United States Special Operations Command: differenze tra le versioni
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|Reparti_dipendenti = [[Joint Special Operations Command]]<br/>Special Operations Command – Joint Capabilities <br/>U.S. Army Special Operations Command<br/>U.S. Naval Special Warfare Command<br/>U.S. Air Force Special Operations Command<br/>U.S. Marine Corps Forces Special Operations Command
|Descrizione_comandante_corrente1 = Comandante
|Comandante_corrente1 = Generale <br/> [[Bryan P. Fenton]], [[United
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|Comandante_corrente2 = Vice-ammiraglio Collin P. Green, [[United States
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L'idea di un comando unificato per le operazioni speciali ebbe origine a seguito dell'[[operazione Eagle Claw]], il disastroso tentativo di salvataggio degli [[Crisi degli ostaggi in Iran|ostaggi all'ambasciata statunitense]] in [[Iran]] nel 1980. L'indagine che ne seguì evidenziò la mancanza di "comando e controllo" e "coordinamento interservizi" come fattori principali nel fallimento della missione.
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== Storia ==
=== Genesi ===
La fallimentare [[operazione Eagle Claw]] del 1980 organizzata per liberare gli [[Crisi degli ostaggi in Iran|ostaggi detenuti nell'ambasciata statunitense]] a [[Teheran]] rese evidente la necessità, all'interno del [[Dipartimento della
Nel 1983 stava crescendo nel [[Congresso degli Stati Uniti
Nel 1985 la commissione per i servizi armati del Senato pubblicò il risultato degli studi iniziati nel 1983. Il documento, intitolato ''Defense Organization: The Need For Change''<ref>{{cita conferenza | autore=Barry Goldwater | coautori=Sam Nunn | anno=22 marzo 2008 | titolo=S.CON.RES.80 |conferenza= A concurrent resolution to authorize the printing of 2,000 additional copies of the Committee Print of the Committee on Armed Services (99th Congress, 1st Session) entitled "Defense Organization: The Need for Change" | organizzazione=Congresso degli Stati Uniti d'America }}</ref> e redatto principalmente da James R. Locher III, esaminava l'andamento passato delle operazioni speciali e faceva previsioni sugli scenari operativi futuri, rivelandosi fondamentale per il [[Goldwater–Nichols Act]] del 1986 che riorganizzò la difesa statunitense.<ref>{{cita conferenza| autore=Bill Nichols | coautori = Barry Goldwater| titolo = H.R.3622| conferenza = A bill to amend title 10, United States Code, to strengthen the position of Chairman of the Joint Chiefs of Staff, to provide for more efficient and effective operation of the Armed Forces, and for other purposes| anno = 1986 | organizzazione=Congresso degli Stati Uniti d'America}}</ref><ref>{{cita|Lederman 1999|}}.</ref> Per la primavera dello stesso anno i difensori delle SOF avevano avanzato progetti di riforma in entrambi i rami del Congresso (Senato e Camera dei rappresentanti); in particolare il 15 maggio il senatore Cohen, supportato da altri colleghi tra cui Nunn, propose una riforma che istituisse un'organizzazione comune tra le varie forze armate per le SOF e un ufficio dedicato al Dipartimento della Difesa.<ref name=S.2453>{{cita conferenza| autore= William Cohen| titolo = S.2453| conferenza = A bill to enhance the capabilities of the United States to combat terrorism and other forms of unconventional warfare. | anno = 1986| organizzazione=Congresso degli Stati Uniti d'America}}</ref> La proposta del rappresentante Daniel invece andava oltre, auspicando un'agenzia nazionale per le operazioni speciali guidata da un civile, che avrebbe scavalcato il [[Joint Chiefs of Staff]] (stato maggiore congiunto) riportando direttamente al segretario della difesa.<ref name=hr5109>{{cita conferenza| autore = W.C. Daniel| titolo = H.R.5109| conferenza = A bill to establish a National Special Operations Agency within the Department of Defense to have unified responsibility for all special operations forces and activities within the Department.| anno = 1986| organizzazione=Congresso degli Stati Uniti d'America}}</ref>
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[[File:GEN James Lindsay 1986.jpg|thumb|upright|left|Il generale [[James J. Lindsay]], primo comandante dello Special Operations Command]]
