Umberto Bardelli: differenze tra le versioni

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{{Infobox militare
|Nome = Umberto Mario Adriano Bardelli
|Immagine = Umberto Bardelli.jpg
|Didascalia = Il comandante Umberto Bardelli negli [[anni 1940|anni '40]]
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 11 marzo [[1908]]
|Nato_a = [[Livorno]]
|Data_di_morte = 8 luglio [[1944]]
|Morto_a = [[Ozegna]]
|Cause_della_morte = AssassinatoScontro daia fuoco con i partigiani
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}<br />{{RSI}}
|Forza_armata = {{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|25}} [[Regia Marina]]<br />{{simbolo|War flag of the Italian Social Republic.svg|25}} [[Marina Nazionale Repubblicana]]
|Corpo =
|Specialità = [[Sommergibile|Sommergibilista]]
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1924 - 1944
|Grado = [[Maggiore]] del [[Genio Navale]]
|Ferite =
|Comandanti = [[Junio Valerio Borghese]]
|Guerre = [[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di = [[Battaglione "Barbarigo"]]
|Decorazioni = vedi [[Umberto Bardelli#Onorificenze|qui]]
|Studi_militari = [[Accademia Navale|Regia Accademia Navale]] di [[Livorno]]
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre = ''Nessuno di voi è morto finché noi non moriremo tutti. E fino a quando sarà in piedi uno del "Barbarigo" lo sarete anche voi''
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = fonti citate nel corpo del testo
}}
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|AnnoMorte = 1944
|Epoca = 1900
|Attività = ufficialeUfficiale
|Nazionalità = italianoItaliano
}}
È stato ufficialeUfficiale del [[Genio Navale]] ladella [[Regia Marina]], esommergibilista nel corso della [[seconda guerra mondiale]], dopo l'[[armistizioProclama diBadoglio Cassibiledell'8 settembre 1943|armistizio]] dell'8 settembre 1943]] dellaaderì alla [[Marina Nazionale Repubblicana|Marina Nazionale]] della [[Repubblica Sociale Italiana|R.S.I.RSI]]. Inquadrato nella [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª MAS]], comandò il [[Battaglione "Barbarigo"]] sul fronte[[sbarco di Anzio.|fronte Decorato con la [[Medagliadi d'oro al valor militareAnzio]] della Repubblica Sociale Italiana alla memoria.
 
