Missione artistica francese: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i.) #IABot (v2.0.9.5
 
(15 versioni intermedie di 7 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:Portrait of Joachim Le Breton, Adelaide Labille-Guiard, 1795 - Nelson-Atkins Museum of Art - DSC08949.JPG|thumb|Ritratto di Joachim Lebreton]]
{{T|portoghese|arte|giugno 2019}}
La '''Missione artistica francese''' fu(in unaportoghese spedizione''Missão diArtística Francesa'') fu un gruppo di artisti e architetti [[Francia|francesi]] che si trasferironooperò in [[Brasile]] all'inizio del [[XIX secolo]]. eTale gruppo rivoluzionò il panorama artistico del paesePaese, introducendointroducendovi il sistema dedi insegnamento superiore [[Accademismo|accademico]] nelle arti e rafforzandonei ilmestieri (con la fondazione nel 1816 della prima scuola esclusivamente dedicata alle belle arti del Brasile, ovvero la ''Escola Real de Ciências, Artes e Ofícios'') e contribuendo alla diffusione dello stile [[neoclassicismo|neoclassico]] che eracominciava agliallora alboriad apparire in Brasile. Il gruppo era, guidato da [[Joachim Lebreton]], egodé fudella protettoprotezione daldel governosovrano didel Regno Unito del Portogallo, Brasile e Algarve [[Giovanni VI del Portogallo|Giovanni VI]],. maL'attività ladel sua operagruppo tardò tuttavia a dare frutto, in quanto incontrò resistenza da parte delladegli ambienti artistici locali legati alla [[Barocco in Brasile|tradizione barocca]] saldamente radicata e dovette affrontare la scarsità di risorse finanziarifinanziarie e una serie di intrighi politici che dissolsero buona parte del primo entusiasmo ufficiale per il progetto.
[[File:Exposição Debret e a Missão Artística Francesa no Brasil- 200 anos (28648427911).jpg|thumb|Mostra di [[Jean-Baptiste Debret]].]]
La '''Missione artistica francese''' fu una spedizione di un gruppo di artisti [[Francia|francesi]] che si trasferirono in [[Brasile]] all'inizio del [[XIX secolo]] e rivoluzionò il panorama artistico del paese introducendo il sistema de insegnamento superiore [[Accademismo|accademico]] e rafforzando il [[neoclassicismo]] che era agli albori. Il gruppo era guidato da [[Joachim Lebreton]] e fu protetto dal governo di [[Giovanni VI del Portogallo|Giovanni VI]], ma la sua opera tardò a dare frutto, in quanto incontrò resistenza da parte della [[Barocco in Brasile|tradizione barocca]] saldamente radicata e dovette affrontare la scarsità di risorse finanziari e una serie di intrighi politici che dissolsero buona parte del primo entusiasmo ufficiale per il progetto.
 
== Antecedenti ==
Durante l'[[Guerra d'indipendenza spagnola|occupazione francese del Portogallo]], all'inizio del XIX secolo, la famiglia reale e la corte [[Trasferimento della corte portoghese in Brasile|si trasferirono in Brasile]], rendendo [[Rio de Janeiro]] capitale del regno. Il principe reggente [[Giovanni VI del Portogallo|Giovanni VI]] dal suo arrivo aveva attesocercato adi dinamizzareravvivare la vita della colonia. Non era certo di quando avrebbe potuto far ritorno in Europa e nemmeno se il ritorno sarebbe mai stato possibile, e decise allora di rendere il Brasile una "nazione civilizzata". Dal punto di vista amministrativo, non sarebbe stato conveniente, per una corte in esilio, mantenere un territorio enorme sotto un'amministrazione semi-feudale.<ref>{{pt}} Manoel S. Neto, in www.opiniaoenoticia.com.br/interna.php?id=15319 ''A chegada da Corte Portuguesa ao Brasil''], Entrevista, Jornal Opinião e Notícia, 24 marzo 2008</ref> Fra le altre misuramisure, aprì i porti brasiliani alle nazioni amiche, fondò il [[Banco do Brasil]], promosse la nascente [[industria]] e stimulòstimolò la vita culturale specialmente nella capitale, e, nel contesto delle negoziazioni del [[Congresso di Vienna]], nel [[1815]] elevò il Brasile a regno unito nel Brasil à categoria de [[Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves|regno unito con Portogallo e Algarves]]. Dopo il 1815, dopo l'esilio definitivo di [[Napoleone Bonaparte]], si iniziò un processo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche, commerciali e culturali con la [[Francia]].<ref name="NEVES">{{pt}} Lúcia M. B. Pereira das Neves, [http://bndigital.bn.br/redememoria/missfrancesa.html ''A missão artística francesa''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130410072414/http://bndigital.bn.br/redememoria/missfrancesa.html |date=10 aprile 2013 }}, Rede da Memória Virtual Brasileira.</ref>
 
