Giovanni Costa: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|altre persone|Giovanni Costa (disambigua)}}
{{Bio
|Nome = Giovanni
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|Attività3 = politico
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Frederic Leighton, portrait of Giovanni Costa.jpg
|Didascalia = [[Frederic Leighton]]: ritratto di Nino Costa
}}
Esponente di punta della pittura romana dell'Ottocento, ha contribuito al diffondere delle [[Naturalismo (arte)|idee naturalistiche]] anche tra i membri del movimento pittorico dei [[macchiaioli]]. È ricordato anche per aver partecipato attivamente alle campagne garibaldine del
== Biografia ==
Nacque da Gioacchino Costa e Maria Chiappi, detta Mariuccia.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-costa_(Dizionario-Biografico)/|titolo=COSTA, Giovanni - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-07-16}}</ref>
Il padre di Giovanni, Gioacchino, era originario di [[Santa Margherita Ligure]]. A Roma aveva trovato lavoro prima presso un ''cordaro'' e poi in un lanificio. Il proprietario del lanificio, tal Lera, vedendolo operoso lo finanziò per 6000 scudi per iniziare una attività di fabbricante di "borgonzoni"<ref>Rozza stoffa di lana</ref>in cui anche il Lera era socio<ref name=Costa7>{{cita|Costa|p. 7-12}}.</ref>. Le stoffe prodotte erano fatte tingere da un tintore, Andrea Chiappi. Gioacchino si innamorò della figlia di questi, Mariuccia, e ne ottenne la mano. La coppia ebbe 16 figli, di cui dodici raggiunsero l'età adulta. Nel tempo la famiglia si stabilì a Trastevere, nei pressi della [[chiesa di san Francesco a Ripa]]. L'edificio fu progettato dal secondogenito Filippo Costa. La famiglia raggiunse una discreta posizione di agiatezza▼
▲Il padre di Giovanni
Durante la giovinezza Nino Costa riceve un'educazione di impostazione classica, rimane affascinato dall'arte del [[medioevo]] e del [[rinascimento]] e si dedica alla pittura frequentando, sempre nella città natale Roma, intorno al 1848, lo studio del [[Vincenzo Camuccini|Camuccini]], quello del [[Francesco Coghetti|Coghetti]] e infine quello di [[Francesco Podesti|Podesti]] e del Clerici.
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Ha però una propensione per la natura e per la pittura dal vero che lo allontanano da questi artisti, intrinsecamente legati alle esperienze [[Neoclassicismo|neoclassica]] e [[Romanticismo|romantica]].
Convinto assertore dell'Unità nazionale, Nino Costa partecipa alla [[Prima guerra
Dopo la [[restaurazione]], tra il 1850 e il 1851, compie un viaggio a [[Napoli]]: qui probabilmente ha contatti con pittori della [[scuola di Posillipo]] che affinano la sua naturale propensione per la rappresentazione verista del paesaggio.
=== Contatti con artisti stranieri ===
In questi anni inizia a soggiornare ad [[Ariccia]], dove frequenta un gruppo di artisti stranieri: i [[Nazareni]] come [[Friedrich Overbeck|Overbeck]] e [[Peter von Cornelius|Cornelius]], con cui condivide la passione per l'[[arte antica]], trovando in essi un analogo riconoscimento del Quattrocentismo. Essi tendono ad accentuare una tendenza idealistica che si sta facendo [[
Risalgono a questo periodo le sue prime conoscenze inglesi: nel 1852 incontra [[George Mason]], in compagnia del quale dipinge ''[[en plein air]]'' nella [[campagna romana]], e nel 1853 conosce [[Frederic
Conclude il periodo di formazione con ''Donne che caricano legna a Porto d'Anzio'', del 1852, esposta nel 1856 alla [[Promotrice di Roma]] nel 1861, alla [[Esposizione nazionale italiana del 1861|Prima Esposizione nazionale di Firenze]] e nel 1862 al [[Salon (mostra)|''Salon'' parigino]].
