Cogollo del Cengio: differenze tra le versioni

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| Voce stemma=
| Voce bandiera=
| Panorama=Chiesa di San Cristoforo (Cogollo del Cengio) 02.jpg
| Panorama=
| Didascalia=La chiesa parrocchiale di San Cristoforo
| Divisione amm grado 1=Veneto
| Divisione amm grado 2=Vicenza
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| Data istituzione=
| Altitudine=305
| Abitanti=3243
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 giugno 2017.
|Aggiornamento abitanti=30-6-2017
| Sottodivisioni=Casale, Grumoventaro, Piangrande, Ponte Pilo, Mosson, Rutello, Schiri<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/cogollo_del_cengio.pdf Comune di Cogollo del Cengio - Statuto]; nello statuto viene citata anche la frazione Cogollo Centro comprendente i nuclei di Capoluogo, Mosson e Follon.</ref>
| Divisioni confinanti=[[Arsiero]], [[Caltrano]], [[Piovene Rocchette]], [[Roana]], [[Valdastico]], [[Velo d'Astico]]
| Zona sismica =3 2
| Gradi giorno = 2799
| Nome abitanti=Cogollanicogollesi
| Diffusività=
| Nome abitanti=Cogollani
| Patrono=[[san Cristoforo]]
| Festivo=24 luglio
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}}
 
'''Cogollo del Cengio''' (''Cogólo'' in [[lingua veneta|veneto]]<ref>{{cita libro | nome= Giancarlo | cognome= Volpato | titolo= Civiltà cimbra. La cultura dei Cimbri dei Tredici Comuni veronesi | anno= 1983 | editore=Bi & Gi | città= Verona | p= 70 }}</ref><ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 2006 | UTET | Milano|p= 255}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:3243Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Vicenza]] in [[Veneto]].
 
==Geografia fisica==
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Le montagne in territorio comunale sono il monte Ceresana, il [[monte Cengio]] e il monte Paù. Non vi sono sorgenti a sufficienza e il rifornimento idrico dipende da sorgenti poste in altri Comuni limitrofi.
 
Mentre la parte scoscesa del Costo è piuttosto brulla, con pochi tratti ricoperti da carpino nero, roverella e orniello, nella parte più alta e sull'Altopiano prevalgono boschi di faggio e di abete rosso<ref>Antonio {{cita|Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …'', ''op. cit.'', 1988|p. 58}}.</ref>.
 
===Clima===
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In basso, sulla striscia di pianura e in posizione riparata, il clima è mite, mentre è rigido nella zona di montagna, nel versante della Val d'Assa e allo sbocco della Val Canaglia.
 
== EtimologiaOrigini del nome ==
Il nome "Cogollo" potrebbe derivare dal latino ''Cucullus'', termine indicante una sorta di mantello con cappuccio utilizzato dai pastori, o dal latino medievale ''Cubulum'' ossia riparo, covo, grotta. Questa seconda interpretazione potrebbe essere avvalorata dallo stemma del Comune, che sembra rappresentare una sorta di rifugio roccioso oppure dei mucchi di pietre utilizzati dagli agricoltori per segnare i confini dei campi<ref name = CCogollo >[{{cita web|url= http://www.comune.cogollodelcengio.vi.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20005/idtesto/27 Sito|sito= Comune di Cogollo del ComuneCengio -|titolo= Cenni storici] }}</ref>.
 
Esso è legato a quello del [[Monte Cengio|Cengio]], montagna che si trova sul massiccio dei [[Altopiano dei Sette Comuni|Sette Comuni]].
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=== Epoca antica ===
{{vedi anche|Storia del territorio vicentino#Euganei e Veneti|Storia del territorio vicentino#Epoca romana}}
Nella Valle dell'Astico e sulle pendici dell'Altopiano di Asiago sono stati rinvenuti reperti di insediamenti preistorici, il che testimonia la presenza di popolazioni in queste zone fin dalla preistoria, anche se non necessariamente stanziali<ref>Come sostiene Simeone Zordan, in ''La Valle dell'Astico corte longobarda, op. cit.''</ref>. È probabile che le terre di fondo valle, i bassi versanti dei monti e le rive dell’Astico non fossero coltivate. Si può invece ritenere che i terreni incolti, adatti al pascolo dei numerosi greggi di stanza e di passaggio fossero utilizzati da pastori che salivano con le loro greggi, stanziavano per periodi di tempo e si dedicavano all’allevamento delle pecore, alla produzione e al commercio della lana<ref name = CCogollo />.
 
