Vera Croce: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ita01 (discussione | contributi)
m correzioni ortografiche e spazi AWB
 
(332 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:Brosen icon constantine helena.jpg|thumb|Icona ortodossa bulgara di [[Costantino I]] ed [[Flavia Giulia Elena|Elena]] con la Vera croce.]]
'''Vera Croce''' è il nome dato alla [[croce]] sulla quale, secondo i [[Vangeli]], [[Gesù]] fu [[crocefissione|crocifisso]].
 
'''Vera Croce''' è il nome dato alla [[croce]] sulla quale [[Gesù]] fu [[Crocifissione di Gesù|crocifisso]]. La [[reliquia]] sarebbe stata ritrovata a [[Gerusalemme]] nell'anno 327-328 dalla madre dell'[[imperatore romano]] [[Costantino I]], [[Flavia Giulia Elena]].
Secondo la tradizione cristiana, la Vera Croce venne ritrovata a [[Gerusalemme]] nel [[IV secolo]] e ivi conservata fino al [[1187]], quando andò perduta. In diversi luoghi tuttavia si conservano dei frammenti che proverrebbero da essa.
 
Secondo la tradizione cristiana, la Vera Croce sarebbe stata in parte conservata a Gerusalemme, in parte a [[Costantinopoli]] e in parte a [[Roma]]. La reliquia di Gerusalemme vi rimase fino al [[1187]], quando se ne persero le tracce dopo la [[Assedio di Gerusalemme (1187)|conquista della Città Santa]] da parte del [[Saladino]]. In diversi luoghi esistono frammenti che si vorrebbe provengano da essa<ref>{{cita|Olmi 2015}}.</ref>.
==Storia==
[[Immagine:Konstantin & Helena.jpg|thumb|300px|[[Costantino I]], [[Elena (madre di Costantino)|Elena]] e la Vera Croce]]
 
== Data del ritrovamento ==
===La ricerca della Vera Croce===
[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] descrive nella sua ''Vita di Costantino'' [http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-01/Npnf2-01-29.htm#P7646_3165242] come il luogo del [[Santo Sepolcro]], in origine luogo di culto per la comunità cristiana di [[Gerusalemme]], fosse stato interrato e come vi fosse stato costruito sopra un tempio di Venere &mdash; sebbene Eusebio non dica molto altro, questo atto faceva probabilmente parte del progetto di ricostruzione di Gerusalemme col nome di [[Aelia Capitolina]] del [[135]] (ordinato da [[Adriano (imperatore)|Adriano]] in seguito alla distruzione della città a causa delle rivolte del [[70]] e della ribellione del [[132]]&ndash;[[135]] di [[Bar Kochba]]). In seguito alla sua conversione al [[Cristianesimo]], l'imperatore [[Costantino I]] ordinò, nel [[325]]&ndash;[[326]] circa, che il sito fosse riportato alla luce e incaricò san [[Macario di Gerusalemme|Macario]], vescovo di Gerusalemme, di far costruire una chiesa sul luogo. Tuttavia, nella sua opera, Eusebio non fa menzione del ritrovamento della Vera Croce.
 
Il racconto del ritrovamento deve essere successivo al [[337]], anno in cui [[Eusebio di Cesarea]] scrisse la ''Vita di Costantino'', dove racconta che Costantino I trovò il luogo della crocifissione e tomba di Gesù ed edificò il complesso della basilica del Santo Sepolcro, senza fare alcuna menzione della croce.<ref>{{cita|Eusebio|iii.26-28}}.</ref> In particolare Eusebio ricorda che gli scavi per la scoperta della tomba furono portati avanti da [[Macario di Gerusalemme]] per volere di Costantino, il quale aveva avuto un sogno premonitore (luglio 325);<ref>{{cita|Eusebio|iii.26.5}}.</ref> la chiesa fu dedicata nel settembre 335, ma ancora non vi è traccia della croce.<ref>{{cita|Eusebio|iv.43}}.</ref> Nel 340-345 un pellegrino di [[Bordeaux]], visitando Gerusalemme, afferma l'esistenza del complesso costruito da Costantino (una grande basilica, il ''martyrium'', un atrio chiuso da un triportico costruito attorno alla tradizionale roccia del Calvario, e una chiesa rotonda, ''anastasis'', che conteneva il sepolcro), ma non cita la croce.<ref>''Itinerarium Burdigalense'', 593-593.</ref>
[[Socrate Scolastico]] (nato nel [[380]] circa), nella sua ''Storia Ecclesiastica'', fornisce un resoconto del ritrovamento[http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-02/Npnf2-02-06.htm#P394_149362]. In esso si narra come [[Elena (madre di Costantino)|Elena]], l'anziana madre di Costantino, avesse fatto distruggere il tempio pagano e avesse riportato alla luce il Sepolcro, dove furono ritrovate tre croci e il [[Titulus crucis|titulus]] della [[crocifissione]] di [[Cristo]]. Nella versione di Socrate, Macario fece porre le tre croci, una per volta, sopra il corpo di una donna gravemente malata. La donna, miracolosamente, guarì perfettamente al tocco della terza croce, che venne identificata con l'autentica croce di Cristo. Socrate sostiene che fossero stati ritrovati anche i chiodi della crocefissione, e che Elena li avesse mandati a [[Costantinopoli]], dove furono incorporati nell'elmo dell'Imperatore e uno fu trasformato nel morso del proprio cavallo (questo morso sarebbe quello conservato nel [[Duomo di Milano]] a decine di metri d'altezza dal suolo.) Un altro chiodo dovrebbe circondare l'interno della [[Corona Ferrea]] oggi conservata nel Duomo di Monza.
 
Le ''Catechesi'' di [[Cirillo di Gerusalemme|Cirillo]], però, riferiscono della croce; essendo state scritte tra il 348 e il 350, permettono di datare la tradizione del ritrovamento ai primi [[anni 340]]. Ai tempi di Cirillo, infatti, frammenti della Croce erano già stati distribuiti in varie regioni del mondo cristiano.<ref>{{cita libro|lingua=en|Jan Willem|Drijvers|Helena Augusta: The Mother of Constantine the Great and her Finding of the True Cross|1992|Brill|Leiden & New York}}</ref><ref>{{cita|Mercuri}}.</ref>
[[Sozomeno]] (morto nel [[450]] circa), nella sua ''Storia Ecclesiastica'' [http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-02/Npnf2-02-20.htm#P3156_1288060], fornisce in pratica la stessa versione di Socrate. In più egli aggiunge che era stato detto (non specifica da chi) che il luogo del sepolcro era stato "rivelato da un ebreo che abitava ad est, e che aveva tratto questa informazione da certi documenti ereditati da suo padre" (lo stesso autore mette però in dubbio l'autenticità di questo aneddoto) e che un morto era stato resuscitato dal tocco della Croce. Versioni più tarde della vicenda, di tradizione popolare, sostengono che l'ebreo che aveva aiutato Elena si chiamasse Giuda, e che in seguito si fosse convertito al Cristianesimo e avesse preso il nome di Ciriaco.
 
== Racconti del ritrovamento ==
[[File:Agnolo Gaddi True Cross Detail 1380.jpg|thumb|left|upright|La ricerca della croce, [[Agnolo Gaddi]], Firenze, 1380.]]
 