==Biografia==
[[File:Umberto Bardelli anni '30.jpg|thumb|left|Umberto Bardelli negli [[anni '30]]]]
Nacque a Livorno l'11 marzo 1908, figlio di Artemisio e Emma Cristiani, dopo aver frequentato il ginnasio l'il 18 ottobre [[1924]] entrò nella [[Accademia Navale|Regia Accademiaaccademia Navalenavale]] di [[Livorno]] come Allievoallievo Ufficialeufficiale macchinista. Al termine del corso entrò nel C.R.E.M., come volontario con ferma di quattro anni. Dall'8 luglio [[1925]] al 12 febbraio [[1930]] fu imbarcato in successione sull'[[incrociatore corazzato]] ''[[Francesco Ferruccio (incrociatore)|Francesco Ferruccio]]'', sull'incrociatore scuola ''[[Amerigo Vespucci (incrociatore)|Amerigo Vespucci]]'', sull'incrociatore corazzato ''[[Pisa (incrociatore)|Pisa]]'' e sulla [[nave appoggio sommergibili]] ''[[Antonio Pacinotti (nave appoggio)|Antonio Pacinotti]]''.<ref group=N>Viene promosso Sottotenente del Genio Navale l'11 luglio 1929.</ref> Nel febbraio del 1930 si imbarcò sull'[[incrociatore pesante]] ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'', mentre il 10 luglio è nominato [[tenente]] del [[Genio Navale]], frequentando poi la Scuola di Ingegneria Navale di Genova, per venire assegnato all'Ufficio del [[Genio Navale]] di [[Trieste]].<ref name="Pansa">Giampaolo Pansa, ''I figli dell'Aquila'', Sperling e Kupfer, Milano, 2014.</ref> Nel novembre [[1932]] si imbarcò per la prima volta su di un [[sommergibile]], l{{'}}''[[Enrico Toti (sommergibile)|Enrico Toti]]'',<ref name="B4p131">{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 131}}.</ref> per passare poi, il 1º marzo [[1933]], sul ''[[Ciro Menotti (sommergibile)|Menotti]]'' e, dal 16 novembre dello stesso anno, sullo ''[[Tito Speri (sommergibile)|Speri]]''.<ref name=B3p36>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 36}}.</ref> Nell'ottobre [[1934]] sposò Luigia Maresca, che gli darà una figlia, Serena, e nel luglio [[1936]] viene nominato [[capitano]] del Genio Navale, per imbarcasi quindi sul sommergibile ''[[Fratelli Bandiera (sommergibile)|Fratelli Bandiera]]''.<ref name=B3p39>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 39}}.</ref> Dopo una parentesi a [[Massaua]], nel [[Mar Rosso]], il 15 dicembre [[1937]] viene destinato a [[Taranto]], dove prende parte all'allestimento del ''[[Benedetto Brin (sommergibile)|Benedetto Brin]]'',<ref name=B4p150>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2014|p. 150}}.</ref> un sommergibile appartenente alla [[classe Marcello]].<ref name=B4p145/> Nel febbraio [[1938]] vi è il trasferimento a [[Monfalcone]] per seguire l'allestimento del sommergibile ''[[Giacomo Nani (sommergibile 1938)|Giacomo Nani]]'';<ref name=B4p149>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 149}}.</ref> come Capo Servizio del Genio Navale è imbarcato su varie unità sommergibili<ref group=N>Sui sommergibili ''Nani'' e ''Speri'' (27 maggio-27 giugno 1938), e poi sul ''[[Giovanni da Procida (sommergibile)|Giovanni da Procida]]'', ''[[Alberto Guglielmotti (sommergibile 1938)|Guglielmotti]]'', ''[[Archimede (sommergibile 1939)|Archimede]]'' e ''[[Console Generale Liuzzi|Liuzzi]]'', di cui seguì anche l'allestimento (30 settembre 1938-20 maggio 1940).</ref> fino al maggio del 1940, presentandosi allo [[seconda guerra mondiale|scoppio della guerra]] con la [[Terza Repubblica (Francia)|Francia]] e la [[Regno Unito|Gran Bretagna]] come uno dei più esperti ufficiali del Genio Navale della Regia Marina.
Nel febbraio [[1930]] si imbarcò sull'[[incrociatore pesante]] ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'', e il 10 luglio è nominato Tenente del [[Genio Navale]], frequentando poi la Scuola di Ingegneria Navale di Genova, per venire assegnato all'Ufficio del Genio Navale<ref name="Pansa">Giampaolo Pansa, ''I figli dell'Aquila'', Sperling e Kupfer, Milano, 2014.</ref> di Trieste.
 
Nel novembre [[1932]] si imbarcò per la prima volta su di un [[sommergibile]], il ''[[Enrico Toti (sommergibile)|Toti]]'',<ref name=B4p131>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 131}}.</ref> per passare poi, il 1 marzo [[1933]], sul ''[[Ciro Menotti (sommergibile)|Menotti]]'', e dal 16 novembre dello stesso anno sullo ''[[Tito Speri (sommergibile)|Speri]]''.<ref name=B3p36>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 36}}.</ref> Nell'ottobre [[1934]] sposò la signorina Luigia Maresca, che gli darà una figlia, Serena, e nel luglio 1936 viene nominato Capitano del Genio Navale, per imbarcasi quindi sul sommergibile ''[[Fratelli Bandiera (sommergibile)|Fratelli Bandiera]]''.<ref name=B3p39>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 39}}.</ref> Dopo una parentesi a [[Massaua]], nel [[Mar Rosso]], il 15 dicembre [[1937]] viene destinato a Taranto, dove prende parte all'allestimento del ''[[Benedetto Brin (sommergibile)|Benedetto Brin]]'',<ref name=B4p150>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2014|p. 150}}.</ref> un sommergibile appartenente alla [[classe Marcello]].<ref name=B4p145/> Nel febbraio 1938 vi è il trasferimento a [[Monfalcone]] per seguire l'allestimento del sommergibile ''[[Giacomo Nani (sommergibile 1938)|Giacomo Nani]]'';<ref name=B4p149>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 149}}.</ref> come Capo Servizio del Genio Navale è imbarcato su varie unità sommergibili<ref>Sui sommergibili ''Nani'' e ''Speri'' (27 maggio-27 giugno 1938), e poi sul ''[[Giovanni da Procida (sommergibile)|Giovanni da Procida]]'', ''[[Alberto Guglielmotti (sommergibile 1938)|Guglielmotti]], ''[[Archimede (sommergibile 1939)|Archimede]]'' e ''[[Console Generale Liuzzi|Liuzzi]]'', di cui seguì anche l'allestimento (30 settembre 1938-20 maggio 1940).</ref> fino al maggio del 1940 presentandosi allo scoppio della guerra come uno dei più esperti ufficiali del Genio Navale della Regia Marina.
 
