Modellazione della turbolenza: differenze tra le versioni

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La '''modellazione della turbolenza''' è la rappresentazione, attraverso un [[modello matematico]], degli effetti della turbolenza sulla fluidodinamica di un flusso. La necessità di questi modelli è legata alla non chiusura delle [[equazioni di Navier-Stokes]], quando esse vengono scritte applicando la media di Reynolds. I [[Regime turbolento|flussi turbolenti]] rappresentano la maggior parte dei flussi presenti nel mondo reale (ad esempio il flusso dell'aria su un'ala d'aereo<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Rhie|nome=C|cognome2=Chow|nome2=Li|titolo=Numerical study of the turbulent flow past an airfoil with trailing edge separation|rivista=AIAA Journal|data=1983|url=http://www.academia.edu/download/44716428/rhie1983.pdf|urlmorto=sì}}</ref> o come il flusso del sangue all'interno del [[Apparato circolatorio|sistema cardiovascolare]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Sallam|nome=Ahmed|cognome2=Hwang|nome2=Ned|titolo=Human red blood cell hemolysis in a turbulent shear flow: contribution of Reynolds shear stresses|rivista=Biorheology|data=1984|url=https://content.iospress.com/articles/biorheology/bir21-6-05}}</ref>). La ricerca in questo ambito ha subito una accelerazione dagli anni '60, con lo sviluppo del trasporto aereo commerciale e l'incremento nella disponibilità di [[Computer|potenza computazionale]]<ref name="NASA">{{Cita web|titolo=Computational Fluid Dynamics Past, Present and Future |url=http://aero-comlab.stanford.edu/Papers/NASA_Presentation_20121030.pdf |editore=Department of Aeronautics & Astronautics - Stanford University}}</ref>. Dato l'interesse e la non esistenza di una soluzione analitica per flussi turbolenti (eccetto che per i casi più semplici), l'evoluzione di metodi simulativi per prevederne il comportamento ha richiesto lo sviluppo parallelo di modelli di turbolenza più avanzati. In particolare, si è passati da modelli basati su assunzioni sulle caratteristiche della turbolenza stessa (come i modelli basati sulla lunghezza di miscelazione) a modelli a una equazione (come lo Spalart-Allmaras) e infine a modelli a due equazioni e l'RSM.
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La modellazione della turbolenza è la rappresentazione, attraverso un modello matematico, degli effetti della turbolenza sulla fluido dinamica di un flusso. La necessità di questi modelli è legata alla non chiusura delle [[equazioni di Navier-Stokes]], quando esse vengono scritte applicando la media di Reynolds. I flussi turbolenti rappresentano la maggior parte dei flussi presenti nel mondo reale (ad esempio il flusso dell'aria su un'ala d'aereo <ref>{{cite journal|last=Rhie|first=C|last2=Chow|first2=Li|title=Numerical study of the turbulent flow past an airfoil with trailing edge separation|journal=AIAA Journal|date=1983|url=http://www.academia.edu/download/44716428/rhie1983.pdf}}</ref>, come il flusso del sangue all'interno del sistema cardiovascolare <ref>{{cite journal|last=Sallam|first=Ahmed|last2=Hwang|first2=Ned|title=Human red blood cell hemolysis in a turbulent shear flow: contribution of Reynolds shear stresses|journal=Biorheology|date=1984|url=https://content.iospress.com/articles/biorheology/bir21-6-05}}</ref>). La ricerca in questo ambito ha subito una accelerazione dagli anni '60, con lo sviluppo del trasporto aereo commerciale e l'incremento nella disponibilità di potenza computazionale<ref name="NASA">{{cite web |title=Computational Fluid Dynamics Past, Present and Future |url=http://aero-comlab.stanford.edu/Papers/NASA_Presentation_20121030.pdf |publisher=Department of Aeronautics & Astronautics - Stanford University}}</ref>. Dato l'interesse e la non esistenza di una soluzione analitica per flussi turbolenti (eccetto che per i casi più semplici), l'evoluzione di metodi simulativi per prevederne il comportamento ha richiesto lo sviluppo parallelo di modelli di turbolenza più avanzati. In particolare, si è passati da modelli basati su assunzioni sulle caratteristiche della turbolenza stessa (come i modelli basati sulla lunghezza di miscelazione) a modelli a una equazione (come lo Spalart-Allmaras) e infine a modelli a due equazioni e l'RSM.
 