[[Socrate Scolastico]] (nato nel [[380]] circa) fornisce un resoconto del ritrovamento nella sua ''Storia ecclesiastica''.<ref>[[Socrate Scolastico]], ''[[Storia ecclesiastica (Socrate Scolastico)|Storia ecclesiastica]]'', [http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf202.ii.iv.xvii.html xvii.]</ref> Narra come Elena, madre di Costantino I, avesse fatto distruggere il tempio pagano posto sopra al Sepolcro e, riportatolo alla luce, vi ritrovò tre croci e il ''Titulus crucis'' (il cartello posto sulla croce di [[Gesù]]). Secondo il racconto di Socrate, [[Macario di Gerusalemme|Macario]], vescovo di Gerusalemme, fece porre le tre croci una per volta sopra il corpo di una donna gravemente malata. La donna, miracolosamente, guarì perfettamente al tocco della terza croce, che venne identificata con l'autentica croce di Cristo. Socrate sostiene che fossero stati ritrovati anche i chiodi della crocefissione e che Elena li avesse mandati a [[Costantinopoli]], dove furono incorporati nell'elmo dell'imperatore e uno fu trasformato nel morso del proprio cavallo (questo morso sarebbe quello conservato prima nell'antica [[Basilica di Santa Tecla]] e, dopo la traslazione del [[1548]] voluta dal Vescovo [[Carlo da Forlì]], nel [[Duomo di Milano]], a decine di metri d'altezza dal suolo). Secondo una tradizione (contraddetta recentemente da un'analisi che ne ha rivelato la natura argentea<ref>{{Cita web|url=http://www.museoduomomonza.it/corona-ferrea/la-corona-come-oggetto/|titolo=La corona come opera d'arte|sito=Museo del Duomo - Monza|accesso=2023-10-02}}</ref>) un altro chiodo dovrebbe circondare l'interno della [[corona ferrea]], oggi conservata nel [[Duomo di Monza]].
 
[[Sozomeno]] (morto nel [[450]] circa), nella sua ''Storia ecclesiastica'',<ref>{{Cita web |lingua=en|url=http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-02/Npnf2-02-20.htm#P3156_1288060 |titolo=NPNF2-02. Socrates and Sozomenus Ecclesiastical Histories |accesso=6 luglio 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080518020255/http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-02/Npnf2-02-20.htm#P3156_1288060 |dataarchivio=18 maggio 2008 |urlmorto=sì }}</ref> fornisce in pratica la stessa versione di Socrate. In più egli aggiunge che era stato detto (non specifica da chi) che il luogo del sepolcro era stato « [...] rivelato da un ebreo che abitava ad est, e che aveva tratto questa informazione da certi documenti ereditati da suo padre» (lo stesso autore mette però in dubbio l'autenticità di questo aneddoto) e che un morto era stato resuscitato dal tocco della Croce. Versioni più tarde della vicenda, di tradizione popolare, sostengono che l'ebreo che aveva aiutato Elena si chiamasse Giuda, e che in seguito si fosse convertito al Cristianesimo e avesse preso il nome di Ciriaco.
 
[[Teodoreto di Cirro]] (morto intorno al [[457]]) riferisce quella che era divenuta la versione comune del ritrovamento della Vera Croce:
{{clear}}
{{quote|Quando l'imperatrice scorse il luogo in cui il Salvatore aveva sofferto, immediatamente ordinò che il tempio idolatra che lì era stato eretto fosse distrutto, e che fosse rimossa proprio quella terra sulla quale esso si ergeva. Quando la tomba, che era stata così a lungo celata, fu scoperta, furono viste tre croci accanto al sepolcro del Signore. Tutti ritennero certo che una di queste croci fosse quella di nostro Signore Gesù Cristo, e che le altre due fossero dei ladroni che erano stati crocifissi con Lui. Eppure non erano in grado di stabilire a quale delle tre il Corpo del Signore era stato portato vicino, e quale aveva ricevuto il fiotto del Suo prezioso Sangue. Ma il saggio e santo Macario, governatore della città, risolse questa questione nella seguente maniera. Fece sì che una signora di rango, che da lungo tempo soffriva per una malattia, fosse toccata da ognuna delle croci, con una sincera preghiera, e così riconobbe la virtù che risiedeva in quella del Signore. Poiché nel momento in cui questa croce fu portata accanto alla signora, essa scacciò la terribile malattia e la guarì completamente|[[Teodoreto di Cirro]], ''[[Storia ecclesiastica (Teodoreto di Cirro)|Storia ecclesiastica]]'', Capitolo XVII}}
 
{{Citazione|Quando l'imperatrice scorse il luogo in cui il Salvatore aveva sofferto, immediatamente ordinò che il tempio idolatra che lì era stato eretto fosse distrutto, e che fosse rimossa proprio quella terra sulla quale esso si ergeva. Quando la tomba, che era stata così a lungo celata, fu scoperta, furono viste tre croci accanto al sepolcro del Signore. Tutti ritennero certo che una di queste croci fosse quella di nostro Signore Gesù Cristo, e che le altre due fossero dei ladroni che erano stati crocifissi con Lui. Eppure non erano in grado di stabilire a quale delle tre il Corpo del Signore era stato portato vicino, e quale aveva ricevuto il fiotto del Suo prezioso Sangue. Ma il saggio e santo Macario, governatore della città, risolse questa questione nella seguente maniera. Fece sì che una signora di rango, che da lungo tempo soffriva per una malattia, fosse toccata da ognuna delle croci, con una sincera preghiera, e così riconobbe la virtù che risiedeva in quella del Signore. Poiché nel momento in cui questa croce fu portata accanto alla signora, essa scacciò la terribile malattia e la guarì completamente|[[Teodoreto di Cirro]], ''[[Storia ecclesiastica (Teodoreto di Cirro)|Storia ecclesiastica]]'', capitolo XVII}}
Con la Croce furono anche rinvenuti i [[Santi Chiodi]], che Elena portò via con sé a Costantinopoli. Secondo Teodoreto, «[Elena] fece trasportare parte della croce di nostro Signore a palazzo. Il resto fu chiuso in un rivestimento d'argento e affidato al vescovo della città, che fu da lei esortato a conservarlo con cura, affinché potesse essere tramandato intatto ai posteri».
 
Con la Croce furono anche rinvenuti i [[Sacri Chiodi]], che Elena portò via con sé a Costantinopoli. Secondo Teodoreto, «[Elena] fece trasportare parte della croce di nostro Signore a palazzo. Il resto fu chiuso in un rivestimento d'argento e affidato al vescovo della città, che fu da lei esortato a conservarlo con cura, affinché potesse essere tramandato intatto ai posteri».
Un'altra versione popolare di tradizione [[lingua siriaca|siriaca]] sostituisce Elena con una mitica imperatrice del [[I secolo]] di nome Protonike.
 
