Numa Pompilio: differenze tra le versioni

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{{Monarca
|nome = Numa Pompilio
|titolo = [[Rex (storia romana)|Re di Roma]]
|immagine = Numa Pompilius, andfrom AncusPromptuarii MarciusIconum coin 1Insigniorum.gifpng
|legenda = Numa Pompilio dal [[Promptuarii Iconum Insigniorum]] di [[Guillaume Rouillé]]
|legenda = La moneta ritrae NVMAE POMPILI e [[Anco Marzio|ANCI MARCI]], nipote del primo. Sul retro la [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] sotto un arco ed una nave sotto la luna.
|regno = [[715 a.C.]] - [[673 a.C.]]
|inizio regno = [[715 a.C.]]
|fine regno = [[673 a.C.]]
|incoronazione =
|investitura =
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|data di morte = [[673 a.C.]]
|luogo di morte =
|place of burialreligione =
|luogo di sepoltura =
|data di sepoltura =
|sepoltura =
|predecessore = [[Romolo]]<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="EutropioI.3">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 3.</ref><ref name="StraboneItaliaV3.2">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,2.</ref>
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|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli = [[Pompilia]]
|casa reale =
|dinastia = [[Prima monarchia di Roma|Re latino-sabini]]
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 673 a.C.
|Epoca = -700
|Epoca2 = -600
|Attività = re
|Nazionalità = romano
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato il secondo [[Età regia di Roma|re di Roma]],<ref name="FloroI,2.1"/> e il cuisuo regno durò quarantatré42 anni
}}<ref name="EutropioI.3"/>
}}
 
== Leggenda ==
{{Vedi anche|Età regia di Roma}}
 
'''Numa Pompilio''', diDi origine [[Sabini|sabina]], per la tradizione e la [[mitologia romana]], tramandataci grazie soprattutto a [[Tito Livio]] e a [[Plutarco]], che ne scrisse anche una biografia, era noto per la sua pietà religiosa<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="EutropioI.3"/> e regnò dal [[715 a.C.]] fino alla sua morte nel [[673 a.C.]] (ottantenne, dopo quarantatréquarantadue anni di regno) succedendo, come re di [[Roma (città antica)|Roma]], a [[Romolo]].<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="StraboneItaliaV3.2"/>
Numa Pompilio era un re pio, e in tutto il suo regno non combatté nemmeno una guerra. Curiosamente nel decimo libro dell'Eneide, uno dei più forti guerrieri al seguito del re rutulo [[Turno]] si chiama [[Numa (Eneide)|Numa]]; un nome quindi destinato, secondo Virgilio, a entrare in quella che sarà appunto la storia di Roma.
 
=== Regno (715 - 673 a.C.) ===
[[File:Ein Augur.jpg|upright=1.4|thumb|left|Numa Pompilio consulta(a glisedere deie coperto) prima di essere dichiarato re da un [[augure]] (in piedi che [[Auspicia|osserva il volo degli uccelli per consultare la volontà degli Dei]]).]]
{{Vedi anche|Rex (storia romana)|Lex regia}}
 
==== Ascesa al tronopotere ====
L'incoronazione di Numa non avvenne immediatamente dopo la scomparsa di Romolo,. ma perPer un certo periodo i Senatori governarono la città a rotazione, alternandosi ogni dieci giorni, in un tentativo di sostituire la [[monarchia]] con una [[oligarchia]]<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Numa'' II, 6-7</ref>. Però, incalzati dal sempre maggiore malcontento popolare causato dalla disorganizzazione e scarsa efficienza di questa modalità di governo, dopo un anno<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I 57.1</ref> i Senatori furono costretti ad eleggere un nuovo re.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 57, 1-4.</ref>
 
La scelta apparve subito difficile a causa delle tensioni fra i senatori Romani che proponevano il senatore Proculo ed i senatori Sabini che proponevano il senatore Velesio.
 