==Il problema della chiusura==
Le equazioni fondamentali della fluidodinamica sono rappresentate dalle [[equazioni di Navier-Stokes]]. La risoluzione di questo [[sistema di equazioni]] permette di prevedere il comportamento di un flusso, dal punto di vista [[Cinematica|cinematico]] e [[Termodinamica|termodinamico]]. Vista la natura intrinsecamente [[Tridimensionalità|tridimensionale]], tempo dipendente e [[Aleatorietà|aleatoria]] della turbolenza<ref name="Pope">{{Cita libro|cognome1=Pope |nome1=Stephen B. |titolo=Turbulent flows |data=2000 |editore=Cambridge University Press |isbn=978-0-511-84053-1}}</ref>, diversi [[Statistica|approcci statistici]] sono stati sviluppati per catturarne gli effetti sul flusso medio. Per catturare questa caratteristica dei flussi turbolenti, ogni proprietà del flusso può essere scritta come somma della [[Media (statistica)|componente media]] e di quella fluttuante del [[Campo (fisica)|campo]] stesso. Le equazioni ottenute mediando le Navier-Stokes riscritte utilizzando questa decomposizione sono chiamate [[Equazioni di Navier-Stokes mediate|''Reynolds-Averaged Navier-Stokes'']] (RANS) ''equations''. Questa procedura di media presenta diverse proprietà, e in particolare quando essa viene applicata al prodotto di componenti medie e fluttuanti risulta che:
 
Le equazioni fondamentali della fluido dinamica sono rappresentate nel set delle [[equazioni di Navier-Stokes]]. La risoluzione di questo set di equazioni permette di prevedere il comportamento di un flusso, dal punto di vista cinematico e termodinamico. Vista la natura intrinsecamente tridimensionale, tempo dipendente e randomica della turbolenza <ref name="Pope">{{cite book |last1=Pope |first1=Stephen B. |title=Turbulent flows |date=2000 |publisher=Cambridge University Press |isbn=9780511840531}}</ref>, diversi approcci statistici sono stati sviluppati per catturarne gli effetti sul flusso medio. Per catturare questa caratteristica dei flussi turbolenti, ogni quantità del flusso può essere scritta come somma della media e della fluttuazione del campo stesso. Le equazioni ottenute mediando le Navier-Stokes riscritte utilizzando questa decomposizione sono chiamate Reynolds-Averaged Navier Stokes (RANS) equations. Questa procedura di media presenta diverse proprietà, e in particolare quando essa viene applicata al prodotto di componenti medie e fluttuanti risulta che:
* La media di una componente fluttuante è nulla:
:: <math> \overline{\phi'} = 0 </math>
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:: <math> \overline{\phi' \phi'} \neq 0 </math>
 
In particolare questa ultima proprietà del processo di media applicata alle equazioni della [[Legge di conservazione della quantità di moto|conservazione della quantità di moto]] e dell'[[Legge di conservazione dell'energia|energia]] porta all'emergere di componenti che non possono essere determinate [[Analisi matematica|analiticamente]], ma che richiedono di una trattazione [[Analisi numerica|modellistica]].
Per l'equazione della quantità di moto (e considerando le proprietà del fluido come costanti):
 
<math> \frac{\partial \rho \textbf{U}}{\partial t} + \nabla \cdot (\rho \textbf{U}\textbf{U}) = \rho \textbf{g} - \nabla P + \mu \nabla^2\textbf{U} + \frac{1}{3} \nabla\left(\nabla \cdot \textbf{U}\right) </math>
 
