Mostro di Firenze: differenze tra le versioni

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{{C|mezza voce si basa su ipotesi, teorie e misteri. È inutilmente prolissa, poche informazioni si trovano con grande fatica e molte, anche importantissime, mancano. Il tono è quello di diatribe da forum, mascherate da enciclopedismo.|criminalità|novembre 2016}}
{{nota disambigua||Il mostro di Firenze}}
{{C|mezza voce si basa su ipotesi, teorie e misteri.|criminalità|novembre 2016}}
{{F|criminalità|novembre 2016|commento=alcune fonti sono poco attendibili (blog e simili) e per un caso noto come questo non dovrebbe essere difficile trovare fonti attendibili.}}
{{Disclaimer|contenuti}}
{{Serial killer
|Nome = Mostro di Firenze
|Immagine = Mostro di Firenze.svg
|Didascalia = Identikit eseguito dopo il [[Mostro di Firenze#6un giugnouomo 1981:sospetto, glieseguito omicididopo diil Giovannidelitto Foggidel e22 Carmela De Nuccio|delitto delottobre 1981]]
|Soprannomi = Mostro di Firenze, Maniaco delle coppiette
|Altri nomi =
|Soprannomi = Mostro di Firenze, Cicci il Mostro di Scandicci, Maniaco delle Coppiette
|Nascita =
|Morte =
|Vittime = 14
|Vittime sospettate = 16
|Periodo = 21 agosto [[1968]] - 8 settembre [[1985]]
|Luoghi = [[Toscana]], campagne intorno a [[Firenze]]
|Metodi = ColpiAssalto dicon [[arma da fuoco]], [[accoltellamento]] e mutilazioni sessuali
|Altri crimini = Atti di [[squartamento|mutilazione]]
|Provvedimenti = Processo Pietro Pacciani
|Arresto =
* 1º grado di giudizio: condanna a 14 [[ergastoli]] per 7 degli 8 duplici omicidi [omicidi: 1974, 1981(2), 1982, 1983, 1984, 1985], con isolamento diurno per la durata di anni 3.
|Provvedimenti = Ergastolo per Mario Vanni e 26 anni per Giancarlo Lotti nella sentenza definitiva di condanna ai "[[compagni di merende]]"<ref>{{Cita news|url=http://qn.quotidiano.net/2000/09/26/1328522-Mostro-di-Firenze-Vanni-condannato-in-Cassazione.shtml|titolo=Mostro di Firenze: Vanni condannato in Cassazione
* 2º grado di giudizio: assoluzione da tutti i reati a lui ascritti per non aver commesso il fatto (richiesta dal Procuratore Generale dott. Piero Tony e dalla difesa). La Cassazione ha annullato la sentenza impugnata e rinviato ad altra sezione della corte d'Assise d'Appello per nuovo processo di 2° grado (non celebratosi per la morte di Pietro Pacciani).
Confermato l'ergastolo all'ex postino complice di Pacciani in quattro degli otto delitti. Ribadita anche la condanna (26 anni) al pentito Lotti. "I familiari delle vittime hanno avuto giustizia", è il commento del capo della squadra mobile Giuttari che assicura: "continuiamo a indagare sul mandante"|pubblicazione=[[Quotidiano Nazionale]]|urlarchivio=https://archive.is/20131128105837/http://qn.quotidiano.net/2000/09/26/1328522-Mostro-di-Firenze-Vanni-condannato-in-Cassazione.shtml|dataarchivio=28 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>. [[Mostro di Firenze#Pietro Pacciani (1925-1998)|Pietro Pacciani]], condanna all'ergastolo, poi ribaltata e infine annullamento con rinvio<ref>Pacciani fu condannato in primo grado per essere l'unico responsabile di 7 degli 8 duplici omicidi, è stato assolto in appello per non aver commesso il fatto. È morto in attesa di un nuovo processo d'appello, a seguito dell'annullamento dell'assoluzione da parte della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]].</ref>
Processo ai "[[Compagni di merende]]" (Mario Vanni, Giancarlo Lotti, Giovanni Faggi: imputati degli omicidi in concorso con Pietro Pacciani - Alberto Corsi per favoreggiamento personale nei confronti di Mario Vanni).
* 1º grado di giudizio: condanna di Mario Vanni alla pena dell'ergastolo (con isolamento diurno per la durata di anni uno e pena accessorie di legge) per 5 degli 8 duplici omicidi (omicidi: ottobre 1981, 1982, 1983, 1984, 1985); condanna di Giancarlo Lotti alla pena di anni 30 di reclusione per 4 degli 8 duplici omicidi (omicidi: 1982, 1983, 1984, 1985). Assoluzione di Giovanni Faggi per non aver commesso il fatto. Assoluzione di Alberto Corsi per il delitto di cui all'art. 378 c.p. perché il fatto non sussiste.
* 2º grado di giudizio: il Procuratore Generale Daniele Propato chiede l'assoluzione di Mario Vanni per tutti i delitti a lui contestati per non aver commesso il fatto e la condanna di Giancarlo Lotti alla pena di anni 18 di reclusione, con concessione delle attenuanti generiche e dell'attenuante del minimo contributo causale di cui all'art. 114 c.p.. La difesa di Mario Vanni chiede l'assoluzione di quest'ultimo. Le parti civili chiedono la conferma della sentenza della corte d'Assise di Firenze. La corte d'Assise d'Appello di Firenze, all'esito della camera di consiglio, condanna Mario Vanni alla pena dell'ergastolo (con isolamento diurno per la durata di mesi otto e pene accessorie di legge) per i delitti del 1982, 1983, 1984, 1985, con assoluzione per il delitto dell'ottobre 1981 per non aver commesso il fatto. Condanna di Giancarlo Lotti alla pena di anni 26 di reclusione, ritenute le attenuanti generiche prevalenti sulle residue aggravanti. Conferma nel resto la sentenza impugnata.
* 3º grado di giudizio: conferma della sentenza della corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Processo Francesco Calamandrei (presunto mandante degli omicidi):
* rito abbreviato e assoluzione da tutti i reati perché "il fatto non sussiste" (sentenza non impugnata e confermata).
|Detenzione =
}}
'''Mostro di Firenze'''<ref name=":6">{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2018/08/22/storia-delitti-mostro-di-firenze/|titolo=La storia dei delitti del “mostro di Firenze”|sito=Il Post|data=22 agosto 2018|accesso=12 settembre 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-nera/mostro-firenze-55-anni-fa-linizio-dellorrore-2199916.html|titolo=Il Mostro di Firenze: 55 anni fa l'inizio dell'orrore|data=24 agosto 2023|autore=Gianluca Zanella}}</ref><ref name=":29">{{Cita libro|autore=Michele Giuttari|titolo=Il Mostro, anatomia di un'indagine|annooriginale=2012|editore=Rizzoli}}</ref> è l'appellativo con il quale i giornali definirono uno o più [[serial killer]] [[Analisi dei casi a pista fredda|non identificati]] autori di otto duplici [[Omicidio|omicidi]] commessi tra il 1968 e il 1985.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/11/19/pietro-pacciani-e-davvero-il-mostro-di-firenze-dalla-beretta-calibro-22-a-foto-impronte-e-una-macchina-da-scrivere-i-nuovi-indizi-che-portano-al-rosso-del-mugello/7773489/|titolo=Pietro Pacciani è davvero il Mostro di Firenze? Dalla Beretta calibro 22 a foto, impronte e una macchina da scrivere: i nuovi indizi che portano al "Rosso del Mugello"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=19 novembre 2024|accesso=31 gennaio 2025}}</ref> Le vittime delle aggressioni erano coppie di fidanzati appartate nelle campagne nei dintorni di [[Firenze]], e ciò rappresentò il primo caso conosciuto di [[Serial killer|omicidi seriali]] ai danni di coppie in [[Italia]] e ricevette una vasta risonanza mediatica sia all'epoca dei delitti che durante i diversi processi contro i presunti responsabili,<ref name=":15">{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/27112986/mostro-firenze-pietro-pacciani-depistaggio-decisivo-chi-c-e-dietro-svolta.html|titolo=Mostro di Firenze, Pietro Pacciani incastrato? "Il depistaggio decisivo, chi c'è dietro": la svolta|accesso=3 maggio 2023}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/31/firenze-volantini-anti-mostro-non-fate-amore.html|titolo=Firenze, volantini anti-mostro 'Non fate l'amore in auto'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 maggio 1988|p=18|accesso=6 maggio 2014}}</ref> al punto tale da influenzare abitudini e vissuto quotidiano dell'intera popolazione residente nella [[provincia di Firenze]] negli [[Anni 1980|anni '80]], la quale iniziò a evitare di appartarsi in luoghi isolati. Il fatto che le vittime fossero giovani fidanzati stimolò peraltro il dibattito nei [[Mass Media|media]] sull'opportunità di concedere con maggiore disinvoltura ai figli la possibilità di trovare l'intimità a casa, evitando così i luoghi isolati e pericolosi.<ref name="rai.tv">{{Cita TV|trasmissione=[[Blu notte - Misteri italiani]]|titolo=I delitti del Mostro di Firenze|stagione=06|episodio=03|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a31f4347-116e-4e76-ae87-232c4660170e.html?p=0|data=14 gennaio 2009|ora=1|minuto=38|secondo=11}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Paolo Vagheggi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/11/il-mostro-tornera-ad-uccidere.html|titolo=Il mostro tornerà ad uccidere|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=11 settembre 1985|p=11|accesso=6 maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Paolo Vagheggi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/07/28/giudici-di-firenze-fidanzati-attenti-il.html|titolo=I giudici di Firenze 'Fidanzati, attenti il mostro può colpire'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=28 luglio 1985|p=11|accesso=6 maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Eleonora Capelli|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/24/lettere.html|titolo=Lettere|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 agosto 1984|p=6|accesso=6 maggio 2014}}</ref>
 
Un'inchiesta avviata agli inizi degli [[Anni 1990|anni novanta]] dalla procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva nel 1999 di due uomini identificati come autori materiali di quattro duplici omicidi, i cosiddetti «[[compagni di merende]]» Mario Vanni e Giancarlo Lotti (reo confesso e chiamante in correità dei presunti complici), mentre un terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per i duplici omicidi commessi dal 1974 al 1985 e successivamente assolto in appello, morì prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello dopo l'annullamento nel 1996 della sentenza di [[Assoluzione (diritto)|assoluzione]] da parte della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]], al termine della quale fu dichiarato innocente in via definitiva.<ref name=":15" />
'''Mostro di Firenze''' è la denominazione utilizzata dai [[Mezzo di comunicazione di massa|media]] [[italia]]ni per riferirsi all'autore o agli autori di una serie di otto duplici [[omicidio|omicidi]] avvenuti fra il [[1968]] e il [[1985]] nella [[provincia di Firenze]].
 
Al di là di quanto sancito dalla sentenza definitiva del 1999, sulle numerose scene del crimine del Mostro non sono mai state riscontrate prove fisiche quali DNA e impronte digitali riconducibili ai compagni di merende, né sono state mai rintracciate l'arma da fuoco del serial killer (una presunta pistola Beretta con cui firmava i suoi delitti) così come le parti anatomiche asportate ad alcune delle sue vittime femminili.<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/cronaca/mostro-caso-chiuso-la-svolta-dal-dna-è-fallita-per-incuria-1.5932778|titolo="Mostro, caso chiuso. La svolta dal dna è fallita per incuria" - Cronaca - lanazione.it|autore=La Nazione|sito=La Nazione|data=20 gennaio 2021|accesso=3 maggio 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.tempi.it/il-mostro-di-firenze-e-zodiac/|titolo=Il Mostro di Firenze è Zodiac. L'"impronta digitale" del serial killer Usa nei delitti in Toscana degli anni 80 - Tempi|data=3 marzo 2022|accesso=3 maggio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220303234510/https://www.tempi.it/il-mostro-di-firenze-e-zodiac/|urlmorto=sì}}</ref>
L'inchiesta avviata dalla procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di 4 duplici omicidi, i cosiddetti "[[compagni di merende]]", [[Mario Vanni]] e [[Mostro di Firenze#Giancarlo Lotti|Giancarlo Lotti]] (reo confesso e chiamante in correità dei presunti complici), mentre il terzo, [[Pietro Pacciani]], condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello, da celebrarsi a seguito dell'annullamento nel [[1996]] della sentenza di [[Assoluzione (diritto)|assoluzione]] da parte della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]].
 
Le [[Procura della Repubblica|procure]] di [[Firenze]] e, nei primi anni 2000, di [[Perugia]], sono state impegnate in numerose indagini volte a individuare i responsabili esecutori materiali per 4dei duplici omicidi e poi i possibili mandanti. Le indagini si sono focalizzate anche su un possibile movente di natura esoterica, che avrebbe spinto una o più persone a commissionare i delitti,<ref>{{Cita libro|autore=Alvaro Fiorucci|titolo=48 small il dottore di Perugia e il mostro di Firenze|anno=2012|editore=Morlacchi}}</ref><ref name="autogenerated3">{{Cita|Giuttari, 2006|}}.</ref>. Lasenza vicendaperò ebbearrivare molto risalto mediatico in quanto fu il primo caso di [[serial killer|omicidi seriali]] in Italia riconosciuto come tale e uno dei più sanguinosi del Paese, oltre che dilatato nel tempo che creò una vera e propria psicosi da mostro, di anno in anno, e mise le basi anche per riflessioni dal punto di vista sociale: suscitando estrema paura per la tipologia di vittime (giovani fidanzati in atteggiamenti intimi), aprì l'opinione pubblica italiana al dibattito sull'opportunità di concedere con maggiore disinvoltura la possibilità per i figli di trovare l'intimità a casa, evitando così i luoghi isolati e pericolosi<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/31/firenze-volantini-anti-mostro-non-fate-amore.html|titolo=Firenze, volantini anti-mostro 'Non fate l'amore in auto'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 maggio 1988|pagina=18|accesso=6 maggio 2014}}</ref><ref name="rai.tv">{{Cita TV|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a31f4347-116e-4e76-ae87-232c4660170e.html?p=0|trasmissione=[[Blu notte - Misteri italiani]]|stagione=06|episodio=03|titolo=I delitti del Mostro di Firenze|ora=1|minuto=38|secondo=11|data=14 gennaio 2009}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Paolo Vagheggi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/11/il-mostro-tornera-ad-uccidere.html|titolo=Il mostroalcun torneràriscontro ad uccidere|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=11 settembre 1985|pagina=11|accesso=6 maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Paolo Vagheggi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/07/28/giudici-di-firenze-fidanzati-attenti-il.html |titolo=I giudici di Firenze 'Fidanzati, attenti il mostro può colpire'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=28 luglio 1985|pagina=11|accesso=6 maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Eleonora Capelli|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/24/lettere.html|titolo=Lettere|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 agosto 1984|pagina=6|accesso=6 maggio 2014}}</ref>oggettivo.
 
Alla somma di tutte le ipotesi fatte nel corso degli anni, il caso rimane fino ad oggi irrisolto.<ref>{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/il-mostro-di-firenze-la-storia-del-caso-irrisolto-le-ipotesi-su-chi-e-il-serial-killer-e-le-sue-vittime/|titolo=Il Mostro di Firenze, la storia del caso irrisolto: le ipotesi su chi è il serial killer e le sue vittime|sito=Fanpage|data=30 luglio 2024|accesso=11 dicembre 2024}}</ref>
== La serie di delitti e i primi sospettati ==
 
{{Mappa OSM
== Storia ==
Fra il 1974 e il 1985 vennero commessi sette duplici omicidi accomunati dal fatto che le vittime erano sempre delle coppie che si appartavano o comunque stanziate in un posto isolato nelle zone boschive della provincia di Firenze<ref>Con l'esclusione degli omicidi del 1983.</ref>, l'arma usata fu sempre la stessa (una pistola [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]] calibro 22 con lo stesso tipo di proiettili, munizioni [[Winchester Repeating Arms Company|Winchester]] marcate con la lettera “H” sul fondello del [[bossolo]]) e vennero sempre commessi in notti molto buie nei fine settimana del periodo estivo<ref>ad eccezione del delitto del 22 ottobre 1981</ref>, o comunque prima di un giorno non lavorativo. Un ottavo duplice omicidio commesso nel 1968 per il quale era stato condannato in via definitiva il marito reo confesso di una delle due vittime, per le dinamiche e per l'arma usata venne ipotizzato potesse essere invece collegato alla serie di delitti.<ref name=":15" /><ref name="rai.tv" /><ref name=":23">{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/cronaca/mostro-di-firenze-1.7987630|titolo=Il 22 agosto 1968 inizia l'incubo del Mostro di Firenze - Cronaca - lanazione.it|autore=La Nazione|sito=La Nazione|data=17 agosto 2022|accesso=22 agosto 2022}}</ref> Nel 1982 infatti, bossoli e proiettili sparati dall'arma dell'assassino seriale vennero rinvenuti allegati al fascicolo su un duplice omicidio del 1968, motivo per il quale si ritenne che la pistola avesse sparato anche in quell'occasione, scoperta da cui scaturì il collegamento con gli omicidi attribuiti fino a quel momento al Mostro.<ref name=":8">Mario Rotella, ''Motivazioni della sentenza del procedimento a carico di Francesco Vinci, Giovanni Mele, Marcello Chiaramonti, Salvatore Vinci, Stefano Mele, Ada Pierini'', 13 dicembre 1989.</ref>
 
In ogni delitto veniva colpito prima l'uomo e poi la donna, la quale veniva poi in genere portata fuori dall'auto e colpita con un coltello e fatta oggetto di escissioni nella zona del pube e della mammella sinistra<ref>In quattro dei duplici omicidi, l'assassino asportò il [[Pube (regione anatomica)|pube]] delle vittime femminili, servendosi di un'[[arma bianca]]; negli ultimi due casi tagliò e sottrasse ai corpi anche la [[mammella]] sinistra</ref>. Spesso le vittime, soprattutto quelle maschili, subivano pure ferite d'arma bianca inferte post-mortem.<ref name=":15" /><ref name=":23" />. I delitti vennero commessi in strade di campagna sterrate o piazzole boschive nascoste frequentate da coppie nei dintorni di Firenze (1968 [[Signa]], 1974 [[Borgo San Lorenzo]], 1981 [[Scandicci]], 1981 [[Calenzano]], 1982 [[Montespertoli|Baccaiano]], 1983 [[Scandicci#Architetture religiose|Giogoli]], 1984 [[Vicchio]], 1985 [[San Casciano in Val di Pesa|Scopeti]]).
 
Le indagini furono lunghe e complesse e giunsero all'identificazione di due esecutori materiali per i delitti del 1982, 1983, 1984 e 1985, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, che vennero condannati nel 2000 il primo all'ergastolo e il secondo a 26 anni; un altro sospettato, Pietro Pacciani, fu assolto in appello e morì prima di poter essere sottoposto a un nuovo processo.<ref name=":15" /><ref name="rai.tv" /><ref name=":23" />
 
== Serie di delitti e primi sospettati ==
=== Antonio Lo Bianco e Barbara Locci (21 agosto 1968) ===
La notte di mercoledì 21 agosto 1968, all'interno di una [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Alfa Romeo Giulietta]] bianca posteggiata presso una strada sterrata vicino al cimitero di Signa, vengono assassinati Antonio Lo Bianco, muratore originario di [[Palermo]] di 29 anni, sposato e padre di tre figli, e Barbara Locci, casalinga di 32 anni, originaria di [[Villasalto]], in [[provincia di Cagliari]], entrambi residenti a [[Lastra a Signa]];<ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/search?q=Antonio+Lo+Bianco+Barbara+Locci|titolo=l'Unità - Archivio storico|sito=archivio.unita.news|accesso=25 maggio 2021}}</ref> i due erano amanti; la donna era sposata con Stefano Mele, un manovale [[Sardegna|sardo]] emigrato in [[Toscana]] alcuni anni prima. Quella sera i due si erano recati al cinema di Signa per vedere il film giapponese ''[[Nuda per un pugno di eroi]]'';<ref>https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/04/barbara-locci.html</ref> il gestore del cinema li riconobbe, successivamente, dalle foto pubblicate sui giornali; egli escluse, però, la presenza del figlio della donna, che aveva sei anni, in quanto, considerato il film proiettato, non lo avrebbe fatto entrare. Sostenne, infine, che dopo l'entrata della coppia al cinema entrò soltanto un altro uomo del quale, però, non ricordava la [[Fisiognomica|fisionomia]].<ref>https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/01/elio-pugi.html</ref> Secondo ulteriori fonti, una cassiera del cinematografo vide invece la Locci con in braccio il figlio semi-addormentato all'uscita del cinema.<ref>{{Cita libro|autore=Frank Powerful|titolo=Storia del Mostro di Firenze: Vol. 1 L'esordio|editore=Centro Leonardo|città=|anno=2013|p=44}}</ref> Da tutte le carte di indagine non risulta però l'esistenza di alcuna cassiera del cinema Arena Michelacci di Signa, ma del solo gestore: si deve quindi concludere che si tratti di notizia del tutto priva di fondamento.<ref>{{Cita libro|autore=Maristella Carbonin|altri=LA NAZIONE - Cronaca di Prato, pagg.1 e 6|titolo=Il duplice delitto di Signa. Nuovo libro 55 anni dopo, "Ho studiato tutti gli atti"
Nella notte tra il 21 e il 22 agosto del 1968 l’omicidio di Locci e Lo Bianco. L’autore Gian Paolo Zanetti: "In procura 13 giorni. Un approccio da storico". Gian Paolo Zanetti 'Mostro di Firenze - La Madre di tutte le indagini'|url=https://www.lanazione.it/prato/cronaca/il-duplice-delitto-di-signa-nuovo-libro-55-anni-dopo-ho-studiato-tutti-gli-atti-1f5de1e4|data=22 agosto 2023}}</ref>
 
A serata conclusa, i due si erano poi appartati in macchina. Sul sedile posteriore dormiva Natale "Natalino" Mele, di 6 anni, figlio di Barbara Locci e Stefano Mele. L'assassino, secondo gli inquirenti il marito di Barbara Locci, si avvicina all'auto ferma e spara complessivamente otto colpi da distanza ravvicinata: quattro colpiscono la donna e quattro l'uomo. Verranno recuperati cinque bossoli di cartucce calibro 22 Long Rifle Winchester con la lettera "H" punzonata sul fondello.
 
Intorno alle due del mattino del 22 agosto, il bambino suona alla porta di un casolare sito in via del Vingone 154, a oltre due chilometri di distanza da dove era parcheggiata l'automobile. Il proprietario, De Felice, sveglio per via del figlio che ha chiesto dell'acqua, si affaccia immediatamente alla finestra, e davanti alla porta vede il bambino che scorgendolo a sua volta gli dice: "Aprimi la porta perché ho sonno, ed ho il babbo ammalato a letto. Dopo mi accompagni a casa perché c'è la mi' mamma e lo zio che sono morti in macchina".<ref name="ReferenceA">Rapporto dei Carabinieri del 21 settembre 1968. {{Cita|Filastò, 2005|p. 99}}.</ref>
 
Dopo averlo soccorso, l'uomo gli chiede chiarimenti e il piccolo stentatamente riferisce altri particolari sul suo arrivo fin lì: "Era buio, tutte le piante si muovevano, non c'era nessuno. Avevo tanta paura. Per farmi coraggio ho detto le preghiere, ho cominciato a cantare 'La Tramontana'... La mamma è morta, è morto anche lo zio. Il babbo è a casa malato".<ref name="ReferenceA" />{{dx|{{Mappa OSM
|didascalia = I delitti del Mostro di Firenze
|elenco = 2
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|nome1 =21 agosto 1968
|lat2 =43.938514
|lon2 =11.416370
|nome2 =14 settembre 1974
|colore2 = #008000
|lat3 =43.723023
|lon3 =11.155541
|nome3 =6 giugno 1981
|colore3 = #0000b8
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|nome4 =22 ottobre 1981
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Riga 64 ⟶ 82:
|nome8 =7/8 settembre 1985
|colore8=#daa520
}}}}Secondo un'altra versione, è proprio l'assassino a indicare al bambino la direzione del casolare e a cantargli ''[[La tramontana]]'' per tranquillizzarlo.
}}
I reati del Mostro di Firenze vennero commessi nell'arco di 17 anni e hanno riguardato giovani coppie appartatesi nella campagna fiorentina. I delitti vennero commessi con mezzi e ''[[modus operandi]]'' costanti, nelle medesime circostanze di tempo e di luogo e, tranne quello del 1985 in cui le vittime erano in una tenda da campeggio, tutte le altre erano all'interno di autoveicoli in luoghi appartati e notti di [[novilunio]], o comunque molto buie, quasi sempre d'estate (l'unica eccezione fu quella del delitto del 22 ottobre 1981), nel fine settimana o in giorni prefestivi<ref name="rai.tv" />. Venne sempre usata la stessa arma da fuoco, identificata come una [[pistola]] [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]] della [[Beretta Serie 70|serie 70]] (probabilmente il modello 74 o 76 da dieci colpi), calibro [[.22 Long Rifle]], in commercio dal 1959, probabilmente un modello con canna lunga, sviluppata come propedeutica alla disciplina sportiva del [[tiro a segno]], caricata con munizioni [[Winchester Repeating Arms Company|Winchester]] marcate con la lettera H sul fondello del bossolo (provenienti da almeno due scatole da 50 cartucce ciascuna), con palla in [[piombo]] nudo e con palla in piombo ramato galvanicamente{{cn}}.
 
{{cn|Generalmente, soprattutto nei delitti esplicitamente maniacali, il serial killer sparava preferibilmente prima alla vittima maschile e poi alla donna. La vittima femminile, quando subiva le escissioni o veniva martoriata con l'arma da taglio, veniva trascinata, spostata, allontanata dall'auto e dal partner. Spesso le vittime, sia maschili che femminili, subivano pure ferite d'arma bianca inferte post-mortem}}{{chiarire||non è chiaro se si riferisca al caso in oggetto o sia un esempio generico}}.
 
In quattro degli otto duplici omicidi, l'assassino ha asportato il [[pube (regione anatomica)|pube]] servendosi di un'[[arma bianca]]; negli ultimi due casi venne asportato anche il [[Mammella|seno]] sinistro. I luoghi dei delitti ([[Signa]], [[Borgo San Lorenzo]], [[Scandicci]], [[Calenzano]], [[Montespertoli|Baccaiano]], [[Scandicci#Architetture religiose|Giogoli]], [[Vicchio]], [[San Casciano in Val di Pesa|Scopeti]]) erano per lo più isolate strade di campagna sterrate o piazzole nascoste frequentate da coppie. Ciò ha portato a pensare che l'assassino fosse una persona che conosceva piuttosto bene i territori dei luoghi dei delitti e che, in alcuni casi, pedinasse le vittime prima di ucciderle<ref name="rai.tv" />. Il profilo più comune del killer, che emerse dalle prime indagini, fu quello di un uomo destrimane della zona, iposessuale, feticista, d'intelligenza normale o superiore alla media, alto circa 1,80&nbsp;m. Queste caratteristiche psico-fisiche si evincono dalla perizia De Fazio e dal profilo dell'[[Federal Bureau of Investigation|FBI]] della sede di [[Quantico (Virginia)|Quantico]], anche se occorre ricordare che gli studi delle modalità dei delitti, al momento, non garantiscono certezze scientifiche sull'identità del killer, ma solo delle tracce di [[profilazione criminale]] che, come tali, sono più o meno condivisibili<ref>{{Cita news|autore=Marco Preve|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/27/criminal-profiling-un-grande-bluff.html|titolo=Criminal profiling: 'Un grande bluff'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=27 aprile 2014|accesso=6 maggio 2014}}</ref>. L'altezza superiore alla media dell'assassino venne ipotizzata in base all'altezza dei fori nel furgoncino delle vittime di Giogoli<ref>{{Cita news|autore=Paola Catani|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/04/Lotti_qui_uccidemmo_tedeschi_co_0_9701043252.shtml|titolo=Lotti: qui uccidemmo i tedeschi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=4 gennaio 1997|accesso=6 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140614151453/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/04/Lotti_qui_uccidemmo_tedeschi_co_0_9701043252.shtml|dataarchivio=14 giugno 2014|urlmorto=sì|pagina=14}}</ref>. Il dato trarrebbe conferma anche da una possibile impronta di un ginocchio, forse lasciata dal killer nell'omicidio di Vicchio; scientificamente però questi rilievi sull'altezza del killer non si sono concretizzati in prove processuali inoppugnabili, vista la condanna in primo grado inflitta a Pacciani come unico serial killer, nonostante la sua altezza fosse di solo 165&nbsp;cm circa. Secondo altre opinioni, invece, l'assassino seriale fiorentino sarebbe di altezza media o persino modesta<ref name="selvatici 1º maggio 1994">{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/01/dagli-errori-abbiamo-capito-chi.html|titolo=Dagli errori abbiamo capito chi è il mostro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=1º maggio 1994|accesso=6 maggio 2014|pagina=21}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://confidentialcrimecasebook.wordpress.com/2013/06/04/il-mostro-di-firenze-galluzzo-via-di-giogoli-910-settembre-1983/|titolo=Il Mostro di Firenze-Galluzzo, via di Giogoli-9/10 Settembre 1983.|autore=Andrea Mascia|sito=confidentialcrimecasebook.wordpress.com|data=4 giugno 2013|accesso=6 maggio 2014}}</ref>.
 
=== Antonio Lo Bianco e Barbara Locci (21 agosto 1968) ===
{{Doppia immagine|destra|Antonio Lo Bianco.jpg|120|Barbara Locci.jpg|164|Antonio Lo Bianco e Barbara Locci}}
 
La notte del 21 agosto [[1968]], all'interno di una [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Alfa Romeo Giulietta]] bianca posteggiata presso una strada sterrata vicino al cimitero di [[Signa]], vengono assassinati Antonio Lo Bianco, muratore originario di [[Palermo]] di 29 anni, sposato e padre di tre figli, e Barbara Locci, casalinga di 32 anni, originaria di [[Villasalto]], in [[Provincia di Cagliari]]; i due erano amanti; la donna era sposata con Stefano Mele, un manovale [[Sardegna|sardo]] emigrato in [[Toscana]] alcuni anni prima. Quella sera i due si erano recati al cinema di [[Signa]] per visionare, stando ad alcune fonti, il film ''[[Nuda per un pugno di eroi]]''<ref>https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/04/barbara-locci.html</ref>; il gestore del cinema li riconobbe, successivamente, dalle foto pubblicate sui giornali; egli escluse, però, la presenza del figlio della donna in quanto, considerato il film proiettato, non lo avrebbe fatto entrare. Sostenne, infine, che dopo l'entrata della coppia al cinema entrò soltanto un altro uomo del quale, però, non ricordava la fisionomia<ref>https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/01/elio-pugi.html</ref>. Secondo ulteriori fonti, una cassiera del cinematografo, vide invece la Locci con in braccio il figlio semi-addormentato all'uscita del cinema<ref>{{Cita libro|autore=Frank Powerful|titolo=Storia del Mostro di Firenze: Vol. 1 L'esordio|editore=Centro Leonardo|città=|anno=2013|p=44}}</ref>. A serata conclusa, i due si erano poi appartati in macchina. Sul sedile posteriore dormiva Natalino Mele, di 6 anni, figlio di Barbara Locci e Stefano Mele. L'assassino si avvicina all'auto ferma e spara complessivamente otto colpi da distanza ravvicinata: quattro colpiscono la donna e quattro l'uomo. Verranno repertati cinque bossoli di cartucce calibro 22 Long Rifle Winchester con la lettera "H" punzonata sul fondello.
 
Intorno alle due del mattino del 22 agosto, il bambino suona alla porta di un casolare sito in via del Vingone 154, a oltre due chilometri di distanza da dove era parcheggiata l'automobile. Il proprietario, De Felice, sveglio per via del figlio malato che ha chiesto dell'acqua, si affaccia immediatamente alla finestra, e davanti alla porta vede il bambino che scorgendolo a sua volta gli dice: ''"Aprimi la porta perché ho sonno, ed ho il babbo ammalato a letto. Dopo mi accompagni a casa perché c'è la mi' mamma e lo zio che sono morti in macchina"''<ref name="ReferenceA">Rapporto dei Carabinieri del 21 settembre 1968. {{Cita|Filastò, 2005|p. 99}}.</ref>. Dopo averlo soccorso, l'uomo gli chiede chiarimenti e il piccolo stentatamente riferisce altri particolari sul suo arrivo fin lì: ''"Era buio, tutte le piante si muovevano, non c'era nessuno. Avevo tanta paura. Per farmi coraggio ho detto le preghiere, ho cominciato a cantare "La Tramontana"... La mamma è morta, è morto anche lo zio. Il babbo è a casa malato"''<ref name="ReferenceA"/>. I [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]], chiamati mezz'ora dopo da De Felice, si mettono alla ricerca dell'auto portandosi dietro il bambino. Intorno alle tre del mattino l'auto viene ritrovata grazie anche all'indicatore di direzione dell'auto rimasto acceso, nella strada che si trova su via di Castelletti, a 100 metri dal bivio per Comeana, in una zona abitualmente frequentata da coppie in cerca di intimità<ref>Rapporto dei Carabinieri del 21 settembre 1968. {{Cita|Filastò, 2005|pp. 98-99}}.</ref>.
 
Le indagini conducono al marito della donna, Stefano Mele, sospettato di aver commesso il delitto per gelosia. Questo elemento è tuttavia reso piuttosto inverosimile dal fatto che lo stesso Stefano Mele aveva più volte in passato esternato un temperamento decisamente succube nei confronti della moglie (che era soprannominata in paese ''Ape regina'' a causa dei suoi molteplici amanti), giungendo persino a ospitare in casa sua per diverso tempo un suo amico e amante della moglie, Salvatore Vinci, da taluni indicato come il vero padre del piccolo Natalino. I pettegolezzi del paese insinuavano persino che l'uomo, al mattino, portasse il caffè a letto agli amanti della donna e che accondiscendesse ad avere rapporti sessuali con alcuni di loro, incluso lo stesso Vinci<ref>{{Cita|Preston-Spezi, 2006|p. 234}}.</ref>.
 
Il 23 agosto, dopo 12 ore di interrogatorio<ref>{{Cita|Filastò, 2005|p. 193}}.</ref>, e dopo aver negato inizialmente un suo coinvolgimento e aver gettato sospetti sui vari amanti della moglie, arriva a confessare il delitto. Durante il sopralluogo effettuato quello stesso giorno, l'uomo risulta totalmente incapace di maneggiare un'arma, e confonde il finestrino dal cui esterno partirono i colpi; tuttavia, dimostrò di conoscere tre particolari che poteva sapere solo avendo assistito alla scena del delitto, ossia il numero di colpi sparati (8), l'indicatore di direzione ancora acceso della vettura e la mancanza della scarpa sinistra dal piede di Lo Bianco<ref>{{Cita|Filastò, 2005|p. 108}}.</ref>. Dopo poche ore Mele ritratta in parte la confessione, e coinvolge come complice Salvatore Vinci. Lo accusa di avergli fornito l'arma e di essere stato da lui accompagnato in auto fino alla via di Castelletti. Dopo aver sparato, dice di aver gettato la pistola nel canale che corre lungo il cimitero, ma malgrado le ricerche l'arma non verrà mai ritrovata.
 
Nonostante il Vinci abbia portato un alibi confermato da due testimoni, il 24 agosto i due vengono messi a confronto. L'incontro però dura molto poco, perché dopo le prime battute Stefano Mele ritratta ancora e scagiona Salvatore<ref>«La Nazione», 25 agosto 1968 {{chiarire}}</ref>. Non passa mezz'ora che Mele fornisce una nuova versione; questa volta al posto di Salvatore Vinci c'è il fratello Francesco, anch'egli amante della Locci e, a detta di Mele, assai geloso della donna. Francesco Vinci per un certo periodo aveva addirittura convissuto con la Locci a casa di quest'ultima, e per questo veniva denunciato dalla propria moglie per abbandono del tetto coniugale e [[concubinato]]. Il giorno successivo, accortosi che la nuova accusa non era sostenuta da riscontri, Stefano punta il dito contro un terzo amante della moglie, Carmelo Cutrona, e racconta che il pomeriggio prima del delitto, recatosi a casa sua in cerca di Barbara, vi trova Lo Bianco (che Mele conosceva col nome di Enrico) e per questo motivo se ne va via molto turbato.
 
I magistrati[[Arma intantodei stannoCarabinieri|Carabinieri]], chiamati mezz'ora dopo da De Felice, si mettono alla ricerca dell'auto nuovamenteportandosi sentendodietro il bambino. Intorno alle tre del mattino l'auto viene ritrovata grazie anche all'indicatore di direzione dell'auto rimasto acceso, nella strada che doposi avertrova sostenutosu via di Castelletti, a 100 metri dal bivio per giorniComeana, in una zona abitualmente frequentata da coppie in cerca di nonintimità.<ref>Rapporto averdei sentitoCarabinieri del 21 settembre 1968. {{Cita|Filastò, 2005|pp. visto98-99}}.</ref>[[File:Stefano nullamele.jpg|thumb|Stefano Mele, adessogiudicato responsabile del delitto nei tre ammettegradi di avergiudizio]]Le vistoindagini conducono al suomarito risvegliodella ildonna, padreStefano Mele, esospettato chedi questoaver locommesso avrebbeil presodelitto sulleper spallegelosia portandoloil finoquale allaprima casanegò diogni Vingoneaddebito, dopopoi avergliaccusò fattogli promettereamanti didella nonmoglie dire(Salvatore nulla<ref>«Lae Nazione»Francesco Vinci) e poi li scagionò, 27alla fine, il 23 agosto, 1968dopo 12 ore di interrogatorio<ref>{{chiarireCita|Filastò, 2005|p. 193}}.</ref>, confessò di essere lui il colpevole. ÈDurante ail questosopralluogo puntoeffettuato quello stesso giorno, l'uomo diede l'impressione di essere totalmente incapace di maneggiare un'arma (come affermò il Colonnello dei Carabinieri Olindo Dell'Amico al Processo Pacciani dell'audizione del 22 aprile [https://m.youtube.com/watch?v=1kNQVsW5Tiw 1994]), e confuse il finestrino dal cui esterno partirono i colpi; tuttavia dimostrò di conoscere tre particolari che Melepoteva cedesapere confermandosolo laavendo versioneassistito alla scena del delitto, ossia il numero di colpi sparati (8), l'indicatore di direzione ancora acceso della vettura e la mancanza della scarpa sinistra dal piede di Lo Bianco. Il figlio, scagionandodopo leaver altreraccontato personedi accusatenon finoaver asentito quelnulla, momentoalla fine ammise di aver visto il padre.<ref Nonostantename=":15" le/><ref>{{Cita moltelibro|nome=Valentina|cognome=Rossi|titolo=I incongruenzedelitti di Firenze|url=https://books.google.com/books?id=xvv4CgAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT54&dq=Barbara+Locci&hl=it|accesso=22 agosto 2022|data=26 novembre 2015|editore=Newton Compton Editori|ISBN=978-88-541-7035-3}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Douglas|cognome=Preston|titolo=The Monster of Florence|url=https://books.google.com/books?id=wTQ3AQAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT6&dq=Barbara+Locci&hl=it|accesso=22 agosto 2022|data=10 giugno 2008|editore=Grand Central Publishing|lingua=en|ISBN=978-0-446-53741-4}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Magnarapa|nome2=Daniela|cognome2=Pappa|titolo=Teoria e l'assenzapratica dell'arma,omicidio nelseriale|url=https://books.google.com/books?id=SUDbCwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT216&dq=Barbara+Locci&hl=it|accesso=22 agosto 2022|data=31 marzo del2016|editore=Armando 1970Editore|ISBN=978-88-6992-074-5}}</ref><ref>{{Cita|Filastò, Stefano2005|p. Mele108}}.</ref>[[File:95175 viene634a69 condannato402x373.jpg|miniatura|Natale dalMele, tribunaledetto "Natalino", figlio di PerugiaBarbara inLocci]]Nel via1970 definitivaMele allafu penacondannato dia 14 anni di reclusionecarcere.<ref name=":15" /> La pena ètiene piuttostoconto mitedel perchéfatto che l'uomo vienevenne riconosciuto parzialmente incapace di intendere e di volere. Gli vengonovennero inoltre inflitti 2due anni di reclusione per [[calunnia]] contro i fratelli Vinci.<ref name="autogenerated1">{{Cita|Filastò, 2005|}}. Cochi 2015</ref>. Durante il processo, Giuseppe Barranca, cognato di Antonio Lo Bianco, collega di lavoro di Mele e anch'egli amante della Locci, raccontò che la donna, pochissimi giorni prima del delitto, si era rifiutata di uscire con lui dichiarando che "''potrebbero spararci mentre siamo in macchina''" e, in un'altra occasione, gli aveva raccontato che c'era un tale che la seguiva in motorino. Una deposizione analoga fu resa da Francesco Vinci, che parlò di un uomo in motorino che avrebbe pedinato la Locci durante i suoi appuntamenti con gli amanti.<ref>{{Cita|Filastò, 2005|pp. 150-151}}.</ref>.
 