Per trovare un accordo si decise di procedere in questo modo: i senatori romani avrebbero proposto un nome scelto fra i Sabini e lo stesso avrebbero fatto i senatori sabini scegliendo un romano.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', III, 1.</ref>. I Romani proposero Numa Pompilio, appartenente alla ''[[Gens Pompilia]]'', che abitava nella città sabina di ''[[Cures Sabini|Cures]]''<ref name="FloroI,2.2">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.2.</ref> ed era sposato con Tazia, l'unica figlia di [[Tito Tazio]]. Sembra che egli fosse nato nello stesso giorno in cui Romolo [[fondazione di Roma|fondò Roma]] (21 aprile). Numa, concittadino di Tito Tazio, era noto a [[Roma (città antica)|Roma]] come uomo di provata rettitudine oltreché esperto conoscitore di leggi divine, tanto da meritare l'appellativo di ''Pius''. I Sabini accettarono la proposta rinunciando a proporre un altro nome.<ref>Plutarco: vita di Numa; III, 3</ref>
 
Furono dunque inviati a ''[[Cures Sabini|Cures]]'' Proculo e Velesio (i due senatori più influenti rispettivamente fra i Romani ed i Sabini) per offrirgli il regno<ref>Plutarco: vita di Numa; V, 1</ref>. Inizialmente contrario ad accettare la proposta dei senatori, per la fama violenta dei [[civiltà romana|costumi di Roma]],<ref>Plutarco: vita di Numa; V, 2-5</ref>, Numa vi acconsentì solo dopo aver preso gli auspici degli dei, che gli si dimostrarono favorevoli; Numa fu quindi eletto re per acclamazione da parte del popolo.<ref>Plutarco: vita di Numa; VII, 1</ref>.
 
==== Riforme politiche e religiose ====
[[File:Giani, Felice - Numa Pompilio riceve dalla ninfa Egeria le leggi di Roma - center - 1806.jpg|upright=1.4|thumb|[[Felice Giani]], ''Numa Pompilio ed Egeria''. In quest'opera Numa Pompilio parla con la ninfa [[Egeria]], che gli dona le leggi di Roma (''[[mos maiorum]]'')<ref name="EutropioI.3"/>.]]
{{Vedi anche|Commentarius (Numa Pompilio)|religione romana}}
 
La leggenda afferma che il progetto di riforma politica e religiosa di Roma attuato da Numa fu a lui dettato dalla ninfa [[Egeria]] con la quale, ormai vedovo, soleva passeggiare nei boschi<ref>T. Livio: Ad''Ab Urbe condita''; I, 19: ''Qui cum descendere ad animos sine aliquo commento miraculi non posset, simulat sibi cum dea Egeria congressus nocturnos esse; eius se monitu quae acceptissima dis essent sacra instituere, sacerdotes suos cuique deorum praeficere''.</ref> e che si innamorò di lui al punto da renderlo suo sposo.<ref>Plutarco;, vita''Vita di Numa''; IV, 2-3</ref>
 
A Numa nonviene èattribuito ascrittail alcuna guerra,<ref name="EutropioI.3"/><ref>[[Dionigimerito di Alicarnasso]],aver ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 60,4.</ref> bensìcreato una serie di riforme tese a consolidare le istituzioni della nuova città, prime tra tutte quelle religiose, raccolte per iscritto nei [[Commentarius (Numa Pompilio)|commentarii Numae]] o [[Commentarius (Numa Pompilio)|libri Numae]], che andarono perduti nel [[Sacco di Roma (387 a.C.)|sacco gallico di Roma]] (387 a. C.).<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', I, 1</ref> Sulla base di queste norme di carattere religioso, i culti cittadini erano amministrati da otto ordini religiosi: i [[Curia (storia romana)|Curiati]], i [[Flamini]], i [[Celeres]], le [[Vestali]], gli [[Auguri]], i [[Salii]], i [[Feziali]] e i [[Pontefice (storia romana)|Pontefici]].<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 63-73.</ref> Numa stabilì di unificare ed armonizzare tutti i culti e le tradizioni dei Romani e dei Sabini residenti a [[Roma (città antica)|Roma]] per eliminare le divisioni e le tensioni fra questi due popoli, riducendo l'importanza delle tribù e creando nuove associazioni basate sui mestieri.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa''; XVII, 3.</ref>
 