== Vicende della reliquia di Gerusalemme ==
Gli storici considerano questi racconti più o meno apocrifi. È certo, comunque, che la [[Chiesa del Santo Sepolcro]] era stata completata entro il [[335]] e che presunte reliquie della croce erano lì venerate già entro il [[340]], così come riportato nelle ''Catecheses'' di [[Cirillo di Gerusalemme]].
=== La conservazione e la venerazione ===
{{Vedi anche|Stauroteca}}
[[File:Konstantin & Helena.jpg|thumb|[[Costantino I]], [[Flavia Giulia Elena|Elena]] e la Vera Croce (icona albanese della seconda metà del XVI secolo).]]
Il reliquiario d'argento, custodito nella chiesa dal Vescovo di Gerusalemme, era mostrato periodicamente ai fedeli. Negli anni intorno al [[380]] una pellegrina cristiana di nome [[Egeria (pellegrina)|Egeria]], recatasi a Gerusalemme in [[pellegrinaggio]], descrisse la venerazione della Vera Croce in una lunga lettera, l'[[Peregrinatio Aetheriae|''Itinerarium Egeriae'']], che mandò alla sua comunità religiosa:
{{Citazione|Quindi una sedia viene posta per il vescovo sul Golgota dietro la Croce, che adesso è in piedi; il vescovo prende posto sulla sedia, e davanti a lui viene posta una tavola coperta di un panno di lino; i diaconi stanno in piedi attorno alla tavola, e vengono portati uno scrigno argentato in cui si trova il sacro legno della Croce e la [[Titulus crucis|condanna]], e posati sul tavolo. Lo scrigno viene aperto e [il legno] viene preso, e sia il legno che la condanna vengono posati sul tavolo. Ora, quando viene messo sul tavolo, il vescovo, sedendosi, mantiene con fermezza le estremità del sacro legno, mentre i diaconi fermi tutto attorno lo sorvegliano. Esso viene così sorvegliato perché è tradizione che le persone, sia i fedeli che i [[catecumeno|catecumeni]], vengano una alla volta, inginocchiandosi davanti al tavolo, per poi baciare il sacro legno e allontanarsi. E a causa di ciò, non so quando successe, si dice che qualcuno abbia morso e quindi rubato una scheggia del sacro legno, ed è quindi sorvegliato dai diaconi che stanno tutt'attorno, nel caso che uno di quelli che vengono dovesse tentare di farlo di nuovo. E quando le persone passano una ad una, tutte inchinandosi, toccano la Croce e la condanna, prima con la fronte e poi con gli occhi; poi baciano la Croce e passano, ma nessuno stende la mano per toccarla. Quando hanno baciato la Croce e si sono allontanati, un diacono regge l'anello di Salomone e il corno con cui venivano Consacrati i Re; baciano il corno e guardano l'anello;<ref>{{cita libro|lingua=en|altri=cura e traduzione di M.L. McClure e C. L. Feltoe|titolo=The Pilgrimage of Etheria|editore=Society for Promoting Christian Knowledge|città=London|anno=1919}}</ref>}}
 
A lungo in precedenza, ma forse non fino alla visita di Egeria, era possibile anche venerare la [[corona di spine]]. Dopo varie peripezie dovrebbe essere finita a [[Costantinopoli]], dove fu molto venerata ma alla fine fu data in pegno al re di Francia in cambio di una grande somma di denaro. Restò in Francia e, per la sua conservazione, è stata costruita la ''[[Sainte-Chapelle|Sainte Chapelle]]'', gioiello del gotico. A Gerusalemme si poteva venerare anche il palo a cui Cristo fu legato per la flagellazione e la [[Sacra Lancia]], che gli trafisse il fianco. Inutile ricordare che di molte [[reliquia|reliquie]] della Passione vi erano duplicati in mezzo mondo.
Molti storici dubitano che la croce ritrovata da Elena potesse veramente essere la croce di Cristo. I sospetti maggiori derivano dal fatto che la croce sia stata trovata alcuni secoli dopo la morte di Cristo, e proprio nell'istante in cui Elena era disposta a versare enormi somme per qualunque reliquia importante. È del tutto probabile che la "vera croce" (unica o meno) sia stata costruita nel IV secolo. Molti studi moderni (compresi alcuni di parte cattolica) non credono che Cristo sia stato crocifisso su una croce di forma e dimensioni tramandate dalla tradizione, proprio per il metodo con cui si svolgeva la [[crocefissione]].
 
Il poema in antico inglese ''[[The Dream of the Rood]]'' menziona il ritrovamento della Croce e l'inizio della venerazione delle sue reliquie.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.fordham.edu/halsall/source/angsax-chron1.html|titolo=Medieval Sourcebook: The Anglo-Saxon Chronicle on Alfred the Great|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070607005103/http://www.fordham.edu/halsall/source/angsax-chron1.html|dataarchivio=7 giugno 2007}}</ref>
===La conservazione delle reliquie===
Il reliquiario d'argento, custodito nella chiesa dal Vescovo di Gerusalemme, era mostrato periodicamente ai fedeli. Negli anni intorno al [[380]] una pellegrina cristiana di nome [[Egeria_(pellegrina)|Egeria]], recatasi a Gerusalemme in [[pellegrinaggio]], descrisse la venerazione della Vera Croce in una lunga lettera, l'''Itinerarium Egeriae'' che mandò alla sua comunità religiosa:
{{quote|Quindi una sedia viene posta per il vescovo sul Golgota dietro la Croce, che adesso è in piedi; il vescovo prende posto sulla sedia, e davanti a lui viene posta una tavola coperta di un panno di lino; i diaconi stanno in piedi attorno alla tavola, e vengono portati uno scrigno argentato in cui si trova il sacro legno della Croce e la [[Titulus crucis|condanna]], e posati sul tavolo. Lo scrigno viene aperto e [il legno] viene preso, e sia il legno che la condanna vengono posati sul tavolo. Ora, quando viene messo sul tavolo, il vescovo, sedendosi, mantiene con fermezza le estremità del sacro legno, mentre i diaconi fermi tutto attorno lo sorvegliano. Esso viene così sorvegliato perché è tradizione che le persone, sia i fedeli che i [[catecumeno|catecumeni]], vengano una alla volta, inginocchiandosi davanti al tavolo, per poi baciare il sacro legno e allontanarsi. E a causa di ciò, non so quando successe, si dice che qualcuno abbia morso e quindi rubato una scheggia del sacro legno, ed è quindi sorvegliato dai diaconi che stanno tutt'attorno, nel caso che uno di quelli che vengono dovesse tentare di farlo di nuovo. E quando le persone passano una ad una, tutte inchinandosi, toccano la Croce e la condanna, prima con la fronte e poi con gli occhi; poi baciano la Croce e passano, ma nessuno stende la mano per toccarla. Quando hanno baciato la Croce e si sono allontanati, un diacono regge l'anello di Salomone e il corno con cui venivano Consacrati i Re; baciano il corno e guardano l'anello;}}
 
Una leggenda medioevale (la [[Leggenda della Vera Croce]]) narra che essa fu costruita utilizzando l'[[Albero di Jesse]] (padre di re [[Davide]]), che è identificato con l'[[Albero della vita (Eden)|Albero della Vita]], che cresceva nel [[Giardino dell'Eden]].
A lungo in precedenza, ma forse non fino alla visita di Egeria, era possibile anche venerare la [[corona di spine]]. Dopo varie peripezie dovrebbe essere finita a [[Costantinopoli]], dove fu molto venerata ma alla fine fu data in pegno al re di Francia in cambio di una grande somma di denaro. Restò in Francia, e per la sua conservazione è stata costruita la ''Sainte Chapelle'', gioiello del gotico. A Gerusalemme si poteva venerare anche il palo a cui Cristo fu legato per la flagellazione, e la [[Sacra Lancia]], che gli trafisse il fianco. Inutile ricordare che di molte [[reliquia|reliquie]] della Passione vi erano duplicati in mezzo mondo.
 
