Falisci: differenze tra le versioni

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{{Popolo
|nome = Falisci
|immagine = Carte Falisques 450avJC.png
|didascalia =Il territorio dei Falisci con i centri di [[Falerii]], [[Nepete]] e [[Sutrium]]
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|religione = Religione falisca
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I '''Falisci''' ({{lang-grc|Φαλίσκοι|Phalískoi}}), in senso stretto "abitanti di [[Falerii]]", corrispondente alla moderna [[Civita Castellana]], è il nome con cui i [[Roma antica|Romani]] indicavano un antico [[Latino-falisci|popolo]] dell'[[Italia centraleEtruria]] meridionale.<ref name=treccanionline>{{Treccani|falisci||accesso=2021-01-30}}</ref>
 
== Etimologia ==
I '''Falisci''' ({{lang-grc|Φαλίσκοι|Phalískoi}}), in senso stretto "abitanti di Falerii", è il nome con cui i [[Roma antica|Romani]] indicavano un antico [[popolo]] dell'[[Italia centrale]].
L'etnonimo dei Falischi è probabilmente di origine latina, ed è legato al toponimo della loro città principale, Falerii, e come sosteneva [[Ovidio]], potrebbe derivare dal nome del suo mitico fondatore Aleso, Haleso in Latino, dopo la cambiamento dell'iniziale h in f,<ref>Bakkum, 2009, pp. 210-211.</ref> evoluzione di cui si trovano altri esempi in falisco, sebbene le circostanze e la cronologia siano controverse, e che è documentata anche in alcune varianti della lingua etrusca.<ref>Bakkum, 2009, pp. 79-83.</ref>
 
La prima apparizione dell'[[Etnico (onomastica)|etnico]] potrebbe essere l'iscrizione riferita a ''[mi a]uvileś feluskeś'' scritta su una stele funeraria del VII secolo a.C., rinvenuta a [[Vetulonia]]<ref>{{Cita web|url=https://www.studietruschi.org/e-vetter-zu-der-kriegerstele-von-vetulonia-cie-5213-p-301|titolo=ZU DER KRIEGERSTELE VON VETULONIA|nome=E. Vetter|editore=STUDI ETRUSCHI, XXIV|p=301}}</ref> , dove se il termine ''feluskeś'' fosse la traduzione etrusca del latino ''faliscus'', allora la stele sarebbe dedicata ad ''Aulo il Falisco''. Successivamente, alla fine del V sec. C. e nella IV a. C., sono documentate le forme probabilmente correlate ''Feleskenas'' e ''Veluske'', e forse anche quella del personaggio ''Venthical [...]plsachs.'' che appare nella [[Tomba François]].<ref>Bakkum, 2009, p. 36.</ref><ref>Torelli, Mario (1996). Historia de los etruscos. Barcelona: Crítica. ISBN 84-7423-706-8.</ref>
==Origini==
Secondo il mito il capostipite dei Falisci fu [[Aleso (mitologia greca)|Halaesus]] (o Halesus),<ref>[[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], [[Fasti (Ovidio)|Fasti]], IV, 74.</ref> figlio illegittimo o compagno d'arme di [[Agamennone]].
 