Fino al 1982 non sivi ritenevaerano checollegamenti difra questo delitto fossee responsabile il mostro di Firenzequelli che sidal pensava1974 infattiverranno avesseattribuiti iniziatoal aMostro colpiredi il 14 settembre 1974Firenze; a seguito però del ritrovamento casuale in archivio di alcuni bossoli che, dopo le analisi, risultarono identici a quelli trovati sulle altre scene dei crimini, si dedusse che la pistola usata dal mostro era la stessa usata dall'assassino che aveva ucciso Antonio Lo Bianco e Barbara Locci nell’estatenell'estate del 1968<ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.tempi.it/mostro-di-firenze-svolta-che-spingera-le-indagini-oltre-la-pista-dei-compagni-di-merende/|titolo=Mostro di Firenze. È la svolta che spingerà le indagini oltre la pista dei "compagni di merende"?|sito=Tempi|data=4 agosto 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>; nonostante questo collegamento, il duplice delitto non è mai stato attribuito comunque con certezza agli stessi autori degli altri omicidi<ref name=":18">{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2022/03/24/indagine-mostro-firenze-riapertura/|titolo=La richiesta di riaprire le indagini sul “mostro di Firenze”|sito=Il Post|data=24 marzo 2022-IT|accesso=22 agosto 2022}}</ref>.
 
=== Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini (14 settembre 1974) ===
[[File:Pasquale Gentilcore ePettini Stefania Pettini(2).jpg|thumbminiatura|Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini|alt=]]
Sabato 14 settembre 1974, Pasquale Gentilcore di 19 anni, di [[Arezzo]]<ref name=":16">{{Cita libro|nome=Daniele|cognome=Vacchino|titolo=Il Mostro di Firenze. Comparazione con casi analoghi di serial killing|url=https://books.google.com/books?id=lGSPDwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&dq=Pasquale+Gentilcore&hl=it|accesso=23 agosto 2022|data=22 marzo 2019|editore=Lulu.com|ISBN=978-0-244-16959-6}}</ref> e residente a [[Pontassieve]]<ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/search?q=Pasquale+Gentilcore|titolo=l'Unità - Archivio storico|sito=archivio.unita.news|accesso=25 maggio 2021}}</ref> e Stefania Pettini, 18 anni, di [[Vicchio]], segretaria d'azienda,<ref name=":16" /> vengono uccisi nella località Fontanine di Rabatta, nel paese di [[Sagginale]], una frazione del comune di [[Borgo San Lorenzo]]<ref name=":15" /><ref>{{Cita libro|nome=Ruben De|cognome=Luca|titolo=Serial killer|url=https://books.google.com/books?id=bcs5EAAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT581&dq=Stefania+Pettini&hl=it|accesso=23 agosto 2022|data=2 settembre 2021|editore=Newton Compton Editori|ISBN=978-88-227-5294-9}}</ref><ref name=":17">{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Vallerignani|titolo=Il Mostro di Firenze|url=https://books.google.com/books?id=gg_ZDwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT19&dq=Pasquale+Gentilcore&hl=it|accesso=24 agosto 2022|data=30 novembre 2019|editore=Gruppo Albatros Il Filo|lingua=en|ISBN=978-88-306-1468-0}}</ref>, mentre si trovavano fermi in una [[Fiat 127]] lungo una strada sterrata; lui venne ucciso con cinque colpi di pistola mentre lei, dopo aver ricevuto tre colpi, ancora viva fu portata fuori dall'auto e accoltellata decine di volte e, infine, le venne inserito un tralcio di [[vitis|vite]] nella [[vagina]]<ref name=":15" /><ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Lucarelli|nome2=Massimo|cognome2=Picozzi|titolo=La nera: storia fotografica di grandi delitti italiani dal 1946 a oggi|url=https://books.google.com/books?id=Vc0DAQAAIAAJ&newbks=0&printsec=frontcover&dq=Stefania+Pettini+lucarelli&q=Stefania+Pettini+lucarelli&hl=it|accesso=23 agosto 2022|data=2006|editore=A. Mondadori|ISBN=978-88-04-56049-4}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Lucarelli|titolo=Nuovi misteri d'Italia: i casi di Blu notte|url=https://books.google.com/books?id=zI8EAQAAIAAJ&newbks=0&printsec=frontcover&dq=Stefania+Pettini+lucarelli&q=Stefania+Pettini+lucarelli&hl=it|accesso=23 agosto 2022|data=2004|editore=Einaudi|ISBN=978-88-06-16740-0}}</ref><ref>{{Cita|Filastò, 2005|p. 114}}.</ref><ref name="archivio.lastampa.it">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1240371|titolo=Il caso replay fatale Va KO per l'orrore del mostro Carabiniere sviene davanti alle foto|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=27 aprile 1994|p=9|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211850/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1240371|formato=pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/07/25/news/delitti_del_mostro_di_firenze_e_strategia_della_tensione_erano_collegati_-171635945/|titolo=I delitti del mostro di Firenze e la strategia della tensione "erano collegati"|sito=la Repubblica|data=25 luglio 2017|accesso=22 agosto 2022}}</ref>; dopo l'omicida colpì con cinque colpi di [[coltello]] anche il corpo esanime di Pasquale nella zona del [[fegato]].<ref name="archivio.lastampa.it" /> Il mattino successivo, i familiari dei due ragazzi, allarmati per il mancato rientro dei figli, si recarono dai carabinieri di Borgo San Lorenzo che li informarono del delitto, scoperto un'ora prima da un agricoltore della zona.<ref name=":17" /> Sul luogo del delitto vennero ritrovati dai carabinieri 5 bossoli calibro 22 Long Rifle; a seguito di una telefonata anonima verrà ritrovata anche la borsetta della ragazza in un campo a 300 metri dall'auto.<ref name=":17" />
Sei anni dopo, il 14 settembre 1974, Pasquale Gentilcore di 19 anni, impiegato alla [[La Fondiaria Assicurazioni|Fondiaria Assicurazioni]], e Stefania Pettini, 18 anni (la vittima più giovane del serial killer, come Pia Rontini), segretaria d'azienda presso un magazzino di Firenze e attivista del [[Partito Comunista Italiano]], vengono uccisi in una strada sterrata nella frazione di Rabatta, vicino a [[Borgo San Lorenzo]]. I due si frequentavano da circa due anni ed erano in procinto di annunciare il loro fidanzamento ufficiale<ref>«La Nazione», 17 settembre 1974, p. 5 {{chiarire}}</ref>. Pasquale Gentilcore, dopo aver accompagnato la sorella Cristina alla [[discoteca]] ''Teen Club'' di Borgo San Lorenzo, promettendole di tornare a prenderla al più tardi per la mezzanotte, raggiunge la fidanzata a [[Vicchio|Pesciola di Vicchio]], presso l'abitazione di lei. Da lì, verso le 22:00, i due giovani ripartono per raggiungere gli amici che li aspettano in quello stesso locale per proseguire la serata. Durante il tragitto decidono però di appartarsi in un tratturo sulle sponde della [[Sieve]], da loro già conosciuto e normalmente frequentato dalle coppie della zona<ref>{{Cita|Giuttari-Lucarelli, 1999|p. 6}}.</ref>. Intorno alle 23:45 (orario appurato sulla base di una testimonianza che ode dei colpi a quell'ora<ref>«La Nazione», 24 settembre 1974 {{chiarire}}</ref>) qualcuno spunta forse dall'attiguo vigneto e comincia a sparare. Pasquale Gentilcore, seduto al posto di guida, viene raggiunto da cinque colpi esplosi da una [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]] calibro .22 Long Rifle, i colpi mortali arrivano dal lato sinistro della [[Fiat 127|127]]. La ragazza viene raggiunta da tre colpi che tuttavia non la uccidono; viene trascinata fuori dall'auto ancora viva, resa del tutto incapace di fuggire a causa delle ferite alle gambe provocate dai tre proiettili, e uccisa con tre coltellate profonde allo sterno<ref>«La Nazione», 19 settembre 1974 {{chiarire}}</ref>. Dopo averne disteso il corpo dietro l'auto, l'assassino continua a colpirla per altre 96 volte, colpendo anche il [[seno (anatomia)|seno]] e il pube<ref>{{Cita|Filastò, 2005|p. 114}}.</ref><ref name="archivio.lastampa.it">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1240371|titolo=Il caso replay fatale Va KO per l'orrore del mostro Carabiniere sviene davanti alle foto|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=27 aprile 1994|pagina=9|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211850/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1240371|formato=pdf|dataarchivio=2 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>. Successivamente l'omicida penetra la [[vagina]] della ragazza con un tralcio di [[vitis|vite]] e questo particolare, anni dopo, farà pensare a un possibile movente [[esoterismo|esoterico]], {{cn|anche se altri più semplicemente lo interpretano come un ulteriore oltraggio da parte dell'assassino al corpo della vittima; considerato infatti che il luogo del delitto era sito in prossimità di alcune piante di vite, è molto probabile che il gesto non fosse premeditato}}.
 
Il pomeriggio prima di essere uccisa la Pettini aveva confidato a un'amica di aver avuto un incontro sgradevole con uno sconosciuto ma non ebbe tempo di approfondire il fatto.<ref>{{Cita libro|nome=Valentina|cognome=Rossi|titolo=I delitti di Firenze|url=https://books.google.com/books?id=xvv4CgAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT13&dq=Stefania+Pettini&hl=it|accesso=24 agosto 2022|data=26 novembre 2015|editore=Newton Compton Editori|ISBN=978-88-541-7035-3}}</ref> Un amico della Pettini, titolare della scuola guida dove la ragazza stava conseguendo la patente, raccontò ai carabinieri di un pedinamento da parte di uno sconosciuto in auto durante una lezione di guida, il venerdì sera prima del delitto. In ogni caso la Pettini non fu la sola, tra le vittime femminili del maniaco, ad aver lamentato molestie da parte di ignoti poco prima dei delitti.<ref name="autogenerated1" /> Gli inquirenti esaminarono anche il diario della ragazza ma senza trovarvi alcuna annotazione insolita.
Le sevizie sul corpo di Stefania furono tanto violente da causare, in sede processuale, lo svenimento di un Carabiniere durante l'udienza in cui venivano mostrate le foto del corpo della ragazza<ref name="archivio.lastampa.it"/>. Prima di lasciare il luogo l'omicida colpisce con il [[coltello]] anche il corpo esanime di Pasquale con 5 fendenti all'altezza del [[fegato]]<ref name="archivio.lastampa.it"/>. Il mattino successivo, i familiari dei due ragazzi, allarmati per il mancato rientro dei figli, si recano a sporgere denuncia di scomparsa presso la stazione dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo, ove vengono informati immediatamente del delitto, scoperto un'ora prima da un contadino che abitava e lavorava da quelle parti. In questo caso, così come nei delitti successivi, vengono ritrovati, sparsi sul terreno, gli oggetti contenuti nella borsetta della ragazza (particolare questo che si presenterà in tutti gli omicidi). La borsa e il reggiseno della Pettini verranno invece ritrovati la sera stessa in un luogo poco distante in seguito a una telefonata anonima, mentre il portafogli della ragazza, il suo orologio e alcuni monili di modesto valore a lei appartenenti non saranno più rinvenuti.
 
=== Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi (6 giugno 1981) ===
Il pomeriggio prima di essere uccisa la Pettini aveva confidato a un'amica di aver fatto uno "strano incontro" con una persona poco piacevole che l'aveva turbata, ma non ebbe tempo di approfondire il fatto. Un amico della Pettini, titolare della scuola guida dove la ragazza stava conseguendo la patente, raccontò ai carabinieri di un pedinamento da parte di uno sconosciuto in auto durante una lezione di guida, il venerdì sera prima del delitto. In ogni caso la Pettini non fu la sola, tra le vittime femminili del maniaco, ad aver lamentato molestie da parte di ignoti poco prima dei delitti<ref name="autogenerated1" />. Gli inquirenti esaminarono anche il diario della ragazza ma senza trovarvi alcun'annotazione insolita. {{senza fonte|Qualche anno dopo i quotidiani tornarono a parlare del caso dopo che la [[tomba]] di Stefania (sepolta assieme al fidanzato, nel cimitero di [[Borgo San Lorenzo]]) fu manomessa e danneggiata da ignoti}}<!-- possibile fonte: http://www.serialkiller.it/serialkiller.aspx?aree_id=1&sottoaree_id=8&contenuti_id=108&componenti_cat_id=42&lang=ita&componenti_id=144 -->.
 
=== Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio (6 giugno 1981) ===
[[File:Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio.jpg|thumb|Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi]]
[[File:Vincenzo spalletti.jpg|thumb|upright=0.7|Vincenzo Spalletti, sospettato e poi scagionato per il delitto De Nuccio e Foggi]]
Nel 1981 vennero commessi altri due duplici omicidi.<ref name=":15" />
 
Il primo avvenne nella notte tra sabato 6 e domenica 7 giugno 1981 nei pressi di [[Scandicci|Mosciano di Scandicci]]: le vittime furono Carmela De Nuccio, pellettiera di 21 anni, originaria di [[Nardò]], in [[provincia di Lecce]], ma residente a [[Scandicci]], e il suo ragazzo, Giovanni Foggi, 30 anni, di [[Pontassieve]], dipendente dell'[[Enel]].<ref name=":15" /><ref>{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Vallerignani|titolo=Il Mostro di Firenze|url=https://books.google.com/books?id=gg_ZDwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT35&dq=Giovanni+Foggi&hl=it|accesso=24 agosto 2022|data=30 novembre 2019|editore=Gruppo Albatros Il Filo|lingua=en|ISBN=978-88-306-1468-0}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,1051_02_1981_0153_0010_24055296/|titolo=La Stampa - Consultazione Archivio|accesso=25 maggio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-verità-per-mia-sorella-la-aspetto-da-39-anni-1.5524210|titolo=Mostro di Firenze, "Verità per mia sorella. La aspetto da 39 anni" - Cronaca - lanazione.it|autore=FIRENZE|sito=La Nazione|data=19 settembre 2020|accesso=24 agosto 2022}}</ref> I due si conoscevano da pochi mesi ma avevano già programmato di sposarsi. La sera del delitto cenano a casa dei genitori di Carmela, poi, verso le 22:00, escono per una passeggiata e si appartano con l'auto, una [[Fiat Ritmo]] color rame, in una strada sterrata sulle colline di Roveta in una zona frequentata da coppiette e [[Voyeurismo|guardoni]].<ref>{{Cita web|url=http://www.cronaca-nera.it/2323/mostro-di-firenze-la-notte-degli-indiani-capitolo-4|titolo=Mostro di Firenze: la notte degli indiani, capitolo 4 -|sito=Cronaca-Nera.it|data=27 luglio 2011-IT|accesso=29 agosto 2022}}</ref> Giovanni viene raggiunto da tre colpi di pistola esplosi attraverso il finestrino anteriore sinistro, mentre altri cinque proiettili colpiscono Carmela.<ref>{{Cita|Alessandri, 1995|p. 151}}.</ref> In fase di sopralluogo verranno però rinvenuti solo cinque bossoli su otto,<ref>{{Cita|Giuttari, 2006|p. 272}}.</ref> un particolare, quello dei bossoli mancanti, che si ripresenterà ancora nel 1983, nel 1984, e che già si era verificato nel 1968 e nel 1974. La ragazza viene tirata fuori dalla macchina e trascinata in fondo al terrapieno rialzato su cui corre la stradina, dove le verranno recisi i jeans e, per mezzo di tre precisi fendenti, le verrà asportato interamente il [[pube (regione anatomica)|pube]]. I corpi dei due giovani saranno rinvenuti il mattino dopo. L'uomo è ancora a bordo dell'auto, come nel delitto del 1974. Anche in questa occasione le armi usate sono la [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]] calibro 22 e un [[coltello]] e si verifica l'accanimento sui cadaveri, soprattutto su quello della donna. Altre analogie con il delitto precedente sono la borsetta della ragazza rovistata e il contenuto gettato a terra senza che però questa volta risulti mancare nulla. Per il delitto viene inizialmente sospettato l'ex fidanzato della De Nuccio, che in passato aveva avuto screzi con lei, ma il giovane risultò avere un alibi.<ref>Paese Sera - 7 giugno 1981</ref> Venne poi arrestato Vincenzo Spalletti, un autista di ambulanze noto come guardone nella zona, la cui autovettura era stata vista nei pressi del luogo del delitto e che aveva raccontato in un bar di aver scoperto due cadaveri fornendo particolari che non risultavano ancora noti al pubblico.<ref name="autogenerated1" /><ref name=":19">{{Cita web|url=https://www.gqitalia.it/underground/2015/10/27/quando-il-mostro-di-firenze-scagiono-un-guardone|titolo=Quando il Mostro di Firenze scagionò un guardone|autore=Condé Nast|sito=GQ Italia|data=27 ottobre 2015-IT|accesso=29 agosto 2022}}</ref> Mentre Spalletti si trovava in [[Reclusione|carcere]] sua moglie e suo fratello ricevettero alcune telefonate anonime in cui veniva loro assicurato che il loro congiunto sarebbe stato presto scagionato,<ref name="autogenerated1" /> cosa che in effetti accadrà nell'ottobre dello stesso anno a seguito di un nuovo duplice delitto che scagionerà completamente Spalletti.<ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/17/ecco_investigatore_che_braccato_decisivi_co_0_930117046.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102132547/http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/17/ecco_investigatore_che_braccato_decisivi_co_0_930117046.shtml|titolo=Ecco l'investigatore che l'ha braccato: decisivi i disegni|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=17 gennaio 1993|p=13|accesso=6 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=896516|titolo=Ho la sensazione che tu mi stia guardando, so che da anni sei schiavo di un incubo. Mostro di Firenze, devi arrenderti. Drammatico appello in tv di un superpoliziotto|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Vicchio|data=5 febbraio 1992|p=10|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211838/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=896516}}</ref>
Dopo altri sette anni, nello stesso anno vengono commessi due duplici omicidi. Il primo nella notte tra il 6 e il 7 giugno 1981 nei pressi di [[Scandicci|Mosciano di Scandicci]]. Le vittime sono Giovanni Foggi, 30 anni, dipendente dell'[[Enel]], e la sua ragazza, Carmela De Nuccio, pellettiera di 21 anni, originaria di [[Nardò]], in [[Provincia di Lecce]]. I due si conoscevano da pochi mesi ma avevano già programmato di sposarsi. La sera del delitto, un sabato, cenano a casa dei genitori di Carmela, poi, verso le 22:00, escono per una passeggiata e si appartano con l'auto, una [[Fiat Ritmo]] color rame, in una stradina sterrata sulle colline di Roveta, non lontano dalla [[discoteca]] ''Anastasia'', e in una zona frequentata abitualmente da coppiette e guardoni.
 
Giovanni viene raggiunto da tre colpi di pistola esplosi attraverso il finestrino anteriore sinistro, mentre altri cinque proiettili colpiscono Carmela<ref>{{Cita|Alessandri, 1995|p. 151}}.</ref>. In fase di sopralluogo verranno però rinvenuti solo cinque bossoli su otto<ref>{{Cita|Giuttari, 2006|p. 272}}.</ref>, un particolare, quello dei bossoli mancanti, che si ripresenterà ancora nel 1983, nel 1984, e che già si era verificato nel 1968 e nel 1974. La ragazza viene tirata fuori dalla macchina e trascinata in fondo al terrapieno rialzato su cui corre la stradina, dove le verranno recisi i jeans e, per mezzo di tre precisi fendenti, le verrà asportato interamente il [[pube (regione anatomica)|pube]]. {{cn|Anche in quest'occasione l'omicida, presumibilmente prima di lasciare il luogo del delitto, colpisce con il coltello il corpo esanime del ragazzo}}. I corpi dei due giovani saranno rinvenuti il mattino dopo. L'uomo è ancora a bordo dell'auto, come nel delitto del [[1974]]. Anche in questa occasione le armi usate sono la [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]] calibro .22 e un [[coltello]]. Anche in questo caso si verifica l'accanimento sui cadaveri, soprattutto su quello della donna. Altre analogie con il delitto precedente sono la borsetta della ragazza rovistata e il contenuto gettato a terra senza che però questa volta risulti mancare nulla. Per il delitto viene inizialmente sospettato l'ex fidanzato della De Nuccio, che in passato aveva avuto screzi con lei, ma il giovane risultò avere un alibi<ref>Paese Sera - 7 giugno 1981</ref>.
 
Vincenzo Spalletti, trentenne, sposato e padre di tre figli, era, ai tempi, un autista di autoambulanze presso l'Ospedale Misericordia di [[Montelupo Fiorentino]], conosciuto in famiglia e presso la ''Taverna del Diavolo'', un ristorante della zona, per essere anche un guardone. Il fenomeno del [[voyeurismo]] era peraltro in quei tempi marcatamente diffuso nella provincia fiorentina<ref name="autogenerated1" />. La domenica mattina seguente al duplice delitto, rientrato all'alba dopo aver trascorso la serata fuori con un amico guardone, racconterà alla moglie e ad alcuni avventori di un bar da lui frequentato, di aver visto "due morti ammazzati"; racconterà inoltre particolari inerenti al delitto (in particolare la mutilazione inflitta alla ragazza), che però non erano ancora stati divulgati dagli organi di stampa e dai [[mass media]]. In seguito alle indagini alcune persone testimoniarono di aver visto la sua auto nei pressi del luogo del delitto nella notte del 6 giugno. Spalletti viene quindi arrestato; durante l'interrogatorio afferma di aver letto la notizia sui giornali, cosa impossibile in quanto i giornali che riportavano il fatto non erano stati pubblicati prima di lunedì e, inoltre, mente sull'orario di rientro a casa per la notte del delitto. Viene quindi accusato di falsa testimonianza e incarcerato, ma col sospetto che l'assassino possa essere proprio lui.
 
Mentre Spalletti si trovava in [[Reclusione|carcere]] sua moglie e suo fratello ricevettero diverse telefonate anonime, in cui veniva loro assicurato che il loro congiunto sarebbe stato presto scagionato<ref name="autogenerated1"/>, cosa che in effetti accadrà nell'ottobre dello stesso anno a seguito di un nuovo duplice delitto che scagionerà completamente Spalletti<ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/17/ecco_investigatore_che_braccato_decisivi_co_0_930117046.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102132547/http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/17/ecco_investigatore_che_braccato_decisivi_co_0_930117046.shtml|titolo=Ecco l'investigatore che l'ha braccato: decisivi i disegni|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=17 gennaio 1993|pagina=13|accesso=6 maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=896516|titolo=Ho la sensazione che tu mi stia guardando, so che da anni sei schiavo di un incubo. Mostro di Firenze, devi arrenderti. Drammatico appello in tv di un superpoliziotto|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Vicchio|data=5 febbraio 1992|pagina=10|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211838/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=896516|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref>. Un conoscente dello Spalletti, anch'egli noto come guardone, sentito dagli inquirenti, asserì di essere stato fermato nei boschi, all'incirca all'epoca del delitto, da un tizio con una divisa che non aveva saputo identificare. L'uomo in divisa gli avrebbe rivolto velate minacce, rimbrottandolo aspramente e mostrandogli - a suo dire - una pistola<ref name="autogenerated1"/>.
 
=== Stefano Baldi e Susanna Cambi (22 ottobre 1981) ===
[[File:Stefano Baldi e Susanna Cambi.jpg|thumb|Stefano Baldi e Susanna Cambi|alt=]]
Il 22 ottobre 1981, giovedì, quattro mesi dopo il precedente omicidio, a [[Calenzano|Travalle di Calenzano]] vicino a [[Prato (Italia)|Prato]], in località Le Bartoline, lungo una strada sterrata che attraversa un campo, a poca distanza da un casolare abbandonato, vennero uccisi Stefano Baldi, di 26 anni, operaio tessile di [[Prato (Italia)|Prato]], e Susanna Cambi, impiegata di 24 anni di [[Firenze]].<ref name=":19" /><ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/search?q=Susanna+Cambi|titolo=l'Unità - Archivio storico|sito=archivio.unita.news|accesso=25 maggio 2021}}</ref><ref name=":20">{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-delitto-calenzano-1.6945642|titolo=Calenzano, l'identikit quarant'anni dopo. "Quella coppia vide il mostro scappare" - Cronaca|autore=STEFANO BROGIONI|sito=La Nazione|data=21 ottobre 2021|accesso=29 agosto 2022}}</ref> I due, che avrebbero dovuto sposarsi entro pochi mesi, avevano cenato a casa di Stefano, quindi erano usciti a bordo dell'auto del giovane, una [[Volkswagen Golf I|golf I]] nera, e non avevano più fatto ritorno. Alcuni amici del ragazzo riferirono che Baldi inizialmente doveva allenarsi a calcio con loro (il giovedì era dedicata all'allenamento della squadra di calcio "Rangers" iscritto al torneo UISP) ma poi aveva cambiato idea decidendo di trascorrere la serata (vigilia di uno sciopero generale) con la fidanzata. La Cambi viene raggiunta e uccisa da cinque colpi, mentre il ragazzo viene colpito quattro volte. Le cartucce provengono dalla stessa arma usata nei precedenti delitti e verranno reperiti solo 7 dei 9 bossoli sparati. Le modalità sono le stesse dei delitti precedenti comprese le mutilazioni sul corpo della ragazza.<ref name=":15" /> Una coppia di testimoni vide un'automobile sportiva che procedeva veloce dalla zona del delitto e fornirono un primo identikit dell'uomo alla guida.<ref name=":20" /> Un'altra segnalazione fu quella di un'altra coppia di ragazzi appartati in macchina nella zona che videro un uomo che si dileguava. Uno di questi identikit venne pubblicato nel giugno 1982. L'altro identikit, invece, non è mai stato pubblicato.<ref>Paolo Cochi, Mostro di Firenze - Al di là di ogni ragionevole dubbio, in True Crime, Padova, Runa Editrice, 2020, p. 538, ISBN 9788897674771</ref> Anche in questo caso verranno ritrovati gli oggetti contenuti nella borsetta della ragazza sparsi nelle zone circostanti il luogo del delitto. Il corpo di Susanna Cambi presenta ferite da arma da taglio, almeno quattro, di cui tre alla schiena. La morte, secondo i medici legali, è avvenuta intorno alla mezzanotte.<ref name="autogenerated1" />
 
[[File:Identikit.jpg|miniatura|Identikit dell'uomo visto a Calenzano, pubblicato nel giugno 1982]]
Il 22 ottobre [[1981]], a soli quattro mesi di distanza dal precedente omicidio, a [[Calenzano|Travalle di Calenzano]] vicino a [[Prato]], in località Le Bartoline, lungo una strada sterrata che attraversa un campo, a poca distanza da un casolare abbandonato, vengono uccisi Stefano Baldi, di 26 anni, operaio tessile di Calenzano, e Susanna Cambi, commessa di 24 anni. I due, che avrebbero dovuto sposarsi entro pochi mesi, avevano cenato a casa di Stefano, quindi erano usciti a bordo dell'auto del giovane, una [[Volkswagen Golf|Golf]] nera, e non avevano più fatto ritorno. Alcuni amici del ragazzo riferirono che Baldi inizialmente intendeva restare con loro a guardare una partita di [[Calcio (sport)|calcio]], ma poi aveva cambiato idea decidendo di trascorrere la serata (vigilia di uno sciopero generale) con la fidanzata. La Cambi viene raggiunta e uccisa da cinque colpi, mentre il ragazzo viene colpito quattro volte. Le cartucce sono di marca Winchester con la lettera "H" sul fondello, sparate dalla stessa Beretta calibro .22 Long Rifle, di cui saranno reperiti solo 7 bossoli dei 9 complessivi che si sarebbero dovuti effettivamente rinvenire. In questo caso l'omicida, per raggiungere la ragazza e compiere l'escissione del pube, è costretto a estrarre dall'auto anche il corpo di Stefano. Il corpo della ragazza verrà trovato ad una decina di metri dall'auto, in un canaletto, con la maglia sollevata fino al collo. Il seno sinistro presenta gravi ferite inferte con arma bianca. Anche in questo caso verranno ritrovati gli oggetti contenuti nella borsetta della ragazza sparsi nelle zone circostanti il luogo del delitto. Il corpo di Susanna Cambi presenta ferite da arma da taglio, almeno quattro, di cui tre alla schiena. Il giorno successivo al delitto, prima del rinvenimento dei corpi, un uomo telefonò alla zia di Susanna chiedendo di parlare con la madre della giovane che in quel periodo era ospite con le due figlie presso la sorella. La voce all'altro capo del telefono è stata descritta dalla zia della Cambi come "chiara, distinta e priva di inflessioni dialettali". A causa di un guasto sulla linea, tuttavia, la comunicazione venne interrotta subito. Si tratta di un particolare decisamente misterioso, considerato che il numero di telefono, relativo a un indirizzo nuovo, era provvisorio e quindi nessuno avrebbe dovuto conoscerlo<ref name="autogenerated1" />. {{senza fonte|Secondo quanto sostenuto dall'avvocato [[Nino Filastò]], inoltre, poco prima del delitto Susanna Cambi avrebbe fatto capire alla madre di essere pedinata da qualcuno. In una circostanza, mentre guidava l'auto in compagnia della madre, aveva rischiato di provocare un incidente spiegandole che "''un tale, il solito''" la stava seguendo e che era sua intenzione evitare di incontrarlo}}.
 
=== Paolo Mainardi e Antonella Migliorini (19 giugno 1982) ===
[[File:Antonella Migliorini e Paolo Mainardi.jpg|thumb|Antonella Migliorini e Paolo Mainardi]]
La notte di sabato 19 giugno 1982, a [[Montespertoli|Baccaiano di Montespertoli]], vennero uccisi Paolo Mainardi, meccanico di 22 anni, nato a [[Empoli]] ma residente a [[Montespertoli]], e Antonella Migliorini, di 19, anche lei di Montespertoli, dipendente di una ditta di confezioni.<ref name=":19" /><ref name=":21">{{Cita web|url=https://www.gqitalia.it/underground/2015/06/04/mostro-di-firenze-la-strana-storia-di-quella-voce-senza-accento|titolo=Mostro di Firenze. La strana storia di quella voce senza accento|autore=Condé Nast|sito=GQ Italia|data=3 giugno 2015-IT|accesso=29 agosto 2022}}</ref> I due erano a bordo di un'auto [[Fiat 127]] parcheggiata in uno slargo lungo la strada provinciale in località Baccaiano, frazione di Montespertoli<ref name=":15" /><ref name=":21" />; nelle ultime settimane Antonella aveva confidato ad amiche e colleghe di aver paura del maniaco delle coppiette e che avrebbe evitato di appartarsi in luoghi isolati col fidanzato.<ref>{{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Cochi|titolo=Mostro di Firenze. Al di là di ogni ragionevole dubbio|url=https://books.google.com/books?id=zy1_zQEACAAJ&newbks=0&hl=it|accesso=29 agosto 2022|data=2020|editore=Runa Editrice|ISBN=978-88-97674-77-1}}</ref>
 
L'assassino sparò i primi colpi contro Paolo Mainardi che però rimase solo ferito riuscendo così, secondo la versione più accreditata, a rimettere in moto l'auto e ad attraversare trasversalmente la strada finendo nel fosso sul lato opposto; l'assassino quindi sparò ancora verso i due ragazzi uccidendo però solo la ragazza per poi allontanarsi senza mutilare il cadavere della ragazza; quando poco dopo i due vennero ritrovati, Mainardi era ancora vivo e venne trasportato in ospedale dove morì senza riprendere conoscenza; sul luogo del delitto vennero poi ritrovati bossoli della stessa arma dei delitti precedenti.<ref name=":15" /><ref>{{Cita libro|nome=Piero Luigi|cognome=Vigna|nome2=Giorgio Sturlese|cognome2=Tosi|titolo=In difesa della giustizia|url=https://books.google.com/books?id=ZPuDZgjh0mIC&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT79&dq=Paolo+Mainardi+e+Antonella+Migliorini&hl=it|accesso=29 agosto 2022|data=2011|editore=Bur|ISBN=978-88-17-04977-1}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Valentina|cognome=Rossi|titolo=I delitti di Firenze|url=https://books.google.com/books?id=xvv4CgAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT24&dq=Paolo+Mainardi+e+Antonella+Migliorini&hl=it|accesso=29 agosto 2022|data=26 novembre 2015|editore=Newton Compton Editori|ISBN=978-88-541-7035-3}}</ref>
La notte del 19 giugno 1982, a [[Montespertoli|Baccaiano di Montespertoli]] vengono uccisi Paolo Mainardi, meccanico di 22 anni, e Antonella Migliorini di 19, dipendente di una ditta di confezioni. I due giovani, fidanzati da molti anni e soprannominati dagli amici ''[[Vinavil]]'' perché inseparabili, erano appartati a bordo di una piccola [[Fiat 147]], in uno slargo presente sulla Strada Provinciale Virginio Nuova dopo aver trascorso la serata a cena con dei parenti. {{senza fonte|Nelle ultime settimane Antonella aveva confidato ad amiche e colleghe di aver paura del maniaco delle coppiette (il termine ''Mostro di Firenze'' all'epoca non era stato ancora coniato) e che avrebbe evitato di appartarsi in luoghi isolati col fidanzato}}.
 
L'assassino sopraggiunge favorito dall'oscurità ed esplode alcuni colpi verso la coppia; sul luogo del delitto verranno messi a reperto nove bossoli di calibro .22 sempre con la lettera "H" punzonata sul fondello; Paolo viene solo ferito e riesce a mettere in moto l'auto e a inserire la retromarcia. Tuttavia non è in grado di controllare l'auto che attraversa la strada e resta poi bloccata nella proda sul lato opposto. A questo punto l'assassino spara contro i fari anteriori dell'auto e colpisce a morte i due giovani. Secondo la versione tuttora condivisa dai più e ammessa al processo, l'assassino in seguito sfilerà le chiavi dal quadro d'accensione della vettura e le getterà lontano, presumibilmente in segno di spregio. {{cn|Esiste in verità un'altra ipotesi che stando alla testimonianza di Allegranti (l'addetto del pronto soccorso della Misericordia che per primo estrasse il corpo dei ragazzi dall'auto) il ragazzo Paolo Mainardi si trovasse anch'egli, come la ragazza, posizionato nel sedile posteriore della Fiat 147. Da qui l'ipotesi che non fu il ragazzo a spostare l'auto e a finire incastrato nel fossetto bensì invece l'aggressore stesso, a seguito del concitato tentativo di allontanarsi quanto prima dal luogo dell'omicidio. In ogni caso, la corporatura robusta di entrambi i giovani (il Mainardi pesava più di 120 kg ed era alto quasi due metri) avrebbe reso difficile all'assassino estrarli dall'auto rapidamente, soprattutto in una zona come quella dove avvenne il delitto}}{{chiarire||ipotesi prive di fonti}}.
 
==== Collegamento con il delitto del 1968 ====
Questo delitto si differenzia dai precedenti in quanto il luogo in cui avviene l'aggressione non è appartato, a pochi chilometri di distanza, nel paese di [[Cerbaia]] è in corso la festa del [[Santo patrono]] e il traffico di auto lungo la strada provinciale è ridotto ma costante e inoltre l'omicida, per la prima volta, non esegue le escissioni dei feticci né infierisce sui cadaveri, {{cn|probabilmente a causa dei rischi che questa operazione avrebbe comportato, considerato che la macchina era visibilmente disposta in modo innaturale sulla strada}}{{chiarire||ipotesi prive di fonti}}.
Dopo questo delitto gli inquirenti collegarono i quattro delitti del 1974, 1981 e 1982 a quello del 1968.<ref name=":15" /><ref name=":10">{{Cita news|autore=Mario Spezi|titolo=L'indagine fu riaperta quasi per caso|pubblicazione=La Nazione|data=27 gennaio 1984|p=2}}</ref> Le modalità dell'ultimo delitto ricordarono a un maresciallo dei carabinieri il delitto Locci e Lo Bianco del 1968 per il quale era stato condannato reo confesso Stefano Mele e nel quale l'arma era la stessa dei diversi delitti; Mele non può ovviamente essere l'assassino del 1982 e, secondo le sentenze dei processi degli anni novanta, venne sancito che l'arma usata nei delitti era la stessa ma usata da persone diverse.<ref name=":21" /> Mele venne interrogato e questi tornò ad accusare Francesco Vinci; Vinci era stato nel frattempo arrestato ad agosto 1982 per maltrattamenti e, due mesi dopo, venne anche accusato di essere il “mostro di Firenze”. A seguito però di un successivo delitto ascrivibile al Mostro, Vinci venne scarcerato e le accuse vennero ritirate.<ref name=":15" /> La sentenza di condanna definitiva a carico di Mele non verrà comunque mai revisionata.<ref>Francesco Ferri, ''Motivazioni della sentenza d'appello del procedimento a carico di Pietro Pacciani'', 13 febbraio 1996.</ref>
 
Il 20 luglio 1982 era stato anche ritrovato un sacchetto contente cinque bossoli e cinque proiettili negli atti del processo a carico di Mele per il duplice omicidio del 1968 e risulteranno sparati dalla pistola del Mostro.<ref name=":8" />
Il delitto sarà infatti scoperto pochissimo dopo dagli occupanti una vettura sopraggiunta nel frattempo. Antonella è morta, Paolo respira ancora e viene trasportato al vicino [[ospedale]] di [[Empoli]], dove muore il mattino seguente senza riprendere conoscenza. In quest'occasione il [[giudice]] [[Silvia Della Monica]], sperando di indurre l'assassino in errore, convocò in Procura i cronisti che si occupavano del caso e chiese loro di scrivere sui giornali che Paolo Mainardi, prima di morire, aveva rivelato importanti informazioni utili alla ricostruzione dell'identità dell'omicida, ma tale ''trucco'' non portò ad alcun risultato positivo.
 
Due atti firmati dal PM Della Monica<ref>Silvia Della Monica, ''Richiesta al Nucleo Operativo dei carabinieri di Firenze'', 20 agosto 1982.</ref> e dal giudice istruttore Vincenzo Tricomi<ref>Vincenzo Tricomi, ''Richiesta al Tribunale di Palermo'', 29 ottobre 1982.</ref> risalenti ad agosto e ottobre del 1982 testimoniano che era stato un suggeritore anonimo a instradare gli investigatori sul delitto del 1968. Così il Pm Silvia Della Monica si rivolge al comando del Nucleo Investigativo dei Carabinieri nella richiesta datata 20 agosto 1982:<blockquote>“Il giudice istruttore del Tribunale di Firenze dr. Vincenzo Tricomi segnalava a questo Ufficio l'importanza di una lettera anonima, indirizzata alla scrivente e trasmessa per indagine a codesto reparto (il nucleo investigativo dei carabinieri NDR), la quale evidenziava come i duplici omicidi commessi dal "Mostro" fossero cinque e non quattro, richiamando l'attenzione su un episodi analogo avvenuto in passato, in altra località della Provincia."</blockquote>Il giudice Tricomi, supervisore delle indagini sul Mostro, ribadisce la sua versione in una richiesta datata 29 ottobre 1982<blockquote>“A seguito di segnalazione anonima che esisteva un quinto duplice omicidio commesso dal cosiddetto Mostro..."</blockquote>L'importanza per le indagini che riveste uno scrivente anonimo in concomitanza con le prime fasi di ricerca sul crimine di Signa risulta anche da un articolo pubblicato lo stesso giorno del rinvenimento dei bossoli e dei proiettili del Mostro fra le carte del fascicolo Mele. La scoperta dell'articolo viene fatta dal ricercatore amatoriale De Gothia. Il 20 luglio 1982, ''La Nazione'' pubblica a pagina 20 un appello firmato dal comando del Nucleo Operativo dei carabinieri di Firenze rivolto a una persona che li avrebbe aiutati nelle indagini sul Mostro e che, nell'ultima di tre lettere, si è firmata "un cittadino amico", allo scopo di convincerlo a mettersi in contatto con loro.<ref name=":12">{{Cita news|titolo=Un appello dei carabinieri per il mostro|pubblicazione=La Nazione|data=20 luglio 1982|p=9}}</ref> Questo è il testo completo del trafiletto:<blockquote>Un appello è rivolto dal comando del nucleo investigativo dei carabinieri di Borgo Ognissanti a una persona che ha dato più volte un contributo anonimo all'indagine sui delitti del maniaco, il cosiddetto “mostro”, perché si rimetta in contatto con loro. L'uomo, che nella sua ultima lettera si è firmato “un cittadino amico” e che ha scritto tre volte affermando di non rivelare la sua identità per non essere preso per mitomane, dovrebbe fornire di nuovo la sua collaborazione, magari anche solo telefonando al nucleo investigativo dei carabinieri.</blockquote>
{{senza fonte|Sarà inoltre a seguito di questo delitto che il maresciallo Fiori, 15 anni prima in servizio a Signa, ricorderà del delitto avvenuto nell'estate del 1968, e permetterà la riapertura del fascicolo in cui verranno ritrovati i bossoli repertati quell'anno; sarà così possibile comparare i bossoli e stabilire che a sparare nel 1968 era stata la stessa arma utilizzata nel 1982. Anche questo evento non è privo di dettagli inconsueti in quanto, per legge, gli elementi raccolti nel corso di un processo devono essere distrutti a sentenza avvenuta. Va tuttavia rilevato che la pratica non è generalmente seguita nel caso in cui l'arma del delitto non sia stata ritrovata, per l'ovvia necessità di lasciare il campo a successive verifiche, cosa che si è in effetti verificata con i bossoli repertati a Signa nel 1968}}.
 
=== Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch (9 settembre 1983) ===
[[File:Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch.jpg|miniatura|Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch|alt=]]
[[File:Giogoli wolkswagen.jpg|thumb|Furgone Volkswagen trovato poco dopo l'omicidio]]
Il 9 settembre [[1983]], a [[Scandicci#Architetture religiose|Giogoli]], vengono assassinati due turisti [[Germania|tedeschi]], Jens-Uwe Rüsch e Horst Wilhelm Meyer, entrambi di 24 anni, studenti presso l'[[Università di Münster]] che al momento dell'aggressione si trovano a bordo del loro furgone [[Volkswagen Transporter|Volkswagen T1]] con l'[[autoradio]] accesa. I ragazzi vengono raggiunti e uccisi da sette proiettili, sparati con una certa precisione attraverso la carrozzeria del furgone, ma verranno messi a referto solo 4 bossoli dei 7 che si sarebbero dovuti effettivamente rinvenire. Le indagini successive al delitto permetteranno di stabilire che i colpi erano stati sparati da un'altezza di circa un metro e 30 centimetri da terra, il che fa supporre che l'assassino fosse alto almeno 1 metro e 80, o anche di più. L'ipotesi dell'altezza del killer superiore alla media non è però condivisa da tutti, ''in primis'' da Perugini e da altri inquirenti<ref name="selvatici 1º maggio 1994" />.
Venerdì 9 settembre 1983, a [[Scandicci#Architetture religiose|Giogoli]],<ref name=":15" /> vennero assassinati con sette colpi di pistola due ragazzi [[Germania|tedeschi]], Jens-Uwe Rüsch e Horst Wilhelm Meyer,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2022/03/24/indagine-mostro-firenze-riapertura/|titolo=La richiesta di riaprire le indagini sul “mostro di Firenze”|sito=Il Post|data=24 marzo 2022-IT|accesso=29 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lapresse.it/cronaca/2021/09/14/mostro-firenze-polizia-scientifica-ultimo-delitto/|titolo=Mostro di Firenze, la polizia scientifica nel luogo dell'ultimo delitto|sito=LaPresse-IT|accesso=29 agosto 2022}}</ref> entrambi di 24 anni,<ref>{{Cita libro|nome=Rose G.|cognome=Mandelsberg|titolo=Unsolved Mysteries|url=https://books.google.com/books?id=JUHbWIEG290C&newbks=0&printsec=frontcover&dq=Horst+Wilhelm+Meyer&q=Horst+Wilhelm+Meyer&hl=it|accesso=29 agosto 2022|data=1992|editore=Kensington Publishing Corporation|lingua=en|ISBN=978-1-55817-654-6}}</ref> studenti presso l'[[Università di Münster]] che stazionavano a bordo di un furgone [[Volkswagen Transporter|Volkswagen]], forse scambiati per una coppia<ref>{{Cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/notizia_3147616201802a.shtml|titolo=Il caso del mostro di Firenze raccontato in un minuto|sito=Tgcom24|accesso=29 agosto 2022}}</ref>. Le indagini permisero di stabilire che i colpi erano stati sparati da un'altezza di almeno un metro e 30 centimetri da terra il che fece supporre che l'assassino fosse alto almeno 1 metro e 80.<ref name="selvatici 1º maggio 1994">{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/01/dagli-errori-abbiamo-capito-chi.html|titolo=Dagli errori abbiamo capito chi è il mostro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=1º maggio 1994|p=21|accesso=6 maggio 2014}}</ref>
 
Venne ipotizzato che l'assassino, non potendo essere Stefano Mele, il quale era detenuto nel periodo dei delitti, e neppure Francesco Vinci, potesse invece essere un altro personaggio appartenente alla loro cerchia di frequentazioni e conoscenze. Furono pertanto indiziati e inquisiti Giovanni Mele, fratello di Stefano, e Piero Mucciarini, cognato di Giovanni Mele.<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/31/ora-due-indiziati-dei-delitti-potrebbero-essere.html|titolo=Ora i due indiziati dei delitti potrebbero essere scarcerati|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 luglio 1984|p=13|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Sulla base di nuove rivelazioni di Stefano Mele, che in alcune deposizioni accusò il fratello e il cognato di aver partecipato all'omicidio della moglie,<ref name="ricerca.repubblica.it">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/04/una-pistola-tanti-bossoli-ma-il-mostro.html|titolo=Una pistola e tanti bossoli ma il mostro non ha un volto |pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=4 ottobre 1984|p=12|accesso=1º settembre 2010}}</ref> e con l'aggravante di alcuni indizi materiali (tra cui un [[bisturi]] in possesso di Giovanni Mele), Piero Mucciarini e Giovanni Mele restano per otto mesi detenuti con l'accusa di essere gli autori dei duplici omicidi.<ref name="ricerca.repubblica.it" /> I due verranno poi scarcerati, per uscire definitivamente dall'inchiesta,<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/12/14/mostro-di-firenze-si-riparte-da-zero.html|titolo='Mostro' di Firenze si riparte da zero|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=14 dicembre 1989|p=19|accesso=1º settembre 2010}}</ref> non essendoci a loro carico indizi tali da giustificarne il rinvio a giudizio, e soprattutto essendo i due detenuti in carcere nel periodo in cui fu commesso l'omicidio di Claudio Stefanacci e Pia Rontini.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/09/18/non-sono-loro-mostri-di-firenze.html|titolo=Non sono loro i mostri di Firenze|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=18 settembre 1984|p=15|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/04/24/venticinque-anni-di-errori-nelle-indagini-anti.html|titolo=Venticinque anni di errori nelle indagini anti-mostro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 aprile 1994|p=19|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Per un certo periodo venne indagato per gli omicidi anche Salvatore Vinci, fratello di Francesco.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/29/mostro-di-firenze-nuovo-avviso-di-reato.html|titolo=Mostro di Firenze, nuovo avviso di reato per Salvatore Vinci|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 novembre 1987|p=17|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/20/non-uccise-la-moglie-per-vinci-si.html|titolo='Non uccise la moglie' Per Vinci si schiude la porta del carcere|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Cagliari|data=20 aprile 1988|p=16|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Stefano Mele morì nel 1995 per una crisi cardiaca sopravvenuta a seguito di un intervento chirurgico, mentre risiedeva in un ospizio per ex detenuti a [[Ronco all'Adige]], presso [[Verona]].<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/12/Morto_Mele_primo_mostro__co_8_950512037.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132417/http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/12/Morto_Mele_primo_mostro__co_8_950512037.shtml|titolo=Morto Mele, il primo "mostro"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Ronco all'Adige|data=12 maggio 1995|p=15|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>
{{senza fonte|L'assassino fredda dapprima Meyer con tre colpi in rapidissima successione, mentre Rüsch tenta inutilmente la fuga ma viene poi colpito anch'egli da quattro proiettili, di cui uno al cervello, accasciandosi sul fondo dell'automezzo. Una volta uccisi i due giovani, l'assassino sale sul retro del furgone ma, accortosi che le vittime sono entrambe di sesso maschile, si dilegua senza utilizzare armi bianche ed effettuare alcuna escissione sui corpi. In questo caso, l'assassino è stato forse tratto in errore dai capelli lunghi e dalla corporatura esile di Rüsch, probabilmente scambiato per una donna. Il denaro e le macchine fotografiche delle vittime non vennero prelevate, né sembrarono mancare oggetti di valore. Nelle vicinanze del camper furono rinvenute anche alcune riviste pornografiche in lingua italiana ''a contenuto probabilmente omosessuale'', ma non è mai stato appurato se appartenessero ai giovani, né se i due fossero effettivamente fidanzati (o comunque amanti) oppure solamente amici}}.
 
=== Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984) ===
Si pensò quindi che il killer, non potendo essere Stefano Mele - detenuto nel periodo in cui il "mostro" aveva continuato a colpire - e neppure Francesco Vinci, potesse invece essere un altro personaggio appartenente alla loro cerchia di frequentazioni e conoscenze. Furono pertanto indiziati e inquisiti Giovanni Mele, fratello di Stefano, e Piero Mucciarini, cognato di Giovanni Mele<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/31/ora-due-indiziati-dei-delitti-potrebbero-essere.html|titolo=Ora i due indiziati dei delitti potrebbero essere scarcerati|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 luglio 1984|pagina=13|accesso=1º settembre 2010}}</ref>. Sulla base di nuove rivelazioni di Stefano Mele, che in alcune deposizioni accusò il fratello e il cognato di aver partecipato all'omicidio della moglie<ref name="ricerca.repubblica.it">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/04/una-pistola-tanti-bossoli-ma-il-mostro.html|titolo=Una pistola e tanti bossoli ma il mostro non ha un volto |pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=4 ottobre 1984|pagina=12|accesso=1º settembre 2010}}</ref>, e con l'aggravante di alcuni indizi materiali (tra cui un [[bisturi]] in possesso di Giovanni Mele), Piero Mucciarini e Giovanni Mele restano per otto mesi detenuti con l'accusa di essere gli autori dei duplici omicidi<ref name="ricerca.repubblica.it"/>. I due verranno poi scarcerati, per uscire definitivamente dall'inchiesta<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/12/14/mostro-di-firenze-si-riparte-da-zero.html|titolo='Mostro' di Firenze si riparte da zero|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=14 dicembre 1989|pagina=19|accesso=1º settembre 2010}}</ref>, non essendoci a loro carico indizi tali da giustificarne il rinvio a giudizio, e soprattutto essendo i due detenuti in carcere nel periodo in cui fu commesso l'omicidio di Claudio Stefanacci e Pia Rontini<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/09/18/non-sono-loro-mostri-di-firenze.html|titolo=Non sono loro i mostri di Firenze|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=18 settembre 1984|pagina=15|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/04/24/venticinque-anni-di-errori-nelle-indagini-anti.html|titolo=Venticinque anni di errori nelle indagini anti-mostro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 aprile 1994|pagina=19|accesso=1º settembre 2010}}</ref>. Per un certo periodo venne indagato per gli omicidi anche Salvatore Vinci, fratello di Francesco<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/29/mostro-di-firenze-nuovo-avviso-di-reato.html|titolo=Mostro di Firenze, nuovo avviso di reato per Salvatore Vinci|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 novembre 1987|pagina=17|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/20/non-uccise-la-moglie-per-vinci-si.html|titolo='Non uccise la moglie' Per Vinci si schiude la porta del carcere|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Cagliari|data=20 aprile 1988|pagina=16|accesso=1º settembre 2010}}</ref>. Stefano Mele morì nel [[1995]] per una crisi cardiaca sopravvenuta a seguito di un intervento chirurgico, mentre risiedeva in uno ospizio per ex detenuti a [[Ronco all'Adige]], presso [[Verona]]<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/12/Morto_Mele_primo_mostro__co_8_950512037.shtml<!--&#124;urlarchivio=http://web.archive.org/web/20121109132417/http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/12/Morto_Mele_primo_mostro__co_8_950512037.shtml--><!--&#124;urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/12/Morto_Mele_primo_mostro__co_8_950512037.shtml-->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132417/http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/12/Morto_Mele_primo_mostro__co_8_950512037.shtml|dataarchivio=9 novembre 2012|titolo=Morto Mele, il primo "mostro"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Ronco all'Adige|data=12 maggio 1995|pagina=15|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>.
{{Doppia immagine|destra|Claudio Stefanacci.jpg|120|Pia Rontini.jpg|120|Claudio Stefanacci e Pia Gilda Rontini}}
Le vittime del penultimo delitto furono Pia Gilda Rontini, ragazza di 18 anni da poco tempo impiegata in un bar di [[Vicchio]], e Claudio Stefanacci, studente universitario di 21 anni; i due ragazzi erano in una [[Fiat Panda (1980)|Fiat Panda]] parcheggiata in fondo a una strada sterrata trasversale della via provinciale nei pressi di Vicchio quando vennero aggrediti a colpi di pistola; dall'analisi dei corpi si è ipotizzato che il primo colpo avrebbe colpito il ragazzo che si trovava sul sedile posteriore, attraversando il finestrino della portiera destra; il ragazzo venne colpito in tutto quattro volte (di cui una alla testa) mentre la ragazza riuscì a fuggire e venne colpita prima alla schiena e poi alla fronte. L'arma era la stessa dei precedenti delitti. Successivamente il corpo della ragazza venne mutilato con l'asportazione del pube e del seno sinistro mentre sul corpo del ragazzo vennero inferte una decina di coltellate.<ref name="repubblica1984">{{Cita news|autore=Luca Villoresi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/31/il-mostro-di-firenze-uccide-ancora.123il.html|titolo=Il 'Mostro' di Firenze uccide ancora|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 luglio 1984|p=13|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Valentina|cognome=Rossi|titolo=I delitti di Firenze|url=https://books.google.com/books?id=xvv4CgAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT34&dq=Claudio+Stefanacci&hl=it|accesso=30 agosto 2022|data=26 novembre 2015|editore=Newton Compton Editori|ISBN=978-88-541-7035-3}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Monzani|nome2=Sabrina|cognome2=Bugini|titolo=Nuovi sguardi criminologici|url=https://books.google.com/books?id=PIlbEAAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA139&dq=Claudio+Stefanacci&hl=it|accesso=30 agosto 2022|data=28 gennaio 2022|editore=Key Editore|ISBN=978-88-279-0927-0}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Ruggero|cognome=Perugini|nome2=Armando|cognome2=Palmegiani|titolo=Un uomo abbastanza normale Il mostro di Firenze 30 anni dopo|url=https://books.google.com/books?id=_YthEAAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA282&dq=Claudio+Stefanacci&hl=it|accesso=30 agosto 2022|data=28 febbraio 2022|editore=Armando Editore|ISBN=979-12-5984-182-7}}</ref>
 
[[File:Identikit Bardazzi 1984.jpg|miniatura|Identikit dell'uomo visto da Baldo Bardazzi poche ore prima dell'omicidio del 1984]]
=== Claudio Stefanacci e Pia Rontini (29 luglio 1984) ===
La madre del ragazzo, impensierita del ritardo, andò a cercarlo dagli amici i quali, conoscendone le abitudini, provano a cercarlo dove sapevano che si appartava in auto, scoprendo così i cadaveri;<ref name="repubblica1984" /> anche la madre della ragazza era preoccupata per l'insolito ritardo della figlia che al momento di uscire di casa, poco dopo le 21, aveva promesso di rientrare entro un'ora essendo stanca per aver lavorato tutto il giorno.<ref name="autogenerated1" />
{{Doppia immagine|destra|Claudio Stefanacci.jpg|120|Pia Rontini.jpg|120|Claudio Stefanacci e Pia Rontini}}
 
Anche in questo caso pare che la vittima femminile avesse subito [[violenza sessuale|molestie]] da parte di ignoti nei giorni precedenti al delitto. Un'amica di Pia, conosciuta durante un soggiorno di studio in [[Danimarca]] e che in seguito aveva intrattenuto con lei relazioni di corrispondenza, riferì tempo dopo di aver ricevuto una telefonata dalla giovane, pochissimo tempo prima del delitto, in cui Pia le riferiva che nel bar dove lavorava "''c'erano persone poco piacevoli assieme alle quali si sentiva molto insicura''".<ref>{{Cita|Giuttari-Lucarelli, 1999|pp. 142-143}}.</ref>
Le vittime del penultimo delitto del ''Mostro di Firenze'' sono Claudio Stefanacci, studente universitario di 21 anni, e Pia Gilda Rontini di 18 anni, da poco tempo impiegata presso il bar della stazione ferroviaria di [[Vicchio]] e majorette nella banda musicale del paese. L'auto dei giovani, una [[Fiat Panda]] celeste del ragazzo, è parcheggiata in fondo a una strada sterrata che si diparte dalla strada provinciale Sagginalese, contro il terrapieno di una collina. Quando vengono aggrediti, i due ragazzi sono seminudi sul sedile posteriore dell'auto. L'omicida spara attraverso il vetro della portiera destra colpendo il ragazzo quattro volte (di cui una alla testa), e due volte la ragazza che aveva tentato la fuga (uno alla schiena e uno alla fronte)<ref name="repubblica1984">{{Cita news|autore=Luca Villoresi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/31/il-mostro-di-firenze-uccide-ancora.123il.html|titolo=Il 'Mostro' di Firenze uccide ancora|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 luglio 1984|pagina=13|accesso=1º settembre 2010}}</ref>.
 
Nel marzo del 1994 vennero profanate da ignoti le tombe dei due ragazzi assassinati;<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/mostro_libero_Vigna__co_0_9404277429.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120607020522/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/mostro_libero_Vigna__co_0_9404277429.shtml|titolo=Il mostro è libero, Vigna lo sa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=27 aprile 1994|p=14|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> Renzo Rontini, padre della ragazza, si è impegnato profondamente per la ricerca della verità sul caso fino alla sua morte, avvenuta per un attacco cardiaco nel dicembre 1998.<ref>{{Cita news|autore=Cristina Orsini|url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/12/10/LAT01.html|titolo=Aveva perduto tutto per fare luce sull'omicidio della figlia e del suo fidanzato. È morto chiedendo la verità Renzo Rontini, infarto davanti alla questura|pubblicazione=[[Il Tirreno]]|data=10 dicembre 1998|accesso=31 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161225144054/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/12/10/LAT01.html|urlmorto=sì}}</ref>
In seguito l'assassino infierisce con diverse coltellate sui corpi dei due ragazzi, colpendo due volte alla gola Pia e una decina di volte Claudio. Alla ragazza vengono asportati il pube e il seno sinistro. Verrà ritrovata con il proprio reggiseno ancora serrato tra le dita della mano destra<ref name="repubblica1984"/>. {{cn|La catenina che portava è stata strappata ed è stato sottratto il pendente a forma di croce. In questo caso la borsetta non è stata frugata né manomessa, presumibilmente perché nascosta sotto il sedile del passeggero}}{{chiarire||ipotesi senza fonti}}.
 
=== Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot (8 settembre 1985) ===
La madre del ragazzo, impensierita del ritardo, lo va a cercare dagli amici che, conoscendone le abitudini, vanno a cercarlo dove sapevano che si appartavano in auto, scoprendo così i cadaveri<ref name="repubblica1984" />; anche la madre della ragazza era preoccupata per l'insolito ritardo della figlia che al momento di uscire di casa, poco dopo le 21, aveva promesso di rientrare entro un'ora essendo stanca per aver lavorato tutto il giorno<ref name="autogenerated1" />. Anche in questo caso pare che la vittima femminile avesse subito [[violenza sessuale|molestie]] da parte di ignoti nei giorni precedenti al delitto. Un'amica di Pia, conosciuta durante un soggiorno di studio in [[Danimarca]] e che in seguito aveva intrattenuto con lei relazioni di corrispondenza, riferì tempo dopo di aver ricevuto una telefonata dalla giovane, pochissimo tempo prima del delitto, in cui Pia le riferiva che nel bar dove lavorava "''c'erano persone poco piacevoli assieme alle quali si sentiva molto insicura''"<ref>{{Cita|Giuttari-Lucarelli, 1999|pp. 142-143}}.</ref>. Tale fatto sembra peraltro avvalorato da un riscontro raccolto in una fase successiva al delitto; Bardazzi, gestore di una tavola calda in località [[San Piero a Sieve]], aveva dichiarato di riconoscere nei due fidanzati uccisi una coppia che nel pomeriggio del 29 luglio [[1984]], poche ore prima dell'omicidio, si era intrattenuta presso il suo locale. Subito dopo loro, secondo il teste, era arrivato un "signore distinto", alto, corpulento, sguardo intenso, in giacca e cravatta, dai capelli rossicci, che aveva ordinato una [[birra]] e si era seduto all'esterno del locale, senza staccare gli occhi dalla ragazza. Non appena i giovani avevano terminato di mangiare e si erano avvicinati alla cassa, l'uomo aveva bevuto d'un fiato la birra e si era accodato a loro. Invitato a partecipare ai funerali delle vittime, tuttavia, non lo riconobbe tra i presenti<ref name="autogenerated1" />. Secondo la [[Mostro di Firenze#Giampiero Vigilanti|testimonianza resa nel 2017]] da Giampiero Vigilanti, Pia Rontini sarebbe stata uccisa "per un rifiuto"<ref name=vigilanti2>{{cita web|url=http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3299333|titolo=Mostro di Firenze, la verità dell'ex legionario. "Pia Rontini uccisa per un rifiuto"|autore=Stefano Brogioni|sito=LaNazione.it|data=28 luglio 2017|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>. Nel processo a Pacciani il [[Testimonianza|teste]] Bardazzi venne ascoltato dal [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|PM]] Canessa, che mise in luce alcune incongruenze nella sua testimonianza; dando per scontata la sincera volontà di collaborare da parte di Bardazzi non venne però considerata credibile la sua deposizione, in quanto non coincidevano innanzitutto i tempi di spostamento della coppia dei ragazzi rispetto al tragitto casa-locale Bardazzi-luogo di lavoro di Pia Rontini, e in più lo stesso Bardazzi al processo non si dimostrò così certo di riconoscere i ragazzi e la loro auto parcheggiata davanti al locale. Nel marzo del [[1994]] le croci piantate sul luogo del delitto dal padre di Pia, Renzo Rontini, in memoria dei due giovani assassinati sono state danneggiate da ignoti<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/mostro_libero_Vigna__co_0_9404277429.shtml<!--&#124;urlarchivio=http://web.archive.org/web/20120607020522/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/mostro_libero_Vigna__co_0_9404277429.shtml--><!--&#124;urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/mostro_libero_Vigna__co_0_9404277429.shtml-->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120607020522/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/mostro_libero_Vigna__co_0_9404277429.shtml|dataarchivio=7 giugno 2012|titolo=Il mostro è libero, Vigna lo sa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=27 aprile 1994|pagina=14|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>; Renzo Rontini si è impegnato profondamente per la ricerca della verità sul caso fino alla sua morte, avvenuta per un attacco cardiaco nel dicembre 1998<ref>{{Cita news|autore=Cristina Orsini|url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/12/10/LAT01.html|titolo=Aveva perduto tutto per fare luce sull'omicidio della figlia e del suo fidanzato. È morto chiedendo la verità Renzo Rontini, infarto davanti alla questura|pubblicazione=[[Il Tirreno]]|data=10 dicembre 1998|accesso=31 agosto 2016}}</ref>.
 
=== Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot (7/8 settembre 1985) ===
[[File:Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot.jpg|miniatura|Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot|alt=]]
L'ultimo duplice delitto<ref name=":11">{{Cita libro|nome=Pier Luigi|cognome=Vigna|nome2=Giorgio Sturlese|cognome2=Tosi|titolo=In difesa della giustizia|url=https://books.google.com/books?id=Q8kBqhD-LpkC&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT106&dq=Jean+Michel+Kraveichvili&hl=it|accesso=30 agosto 2022|data=18 maggio 2011|editore=Bur|ISBN=978-88-586-2130-1}}</ref> (quello su cui si hanno più particolari e riscontri<ref>{{Cita|Giuttari, 2006|p. 44}}.</ref>) avvenne in località Scopeti, nella campagna di [[San Casciano in Val di Pesa]]; le vittime erano due [[Francia|francesi]], Jean-Michel Kraveichvili, 25 anni, pugile di origine georgiana, e Nadine Mauriot, 36 anni, titolare di un negozio di calzature, {{Senza fonte|madre di due bambine piccole recentemente separata dal marito, entrambi provenienti da Audincourt in Francia}}, che si trovavano accampati in una tenda vicino la loro [[Volkswagen Golf II|golf II]] dove vennero aggrediti la notte dell'8 settembre 1985; dopo i primi spari il ragazzo cercò di fuggire ma venne ucciso da altri colpi di pistola mentre la ragazza venne uccisa all'interno della tenda e, anche in questo caso, venne mutilata in maniera analoga ai casi precedenti.<ref name=":15" /><ref name=":11" /> Qualche giorno dopo la scoperta dei corpi la procura di Firenze ricevette una busta anonima contenente un lembo di seno sinistro di Nadine Mauriot.<ref name=":15" /><ref>Esame istologico lembo di seno di N. Mauriot - Mostro di Firenze - un caso ancora aperto: 10 settembre 1985 lettera anonima a Silvia Della Monica</ref>
L'ultimo duplice delitto (quello su cui si hanno più particolari e riscontri<ref>{{Cita|Giuttari, 2006|p. 44}}.</ref>) avviene nella campagna di [[San Casciano Val di Pesa]], in frazione Scopeti, all'interno di una piazzola attigua a un cimitero e attorniata da cipressi, in cui erano solite appartarsi le coppie<ref>{{Cita news|autore=Paolo Vagheggi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/10/li-ha-uccisi-ha-mutilato-corpi.html|titolo=Li ha uccisi e ha mutilato i corpi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=10 settembre 1985|pagina=13|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>. Le vittime sono due giovani [[Francia|francesi]], Jean-Michel Kraveichvili, musicista venticinquenne di origini georgiane, e la trentaseienne Nadine Mauriot (la vittima più anziana del mostro), titolare di un negozio di calzature, madre di due bambine piccole recentemente separata dal marito, entrambi provenienti da [[Audincourt]], una cittadina dell'est della Francia.
 
LeDurante vittimeil sonoprocesso accampatecontro ini una"''compagni piccoladi tenda a poca distanza dalla strada. Lmerende'omicidio'", èla stato fatto risalire da taluni alla nottedifesa di domenicauno 8degli settembre [[1985]]imputati, datramite altriuna aperizia, quellaipotizzò trache sabatola 7data settembredel edelitto domenicafosse 8antecedente settembre 1985, considerazione motivata conper la presenza sui cadaveri delle vittime di larve di mosca che necessitano didalle almeno18 25alle 24 ore di tempo per svilupparsi<ref name="autogenerated1" /> e dalle condizioni [[Tanatologia|tanatologiche]] dei corpi riesaminate da esperti molti anni dopo, come è scientificamente riportato da una perizia del professor [[Francesco Introna]];<ref>{{cita news| |url=http://archivio.panorama.it/archivio/Un-testimone-chiamato-Calliphora|titolo=un testimone chiamato Calliphora|autore=|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|data=|accesso=9 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171208003314/http://archivio.panorama.it/archivio/Un-testimone-chiamato-Calliphora|urlmorto=sì}}</ref>, etale tesi fu sostenuta anche dal Medico legale Prof [[Mauro Maurri]], successivamente, dala stessa tesi venne avanzata in un reportage televisivo di Paolo Cochi.<ref>{{Cita|I delitti del mostro, 2015|}}.</ref><ref name=":22">{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/09/08/la-storia-del-mostro-ora-e-appesa-al-giorno-dellultimo-delittoFirenze07.html|titolo=La storia del Mostro ora è appesa al giorno dell'ultimo delitto|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=8 settembre 2015|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>. AltroQuesta elementotesi fu il fatto che Nadine Mauriot aveva avvertito irisultò parentiperò in Franciacontrasto che sarebbe rientrata dalla vacanza al più tardi la domenica sera per riuscire ad accompagnare al primo giorno di scuolacon le figlie il lunedì successivo, e riaprire nel contempo il negoziodichiarazioni di suatutti proprietà<ref>{{Cita|Preston-Spezi, 2006|}}.</ref>. Unai coppiatestimoni che siavevano eravisto appartatai nelladue piazzolaragazzi delancora delittoin nellevita prime ore del pomeriggioprima di domenica 8 settembre 1985 riferì di aver notato la tenda delle vittime, all'interno della quale sembrava esservi una persona distesa; riferirono anche di ''un nugolo di mosche'' e di ''cattivo odore'' nella zona, tanto che proprio per tali motivi i due ragazzi decisero di andarsene da quel luogo.<ref name="autogenerated1:22" />.
 
Le modalità dell'aggressione sono simili a quelle precedentemente messe in pratica dall'omicida, eccettuato il fatto che, in questo caso, le vittime non si trovavano in auto ma in una tenda piantata vicino alla propria auto: l'assassino, dopo aver reciso con un coltello il telo esterno della tenda sulla parte posteriore, si sposta verso l'ingresso della tenda e spara. Nadine muore subito; Jean-Michel, ferito non mortalmente, riesce a uscire dalla tenda e a fuggire verso il bosco, ma viene raggiunto dall'omicida che lo finisce a coltellate e poi ne occulta il corpo, cercando di nasconderlo tra alcuni rifiuti in un posto poco distante dalla tenda.<ref name="archiviostorico.corriere.it">{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/14/Cosi_Vampa_uccise_francesi__co_0_9602145527.shtml<!--|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20121109132530/http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/14/Cosi_Vampa_uccise_francesi__co_0_9602145527.shtml--><!--|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/14/Cosi_Vampa_uccise_francesi__co_0_9602145527.shtml-->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132530/http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/14/Cosi_Vampa_uccise_francesi__co_0_9602145527.shtml|dataarchivio=9 novembre 2012|titolo="Così il Vampa uccise i francesi"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=14 febbraio 1996|paginap=6|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>. Dopo averloessere stato estratto dalla tenda peral fine di effettuarepraticare le mutilazioni sul pube e sulsulla senomammella sinistrosinistra, anche il cadavere della donna viene in qualche modo occultato e risistemato all'interno della tenda in modo che non sia subito visibile. Il [[modus operandi]] particolare attuato dall'omicida in quest'ultimo delitto lascia presupporre che l'assassino avesse l'intento di ritardare il più possibile la scoperta dei corpi. Un brandello del seno della ragazza viene spedito alla [[Procura della Repubblica]] di Firenze in una busta anonima con l'indirizzo composto da lettere di giornali ritagliate, indirizzata a Silvia Della Monica, PM incaricato delle indagini sul killer<ref>{{Cita news|autore=Pier Paolo Luciano|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=998953|titolo=Se il maniaco sfida la polizia. «Il mio è un delitto perfetto» Il criminale di Firenze inviò ai giudici un pacco macabro|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Torino|data=8 ottobre 1992|pagina=11|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211607/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=998953|formato=pdf|dataarchivio=2 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>. La scoperta dei corpi avverrà nel tardo pomeriggio di lunedì grazie a un cercatore di funghi, appena due ore prima che la lettera giunga in Procura, {{cn|vanificando così il possibile perfido piano dell'omicida, che probabilmente voleva annunciare agli inquirenti l'avvenuto ultimo duplice delitto attraverso la sua stessa macabra missiva}}.
 
Il 3 dicembre 2018, 33 anni dopo l'omicidio, viene rinvenuta una nuova ogiva di proiettile in un cuscino della tenda da campeggio dei due giovani francesi, che consente agli inquirenti di acquisire nuove informazioni e smentire o confermare le molteplici teorie sui possibili responsabili.<ref>{{Cita web|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/mostro-di-firenze-trovato-proiettile-a-33-anni-dall-ultimo-delitto_3178395-201802a.shtml|titolo=Mostro di Firenze, trovato un proiettile a 33 anni dallʼultimo delitto|sito=TgCom24.Mediaset.it|data=3 dicembre 2018|accesso=9 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2018/12/03/news/mostro-di-firenze-dopo-33-anni-ritrovato-un-nuovo-proiettile-1.17525668|titolo=Mostro di Firenze, dopo 33 anni ritrovato un nuovo proiettile|sito=IlTirreno.it|data=3 dicembre 2018|accesso=9 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/cronaca/mostro-firenze-proiettile-1.4325646|titolo=ESCLUSIVO / Mostro di Firenze, c'è una nuova pista. Spunta un proiettile dopo 33 anni|autore=Stefano Brogioni|sito=LaNazione.it|data=3 dicembre 2018|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>
Poche settimane dopo, il 2 ottobre, giunsero in Procura tre buste anonime indirizzate ai tre sostituti procuratori [[Pier Luigi Vigna]], [[Paolo Canessa]] e [[Francesco Fleury]], contenenti la fotocopia di un articolo de ''[[La Nazione]]'', una cartuccia marca Winchester calibro .22 serie "H" e un foglietto di carta bianco piegato in due con scritto «''Uno a testa vi basta''». Gli esami biologici evidenziarono che sui lembi delle tre buste c'erano tracce di saliva che diedero esito positivo di appartenenza a soggetto con [[gruppo sanguigno]] A. Non esiste però alcuna certezza che questo messaggio sia stato inviato dall'assassino, poiché esso non conteneva alcuna prova inequivocabile della provenienza da parte del responsabile e non di un mitomane. Il brandello di seno spedito al PM rimane l'unico "messaggio" inequivocabilmente inviato dal killer agli inquirenti<ref>{{Cita web|autore=Alessandro Feri|autore2=Paolo Cochi|autore3=Master Evo|url=http://www.cronaca-nera.it/misteri-ditalia/435-mostro-di-firenze-lettera-orrore-capitolo-11.html|titolo=Mostro di Firenze: una lettera d'orrore, capitolo 11|sito=Cronaca-Nera.it|data=10 settembre 1985|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>.
 
[[File:Lettera-a-della-Monica-2.jpg|miniatura|Lettera inviata dal Mostro di Firenze alla procuratrice Silvia Della Monica]]
Il 3 dicembre [[2018]] viene rinvenuta una nuova ogiva di proiettile in un cuscino della tenda da campeggio dei due giovani francesi 33 anni dopo l'omicidio, che consente agli inquirenti di acquisire nuove informazioni e smentire o confermare le molteplici teorie sui possibili responsabili<ref>{{Cita web|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/mostro-di-firenze-trovato-proiettile-a-33-anni-dall-ultimo-delitto_3178395-201802a.shtml|titolo=Mostro di Firenze, trovato un proiettile a 33 anni dallʼultimo delitto|sito=TgCom24.Mediaset.it|data=3 dicembre 2018|accesso=9 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2018/12/03/news/mostro-di-firenze-dopo-33-anni-ritrovato-un-nuovo-proiettile-1.17525668|titolo=Mostro di Firenze, dopo 33 anni ritrovato un nuovo proiettile|sito=IlTirreno.it|data=3 dicembre 2018|accesso=9 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/cronaca/mostro-firenze-proiettile-1.4325646|titolo=ESCLUSIVO / Mostro di Firenze, c'è una nuova pista. Spunta un proiettile dopo 33 anni|autore=Stefano Brogioni|sito=LaNazione.it|data=3 dicembre 2018|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>.
 
==== Le lettere anonime ====
Una prima lettera venne recapitata presso la Procura della Repubblica di Firenze il 10 settembre 1985, indirizzata alla procuratrice [[Silvia Della Monica]] che, dai primi mesi del 1984, aveva delegato le indagini ai colleghi per occuparsi di altri casi. Sul fronte della busta regolarmente affrancata si legge il recapito composto da ritagli di giornale, "''DOTT. DELLA MONICA SILVIA PROCURA DELLA REPUBLICA 50I00 FIRENZE''". L'autore per incollare le lettere e il francobollo aveva utilizzato una colla a base di [[destrina]], mentre per sigillare la lettera non ha utilizzato la saliva, bensì una comune colla [[UHU]]. All'interno della busta era presente un foglio piegato su stesso e incollato accuratamente lungo i margini con colla UHU extra-forte e, all'interno di tale foglio, giaceva un sacchetto in [[polietilene]] contenente un lembo di [[Mammella|seno]].<ref>Mostro di Firenze - un caso ancora aperto: 10 settembre 1985 lettera anonima a Silvia Della Monica</ref> Nel 2020 la rivista è stata identificata dalla ricercatrice Valeria Vecchione nel n. 51 del 21 dicembre 1984 del periodico ''Gente'', in circolazione nel corso della settimana precedente.<ref>{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2020/05/10/rivista-scoperta-mostro-di-firenze/|titolo=Scoperta la rivista usata dal Mostro di Firenze|autore=Francesco Amicone|sito=Zodiac Killer - Mostro di Firenze|data=10 maggio 2020|accesso=22 febbraio 2024}}</ref>
 
Oltre a questo plico giunsero alla Procura di Firenze altre lettere: il 1º ottobre, vengono recapitate due buste anonime indirizzate ai due sostituti procuratori Paolo Canessa e Francesco Fleury che contengono la fotocopia di un articolo della ''[[La Nazione|Nazione]]'' del 29 settembre 1985 (scritto da [[Mario Spezi]]) dal titolo "''Altro errore del mostro''" e sottotitolo "''la notte del delitto tutte le strade erano controllate e la sua auto potrebbe essere stata segnalata da un casellante''". Sul bordo della fotocopia vi è il seguente testo scritto con [[macchina da scrivere]]: "''uno a testa vi basta''". All'interno della busta infatti, oltre all'articolo di giornale, vi era un foglio di carta sul quale era stato pinzato un dito di guanto di tipo chirurgico contenente una cartuccia marca Winchester calibro 22 con "H" impressa sul fondello. Il 5 ottobre giunge in procura un'altra lettera, indirizzata al sostituto procuratore [[Piero Luigi Vigna]] e contenente dei guanti di tipo chirurgico e un dito di guanto contenente una cartuccia marca Winchester calibro 22 con "H" impressa sul fondello del bossolo.<ref name="ReferenceD">Mostro di Firenze - Al di là di ogni ragionevole dubbio - Paolo Cochi - Runa editrice</ref> Su tutte e tre le lettere il nome e l'indirizzo del destinatario sono stati scritti a macchina. Gli esami biologici evidenziarono che sui lembi delle tre buste c'erano tracce di saliva che diedero esito positivo di appartenenza a un soggetto con [[gruppo sanguigno]] A. Non esiste però alcuna certezza che questo messaggio sia stato inviato dall'assassino, poiché esso non conteneva alcuna prova inequivocabile della provenienza da parte del responsabile e non di un mitomane. Il brandello di seno spedito al PM rimane l'unico messaggio inequivocabilmente inviato dagli/dall'assassino/i agli inquirenti.<ref>{{Cita web|autore=Alessandro Feri|autore2=Paolo Cochi|autore3=Master Evo|url=http://www.cronaca-nera.it/misteri-ditalia/435-mostro-di-firenze-lettera-orrore-capitolo-11.html|titolo=Mostro di Firenze: una lettera d'orrore, capitolo 11|sito=Cronaca-Nera.it|data=10 settembre 1985|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>
 
== Indagini ==
=== Pista sarda ===
Per il duplice omicidio del 1968, Stefano Mele, marito di una delle vittime, dopo un'iniziale confessione seguita da alcune ritrattazioni e poi da una nuova confessione, venne condannato in via definitiva dal Tribunale di Perugia, il 12 aprile 1973.<ref name=":4">{{Cita news|autore=Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/03/il-giallo-ricomincia-da-quella-notte.html|titolo=E il giallo ricomincia da quella notte del '68|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=3 novembre 1994|accesso=1º settembre 2010|p=6}}</ref> Nel 1982, all'interno del fascicolo su Mele, vennero rinvenuti cinque bossoli e cinque proiettili che, dalle successive analisi, risultarono sparati dalla stessa arma usata nei delitti del Mostro.<ref name=":8" /><ref name=":4" /> Mele però era in carcere nel 1974, all'epoca del primo duplice omicidio certamente del maniaco, e pertanto le indagini si indirizzarono nei confronti di coloro che nel 1968 erano stati indicati da Mele come responsabili del primo delitto, tutti di origine sarda, per cui si incominciò a parlare di "''pista sarda''".<ref name=":3" /><ref name=":4" /> Questa indagine, sviluppatasi nel corso degli anni '80, rappresentò il principale filone di indagine fino alla sua chiusura nel 1989 in quanto il serial killer aveva continuato a uccidere mentre tutti i sardi coinvolti nelle indagini, escluso due, erano in carcere.<ref name=":3" />
 
