Castello di Cuasso: differenze tra le versioni

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{{Infobox struttura militare
|Struttura = Castello
|Nome = Castello di Cuasso
|Nome originale = Castelasc
|Immagine =
|Didascalia =
|Stato attuale = ITA
|Stato attualeSuddivisione = [[ItaliaLombardia]]
|Città = [[Cuasso al Monte]]
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|Tipologia = [[Castello]] [[medievale]]
|Condizione attuale = rudere abbandonato
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Il '''castello di Cuasso''', noto anche come '''Castelasc''' in [[dialetto lombardo occidentalevaresotto|varesotto]], è un importante edificio difensivo di fondazione altomediovale della [[provincia di Varese]] e dell'[[Insubria]]. Esso occupa l'intero crinale di un colle il cui nome è divenuto eponimo dell'intero comune di [[Cuasso al Monte]], all'interno del quale sorge la struttura. Ne rimangono oramai solo imponenti ruderi.
[[File:Parete Sud.jpg|thumb| La parete sud del castello di Cuasso in un'incisione di Giuseppe Elena con testo di [[Cesare Cantù]] tratto da ''Cosmorama Pittorico'' del 1835.]]
Il '''castello di Cuasso''', noto anche come '''Castelasc''' in [[dialetto lombardo occidentale]], è un importante edificio difensivo di fondazione altomediovale della [[provincia di Varese]] e dell'[[Insubria]]. Esso occupa l'intero crinale di un colle il cui nome è divenuto eponimo dell'intero comune di [[Cuasso al Monte]], all'interno del quale sorge la struttura. Ne rimangono oramai solo imponenti ruderi.
 
==Struttura e stato attuale==
[[File:Mappa orientata cuasso vettoriale.jpg|thumb|Mappa del castello di Cuasso con un'ipotesi di ricostruzione degli ambienti.<br /> In nero, le strutture esistenti; in rosa, i ruderi ancora da identificare; in giallo, le strutture possibili.]]
La costruzione occupa per intero la collina di Cuasso, seguendo la direttrice nord-sud, e occupa un'area di circa 3500&nbsp;m², con un perimetro che si sviluppa su circa 400 metri. L'altimetria va dai 430 metri s.l.m del [[maschio (architettura)|mastio]] ai 455 della [[Rocca (fortificazione)|rocca]] di nord-est.
Il mastio, in posizione di controllo della gola proveniente dalla valle, risulta visibile, per chi proviene da sud, anche da una decina di chilometri, pur essendo localizzato in una posizione defilata: questo ne attesta l'importanza strategica.
Il castello era in origine composto da quattro piani distinti con un tetto merlato, alla guelfa, mentre sulla parete ovest si appoggiava una piccola torre al cui interno correvano le scale per raggiungere tutti i piani. Il mastio si presentava come la prora di una nave e probabilmente sulla scomparsa parete sud non vi erano accessi, ma solo finestre. Da quel punto poteva facilmente controllare la sottostante strada con un indubbio vantaggio strategico dovuto alla maggiore altezza.
 
Alle spalle del mastio in direzione nord il castello si apriva a ventaglio, con un angolo di circa 15°, con un cortile pianeggiante nel cui interno in successione si ergeva ad ovest la chiesa di [[Dionigi di Parigi|San Dionigi]], santo di origine [[Franchi|franca]] attuale patrono di [[Parigi]] oppure secondo altri dedicata a San Dionigi Vescovo di Milano nel quarto secolo dopo Cristo , e a est forse la chiesa di [[Sant'Ambrogio]], i cui ruderi non permettono una chiara identificazione. La chiesa di San Dionigi aveva due accessi, uno, quello ovest principale, che si apriva all'esterno del castello ed un altro sulla parete sud che dava nel cortile. Questo fa supporre che la tale chiesa fosse la parrocchiale di un villaggio di legno, oramai scomparso, che sorgeva intorno e ai piedi della collina. La parte ovest era anche quella meglio difendibile.
Sulla parete sud-est poco più a nord della presunta chiesa di Sant'Ambrogio, si apriva invece la porta carraia principale il cui ingresso era probabilmente accompagnato da una rampa di legno fissa o mobile, in considerazione del dislivello di parecchi metri che la separava dalla antica strada. Proseguendo verso nord si trovano ruderi di edifici non meglio identificati, forse magazzini o botteghe. La parte orientale si eleva quindi fino all'altezza di 455 metri. Il culmine del poggio è interamente occupato dalla poderosa rocca di nord-est. Essa è la parte più antica del castello, sicuramente di [[Storia romana|epoca romana]] faceva parte del sistema delle torri di segnalazione di cui era disseminato l'[[Impero romano|Impero]]. I [[Longobardi]] non fecero che ampliarla in seguito. Dalla parte più alta del poggio è possibile osservare tutta la porzione meridionale del [[lago di Lugano]], operazione non fattibile dal mastio.
 