In questo clima di rinnovamento, l'istituzione di un sistema di istruzione superiore nelle arti e nei mestieri avrebbe dovuto minimizzare il vuoto provocato dall'espulsione [[Sebastião José de Carvalho e Melo|pombalina]] dei [[Compagnia di Gesù|gesuiti]], che si erano occupati di buona parte dell'istruzione della colonia.<ref>{{pt}} Oliveira Lima, [http://www.consciencia.org/capitulo-v-emancipacao-intelectual-d.joao-vi-no-brasil-oliveira-lima ''Emancipação intelectual: D. João VI no Brasil'']</ref><ref name="CARDOSO">{{pt}} Rafael Cardoso, [http://www.dezenovevinte.net/ensino_artistico/rc_ebatecnico.htm ''A Academia Imperial de Belas Artes e o Ensino Técnico''], in: 19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte. Volume III, n. 1, gennaio 2008.</ref> Le origini della Missione francese non sono molto chiare. Una versione dice che il ministro [[António de Araújo e Azevedo]], 1.º conte della Barca, ebbe l'idea di invitare alcuni artisti francesi affinché portassero in Brasile modelli lodevoli e desiderabili della civilizzazione francese. Con lo stabilimento di accordi commerciali con la Francia nel 1815, iniziarono le negoziazioni per l'organizzazione del gruppo. Come intermediari del governo portoghese in Francia agivano l'ambasciatore [[Pedro José Joaquim Vito de Meneses Coutinho]], marchese di Marialva, e l'incaricato d'affari a Parigi, [[Francisco José Maria de Brito]], che consultarono il [[naturalista]] [[Alexander von Humboldt]] circa questo affare. Humboldt indicò allora il nome di [[Joachim Lebreton]], che era segretario dell'[[Institute de France]] e da poco era stato deposto per i legami con il defunto regime bonapartista. Egli a sua volta assunse la guida del progetto e riunì un gruppo di interessati a trasferirsi in Brasile, con la condizione che il governo portoghese finanziasse il viaggio e il loro trasferimento.<ref name="NEVES"/>
[[File:João VI de Portugal por Charles Pradier.jpg|thumb|Pradier, ''Ritratto di Giovanni VI''.]]
 
Tuttavia, alcuni autori affermano che l'iniziativa partì da Marialva<ref name="Pinassi">{{pt}} Maria Orlanda Pinassi, [http://books.google.com/books?id=U7ew-nhe1rkC&pg=PA55 ''Três devotos, uma fé, nenhum milagre: Nitheroy, revista brasiliense de ciências, letras e artes''], Coleção Prismas, UNESP, 1998, pp. 55-59</ref> o che fu frutto di un'offerta spontanea dei francesi alla Corte portoghese di fronte alla loro situazione politica problematica nella loro terra natia. Secondo Schwarcz questa sembra essere l'ipotesi più probabile, a partire dall'opinione di [[Laudelino Freire]], [[Mário Barata]] e [[Mário Pedrosa]], che basandosi su documenti dell'epoca, smontarono la "versione ufficiale" che faceva di Giovanni VI il mentore del progetto, e che pretendevaintendeva così esaltare il carattere illuminato della monarchia portoghese. Rinforzi a questa tesi vennero da [[Donato Mello Júnior]], che scoprì nel [[1980]] due lettere di [[Nicolas-Antoine Taunay]] al principe reggente Giovanni, in cui offriva i suoi servigi. Anche parte della corrispondenza personale di Lebreton, conservata nella nell'[[Archivio nazionale Torre do Tombo]] di [[Lisbona]], dice lo stesso, e la corrispondenza ufficiale di [[Fernando José de Portugal e Castro]], marchese di Aguiar, suggerisce la medesima cosa, dicendo inoltre, in risposta a Lebreton, che da parte della Corte non via era intenzione alcuna di finanziare il loro viaggio o garantire il loro soggiorno. Sopravvivono anche lettere di Brito al conte della Barca in cui egli presenta un progetto concepito da Lebreton, e una lettera di Brito a Lebreton, in cui egli ricordava al destinatario che il progetto era interamente opera di Lebreton, che non gli garantiva niente in nome del governo portoghese, e che un'accoglienza ufficiale sarebbe dipesa solo dalla circostanza, incerta, che il principe reggente volesse sostenerli. Era chiaro fino ad allora ciò non era assicurato, e solo lo fu di fatto nel gennaio del 1816, quando Barca si mise a preparare a Rio l'arrivo del gruppo, già contando con l'avallo di Giovanni VI.<ref>{{pt}} Lilia Moritz Schwarcz, [http://books.google.com/books?id=LN86Xxq1jSgC&pg=PA188 ''O sol do Brasil: Nicolas-Antoine Taunay e as desventuras dos artistas franceses na corte de d. João''], Companhia das Letras, 2008, pp. 176-188</ref> Finalmente, il decreto di fondazione dell'[[Escola Real de Ciências, Artes e Ofícios]] il 12 agosto 1816 informa che Giovanni VI, nel creare la scuola, desiderava avvalersi del servizio di "alcuni stranieri" che avevano fatto ricorso a lui in cerca di protezione, come si legge di seguito:
 
