Neil Armstrong: differenze tra le versioni
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{{Citazione|Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità.|Armstrong poco dopo aver messo piede sulla [[Luna]], il 20 luglio [[1969]]. · {{Link audio|Frase de Neil Armstrong.ogg|ascolta}}|That's one small step for [a] man, but [a] giant leap for mankind.|lingua=en}}
{{Astronauta
|nome= Neil Armstrong
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|N_EVA= 1
|durata_EVA= 2 h 31 min
|missioni= {{Lista|{{simbolo|Ge08Patch orig.png}} [[Gemini 8]]|{{simbolo|Apollo 11 insignia.png}} [[Apollo 11]]}}
|ritiro= agosto [[1970]]
|foto=Neil Armstrong pose.jpg|didascalia=Neil Armstrong nel 1969}}
{{Bio
|Nome = Neil Alden
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|GiornoMeseMorte = 25 agosto
|AnnoMorte = 2012
|NoteMorte = <ref>{{Cita web
|Epoca = 1900
|Epoca2 =
|Attività = astronauta
|Attività2 = aviatore
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , primo uomo a posare piede sulla [[Luna]] alle 02:56:15 [[UTC]] del 21 luglio<ref>{{cita web|url=https://www.thisdayinaviation.com/20-july-1969-1056-p-m-edt/|titolo=21 July 1969, 02:56:15 UTC, T + 109:24:15|accesso=19 luglio 2019|lingua=en}}</ref> (22:56:15 [[Eastern Daylight Time|EDT]] del 20 luglio<ref>{{cita web|url=https://www.nasa.gov/mission_pages/apollo/apollo11.html|titolo=July 20, 1969: One Giant Step For Mankind|accesso=19 luglio 2019|lingua=en}}</ref>) [[1969]]
}}
Prima di diventare un astronauta, Armstrong fu ufficiale della [[United States Navy]] e partecipò alla [[guerra di Corea]]. Dopo la guerra, conseguì una [[Bachelor|laurea di primo livello]] presso la [[Purdue University]] e servì come [[pilota collaudatore]] presso il [[National Advisory Committee for Aeronautics]], dove effettuò più di 900 voli. Successivamente completò gli studi alla [[University of Southern California]].
Partecipante ai programmi ''[[Man
La sua seconda e ultima missione spaziale
== Le origini ==
Neil Armstrong nacque il 5 agosto del 1930 a [[Wapakoneta]], in [[Ohio]], da Stephen Koenig Armstrong ([[1907]]-[[1990]]) e Viola Louise Engel (1907-1990),<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.wapakoneta.net/history |titolo=History of Wapakoneta (or is it Wapaghkonnetta?) | accesso=28 marzo 2013 |sito=City of Wapakoneta, Ohio}}</ref><ref>{{Cita|
Nel 1944, Armstrong e la sua famiglia tornarono stabilmente a Wapakoneta, dove Neil frequentò la Blume High School e prese le prime lezioni di volo nell'aeroporto della contea. Ricevette il suo primo brevetto di volo a soli 15 anni, ancor prima di avere l'età legale per la patente di guida. Neil Armstrong fu uno [[Scautismo|scout]] (come pure [[Buzz Aldrin]]) e ricordò la propria esperienza dal modulo Columbia in viaggio verso la Luna, quando salutò gli scout che in quello stesso periodo stavano partecipando al [[Jamboree (scout)|Jamboree]] inviando loro, alle ore 8:15 del 18 luglio [[1969]], il messaggio: «Vorrei salutare tutti i miei colleghi Scout e Capi Scout al Farragut State Park in [[Idaho]] dove si sta svolgendo il Jamboree Nazionale questa settimana; e Apollo 11 vuole mandar loro i suoi migliori auguri.» cui il Centro di controllo di Houston rispose: «
Nel [[1947]] Armstrong
== Servizio nella
La chiamata alle armi in [[U.S. Navy|marina]] per Neil giunse il 26 giugno [[1949]] e lo portò alla base di [[Pensacola]] per l'addestramento al volo. Il periodo di addestramento durò 18 mesi, durante i quali si abilitò all'atterraggio sulle [[portaerei]] {{nave|USS|Cabot|CVL-28|6}} e USS ''Wright''. Il 16 agosto [[1950]], due settimane dopo il suo ventesimo compleanno, Armstrong ottenne la qualifica di aviatore della marina statunitense.<ref>{{Cita|
Inizialmente assegnato al ''Fleet Aircraft Service Squadron 7'' della ''Naval Air Station North Island'' di San Diego, fu successivamente trasferito al ''Fighter Squadron 51'', uno squadrone composto da soli [[Aereo a reazione|jet]]. Effettuò il suo primo volo su questo tipo di velivoli a bordo di un [[Grumman F9F Panther]] il 5 gennaio [[1951]]. In giugno compì il suo primo atterraggio
La prima missione di Armstrong nella [[Guerra di Corea]] fu una ricognizione fotografica su [[Kimch'aek]] datata 29 agosto [[1951]].<ref>{{Cita|
Durante la guerra Armstrong partecipò a 78 missioni per un totale di 121 ore di volo, molte delle quali nel gennaio del [[1952]]. Fu decorato con la ''Air Medal'' per la partecipazione a 20 missioni di combattimento, con la ''Gold Star'' per le 20 missioni successive e con la ''Korean Service Medal''.<ref>{{Cita|
== Pilota collaudatore ==
[[File:Neil Armstrong 1956 portrait.jpg|
Dopo la laurea alla Purdue University, Armstrong decise di diventare un pilota di velivoli sperimentali, facendo domanda presso la ''National Commitee for Aeronautics High-Speed Flight Station'' alla [[Edwards Air Force Base]] in California. Poiché in quel momento non vi erano posizioni aperte disponibili fu trasferito al [[Glenn Research Center]] di Cleveland, dove incominciò a lavorare nel marzo del [[1955]].<ref>{{Cita|Hansen|pp. 119-120}}.</ref> Nel luglio dello stesso anno fece ritorno alla ''Edwards Air Force Base'' per il suo nuovo lavoro.<ref>{{Cita|Hansen|p. 122}}.</ref>
I primi incarichi di Armstrong alla Edwards furono la scorta in volo ad alcuni velivoli sperimentali modificati a partire da bombardieri. Lo stesso Armstrong volò a bordo di uno di questi aerei e fu in una di queste missioni che incorse nel suo primo incidente alla ''Edwards''. Il 22 marzo 1956 egli si trovava su un [[Boeing B-29 Superfortress]]<ref>{{Cita|Hansen|p. 134}}.</ref> che avrebbe dovuto sganciare in volo un [[Douglas D-558-2 Skyrocket]]; lui sedeva nella postazione di destra, mentre il comandante [[Stan Butchart]] in quella di sinistra.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=From the Mojave to the Moon: Neil Armstrong's Early NASA Years |editore=NASA |autore=Gray Creech |data=15 luglio 2004 |url=https://www.nasa.gov/missions/research/neil_armstrong.html |accesso=28 marzo 2013 |dataarchivio=18 settembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180918011253/https://www.nasa.gov/missions/research/neil_armstrong.html |urlmorto=sì }}</ref> Saliti alla quota di {{M|9.1|u=km}} il motore numero 4 si bloccò e l'[[elica]] corrispondente incominciò a ruotare liberamente nel flusso d'aria. Butchart azionò il comando che avrebbe dovuto interrompere il moto dell'elica, ma si accorse che dopo un iniziale rallentamento questa aveva ripreso a girare, addirittura con velocità superiore rispetto alle altre eliche in quel momento attive. L'aereo avrebbe dovuto raggiungere la velocità di {{M|338|u=km/h}} per poter sganciare il carico e, ovviamente, non avrebbe potuto effettuare un atterraggio con il carico ancora agganciato sotto la fusoliera. Armstrong e Butchart tentarono allora di incrementare la velocità con una leggera picchiata, per poi lanciare lo Skyrocket. Al momento del lancio, tuttavia, l'elica del motore numero 4 si disintegrò e i frammenti prodotti dall'evento danneggiarono il motore numero 3 e colpirono anche il numero 2. Armstrong e Butchart furono quindi costretti a spegnere il terzo motore, danneggiato, ma anche il primo, a causa della [[torsione]] squilibrata che avrebbe altrimenti generato. Riuscirono infine a salvarsi con un atterraggio di fortuna utilizzando il solo motore 2 e planando lentamente in circolo.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 134-136}}.</ref>
Il primo volo a bordo di un [[aerorazzo]] lo effettuò il 15 agosto del [[1957]], sul [[Bell X-1]]B, con il quale raggiunse un'altitudine di {{M|18.3|u=km}}. Durante l'atterraggio, come accaduto già numerose volte in precedenza a causa dei problemi strutturali del velivolo, il carrello si ruppe.<ref name=Hansen145>{{Cita|Hansen|p. 145}}.</ref> In seguito pilotò il [[North American X-15]], prendendone i comandi per sette volte prima del settembre [[1962]], nella penultima delle quali raggiunse la quota di {{M|63.2|u=km}}.<ref name=Hansen145/>