L'accesso alla rocca di nord est rimane difficoltoso per il dislivello e per la presenza di una fitta vegetazione che ne ostacola il cammino. La rocca, godendo di una virtuale imprendibilità e di un'ottima panoramica, fungeva da privilegiato punto di osservazione, tanto da essere ancora utilizzata anche nel corso della [[prima guerra mondiale]], inserita nel contesto della [[Frontiera Nord]], il sistema difensivo italiano verso la Svizzera impropriamente noto come "linea Cadorna", i cui manufatti sono diffusi in abbondanza sul territorio di Cuasso e della val Ceresio.
La parte occidentale invece rimane al livello del mastio, con un ulteriore cortile protetto da mura da quale si accede poi a settentrione a Porta Nord, sicuramente munita di ponte levatoio. Tra il cortile nordoccidentale e la rocca di nord-est si sviluppavano una serie di terrazzamenti, in parte ancora presenti, sui cui pavimenti sorgevano probabilmente costruzione di legno ed anche di pietra.
 
==Storia==
Per la frammentarietà di fonti scritte la sua storia è ancora avvolta in gran parte dal mistero. Si ipotizza sia stato cruciale nello scontro tra [[guelfi e ghibellini]] nel XIII secolo quando fu probabilmente possedimendo della famiglia dei [[Besozzi (famiglia)|da Besozzo]] come caposaldo orientale dei loro possedimenti al confine con quelli dei [[Della Torre|Torriani]]. Al termine di tali conflitti, in cui trionfarono i [[Visconti]], con la costituzione di un unico Stato che poi sarebbe diventato il [[ducato di Milano]], il castello perse progressivamente di importanza tanto da finire nella lista di un'ordinanza di [[Francesco Sforza]] in cui si ordinava di abbattere un determinato numero di fortificazione. In quel tempo tuttavia già versava in stato di abbandono tanto che tale ordinanza non fu portata a termine per mancanza di una funzione esercitata.
Di certo dai pochi scavi e studi condotti in loco hanno appurato che si trattava di un castello posto sull'antica via che portava da [[Milano]] ai valichi alpini del [[Passo del San Bernardino|San Bernardino]] e del [[Passo del San Gottardo|San Gottardo]]. La sua edificazione al vertice di una gola in forte pendenza lo rendeva di fatto inespugnabile e chiave dell'intera viabilità dell'epoca romana e medievale. La sua prossimità al fiume Cavallizza, nelle cui vicinanze si trovavano miniere di argento, di piombo e, in misura molto minore, d'oro fanno supporre anche una sua importanza economico nel controllo delle risorse telluriche.
 
