Fulvio Setti: differenze tra le versioni
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|Nome = Fulvio Setti
|Immagine = Fulvio Setti MDM.png
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|Nazione_servita ={{ITA 1861-1946}}<Br>{{ITA}}
|Forza_armata =[[Regia Aeronautica]]<br/>[[Aeronautica Cobelligerante Italiana|Italian Co-belligerent Air Force]]
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{{Bio
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|GiornoMeseMorte = 19 marzo
|AnnoMorte = 1991
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|Attività3 = ostacolista
|Nazionalità = italiano
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[[File:Fulvio Setti atleta.png|thumb|Fulvio Setti atleta atleta presso la Fratellanza Modena, fu selezionato per le olimpiadi di Berlino nel 1936 cui però non partecipò.]]▼
[[File:Fulvio Setti al ritorno da una missione.png|thumb|Fulvio Setti il terzo da sinistra, al ritorno da una missione]]▼
▲Tenente pilota di complemento delle specialità [[Aereo da trasporto|trasporto]], partecipò alla [[seconda guerra mondiale]] distinguendosi particolarmente durante la [[campagna di Tunisia]], dove fu decorato di [[Medaglia d'oro al valor militare]] a vivente.<ref name=U9p264>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p. 264}}.</ref>
== Biografia ==
▲[[File:Fulvio Setti atleta.png|thumb|Fulvio Setti
Nacque a [[Modena]] il 16 febbraio [[1914]], figlio di Alberto di professione commerciante. Studente universitario alla Facoltà di [[economia e commercio]] dell'[[Università di Bologna]], iniziò a praticare l'[[atletica leggera]] nella specialità ostacoli.<ref name=V4p22/> Divenuto campione italiano fu indicato per partecipare alle [[Giochi della XI Olimpiade|Olimpiadi di Berlino]] del [[1936]], ma nel corso della selezione olimpica suo padre gli chiese fermamente di aiutarlo nell'attività di famiglia, ed egli simulò un infortunio muscolare, mantenendo il segreto con tutti<ref>Compresi tecnici, preparatori atletici e compagni di squadra.</ref> sul vero motivo del suo ritiro.<ref name=V4p22/> Pur non prendendo parte alle olimpiadi continuò l'attività sportiva in seno alla società sportiva "La Fratellanza" di Modena,<ref>In cui era entrato all'età di quattordici anni.</ref> partecipando a numerosi meeting internazionali. Durante un incontro [[Italia]]-[[Svizzera]] stabilì il suo record personale sui [[110 metri ostacoli]] in 15” e 6/10.<ref>Tale record è ancora citato nell'Albo d'oro della società sportiva "La Fratellanza" di Modena.</ref><ref name=V4p23>{{Cita|Viola 2014|p. 23}}.</ref>▼
▲[[File:Fulvio Setti al ritorno da una missione.png|thumb|Fulvio Setti il terzo da sinistra, al ritorno da una missione]]
Preso dalla passione per il volo, nel corso del [[1936]] conseguì il brevetto di [[Pilota (aviazione)|pilota civile]] presso l'[[Aero Club]] "Guido Colli"<ref>Conseguì il brevetto sotto la guida dell'istruttore Adolfo Lancellotti.</ref> della sua città natale.<ref name=V4p23/> Il conseguimento del brevetto gli permise di svolgere il [[Servizio militare|servizio militare di leva]] in seno alla [[Regia Aeronautica]]. Dopo l'addestramento iniziale presso la Scuola [[Bombardiere|Bombardamento]], situata sull'[[Aeroporto di Milano-Malpensa|aeroporto della Malpensa]], entrò a far parte, come [[pilota militare]], della [[47ª Squadriglia]] del [[18º Stormo|18º Stormo B. T.]]<ref name=V4p23/> inquadrato nella Divisione Bombardamento "Aquila" di [[Aviano]].