Le due proposte vennero approvate e passarono ad una commissione con l'obiettivo di farne un testo unico. Il compromesso che ne derivò prevedeva uno ''[[Unified Combatant Command]]'' (comando unificato combattente) per tutte le SOF guidato da un generale a quattro stelle, un assistente segretario per le operazioni speciali e i conflitti a bassa intensità (''Assistant Secretary of Defense for Special Operations and Low-Intensity Conflict'' – ASD (SO/LIC)), un'autorità di coordinamento per i conflitti a bassa intensità all'interno del [[Consiglio per la Sicurezza Nazionale]] e un nuovo ''Major Force Program'' (MFP-11) per le SOF (il cosiddetto "''SOF checkbook''").<ref>{{cita web| autore = James E. Giles| coautori = Harrell B. Altizer, David V. Glass, Robert W. Parker| titolo = Providing Resources for Special Operations Forces: Completing the Transition| anno = 1989| url = http://oai.dtic.mil/oai/oai?verb=getRecord&metadataPrefix=html&identifier=ADA210951| lingua = en| accesso = 3 febbraio 2013| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304101523/http://oai.dtic.mil/oai/oai?verb=getRecord&metadataPrefix=html&identifier=ADA210951
Il Dipartimento della Difesa, comunque, attuò le nuove disposizioni con lentezza e non senza difficoltà. Uno dei primi problemi fu ad esempio la nomina per l'ASD (SO/LIC); il Congresso aumentò anche il numero di "assistenti segretari" del Dipartimento della Difesa da undici a dodici, ma il dipartimento non colmò la posizione vacante. Nel dicembre 1987, in attesa di un nome da approvare al Senato, il Congresso nominò il segretario dell'esercito [[John Otho Marsh, Jr.]] ASD (SO/LIC) ''[[ad interim]]''. La situazione rimase tale fino al 1989, quando l'ex ambasciatore in [[Thailandia]] [[Charles S. Whitehouse]] divenne il primo ASD (SO/LIC).<ref>{{cita news| autore = Paul Lewis | titolo = Charles S. Whitehouse, 79, Diplomat and C.I.A. Official|pubblicazione=New York Times | data = 1º luglio 2001| url =https://www.nytimes.com/2001/07/01/world/charles-s-whitehouse-79-diplomat-and-cia-official.html }}</ref>
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[[File:Operation Nimble Archer DN-SC-88-01042.jpg|thumb|left|upright|Una delle due piattaforme petrolifere iraniane colpite dai [[cacciatorpediniere]] statunitensi durante l'[[operazione Praying Mantis]] ]]
In pochi giorni le forze speciali erano riuscite a stabilire il ''modus operandi'' iraniano, che consisteva nell'attendere di giorno nelle acque iraniane, presso le piattaforme petrolifere, e uscire di notte in direzione di un'importante boa di riferimento per la navigazione nel Golfo. Subito vennero allertati due pattugliatori e tre Little Bird, arrivati per primi alla boa, dove vennero fatti oggetti di colpi d'arma da fuoco da tre barche iraniane, tutte affondate dopo un breve ma intenso scontro a fuoco. La risposta iraniana non si fece attendere: tre giorni dopo l'accaduto, verso la metà di ottobre, un [[missile antinave]] [[HY-2 Haiying]] colpì la petroliera ''[[Sea Isle City]]'' vicino ad una piattaforma petrolifera al largo di [[Madinat al-Kuwait]], causando diciotto feriti tra l'equipaggio statunitense.<ref name="socomch"/><ref name=OEWDP>{{cita web | autore = Stephen Andrew Kelley | titolo = Better Lucky Than Good: Operation Earnest Will as Gunboat Diplomacy | lingua = en | editore = Naval Postgraduate School | anno = 2007 | url = http://www.ccc.nps.navy.mil/research/theses/kelley07.pdf | formato = PDF | accesso = 4 febbraio 2013 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070823062402/http://www.ccc.nps.navy.mil/research/theses/kelley07.pdf
Le mine iraniane continuarono però a causare danni alla marina USA. La fregata {{nave|USS|Samuel B. Roberts |FFG-58|6}} ne colpì una il 14 aprile 1988 105 km ad est del [[
=== Somalia ===
Il successivo teatro d'operazioni dell'USSOCOM fu la [[Somalia]] con l'[[operazione Provide Relief]]. Gli aerei [[Lockheed C-130 Hercules|C-130]] delle forze speciali consegnarono rifornimenti alla popolazione civile, assistita anche da personale sanitario. Le forze speciali furono le prime forze USA ad entrare in gioco nella successiva [[UNITAF|operazione Restore Hope]], iniziata nel dicembre 1992:<ref name="socomch"/><ref>{{cita news | titolo = A Big Second Step in Somalia | pubblicazione=New York Times | data = 4 maggio 1993 | url =https://www.nytimes.com/1993/05/04/opinion/a-big-second-step-in-somalia.html}}</ref><ref name=NYTttt/> i primi a mettere piede in Somalia furono infatti i paramilitari e alcuni membri del JSOC (Joint Special Operations Command, [[#Joint Special Operations Command (JSOC)|vedi oltre]]) della [[Special Activities Division]] della [[
