Anticattolicesimo: differenze tra le versioni
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A seconda dei casi e dei vari contesti, il termine può indicare anche, == Origini e storia del fenomeno ==
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==== Germania ====
[[File:Lucas Cranach - Antichrist.png|thumb|''L'Anticristo'' di [[Lucas Cranach il vecchio]], 1521, raffigura il papa come l'Anticristo. L'accusa di [[simonia]] è evidente: sull'altare si vede una pila di [[bolla papale|bolle]] e si contano le monete.]]
Le origini del fenomeno antipapista possono essere fatte risalire al [[XVI secolo]], durante il papato di [[Papa Leone X|Leone X]], i costumi della cui corte furono una delle concause della nascita della [[Riforma protestante|Riforma]]: il monaco [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] [[Germania|tedesco]] [[Martin Lutero]], autore di pesanti critiche contro la corruzione morale ed economica della Chiesa di Roma (e a seguito delle quali ricevette la bolla di [[scomunica]] dallo stesso Leone X), descrisse il Papa come l'[[Anticristo]] e la stessa Chiesa cattolica come la ''Prostituta di Babilonia'' vaticinata nel [[Apocalisse di Giovanni|Libro dell'Apocalisse]]<ref>
Tali dichiarazioni di Martin Lutero vennero trasferite nella liturgia di alcune confessioni riformate, tanto da divenire una professione di fede. Riporta infatti la professione di fede di Westminster, recitata dai fedeli [[Chiesa anglicana|anglicani]], che il capo della Chiesa è [[Gesù|Gesù Cristo]], e che il papa non può quindi esserlo, in quanto peccatore e figlio della perdizione. La confessione di fede battista di Londra del [[1689]] ([[Giovanni Calvino|calvinista]]) recita nei suoi punti essenziali che, ribadito il ruolo di Gesù Cristo come capo della Chiesa, il papa è escluso dal ruolo di guida in quanto espressamente definito “Anticristo”.
==== Inghilterra ====
In [[Inghilterra]], invece, il fenomeno antipapista ebbe origine con lo [[scisma anglicano]] di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] ([[1534]]): già prima di lui diversi sovrani inglesi si erano opposti al sistema di tassazione del clero operato da Roma, ed Enrico VIII colse l'occasione del diniego del [[papa Clemente VII]] di concedergli il divorzio dalla moglie [[Caterina d'Aragona]] per fare approvare dal parlamento alcune norme che svincolavano il clero inglese dall'autorità papale per porla in capo alla Corona. Nel 1534, poi, fu approvato l{{'}}''Atto di Supremazia'' (''Act of Supremacy'') con il quale la Corona inglese veniva dichiarata la massima autorità religiosa d'Inghilterra, e di conseguenza ogni qualsiasi atto di fedeltà o sottomissione al papa sarebbe stato considerato tradimento (cosa questa che portò all'esecuzione di [[Tommaso Moro]]).
{{vedi anche|Scisma anglicano}}
Tale ''Atto'', soppresso nel [[1554]] da [[Maria I d'Inghilterra|Maria Tudor]] (figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona), fervente cattolica e soprannominata ''Maria la Sanguinaria'' (''Bloody Mary'') per via delle feroci persecuzioni operate nei confronti dei protestanti a seguito dei suoi tentativi per ripristinare il cattolicesimo in Inghilterra, fu reintrodotto da [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] (figlia dello stesso Enrico VIII e di [[Anna Bolena]]) nel [[1559]]. La condanna a morte per cospirazione decretata da Elisabetta nei confronti di sua cugina, [[Maria Stuarda]] (al centro di un complotto per uccidere la regina, da lei definita ''la bastarda'' in quanto figlia del matrimonio considerato illegittimo con Anna Bolena), [[regina di Scozia]] e appoggiata dalla casa regnante di Francia, pose definitivamente fine a qualsiasi tentativo di reintrodurre il cattolicesimo come religione di Stato in Inghilterra.
Durante il regno di Elisabetta I, le persecuzioni operate in precedenza da sua sorella Maria la Sanguinaria nei confronti dei protestanti furono sfruttate in chiave propagandistica contro i papisti (così venivano definiti i cattolici in Inghilterra) nel ''Libro dei Martiri'' di [[John Foxe]] (''[[Libro dei Martiri di Foxe|Foxe's Book of Martyrs]]''). Nel [[1571]] il sinodo dei vescovi anglicani stabilì che il ''Libro'' dovesse venire esposto per pubblica lettura in tutte le cattedrali e in tutte le abitazioni del clero, e in molte chiese parrocchiali esso venne esposto di fianco alla [[Bibbia]]. Tale libro divenne popolarissimo soprattutto tra i [[Puritani]] inglesi e lo rimase fino al [[XIX secolo]], anche se la trattazione invero partigiana alimentò in senso negativo i pregiudizi verso il cattolicesimo al di là della critica alle numerose persecuzioni da quest'ultimo messe in atto (direttamente dal papato oppure da sovrani cattolici), in Inghilterra e nel resto d'Europa.