<ref>Tale reparto era al comando del generale [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia duca d'Aosta]].</ref> Verso la fine del [[1938]] ritornò alla vita civile, dopo aver conseguito l'abilitazione al pilotaggio dei bombardieri [[Savoia-Marchetti SM.81|Savoia-Marchetti S.81 Pipistrello]], [[Piaggio P.32]] e [[CANT Z.1011]], riprendendo gli studi universitari, e conseguendo la laurea in economia e commercio nel [[1939]].<ref name=V4p23/> All'inizio del [[1940]] convolò a giuste nozze con la signorina Carla Bazzi, sua concittadina.<ref name=V4p23/>▼
▲Nacque a [[Modena]] il 16 febbraio
▲Preso dalla passione per il volo, nel corso del
=== La seconda guerra mondiale ===
Il 4 giugno 1940,<ref name=P6p4>{{Cita|Pellegrino 1996|p. 4}}.</ref> poco prima dell'entrata in [[Seconda guerra mondiale|guerra]] dell'Italia, avvenuta il giorno 10, lo [[Stato maggiore dell'Aeronautica Militare|stato maggiore]] della Regia Aeronautica istituì il [[Comando servizi aerei speciali|Comando Servizi Aerei Speciali]] (C.S.A.S.),<ref name=P6p5>{{Cita|Pellegrino 1996|p. 5}}.</ref> militarizzando<ref name=P6p4/> il personale navigante della varie compagnie aeree civili<ref group=N>Si trattava del personale delle compagnie aeree [[Ala Littoria]], [[Avio Linee Italiane]] e [[Linee Aeree Transcontinentali Italiane]].</ref> operanti sul territorio nazionale.<ref name=P6p4/> Nei primi mesi del [[1942]] egli fu richiamato in servizio attivo, assegnato al "Gruppo C" del Servizi Aerei Speciali, basato sull'[[Aeroporto di Roma-Urbe|aeroporto del Littorio]], a Roma-Urbe. Conseguì in poco tempo l'abilitazione al pilotaggio del [[Aereo da trasporto|velivolo da trasporto]] [[Savoia-Marchetti S.M.82|Savoia-Marchetti S.M.82 Marsupiale]], e con il grado di tenente pilota di complemento entrò a far parte della [[609ª Squadriglia]], [[146º Gruppo]], [[44º Stormo]].<ref name=V4p23/>
Nel corso del [[1942]], mentre trasportava un carico di munizioni pesanti, il suo aereo fu scoperto dalla caccia nemica, e nonostante il velivolo fosse stato colpito e duramente danneggiato, egli riuscì caparbiamente a farlo atterrare su una piccola pista che non era nemmeno segnata sulle carte, toccando il suolo a vista con la testa fuori dall'abitacolo per riuscire a vedere, perché il [[fumo]] e l'[[olio]] che fuoriusciva dal motore in fiamme gli impediva la visuale. Per tale azione gli fu assegnata la [[Medaglia d'argento al valor militare]].
Nell'autunno dello stesso anno<ref name=P6p8>{{Cita|Pellegrino 1996|p. 8
Il 5 maggio 1943 il suo aereo decollò dal campo di Finocchiara,<ref name=V4p24/> nei pressi di [[Base aerea di Gerbini|Gerbini]]<ref group=N>Paese nelle vicinanze di [[Catania]].</ref> trasportando un reparto di [[bersaglieri]]<ref group=N>Al comando del tenente Antonio Del Gizzi.</ref> dell'[[8º Reggimento bersaglieri|8º Reggimento]]. Insieme ad altri quattro velivoli, scortati da 16 [[Aereo da caccia|caccia]] [[Macchi M.C.202|Aermacchi C.202 Folgore]]<ref group=N>Appartenenti al [[151º Gruppo]] del [[53º Stormo|53º Stormo Caccia Terrestri]], e posti al comando del tenente Amedeo Guidi.</ref> la formazione italiana iniziò la traversata sul mare quando, circa a metà del percorso, fu intercettata da caccia [[Lockheed P-38 Lightning]] dell'[[United States Army Air Forces|U.S. Army Air Forces]]. Anche se contrastati duramente dai C.202, i P-38 abbatterono subito due S.M.82 che precipitarono in fiamme, mentre altri due, gravemente danneggiati, furono costretti ad ammarare. Rimasto solo, il suo aereo fu preso a bersaglio dagli aerei americani riportando gravi danni che lo costrinsero ad atterrare in emergenza sul litorale sabbioso tra [[Capo Bon]] e [[Cartagine]].<ref name=V4p24/>