I SEAL vennero impiegati in avanscoperta per designare delle zone da sbarco ai [[United States Marine Corps|Marine]], come fecero il 7 dicembre penetrando nel porto di [[Mogadiscio]] nuotando contro forti correnti. In seguito fecero anche parte della scorta del presidente [[George H. W. Bush]] durante la sua visita in Somalia.<ref name="socomch"/><ref name=NYTttt>{{cita news | titolo = Two Tough Tracks in Somalia | pubblicazione=New York Times | data = 10 dicembre 1992 | url =https://www.nytimes.com/1992/12/10/opinion/two-tough-tracks-in-somalia.html}}</ref> Con l'afflusso di altre unità speciali dal [[Kenya]], l'USSOCOM giudicò opportuno creare, nel gennaio 1993, un Joint Special Operations Forces Somalia (JSOFOR) a Mogadiscio per coordinare le operazioni speciali. Le attività si concentrarono sulla ricognizione del terreno, incluso il prendere contatti con i capi delle varie fazioni somale, e sulla raccolta di informazioni utili alla difesa delle truppe. Entro aprile il JSOFOR era riuscito a catturare 277 armi e a distruggere oltre 20,5 tonnellate di esplosivi.<ref name="socomch"/>
[[File:75th Ranger Regiment Bravo Company 3rd
Gli attacchi delle forze del generale e signore della guerra somalo [[Mohammed Farah Aidid]] contro le truppe ONU spinsero, in agosto, il [[segretario della difesa degli Stati Uniti d'America|segretario della difesa USA]], [[Les Aspin]], a potenziare l'apparato di forze speciali in Somalia creando un nuovo Joint Special Operations Task Force (JSTOF), anche detto Task Force Ranger (TF Ranger), con l'intento specifico di catturare Aidid ([[operazione Gothic Serpent]]). Ne facevano parte SEAL, Delta Force, il [[75th Ranger Regiment]] e il 160th Special Operations Aviation Regiment.<ref name="socomch"/><ref name=BHD>{{cita|Bowden 2001|}}.</ref><ref name=BoG>{{cita|Eversmann, Schilling 2006|}}.</ref> Mentre la task force era in via di allestimento, i militari della [[24th Marine Expeditionary Unit]] avevano già valutato un'ipotetica cattura di Aidid molto rischiosa per gli elicotteri, che i somali erano in grado di abbattere con gli [[RPG (lanciarazzi)|RPG]]. Un'operazione di soccorso sarebbe poi stata complicata dalla geografia urbana, caratterizzata da strade strette che avrebbero reso difficoltoso il recupero dei militari rimasti intrappolati. Queste valutazioni non vennero comunicate alla TF Ranger, che procedette comunque con la missione conducendo, tra l'agosto e il settembre 1993, sei operazioni di successo a [[Mogadiscio]], riuscendo a limitare i movimenti di Aidid senza ottenerne però la cattura.<ref name=BoG/>
Il 3 ottobre la TF Ranger diede il via alla sua settima missione, stavolta focalizzata nella piazzaforte del [[mercato di Bakaara]], dove era stata segnalata la presenza di due luogotenenti di Aidid. Il tempo stimato per portare a termine la missione era di una o due ore.<ref name=BHD/> Nel tardo pomeriggio gli elicotteri statunitensi iniziarono ad appoggiare le truppe di terra, subito fatte oggetto di un fuoco più pesante rispetto alle precedenti missioni. Le forze speciali catturarono ventiquattro somali, inclusi i due luogotenenti, ma quando li caricarono nei camion un [[Sikorsky UH-60 Black Hawk|Black Hawk]] venne centrato da un RPG. Un elicottero d'assalto Little Bird e un altro Black Hawk con a bordo quindici soldati vennero subito inviati sul luogo dello schianto<ref name="socomch"/><ref name=BHD/><ref name=BoG/>, dando inizio al momento cruciale della [[Battaglia di Mogadiscio|battaglia]]: un RPG abbatté un altro Black Hawk, che si schiantò a meno di 1,5 km dal primo elicottero abbattuto; i somali si precipitarono nella zona e uccisero tutti i membri dell'equipaggio escluso il pilota, preso prigioniero. Il [[
[[File:Battle of mogadishu map of city.png|thumb|upright|Mappa dei luoghi principali della [[battaglia di Mogadiscio]] ]]
Le operazioni di soccorso ripresero in direzione del primo elicottero abbattuto. Gli uomini a piedi riuscirono, nonostante l'intenso fuoco somalo, a occupare alcuni edifici a sud e a sud-ovest del luogo dello schianto, ma il convoglio di mezzi con i detenuti, anch'esso in marcia per raggiungere il Black Hawk, si perse nel groviglio di strade e soffrì numerose perdite prima di ritirarsi. Alle 01:55 del 4 ottobre giunsero i rinforzi (SEAL, Ranger, soldati della [[10th Mountain Division]], [[carro armato|carri armati]] [[pakistan]]i e [[Veicolo trasporto truppe|VTT]] [[