A peggiorare ulteriormente il clima di ostilità ormai palese tra cattolici da una parte, e anglicani e protestanti dall'altra, vi fu il tentativo di [[Papa Pio V|Pio V]] di delegittimare Elisabetta con una bolla (''[[Regnans in Excelsis]]'', [[1571]]) che definiva la regina ''[[eresia|eretica]]'' e tramite la quale si intendeva sciogliere i cattolici inglesi dal vincolo d'obbedienza alla loro sovrana. Come risultato, tale bolla ebbe solo quello di aumentare la diffidenza di Elisabetta verso i cattolici, considerati politicamente inaffidabili quando non sospetti di infedeltà verso la Corona.
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Ulteriore motivo di astio verso i cattolici e il papato fu il tentativo di [[Filippo II di Spagna]] di dare attuazione pratica alla bolla di Pio V, invadendo l'Inghilterra per sedersi sul trono di Londra, su cui il re di Spagna rivendicava diritti in quanto vedovo di Maria Tudor. Nel [[1588]] la flotta spagnola, l'[[Invincibile Armata]], mosse verso le Isole Britanniche, ma fu sconfitta e decimata nel [[Canale della Manica]] dalle navi anglo-[[Paesi Bassi|olandesi]] (altro popolo che si era ribellato al cattolicesimo e all'occupazione spagnola durata quasi un secolo) comandate dall'ammiraglio [[Francis Drake]].
Tale clima ostile generò anche da parte anglicana persecuzioni nei confronti dei cattolici: missionari [[gesuiti]] - insieme a laici che ne avevano favorito il tentativo di fuga<ref>{{
Tra gli altri episodi che acuirono tra gli anglicani e i protestanti inglesi il sentimento antipapista e, più in generale, anticattolico, vi fu la fallita cospirazione del cattolico [[Guy Fawkes]] nota come ''Congiura delle Polveri'' (''Gunpowder Plot''): questi, di concerto con altri correligionari, organizzò un attentato dinamitardo contro il re [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]] e il [[Camera dei Comuni|Parlamento]] riunito nella [[Camera dei Lord]] nella sessione d'apertura del [[1605]]: il complotto fu scoperto in tempo per impedire che le polveri esplodessero; ugualmente influente sull'immaginario collettivo fu il [[Grande incendio di Londra]] del [[1666]], che qualcuno attribuì ai cattolici (sebbene non vi sia alcuna evidenza al riguardo) in base al fatto che una mano ignota aveva inciso sul monumento commemorativo di tale incendio una dichiarazione, che ascriveva la paternità del disastro a un non meglio identificato “fanatico papista”. A inasprire il clima da parte anglicana, infine, vi fu l'invenzione di un complotto papista da parte di Titus Oath, che denunciò a un magistrato anglicano un piano ordito da alcuni cattolici per uccidere il re e sostituirlo con un papista che avrebbe reintrodotto l'obbedienza a Roma nel regno. Tale montatura portò alla condanna a morte di almeno 15 persone con l'accusa di tradimento, prima che venisse scoperta e Oath venisse imprigionato.
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Il nocciolo dell'accusa, quindi, è che i cattolici costituivano un ''Imperium in imperio'', una [[quinta colonna]] che riservava maggior obbedienza al papa che non alle leggi del proprio Stato. A seguito di ciò, un ''corpus'' di leggi penali fu emanato per limitare i diritti civili e politici dei cattolici che non riconoscessero l'autorità del re sopra ogni altra. Con la loro emancipazione nel [[1829]] tali leggi furono in seguito abrogate.
Nonostante la fine di tali limitazioni legali, tuttavia, rimase un diffuso pregiudizio verso i cattolici per tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]], acuito dall'esodo in Inghilterra degli [[Irlanda|irlandesi]] che cercavano di sfuggire alla [[Grande carestia irlandese (1845 - 1849)|Grande carestia]] di metà secolo. A tutt'oggi i membri della [[Windsor (famiglia)|famiglia reale britannica]] perdono qualsiasi prerogativa di successione al trono qualora si convertano al cattolicesimo, come previsto dall'[[Act of Settlement|Act of Settlement, 1701]] (''Legge di Successione del 1701''<ref>{{
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La maggioranza cattolica dell'[[isola d'Irlanda]] fu soggetta a vessazioni inglesi fin dallo scisma di Enrico VIII. Tale atteggiamento si inasprì allorquando Elisabetta I - e il suo successore Giacomo I - decisero di smantellare il sistema sociale basato sul [[clan]] per instaurare quello statale inglese. Vi furono espropri dei [[latifondo|latifondi]], attuati sia tramite conversione all'anglicanesimo dell'aristocrazia terriera anglo-irlandese, oppure tramite confische. Molti cattolici irlandesi vennero spossessati delle loro terre, le quali furono assegnate a coloni provenienti dalla Gran Bretagna (va detto tuttavia che anche [[Maria I d'Inghilterra|Maria la Sanguinaria]] si era già resa attrice a sua volta di una colonizzazione simile in Irlanda, sebbene di stampo cattolico invece che anglicano).