Gli investigatori interrogarono Mele che tornò ad accusare Francesco Vinci che nell'agosto 1982 era in carcere per maltrattamenti alla moglie.<ref name=":15" /> Vinci era stato a suo tempo amante della moglie di Mele e aveva addirittura abbandonato la famiglia per vivere con la donna, venendo denunciato dalla moglie per abbandono del tetto coniugale e [[concubinato]]<ref>{{Cita|Cecioni-Monastra, 2002|}}.</ref>. Venne pertanto posto in stato di fermo con l'imputazione di maltrattamenti al coniuge<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/08/vinci-il-maniaco-una-storia-infinita.html|titolo=Vinci e il maniaco, una storia infinita|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 agosto 1993|accesso=1º settembre 2010|p=21}}</ref> e, mentre era in carcere, due mesi dopo venne anche accusato di essere il “mostro”; a seguito però di un nuovo omicidio, quello del 1983, ascrivibile al mostro, venne scagionato dall'accusa<ref name=":15" /><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/31/torna-libero-francesco-vinci-neppure-lui-era.html|titolo=Torna libero Francesco Vinci neppure lui era il 'Mostro'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 ottobre 1984|accesso=1º settembre 2010|p=14}}</ref>. Anni dopo, nel 1993, fu trovato assassinato,<ref name=":15" /> insieme con un amico, Angelo Vargiu, in una pineta nei pressi di [[Chianni]]; i loro corpi, incaprettati, erano stati rinchiusi nel bagagliaio di una [[Volvo]] data alle fiamme; venne però escluso un collegamento con la vicenda del mostro<ref name="ReferenceC">{{Cita news|autore=Marco Nese|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/09/Vinci_uno_dei_due_bruciati_co_0_9308098324.shtml|titolo=È Vinci uno dei due bruciati nella Volvo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 agosto 1993|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132617/http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/09/Vinci_uno_dei_due_bruciati_co_0_9308098324.shtml|urlmorto=sì|p=9}}</ref><ref name="autogenerato1">{{Cita news|autore=Claudia Fusani e Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/10/ucciso-per-uno-sgarro.html|titolo=Ucciso per uno sgarro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Pisa|data=10 agosto 1993|p=17|accesso=1º settembre 2010}}</ref>. L'inchiesta si chiuse nel 1989 con un nulla di fatto.<ref name=":3" />
=== "Pista sarda" ===
Il primo omicidio della serie, quello del 1968, si riteneva fosse stato commesso dal marito della vittima, Stefano Mele, il quale, anche se fra alcune contraddizioni, fu reo confesso del duplice omicidio e venne condannato. Nel 1982, quando ancora si era convinti che il primo delitto della serie fosse quello del 14 settembre 1974, vennero ritrovati nell'archivio del tribunale di Firenze, alcuni bossoli che risultarono alle analisi dello stesso usato dal Mostro e quindi si dedusse che la pistola usata da questi era la stessa usata per compiere gli omicidi del 1968. Grazie a questa scoperta, avvenuta subito dopo l’omicidio del 1982, le indagini si indirizzarono lungo la "pista sarda".<ref name=":3" /> Il ritrovamento dei bossoli del 1968 spinse gli inquirenti ad aprire un’inchiesta che nel corso degli anni ottanta rappresentò il principale filone di indagine.<ref name=":3" /> Il primo duplice omicidio attribuito al mostro era quindi quello del 1968, maturato nell'ambiente degli immigrati sardi in Toscana. Il delitto del 1968, che aveva già un movente e un colpevole reo confesso che dopo aver confessato, aveva però ritrattato, accusando alcuni amanti della moglie, tutti di origine sarda; successivamente il marito cambiò nuovamente versione confessando l'omicidio; inoltre la pistola non era mai stata ritrovata.<ref name=":3" /> Successivamente al delitto del 1982, grazie a una comunicazione anonima che aveva portato gli inquirenti a collegare i delitti del 1974, 1981 e 1982 a quello avvenuto nel 1968 grazie ai bossoli che risultarono sparati dalla medesima pistola, le indagini si rivolgeranno nuovamente verso Francesco Vinci, già chiamato in causa anni prima da Stefano Mele che era stato riconosciuto colpevole dell'omicidio del 1968.<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/03/il-giallo-ricomincia-da-quella-notte.html|titolo=E il giallo ricomincia da quella notte del '68|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=3 novembre 1994|accesso=1º settembre 2010|pagina=6}}</ref><ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2018/08/22/storia-delitti-mostro-di-firenze/|titolo=La storia dei delitti del "mostro di Firenze"|sito=Il Post|data=22 agosto 2018|accesso=6 dicembre 2018}}</ref><ref name=":5">{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-firenze-50-anni-misteri-1.4327787|titolo=ESCLUSIVO / Mostro di Firenze. Morti sospette ed errori. Cinquant'anni di misteri|autore=STEFANO BROGIONI|sito=La Nazione|data=1543916884187|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> Gli investigatori interrogarono Mele che tornò ad accusare Francesco Vinci che nell'agosto 1982 era in carcere per maltrattamenti alla moglie - Vinci era stato a suo tempo amante della moglie di Mele e aveva addirittura abbandonato la famiglia per vivere con la donna, venendo denunciato da questa, per abbandono del tetto coniugale e [[concubinato]]<ref>{{Cita|Cecioni-Monastra, 2002|}}.</ref> e venne pertanto posto in stato di fermo con l'imputazione di maltrattamenti al coniuge<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/08/vinci-il-maniaco-una-storia-infinita.html|titolo=Vinci e il maniaco, una storia infinita|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 agosto 1993|accesso=1º settembre 2010|pagina=21}}</ref> - e mentre è in carcere, due mesi dopo venne anche accusato di essere il “mostro” ma poi avvenne un nuovo omicidio, quello del [[1983]], e venne quindi scagionato dall'accusa<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/31/torna-libero-francesco-vinci-neppure-lui-era.html|titolo=Torna libero Francesco Vinci neppure lui era il 'Mostro'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=31 ottobre 1984|accesso=1º settembre 2010|pagina=14}}</ref>;<ref name=":4" /> anni dopo fu trovato assassinato, nel 1993,<ref name=":4" /> insieme a un amico, Angelo Vargiu, in una pineta nei pressi di [[Chianni]]; i loro corpi, incaprettati, erano stati rinchiusi nel bagagliaio di una [[Volvo]] data alle fiamme; si ipotizzò un collegamento con la vicenda del "mostro", ipotesi però quasi subito scartata<ref name="ReferenceC">{{Cita news|autore=Marco Nese|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/09/Vinci_uno_dei_due_bruciati_co_0_9308098324.shtml|titolo=È Vinci uno dei due bruciati nella Volvo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 agosto 1993|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132617/http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/09/Vinci_uno_dei_due_bruciati_co_0_9308098324.shtml|dataarchivio=9 novembre 2012|urlmorto=sì|pagina=9}}</ref>; più probabilmente, date anche le modalità del delitto, era da ritenersi una vendetta nata in ambienti malavitosi sardi attorno ai quali pare che Vinci gravitasse. Il caso è rimasto sostanzialmente insoluto.<ref name="autogenerato1">{{Cita news|autore=Claudia Fusani e Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/10/ucciso-per-uno-sgarro.html|titolo=Ucciso per uno sgarro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Pisa|data=10 agosto 1993|accesso=1º settembre 2010|pagina=17}}</ref> Il giornalista [[Mario Spezi]] scoprì che non era rimasta traccia dell'informazione anonima che, nell'estate del 1982, dopo l’omicidio, aveva suggerito agli inquirenti il collegamento tra i delitti del mostro e quello del 1968, per il quale era già stato condannato il marito della vittima.<ref name=":5" /> L'inchiesta si chiuse nel 1989 con un nulla di fatto.<ref name=":3" />
 
=== L'ipotesiIpotesi Pacciani ===
[[File:Pietro Pacciani.jpg|thumb|upright=0.6|Pietro Pacciani nella prima metà degli anni ottanta]]
[[File:Pietro Pacciani.jpg|thumb|upright=0.6|Pietro Pacciani nella prima metà degli anni ottanta]]Dopo l'omicidio del 1985 (l'ultimo della serie) le indagini proseguirono ma, fino al [[1991]], non ci furono sviluppi significativi. La SAM (Squadra Anti-Mostro), il pool di forze dell'ordine che indagava esclusivamente sugli omicidi del mostro dal [[1984]], era capeggiata da [[Ruggero Perugini]]. [[Pietro Pacciani]] diventò il primo sospettato nel 1991, mentre questi si trovava in carcere per la condanna per stupro nei confronti delle sue due figlie; anche una lettera anonima risalente al [[1985]] invitava gli inquirenti a indagare su di lui.<ref>{{Cita news|autore=Ettore Vittorini|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/27/Casa_Pacciani_perquisita_dopo_delitto_co_0_96032713008.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102132634/http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/27/Casa_Pacciani_perquisita_dopo_delitto_co_0_96032713008.shtml|titolo=Casa Pacciani perquisita dopo il delitto dei francesi Il "Vampa" disse la verità|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=27 marzo 1996|pagina=15|accesso=6 maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Il pool di Perugini, oltre alla lettera anonima, aveva il nome di Pacciani schedato nel computer fra le molte persone aventi le caratteristiche per essere l'assassino seriale.<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/10/30/firenze-riapre-la-caccia-al-mostro.html|titolo=Firenze riapre la caccia al mostro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=30 ottobre 1991|pagina=21|accesso=6 maggio 2014}}</ref>
[[File:Ruggero perugini.jpg|thumb|Ruggero Perugini, capo del SAM]]
Dopo l'ultimo omicidio del 1985 le indagini proseguirono senza sviluppi significativi fino al 1991 quando la SAM (Squadra Anti-Mostro), il pool di forze dell'ordine che indagava esclusivamente sugli omicidi del mostro dal 1984 e guidata da [[Ruggero Perugini]], incominciò a indagare su Pietro Pacciani, mentre questi si trovava in carcere per la condanna per stupro nei confronti delle sue due figlie; anche una lettera anonima risalente al 1985 e successiva all'ultimo delitto del mostro, invitava gli inquirenti a indagare su di lui e per questo la casa di Pacciani venne perquisita senza però esito positivo e questa pista venne abbandonata; Pacciani era schedato fra le migliaia di persone aventi le caratteristiche per essere l'assassino e, dopo una scrematura, il suo nome rimase fra i pochi potenziali responsabili.<ref name=":15" /><ref>{{Cita news|autore=Ettore Vittorini|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/27/Casa_Pacciani_perquisita_dopo_delitto_co_0_96032713008.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102132634/http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/27/Casa_Pacciani_perquisita_dopo_delitto_co_0_96032713008.shtml|titolo=Casa Pacciani perquisita dopo il delitto dei francesi Il "Vampa" disse la verità|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=27 marzo 1996|p=15|accesso=6 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/10/30/firenze-riapre-la-caccia-al-mostro.html|titolo=Firenze riapre la caccia al mostro|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=30 ottobre 1991|p=21|accesso=6 maggio 2014}}</ref>
 
Nato ad [[Ampinana (Vicchio)|Ampinana di Vicchio]] il 7 gennaio [[1925]], località ''" 'i barzo "'', dai contadini originari del Pian dei Segni Antonio Pacciani e Rosa Bambi<ref name="ref_A">{{Cita libro|titolo=La leggenda del Vampa}}</ref>, ex [[partigiano]]<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/agosto/18/Pacciani_partigiano_salvai_anche_uomo_co_0_9608184744.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081008033237/http://archiviostorico.corriere.it/1996/agosto/18/Pacciani_partigiano_salvai_anche_uomo_co_0_9608184744.shtml|titolo=Pacciani "partigiano": salvai anche un uomo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=18 agosto 1996|paginap=13|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=8 ottobre 2008}}</ref> soprannominato ''il Vampa'' per via delil suo carattere irascibile<ref ename=":15" per i suoi trascorsi giovanili come [[mangiafuoco]] per le fiere paesane (che una volta gli costarono un'ustione al viso)/>, Paccianinel è stato descritto come un uomo collerico, depravato e brutale indipendentemente dalle accuse riguardanti i delitti del ''Mostro di Firenze''. Nel [[1951]], a 26 anni, Pacciani sorprese l'allora fidanzata, Miranda Bugli (appenadi quindicenne)16 anni, in atteggiamenti intimi con un altro uomo, taleil cenciaiolo Severino Bonini; questa gli disse di 41essere anni;stata presoviolentata dallae gelosia,lo ucciseincitò aad coltellateammazzare illo rivalestupratore; costringendoPacciani, poisconvolto laalla ragazzavista addella averedonna unseminuda, rapportopugnalò sessualeBonini accanto19 alvolte, cadavereuccidendolo. ArrestatoPer equesto processato,omicidio dichiareràPacciani d'esserevenne statocondannato accecatoa dalotto furoreanni avendodi vistocarcere e la fidanzataragazza denudarsi ila seno sinistrocinque.<ref name="lastampa1">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1259081|titolo=Firenze, l'ex fidanzata dell'agricoltore ha deposto in suo favore Trasformò Pacciani in killer Ieri l'ha liberato da un incubo «Dopo il delitto non ci siamo mai più visti»|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=8 giugno 1994|paginap=12|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211654/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1259081|formato=pdf|dataarchivio=2 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref> (loPacciani stessodisse poi che negliaveva ultimiavuto dueun delittiraptus vennevedendo asportatola allefidanzata vittimedavanti femminiliall'amante delcon pluriomicida).il Perseno questosinistro omicidio,nudo.<ref Paccianiname=":15" viene/> condannatoUscito adi 13prigione anniil di4 carcereluglio che1964, scontasi interamente.ristabilì Lanel storiacomune fecedi scalporeVicchio inassieme alla [[Toscana]]madre, tantorimasta danel esserefrattempo raccontata dai [[cantastorie]]vedova. L'analogiaIl di25 questogiugno delitto1965 consposò quellia del[[San "mostro"Godenzo]] saràAngiolina l'intuizioneManni, edalla l'indizioquale principeebbe chele porteràfiglie gliRosanna inquirenti(1966) ae indagareGraziella seriamente(1967).<ref suname="ref_A" Pacciani./>
 
Nel 1993 Pacciani venne accusato di essere il responsabile degli otto duplici omicidi.<ref name=":15" /> Gli inquirenti si convincono, accumulando indizi, che Pacciani sia ill'assassino serial killerseriale con la tesi che ucciderebbe le coppie per rivivere, da "vincitore", il delitto del [[1951]], accanendosi particolarmente sulla donna che simboleggia l'ex-fidanzata che l'ha tradito.<ref>{{Cita web|autore=Barbara Bargigli|url=http://www.istituto-meme.it/pdf/tesi/bargigli-2012.pdf|formato=pdf|titolo=Il contadino di Firenze: La storia di Pietro Pacciani|data=8 settembre 2012|città=Modena|editore=Istituto MEME s.r.l. associato a Université Européenne Jean Monnet a.i.s.b.l.|accesso=6 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131207014951/http://www.istituto-meme.it/pdf/tesi/bargigli-2012.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Gli indizi erano vari: Pacciani scriveva la parola Repubblica con una sola B (come scritto nella busta col lembo di seno inviata dal killerdall'assassino nel 1985<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/26/pacciani-un-ubriacone-non-un.html|titolo=Pacciani è un ubriacone non un freddo assassino|data=26 ottobre 1994|accesso=6 maggio 2014}}</ref>), possedeva giornali e riviste che parlavano dei delitti del ''Mostro di Firenze'' e foto con pubi segnati a matita<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/14/Pacciani_ombra_impiccato_co_0_94061415240.shtml|titolo=Su Pacciani l'ombra di un impiccato|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=14 giugno 1994|paginap=21|accesso=6 maggio 2014}}</ref> ede aveva scritto su un foglio un numero di targa di un'auto appartenente a una coppia che si appartava nella zona degli Scopeti, luogo del delitto del settembre 1985.<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/12/09/torna-la-maledizione-del-mostro-di-firenze.html|titolo=Torna la maledizionedel mostro di Firenze|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=9 dicembre 1995|accesso=6 maggio 2014}}</ref> Inoltre Pacciani aveva legami (alcuni espliciti, altri più forzati) con tutti i luoghi dove avvennero gli otto duplici omicidi; aveva vissuto e lavorato nelle due aree dove il "mostro" aveva colpito più spesso: il Mugello e la Val di Pesa; aveva un ipotetico legame anche con Signa (poiché nel 1968 vi risiedeva l'ex-fidanzata Miranda Bugli, che in seguito visse anche a Scandicci<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Monastra|autore2=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/08/miranda-ossessione-di-pacciani.html|titolo=Miranda, l'ossessione di Pacciani|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=8 giugno 1994|accesso=6 maggio 2014}}</ref>), e Calenzano (poiché là viveva l'amico Giovanni Faggi<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/20/Mostro_nuovo_indagato_co_8_960520744.shtml|titolo="Mostro" nuovo indagato|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=20 maggio 1996|paginap=13|accesso=6 maggio 2014}}</ref>). Tuttavia,Inoltre ciò che poteva avere teoricamente valenza probatoria, erano soltanto tre oggetti detenuti da Pacciani:deteneva una cartuccia trovata in giardino (seche realmentesarebbe fossepotuta stataessere inseritacome nell'armaquelle delusate killerdal responsabile dei delitti<ref>{{Cita web|urlname=http"://www.serialkiller.it/serialkiller.aspx?aree_id=1&sottoaree_id=8&contenuti_id=19&lang=ita|titolo=Pietro5" Pacciani|sito=serialkiller.it|accesso=6 maggio 2014}}</ref>), un blocco da disegno e un portasapone (seche realmentel'accusa ipotizzò fossero appartenutiappartenute alle vittime del ''Mostro di Firenze''delitto del 1983).<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/15/caso_Pacciani_altra_perizia_co_0_930415893.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131207033252/http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/15/caso_Pacciani_altra_perizia_co_0_930415893.shtml|titolo=Su Pacciani l'ombra di un impiccato|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=14 giugno 1994|paginap=21|accesso=6 maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=7 dicembre 2013}}</ref> Era una persona sessualmente perversa e violenta, anche dopo l'omicidio del [[1951]], e non soltanto nei confronti della famiglia, come quando prese a calci e colpi di pala un guardiacaccia che finì ricoverato per 26 giorni in ospedale<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/09/quella_sera_Pacciani_era_Scopeti_co_0_94060910237.shtml|titolo=Quella sera Pacciani era a Scopeti|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 giugno 1994|paginap=15|accesso=6 maggio 2014}}</ref>. Pacciani,Anche oltrele asequenze definirsitemporali totalmenterendevano estraneo ai delitti, voleva dare di sé ancheplausibile l'immagineipotesi: dell'''agnelluccio''uscito edal delcarcere ''lavoratorenel della terra agricola'' (come lui stesso amava definirsi)1964, cioèPacciani l'immagine della persona buona e semplice, nonostante al suo paese tutti lo conoscessero invece come un uomo assai violento, prepotente e litigioso e tanti suoi compaesani avessero moltaera pauralibero di lui e si guardavanocolpire dal frequentarlo.<ref>{{Cita news|autore=Sebastiano Vassalli|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/marzo/15/Cercasi_Mostro_disperatamente_co_0_98031513430.shtml|titolo=Cercasi Mostro disperatamente|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=15 marzo 1998|pagina=23|accesso=6 maggio 2014}}</ref> L'opinione pubblica fu sostanzialmente divisa1968 in duepoi; sulla sua colpevolezza riguardo ai delitti.<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/27/pacciani-colpevole-gaffe-di-costanzo.html|titolo=Pacciani colpevole gaffe di Costanzo|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=27 ottobre 1994|pagina=7}}</ref> Ciò che è biograficamente certospecularmente, al di là delle varie teorie sulll'identitàultimo delomicidio killer,riconducibile èal cheMostro Pacciani era un personaggio alquanto particolare: bugiardo cronico, poeta e pittore autodidatta per hobby, cimentatosi in mille mestieri.<ref>{{Cita news|autore=Claudia Fusani|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/11/24/in-mostra-quadri-di-pacciani-pittore.html|titolo=In mostra i quadri di Pacciani pittore|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 novembre 1996|pagina=22}}</ref> La sua indole violenta si riversò negli anni sulla moglie, Angiolina Manni, una donna semi-inferma di mente (bastonata e costretta a rapporti sessuali), e sulle loro due figlie, Rosanna e Graziella,<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti, Antonio Troiano|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/26/violentava_picchiava_col_bastone_Graziella_co_0_94052612447.shtml|titolo="Ci violentava e picchiava col bastone" Graziella lo accusa di averle provocato un lividorisaliva al seno sinistro come le vittime L'imputato ha ascoltato a testa bassa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=26 maggio 1994|pagina=17|accesso=1º settembre 2010}}</ref> tenute segregate in casa1985, nutrite con cibo per cani, picchiate, violentate con falli artificiali e zucchine, costrette a visionare foto pornografiche del padre ripresosi in pose oscene; le due figlie se ne andarono di casa non appena diventarono maggiorenni, rompendo definitivamente i rapporti con il padre, e poco dopo aver lasciato l'abitazione, lo denunciarono per stupro (accusa per cui Pacciani è statosarebbe condannatotornato in viacarcere definitiva,solo restandonel in carcere dal [[1987]] al [[1991]]).<ref name="lastampa1"/>
 
L'opinione pubblica fu sostanzialmente divisa in due sulla sua colpevolezza riguardo ai delitti.<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/27/pacciani-colpevole-gaffe-di-costanzo.html|titolo=Pacciani colpevole gaffe di Costanzo|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=27 ottobre 1994|p=7}}</ref> Ciò che è biograficamente certo, di là dalle varie teorie sull'identità dell'assassino, è che Pacciani era un personaggio alquanto particolare: bugiardo cronico, poeta e pittore autodidatta per hobby, cimentatosi in mille mestieri.<ref>{{Cita news|autore=Claudia Fusani|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/11/24/in-mostra-quadri-di-pacciani-pittore.html|titolo=In mostra i quadri di Pacciani pittore|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 novembre 1996|p=22}}</ref> La sua indole violenta si riversò negli anni sulla moglie (bastonata e costretta a rapporti sessuali), e sulle loro due figlie,<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti, Antonio Troiano|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/26/violentava_picchiava_col_bastone_Graziella_co_0_94052612447.shtml|titolo="Ci violentava e picchiava col bastone" Graziella lo accusa di averle provocato un livido al seno sinistro come le vittime L'imputato ha ascoltato a testa bassa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=26 maggio 1994|p=17|accesso=1º settembre 2010}}</ref> tenute segregate in casa, nutrite con cibo per cani, picchiate, violentate con falli artificiali e zucchine, costrette a vedere foto pornografiche del padre ripresosi in pose oscene; le due figlie se ne andarono di casa non appena diventarono maggiorenni, rompendo definitivamente i rapporti con il padre, e poco dopo aver lasciato l'abitazione, lo denunciarono per stupro (accusa per cui Pacciani è stato condannato in via definitiva, restando in carcere dal 1987 al 1991).<ref name="lastampa1" />
== Processi ==
 
=== Ipotesi sull'identità del colpevole ===
Il profilo dell'assassino che emerse dall'attività investigativa degli anni '80 era quello di un uomo destrimane della zona, [[Disturbo ipoattivo del desiderio sessuale|iposessuale]], [[Feticismo (sessualità)|feticista]], d'intelligenza normale o superiore alla media. Queste caratteristiche psicofisiche vennero ipotizzate in una perizia dell'Università di Modena<ref>Francesco De Fazio, Ivan Galliani, Salvatore Luberto, ''Indagine peritale criminalistica e criminologica'' ''in tema di ricostruzione della dinamica materiale e psicologica di delitti ad opera di ignoti verificatisi in Firenze nel periodo dal 21 agosto 1968 al 29 luglio 1984'', dicembre 1984.</ref> e, in parte, nel profilo della [[Behavioral Analysis Unit|Behavioral Science Unit]] dell'[[FBI]].<ref name=":9">Agenti Speciali John T. Dunn, Jr., John Galindo, Mary Ellen O'Toole, Fernando M. Rivera, Richard Robley, Charles Wagner con la collaborazione dell'Agente Speciale Supervisore Ronald Walker et al., ''Monster of Florence profile'', 30 giugno 1989.</ref> Nelle premesse del loro studio, gli agenti dell'FBI sottolinearono che la [[profilazione criminale]] non è immune da errori e non garantisce certezze scientifiche sebbene si fondi su ipotesi basate sulla letteratura scientifica e sulle ricerche statistiche.<ref name=":9" /> Alcuni esperti ipotizzarono che l'assassino fosse alto 180&nbsp;cm in base ai fori di ingresso nel furgoncino delle vittime del 1983,<ref>{{Cita news|autore=Paola Catani|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/04/Lotti_qui_uccidemmo_tedeschi_co_0_9701043252.shtml|titolo=Lotti: qui uccidemmo i tedeschi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=4 gennaio 1997|p=14|accesso=6 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140614151453/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/04/Lotti_qui_uccidemmo_tedeschi_co_0_9701043252.shtml|urlmorto=sì}}</ref> dato che forse potrebbe essere confermato da una possibile impronta di un ginocchio lasciata dall'assassino nell'omicidio di Vicchio. Tuttavia, queste ipotesi sull'altezza dell'assassino vennero considerate scientificamente labili e non inficiarono la condanna in primo grado inflitta a Pacciani, alto 165&nbsp;cm circa, come unico assassino seriale. In base ad altre considerazioni, infatti, l'assassino seriale fiorentino sarebbe di altezza media o persino modesta.<ref name="selvatici 1º maggio 1994" /><ref>{{Cita web|url=https://confidentialcrimecasebook.wordpress.com/2013/06/04/il-mostro-di-firenze-galluzzo-via-di-giogoli-910-settembre-1983/|titolo=Il Mostro di Firenze-Galluzzo, via di Giogoli-9/10 Settembre 1983.|autore=Andrea Mascia|sito=confidentialcrimecasebook.wordpress.com|data=4 giugno 2013|accesso=6 maggio 2014}}</ref>
 
== Processi ==
=== Processo a Pacciani ===
[[File:Pietro Pacciani, 1994.jpg|thumb|Pacciani a processo, gennaio 1994|alt=]]
Pacciani venne arrestato il 17 gennaio 1993 con l'accusa di essere l'omicida delle otto coppie. Il 19 aprile 1994, con il collegio difensivo composto dagli avvocati Pietro Fioravanti e Rosario Bevacqua, ebbe inizio il [[Processo (diritto)|processo]] di primo grado, presieduto da Enrico Ognibene, con l'accusa rappresentata dal sostituto procuratore [[Paolo Canessa]], processo che rivelò anche le violenze familiari commesse dal contadino,<ref name="rai.tv" /> e che si concluse il 1º novembre 1994 con la condanna dell'imputato all'[[ergastolo]] da parte della corte d'assise di [[Firenze]] con l'accusa di essere il responsabile di quattordici dei sedici omicidi per cui era imputato (venne ritenuto non colpevole del primo duplice omicidio del 1968).<ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1322249|titolo=È lui il mostro di Firenze>: carcere a vita, assolto solo per i primi due delitti Pacciani, 14 volte colpevole L'imputato: Così uccidete un innocente|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=2 novembre 1994|p=1|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211848/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1322249}}</ref> Verrà però assolto, quindici mesi più tardi, il 13 febbraio 1996, nel secondo grado di giudizio dalla [[corte d'assise d'appello]] di [[Firenze]] per non aver commesso il fatto, e dunque scarcerato.<ref name="ReferenceB">{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/14/otto-righe-cancellano-ergastolo-di-pacciani.html|titolo=Otto righe cancellano l'ergastolo di Pacciani|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 febbraio 1996|p=6}}</ref><ref name="lastampa2">{{Cita news|autore=Bianconi|autore2=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1534114|titolo=Firenze, drammatica udienza al processo. La nuova accusa: «Vanni il postino squarciò la tenda e il mostro sparò» Pacciani assolto e scarcerato, scontro tra giudici La procura replica: due testimoni l'hanno visto uccidere i ragazzi francesi|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=14 febbraio 1996|p=1|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://www.pdf-archive.com/2014/05/07/la-stampa-14-febbraio-1996-pagina-1/la-stampa-14-febbraio-1996-pagina-1.pdf|formato=pdf|dataarchivio=7 maggio 2014}}</ref> Il magistrato presidente della corte d'assise d'appello, Francesco Ferri, criticò aspramente l'impianto accusatorio contro Pacciani (mettendo poi, nero su bianco, tutte le critiche all'indagine in un libro<ref>{{cita testo|url=http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=19960708&Categ=3&Voce=1&IdArticolo=75720|titolo=L'Unione Sarda}}{{non chiaro||per visualizzare l'articolo è richiesta la registrazione}}</ref>); l'[[Assoluzione (diritto)|assoluzione]] viene chiesta anche dal PM del processo d'appello, Piero Tony.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/10/il-caso-pacciani-un-grimaldello.html|titolo=Il caso Pacciani è un grimaldello contro i giudici|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=10 febbraio 1996|p=14}}</ref> Successivamente però, il 12 dicembre 1996, la [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] annullò l'assoluzione e dispose un nuovo processo d'appello,<ref>{{Cita news | autore = Vincenzo Tessandori | url = http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1681656 |titolo=Annullata dalla Cassazione la sentenza d'assoluzione in appello. Vigna: "Decisione giusta dopo le nuove indagini" ''Mostro di Firenze'', il processo a Pacciani è da rifare Furioso il contadino di Mercatale: "Perseguitano un disgraziato"|pubblicazione=[[La Stampa]].it|città=Roma|data=13 dicembre 1996 |p=1 | accesso = 22 ottobre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20120707204621/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1681656 }}</ref> che non verrà mai celebrato a causa della morte di Pacciani, il 22 febbraio 1998. Il processo d'appello a carico di Pacciani fu giudicato viziato da un errore tecnico, che non consentì di sentire e verbalizzare le testimonianze di quattro persone (i testi Alfa, Beta, Gamma e Delta<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/14/abbiamo-visto-lui-il-suo-amico.html|titolo=Abbiamo visto lui e il suo amico uccidere i francesi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=14 febbraio 1996|p=7}}</ref>), tra i quali c'era anche Lotti, che pochi mesi dopo si accuserà di alcuni degli omicidi come complice di Vanni e Pacciani.
 
Per la condanna di Pacciani in primo grado furono valutati vari elementi, perlopiù di valore indiziario. Intercettazioni ambientali di violenti rimproveri alla moglie Angiolina (che in sé non provavano niente, ma che indebolirono l'immagine di uomo mite e inoffensivo che Pacciani voleva dare di sé), una cartuccia per pistola (in appello poi giudicata come "priva di valore" in un'"inchiesta inquinata"<ref name=":5">{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/05/03/pacciani-il-mostro-un-inchiesta-inquinata.html|titolo=Pacciani e il mostro un'inchiesta inquinata|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=3 maggio 1996|p=19}}</ref>) compatibile con i bossoli trovati sui luoghi degli omicidi e rinvenuta nell'orto di Pacciani,<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/09/cartuccia_trovata_nell_orto_prova_co_0_9602098055.shtml|titolo=Ma la cartuccia trovata nell'orto prova la colpevolezza di Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=9 febbraio 1996|p=5|accesso=1º settembre 2010}}</ref> alcuni oggetti che l'accusa ritenne appartenessero ad alcune delle vittime<ref name="rai.tv" /><ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/20/mostro_prova_all_estero_co_0_92062017342.shtml|titolo=Mostro, la prova all'estero|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=20 giugno 1992|p=16|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/30/sorte_Pacciani_mano_tedeschi_co_0_94063014243.shtml|titolo=La sorte di Pacciani in mano ai tedeschi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=30 giugno 1994|p=15|accesso=1º settembre 2010}}</ref> oltre alle testimonianze di alcune persone che lo riconobbero nei luoghi degli omicidi perlopiù in veste di guardone.<ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/10/mostro_Firenze_ritratto_accusa_Pacciani_co_0_9404104240.shtml|titolo=Mostro di Firenze, un "ritratto" accusa Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=10 aprile 1994|p=13|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Contro_Pacciani_Vanni_oltre_trecento_co_0_9604171128.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132632/http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Contro_Pacciani_Vanni_oltre_trecento_co_0_9604171128.shtml|titolo=Ma la cartuccia trovata nell'orto prova la colpevolezza di Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=9 febbraio 1996|p=5|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> Un elemento dapprima trascurato nei processi contro Pacciani fu l'insieme dei grossi movimenti di denaro sul conto bancario dell'agricoltore, cifre forse troppo cospicue all'epoca dei fatti per un semplice contadino quale lui era.<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori | url = http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1604967|titolo=Firenze, c'è il sospetto che il contadino di Mercatale sia stato pagato Pacciani, un'ombra dietro il tesoro Centocinquanta milioni avuti in sei anni|pubblicazione=[[La Stampa]].it|città=Firenze|data=5 luglio 1996 |p=13 | accesso = 22 ottobre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20120709025014/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1604967 }}</ref> Questo denaro venne considerato come indizio del suo coinvolgimento solo nelle inchieste successive alle condanne ai "[[compagni di merende]]", quando si ipotizzò che Pacciani e i suoi compari di bevute ricevessero denaro per eseguire gli omicidi su commissione da parte di mandanti mai identificati.<ref name="rai.tv" /><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1825965|titolo=Altra inchiesta, esaminati i conti di Pacciani. Nei delitti del mostro ci sono dei mandanti|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=30 settembre 1997|p=13|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://www.pdf-archive.com/2014/05/07/la-stampa-30-settembre-1997-pagina-13/la-stampa-30-settembre-1997-pagina-13.pdf|formato=pdf|dataarchivio=7 maggio 2014}}</ref>
Pacciani venne arrestato con l'accusa di essere l'omicida delle otto coppie il 17 gennaio [[1993]]. Il 19 aprile [[1994]], con il collegio difensivo composto dagli avvocati Piero Fioravanti e Rosario Bevacqua, iniziò il [[Processo (diritto)|processo]] di primo grado, presieduto da Enrico Ognibene, con l'accusa rappresentata dal sostituto procuratore [[Paolo Canessa]], processo che rivela anche le violenze familiari commesse dal contadino,<ref name="rai.tv" /> e che si conclude il 1º novembre 1994 con la condanna dell'imputato all'[[ergastolo]] da parte del tribunale di [[Firenze]] con l'accusa di essere il responsabile di quattordici dei sedici omicidi per cui era imputato (venne ritenuto non colpevole del primo duplice omicidio del [[1968]]).<ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1322249|titolo=È lui il mostro di Firenze>: carcere a vita, assolto solo per i primi due delitti Pacciani, 14 volte colpevole L'imputato: Così uccidete un innocente|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=2 novembre 1994|pagina=1|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211848/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1322249|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Verrà però ritenuto innocente, quindici mesi più tardi, nel secondo grado di giudizio.<ref name="ReferenceB">{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/14/otto-righe-cancellano-ergastolo-di-pacciani.html|titolo=Otto righe cancellano l'ergastolo di Pacciani|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 febbraio 1996|pagina=6}}</ref> Infatti, il 13 febbraio [[1996]] Pacciani (in carcere da 1.100 giorni), nel cui collegio difensivo si era nel frattempo aggiunto anche il famoso avvocato [[Nino Marazzita]], è assolto dalla [[Corte d'appello (Italia)|Corte d'appello]] di [[Firenze]] per non aver commesso il fatto e viene dunque scarcerato.<ref name="ReferenceB" /><ref name="lastampa2">{{Cita news|autore=Bianconi|autore2=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1534114|titolo=Firenze, drammatica udienza al processo. La nuova accusa: «Vanni il postino squarciò la tenda e il mostro sparò» Pacciani assolto e scarcerato, scontro tra giudici La procura replica: due testimoni l'hanno visto uccidere i ragazzi francesi|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=14 febbraio 1996|pagina=1|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://www.pdf-archive.com/2014/05/07/la-stampa-14-febbraio-1996-pagina-1/la-stampa-14-febbraio-1996-pagina-1.pdf|formato=pdf|dataarchivio=7 maggio 2014}}</ref> Il magistrato presidente della corte d'assise d'appello, Francesco Ferri, critica aspramente l'impianto accusatorio contro Pacciani (mettendo poi, nero su bianco, tutte le critiche all'indagine in un libro<ref>[http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=19960708&Categ=3&Voce=1&IdArticolo=75720 L'Unione Sarda]{{non chiaro||per visualizzare l'articolo è richiesta la registrazione}}</ref>); l'[[Assoluzione (diritto)|assoluzione]] viene chiesta anche dal PM del processo d'appello, Piero Tony.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/10/il-caso-pacciani-un-grimaldello.html|titolo=Il caso Pacciani è un grimaldello contro i giudici|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=10 febbraio 1996|pagina=14}}</ref> Successivamente però, il 12 dicembre 1996, la [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] annulla l'assoluzione e dispone un nuovo processo d'appello,<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1681656|titolo=Annullata dalla Cassazione la sentenza d'assoluzione in appello. Vigna: "Decisione giusta dopo le nuove indagini" ''Mostro di Firenze'', il processo a Pacciani è da rifare Furioso il contadino di Mercatale: "Perseguitano un disgraziato"|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Roma|data=13 dicembre 1996|pagina=1|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> che non verrà mai celebrato a causa della morte di Pacciani, il 22 febbraio [[1998]]. Il processo d'appello a carico di Pacciani fu giudicato viziato da un errore tecnico, che non consentì di sentire e verbalizzare le testimonianze di quattro persone (i testi Alfa, Beta, Gamma e Delta<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/14/abbiamo-visto-lui-il-suo-amico.html|titolo=Abbiamo visto lui e il suo amico uccidere i francesi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=14 febbraio 1996|pagina=7}}</ref>), tra i quali c'era anche Lotti, che pochi mesi dopo si autoaccuserà di alcuni degli omicidi come complice di Vanni e Pacciani.
 
Per la condanna di Pacciani in primo grado sono stati valutati vari elementi, perlopiù di valore indiziario. Intercettazioni ambientali di violenti rimproveri alla moglie Angiolina (che in sé non provavano niente, ma che indebolirono l'immagine di uomo mite e inoffensivo che Pacciani voleva dare di sé), una cartuccia per pistola (in appello poi giudicata come "priva di valore" in un'"inchiesta inquinata"<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/05/03/pacciani-il-mostro-un-inchiesta-inquinata.html|titolo=Pacciani e il mostro un'inchiesta inquinata|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=3 maggio 1996|pagina=19}}</ref>) compatibile con i bossoli trovati sui luoghi degli omicidi e rinvenuta nell'orto di Pacciani,<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/09/cartuccia_trovata_nell_orto_prova_co_0_9602098055.shtml|titolo=Ma la cartuccia trovata nell'orto prova la colpevolezza di Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=9 febbraio 1996|pagina=5|accesso=1º settembre 2010}}</ref> alcuni oggetti che l'accusa ritenne appartenessero ad alcune delle vittime<ref name="rai.tv" /><ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/20/mostro_prova_all_estero_co_0_92062017342.shtml|titolo=Mostro, la prova all'estero|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=20 giugno 1992|pagina=16|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vittorio Monti|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/30/sorte_Pacciani_mano_tedeschi_co_0_94063014243.shtml|titolo=La sorte di Pacciani in mano ai tedeschi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=30 giugno 1994|pagina=15|accesso=1º settembre 2010}}</ref> oltre alle testimonianze di alcune persone che lo riconobbero nei luoghi degli omicidi perlopiù in veste di guardone.<ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/10/mostro_Firenze_ritratto_accusa_Pacciani_co_0_9404104240.shtml|titolo=Mostro di Firenze, un "ritratto" accusa Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=10 aprile 1994|pagina=13|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Contro_Pacciani_Vanni_oltre_trecento_co_0_9604171128.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132632/http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Contro_Pacciani_Vanni_oltre_trecento_co_0_9604171128.shtml|titolo=Ma la cartuccia trovata nell'orto prova la colpevolezza di Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=9 febbraio 1996|pagina=5|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=9 novembre 2012}}</ref> Un elemento dapprima trascurato nei processi contro Pacciani fu l'insieme dei grossi movimenti di denaro sul conto bancario dell'agricoltore, cifre forse troppo cospicue all'epoca dei fatti per un semplice contadino quale lui era.<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1604967|titolo=Firenze, c'è il sospetto che il contadino di Mercatale sia stato pagato Pacciani, un'ombra dietro il tesoro Centocinquanta milioni avuti in sei anni|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=5 luglio 1996|pagina=13|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> Questo denaro venne considerato come indizio del suo coinvolgimento solo nelle inchieste successive alle condanne ai "compagni di merende", quando si ipotizzò che Pacciani e i suoi compari di bevute ricevessero denaro per eseguire gli omicidi su commissione da parte di mandanti mai identificati.<ref name="rai.tv" /><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1825965|titolo=Altra inchiesta, esaminati i conti di Pacciani. Nei delitti del mostro ci sono dei mandanti|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=30 settembre 1997|pagina=13|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://www.pdf-archive.com/2014/05/07/la-stampa-30-settembre-1997-pagina-13/la-stampa-30-settembre-1997-pagina-13.pdf|formato=pdf|dataarchivio=7 maggio 2014}}</ref> La tesi che vuole Pacciani capo-killerassassino mercenario su commissione è incompatibile con quella del processo del 1994, dove Pacciani era accusato di essere un omicida seriale solitario fin dal delitto di Signa del 1968.<ref>{{Cita news|autore=Paolo Fallai|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/19/Pacciani_piange_nega_torna_indagare_co_0_930119343.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203021123/http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/19/Pacciani_piange_nega_torna_indagare_co_0_930119343.shtml|titolo=Pacciani piange e nega; si torna a indagare sul delitto del cimitero|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=19 gennaio 1993|paginap=12|accesso=6 maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=3 dicembre 2013}}</ref> Solo a metà degli [[Anni 1990|anni novanta]], con l'arrivo a capo della [[Squadra mobile]] di Firenze di [[Michele Giuttari]] le indagini si concentrarono più dettagliatamente anche su alcuni amici di Pacciani coinvolti nella vicenda, Mario Vanni, Giancarlo Lotti, Fernando Pucci e Giovanni Faggi<ref>{{Cita news|autore=Claudia Fusani|autore2=Gianluca Monasatra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/02/mostro-di-firenze-un-altro-arresto.html|titolo=Mostro di Firenze un altro arresto|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=2 luglio 1996|paginap=21|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/20/Mostro_Firenze_Nei_guai_altro_co_8_960520808.shtml|titolo=Mostro di Firenze Nei guai un altro amico di Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=20 maggio 1996|paginap=1|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref name="Tessandori">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=2144356|titolo=Condannati come complici di Pacciani per i delitti del "mostro" di Firenze Ergastolo ai compagni di merende Carcere a vita a Vanni, 30 anni al pentito Lotti|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=25 marzo 1998|paginap=11|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211609/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=2144356|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> (quest'ultimo assolto, in tutti e tre i gradi di giudizio, da ogni accusa riguardante gli omicidi<ref name="Tessandori" /><ref name="Vanni condanna">{{Cita web | url = http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2000/09/26/1328522-Mostro-di-Firenze-Vanni-condannato-in-Cassazione.shtml |titolo=Mostro di Firenze: Vanni condannato in Cassazione Confermato l'ergastolo all'ex postino complice di Pacciani in quattro degli otto delitti. Ribadita anche la condanna (26 anni) al pentito Lotti. "I familiari delle vittime hanno avuto giustizia", è il commento del capo della squadra mobile Giuttari che assicura: "continuiamo a indagare sul mandante" |editore=Quotidianonet.ilsole24ore.com |data=26 settembre 2000 | accesso = settembre22 2010ottobre 2022 |urlmorto urlarchivio = https://archive.is/20120716172138/http://qn.quotidiano.net//2000/09/26/1328522-Mostro-di-Firenze-Vanni-condannato-in-Cassazione.shtml }}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/01/Mostro_Firenze_Faggi_casa_co_0_9611017299.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110923161426/http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/01/Mostro_Firenze_Faggi_casa_co_0_9611017299.shtml|titolo=Mostro di Firenze Nei guai un altro amico di Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=20 maggio 1996|paginap=1|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=23 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/01/Mostro_Firenze_Faggi_casa_co_0_9611017299.shtml|titolo=Mostro di Firenze: Faggi a casa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=1º novembre 1996|paginap=14|accesso=1º settembre 2010}}</ref>). Un altro agricoltore della zona, Giorgio Rea, venne inizialmente sospettato per via dell'amicizia decennale che lo legava a Pacciani, Vanni, Lotti, Pucci e Faggi, ma i sospetti caddero quasi subito nel corso di pochi giorni.<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Lucarelli|titolo=Misteri d'Italia|url=https://archive.org/details/misteriditaliaic0000luca|editore=Einaudi|città=Milano|anno=2002|p={{cita testo|url=https://archive.org/details/misteriditaliaic0000luca/page/179|titolo=179}}}}</ref> A seguito dell'assoluzione di Pacciani nel processo d'appello, la moglie decise di andarsene da casa per non avere rapporti col marito e nel luglio dello stesso anno avviò le pratiche per la [[Separazione personale dei coniugi|separazione]]. Nel dicembre del 1996 Pacciani vienevenne rinviato a giudizio per sequestro e maltrattamenti ai danni della moglie.<ref name="corriere1996">{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/12/Sequestro_moglie_giudizio_Pacciani__co_0_96121214543.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132928/http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/12/Sequestro_moglie_giudizio_Pacciani__co_0_96121214543.shtml|dataarchivio=9 novembre 2012|titolo=Sequestrò la moglie: a giudizio Pacciani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=12 dicembre 1996|paginap=17|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> In particolare gli inquirenti addebitavano a Pacciani di aver aggredito la moglie nel [[1992]], al ritorno della stessa da un interrogatorio durante il quale la signora avrebbe rilasciato dichiarazioni compromettenti per il marito a causa del possesso di un fucile mai denunciato, anche se si trattava di un'arma che non era sicuramente quella usata per i delitti.<ref name="corriere1996" /> La reazione di Pacciani fu registrata e ascoltata in diretta dalla polizia che aveva apposto alcune microspie nella casa del contadino.<ref name="rai.tv" />
 