La battaglia fu uno dei più violenti scontri urbani dai tempi della [[guerra del Vietnam]]. La TF Ranger contò diciassette morti e centosei feriti; i somali ebbero all'incirca 1.000 perdite.<ref name=BHD/> Nonostante alcune missioni dall'esito positivo, l'obiettivo ultimo di catturare Aidid non venne mai raggiunto. Per il marzo 1995 tutte le forze USA in Somalia erano state rimpatriate.<ref name="socomch"/><ref name=BHD/>
=== Guerra al terrorismo dopo l'11 settembre 2001 ===
La [[guerra al terrorismo]] degli USA iniziata dopo gli [[attentati dell'11 settembre 2001]] al [[World Trade Center]] ha portato l'USSOCOM ad intervenire in [[Guerra in Afghanistan (2001
== Comandi subordinati ==
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=== Joint Special Operations Command (JSOC) ===
{{vedi anche|Joint Special Operations Command}}
Anche se l'USSOCOM non può autorizzare ''[[covert operations]]'' (l'unica abilitata a farlo è la [[
Fanno parte del [[Joint Special Operations Command]] (comando congiunto delle operazioni speciali):
* [[Delta Force|1st Special Forces Operational Detachment-Delta]] (anche detta Combat Applications Group (CAG) o, più comunemente, Delta Force). Appartenente all'esercito, è una delle due unità antiterrorismo di punta dell'USSOCOM.<ref name=NYTsw>{{cita news | autore = Steven Emerson | titolo = Stymied Warriors | pubblicazione=New York Times | data = 13 novembre 1988 | url =https://www.nytimes.com/1988/11/13/magazine/stymied-warriors.html?pagewanted=all
* [[United States Naval Special Warfare Development Group|Naval Special Warfare Development Group]] (DEVGRU, SEAL Team 6), seconda principale unità antiterrorismo dell'USSOCOM,<ref name=NYTsw/> parte del [[United States Naval Special Warfare Command|Naval Special Warfare Command]] e controparte della Delta Force per la marina. I soldati inquadrati in questa unità provengono dai SEAL e sono in grado di svolgere qualsiasi tipo di missione, specialmente antiterrorismo in mare e salvataggio ostaggi.<ref name=BHD/><ref name=NYTsw/>
* [[Intelligence Support Activity]] (ISA, The Activity), branca che gestisce il supporto delle unità del JSOC. Specializzata nel raccogliere informazioni [[HUMINT]] e [[SIGINT]].<ref name=NYTsw/><ref>{{cita|Smith 2007|}}.</ref><ref name=NYTSU>{{cita news |autore= Jeff Gerth | coautori = Philip Taubman | titolo = U.S. MILITARY CREATES SECRET UNITS FOR USE IN SENSITIVE TASKS ABROAD | pubblicazione=New York Times | data = 8 giugno 1984 | url =https://www.nytimes.com/1984/06/08/us/us-military-creates-secret-units-for-use-in-sensitive-tasks-abroad.html |accesso=4 febbraio 2013}}</ref>
* [[24th Special Tactics Squadron]] (24th STS, 24º squadrone tattiche speciali), parte dell'[[Air Force Special Operations Command]]. Impiegato solitamente con la Delta Force o il DEVGRU.<ref name=BHD/>
Elementi del JSOC sono stati utilizzati, insieme ad altri reparti fuori dal controllo del JSOC, per costituire ''task force'' per necessità particolari di guerra al terrorismo. Queste unità sono diventate il modello di riferimento militare con cui condurre operazioni di intelligence e antiterrorismo per il futuro.<ref>{{cita news | autore = Eric Schmitt | titolo = In Secret Unit's 'Black Room,' a Grim Portrait of U.S. Abuse | pubblicazione=New York Times | data = 19 marzo 2006 | url =https://www.nytimes.com/2006/03/19/international/middleeast/19abuse.html?pagewanted=all |accesso=4 febbraio 2013}}</ref><ref>{{cita news |autore= David E. Sanger | titolo = New U.S. Effort Steps Up Hunt For bin Laden | pubblicazione=New York Times | data = 29 febbraio 2004 | url = https://www.nytimes.com/2004/02/29/world/new-us-effort-steps-up-hunt-for-bin-laden.html?pagewanted=all
=== Special Operations Command – Joint Capabilities (SOC-JC) ===
Lo Special Operations Command – Joint Capabilities (comando operazioni speciali – capacità congiunte, abbreviato in SOC-JC) venne posto alle dipendenze dell'USSOCOM nel 2011, nell'ambito delle operazioni di smantellamento del [[United States Joint Forces Command|Joint Forces Command]].<ref>{{cita web |url=http://www.jfcom.mil/newslink/storyarchive/2011/pa050211.html |titolo=SOCJFCOM transitions to USSOCOM and becomes Special Operations Command – Joint Capabilities |lingua=en |data=2 maggio 2011 |sito=jfcom.mil |accesso=4 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110725002415/http://www.jfcom.mil/newslink/storyarchive/2011/pa050211.html
Il compito principale del SOC-JC è l'addestramento dei comandanti delle SOF e del relativo ''staff'', nonché essere pronto a supportare il dispiegamento dei Special Operations Joint Task Force Headquarter (quartier generali delle ''task force'' congiunte per operazioni speciali), quando richiesto.