=== Il trafugamento di Cosroe e la sua perdita sotto Saladino ===
Il poema in vecchio Inglese ''Dream of the Rood'' menziona il ritrovamento della Croce e l'inizio della venerazione delle sue reliquie.
[[File:5281-20080123-jerusalem-holy-sepulchre-treasure.jpg|thumb|[[Reliquia]] della Vera Croce presso la [[Basilica del Santo Sepolcro]] a [[Gerusalemme]]]]
Nel 614 il re dei re persiano, [[Cosroe II di Persia|Cosroe II]], dopo aver preso Gerusalemme, trafugò la Croce come trofeo e la portò nella sua capitale, [[Ctesifonte]]. Tredici anni dopo, nel 628, l'imperatore d'Oriente [[Eraclio I|Eraclio]] sconfisse Cosroe e recuperò la Croce, che portò prima a Costantinopoli e poi restituì a Gerusalemme.<ref>{{Cita libro|cognome = Treadgold|nome = Warren|titolo = A History of the Byzantine State and Society|url = https://archive.org/details/historyofbyzanti0000trea|anno = 1997|città = Stanford|pagine = 299|editore = Stanford University Press|isbn = 0-8047-2630-2|lingua=en}}</ref>
 
Attorno al 1009, i cristiani di Gerusalemme nascosero la Croce e tale rimase fino al suo nuovo ritrovamento, avvenuto durante la [[Prima crociata]], il 5 agosto 1099, ad opera di [[Arnolfo di Rœux|Arnolfo Malecorne]], primo [[Patriarca latino di Gerusalemme]], in un momento apparve opportuno che il morale dei guerrieri fosse tenuto alto. La reliquia scoperta da Arnolfo era un piccolo frammento di legno incastonato in una croce in oro.<ref>{{Cita libro|cognome=Runciman|nome=Steven|wkautore=Steven Runciman|titolo=A History of the Crusades|volume=vol. 1: ''The First Crusade and the Foundation of the Kingdom of Jerusalem''|città=Cambridge|editore=Cambridge University Press|anno=1951|p=294|isbn=0-521-34770-X|lingua=en}}</ref> Divenne la più sacra reliquia del [[regno di Gerusalemme]], e non fu soggetta ad alcuna delle controversie che avevano in precedenza caratterizzato la scoperta della Sacra Lancia ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]].
Una leggenda medioevale (la [[Leggenda della Vera Croce]]) narra che essa fu costruita utilizzando l'[[Albero di Jesse]] (padre di [[Davide (Bibbia)|Re David]]), che è identificato con l'[[Albero della Vita]] che cresceva nel [[Giardino dell'Eden]].
Fu conservata nella [[basilica del Santo Sepolcro]] sotto la protezione del patriarca latino, che la portava in marcia in testa all'esercito prima di ogni battaglia.
 
Fu portata anche sul campo della [[battaglia di Hattin]] nel [[1187]], ma l'esercito cristiano fu messo drammaticamente in rotta da [[Saladino]] e della Vera Croce si persero le tracce.<ref>{{Cita libro|cognome= Maalouf|nome= Amin|wkautore=Amin Maalouf|titolo=Le crociate viste dagli arabi|annooriginale=1983}}</ref> Probabilmente fu presa dai musulmani, tanto che nelle cronache islamiche si ricorda come Saladino ne rifiutasse la restituzione ai rappresentanti cristiani che gliela chiedevano, ricordando loro come Gesù fosse per l'[[Islam]] un grandissimo profeta, degno di essere ricordato.<ref>{{Cita libro
===Vicende successive===
|curatore1=Krijnie Ciggaar|curatore2=Herman Teule|titolo = East and West in the Crusader States. Context - Contacts - Confrontations. Acta of the Congress Held at Hernen Castle in May 1993 (Orientalia Lovaniensia Analecta)|anno= 1996|editore = Peeters Publishers|isbn = 90-429-1287-1|lingua=en}}</ref>
Nel 614 il [[sasanidi|sasanide]] [[Cosroe II di Persia|Cosroe II]] portò via la Croce come trofeo, quando prese Gerusalemme. Tredici anni dopo, nel 628, l'Imperatore d'Oriente [[Eraclio]] sconfisse Cosroe e recuperò la Croce, che portò prima a Costantinopoli e poi di nuovo a Gerusalemme.
 
== Frammenti della Vera Croce ==
Attorno al 1009, i Cristiani di Gerusalemme nascosero la Croce, che rimase nascosta fino al suo ritrovamento, avvenuto durante la [[Crociate|Prima Crociata]], il 5 agosto 1099 per mano di Arnulf Malecorne, primo [[patriarca di Gerusalemme|patriarca]] latino di Gerusalemme, in un momento in cui il morale aveva bisogno di essere tenuto alto. La Reliquia scoperta da Arnulf era un piccolo frammento di legno incastonato in una croce in oro. Divenne la più sacra reliquia del regno di Gerusalemme, e non fu soggetta a nessuna delle controversie che avevano seguito in precedenza la scoperta della Lancia ad [[Antiochia]]. Fu conservata nella [[Santo Sepolcro|Chiesa del Santo Sepolcro]] sotto la protezione del patriarca latino, che la portava in marcia alla testa dell'esercito prima di ogni battaglia.
Secondo la tradizione, già poco dopo il ritrovamento diversi frammenti vennero staccati dalle principali reliquie della Vera Croce e, dopo essere stati ulteriormente suddivisi, furono largamente distribuiti.
 
Quattro schegge della Croce - di dieci frammenti, con prove documentate degli imperatori bizantini, provenienti da chiese europee: [[Santa Croce in Gerusalemme]] a Roma, [[Cattedrale di Notre-Dame (Parigi)|Notre Dame de Paris]], il [[Duomo di Pisa]] e [[Santa Maria del Fiore]] - sono state analizzate al microscopio, concludendo con: «I pezzi vengono tutti da legno di olivo».<ref>{{cita libro|lingua=de|Wilhelm|Ziehr|Das Kreuz|1997|Wiss. Buchges|Stuttgart|p=63|isbn=3763023437}}</ref>
Fu portata anche sul campo della [[Battaglia di Hattin]] nel [[1187]], ma l'esercito cristiano fu messo in rotta dal [[Saladino]] e della Vera Croce si persero le tracce. Probabilmente fu presa dai musulmani, ma questi non si curarono di conservarla oppure la distrussero.
 
=== La distribuzione e la numerosità dei frammenti ===
==Frammenti della Vera Croce==
Nel 348, in una delle sue ''Catecheses'', [[Cirillo di Gerusalemme]] sostiene che "tutta la Terra è piena delle reliquie della Croce di Cristo",<ref name=CG >{{Cita web|lingua=en|url=http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-07/Npnf2-07-09.htm#P517_109153 |titolo=NPNF2-07. Cyril of Jerusalem, Gregory Nazianzen |accesso=6 luglio 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040912193824/http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-07/Npnf2-07-09.htm#P517_109153 |dataarchivio=12 settembre 2004 |urlmorto=sì }}</ref> e in un'altra «[...] il santo legno della Croce ci porta una testimonianza, visibile tra noi in questo giorno, e che da questo luogo adesso si è diffusa nel mondo intero, per mezzo di coloro che, nella loro fede, ne asportano dei pezzi».<ref name=CG /> Il resoconto di Egeria dimostra quanto queste reliquie della crocifissione fossero ritenute preziose. [[Giovanni Crisostomo]] riferisce che i frammenti della Vera Croce erano conservati in reliquiari d'oro, «che gli uomini con reverenza portavano sulla loro persona».<ref>{{cita libro|lingua=fr|Yvette|Duval|Loca sanctorum Africae: le culte des martyrs en Afrique du IV<sup>e</sup> au VII<sup>e</sup> siècle|collana=Collection de l'École française de Rome|volume=LVIII (2 voll.)|1982|École française de Rome|Rome|pp=331-337 e 351-353}}</ref>
Prima della scomparsa della Croce, diversi frammenti ne vennero staccati e largamente distribuiti.
 