EApplicando guardandoil inprocesso particolare alladella media deldi Reynolds e osservando il termine convettivo:
 
<math> \overline{\nabla \cdot \rho \left(\overline{\textbf{U}} + \textbf{u'} \right) \otimes \left(\overline{\textbf{U}} + \textbf{u'} \right) } </math> ,
 
Chelo sviluppandosviluppo ildel prodotto tra i termini, può essere scritto comerisulta:
 
<math> \nabla \cdot \left(\rho \overline{\textbf{U}} \otimes \overline{\textbf{U}}\right) + \nabla \cdot \left(\rho \overline{\textbf{u'} \otimes \textbf{u'}}\right)</math>,
 
Ildove secondo termine rappresenta gli stress di Reynolds. Fisicamente, questi stress rappresentano l'effetto del trasporto turbolento sul flusso, come aumento della [[Diffusività di materia|diffusività]] e della [[miscelazione]] all'interno di flussi turbolenti. Svolgendo il prodotto si può osservare che il tensore degli stress di Reynolds può essere scritto come una componente simmetrica e una deviatorica:
 
<math> \overline{\overline{r}} = -\rho \begin{bmatrix}
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\overline{vu} & \overline{v^2} & \overline{vw} \\
\overline{wu} & \overline{wv} & \overline{w^2}
\end{bmatrix} </math>,
 
Dovedove la componente simmetrica può essere scrittadescritta comedalla traccia della matrice stessa:
<math> tr(\overline{\overline{r}}) = -\rho (\overline{u^2} + \overline{v^2} +\overline{w^2}) = -2 \rho k</math>
 
Dove <math>k</math> rappresenta la [[energia cinetica]] turbolenta. La necessità di trovare un modello per il [[tensore]] degli stress di Reynolds dà origine al problema della chiusura.
 
==Viscosità turbolenta==
Un primo approccio per trovare una chiusura al set delle RANS fu quello proposto da Joseph Valentin Boussinesq<ref>{{citeCita booklibro|lastcognome=Boussinesq|firstnome=Joseph|titletitolo=Boussinesq, J. (1903). Théorie analytique de la chaleur mise en harmonie avec la thermodynamique et la théorie mécanique de la lumière|datedata=1903|publishereditore=Gauthier-Villars}}</ref>, introducendo l'idea della [[viscosità]] turbolenta (''eddy viscosity''). Boussinesq propose di modellare la componente deviatorica (<math> \overline{\overline{a}}</math>) del tensore degli stress di Reynolds in analogia con la [[Sforzo di taglio|legge di sforzo/deformazione]] di Newton:
 
<math> \overline{\overline{a}} = \overline{\overline{r}} + \rho \frac{2}{3} k = -2 \mu_t \overline{D_{ij}}</math>,
 
Dovedove <math>\overline{D_{ij}} </math> rappresenta il tensore delle deformazioni medie. Specificando un valore per la viscosità turbolenta <math> \mu_t</math>, il problema risulta chiuso. Questo modello risulta applicabile per casi in cui una componente del gradiente di velocità risulta dominante, come nel caso di [[Strato limite|strati limite]] turbolenti, getti, o [[Scia|scie]]. In questi casi infatti una singola componente della velocità risulta dominante, e il termine preponderante nel tensore degli stress di Reynolds risulta essere quello dovuto al gradiente di velocità trasversale. La assunzione di Boussinesq si riduce allora aall'equazione:
<math> -\rho \overline{uv} = \mu_t \frac{\partial U}{\partial y} </math>
 