===La seconda guerra mondiale===
[[File:Junio Valerio Borghese and Umberto Bardelli April 1944 Nettuno.jpg|thumb|upright=1.4|Umberto Bardelli con [[Junio Valerio Borghese]] nell'aprile del 1944 sul fronte di [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], pochi mesi prima della morte]]
Allo scoppio delle ostilità, il 10 giugno del [[1940]], si trovava imbarcato sul sommergibile posamine ''[[Zoea (sommergibile 1938)|Zoea]]'',<ref name=B4p143>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 143}}.</ref> che fu impiegato in missioni di trasporto munizioni verso l'[[Africa settentrionale italiana]] e posa di mine.<ref name=B4p145>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 145}}.</ref> Per la sua partecipazione ad una missione di posa [[Mina navale|mine navali]] della acque [[Mandato britannico della Palestina|palestinesi]] fu decorato con la [[Valor militare|medaglia di bronzo al valor militare]].
 
Rimase sul teatro di operazioni del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo orientale]] fino all' ottobre dello stesso anno quando passò a bordo del ''Benedetto Brin'', al comando del [[tenente di vascello]] Longanesi Cattani, sul quale, il 25 ottobre, oltrepassò lo stretto di Gibilterra in immersione per la raggiungere la base atlantica di [[Bordeaux]] ([[BETASOM]]).<ref name=B4p171>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 171}}.</ref> Durante la navigazione il ''Brin'' rimase danneggiato, e si rifugiò a [[Tangeri]] per eseguire le necessarie riparazioni.<ref group=N>In questa occasione si meritò un encomio solenne con la seguente motivazione: ''In località lontana dalla base contribuiva in modo efficace con tenacia ed entusiasmo, a ripristinare rapidamente la piena efficienza del proprio sommergibile danneggiato da offesa nemica”nemica. (Oceano Atlantico, dicembre 1940)''.</ref>
Allo scoppio delle ostilità, il 10 giugno del [[1940]], si trovava imbarcato sul sommergibile posamine ''[[Zoea (sommergibile 1938)|Zoea]]'',<ref name=B4p143>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 143}}.</ref> che fu impiegato in missioni di trasporto munizioni verso l'[[Africa settentrionale italiana]] e posa di mine.<ref name=B4p145>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 145}}.</ref> Per la sua partecipazione ad una missione di posa [[Mina navale|mine navali]] della acque [[Palestina|palestinesi]] fu decorato con la [[Valor militare|medaglia di bronzo al valor militare]].
 
Nel febbraio [[1941]] si imbarcò come direttore di macchina<ref name="Pansa"/> sul ''[[Reginaldo Giuliani (sommergibile)|Reginaldo Giuliani]]'',<ref name=B4p153>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 153}}.</ref> che nel mese di marzo si trasferì presso la base germanica di [[Gotenhafen]]<ref group="N">A Gotenhafen fu edotto sulle soluzioni tecniche adottate per la realizzazione dei più recenti sommergibili tedeschi e sul loro armamento. Durante la sua permanenza strinse una solida amicizia con il capitano [[Enzo Grossi]].</ref>, per un lungo periodo di addestramento al combattimento nell'[[Oceano Atlantico]], assegnato alla sezione di tattica italiana (Marigammason).<ref name=B4p155>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 155}}.</ref> Rimase in [[Germania nazista|Germania]] fino al febbraio [[1942]], rientrando in Patria in quanto assegnato all'Ufficio Allestimento Sommergibili di Taranto (marzo-ottobre 1942).
Rimase sul teatro di operazioni del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo orientale]] fino all' ottobre dello stesso anno quando passò a bordo del ''Benedetto Brin'', al comando del tenente di vascello Longanesi Cattani, sul quale, il 25 ottobre, oltrepassò lo stretto di Gibilterra in immersione per la raggiungere la base atlantica di [[Bordeaux]] ([[BETASOM]]).<ref name=B4p171>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 171}}.</ref> Durante la navigazione il ''Brin'' rimase danneggiato, e si rifugiò a [[Tangeri]] per eseguire le necessarie riparazioni.<ref>In questa occasione si meritò un encomio solenne con la seguente motivazione: ''In località lontana dalla base contribuiva in modo efficace con tenacia ed entusiasmo, a ripristinare rapidamente la piena efficienza del proprio sommergibile danneggiato da offesa nemica”. (Oceano Atlantico, dicembre 1940).</ref>
 