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=== United States Army Special Operations Command (USASOC) ===
{{vedi anche|United States Army Special Operations Command}}
[[File:3rd Special Forces Group.JPG|thumb|[[United States Army Special Forces|Berretti
Il 1º dicembre 1989 venne attivato l'[[United States Army Special Operations Command]] (USASOC, comando delle operazioni speciali dell'esercito degli Stati Uniti) inserito, come gli altri comandi delle operazioni speciali delle forze armate, all'interno dell'USSOCOM.
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Fanno parte dell'USASOC:
* [[John F. Kennedy Special Warfare Center and School]] (USAJFKSWCS): addestramento del personale USSOCOM e USASOC.<ref>{{cita web |url=http://www.soc.mil/swcs/swcs_default.htm |titolo=USAJFKSWCS |accesso=4 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080119211345/http://www.soc.mil/swcs/swcs_default.htm
* [[75th Ranger Regiment]] (US Army Rangers), principale unità di [[fanteria leggera]] dell'esercito, acquartierata a [[Fort Benning]] ([[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]]).<ref>{{cita web |url=http://www.soc.mil/75thrr/75th_home.htm |titolo=75th Ranger Regiment |lingua=en |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080127071358/http://www.soc.mil/75thrr/75th_home.htm
* [[United States Army Special Forces|United States Army Special Forces Command (Airborne)]] (Comando delle Forze Speciali dell'Esercito degli Stati Uniti). Composto dai cosiddetti "Berretti verdi" impiegabili per azioni dirette, [[guerra non convenzionale]], [[Ricognizione speciale|ricognizioni speciali]] e antiterrorismo.<ref name=CSSF>{{cita|Couch 2013|}}.</ref> In tempo di pace la loro principale attività è l'addestramento delle unità militari o di polizia di nazioni amiche degli USA.<ref>{{cita news | autore=Thom Shanker | titolo = A Nation Challenged: Battlefield; Conduct of War Is Redefined By Success of Special Forces | pubblicazione=New York Times | data = 21 gennaio 2002 | url =https://www.nytimes.com/2002/01/21/world/nation-challenged-battlefield-conduct-war-redefined-success-special-forces.html?pagewanted=all
* [[United States Army Special Operations Aviation Command]] (comando aereo delle operazioni speciali dell'esercito degli Stati Uniti). Provvede a fornire supporto aereo diuturno all'USSOCOM avvalendosi di elicotteri [[Hughes MH-6 Little Bird|MH-6 Little Bird]], [[Boeing AH-6|AH-6]], [[Sikorsky UH-60 Black Hawk|MH-60]] e [[Boeing CH-47 Chinook|MH-47]].<ref>{{cita web |url=http://www.soc.mil/160soar/soar_home.htm |titolo=Night Stalkers fact sheet |lingua=en |accesso=4 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071217230457/http://www.soc.mil/160soar/soar_home.htm
* [[95th Civil Affairs Brigade|95th Civil Affairs Brigade (Airborne)]] (95ª brigata aviotrasportata per gli affari civili), specializzata nell'identificare le richieste urgenti della popolazione civile coinvolta in una guerra o in un disastro naturale. La brigata ha anche il compito di trovare le risorse civili che potrebbero aiutare lo svolgimento delle operazioni (o intralciarne lo svolgimento, facendo in tal caso attività di prevenzione). Supporta inoltre le attività di assistenza a livello nazionale o di lotta al narcotraffico, pianifica e mette in pratica esfiltrazioni di non combattenti e mantiene i rapporti con le altre agenzie statunitensi che si occupano di aiutare i civili. Quando impiegata per le operazioni speciali l'unità fornisce prevalentemente soldati in grado di parlare la lingua locale ed esperti del paese in cui si svolge l'operazione.<ref>{{cita web|url=http://www.soc.mil/ca/ca_default.htm|titolo=95th Civil Affairs Fact Sheet|accesso=4 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080119211325/http://www.soc.mil/ca/ca_default.htm
* [[528th Sustainment Brigade|528th Sustainment Brigade (Airborne)]] (528ª brigata aviotrasportata di sostentamento), anche detta "Sustainment Brigade (Special Operations) (Airborne)" (abbreviata in SBSO(A)). Ad essa compete il supporto logistico dell'USASOC e la manutenzione dei suoi mezzi, solitamente diversi da quelli impiegati dalle forze convenzionali.<ref>{{cita web |url=http://www.soc.mil/soscom/soscom_default.htm |titolo=SOSCOM Home Page |accesso=4 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080119210555/http://www.soc.mil/soscom/soscom_default.htm
* [[4th Military Information Support Group|4th Military Information Support Group (Airborne)]] (4º gruppo aviotrasportato per il supporto alle informazioni militari), dedito ad attività psicologiche e di propaganda per colpire il morale delle forze avversarie.<ref>{{cita web |url= http://www.bragg.army.mil/psyop/psyopintro.htm |titolo= PSYOP Recruiting website |accesso= 4 febbraio 2013 |lingua= en |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080204120503/http://www.bragg.army.mil/psyop/psyopintro.htm