=== Medioevo ===
La presenza longobarda su questo territorio non è suffragata da documenti, ma ritenuta probabile dalla posizione e da alcuni toponimi. Tra questi ultimi la dedicazione di alcune chiese a santi particolarmente venerati da questo popolo dopo la conversione al cattolicesimo, come la chiesetta di Sant'Agata a Cogollo.
 
Nell'VIII secolo diversi beni di questo territorio furono donati ai monaci benedettini dell'abbazia di Nonantola<ref>In un documento del 753 - ritenuto valido dallo storico Giovanni Mantese - si parla della donazione del duca longobardo Anselmo al monastero benedettino di Nonantola di beni posti ''iuxta fluvium Astagum''. In un secondo documento del 1186, citato dallo storico Gerolamo Tiraboschi (1731 – 17941731–1794) in ''Storia dell'augusta badia di S. Silvestro di Nonantola'', si parla di cinque masserizie che l’abbazia possedeva in questa zona.</ref>.
 
Tra il 917 e il 921 tutto il territorio compreso tra la riva sinistra dell'[[Astico]] e quella destra del [[Brenta]] - incluso l'[[Altopiano di Asiago]] - e quindi anche Cogollo fu donato dall'imperatore [[Berengario del Friuli|Berengario]] al vescovo Sibicone di Padova, con l'obbligo di costruire castelli e opere di difesa contro le incursione degli Ungari<ref>{{Cita|Mantese, 1952|p. 53}}.</ref>.
 
Diverse località del territorio pedemontano ricordano l'esistenza di punti di difesa e di osservazione; a Cogollo esiste il toponimo "Pra’ della Varda" che deriva evidentemente dalla parola di origine germanica “Ward”, luogo di guardia; si tratta del prato nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di San Cristoforo nei pressi del colle dell’Olmo. Anche il torrione di Pedescala, sito nel territorio di Cogollo dev'essere stato eretto a difesa della valle e forse come torre di segnalazione in caso di pericolo, essendo in corrispondenza visiva con il castello di [[Velo d'Astico|Velo]]<ref name = CCogollo />.
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Oltre a questo castello, nei documenti e nelle cronache relativi a Cogollo viene citata una fortificazione - anch'essa già scomparsa nella seconda metà del Duecento - che nell'inventario Maltraversi veniva definita "rocca" sia pure, anch'essa, quale toponimo<ref>Vi si legge, infatti, "''... in ora Rochete apud viam comunis''"</ref>. Dovrebbe trattarsi di un'opera fortificata che esisteva probabilmente più a est del centro, in direzione di Mosson, forse la stessa cui fa menzione un privilegio imperiale di [[Enrico II il Santo|Enrico II]] dell'anno 1008<ref name = CMCogollo />.
 
Sempre nelle pertinenze di Cogollo, ma a sud del centro ed in prossimità dell'Astico, sorgeva infine una grande torre di vedetta - probabilmente costruita dagli Scaligeri, sulla base di una torre romana - le cui rovine erano ancora visibili intorno alla metà dell'Ottocento; tale torre è citata anche dal Maccà e dovrebbe essere la medesima per la quale [[Francesco Caldogno (morto 1608)|Francesco Caldogno]] scriveva al doge [[Marino Grimani (doge)|Marino Grimani]] per chiederne la concessione in feudo<ref>{{cita libro|autore= Francesco Caldogno, ''|titolo= Relazione delle Alpi vicentine e de' passi, boschi e popoli loro'', |anno= 1598: "|citazione= Vengo riverentemente a suplicare la Serenità Vostra che ritrovandosi una Torre antiqua et ruinosa con certi muri di basso sopra il torrente Astico ed un altro muro dall'altra parte opposita in guisa di certa ponza sopra le ripe dell'istesso Lastego nelle pertinentie di Arsiero o sia Cogolo del Vicentino distanti circa 4 miglia dalle mie possessioni di Chiuppan ..Chiuppan… si voglia degnare di concedermi in feudo gentile essa Torre…" }}</ref>, che però non fu accolta perché i Comuni di Cogollo, Caltrano e Piovene vi si opposero energicamente<ref name = CMCogollo />.
 