Nel febbraioPromosso [[1941maggiore]] si imbarco come direttore di macchina<ref name="Pansa"/> sul ''[[Reginaldo Giuliani (sommergibile)|Reginaldo Giuliani]]'',<ref name=B4p153>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 153}}.</ref> che nel mese di marzo si trasferì presso la base germanica di [[Gotenhafen]]<ref>A Gotenhafen fu edotto sulle soluzioni tecniche adottate per la realizzazione dei più recenti sommergibili tedeschi, e sul loro armamento. Durante la sua permanenza strinse una solida amiciazioa con il capitano [[Enzo Grossi]].</ref> per un lungo periodo di addestramento al combattimento nell'Oceano Atlantico, assegnato alla sezione di tattica italiana ('''Marigammason''').<ref name=B4p155>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 155}}.</ref> Rimase in Germania fino al febbraio [[1942]], rientrando in Patria in quanto assegnato all'Ufficio Allestimento Sommergibili di Taranto (marzo-ottobre 1942). Promosso Maggiore del Genio Navale il 18 ottobre 1942, si imbarcò il 21 successivo sulla [[nave da battaglia]] ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'', per passare il 6 dicembre sul [[cacciatorpediniere]] ''[[Bombardiere (cacciatorpediniere)|Bombardiere]]'', ma già il 28 dicembre rientrò sulla ''Vittorio Veneto''. Decorato con la [[Crocecroce di guerra al valor militare]], dal 22 maggio 1943 e fino al 31 agosto dello stesso anno fu imbarcato sull'[[incrociatore leggero]] ''[[Scipione Africano (incrociatore)|Scipione Africano]]'' di stanza a [[La Spezia]] e poi a [[Genova]]. A bordo dell'incrociatore prese al forzamento dello [[stretto di Messina]] ('''Operazione Scilla''') nei confronti delle unità leggere anglo-americane che lo pattugliavano a seguito degli eventi bellici in [[Sicilia]] del luglio 1943 riuscendo a raggiungere la base di Taranto, meritando una seconda Medaglia[[medaglia di Bronzobronzo al Valorvalor Militaremilitare]].
 
Sbarcato dallo ''Scipione Africano'' il 31 agosto, andò in licenza, raggiungendo la famiglia a [[Laurana]], dove lo colse l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre 1943]]. Raggiunta Trieste,<ref>Nino Arena, ,''R.S.I. Forze Armate della Repubblica Sociale'', Albertelli Editore, Parma, 1999, pp. 314-315.</ref> si mise in un primo tempo a disposizione delle autorità militari tedesche, eper poi Pola.<ref name=M5p6>{{Cita|Martinelli 2005|p. 6}}.</ref> Qualche tempo dopo, saputo che il comandante [[Junio Valerio Borghese]] stava riorganizzando la [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|Xª Flottiglia MAS]] sotto le insegne della [[Repubblica Sociale Italiana]], partì da Trieste per raggiungere la caserma del Muggiano, La Spezia,<ref>Arrivòspostarsi a La Spezia il 18 settembre, con regolare permesso rilasciato dalle autorità militari tedesche.</ref> al comando di una piccola autocolonna<ref>A bordo vi era anche la sua famiglia.</ref> che trasportava militari e materiale sottratto all'arsenale di Pola.<ref name=M5p8M5p6>{{Cita|Martinelli 2005|p. 8}}.</ref> Godendo della piena fiducia di Borghese si dedicò subito, con il grado di capitano di corvetta, all'organizzazione di una prima unità di fanteria di marina,<ref>Con la costituzione del battaglione "Lupo" e di quello "Nuotatori Paracadutisti" fu formato il Reggimento fanteria di marina "San Marco".</ref> il battaglione "Maestrale", poi ridenominato "Barbarigo"<ref name=R8p91>{{Cita|Rocco 1998|p. 916}}.</ref>
 