==Storia==
I Falisci vengono menzionati dagli scrittori antichi, tra questi da [[Strabone]]<ref>Strabone, V, 2, 9.</ref><ref name=Cristofani2004>{{Treccani|popoli-e-culture-dell-italia-preromana-i-falisci_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29|Popoli e culture dell'Italia preromana. I Falisci|autore= [[Mauro Cristofani]] (2004)}}</ref> che si rifà verosimilmente a [[Polibio]]. La storia dei Falisci è direttamente legata a quella degli [[Etruschi]] dei quali sono alleati, insieme con gli abitanti della vicina [[Capenati|Capena]], a partire dal V sec. a.C. quando iniziano le lotte contro Roma.<ref>Tito Livio, IV, 17-18, 21, 23; V, 8 e 18- 19; VII, 16; X, 45-46</ref> La vicinanza dei Falisci con gli Etruschi è tale da essere inclusi da [[Tito Livio]] fra i popoli etruschi <ref>Tito Livio, V, 8, 4-5.</ref> insieme ai quali partecipano ai concili federali presso il [[Fanum Voltumnae]], il santuario "nazionale" degli Etruschi.<ref>Tito Livio, V, 24, 2-3.</ref><ref name=Cristofani2004></ref>
[[File:Falerii Novi - Porta di Giove 2.JPG|upright=1.4|thumb|Porta di Giove a Falerii Novi.]]
I Falisci vengono menzionati dagli scrittori antichi, tra questi da [[Strabone]]<ref>Strabone, V, 2, 9.</ref><ref name=Cristofani2004>{{Treccani|popoli-e-culture-dell-italia-preromana-i-falisci_%28Il(Il-Mondo-dell%27Archeologia%29'Archeologia)|Popoli e culture dell'Italia preromana. I Falisci|autore= [[Mauro Cristofani]] (|anno=2004)|accesso=2021-01-30}}</ref> che si rifà verosimilmente a [[Polibio]]. La storia dei Falisci è direttamente legata a quella degli [[Etruschi]] dei quali sono alleati, insieme con gli abitanti della vicina [[Capenati|Capena]], a partire dal V sec. a.C. quando iniziano le lotte contro Roma.<ref>Tito Livio, IV, 17-18, 21, 23; V, 8 e 18- 19; VII, 16; X, 45-46</ref> La vicinanza dei Falisci con gli Etruschi è tale da essere inclusi da [[Tito Livio]] fra i popoli etruschi <ref>Tito Livio, V, 8, 4-5.</ref> insieme ai quali partecipano ai concili federali presso il [[Fanum Voltumnae]], il santuario "nazionale" degli Etruschi.<ref name=Cristofani2004 /><ref>Tito Livio, V, 24, 2-3.</ref><ref name=Cristofani2004></ref>
===Origini===
[[File:Etruscan Faliscan Commanders Crested Helmet 8th century BCE.jpg|upright=1.4|thumb|Elmo crestato falisco dell'VIII sec. a.C. esposto al [[Museo di archeologia e antropologia dell'Università della Pennsylvania|Penn Museum]] di [[Filadelfia]].]]
 
Secondo il mito il capostipite dei Falisci fu [[Aleso (mitologia greca)|Aleso]], figlio illegittimo o compagno d'arme di [[Agamennone]], fuggito da [[Argo (città antica)]] in Italia, dove fondò la città che da lui prese il nome.<ref>[[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], ''[[Fasti (Ovidio)|Fasti]]'', IV, 74.</ref><ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], 1.21.1.</ref>
Diverse sono le ipotesi riguardanti la loro origine:
* {{Citazione necessaria|secondo alcuni si trattava di una popolazione autoctona}};
* sulla base di considerazioni linguistiche, gli studiosi individuano la [[lingua falisca]] all'interno delle lingue [[Indoeuropei|indoeuropee]], affine al [[lingua latina|latino]]; da qui l'ipotesi di un popolo contiguo ai [[Latini]] per lingua e costumi, che per la sua posizione fu contaminato dalla cultura Etrusca.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/falisci/ Il falisco ''è un dialetto latino influenzato dall’etrusco''.]</ref> Per questa vicinanza con i Latini, alcuni studi si riferiscono a genti [[Latino-falisci|Latino-falisco]], che con [[Enotri]] e [[Siculi]] (e secondo alcuni con i [[Veneti]]), sono migrate lungo la direttrice nord-sud della costa occidentale della penisola italiana, in epoca antecedente la discesa di altre popolazioni indo-europee, del gruppo [[Osco-umbri]].
 