Verso la fine del XII secolo le realtà locali acquisirono una propria identità. In una riunione del 31 luglio 1202 nella chiesetta di Sant'Agata a Cogollo furono definiti i confini sulla destra dell’Astico e approvate alcune convenzioni riguardanti i diritti di pascolo e di legnatico; fu sancita la nascita dei Comuni di Arsiero, Velo e Cogollo e successivamente, suddividendo ulteriormente il territorio di Arsiero, dei Comuni di Posina e Tonezza. Due anni più tardi, il 30 settembre 1204 si tenne, sempre a Cogollo in località Prà della Warda, una riunione analoga in cui vennero definiti i confini dei territori sulla sinistra dell'Astico, riguardante i Comuni di Cogollo, Caltrano, Chiuppano ed i Sette Comuni dell’Altopiano<ref name = CCogollo />. Nel XIV secolo Mosson ("''Moxone''", com'era chiamato nel ''Privilegium'' del vescovo di Vicenza Rodolfo del 983) e Folone erano comunità rurali autonome.
 
Come tutto il territorio vicentino, anche Cogollo durante il Basso Medioevo fu sottomessa agli Ezzelini (1216-1259), ai padovani (1266-1311), agli Scaligeri (1311-1387), ai Visconti (1387-1404).
Verso la metà del [[Trecento]], durante la dominazione [[scaligeri|scaligera]], il territorio di Cogollo fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Schio]] e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}.</ref>.
 
=== Età moderna ===
Dopo la "dedizione" del vicentino alla Serenissima, Venezia cercò di stabilire i confini tra le montagne dell’Altodell'Alto Astico-Posina e il territorio soggetto all'Impero, ma non sempre riuscì ad impedire il passaggio delle truppe imperiali che nel corso dei secoli XVII e XVIII scendevano in Italia. Durante la [[guerra della Lega di Cambrai]] contro Venezia, nel 1516 Posina, Fusine, Castana e Arsiero furono incendiate dagli imperiali e, anche se non documentato, probabilmente Cogollo deve aver subito la medesima sorte.
 
Scarse sono le notizie sulla vita locale del tempo; si sa però che i paesi conservavano ancora alcune forme di partecipazione tipiche del comune medievale; nei documenti del 1600 si legge che il ''degan'', il decano, su ordine del sindaco convocava le assemblee dei capi famiglia per discutere le questioni di particolare importanza; a Cogollo il raduno si teneva ancora in località “Prà"Prà della Warda”Warda"<ref name = CCogollo />.
 
A Cogollo ebbe origine la famiglia dei "de Cogollo" che nel XV e XVI secolo si affermò a Vicenza - dove possedeva il palazzetto, in seguito conosciuto e ancor oggi erroneamente chiamato "la casa del Palladio" - esercitando in città la tradizionale arte della falegnameria e della carpenteria.
 
A testimoniare un certo benessere e lo sviluppo della zona, tra il XVII secolo (dopo la grande epidemia di peste del 1630-32) e il XVIII si verificò un aumento della popolazione: Cogollo passava da 950 abitanti nel 1665 a circa 1.500 poco più di cent'anni più tardi<ref>Antonio {{cita|Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …'', ''op. cit.'', 1988|p. 62}}.</ref>.
 
=== Età contemporanea ===
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Nei decenni seguenti all'annessione del Veneto al Regno d'Italia del 1866, le condizioni economiche si aggravarono e determinarono alla fine del secolo l’emigrazione di larghi strati di popolazione rurale, fenomeno di spopolamento che in queste valli si ripeté anche nel secolo successivo.
 
Con l’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, il territorio vicentino si trovò direttamente coinvolto nel conflitto; Cogollo assieme agli altri Comuni della valle fu subito area di confine, retrovia delle prime linee italiane che sull’Altopiano di Asiago fronteggiavano le truppe austriache. Divenne così crocevia di truppe, e mezzi, grazie anche alla [[Ferrovia Rocchette-Asiago|linea ferroviaria Piovene – Rocchette-Asiago]] inaugurata già nel 1910 con la sua stazione in località Follon.
 