Appena divenuto re nominò, a fianco del sacerdote dedito al culto di [[Giove (divinità)|Giove]] ed a quello dedicato al culto di [[Marte (divinità)|Marte]], un terzo sacerdote dedicato al culto del dio [[Quirino (divinità)|Quirino]], gli dei più importanti dell'epoca [[triade arcaica|arcaica]]. Riunì poi questi tre sacerdoti in un unico collegio sacerdotale che fu detto dei [[flamini]], a cui diede precise regole ed istruzioni.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa''; VII, 4-5</ref> Proibì ai Romani di venerare immagini divine a forma umana e animale perché riteneva sacrilego paragonare un dio con tali immagini e, durante il suo regno non furono costruite statue raffiguranti gli dei.<ref>Plutarco, ''vitaVita di Numa'', VIII, 7</ref>. Istituì il collegio sacerdotale dei [[pontefice (storia romana)|Pontefici]],<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', IX, 1-4.</ref>, presieduti dal Pontefice Massimo, carica che Numa ricoprì per primo e che aveva il compito di vigilare sulle vestali (vedi sotto) e, sulla moralità pubblica e privata e sull'applicazione di tutte le prescrizioni di carattere sacro.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', VII, 4.</ref>.
Sulla base di queste norme di carattere religioso, i culti cittadini erano amministrati da otto ordini religiosi:<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 63, 4.</ref> i [[Curia (storia romana)|Curiati]], i [[Flamini]], i [[Celeres]], le [[Vestali]], gli [[Auguri]], i [[Salii]], i [[Feziali]] e i [[Pontefice (storia romana)|Pontefici]].
 
Istituì poi il collegio delle vergini [[Vestali]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 64, 5.</ref><ref>Plutarco, ''vitaVita di Numa'', IX, 5</ref> assegnando a queste uno stipendio e la cura del tempio in cui era custodito il fuoco sacro della città;<ref name="FloroI,2.3">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.3.</ref> le prime furono Gegania, Verenia, Canuleia e Tarpeia (erano dunque quattro, Anco Marzio ne aggiunse altre due portandole a sei).<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; X, 1-7</ref> Istituì anche il collegio dei [[Feziali]] (i guardiani della pace) che erano magistrati-sacerdoti con il compito di tentare di appianare i conflitti con i popoli vicini e di proporre la guerra una volta esauriti tutti gli sforzi diplomatici.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa''; XII, 4-7</ref>
Numa stabilì di unificare ed armonizzare tutti i culti e le tradizioni dei Romani e dei Sabini residenti a [[Roma (città antica)|Roma]] per eliminare le divisioni e le tensioni fra questi due popoli, riducendo l'importanza delle tribù e creando nuove associazioni basate sui mestieri<ref>Plutarco: vita di Numa; XVII, 3.</ref>
 
Nell'ottavo anno del suo regno istituì il collegio dei [[Salii]], sacerdoti che avevano il compito di separare il tempo di pace e di guerra (per gli antichi romani il periodo per le guerre andava da marzo ad ottobre).<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XIII, 1-7</ref>. Era, questa funzione, molto importante per gli abitanti dell'[[antica Roma]], perché sanciva, nel corso dell'anno, il passaggio dallo stato di ''cives'' (cittadini soggetti all'amministrazione civile e dediti alle attività produttive) a ''milites'' (militari soggetti alle leggi ed all'amministrazione militare e dediti alle esercitazioni militari) e viceversa per tutti gli uomini in grado di combattere. Migliorò anche le condizioni di vita degli schiavi, per esempio permettendo loro di partecipare alle feste in onore di [[Saturno (divinità)|Saturno]], i [[Saturnali]]a assieme ai loro padroni.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', 1.5.</ref>.
Appena divenuto re nominò, a fianco del sacerdote dedito al culto di [[Giove (divinità)|Giove]] ed a quello dedicato al culto di [[Marte (divinità)|Marte]], un terzo sacerdote dedicato al culto del dio [[Quirino (divinità)|Quirino]]. Riunì poi questi tre sacerdoti in un unico collegio sacerdotale che fu detto dei [[flamini]] a cui diede precise regole ed istruzioni.<ref>Plutarco: vita di Numa; VII, 4-5</ref>
 