==== Morte di Pacciani ====
Il 22 febbraio [[1998]], alla vigilia dell'inizio del secondo processo d'appello, Pacciani venne trovato morto nella sua abitazione di [[Mercatale in Val di Pesa|Mercatale]] con i pantaloni abbassati e il maglione tirato in alto fino al collo e, da un esame tossicologico, venne rivelato che nel [[sangue]] vi erano tracce di un farmaco antiasmatico fortemente controindicato per lui (che non soffriva di asma ed era invece affetto da una malattia cardiaca); le circostanze sospette dell'improvvisa morte provocarono ulteriori ombre sulla vicenda che sembrava essersi avviata a una conclusione definitiva.<ref name="rai.tv" /><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=2127945|titolo=Trovato morto in casa dai carabinieri Con Pacciani se ne va il mistero del ''Mostro Firenze'', accusato di 7 omicidi di coppiette I difensori avanzano dubbi sulla sua fine|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=23 febbraio 1998|pagina=1|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102212007/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=2127945|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Pacciani infatti, dopo la sentenza di assoluzione di secondo grado, era tornato ad abitare da solo nel suo casolare, dove la sera era solito ''barricarsi in casa'', sprangando la porta e tutte le serrande, quasi avesse timore di qualcosa o di qualcuno (così come confermato dalle testimonianze dei vicini).<ref name="autogenerated3" /> La sera in cui i carabinieri lo trovarono morto nella sua abitazione, la porta e le finestre erano invece completamente spalancate.
Pacciani, dopo la sentenza di assoluzione di secondo grado, tornò a casa sua a [[Mercatale in Val di Pesa|Mercatale]] dove, il 22 febbraio 1998, alla vigilia dell'inizio del secondo processo d'appello, venne trovato morto. Venne ipotizzato che potesse essere stato ucciso ma poi l'autopsia sancì le cause naturali della morte.<ref>{{Cita web|url=https://www.quotidiano.net/cronaca/pacciani-i-processi-e-la-morte-nel-1998-1.7043617|titolo=Pacciani, i processi e la morte nel 1998 - Cronaca - quotidiano.net|sito=Quotidiano Nazionale|data=17 novembre 2021|accesso=31 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/cronaca/pacciani/farma/farma.html|titolo=la Repubblica/cronaca: Pacciani è stato ucciso da un farmaco|accesso=31 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/pietro-pacciani-mostro-1.3740764|titolo=Mostro di Firenze, vent'anni fa la morte di Pietro Pacciani / SPECIALE / FOTO - Cronaca|autore=La Nazione|sito=La Nazione|data=22 febbraio 2018|accesso=31 agosto 2022}}</ref><ref name=":13">{{Cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/pacciani-morte-condanna-ergastolo-mostro-0400aec6-bea6-4698-80ca-a0b3ad8dc554.html|titolo=20 anni fa la condanna di Pacciani. L'incubo del Mostro: 16 omicidi in 17 anni|sito=rainews|accesso=31 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/Misteri/ContentSet-b9a3f7f9-d5ea-47a2-883b-20b0b8f783b6.html|titolo=Chi l'ha Visto - Misteri - La morte di Pietro Pacciani - La scheda|accesso=31 agosto 2022}}</ref> Questo pose fine anche al procedimento giudiziario nei suoi confronti. Venne seppellito nel cimitero di Mercatale ma anni dopo, nel 2013, per evitare anche l'interesse di curiosi nei confronti della tomba, i suoi resti vennero spostati in una fossa comune.<ref name=":13" /><ref>{{Cita news|autore=Leonardo Bartoletti|url=http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2013/07/17/920999-mostro-pacciani-resti-cimitero.shtml|titolo=Mostro, riesumati i resti di Pietro Pacciani e trasferiti in contenitore: sono destinati alla fossa comune|pubblicazione=Gazzettino del Chianti|data=17 luglio 2013|accesso=3 maggio 2015}}</ref>
 
Le successive intercettazioni telefoniche, relative al [[Mostro di Firenze#Possibili collegamenti con il caso Narducci|caso Narducci]], fecero emergere la possibilità che Pacciani fosse stato ucciso dai membri di una [[setta satanica]]-esoterica perché colpevole di averli traditi, magari proprio da coloro che l'avrebbero ingaggiato per i delitti.<ref name="autogenerated3" /> L'ipotesi che Pacciani non morì per una casualità (teoria che non ebbe poi alcuno sviluppo investigativo significativo), fu criticata da coloro che ricordavano come ''il Vampa'' fosse, nel 1998, anziano (aveva 73 anni), pluri-infartuato e sicuramente poco attento alla propria salute per indole naturale.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/09/06/marazzita-troppa-fantasia-su-pacciani-nessun-mistero.html|titolo=Marazzita: Troppa fantasia su Pacciani nessun mistero|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=6 settembre 2001|pagina=21}}</ref> Pacciani fu sepolto nel cimitero di [[Mercatale in Val di Pesa]]. I suoi resti mortali vennero esumati il 17 luglio [[2013]] per essere destinati a una fossa comune.<ref>{{Cita news|autore=Leonardo Bartoletti|url=http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2013/07/17/920999-mostro-pacciani-resti-cimitero.shtml|titolo=Mostro, riesumati i resti di Pietro Pacciani e trasferiti in contenitore: sono destinati alla fossa comune|pubblicazione=Gazzettino del Chianti|data=17 luglio 2013|accesso=3 maggio 2015}}</ref>
 
Uno dei testimoni dell'accusa verso Pacciani fu Giuseppe Bevilacqua, protagonista di un'inchiesta del 2018 della rivista "Tempi"<ref name="ricerca.repubblica.it_A">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/07/pacciani-era-nel-bosco.html|titolo=' PACCIANI ERA NEL BOSCO' - la Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=30 maggio 2018}}</ref>
 
=== Processo ai "compagni di merende" ===
 
==== Mario Vanni ====
[[File:Mario Vanni, 1997.jpg|thumb|Mario Vanni, colui che peraltro diede origine all'espressione ''"compagni di merende''", qui agli arresti domiciliari, 24 dicembre 1997.]]
Mario Vanni, nato a [[San Casciano in Val di Pesa]] il 23 dicembre 1927, portalettere in pensione, detto ''Torsolo'' per indicare una persona impacciata e goffa, è rimasto particolarmente famoso come inventore involontario della locuzione "[[compagni di merende]]", che i [[mass media|media]] ricavarono dalla caricatura di una sua espressione. Sentito infatti come testimone al [[processo (diritto)|processo]] contro Pacciani, il postino, alla domanda «''Signor Vanni, che lavoro fa lei?''» rispose incominciando la sua deposizione in modo inatteso e illogico dicendo «''Io sono stato a fa' delle merende co' i' Pacciani no?''», suscitando così l'ilarità generale e facendo supporre al [[pubblico ministero|PM]] che l'interrogato fosse stato istruito a dare precise risposte.<ref name="rai.tv"/> Il suo continuo, goffo e reticente riferimento a tali ''merende'', oltre a determinarne l'incriminazione, produsse il consueto modo di dire, usato per indicare persone legate da un rapporto losco o comunque poco onesto.
 
Vanni venne arrestato in concomitanza con l'assoluzione, poi annullata, di Pietro Pacciani, per concorso in duplice [[omicidio]] e [[vilipendio di cadavere]], messo in atto secondo l'accusa proprio assieme a Pacciani.<ref name="lastampa2"/><ref>{{Cita news|autore=Ettore Vittorini|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/27/Pacciani_spuntano_complici_co_0_9601271214.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132602/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/27/Pacciani_spuntano_complici_co_0_9601271214.shtml|titolo=Pacciani, spuntano i complici|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=27 gennaio 1996|p=13|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> Durante lo svolgimento del processo Vanni si dimostrò poco lucido e venne spesso richiamato e allontanato dall'aula, fino a essere espulso dopo aver minacciato il PM Paolo Canessa con l'espressione «''poi ci sarà il Signore che punirà il signor Canessa co' un malaccio 'nguaribile che gli toccherà patire come un cane''» e aver vantato la sua fede politica per [[Benito Mussolini|Mussolini]] gridando in aula «''Viva il Duce, il lavoro e la libertà! Ritorneremo! Prima o dopo''».<ref name="rai.tv"/> Tuttavia, il suo avvocato difensore [[Nino Filastò]] riuscì in seguito a farlo riammettere in aula.
Mario Vanni, nato a [[San Casciano in Val di Pesa]] il 23 dicembre [[1927]], portalettere in pensione, detto ''Torsolo'' per il suo fisico esile, è rimasto particolarmente famoso come inventore involontario della locuzione ''[[compagni di merende]]'', che i [[mass media|media]] ricavarono dalla caricatura di una sua espressione. Sentito infatti come testimone al [[processo (diritto)|processo]] contro Pacciani, il postino, alla domanda «Signor Vanni, che lavoro fa lei?» rispose iniziando la sua deposizione in modo inatteso e illogico dicendo «Io sono stato a fa' delle merende co' i' Pacciani no?», suscitando così l'ilarità generale e facendo supporre al [[pubblico ministero|PM]] che l'interrogato fosse stato istruito a dare precise risposte. Più verosimilmente, Vanni fu tratto in inganno dall'espressione "che lavoro fai?", che nel [[dialetto toscano]] equivale all'italiano "ma cosa hai combinato?". Il suo continuo, goffo e reticente riferimento a tali ''merende'', oltre a determinarne l'incriminazione, produsse l'ironico modo di dire, usato per indicare persone legate da un rapporto losco o comunque poco onesto.
 
Vanni fu condannato al [[Ergastolo|carcere a vita]] per quattro degli otto duplici [[Omicidio|omicidi]] e la pena fu resa definitiva nel 2000 dalla Corte di Cassazione. Nel 2004 la pena gli venne sospesa per motivi di salute, in quanto affetto da [[demenza senile]]. Vanni trascorse i suoi ultimi cinque anni di vita in una casa di riposo per anziani non autosufficienti a [[Pelago]], in [[provincia di Firenze]]. Ricoverato il 12 aprile 2009 nell'ospedale di Ponte a Niccheri, morì il giorno dopo, all'età di 81 anni.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/15/mostro-di-firenze-morto-vanni-ultimo.html|titolo=Mostro di Firenze, è morto Vanni l'ultimo 'compagno di merende'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=15 aprile 2009|p=20|accesso=1º settembre 2010}}</ref>
Vanni viene arrestato in concomitanza con l'assoluzione, poi annullata, di Pietro Pacciani, per concorso in duplice [[omicidio]] e vilipendio di [[cadavere]], messo in atto secondo l'accusa proprio assieme a Pacciani.<ref name="lastampa2"/><ref>{{Cita news|autore=Ettore Vittorini|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/27/Pacciani_spuntano_complici_co_0_9601271214.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132602/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/27/Pacciani_spuntano_complici_co_0_9601271214.shtml|titolo=Pacciani, spuntano i complici|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=27 gennaio 1996|pagina=13|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=9 novembre 2012}}</ref> Durante lo svolgimento del processo Vanni ha dimostrato un atteggiamento ostile nei confronti dei giudici, dettato in maggior parte dall'ignoranza, dall'abuso di [[Bevanda alcolica|alcol]], dalla paura e dalla sua età avanzata, che non gli permetteva forse di comprendere lucidamente lo svolgersi delle udienze. Viene spesso richiamato e allontanato dall'aula, fino ad essere espulso dopo aver minacciato il PM Paolo Canessa con l'espressione «''poi ci sarà il Signore che punirà il signor Canessa co' un malaccio 'nguaribile che gli toccherà patire come un cane''» e aver vantato la sua fede politica per [[Benito Mussolini|Mussolini]] gridando in aula «''Viva il Duce, il lavoro e la libertà! Ritorneremo! Prima o dopo''».<ref name="rai.tv"/> Tuttavia, il suo avvocato difensore [[Nino Filastò]] riuscì in seguito a farlo riammettere in aula.
 
Vanni fu condannato al [[ergastolo|carcere a vita]]. La condanna, per soli quattro degli otto duplici [[omicidio|omicidi]], è stata resa definitiva nel [[2000]] dalla Corte di Cassazione. Nel [[2004]] la pena gli venne sospesa per motivi di salute, in quanto affetto da [[demenza senile]]. Vanni trascorse i suoi ultimi cinque anni di vita in una casa di riposo per anziani non autosufficienti a [[Pelago]], in [[provincia di Firenze]]. Ricoverato il 12 aprile [[2009]] nell'ospedale di Ponte a Niccheri morì il giorno dopo, all'età di 81 anni.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/15/mostro-di-firenze-morto-vanni-ultimo.html|titolo=Mostro di Firenze, è morto Vanni l'ultimo 'compagno di merende'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=15 aprile 2009|pagina=20|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Le esequie si tennero il 15 aprile nel cimitero di [[San Casciano in Val di Pesa]] dove fu poi sepolto, alla presenza della sorella, dei nipoti e di alcuni amici.<ref>{{Cita news|autore=Enrico Manieri|url=https://mostro-di-firenze.blogspot.it/2009/04/morto-mario-vanni-lultimo-condannato.html|titolo=Morto Mario Vanni, l'ultimo condannato per i delitti del Mostro di Firenze|pubblicazione=|data=}}</ref>
 
==== Giancarlo Lotti ====
[[File:Giancarlolotti.jpg|thumb|Giancarlo Lotti nel 1996]]
Giancarlo Lotti, detto ''Katanga'', fu condannato a 30 anni di [[reclusione]] per i delitti del ''Mostro di Firenze''; come Mario Vanni era nato anch'egli a [[San Casciano in Val di Pesa]] il 16 settembre del [[1940]]. {{cn|Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età e isolato dagli altri suoi parenti, era un disoccupato che in precedenza aveva sempre svolto solo piccoli lavori saltuari. Alcolista fin dall'adolescenza e con problemi intellettivi, viveva solamente grazie agli aiuti della locale Caritas, grazie alla quale aveva trovato anche un alloggio dove poter vivere.}} Lotti rese confessione agli inquirenti<ref name="rai.tv" /> costretto dalla testimonianza dell'amico Fernando Pucci, che indicò di aver visto il delitto di Scopeti del 1985 e di essere stato lì condotto da Lotti stesso: «''La visibilità non era male perché c'era la luna crescente, quella buona perché nascano i funghi. Appena ci si avvicinò vedemmo due persone tra la macchina che ho detto e la tenda. Una era più bassa e tarchiata e l'altra era più alta. Quello tarchiato aveva in mano una pistola. Quello più alto aveva in mano un coltellone da cucina. Quello tarchiato ci vide e ci disse subito dietro: Vi ammazzo, vi ammazzo, andate via! Noi si girò le spalle e si scappò. Quando si fu tornati all'altezza della macchina io ero parecchio impaurito. Uno dei due mi parve il Vanni, anzi era sicuramente il Vanni. Quello tarchiato con la pistola, lo riconobbi per il Pacciani.''»''"''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Verbale di interrogatorio 9 febbraio 1996 - presso la Procura della Repubblica di Firenze}}</ref> Lotti ammise quindi di essere stato presente al delitto, accusando Pacciani e Vanni. Successivamente, individuato come presente anche a delitto del 1984, incastrato da alcune intercettazioni (in particolare quelle con le ex prostitute Nicoletti e Ghiribelli) si è autoaccusato anche di quel crimine, come dei due precedenti del 1982 e 1983. In particolare nell'[[omicidio]] dei due ragazzi tedeschi del [[1983]] dove avrebbe sparato.<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1690843|titolo=Lotti e l'inchiesta sul <mostro>: ho partecipato al delitto dei due ragazzi tedeschi nel 1983 <Ho ucciso assieme a Pacciani> Firenze, nuova rivelazione del supertestimone|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=3 gennaio 1997|pagina=11|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211723/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1690843|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> minacciato da Pacciani stesso. Le testimonianze di Lotti, come reo confesso, vennero ritenute decisive in tutti i gradi di processo sui Compagni di Merende, benché l'imputato avesse mantenuto un atteggiamento ambiguo e reticente come risulta dalla sentenza di primo grado: «''(...) lo stesso Lotti, di fronte a certi risultati delle indagini che lo inchiodavano alle sue responsabilità, ha cercato soltanto di uscirne col minor danno possibile, ammettendo i fatti e dando indubbiamente un contributo in ordine alla condotta dei suoi complici, però soltanto nell'ambito del chiarimento dei singoli episodi di duplice omicidio, per i quali è stato raggiunto da elementi probatori. Inoltre, si è ben guardato dal fare i nomi di altri personaggi, che pur esistono nella presente vicenda (...)''»<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Firenze|titolo=Sentenza primo grado Compagni di Merende 1998 - pag 235}}</ref>.
Giancarlo Lotti era nato a [[San Casciano in Val di Pesa]], il 16 settembre 1940. Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età e isolato dai parenti, era un disoccupato che in precedenza aveva svolto solo piccoli lavori saltuari. Alcolista fin dall'adolescenza e con problemi intellettivi, viveva con gli aiuti della locale Caritas e, incapace di pagarsi autonomamente un affitto, aveva trovato un alloggio presso la canonica di un parroco<ref>perizia psichiatrica su Giancarlo Lotti</ref>. Lotti rese confessione agli inquirenti<ref name="rai.tv" /> costretto dalla testimonianza dell'amico Fernando Pucci, che indicò di aver visto il delitto di Scopeti del 1985 e di essere stato lì condotto da Lotti stesso, testimoniando in tribunale che la notte del delitto vide due persone tra la macchina e la tenda, una bassa e tarchiata e l'altra più alta armati la prima con una pistola e l'altra con un coltello da cucina; Lotti riconobbe in queste due persone Pacciani e Vanni. Questi, accortisi della loro presenza lo minacciarono e quindi si allontanarono.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Verbale di interrogatorio 9 febbraio 1996 - presso la Procura della Repubblica di Firenze}}</ref> Lotti ammise quindi di essere stato presente al delitto, accusando Pacciani e Vanni. Successivamente, individuato come presente anche al delitto del 1984, incastrato da alcune intercettazioni, in particolare quelle con le ex prostitute Gabriella Ghiribelli (1951-2004)<ref>{{Cita news|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2004/12/17/Cronaca/MOSTRO-FIRENZE-MORTA-LA-TESTE-GAMMA-GABRIELLA-GHIRIBELLI_110728.php#|titolo=MOSTRO FIRENZE: MORTA LA TESTE GAMMA, GABRIELLA GHIRIBELLI|editore=[[ADNKRONOS]]|data=17 dicembre 2004}}</ref> e Filippa Nicoletti (1952-2024), si è autoaccusato anche di quel crimine, come dei due precedenti del 1982 e 1983. In particolare nell'[[omicidio]] dei due ragazzi tedeschi del 1983 dove avrebbe sparato,<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1690843|titolo=Lotti e l'inchiesta sul "mostro": ho partecipato al delitto dei due ragazzi tedeschi nel 1983 "Ho ucciso assieme a Pacciani" Firenze, nuova rivelazione del supertestimone|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=3 gennaio 1997|p=11|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211723/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1690843}}</ref> minacciato da Pacciani stesso. Le testimonianze di Lotti, come reo confesso, vennero ritenute decisive in tutti i gradi di processo sui "compagni di merende"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Firenze|titolo=Sentenza primo grado Compagni di Merende 1998 - pag 235}}</ref>.
 
RisultaCome infondatarichiesto ladal tesisuo secondo cui Lotti sarebbe stato un soggetto suggestionabilelegale, ritardato, mitomane e che quindi le sue dichiarazioni fossero per questo motivo non attendibili. Scrive il giudice nella sentenza di Appello, citando le perizie cui l'imputato fu sottoposto: «''Vale la pena allora subito ricordare che il detto individuo (il Lotti Giancarlo appunto) sottoposto a perizia da consulenti del Pubblico Ministero - l'incarico venne affidato ai Proff. Ugo Fornari e Marco Lagazzi, medico specialista in psicologia e professore di psicologia giudiziaria presso l’università di Genova il secondo e medico specialista in psichiatria e professore ordinario di psicopatologia forense presso l’università di Torino il primo, nel corso delle indagini preliminari, e stato dichiarato soggetto “lucido, vigile cosciente, perfettamente orientato nel tempo, nello spazio, nei confronti della propria persona e della situazione in esame”. Si legge nel medesimo elaborata che "... il patrimonio intellettivo non appare certo brillante, specie a livello di intelligenza teorico-astratta, ma è caratterizzato da buona abilità di comprensione e di gestione dei problemi pratici e concreti... non si rilevano segni di deterioramento mentale, come, attestato dalla vivacità e non esauribilità della attenzione, dalla modulazione dei pensiero, dalla prontezza e pertinenza delle risposte, dalla capacità di analisi e di critica e dalla stessa reticenze opposta a taluni argomenti...''»<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Firenze|titolo=Sentenza di Appello Compagni di Merende 1999 - pag 91}}</ref>''.'' Inoltre lo stesso giudice così ha riportato in relazione alla paventata possibilità che Lotti avesse potuto auto-accusarsi per ottenere dei benefici: «''il sospetto che questi abbia pensato di risolvere i problemi della sua vita scontando 30 anni di reclusione ma contento di ciò per i vantaggi che la legge riserva ai collaboratori di giustizia, ebbene tale cosa appare a questo giudice priva di senso perché del tutto indimostrata innanzitutto e contraria al buon senso comune in secondo luogo''»<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Appello|titolo=Sentenza di Appello Compagni di Merende 1999 - pag 90}}</ref>. Va detto che la difesa di Mario Vanni (Avv. Nino Filastò) evidenziò alcune incongruenze nella ricostruzione dei delitti fatta da Lotti, non accolti dal giudice. Lotti è stato definito: "''persona intrinsecamente credibile non soltanto per quanto attiene i propri comportamenti criminali ma anche per quanto riguarda i delitti commessi dai suoi complici. D'altro canto le sue dichiarazioni accusatorie sono apparse sempre riscontrate in maniera precisa e inconfutabile''"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Appello di Firenze|titolo=Sentenza di Appello Compagni di Merende 1999 - pag 234}}</ref>. Lotti non ha ottenuto, come richiesto dal suo legale,ottenne alcun beneficio come collaboratore di giustizia, non essendo riconosciuto come tale dai giudici., Lae suavenne condannacondannato è stata dia 26 anni di reclusione. Venne scarceratoScarcerato il 15 marzo [[2002]] per gravi motivi di salute, emorì il 30 marzo successivo, all'[[Ospedale San Paolo (Milano)|ospedale San Paolo]] di [[Milano]], morì a 61 anni per via di un [[TumoreCarcinoma del fegatoepatocellulare|tumore al fegato]], da cui era afflitto da molto tempo, a causa del suo alcolismo decennale.<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3540698|titolo=Fu lui a coinvolgere gli amici. Sarà sepolto accanto a Pacciani È morto Lotti, il pentito dei compagni di merende Stroncato da tumore al fegato non scoperto dall'infermeria del carcere In cella a Monza stava scontando 26 anni per i delitti sui colli di Firenze|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=2 aprile 2002|paginap=15|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211647/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3540698|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Lotti fu sepolto nel cimitero di [[San Casciano in Val di Pesa]]. I suoi resti mortali vennero esumati il mattino del 3 dicembre [[2015]] per essere poi spostati in una fossa comune.<ref>{{Cita news|autore=Antonio Taddei|url=http://www.gazzettinodelchianti.it/articoli/primopiano/11579/notizie-su-san-casciano/esumazione-giancarlo-lotti.php#.WQpBVVXyiUk|titolo="Mostro di Firenze": esumati anche i resti di Giancarlo Lotti|pubblicazione=Gazzettino del Chianti|data=3 dicembre 2015|accesso=3 maggio 2015}}</ref>
 
==== Fernando Pucci ====
Nato a [[Montefiridolfi]] l'8 novembre 1932<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2017/03/01/italia/mostro-di-firenze-morto-fernando-pucci-lultimo-compagno-merende-aANmzyPZeUmayVJh9HuY7I/pagina.html|titolo=Mostro di Firenze, è morto Fernando Pucci, l'ultimo “compagno di merende”|data=1º marzo 2017}}</ref> era amico dei tre "compagni di merende", con una invalidità civile riconosciuta nel 1983 per [[Ritardo mentale|oligofrenia]], e fu un teste decisivo nella vicenda e nelle condanne ai "compagni di merende".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Appello di Firenze|titolo=Sentenza Appello Compagni di merende 1999 - pag 150}}</ref> Secondo le valutazioni, raccolte dal giudice, non esisteva motivo perché tale soggetto non fosse in grado di rendere una testimonianza. Depose contro Pacciani e Vanni come testimone oculare degli ultimi due omicidi (quello del 1984 a [[Vicchio]] e quello del 1985 agli [[San Casciano in Val di Pesa|Scopeti]])<ref name="lastampa3">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1606796|titolo=Il caso L'incubo del Mostro. Volevano avere rapporti sessuali con le ragazze. E spunta un nuovo teste. Ammazzavano perché respinti. Firenze, nuove accuse a Pacciani e Vanni|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Torino|data=9 luglio 1996|accesso=1º settembre 2010|p=13|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102212012/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1606796}}</ref> e raccontò di averli visti sul luogo del delitto uccidere la coppia di campeggiatori<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Verbale di interrogatorio 9 febbraio 1996 presso la Procura della Repubblica di Firenze}}</ref>''. ''Le dichiarazioni di Pucci hanno lasciato dei dubbi, il teste è arrivato a parlare per gradi, all'inizio appariva reticente. Inoltre in aula la difesa ha cercato di inficiarne le dichiarazioni, essendo il teste fondamentale nel corroborare le chiamate in correo di Lotti.<ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1829628|titolo=Durante l'interrogatorio è apparso reticente e ha alimentato nuovi dubbi ''Mostro di Firenze'', vacilla il teste Sospetti su Pucci dopo le contraddizioni in aula|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=7 ottobre 1997|p=11|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211800/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1829628}}</ref> Fernando Pucci morì il 25 febbraio 2017, all'età di 84 anni.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/01/mostro-di-firenze-morto-fernando-pucci-lultimo-compagno-di-merende/3424612/|titolo=Mostro di Firenze, morto Pucci: l'ultimo dei "compagni di merende"|pubblicazione=Il fatto quotidiano|città=Firenze|data=1º marzo 2017|accesso=1º marzo 2017}}</ref> È sepolto nel cimitero di Montefiridolfi, frazione di [[San Casciano in Val di Pesa]].
Nato a [[Montefiridolfi]] l'8 novembre del 1932<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2017/03/01/italia/mostro-di-firenze-morto-fernando-pucci-lultimo-compagno-merende-aANmzyPZeUmayVJh9HuY7I/pagina.html|titolo=Mostro di Firenze, è morto Fernando Pucci, l’ultimo “compagno di merende”
 
|data=1º marzo 2017}}</ref> era amico dei tre "compagni di merende", con una invalidità civile riconosciuta nel 1983 per [[Ritardo mentale|oligofrenia]], ed è stato un teste decisivo nella vicenda e nelle condanne ai ''Compagni di Merende''. Riguardo alle sue condizioni venne redatta una nuova perizia affidata ai consulenti Lagazzi e Fornero che vennero incaricati di accertare se realmente Pucci fosse affetto da qualche invalidità e così si espressero: ''"Il patrimonio intellettivo è apparso povero ma non propriamente così deficitario come risulta dalla patologia accertata dalla commissione per gli invalidi civili nel lontano 1983...attenzione vigile e memoria valida senza cenni di cedimento o di rallentamento o di intorpidimento... Il pensiero è poco ricco di contenuti, piuttosto monotono e poco modulato. I nessi logici sono comunque conservati e i contenuti sono sempre risultati pertinenti al contesto in esame. Non disturbi formali o deliranti dell'ideazione...affettivamente è apparso povero e lievemente iposintonico ma capace di stabilire un rapporto adeguato con gli esaminatori ...non disturbi a carico del rapporto con la realtà e con gli altri"''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corte di Assise di Appello di Firenze|titolo=Sentenza Appello Compagni di merende 1999 - pag 150}}</ref>''.'' Quindi secondo le valutazioni, raccolte dal giudice, non esisteva motivo perché tale soggetto non fosse in grado rendere una testimonianza. Depose contro Pacciani e Vanni come testimone oculare degli ultimi due omicidi (quello del [[1984]] a [[Vicchio]] e quello del [[1985]] agli [[San Casciano in Val di Pesa|Scopeti]])<ref name="lastampa3">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1606796|titolo=Il caso L'incubo del Mostro. Volevano avere rapporti sessuali con le ragazze. E spunta un nuovo teste. Ammazzavano perché respinti. Firenze, nuove accuse a Pacciani e Vanni|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Torino|data=9 luglio 1996|accesso=1º settembre 2010|pagina=13|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102212012/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1606796|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref>: ''"Per guardare cosa accadeva senza essere notati girammo un po' tra le frasche per arrivare al lato della macchina parcheggiata vicino alla tenda. Poco dopo vedemmo questa scena: uno dei due, quello più alto, cioè il Vanni, andò dietro la parte posteriore della tenda e con quel coltellaccio da cucina che aveva in mano tagliò il tessuto. Ricordo anche il rumore che fece, come di tela strappata. Il gesto che io vidi mi sembrò come fatto dal basso verso l'alto. A questo punto l'uomo uscì dalla tenda, dalla parte anteriore, scappando verso il bosco, cioè dalla parte opposta della strada. L'altro che aveva la pistola, cioè il Pacciani, gli sparò e gli andò dietro mentre quello scappava, continuando a sparare"''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Verbale di interrogatorio 9 febbraio 1996 presso la Procura della Repubblica di Firenze}}</ref>''.'' Le dichiarazioni di Pucci hanno lasciato dei dubbi, il teste è arrivato a parlare per gradi, all'inizio appariva reticente. Inoltre in aula la difesa ha cercato di inficiarne le dichiarazioni, essendo il teste fondamentale nel corroborare le chiamate in correo di Lotti.<ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1829628|titolo=Durante l'interrogatorio è apparso reticente e ha alimentato nuovi dubbi ''Mostro di Firenze'', vacilla il teste Sospetti su Pucci dopo le contraddizioni in aula|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=7 ottobre 1997|pagina=11|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211800/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1829628|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Fernando Pucci muore il 25 febbraio [[2017]], all'età di 84 anni.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/01/mostro-di-firenze-morto-fernando-pucci-lultimo-compagno-di-merende/3424612/|titolo=Mostro di Firenze, morto Pucci: l'ultimo dei "compagni di merende"|pubblicazione=Il fatto quotidiano|città=Firenze|data=1º marzo 2017|accesso=1º marzo 2017}}</ref> È sepolto nel cimitero di Montefiridolfi, frazione di [[San Casciano in Val di Pesa]].
==== Giovanni Faggi ====
Nato a [[Calenzano]] il 17 agosto 1920; ex [[Agente di commercio|rappresentante]] di piastrelle, venne arrestato il 1º luglio 1996 con l'accusa di aver partecipato a due delitti, quello del 1981 a Calenzano e del 1985 a Scopeti, insieme ai "compagni di merende". Ai primi di novembre uscì dal carcere e a marzo 1998 la Corte d'Assise lo assolse per non aver commesso il fatto. L'assoluzione fu confermata dal processo d'appello.<ref>{{cita web|autore=CLAUDIA FUSANI e GIANLUCA MONASATRA|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/02/mostro-di-firenze-un-altro-arresto.html|titolo=MOSTRO DI FIRENZE UN ALTRO ARRESTO|data=2 luglio 1996}}</ref><ref>{{cita web|autore=GIANLUCA MONASTRA e FRANCA SELVATICI|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/03/25/firenze-condannati-compagni-di-merende.html|titolo=MOSTRO DI FIRENZE UN ALTRO ARRESTO|data=25 marzo 1998}}</ref> Giovanni Faggi è morto a [[Calenzano]] nel 2005.
 
== Ipotesi sui presunti mandanti ==
LeDurante indaginiil suiprocesso delitti delsu "mostro" e sui ''compagni di merende''", hannoa successivamenteseguito condottodella glidichiarazione inquirenti a ipotizzare ldell'esistenza di mandanti dei delitti.<ref name="lastampa4">{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3224547|titolo=Nuovo rapporto degli investigatori. Una pista per il mostro «Pacciani arruolato da una setta satanica»|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=8 agosto 2001|pagina=12|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211721/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3224547|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Tale ipotesi si basa su alcune dichiarazioni del teste e imputato Giancarlo Lotti, ilche quale dichiarò nel processoraccontò che i feticci escissi dai corpi femminili sarebbero stati comprati da un ignoto "dottore"<ref name="rai.tv"/>, {{Senza fonte|e suldel ritrovamento di un possibile simbolo [[esoterismo|esoterico]], una piramide tronca di [[granito]] colorato (una rara varietà di una pregevole pietra ornamentale, nota come ''breccia africana'') di circa quindici centimetri, rinvenuta ad alcuni metri dai corpi esanimi dei ragazzi uccisi in occasione del delitto dell'ottobre [[1981]].}} gli inquirenti ipotizzarono l'esistenza di una setta satanica che avrebbe commissionato i delitti<ref>{{Cita web|url=http://wwwarchivio.nove.firenzelastampa.it/vediarticoloLaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.aspjsp?idobjid=97.01.03.01.013224547|titolo=MostroArchivio di- Firenze 1|sito=nove.firenzeLASTAMPA.it|data=32 gennaionovembre 19972013|accesso=65 maggiosettembre 2014}}<2022|urlarchivio=https:/ref> Occorre però ricordare che tale oggetto viene spesso usato come fermaporte nelle campagne toscane/web. Infatti, secondo Spezi era un fermaporte d'uso comune in Toscanaarchive.<ref>{{Cita org/web|url=https/20131102211721/http://vdocumentsarchivio.mxlastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3224547|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Altri presunti riscontri di un possibile movente magico-esoterico si sono avuti in occasione dell'ultimo delitto della serie, quello del 1985; pochi giorni prima di essere assassinatiassassinate, le due vittime si erano accampate in zona [[Calenzano]] ma erano stati invitati ad andarsene da un [[guardacaccia]], in quanto il campeggio libero non era consentito in quella zona.<ref name="rai.tv"/> In seguito lo stesso guardacaccia aveva rinvenuto, poco distante dal luogo in cui i due si erano accampati la prima volta, tre cerchi di pietre, di cui due aperti e uno chiuso, contenenti bacche, pelli di animali bruciate e croci di legno. Secondo il parere di alcuni inquirenti tali cerchi di pietre potrebbero essere ricondotti a pratiche di tipo rituale, da collegarsi con le fasi di individuazione, condanna a morte ed esecuzione materiale della coppia.<ref name="rai.tv"/> Tuttavia l'episodio del guardiacaccia è stato recentemente (quando?) smentito dall'avvocato dei familiari delle vittime, che a tal proposito ha diffuso anche un documento [[Portable Document Format|Pdf]] liberamente consultabile.<ref>{{CitaSenza web|url=http://www.avvocatoadriani.com/?Materiale_scaricabile|titolo=Avvocato Vieri Adriani - Materiale scaricabile|sito=avvocatoadriani.com|urlarchivio=https://archive.is/20120721163437/http://www.avvocatoadriani.com/?Materiale_scaricabile|dataarchivio=21 luglio 2012|urlmorto=sìfonte}}</ref> Infatti non risulterebbe la presenza dei due a Calenzano dagli scontrini che la coppia era solita conservare durante i viaggi; inoltre tutti i possibili avvistamenti della coppia francese meritano una riflessione e il beneficio del dubbio. Questo è dovuto al fatto che la foto della vittima francese che finì sui giornali (cioè quella del passaporto della vittima), mostrava la donna più giovane e con i capelli cortissimi, mentre nel settembre '85 Nadine aveva i capelli lunghi e qualche anno in più. Ciò è stato anche documentato in un programma televisivo.<ref>{{Cita web|url=http://www.horrormagazine.it/notizie/5668/|titolo=Torna il mostro di Firenze in Tv in un documentario SKY|sito=horrormagazine.it|data=17 febbraio 2011|accesso=6 maggio 2014}}</ref>
 
Le frequentazioni di Pacciani e Vanni durante gli anni degli omicidi alimentarono un filone d'inchiesta su possibili moventi esoterici e riti legati al [[satanismo]] alla base dei delitti.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/26/SANGUE_MAGIA_GIALLO_DEL_MOSTRO_co_9_040126057.shtml|titolo=Sangue e magia il giallo del mostro. L'inchiesta di Firenze|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=26 gennaio 2004|paginap=15|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Ettore Vittorini|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/01/Quel_gruppo_amici_tra_maghi_co_0_0104013042.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101115021419/http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/01/Quel_gruppo_amici_tra_maghi_co_0_0104013042.shtml|titolo=Sangue e magia il giallo del mostro. L'inchiesta di Firenze|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=26 gennaio 2004|paginap=15|accesso=1º settembre 2010|dataarchivio=15 novembre 2010|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Ettore Vittorini|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/01/Quel_gruppo_amici_tra_maghi_co_0_0104013042.shtml|titolo=Quel gruppo d'amici, tra maghi e balordi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=1º aprile 2001|paginap=18|accesso=1º settembre 2010}}</ref> In particolare Pacciani e Vanni frequentavano un tale Salvatore Indovino, sedicente mago e cartomante originario di [[Catania]],<ref>{{cita testo|url=http://insufficienzadiprove.blogspot.com/2009/01/salvatore-indovino.html|titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE - Salvatore Indovino}}</ref> presso una cascina situata nelle campagne di [[San Casciano in Val di Pesa|San Casciano]], dove, a detta di molti, si consumavano orge e riti collegabili all'occultismo.<ref name="autogenerated3"/> Durante le perquisizioni eseguite dalla Polizia di Stato a casa di Pacciani sono stati trovati almeno tre libri ricollegabili alla [[magia nera]] e al [[satanismo]].<ref name="autogenerated3"/> La cosiddetta pista esoterica si riallaccia anche alle grosse somme di denaro delle quali Pacciani entrò in possesso negli anni dei delitti, da cui nacque l'idea che i c''ompagni"compagni di merende''" agissero per conto di personalità rimaste ignote<ref>{{Cita web|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3276859|titolo=Caccia alla stanza segreta del mostro|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=29 settembre 2001|paginap=23|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102212005/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3276859|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=2172187|titolo=L'ipotesi sugli omicidi delle coppiette nel libro scritto dal capo della Mobile "Un mandante dietro Pacciani" "Persona altolocata, appartenente a una famiglia ricca"|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Torino|data=19 maggio 1998|paginap=5|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102212040/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=2172187|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> e interessate a ricavare «feticci» dai corpi mutilati.<ref name="lastampa4">{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3224547|titolo=Nuovo rapporto degli investigatori. Una pista per il mostro «Pacciani arruolato da una setta satanica»|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=8 agosto 2001|p=12|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211721/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3224547|urlmorto=sì}}</ref> Pacciani, modesto agricoltore, arrivò addirittura a disporre di 157 milioni di lire (corrispondenti, nel [[1996]], a 117.069,52 euro nel 2018<ref>Cfr. {{cita testo|url=http://www.fxtop.com|titolo=Currency converter - fxtop.com}} a cura di Laurent Pelé, "Conversione storica di valuta", con precisi elementi scientifici per il calcolo; ma v. anche: http://www.infodata.ilsole24ore.com, che stabilisce equivalere la cifra di 157 milioni di lire nel 1996 - in base all'inflazione dell'epoca - a 114.863,22 euro al maggio 2018.</ref>) in contanti e buoni postali fruttiferi, oltre ad aver acquistato un'automobile, due case e ristrutturato completamente la sua abitazione.<ref name="autogenerated3" /> I controlli eseguiti dalla Polizia di Stato evidenziarono che Pacciani, prima dei delitti attribuibili al ''Mostro di Firenze'', versava in condizioni economicamente modeste e non ereditò beni che potessero giustificare le somme di denaro ritenute (ma non da tutti) troppo cospicue e improvvise per un semplice contadino quale lui era.<ref name="autogenerated3" /> Anche Mario Vanni arrivò a disporre di cifre importanti, anche se in misura nettamente inferiore a quelle di Pacciani. Chi non crede a Pacciani assassino ''killer prezzolato'' da mandanti misteriosi rimasti ignoti, fa notare che il contadino, oltre ad affittare un appartamento, svolgeva molti lavori'' in nero'' ed era noto per la sua spilorceriaavarizia, come sottolinea Giuseppe Alessandri nel libro ''La leggenda del Vampa''. Inoltre il presunto complice Lotti era tutt'altro che ricco visto che negli [[Anni 1980|anni ottanta]] e [[Anni 1990|novanta]] trovava lavoretti e alloggio solo grazie all'aiuto del prete del paese, essendo a tutti gli effetti un disoccupato indigente. Anche Vanni, nonostante le cifre trovate sui suoi conti, è deceduto in una modesta casa di riposo di provincia.<ref>{{Cita news|url=http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo446929.shtml|titolo=Mostro Firenze, morto Mario Vanni|pubblicazione=[[TGcom]]|data=14 aprile 2009|accesso=6 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090620055024/http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo446929.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
 