Lo spossessamento continuò anche durante il breve periodo [[repubblica (forma statuale)|repubblicano]] di [[Oliver Cromwell]], il quale assegnò ai veterani di guerra inglesi ampi possedimenti in Irlanda quale ricompensa per i loro servizi allo Stato. L'Irlanda andò incontro a un rapido spopolamento degli indigeni sia per via dei massacri commessi per sottomettere l'isola<ref>
L'opera di colonizzazione britannica provocò anche un'alterazione demografica, etnica e culturale dell'isola: si formò una classe dirigente anglicana e protestante fedele a [[Londra]], che lasciò fuori dalle leve del potere la popolazione cattolica. La vecchia struttura ancora basata sui rapporti familiari fu smantellata e furono introdotte nuove forme giuridiche di proprietà privata, commercio e credito. Furono bandite anche forme di espressione della religione cattolica, e scuole ed edifici cattolici furono chiusi ed espropriati.
Con il citato atto di emancipazione del [[1829]] le cose cambiarono anche in Irlanda, e i cittadini di religione cattolica divennero eleggibili al parlamento britannico; ma le modificazioni sociali avevano fatto sì che vi fossero significative presenze protestanti e unioniste soprattutto nel nord dell'isola (l'odierna [[Irlanda del Nord]]). Anche dopo l'indipendenza e la nascita della [[Eire|Repubblica d'Irlanda]] ([[1921]]) il conflitto nell'Irlanda del Nord, rimasta al Regno Unito, tra i cattolici filo-repubblicani e i protestanti e gli anglicani unionisti portò a una lunga stagione di atti terroristici a opera di ambo le parti, segnatamente gli unionisti ispirati dal reverendo
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Con l'adesione nel [[1560]] alla [[Riforma protestante|Riforma]], anche la [[Scozia]] uscì dalla sfera d'influenza di Roma e istituì una chiesa [[Chiesa di Scozia|nazionale]], di stampo [[Giovanni Calvino|calvinista]]. A differenza della [[Chiesa Anglicana]], quella scozzese non divenne tuttavia Chiesa di Stato. Lo scisma scozzese dal cattolicesimo, comunque, acuì maggiormente la separazione e il clima di ostilità verso la [[Chiesa cattolica]] in [[Gran Bretagna]]. Anche gli anglicani di Scozia tuttavia non furono esenti da attacchi ostili, a seguito del tentativo di [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I]] di riformare la Chiesa scozzese: i tentativi di riforma furono rigettati in quanto ritenuti troppo affini - nei sacramenti e nel rito - a quelli cattolici.
A partire dalla seconda metà del [[XIX secolo]] il flusso migratorio di [[irlanda|irlandesi]] verso la Gran Bretagna aumentò considerevolmente, e anche in Scozia i cattolici vennero per lungo tempo trattati alla stregua di cittadini di rango inferiore. Ancora oggi, le due squadre di [[calcio (sport)|calcio]] più importanti di Scozia, il [[Celtic Football Club|Celtic]] e i
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==== Le nuove colonie in America e la nascita degli Stati Uniti ====
[[File:Declaration of Independence (1819), by John Trumbull.jpg|thumb|Firma della [[Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti|Dichiarazione d'Indipendenza]] (4 luglio [[1776]])]]
La colonizzazione del continente [[America settentrionale|nordamericano]], iniziata a partire dal [[XVII secolo]], fu di carattere prevalentemente protestante, a opera dei cosiddetti
Le successive ondate di immigrazione nel continente - in stragrande maggioranza provenienti dall'Inghilterra e altri Paesi che avevano aderito alla Riforma - portarono alla commistione di diverse confessioni riformate, cosa questa che indusse un secolo e mezzo più tardi i [[padri fondatori degli Stati Uniti]] che avevano firmato la [[Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti|Dichiarazione di indipendenza]] dalla [[Inghilterra|madrepatria]] (4 luglio [[1776]]) a proporre, nella istituenda [[Costituzione degli Stati Uniti|Costituzione]] ([[1788]]), un
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==== Fenomeni di ostilità antipapista negli Stati Uniti ====
[[File:The American River Ganges (Thomas Nast cartoon).jpg|thumb|''The American River Ganges'' (''Harper's'', [[1876]]), vignetta in cui le gerarchie vaticane vengono raffigurate come famelici coccodrilli]]
I Padri Pellegrini, oltre alla loro religione, avevano portato
L'ostilità si rifaceva da un lato al presupposto religioso della polemica di [[Martin Lutero|Lutero]] contro il papa (definito, come detto, l'[[Anticristo]]), e dall'altra a quello politico, esplicitato più di un secolo dopo in Inghilterra nei citati ''Commentaires'', per il quale la gerarchia cattolica, tramite l'obbedienza imposta ai suoi fedeli anche fuori dai confini nazionali, era vista come colei che li manovrava come pedine per estendere i suoi privilegi medievali in tutto il mondo.