==Lunghezza di miscelazione==
Successivamente a Boussinesq, Taylor (1915) e successivamente Prandtl (1925)<ref>{{cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Prandtl |first1nome1=Ludwig |datedata=1925 |titletitolo=Bericht uber Untersuchungen zur ausgebildeten Turbulenz |journalrivista=Zs. angew. Math. Mech. |volume=2 }}</ref> introdussero il concetto di lunghezza di miscelazione (''mixing length''). Questa idea nasce dall'appllicazioneapplicazione del modello di Boussinesq allo strato limite. Considerando ancora un flusso quasi monodimensionale, in presenza di un gradiente di velocità trasversale (<math>\frac{\partial U}{\partial y} </math>), il tensore degli stress di Reynolds può essere scritto come:
 
<math> -\rho \overline{uv} = \mu_t \frac{\partial U}{\partial y} \propto l_t u_t \frac{\partial U}{\partial y}</math>,
 
Dovedove <math> \mu_t</math> è stato scritto come il prodotto di una lunghezza <math> l_t</math> chiamata lunghezza di miscelazione e della <math> u_t</math>, la perturbazione di velocità prodotta dal vortice <math> u_t</math>. La lunghezza di miscelazione rappresenta quindi la massima distanza di influenza del vortice stesso. Se consideriamo il gradiente normale di velocità e questa distanza, è possibile scrivere la <math> u_t</math> come funzione della <math> l_t</math>., e, Sostituendosostituendo, si può quindi trovare che:
 
<math> -\rho \overline{uv} \propto l_t^2 (\frac{\partial U}{\partial y})^2 </math>,
 
Riducendoriducendo il problema alla modellazione della lunghezza di miscelazione. Questo termine risulta più facile da stimare rispetto alla viscosità turbolenta. Su questo modello si basa la legge di parete che descrive il comportamento della velocità perall'interno flussidello vicinostrato alla parete,limite in condizioni in assenza (o con ridotti) gradienti di pressione.
 
==Estensioni del modello==
Nel 1963 Smargorinsky<ref name="Smagorinsky_1963">{{Cita pubblicazione|cognome=Smagorinsky
 
|nome=Joseph
Smargorinsky propose (1963)<ref name="Smagorinsky_1963">{{Cite journal
|titolo=General Circulation Experiments with the Primitive Equations
| last=Smagorinsky
|rivista=Monthly Weather Review
| first=Joseph
|data=March 1963
| title=General Circulation Experiments with the Primitive Equations
|volume=91
| journal=Monthly Weather Review
|numero=3
|date=March 1963
|pp=99-164|bibcode = 1963MWRv...91...99S |doi = 10.1175/1520-0493(1963)091<0099:GCEWTP>2.3.CO;2 }}</ref> propose di estendere il concetto di lunghezza di miscelazione per flussi generici, esprimendo la viscosità turbolenta come funzione del tensore delle deformazioni medie:
| volume=91
| issue=3
| pages=99–164|bibcode = 1963MWRv...91...99S |doi = 10.1175/1520-0493(1963)091<0099:GCEWTP>2.3.CO;2 }}</ref> di estendere il concetto di lunghezza di miscelazione per flussi generici, esprimendo la viscosità turbolenta come funzione del tensore delle deformazioni medie:
 
<math> \frac{\mu_t}{\rho} = l_t^2 \sqrt{2 \overline{D} : \overline{D}} </math>
 
Baldwin e Lomax (1978) proposero una espressione simile, utilizzando il tensore delle rotazioni medie invece del tensore delle deformazioni:<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Baldwin
Baldwin e Lomax (1978) <ref>{{Cite journal
|nome=B.S.
| last=Baldwin
|cognome2=Lomax
| first=B.S.
|nome2=H.
| last2=Lomax
|titolo=Thin Layer Approximation and Algebraic Model for Separated Turbulent Flows
| first2=H.
|rivista=AIAA Paper
| title=Thin Layer Approximation and Algebraic Model for Separated Turbulent Flows
|data=1978
| journal=AIAA Paper
}}</ref>
|date=1978
}}</ref> proposero una espressione simile, utilizzando il tensore delle rotazioni medio invece del tensore delle deformazioni:
 