Le sentenze che condannano i ''"compagni di merende" ''si basano principalmente sulle tanto discusse testimonianze di Pucci e, soprattutto, di Lotti. Ciò ha impedito l'individuazione di un movente certo, organico e globale, che fosse valido per tutti i delitti. Infatti Lotti, prima di accennare al misterioso "dottore", aveva cambiato più volte versione sui motivi per cui Pacciani e Vanni avessero ucciso. Inizialmente Lotti, nel 1996, dichiarava "che i delitti erano stati atti di rabbia per approcci sessuali che le vittime avrebbero respinto".<ref>{{Cita news|autore=Claudia Fusani e Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/09/pacciani-ha-ucciso-chi-lo-respingeva.html|titolo=Pacciani ha ucciso chi lo respingeva|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=9 luglio 1996|paginap=20}}</ref> Invece un anno più tardi, fornì un'altra versione sul movente, affermando che la volontà di Pacciani sarebbe stata quella di uccidere per poi dare da mangiare i «feticci» alle figlie.<ref>{{Cita news|autore=Claudia Fusani|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/21/vanni-mi-disse-pacciani-ha-in-casa.html|titolo=Vanni mi disse: Pacciani ha in casa i resti delle vittime|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 febbraio 1997|paginap=24}}</ref> {{cnSenza fonte|Il dibattito sull'attendibilità di Lotti rimane aperto nell'opinione pubblica, nonostante costui sia stato decisivo per ottenere sentenze giudiziarie definitive sulla vicenda.}} Nel 2010 [[Pier Luigi Vigna]], ex procuratore di Firenze occupatosi del caso, si è dichiarato scettico sull'esistenza di un possibile ''secondo livello'' di mandanti, a dimostrazione del fatto che le inchieste successive a quelle dei ''"compagni di merende''" non abbiano avuto sviluppi.<ref>{{Cita web|autore=Luca Serranò|url=http://www.ilreporter.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10172:sul-mostro-restano-ancora-due-dubbi&catid=77:cronaca&Itemid=59|titolo=Sul Mostro restano ancora due dubbi|editore=ilreporter.it|data=15 febbraio 2010}}</ref> Anche Piero Tony, sostituto procuratore generale al processo d'appello contro Pacciani, definì ironicamente ''aria fritta'' l'ipotesi dei mandanti.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2003/12/08/LF1LG_LF109.html|titolo=Piero Tony «Mostro di Firenze, macché mandanti»|pubblicazione=[[Il Tirreno]]|data=8 dicembre 2003|paginap=8|accesso=6 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131104080816/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2003/12/08/LF1LG_LF109.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Possibili collegamenti con ilIl "''caso Narducci''" ==
[[File:Francesco Narducci.jpg|thumb|upright=0.6|Francesco Narducci]]
Francesco Narducci, nato il 4 ottobre 1949, un [[medico]] e [[Professore|professore universitario]] di [[Perugia]], appartenente a una delle famiglie perugine più facoltose, venne ritrovato morto nel [[lago Trasimeno]] a 36 anni, il 13 ottobre 1985, un mese dopo l'ultimo duplice delitto del mostro e, a seguito di alcune lettere anonime che teorizzavano collegamenti con la vicenda col mostro, i magistrati che indagavano sul serial killer cercarono dei riscontri ma, non trovando conferme, chiusero le indagini.<ref name=":25">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/01/31/mostro-di-firenze-nuova-pista-il-mistero.html|titolo=Mostro di Firenze, nuova pista il mistero del medico suicida - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2 settembre 2022}}</ref>
 
Anni dopo, a seguito di un'intercettazione telefonica durante un'indagine antiusura nella quale veniva fatto un probabile riferimento alla morte di Narducci (''“ti faremo fare la fine del medico del lago''”),<ref name=":25" /> nel 2001 la procura di Perugia aprì un'inchiesta sulla morte del medico<ref>{{Cita web|url=https://www.fattodiritto.it/gli-inquietanti-collegamenti-con-il-mostro-di-firenze/|titolo=Gli inquietanti collegamenti con il mostro di Firenze|autore=Redazione Fatto, Diritto|sito=Fatto&Diritto-IT|accesso=2 settembre 2022}}</ref> ipotizzandone la morte per omicidio;<ref name="narducci" /> nel 2002 venne riesumata la [[Cadavere|salma]] ed eseguiti degli esami che dimostrarono la presenza di lesioni compatibili con lo strozzamento.<ref name="lastampa5">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3795894|titolo=Non morì annegato ma per strangolamento, l'altro corpo è scomparso Un cadavere di troppo nel giallo del mostro Scambiata nella bara la salma di un medico che fu sospettato|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=7 ottobre 2002|p=17|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120501121157/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3795894|urlmorto=sì}}</ref> La [[Procura della Repubblica]] di Perugia ipotizzò che il padre di Narducci, il medico Ugo Narducci, fosse a capo di un'associazione a delinquere, insieme alla famiglia e ad alcuni giornalisti, con lo scopo di coprire gli omicidi del serial killer e, a tal fine, avrebbero sostituito il cadavere del figlio con quello di uno sconosciuto trovato abbandonato in un obitorio per evitare che si scoprisse che la morte non fosse avvenuta per suicidio e, per depistare le indagini, vennero anche riabilitate grazie ad alcuni giornalisti piste ormai sconfessate a livello giudiziario, come quella della cosiddetta "pista sarda" in modo che non emergesse il coinvolgimento del medico nella vicenda;<ref name="umbriajournal.com">{{Cita news|url=http://www.umbriajournal.com/MEDIACENTER/FE//media/processo-narducci-il-pm-pm-ha-chiesto-il-rinvio-a-.html|titolo=Processo Narducci: il PM ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 imputati|città=Perugia|editore=Umbriajournal|data=7 aprile 2010|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426041608/http://www.umbriajournal.com/MEDIACENTER/FE//media/processo-narducci-il-pm-pm-ha-chiesto-il-rinvio-a-.html|urlmorto=sì}}</ref> inoltre, un amico di Narducci, l'avvocato Alfredo Brizioli, venne anche accusato di aver provato a costringere il medico legale a redigere una falsa consulenza sulla morte del dottore.<ref name=":24"/> Secondo Ugo Narducci, invece, il figlio Francesco si tolse volontariamente la vita dopo che gli era stato diagnosticato un grave problema di salute.<ref name="umbrialeft.it">{{Cita web|url=http://www.umbrialeft.it/node/6880|titolo=Caso Narducci-Mostro di Firenze/ Parla il padre. "Francesco era malato e si è suicidato"|autore=Nicola Bossi|sito=umbrialeft.it|data=18 luglio 2008|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Nel 2010 il tribunale di Perugia ha emesso [[sentenza di non luogo a procedere]].<ref name=":24"/><ref>{{Cita web | url = http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=226589 | titolo = Mostro di Firenze, morte di Narducci: tutti prosciolti i 20 imputati |autore=Adriano Lorenzoni|editore=Terninrete.it|data=21 aprile 2010 | accesso = 22 ottobre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20120912070508/http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=226589 }}</ref><ref>{{Cita news|url=http://quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/04/21/321179-mostro_firenze.shtml|titolo=Mostro di Firenze, caso Narducci: prosciolti tutti gli imputati|pubblicazione=[[Quotidiano Nazionale]]|città=Perugia|data=21 aprile 2010|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100424065134/http://quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/04/21/321179-mostro_firenze.shtml|urlmorto=sì}}</ref> L'iter processuale si concluse con il completo proscioglimento sancito dalla Cassazione,<ref name=":24">{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/umbria/perugia_mostro_di_firenze_narducci_medico_trasimeno_processo_alfredo_brizioli_giuliano_mignini_michele_giuttari_gides_squadra-363704.html|titolo=«Caso Narducci, i danni per i depistaggi alla squadra anti Mostro di Firenze»|data=8 aprile 2014|accesso=2 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://corrieredellumbria.corr.it/news/home/1330819/narducci-legale-maxi-risarcimento-domiciliari-brizioli-umbria-perugia.html|titolo=Caso Narducci, legale chiede 300 mila euro di risarcimento|sito=corrieredellumbria.corr.it|accesso=2 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220902100454/https://corrieredellumbria.corr.it/news/home/1330819/narducci-legale-maxi-risarcimento-domiciliari-brizioli-umbria-perugia.html|urlmorto=sì}}</ref> che sancì l'esclusione del coinvolgimento di Narducci nei duplici omicidi del Mostro di Firenze e confermando l'ipotesi del suicidio.<ref>{{Cita web|url=http://firenze.ogginotizie.it/117950-suicidio-di-francesco-narducci-nel-1985-prosciolti-i-familiari-nessun-collegamento-con-il-mostro-di-firenze/#.T9y7ulKT-So|titolo=Suicidio di Francesco Narducci nel 1985: prosciolti i familiari, nessun collegamento con il mostro di Firenze|editore=firenze.ogginotizie.it|data=21 febbraio 2012|urlarchivio=https://archive.is/20130413065302/http://firenze.ogginotizie.it/117950-suicidio-di-francesco-narducci-nel-1985-prosciolti-i-familiari-nessun-collegamento-con-il-mostro-di-firenze/%23.UWkAxX3LfK5#.T9y7ulKT-So|urlmorto=sì}}</ref> Nel 2012 il PM Giuliano Mignini fece ricorso in Cassazione che venne parzialmente accolto per alcune parti e, nel 2014, il GUP Giangamboni assolse definitivamente tutti gli imputati perché il fatto non sussisteva e per intervenuta prescrizione.<ref name="narducci" /><ref name=":24"/> Il caso Narducci si chiuse giudiziariamente nel 2017 senza che nulla venisse provato.<ref name=":24"/><ref name=":14" />
Francesco Narducci era un [[medico]] e [[Professore|professore universitario]] di [[Perugia]], appartenente ad una delle famiglie perugine più facoltose e in vista, morto nel [[Lago Trasimeno]] a 36 anni, il 13 ottobre [[1985]], poche settimane dopo l'ultimo delitto del ''Mostro di Firenze''. La morte, all'epoca, fu archiviata come incidente e la salma fu tumulata senza procedere ad [[autopsia]], apparendo abbastanza chiara la causa di morte per [[annegamento]]. Si è ipotizzato che fosse il responsabile dei delitti (sulla base di una testimonianza, ritrattata, di una domestica che lo avrebbe visto scrivere una confessione in cui chiedeva perdono<ref name=nove>Documentario ''Tutta la verità'' stagione 2 episodio 4, ''L'enigma del Mostro di Firenze'', seconda parte, in onda prima tv canale Nove, 9 maggio 2019</ref>, e in tempi recenti sulla base di una delle controverse "dichiarazioni spontanee" del criminale pluriomicida [[Angelo Izzo]]<ref>{{Cita news|autore=Gian Pietro Fiore|url=https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/francesco-narducci-era-mostro-firenze-procura-potrebbe-indagare-176906.htm|titolo=FRANCESCO NARDUCCI ERA IL MOSTRO DI FIRENZE? - LA PROCURA POTREBBE INDAGARE SULLE DICHIARAZIONI DI ANGELO IZZO SECONDO CUI ROSSELLA CORAZZIN FU VITTIMA DI UN RITO SATANICO NELLA VILLA SUL TRASIMENO DI PROPRIETA’ DEL MEDICO DI PERUGIA - IL MOSTRO DEL CIRCEO HA DETTO: “NARDUCCI AVEVA UNA MANIA PER I RITI DI SANGUE”|pubblicazione=Giallo, articolo riportato su Dagospia|data=22 giugno 2018|accesso=10 maggio 2019}}</ref>) o, da parte di [[Michele Giuttari]] e dell'inchiesta di Perugia, uno dei capi della misteriosa «setta» che avrebbe commissionato gli omicidi.<ref>[https://www.ilmessaggero.it/umbria/inchiesta_compagni_merende_libro_polizia_perugia_umbria_mostro_firenze_indagini_michele_giuttari_giuliano_mignini_squadra_anti_mostro_gides_sam_francesco_narducci_lago_trasimeno-863006.html Il Mostro di Firenze e gli intoccabili. Giuttari: «Confesso che ho indagato»]</ref>
 
L'ipotesi del coinvolgimento di Narducci venne ripresa a seguito di quanto affermato durante un interrogatorio del 2016 dal criminale pluriomicida [[Angelo Izzo]] il quale affermò di conoscere Narducci che, a suo dire, sembrava informato sul delitto di una coppia uccisa nel 1974 in Toscana;<ref name=":14">{{Cita web|url=https://corrieredellumbria.corr.it/news/umbria/26737935/francesco-narducci-medico-cadavere-trasimeno-perugia-mostro-firenze.html|titolo=Francesco Narducci, il cadavere nel Trasimeno e l'accostamento al "mostro di Firenze"|sito=corrieredellumbria.corr.it|accesso=2 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220902100448/https://corrieredellumbria.corr.it/news/umbria/26737935/francesco-narducci-medico-cadavere-trasimeno-perugia-mostro-firenze.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Gian Pietro Fiore|url=https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/francesco-narducci-era-mostro-firenze-procura-potrebbe-indagare-176906.htm|titolo=FRANCESCO NARDUCCI ERA IL MOSTRO DI FIRENZE? - LA PROCURA POTREBBE INDAGARE SULLE DICHIARAZIONI DI ANGELO IZZO SECONDO CUI ROSSELLA CORAZZIN FU VITTIMA DI UN RITO SATANICO NELLA VILLA SUL TRASIMENO DI PROPRIETA' DEL MEDICO DI PERUGIA - IL MOSTRO DEL CIRCEO HA DETTO: “NARDUCCI AVEVA UNA MANIA PER I RITI DI SANGUE”|pubblicazione=Giallo, articolo riportato su Dagospia|data=22 giugno 2018|accesso=10 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/circeo_izzo_mostro_firenze_narducci-3762800.html|titolo=Izzo conosceva il mostro di Firenze: nella sua villa a Cortina avrebbero ucciso Rossella in un rito satanico|data=29 maggio 2018|accesso=2 settembre 2022}}</ref>; Narducci, secondo la tesi del poliziotto e scrittore [[Michele Giuttari]], sarebbe stato uno dei capi della misteriosa "setta" che avrebbe commissionato gli omicidi, ma anche questa ipotesi non trovò mai riscontri e l'inchiesta giudiziaria sui presunti mandanti del Mostro di Firenze e sulla morte di Francesco Narducci si concluse con un nulla di fatto.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/umbria/inchiesta_compagni_merende_libro_polizia_perugia_umbria_mostro_firenze_indagini_michele_giuttari_giuliano_mignini_squadra_anti_mostro_gides_sam_francesco_narducci_lago_trasimeno-863006.html|titolo=Il Mostro di Firenze e gli intoccabili Giuttari: «Confesso che ho indagato»|data=13 febbraio 2015|accesso=2 settembre 2022}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/01/31/mostro-di-firenze-nuova-pista-il-mistero.html|titolo=Mostro di Firenze, nuova pista il mistero del medico suicida|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Perugia|data=31 gennaio 2002|p=29|accesso=1º settembre 2010}}</ref>
Il suo coinvolgimento si fonda inizialmente sull'intercettazione telefonica di un gruppo di pregiudicati che avrebbero minacciato una tale «Dora»<ref name="autogenerated3" /> di farle «fare la stessa fine del "medico ucciso sul Trasimeno"», proprio come Narducci, e sulla base di alcune lettere anonime ricevute dagli investigatori nei mesi successivi, nelle quali veniva collegato il medico agli omicidi.<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Monastra|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/01/31/mostro-di-firenze-nuova-pista-il-mistero.html|titolo=Mostro di Firenze, nuova pista il mistero del medico suicida|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Perugia|data=31 gennaio 2002|pagina=29|accesso=1º settembre 2010}}</ref> In seguito furono intercettate altre telefonate minacciose rivolte a «Dora»: in una di queste una voce femminile (molto alterata) faceva riferimento, oltre al presunto omicidio di Narducci, anche all'«omicidio di Pacciani». Secondo la voce al telefono, entrambi gli omicidi sarebbero stati commessi dagli appartenenti a una «setta satanica», perché le vittime sarebbero state colpevoli di averli traditi:<ref name="autogenerated3" /> la stessa fine, nella telefonata, era minacciata anche a «Dora».<ref>{{Cita|Giuttari, 2006|}}. Nel libro si riporta nel dettaglio il contenuto delle telefonate intercettate.</ref> Il procedimento per le telefonate intercettate proseguì e portò a una condanna patteggiata. Dichiarazioni di persone informate sui fatti e anomalie negli accertamenti sul cadavere ripescato dalle acque del lago Trasimeno portarono a ipotizzare che il Narducci fosse stato assassinato. Nel [[2002]] venne riesumata la [[Cadavere|salma]], sulla quale esami autoptici dimostrarono la presenza di lesioni compatibili, secondo il consulente Giovanni Pierucci dell'Università di Pavia, con lo strozzamento; ipotesi avvalorata anche dal rinvenimento di tracce di narcotizzanti nei tessuti.<ref name="lastampa5">{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3795894|titolo=Non morì annegato ma per strangolamento, l'altro corpo è scomparso Un cadavere di troppo nel giallo del mostro Scambiata nella bara la salma di un medico che fu sospettato|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=7 ottobre 2002|pagina=17|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120501121157/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3795894|dataarchivio=1º maggio 2012}}</ref> Proprio l'ipotizzato omicidio del medico, legato alla sostituzione del suo cadavere<ref name="lastampa5" /><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=5684408|titolo=Il caso del mostro di Firenze legato alla vicenda del medico umbro trovato nel lago Trasimeno|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Perugia|data=19 novembre 2004|pagina=15|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102212003/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=5684408|formato=pdf|dataarchivio=2 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref> con quello di uno sconosciuto in maniera tale da insabbiare le indagini sulle effettive cause della morte nell'autunno del 1985, ha dato luogo all'avvio di un'inchiesta giudiziaria da parte della [[Procura della Repubblica]] di [[Perugia]] che ha ipotizzato il coinvolgimento di una [[Massoneria|loggia massonica]], alla quale risultava appartenere il padre di Narducci,<ref name="umbrialeft.it">{{Cita web|autore=Nicola Bossi|url=http://www.umbrialeft.it/node/6880|titolo=Caso Narducci-Mostro di Firenze/ Parla il padre. "Francesco era malato e si è suicidato"|sito=umbrialeft.it|data=18 luglio 2008|accesso=1º settembre 2010}}</ref> coinvolta sia nella copertura degli omicidi del ''mostro'' che nella sostituzione del [[cadavere]].<ref>{{Cita news|autore=Fiorenza Sarzanini|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/18/Mostro_Firenze_ultima_accusa_sostituita_co_9_041118015.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109132500/http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/18/Mostro_Firenze_ultima_accusa_sostituita_co_9_041118015.shtml|titolo=Mostro di Firenze, l'ultima accusa: sostituita la salma del medico ucciso|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Roma|data=18 novembre 2004|pagina=16|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=9 novembre 2012}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6196873|titolo=Il delitto legato a quelli del mostro di Firenze Svolta nell'inchiesta sulla fine di Narducci La procura di Perugia indaga una persona per omicidio|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=14 giugno 2005|pagina=14|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211652/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6196873|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Secondo Ugo Narducci invece, il figlio Francesco si tolse volontariamente la vita dopo che gli era stato diagnosticato un grave problema di salute.<ref name="umbrialeft.it" /> All'epoca, però, la versione ufficiale della famiglia fu quella della disgrazia e, del resto, nessuna conferma ha avuto la nuova versione della famiglia Narducci sul suicidio motivato dalla scoperta di una malattia. Nel giugno del 2009, una parte dell'inchiesta relativa alle modalità della morte del medico perugino è stata archiviata dal [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] del capoluogo umbro.<ref>{{Cita web
|url=http://www.valdelsa.net/notizia/mostro-di-firenze-archiviata-l-inchiesta-sulla-morte-sospetta-del-medico-narducci
|titolo=Mostro di Firenze: archiviata l'inchiesta sulla morte sospetta del medico Narducci
|autore=Valentina Rabazzi
|editore=Valdelsa.net
|accesso=4 gennaio 2016
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160104213437/http://www.valdelsa.net/notizia/mostro-di-firenze-archiviata-l-inchiesta-sulla-morte-sospetta-del-medico-narducci
|dataarchivio=4 gennaio 2016
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}}</ref> Per Mario Spezi e Francesco Calamandrei, indagati insieme ad altri nella vicenda, il GIP ha archiviato a norma dell'art. 125 disp. att. c.p.p., cioè per insufficienza e contraddittorietà degli elementi.<ref>{{Cita web|url=http://corrierefiorentino.corriere.it/cronache/articoli/2008/03_Marzo/14/narducci_archiviazione_calamandrei.shtml|titolo=Mostro di Firenze, la procura di Perugia chiede l'archiviazione per omicidio Narducci|pubblicazione=[[Corriere Fiorentino]]|data=15 marzo 2008|accesso=1º settembre 2010}}</ref>
 
La "pista occulta", ed in particolare il coinvolgimento diretto di Narducci nella vicenda del Mostro di Firenze<ref name="corriere.it">{{Cita web|url=https://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/cronaca/22_ottobre_26/rossella-corazzin-uccisa-17-anni-3130eeda-54a0-11ed-9a92-e07b161932de.shtml|titolo=Rossella Corazzin, uccisa a 17 anni in Cadore: «È coinvolto il Mostro di Firenze»|sito=Corriere del Veneto|data=26 ottobre 2022|accesso=26 ottobre 2022}}</ref><ref name="fanpage.it">{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/rossella-corazzin-scomparsa-a-17-anni-nel-1975-e-stata-uccisa-coinvolto-il-mostro-di-firenze/|titolo=Rossella Corazzin, scomparsa a 17 anni nel 1975: “È stata uccisa, coinvolto il mostro di Firenze”|sito=Fanpage|accesso=26 ottobre 2022}}</ref>, sono stati esplicitamente<ref>{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/cronaca/2022/10/26/cadore-rossella-corazzin-mostro-firenze|titolo=Rapita e uccisa nel 1975, Commissione: 'Coinvolto mostro di Firenze'|autore=Sky TG24|sito=tg24.sky.it|accesso=27 ottobre 2022}}</ref><ref name="corriere.it_A">{{Cita web|url=https://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/cronaca/22_ottobre_27/corazzin-uccisa-17-anni-cadore-cugina-si-riaprano-indagini-rossella-merita-giustizia-183bfb14-55c1-11ed-b27f-656b95a77242.shtml|titolo=Corazzin uccisa a 17 anni in Cadore, la cugina: «Si riaprano le indagini, Rossella merita giustizia»|sito=Corriere del Veneto|data=27 ottobre 2022|accesso=27 ottobre 2022}}</ref> affermati nella bozza finale della relazione della Commissione Parlamentare Bicamerale Antimafia<ref name="corriere.it" /> che ha indagato sulla sparizione della giovane Rossella Corazzin (scomparsa e mai ritrovata nel bellunese nel 1975). La vicenda trae origine da alcune dichiarazioni di Angelo Izzo<ref name="toscanamedianews.it">{{Cita web|url=https://www.toscanamedianews.it/venezia-corazzin-mostro-firenze-commissione-antimafia-bicamerale.htm|titolo=Sparita in Cadore e uccisa, l'ombra del mostro di Firenze|accesso=26 ottobre 2022}}</ref> (uno dei soggetti coinvolti nel cosiddetto "massacro del Circeo"): la Commissione, sulla base di "elementi che non hanno trovato smentita"<ref name="corriere.it"/><ref name="leggo.it">{{Cita web|url=https://www.leggo.it/italia/cronache/rossella_corazzin_uccisa_riti_satanici_mostro_firenze_oggi_26_10_2022-7013557.html|titolo=Rossella Corazzin, uccisa dopo i riti satanici: nuova pista porta al Mostro di Firenze|data=26 ottobre 2022|accesso=27 ottobre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/cronaca/22_ottobre_26/rossella-corazzin-uccisa-17-anni-3130eeda-54a0-11ed-9a92-e07b161932de.shtml|titolo=Rossella Corazzin, uccisa a 17 anni in Cadore: «È coinvolto il Mostro di Firenze»|sito=Corriere del Veneto|data=26 ottobre 2022|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>, dettagliati<ref name="rainews.it">{{Cita web|url=https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2022/10/caso-corazzin-l-atimafia-giudica-attendibile-la-ricostruzione-di-izzo-48339686-6451-4a0c-9c19-c78eab98ce9c.html|titolo=Caso Corazzin, l' Antimafia giudica attendibile la ricostruzione di Izzo|autore=Paolo Roncoletta|sito=RaiNews|accesso=27 ottobre 2022}}</ref> e che non possono essere liquidati come "non credibili"<ref name="ilrestodelcarlino.it">{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/veneto/rossella-corazzin-mostro-di-firenze-1.8220293|titolo=Rossella Corazzin, l'ombra del Mostro di Firenze sulla scomparsa della 17enne in Cadore - Cronaca|autore=il Resto del Carlino|sito=il Resto del Carlino|data=26 ottobre 2022|accesso=26 ottobre 2022}}</ref> (ad esempio, la descrizione che Izzo fa del luogo dell'omicidio della 17enne è così dettagliata da dimostrare "con ragionevole probabilità che egli si era recato effettivamente nella villa di Narducci"<ref name="rainews.it" /><ref name="gazzettadireggio.it">{{Cita web|url=https://www.gazzettadireggio.it/italia-mondo/cronaca/2022/10/26/news/il-mostro-di-firenze-e-riti-di-estrema-destra-dietro-al-delitto-della-17enne-rosella-corazzin-1.100122967|titolo=Il mostro di Firenze e riti di estrema destra dietro al delitto della 17enne Rossella Corazzin|sito=Gazzetta di Reggio|lingua=en|accesso=27 ottobre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.perugiatoday.it/cronaca/mostro-di-firenze-angelo-izzo-commissione-antimafia-perugia.html|titolo=Rossella Corazzin, rapita in Cadore e uccisa in una villa al Trasimeno. La Commissione antimafia riapre il caso|sito=PerugiaToday|accesso=27 ottobre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/rossella_corazzin_mostro_firenze_uccisa_cadore_chi_era-7013983.html|titolo=Rapita, stuprata e uccisa dopo rito satanico in Cadore, l'ombra del mostro di Firenze - Il Mattino.it|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>), ha direttamente ed esplicitamente ipotizzato un coinvolgimento del Mostro di Firenze nella vicenda, ed in particolare della pista investigativa che collegherebbe gli omicidi seriali al medico perugino Francesco Narducci<ref name="fanpage.it" /><ref name="ilrestodelcarlino.it"/><ref name="perugiatoday.it">{{Cita web|url=https://www.perugiatoday.it/cronaca/mostro-di-firenze-angelo-izzo-commissione-antimafia-perugia.html|titolo=Rossella Corazzin, rapita in Cadore e uccisa in una villa al Trasimeno. La Commissione antimafia riapre il caso|sito=PerugiaToday|accesso=26 ottobre 2022}}</ref> (il quale avrebbe fatto parte di una società occulta denominata "rosa rossa"<ref name="perugiatoday.it" /><ref name="firenzetoday.it">{{Cita web|url=https://www.firenzetoday.it/cronaca/rossella-corazzin-mostro-circeo-izzo-narducci.html|titolo=Rossella Corazzin, scomparsa a 17 anni nel 1975: “È stata uccisa dal mostro di Firenze”|sito=FirenzeToday|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>).
Per quanto riguarda la morte per omicidio di Francesco Narducci, il GIP (Dott.ssa Marina de Robertis), nel procedimento n. 1845/08/21, ha disposto l'archiviazione (accogliendo la stessa richiesta del pubblico ministero, Dott. Giuliano Mignini). Comunque, bisogna sottolineare che il GIP, nell'ordinanza con cui ha disposto l'archiviazione per insufficienza di prove,<ref name="fattodiritto.it">{{Cita web
|url=http://consultanazionaleemigrazione.it/
|titolo=Gli inquietanti collegamenti con il mostro di Firenze
|editore=Fatto & Diritto
|accesso=4 gennaio 2016
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150704200925/http://www.fattodiritto.it/gli-inquietanti-collegamenti-con-il-mostro-di-firenze
|dataarchivio=4 luglio 2015
|urlmorto=no
}}</ref> ha accolto e confermato i risultati delle indagini svolte dalla Procura di Perugia<ref name="fattodiritto.it" />, stabilendo altre sì che Narducci era stato ucciso,<ref name="fattodiritto.it" /> che il cadavere ripescato il 13 ottobre 1985 non poteva essere quello del medico ma quello di uno sconosciuto,<ref name="fattodiritto.it" /> che {{da chiarire|il Narducci era morto in circostanze di tempo e di luogo completamente diverse tra loro|da chiarire}} e che non era annegato.<ref name="fattodiritto.it" /> Sempre secondo il GIP, Narducci era risultato coinvolto negli ambienti nei quali erano maturati i delitti del ''Mostro di Firenze''.<ref name="fattodiritto.it" /> Per quanto riguarda, invece, la gran parte dei reati «minori», tra i quali quelli di soppressione e occultamento di cadavere e uso illegittimo e soppressione di svariati documenti, il GIP ha riconosciuto la maturata prescrizione in relazione agli indagati principali.<ref name="fattodiritto.it" /> L'ordinanza di archiviazione è stata impugnata in Cassazione dal padre e dal fratello del medico morto ma la Corte stessa ha dichiarato inammissibile il ricorso.<ref name="fattodiritto.it" /> In particolare il GIP De Robertis, nell'ordinanza con cui ha accolto la richiesta di archiviazione per insufficienza di prove, ha affermato che «l'ipotesi del suicidio o dell'evento accidentale è sconfessata dagli elementi emergenti dalle consulenze tecniche».<ref name="Alvaro Fiorucci 2012">{{Cita libro|autore=Alvaro Fiorucci|titolo=48 small - il dottore di Perugia e il mostro di Firenze|editore=, Morlacchi editore|anno=2012|pp=307 e ss.}}</ref> Inoltre nella stessa ordinanza, con riferimento allo scambio del cadavere di Narducci con quello di uno sconosciuto, ha affermato che le testimonianze hanno trovato conferma nelle consulenze di natura antropometrica, «tutte concordi sul punto essenziale: il cadavere dell'uomo di Sant'Arcangelo non poteva essere Narducci»<ref name="Alvaro Fiorucci 2012" /> e che «gli interrogativi sulla morte e sull'identità dello sconosciuto rimangono».<ref name="Alvaro Fiorucci 2012" /> Riguardo ai collegamenti con i delitti fiorentini, «numerose sono le dichiarazioni di persone informate che hanno riconosciuto Narducci come frequentatore dell'ambiente legato ai delitti.»<ref name="Alvaro Fiorucci 2012" />
 
Secondo le ricostruzioni ed il quadro probatorio emerso, la giovane Rossella Corazzin sarebbe stata violentata in un rito occulto e poi uccisa nella villa perugina di Francesco Narducci<ref name="corriere.it" /><ref name="toscanamedianews.it" /><ref name="perugiatoday.it" /><ref name="ilmessaggero.it">{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/italia/rossella_corazzin_mostro_firenze_uccisa_cadore_chi_era-7013969.html|titolo=Rapita, stuprata e uccisa dopo rito satanico in Cadore, l'ombra del mostro di Firenze|data=26 ottobre 2022|accesso=26 ottobre 2022}}</ref>, il medico al centro di una morte ammantata di mistero sul lago Trasimeno nel 1985 ed il cui nome era entrato a far parte dell'inchiesta del mostro di Firenze<ref name="ilrestodelcarlino.it" /><ref name="liberoquotidiano.it">{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/33630990/rossella-corazzin-mostro-firenze-svolta.html|titolo=Ricordate Rossella Corazzin? Mostro di Firenze, svolta pazzesca|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>.
Un altro filone dell'inchiesta, relativo al procedimento n. 2782/95/21 e alla ipotizzata associazione per delinquere e a reati più recenti (posti in essere da vari soggetti istituzionali e dalla famiglia, oltre che da giornalisti e finalizzati a nasconderne l'omicidio e le sue cause e a sostituire il cadavere e comunque a depistare le indagini attraverso la riabilitazione di piste ormai sconfessate a livello giudiziario, come quella della cosiddetta "pista sarda") è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Perugia.<ref name="umbriajournal.com">{{Cita news|url=http://www.umbriajournal.com/MEDIACENTER/FE//media/processo-narducci-il-pm-pm-ha-chiesto-il-rinvio-a-.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426041608/http://www.umbriajournal.com/MEDIACENTER/FE//media/processo-narducci-il-pm-pm-ha-chiesto-il-rinvio-a-.html|dataarchivio=26 aprile 2012|titolo=Processo Narducci: il PM ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 imputati|editore=Umbriajournal|città=Perugia|data=7 aprile 2010|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>
In particolare si contestava, come s'è detto, a membri della famiglia di Narducci e a vari esponenti delle istituzioni, il reato di associazione per delinquere finalizzata all'occultamento di cadavere e altri reati.
 
Più nello specifico, secondo la bozza finale della relazione della Commissione Antimafia, alcuni soggetti si sarebbero alternati per giorni in una villa di San Feliciano di Magione, messa a disposizione dal Narducci stesso<ref name="ilgazzettino.it">{{Cita web|url=https://www.ilgazzettino.it/nordest/belluno/rossella_corazzin_uccisa_cadore_ombra_del_mostro_di_firenze-7013550.html|titolo=Rossella uccisa a 17 anni in Cadore, spunta l'ombra del mostro di Firenze|data=26 ottobre 2022|accesso=27 ottobre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/rossella-corazzin-scomparsa-a-17-anni-nel-1975-e-stata-uccisa-coinvolto-il-mostro-di-firenze/|titolo=Rossella Corazzin, scomparsa a 17 anni nel 1975: “È stata uccisa, coinvolto il mostro di Firenze”|sito=Fanpage|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>, nella quale la ragazza fu trasferita dopo il rapimento nel Bellunese (e una tappa intermedia a Riccione), sottoposta a un rito satanico, violentata e infine uccisa<ref name="corriere.it" /><ref name="perugiatoday.it" /> (Angelo Izzo ha sostenuto testualmente<ref name="corriere.it" /> che "''Il suo corpo l'hanno sotterrato in un bosco lì vicino"'' e che Narducci ''"è collegato anche al duplice omicidio avvenuto l'anno precedente, il 14 settembre del 1974, di Pasquale Gentilcuore e Stefania Pettini, a Borgo San Lorenzo, in Toscana''"<ref name="corriere.it" />).
I soggetti, secondo l'accusa, avrebbero occultato le reali modalità della morte di Narducci, sostituendo a tal fine il suo cadavere con quello di uno sconosciuto.<ref name="umbriajournal.com" />
Inoltre avrebbero impedito l'autopsia sul cadavere, assolutamente di regola in casi simili di sospetto annegamento: l'autopsia non fu eseguita all'epoca, ma soltanto dopo la riapertura delle indagini da parte della Procura di Perugia. Va sottolineato che all'epoca non furono neppure scattate foto del cadavere e le uniche utilizzate nelle indagini erano state effettuate da un fotoreporter del quotidiano "La Nazione". Il tutto sarebbe stato fatto, secondo la Procura, per evitare che emergesse il coinvolgimento del medico nella vicenda criminale fiorentina.
Il 20 aprile [[2010]], all'esito dell'udienza preliminare davanti al Gup di Perugia, il Dr. Micheli ha emesso [[sentenza di non luogo a procedere]], con diverse e articolate formule.<ref>{{Cita web|autore=Adriano Lorenzoni|url=http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=226589|titolo=Mostro di Firenze, morte di Narducci: tutti prosciolti i 20 imputati|editore=Terninrete.it|data=21 aprile 2010|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/04/21/321179-mostro_firenze.shtml|titolo=Mostro di Firenze, caso Narducci: prosciolti tutti gli imputati|pubblicazione=[[Quotidiano Nazionale]]|città=Perugia|data=21 aprile 2010|accesso=1º settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100424065134/http://quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/04/21/321179-mostro_firenze.shtml|dataarchivio=24 aprile 2010|urlmorto=sì}}</ref>
 
La tesi investigativa emersa, inoltre, sostiene la possibile presenza di un collegamento diretto che parte dall'uccisione della suddetta coppia, prosegue con la morte di Rossella Corazzin e culmina con le azioni del Mostro di Firenze. Dietro a tutto ci sarebbe sempre Narducci<ref name="corriere.it" /><ref name="fanpage.it" /><ref name="corriere.it_A" /><ref>{{Cita web|url=https://www.notizie.com/2022/10/26/cadore-omicidio-rossella-corazzin-mostro-firenze/|titolo=Cadore, omicidio Rossella Corazzin: possibile svolta nelle indagini|autore=Cristiano|sito=Notizie.com|data=26 ottobre 2022-IT|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>, che secondo Izzo apparteneva al gruppo della «rosa rossa»<ref name="perugiatoday.it" /><ref name="firenzetoday.it" /><ref name="liberoquotidiano.it" /> (già affiorato nelle passate inchieste sul «mostro»<ref name="leggo.it" /><ref name="liberoquotidiano.it" />) e a quello satanico-nazista dei «Nove Angoli»<ref name="corriere.it" /><ref name="fanpage.it" />.
Nonostante il termine per il deposito della motivazione da parte del GUP fosse scaduto alla data del 20 luglio 2010, solo il 20 febbraio 2012, dopo un ritardo di quasi due anni, il GUP ha depositato la motivazione di ben 934 pagine. Il Giudice, pur avendo dovuto valutare la possibilità di sviluppo o meno in giudizio dell'impianto accusatorio, ha, in pratica, adottato una decisione di merito, contestando gli accertamenti del 1985, ma anche le risultanze degli accertamenti medico legali del Dipartimento di Medicina Legale dell'Università di Pavia e quelli antropometrici del [[Reparto investigazioni scientifiche]] (RIS) di Parma e ha formulato l'ipotesi suicidiaria, escludendo un coinvolgimento del Narducci nei duplici omicidi di coppie attribuiti al "Mostro di Firenze".<ref>{{Cita web|url=http://firenze.ogginotizie.it/117950-suicidio-di-francesco-narducci-nel-1985-prosciolti-i-familiari-nessun-collegamento-con-il-mostro-di-firenze/#.T9y7ulKT-So|titolo=Suicidio di Francesco Narducci nel 1985: prosciolti i familiari, nessun collegamento con il mostro di Firenze|editore=firenze.ogginotizie.it|data=21 febbraio 2012|urlarchivio=https://archive.is/20130413065302/http://firenze.ogginotizie.it/117950-suicidio-di-francesco-narducci-nel-1985-prosciolti-i-familiari-nessun-collegamento-con-il-mostro-di-firenze/%23.UWkAxX3LfK5#.T9y7ulKT-So|dataarchivio=13 aprile 2013|urlmorto=sì}}</ref> Narducci si sarebbe ucciso "stordendosi" con la meperidina, un farmaco chiamato anche [[petidina]].
 
La Commissione ha dichiarato che il quadro probatorio raccolto merita ulteriori approfondimenti<ref name="leggo.it" /><ref name="liberoquotidiano.it" /><ref name="umbria24.it">{{Cita web|url=https://www.umbria24.it/cronaca/rossella-corazzin-rapita-in-cadore-e-strangolata-nella-villa-di-narducci-al-trasimeno|titolo=«Rossella Corazzin rapita in Cadore e strangolata nella villa di Narducci al Trasimeno» // Umbria24.it-IT|accesso=27 ottobre 2022}}</ref>, poiché dal racconto di Angelo Izzo sono emersi elementi dettagliati<ref name="rainews.it" /> che non hanno trovato smentita<ref name="corriere.it"/><ref name="leggo.it" /><ref name="umbria24.it" /> e non possono essere in alcun modo liquidati come "non credibili"<ref name="ilrestodelcarlino.it"/><ref name="ilgazzettino.it" />, specie per quanto riguarda "il medico perugino"<ref name="leggo.it" /><ref name="ilrestodelcarlino.it" /><ref name="gazzettadireggio.it" /><ref name="liberoquotidiano.it" /><ref name="ilgazzettino.it" /> (il riferimento è proprio al gastroenterologo e professore universitario Francesco Narducci<ref name="corriere.it" /><ref name="toscanamedianews.it" /><ref name="leggo.it" /><ref name="ilrestodelcarlino.it" /><ref name="gazzettadireggio.it" /><ref name="ilmessaggero.it" />).
In meno di 15 giorni, il PM storico dell'indagine sul caso Narducci, il Dr. Giuliano Mignini, ha impugnato la sentenza in Cassazione il 7 marzo 2012. Nel ricorso, il PM ha censurato la totale assenza della motivazione richiesta per una sentenza di non luogo a procedere al termine dell'udienza preliminare, sostituita da una ricostruzione del tutto personale e di merito della vicenda, operata dal GUP, in violazione dei limiti che la legge pone ai poteri del Giudice dell'udienza preliminare. Inoltre, sempre secondo il PM Dr. Mignini, la sentenza è affetta da gravi violazioni di norme sostanziali, dalla profonda contraddittorietà della stessa motivazione di merito utilizzata dal GUP e da altrettanto gravi incompatibilità tra diversi capi della stessa sentenza. Anche la vedova del Narducci, Francesca Spagnoli, ha impugnato in cassazione la sentenza Micheli. Per altri procedimenti minori, sempre legati alla vicenda, è stato fissato il giudizio. Ancora altri filoni processuali della vicenda sono sospesi ''ex lege ''in attesa della definizione del procedimento per cui è intervenuto il ricorso in cassazione del PM.
 