== Storia ==
Per la frammentarietà di fonti scritte la sua storia è ancora avvolta in gran parte dal mistero. Si ipotizza sia stato cruciale nello scontro tra [[guelfi e ghibellini]] nel XIII secolo quando fu probabilmente possedimendo della famiglia dei [[Besozzi (famiglia)|da Besozzo]] come caposaldo orientale dei loro possedimenti al confine con quelli dei [[Della Torre|Torriani]]. Al termine di tali conflitti, in cui trionfarono i [[Visconti]], con la costituzione di un unico Stato che poi sarebbe diventato il [[ducato di Milano]], il castello perse progressivamente di importanza tanto da finire nella lista di un'ordinanza di [[Francesco Sforza]] in cui si ordinava di abbattere un determinato numero di fortificazione. In quel tempo tuttavia già versava in stato di abbandono tanto che tale ordinanza non fu portata a termine per mancanza di una funzione esercitata. Di certo dai pochi scavi e studi condotti in loco hanno appurato che si trattava di un castello posto sull'antica via che portava da [[Milano]] ai valichi alpini del [[Passo del San Bernardino|San Bernardino]] e del [[Passo del San Gottardo|San Gottardo]]. La sua edificazione al vertice di una gola in forte pendenza lo rendeva di fatto inespugnabile e chiave dell'intera viabilità dell'epoca romana e medievale. La sua prossimità al fiume Cavallizza, nelle cui vicinanze si trovavano miniere di argento, di piombo e, in misura molto minore, d'oro fanno supporre anche una sua importanza economico nel controllo delle risorse telluriche.[[File:Parete Sud.jpg|thumb| La parete sud del castello di [[Cuasso al Monte|Cuasso]] in un'incisione di [[Giuseppe Elena]] tratto da ''[[Cosmorama Pittorico]]'' del 1835.|sinistra|175x175px]]
===Fondazione===
[[Image:Warkworth Castle MAP.jpg|thumb|Mappa del castello di Warkworth]]
L'attuale castello risulta costruito in più tappe. La torre più antica di epoca gallo-romana venne ampliata in epoca [[Longobardi|longobarda]] secondo un'insolita pianta, i cui unici raffronti si possono trovare nel [[castello di Warkworth]] in [[Northumberland]] ([[Regno Unito]]) e nell'oramai scomparso castello di [[Trecate]]. Si sa per certo che l'attuale castello inglese sorge su un preesistente insediamento [[Sassoni|sassone]] ricalcandone la forma.
Per tale motivo, è stata ipotizzata una edificazione da parte di maestranze sassoni. [[Paolo Diacono]] nella sua ''[[Historia Langobardorum]]'' narra di circa 20.000 [[sassoni]] discesi insieme ad [[Alboino]] nella primavera del 568. I [[Sassoni]] vantavano una comune ascendenza con i [[Longobardi]], avendo risieduto entrambi nel [[I secolo]] nella zona estrema settentrionale della [[Germania (provincia romana)|Germania]] romanizzata, lungo il corso del [[Elba (fiume)|fiume Elba]]. Nel 734 una parte di ventimila [[arimanno|arimanni]], a causa di disaccordi con il potere centrale longobardo, si allontanarono dall'[[Italia]]. Il castello fu sicuramente un presidio militare della via che conduceva da [[Como]] al Gottardo in quanto, prima della costruzione del ponte di [[Melide (Svizzera)|Melide]] la strada principale passava attraverso di esso. Fu parte poi del [[Seprio|Contado del Seprio]] per essere poi abbandonato definitivamente verso il XIII secolo. Fu in seguito sede della parrocchiale di Cuasso, con la chiesa di San Dionigi (vescovo di Milano) fino allaa metà del XVI secolo per divenireessere poi unridotto a cimitero nei secoli successivi. Ebbe nuovamente funzione di punto di osservazione e di stalla all'epoca della costruzione della [[Frontiera Nord]].
 
===Etimologia===
Lo stesso toponimo Cuasso non deriverebbe da un generico ''Locus cuvaxi'' (luogo del covo) che non ha particolare senso in quanto la parola "covo" in latino viene resa semplicemente con ''covum''. Esso molto più probabilmente potrebbe derivare da una crasi tra la parola latina ''covum'' (covo) e quella germanica, ma latinizzata, ''Sachsum-i'' ([[Scramasax|spada]]-Sassone), secondo una forma tarda di declinazione latina, ove al classico ''Saxo-onis'' è subentrata la forma radicale germanica ''Sachs-i''; tale [[lemma (linguistica)|lemma]] è comunque attestato nell'[[alto tedesco antico]]. Secondo molti studi la [[lingua longobarda]] apparteneva non alla branca orientale delle [[lingue germaniche]] ma a quella occidentale, come il [[Antico sassone|sassone]].
La disseminazione di componenti del proprio popolo sul territorio conquistato era una consuetudine tipicamente longobarda. Tale dispersione veniva attuata secondo i gruppi familiari, le [[Fara (Longobardi)|fare]]. Venivano fondati nuovi villaggi o piazzeforti che ancor oggi sopravvivono nella toponomastica italiana come [[Fara Filiorum Petri]], [[Vidigulfo]] (''Vicus Lodulfi''), [[Mendrisio]] (''Locus Mandrici''). Questo metodo però favorì anche la dissoluzione dell'elemento longobardo nel precedente substrato gallo-romano.[[File:Mappa orientata cuasso vettoriale.jpg|thumb|Mappa del castello di Cuasso con un'ipotesi di ricostruzione degli ambienti.<br /> In nero, le strutture esistenti; in rosa, i ruderi ancora da identificare; in giallo, le strutture possibili.|255x255px]]
 