:: ''"In vista del bene comune, che ne proviene aai miei vassalli fedeli, di stabilire in Brasile una Scuola Reale di Scienze, Arti e Mestieri, in cui si promuova e diffonda l'istruzione e la conoscenza indispensabili agli uomini destinati non solo agli Impieghi Pubblici dell'Amministrazione dello Stato, ma anche al progresso dell'Agricoltura, Mineralogia, Industria e Commercio, da cui dipendono la sussistenza, il benessere e la civilizzazione dei popoli, ancor più in questo continente, la cui estensione, non tenendo in debito e il numero delle braccia necessarie al lavoro e allo sfruttamento del territorio, ha bisogno di grandi ausili da parte della pratica per trarre vantaggio dai prodotti, il cui valore e preziosità possono fare del Brasile più ricco e opulento dei Regni conosciuti, rendendosi pertanto necessario per gli abitanti lo studio delle Belle Arti con l'applicazione e riferimento ai mestieri meccanici, la cui pratica, perfezione e utilità dipendono dalla conoscenza teorica di quelle arti e diffuse luci delle scienze naturali, fisiche ed esatte; e volendo per fini tanto utili godere fin da ora, la capacità, l'abilità e la scienza di alcuni degli stranieri benemeriti che hanno cercato la Mia Reale e Graziosa Protezione, per essere impiegati nell'insegnamento della pubblica istruzione di quelle le arti: ritengo un bene, e anche quando le classi di quelle arti e mestieri non facciano parte integrante della detta Scuola Reale di Scienze, Arti e Mestieri che dovrò comandare di stabilire, si paghi annualmente, ecc."'' <ref name="FREIRE">{{pt}} Laudelino Freire, [http://www.pitoresco.com.br/laudelino/laudelino02.htm ''Um Século de Pintura (1816-1916)''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100529114112/http://www.pitoresco.com.br/laudelino/laudelino02.htm |data=29 maggio 2010 }}</ref>
 
== La missione artistica ==
Riga 40 ⟶ 39:
 
:: ''"Animati tutti da un identico zelo e con l'entusiasmo dei saggi vaganti che non temono più, oggigiorno, di affrontare i rischi di una lunga e ancora, molta volte, pericolosa navigazione, lasciammo la Francia, nostra patria comune, per andare a studiare una natura inedita e imprimere, in questo nuovo mondo, le tracce profonde e utili, come spero, della presenza degli artisti francesi"''<ref>{{pt}} Vera Beatriz Siqueira, [http://www.dezenovevinte.net/artistas/Redescobrir_RiodeJaneiro.htm ''Redescobrir o Rio de Janeiro''], in: 19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte. Volume I, no 3, novembro de 2006.</ref>
[[File:MarcFerrez-AIBA-1891.jpg|thumb|esquerda|Montigny, Facciata dell'Accademia Imperiale.]]
 
Ma la realtà contraddisse le sue aspettative. Nonostante il supporto reale, la missione incontrò resistenza fra gli artisti autoctoni, che ancora seguivano il barocco, e minacciava la posizione dei maestri portoghesi già affermati. La verità è che i francesi furono ricevuti come importuni tanto dai portoghesi tanto dai brasiliani. La regina [[Maria I del Portogallo|Maria I]] morì nel 1816, e il progetto di modernizzazione della capital avanzava lentamente. Il governo centrale aveva molte altre preoccupazione a cui badare — l'accompagnamento dell'instabile situazione in Europa, una rivoluzione in [[Pernambuco]], le costanti esigenze amministrative interne, l'alto costo di mantenimento della Corte, una recessione provocata dalla drastica caduta del prezzo internazionale dello [[zucchero]] e del [[cotone (fibra)|cotone]], una grave siccità nel Nord-est che mise in ginocchio l'economia regionale, e i conflitti di frontiera nel sud che porteranno alla [[guerra argentino-brasiliana]], che sottraevano risorse e attenzione al progetto culturale francese. Il principale e uno degli unici promotori attivi del progetto, il Conte della Barca, morì l'anno seguente, il contratto degli artisti fu posto in discussione e il console francese in Brasile, il colonnello Maler, non vedeva di buon occhio la presenza di bonapartisti,<ref name="NEVES"/><ref>[http://books.google.com/books?id=LN86Xxq1jSgC&pg=PA188, pp. 215-216]</ref> tanto da essere in seguito accusato da Taunay di essere il principale ostacolo alla riuscita del progetto.<ref>{{pt}} Mário Pedrosa, Otília Beatriz Fiori Arantes, ''Acadêmicos e Modernos: Textos Escolhidos III'', EdUSP, 1995, p. 89 </ref>
 