{{cita web | titolo = Army Civil Affairs, Psychological Operations Soldiers Deploy in Support of Tsunami Relief Efforts | editore = Dipartimento della Difesa USA | data = 7 gennaio 2005 | url = http://www.defenselink.mil/home/articles/2005-01/a010705tj1.html | lingua = en | accesso = 4 febbraio 2013 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080218230824/http://www.defenselink.mil/home/articles/2005-01/a010705tj1.html
=== United States Naval Special Warfare Command (NAVSOC) ===
[[File:Combat Rubber Raiding Craft manned by SEAL-Team 5.jpg|thumb|upright|Soldati del [[United States Naval Special Warfare Command#Organizzazione|SEAL Team 5]] durante un'esercitazione]]
L'[[United States Naval Special Warfare Command]] (SPECWARCOM, NAVSOC, o NSW, traducibile come "comando per la guerra navale speciale degli Stati Uniti") nacque il 16 aprile 1987 nella [[Naval Amphibious Base Coronado]] di [[San Diego]], [[California]], e funge da componente navale dell'USSOCOM, con cui condivide lo stesso "giorno di nascita".<ref>{{cita web |url=https://www.navsoc.navy.mil/ |titolo=NAVSOC info website |accesso=8 gennaio 2008 |lingua=en |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080214064830/http://www.navsoc.navy.mil/
Fanno parte del NAVSOC sei gruppi per la guerra navale speciale (tre con quartier generale nella base di Coronado e tre a [[Little Creek]], ognuno con varie unità minori distaccate altrove, anche fuori dagli USA), un centro per la guerra navale speciale (anch'esso a Coronado) e un "gruppo di sviluppo" ([[Dam Neck]], [[Virginia]]). I soldati del NAVSOC provengono dai [[Navy SEAL]] o dagli [[Special Warfare Combatant-craft Crewmen]], tutti altamente preparati ad operare in ogni luogo e condizione impiegando anche [[Sommergibile tascabile|sommergibili tascabili]]<ref>{{cita web |url=http://www.navyseals.com/insertion-extraction |titolo=Navy SEALs insertion/extraction page |lingua=en |accesso=4 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121129231150/http://www.navyseals.com/insertion-extraction
=== Air Force Special Operations Command (AFSOC) ===
L'[[Air Force Special Operations Command]] (AFSOC, comando per le operazioni speciali dell'aeronautica) ha preso vita il 22 maggio 1990 ed è la componente aerea dell'USSOCOM. Il suo quartier generale si trova a [[Hurlburt Field]], [[Florida]].<ref>{{cita news | autore = Thom Shanker |coautori= Steven Lee Meyers | titolo = A Nation Challenged: The Offensive; Special Operations Gunship Being Used Against Taliban | pubblicazione=New York Times | data = 16 ottobre 2001 | url =https://www.nytimes.com/2001/10/16/world/nation-challenged-offensive-special-operations-gunship-being-used-against.html}}</ref> Le missioni che più denotano l'AFSOC sono incursioni aeree sul campo di battaglia, raccolta informazioni, guerra psicologica, trasporto truppe e rifornimenti in volo.<ref name=NYTaSOF>{{cita news|autore = James Dao|titolo = Aftereffects: Special Operations Forces; War Plan Drew U.S. Commandos From Shadows|pubblicazione=The New York Times|data= 28 aprile 2003|url=https://www.nytimes.com/2003/04/28/world/aftereffects-special-operations-forces-war-plan-drew-us-commandos-from-shadows.html?pagewanted=all
Fanno parte dell'AFSOC le seguenti unità:<ref>{{cita web |url=http://www.afsoc.af.mil/units/index.asp |titolo=AFSOC Units |lingua=en |editore=AFSOC |accesso=5 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6ENiZlDZs?url=http://www.afsoc.af.mil/units/index.asp |dataarchivio=12 febbraio 2013 }}</ref>
* [[27th Special Operations Wing]] (27 SOW, 27º stormo operazioni speciali), basato alla [[Cannon Air Force Base]] del [[Nuovo Messico]].<ref>{{cita web | titolo = N.M. Delegation Welcomes 27th Special Ops. Wing to Cannon | lingua = en | data = 29 agosto 2007 | url = http://bingaman.senate.gov/news/record.cfm?id=281393 | accesso = 5 febbraio 2013 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080327040154/http://bingaman.senate.gov/news/record.cfm?id=281393
* [[1st Special Operations Wing]] (1 SOW, 1º stormo operazioni speciali), con quartier generale a Hurlburt Field e specializzato nella [[guerra non convenzionale]].<ref>{{cita web | titolo = 1st SOW Fact Sheet | editore = AFSOC | lingua = en | url = http://www2.hurlburt.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=3485 | accesso = 5 febbraio 2013 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130220171620/http://www.hurlburt.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=3485