Con l'entrata in vigore della Costituzione caddero le vecchie leggi che istituivano pubbliche liste di proscrizione ai cattolici nelle tredici colonie federate. Ma anche dopo l'approvazione della Costituzione, o nelle more di essa, vi fu chi cercò di prevenire l'insorgenza di supposte “quinte colonne” nell'amministrazione pubblica americana: John Jay, uno dei firmatari della Dichiarazione d'Indipendenza, sollecitò nel [[1788]] il parlamento di [[New York (stato)|New York]] a emanare una legge che richiedesse a tutti i funzionari pubblici di quello Stato di non riconoscere qualsiasi autorità straniera «in qualsiasi campo, sia religioso che civile»<ref>{{
Le continue ondate che, a partire dall'[[XIX secolo|Ottocento]], portarono in America migranti da Paesi a forte connotazione cattolica, causarono allarmismo nella popolazione residente, preoccupati dall'influsso che i cattolici potessero avere sulla società. Il movimento [[xenofobia|xenofobo]] (''nativista'') che nacque per reazione a ciò, e che assunse grande rilevanza negli [[anni 1840|anni quaranta]] del secolo, diede vita a vessazioni, incendi di varie proprietà della Chiesa cattolica, e talora all'omicidio di cattolici. Il pregiudizio era alimentato dalla convinzione diffusa che i cattolici operassero per distruggere la cultura degli Stati Uniti. Agli irlandesi fu addossata la colpa dell'aumento delle tasse nel Paese e lo spargimento di malavita e malattie.
[[File:Millard Fillmore.jpg|thumb|[[Millard Fillmore]], 13º presidente degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]]]
L'espressione politica del movimento xenofobo fu l{{'}}''Unione Nazionale'' (''National Union''), anche detta ''Non so nulla'' (''[[Know Nothing]] Party''). Tale nome derivava dallo slogan del suddetto partito, che recitava: ''I know nothing but my Country, my whole Country, nothing but my Country'' (''Non conosco nulla a parte il mio Paese, tutto il mio Paese, null'altro che il mio Paese''), nato nel [[1848]] a seguito della notizia del fallimento delle lotte d'indipendenza in Europa, di cui fu incolpata l'influenza che [[papa Pio IX|Pio IX]] aveva sulle potenze imperiali (in ''primis'' l'[[Impero austro-ungarico|Austria-Ungheria]]), fedeli al papa. Tale partito, che aveva nel suo programma la condanna della Chiesa cattolica, arrivò anche a esprimere un proprio candidato indipendente alla [[presidente degli Stati Uniti d'America|Casa Bianca]], [[Millard Fillmore]], già 13º presidente dal [[1850]] al [[1853]], che tuttavia non riuscì a farsi rieleggere.
Alla metà del secolo, i cattolici avevano la maggioranza relativa nel Paese, e tra il [[1860]] e il [[1890]] triplicarono per via delle immigrazioni, raggiungendo il numero di 7 milioni al trapasso di secolo. Ciò fu dovuto principalmente all'arrivo di numerosi irlandesi e, soprattutto, [[italia]]ni. Questo causò una crescente influenza politica e culturale sulla società americana e, dall'altro lato, un crescente timore per una supposta minaccia cattolica.
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Con l'avvento del [[XX secolo]], quando la maggioranza protestante si rese conto che i cattolici non avevano intenzione di controllare il governo, l'animosità scemò, anche se per tutto il secolo a venire rimase un certo timore: ad esempio, nel [[1928]], la candidatura di un cattolico, [[Al Smith]], alla presidenza degli Stati Uniti fu contestata fortemente (voci dell'epoca sostenevano che se Smith fosse stato eletto, il papa avrebbe messo piede nella [[Casa Bianca]] e i protestanti sarebbero stati privati della cittadinanza).
Nel [[1949]], Paul Blanshard ([[1892]]-[[1980]]), un giornalista statunitense di famiglia protestante ed egli stesso già [[socialismo|socialista]] e, successivamente, [[ateismo|ateo]] militante, diede alle stampe un libro che raccoglieva numerosi articoli da lui scritti contro la Chiesa cattolica sul quotidiano ''The Nation'', per il quale fu corrispondente a [[Roma]] negli [[anni 1950|anni cinquanta]]. La tesi principale del libro<ref>
{{citazione|Non v'è dubbio che la gerarchia cattolica americana sia entrata in politica e si stia facendo via via sempre più aggressiva nell'estendere la propria influenza nei campi della medicina, dell'istruzione e della politica estera. Come si vedrà da queste pagine, la gerarchia cattolica esercita nel nostro Paese un grande potere come gruppo di pressione, e nessun editore, politico, imprenditore o produttore cinematografico può opporvisi apertamente
Il libro vendette quasi subito
=== Opposizione al papato nei Paesi cattolici ===
A partire dal [[XVIII secolo]] anche nei Paesi di tradizione cattolica, che non aderirono alla Riforma e che furono altresì interessati dalla [[controriforma]] successiva al [[concilio di Trento]], iniziò a farsi strada una corrente di pensiero che sosteneva l'affrancamento dall'autorità morale del papato sopra i sovrani cattolici e la non ingerenza del potere
==== Francia ====
[[File:Voltaire.jpg|thumb|[[Voltaire]] ([[1694]]-[[1778]])]]