== Struttura e stato attuale ==
La costruzione occupa per intero la collina di Cuasso, seguendo la direttrice nord-sud, e occupa un'area di circa 3500&nbsp; m², con un perimetro che si sviluppa su circa 400 metri.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://fondoambiente.it/luoghi/castello-di-cuasso?ldc|titolo=CASTELLO DI CUASSO {{!}} I Luoghi del Cuore - FAI|sito=fondoambiente.it|accesso=2024-12-17}}</ref> L'altimetria va dai 430 metri s.l.m del [[maschio (architettura)|mastio]] ai 455 della [[Rocca (fortificazione)|rocca]] di nord-est.
Il mastio, in posizione di controllo della gola proveniente dalla valle, risulta visibile, per chi proviene da sud, anche da una decina di chilometri, pur essendo localizzato in una posizione defilata: questo ne attesta l'importanza strategica.
Il castello era in origine composto da quattro piani distinti con un tetto merlato, alla guelfa, mentre sulla parete ovest si appoggiava una piccola torre al cui interno correvano le scale per raggiungere tutti i piani. Il mastio si presentava come la prora di una nave e probabilmente sulla scomparsa parete sud non vi erano accessi, ma solo finestre. Da quel punto poteva facilmente controllare la sottostante strada con un indubbio vantaggio strategico dovuto alla maggiore altezza.
 
Alle spalle del mastio in direzione nord il castello si apriva a ventaglio, con un angolo di circa 15°, con un cortile pianeggiante nel cui interno in successione si ergeva ad ovest la chiesa di [[Dionigi di Parigi|San Dionigi]], dedicata secondo alcuni al santo di origine [[Franchi|franca]] attuale patrono di [[Parigi]], oppurema secondo altri dedicata a [[Dionigi di Milano|San Dionigi]] Vescovovescovo di [[Arcidiocesi di Milano|Milano]] nel quarto[[IV secolo dopo Cristo ]], ementre a est forse la chiesa di [[Sant'Ambrogio]],.<ref iname=":0">{{Cita cuiweb|lingua=it|url=https://upel.va.it/it/upel-cultura/cuasso-al-monte/castello-di-cuasso-o-castelasc|titolo=Castello ruderidi nonCuasso permettonoo unaCastelasc|sito=UPEL chiara identificazione.Italia|accesso=2024-12-17}}</ref> La chiesa di San Dionigi aveva due accessi, uno, quello ovest principale, che si apriva all'esterno del castello ed un altro sulla parete sud che dava nel cortile. Questo fa supporredimostra che la tale chiesa fosse la parrocchiale di un villaggio di legno, oramai scomparso, che sorgeva intorno e ai piedi della collina. LaEra parteconsacrata ovest(prima eradel decreto di [[Carlo Borromeo|San Carlo Borromeo]]), fu la prima chiesa di [[Cuasso al Monte|Cuasso]] e qui si recavano gli abitanti di [[Cuasso al Monte]] e Borgnana, anche quelladopo megliola caduta del castello. Entrambe le chiese vennero sconsacrate per ordine dell'[[arcivescovo]] [[Carlo Borromeo]] e demolite. Le pietre ricavate dalla chiesa di Sant'Ambrogio andarono a formare il primitivo campanile dell'omonima [[Chiesa di Sant'Ambrogio (Cuasso al Monte)|chiesa parrocchiale del 1578, con qualità di basilica minore, in Cuasso al Monte]]. La chiesa di San Dionigi è tutt'oggi riconoscibile per via dei ruderi della sua torre campanaria, dell'abside e della difendibilenavata.
 