Armstrong venne coinvolto in una serie di incidenti che successivamente sarebbero entrati a far parte del folclore della base ''Edwards'' e che saranno ricordati nelle memorie di alcuni suoi colleghi. Il primo di questi avvenne quando era ai comandi di un [[North American X-15|X-15]] il 20 aprile [[1962]] per provare un dispositivo di controllo automatico del velivolo. Armstrong si portò con l'aereo alla quota di {{M|68|u=km}} (la più alta da lui mai raggiunta prima delle sue esperienze quale astronauta), ma mantenne alto il muso del velivolo troppo a lungo durante la discesa, e l'X-15 di conseguenza rimbalzò alla quota di {{M|43|u=km}}. A quell'altitudine l'atmosfera è talmente tenue, che le superfici aerodinamiche non hanno quasi alcun effetto. Sorvolò il sito di atterraggio alla velocità [[Mach]] 3 ({{M|3200|u=km/h}}) e alla quota di {{M|30|u=km}}, finendo poi a {{M|64|u=km}} a sud della base. Dopo aver diminuito abbastanza la quota di volo, Armstrong invertì la rotta e tornò alla base, dove atterrò evitando per pochissimo di colpire le chiome di alcune ''[[Yucca brevifolia]]'', compiendo il più lungo volo di un X-15 per tempo e distanza percorsa.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 178-184}}.</ref>
Quattro giorni dopo, Armstrong fu coinvolto in un secondo incidente mentre era in volo, per la prima e unica volta, con [[Chuck Yeager]], che era al comando di un [[Lockheed T-33 Shooting Star]]. Il loro compito era di valutare l'utilizzo del letto di un [[lago]] prosciugato per un eventuale atterraggio di emergenza di un X-15. Nella propria biografia Yeager scrisse che sapeva che il letto del lago sarebbe stato inagibile per un atterraggio a causa delle recenti piogge, ma che Armstrong aveva insistito per compiere la manovra comunque. Tentando un ''touch and go'' (manovra con la quale un aeroplano viene portato al suolo senza arrestarsi completamente, per poi decollare nuovamente) le ruote del velivolo si bloccarono e i due dovettero attendere i soccorsi per essere recuperati. Armstrong invece fornì una versione differente degli eventi accaduti quel giorno: Yeager non avrebbe mai fatto accenno all'impraticabilità del terreno, e dopo un primo atterraggio con successo nella porzione orientale del lago, Yeager gli avrebbe detto di voler provare di nuovo, stavolta a velocità inferiore. Al secondo tentativo l'aereo si sarebbe bloccato nell'atterraggio e Yeager sarebbe scoppiato in una crisi di riso isterico.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 184-189}}.</ref>
[[File:Pilot Neil Armstrong and X-15 -1 - GPN-2000-000121.jpg|min|sinistra|verticale=1.1|Armstrong a 29 anni sorride davanti a un [[North American X-15|X-15]] dopo un volo sperimentale il 9 dicembre 1960]]
Molti piloti collaudatori espressero stima per le abilità ingegneristiche di Armstrong: secondo [[Milt Thompson]], Neil è stato il più abile pilota dei primi X-15; secondo [[Bill Dana]], "aveva una mente che assorbiva le cose come una spugna". Chi proveniva dalle forze aeree militari, invece, tendeva ad avere un'opinione differente del futuro astronauta, specialmente coloro, come Yeager e [[Pete Knight]], che non avevano mai frequentato un corso di laurea in ingegneria. Knight in particolare aveva affermato che i piloti ingegneri volavano in maniera "molto meccanica rispetto a come avrebbe dovuto essere il volo", la loro abilità al volo non era istintiva e conseguentemente alcuni di essi finivano in situazioni rischiose.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 138-139}}.</ref>
Il 21 maggio [[1962]], Armstrong venne coinvolto infine in quello che nel folclore della base ''Edwards'' è diventato noto come l'"affare Nellis". Mentre si trovava in volo con un [[Lockheed F-104 Starfighter]] per ispezionare un altro lago asciutto, anche questa volta per sperimentare la possibilità di un atterraggio di emergenza, Armstrong non identificò correttamente la quota alla quale si trovava e non si accorse che il [[carrello d'atterraggio]] non era completamente fuoriuscito. Mentre l'aereo toccava terreno il carrello dunque si ritrasse, costringendo il pilota a ridare potenza ai motori per guadagnare quota; nell'urto con il suolo, tuttavia, la [[Radio (elettronica)|radio]] si era danneggiata e si era verificata una perdita di [[fluido idraulico]]. Senza contatto radio, Armstrong si diresse verso la base militare di [[Nellis Air Force Base|Nellis]], segnalando con le ali che non gli era possibile comunicare a terra. La perdita di fluido idraulico aveva causato il rilascio del [[gancio di coda]] del velivolo, che durante l'atterraggio trascinò via la catena d'arresto ancorata sulla pista.<ref name=Nellis>{{Cita|Hansen|pp. 189-192}}.</ref> Ci vollero almeno 30 minuti per ripulire la pista dai detriti e per ripristinare un altro cavo di arresto. Armstrong telefonò quindi alla base di Edwards affinché fosse inviato qualcuno a recuperarlo e dalla base partì Milt Thompson a bordo di un [[Lockheed F-104 Starfighter|F-104B]], l'unico aereo libero in quel momento che avesse a disposizione due posti, che tuttavia Thompson non aveva mai pilotato prima. Con grosse difficoltà il pilota incaricato del recupero arrivò a Nellis, ma un forte vento laterale gli causò un atterraggio troppo brusco facendo esplodere una delle gomme del carrello. La pista dovette essere nuovamente chiusa e ripulita, mentre dalla base Edwards nel frattempo partì Bill Dana con un [[T-33 Shooting Star]]. Tuttavia, anche Dana incorse in ulteriori problemi nell'atterraggio e il comando di Nellis decise che, per evitare ulteriori danni, si sarebbe incaricata la base stessa di riportare i tre piloti alla Edwards via terra.<ref name=Nellis/>
Armstrong effettuò complessivamente 7 voli a bordo dell'X-15, raggiungendo l'altitudine massima di {{M|68.2|u=km}}<ref>{{Cita|Hansen|p. 1780}}.</ref> a bordo dell'X-15-3 e la velocità di punta di Mach 5,74 ({{M|6615|u=km/h}}) sull'X-15-1; lasciò il [[Dryden Flight Research Center]] con un totale di {{formatnum:2400}} ore di volo,<ref>{{Cita|Hansen|p. 210}}.</ref> e in tutta la sua carriera volò con 200 modelli differenti di aereo.<ref name=NASA-bio/>
== Carriera da astronauta ==
[[File:Neil Armstrong in Gemini G-2C training suit.jpg|
Già nel [[1958]] Armstrong fu inserito nel programma [[Man In Space Soonest]] della [[U.S. Air Force]] con il quale gli statunitensi si prefiggevano di battere i sovietici nella [[corsa allo spazio]]. Nel [[1960]] fece parte dei piloti consulenti per il [[Boeing X-20 Dyna-Soar]], uno spazioplano militare, mentre nel [[1962]] fu indicato come uno dei sei piloti ingegneri che avrebbero potuto pilotarlo.<ref name=esordi>{{Cita|Hansen|pp. 195-204}}.</ref>
Nei mesi successivi all'annuncio della formazione di una nuova squadra di aspiranti astronauti, Armstrong era molto eccitato alla prospettiva di partecipare al [[Programma Apollo]] per le nuove frontiere dell'astronautica che la sfida avrebbe aperto. Armstrong presentò la propria candidatura il 1º giugno 1962, con i termini per la presentazione scaduti una settimana prima, ma Dick Day, un suo camerata alla base Edwards, in quel momento impiegato al ''Manned Spacecraft Center'', vedendo l'arrivo tardivo della domanda la inserì insieme con le altre prima che qualcuno se ne accorgesse.<ref>{{Cita|Hansen|p. 195}}.</ref> Presso la Brooks City-Base Armstrong passò poi una visita medica giudicata da molti dei candidati come dolorosa e probabilmente inutile.<ref name=esordi/>
[[Donald Kent Slayton]] chiamò Armstrong il 13 settembre del 1962 domandandogli se fosse interessato a unirsi al gruppo di astronauti della [[NASA]] che i giornalisti avevano ribattezzato ''[[NASA Astronaut Group 2|New Nine]]'', e Armstrong senza esitazione rispose affermativamente. La selezione fu mantenuta segreta per i tre giorni successivi, anche se indiscrezioni sui giornali davano da tempo Armstrong già selezionato come il primo astronauta civile,<ref>{{Cita|Hansen|pp. 201-202}}.</ref> e così fu, insieme con [[Elliot See]]. A ogni modo, Armstrong non sarebbe diventato il primo astronauta civile a volare nello spazio, poiché i sovietici l'anticiparono con la ''[[Vostok 6]]'', inviando in orbita [[Valentina Tereškova]], una operaia tessile e [[Paracadutismo|paracadutista]] amatoriale, il 16 giugno [[1963]].