I suoi contatti con artisti stranieri di tendenze simbolistiche si moltiplicano tra il 1850 e il 1867: frequenta [[Arnold Böcklin|Boecklin]], [[Emile David]], [[George Mason|Mason]], [[Frederic Leighton|Leighton]] ed entra in rapporti col gruppo del [[Caffè Michelangelo]]. Conosce così i [[Macchiaioli]], divenendo amico di [[Vincenzo Cabianca|Cabianca]], di [[Serafino De Tivoli|De Tivoli]], di [[Cristiano Banti|Banti]] e di [[Giovanni Fattori|Fattori]].▼
▲I suoi contatti con artisti stranieri di tendenze simbolistiche si moltiplicano tra il 1850 e il 1867: frequenta [[Arnold Böcklin|
[[File:La battaglia di Mentana.jpg|miniatura|Giovanni Costa, ''La battaglia di Mentana'', 12 x 30 cm, collezione privata, Roma.]]
Tra il 1855 e il 1856 la frequentazione con lo svizzero [[Emile David]] lo informa sulle prove di [[Jean-Baptiste Camille Corot|Corot]] e dei ''[[Scuola di Barbizon|barbizonniers]]'' e dell'inglese [[Charles Coleman (pittore inglese)|Charles Coleman]] e lo convince definitivamente ad abbandonare i [[Pittura storica|soggetti storici]].
Tra il 1858 e il 1860 intraprende un viaggio nella campagna italiana, con l'amico pittore statunitense [[Elihu Vedder]], bruscamente interrotto dalla mancanza di denaro dell'amico, causata dal troncamento dei finanziamenti che questi riceveva dal padre.
Nel 1861 partecipa alla mostra fiorentina con ''Donne che imbarcano la legna ad Anzio''. Viaggia molto: a Londra dove, attraverso [[
Mantiene contatti a Firenze con il critico e difensore dei Macchiaioli [[Diego Martelli|Martelli]] e con gli amici inglesi Howard, Richmond e [[Frederic Leighton|Leighton]].
Da questo periodo il processo creativo di Costa si prolunga nel tempoː egli inizia opere che conclude molto tempo dopo, tempo necessario per far maturare i contenuti di una sua ricerca idealistica della perfezione. Da questa tendenza, in definitiva spirituale, nasce la sua opera più nota, la ''Ninfa nel bosco'', iniziata nel 1863 e terminata venti anni dopo; in essa si riassume così un percorso interiore che conduce alla [[pittura simbolista]].<br />▼
Nel 1859 torna a combattere per [[Seconda guerra di indipendenza italiana|l'indipendenza italiana]], arruolandosi nel [[Regia Armata Sarda|Regio Esercito piemontese]].▼
▲Da questo periodo il processo creativo di Costa si prolunga nel
Alla fine dello stesso anno torna Firenze, divenuta punto di ritrovo di molti patrioti, dopo l'abbandono di [[Napoleone III]], nell'intenzione di procedere con la politica delle annessioni spontanee all'unificazione della penisola. Firenze è anche centro d'arte e qui Costa svolge un ruolo significativo nel circolo del [[Caffè Michelangelo]]. Influenza soprattutto [[Giovanni Fattori]] e convince i giovani [[Macchiaioli]] ad abbandonare i soggetti storici e a dedicarsi alla pittura dal vero, nonché ad introdurre l'innovativo formato accentuatamente longitudinale.▼
▲Nel 1859 torna a combattere per [[Seconda guerra
▲Alla fine dello stesso anno torna Firenze, divenuta punto di ritrovo di molti patrioti, dopo l'abbandono di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]], nell'intenzione di procedere con la politica delle annessioni spontanee all'unificazione della penisola. Firenze è anche centro d'arte e qui Costa svolge un ruolo significativo nel circolo del [[Caffè
=== Soggiorni all'estero ===
Tra il 1861 e il 1862 compie un primo viaggio a [[Parigi]], dove riceve gli apprezzamenti di [[Troyon]], di [[Charles Gleyre|Gleyre]], di [[Ricard Hébert]] e di Corot, per le ''Donne che caricano legna a Porto d'Anzio'', esposto al ''Salon''. Espone anche al [[Salon des Refusés]] un piccolo studio dal vero che viene immediatamente venduto e, in privato, mostra agli amici francesi i suoi studi dal vero, apprezzati anche da [[Ernest Meissonier|Meissonier]]. A Parigi frequenta [[Théophile Gautier]], [[Charles Baudelaire]] e [[Eduard Bertin]], approfondendo la sua tendenza al simbolismo che comunica agli altri italiani, grazie alla sua capacità di comunicare le nuove idee e di battersi per esse.