La parte ovest era anche quella meglio difendibile. Sulla parete sud-est poco più a nord della presunta chiesa di Sant'Ambrogio, si apriva invece la porta carraia principale il cui ingresso era probabilmente accompagnato da una rampa di legno fissa o mobile, in considerazione del dislivello di parecchi metri che la separava dalla antica strada. Proseguendo verso nord si trovano ruderi di edifici non meglio identificati, forse magazzini o botteghe. La parte orientale si eleva quindi fino all'altezza di 455 metri. Il culmine del poggio è interamente occupato dalla poderosa rocca di nord-est. Essa è la parte più antica del castello, sicuramente di [[Storia romana|epoca romana]] faceva parte del sistema delle torri di segnalazione di cui era disseminato l'[[Impero romano|Impero]]. I [[Longobardi]] non fecero che ampliarla in seguito. Dalla parte più alta del poggio è possibile osservare tutta la porzione meridionale del [[lago di Lugano]], operazione non fattibile dal mastio.
 
L'accesso alla rocca di nord est rimane difficoltoso per il dislivello e per la presenza di una fitta vegetazione che ne ostacola il cammino. La rocca, godendo di una virtuale imprendibilità e di un'ottima panoramica, fungeva da privilegiato punto di osservazione, tanto da essere ancora utilizzata anche nel corso della [[prima guerra mondiale]], inserita nel contesto della [[Frontiera Nord]], il sistema difensivo italiano verso la Svizzera impropriamente noto come "linea Cadorna", i cui manufatti sono diffusi in abbondanza sul territorio di Cuasso e della val Ceresio.<ref name=":0" />
La parte occidentale invece rimane al livello del mastio, con un ulteriore cortile protetto da mura da quale si accede poi a settentrione a Porta Nord, sicuramente munita di ponte levatoio. Tra il cortile nordoccidentale e la rocca di nord-est si sviluppavano una serie di terrazzamenti, in parte ancora presenti, sui cui pavimenti sorgevano probabilmente costruzione di legno ed anche di pietra.
 