=== Programma Gemini ===
==== ''Gemini 8'' ====
[[File:GEMINI-TITAN (GT)-8 - PRELAUNCH ACTIVITY - CAPE (s66-24446).jpg|
La composizione dell'equipaggio per la missione ''[[Gemini 8]]'' fu annunciata il 20 settembre [[1965]], con Armstrong comandante e [[David Scott]] pilota. La missione fu lanciata il 16 marzo [[1966]] e fu la più complessa operazione in orbita mai effettuata prima di allora: un [[rendezvous]] e aggancio con il veicolo senza equipaggio [[Agena Target Vehicle]]. Nel suo complesso, la missione prevedeva 75 ore di volo e 55 orbite. Dopo il lancio dell'Agena alle 10 del mattino (ora locale), il [[Titan II]] con a bordo Armstrong e Scott partì alle 11:41, portandoli in orbita.<ref>{{Cita|Hansen|cap. 19}}.</ref> Le operazioni di rendezvous e aggancio furono completate con successo - stabilendo un primato nell'esplorazione spaziale - in 6,5 ore,<ref>{{Cita web |titolo=Gemini 1965–1966 |sito=Spacecollection.info |url=http://www.spacecollection.info/us_gemini/gemini.html |lingua=en |accesso=28 marzo 2013 |dataarchivio=13 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110513063104/http://www.spacecollection.info/us_gemini/gemini.html |urlmorto=sì }}</ref> nonostante i contatti radio con l'equipaggio fossero stati intermittenti a causa della scarsa copertura delle stazioni. Le istruzioni di missione prevedevano che se si fossero presentate anomalie di funzionamento in assenza di contatto da terra, l'equipaggio avrebbe dovuto procedere allo sganciamento immediato dell'Agena. Dopo 27 minuti dall'aggancio, i due moduli incominciarono a ruotare vorticosamente: la causa sarebbe stata successivamente individuata nel malfunzionamento di uno dei propulsori dell'[[Orbital Maneuvering System|Orbit Attitude and Maneuvering System]] (OAMS), che era rimasto bloccato in fase attiva. Armstrong allora sganciò il modulo Agena, ma la velocità di rotazione della ''Gemini'' aumentò anziché diminuire, raggiungendo il valore di circa una rotazione al secondo. I due astronauti furono quindi costretti a disattivare l'OAMS e ad attivare il [[Reaction control system]] (RCS) per contrastare la rotazione. Queste operazioni riuscirono a stabilizzare la ''Gemini 8'', impiegando tuttavia il 75% del carburante disponibile. La missione era ormai compromessa: come previsto dai protocolli di volo, il prematuro utilizzo del RCS impose il rientro sulla Terra alla prima occasione utile; le ulteriori attività che erano state previste, come l'[[attività extraveicolare]], furono annullate.<ref>{{Cita web|titolo=Gemini 8|editore=NSSDC, NASA|url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1966-020A|data=maggio 2012|accesso=6 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130306110100/http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1966-020A|dataarchivio=6 marzo 2013|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Gemini 8 during rescue.jpg|
Nell'ambito dell'ufficio astronauti furono sollevate alcune obiezioni sul comportamento tenuto dall'equipaggio durante la missione. [[Walter Cunningham]] affermò che Armstrong e Scott non si sarebbero attenuti alle procedure previste per affrontare questo genere di incidenti e che la missione avrebbe potuto essere salvata se Armstrong avesse attivato solo uno dei circuiti dell'RCS. Ciò, tuttavia, non corrispondeva alla verità perché i circuiti dell'RCS non potevano essere azionati singolarmente, ma solo tutti insieme, né erano state previste delle procedure precise per far fronte a questo tipo di problema. [[Eugene F. Kranz]] scrisse: «l'equipaggio ha agito esattamente come era stato loro insegnato che avrebbero dovuto agire, e agirono in maniera sbagliata poiché noi li abbiamo addestrati in maniera sbagliata». I programmatori della missione avevano valutato in maniera errata le operazioni di rendezvous, senza considerare che una volta che i due moduli avessero completato l'aggancio, avrebbero dovuto essere considerati come un'unica navicella.<ref>{{Cita|
Lo stesso Armstrong rimase abbattuto per il parziale fallimento della missione<ref>{{Cita|
==== ''Gemini 11'' ====
Per Armstrong l'ultima nomina come astronauta del Programma Gemini, annunciata due giorni dopo l'ammaraggio della ''Gemini 8'', fu quella di componente dell'equipaggio di riserva della ''[[Gemini 11]]''. Con due addestramenti alle spalle Armstrong era piuttosto esperto dei sistemi utilizzati nel Programma e gli fu assegnato il compito di istruire il neofita [[William Anders]].<ref>{{Cita|
Al termine della missione il presidente [[Lyndon B. Johnson]] chiese ad Armstrong e a sua moglie di prendere parte
=== Programma Apollo ===
Il 27 gennaio [[1967]], data tristemente nota per l'incidente dell
Il 5 aprile [[1967]], mentre la commissione incaricata di investigare sull'incidente dell
Per fornire agli astronauti esperienza utile sulla guida del modulo lunare nella discesa verso la Luna, la NASA commissionò alla ''Bell Aircraft'' la costruzione di due [[Lunar Landing Research Vehicle]], ai quali successivamente si aggiunsero tre [[Lunar Landing Training Vehicles]] per l'addestramento. La simulazione della gravità lunare, pari
==== ''Apollo 11'' ====
[[File:Ap11-s69-31740.jpg|
Dopo il ruolo nell'equipaggio di riserva dell{{'}}''Apollo 8'', Slayton offrì ad Armstrong il comando dell{{'}}''[[Apollo 11]]'' il 23 dicembre del [[1968]], mentre l{{'}}''Apollo 8'' orbitava intorno alla [[Luna]].<ref>{{Cita|Nelson|p. 17}}.</ref> In un incontro che non venne reso noto fino alla pubblicazione della biografia di Armstrong nel [[2005]], Slayton gli disse che nonostante il programma prevedesse lui come comandante, Aldrin come pilota del modulo lunare e Collins come pilota del modulo di comando, gli offriva la possibilità di assegnare a [[Jim Lovell]] il posto di Aldrin. Dopo averci riflettuto per un giorno, Armstrong rifiutò l'offerta poiché - come disse a Slayton - non aveva alcun problema a lavorare con Aldrin, né avrebbe potuto offrire una valida giustificazione sul perché Lovell, che era stato comandante della ''[[Gemini 12]]'', operasse come pilota del modulo lunare, posizione che, in via non ufficiale, era considerata essere al gradino più basso nell'equipaggio della missione.<ref>{{Cita|Hansen|p. 338}}.</ref>
Nel marzo del [[1969]], in una riunione tra Slayton, George Low, [[Robert R. Gilruth]] e [[Christopher C. Craft]], divenne chiaro che il primo uomo a posare il piede sulla Luna sarebbe stato proprio Armstrong, favorito nella scelta anche dal proprio carattere che non l'avrebbe portato a insuperbirsi per l'esperienza.<ref name="Hansen, ch. 25.">{{Cita|Hansen|cap. 25}}.</ref> In una conferenza stampa tenutasi il 14 aprile 1969, Slayton indicò la disposizione dell'equipaggio nel modulo lunare quale giustificazione del fatto che Armstrong sarebbe stato il primo a uscire. Il portello si apriva verso l'interno a destra, risultando d'ostacolo per il pilota. In più, aggiunse Slayton, «solo per una questione di protocollo, penso che il primo a sbarcare debba essere il comandante… Bob Gilruth ha approvato la mia decisione».<ref>''Expeditions to the Moon'', chapter 8, p. 160.</ref>