Nel 1916, durante la ''[[Battaglia degli Altipiani|Strafexpedition]]'', gli austriaci occuparono Arsiero e arrivarono fino a località Schiri, in territorio di Cogollo. Avanzarono anche fino al bordo meridionale dell’Altopiano di Asiago da dove vedevano la pianura vicentina, proprio da quel [[Monte Cengio]], teatro di successive battaglie per la riconquista, che legherà per sempre il proprio nome a Cogollo. Sotto la minaccia dell'invasione ILil paese VENNEvenne evacuato due volte: nel 1916 PERper 2 mesi e nel 1917 per 17 mesi, cioè fino a guerra finita; ben 625 famiglie, 3286 persone, dovettero lasciare la propria casa. La chiesa di Sant'Agata divenne sede della mensa ufficiali, mentre a Casale furono relegati 500 prigionieri austriaci.
 
Il [[primo dopoguerra]] restituì un territorio martoriato; i profughi ritornavano alle proprie case, ma tutto era da ricostruire e non c’era lavoro per tutti, così molti partirono in cerca di fortuna verso il Sudamerica, la Francia, il Belgio<ref name = CCogollo />. Dopo gli anni sessanta, con il boom economico particolarmente sviluppato nell'Alto Vicentino, la situazione si venne modificando e il paese, sempre più in espansione con il sorgere di nuove fabbriche, mutò fisionomia e tenore di vita.
 
La denominazione del comune fino al 1924 era Cogollo<ref>Fonte: ISTAT, - ''Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - '', ISBN 88-458-0574-3.</ref>.
 
===Simboli===
Il Comune ha adottato lo
stemma storicamente in uso: un cumulo di pietre di colore argentato su scudo rosso. Il gonfalone è un drappo di azzurro.<ref>{{cita testo|url= https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-vi-cogollo-del-cengio.pdf |autore= Comune di Cogollo del Cengio |titolo= Statuto |posizione= Art. 4 ''Stemma e gonfalone'' }}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
====Chiesa parrocchiale di San Cristoforoo Chiesa dell'OlmoCristoforo====
{{Vedi anche|Chiesa di San Cristoforo (Cogollo del Cengio)}}
In origine si trattava di una chiesetta dedicata a San Senesio, posta sopra un colle un po' più in alto di quella attuale, costruita sul Colle dell’Olmo dai monaci di Nonantola, dove erano custodite le reliquie del santo. Successivamente con la costituzione della parrocchia di Cogollo la chiesa fu dedicata ai santi Cristoforo e Senesio.<ref>.Come risulta dalla ''[[Ratio Decimarum]]'' del 1297</ref>Alcune lapidi poste all’esterno della chiesa testimoniano l’esistenza di un’attigua area cimiteriale.
La costruzione della parrocchiale iniziò nel 1912; la chiesa fu benedetta nel 1927 sebbene non ancora completata in ogni sua parte e poi consacrata nel 1978.
 
Tra le opere di maggior pregio qui conservate vi sono una pala raffigurante ''San Marco'' e una statua lignea con soggetto la ''Madonna col Bambino''.
 
====Chiesa dell'Olmo====
In origine si trattava di una chiesetta dedicata a San Senesio, posta sopra un colle un po' più in alto di quella attuale, costruita sul Colle dell’Olmo dai monaci di Nonantola, dove erano custodite le reliquie del santo. Successivamente con la costituzione della parrocchia di Cogollo la chiesa fu dedicata ai santi Cristoforo e Senesio.<ref>.Come risulta dalla ''[[Ratio Decimarum]]'' del 1297</ref> Alcune lapidi poste all’esternoall'esterno della chiesa testimoniano l’esistenzal'esistenza di un’attiguaun'attigua area cimiteriale.
 
====Chiesetta di Sant'Agata====
Costruita in aperta campagna ai margini della profonda e caratteristica depressione del torrente Astico, orientata ad est come tutte le chiese primitive, di pianta rettangolare con attigua una probabile area cimiteriale. È una costruzione rozza, povera per cristiani poveri, ma una delle più antiche della zona; a Cogollo è stata sempre considerata come la prima chiesa comunitaria<ref>Simeone {{cita|Zordan, in ''La Valle dell'Astico corte longobarda, op. cit1983}}.''</ref>.
 