Siccome la Scuola non era definitivamente impiantata, restando alla mercé delle oscillazioni politiche e subendo modifiche del progetto originale, soccombeva, come lamentava Debret, ''"agli errori e ai vizi dell'[[Ancien régime]]"'',<ref name="CARDOSO"/>. Gli artisti sopravvivevano con la pensione concessa dal governo e trovavano occupazione accettando commesse di ritratti e organizzando feste sontuose per la Corte, a fianco delle lezioni che riuscivano a gestire nelle condizioni precarie in cui versava il progetto nei suoi primi anni. Lo stesso gruppo attraversava controversie e dispute interne, Lebreton fu accusato di favoritismi indebiti e cattiva amministrazione, e dovette isolarsi da tutti, morendo nel 1819. Come suo successore fu nominato il portoghese [[Henrique José da Silva]], professore di disegno, un artista conservatore e strenuo critico dei francesi. La sua prima mossa fu liberare i francesi dai loro obblighi come insegnanti. Tante furono le difficoltà che Nicolas-Antoine Taunay abbandonò il paese nel 1821 (anno della morte di Napoleone), lasciandovi il figlio, [[Félix Taunay]]. Poco dopo morì anche il Taunay scultore, riducendo ancor più il gruppo primitivo, del quale erano stati effettivamente accettati dal governo solo cinque membri: Debret, Nicolas Taunay, Auguste Taunay, Montigny e Ovide.<ref name="FREIRE"/><ref>[http://books.google.com/books?id=LN86Xxq1jSgC&pg=PA188, pp. 233-234]</ref> Passarono dieci anni prima che la Missione desse i suoi primi frutti significativi, con l'inaugurazione, il 5 novembre 1826, alla presenza di [[Pietro I del Brasile|Pietro I]], dall'[[Academia Imperial de Belas Artes|Accademia Imperiale]]. Nel 1831, anche Debret ritornò in Francia.<ref name="Pedrosa">Pedrosa & Arantes, pp. 54-70 </ref>
Riga 49 ⟶ 48:
I membri della Missione compirono diverse lavori per la famiglia reale, in relazione alle date e alle vicende commemorative della monarchia, come le cerimonie di acclamazione di Giovanni VI (1817) e l'arrivo della futura imperatrice Leopoldina (1817), così come i festeggiamenti per l'acclamazione e l'incoronazione di Pietro I nel 1822. In questi eventi era prevista la creazione di opere di architettura effimera, come archi di trionfo, obelischi e ornamenti per la città. Lasciarono anche un'importante serie di ritratti ufficiali di personalità e membri della nobiltà e vari diari della vita a Corte e in città.<ref>[http://books.google.com/books?id=LN86Xxq1jSgC&pg=PA188 Schwarcz, pp. 224-228]</ref>
 
Lebreton fu la forza organizzatrice iniziale del progetto. Di fronte agli intrighi attorno alla Missione, e avendo un carattere difficile, ebbe attriti con tutti e si ritirò in una proprietà del Flamengo, morendovi pochi anni dopo.<ref name="Pedrosa"/> Le 50 opere d'arte che acquistò in Francia e portò con sé formano uno dei nuclei iniziali dell'attuale collezione del [[Museo nazionale delle belle arti (Brasile)|Museo nazionale delle belle arti]].<ref>{{pt}} [http://www.mnba.gov.br/2_colecoes/9_pintura_e/a_pe.htm Museu Nacional de Belas Artes - Coleções] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081211152008/http://www.mnba.gov.br/2_colecoes/9_pintura_e/a_pe.htm |data=11 dicembre 2008 }}</ref>
 
Debret, il cui atelier si trovava nel quartiere di [[Catumbi]], fu colui che ebbe maggior successo nella registrazione degli usi e costumi del paese, delle tradizioni anacronistiche della Corte portoghese, come per esempio il [[baciamano]]. Oltre a diventare il pittore ufficiale del Primo Regno, Debret, nipote di David, si lascia incantare dai paesaggi esuberanti e inediti, dai costumi barocchi, e fuori dalle ore di insegnamento, li registrò in una successione di disegni e acquarelli, che tornato in Francia, pubblicherà nel libro ''Viagem pitoresca e histórica ao Brasil''. Tali immagini sono un' inestimabile documentazione visiva dell'epoca, e una fonte di base per lo studio della cultura e del paesaggio.
 