Storicamente, il momento che segnò la discontinuità dell'influenza papale sulla vita politica francese (tramite il re ''defensor fidei'') fu la [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]] ([[1789]]), la quale, ispirata dalle teorie [[Illuminismo|illuministiche]] di numerosi pensatori e filosofi (primo tra tutti [[Voltaire]]), riformò radicalmente il sistema politico di quel Paese: fu introdotto il parlamentarismo, la Chiesa fu esautorata da qualsiasi ruolo pubblico e le furono tolti i privilegi fiscali e di proprietà di cui godeva fino ad allora; la trasformazione fu così profonda che anche dopo [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e la [[Restaurazione]] e nonostante la Francia si fosse fatta garante della difesa dello [[Stato Pontificio]] fino al [[1870]], nel [[1905]] fu emanata una legge, tuttora vigente, la
Tale legge giungeva alla fine di un ventennio turbolento, che aveva visto una profonda divisione tra la Francia cattolica e filo-monarchica e quella laica e socialista, repubblicana, in cui si era rischiato un [[colpo di Stato]] per mano del generale [[Patrice de Mac-Mahon|Mac-Mahon]], appoggiato dalla nobiltà e dal clero, e viva era la memoria del recente ''[[Affare Dreyfus|Affaire Dreyfus]]'', in cui un ufficiale ebreo dell'esercito era stato accusato di spionaggio, degradato e condannato, prima che il famoso ''[[J'accuse|J'accuse!…]]'' di [[Émile Zola]] ([[1898]]) portasse alla riapertura dell'inchiesta, alla scoperta del vero colpevole di spionaggio e alla conferma che la condanna a Dreyfus era stata pesantemente influenzata da latente [[antisemitismo]] presente negli ambienti politici e militari filo-monarchici. Lo scandalo che ne seguì ebbe conseguenze anche sulla vita pubblica francese: più tardi si sarebbe scoperto che, per reazione all'episodio, nel biennio [[1904]]-[[1905]] il ministro della Guerra [[Louis André]] si era adoperato per impedire promozioni e avanzamenti di carriera al personale civile e militare di manifesta fede cattolica<ref>{{
La citata legge del [[1905]], nel suo punto più qualificante recita: ''«La République ne reconnaît, ne salarie ni ne subventionne aucun culte…»'' (''«La Repubblica non riconosce, né stipendia né sovvenziona alcun culto…»''). Da tale legge discesero anche la non validità dei matrimoni celebrati da autorità diversa da quella civile, la legalizzazione del [[divorzio]] e l'abrogazione formale di qualsivoglia religione di Stato. I culti furono dichiarati per legge
==== Spagna ====
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Con la proclamazione della [[Seconda Repubblica Spagnola|repubblica]] ([[1931]]), il potere civile di orientamento [[liberalismo|liberal]]-[[socialismo|socialista]] diede vita a una serie di riforme che, tra l'altro, andarono a toccare gli interessi economici che la Chiesa cattolica aveva in Spagna. A livello popolare, vi furono numerosi episodi di intolleranza verso ecclesiastici, fedeli e proprietà della Chiesa, con l'uccisione di sacerdoti e l'incendio di numerosi edifici di culto.
La [[Guerra civile spagnola|guerra civile]] che ne seguì vide il generale [[colpo di Stato|golpista]] [[Francisco Franco]], ultraconservatore e fortemente religioso, prendere il potere nel [[1939]]: appoggiato da [[Adolf Hitler|Hitler]] e [[Benito Mussolini|Mussolini]], tra i primi atti del suo governo vi fu il ripristino di particolari franchigie alla Chiesa cattolica, tanto che lo stesso dittatore tedesco ebbe a pentirsi di aver sacrificato soldati tedeschi per «ripristinare i privilegi feudali del pretume spagnolo»<ref>
Franco morì nel [[1975]] e i governi legittimamente eletti a partire dalla fine della dittatura (quasi tutti di ispirazione socialista a parte il periodo [[Partito Popolare (Spagna)|popolare]] di [[José María Aznar|Aznar]] dal [[1996]] al [[2004]]) perseguirono politiche di laicizzazione del Paese, non senza suscitare critiche da parte cattolica, che attribuisce tali misure alla volontà di sradicare il sentimento cattolico dalla [[Spagna]]. Durante il suo mandato come presidente di governo (2004-2011), il [[Partito Socialista Operaio Spagnolo|socialista]] [[José Luis Rodríguez Zapatero|Zapatero]], ha promosso varie misure legislative al fine di permettere il matrimonio tra persone dello stesso sesso, estendere la [[ricerca scientifica]] alle [[cellule staminali]]; inoltre ha abrogato l'obbligatorietà dell'[[insegnamento della religione cattolica]], togliendola anche dal gruppo delle materie che concorrono al voto scolastico complessivo.
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Antipapista, ma non antireligiosa, era anche [[Casa Savoia]], il più fiero avversario politico del papato: lo [[Statuto albertino]], promulgato nel [[1848]] da [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] come carta fondamentale del [[Regno di Sardegna]] e, successivamente, costituzione del [[Regno d'Italia]] fino al [[1945]], in effetti, riconosceva il cattolicesimo quale sola religione dello Stato.