La tradizione romana rimanda a Numa Pompilio la definizione dei confini tra le proprietà dei privati, e tra queste e la proprietà pubblica indivisa, statuizione che fu sacralizzata con la dedica dei confini a ''Jupiter Terminalis'', e l'istituzione della festività dei [[Terminalia (festività)|Terminalia]].<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 74, 1-4.</ref> Nel [[Foro Romano|Foro]], fece costruire il [[tempio di Vesta]],<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 65,5.</ref>, e dietro di questo fece costruire la [[Regia (Roma)|Regia]]<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XIV, 1</ref><ref name="TacitoXV41,1">{{cita|Tacito|Annali, XV, 41.1}}.</ref> e lungo la [[Via Sacra]] fece edificare il [[Tempio di Giano]], le cui porte potevano essere chiuse solo in tempo di pace (e rimasero chiuse per tutti i quarantatré anni del suo regno).<ref name="FloroI,2.3"/><ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XX, 1-3</ref><ref name="LivioPeriochae1.13">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.13.</ref> Secondo l'enciclopedista Marco Verrio Flacco (secc. I a.C. - I d.C.), riportato dal lessicografo Sesto Pompeo Festo, il re, ordinando la costruzione del tempio di Vesta, volle che fosse di forma rotonda (''ad pilæ similitudinem''), cioè della stessa forma del mondo, in quanto egli era un convinto sostenitore della sfericità della terra, tesi dunque evidentemente già in voga in quei lontani tempi.<ref>Sesto Pompeo Festo, ''De verborum significatione.'' Pars I, pp. 354-355. Budapest, 1889.</ref>
Proibì ai Romani di venerare immagini divine a forma umana e animale perché riteneva sacrilego paragonare un dio con tali immagini e, durante il suo regno non furono costruite statue raffiguranti gli dei<ref>Plutarco, ''vita di Numa'', VIII, 7</ref>. Istituì il collegio sacerdotale dei [[pontefice (storia romana)|Pontefici]]<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', IX, 1-4.</ref>, presieduti dal Pontefice Massimo, carica che Numa ricoprì per primo e che aveva il compito di vigilare sulle vestali (vedi sotto) e sulla moralità pubblica e privata e sull'applicazione di tutte le prescrizioni di carattere sacro<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', VII, 4.</ref>.
 
Istituì poi il collegio delle vergini [[Vestali]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 64, 5.</ref><ref>Plutarco, ''vita di Numa'', IX, 5</ref> assegnando a queste uno stipendio e la cura del tempio in cui era custodito il fuoco sacro della città;<ref name="FloroI,2.3">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.3.</ref> le prime furono Gegania, Verenia, Canuleia e Tarpeia (erano dunque quattro, Anco Marzio ne aggiunse altre due portandole a sei)<ref>Plutarco: vita di Numa; X, 1-7</ref>.
 
Istituì anche il collegio dei [[Feziali]] (i guardiani della pace) che erano magistrati - sacerdoti con il compito di tentare di appianare i conflitti con i popoli vicini e di proporre la guerra una volta esauriti tutti gli sforzi diplomatici<ref>Plutarco: vita di Numa; XII, 4-7</ref>.
 