Grandjean de Montigny lavorò per trasformare il paesaggio urbanistico di Rio de Janeiro, elaborando un progetto per la prima sede ufficiale dell'Accademia, del quale resta solo il portico, della prima sede della Dogana, opera conclusa nel 1820, e che oggi ospita la Casa Francia-Brasile, e diverse altre opere di risanamento e urbanizzazione,<ref>{{pt}} Ivan Mizoguchi, ''Palladio e o Neoclassicismo'', EDIPUCRS, 2006, pp. 103-104</ref> oltre ad aver formato circa venti nuovi architetti, fra cui [[José Maria Jacinto Rebelo]], [[Teodoro de Oliveira]], [[Joaquim Cândido Guilhobel]], [[Domingos Monteiro (architetto)|Domingos Monteiro]] e [[Francisco Joaquim Béthencourt da Silva]].
Riga 69 ⟶ 68:
<gallery>
File:Ferrez-MHN-dpedroI.jpg|Marc Ferrez, ''Busto di Pietro I'' ([[Museu Histórico Nacional]]).
File:Nicolas-Antoine Taunay 03.jpg|Nicolas-Antoine Taunay, ''Mosé salvosalvato dalle acque'' (Museu Nacional de Belas Artes).
File:Nicolas-Antoine Taunay.jpg|Nicolas-Antoine Taunay, ''Vista del Morro de Santo Antonio''.
File:CasaFrancaBrasil-CCBY.jpg|Montigny, Dogana, ora Casa Francia-Brasile.
</gallery>
</div>
<!--
== Legado ==
A Missão teve um papel importante na atualização do Brasil em relação ao que ocorria na Europa na época, e foi a vanguarda em seu tempo e local.<ref>Luz, Ângela Âncora. [http://www.funceb.org.br/revista7/05.pdf ''A Missão Artística Francesa: novos rumos para a Arte no Brasil''] {{Wayback|url=http://www.funceb.org.br/revista7/05.pdf |date=20081121204508 }}. Rio de Janeiro: Revista Da Cultura, Ano IV, n° 7, Dezembro de 2004. p.&nbsp;16-22.</ref> Embora o tenha exercitado de forma sistemática, não foi a primeira nem a única força responsável pela difusão do [[Neoclassicismo]] no país,<ref>Conduru, Roberto. [http://www.dezenovevinte.net/arte%20decorativa/ad_conduru.htm ''Araras Gregas'']. In: 19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte. Volume III, n. 2, abril de 2008.</ref> já perceptível na obra de diversos artistas precursores atuando aqui desde fins do século XVIII, como [[Antônio José Landi|Antonio Landi]] e [[Mestre Valentim]] na arquitetura, [[Manuel Dias de Oliveira]] na pintura e na música os últimos integrantes da Escola Mineira, como [[Lobo de Mesquita]] e [[João de Deus de Castro Lobo]]. Mas é certo que os princípios estéticos que a Missão defendia foram com o tempo adotados quase na íntegra e se tornaram naturais, integrando o novo dado à história nacional, tradição fortalecida na gestão de [[Félix-Emile Taunay]], filho de Nicolas, à frente da AIBA. O projeto já foi criticado modernamente como uma ''invasão consentida'',<ref>Martins, Alexandre. [http://www.memoriaviva.org.br/default.asp?ACT=5&content=58&id=10&mnu=10 ''Histórias de uma invasão cultural: Ensaios avaliam o papel da Missão Francesa no Brasil no século XIX''] {{Wayback|url=http://www.memoriaviva.org.br/default.asp?ACT=5&content=58&id=10&mnu=10 |date=20101128141159 }}. Resenha de Bandeira, Xexéo & Conduru. ''A missão francesa''. Memória Viva.</ref> uma intervenção violenta e repressora no desenvolvimento cultural brasileiro, que ainda trazia forte herança barroca e há pouco encontrara a maturidade em artistas como [[Mestre Ataíde]] e [[Aleijadinho]], mas com o apoio oficial aos artistas neoclássicos a transição para a nova estética foi acelerada, e com isso tumultuada.<ref>[http://tribunadonorte.com.br/especial/br500/f8_n2.htm ''Sonho de iluminismo com sotaque francês'']. Cardenos Especiais: ''Brasil 500 Anos'', Fascículo 8. Tribuna do Norte</ref>
[[Ficheiro:Americo-avaí.jpg|thumb|Pedro Américo: ''A Batalha do Avaí''.]]
[[Ficheiro:Meirelles-primeiramissa2.jpg|thumb|Victor Meirelles: ''A Primeira Missa no Brasil''.]]
 