I rapporti tra i Savoia e il papato erano già tesi da quando, nel febbraio del [[1848]], erano state emanate le [[Lettere Patenti]] che emancipavano civilmente i cittadini di religione [[Chiesa evangelica valdese|valdese]] e, soprattutto, l'atto del 19 giugno dello stesso anno, che emancipava anche gli ebrei. In aggiunta a ciò, le cosiddette [[leggi Siccardi]] (dal nome di [[Giuseppe Siccardi]], ministro della giustizia del governo [[Massimo
[[File:BrecciaPortaPia.jpg|thumb|La [[Presa di Roma|breccia]] di [[Porta Pia]] a [[Roma]] (20 settembre [[1870]] - [[Lodovico Tuminello]])]]
Nel [[1855]] furono aboliti nel Regno di Sardegna diversi ordini religiosi, tra i quali gli [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniani]], [[Ordine dei Carmelitani Scalzi|carmelitani]], [[Ordine Certosino|certosini]], [[Ordine Cistercense|cistercensi]], [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|cappuccini]], [[Ordine dei Frati Predicatori|domenicani]] e [[Ordine di San Benedetto|benedettini]], dichiarati «di nulla utilità sociale»; i relativi edifici furono espropriati. La legge fu estesa a tutto il territorio nazionale dopo la [[terza guerra
Tre anni dopo l'Unità d'Italia, l'enciclica di Pio IX ''[[Quanta cura]]'', del [[1864]], accompagnata dal ''[[Sillabo]]'', una serie di proposizioni su alcune novità sociali del periodo (''Syllabus complectens praecipuos nostrae aetatis errores'', «Elenco contenente i principali errori del nostro tempo»), costituì di fatto il momento di maggior distacco della Chiesa cattolica del [[XIX secolo]] dalla società laica: sia nell'enciclica sia nelle proposizioni del ''Sillabo'', infatti, Pio IX condannò il [[relativismo]] etico e religioso, il [[liberalismo]], il [[socialismo]] e il [[comunismo]], lo Stato laico, il monopolio statale dell'istruzione e il matrimonio civile. Per mano dei [[bersaglieri]], il 20 settembre [[1870]] [[Roma]] fu annessa al [[Regno d'Italia]] e venne posto fine allo [[Stato Pontificio]], durato più di mille anni. Ritiratosi in Vaticano, Pio IX raccomandò ai cattolici di non partecipare alla vita pubblica del Regno con il suo pronunciamento ''[[Non expedit]]'' ([[1874]]). La polemica antipapale proseguì anche dopo la [[presa di Roma]]: negli anni seguenti molte diocesi rimasero senza vescovi per via del mancato gradimento (''placet'') delle autorità italiane. A livello di circoli intellettuali la polemica trovò altre forme: il monumento eretto a [[Giordano Bruno]] in [[Campo de' Fiori]] a [[Roma]], sul punto dove fu arso al rogo nel [[1600]]; organizzazione di banchetti nei venerdì di [[quaresima]] nei pressi delle Mura Vaticane in scherno del precetto di [[digiuno ecclesiastico|digiuno cattolico]].
L'ascesa al potere di [[Benito Mussolini]] nel [[1922]] il quale, dopo l'[[Secessione aventiniana|Aventino dei parlamentari]] del [[1925]], divenne di fatto [[dittatore]], coincise con la normalizzazione dei rapporti Stato-Chiesa: il [[Patti lateranensi|Concordato]] dell'11 febbraio [[1929]] aboliva di fatto la preesistente [[Legge delle Guarentigie]], istituiva lo [[Stato della Città del Vaticano]], rendeva il cattolicesimo religione ufficiale di Stato, uniformava il diritto di famiglia civile a quello ecclesiastico (quindi il [[divorzio]] non era ammesso) ed esentava gli ecclesiastici dal [[servizio militare]] obbligatorio. [[Papa Pio XI|Pio XI]], pochi giorni dopo la firma del trattato, disse di Mussolini che «Forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare»<ref>
L'[[accordo di villa Madama]] del [[1984]]
Nel XXI secolo il Segretario di Stato [[Tarcisio Bertone]] in un'intervista concessa a ''[[Famiglia Cristiana]]'' ha denunciato «oscure intenzioni» da parte dell'UE di «distruggere la credibilità di istituzioni ecclesiali che sono le più presenti nella società e le più attive nel curarne le ferite». La [[Partito Radicale (Italia)|radicale]] [[Emma Bonino]], tra le più attive nel denunciare presso le istituzioni europee i vantaggi fiscali goduti dalla Chiesa in Italia, affermò che nel 2007 vi fu un'analoga indagine anche in Spagna e che bisogna tenere distinta la pratica religiosa dagli aiuti di Stato alle istituzioni religiose<ref>
== L'opposizione contemporanea e le critiche di «anticattolicesimo» ==
=== Stati Uniti ===
La costante critica al papato e, più in generale, alle posizioni espresse dai cattolici negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] portò, negli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], a parlare per la prima volta di
Secondo un'analisi più recente, la generale accettazione del cattolicesimo in America non avvenne che a partire dagli [[anni 1960|anni sessanta]], con l'avvento di una generazione - figli e nipoti degli immigrati di inizio secolo - di giovani istruiti e assimilati nella cultura del Paese. Purtuttavia, [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]] (di origine [[Irlanda|irlandese]]) dovette fronteggiare, nel corso della sua campagna presidenziale, un antico pregiudizio ostile al cattolicesimo, tanto che a un certo punto dovette pubblicamente replicare alle preoccupazioni generate dalla sua supposta