In data 22 marzo 2013 la Terza Sezione della Corte di Cassazione accoglieva quasi completamente il ricorso proposto dal PM Dr. Giuliano Mignini, fatta eccezione per l'ipotesi associativa e annullava la sentenza Micheli, senza rinvio, per i reati che, nel frattempo, erano caduti in prescrizione e con rinvio al GUP di Perugia per le ipotesi di reato non prescritte. Durissima era stata la requisitoria del Procuratore Generale Gaeta che aveva chiesto l'integrale accoglimento del ricorso. Tra le ipotesi di reato che tornarono dinanzi al GUP di Perugia, vi erano anche quelle di «calunnia e tentata calunnia aggravate», contestate a Mario Spezi e ad altri due imputati e che erano costate al giornalista la misura della custodia cautelare in carcere. Nel 2014 il GUP Giangamboni ha definitivamente assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste e per intervenuta prescrizione, accogliendo la richiesta del procuratore generale facente funzioni Antonella Duchini, archiviando la morte di Narducci come probabile omicidio commesso da ignoti.<ref name=narducci/>
 
== Ipotesi Francesco Calamandrei ==
Nella primavera del [[1988]] Mariella Ciulli, ex moglie di Francesco Calamandrei, farmacista di [[San Casciano in Val di Pesa|San Casciano]], si recò dai carabinieriCarabinieri e riferì che alcuni anni prima, quando era ancora sposata con l'uomo, aveva trovato in casa una pistola, precisamente una Beretta calibro 22, e nel frigorifero alcuni macabri feticci, a sua detta provenienti dalle vittime femminili del mostro di Firenze. Subito i [[Arma dei Carabinieri|carabinieriCarabinieri]] effettuarono una perquisizione in casa di Calamandrei, senza però trovare nulla di insolito.<ref name="INSUFFICIENZADIPROVE" /> Il 21 marzo [[1991]], la donna si presentò nuovamente dai carabinieriCarabinieri per fornire nuove informazioni. Secondo quanto dichiarato, Mariella Ciulli, la notte del 21 agosto [[1968]], si trovava in auto, assieme al marito, nelle vicinanze di Castelletti di [[Signa]] (teatro del duplice omicidio Lo Bianco-Locci), quando entrambi sentirono degli spari. I due videro poi un bambino e lo portarono in salvo. La Ciulli dichiarò inoltre che il marito era solito frequentare brutta gente (tra cui proprio Pacciani, Vanni e Lotti), e che, la notte dell'ultimo omicidio del mostro di Firenze, questi ritornò a casa con ferite al volto; rivelò poi che l'uomo era stato possessore di diverse armi, che poi gettò in mare a [[Punta Ala]], poco dopo il delitto degli Scopeti. I carabinieriCarabinieri perquisirono nuovamente l'abitazione del farmacista, ma anche stavolta non trovarono niente di sospetto o di particolare.<ref name="INSUFFICIENZADIPROVE" />
 
A causa delle sue rivelazioni non supportatesuffragate da prove, la Ciulli venne ben presto presa per una visionaria, mossa dal desiderio di vendicarsi deldell'ex marito che l'aveva lasciata per un'altra donna con la quale si era poi risposato, e ripetute successive denunce di questa nei confronti dell'exdel maritoCalamandrei non vennero nemmeno prese in considerazione dalle forze dell'ordine.<ref>[{{cita testo|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/165000/160760.xml |titolo=Mostro, le rivelazione della moglie del farmacista] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20141106213824/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/165000/160760.xml |data=6 novembre 2014 }}</ref> Nel [[2000]], inoltre, venne fatta rinchiudere in una clinica psichiatrica perché, sulla base di alcune perizie, venne riconosciuta come malata di mente.
 
Il 16 gennaio [[2004]] il capo della [[squadra mobile]] di [[Firenze]], [[Michele Giuttari]], incaricato di ristudiare il caso del mostro, chiese al PM [[Paolo Canessa]] il mandato per perquisire la casa dell'ex farmacista. Il 20 gennaio [[2004]] ebbe luogo la perquisizione e a Calamandrei questa volta venne anche notificato un [[Informazione di garanzia|avviso di garanzia]].<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/01/22/mostro-di-firenze-indagato-farmacista.html|titolo=Mostro di Firenze indagato farmacista|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=22 gennaio 2004|paginap=26|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Nel giugno 2005 Calamandrei ricevette anche una informazione di garanzia per concorso nell'omicidio di Francesco Narducci.<ref name="INSUFFICIENZADIPROVE">[{{cita testo|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2010/04/francesco-calamandrei.html |titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE - Francesco Calamandrei]}}</ref>
 
Il 21 maggio [[2008]], al termine di un processo con rito abbreviato iniziatoincominciato nel settembre [[2007]], Calamandrei<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/06/16/calamandrei-fece-uccidere-narducci.html|titolo=Calamandrei fece uccidere Narducci|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 giugno 2005|paginap=5|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/08/04/il-caso-narducci.html|titolo=Il caso Narducci|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=4 agosto 2005|paginap=5|accesso=1º settembre 2010}}</ref>., accusato di essere il mandante dei delitti del mostro di Firenze, viene assolto dalle accuse «in quanto il fatto non sussiste».<ref>{{Cita web|url = http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/03/26/Cronaca/MOSTRO-DI-FIRENZE-IN-EDICOLA-LIBRO-SU-ASSOLUZIONE-CALAMANDREI_122649.php|titolo = Mostro di Firenze: in edicola libro su assoluzione Calamandrei|autore =|editore = [[Adnkronos]]|accesso = 4 gennaio 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160104230208/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/03/26/Cronaca/MOSTRO-DI-FIRENZE-IN-EDICOLA-LIBRO-SU-ASSOLUZIONE-CALAMANDREI_122649.php|urlmorto = sì}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3297269|titolo=Si riapre il caso del mostro di Firenze, "Un medico ordinava i delitti"|autore=Stefano Brogioni|sito=La Nazione|data=27 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref><ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/28/mostro-di-firenze-ce-un-nuovo-indagato-un-medico-tra-i-mandanti-degli-omicidi/3761091/|titolo=Mostro di Firenze, c'è un nuovo indagato: "Un medico tra i mandanti degli omicidi"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=28 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> Sempre nello stesso anno il [[Giudice dell'udienza preliminare|GUP]] di Perugia decise di archiviare il fascicolo che vedeva Calamandrei indagato, insieme con il giornalista [[Mario Spezi]], nell'inchiesta sulla morte di Francesco Narducci. Francesco Calamandrei è morto il 1º maggio 2012, per un malore che lo colpì nell'androne della propria abitazione, all'età di 71 anni.<ref>{{Cita news|autore=di Redazione|url=http://www.lastampa.it/2012/05/02/italia/cronache/firenze-e-morto-calamandreiuna-vita-con-l-ombra-del-mostro-1Q78Y56XOGEYYFLXCe5WBM/pagina.html|titolo=Firenze, è morto Calamandreiuna vita con l'ombra del mostro|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=2 maggio 2012|accesso=28 settembre 2016}}</ref>
 
|url = http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/03/26/Cronaca/MOSTRO-DI-FIRENZE-IN-EDICOLA-LIBRO-SU-ASSOLUZIONE-CALAMANDREI_122649.php
== Ipotesi Giampiero Vigilanti ==
|titolo = Mostro di Firenza: in edicola libro su assoluzione Calamandrei
[[File:Giampiero Vigilanti.jpg|thumb|upright=1.4|Giampiero Vigilanti mostra al fotografo di un giornale la pistola High Standard calibro 22 e una vecchia foto della Legione Straniera (1998)]]
|autore =
Giampiero Vigilanti, un ex legionario, nato il 22 novembre 1930 a [[Vicchio|Vicchio del Mugello]], residente a Prato, che conosceva Pacciani (suo compaesano, con cui, a suo dire, nel 1948 ebbe una lite e uno scontro fisico in cui Pacciani ebbe la peggio ricevendo una bastonata in testa<ref name="vigilanti4">{{cita testo|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3294980|titolo=Mostro di Firenze, Vigilanti: "Ho ucciso in guerra ma non sono io quello che cercano"}}</ref>), è stato iscritto nel registro degli indagati nel 2017. Era già stato perquisito nel settembre del 1985, tre giorni prima della prima perquisizione a Pacciani e pochi giorni dopo l'ultimo delitto, a seguito della segnalazione di alcuni vicini che lo indicarono come possibile responsabile dei delitti del mostro, e per il fatto che la sua automobile somigliava a quella vista quando venne realizzato l'identikit. Nella sua abitazione furono trovati alcuni ritagli di giornali sui delitti; egli era conoscente di quasi tutte le persone coinvolte a vario modo nelle inchieste, compresi i compagni di merende, i sardi e Narducci<ref name="vigilanti">{{cita testo|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-firenze-indagine-1.3876277|titolo=Mostro di Firenze, l'intervista esclusiva a Vigilanti. "Su di me nessuna prova"}}</ref>; negli anni '50 aveva combattuto in [[Indocina]] con la [[legione straniera francese]] in cui si arruolò nel 1952<ref name="vigilanti4" />, venendo anche, secondo il suo stesso racconto, [[Sepoltura da vivo|sepolto vivo]]<ref name="tempi">{{cita testo|url=https://www.tempi.it/mostro-di-firenze-il-nuovo-indagato-vigilanti-a-tempi-non-sono-stati-pacciani-e-vanni/|titolo=Mostro di Firenze. Il nuovo indagato Vigilanti a Tempi: «Non sono stati Pacciani e Vanni»}}</ref> dai [[Viet Minh]], restando loro prigioniero per 20 giorni.<ref>In un'intervista parla erroneamente dei [[Vietcong]], fondati solo nel 1962</ref> Il maresciallo Antonio Amore, che lo perquisì la prima volta, vide in casa sua una foto dove Vigilanti posava accanto a cadaveri decapitati di nemici, e con in mano una testa mozzata, rimanendone impressionato. Vigilanti ha dichiarato di aver ucciso circa 300-500 nemici durante la [[guerra d'Indocina]].<ref name="vigilanti4" /> Dopo aver lasciato la legione nel 1960, lavorò come comparsa nel cinema, aprì un [[nightclub]] a [[Marsiglia]], fece diversi lavori e poi si impiegò in un'impresa di [[pompe funebri]] a Prato fino alla pensione.<ref name="vigilanti4" />
|editore = [[Adnkronos]]
 
|accesso = 4 gennaio 2016
Un testimone del 1984 disse che una persona osservò le vittime Claudio Stefanacci e Pia Rontini con insistenza prima del delitto; quest'uomo fu descritto come persona alta, robusta, vestita elegante, e con un grosso anello al dito, come l'anello legionario portato da Vigilanti, e, invitato a partecipare ai funerali, non venne. Tuttavia l'anello originale andò perso.<ref name="vigilanti" /> Amore riscontrò anche una somiglianza con l'aspetto dell'assassino, ma il legionario non fu indagato, benché si trovasse nel 1986 nella stessa lista di 38 sospetti stilata dalla polizia e dalla SAM di Ruggero Perugini, in cui si trovava anche Pietro Pacciani (Vigilanti al numero 38, Pacciani al 31).<ref>{{cita testo|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/08/09/dopo-lultimo-delitto-la-perquisizione-allex-legionarioFirenze08.html|titolo=Dopo l'ultimo delitto la perquisizione all'ex legionario}}</ref> Vigilanti ha dichiarato nel 2017 che Pia Rontini fu uccisa "per un rifiuto"<ref name="vigilanti2">{{cita web|url=http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3299333|titolo=Mostro di Firenze, la verità dell'ex legionario. "Pia Rontini uccisa per un rifiuto"|autore=Stefano Brogioni|sito=LaNazione.it|data=28 luglio 2017|accesso=9 gennaio 2019}}</ref>, ed era molestata da un medico.<ref name="vigilanti3">{{cita testo|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3299333|titolo=Mostro di Firenze, la verità dell'ex legionario. "Pia Rontini uccisa per un rifiuto"}}</ref>
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160104230208/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/03/26/Cronaca/MOSTRO-DI-FIRENZE-IN-EDICOLA-LIBRO-SU-ASSOLUZIONE-CALAMANDREI_122649.php
 
|dataarchivio = 4 gennaio 2016
Nove anni più tardi, nel 1994, a causa di una lite con un vicino di casa subì una seconda perquisizione e vennero trovati 176 proiettili della stessa marca di quelli usati nei delitti, punzonati con la lettera H, ma gli accertamenti non portarono a nulla e Vigilanti venne scagionato. Per gli otto duplici omicidi, vista la vicinanza di Vigilanti con l'[[estrema destra]]<ref>https://www.osservatoriorepressione.info/esoterici-fascisti-mostri-firenze/</ref>, venne ipotizzata una nuova pista legata alla [[strategia della tensione in Italia]] in base alla quale i delitti sarebbero stati commessi per distrarre i magistrati dall'attività eversiva dell'epoca. Nel 1998, anno della morte di Pacciani, Vigilanti tornò ancora alla ribalta partecipando a un programma televisivo dove affermò di aver avuto una grossa eredità da uno zio "Joe" americano mai identificato.<ref name="nove">Documentario ''Tutta la verità'' stagione 2 episodio 4, ''L'enigma del Mostro di Firenze'', seconda parte, in onda prima tv canale Nove, 9 maggio 2019</ref>
|urlmorto = sì
 
}}</ref><ref name=":1" /><ref name=":2" /> Sempre nello stesso anno il [[Giudice dell'udienza preliminare|GUP]] di Perugia decise di archiviare il fascicolo che vedeva Calamandrei indagato, insieme al giornalista [[Mario Spezi]], nell'inchiesta sulla morte di Francesco Narducci. Francesco Calamandrei è morto il 1º maggio [[2012]], per un malore che lo colpì nell'androne della propria abitazione, all'età di 71 anni.<ref>{{Cita news|autore=di Redazione|url=http://www.lastampa.it/2012/05/02/italia/cronache/firenze-e-morto-calamandreiuna-vita-con-l-ombra-del-mostro-1Q78Y56XOGEYYFLXCe5WBM/pagina.html|titolo=Firenze, è morto Calamandreiuna vita con l'ombra del mostro|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=2 maggio 2012|accesso=28 settembre 2016}}</ref>
L'ipotesi fu poi ripresa nel 2017 dopo un esposto dell'avvocato Vieri Adriani, legale dei familiari di Nadine Mauriot, una delle vittime e che sostenne che i delitti cessarono nel 1985, proprio perché alcune perquisizioni “andarono nella giusta direzione”. Il capo della Procura di Firenze Giuseppe Creazzo però smentì subito che dalle indagini in corso siano emersi elementi di prova che colleghino i delitti del cosiddetto mostro di Firenze con possibili ambienti eversivi.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/26/mostro-di-firenze-ce-un-nuovo-indagato-un-ex-legionario-che-conosceva-pacciani/3756236/|titolo=Mostro di Firenze, c'è un nuovo indagato: un ex legionario che conosceva Pacciani|sito=Il Fatto Quotidiano|data=26 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/toscana/notizie/2017/07/26/mostro-firenze-indagato-ex-legionario_b561b31b-84df-4be1-84b8-4e9c0e174c4c.html|titolo=Mostro Firenze: indagato ex legionario - Toscana|sito=ANSA.it|data=26 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> Vigilanti è stato comunque indagato per concorso in omicidio per tutti gli otto delitti.<ref name="vigilanti" /> Si dichiara innocente ma dice di essere a conoscenza di alcune informazioni.<ref name="vigilanti4" />
 
A seguito di sue affermazioni, venne indagato anche Francesco Caccamo, un medico di Prato di 86 anni del Mugello, iscritto alla massoneria<ref name="vigilanti3" /> e indicato dal Vigilanti (che ha anche affermato che Pacciani e Vanni erano innocenti<ref name="vigilanti" /><ref name="tempi" />) come “uno degli anelli del secondo livello” ovvero uno dei mandanti. Entrambi vennero iscritti sul registro degli indagati ma dalla perquisizione a casa del medico non si ebbero riscontri a questa tesi.<ref name=":1" /><ref name=":2" /> Vigilanti possedeva una Beretta calibro 22, non risultata comunque essere l'arma del delitto dalle analisi del 1994, di cui ha denunciato il furto nel 2013 (in un'intervista del 2017 ha detto invece che gli furono sottratte nel settembre 2016<ref name="vigilanti4" />) assieme ad altre pistole di diverso tipo, che gli sarebbero state sottratte durante un'effrazione.<ref name="vigilanti" />
 
Il 4 settembre 2019 il PM Luca Turco chiede al [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] l'archiviazione nei confronti di Vigilanti e Caccamo a causa della insufficienza degli elementi raccolti a loro carico nella fase delle indagini preliminari. Esaminati gli atti ed udite le parti nell'udienza del 1º ottobre 2020, vista l'assenza di elementi tali da poter avviare l'esercizio dell'azione penale, il GIP Angela Fantechi, in data 9 novembre 2020, dispone l'archiviazione e rigetta le opposizioni della richiesta di archiviazione da parte di alcune parti civili.
Il giudice, nella ordinanza di archiviazione afferma anche che, nonostante siano presenti sentenze passate in giudicato a carico dei cosiddetti [[Compagni di merende]] — sentenze che si fondano solo ed esclusivamente sulle confessioni di Giancarlo Lotti —, le perplessità sulla vicenda permangono. Inoltre il giudice pone anche seri dubbi circa l'attendibilità — e la conseguente veridicità — delle confessioni di Giancarlo Lotti, nonché sulla reale esistenza di mandanti nella vicenda, tenendo conto che nella vicenda stessa ci sono state numerose indicazioni di anonimi, interventi di maghi, ricostruzioni giornalistiche di ogni tipo. Afferma altresì che l'emergenza di nuovi elementi — posteriormente alla ordinanza di archiviazione anzidetta — può consentire una diretta riapertura delle indagini.<ref>Ordinanza di archiviazione 9 novembre 2020 del GIP Angela Fantechi - Tribunale di Firenze - sezione dei giudici per le indagini preliminari</ref>
 
Vigilanti è morto a Prato, il 9 gennaio 2024.<ref>{{Cita web|url=https://www.tvprato.it/2024/01/morto-giampiero-vigilanti-lex-legionario-indagato-per-i-delitti-del-mostro-di-firenze/|titolo=Morto Giampiero Vigilanti, l’ex Legionario indagato per i delitti del Mostro di Firenze|data=9 gennaio 2024}}</ref>
 
Il 12 gennaio 2024 a Caselle, frazione di Vicchio, si sono svolti i funerali del "legionario" Giampiero Vigilanti. Sembra siano stati aggrediti due fotoreporter de ''La Nazione'', il consulente Loris Martinelli era presente al rito funebre.<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/prato/cronaca/funerale-vigilanti-aggressione-r1jzjl6s|titolo=Fotoreporter aggrediti al funerale di Vigilanti|accesso=23 marzo 2025}}</ref>
 
== Ipotesi alternative alle sentenze giudiziarie ==
L'impatto culturale e mediatico della vicenda del serialdell'assassino killerseriale di Firenze, durata oltre quarant'anni, fu notevole e causò un vasto interessamento dell'opinione pubblica e a un'ampia produzione saggistica che ha analizzato vari aspetti del caso proponendo anche varie ipotesi alternative a quanto accertato in sede giudiziaria.
 
=== Ipotesi dell'assassino seriale solitario legato alla pista sarda ===
* '''Ipotesi del serial killer solitario legato alla pista sarda:''' Una tesi seguita negli ultimi anni e profilata ad esempio da [[Mario Spezi]] nel libro ''[[Dolci colline di sangue]]'' del [[2006]], è quella secondo cui il ''mostro ''sarebbe un individuo legato al «clan dei sardi», già indagato marginalmente nelle vicende degli omicidi seriali. La tesi di Spezi muove dalla ricostruzione del primo omicidio del 1968 ritenendo che l'omicidio di Signa venne effettivamente commesso per ragioni sentimentali e «d'onore» da parte di soggetti legati alle famiglie Mele e Vinci, con la pistola ''Beretta'' ed i proiettili utilizzati successivamente dal ''mostro''. Tuttavia, il mostro sarebbe del tutto estraneo a tale vicenda essendosi appropriato solo successivamente della pistola e le munizioni per avviare, dal delitto del 1974, la catena seriale di omicidi.<ref name="rai.tv" /> Secondo Spezi solo un componente delle famiglie coinvolte nel primo delitto del [[1968]] avrebbe potuto appropriarsi di pistola e proiettili, essendo del tutto improbabile una casuale cessione, da parte del detentore, di un'arma e di una scatola di proiettili già utilizzati in un omicidio (quello del 1968, e quindi potenzialmente a rischio per lo stesso venditore). Sarebbe secondo Spezi soprattutto da escludere una cessione volontaria a soggetti estranei a quell'ambiente familiare, come pure un casuale e contemporaneo rinvenimento da parte di terzi di pistola e proiettili.<ref name="rai.tv" /> Secondo il giornalista gli omicidi sono da attribuire ad una sola persona, un ''[[serial killer]]'' che avrebbe sempre agito da solo. Va sottolineato che il «Carlo» che, secondo Spezi e il giallista Douglas Preston, sarebbe il ''Mostro di Firenze'', è un uomo nato nel 1959 che, all'epoca del primo delitto, aveva circa quindici anni.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/eventi/2008/07/09/il_mostro_di_firenze_un_sardo_che_faceva_il_camionista-10-30842.html|titolo=Il mostro di Firenze? Un sardo che faceva il camionista}}</ref> Mario Spezi e Douglas Preston affermano che non hanno mai ritenuto «Carlo» responsabile del delitto del 1968 e che lo stesso «Carlo» fu arrestato una prima volta nel settembre 1983 per detenzione di armi (pochi giorni dopo l'omicidio dei due ragazzi tedeschi) e assolto. Finì di nuovo in carcere solo nel 1988, tre anni dopo l'ultimo omicidio del Mostro. Il vero nome di "Carlo" è stato rimosso dalla versione italiana del libro, ma era presente nella prima edizione in lingua inglese e venne anche intervistato dalla televisione americana Dateline NBC.<ref>{{Cita web|url=https://www.nbcnews.com/id/19333195/ns/dateline_nbc-crime_reports/t/murder-lovers-lane/|titolo=Intervista a 'Carlo'}}</ref><ref>Preston, Douglas; Spezi, Mario (2008). The Monster of Florence. Grand Central. p. 5. ISBN 0-446-58119-4.</ref><ref>Preston, Douglas; Spezi, Mario (2008). The Monster of Florence. Grand Central. p. 305. ISBN 0-446-58119-4.</ref> <!--ATTENZIONE! Inserire qui il nome e cognome del probabile sospettato da parte di Mario Spezi rappresenta una grave diffamazione in quanto si tratta di persona vivente e non coinvolta dalle indagini sul mostro. Notare che nemmeno lo Spezi stesso nei suoi testi, per questo motivo, si azzarda a fare tale nome. Pertanto NON INSERITELO. In primo luogo state commettendo un reato potenzialmente perseguibile, in secondo luogo verrà comunque rimosso quanto prima. --><nowiki> </nowiki>Mario Spezi è stato arrestato nel [[2006]] con l'accusa di calunnia contro la persona adombrata nel libro<ref name="ricerca.repubblica.it" /><ref>[http://www.planetmedia.it/nl120406.htm Caso Spezi. Tutti i dubbi e le perplessità sull'arresto tramite i lanci Ansa e Agi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924073945/http://www.planetmedia.it/nl120406.htm |data=24 settembre 2015 }}</ref>, commessa a fini di depistaggio delle indagini, proprio in conseguenza della sua propensione per la ''Pista Sarda'', cosa che lo avrebbe portato, secondo la tesi accusatoria, a creare false prove al fine di portare gli investigatori sulla strada da lui voluta.<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tensandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6923386|titolo=Il giornalista in carcere accusato di concorso in omicidio del medico legato alla vicenda del mostro di Firenze «Non ho mai conosciuto Narducci»|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Perugia|data=12 aprile 2006|pagina=26|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211840/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6923386|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tensandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6921389|titolo=Il giallo riaperto oggi primo interrogatorio per il giornalista accusato di depistaggio Mostro di Firenze, sfida sulle prove|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=11 aprile 2006|pagina=22|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211645/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6921389|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6918340|titolo=Mostro di Firenze avrebbe costruito la «pista sarda» per gli otto duplici omicidi Altre accuse, Spezi in isolamento|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=9 aprile 2006|pagina=12|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211843/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6918340|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Il Tribunale per il Riesame di Perugia, su ricorso dello Spezi, ha annullato l'ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP nei suoi confronti sotto il profilo dubitativo sui gravi indizi di colpevolezza sul dolo della calunnia e, sotto il profilo oggettivo, per altra ipotesi di calunnia. Nell'istruttoria erano caduti, per Spezi, i reati di concorso in omicidio, associazione per delinquere, falso, occultamento di cadavere. Per l'ipotesi della calunnia, il GUP Dr. Paolo Micheli, con sentenza 20 aprile 2010, ha dichiarato il «non luogo a procedere» contro Spezi, con formula dubitativa sul dolo e solo il 20 febbraio 2012 il GUP ha depositato ben 934 pagine di motivazione della sentenza, un fatto assolutamente insolito per una sentenza di «non luogo a procedere»<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/30/mostro-firenze-scarcerato-il-giornalista.html |titolo=Mostro Firenze, scarcerato il giornalista|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=30 aprile 2006|pagina=22|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/08/caso-narducci-archiviato-calamandrei-spezi-prosciolti.html|titolo=Caso Narducci archiviato Calamandrei e Spezi prosciolti|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=8 giugno 2009|pagina=1|accesso=1º settembre 2010}}</ref>. In data 22 marzo 2013, come si è visto, la sentenza del GUP Micheli è stata pressoché integralmente annullata dalla Corte di Cassazione. Per la calunnia, mentre gli altri imputati del caso Narducci furono assolti<ref>[http://www.fioruccinews.it/2014/07/16/tutti-assolti-anche-dal-rinvio-della-cassazione-il-caso-narducci-non-ce-piu/ Tutti assolti anche dal rinvio della Cassazione: il caso Narducci non c’è mai stato?]</ref>, per lui venne dichiarata la prescrizione del fatto dal GUP Carla Giangamboni, in accoglimento della richiesta del procuratore capo.<ref name="narducci">[http://www.umbria24.it/cronaca/mostro-di-firenze-il-giudice-assolve-alfredo-brizioli-prescrizione-per-tutti-gli-altri Mostro di Firenze, il giudice assolve Alfredo Brizioli. Prescrizione per tutti gli altri]</ref> Fino alla sua morte per malattia nel [[2016]], Spezi ha continuato a sostenere le sue ipotesi.
Una tesi seguita negli ultimi anni e profilata ad esempio dalla scrittrice inglese [[Magdalen Nabb]] nel libro ''The Monster of Florence'' del 1996<ref>{{Cita web|url=http://italian-mysteries.com/nabb-interview-part08.html|titolo=Intervista in inglese alla Nabb}}</ref> e dal giornalista [[Mario Spezi]] nel libro ''[[Dolci colline di sangue]]'' del 2006 è quella secondo cui il ''mostro ''sarebbe un individuo legato al «clan dei sardi», già indagato marginalmente nelle vicende degli omicidi seriali. La tesi in questione muove dalla ricostruzione del primo omicidio del 1968, considerandolo effettivamente commesso per ragioni sentimentali e «d'onore» da parte di soggetti legati alle famiglie Mele e Vinci, con la pistola ''Beretta'' e i proiettili utilizzati successivamente dal mostro. Tuttavia, il ''mostro'' sarebbe del tutto estraneo a tale vicenda essendosi appropriato solo successivamente della pistola e delle munizioni per avviare, dal delitto del 1974, la catena seriale di omicidi.<ref name="rai.tv" /> Secondo questa ipotesi solo un componente delle famiglie coinvolte nel primo delitto del 1968 avrebbe potuto appropriarsi di pistola e proiettili, essendo del tutto improbabile una cessione, da parte del detentore, di un'arma e di una scatola di munizioni già utilizzati in un omicidio. Sarebbe soprattutto da escludere una cessione volontaria a soggetti estranei a quell'ambiente familiare, come pure un casuale e contemporaneo rinvenimento da parte di terzi di pistola e proiettili.<ref name="rai.tv" /> Secondo il giornalista e la scrittrice testé citati, gli omicidi sono da attribuire a una sola persona, un ''[[serial killer]]'' che avrebbe sempre agito da solo. Va sottolineato che «Carlo» («Amelio» nel libro della Nabb) che secondo Spezi e il giallista Douglas Preston sarebbe il Mostro di Firenze, è un uomo nato nel 1959 e all'epoca del primo delitto aveva solo 9 anni.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/eventi/2008/07/09/il_mostro_di_firenze_un_sardo_che_faceva_il_camionista-10-30842.html|titolo=Il mostro di Firenze? Un sardo che faceva il camionista|accesso=20 agosto 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190207015712/https://www.unionesarda.it/articolo/eventi/2008/07/09/il_mostro_di_firenze_un_sardo_che_faceva_il_camionista-10-30842.html|urlmorto=sì}}</ref> Mario Spezi e Douglas Preston precisano che non hanno mai ritenuto «Carlo» responsabile del delitto del 1968 e affermano inoltre che egli sarebbe stato a piede libero in tutte le occasioni in cui ci furono gli omicidi maniacali e che fu arrestato nel settembre 1983 per detenzione e ricettazione di armi<ref>{{Cita web|url=https://photos.google.com/share/AF1QipMy-09qFn7D-oX3OhdZxbvp60KdD3pB-Ew9G4YN3m8CDogYRIVmM_xm5CMd67IB_Q/photo/AF1QipPVDx3gBC_4dqqcjhPH-U2FA61vpYL6uH-7fqJJ?key=c2FfWEE2TUk1RW5NOWpYaXh5T2Iyd3ZUTFlGNnFB|titolo=A un passo dalla libertà}}</ref>, circa una settimana dopo l'omicidio dei due ragazzi tedeschi<ref>{{Cita libro|autore=Mario Spezi|autore2=Douglas Preston|titolo=Dolci colline di sangue|editore=Sonzogno|p=101}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Mario Spezi|url=|titolo=Armi non denunciate fermato nipote di Vinci|pubblicazione=La Nazione|data=20 settembre 1983}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Alessandro Cecioni|data=20 settembre 1983|titolo=|rivista=La Città|numero=}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.mostrodifirenze.com/1983/09/16/16-settembre-1983-antonio-vinci-sorpreso-con-armi-da-fuoco/|titolo=16 Settembre 1983 Antonio Vinci sorpreso con armi da fuoco|autore=Redazione MdF|sito=Mostro di Firenze|data=16 settembre 1983|accesso=25 luglio 2021}}</ref> e assolto<ref>{{Cita web|url=https://www.mostrodifirenze.com/1984/02/14/14-febbraio-1984-stampa-la-stampa/|titolo=14 Febbraio 1984 Stampa: La Stampa|autore=Redazione MdF|sito=Mostro di Firenze|data=14 febbraio 1984|accesso=25 luglio 2021}}</ref>. Finì di nuovo in carcere solo nel 1988, tre anni dopo l'ultimo omicidio del mostro. Il vero nome di "Carlo" è stato rimosso dalla versione italiana del libro, ma era presente nella prima edizione in lingua inglese e venne anche intervistato dalla televisione americana Dateline NBC.<ref>{{Cita web|url=https://www.nbcnews.com/id/19333195/ns/dateline_nbc-crime_reports/t/murder-lovers-lane/|titolo=Intervista a 'Carlo'}}</ref><ref>Preston, Douglas; Spezi, Mario (2008). The Monster of Florence. Grand Central. p. 5. ISBN 0-446-58119-4.</ref><ref>Preston, Douglas; Spezi, Mario (2008). The Monster of Florence. Grand Central. p. 305. ISBN 0-446-58119-4.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Mostro di Firenze - Murder on lovers lane di Mario Spezi e Douglas Preston|accesso=25 luglio 2021|url=https://www.youtube.com/watch?v=URCG9_6NJuw}}</ref>
 
Mario Spezi è stato arrestato nel 2006 con l'accusa di calunnia contro la persona adombrata nel libro<ref name="ricerca.repubblica.it" /><ref>{{cita testo|url=http://www.planetmedia.it/nl120406.htm|titolo=Caso Spezi. Tutti i dubbi e le perplessità sull'arresto tramite i lanci Ansa e Agi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924073945/http://www.planetmedia.it/nl120406.htm }}</ref>, commessa a fini di depistaggio delle indagini, proprio in conseguenza della sua propensione per la ''Pista Sarda'', cosa che lo avrebbe portato, secondo la tesi accusatoria, a creare false prove al fine di portare gli investigatori sulla strada da lui voluta.<ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tensandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6923386|titolo=Il giornalista in carcere accusato di concorso in omicidio del medico legato alla vicenda del mostro di Firenze «Non ho mai conosciuto Narducci»|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Perugia|data=12 aprile 2006|p=26|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211840/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6923386}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tensandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6921389|titolo=Il giallo riaperto oggi primo interrogatorio per il giornalista accusato di depistaggio Mostro di Firenze, sfida sulle prove|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=11 aprile 2006|p=22|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211645/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6921389}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6918340|titolo=Mostro di Firenze avrebbe costruito la «pista sarda» per gli otto duplici omicidi Altre accuse, Spezi in isolamento|pubblicazione=[[La Stampa]]|città=Firenze|data=9 aprile 2006|p=12|accesso=1º settembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102211843/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6918340}}</ref> Il Tribunale per il Riesame di Perugia, su ricorso dello Spezi, ha annullato l'ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP nei suoi confronti sotto il profilo dubitativo sui gravi indizi di colpevolezza sul dolo della calunnia e, sotto il profilo oggettivo, per altra ipotesi di calunnia. Nell'istruttoria erano caduti, per Spezi, i reati di concorso in omicidio, associazione per delinquere, falso, occultamento di cadavere. Per l'ipotesi della calunnia, il GUP dott. Paolo Micheli, con sentenza del 20 aprile 2010, ha dichiarato il «non luogo a procedere» contro Spezi, con formula dubitativa sul dolo e solo il 20 febbraio 2012 il GUP ha depositato ben 934 pagine di motivazione della sentenza, un fatto assolutamente insolito per una sentenza di «non luogo a procedere»<ref>{{Cita news|autore=Franca Selvatici|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/30/mostro-firenze-scarcerato-il-giornalista.html |titolo=Mostro Firenze, scarcerato il giornalista|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=30 aprile 2006|p=22|accesso=1º settembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/08/caso-narducci-archiviato-calamandrei-spezi-prosciolti.html|titolo=Caso Narducci archiviato Calamandrei e Spezi prosciolti|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=8 giugno 2009|p=1|accesso=1º settembre 2010}}</ref>. In data 22 marzo 2013 la sentenza del GUP Micheli è stata pressoché integralmente annullata dalla Corte di Cassazione. Per la calunnia venne dichiarata la prescrizione del reato dal GUP Carla Giangamboni (gli altri imputati del caso Narducci furono assolti<ref>{{cita testo|url=http://www.fioruccinews.it/2014/07/16/tutti-assolti-anche-dal-rinvio-della-cassazione-il-caso-narducci-non-ce-piu/|titolo=Tutti assolti anche dal rinvio della Cassazione: il caso Narducci non c'è mai stato?}}</ref>) in accoglimento della richiesta del procuratore capo.<ref name="narducci">{{Cita web|url=http://www.umbria24.it/cronaca/mostro-di-firenze-il-giudice-assolve-alfredo-brizioli-prescrizione-per-tutti-gli-altri|titolo=Mostro di Firenze, il giudice assolve Alfredo Brizioli. Prescrizione per tutti gli altri|autore=Loredana Solerte ha detto|sito=Umbria24.it-IT|accesso=2 settembre 2022}}</ref> Fino alla sua morte per malattia nel 2016, Spezi ha continuato a sostenere le sue ipotesi.
* '''Ipotesi del ''serial killer'' in divisa:''' Un'altra ipotesi di rilievo, contrastante e critica con le sentenze giudiziarie, è quella espressa dell'avvocato fiorentino [[Nino Filastò]] nel suo libro ''Storia delle Merende Infami''.<ref>{{Cita web|url=http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a5.02.23.13.45|titolo=Presentato a Firenze Storia delle Merende Infami, il libro controinchiesta dell’avvocato Filastò|sito=nove.firenze.it|data=23 febbraio 2005|accesso=6 maggio 2014}}</ref> Il libro, pubblicato da Maschietto Editore nel 2005, è una sorta di contro-inchiesta sui delitti delle coppiette. Lo scrittore-avvocato, che investiga sul mostro dai primi anni ottanta, oltre ad essere stato il legale di Mario Vanni, tenta di dimostrare l'innocenza dei compagni di merende con un'analisi globale su tutta la vicenda. Nel suo libro si mettono in luce le incongruenze del pentito Giancarlo Lotti e si criticano le modalità d'indagine. L'avvocato paragona la figura del Lotti a quella di Stefano Mele: entrambi sono intellettualmente molto modesti e suggestionabili, ma diventano a causa di un'errata (secondo Filastò) pista investigativa, personaggi di primo piano in due differenti periodi delle indagini. Filastò aveva già scritto, a metà anni novanta, un saggio sull'argomento chiamato ''Pacciani Innocente''.<ref>{{Cita news|autore=[[Corrado Augias]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/04/delitto-imperfetto.html?ref=search|titolo=Delitto imperfetto|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=4 dicembre 1994|pagina=32|accesso=7 maggio 2014}}</ref> Nell'ipotesi di Filastò il mostro è un ''[[serial killer]]'' di tipo ''lust murder'' affetto da una grave patologia sessuale, attivo perlomeno dal 1968 al 1993 (omicidi Francesco Vinci - Milva Malatesta) e mai entrato nelle indagini.<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.ch/2009/10/alessandro-cecioni-intervista-su-il.html|titolo=Insufficienza di prove: Nino Filastò - Intervista su Metropoli - 15 aprile 2009|editore=insufficienzadiprove.blogspot.com|data=9 dicembre 2009|accesso=}}</ref> Alcuni elementi, come per esempio il libretto di circolazione trovato fuori posto nella macchina di una coppietta uccisa, oppure la capacità del ''mostro'' di avvicinarsi agevolmente alle vetture, portano l'avvocato ad inquadrare il ''serial killer'' come un «uomo in divisa». Qualcuno che potrebbe essere capace di interagire con le indagini e, addirittura, conoscere e anticipare alcune mosse degli inquirenti. Secondo il legale, la storia del mostro potrebbe somigliare molto a quella di [[Caryl Chessman]], che prima di venire giustiziato dichiarò: «Non ero io che fingevo di essere un poliziotto, era un poliziotto vero che abbagliava le future vittime con il fanale rosso della polizia messo sulla sua auto».<ref>{{Cita web
|url = http://archivio.unita.it/risric.php?key=%22fanale%20rosso%20della%20polizia%20messo%20sulla%20sua%20auto%22&xml=1&funz=AND&orderby=0&ordermode=0&group=1&psid=0&anno=2004
|titolo = l'Unità del 5 febbraio 2004, scarica pagina in pdf
|data = 5 febbraio 2004
|autore = Saverio Lodato
|editore = L'Unita'.it (archivio)
|citazione = Non ero io che fingevo di essere un poliziotto, era un poliziotto vero che abbagliava le future vittime con il fanale rosso della polizia messo sulla sua auto
|accesso = 4 gennaio 2016
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160104233408/http://archivio.unita.it/risric.php?key=%22fanale%20rosso%20della%20polizia%20messo%20sulla%20sua%20auto%22&xml=1&funz=AND&orderby=0&ordermode=0&group=1&psid=0&anno=2004
|dataarchivio = 4 gennaio 2016
|urlmorto = sì (???
segnalo: Chessman non ha mai ammesso di essere un assassino)
}}</ref> Radicale è anche la critica di Filastò verso le teorie «esoteriche» e «di gruppo» sulla vicenda, ritenute antistoriche e criminologicamente incompatibili con delitti seriali di stampo maniacale. Infatti Filastò considera assurda e grottesca l'ipotesi di una setta o un'organizzazione che usava i cosiddetti compagni di merende come manovalanza, e in ''Storia delle merende'' i''nfami'' viene fatta una comparazione storica tra la caccia alle streghe della Santa Inquisizione e alcune scelte investigative intraprese nel caso.<ref>{{Cita web|autore=Sergio Palumbo|url=http://www.culturaspettacolo.it/index.asp?action=showarticle&idart=377|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111130100905/http://www.culturaspettacolo.it/index.asp?action=showarticle&idart=377|dataarchivio=30 novembre 2011|titolo=Recensione del libro "Storia delle merende infami" di Nino Filastò (Maschietto Editore)|editore=CulturaSpettacolo.it|data=16 ottobre 2006|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Ipotesi dell'assassino seriale in divisa ===
=== Ulteriori teorie ===
{{P|in questa sezione vengono presentate "ipotesi alternative" che dovrebbero avere avuto un certo impatto o comunque una certa eco mediatica. Non sembra questo il caso e tutto il paragrafo appare più come uno "spot" per il libro di Filastò e si prefigura come un "ingiusto rilievo". Non tutto quello che è stato scritto sul Mostro merita di essere riportato se non è suffragato da contenuti di rilievo e fonti autorevoli.|Criminalità|agosto 2022}}
 