Una volta a terra l'equipaggio iniziò immediatamente a riparare il velivolo, mentre egli si incamminò verso la sede del Comando Aeronautica della Tunisia per consegnare il rapporto di missione.<ref name=V4p25>{{Cita|Viola 2014|p. 25}}.</ref> Due giorni dopo, avuto un nuovo colloquio con il generale Boschi del Comando Aeronautica, ottenne il permesso di decollare verso [[Castelvetrano]], ma dovette, nel contempo, recuperare sull'aeroporto di El Alouina il tenente pilota Lino Rosci<ref group=N>Anch'egli appartenente allo stesso aeroconvoglio del S.A.S. di cui faceva parte l'aereo di Setti, e che era stato recuperato in mare dai mezzi di soccorso.</ref> per trasportarlo in Italia. Raggiunto fortunosamente l'aeroporto di El Alouina<ref group=N>Ormai assediato dalle [[US Army|truppe americane]], i cui [[Carro armato|carri armati]] avevano raggiunto la capitale [[Tunisi]].</ref> a bordo di un autocarro, insieme al suo secondo pilota Bizzotto, i due recuperano Rosci ma si resero conto che ogni via di fuga terrestre era oramai preclusa.<ref name=V4p25/> Dietro un [[hangar]] i tre aviatori scorsero, defilato, un bombardiere Savoia-Marchetti S.M.81 gravemente danneggiato, e destinato a fornire pezzi di ricambio. Con l'aiuto di un motorista presente sul posto riuscirono ad avviare i motori, ed egli, seduto su un bidone di [[benzina]] vuoto, messo al posto del seggiolino mancante, decollò per raggiungere in pochi minuti di volo il campo d'aviazione di Soliman.<ref name=V4p25/> Da qui si recò presso il suo velivolo, che era stato ulteriormente danneggiato dai caccia americani ormai padroni del cielo sopra la Tunisia, decollando immediatamente per raggiungere un campo di fortuna sul lago asciutto di Sidi Kedoni.<ref group=N>Tale campo d'aviazione era situato in una depressione geografica sita a ridosso della costa mediterranea.</ref>
Alla data dell'[[
Dopo aver militato nell'[[Aeronautica Cobelligerante Italiana|Italian Co-belligerent Air Force]] si congedò<ref group=N>Durante la seconda guerra mondiale era stato abbattuto tre volte, ed aveva compiuto 220 missioni di guerra.</ref> nel corso del [[1946]],<ref group=N>Si presentò a casa sei mesi dopo la fine della guerra, indossando una logora divisa e con la barba lunga.</ref> con il grado di tenente pilota, ritornando definitivamente alla vita civile per proseguire l'attività di famiglia. Fu iscritto successivamente nel ruolo d'onore con il grado di [[colonnello]] pilota. Ripreso l'impegno presso la Società sportiva "La Fratellanza Modena" ne ricoprì l'incarico di presidente per un certo periodo,<ref group=N>Contribuendo al suo funzionamento anche con soldi propri.</ref> diventando quindi presidente provinciale del [[CONI]].<ref group=N>Ricoprì tale incarico dal [[1950]] al [[1977]], ma fu anche presidente dell'Aeroclub di Modena, dell'Ente provinciale per il turismo e consigliere della Banca Popolare dell'Emilia-Romagna.</ref> Si spense a Modena il 19 marzo [[1991]].<ref name=V4p25/>
Nel [[1996]] gli fu intitolato il deposito dell'Aeronautica Militare di Modena. La sezione dell'[[Associazione arma aeronautica]] di [[Montese]] (MO) è stata intitolata alla ''M.O.V.M. Fulvio Setti''.