[[File:Christopher Hitchens, 2007.jpg|thumb|[[Christopher Hitchens]], tra i più caustici corsivisti antireligiosi anglosassoni]]
Nel 1973, per iniziativa del [[Compagnia di Gesù|gesuita]] Virgil C. Blum, nacque a [[New York]] la ''Catholic League for Religious and Civil Rights'' (''Lega Cattolica per i diritti civili e religiosi'', di cui esiste una filiazione italiana, costituita nel [[2006]]<ref>
Varie sono le polemiche che hanno visto attrice la Lega Cattolica. Tra di esse, quelle che fecero seguito alla morte di [[madre Teresa di Calcutta]], nel [[1997]]: invitato dalla rete televisiva [[American Broadcasting Company|ABC]] a commentarne i funerali, Christopher Hitchens espresse pesanti critiche sulla missionaria, stigmatizzandone «la sua falsa umiltà» e «il gretto fondamentalismo religioso»<ref name="clhitch1">{{
Un altro elemento di polemica emerse in concomitanza della nota [[Giornata del Perdono]], tenutasi nel corso del [[Giubileo]] cattolico del [[2000]] per iniziativa dell'allora pontefice [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]]: dalle colonne di ''Slate'' il ''columnist'' Jack Shafer scrisse che «
Più recentemente, di nuovo Hitchens, in un suo articolo del [[2005]] su ''Slate'' («Giustizia cattolica: basta silenzi sul credo di John Roberts»<ref name="hitchrob">{{cita news|lingua=en
L'articolo faceva seguito a una recente polemica, l'ennesima, di Hitchens con Donohue. Durante un dibattito, all'accusa di Donohue di essere un «bigotto anticattolico», Hitchens rispose che «…per amor di discussione, devo dire che quando in questo Paese la religione viene messa sotto accusa la Chiesa cattolica viene coinvolta in misura maggiore della sua quota-parte di responsabilità. Forse in questo c'è anche il mio contributo, ma non me ne vergogno affatto»<ref>{{
=== Europa ===
L'uso del termine
Per tutto il dopoguerra, fino alla fine del [[XX secolo]], non vi furono significative frizioni tra le autorità civili e il mondo culturale e intellettuale da un lato e le autorità spirituali dall'altro. Per esempio, quando in [[Italia]] nel [[1970]] fu approvata la legge che istituiva il [[divorzio]], [[papa Paolo VI|Paolo VI]], durante un discorso ai [[roma]]ni, manifestò «amarezza» per la scelta di approvare una legge «infelice»<ref>{{cita|''Discorso del Santo Padre Paolo VI alla Roma cattolica''}}, 6 dicembre 1970.</ref>; qualche settimana più tardi, parlando al clero cittadino, pur ribadendo l'amarezza per la legge che, a suo dire, violava il [[Patti Lateranensi|Concordato]] perché sanciva la solvibilità del matrimonio, Paolo VI non andò oltre una raccomandazione ai cattolici a «rimanere saldamente fedeli alle antiche e onorevoli loro tradizioni di rispetto ai valori cristiani della famiglia» per i quali egli invocava «dal Signore pace e prosperità»<ref>{{cita|''Discorso del Santo Padre Paolo VI al Sacro Collegio e alla prelatura romana''}}, 22 dicembre 1970.</ref> e, anche durante la campagna [[referendum|referendaria]] del [[1974]] indetta per abrogare la legge, egli non intervenne nel dibattito pubblico, salvo poi, a legge confermata (12 maggio [[1974]]), limitarsi a dichiarare «sappiamo come una larga maggioranza dell'amatissimo Popolo Italiano si sia pronunciata in favore d'una legge che ammette una certa facile possibilità di divorzio. Pur troppo. Ciò è per noi motivo di stupore e di dolore, anche perché a sostegno della tesi, giusta e buona, dell'indissolubilità del matrimonio è mancata la doverosa solidarietà di non pochi membri della comunità ecclesiale», ma aggiunse che «affinché tale comportamento non si converta in loro perpetuo rimorso [degli elettori, ''nota''], vogliamo auspicare che anch'essi effettivamente si facciano con noi, cioè con la Chiesa cattolica, promotori della vera concezione della famiglia e della sua autentica fioritura nella vita»<ref>{{cita|''Discorso del Santo Padre Paolo VI agli sposi novelli''}}, 15 maggio 1974.</ref>. Anche in occasione dell'approvazione della legge 194 sull'[[aborto|interruzione volontaria di gravidanza]] nel [[1978]], il messaggio di Paolo VI si limitò a un'esortazione ai cattolici - e, virtualmente, a chiunque - a non farvi ricorso: «La vera pietà per le difficoltà e le angustie della vita umana non consiste nel sopprimere chi è frutto o del fallo o del dolore umano, ma nel sollevare, consolare, beneficare la sofferenza, la miseria, la vergogna della debolezza, o della passione umana: ucciderlo non mai! Questo noi dovremo riflettere davanti al triste e ignobile ricorso all'aborto legalizzato»<ref>{{cita|''Udienza generale di Paolo VI''}}, 7 giugno 1978.</ref>.