Diverse sono le ipotesi riguardanti la loro origine: sulla base di considerazioni linguistiche, gli studiosi individuano la [[lingua falisca]] all'interno delle [[lingue indoeuropee]], affine al [[lingua latina|latino]]; da qui l'ipotesi di un popolo contiguo ai [[Latini]] per lingua e costumi, che per la sua posizione fu influenzato dalla cultura etrusca.<ref>Il falisco «''è un dialetto latino influenzato dall’etrusco''»: {{Treccani|falisci||accesso=2021-01-30}}</ref> I [[Latino-falisci]] sono attestati solamente in Italia, dove giunsero intorno al [[II millennio a.C.]] durante la tarda [[Età del bronzo]]. Essi provenivano dall'[[Europa centrale]], dove si erano cristallizzati come popolo autonomo e avevano convissuto con [[Popoli indoeuropei|altri gruppi indoeuropei]], tra cui gli [[Osco-umbri]], anch'essi attestati solo in Italia. Intorno al [[XIII secolo a.C.]] i Latino-falisci migrarono nella [[Penisola italica]], occuparono la costa [[Tirreno|tirrenica]] tra gli attuali [[Lazio]] e [[Calabria]] e si sovrapposero o si mescolarono alle popolazioni [[Neolitico|neolitiche]] più antiche. Praticanti la cremazione del defunto, possedevano buone conoscenze metallurgiche.
Nei centri falisci ci sono tracce di insediamenti e tombe risalenti alla [[Cultura protovillanoviana]], mentre sono carenti le testimonianze della prima [[età del Ferro]].<ref name=Cristofani2004></ref>
 
Nei centri falisci ci sono tracce di insediamenti e tombe risalenti alla [[Cultura protovillanoviana]], mentre sono carenti le testimonianze della prima [[età del Ferro]].<ref name=Cristofani2004>< /ref>
Secondo alcuni studi una delle prime migrazioni di italici in [[Sardegna]] si ebbe probabilmente già in epoca preromana (IV secolo a.C. circa), quando coloni Falisci, fondarono la città di Feronia (forse identificabile con l'attuale [[Posada]]) sulla costa nord-orientale dell'isola<ref>Attilio Mastino, ''Storia della Sardegna antica'', p.413-414</ref>.
 
A Falerii la più antica testimonianza di occupazione, databile alla tarda [[età del bronzo]], è stata rinvenuta a nord-ovest, sul colle ''Vignale'', che potrebbe essere stato l'originario insediamento di Falerii, se non proprio il primo tra gli stessi falischi: il sito sarebbe quello attorno al quale iniziò il processo di [[sinecismo]] che diede origine alla città e ne divenne poi l'acropoli, anche se altre interpretazioni si limitano a considerarlo un mero santuario extraurbano.<ref>Bakkum, 2009, p. 417.</ref> La necropoli più antica, situata di fronte al colle del Vignale, risale al IX secolo a. C., quindi in epoca villanoviana,<ref>Torelli, 1996, p. 106</ref> ma il definitivo insediamento caratterizzato dalla presenza di una cinta muraria, risale solo alla fine del V secolo a.C. o inizio della IV a.C.<ref>Torelli, 1996, p. 110</ref> A [[Narce]], gli scavi mostrano un'iniziale occupazione della collina di Narce propriamente detta, ampliata nel corso del VII-VI secolo a.C. al vicino monte Li Santi, per estendersi alla fine dell'ultimo periodo del secolo scorso fino al colle Pizzo Piede.<ref>Torelli, 1996, p. 111</ref>
==Territorio==
[[File:Monte Soratte visto da Civita Castellana.JPG|upright=1.4|thumb|[[Monte Soratte]] visto da [[Civita Castellana]]]]
 
Sebbene sia stata talvolta postulata l'importanza dell'influenza [[Osco-umbri|sabellica]] sui falischi, non si hanno testimonianze di massicce invasioni o di una penetrazione paragonabile a quella degli Etruschi. Al massimo si potrebbe parlare dell'arrivo di piccoli gruppi di lingua [[Lingue osco-umbre|Osco-umbra-sabellica]] che, come nel caso degli ''Hirpi Sorani''<ref>''Hirpi del Soratte'', sacerdoti chi indossavano una pelle di Lupo nel santuario dell'Apollo [[Soranus]] sul [[Monte Soratte]]. (Hirpus dalle [[Lingue osco-umbre|lingue osco-umbre-sabbelliche]] = "lupo", der. [[Irpini|Irpinia]])</ref>, avrebbero conservato riti e memorie delle loro origini fino a quando la regione fu assorbita da Roma nel III secolo a.C.<ref>Bakkum, 2009, p.37</ref> Le fasi più primitive della storia di [[Narce]], databili intorno all'VIII a. C., sono caratterizzate da usanze funerarie più affini agli Etruschi che ai Latino-Sabelli, sia nella tipologia dei beni sepolti nelle tombe, sia nella loro architettura, anche se si osservano ancora importanti variazioni autoctone, come la continuità dell'uso di la cremazione ben dopo che a [[Veio]] cessò di essere praticata.<ref>De Lucia Brolli y Tabolli, 2013, pp. 269-270</ref>
I Falisci risiedevano in una regione chiamata dai Romani l<nowiki>'</nowiki>''[[Ager Faliscus]]'', che si trovava sulla riva destra del fiume [[Tevere]], che ne segnava il confine orientale, nella zona compresa tra ''[[Grotta Porciosa]]'' a nord e [[Capena]] a sud, con il [[Monte Soratte]] che si trovava in territorio falisco. A sud-ovest i confini erano rappresentati dalle pendici dei [[monti Sabatini]], mentre a nord-ovest questi erano rappresentati dai [[monti Cimini]] e dalla fitta boscaglia di querce che arrivava fino al Tevere. (Sabatinii Montis). Ai nostri giorni, l'Ager Faliscus ricade nelle provincia di Roma e in quella di Viterbo.
 