== LegadoEredità ==
Por outro lado, sua importância como fundadores de um novo sistema de ensino não pode ser negligenciada, já que a Academia, mesmo encontrando na origem sérios empecilhos e demorando para frutificar, tornar-se-ia no reinado de D. Pedro II a mais importante instituição oficial de arte no Brasil, e nela se formariam gerações dos maiores artistas brasileiros, atestando a validade do método proposto. A atuação dos franceses também contribuiu para melhorar o ''status'' do artista, dando-lhe uma posição de cidadão livre, de profissional, numa sociedade em vias de laicização, não mais submetido à Igreja e seus temas e doutrinas, como se observava nos tempos anteriores. As noções de [[saneamento]], [[habitabilidade]], [[funcionalidade]] e [[higiene]] que trouxeram iriam modificar o urbanismo das cidades e as concepções em torno do bem-morar.<ref>Peter, Glenda Dimuro. [http://www.vitruvius.com.br/arquitextos/arq000/esp429.asp ''Influência francesa no patrimônio cultural e construção da identidade brasileira: o caso de Pelotas'']. Portal Vitruvius.</ref>
ALa MissãoMissione teveebbe umun papelruolo importante nanell'aggiornamento atualizaçãodel doBrasile Brasilnei emconfronti relaçãodi aociò queche ocorriaavveniva nain [[Europa na época]], e foifu aall'avanguardia vanguardaper eml'epoca seue tempoper ei localluoghi.<ref>Luz, Ângela Âncora. Luz, [http://www.funceb.org.br/revista7/05.pdf ''A Missão Artística Francesa: novos rumos para a Arte no Brasil''] {{WaybackWebarchive|url=https://web.archive.org/web/20081121204508/http://www.funceb.org.br/revista7/05.pdf |datedata=2008112120450821 novembre 2008 }}., Rio de Janeiro: Revista Da Cultura, Ano IV, n° 7, Dezembro de 2004. p.&nbsp;16-22.</ref> EmboraSebbene oabbia tenhaoperato exercitadoin demodo forma sistemáticasistematico, nãonon foifu a primeirala nemprima a únical'unica forçaforza responsávelresponsabile peladella difusãodiffusione dodel [[Neoclassicismo]] nonel paíspaese sudamericano,<ref>Conduru,{{pt}} Roberto. Conduru, [http://www.dezenovevinte.net/arte%20decorativa/ad_conduru.htm ''Araras Gregas'']., Inin: 19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte. Volume III, n. 2, abril de 2008.</ref> già perceptívelpercepibile nanell'opera obradi dediversi diversosartisti artistasprecursori precursoresattivi atuandodalla aquifine desdedel finsXVIII do século XVIIIsecolo, comocome [[Antônio José Landi|Antonio Landi]] e [[Mestre Valentim]] na arquiteturanell'architettura, [[Manuel Dias de Oliveira]] nanella pinturapittura e nanella músicamusica osgli últimosultimi integrantesmembri dadella Scuola di EscolaMinas MineiraGerais, comocome [[Lobo de Mesquita]] e [[João de Deus de Castro Lobo]]. MasMa éè certo queche osi princípiosprincipii estéticosestetici queche ala MissãoMissione defendiadifendeva foramfurono com ocol tempo adotadosadottati quasequasi na íntegraunanimemente e se tornaramdivennero naturaisnaturali, integrandoinglobando oil novonuovo dadodato àalla históriastoria nacionalnazionale, tradiçãotradizione fortalecidarafforzata nanella gestãogestione dedi [[Félix-Emile Taunay]], filhofiglio dedi Nicolas, àa frentecapo dadell'Accademia AIBAImperiale. OIl projetoprogetto già foifu criticadocriticato modernamentein comoepoca umamoderna come un''invasão'invasione consentidaconsentita'',<ref>Martins,{{pt}} Alexandre. Martins, [http://www.memoriaviva.org.br/default.asp?ACT=5&content=58&id=10&mnu=10 ''Histórias de uma invasão cultural: Ensaios avaliam o papel da Missão Francesa no Brasil no século XIX''] {{WaybackWebarchive|url=https://web.archive.org/web/20101128141159/http://www.memoriaviva.org.br/default.asp?ACT=5&content=58&id=10&mnu=10 |datedata=2010112814115928 novembre 2010 }}., Resenha de Bandeira, Xexéo & Conduru., ''A missão francesa''. Memória Viva.</ref> umaun intervençãointervento violentaviolento edi repressorarepressione nonello desenvolvimentosviluppo culturalculturale brasileirobrasiliano, queche ancora portava i segni aindadi traziauna forte herançaeredità barrocabarocca e da poucopoco encontraraaveva araggiunto la maturidadematurità emin artistasartisti comocome [[Mestre Ataíde]] e [[Aleijadinho]], masma comcon ol'appoggio apoioufficiale oficialagli aosartisti artistasneoclassici neoclássicosla atransizione transiçãoverso para ala novanuova estéticaestetica foifu acelerada, e com isso tumultuadaaccelerata.<ref>{{pt}}[http://tribunadonorte.com.br/especial/br500/f8_n2.htm ''Sonho de iluminismo com sotaque francês''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080611023950/http://tribunadonorte.com.br/especial/br500/f8_n2.htm |data=11 giugno 2008 }}. Cardenos Especiais: ''Brasil 500 Anos'', Fascículo 8. Tribuna do Norte</ref>
[[FicheiroFile:Americo-avaí.jpg|thumb|Pedro Américo:, ''ALa Batalha dobattaglia dell'Avaí''.]]
[[FicheiroFile:Meirelles-primeiramissa2.jpg|thumb|Victor Meirelles:, ''ALa PrimeiraPrima MissaMessa noin BrasilBrasile''.]]
 
