Balilla]], di cui era consulente artistico l'architetto [[Enrico Del Debbio]], realizzò, nel 1929, sempre a Roma, la palestra della scuola elementare Umberto I<ref name=":0" />.
In questo periodo diede inizio alla sua attività in campo grafico con l'ideazione di manifesti, con la serie di sei cartoline e diplomi per l'Opera Nazionale Balilla e soprattutto con vari progetti di grafica editoriale commissionati da vari ministeri ed enti pubblici, tra cui, di massima rilevanza, quello per il volume celebrativo del Decennale del Fascismo, Opere Pubbliche 1922 - 1932, a cura del Ministero dei Lavori Pubblici (1933).▼
▲In questo periodo diede inizio alla sua attività in campo grafico con l'ideazione di manifesti, con la serie di sei cartoline e diplomi per l'Opera Nazionale Balilla e soprattutto con vari progetti di grafica editoriale commissionati da vari ministeri ed enti pubblici, tra cui, di massima rilevanza, quello per il volume celebrativo del Decennale del Fascismo, Opere Pubbliche 1922
Nel 1933 si dimise dalla Consulenza Artistica del Monumento a Vittorio Emanuele II e si dedicò alla libera professione. Effettuò dapprima alcuni interventi di ristrutturazione e interior design, ma si orientò ben presto verso gli allestimenti per mostre ed esposizioni, avendo come committenti principali il Ministero dei Lavori Pubblici e il Ministero dei Trasporti.▼
▲Nel 1933 si dimise dalla
Nel 1947, ottenne l'incarico per l'insegnamento di Disegno architettonico presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1952, mentre stava allestendo alcuni padiglioni per la Mostra d'Oltremare e del Lavoro Italiano nel Mondo a Napoli, si ammalò. Morì a Roma nel giugno dello stesso anno.<ref name=":0" />▼
▲Nel 1947, ottenne l'incarico per l'insegnamento di Disegno architettonico presso l'[[Accademia di belle arti di Roma|Accademia di Belle Arti di Roma]]. Nel 1952, mentre stava allestendo alcuni padiglioni per la Mostra d'Oltremare e del Lavoro Italiano nel Mondo a Napoli, si ammalò. Morì a Roma nel giugno dello stesso anno.<ref name=":0" />
== Archivio ==
La documentazione che costituisce il fondo Calzavara<ref name=":1">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=351559|titolo=Fondo Calzavara Attilio|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=17 settembre 2018}}</ref> è stata acquistato a Roma da [[Mitchell Wolfson Jr.|Micky Wolfson]] in data 9 ottobre 1990 dalla figlia Elisa Calzavara Celli, concordando la valorizzazione delle carte appartenute al padre attraverso la pubblicazione di una monografia. Il complesso documentario è costituito da disegni progettuali, bozzetti originali, documentazione cartacea, fotografie, pubblicazioni diverse illustrate dall'architetto Calzavara, nonché da libri e riviste da lui possedute;
== Opere ==
Tra i numerosi lavori che progetterà e realizzerà (per lo più nel laboratorio artigianale che condivise con il padre, Giovanni, ebanista e decoratore) per circa cinquanta mostre in Italia e all'estero, si ricordano in particolare:
* 1934
* 1935
* 1938
* 1939
* 1940
* 1940
* 1943
* 1950
* 1951
== Note ==
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*{{Cita libro|curatore=S. Barisione, M. Fochessati, G. Franzone|anno=2001|editore=Mazzotta|città=Milano|titolo=Catalogo mostra, Casa Italiana Zerilli Marimò-New York University, New York - Museo ItaloAmericano, San Francisco - Palazzo Ducale, Genova}}
*{{Cita pubblicazione|autore=E. Sturani|data=luglio-agosto 2003|anno=luglio-agosto 2003|titolo=Attilio Calzavara, dalla storia dell'arte a quella del gusto|rivista=Charta|volume=12|numero=65|pp=56-57}}
*{{Cita pubblicazione|autore=Enrica Torelli Landini|autore2=|autore3=|anno=1994|titolo=Attilio Calzavara. Opere e committenza di un architetto antifascista|editore=Amaltea Edizioni}}
*{{Cita pubblicazione|autore=M. G. D'Amelio|anno=2003|titolo=Opere Pubbliche 1922-32 a cura del Ministero dei Lavori Pubblici, De Agostini, Novara 1933. Rinvenuti i materiali del progetto editoriale di Attilio Calzavara|rivista=do.co.mo.mo Italia|volume=VIII|numero=13|p=11}}
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