Nel 1862, durante un breve soggiorno a Londra conosce [[Edward Burne-Jones|Burne Jones]], attraverso il quale ha probabilmente modo di approfondire la conoscenza delle idee di [[John Ruskin|Ruskin]] sull'arte. Nel 1863 raggiunge Mason nello [[Staffordshire]] e con lui dipinge nella campagna inglese, subendo il fascino delle tematiche bucoliche e sentimentali care all'amico. In sua compagnia si reca poi a Londra e Parigi e, una volta solo, prosegue per la zona di [[Foresta di Fontainebleau|Fontainebleau]], dove nasce l'ispirazione per ''La ninfa nel bosco'', il suo quadro più famoso.
Negli anni sessanta alterna alla residenza fiorentina i soggiorni romani, durante i quali, tra il 1865 e il 1866, incontra George Howard. Questi, divenuto Lord Carlisle, sosterrà la fortuna di Costa in Inghilterra e ne diverrà uno dei maggiori collezionisti.
Nel 1867 si stabilisce nuovamente a Firenze, in seguito alla
[[File:Trastevere - memoria di Nino Costa a p s Francesco 1150797.JPG|thumb|upright=1.5|Memoria di Nino Costa sulla casa di famiglia, a San Francesco a Ripa, dove si celebra soprattutto il patriota (1926).]]
=== Attività politica e gruppi artistici ===
Nel 1870 combatte per la liberazione di Roma, partecipa all'entrata in Roma dei bersaglieri, e da quel momento entra attivamente nella vita politica cittadina, fa parte del triumvirato, ed è eletto consigliere comunale di Trastevere.
Per carattere resta un ribelle. Riprende l'attività artistica ed entra in polemica con l<nowiki>'</nowiki>''establishment'', contro il quale reagisce organizzando e partecipando alle fondazioni di numerosi gruppi artistici. Nel 1875 è tra i fondatori del Golden Club, nel 1878 del Circolo degli Italiani, nel 1883 della [[Scuola Etrusca]], che precede ''[[In arte libertas]]''.▼
▲Per carattere resta un ribelle. Riprende l'attività artistica ed entra in polemica con l
È il paesaggista e critico più autorevole fra i ribelli dell'ambiente romano. Secondo il suo parere occorreva dipingere con gli stessi mezzi del vero. E nel caso di insufficienza degli ordinari sistemi tecnici, procede per sue vie proprie, sovrapponendo colori a colori, secondo le leggi scrutate da lui nel vero.<br />▼
La sua arte, se rimane quasi sconosciuta o volutamente ignorata dal pubblico italiano, trova invece consensi e successo in ambiente anglosassone. Costa espone nel 1869 alla [[Royal Academy of Arts|Royal Academy]] di [[Londra]]; dal 1877 partecipa alle attività della [[Grosvenor Gallery]], nel 1882 ottiene successo con la mostra di sessantotto dipinti alla [[Fine Art Society]].<br />▼
Fra il 1883 e il 1884 fonda la [[Scuola Etrusca]] con gli amici inglesi ed abbandona la Grosvenor Gallery, per esporre alla [[New Gallery]].<br />▼
Nel 1887 aderisce al gruppo ''[[In arte libertas]]'', di cui è una delle più note voci, e partecipa alle esposizioni organizzate regolarmente dalla società fino al 1902.<br />▼
Nel 1897 viene acquisito dalla [[National Gallery of British Art]] ''Il risveglio della natura'', quadro donato con una sottoscrizione promossa dagli amici inglesi e andato distrutto durante la II guerra mondiale.▼
▲È il paesaggista e critico più autorevole fra i ribelli dell'ambiente romano. Secondo il suo parere occorreva dipingere con gli stessi mezzi del vero. E nel caso di insufficienza degli ordinari sistemi tecnici, procede per sue vie proprie, sovrapponendo colori a colori, secondo le leggi scrutate da lui nel vero.