Nell'ottavo anno del suo regno istituì il collegio dei [[Salii]], sacerdoti che avevano il compito di separare il tempo di pace e di guerra (per gli antichi romani il periodo per le guerre andava da marzo ad ottobre)<ref>Plutarco: vita di Numa; XIII, 1-7</ref>. Era, questa funzione, molto importante per gli abitanti dell'[[antica Roma]], perché sanciva, nel corso dell'anno, il passaggio dallo stato di ''cives'' (cittadini soggetti all'amministrazione civile e dediti alle attività produttive) a ''milites'' (militari soggetti alle leggi ed all'amministrazione militare e dediti alle esercitazioni militari) e viceversa per tutti gli uomini in grado di combattere. Migliorò anche le condizioni di vita degli schiavi per esempio permettendo loro di partecipare alle feste in onore di [[Saturno (divinità)|Saturno]], i [[Saturnali]]a assieme ai loro padroni<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', 1.5.</ref>.
 
La tradizione romana rimanda a Numa Pompilio la definizione dei confini tra le proprietà dei privati, e tra queste e la proprietà pubblica indivisa, statuizione che fu sacralizzata con la dedica dei confini a ''Jupiter Terminalis'', e l'istituzione della festività dei [[Terminalia (festività)|Terminalia]].<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 74, 1-4.</ref>.
 
Nel [[Foro Romano|Foro]], fece costruire il [[tempio di Vesta]],<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 65,5.</ref>, e dietro di questo fece costruire la [[Regia (Roma)|Regia]]<ref>Plutarco: vita di Numa; XIV, 1</ref><ref name="TacitoXV41,1">{{cita|Tacito|Annali, XV, 41.1}}.</ref> e lungo la [[Via Sacra]] fece edificare il [[Tempio di Giano]], le cui porte potevano essere chiuse solo in tempo di pace (e rimasero chiuse per tutti i quarantatré anni del suo regno).<ref name="FloroI,2.3"/><ref>Plutarco: vita di Numa; XX, 1-3</ref><ref name="LivioPeriochae1.13">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.13.</ref>
 
Secondo Dionigi di Alicarnasso Numa poi incluse nella città il [[Quirinale (colle)|Quirinale]], anche se questo a quell'epoca non era ancora cinto da mura.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 62, 5.</ref>
 
===== Calendario romanoRomano =====
{{Vedi anche|Calendario romano|festività romane}}
 
A lui viene ascritta anche una riforma del calendario, basato sui cicli lunari, che passò da 10 a 12 mesi di 355 giorni (secondo Livio invieceinvece lo divise in 10 mesi, mentre in precedenza non esisteva alcun calcolo<ref name="EutropioI.3"/>), con l'aggiunta di [[gennaio]], dedicato a [[Giano]], e [[febbraio]] che furono posti alla fine dell'anno, dopo dicembre<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XVIII, 1-4</ref> (l'anno iniziava con il mese di marzo,; da notare tuttora la persitenza di somiglianzepersistenza dei nomi degli ultimi mesi dell'anno con i numeri: '''sette'''mbre, '''otto'''bre, '''nove'''mbre, '''dice'''mbre).
 
Il calendario conteneva anche l'indicazione dei giorni fasti e nefasti, durante i quali non era lecito prendere alcuna decisione pubblica. Anche in questo caso, come per tutte le riforme più difficili, la tradizione racconta che il re seguì i consigli della [[Ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Egeria]], sottolineando così il carattere sacrale di queste decisioni.<ref name="FloroI,2.3"/>
 