====Chiesetta di San Zeno====
Antica anch'essa, edificata sopra la contrada di Casale e raggiungibile a piedi per il sentiero dei “Ronchi alti”. La sua posizione, arroccata sulle pendici del Monte Cengio e decentrata rispetto agli abitati di Casale e Schiri-Piangrande, fa ritenere che la costruzione non sia avvenuta ad opera della comunità, quanto piuttosto - come nel caso di Sant'Agata - da monaci<ref>In un documento del 1014, l’Imperatore [[Enrico II il Santo|Enrico II]] emanava un privilegio in favore del Monastero di San Zenone di Verona, nel quale si confermano i possedimenti situati in “Comitatu Vicentino”. Commentando questo documento il Mantese conclude che l’origine di questa chiesetta, come altre nel vicentino va riferita ad antichi possedimenti del monastero veronese e possono sicuramente risalire ad epoche anteriori all’anno 1000.</ref>.La chiesetta fu custodita da eremiti, cioè fu un romitorio, fino al Settecento. Durante la prima guerra mondiale fu usata come rifugio dai soldati italiani; distrutta dai bombardamenti venne poi ricostruita nello stesso posto.
 
====Chiesetta campestre di Santa Cecilia====
Cecilia, oraOra chiesa di San Gaetano., è Situatasituata a Mosson,<ref>anticaAntica località della cui esistenza si trova conferma nel ''Privilegium'' del 983 con il quale il vescovo di Vicenza Rodolfo donava dei beni al [[Basilica dei Santi Felice e Fortunato|monastero vicentino dei santi Felice e Fortunato]]: “In''In Muxune caxale usum”usum''.</ref> fu costruita dai monaci nonantolani; nel 1665 venne demolita su desiderio di [[Gregorio Barbarigo]], vescovo di Padova, e nello stesso luogo, nel 1676, venne edificata l’attualel'attuale chiesa di [[San Gaetano di Thiene|San Gaetano]], tuttora esistente che riporta sul frontale lo stemma del Comune e la scritta “Communitas"Communitas Cogoli A.D. 1676 F.F."
 
==Società==
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== Economia ==
La vocazione agricola del paese è durata per secoli, fino alla prima metà del Novecento: nel 1929 le aziende agricole erano ancora 584, mentre alla fine del secolo le famiglie che vivevano di agricoltura erano solo 4 o 5; vi sono ancora alcuni alcuni allevamenti di pollame e di bovini, anche se in declino.
 
La maggior parte delle famiglie ancora proprietarie di appezzamenti di terreno vivono di redditi provenienti da attività artigianali e industriali, sviluppatesi nel corso dell'Ottocento nella parte più bassa del territorio o nelle località vicine.
 
Lo sviluppo artigianale e industriale è molto cresciuto negli anni settanta; tra Cogollo e Piovene, nei pressi del viadotto Sant'Agata, esiste un'ampia zona artigianale-industriale, con aziende dedite alla metallurgia, alla falegnameria, ai tessuti e all'abbigliamento<ref>Antonio {{cita|Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …'', ''op. cit.'', 1988|pp. 72-74}}.</ref>.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
===Strade===
Il Comune è servito da due strade statali: la [[strada statale 349 di Val d'Assa e Pedemontana Costo]] (SS 349), che risale il brullo fianco del Monte Paù con 10 tornanti per portarsi sull'Altipiano a [[Treschè Conca]], e la [[strada statale 350 di Folgaria e di Val d'Astico]] (SS 350)<ref>Antonio {{cita|Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …'', ''op. cit.'', 1988|p. 76}}.</ref>.
 
===Ferrovie===
Dal 1910 al 1958 il trenino a [[cremagliera]] della linea ferroviaria [[Ferrovia Rocchette-Asiago|Rocchette-Cogollo-Canove-Asiago]] collegò la Valdastico all'Altipiano<ref>Diego {{cita|Morlin (a cura di), ''Cogollo del Cengio e il suo trenino …'', ''op. cit2014}}.''</ref>.
 