Secondo alcuni studi una delle prime migrazioni di italici[[Popoli indoeuropei|popolazioni indeuropee]] in [[Sardegna]] si ebbe probabilmente già in epoca preromana (IV secolo a.C. circa), quando coloni Falisci, fondarono la città di Feronia (forse identificabile con l'attuale [[Posada]]) sulla costa nord-orientale dell'isola.<ref>[[Attilio Mastino]], ''Storia della Sardegna antica'', ppp. 413-414.</ref>.
I Falisci erano confinanti con gli [[Etruschi]] ad ovest e a nord, con gli [[Umbri]] a nord-est, i [[Sabini]] ad est, e i [[Capenati]] a sud.
 
=== V sec. a.C. ===
Il territorio era attraversato dalla [[via Amerina]], aperta nel [[241 a.C.|241]]-[[240 a.C.]], che collegavano [[Veio]] con Ameria (l'attuale [[Amelia (Italia)|Amelia]] in Umbria) attraversando tutto il territorio falisco e toccando i suoi principali centri, e dalla [[via Tiberina]], l'antico tratturo aperto per la transumanza, poi [[Strade romane|strada romana]], che da Roma, risalendo la [[valle del Tevere]], attraversava l'agro falisco e capenate, il centro arcaico di [[Poggio Sommavilla]], puntando verso [[Ocriculum]] e L'[[Umbria]].
Nel [[437 a.C.]], consoli [[Lucio Sergio Fidenate (tribuno consolare V secolo a.C.)|Lucio Sergio Fidenate]] e [[Marco Geganio Macerino (console)|Marco Geganio Macerino]],<ref name="TL">Tito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 2, 17.</ref> iniziò un nuovo scontro tra i Romani e i [[Veio|veienti]], che in questo frangente si allearono con [[Fidene]] e i Falisci.
 
Sergio Fidenate guidò l'esercito romano contro quello veiente, guidato da [[Lars Tolumnio]], in uno scontro campale lungo le sponde dell'[[Aniene]]; i romani ebbero la meglio, ma lo scontro fu così violento, e causò così tante perdite anche tra i romani, che a Roma si decise per la nomina di [[Mamerco Emilio Mamercino]] come [[dittatore romano|dittatore]] per condurre il continuo della guerra.<ref name="TL"/>.
Campioni di polline provenienti dal [[Lago di Bracciano]], dal [[Lago di Monterosi]] e dal [[lago di Vico]] rivelano la presenza di densi boschi di montagna di querce fino a tutto il II secolo a.C.<ref>Gabriël CLM Bakkum, ''The Latin Dialect of the Ager Faliscus'': 150 Years of Scholarship, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2009, partie I.</ref>, avvalorando la tradizione dell'esistenza della foresta cimina, ''Ciminiam siluam'', ritenuta impraticabile, che separava i Falisci dall'Etruria meridionale etrusca.<ref>[[Dominique Briquel]] dans François Hinard, ''Histoire romaine des origines à Auguste'', Fayard, 2000, p. 206.</ref><ref>[[Jacques Heurgon]], ''Rome et la Méditerranée occidentale jusqu'aux guerres puniques'', PUF, 1993, p. 332.</ref><ref>[[Jean-Marc Irollo]], ''Histoire des Étrusques'', Perrin, 2010, pp. 179-180.</ref>
 