<math> \frac{\mu_t}{\rho} = l_t^2 \sqrt{2 \overline{R} : \overline{R}} </math>
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==Modelli a una equazione: modello di Prandtl==
Con l'obiettivo di sviluppare modelli più generici, nel 1945 Prandtl propose di legare direttamente la viscosità turbolenta all'energia cinetica turbolenta:
 
Con l'obiettivo di sviluppare modelli più generici, Prandtl propose (1945) di legare direttamente la viscosità turbolenta all'energia cinetica turbolenta:
 
<math> \mu_t = c' l_t \sqrt{k} </math>
 
Per valutare l'energia cinetica turbolenta <math>k</math>, unaPrandtl equazionepropose dila bilancioformulazione puòla essereseguente formulataequazione di bilancio:
 
<math> \rho \frac{\partial k}{\partial t} + \rho \overline{\textbf{V}} \cdot \nabla k = \overline{\overline{r}} : \nabla \overline{\textbf{V}} - 2\mu \overline{(\overline{d}:\overline{d})} + \nabla \cdot (\overline{-P' \textbf{v}} + \mu \nabla k - \frac{1}{2} \overline{v^2 \textbf{v}})</math>
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<math>\overline{\overline{r}} : \nabla \overline{\textbf{V}} </math>
 
e gli effetti di dissipazione di energia cinetica turbolenta dovuti alla viscosità:
 
<math>2\mu \overline{(\overline{d}:\overline{d})} </math>
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dove <math>\overline{\overline{d}} = \frac{1}{2}(\nabla \textbf{v} + \nabla \textbf{v}^T) </math> è il tensore delle deformazioni.
 
L'ultimoIl terzo termine rappresentadell'equazione ildi trasportobilancio delladi Prandtl contiene i termini di trasporto dell'energia cinetica turbolenta per diffusione, trasporto turbolento e per il termine di pressione. QuestoIl termine, comedi trasporto e il termine di dissipazione non possono essere ricavati analiticamente e devono quindi essere modellati. inIn questaparticolare, equazione.il Datermine analisidissipativo dimensionaliviene modellato come:
<math> \epsilon = 2\mu \overline{(\overline{d}:\overline{d})} \cong C_D \frac{k^{\frac{3}{2}}}{l_t} </math>
 
<math> \epsilon = 2\mu \overline{(\overline{d}:\overline{d})} \cong C_D \frac{k^{\frac{3}{2}}}{l_t} </math>,
Per il termine dissipativo, mentre per il termine di trasporto:
 
mentre il termine di trasporto assume la forma:
 
<math> -P' \textbf{v} - \frac{1}{2} \overline{v^2 \textbf{v}} \cong \frac{\mu_t}{\sigma_k} \nabla k </math>
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==Modelli a una equazione: Spalart-Allmaras==
Vista la necessità di utilizzare comunque un modello per la lunghezza di miscelazione, Spalart-Allmaras (1994)<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Spalart
 
|nome=P.R.
Vista la necessità di utilizzare comunque un modello per la lunghezza di miscelazione, Spalart-Allmaras (1994) <ref>{{Cite journal
|cognome2=Allmaras
| last=Spalart
| firstnome2=PS.R.
|titolo=A One-Equation Turbulence Model for Aerodynamic Flows
| last2=Allmaras
|rivista=Recherche Aerospatiale, No. 1
| first2=S.R.
|data=1994
| title=A One-Equation Turbulence Model for Aerodynamic Flows
|pp=5-21
| journal=Recherche Aerospatiale, No. 1
}}</ref> proposero una equazione di bilancio per la viscosità turbolenta, nella forma:
|date=1994
| pages=5-21
}}</ref> propose una equazione di bilancio per la viscosità turbolenta, nella forma:
 
<math> \rho \frac{\partial \mu_t}{\partial t} + \rho \overline{\textbf{V}} \cdot \nabla \mu_t = \nabla \cdot (\mu_t \nabla \mu_t) + S</math>
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==I modelli a due equazioni==
Questa classe di modelli di turbolenza si propone di valutare la lunghezza di miscelazione e la viscosità turbolenta a partire da due parametri: l'energia cinetica turbolenta e la sua velocità di dissipazione (<math> \epsilon</math>).
 