== Amministrazione ==
===Sindaci===
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
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{{ComuniAmminPrec
|Nome = Renzo Mioni
|Inizio = giugno 1988
|Fine = 1990
|Carica = Sindaco
|Partito = [[Partito Socialista Italiano|PSI]]
|Note =
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Ermenegildo Colombo
|Inizio = 1990
|Fine = 1993
|Carica = Sindaco
|Partito = [[Partito Comunista Italiano|PCI]]/[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]
|Partito =
|Note =
}}
Riga 254 ⟶ 276:
|Nome = Ermenegildo Colombo
|Inizio = 1993
|Fine = 20042001
|Carica = Sindaco
|Partito = Lista civica di [[Centrosinistra]]
|Note =
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Francesco Dal Castello
|Inizio = 20042001
|Fine = 2005
|Carica = Sindaco
|Partito = Lista civica di [[Centrodestra]]
|Note =
}}
Riga 271 ⟶ 293:
|Inizio = 2005
|Fine = 2015
|Carica = Sindaco
|Partito = Lista civica di [[Centrosinistra]]
|Note =
}}
Riga 280 ⟶ 302:
|Fine = In carica
|Carica =
|Partito = [[listaLista civica]] di [[centro-destraCentrodestra]] "Rinasci Cogollo"
|Note =
}}
Riga 286 ⟶ 308:
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Austria|Mauthausen|1999}}<ref>{{cita web|url= https://sac2.halleysac.it/c024032/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20006/idtesto/28 |titolo= Città Gemellata
Città di Mauthausen (Austria) |sito= Comune di Cogollo del Cengio }}</ref>
 
=== Altre informazioni amministrative ===
La denominazione del comune fino al 1924 era Cogollo<ref>Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3</ref>.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore= Antonio Brazzale Dei Paoli, ''|titolo= Dall'Astico all'Altopiano: comuni di Caltrano, Calvene, Cogollo del Cengio, Lugo di Vicenza'', |città= Vicenza, |editore= La Serenissima, |anno= 1988 |cid= Brazzale 1988 }}
* {{cita libro|titolo=I castelli medievali del vicentino|autore1autore=Antonio Canova |autore2 =Giovanni Mantese|editore= Accademia Olimpica|città=Vicenza|anno=1979|cid= Canova, 1979}}
* {{cita libro|titolo=Sui sentieri della Val d'Astico|autore=[[Liverio Carollo]]|editore=Danilo Zanetti Editore| città=Caerano di San Marco (TV)| anno=2005| isbn=978-88-87982-64-0}}
* Giuseppe Fabris, Germano Zuccollo, Brunangelo Dal Corobbo, ''Caltrano, Mosson, Cogollo: anni mille'', 1984.
* Leonida Grazioli, ''Costruivano organi da chiesa. Per non perdere le tracce: gli Zordan dei Violi e degli Antenori si raccontano ovvero una pagina di storia dei comuni di Cogollo del Cengio e di Caltrano'', Comune di Caltrano, 2002.
* Andrea Kozlovic, ''Cogollo del Cengio: momenti della grande guerra'', Amministrazione Comunale, 1992
* {{cita libro|curatore= Diego Morlin, (a curaMarco di)Zorzi, ''Comitato Amici del Trenino |titolo= Cogollo del Cengio e il suo trenino 1910-1958: ferrovia Rocchette-Asiago'', |editore= Comune di Cogollo del Cengio, |anno= 2014|cid= Morlin 2014}}
* Lucianella Panozzo, ''I Capitelli di Cogollo del Cengio e di Caltrano: aspetti di religiosità popolare e di folklore'', Associazione pro Cogollo, 1984.
* Simeone Zordan, e Germano Zuccollo, ''Il castello e il clero di Cogollo'', Cogollo del Cengio, 1998.
* {{cita libro|autore= Simeone Zordan, ''|titolo= La Valle dell'Astico corte longobarda: i suoi castelli, le sue chiese, i suoi comuni'', |città= Cogollo del Cengio, |anno= 1983 |cid=Zordan 1983 }}
* Germano Zuccollo, ''Cogollo del Cengio: vita di un paese'', Comune di Cogollo del Cengio, 2001.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Comuni della provincia di Vicenza}}