La decisione romana convinse gli etruschi e i loro alleati a ritirarsi e attestarsi sotto le mura di Fidene dove furono raggiunti anche dai Falisci. La battaglia, nella descrizione di Livio, fu accesa in poco tempo perché il re dei Veienti temeva la defezione dei Falisci, che intendevano ritornare in fretta a [[Falerii]], a casa loro. E Larte Tolumnio combatté anche in modo acceso correndo in ogni punto del fronte per rincuorare i suoi fino a quando il [[tribuno militare]] [[Aulo Cornelio Cosso]] non lo attaccò direttamente, uccidendolo e ne spogliò il cadavere portando a Roma le ''[[Spolia opima|spoglie opime]]''. Per questa vittoria il dittatore romano ottenne il [[trionfo]].<ref>Tito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 2, 20.</ref>
==Storia==
[[File:Falerii Novi - Porta di Giove 2.JPG|upright=1.4|thumb|Porta di Giove a Falerii Novi.]]
 
La storia dei Falisci è segnata dalla vicinanza con [[Roma]] dalla quale, seppur affine per le comuni origini, dovettero difendersi nel corso dei secoli, alleandosi con gli [[Etruschi]].
 
=== IV sec. a.C. ===
I Falisci tentarono di contrastare le politiche espansionistiche romane, a cominciare dalla lunga guerra tra Roma e [[Veio]] che vide i Falisci, i [[Capenati]], il centro arcaico di [[Area archeologica di Poggio Sommavilla|Poggio Sommavilla]] e i [[Veio|Veienti]] sconfitti dai Romani nel [[396 a.C.]]<ref name="ReferenceA">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe Condita]]'', V, 2, 19.</ref>. comeCome conseguenza della sconfitta di Veio, i Romani occuparono le città di [[Capena]], [[Sutri]], [[Nepi]] e nel [[394 a.C.]] anche quella di ''Falerii''.<ref name="TitoV226">[[Tito Livio]], [[''Ab Urbe Condita]]'', V, 2, 26-28.</ref>
 
[[File:Camille livre le maître d'école de Faléries à ses écoliers - Nicolas Poussin - Louvre.jpg|upright=1.4|thumb|Camillo consegna il maestro ai suoi scolari, [[Nicolas Poussin]], Louvre]]
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In seguito alla vittoria sui Falisci, i Romani eressero sul [[Celio]] un tempio a ''[[Minerva]] capta'', dove posero una statua della dea asportata dalla città di ''Falerii Veteres'' conquistata.
 
=== III Sec. a.C. ===
La loro resistenza terminò nel [[241 a.C.]] quando ''Falerii Veteres'' fu rasa al suolo e di fatto i Falisci cessarono di avere una propria storia distinta da quella romana, anche se vengono ancora citati tra gli alleati italici che nel [[216 a.C.]] parteciparono, come alleati dei romani, alla [[battaglia di Canne]].
 
==Territorio==
[[File:Monte Soratte visto da Civita Castellana.JPG|upright=1.4|thumb|[[Monte Soratte]] visto da [[Civita Castellana]]]]
I Falisci risiedevano in una regione chiamata dai Romani l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Ager Faliscus]]'', che si trovava sulla riva destra del fiume [[Tevere]], che ne segnava il confine orientale, nella zona compresa tra ''[[Grotta Porciosa]]'' a nord e [[Capena]] a sud, con il [[Monte Soratte]] che si trovava in territorio falisco. A sud-ovest i confini erano rappresentati dalle pendici dei [[monti Sabatini]], mentre a nord-ovest questi erano rappresentati dai [[monti Cimini]] e dalla fitta boscaglia di querce che arrivava fino alalla [[Valle del Tevere.]], dove alla foce del [[Treja]] esisteva un antico guado del [[Tevere]] che collegava il centro arcaico di [[Area archeologica di Poggio Sommavilla|Poggio Sommavilla]]-[[Foglia (SabatiniiMagliano MontisSabina)|Foglia]]. Ai nostri giorni, l'Ager Faliscus ricade nelle provincia di Roma e in quella di [[Provincia di Viterbo|Viterbo]]. In epoca romana imperiale la città Falisca di Faleri Veteres e i suoi territori furono assegnati alla [[Regio VII Etruria]] insieme alle altre città stato [[Etruschi|Etrusche]].
 