A conferma della vasta estensione geografica della distribuzione delle reliquie sin dal primo ritrovamento si dice che un'iscrizione del [[359]], trovata a [[Tixter]], nei dintorni di [[Sétif]], in [[Mauretania]] (attualmente in [[Algeria]]), riportasse, in un elenco di reliquie, un frammento della Vera Croce, secondo una voce delle ''Roman Miscellanies'', X, 441.
Oggi il [[Monastero di Santo Toribio de Liébana]], in Spagna, ospita il più grande di questi pezzi, ed è una delle mete di [[pellegrinaggio]] più visitate dalla Chiesa Romana Cattolica.
 
Attorno all'anno [[455]], [[Giovenale di Gerusalemme]], [[Patriarchi di Gerusalemme|patriarca di Gerusalemme]] inviò a [[papa Leone I]] un frammento del "prezioso legno", secondo le "Lettere" di papa Leone. Una parte della Croce fu portata a Roma nel [[VII secolo]] da [[papa Sergio I]], che era di origine bizantina.
Nel 348, in una delle sue ''Catecheses'' Cirillo di Gerusalemme sostiene che "tutta la Terra è piena delle reliquie della Croce di Cristo" [http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-07/Npnf2-07-09.htm#P517_109153], e in un'altra "il santo legno della Croce ci porta una testimonianza, visibile tra noi in questo giorno, e che da questo luogo adesso si è diffusa nel mondo intero, per mezzo di coloro che, nella loro fede, ne asportano dei pezzi" [http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-07/Npnf2-07-15.htm#P1137_301431]. Il resoconto di Egeria dimostra quanto queste reliquie della crocifissione fossero ritenute preziose. [[San Giovanni Crisostomo]] riferisce che i frammenti della Vera Croce erano conservati in reliquiari d'oro, "che gli uomini con reverenza portavano sulla loro persona".
 
Ma la maggior parte delle reliquie più piccole arrivò in Europa da Costantinopoli, dopo che la città era stata aggredita e saccheggiata dai Veneziani del [[doge]] [[Andrea Dandolo|Enrico Dandolo]] durante la [[Quarta crociata]], nel [[1204]]:
Attorno all'anno [[455]], [[Giovenale di Gerusalemme]], [[Patriarca di Gerusalemme]] inviò a [[Papa Leone I]] un frammento del "prezioso legno", secondo le ''Lettere'' di Papa Leone. Una parte della Croce fu portata a Roma nel [[VII secolo]] da [[Papa Sergio I]], che era di origine Bizantina.
{{Citazione|Dopo la conquista della città di Costantinopoli fu trovata una ricchezza inestimabile, gioielli incredibilmente preziosi e anche una parte della Croce di Cristo, che Elena spostò da Gerusalemme e che fu decorata con oro e pietre preziose. In quel luogo era tenuta in somma ammirazione. Venne divisa dai presenti vescovi e spartita fra i cavalieri assieme alle altre reliquie preziose; in seguito, al ritorno in patria, fu donata a chiese e monasteri.|''[[Chronica regia Coloniensis]]'' - ''sub annorum'' 1238-1240, p. 203}}
 
Alla fine del Medioevo così tante chiese sostenevano di possedere un pezzo della Vera Croce, che [[Giovanni Calvino]] in aperta polemica contro la Chiesa cattolica e riprendendo di fatto quanto già osservato da Cirillo di Gerusalemme, affermò sarcasticamente che tutte queste supposte reliquie avrebbero potuto riempire una nave:
Si dice che un'iscrizione del [[359]], trovata a Tixter, nei dintorni di Sétif, in [[Mauritania]], riportasse, in un elenco di reliquie, un frammento della Vera Croce, secondo una voce delle ''Roman Miscellanies'', X, 441.
{{Citazione|Non c'è un'abbazia così povera da non averne un esemplare [di reliquia della Croce]. In alcuni luoghi se ne trovano grossi frammenti, come nella [[Sainte-Chapelle|Santa Cappella]] a Parigi, a [[Poitiers]], e a Roma, dove si dice che ne sia stato ricavato un crocifisso di discrete dimensioni. In breve, se tutti i pezzi ritrovati fossero raccolti, formerebbero un grande carico di nave. Tuttavia i Vangeli mostrano che poteva essere trasportata da un solo uomo.|Giovanni Calvino, ''Traité Des Reliques.''}}
Tuttavia, anche se la frase di Calvino è tuttora presa alla lettera da molti commentatori, e anche se è chiaro che molti dei pezzi esistenti della Vera Croce siano contraffazioni create dai mercanti viaggiatori durante il Medioevo, l'affermazione non è corretta. Infatti, nel [[1870]] Rohault de Fleury, nel suo libro ''Mémoire sur les instruments de la Passion'' ("Memorie sugli strumenti della Passione"), stese un catalogo di tutte le reliquie conosciute della Vera Croce, sostenendo che, al contrario di quanto affermato da altri autori, i presunti frammenti della Croce, raccolti insieme, ammonterebbero al volume di soli 0,004 metri cubi, cioè 4 dm cubi corrispondenti ad un volume di appena 4 litri. Rohault calcolò, supponendo che la Croce fosse stata di legno di pino (in base alle sue analisi al microscopio dei campioni) e assegnandole un peso complessivo di circa settantacinque chilogrammi, possiamo calcolare che il volume originale della croce dovesse essere di 0,178 metri cubi. Resta quindi un volume di 0,174 metri cubi di legno ancora dispersi, distrutti o non conteggiati, il che induce anche a pensare che ad Hattin sia andata perduta quasi l'intera croce. In effetti non abbiamo informazioni credibili sulla struttura della croce, che di solito non era in un pezzo unico, ma costituita da un palo (fisso) e da un'asse (mobile) a volte costituita dal chiavistello di una porta; quindi il volume stimato da Rohault potrebbe essere errato. Questa incertezza deriva dal fatto che abbiamo un'idea insufficiente sulle dimensioni e volume degli strumenti per la [[crocefissione]] in epoca romana. In ogni caso 0,004 metri cubi, pari a un cubo di circa 16&nbsp;cm di lato, oppure a un palo lungo un metro e del diametro di soli 7&nbsp;cm circa, sono certamente molto meno del volume che la croce poteva avere.
 
La quantità di legno della croce presente nell'antichità impressionava comunque anche i credenti, e coloro che credevano all'autenticità della reliquia davano diverse spiegazioni. Ad esempio [[Paolino di Nola|san Paolino]] invoca il miracolo della "reintegrazione delle croce": ovvero, per quanti pezzi e schegge se ne possano togliere, la Vera Croce resta sempre integra.<ref>{{en}} ''[[The Catholic Encyclopedia]]'', vol. 4, p. 524.</ref>
Ma la maggior parte delle reliquie più piccole arrivò in Europa da Costantinopoli. La città fu presa e saccheggiata durante la [[Quarta Crociata]], nel [[1204]]:
{{quote|Dopo la conquista della città d Costantinopoli fu trovata una ricchezza inestimabile, gioielli incredibilmente preziosi e anche una parte della Croce del Signore, che Elena spostò da Gerusalemme e che fu decorata con oro e pietre preziose. In quel luogo era tenuta in somma ammirazione. Venne scolpita dai presenti vescovi e divisa fra i cavalieri assieme alle altre reliquie preziose; in seguito, al ritorno in patria, fu donata a chiese e monasteri.|Chronica regia Coloniensis - sub annorum 1238 - 1240. pagina 203}}
 