{{Citazione|EAnzitutto divise l'anno in dodici mesi seguendo prima di tuttosecondo il ciclocorso della Luna;luna, ema poiché lai Lunamesi lunari non loarrivano completa con i singoli mesi dia trenta giorni, mae avanzanocomplessivamente seimancano alcuni giorni per unfare l'anno intero, che completicorrisponde ilal ciclogiro deidel solstizisole, stabilìinserì dinel interporrecalendario dei mesi intercalari, ordinandoli in modo che nelogni giro di 19venti anni i giorni concordavano, tornando allaallo stessastesso posizionepunto deldell'orbita solesolare daldove qualeera eranopartito partiti,il collimasserociclo inventennale pienodel concalendario. gli anni.Egli Distinsefissò poipure i giorni in fasti e nefasti,<ref name="FloroI,2.2"/> perchéritenendo cosa utile che in certiqualche giornigiorno non si dovesseropotessero prenderediscutere decisionile pubbliche.questioni politiche davanti al popolo.|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 19|''Atque omnium primum ad cursus lunae in duodecim menses discribit annum; quem quia tricenos dies singulis mensibus luna non explet, desuntque sex dies solido anno qui solstitiali circumagitur orbe, intercalariis mensibus interponendis ita dispensavit, ut vicesimo anno ad metam eandem solis unde orsi essent, plenis omnium annorum spatiis, dies congruerent. Idem nefastos dies fastosque fecit, quia aliquando nihil cum populo agi utile futurum erat''.|lingua=la}}
 
L'anno così suddiviso da Numa, non coincideva però con il ciclo lunare, per cui ad anni alterni veniva aggiunto come ultimo mese il [[mercedonio]], composto da 27 giorni, togliendo a febbraio 4 o 5 giorni; era il collegio dei pontefici a decidere queste compensazioni, alle volte anche sulla base di convenienze politiche.<ref>Plutarco, ''Vita di Numa''; XIX, 1-6</ref>.
 
===== Feste religiose =====
{{Vedi anche|Religione romana|Sacerdozio (religione romana)}}
 
Come sopra scritto, [[Floro]] racconta che Numa insegnò i sacrifici, le cerimonie<ref name="EutropioI.3"/> ed il [[Dei Consenti|culto degli Dei immortali]] aai Romani.<ref name="LivioPeriochae1.12">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.12.</ref> Creò anche i [[Pontefice (storia romana)|pontefici]], gli [[augure|auguri]] ed i ''[[Salii]]''.<ref name="FloroI,2.2"/> La tradizione vuole che Numa abbia istituito, tra l'altro, anche la Festa di [[Quirino (divinità)|Quirino]] e la Festa di [[Marte (divinità)|Marte]]. La festa prima festa si celebrava a febbraio, mentre la festa dedicata a Marte si celebrava a marzo, e veniva officiata dai [[Salii]]. Numa partecipava di persona a tutte le feste religiose, durante le quali era proibito lavorare.
 
A queste riforme di carattere religioso corrispose anche un periodo di prosperità e di pace che permise a [[Roma (città antica)|Roma]] di crescere e rafforzarsi, tanto che durante tutto il suo regno le porte del [[tempio di Giano]] non furono mai aperte.<ref name="EutropioI.3"/><ref>Plutarco, ''Vite Parallele: Licurgo e Numa''; IV, 7</ref>
 
=== Morte e sepoltura ===
MoriràMorì ottantenne e non di morte improvvisa, ma consunto dagli anni (per malattia secondo Livio<ref name="EutropioI.3"/>), quando suo nipote, il futuro re [[Anco Marzio]], aveva solo cinque anni,<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XXI, 4</ref>, circondato dall'affetto dei romani, grati anche per il lungo periodo di prosperità e pace di cui avevano goduto. Alla processione funebre parteciparono anche molti rappresentanti dei popoli vicini ed il suo corpo non fu bruciato, ma seppellito insieme ai suoi libri in un mausoleo sul [[Gianicolo]].<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XXII, 1-2</ref>.
 
Dopo la bellicosa esperienza del regno di Romolo, Numa Pompilio seppe con la sua saggezza fornire un saldo equilibrio alla nascente città.
 
Durante il consolato di [[Marco Bebio Tamfilo]] e [[Publio Cornelio Cetego (console 181 a.C.)|Publio Cornelio Cetego]], nel [[181 a.C.]], due contadini ritrovarono il luogo della sua sepoltura, contenente sette libri in latino di diritto pontificale, ed altrettanti in greco di filosofia. Per decreto del senato i primi furono conservati con cura, mentre i secondi furono pubblicamente bruciati.<ref>[[Valerio Massimo]], ''[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]'', Lib I 1.1.12</ref>.
 