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|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione= ''Giovane ed abile pilota d’aeroplano ha compiuto intensa ed avventurosa attività di guerra. Comandante di una pattuglia di aerei da trasporto, dopo aver visto cadere in acqua tutti i suoi gregari, colpiti dalla caccia nemica, benché in difficili condizioni di volo per gravi avarie da colpi ricevuti, proseguiva il viaggio sul mare sotto la minaccia di nuovi attacchi, anziché atterrare in un’isola vicina. Impossibilitato a proseguire per arresto di un motore, con abile manovra prendeva terra su una spiaggia e si preoccupava subito del salvataggio dei compagni naufraghi, della consegna del carico, della riparazione del velivolo e dell’apprestamento del terreno per la partenza. Per tre giorni successivi lottava con indomabile energia contro l’avverso destino che sovrastava le nostre forze armate allo scopo di rimettere in efficienza il proprio velivolo e rifiutava di prendere posto assieme ad altri ufficiali piloti su di un aereo diretto in Patria. Riusciva poscia a sottrarsi alla cattura delle travolgenti forze nemiche e arrischiando gravi incidenti di volo si metteva al pilotaggio di un aereo in riparazione mancante di strumenti e di seggiolini mentre l’aviazione nemica sorvegliava costantemente e con bombe e mitraglia impediva ogni movimento sui nostri campi. Raggiunto il proprio velivolo nuovamente colpito ne effettuava risolutamente il trasporto di notte e senza l’ausilio di alcuna luce egli che non era addestrato al volo notturno. Portava così in salvo il proprio equipaggio e numerosi altri militari. Esempio d’inflessibile forza d’animo sorretta e guidata da indomabile coraggio. Cielo del Mediterraneo e della Tunisia, 5 - 6 - 7 - 8 maggio 1943''
|luogo=''Cielo del Mediterraneo e della Tunisia, 5 - 6 - 7 - 8 maggio 1943.''▼
|data=Decreto Legislativo 1 febbraio 1945<ref name=U9p264/><ref>Bollettino Ufficiale disp.7, pag.302, e Bollettino Ufficiale 1959, sup.7, pag.82.</ref>
}}
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|nome_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|luogo=
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{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|motivazione=''Capo equipaggio di velivolo plurimotore da trasporto, si prodigava per assicurare il continuo collegamento con la Madre Patria e le truppe operanti oltremare, partecipando a numerose missioni belliche diurne e notturne su rotte sorvegliate dalla caccia avversaria. Attaccato da aerei nemici, avuto l'apparecchio colpito nelle parti vitali e con principio d'incendio a bordo riusciva a salvarlo effettuando un perfetto atterraggio di fortuna mentre le sue armi contribuivano all'abbattimento di un velivolo avversario. Cielo dell'Africa Settentrionale e del Mediterraneo, 20 maggio 1942-28 febbraio 1943''.
|data=
}}
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== Note ==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>
=== Fonti ===
<references/>
== Bibliografia ==
*{{cita libro|
*{{cita libro|
*{{cita libro|
*{{cita libro|
* {{cita libro|autore=Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare|titolo=Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare |editore=Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare |città=Roma|anno=1969
*{{cita pubblicazione |autore=Adalberto Pellegrino|data= |anno=1996|mese=agosto|titolo=I Servizi Aerei Speciali|rivista=Storia Militare|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Parma|numero=35|pagine=4-12|cid=Pellegrino1996}}▼
;Periodici
*{{cita pubblicazione |autore=Giorgio Viola|data= |anno=2014|mese=aprile-maggio|titolo=Sotto ai Grandi Cieli. Fulvio Setti: l'oro dei servizi aerei speciali|rivista=Aerei nella Storia|editore=West-Ward Edizioni|città=Parma|numero=95|pagine=22-25|cid=Viola2014}}▼
▲*{{cita pubblicazione |autore=Adalberto Pellegrino
▲*{{cita pubblicazione
== Voci correlate ==
* [[Comando servizi aerei speciali]]
* [[Savoia-Marchetti S.M.82 Marsupiale]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Portale|atletica leggera|aviazione|biografie|seconda guerra mondiale}}
[[Categoria:Medaglie d'oro al valor militare]]
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