Il 16 luglio del 1969 Armstrong ricevette una falce di luna di [[polistirene]] da [[Guenter Wendt]], che gliela presentò come una chiave per la Luna; in cambio Armstrong gli offrì un biglietto per un "taxi spaziale, buono per due pianeti".<ref>{{Cita|Hansen|p. 407}}.</ref>
===== In viaggio verso la Luna =====
[[File:Neil Armstrong.jpg|
Durante il lancio dell{{'}}''Apollo 11'' il [[cuore]] di Armstrong raggiunse i 110 battiti al minuto.<ref>{{Cita|Hansen|p. 410}}.</ref> Secondo l'astronauta, il primo stadio era molto più rumoroso della ''Gemini 8'', sebbene più spazioso. Proprio quest'ultimo aspetto - come è stato suggerito - potrebbe aver evitato che l'equipaggio soffrisse di [[sindrome da adattamento allo spazio]], sperimentata invece in altre missioni. Armstrong ne era particolarmente sollevato, poiché soffriva fin da piccolo di [[chinetosi]] e spesso lunghi periodi in volo gli procuravano nausea.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 411-412}}.</ref>
L'obiettivo dell{{'}}''Apollo 11'' era portare l'equipaggio sano e salvo sulla Luna più che posare il modulo con un atterraggio di precisione. Tre minuti dopo l'inizio della discesa verso la superficie lunare, Armstrong si accorse che i crateri di riferimento scorrevano con due secondi di anticipo: ciò permetteva di stimare che l'atterraggio sarebbe avvenuto con tutta probabilità a qualche miglio dal punto stabilito.<ref>{{Cita|Smith|pp. 21-22}}.</ref> Mentre il radar del modulo ''Eagle'' tracciava la superficie, si attivarono alcuni allarmi di errore sul [[computer]] di bordo. Il primo fu un codice 1202, che nonostante il lungo addestramento di Aldrin e Armstrong, era sconosciuto ai due; fu il Centro di controllo missione da Houston a rassicurarli: gli allarmi riportati erano causati da un sovraccarico di dati verso l'Apollo Guidance Computer e non costituivano un problema. Come raccontato da Aldrin nel documentario ''In the shadow of the Moon'', il sovraccarico fu causato dalla sua decisione di lasciare attivo il radar, che conseguentemente fornì al computer tutta una serie di dati non necessari che lo costrinsero a interrompere l'esecuzione di operazioni secondarie, segnalando l'errore.
Quando Armstrong si accorse che stavano atterrando in modo automatico in una zona che non gli sembrava sicura, si pose direttamente ai comandi del modulo. La ricerca di un'area adatta richiese più tempo del previsto e comportò che la fase di volo risultasse più lunga di quanto stabilito nelle simulazioni.<ref>{{Cita|Chaikin|p. 199}}.</ref><ref>{{Cita|Smith|pp. 23-25}}.</ref> Ciò generò molta preoccupazione presso il controllo missione, dove si temeva che i due astronauti potessero rimanere senza carburante sufficiente per l'allunaggio.<ref>{{Cita|Chaikin|p. 198}}.</ref> Al momento dello sbarco, tuttavia, Armstrong si disse certo di avere avuto ancora almeno 40 secondi di carburante rimanenti, inclusi i 20 di sicurezza necessari in caso di annullamento della missione all'ultimo istante.<ref>{{Cita|Chaikin|p. 200}}.</ref> Durante l'addestramento inoltre Armstrong era riuscito a far atterrare il simulatore con soli 15 secondi di carburante a disposizione in diverse occasioni, ed era abbastanza sicuro che il modulo avrebbe dovuto sopravvivere anche a una caduta libera di 15 metri se le cose si fossero messe male. Analisi successive alla missione indicarono che in effetti nel modulo vi erano ancora tra i 45 e i 50 secondi di carburante a disposizione.<ref>{{Cita libro |url=http://history.nasa.gov/alsj/a11/A11_MissionReport.pdf |editore=NASA |città=Houston |titolo=Apollo 11 Mission Report |data=novembre 1969 |lingua=en |formato=PDF |capitolo=9.8.3 Gaging System Performance |id=MSC-00171 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
L'allunaggio avvenne alle 20:17:39 UTC del 20 luglio 1969.<ref>{{Cita|Jones|The First Lunar Landing, time 109:24:48}}. L'accuratezza al secondo non è univoca, ed è riportata diversamente in altri registri della NASA.</ref> Opportuni sensori di contatto a baffo erano presenti all'estremità delle gambe del modulo e il primo contatto avvenne mentre il modulo era ancora in [[volo stazionario]] (''hovering''); l'accensione di una spia azzurra segnalò l'evento in cabina e Aldrin ne diede comunicazione con «Contact light» (Luce di contatto); successivamente quando il modulo si arrestò completamente sulla superficie, fu nuovamente Aldrin a comunicarlo con «Okay, motori fermi», cui seguì la conferma di Armstrong, con «Shutdown». La prima frase che Armstrong comunicò al controllo missione dopo l'atterraggio fu la nota «Houston, Tranquillity base here, the ''Eagle'' has landed» (trad. ''Houston, qui Base della Tranquillità. La ''Eagle'' è atterrata''). Armstrong e Aldrin celebrarono il momento con una vivace stretta di mano, prima di tornare al lavoro per verificare le procedure da adottare in caso di partenza in emergenza dalla superficie.<ref>{{Cita|Jones|The First Lunar Landing, time 1:02:45}}.</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.jsc.nasa.gov/history/mission_trans/apollo11.htm |titolo=Mission Transcripts, Apollo 11 AS11 PA0.pdf |accesso=28 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071104210113/http://www.jsc.nasa.gov/history/mission_trans/apollo11.htm |dataarchivio=4 novembre 2007 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://history.nasa.gov/alsj/a11/a11transcript_pao.htm |titolo=Apollo 11 Mission Commentary 7-20-69 CDT 15:15 - GET 102:43 - TAPE 307/1 |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130317060736/http://www.history.nasa.gov/alsj/a11/a11transcript_pao.htm |dataarchivio=17 marzo 2013 }}</ref> Durante la fase critica, l'unico messaggio inviato da Houston fu "30 secondi", con cui intendevano segnalare quanto carburante ritenevano rimanesse a disposizione. Quando Armstrong confermò l'atterraggio, dal centro di controllo giunse un sospiro di sollievo e le parole «Avete fatto diventare blu un po' di gente qui. Stiamo respirando di nuovo».<ref>Riportato in {{Citazione|You got a bunch of guys about to turn blue. We're breathing again.|{{Cita|Chaikin|p. 200}}}}.</ref>
Solo nel 2005, Armstrong rese noti i suoi timori iniziali di un possibile fallimento della missione; pensava infatti che avessero solo il 50% di probabilità di successo e nel descrivere le sue emozioni dopo l'allunaggio disse: «Ero sollevato, estasiato ed estremamente sorpreso che avessimo avuto successo».<ref>{{Cita news |titolo= Neil Armstrong: Manned Mars mission 20 years away |pubblicazione=USA Today |città =Washington DC |url= https://www.usatoday.com/tech/science/space/2005-09-06-mars-armstrong_x.htm |data=6 settembre 2005 |accesso=28 marzo 2013 |autore=Sean Yoong |citazione=I was elated, ecstatic and extremely surprised that we were successful}}</ref>
===== La prima passeggiata lunare =====
[[File:Frase de Neil Armstrong.ogg|
Nonostante il programma stabilito prevedesse che i due astronauti si riposassero a lungo prima delle [[Apollo 11#Operazioni sulla superficie|attività sulla superficie]], Armstrong chiese al controllo missione che l'[[Attività extraveicolare|EVA]] fosse anticipata per la sera (ora di [[Houston]]). Quando i due furono pronti per scendere dal modulo di atterraggio, depressurizzarono la ''Eagle'', aprirono il portello e Armstrong si avviò per primo sulla scaletta.