====Nella Xª MAS====
Passato al comando del [[Battaglione "Barbarigo"]],<ref name=R8p91/> il 20 febbraio 1944 alla testa del suo reparto partì per la zona di operazioni, venendo rischierato ad Anzio/Nettuno.<ref name=M5p19>{{Cita|Martinelli 2005|p. 19}}.</ref> Rimase in zona di operazioni fino al 27 aprile, passando quindi al comando del 1º Reggimento fanteria di marina "San Marco".<ref name="Pansa"/> Rientrò nel nord Italia il 4 giugno raggiungendo la zona di [[Viverone]],<ref name=R8p92>{{Cita|Rocco 1998|p. 92}}.</ref> nelle vicinanze di Ivrea, per ricostituire il reggimento, decimato dai combattimenti.<ref name="Pansa"/>
[[File:Foto di gruppo Borghese Bardelli Bertozzi decima mas.jpg|thumb|left|Foto di gruppo: riconoscibili [[Junio Valerio Borghese|Borghese]], Bardelli, [[Umberto Bertozzi|Bertozzi]] con i militi della [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|Xª MAS]].]]
 
Qualche tempo dopo, saputo che il comandante [[Junio Valerio Borghese]] stava riorganizzando la [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|Xª Flottiglia MAS]] indipendente dalla [[Repubblica Sociale Italiana]], partì da [[Trieste]] per raggiungere la caserma del Muggiano, a [[La Spezia]],<ref group=N>Arrivò a La Spezia il 18 settembre, con regolare permesso rilasciato dalle autorità militari tedesche.</ref> al comando di una piccola autocolonna<ref group=N>A bordo vi era anche la sua famiglia.</ref> che trasportava militari e materiale sottratto all'arsenale di Pola.<ref name=M5p8>{{Cita|Martinelli 2005|p. 8}}.</ref> Godendo della piena fiducia di Borghese, si dedicò subito, con il grado di [[capitano di corvetta]], all'organizzazione di una prima unità di [[fanteria di marina]],<ref group=N>Con la costituzione del battaglione "Lupo" e di quello "Nuotatori Paracadutisti" fu formato il Reggimento fanteria di marina "San Marco".</ref> il battaglione "Maestrale", poi ridenominato "Barbarigo"<ref name=R8p91>{{Cita|Rocco 1998|p. 91}}.</ref>
 
PassatoPosto al comando del [[Battaglione "Barbarigo"]],<ref name=R8p91/> il 20 febbraio 1944, alla testa del suo reparto, partì per la zona di operazioni, venendo rischierato adnel fronte di [[Anzio/]]-[[Nettuno (Italia)|Nettuno]].<ref name=M5p19>{{Cita|Martinelli 2005|p. 19}}.</ref> Rimase in zona di operazioni fino al 27 aprile, passando quindi al comando del 1º Reggimento fanteria di marina "San Marco" della Divisione fanteria di marina Xª.<ref name="Pansa"/> Rientrò nel nordNord Italia il 4 giugno, raggiungendo la zona di [[Viverone]],<ref name=R8p92>{{Cita|Rocco 1998|p. 92}}.</ref> nelle vicinanze di [[Ivrea]], per ricostituire il reggimento, decimato dai combattimenti.<ref name="Pansa"/>
 