==Curiosità==
Tra maggio e luglio 2012 è stata pubblicata sulla testata online '''InInsubria''' una dettagliata inchiesta giornalistica sullo stato di abbandono del castello a firma di Massimiliano Carminati. In nove puntate l'Autore ha cercato di indagare cause e responsabilità del degrado a cui è soggetto il sito da decenni, coinvolgendo le competenti istituzioni, storici locali e studiosi, nonché personalità del mondo della cultura e della politica. L'inchiesta è finalizzata alla sensibilizzazione del problema e alla denuncia di una situazione non rispettosa della normativa vigente in materia di conservazione di beni culturali. Ha inoltre il merito di rafforzare la percezione dell'importanza di natura storico-archeologica del sito. Sono stati fatti analizzare, anche se superficialmente, reperti ritrovati dal prof. Adelio Bianchi, studioso che negli anni settanta ha condotto la prima e unica campagna di scavi e di recupero del castello. Tra questi ci sono oggetti di epoca longobarda e una moneta inglese probabilmente del X secolo, la cui presenza, più che avvalorare l'ipotesi relativa all'impiego di mastri costruttori e maestranze sassoni nell'edificazione delle strutture, testimonia il passaggio lungo la Via Francigena di pellegrini diretti a Roma provenienti dalle grandi isole del Nord Europa , come accade per tutti i luoghi abbandonati, iniziarono a fiorire leggende e storie di fantasmi, come quella che vorrebbe i boschi circostanti i ruderi abitati dallo spettro di Carlo, figlio del Duca di Cuasso, ucciso a tradimento per amore di una donna o luogo di oscuri rituali esoterici .<ref>Introduzione: {{cita web |url=http://www.ininsubria.it/un-focus-di-9-puntate-sul-castello-di-cuasso-al-monte~A8812 |titolo=CopiaUn archiviatafocus di 9 puntate sul castello di Cuasso al Monte|accessodata=117 lugliomaggio 2012|accesso=20 dicembre 2024|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141115020004/http://www.ininsubria.it/un-focus-di-9-puntate-sul-castello-di-cuasso-al-monte~A8812 |dataarchivio=15 novembre 2014 }} ; Prima puntata: </ref><ref>{{cita web |url=http://www.ininsubria.it/castello-di-cuasso-al-monte-tra-fantasmi-e-ruderi~A8825 |titolo=CopiaCastello archiviatadi Cuasso al Monte: tra fantasmi e ruderi|accessodata=118 lugliomaggio 2012|accesso=20 dicembre 2024|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141115015919/http://www.ininsubria.it/castello-di-cuasso-al-monte-tra-fantasmi-e-ruderi~A8825 |dataarchivio=15 novembre 2014 }} ; Seconda puntata: </ref><ref>{{cita web |url=http://www.ininsubria.it/un-castelasc-tutto-da-studiare~A8868 |titolo=CopiaUn archiviataCastelasc tutto da studiare|accessodata=1114 lugliomaggio 2012 |accesso=20 dicembre 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141115015945/http://www.ininsubria.it/un-castelasc-tutto-da-studiare~A8868 |dataarchivio=15 novembre 2014 }} ; Terza puntata: </ref><ref>{{cita web |url=http://www.ininsubria.it/il-castello-di-cuasso-prova-a-fare-rete~A8925 |titolo=CopiaIl archiviataCastello di Cuasso prova a fare "Rete"|accessodata=1121 lugliomaggio 2012|accesso=20 dicembre 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141105105324/http://www.ininsubria.it/il-castello-di-cuasso-prova-a-fare-rete~A8925 |dataarchivio=5 novembre 2014 }} ; Quarta puntata: </ref><ref>{{cita web |url=http://www.ininsubria.it/il-castelasc-sotto-l-occhio-degli-storici~A8992 |titolo=CopiaIl archiviataCastelasc sotto l'occhio degli storici |accesso=1128 lugliomaggio 2012|accesso=20 dicembre 2024|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141115061542/http://www.ininsubria.it/il-castelasc-sotto-l-occhio-degli-storici~A8992 |dataarchivio=15 novembre 2014 }} ; Quinta puntata: </ref><ref>{{cita web |url=http://www.ininsubria.it/castello-di-cuasso-ecco-i-resti-preziosi~A9043 |titolo=CopiaCastello archiviatadi Cuasso: ecco i resti preziosi
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|accesso=1120 lugliodicembre 20122024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120630164211/http://www.ininsubria.it/castelasc-di-cuasso-qualcosa-si-muove~A9249 |dataarchivio=30 giugno 2012 }} ; Nona puntata: </ref><ref>{{cita web |url=http://www.ininsubria.it/il-castello-di-cuasso-e-un-caso-politico~A9320 |titolo=CopiaIl archiviataCastello di Cuasso è un caso politico|accessodata=11 5 luglio 2012
|accesso=20 dicembre 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141115004104/http://www.ininsubria.it/il-castello-di-cuasso-e-un-caso-politico~A9320 |dataarchivio=15 novembre 2014 }}</ref>.
 
Il 31 gennaio 2014 il [[Corriere della Sera]] ha dedicato sul proprio sito web un articolo nella rubrica sui luoghi abbandonati della Penisola.<ref>{{cita web|url=http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_gennaio_31/cuasso-castello-dimenticato-dietro-muraglia-piante-0ee0b8da-8a9a-11e3-aecc-b2fa07970b97.shtml|titolo=Cuasso, il castello dimenticato dietro una muraglia di piante|data=31 gennaio 2014|accesso=20 dicembre 2024}}</ref>
 
==Note==
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* [[Matteo Colaone|M. Colaone]], ''In cima ai colli: l'oblio del Castelasc di Cuasso'', in ''Terra Insubre'' nº36 e nº37, Varese, 2005.
* L. Besozzi, De Besutio - Le famiglie [[Besozzi (famiglia)|Besozzi]], 2012, pp.&nbsp;174, ISBN 978-1-4709-1694-7.
 
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