Sulla cima della scala comunicò: «Sto scendendo dal LEM ora». Posò il piede sinistro sull'ultimo scalino alle 2:56 UTC del 21 luglio 1969,<ref>Harland, David (1999). ''Exploring the Moon: The Apollo Expeditions''. ISBN 1-85233-099-6.</ref> pronunciando la storica frase «That's one small step for (a) man, one giant leap for mankind» (trad. «Questo è un piccolo passo per (un) uomo, un gigantesco balzo per l'umanità»<ref>{{Cita news |titolo=Rientrati nel lem dopo la danza sulla Luna |pubblicazione=StampaSera |
[[File:Apollo 11 Landing - first steps on the moon.ogv|
Armstrong aveva scelto questa frase dopo averci pensato durante il lancio e nelle ore successive all'allunaggio.<ref>{{Cita web |lingua=en |cognome=Hansen |nome=James R. |titolo=Armstrong's Abbreviated Article: Notes from the Expert |opera Language Log |data=3 ottobre 2006 |url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003635.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nella registrazione di quei momenti, l'[[articolo indeterminativo]] inglese, "a", prima di "man", non è distinguibile, dando alla frase un senso errato poiché "man" da solo è usato come sinonimo di umanità. La NASA e Armstrong insistettero dopo la missione che quel suono fosse stato celato da un'interferenza statica sulla trasmissione. Dopo ripetuti ascolti della registrazione, tuttavia, Armstrong ammise che forse poteva effettivamente averla dimenticata in quel momento, non pronunciandola.<ref name="Snopes" />
[[File:As11-40-5886.jpg|min|Armstrong sulla Luna]]
La frase è stata oggetto, anche successivamente, di attenzione e in diversi ritengono di aver individuato la presenza della vocale perduta.<ref name="Snopes"/><ref>{{Cita news |autore=Jacqui Goddard |titolo=One small word is one giant sigh of relief for Armstrong |pubblicazione=The Times |città=Londra |giorno=2 |mese=ottobre |anno=2006 |url=http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article657515.ece |accesso=28 agosto 2007 |dataarchivio=8 febbraio 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070208103412/http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article657515.ece |urlmorto=sì }}</ref> Secondo Peter Shann Ford, un programmatore [[australia]]no che ne ha effettuato un'analisi digitale nel 2006, la "a" in realtà fu pronunciata, ma non era distinguibile nella trasmissione ricevuta a causa delle limitazioni della tecnologia radio dell'epoca.<ref name="Snopes"/><ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.collectspace.com/news/news-100306a.html |autore=Peter Shann Ford |titolo=Electronic Evidence and Physiological Reasoning Identifying the Elusive Vowel "a" in Neil Armstrong's Statement on First Stepping onto the Lunar Surface |sito=CollectSpace.com |tipo=ristampa |data=17 settembre 2006 |accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita web |titolo=Software finds missing 'a' in Armstrong's moon quote |sito=CNN.com|data=1º ottobre 2006 |url=https://www.cnn.com/2006/US/09/30/moon.quote.ap/index.html |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061004151135/http://www.cnn.com/2006/US/09/30/moon.quote.ap/index.html |dataarchivio=4 ottobre 2006 |accesso=28 agosto 2007 |urlmorto=sì }}</ref> Ford e James R. Hansen, biografo autorizzato di Armstrong, hanno fornito i risultati della analisi all'astronauta e alla NASA. Ford, tuttavia, non ha sottoposto i suoi risultati a una [[revisione paritaria]], ma li ha pubblicati sul suo blog, e i linguisti David Beaver e Mark Liberman hanno espresso molti dubbi sulla loro correttezza.<ref>{{Cita web |autore=David Beaver |sito=Language Log |url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003630.html |titolo=One small step backwards |data=2 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}} (including audio)<br />{{Cita web |editore=Language Log |url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003632.html |titolo=One 75-millisecond step before a "man" |autore=Mark Liberman |data=3 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web|autore=David Beaver |editore=Language Log |url=http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/archives/003634.html |titolo=Armstrong's abbreviated article: the smoking gun? |data=3 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web|autore=Language Log|url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003635.html|titolo=Armstrong's abbreviated article: notes from the expert |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web |autore=David Beaver |editore=Language Log|url=http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/archives/003639.html |titolo=First Korean on the moon! |data=4 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web |autore=Mark Liberman |editore=Language Log|url=http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/archives/003645.html |titolo=What Neil Armstrong said |data=6 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
La discesa dalla scaletta del Modulo lunare fu trasmessa in diretta da [[Voice of America]] negli Stati Uniti e, attraverso la [[BBC]] e altre stazioni, in tutto il mondo. Si è stimato che l'ascolto globale del momento dello sbarco fosse di almeno 450 milioni di persone, su una popolazione mondiale totale di 3 miliardi e 631 milioni.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.infoplease.com/year/1969.html |titolo=Information Please world statistics |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
[[File:Apollo 11 first step.jpg|
Venti minuti dopo lo sbarco di Armstrong, Aldrin lo raggiunse sulla superficie diventando il secondo uomo a mettere piede sulla Luna; una volta insieme, i due
Dopo aver aiutato Aldrin a sistemare l'[[ALSEP]] Armstrong si incamminò verso quello che è ora indicato come [[East Crater]], a circa 60 metri dal modulo lunare, la più lunga passeggiata dell'intera missione. L'ultima operazione di Armstrong sulla superficie fu la posa di alcuni oggetti in memoria dei cosmonauti defunti [[Yuri Gagarin]] e [[Vladimir Komarov]] e degli astronauti deceduti nell'incidente dell
===== Rientro sulla Terra =====
[[File:President Nixon welcomes the Apollo 11 astronauts aboard the U.S.S. Hornet.jpg|
Rientrati nel modulo lunare e sigillato il portello, i due astronauti si accorsero di aver danneggiato l'interruttore che avrebbe dovuto azionare il motore per la risalita, urtandolo mentre indossavano le ingombranti [[Tuta spaziale|tute]] che avevano permesso loro di sopravvivere all'esterno del modulo lunare. Riuscirono tuttavia ad attivarlo, chiudendo il contatto che accese il motore principale, usando una semplice penna,<ref>{{Cita|Hansen|pp. 489-490}}.</ref> che da allora Aldrin conserva. Dopodiché il LEM si ricongiunse in orbita lunare con il modulo di comando ''Columbia'' sul quale era in attesa Collins. I tre dell{{'}}''Apollo 11'' tornarono dunque sulla Terra ammarando nell'[[Oceano Pacifico]] e venendo recuperati dalla ''[[USS Hornet (CV-12)|USS Hornet]]''.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1969-059A |titolo=Apollo 11 Command and Service Module (CSM) |editore=NASA |accesso=26 agosto 2012}}</ref>
Dopo essere stati in [[quarantena]] per 18 giorni come misura di sicurezza contro eventuali [[malattie infettive]] che gli astronauti potevano aver contratto sulla Luna, l'equipaggio fu portato in trionfo attraverso gli Stati Uniti e il resto del mondo in quello che venne chiamato "Giant Leap Tour" di 45 giorni. Armstrong successivamente prese parte agli spettacoli di [[Bob Hope]] del [[1969]] per i corpi militari americani, principalmente in [[Vietnam]].<ref>{{Cita|Hansen|p. 580}}.</ref>
Nel maggio del [[1970]] Armstrong si recò in [[Unione Sovietica]] per parlare al 13º convegno annuale del comitato internazionale sulla ricerca spaziale; arrivato a Leningrado (oggi [[San Pietroburgo]]) dalla [[Polonia]], andò a [[Mosca (Russia)|Mosca]] dove incontrò il presidente sovietico [[Alexei Kosygin]]. Allora, fu il primo occidentale a vedere l'aereo supersonico sovietico [[Tupolev Tu-144]];<ref name=Mosca>{{Cita|Hansen|p. 583}}.</ref> inoltre, fu portato in visita al [[Centro di addestramento cosmonauti Jurij Gagarin]].<ref name=Mosca/> A sera Armstrong rimase sorpreso nel vedere il video in differita del lancio della ''[[Sojuz 9]]'': non aveva avuto notizia della missione nonostante fosse stato ospite di [[Valentina Tereškova]], mentre il marito di lei, [[Andrijan Grigor'evič Nikolaev]], era a bordo.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 582-584}}.</ref>
In Italia, nel 1970, [[Alitalia]] gli dedicò il [[Boeing 747]] I-DEMA, il primo della compagnia; lo stesso Armstrong fu presente all'[[aeroporto di Roma Fiumicino]] all'inaugurazione dell'aereo.