A partire dagli anni novanta inizia a dettare le sue memorie alla figlia Giorgia. Altre memorie dettò ad [[Olivia Rossetti Agresti]], memorie che servirono a quest'ultima a pubblicare il suo testo.<ref>Olivia Rossetti Agresti: ''Giovanni Costa, His life, works and times'', Londra, 1904.</ref> La figlia curò nel 1927 la pubblicazione delle memorie da lei raccolte, con l'aggiunta di quanto era stato raccolto dalla Rossetti.<ref name=Cpsta5>{{cita|Costa|p. 5}}.</ref>▼
▲La sua arte, se rimane quasi sconosciuta o volutamente ignorata dal pubblico italiano, trova invece consensi e successo in ambiente anglosassone. Costa espone nel 1869 alla [[Royal Academy of Arts|Royal Academy]] di [[Londra]]; dal 1877 partecipa alle attività della [[Grosvenor Gallery]], nel 1882 ottiene successo con la mostra di sessantotto dipinti alla [[Fine Art Society]].
▲Fra il 1883 e il 1884 fonda la [[Scuola Etrusca]] con gli amici inglesi ed abbandona la Grosvenor Gallery, per esporre alla [[New Gallery]].
▲Nel 1887 aderisce al gruppo ''[[In arte libertas]]'', di cui è una delle più note voci, e partecipa alle esposizioni organizzate regolarmente dalla società fino al 1902.
▲Nel 1897 viene acquisito dalla [[National Gallery
▲A partire dagli anni novanta inizia a dettare le sue memorie alla figlia Giorgia. Altre memorie dettò ad [[Olivia Rossetti Agresti]], memorie che servirono a quest'ultima a pubblicare il suo testo
Nino Costa muore il 31 gennaio del 1903 a [[Marina di Pisa]]. È sepolto presso il [[Cimitero del Verano]] a Roma.
=== Pittura dal vero secondo Nino Costa ===
Per Nino Costa è necessaria una serie di accorgimenti che rendono complesse l'elaborazione del paesaggio; i quali accorgimenti consistono in:
# scelta dei momenti poetici della natura (alba, tramonto, etc.); composizione di quegli effetti sobri e un po' misteriosi;
# sintesi cui è sottoposto il dato di natura, il dato del quadro, perché il concetto specifico non ne sia disperso, e la giusta dosatura.
Il paesaggio è visto come il mezzo ideale per un'arte che restituisca il senso di totalità e armonia della natura (ogni parte è in relazione col resto e serve ad esplicare l'idea dell'artista). Riferimento sono i paesaggi romantici francesi e inglesi, i [[Preraffaelliti]] cui Costa guarda attentamente, nell'intento di riannodare il filo spezzato con la pittura del Quattrocento.
Diego Martelli, relativamente alla pittura di Giovanni Costa, parla di filosofia dei rapporti, di ostinazione dei contorni, di intonazione giusta e severa, con riferimento agli stili del Quattrocento. Costa di fatto è anche lui un "Quattrocentista": ama i pittori del Quattrocento e li studia, e dai loro modelli cerca intende ridare vita alla loro arte.