===La morte===
La diserzione di un ufficiale del battaglione "Sagittario" allora di stanza ad [[Agliè]] ([[provincia di Torino|TO]]), che tentò di raggiungere Torino con la cassa del reparto<ref group=N>Si trattava di Gaetano Oneto, Ufficialeufficiale di Amministrazioneamministrazione, che fuggì con la moglie e due marò della stazione di Ozegna.</ref>, provocò il suo diretto intervento.<ref name=A7p8>{{Cita|ACTA n.63, maggio-luglio 2007|p. 8}}.</ref> Nel pomeriggio dell'8 luglio 1944, a Ozegna,<ref name=R8p92/> allora frazione a sud di [[Cuorgnè]] ([[provincia di Torino|TO]]), raggiunse alla testa di reparto motorizzato della Xª MAS la piazza del paese per discutere uno scambio di prigionieri.<ref name=R8p92/> Si trattava di una quarantina di marò del battaglione "Barbarigo" reduci dal [[sbarco di Anzio|fronte di Anzio]], che iniziarono a parlamentare con il comandante dei partigiani [[Piero Urati]]. Dopo pochi minuti, questi, pistola alla mano, intimò a Bardelli di gettare le armi e arrendersi ma, al rifiuto di Bardelli, i partigiani di Urati aprirono il fuoco. Nonostante un tentativo di resistenza, i partigiani ebbero il sopravvento sugli uomini della Xª e Bardelli fu uno dei primi a cadere.<ref name=M5p19/>
Nel pomeriggio dell'8 luglio 1944, a Ozegna,<ref name=R8p92/> una frazione a sud di [[Cuorgnè]] ([[Torino]]), raggiunse alla testa di reparto motorizzato della Decima Mas la piazza del paese per discutere uno scambio di prigionieri.<ref name=R8p92/> Si trattava di una quarantina di Marò del Battaglione "Barbarigo" reduci dal fronte di Anzio, che iniziarono a parlamentare con il comandante dei partigiani Piero Urati. Dopo pochi minuti questi, pistola alla mano, intimò a Bardelli di gettare le armi e arrendersi, ma al rifiuto di Bardelli i partigiani di Urati aprirono il fuoco. Nonostante un tentativo di resistenza, i partigiani ebbero il sopravvento sui repubblichini, e Bardelli fu uno dei primi a cadere.<ref name=M5p19/> Lo scontro costò la vita a nove marò<ref>Si trattava del c.c. Umberto Bardelli, del s.t.v. Salvatore Beccocci, del capo di 3ª cl. Francesco Redentino, del s.c. Ottavio Gianolli, e dei marò Gianni Biaghetti, Franco De Berardinis, Pietro Fiaschi, Giovanni Grosso, Armando Masi, Pietro Repetti.</ref> e numerosi feriti<ref>Alla salma di Bardelli alcuni partigiani, ma più probabilmente si trattava di abitanti del posto, strapparono due denti d'oro e altri due marò uccisi vennero rinvenuti lordati di letame.</ref> mentre 29 furono fatti prigionieri.<ref name=A7p8/> Perirono anche tre partigiani e un civile.<ref name=A7p8/> Il giorno successivo giunse ad Ozegna alla testa di un reparto il comandante Borghese che, nonostante le insistenze di alcuni sottoposti, impedì qualsiasi tipo di rappresaglia contro la popolazione. I funerali dei caduti furono celebrati a [[Ivrea]] il 14 luglio. Nei primi giorni dell'ottobre 1944, il battaglione "Barbarigo" mosse all'attacco dei partigiani attestati nella zona di Rimordono (Torino).<ref name=R8p92/> I marò sbaragliarono le formazioni avversarie, costringendo le bande a riparare in territorio francese.<ref name=R8p92/> La salma di Bardelli sarà poi seppellita nella tomba Duelli al Verano, assieme a molti dei suoi Marò, e quindi traslata il 16 giugno 2005 al [[Campo della Memoria]], divenuto Cimitero Militare, di [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] dove riposerà circondata dai Caduti del battaglione "Barbarigo".
 