=== Discendenza ===
Il senatore sabino Marcio, che aveva sposato la figlia [[Pompilia]], si candidò alla successione ma fu superato da [[Tullo Ostilio]] e si lasciò morire di fame per la delusione. Dal matrimonio fra Pompilia e Marcio era nato [[Anco MarcioMarzio]] che diverràdivenne re dopo Tullo Ostilio.<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XXII, 7</ref>. Alcune fonti raccontano di un secondo matrimonio di Numa Pompilio con una certa Lucrezia da cui sarebbero nati quattro figli: Pompone, Pino, Calpo e Memerco dai quali avrebbero avuto origine le casate romane dei Pomponi, dei Pinari, dei Calpurni e dei Marci.<ref>Plutarco:, vita''Vita di Numa''; XXI, 1-4</ref>.
 
== La critica storico-archeologica ==
La reale esistenza di Numa Pompilio, come accade per quella di [[Romolo]], è discussa. Per alcuni studiosi la sua figura sarebbe principalmente simbolica; un re per metà filosofo e per metà santo, teso a creare le norme e il comportamento religioso di Roma, avverso alla guerra e ai disordini, diametralmente opposto al suo predecessore, il re guerriero Romolo. L'origine stessa del nome (secondo alcuni ''Numa'' viene da ''Nómos'' = "legge"; e ''Pompilio'' da ''pompé'' = "abito sacerdotale"<ref>{{cita libro | nome=Antonio | cognome=Brancati | titolo=Civiltà a confronto, Vol. I | editore=La Nuova Italia | città=Firenze | anno=1984 | pagina=293}}</ref>) indicherebbe l'idealizzazione della sua figura.
 
== Note ==
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* [[Eutropio]], [[Wikisource:la:Breviarium historiae romanae|''Breviarium historiae romanae'' (testo latino), I]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
* [[Tito Livio|Livio]],
:** [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita|''Ab Urbe condita libri'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}};
:** [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita - Periochae|''Periochae'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
* [[Plutarco]], ''Vita di Numa''.
 
Riga 144 ⟶ 138:
* {{cita libro|cognome=Carandini|nome=Andrea|titolo=Roma il primo giorno|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2007}}
* {{cita libro|cognome=Gabba|nome=Emilio|titolo=Dionigi e la storia di Roma arcaica|editore=Edipuglia|città=Bari|anno=1996}}
* {{cita libro|cognome=Matyszak|nome=Philip|titolo=Chronicle of the roman republic: the rulers of ancient Rome from Romulus to Augustus|url=https://archive.org/details/chronicleofroman0000maty|editore=Thames and Hudson|città=Londra & New York|anno=2003|lingua=ingleseen|isbn=0-500-05121-6}}
* {{cita libro|cognome=Mommsen|nome=Theodor|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|editore=Sansoni|città=Firenze|anno=1972}}
* {{cita libro|cognome=Pallottino|nome=Massimo|wkautore=Massimo Pallottino|titolo=Origini e storia primitiva di Roma|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1993|isbn=88-18-88033-0}}
Riga 155 ⟶ 149:
* [[Età regia di Roma]]
* [[Rex (storia romana)]]
* [[lexLex regia]]
* [[Flamini]]
* [[Salii]]
* [[ponteficePontefice (storia romana)]]
 
== Altri progetti ==
Riga 173 ⟶ 167:
|successivo = [[Tullo Ostilio]]
}}
 
{{Storia romana}}
{{Plutarco}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Anticaantica Roma|biografie|mitologia}}
 
[[Categoria:Personaggi della mitologia romana]]
[[Categoria:Re di Roma]]
[[Categoria:Nati a Fara in Sabina]]
[[Categoria:Oracoli classici]]