Questa classe di modelli di turbolenza si propone di valutare la lunghezza di miscelazione e la viscosità turbolenta a partire da due parametri: la energia cinetica turbolenta e la sua velocità di dissipazione (<math> \epsilon</math>).
 
===Modello <math>k-\epsilon</math>===
 
Il [[Modello k-epsilon|modello k- ε]] venne proposto da Jones e Launder (1972) <ref>{{CiteCita journalpubblicazione|cognome=Jones
|nome=W.P.
| last=Jones
|cognome2=Launder
| first=W.P.
|nome2=B.E.
| last2=Launder
|titolo=The Prediction of Laminarization with a Two-Equation Model of Turbulence
| first2=B.E.
|rivista=International Journal of Heat and Mass Transfer, vol. 15
| title=The Prediction of Laminarization with a Two-Equation Model of Turbulence
|data=1972
| journal=International Journal of Heat and Mass Transfer, vol. 15
|pp=301-314
|date=1972
}}</ref> introducendo una seconda equazione di trasporto per la velocità di dissipazione dell'energia cinetica turbolenta <math>k</math>:
| pages=301-314
}}</ref> introducono con il modello <math>k-\epsilon</math> una seconda equazione di trasporto per la velocità di dissipazione dell'energia cinetica turbolenta <math>k</math>:
 
<math> \frac{\partial \epsilon}{\partial t} + \overline{\textbf{V}} \cdot \nabla \epsilon = C_{\epsilon1} \frac{\epsilon}{k} \overline{\overline{r}} : \nabla \overline{\textbf{V}} - C_{\epsilon2} \frac{\epsilon^2}{k} + \nabla \cdot ((\frac{\mu}{\rho} + \frac{\mu_t}{\rho \sigma_\epsilon})\nabla \epsilon) </math>
 
I termini di produzione, ovvero il (primo termine a destra dell'uguale), dissipazione e trasporto di <math> \epsilon </math> richiedono la specificazione di costanti di calibrazione, che possono essere tarate a partire didai dati sperimentali. In questa formulazione del modello, il termine dissipativo risulta essere problematico, in quanto all'avvicinarsi alla parete il valore di <math> k</math> tende a zero, portando a un termine dissipativo singolare. L'applicazione di questo modello richiede dunque un trattamento speciale a parete, econtrollando il valore di <math> y+</math> delle celle a parete risulta critico.
 
===Modello <math>k-\omega</math>===
 
Per evitare il problema della singolarità a parete, Wilcox (1988) <ref>{{CiteCita journalpubblicazione|cognome=Wilcox
|nome=D.C.
| last=Wilcox
|titolo=Re-assessment of the scale-determining equation for advanced turbulence models
| first=D.C.
|rivista=AIAA Journal, vol. 26, no. 11
| title=Re-assessment of the scale-determining equation for advanced turbulence models
|data=1988
| journal=AIAA Journal, vol. 26, no. 11
|pp= 1299-1310
|date=1988
| pages= 1299-1310
}}</ref> propose il modello <math> k-\omega</math>, dove la seconda equazione di trasporto è scritta per <math>\omega</math>, la frequenza caratteristica dei vortici:
 
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===Modello <math>k-\omega SST</math>===
 