Il territorio era attraversato dalla [[via Amerina|via Amerina-Annia]], aperta nel [[241 a.C.|241]]-[[240 a.C.]], chesi collegavanodiverticolava dalla [[Veiovia Cassia]] presso la località [[Valle di Baccano]], collegava [[Falerii|Faleri Veteres]] con Ameria (l'attuale [[Amelia (Italia)|Amelia]] in Umbria) attraversando tutto il territorio falisco e toccando i suoi principali centri, e dalla [[via Tiberina]], l'antico tratturo aperto per la transumanza, poi [[Strade romane|strada romana]], che da Roma, risalendo la [[valle del Tevere]], attraversava l'agro falisco e capenate, il centro arcaico di [[Poggio Sommavilla]], sino alla località di [[Borghetto (Civita Castellana)|Borghetto]] dove si innestava sulla [[via Flaminia]] puntando verso [[Ocriculum]] e Ll'[[Umbria]].
 
Campioni di polline provenienti dal [[Lagolago di Bracciano]], dal [[Lagolago di Monterosi]] e dal [[lago di Vico]] rivelano la presenza di densi boschi di montagna di querce fino a tutto il II secolo a.C.<ref>Gabriël CLM Bakkum, ''The Latin Dialect of the Ager Faliscus'': 150 Years of Scholarship, Amsterdam, [[Amsterdam University Press]], 2009, partie I.</ref>, avvalorando la tradizione dell'esistenza della foresta cimina, ''Ciminiam siluam'', ritenuta impraticabile, che separava i Falisci dall'Etruria meridionale etrusca.<ref>[[Dominique Briquel]] dans François Hinard, ''Histoire romaine des origines à Auguste'', [[Fayard]], 2000, p. 206.</ref><ref>[[Jacques Heurgon]], ''Rome et la Méditerranée occidentale jusqu'aux guerres puniques'', [[PUF]], 1993, p. 332.</ref><ref>[[Jean-Marc Irollo]], ''Histoire des Étrusques'', Perrin, 2010, pp. 179-180.</ref>
 
==Città==
Le città principali dei ''Falisci'' erano
 
* [[Falerii]], detta in seguito ''Falerii Veteres'', corrispondente all'attuale [[Civita Castellana]], che raggiunse il suo apogeo nel [[VI secolo a.C.]]
* [[Fescennium]], ipotesi la identificano con il [[Narce|complesso archeologico di Narce]], nel comune di [[Calcata]] probabilmente, abbandonato dopo le campagne militari romane, altrettanto suggestiva è l'ipotesi che si trattasse dei resti archeologici rinvenuti nel comune di [[Corchiano]].
 
[[Nepi]]<ref>La prima notizia documentata è quella riportata da [[Tito Livio|T. Livio]], in cui si evince che nel [[383 a.C.]] Nepi è alleata con Roma.</ref> e [[Sutri]]<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.sutri.vt.it/la-citta/79-la-storia/|titolo=Sutri è eretta a colonia latina, probabilmente nel 383 a.C., divenendo partecipe degli scontri che vedono Roma contro alcune città etrusche e che si concludono con la definitiva sottomissione di Tarquinia, Volsinii e di Falerii.}}</ref>, già ritenute da alcuni autori città di influenza falisca, probabilmente rientravano invece in quella etrusca o alleate dei romani.
 
==Cultura==
[[File:Faliscan red-figure flagon attributed to the Fluid group Antikensammlung Würzburg L 813.jpg|upright=1.4|thumb|Vaso falisco esposto a Würzburg in Germania.]]
La comune origine di ''Falisci'' e Latini sarebbe dimostrata soprattutto dalle comunanze riscontrate tra le due lingue, tali da farle ritenere discendenti da una stessa matrice risalente all'[[età del bronzoBronzo]]. Della [[lingua falisca]] ci sono giunte un centinaio di iscrizioni, che datano dal [[VII secolo a.C.|VII]] al [[II secolo a.C.]] e che sono scritte in un alfabeto, ora destrorso ora sinistrorso, molto simile all'[[alfabeto latino]]. Il segno più caratteristico è la 'F ' che ha una forma tipica, come una freccia in alto.
 