Nel 1882 Costa è a Londra, quando vi sono anche [[Vincenzo Cabianca|Cabianca]], [[Onorato Carlandi]] e [[Mario de Maria|De Maria]]; ed espone opere di collezioni inglesi alla [[Fine Art Society]]. Il “[[Magazine Art]]” gli dedica un articolo, in cui lo descrive come un patriota, un artista isolato, apprezzato all'estero e impopolare in Italia, dove è tra i soli a fare arte autentica e libera dai formalismi alla moda.
Sull'inclinazione di Costa a diffamare i compatrioti fa leva la stroncatura di [[Edoardo Scarfoglio|Scarfoglio]], in occasione della partecipazione di Costa alla [[Promotrice Romana]] del 1885. Insorge in difesa di Costa il discepolo [[Giuseppe Cellini|Cellini]].
All'estero invece la [[Cartwright]] nei paesaggi di Costa coglie l'affinità col Quattrocento umbro, vi vede la stessa “inviolabule quitness” di [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]] e l'esatta traduzione dello “sleep that is among a lonely day” (verso di [[William Wordsworth|Wordsworth]]).<br />▼
Nel gruppo dissenziente romano, grazie a Costa, sarebbe stato l'interesse per i poeti romantici inglesi, l'elemento basilare per il principio dell'identità pittura-poesia.▼
▲All'estero invece la
▲Nel gruppo dissenziente romano, grazie a Costa,
=== Opere significative ===
* ''[[Donne che portano fascine a Porto d'Anzio]]''<ref>{{cita web |url=http://www.gnam.arti.beniculturali.it/opere/COSTA.HTM |titolo=Copia archiviata |accesso=1º dicembre 2006 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061014141757/http://www.gnam.arti.beniculturali.it/opere/COSTA.HTM |dataarchivio=14 ottobre 2006 }}</ref> ([[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna di Roma]]).
* ''[[To be or not to be. Who loves not is not (Giovanni Costa)|To be or not to be]],''<ref>{{cita web |url=http://www.gnam.arti.beniculturali.it/opere/Costa2.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=1º dicembre 2006 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061014142155/http://www.gnam.arti.beniculturali.it/opere/Costa2.htm |dataarchivio=14 ottobre 2006}}</ref> 1880 circa (Galleria nazionale d'arte moderna di Roma).
* ''[[Ad fontem Aricinum (Giovanni Costa)|Ad fontem Aricinum]]'' (Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma).
* ''[[Il carro rosso (Giovanni Costa)|Il carro rosso]]'' (Collezione privata).
* ''[[La difesa del Vascello (Giovanni Costa)|La difesa del Vascello]]''.
* ''Casolari toscani'' (1864 circa).
* ''Pineta (Bocca d'Arno)''.
* ''Il fiume morto al Gombo'', 1860 c., olio su tavola, 14,5×29 cm, Viareggio, Società di Belle Arti.
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore = |curatore = Giuseppe Cellini |titolo = Giovanni Costa |città = Bergamo |editore = [[Istituto Nazionale Luce]] |anno = 1933 |SBN =
* {{DBI |accesso = 10 giugno 2015 }}
* {{Cita libro |autore = |url_capitolo = http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-detto-nino-costa_(L'Unificazione)/ |capitolo = Costa, Giovanni detto Nino |titolo = L'Unificazione |città = Roma |editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] |anno = 2011 |accesso = 10 giugno 2015}}
* {{Cita libro |autore = Nino Costa|curatore = Giorgia Guerrazzi Costa |titolo= [[:s:Quel che vidi e quel che intesi|Quel che vidi e quel che intesi]]|editore = Treves/Longanesi|anno=1983 |annooriginale = 1927|cid =Costa}}
* {{Cita libro |autore=Arnika Schmidt |titolo=Nino Costa, 1826-1903: Transnational Exchange in European Landscape Painting |editore=Silvana Editoriale |città=Milano |anno=2016}}
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== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|http://www.antiquars.com/Pittura800/II800/Costa.htm|Antiquars.com}}
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