Per combinare i vantaggi di questi due modelli, Menter (1994) <ref>{{CiteCita journalpubblicazione|cognome=Menter
|nome=F.R.
| last=Menter
|titolo=Two-Equation Eddy-Viscosity Turbulence Models for Engineering Applications
| first=F.R.
|rivista=AIAA Journal, vol. 32, no 8.
| title=Two-Equation Eddy-Viscosity Turbulence Models for Engineering Applications
|data=1994
| journal=AIAA Journal, vol. 32, no 8.
|pp= 1598-1605
|date=1994
}}</ref> propose una versione modificata del modello <math> k-\omega</math>, che combina le equazioni di <math>\omega</math> ed <math>\epsilon</math>, con un fattore moltiplicativo che se nullo, rende l'equazione identica a quella di <math>\omega</math>. Questo fattore di ''blending'', rende quindi il modello SST simile al modello <math> k-\omega</math> vicino a parete, mentre lontano dalla parete, esso si comporta come il <math> k-\epsilon</math>. Questo modello è largamente utilizzato nell'industria, in particolare nell'ambito [[Turbomacchina|turbomacchine]].
| pages= 1598-1605
}}</ref> propose una versione modificata del modello <math> k-\omega</math>, che combina le equazioni di <math>\omega</math> ed <math>\epsilon</math>, con un fattore moltiplicativo che se nullo, rende l'equazione identica a quella di <math>\omega</math>. Questo fattore di blending, rende quindi il modello SST simile al modello <math> k-\omega</math> vicino a parete, mentre lontano dalla parete, esso si comporta come il <math> k-\epsilon</math>. Questo modello è largamente utilizzato nell'industria, in particolare nell'ambito turbomacchine.
 
==Reynolds stress model (RSM)==
Questa classe di modelli non è basata sulla ipotesi di Boussinesq, e la chiusura del problema è effettuata risolvendo il tensore degli stress di Reynolds completo. L'assenza dell'ipotesi di [[isotropia]] della turbolenza significa che gli effetti di direzionalità della turbolenza potranno essere catturati, al costo di un maggiore carico computazionale rispetto a modelli a una/due equazioni (il modello RSM è infatti un modello a 7 equazioni aggiuntive, 6 per gli stress di Reynolds e 1 per la ɛ. La riduzione di risorse richieste rispetto a simulazioni LES (Large Eddy Simulation) o DNS ([[Direct numerical simulation|Direct Numerical Simulation]]) pone questi modelli a un punto intermedio rispetto ai modelli classici a due equazioni.
 
==Algebraic stress model (ASM)==
Questa classe di modelli nasce con lo scopo di riuscire a valutare l'anisotropia degli stress di Reynolds senza dover risolvere le loro equazioni di trasporto. Di base, il costo computazionale maggiore nel risolvere le RMS è causato dalla valutazione dei gradienti degli stress di Reynolds presenti nei termini convettivo e diffusivo delle equazioni di trasporto. Rimuovendo o modellando questi termini le equazioni degli stress di Reynolds si riducono a un set di equazioni algebriche. La modellazione può essere fatta assumendo che la somma dei termini convettivo e diffusivo degli stress di Reynolds sia proporzionale alla somma dei termini convettivi e diffusivi dell'energia cinetica turbolenta k.<ref>{{Cita libro|autore=Versteeg, Malalasekera|titolo=An Introduction To Computational Fluid Dynamics - The Finite Volume Method - 2nd Edition|anno=2007}}</ref>
 
== Note ==
Riga 191 ⟶ 181:
 
== Bibliografia ==
* Wilcox, "''Turbulence Modeling for CFD"'', DWC Industries, INC., 2006
* Pope, "''Turbulent Flows"'', Cambridge University Press, 2000
* Kundu, Cohen Dowling, "''Fluid Mechanics"'', Academic Press, 2011
* Versteeg, Malalasekera, ''An Introduction To Computational Fluid Dynamics - The Finite Volume Method- 2nd Edition'', Pearson, 2007
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{portale|ingegneria|fisica}}
 
[[Categoria:fluidodinamicaFluidodinamica]]
[[Categoria:Turbolenza]]