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== La vita dopo il programma Apollo ==
=== Insegnamento ===
Poco tempo dopo la missione lunare Armstrong annunciò pubblicamente di non avere più intenzione di volare nello spazio.<ref>{{Cita web |lingua=en |autore=Christopher Riley |url=http://www.guardian.co.uk/science/2009/jul/09/apollo-astronauts-walking-moon |titolo=The moon walkers: Twelve men who have visited another world |editore=Guardian.co.uk |data=10 luglio 2009 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Gli fu quindi affidato un posto di rilievo nella [[
Ricoprì il ruolo di insegnante presso il Dipartimento di [[ingegneria aerospaziale]] all'[[Università di Cincinnati]],<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Neil Armstrong (1930-2012). Former UC professor a 'reluctant American hero' |sito=University of Cincinnati Magazine |url=http://magazine.uc.edu/favorites/web-only/armstrong.html |autore=Deborah Rieselman |accesso=28 marzo 2013}}</ref> scegliendola in luogo di altri atenei, persino di quello nel quale si era laureato, poiché aveva un piccolo dipartimento di ingegneria e sperava che i membri della facoltà non si risentissero del fatto che avesse ottenuto una cattedra possedendo solo un [[Master of Science]].<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Apollo 11 Crew Information |sito=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |data=1º novembre 2005 |url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.crew.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref> A Cincinnati ricevette il titolo di professore universitario in ingegneria aerospaziale e, dopo aver insegnato per otto anni, rassegnò le dimissioni nel [[1979]] senza spiegazioni.<ref>{{Cita|
=== Commissioni d'indagine della NASA ===
Armstrong prese parte alle indagini su due incidenti spaziali. Il primo incarico lo ebbe nel 1970, nella commissione di inchiesta guidata da Edgar Cortwright sui fatti che coinvolsero la missione ''[[Apollo 13]]''. Armstrong, in particolare, si occupò di redigere un dettagliato resoconto cronologico del volo ed espresse la propria contrarietà alla raccomandazione, inclusa invece nel rapporto, di riprogettare i serbatoi dell'ossigeno che erano stati all'origine dell'esplosione.<ref>{{Cita|
=== Attività finanziaria ===
Dopo il ritiro dalla NASA nel 1971, Armstrong lavorò presso diverse aziende come portavoce. La prima azienda che riuscì a fargli accettare una proposta in tal senso fu la [[Chrysler]], per la quale Armstrong apparve in numerosi spot, a partire dal gennaio [[1979]]. L'ex astronauta dichiarò di aver accettato perché riteneva che la Chrysler avesse un'ottima divisione di ingegneria e perché l'azienda si trovava in difficoltà economiche. Prestò la sua immagine anche per altre compagnie come la General Time Corporation e la Bankers Association of America, ma solo nell'ambito del mercato statunitense.<ref>{{Cita|
Parallelamente alla sua attività come portavoce, prese posto in diversi [[
== Vita privata ==
[[File:Legends of Aerospace (with Neil Armstrong, Eugene Cernan, and Jim Lovell).JPG|
Armstrong frequentò la [[chiesa metodista]] con i Boy Scout alla fine degli [[Anni 1950|anni cinquanta]]; intervistato
Al ritorno dalla guerra di Corea, Armstrong incontrò la donna che sarebbe diventata sua moglie, Janet Elizabeth Shearon, alla Purdue University, dove lei era laureanda in [[
La coppia ebbe tre figli: Eric, Karen e Mark.<ref>{{Cita|
Successivamente al suo ritiro dalla NASA, Armstrong ricevette varie
[[File:Quincy Jones, John Glenn, and Neil Armstrong during NASA's 50th anniversary gala.jpg|min|sinistra|verticale=1.1|[[Quincy Jones]] presenta le copie in platino di ''[[Fly Me to the Moon]]'' ad Armstrong (a destra) e l'ex senatore [[John Glenn]], il 24 settembre 2008]]
Nell'autunno del 1979, mentre stava lavorando nella sua [[fattoria]] vicino a [[Lebanon (Ohio)|Lebanon]], in Ohio, andò incontro a un piccolo incidente: nel saltare giù dal [[trattore agricolo|trattore]], la [[fede nuziale|fede]] che portava al dito si incastrò in una delle ruote, strappandogli via l'ultima [[falange (anatomia)|falange]] dall'anulare. Recuperata l'estremità strappata dal dito, la pose nel ghiaccio e si recò all'ospedale ebraico di [[Louisville]], in [[Kentucky]], dove, grazie a un [[intervento chirurgico]], gli fu riattaccata.<ref>{{Cita news |autore=Kathy Sawyer |url=https://www.washingtonpost.com/wp-srv/national/longterm/space/armstrong1.htm |titolo=Armstrong's Code |pubblicazione=The Washington Post Magazine |giorno=11 |mese=luglio|anno=1999 |p=10 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nel febbraio del [[1991]] fu colto da un leggero [[infarto]] mentre sciava ad [[Aspen]], in [[Colorado]], con amici.<ref>{{Cita|Hansen|pp. 639-640}}.</ref> Nell'anno precedente aveva subito la perdita di entrambi i genitori.