<!--Il territorio dei ''Falisci'' era compreso tra il territorio dei [[Capenati]], (''Ager Capenas'', che si trovava sulla riva destra del fiume Tevere, e comprendeva gli attuali territori di Capena, Morlupo, Rignano Flaminio, [[Sant'Oreste (Italia)|Sant'Oreste]], con il [[Monte Soratte]], Riano, Castelnuovo di Porto, Fiano Romano, Ponzano Romano, Civitella San Paolo, Filacciano e Torrita Tiberina) e il versante tiberino dei Monti Cimini; corrispondeva dunque a parte alla [[provincia di Roma]] ed a parte di quella di [[Viterbo]], ed era contiguo a quello degli [[Etruschi]] di Veio e, oltre il Tevere, dei Latini, e dei [[Sabini]].
-->
 
Nella [[Valle del Tevere]] all'interno dell'abitato di [[Foglia (Magliano Sabina)|Foglia]], dopo i lavori dell'[[Autostrada A1 (Italia)|Autostrada del Sole]], al di sopra di quanto rimasto di una [[necropoli]] rupestre ricavata nella parete [[Tufo|tufacea]] sul quale sorge l'abitato stesso, prossimo ad un antichissimo guado del Tevere in comunicazione con il [[Treja]], [[Falerii Veteres]] e [[Area archeologica di Poggio Sommavilla|Poggio Sommavila]], è stata rinvenuta l'iscrizione in [[Lingua falisca|alfabeto falisco]] di Foglia<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Pubblico|cognome=Dominio|data=2018-12-25|titolo=English: Iscrizione in lingua falisca, necropoli rupestre di Foglia, valle del Tevere|accesso=2023-07-06|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Iscrizione_lingua_falisca_necropoli_rupestre_di_foglia_valle_del_tevere.jpg}}</ref> a [[Scrittura bustrofedica|''dictus'']] sinistroso. Si trova su una lastra di [[arenaria]] locale. Tutte le lettere hanno altezza di 3,5 cm, tranne il sigma di 4 cm e il segno V di 3 cm.<ref>Firmani, art. cit. in QuadAEI 3,1979 pp. 118-119 fig 2</ref><ref>Stefania Quilici Gigli, ''[https://www.academia.edu/31633118/Scali_e_traghetti_sul_Tevere_in_epoca_arcaica_in_Il_Tevere_e_le_altre_vie_dacqua_del_Lazio_antico_Quaderni_del_Centro_di_studio_per_larcheologia_etrusco_italica_14_1987_pp_152_166?auto=download Il Tevere e le altre vie d'acqua del Lazio antico]'', Quaderni di archeologia etrusco italica p. 73</ref>
La vicinanza con i due potenti popoli vicini dei Latini e degli Etruschi ebbe una forte influenza, riscontrabile nei ritrovamenti archeologici; i materiali archeologici comprendono anche elementi di un'influenza greca, che dimostrano legami quantomeno di natura commerciale con le colonie greche della Campania. Nelle tombe di S. Pietro in Campo a [[Storia di Terni|Terni]], tra gli altri reperti, ne sono stati trovati alcuni in metallo e ceramici di origine fenicia, etrusca, falisca e picena.
 
La vicinanza con i due potenti popoli vicini dei Latini e degli Etruschi ebbe una forte influenza, riscontrabile nei ritrovamenti archeologici; i materiali archeologici comprendono anche elementi di un'influenza grecaellenistica [[Periodo orientalizzante|orientalizzante]], che dimostrano legami quantomeno di natura commerciale con le colonie greche della Campania. Nelle tombe di S. Pietro in Campo a [[Storia di Terni|Terni]], tra gli altri reperti, ne sono stati trovati alcuni in metallo e ceramici di origine fenicia, etrusca, falisca e picena.
I Falisci veneravano [[Soranus]], una antica divinità italica, venerata da varie popolazioni dell'Italia centrale (Sabini, Latini ed Etruschi), i cui festeggiamenti avevano somiglianze con quelli praticati dai romani con i [[lupercalia]]. Il centro di questo culto era il [[Monte Soratte]].
 