[[File:Valéry Giscard d’Estaing 1978.jpg|thumb|[[Valéry Giscard d'Estaing|Giscard d'Estaing]], presidente della [[Convenzione europea|Convenzione per la Costituzione Europea]] ([[2001]]-[[2003]])]]
Il primo episodio in cui vi fu un intervento ecclesiastico su un evento politico in corso avvenne in occasione del referendum del [[1995]] nella [[Repubblica d'Irlanda]] (rimasto fino ad allora l'unico Stato dell'[[Unione europea]] a proibire il divorzio), per emendare un articolo della Costituzione del [[1937]] che impediva lo scioglimento del matrimonio. La Chiesa cattolica di quel Paese si schierò pubblicamente contro l'emendamento e anche [[madre Teresa di Calcutta|madre Teresa]] giunse in Irlanda per sostenere le ragioni antidivorziste. L'esito del referendum, tuttavia, fu favorevole ai promotori dell'emendamento costituzionale e nel [[1997]] il parlamento irlandese approvò la legge che istituiva il divorzio anche in quel Paese.
Fu tuttavia durante i lavori preparatorî della [[Costituzione Europea]] ([[2001]]-[[2003]]) il periodo in cui da parte cattolica si cominciò a lamentare una qualche forma di discriminazione o di mancato riconoscimento. La [[Convenzione europea]], l'organismo multistatuale istituito per preparare la bozza di Costituzione, presieduto dall'ex presidente della [[Francia|Repubblica francese]] [[Valéry Giscard d'Estaing]], rigettò la proposta di inserire nel preambolo della stessa un richiamo alle
La questione aprì un lungo contenzioso tra la Santa Sede e, più in generale, diversi politici e intellettuali di area cattolica da un lato e gli organismi legislativi dell'Unione Europea dall'altro. La polemica poi si estese anche ad altri campi, come quello della cultura e dello spettacolo, ed è tuttora viva.
L'occasione in cui si iniziò a parlare più esplicitamente di
[[File:Durão Barroso.jpg|thumb|[[José Manuel Durão Barroso|José Barroso]]]]
L'argomento di un presunto
Subito dopo, la Commissione giustizia, libertà pubbliche e sicurezza espresse voto contrario (27 membri contro 26) alla nomina di Buttiglione a relativo Commissario<ref name="Butt2">{{cita news|autore=Giuseppe Sarcina
[[File:José Luis Rodríguez Zapatero - Royal & Zapatero's meeting in Toulouse for the 2007 French presidential election 0548 2007-04-19.jpg|Il primo ministro [[Spagna|spagnolo]] [[José Luis Rodríguez Zapatero|Zapatero]]|thumb]]
Le [[#Spagna|citate riforme]] introdotte in [[Spagna]] dal [[2004]] a opera del governo [[Partito Socialista Operaio Spagnolo|socialista]] di [[José Luis Rodríguez Zapatero|José Luis Zapatero]]
La più recente polemica che ha visto coinvolti il Vaticano e l'Unione Europea, con i relativi schieramenti (politici cattolici da un lato, laici dall'altro) è stata dell'agosto del [[2007]]: la Commissione Europea, su proposta del commissario alla Concorrenza, la [[Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia|liberaldemocratica]] [[Paesi Bassi|olandese]] [[Neelie Kroes]],
== Le idee fondamentali ==
A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, se ne elencano alcune delle più frequenti motivazioni:
* ideologiche: talora affini all'[[anticlericalismo]], anche da parte di determinate frange di [[cattolicesimo|cattolici]] che dissentano dalle posizioni dottrinali o sociali del papa<ref>
* socio-politico-economiche: in forma di rivendicazione da parte di gruppi secolari della non ingerenza delle gerarchie cattoliche nella vita civile di un Paese, oppure nella contestazione di [[fisco|politiche fiscali]] tendenti a trasferire fondi dall'[[Tassa|Erario]] alla Chiesa cattolica, come, nel caso [[italia]]no, l'istituto dell'[[Otto per mille]] oppure l'esenzione dal pagamento dell'[[Imposta Comunale sugli Immobili|ICI]] garantita anche a edifici religiosi non espressamente destinati al culto ma ad attività economiche<ref>{{cita web|autore=Carmen Carlucci
* filosofiche: nel caso
* nazionalistiche: quando, stante la natura di capo di Stato del Papa, l'osservanza ai precetti papali da parte dei fedeli venga vista come attività in contrasto con i loro doveri nazionali di cittadini, considerati preminenti dal loro Stato
Per completezza di trattazione, si citano anche motivazioni di carattere più generale che si possono applicare a qualsivoglia gruppo religioso e che, quindi, non sono strettamente attinenti all'osservanza della religione cattolica o, in qualsivoglia forma, all'adesione ai dettami dottrinali del papa
* etniche: nella misura in cui l'appartenenza religiosa si configuri anche come, in tutto o in massima parte, appartenenza a un distinto e determinato gruppo etnico, nazionale o linguistico considerato rivale o nemico
* religiose: nel caso l'opposizione o l'ostilità sia determinata dall'appartenenza a un gruppo religioso diverso, facente parte della stessa famiglia (ad esempio [[Protestantesimo|protestanti]]) o meno (ad esempio [[Islam|musulmani]]).
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== Bibliografia ==
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== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [[papa Pio IX|Pio IX]] (Giovanni Maria Mastai Ferretti):
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* [[papa Pio X|Pio X]] (Giuseppe Melchiorre Sarto):
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* [[papa Paolo VI|Paolo VI]] (Giovanni Battista Montini):
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[[Categoria:Anticlericalismo]]
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