=== Principali frammenti ===
Alla fine del Medioevo così tante chiese sostenevano di possedere un pezzo della Vera Croce, che [[Giovanni Calvino]] affermò ironicamente che tutte queste supposte reliquie avrebbero potuto riempire una nave:
{{NN|Cristianesimo|maggio 2023}}
{{quote|Non c'è un'abbazia così povera da non averne un esemplare [di reliquia della Croce]. In alcuni luoghi se ne trovano grossi frammenti, come nella Santa Cappella, a Parigi, a Polictiers, e a Roma, dove si dice che ne sia stato ricavato un crocifisso di discrete dimensioni. In breve, se tutti i pezzi ritrovati fossero raccolti, formerebbero un grande carico di nave. Tuttavia i Vangeli mostrano che poteva essere trasportata da un solo uomo.|Giovanni Calvino, ''Traité Des Reliques.''}}
Oggi il [[Monastero di Santo Toribio de Liébana]], in Spagna, ospita il più grande di questi pezzi. Un altro dei maggiori frammenti della Vera Croce si trova presso l'[[abbazia di Nonantola]] ed è visibile oggi presso il [[Museo diocesano d'arte sacra e benedettino]] dell'abbazia, nella sezione del [[Abbazia di Nonantola#Il sacro tesoro dell'abbazia|tesoro abbaziale]]. Nella costruzione del reliquiario contenente il suddetto frammento, alcune schegge e ritagli furono donati dal cardinale [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]] iuniore al suo segretario, originario di [[Mola di Bari]], mons. Giacomo Teutonico. Costui le consegnò a suo fratello Giuseppe che, infine, le cedette a suo nipote, don Nicola Teutonico. Don Nicola donò le reliquie a persone illustri di sua conoscenza di varie parti d'Italia ([[Milano]], [[Fermo (Italia)|Fermo]], [[Alessano]], [[Rutigliano]]). Il Teutonico donò a [[Mola di Bari]], suo paese d'origine, due pezzetti della Sacra Croce e da lì il culto si diffuse in tutta la regione.
 
In [[Puglia]] il culto delle reliquie della Vera Croce è collegato ai riti del [[Triduo pasquale|Triduo Pasquale]]: nei paesi in cui si conserva una presunta scheggia della Croce, in genere essa viene portata in processione durante [[Giovedì Santo|Giovedì]] o [[Venerdì Santo]]. Tali reliquie vengono conservate in reliquiari di metalli preziosi e cristallo
È probabile che molti dei pezzi esistenti della Vera Croce siano delle contraffazioni, create dai mercanti viaggiatori durante il Medioevo, periodo in cui esisteva un grande commercio di reliquie e manufatti.
 
====Frammenti in Puglia ====
Tuttavia nel [[1870]] Rohault de Fleury, nel suo libro ''Mémoire sur les instruments de la Passion'' (Memorie sugli strumenti della Passione), stese un catalogo di tutte le reliquie conosciute della Vera Croce, dimostrando che, al contrario di quanto affermato da altri autori, i frammenti della Croce, raccolti insieme, ammontano al volume di soli 0.004 metri cubici.
Rohault calcolò: supponendo che la Croce fosse stata di legno di pino (in base alle sue analisi al microscopio dei campioni) e assegnandole un peso di circa settantacinque chilogrammi, possiamo calcolare il volume originale della croce essere 0.178 metri cubici. Resta quindi un volume di 0.174 metri cubici di legno ancora dispersi, distrutti o non conteggiati. In effetti non abbiamo informazioni credibili sulla struttura della croce, che di solito non era in un pezzo unico, ma costituita da un palo (fisso) e da un'asse (mobile) a volte costituita dal chiavistello di una porta; quindi il volume stimato da Rohault potrebbe essere errato. Questa incertezza deriva dal fatto che abbiamo un'idea insufficiente sulle dimensioni e volume degli strumenti per la [[crocefissione]] in epoca romana. In ogni caso 0.004 metri cubici, pari a un cubo di circa 16 cm di lato, oppure a un palo lungo un metro e del diametro di soli 7 cm circa, sono certamente molto meno del volume che la croce poteva avere.
 
In [[Puglia]] il culto delle reliquie della Vera Croce è collegato ai riti del [[Triduo pasquale|Triduo Pasquale]]: nei paesi in cui si conserva una presunta scheggia della Croce, in genere essa viene portata in processione durante [[Giovedì Santo|Giovedì]] o [[Venerdì Santo]]. Tali reliquie vengono conservate in reliquiari di metalli preziosi e cristallo.
La quantità di legno della croce presente nell'antichità impressionava comunque anche i credenti, e coloro che credevano all'autenticità della reliquia, e se ne davano diverse spiegazioni. Ad esempio Paolino invoca il miracolo della "reintegrazione delle croce": ovvero, per quanti pezzi e schegge se ne possano togliere, la Vera Croce resta sempre integra. [The Catholic Encyclopaedia, Vol. 4, p. 524]
 
In provincia di Bari, le reliquie si trovano a [[Gravina in Puglia]], [[Mola di Bari]], [[Ruvo di Puglia]], [[Conversano]], [[Rutigliano]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Alberobello]], [[Monopoli (Italia)|Monopoli]], [[Triggiano]], [[Bitritto]], [[Modugno (Italia)|Modugno]], [[Adelfia]], [[Valenzano]], [[Bitonto]] e nei quartieri di Bari Santo Spirito, [[Carbonara di Bari]] e [[Ceglie del Campo]]. Nel Salento è celebre, tra le altre, la reliquia di [[Gallipoli]]; in provincia di [[Foggia]] si trova quella di [[Monte Sant'Angelo]], donata da [[Federico II di Svevia|Federico II]] nel [[1228]] e conservata nel tesoro del Santuario in un reliquiario in cristallo di rocca <ref>{{Cita web|url=https://www.santuariosanmichele.it/lorigine-del-santuario/|titolo=L'origine del Santuario}}</ref>.
 
==== Frammenti in altre regioni<ref>{{Cita libro|titolo=Vera Cruz}}</ref> ====
Quattro schegge della Croce - di dieci frammenti con prove documentate degli Imperatori Bizantini - provenienti da chiese Europee: [[Santa Croce in Gerusalemme]] a Roma, [[Notre Dame de Paris]], il [[Duomo di Pisa]] e [[Santa Maria del Fiore]] - sono stati analizzati al microscopio. "I pezzi vengono tutti da legno di olivo" (William Ziehr, ''La Croce'', Stoccarda 1997, p.63)
Altre schegge sono conservate in varie parrocchie in Italia.
<!--attenzione: copyright di Michael Hesemann-->
 
A [[Ottaviano]] presso la chiesa collegiata di San Michele Arcangelo è conservata, insieme ai documenti attestanti l'autenticità, una reliquia della Santa Croce, portata in processione il 3 maggio per le vie della città.
==Venerazione della Croce==
[[San Giovanni Crisostomo]] ha scritto delle omelie sulla Croce:
{{quote|I Re togliendosi il diadema prendono le croci, il simbolo della morte del loro salvatore; sulla porpora, la croce; nelle loro preghiere, la croce; sul sacro altare, la croce; in tutto l'universo, la croce. La croce risplende più chiara del sole.}}
 