I Falisci veneravano [[Soranus]], una un'antica divinità italica, venerata da varie popolazioni dell'Italia centrale (Sabini, Latini ed Etruschi), i cui festeggiamenti avevano somiglianze con quelli praticati dai romani con i [[lupercalia]]. Il centro di questo culto era il [[Monte Soratte]].
 
[[Sesto Pompeo Festo|Festo]] affermava che anche i Falisci chiamavano ''Decimatrus'' una celebrazione che aveva luogo il decimo giorno dalle idi, simile alla [[Quinquatria]], una [[Festività romane|festività romana]] dedicata a [[Minerva]].
 
==Città==
Le città principali dei ''Falisci'' erano [[Falerii]] detta in seguito ''Falerii Veteres'', corrispondente all'attuale [[Civita Castellana]], che raggiunse il suo apogeo nel [[VI secolo a.C.]], [[Fescennium]] identificata con il [[Narce|complesso archeologico di Narce]] ([[Calcata]], VT), il centro anonimo corrispondente a [[Vignanello]] e [[Vallerano]] e forse quello di [[Corchiano]]; [[Nepi]] e [[Sutri]], già ritenute da alcuni autori città falische, probabilmente rientravano invece nel territorio etrusco.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Bakkum, Gabriël C.L.M. (2009). The Latin dialect of the Ager Faliscus: 150 years of scholarship. UvA Proefschriften Series 1. Amsterdam: Vossiuspers UvA - Amsterdam University Press. ISBN 978-90-5629-562-2.
*De Lucia Brolli, Maria Anna; Tabolli, Jacopo (2013). «The Faliscans and the Etruscans». En Macintosh Turfa, Jean, ed. The Etruscan World. Routledge. pp.&nbsp;259–280. ISBN 9781134055234.
*Torelli, Mario (1996). Historia de los etruscos. Barcelona: Crítica. ISBN 84-7423-706-8.
*Harari, Maurizio (2010). «The Imagery of the Etrusco-Faliscan Pantheon Between Architectural Sculpture and Vase-painting». En van der Meer, L. Bouke, ed. Material Aspects of Etruscan Religion: Proceedings of the International Colloquium Leiden, May 29 and 30, 2008. BABesch Annual Papers on Mediterranean Archaeology. Supplement 16. Leuven/Paris/Walpole: Peeters Publishers. pp.&nbsp;83–103. ISBN 9789042923669.
 
==Voci correlate==
*[[Falerii]]
*[[Parco suburbano Valle del Treja|Parco Valle del Treja]]
*[[Popoli dell'Italia antica]]
*[[Lingua faliscaItalici]]
*[[Protolatini]] o [[Latino-falisci]]
*[[Museo nazionale dell'Agro Falisco]]
*[[Parco suburbano Valle del Treja|Parcoregionale Valle del Treja]]
*[[Poggio Sommavilla]]
*[[Falerii]]
*[[Valle del Tevere]]
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
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* {{Treccani|lpopoli-e-culture-dell-italia-preromana-i-siti-falisci-capena_%28Ilfalisci_(Il-Mondo-dell%27Archeologia%29'Archeologia)|LPopoli e culture dell'Italia preromana. I siti falisci: CapenaFalisci|autore= [[Mauro Marco RendeliCristofani]] (2004)}}
* {{EI||Falisci|autore=[[Giacomo Devoto]] (1932)}}
* {{Treccani|popoli-e-culture-delll-italia-preromana-i-falisci_%28Ilsiti-falisci-narce_(Il-Mondo-dell%27Archeologia%29'Archeologia)|Popoli e culture dellL'Italia preromana. I Faliscisiti falisci: Narce|autore=Francesca [[Mauro Cristofani]]Ceci (2004)}}
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* {{Treccani|vasi-falisci_%28Enciclopedia(Enciclopedia-dell%27'-Arte-Antica%29)| FALISCI, Vasi|autore= P. Mingazzini (1960)}}
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* {{Treccani|vasi-falisci_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29| FALISCI, Vasi|autore= P. Mingazzini (1960)}}
* [http://bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it/wp-content/uploads/2018/12/BAO_VII_2017_1-2_2_L.-Ambrosini.pdf Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. L'Agro Faliscio Settentrionale: una zona di frontiera tra Falisci, Etruschi, Sabini e Umbri. Laura Ambrosini]
 
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