Divorziò dalla sua prima moglie nel [[1994]], dopo 38 anni di matrimonio,<ref>{{Cita news |autore=Daniel Schorn |url= https://www.cbsnews.com/stories/2005/11/03/60minutes/main1008288_page3.shtml |titolo= Being The First Man On The Moon |pubblicazione=60 Minutes |editore=CBS News |data=2 luglio 2006 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> dopo che nel [[1992]], a un torneo di [[golf]], aveva conosciuto quella che sarebbe diventata la sua seconda moglie, Carol Held Knight. I due si sposarono il 12 maggio del 1994 in Ohio; una seconda cerimonia fu celebrata a [[San Isidro (California)|San Isidro]] in [[California]]. Andarono a vivere a [[Indian Hill]], in Ohio.<ref>{{Cita news |url= http://www.enquirer.com/editions/1999/07/18/loc_neil_armstrong_the.html |giorno=18 |mese=luglio|anno=1999 |autore=John Johnston |autore2=Saundra Amrhein |autore3=Thompson, Richelle |pubblicazione=The Cincinnati Enquirer |titolo=Neil Armstrong, Reluctant Hero}}</ref>
Nel 1994 Armstrong
L'ampio uso del suo nome, della sua immagine e delle sue frasi famose causò molti problemi all'ex astronauta negli anni.<ref name=VanityFair>{{Cita web |lingua=en |data=novembre 2000 |url=http://www.vanityfair.com/culture/features/2000/11/mtv200011?printable=true¤tPage=allPittman |titolo=Birth of an MTV Nation |pubblicazione=Vanity Fair |autore=Robert Sam Anson |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nel 1994 fece causa alla Hallmark Cards dopo che essi avevano utilizzato senza permesso il suo nome e la famosa frase al momento dello sbarco
Nel maggio del [[2005]] fece causa al suo barbiere di fiducia da 20 anni, Marx Sizemore, che aveva venduto un po' di suoi capelli
== Malattia e morte ==
Armstrong fu sottoposto a un intervento
Il comunicato diffuso dalla famiglia alla stampa recita:<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.nasa.gov/home/hqnews/2012/aug/HQ_12_600_armstrong_family.html |titolo=Family Statement Regarding the Death of Neil Armstrong |data=25 agosto 2012 |editore=NASA |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
{{Citazione|Era un eroe schivo che servì con onore la sua patria, come pilota di caccia nella marina, come pilota collaudatore, e come astronauta. Mentre piangiamo la morte di un uomo davvero buono, celebriamo anche la sua straordinaria vita, nella speranza che serva come esempio a tutti i giovani del mondo che possano lavorare duro affinché i loro sogni diventino realtà, che siano disposti ad esplorare e superare i propri limiti, e di servire senza interesse personale una causa più grande di loro. Per coloro che potrebbero chiedersi cosa possano fare per onorare Neil, abbiamo una semplice richiesta. Onorate il suo esempio di servizio, il traguardo e la modestia, e la prossima volta che doveste camminare all'aperto in una notte chiara e vedere la Luna sorridervi, pensate a Neil Armstrong e fategli un occhiolino.||reluctant American hero [who had] served his nation proudly, as a navy fighter pilot, test pilot, and astronaut ... While we mourn the loss of a very good man, we also celebrate his remarkable life and hope that it serves as an example to young people around the world to work hard to make their dreams come true, to be willing to explore and push the limits, and to selflessly serve a cause greater than themselves. For those who may ask what they can do to honor Neil, we have a simple request. Honor his example of service, accomplishment and modesty, and the next time you walk outside on a clear night and see the moon smiling down at you, think of Neil Armstrong and give him a wink|lingua=en}}
[[File:Neil Armstrong burial at sea (201209140008HQ).jpg|min|[[Sepoltura in mare]] delle ceneri di Neil Armstrong]]
In occasione della sua morte, espressero parole di riguardo nei suoi confronti i due uomini che erano stati suoi compagni d'equipaggio dell{{'}}''Apollo 11'' e le massime istituzioni statunitensi. [[Buzz Aldrin]] commentò «Sono molto triste nell'apprendere della sua morte. So che sono insieme con altri milioni di persone a piangere per la morte di un vero eroe americano e il più grande pilota che io abbia mai conosciuto»;<ref>{{Cita web|url=https://twitter.com/TheRealBuzz/status/239488144288927744|titolo=Buzz Aldrin on Twitter about passing of Neil Armstrong |editore=[[Twitter]] |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013 |lingua=en |citazione=I know I am joined by millions of others in mourning Neil's passing - a true American hero and the best pilot I ever knew}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Buzz Aldrin's Official Statement on the Passing of Neil Armstrong |url=http://buzzaldrin.com/buzz-aldrins-official-statement-on-the-passing-of-neil-armstrong/ |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] disse semplicemente: «Era il migliore, e mi mancherà terribilmente».<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.nasa.gov/topics/people/features/armstrong_obit.html |titolo=Neil Armstrong: 1930-2012 |editore=NASA |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013 |dataarchivio=18 settembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180918011507/https://www.nasa.gov/topics/people/features/armstrong_obit.html |urlmorto=sì }}</ref> La NASA espresse il suo cordoglio attraverso le parole dell'[[amministratore della NASA|amministratore]] [[Charles Bolden]], che disse «Armstrong sarà ricordato per aver portato l'umanità nel suo primo piccolo passo verso un altro mondo oltre il nostro»;<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.nasa.gov/home/hqnews/2012/aug/HQ_12-601_Bolden_Statement.html |titolo=NASA Administrator Statement on Neil Armstrong's Death |editore=NASA |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2012}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.aljazeera.com/news/americas/2012/08/201282519933640323.html |titolo=US space pioneer Neil Armstrong dies at 82 - Americas |editore=Al Jazeera English |data=26 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> nel comunicato diffuso dalla [[Presidenza degli Stati Uniti]], Armstrong fu indicato «tra i più grandi eroi americani - non solo del suo tempo, ma di tutti i tempi», e ancora: con le sue imprese diresse le aspirazioni dei cittadini statunitensi e ha consegnato «un momento di realizzazione umana che non sarà mai dimenticato».<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Statement by the President on the Passing of Neil Armstrong |url=https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2012/08/25/statement-president-passing-neil-armstrong |editore=The White House, Office of the Press Secretary |accesso=28 marzo 2013 |data=25 agosto 2012 |citazione=among the greatest of American heroes—not just of his time, but of all time}}</ref>
Il 13 settembre fu celebrata una cerimonia presso la [[Washington National Cathedral]] in suo omaggio,<ref name="aljazeu"/> cui parteciparono numerosi suoi colleghi astronauti che spesero parole di riguardo nei suoi confronti. Nell'elogio funebre, Charles Bolden disse: «Neil sarà sempre ricordato per aver compiuto il primo piccolo passo dell'umanità su un mondo diverso dal nostro, ma furono il coraggio, la cortesia e l'umiltà che manifestò durante la sua vita a sollevarlo oltre le stelle».<ref>{{Citazione|Neil will always be remembered for taking humankind's first small step on a world beyond our own, but it was the courage, grace, and humility he displayed throughout this life that lifted him above the stars.|[[Charles Bolden]], Elogio funebre in onore di Neil Armstrong, 13 settembre 2012}}</ref> Rivolgendosi alla stampa al termine della cerimonia, [[David Scott]], con Armstrong nella missione ''Gemini 8'', ricordò come il collega avesse risolto con rapidità un piccolo incidente occorso durante il lancio confrontandosi con l'equipaggio di riserva, «perché Neil Armstrong era un giocatore di squadra, che ha sempre lavorato nel nome della squadra».<ref name="aljazeu">{{Cita web |lingua=en |autore=John Terrett |url=http://blogs.aljazeera.com/blog/americas/above-stars-now |titolo=Above the stars now |editore=Al Jazeera English |data=15 settembre 2012 |accesso=28 marzo 2013 |dataarchivio=20 gennaio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150120202904/http://blogs.aljazeera.com/blog/americas/above-stars-now |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Citazione|That happened because Neil Armstrong was a team player, he always worked on behalf of the team.|[[David Scott]], 13 settembre 2012}}</ref>
Come da suo desiderio, dopo il funerale il corpo di Armstrong è stato [[cremazione|cremato]] e le ceneri [[Sepoltura in mare|sparse nell'Oceano Atlantico]], il 14 settembre, dalla {{Nave|USS|Philippine Sea|CG-58|6}}, con una cerimonia privata.