A [[Padova]], nella cappella delle reliquie della [[Basilica di Sant'Antonio di Padova|Basilica del Santo]]
La [[Chiesa Cattolica]], molti gruppi [[Protestantesimo|Protestanti]] (spesso quelli di origine [[Anglicanesimo|Anglicana]]), e gli [[Chiesa Ortodossa|Ortodossi]] celebrano la festa dell'[[Esaltazione della Santa Croce]], il [[14 settembre]], anniversario della consacrazione della Chiesa del Santo Sepolcro.
Nei secoli successivi queste festività inclusero anche la commemorazione del recupero della Vera Croce dalle mani dei [[Persiani]], nel [[628]]. Nell'usanza Gallese, a partire dal VII secolo, la Festa della Croce si teneva il [[3 maggio]]. Secondo l'Enciclopedia Cattolica, quando le pratiche Gallesi e Romane si combinarono, la data di settembre assunse il nome ufficiale di ''Trionfo della Croce'' nel [[1963]], ed era usato per commemorare la conquista della Croce dai Persiani, e la data in maggio fu mantenuta come ''ritrovamento della Santa Croce''. In Occidente ci si riferisce spesso al 14 settembre come al [[Giorno della Santa Croce]]; La festività in maggio è stata rimossa dal calendario liturgico dal [[Concilio Vaticano Secondo]] nel [[1970]]. Gli Ortodossi commemorano ancora entrambi gli eventi il 14 settembre, una delle dodici Grandi Festività dell'[[anno liturgico]], e il [[1 agosto|primo agosto]] festeggiano la ''Processione del Venerabile Legno della Croce'', il giorno in cui le reliquie della Vera Croce furono trasportate per le strade di Costantinopoli per benedire la città.
 
A [[Venezia]], nella basilica di [[Basilica di Santa Maria della Salute|Santa Maria della Salute]], è conservato un reliquiario con due piccoli frammenti della vera croce
In aggiunta alle celebrazioni nei giorni fissi, ci sono alcuni giorni delle [[festa mobile|festività mobili]] in cui viene festeggiato la Croce. La Chiesa Romana Cattolica compie la formale adorazione della Croce durante gli uffici del [[Venerdì Santo]], mentre gli Ortodossi celebrano un'ulteriore venerazione della Croce la terza Domenica della ''Grande quaresima''. In tutte le chiese Greco-Ortodosse, durante il [[Giovedì Santo]], una copia della Croce viene protata in processione affinché la gente la possa venerare.
 
A [[Pisa]], nel [[Duomo di Pisa|Duomo]]
==Film e libri==
Nel film [[Le crociate (film)|Le crociate]] l'esercito cristiano porta la croce in battaglia. Dopo la [[battaglia di Hattin]], essa giace abbandonata sul campo circondata da cadaveri.
 
A [[Monterosso Calabro]], è conservato un piccolo frammento della Croce, posto in un antico reliquiario raffigurante i simboli della passione.
Nel libro di [[Matilde Asensi]] "[[L'ultimo Catone]]", la storia è totalmente incentrata sul ritrovamento delle Sacre Reliquie (le schegge della vera Croce di Cristo).
 
A [[Cosenza]] nella famosa [[stauroteca]] donata da Federico II è custodito un frammento della Vera Croce.
*Jean-Luc Deuffic (ed.), ''Reliques et sainteté dans l'espace médiéval'', Pecia 8/11, 2005 [http://perso.orange.fr/pecia/Revue%208-11%20bis.htm]
 
La parrocchia di [[Civitella Casanova]] possiede, accuratamente riposte in un reliquiario d'argento, delle reliquie attribuite alla Croce di Cristo. A Petroro, vicino a [[Todi]], è conservata nel castello di Petroro, attuale abbazia ortodossa di San Martino, un frammento portato dai Templari nel secolo XI.
==Voci correlate==
 
A [[Chiaramonte Gulfi]] si conservano due frammenti del legno della vera croce: uno custodito nella chiesa di San Vito in un prezioso reliquiario in filigrana di argento e l'altro nella chiesa commendale del S.M.O.M. di San Giovanni Battista custodito in un reliquiario di argento, insieme ad altre reliquie, e accompagnata da un documento che ne afferma l'autenticità.
 
A [[Gerace]] si conserva un piccolissimo frammento della croce in un grande reliquario contenente 100 tessuti dei santi.
 
A [[Rio San Martino]], dove nella chiesa di san Martino di Tours si conservano due minuscoli frammenti della Vera Croce.
 
In cinque chiese e oratori di [[Castel Goffredo]] (MN) si conservano alcuni [[reliquiario|reliquiari]] contenenti dodici frammenti.<ref>{{cita|Tabai e Bocchi}}.</ref><ref>{{cita news|autore=L. C.|url=https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2023/05/09/news/castel_goffredo_e_la_croce_dodici_le_schegge_conservate_nelle_chiese-12795992/?ref=GAMA-M9-S2-T1|titolo=Castel Goffredo e la Croce, dodici le schegge conservate nelle chiese|pubblicazione=[[Gazzetta di Mantova]]|data=9 maggio 2023|accesso=26 febbraio 2024}}</ref>
 
== Venerazione della Croce nella liturgia ==
[[File:Accademia - Procession in piazza San Marco by Gentile Bellini.jpg|thumb|upright=1.6|Una delle reliquie della Vera Croce portata in processione a Venezia. [[Gentile Bellini]] XV secolo]]
{{vedi anche|Esaltazione della Santa Croce}}
[[Giovanni Crisostomo]] ha scritto delle omelie sulla Croce:
{{Citazione|I Re togliendosi il diadema prendono le croci, il simbolo della morte del loro salvatore; sulla porpora, la croce; nelle loro preghiere, la croce; sul sacro altare, la croce; in tutto l'universo, la croce. La croce risplende più chiara del sole.}}
 
La [[Chiesa cattolica]], molti gruppi [[Protestantesimo|protestanti]] (spesso quelli di origine [[Anglicanesimo|anglicana]]), e gli [[Chiesa ortodossa|ortodossi]] celebrano la festa dell'[[Esaltazione della Santa Croce]], il 14 settembre, anniversario della consacrazione della chiesa del Santo Sepolcro.
Nei secoli successivi queste festività inclusero anche la commemorazione del recupero della Vera Croce dalle mani dei [[Persiani]], nel [[628]].
Nel [[rito gallicano]] (diffuso anche in [[Sicilia]], [[Toscana]] e in [[Italia]], soprattutto del Nord), a partire dal [[VII secolo]], la festa della Croce si teneva il 3 maggio.
Secondo l'[[Enciclopedia cattolica|Enciclopedia Cattolica]], quando il [[rito gallicano]] e romano si combinarono, la data di settembre assunse il nome ufficiale di ''Esaltazione della Santa Croce'' nel [[1963]] ed era usato per commemorare la conquista della Croce ai Persiani, e la data in maggio fu mantenuta come "Invenzione della Santa Croce". In Occidente ci si riferisce spesso al 14 settembre come al [[Giorno della Santa Croce]].
Gli Ortodossi commemorano ancora entrambi gli eventi il 14 settembre, una delle dodici grandi festività dell'[[anno liturgico nella Chiesa ortodossa]], e il 1º agosto festeggiano la "Processione del venerabile Legno della Croce", il giorno in cui le reliquie della Vera Croce furono trasportate per le strade di Costantinopoli per benedire la città.<ref name="OCA">{{cita web|lingua=en| titolo=Procession of the Honorable Wood of the Life-Giving Cross of the Lord| url=http://ocafs.oca.org/FeastSaintsViewer.asp?SID=4&ID=1&FSID=102161|editore=Orthodox Church in America| accesso=21 marzo 2012}}</ref>
 