Nel pomeriggio dell'8 luglio 1944, a Ozegna,<ref name=R8p92/> una frazione a sud di [[Cuorgnè]] ([[Torino]]), raggiunse alla testa di reparto motorizzato della Decima Mas la piazza del paese per discutere uno scambio di prigionieri.<ref name=R8p92/> Si trattava di una quarantina di Marò del Battaglione "Barbarigo" reduci dal fronte di Anzio, che iniziarono a parlamentare con il comandante dei partigiani Piero Urati. Dopo pochi minuti questi, pistola alla mano, intimò a Bardelli di gettare le armi e arrendersi, ma al rifiuto di Bardelli i partigiani di Urati aprirono il fuoco. Nonostante un tentativo di resistenza, i partigiani ebbero il sopravvento sui repubblichini, e Bardelli fu uno dei primi a cadere.<ref name=M5p19/> Lo scontro costò la vita a nove marò<ref group="N">Si trattava del c.c. Umberto Bardelli, del s.t.v. Salvatore Beccocci, del capo di 3ª cl. Francesco Redentino, del s.c. Ottavio Gianolli, e dei marò Gianni Biaghetti, Franco De Berardinis, Pietro Fiaschi, Giovanni Grosso, Armando Masi, e Pietro Repetti.</ref> e numerosi feriti<ref>Alla salma di Bardelli alcuni partigiani, ma più probabilmente si trattava di abitanti del posto, strapparono due denti d'oro e altri due marò uccisi vennero rinvenuti lordati di letame.</ref> mentre 29 furono fatti prigionieri.<ref name=A7p8/> Perirono anche tre partigiani e un civile.<ref name=A7p8/> Il giorno successivo giunse ad Ozegna alla testa di un reparto il comandante Borghese che, nonostante le insistenze di alcuni sottoposti, impedì qualsiasi tipo di rappresaglia contro la popolazione. I funerali dei caduti furono celebrati a [[Ivrea]] il 14 luglio. Nei primi giorni dell'ottobre 1944, il battaglioneBattaglione "Barbarigo" mosse all'attacco dei partigiani attestati nella zona di Rimordono[[Ribordone]] (Torino).<ref name=R8p92/> I marò sbaragliarono le formazioni avversarie, costringendo le bandecostringendole a riparare in territorio francese.<ref name=R8p92/> La salma di Bardelli saràè poistata seppellita nella tomba Duelli al Verano, assieme a molti dei suoi Marò,marò e quindi traslata il 16 giugno [[2005]] al [[Campo della Memoria]], divenuto Cimiterocimitero Militaremilitare, di [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] dove riposerà circondata dai Caduti del battaglione "Barbarigo".
Il governo della Repubblica Sociale Italiana conferì al Comandante Bardelli la [[Medaglia d’oro al valor militare]] alla memoria. Tale decorazione non è mai stata riconosciuta della Repubblica Italiana.
 
Il [[governo della Repubblica Sociale Italiana]] conferì al Comandantecomandante Bardelli la [[Medagliamedaglia d’orod'oro al valor militare]] alla memoria. TaleLe decorazionedecorazioni nondella èRSI mainon statasono riconosciutariconosciute delladalla Repubblica Italiana.
 
== Onorificenze ==
Riga 83 ⟶ 87:
|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|motivazione=''Direttore di macchina di sommergibili posamine, durante un’ardita missione svolta in prossimità di una base nemica e conclusa con la posa di uno sbarramento, coadiuvava con esemplare serenità d’animo, perizia e coraggio il suo Comandante, contribuendo efficacemente con la sua opera fattiva a sormontare gravi difficoltà causate da avarie del materiale. Mediterraneo Orientale, 7-22 ottobre 1940-XVIII.''.
|data= Determinazione del 10 febbraio 1941.
}}
Riga 90 ⟶ 94:
|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|motivazione=''Capo Servizio G.N. di Incrociatore leggero in una missione particolarmente rischiosa, assicurava con la propria opera competente ed esperta il felice esito della missione stessa. Attaccata l’unità di notte da motosiluranti nemiche, era di esempio agli inferiori, con coraggio e serenità, contribuendo così al vittorioso esito dell’azione, che portò all’annientamento di tre delle quattro unità attaccanti''.
|data=Determinazione del 17 agosto 1943.
}}
{{Onorificenze
|immagine=Croce di guerra al valor militare BAR.svg
|nome_onorificenza=croceCroce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|motivazione=''Direttore di macchina di sommergibile, partecipava a numerose missioni dando prova di costante combattività, spirito di sacrificio ed elevato sentimento del dovere.''.
|data=Determinazione del 13 giugno 1943.
}}
Riga 108 ⟶ 112:
}}
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare (Repubblica Sociale Italiana)
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = ''Ufficiale superiore di belle qualità e di provata esperienza, sorretto da uno slancio e da una fede senza limiti, tre volte decorato al valore; primo comandante del Barbarigo, che per sua travolgente iniziativa per primo si allineò con gli alleati germanici sulla testa di ponte di Nettuno, si recava volontariamente e coscientemente con le esigue forze in una zona notoriamente infestata da bande ribelli. Giunto nella piazzetta del paese di Ozegna cercò di esercitare opera di persuasione sugli sbandati deprecando la lotta fratricida voluta e sovvenzionata dall’oro dei nemici della Patria. Circondato a tradimento insieme ai suoi pochi uomini da forze preponderanti che gli intimavano la resa rispondeva con un netto rifiuto e fatto segno a violentissimo fuoco di armi automatiche postate agli sbocchi delle vie di accesso alla piazza si batteva con leonino furore incitando continuamente i pochi uomini di cui disponeva. Colpito una prima volta al braccio continuava a sparare con una mano sola, colpito una seconda volta ad una gamba continuava a far fuoco sino all’esaurimento delle munizioni. Nuovamente colpito cadeva falciato da una raffica al petto con il nome d’Italia sulle labbra. Fulgido esempio di eroismo, di altissimo senso dell’onore, di attaccamento al dovere e di dedizione completa alla Patria adorata. Ozegna, 8 luglio 1944.-XXII''.
|data = Non riconosciuta dal Regno d'Italia e dalla Repubblica Italiana
|data=
}}
 