[[File:Special Operations Weathermen training at Hurlburt Field.png|thumb|upright|Membri dell'AFSOC durante l'addestramento]]
* [[24th Special Operations Wing]] (24 SOW, 24º stormo operazioni speciali), anch'esso basato a Hurlburt Field.<ref>{{cita web |url=http://www.afsoc.af.mil/24sow/ |titolo=24th Special Operations Wing |lingua=en |editore=AFSOC |accesso=5 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130205065121/http://www.afsoc.af.mil/24sow/
* [[18th Flight Test Squadron]] (18º squadrone test di volo). Provvede a determinare le capacità operative di aerei ed equipaggiamenti e a sperimentare nuove tattiche operative.<ref>{{cita web |url=http://www.afsoc.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=219 |titolo=18TH FLIGHT TEST SQUADRON |lingua=en |editore=AFSOC |accesso=5 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130225042305/http://www.afsoc.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=219
* [[Air Force Special Operations Training Center]] (centro di addestramento delle operazioni speciali dell'aeronautica). Questo istituto, basato a Hurlburt Field, ha funzioni di supporto all'AFSOC preparando gli aviatori (ma anche altro personale dell'USSOCOM e di nazioni amiche degli USA) a svolgere al meglio tutto quello che ruota attorno alle operazioni speciali.<ref>
{{cita web |url=http://www.afsoc.af.mil/afsotc/ |lingua=en |titolo=Air Force Special Operations Training Center |accesso=5 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100924065513/http://www.afsoc.af.mil/afsotc/
* [[352d Special Operations Group]] (352 SOG, 352º gruppo operazioni speciali), dislocato presso la base [[RAF Mildenhall]], [[Regno Unito]], centro del Joint Special Operations Air Component dell'[[United States European Command|European Command]].<ref>{{cita web | titolo = 352nd Fact Sheet | lingua = en | editore = AFSOC | url = http://www2.afsoc.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=224 | accesso = 5 febbraio 2013 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081210124023/http://www2.afsoc.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=224
* [[353d Special Operations Group]] (353 SOG, 353º gruppo operazioni speciali), parte integrante del [[United States Pacific Command|Pacific Command]]. Acquartierato presso la [[Kadena Air Force Base]] della [[Prefettura di Okinawa|prefettura giapponese di Okinawa]].<ref>{{cita web | titolo = 353rd SOG Fact Sheet | lingua = en | editore = AFSOC | url = http://www2.afsoc.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=225 | accesso = 5 febbraio 2013 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081210130902/https://www2.afsoc.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=225
* [[919th Special Operations Wing]] (919 SOW, 919º stormo operazioni speciali) dell'AFRC ma gestito operativamente dall'AFSOC. È dislocato presso [[Duke Field]], Florida. Dotato di aerei MC-130E Combat Talon I e MC-130P Combat Shadow.
* [[193d Special Operations Wing]] (193 SOW, 193º stormo operazioni speciali) dell'[[Air National Guard]], gestito operativamente dall'AFSOC e basato nell'[[aeroporto internazionale di Harrisburg]] della [[Pennsylvania]]. Lo stormo ha il duplice compito di eseguire gli ordini del governatore della Pennsylvania in quanto parte della [[Pennsylvania Air National Guard]] e secondo quanto scritto nel titolo 32 dell'[[United States Code]] (USC), e di operare all'interno dell'USAF come parte dell'Air Reserve Component e secondo quanto scritto nel titolo 10 dell'USC. Quando è impiegato dall'AFSOC svolge principalmente missioni di guerra psicologica avvalendosi di aerei [[Lockheed EC-130|Lockheed EC-130J Commando Solo]].
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[[File:AlphaDASR.jpg|thumb|upright|Soldati del 1st SOB (1º Special Operations Battalion) mentre rispondono al fuoco in Afghanistan]]
L'USSOCOM si è ingrandito nell'ottobre 2005 con l'istituzione, ordinata dall'allora segretario della difesa [[Donald Rumsfeld]], dell'[[United States Marine Corps Forces Special Operations Command]] (MARSOC, comando delle forze per operazioni speciali del [[United States Marine Corps|Corpo dei Marine]] degli Stati Uniti). Il nuovo comando è stato attivato nel febbraio 2006 presso la [[Marine Corps Base Camp Lejeune]], [[Carolina del Nord]],<ref>{{cita news | autore = Henry Kenyon | titolo = Marine Corps Special Operations Command Hits the Beach | pubblicazione=Signal Magazine | anno = 2006 | url = https://www.afcea.org/signal/articles/templates/SIGNAL_Article_Template.asp?articleid=1123&zoneid=182 | accesso =5 febbraio 2013}}</ref> anche se la piena capacità operativa è stata raggiunta solo nell'ottobre 2008. Successivamente hanno ottenuto la denominazione di [[Marine Raiders]].