[[Papa Giovanni XXIII]], con [[motu proprio]] del 25 luglio [[1960]] che approvava la riforma delle rubriche del messale e del breviario, rimosse dal 1º gennaio 1961 la festa di maggio dal [[anno liturgico nella Chiesa cattolica|calendario]] del [[rito romano]]<ref>{{Cita pubblicazione
|titolo = Litterae apostolicae motu proprio datae novum rubricarum Breviarii et Missalis Romani corpus approbatur
|autore =
|curatore =
|wkautore =
|rivista = Acta Apostolicae sedis
|supplementodi =
|volume = LII
|numero = 10
|editore =
|città =
|data = 15 Augusti 1960
|anno =
|mese =
|p =
|pp = 593-595
|lingua = la
|ISSN =
|doi =
|PMID =
|id =
|cid =
|url = https://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-52-1960-ocr.pdf
|formato =
|accesso = 3 maggio 2024
|abstract =
|urlarchivio =
|dataarchivio =
|urlmorto =
|postscript =
}}{{Cita pubblicazione
|titolo = Rubricae Breviarii et Missalis Romani
|autore =
|curatore =
|wkautore =
|rivista = Acta Apostolicae sedis
|supplementodi =
|volume = LII
|numero = 10
|editore =
|città =
|data = 15 Augusti 1960
|anno =
|mese =
|p = 707
|pp =
|lingua = la
|ISSN =
|doi =
|PMID =
|id =
|cid =
|url = https://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-52-1960-ocr.pdf
|formato =
|accesso = 3 maggio 2024
|abstract =
|urlarchivio =
|dataarchivio =
|urlmorto =
|postscript =
}}</ref>, perché fu considerata un doppione della festa di settembre. Essa sopravvive comunque in alcune località toscane ([[Casciana Terme]]), siciliane ([[Geraci Siculo|Geraci]] e [[Castelbuono]]) e Lombarde ([[Busto Garolfo]]).
 
In aggiunta alle celebrazioni nei giorni fissi, ci sono alcuni giorni delle [[festa mobile|feste mobili]] in cui viene festeggiata la Croce. La Chiesa cattolica compie la formale adorazione della Croce durante gli uffici del [[Venerdì Santo]]<ref>Il significato liturgico di questa cerimonia è spiegato dall'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice con queste parole: "Perciò prostrandoci davanti al sacro legno, è al Signore che ci rivolgiamo: «Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo!»." {{cita web|url=https://it.zenit.org/2010/03/24/il-sacerdote-nella-celebrazione-del-triduo-pasquale/|autore=Nicola Bux|titolo=Il sacerdote nella celebrazione del Triduo Pasquale|data=24 marzo 2010|accesso=26 febbraio 2024|postscript=nessuno}}</ref>, mentre gli Ortodossi celebrano un'ulteriore venerazione della Croce la terza Domenica della "Grande quaresima". In tutte le chiese greco-ortodosse, durante il [[Giovedì santo]], una copia della Croce viene portata in processione.
 
== Nell'arte ==
[[Piero della Francesca]] affrescò la basilica di San Francesco ad Arezzo con gli episodi delle ''[[Storie della Vera Croce]]''.
 
Un ciclo affrescato delle ''Storie della Vera Croce'', tratto dalla ''[[Legenda aurea]]'' di [[Jacopo da Varazze]], si trova in una nicchia del campanile della [[Chiesa di San Nicola (Lanciano)|chiesa di San Nicola]] di [[Lanciano]]; il ciclo risale al [[XIII secolo]] e fu scoperto negli [[anni 1990|anni '90]]. Un altro ciclo affrescato con le ''Storie della Croce'' si trova a Milano nella [https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00156/ chiesa di S. Antonio Abate].
 
== Nella cultura di massa ==
* Nel film ''[[Le crociate - Kingdom of Heaven|Le crociate]]'' l'esercito cristiano porta la croce in battaglia, ma dopo la [[battaglia di Hattin]], essa giace abbandonata sul campo circondata da cadaveri.
* Nel romanzo del [[2001]] di [[Matilde Asensi]] ''[[L'ultimo Catone]]'', la storia è totalmente incentrata sul ritrovamento delle Sacre Reliquie (le schegge della vera Croce di Cristo).
* Il romanzo del [[1947]] ''[[L'albero della vita (De Wohl)|L'albero della vita]]'' di [[Louis de Wohl]] narra il ritrovamento della Vera Croce da parte di sant'Elena.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
;Fonti antiche
* {{cita libro|autore=[[Eusebio di Cesarea]]|titolo=Vita di Costantino|cid=Eusebio}}
 
;Fonti moderne
* {{cita libro|lingua=fr|curatore=Jean-Luc Deuffic|titolo=Reliques et sainteté dans l'espace médiéval|collana=Pecia|numero=8/11|editore=Brépol|anno=2005}} [http://www.persee.fr/doc/rbph_0035-0818_2007_num_85_3_5109_t1_0893_0000_1 Recensione di Hérold Pettiau.]
* {{cita libro|Chiara|Mercuri|La Vera Croce. Storia e leggenda dal Golgota a Roma|2014|Laterza|Roma-Bari|isbn=8858123867|cid=Mercuri}}
* {{cita news|Massimo Olmi| |Sulle tracce della croce di Cristo|Frammenti|numero=15|anno=2011}}
* {{cita libro|Massimo|Olmi|Indagine sulla croce di Cristo|2015|Lindau|isbn=8867370502|cid=Olmi 2015|url=https://books.google.it/books?id=CCYxCwAAQBAJ&pg=PT7&lpg=PT7&dq=massimo+olmi+croce&source=bl&ots=CzVhCXoED_&sig=OMZxZ4q8meQ_vLb0YXfgiyxvxHY&hl=it&sa=X&sqi=2&ved=0ahUKEwjjo52B3ZjLAhXIbRQKHS8nDwQQ6AEITzAN#v=onepage&q=massimo%20olmi%20croce&f=false|accesso=26 febbraio 2024}}
* {{cita news|Massimo Olmi| |Titulus Crucis|Fenix|numero=97|2016}}
* {{cita news|Massimo Olmi| |La croce del buon ladrone|Fenix|numero=104|giugno 2017}}
* {{cita libro|||Una croce, una madre e un figlio : la gioia del ritrovamento, la forza di un segno amaro a Castel Goffredo : 313-2013 anniversario dell'Editto della tolleranza|2013||Castel Goffredo|curatore1=Lisa Tabai|curatore2=Corrado Bocchi|isbn =978-88-97668-07-7|cid=Tabai e Bocchi}}
 
== Voci correlate ==
* [[Sacri Chiodi]]
* [[Leggenda della Vera Croce]]
* [[Basilica di Santa Croce]]
* [[Battaglia di Hattin]]
* [[Reliquia]]
Riga 91 ⟶ 217:
* [[Île de la Cité]]
* [[Gesù]]
* [[Stavelot Triptych]]
* [[Meskel]]
* [[Titulus crucis]]
* [[Santa Croce in Gerusalemme]]
 
== Altri progetti ==
[[Categoria:Reliquie cristiane]]
{{interprogetto|commons_preposizione=sulla}}
[[Categoria:Croci]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Cristianesimo|Gesù}}
 
[[Categoria:Vera Croce| ]]
[[de:Kreuz Christi (Reliquie)]]
[[en:True Cross]]
[[es:Vera Cruz (cristianismo)]]
[[fr:Vraie Croix]]
[[he:הצלב האמיתי]]
[[ja:聖十字架]]
[[nl:Relikwieën van het Heilige Kruis]]