== Eredità culturale ==
[[File:RIAN archive 837790 Valentina Tereshkova and Neil Armstrong.jpg|
Armstrong ricevette in vita molte onorificenze e riconoscimenti, come la [[Medaglia presidenziale della libertà]], la [[Congressional Space Medal of Honor]] e la Medaglia d'oro del Congresso. Il [[cratere Armstrong|cratere lunare Armstrong]], che si trova a circa {{M|50|u=km}} dal sito di allunaggio dell'Apollo 11, e l'asteroide [[6469 Armstrong]]<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.minorplanetcenter.net/db_search/show_object?object_id=6469 |titolo=(6469) Armstrong |editore=Minor Planet Center, IAU |accesso=28 marzo 2013}}</ref> furono battezzati così in suo onore. Fu inserito nella ''Aerospace Walk of Honor'' e nella ''United States Astronaut Hall of Fame'',<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Honorees |editore=City of Lancaster |url=http://www.cityoflancasterca.org/index.aspx?page=193 |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110519062713/http://cityoflancasterca.org/index.aspx?page=193 |dataarchivio=19 maggio 2011 }}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Neil A. Armstrong |editore=Astronaut Scholarship Foundation |url=http://astronautscholarship.org/Astronauts/neil-armstrong/ |accesso=28 marzo 2013}}</ref> e insieme con i suoi compagni dell{{'}}''Apollo 11'' ricevette nel 1999 la Langley Gold Medal dallo [[Smithsonian Institution]]. Nel [[1971]] fu insignito dello ''Sylvanus Thayer Award'' dall'[[accademia militare]] di [[West Point (New York)|West Point]] per il servizio reso alla Nazione.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo= Sylvanus Thayer Award |editore=West Point Association of Graduates |url=http://www.westpointaog.org/page.aspx?pid=464 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
Negli Stati Uniti, così come nel resto del mondo, ci sono varie strade, scuole ed edifici a lui intitolati;<ref>{{Cita web |lingua=en |url= http://nces.ed.gov/ccd/schoolsearch/school_list.asp?Search=1&InstName=neil+armstrong&SchoolID=&Address=&City=&State=&Zip=&Miles=&County=&PhoneAreaCode=&Phone=&DistrictName=&DistrictID=&SchoolType=1&SchoolType=2&SchoolType=3&SchoolType=4&SpecificSchlTypes=all&IncGrade=-1&LoGrade=-1&HiGrade=-1 |titolo=Ricerca tra le scuole pubbliche statunitensi intitolate a Neil Armstrong |accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita news |titolo =Ireland: What's in a name? Cold, hard cash |pubblicazione =The Times |città =Londra |data =22 dicembre 2002 |url
[[File:Apollo 11 - Crew at the White House.jpg|
La [[biografia]] autorizzata di Armstrong, ''First Man: The Life of Neil A. Armstrong'', è stata pubblicata nel [[2005]], dopo che per molti anni l'astronauta aveva rifiutato varie proposte da diversi biografi, quali [[Stephen Ambrose]] e [[James Albert Michener]]. Scelse [[James R. Hansen]] come suo biografo ufficiale dopo aver letto alcuni suoi lavori.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Discovering the Man Behind 'First Man' |autore=John McGauley|url=http://www.collectspace.com/news/news-013003b.html#100305 |data=14 ottobre 2005 |editore=collectSPACE.com |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
La stampa
Nel [[2010]] criticò fortemente la decisione statunitense di abbandonare il progetto del vettore [[Ares I]] e della successiva cancellazione del [[Programma Constellation]] che avrebbe portato di nuovo l'uomo sulla Luna.<ref>{{Cita web |lingua=en |url= http://www.foxnews.com/scitech/2010/04/14/obama-vs-neil-armstrong-nasa-constellation/?test=latestnews |titolo=Star Wars: Neil Armstrong, Obama Spar Over NASA's Future |autore=Jeremy A. Kaplan |data=14 aprile 2010 |editore=Fox News |accesso=28 marzo 2013}}</ref> In una lettera aperta al pubblico sottoscritta anche dai veterani del Programma Apollo Jim Lovell e Eugene Cernan, scrisse «Per gli Stati Uniti, la nazione che di gran lunga ha dominato la corsa allo spazio per quasi mezzo secolo, l'essere priva di un [[Razzo vettore|vettore]] proprio per accedere all'[[orbita terrestre bassa]] e l'assenza di alcuna capacità di portare esseri umani oltre le orbite circumterrestri per un periodo di tempo indeterminato nel futuro, destineranno la nostra nazione a diventare di secondo o anche di terzo livello».<ref>{{Cita web |url= http://www.msnbc.msn.com/id/36470363 |titolo=Armstrong: Obama NASA plan 'devastating' |autore=Neil Armstrong |etal=s |data=14 aprile 2010 |editore=NBC Nightly News |citazione=For The United States, the leading space faring nation for nearly half a century, to be without carriage to low Earth orbit and with no human exploration capability to go beyond Earth orbit for an indeterminate time into the future, destines our nation to become one of second or even third rate stature |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
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== Onorificenze ==
[[File:Astronautas americanos condecorados pelo Governo Brasileiro.tif|
=== Onorificenze statunitensi ===
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}}
{{Onorificenze
|immagine=
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro del Congresso
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro del Congresso
Riga 262 ⟶ 271:
}}
{{Onorificenze
|immagine=NasaDisRib.
|nome_onorificenza=NASA Distinguished Service Medal
|collegamento_onorificenza=NASA Distinguished Service Medal
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|collegamento_onorificenza = Ordine nazionale della Croce del Sud
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Grande ufficiale OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza = Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione =
|luogo = 23 ottobre [[1969]]<ref>[https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/256312 Sito web del Quirinale, dettaglio decorato: Armstrong Sig. Neil.]</ref>
}}
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== Bibliografia ==
*
* {{Cita libro
* {{Cita libro | autore= Francis French|autore2=Colin Burgess | anno= 2007 | titolo=In the Shadow of the Moon: A Challenging Journey to Tranquility, 1965-1969| url= https://archive.org/details/inshadowofmoonch0000fren_d1a4|editore=University of Nebraska Press|isbn=978-0-8032-0984-8|lingua=en}}
* {{Cita libro | autore=James R. Hansen | titolo=First Man: The Life of Neil A. Armstrong | url=https://archive.org/details/firstmanlifeofne0000hans | editore=Simon & Schuster | anno=2005 |isbn=0-7432-5631-X|cid=Hansen|lingua=en}}
* {{Cita web| cognome =Jones| nome =Eric| titolo =One Small Step| sito =Apollo 11 Lunar Surface Journal| editore =NASA| url =https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a11/a11.step.html| anno =1995| accesso =14 maggio 2011| cid =Jones| lingua =en| dataarchivio =20 gennaio 2019| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20190120001621/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a11/a11.step.html| urlmorto =sì}}
* {{Cita
* {{Cita libro
* {{Cita libro|autore-capitolo=Robert Sherrod|capitolo=Men for the Moon|curatore=Edgar M. Cortright|titolo=Apollo Expeditions to the Moon|editore=Scientific and Technical Information Office, National Aeronautics and Space Administration|data=30 luglio 1975|url=https://history.nasa.gov/SP-350/toc.html|isbn=0-16-004125-2|lingua=en}}
* {{Cita libro | autore=Andrew Smith | titolo=Polvere di
* {{Cita libro| cognome =Thompson| nome =Milton| titolo =At The Edge Of Space: The X-15 Flight Program| url =https://archive.org/details/atedgeofspacex1500thom| editore =Smithsonian Books| anno =1992|città =Washington| isbn =1-56098-107-5|lingua=en}}
== Voci correlate ==
* [[NASA]]
* [[Programma Apollo]]
* [[Programma Gemini]]
* [[Neil Armstrong Air and Space Museum]]
* [[Buzz Aldrin]]
* [[Michael Collins (astronauta)]]
* [[Astronauti]]
* [[Celebrità della Hollywood Walk of Fame]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web |lingua=en |url=http://neilarmstronginfo.com/ |titolo=Neil A. Armstrong
* {{cita web |lingua=en |url=http://www.jsc.nasa.gov/Bios/htmlbios/armstrong-na.html |titolo=Neil A. Armstrong |sito=Astronaut Bio |editore=NASA |data=agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}
* {{cita web |lingua=en |url=http://thebottomline.cpaaustralia.com.au/ |titolo=Una rara intervista con Neil Armstrong |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120826103834/http://thebottomline.cpaaustralia.com.au/ |dataarchivio=26 agosto 2012 }}
* {{Cita web| cognome =Cornish| nome =Scott| coautori =Rahman, Tahir, McLeon, Bob, Havekotte, Ken, Reznikoff, John| titolo =Neil Armstrong Signature Exemplars|sito=CollectSpace.com| url =http://www.collectspace.com/resources/autographs_armstrong.html| accesso=14 maggio 2011|lingua=en}}
* {{Cita web| autore=Amy Kirk| coautori =United States Naval Forces Central Command| titolo =Astronaut Legend Neil Armstrong Receives Naval Astronaut Wings| sito =cusnc.navy.mil| url =http://www.cusnc.navy.mil/articles/2010/021.html| accesso =14 maggio 2011|lingua=en| urlmorto =sì| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20110516221434/http://www.cusnc.navy.mil/articles/2010/021.html| dataarchivio =16 maggio 2011}}
{{Astronauti sulla luna}}
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[[Categoria:Deisti]]
[[Categoria:Decorati con la Medaglia presidenziale della libertà]]
[[Categoria:Decorati con la Medaglia d'oro del Congresso]]
[[Categoria:Persone che hanno camminato sulla Luna]]
[[Categoria:
[[Categoria:Ufficiali della United States Navy]]
[[Categoria:Sepolti in mare]]
[[Categoria:Grandi Ufficiali OMRI]]
[[Categoria:Studenti della University of Southern California]]
[[Categoria:Neil Armstrong]]
[[Categoria:Scozzesi-americani]]
[[Categoria:Astronauti del programma Apollo]]
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