Tutte le unità che fanno parte del MARSOC hanno il quartier generale a Camp Lejeune, Carolina del Nord:<ref>{{cita web |url=http://www.marsoc.marines.mil/Units.aspx |titolo=U.S. Marine Corps Forces Special Operations Command|lingua=en |accesso=5 febbraio 2013}}</ref>
* [[Marine
* Marine
* Marine
== Comandanti ==
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|[[Raymond A. Thomas III]]
|30 marzo 2016
|29 marzo 2019
|Esercito
|-
|12
|[[File:Gen. Richard D. Clarke, Jr. (1).jpg|75px]]
|[[Richard D. Clarke]]
|29 marzo 2019
|30 agosto 2022
|Esercito
|-
|13
|[[File:Lt. Gen. Bryan P. Fenton (2).jpg|senza_cornice|94x94px]]
|[[Bryan P. Fenton]]
|30 agosto 2022
|in carica
|Esercito
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== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore = Gary Berntsen | coautori = Ralph Pezzulo |titolo = Jawbreaker: The Attack on Bin Laden and Al-Qaeda: A Personal Account by the CIA's Key Field Commander |url = https://archive.org/details/jawbreakerattack0000bern |lingua =inglese |editore=Three Rivers Press | anno = 2006 |città = New York |cid= Berntsen, Pezzulo 2006|isbn = 0-307-35106-8 }}
* {{cita libro |autore=Mark Bowden | titolo = Black Hawk Down: A Story of Modern War |url=https://archive.org/details/blackhawkdownsto00bowd_0 |lingua=inglese | editore=Signet | anno = 2001 |cid=Bowden 2001|isbn=0-451-20393-3 }}
* {{cita libro |autore=Dick Couch | titolo = Chosen Soldier: The Making of a Special Forces Warrior |lingua=inglese | editore=Three Rivers Press | anno = 2007 |cid=Couch 2013|isbn=0-307-33939-4 }}
* {{cita libro |autore=Dick Couch | titolo = The Warrior Elite: The Forging of SEAL Class 228 |lingua=inglese | editore=Crown | anno = 2001 |cid=Couch 2001|isbn=0-609-60710-3 }}
* {{cita libro |autore = William J. Daugherty | titolo = Executive Secrets: Covert Action and the Presidency |lingua=inglese | editore=University Press of Kentucky |anno = 2006 |città= Lexington |cid=Daugherty 2006|isbn=0-8131-9161-0 }}
* {{cita libro |autore=Matt Eversmann | coautori = Dan Schilling | titolo = The Battle of Mogadishu: Firsthand Accounts from the Men of Task Force Ranger |url=https://archive.org/details/battleofmogadish0000unse | editore=Presidio Press |lingua=inglese | anno = 2006 |cid=Eversmann, Schilling 2006|isbn=0-345-46668-3 }}
* {{cita libro |autore=Terry Griswold |coautori=D. M. Giangreco |titolo=Delta: America's Elite Counterterrorist Force |url=https://archive.org/details/deltaamericaseli0000gris_e9r6 |editore=Zenith Imprint |lingua=inglese |anno=2005 |cid=Griswold, Giangreco 2005|isbn=0-7603-2110-8 }}
* {{cita libro |autore=Ted Gup |titolo= Book of honor: covert lives and classified deaths at the CIA |url=https://archive.org/details/bookofhonor00tedg |lingua=inglese |anno=2000 |editore=Doubleday |cid=Gup 2000|isbn=0-385-49293-6}}
* {{cita libro |autore= Eric L. Haney | titolo = Inside Delta Force: The Story of America's Elite Counterterrorist Unit |lingua=inglese |editore=Delta |anno = 2005 |cid=Haney 2005|isbn=0-385-33936-4}}
* {{cita libro| autore=Gordon Nathaniel Lederman | titolo = Reorganizing the Joint Chiefs of Staff: The Goldwater-Nichols Act of 1986| url=https://archive.org/details/reorganizingjoin0000lede |lingua=inglese |editore=Greenwood Press| anno = 1999 |cid=Lederman 1999|isbn=0-313-31085-8}}
* {{cita libro |autore= Bradley Peniston | titolo = No Higher Honor: Saving the USS Samuel B. Roberts in the Persian Gulf |lingua=inglese | editore=United States Naval Institute Press | anno = 2006 |cid= Peniston 2006|isbn=1-59114-661-5 }}
* {{cita libro |autore=Stephen Sloan |titolo= Beating International Terrorism: An Action Strategy for Preemption and Punishment |lingua= inglese |editore= Diane Pub Co |anno = 1992 |cid= Sloan 1992|isbn= 1-56806-104-8 }}
* {{cita libro |autore= Michael Smith | titolo = Killer Elite: The Inside Story of America's Most Secret Special Operations Team |url= https://archive.org/details/killerelitethein0000smit | editore=St. Martin's Press | anno = 2007 |città = New York |cid=Smith 2007|isbn=0-312-36272-2 }}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
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[[Categoria:Forze armate statunitensi]]
[[Categoria:Forze speciali statunitensi]]
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