==Note==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>
 
=== Fonti ===
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{cita libro|cognomeautore=[[Giorgio Giorgerini|nome=Giorgio]]|titolo=La guerra italiana sul mare|editore=Arnoldo Mondadori Editore|città=Milano|anno=2002|id= 978-8-80450-150-3|cid=Giorgerini 2002}}
* {{cita libro|cognomeautore=Giorgio Giorgerini|nome=Giorgio|titolo=Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi|editore=Arnoldo Mondadori Editore|città=Milano|anno=2002|id= 978-8-80450-537-2|cid=Giorgerini 2002}}
* {{cita libro|cognomeautore=Lombardi|nome=AndreaFranco Martinelli|titolo=Il”Breve comandantesogno". BardelliGli ultimi della Decima MAS. Storie di vita, 1943-1945|editore=EFFEPILiguori Editore|città=GenovaNapoli|anno=2005|id=8-82073-746-9|cid=Lombardi2005Martinelli 2005}}
* {{cita libro|cognomeautore=Martinelli|nome=Franco[[Sergio Nesi]]|titolo=”BreveOzegna, sogno". Gli ultimi della8 Decimaluglio MAS1944. StorieCronaca di vita,una inutile 1943-1945strage|editore=LiguoriLo EditoreScarabeo|città=NapoliBologna|anno=2005|id=8-82073-746-92014|cid=MartinelliNesi 20052014}}
* {{cita libro|cognomeautore=Nesi|nome=SergioGiuseppe Rocco|titolo=Ozegna,L'organizzazione 8militare lugliodella 1944.RSI: Cronacasul difinire unadella inutileseconda strageguerra mondiale|editore=LoGreco Scarabeo& Greco Editori|città=BolognaMilano|anno=20141998|isbn=88-7980-173-2|cid=NesiRocco 20141998}}
* {{cita libro|cognome=Rocco|nome=Giuseppe|titolo=L'organizzazione militare della RSI: sul finire della seconda guerra mondiale|editore=Greco & Greco Editori s.r.l.|città=Milano|anno=1998|isbn=88-7980-173-2|cid=Rocco 1998}}
 
=== ;Periodici ===
* {{cita pubblicazione |autore=[[Erminio Bagnasco,]]|autore2= Maurizio Brescia|data= |anno=2013|mese=novembre-dicembre|titolo=I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 1ª-Mediterraneo|rivista=Storia Militare Dossier|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Parma|numero=11|cid=Bagnasco, Brescia 2013}}
* {{cita pubblicazione |autore=Erminio Bagnasco, |autore2=Maurizio Brescia|data= |anno=2014|mese=gennaio-febbraio|titolo=I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 2ª-Oceani|rivista=Storia Militare Dossier|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Parma|numero=11|cid=Bagnasco, Brescia 2014}}
* {{cita pubblicazione |autore=|data= |anno=2007|mese=maggio-luglio|titolo=Difende la sua terra di bonifica e poi milita nel Btg. "Sagittario"|rivista=ACTA della Fondazione R.S.I.-Istituto Storico|editore=Fondazione della R.S.I.-Istituto Storico|città=Terranova Bracciolini|numero=63|paginepp=8-9|cid=ACTA n.63, maggio-luglio 2007}}
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Umberto Bardelli}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|guerra|marina|seconda guerra mondiale}}
 
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