D'altro canto, la loro importanza come fondatori di un nuovo sistema di insegnamento non può essere negletta, giacché l'Accademia, sebbene avesse incontrato in origine seri impacci e avesse tardato a dare frutti, divenne durante il regno di [[Pietro II del Brasile|Pietro II]] la più importante istituzione artistica ufficiale del Brasile. In essa si formarono generazioni di artisti brasiliani, il che attesta la validità del metodo proposto. L'attività dei francesi contribuì anche a migliorare lo ''status'' di artista, dandogli una posizione di cittadino libero, di professionista, in una società in via di laicizzazione, non più sottomesso alla Chiesa e ai suoi temi e dottrine. Le nozioni di [[fognature]], abitabilità, [[funzionalità]] e [[igiene]] che portarono incideranno sull'urbanistica delle città e sui concetti circa il bene abitare.<ref>{{pt}} Glenda Dimuro Peter, [http://www.vitruvius.com.br/arquitextos/arq000/esp429.asp ''Influência francesa no patrimônio cultural e construção da identidade brasileira: o caso de Pelotas''], Portal Vitruvius.</ref>
O ensino acadêmico deu origem também a uma nova [[estética]], o [[academismo no Brasil|academismo]], uma arte cultivada pelo Estado e organizada dentro de linhas metodológicas rígidas, com temáticas próprias, modelos formais próprios, exames de aptidão e sistema de premiações, sendo bastante controlada pela censura oficial, que descartava originalidades suspeitas de romper os cânones consagrados ou que se colocassem contra os propósitos ideológicos do Estado. Desdenhada por uns, aplaudida por outros, sem sombra de dúvida a arte acadêmica, que floriu imensamente da segunda metade do século XIX até o início do seguinte, herdeira direta dos franceses e de seu sistema, foi o veículo formal de boa parte dos mais vigorosos monumentos da história da arte nacional de todos os tempos.<ref name="CARDOSO"/><ref name="BiscardiRocha">Biscardi, Afrânio & Rocha, Frederico Almeida. "O Mecenato Artístico de D. Pedro II e o Projeto Imperial". In: ''19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte'', Volume I, n. 1, maio de 2006</ref><ref>Franz, Teresinha Sueli. "Victor Meirelles e a Construção da Identidade Brasileira". In: ''19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte'', Volume II, n. 3, julho de 2007</ref>
 
OL'insegnamento ensinoaccademico acadêmicodiede deuorigine origem tambémanche a umauna novanuova [[estéticaestetica]], o l'[[academismo no Brasil|academismoaccademismo]], uma un'arte cultivadacoltivata pelodallo EstadoStato e organizadaorganizzata dentroall'interno dedi linhaslinee metodológicasmetodologiche rígidasrigide, comcon temáticastematiche própriasproprie, modelosmodelli formaisformali própriospropri, examesesami de aptidãoattitudinali e sistema dedi premiaçõespremiazioni, sendoche bastanteera controladaabbastanza pelacontrollata dalla censura oficialufficiale, queche descartavascartava originalidadesoriginalità suspeitassospettate dedi romperrompere osi cânonescanoni consagradosconsacrati ouo queche sesi colocassemcollocassero contracontro osi propósitospropositi ideológicosideologici dodello EstadoStato. DesdenhadaDisdegnata porda unsalcuni, aplaudidaapplaudita porda outrosaltri, semsenz'ombra sombradi de dúvida adubbio l'arte acadêmicaaccademica, queche floriuin imensamenteBrasile dafiorì segundaimmensamente metadedalla doseconda séculometà del XIX atésecolo ofino inícioall'inizio dodel seguinteseguente, herdeiraerede diretadiretta dosdei francesesfrancesi e dedel seuloro sistema, foifu oil veículoveicolo formalformale dedi boabuona parte dosdei maispiù vigorososvigorosi monumentosmonumenti dadella história dastoria dell'arte nacionalnazionale dedi todostutti osi tempostempi.<ref name="CARDOSO"/><ref name="BiscardiRocha">Biscardi,{{pt}} Afrânio & RochaBiscardi, Frederico Almeida. Rocha, "O Mecenato Artístico de D. Pedro II e o Projeto Imperial"., Inin: ''19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte'', Volume I, n. 1, maio de 2006</ref><ref>Franz,{{pt}} Teresinha Sueli. Franz, "Victor Meirelles e a Construção da Identidade Brasileira"., Inin: ''19&20 - A revista eletrônica de DezenoveVinte'', Volume II, n. 3, julho de 2007</ref>
Foram os franceses os qualificados professores da primeira geração de artistas nacionais educados em escola pública, segundo um sistema profissionalizante inédito, e estes formaram muitos outros de grande valor segundo os mesmos princípios. A listagem de artistas formados pela Academia nas décadas seguintes traz uma pletora de mestres, entre eles [[Victor Meirelles]], [[Almeida Júnior]], [[Rodolfo Amoedo]], [[Henrique Bernardelli]], [[Pedro Américo]], [[Eliseu Visconti]], [[Artur Timóteo da Costa]], [[Belmiro de Almeida]], e tantos outros, que conseguiram, graças à sólida formação recebida na escola, retratar o Brasil em grande estilo, chegando a criar obras que se tornaram ícones nacionais.<ref name="BiscardiRocha"/>
 
Furono i francesi i qualificati professori della prima generazione di artisti nazionali formati nella scuola pubblica, secondo un sistema professionalizzante inedito, e questi a loro volta formeranno secondo gli stessi principii molti altri di gran valore. Fra gli artisti formati dall'Accademia nei decenni successivi si trovano [[Victor Meirelles]], [[Almeida Júnior]], [[Rodolfo Amoedo]], [[Henrique Bernardelli]], [[Pedro Américo]], [[Eliseu Visconti]], [[Artur Timóteo da Costa]], [[Belmiro de Almeida]], e tanti altri, che riuscirono, grazie alla solida formazione ricevuta a scuola, a creare opere che divennero icone nazionali.<ref name="BiscardiRocha"/>
Tal atividade intensa atraiu a presença no pais de bom número de outros estrangeiros, como [[Georg Grimm]], [[Giovanni Battista Castagneto|Castagneto]], [[François-René Moreau]], [[Eduardo de Martino]], que deram uma contribuição adicional à cultura do Brasil. Na República a Academia Imperial foi convertida na [[Escola Nacional de Belas Artes]], depois absorvida pela [[Universidade Federal do Rio de Janeiro]], num momento em que o [[Modernismo]] aparecia com força na cena e o governo reorganizava o sistema de ensino superior. A tradição fundada pelos franceses nunca morreu completamente. Embora o Neoclassicismo original dos franceses tenha sucumbido à mudança nos gostos, deixaram um legado perene na instituição de um sistema de ensino superior de arte, que apesar de adaptado aos novos tempos, continua frutificando nas universidades contemporâneas do Brasil.<ref>Biasoli, Carmen Lúcia A. ''A formação do professor de arte''. Papirus Editora, 1999, p. 80</ref><ref>Amaral, Aracy. ''Artes plásticas na Semana de 22''. Editora 34, 1998, p. 60</ref>
 
-->
Tale intensa attività attrasse nel paese la presenza di un buon numero di altri stranieri, come [[Georg Grimm]], [[Giovanni Battista Castagneto|Castagneto]], [[François-René Moreau]], [[Eduardo de Martino]], che daranno un contributo aggiuntivo alla cultura del Brasile. Con la Repubblica l'Accademia Imperiale fu trasformata nell'[[Scuola nazionale di belle arti]], poi assorbita dall'[[Università federale di Rio de Janeiro]], in un momento in cui il [[modernismo]] appariva con forza sulla scena e il governo riorganizzava il sistema di istruzione superiore. La tradizione fondata dai francesi non morì mai completamente. Benché il neoclassicismo originario dei francesi abbia ceduto di fronte al mutare del gusto artistico, la loro eredità si perpetua in un sistema di istruzione artistica superiore, che continua a dare frutti nelle università del Brasile.<ref>{{pt}} Carmen Lúcia A. Biasoli, ''A formação do professor de arte'', Papirus Editora, 1999, p. 80</ref><ref>{{pt}} Aracy Amaral, ''Artes plásticas na Semana de 22'', Editora 34, 1998, p. 60</ref>
 
==Note==
Riga 96 ⟶ 94:
 
== Collegamenti esterni ==
*{{pt}} [http://www.itaucultural.org.br/AplicExternas/enciclopedia_IC/index.cfm?fuseaction=marcos_texto&cd_verbete=340&cd_item=10 ''Missão Artística Francesa''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20230729195326/https://www.itaucultural.org.br/AplicExternas/enciclopedia_IC/index.cfm?fuseaction=marcos_texto&cd_verbete=340&cd_item=10 |date=29 luglio 2023 }}, Enciclopédia Itaú Cultural
* {{pt}} [http://www.dezenovevinte.net/ ''Revista eletrônica 19&20''], articoli sulla Missione artistica francese e sull'arte brasiliana del XIX secolo