Un'altra ipotesi di rilievo, contrastante e critica con le sentenze giudiziarie, è quella espressa dell'avvocato fiorentino [[Nino Filastò]] nel suo libro ''Storia delle Merende Infami''.<ref>{{Cita web|url=http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a5.02.23.13.45|titolo=Presentato a Firenze Storia delle Merende Infami, il libro controinchiesta dell'avvocato Filastò|sito=nove.firenze.it|data=23 febbraio 2005|accesso=6 maggio 2014}}</ref> Il libro, pubblicato da Maschietto Editore nel 2005, è una sorta di contro-inchiesta sui delitti delle coppiette. Lo scrittore-avvocato, che investiga sul mostro dai primi anni ottanta, oltre a essere stato il legale di Mario Vanni, tenta di dimostrare l'innocenza dei "compagni di merende" con un'analisi globale su tutta la vicenda. Nel suo libro si mettono in luce le incongruenze del pentito Giancarlo Lotti e si criticano le modalità d'indagine. L'avvocato paragona la figura del Lotti a quella di Stefano Mele: entrambi sono intellettualmente molto modesti e suggestionabili, ma diventano a causa di un'errata (secondo Filastò) pista investigativa, personaggi di primo piano in due differenti periodi delle indagini. Filastò aveva già scritto, a metà anni novanta, un saggio sull'argomento chiamato ''Pacciani Innocente''.<ref>{{Cita news|autore=[[Corrado Augias]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/04/delitto-imperfetto.html?ref=search|titolo=Delitto imperfetto|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=4 dicembre 1994|p=32|accesso=7 maggio 2014}}</ref>
* Sulla vicenda si riscontrano anche ulteriori ipotesi, più o meno discordanti con i verdetti dei processi. Il caso del ''Mostro'' è un evento e un'indagine dalla durata pressoché quarantennale (dal 1968 ad oggi, {{cn|con i primi quattro omicidi ancora ufficialmente insoluti}}{{chiarire||chiarire}}); è inevitabile dunque una grande varietà di opinioni. Oltre alle più celebri ipotesi "non ufficiali" di Spezi o Filastò, si registrano altre teorie su chi ha commesso i cosiddetti «delitti delle coppiette». Secondo il criminologo [[Francesco Bruno (criminologo)|Francesco Bruno]], il ''mostro'' sarebbe un uomo mai individuato. Un assassino seriale d'intelligenza superiore alla media, mosso da delirio religioso e suggestioni moralistiche, che ha agito sempre da solo sin dal 1968.<ref>{{Cita web|autore=Fabio Biagini|url=http://www.vertici.it/rubriche/print.asp?cod=6408|data=9 febbraio 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060516015550/http://www.vertici.it/rubriche/print.asp?cod=6408|dataarchivio=16 maggio 2006|titolo=Il Mostro di Firenze: intervista a Francesco Bruno|editore=vertici.it|urlmorto=sì}}</ref>
* Invece Francesco Ferri, giudice che assolse Pacciani nel processo d'appello ed autore del polemico ''Il caso Pacciani. Storia di una colonna infame?'',<ref>{{Cita news|autore=Paola Catani|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/08/Pacciani_processo_colonna_infame__co_0_9607083958.shtml<!--&#124;urlarchivio=http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/08/Pacciani_processo_colonna_infame_co_0_9607083958.shtml--><!--&#124;urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/08/Pacciani_processo_colonna_infame__co_0_9607083958.shtml-->|urlarchivio=http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/08/Pacciani_processo_colonna_infame_co_0_9607083958.shtml|titolo=Pacciani, processo da colonna infame|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=8 luglio 1996|pagina=11}}</ref> si riallaccia all'idea originaria dell'ignoto ''serial killer lust murder'', ipotizzato dal profilo dell'[[Federal Bureau of Investigation|FBI]] e dalla perizia italiana di De Fazio; l'assassino sarebbe cioè una persona probabilmente affetta da impotenza o iposessuata. Restando ancora nella gamma d'ipotesi dell'autore unico, Ruggero Perugini (ex capo SAM) ha recentemente ribadito, in un convegno del 2010, la sua personale convinzione secondo cui il ''mostro'' sarebbe stato il solo ''serial killer'' Pietro Pacciani ''«''senza compagni di merende né di bevute''»''.<ref>{{Cita web|autore=Enrico Balducci|url=http://www.farmaciabalducci.it/Personali/Documenti/Mostro.pdf|formato=pdf|titolo=Il mostro di Firenze, un caso ancora aperto|sito=farmaciabalducci.it|data=11 maggio 2010|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140416181549/http://www.farmaciabalducci.it/Personali/Documenti/Mostro.pdf|dataarchivio=16 aprile 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.blogtaormina.it/2010/10/23/cosi-ho-preso-il-mostro/18363|titolo=Così ho preso il mostro|sito=blogtaormina.it}}</ref> L'ex dirigente della Squadra Anti-Mostro, che dopo l'indagine sui delitti delle coppiette ha lavorato negli Stati Uniti nel ruolo di ufficiale di collegamento fra il [[Federal Bureau of Investigation]] e la Dia,<ref>{{cita news||http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/26/non-dovevano-anticipare-il-mio-libro.html|Non dovevano anticipare il mio libro|Repubblica|||}}</ref> ha sempre sostenuto la tesi secondo cui Pacciani uccise le otto coppiette per motivi maniacali senza alcun complice o mandante, poiché un'intima "fantasia ossessiva" omicida è difficilmente condivisibile.<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/df3481192193946ce385084ff35d240a_19980116_mostro-firenze-perugini-non-elementi-a-ipotesi-complicita/ Archivio Storico Agi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151226190928/http://archivio.agi.it/articolo/df3481192193946ce385084ff35d240a_19980116_mostro-firenze-perugini-non-elementi-a-ipotesi-complicita/ |data=26 dicembre 2015 }}</ref><ref>[http://www.cronaca-nera.it/3636/mostro-di-firenze-intervista-ruggero-perugini Mostro di Firenze: intervista a Ruggero Perugini | Cronaca-Nera.it]</ref>
* Sul caso sono presenti anche idee alternative più di stampo settario-cospirazionista, che vedono i delitti come fatti di sangue legati a strategie occulte o organizzazioni internazionali: teorie che si basano su libri romanzati e non hanno alcuna base investigativa o tecnico-scientifica.<ref>{{Cita web|url=http://www.viveremacerata.it/?page=articolo&articolo_id=207681|titolo=Tolentino: Alessandro Bartolomeoli presenta il libro 'Cui prodest'|editore=Vivere Macerata|data=22 luglio 2009|accesso=7 maggio 2014}}</ref> Tornando a teorie che ipotizzano il mostro come legato alla "pista sarda", si segnala l'idea di un detective privato che riporta dubbi e retroscena su uno dei primi sospettati.<ref>{{Cita news|autore=Tommaso Carmignani|autore2=Andrea Ciappi|url=http://lanazione.ilsole24ore.com/empoli/cronaca/2009/11/30/266053-mostro_firenze.shtml|titolo=Mostro di Firenze "La mia verità sul delitto di Baccaiano"|pubblicazione=[[La Nazione]]|città=Empoli|data=30 novembre 2009|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref> Il criminologo ed avvocato Luca Santoni Franchetti, che seguì il caso sin dal 1974,<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/03/Pacciani_manca_una_parte_verita_co_0_9412039152.shtml " su Pacciani manca una parte di verità "<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> sostenne la tesi che gli omicidi del mostro non fossero opera di un solo assassino bensì delitti di gruppo, commessi da [[un clan]] di persone di provenienza sarda.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/ottobre/21/torna_ombra_del_clan_dei_co_0_9410211735.shtml torna l'ombra del clan dei sardi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://archivio.lastampa.it/articolo?id=6eb4cc7bf7267db0f7002a1042c9b3499932aeeb Archivio - LASTAMPA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Sempre sulla possibilità che l'assassino fosse nell'ambiente sardo coinvolto nelle indagini degli anni ottanta, il libro ''Il mostro di Firenze'' di Cecioni e Monastra dedica notevole rilievo alla possibilità che il ''mostro'' potesse essere Salvatore Vinci, pur mantenendo un profilo bilanciato che valuta tutte le teorie sul colpevole o i colpevoli.<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.com/2009/10/alessandro-cecioni-intervista-su-il.html|titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE: Alessandro Cecioni - Intervista su Il Tirreno - 11 aprile 2002|editore=insufficienzadiprove.blogspot.com|data=21 ottobre 2009|accesso=}}</ref> Lo scontro fra «colpevolisti» (coloro che credono nella colpevolezza o nel coinvolgimento di Pacciani e dei ''compagni di merende'') ed «innocentisti» (coloro che non condividono le sentenze e ritengono che il ''mostro'' non sia mai stato catturato) ha causato, agli inizi e alla metà degli anni 2000, un clima «pesante» di scontro aspro, caratterizzato anche da duri litigi e reciproche querele.<ref>{{Cita web|url=http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a6.04.05.13.14|titolo=Mostro di Firenze: il giornalista Mario Spezi denuncia il superpoliziotto Giuttari|sito=nove.firenze.it|data=5 aprile 2006|accesso=}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|titolo=Firenze, l'ombra del mostro e una guerra di spie e veleni|url=http://archivio.lastampa.it/articolo?id=7470384239f4281fde036beeff4c29caf4abe32f&dal=04%2F04%2F2006&al=06%2F04%2F2006&pubblicazione=&edizione=&dove=&testo=mostro&page=1|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=5 aprile 2006}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Manolo Morandini|url=http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2010/06/11/news/libro-sul-mostro-sott-accusa-in-tribunale-2082246|titolo=Libro sul mostro sott-accusa in tribunale|pubblicazione=[[Il Tirreno]]|città=Pontedera|data=11 giugno 2010}}</ref>
* Vincenzo Vinagli ha sostenuto a più riprese di aver conosciuto il Mostro, e che sarebbe stato un operaio umbro morto nel 1999, con problemi sessuali e violento, che agiva come killer solitario.<ref>[http://corrieredellumbria.corr.it/news/cronaca/282471/mostro-di-firenze-accuse-a-un-umbro.html Mostro di Firenze, accuse a un umbro]</ref><ref>Vincenzo Vinagli, ''Non tutti sanno ascoltare'', ed. Mito, 2007</ref>
* Un'altra vicenda coinvolse lo scrittore [[Alberto Bevilacqua]], in quanto tirato in ballo dopo le dichiarazioni della poetessa Annamaria Ragno, che aveva intervistato la sedicente sensitiva di Perugia [[Gabriella Pasquali Carlizzi]]. Le due donne furono condannate per calunnia aggravata contro Bevilacqua, che uscì provato dalla vicenda.<ref>[http://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2013/09/09/alberto-bevilacqua-storia-di-un-uomo-tormentato/98000/ Alberto Bevilacqua, storia di un uomo tormentato]</ref>
* '''Ipotesi Killer dello Zodiaco:''' La rivista [[Tempi (rivista)|''Tempi'']] ha pubblicato il 19 maggio 2018<ref>{{Cita web|url=https://www.tempi.it/storia-di-un-mostro#.Ww6Tb0iFPcs|titolo=Storia di un mostro {{!}} Tempi.it|sito=www.tempi.it|accesso=30 maggio 2018}}</ref> la prima parte di un'inchiesta giornalistica<ref>{{Cita web|url=https://www.tempi.it/storia-di-un-mostro/|titolo=Storia di un mostro|autore=Francesco Amicone|sito=Tempi|data=18 maggio 2018|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> nella quale si afferma che dietro al Mostro di Firenze si celerebbe il [[Killer dello Zodiaco]]<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.tempi.it/storia-di-un-mostro-ulisse-nero-lamericano-zodiac|titolo=Storia di un mostro. Ulisse, nero, l'americano, Zodiac {{!}} Tempi.it|sito=www.tempi.it|accesso=21 maggio 2018}}</ref>. Secondo Francesco Amicone, l'autore dell'inchiesta, il sospettato sarebbe un italo-americano residente prima negli Stati Uniti, dove avrebbe commesso i delitti attribuiti al Killer dello Zodiaco, e poi si sarebbe trasferito in Italia, per uccidere ancora e guadagnarsi il soprannome di Mostro di Firenze. L'uomo, secondo l'inchiesta, sarebbe lo stesso americano che Mario Vanni in una intercettazione del 2003 identifica con il nome di "Ulisse" e "nero" (questo nonostante il presunto serial killer non sia di carnagione scura e non sia conosciuto per professare tendenze politiche di destra)<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/10/il-colloquio-tra-lorenzo-nesi-e-mario.html|titolo=Il colloquio tra Lorenzo Nesi e Mario Vanni|sito=insufficienzadiprove.blogspot.it|lingua=en|accesso=28 maggio 2018}}</ref>. L'uomo, ex agente del [[Army Criminal Investigation Command|CID]] del 5th battaglione della Military Police USA, risulterebbe residente nella provincia fiorentina a partire dall'estate del 1974, pochi mesi dopo l'ultima lettera ufficiale inviata dal Killer dello Zodiaco al [[San Francisco Chronicle]]<ref name=":0" />. Inoltre avrebbe firmato i propri delitti e le proprie lettere facendo pesanti allusioni alla propria identità, che conterrebbe il vocabolo italiano "acqua"<ref>{{Cita news|url=https://ostellovolante.wordpress.com/la-teoria-dellacqua/|titolo=LA TEORIA DELL’ACQUA|pubblicazione=Il Mostro di Firenze|data=30 maggio 2018|accesso=30 maggio 2018}}</ref>. Il 29 maggio 2018, lo stesso giornalista pubblica su ''[[Il Giornale]]'' <ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/politica/killer-zodiac-mi-ha-confessato-sono-io-mostro-firenze-1533527.html|titolo=Il killer Zodiac mi ha confessato: «Sono io il mostro di Firenze»|autore=Francesco Amicone|sito=ilGiornale.it|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> le presunte parziali confessioni del presunto assassino. Il presunto serial killer, sempre secondo lo stesso giornalista, avrebbe anche dichiarato che i suoi colleghi di lavoro del [[Army Criminal Investigation Command|CID]] erano informati della sua "seconda vita" e che non si sarebbe costituito, nonostante il pentimento, "per evitare guai agli altri"<ref>{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/politica/killer-zodiac-mi-ha-confessato-sono-io-mostro-firenze-1533527.html|titolo=Il killer Zodiac mi ha confessato: «Sono io il mostro di Firenze»|pubblicazione=ilGiornale.it|accesso=30 maggio 2018}}</ref>. A seguito di questi articoli, Francesco Amicone ha denunciato<ref>{{Cita news|url=https://ostellovolante.com/2018/06/01/la-denuncia/|titolo=LA DENUNCIA CONTRO BEVILACQUA|pubblicazione=Il Mostro di Firenze|data=1º giugno 2018|accesso=8 ottobre 2018}}</ref> il cittadino statunitense di origine italiana Giuseppe "Joe" Bevilacqua, il quale ha smentito la confessione<ref>{{Cita news|url=http://firenze.repubblica.it/cronaca/2018/06/01/news/mostro_di_firenze_parla_l_ex_militare_bevilacqua_mai_fatto_quella_confessione_-197930225/|titolo=Mostro di Firenze, parla Bevilacqua: "Mai fatto quella confessione"|pubblicazione=Repubblica.it|data=1º giugno 2018|accesso=8 ottobre 2018}}</ref>. Bevilacqua, accusato da Amicone di essere il responsabile dei delitti del Mostro e di Zodiac, era stato "supertestimone" dell'Accusa nel primo processo a Pietro Pacciani<ref name="ricerca.repubblica.it_A" /> e risiedeva a qualche centinaio di metri di distanza dal luogo del duplice delitto del 1985.
 
Nell'ipotesi di Filastò il ''mostro'' è un ''[[serial killer]]'' di tipo ''lust murder'' affetto da una grave patologia sessuale, attivo perlomeno dal 1968 al 1993 (omicidi Francesco Vinci - Milva Malatesta) e mai entrato nelle indagini.<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.ch/2009/10/alessandro-cecioni-intervista-su-il.html|titolo=Insufficienza di prove: Nino Filastò - Intervista su Metropoli - 15 aprile 2009|editore=insufficienzadiprove.blogspot.com|data=9 dicembre 2009}}</ref> Alcuni elementi, come per esempio il libretto di circolazione trovato fuori posto nella macchina di una coppietta uccisa, oppure la capacità del ''mostro'' di avvicinarsi agevolmente alle vetture, portano l'avvocato a inquadrare l'assassino come un «uomo in divisa». Qualcuno che potrebbe essere capace di interagire con le indagini e, addirittura, conoscere e anticipare alcune mosse degli inquirenti. Secondo il legale, la storia del mostro potrebbe somigliare molto a quella di [[Caryl Chessman]], che prima di venire giustiziato dichiarò: «Non ero io che fingevo di essere un poliziotto, era un poliziotto vero che abbagliava le future vittime con il fanale rosso della polizia messo sulla sua auto».<ref>{{Cita web|url = http://archivio.unita.it/risric.php?key=%22fanale%20rosso%20della%20polizia%20messo%20sulla%20sua%20auto%22&xml=1&funz=AND&orderby=0&ordermode=0&group=1&psid=0&anno=2004|titolo = l'Unità del 5 febbraio 2004, scarica pagina in pdf|data = 5 febbraio 2004|autore = Saverio Lodato|editore = L'Unita'.it (archivio)|citazione = Non ero io che fingevo di essere un poliziotto, era un poliziotto vero che abbagliava le future vittime con il fanale rosso della polizia messo sulla sua auto|accesso = 4 gennaio 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160104233408/http://archivio.unita.it/risric.php?key=%22fanale%20rosso%20della%20polizia%20messo%20sulla%20sua%20auto%22&xml=1&funz=AND&orderby=0&ordermode=0&group=1&psid=0&anno=2004|urlmorto = sì (???
== Misteri connessi alla vicenda ==
segnalo: Chessman non ha mai ammesso di essere un assassino)}}</ref> Radicale è anche la critica di Filastò verso le teorie «esoteriche» e «di gruppo» sulla vicenda, ritenute antistoriche e criminologicamente incompatibili con delitti seriali di stampo maniacale. Infatti Filastò considera assurda e grottesca l'ipotesi di una setta o un'organizzazione che usava i cosiddetti compagni di merende come manovalanza, e in ''Storia delle merende infami'' viene fatta una comparazione storica tra la caccia alle streghe della Santa Inquisizione e alcune scelte investigative intraprese nel caso.<ref>{{Cita web|autore=Sergio Palumbo|url=http://www.culturaspettacolo.it/index.asp?action=showarticle&idart=377|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111130100905/http://www.culturaspettacolo.it/index.asp?action=showarticle&idart=377|titolo=Recensione del libro "Storia delle merende infami" di Nino Filastò (Maschietto Editore)|editore=CulturaSpettacolo.it|data=16 ottobre 2006|urlmorto=sì}}</ref>
Ufficialmente la vicenda del Mostro di Firenze termina con la condanna ai compagni di merende. Tuttavia, una serie di misteriosi avvenimenti, accaduti sia nel periodo dei delitti, sia negli anni precedenti e seguenti ai processi riguardanti il caso, ha dato adito a molte supposizioni sul fatto che la vicenda non solo non sia stata mai completamente chiarita, ma che, al contrario, abbia lasciato molti punti oscuri.
 
=== Ipotesi Zodiac - Joe Bevilacqua ===
* Alle 2:00 del mattino del 22 agosto [[1968]], il piccolo Natalino Mele di 6 anni raggiunse al buio, scalzo e scioccato, un casolare sito ad oltre 2 chilometri di distanza da dove è parcheggiata l'automobile dove sono stati appena uccisi la madre ed il suo amante. I calzini completamente puliti del bambino ed il fatto che il campanello del casolare è situato ad un'altezza irraggiungibile da parte del piccolo sono stati al centro di un lungo dibattito sul fatto se il bambino avesse effettivamente raggiunto il casolare senza l'aiuto di qualche adulto. Lo stesso Natalino, dietro minaccia dal maresciallo Ferrero di essere punito se non avesse detto la verità, cambia versione dicendo di essere stato portato fino al casolare dal padre.<ref>[https://fattidicronacanera.blogspot.it/2014/09/delitto-1968-seconda-parte-il-figlio.html Delitto 1968: seconda parte - IL FIGLIO DELLA NOTTE – Capitolo primo]</ref> Ad oggi non si sa come realmente andarono i fatti quella notte.<ref>[http://www.cronaca-nera.it/2297/mostro-di-firenze-zone-ombra-capitolo-1 Mostro di Firenze: le zone d'ombra, capitolo 1]</ref> Natalino Mele, una volta cresciuto, rilasciò un'intervista a [[Mario Spezi]] nella quale affermò di avere nella memoria tanti vuoti che lo avrebbero convinto a sostenere che le sue non erano amnesie provocate dallo choc subito da piccolo, ma qualcosa di più complesso. Egli sosteneva di essere stato vittima di un [[lavaggio del cervello]] ma non esiste alcuna prova che tali definizioni siano vere.<ref name="pistaesoterica" /><ref>[http://www.cronaca-nera.it/2308/mostro-di-firenze-scena-primaria-capitolo-2 Mostro di Firenze: la scena primaria, capitolo 2]</ref> L'8 marzo [[2011]] la casa di Natalino Mele e della sua compagna Loredana venne distrutta da un incendio. Da quel momento si sono perse le sue tracce<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/interni/bimbo-salvato-mostro-ora-scomparso-nel-nulla-983913.html Il bimbo salvato dal mostro ora è scomparso nel nulla]</ref> fino al [[2014]], quando è stato fotografato da un giornalista mentre partecipava ad una manifestazione, sotto il [[Palazzo Medici Riccardi|palazzo prefetturale di Firenze]], contro gli sgomberi delle case occupate.<ref>[http://blog.ilgiornale.it/terzi/2014/08/12/natalino-mele-il-bambino-che-vide-il-mostro-di-firenze-oggi-vive-senza-fissa-dimora/ "Natalino Mele, il bambino che vide il mostro di Firenze, oggi vive senza fissa dimora"]</ref>
In un'inchiesta condotta in proprio dal giornalista freelance Francesco Amicone, figlio del più noto [[Luigi Amicone]], il Mostro di Firenze viene identificato nel serial killer americano [[Killer dello Zodiaco|Zodiac]], che sarebbe il testimone del processo Pacciani.
* Nel gennaio [[1980]] un pensionato viene ritrovato morto nel parco delle Cascine di Firenze ucciso da un corpo contundente.<ref name=lanottedegliindiani />
* Il 23 dicembre [[1980]] il contadino Renato Malatesta, marito di Antonietta Sperduto, donna che era stata amante di Pacciani e Vanni, venne ritrovato impiccato nella stalla della sua casa.<ref name=inchiestamaledetta>[http://firenze.repubblica.it/dettaglio/pacciani-e-le-morti-misteriose-nellinchiesta-maledetta/1430523 Pacciani e le morti misteriose nell'inchiesta maledetta]</ref> A detta della moglie, autori del delitto sarebbero stati proprio Pacciani e Vanni e a supporto di questa affermazione la donna disse che un giorno Pacciani l'aveva minacciata dicendole '''«'''attenta a non parlare di quello che ti abbiamo fatto, ti si fa fare la stessa fine che abbiamo fatto fare a tuo marito.'''»'''<ref>[https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/04/maria-antonietta-sperduto.html INSUFFICIENZA DI PROVE - Maria Antonietta Sperduto Malatesta]</ref>
* Nell'ottobre [[1983]], nei pressi di [[Fiesole]] in località [[Cave di Maiano]], un cercatore di funghi vouyeurista venne massacrato a coltellate.<ref name="lanottedegliindiani">{{Cita news|url=http://www.cronaca-nera.it/2323/mostro-di-firenze-la-notte-degli-indiani-capitolo-4|titolo=Mostro di Firenze: la notte degli indiani, capitolo 4 -|pubblicazione=Cronaca-Nera.it|data=27 luglio 2011|accesso=13 novembre 2018}}</ref>
* Il 14 dicembre [[1983]] la prostituta Clelia Cuscito, che si frequentava con Mario Vanni, venne torturata con un'arma da taglio e soffocata con il filo del telefono.<ref>[https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/01/clelia-cuscito.html INSUFFICIENZA DI PROVE - Clelia Cuscito]</ref>
* Tre giorni dopo il delitto di [[Baccaiano]], l'autista dell'ambulanza che estrasse Paolo Mainardi ancora vivo dall'auto, sembra che abbia ricevuto una misteriosa e inquietante telefonata da parte di un uomo che, spacciandosi per un magistrato, cercò di ottenere dettagli su cosa avesse detto la vittima prima di morire. Al rifiuto dell'autista di parlare della cosa per telefono, l'uomo avrebbe cominciato a minacciarlo qualificandosi come l'assassino. L'episodio non poté mai essere verificato quindi non è possibile affermare con certezza sia che esso sia avvenuto sia che la telefonata sia stata realmente fatta dall'assassino.<ref>[http://www.cronaca-nera.it/2334/mostro-di-firenze-escalation-orrore-capitolo5 Mostro di Firenze: l'escalation dell'orrore, capitolo 5]</ref>
* Nel settembre [[1985]], pochi giorni prima del delitto degli Scopeti, un altro uomo venne ucciso nel parco delle Cascine di Firenze con una coltellata alla schiena.<ref name=lanottedegliindiani />
* Poco dopo il delitto dei due giovani francesi, una donna, mentre si trovava in treno nella zona di Scandicci, venne avvicinata da un uomo molto distinto che le disse che in quel giorno era stato fatto pervenire al Sostituto Procuratore Della Monica un brandello di seno di una vittima del mostro. La donna non diede grande peso alla cosa fino a quando venti giorni dopo lesse sul giornale la notizia della lettera anonima alla dottoressa Della Monica contenente un pezzo di seno.<ref name=pistaesoterica />
* Francesco Vinci, uno dei vari sospettati iniziali, fu trovato assassinato il 7 agosto [[1993]] insieme a un amico, Angelo Vargiu, in una pineta nei pressi di [[Chianni]]. I loro corpi, incaprettati, erano stati rinchiusi nel bagagliaio di una [[Volvo]] data alle fiamme. Si ipotizzò un collegamento con la vicenda del "mostro", ipotesi però quasi subito scartata<ref name="ReferenceC"/>; più probabilmente, date anche le modalità del delitto, era da ritenersi una vendetta nata in ambienti malavitosi sardi attorno ai quali pare che Vinci gravitasse. Il caso è rimasto sostanzialmente insoluto.<ref name=autogenerato1 />
* La prostituta Milva Malatesta, figlia di Renato e Antonietta Sperduto (la donna che era stata l'amante di Pacciani e Vanni), venne trovata, insieme al figlio Mirko Rubino, di soli 3 anni, bruciata nella sua Panda il 17 agosto del [[1993]], pochi giorni dopo l'omicidio di Francesco Vinci (ucciso con le stesse modalità), che in passato era stato suo amante. Per questo duplice omicidio venne processato Francesco Rubino, compagno della Malatesta e padre del piccolo Mirko, che però venne assolto in tutti e tre i gradi di giudizio per non aver commesso il fatto e tale duplice delitto è rimasto a tutt'oggi insoluto.<ref name=pistaesoterica /><ref name=inchiestamaledetta />
* Il 25 maggio [[1994]] la prostituta Anna Milvia Mattei, la quale conviveva con Fabio Vinci, il figlio di Francesco, venne strangolata e bruciata nella sua casa di San Mauro.<ref name=pistaesoterica /><ref name=inchiestamaledetta /> Dell'omicidio fu imputato Giuseppe Sgangarella, amico di Francesco Vinci e anche di Pietro Pacciani, con il quale aveva condiviso la cella durante la sua detenzione.<ref>[https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2008/12/anna-milvia-mattei.html INSUFFICIENZA DI PROVE - Anna Milvia Mattei]</ref>
* Claudio Pitocchi, operaio di [[Tavarnelle Val di Pesa|Tavarnelle]] che aveva testimoniato al processo Pacciani, muore in un incidente stradale l'8 dicembre [[1995]].<ref name=inchiestamaledetta />
* Quando nel [[1996]] Pietro Pacciani venne assolto in appello e fece ritorno a casa non vi trovò più la moglie Angiolina Manni. La donna infatti, non volendo più avere nessun rapporto con l'uomo, pare se ne fosse andata via di casa e nel luglio dello stesso anno avviò anche le pratiche per la separazione dal marito. Pacciani non convinto dell'allontanamento volontario presentò una denuncia per sequestro di persona affermando che qualcuno (forse la locale USL) aveva portato via la moglie e l'aveva fatta internare in una casa di cura.<ref name="archivio.lastampa.it"/> A sostegno di questa tesi vi sono le affermazioni di alcuni vicini di casa che asserirono di aver visto la donna trascinata via di forza da diverse persone. Tali denunce caddero comunque nel vuoto e la Manni non ricontattò più in alcun modo il marito, nonostante che questi lanciò diversi appelli a giornali e televisioni, in cui chiedeva alla moglie, inesorabilmente invano, di tornare a vivere assieme a lui.<ref name=pistaesoterica>[http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/il_mostro_di_firenze.htm IL MOSTRO DI FIRENZE: la pista esoterica]</ref> Angiolina Manni è deceduta il [[23 novembre]] [[2005]], in una casa di riposo di [[Radda in Chianti]] dove risiedeva da diverso tempo, all'età di 76 anni.
 
Giuseppe alias Joseph Bevilacqua, chiamato "Joe" ([[Totowa]], New Jersey, 20 dicembre 1935 - 23 dicembre 2022, [[Sesto Fiorentino]]).<ref name=":72">{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/26994266/mostro-di-firenze-pista-porta-cimitero-usa-clamorosa-svolta-chi-killer.html|titolo=Mostro di Firenze, la nuova pista che porta al cimitero Usa: clamorosa svolta, chi è il killer?}}</ref>
== Sviluppi successivi della vicenda ==
 
I primi articoli dell'inchiesta di Amicone sulla connessione "Mostro-Zodiac" vengono pubblicati nel maggio 2018 da [[Tempi (rivista)|tempi.it]]<ref>{{Cita web|url=https://www.tempi.it/il-mostro-di-firenze-e-zodiac/|titolo=Il Mostro di Firenze è Zodiac. L'"impronta digitale" del serial killer Usa nei delitti in Toscana degli anni 80 - Tempi|data=|accesso=7 febbraio 2024|dataarchivio=3 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220303234510/https://www.tempi.it/il-mostro-di-firenze-e-zodiac/|urlmorto=sì}}</ref> e ''[[Il Giornale]]''<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/politica/killer-zodiac-mi-ha-confessato-sono-io-mostro-firenze-1533527.html|titolo=Il killer Zodiac mi ha confessato: «Sono io il mostro di Firenze»|sito=ilGiornale.it|data=29 maggio 2018|accesso=7 febbraio 2024}}</ref>. Usciranno due nuovi articoli nel 2021 su ''[[Libero (quotidiano)|Libero]].''<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/26994266/mostro-di-firenze-pista-porta-cimitero-usa-clamorosa-svolta-chi-killer.html|titolo=Mostro di Firenze, la nuova pista che porta al cimitero Usa: clamorosa svolta, chi è il killer?|sito=www.liberoquotidiano.it|accesso=7 febbraio 2024}}</ref> Da allora, il giornalista proseguirà a dare aggiornamenti sul suo blog [https://ostellovolante.com/ ostellovolante]. Nel corso degli anni la vicenda, raccontata anche in un podcast di [[Lucky Red]] intitolato "La teoria dell'acqua" nel 2023, sarà più volte citata dai media italiani, tra i quali il programma "Pulp Podcast" condotto dal rapper [[Fedez]] e dallo youtuber Mr. Marra nel marzo 2025.<ref name=":41" /><ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/14/il-mostro-di-firenze-e-zodiac-sono-la-stessa-persona-lo-dira-il-test-del-dna-la-suggestiva-ipotesi-nel-pulp-podcast-di-fedez/7913704/|titolo="Il mostro di Firenze e Zodiac sono la stessa persona? Lo dirà il test del Dna": la suggestiva ipotesi nel Pulp Podcast di Fedez|sito=Il Fatto Quotidiano|data=14 marzo 2025|accesso=3 maggio 2025}}</ref>
* Venne rinvenuta nel 2011, nel deposito della polizia giudiziaria di [[Potenza (Italia)|Potenza]], una pistola dello stesso modello usato per i delitti del mostro, una Beretta calibro 22 che secondo le indagini della scientifica potrebbe essere stata acquistata a Sassari nel 1960 e vi sono alte probabilità che fosse quella di Stefano Aresti, amico di Salvatore Vinci, sardo emigrato in Toscana proprio nel 1960; Vinci fu uno dei protagonisti della pista sarda, aperta dagli inquirenti quando si scoprì che i bossoli Winchester long rifle con la lettera "H" incisa sul fondello trovati sui luoghi degli omicidi erano stati sparati dalla stessa pistola del primo omicidio del 1968 quando venne uccisa la moglie di Stefano Mele, un manovale sardo emigrato in Toscana.<ref name="lanuovasardegna.gelocal.it">{{Cita news|autore=Antioco Fois|url=http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/03/02/news/mostro-di-firenze-spunta-pistola-comprata-a-sassari-1.6624700|titolo=Mostro di Firenze, spunta pistola comprata a Sassari|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|città=Potenza|data=2 marzo 2013}}</ref><ref name="tgcom24.mediaset.it">{{Cita TV|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/videodallarete/1002406/mostro-firenze-trovata-la-sua-pistola.shtml|titolo=Mostro Firenze, trovata la sua pistola?|editore=[[TGcom24]]|data=1º marzo 2013|accesso=}}</ref> In tutto il mondo ci sono cinque pistole con una matricola che inizia con quelle cifre. Due sono state vendute a New York, una a Roma ed un'altra in Campania: tutte armi ancora possedute dai proprietari, ad eccezione di quella che Aresti non ha più in suo possesso.<ref name="tgcom24.mediaset.it" /> La notizia però, col tempo, ha preso il sapore della «bufala». Infatti l'amico/parente di Salvatore Vinci si chiamava Franco Aresti e non Stefano.<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2008/12/franco-arresti.html|titolo=Franco Aresti|editore=insufficienzadiprove.blogspot.it|data=17 dicembre 2008|accesso=}}</ref><ref>{{Cita|Preston-Spezi, 2006|p. 140}}.</ref> Successivamente poi le analisi del [[Reparto investigazioni scientifiche|RIS]] di Roma hanno escluso che si tratti dell'arma del ''mostro'', poiché il modello di quest'ultima era completamente diverso da quello della pistola rinvenuta a Potenza.<ref>{{Cita web|url=http://www.radiomugello.it/cronaca/la-beretta-di-potenza-non-e-quella-del-mostro-di-firenze/|titolo=La Beretta di Potenza non è quella del Mostro di Firenze|editore=Radio Mugello|data=8 marzo 2013|accesso=}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Leo Amato|url=http://www.ilquotidianocalabria.it/news/cronache/711389/-La-pistola-del-mostro-e.html|titolo="La pistola del mostro è un'altra" Parla il perito del processo a Pacciani|pubblicazione=[[Il Quotidiano della Calabria]]|data=3 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131103171823/http://www.ilquotidianocalabria.it/news/cronache/711389/-La-pistola-del-mostro-e.html|dataarchivio=3 novembre 2013}}</ref>
 
Bevilacqua diventa oggetto delle attenzioni di Amicone nel 2017. Sulla base di alcune ricerche il giornalista ritiene che l'italo-americano possa essere non solo il Mostro ma il serial killer statunitense [[Killer dello Zodiaco|Zodiac]].<ref name=":30" />
* Nel 2018 viene annunciato il ritrovamento di una traccia genetica non riconducibile alle vittime in un reperto dimenticato dell'ultimo delitto, un fazzoletto insanguinato, trovato all'epoca (alcuni giorno dopo il delitto degli Scopeti) in un cespuglio assieme a dei guanti da chirurgo, su cui il professor Riccardo Cagliesi dell'Istituto di Medicina Legale di Firenze, il 7 novembre 1985 aveva redatto una relazione di 13 pagine, indicante che il materiale era sangue umano di gruppo B (compatibile ad esempio con il gruppo sanguigno di Mario Vanni ma non con quello di Pacciani) e il frammento pilifero un capello umano, color castano, come i capelli ritrovati sui corpi di Susanna Cambi e Stefano Baldi, vittime del 1981. Il reperto era stato poi dimenticato; a fine luglio 2017, la procura di Firenze ha fatto eseguire l'esame del DNA, da confrontare con quello dei sospetti e dei condannati in via definitiva. Reperti genetici attendibili sono stati estratti anche dalle buste inviate ai magistrati dal killer<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3303034|titolo=Mostro di Firenze, isolato il dna su un fazzolettino|autore=AMADORE AGOSTINI e STEFANO BROGIONI|sito=La Nazione|data=1501441992094|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>, così come è stata ordinata una nuova analisi forense-balistica di tutti i bossoli ancora conservati.<ref name=":3" />
 
Fra il 1974 e il 1988 Bevilacqua ha risieduto e lavorato al [[Florence American Cemetery and Memorial|Cimitero Americano di Firenze]] (situato nell'area a sud di Firenze dove sono avvenuti la maggior parte degli omicidi del Mostro)<ref name=":2822">{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2021/10/26/joe-bevilacqua-documenti-biografici/|titolo=Joe Bevilacqua. Documentazione biografica ufficiale|autore=Francesco Amicone|sito=Zodiac Killer - Mostro di Firenze|data=26 ottobre 2021|lingua=en|accesso=7 febbraio 2024}}</ref> diventandone direttore nel 1977.<ref>American Battle Monuments Commission, [https://ostellovolante.files.wordpress.com/2021/10/joe-bevilacqua-bio-abmc-traduzione.pdf Joseph Bevilacqua - Biographical Data Sheet], 2019</ref> Nel 1994 ha deposto al Processo Pacciani, dichiarando alla Corte di aver identificato l'imputato in uno sconosciuto avvistato qualche giorni prima dell'ultimo duplice omicidio ai margini di un bosco nell'area del delitto.<ref name=":622">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/07/pacciani-era-nel-bosco.html|titolo=' PACCIANI ERA NEL BOSCO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=29 aprile 2021}}</ref> Bevilacqua ha anche affermato di avere visto le ultime vittime del Mostro due volte nei giorni antecedenti al duplice omicidio, l'ultima sulla piazzola che sarebbe diventata la scena del crimine, distante poche centinaia di metri dal cimitero.<ref name=":2822" /><ref>{{Cita web|url=http://insufficienzadiprove.blogspot.com/2011/07/giuseppe-bevilacqua-deposizione-del-06.html|titolo=Giuseppe Bevilacqua - Deposizione del 06 giugno 1994 - Prima parte|autore=Flanz|lingua=en|accesso=25 febbraio 2024}}</ref>
*Il 29 maggio 2018, come già detto, un giornalista de 'Il Giornale' afferma di aver raccolto la confessione di un ex funzionario americano, il quale sosterrebbe di essere sia il Mostro di Firenze che il killer dello zodiaco, ma l'ipotesi è facile da scartare.
 
Il 1º marzo 2018, alla Stazione Carabinieri di Lecco,<ref>Francesco Amicone, Stazione dei Carabinieri di Lecco, ''{{cita testo|url=https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/01/2018-denuncia-joe-bevilacqua.pdf|titolo=Querela-denuncia nei confronti di Giuseppe Bevilacqua}},'' 1 marzo 2018</ref> Amicone sporge denuncia contro Bevilacqua per un'ammissione di colpevolezza (non registrata) per il crimini del Mostro e Zodiac,<ref name=":32">Carabinieri di Lecco, ''[https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/02/bevilacqua-dichiarazioni-amicone-carabinieri-ros-2018.pdf Verbale di sommarie informazioni di Francesco Amicone]'', 1 marzo 2018</ref> avvenuta in seguito ad alcuni incontri nella primavera-estate del 2017.<ref name=":30">{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2023/08/14/inchiesta-joe-bevilacqua-tappe-indagine-zodiac-mostro/|titolo=L’indagine su Joe Bevilacqua fino al DNA. Tappe dell’inchiesta giornalistica Zodiac-Mostro|autore=Francesco Amicone|sito=Zodiac Killer - Mostro di Firenze|data=14 agosto 2023|lingua=en|accesso=7 febbraio 2024}}</ref> L'italo-americano, apparentemente convinto da Amicone a costituirsi, avrebbe fatto intendere di avere la pistola del Mostro oltre che confermare implicitamente al giornalista di essere il serial killer americano.<ref name=":31">ROS Carabinieri di Firenze, ''[https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/02/bevilacqua-dichiarazioni-amicone-carabinieri-ros-2018.pdf verbale di sommarie informazioni di Francesco Amicone, procedimento n. di RGNR 879/18]'', 19 giugno 2018</ref> Dei colloqui fra Bevilacqua e Amicone ne verranno riscontrati sette in sei giorni duranti all'incirca due, tre ore, risalenti al periodo 26 maggio - 10 agosto 2017, in un'analisi dei tabulati telefonici del 2018 del ROS Carabinieri di Firenze.
* Nel 2019 viene reso nota una perizia secondo la quale l'arma del Mostro potrebbe non essere stata la famosa Beretta calibro 22 ma un'arma modificata o un'altra calibro 22, o la stessa Beretta ma con la canna sostituita.<ref>[https://www.nove.firenze.it/mostro-di-firenze-larma-sconosciuta-per-anni-si-e-cercata-una-beretta.htm Mostro di Firenze: il mistero della Beretta calibro 22]</ref>
 
Nel maggio 2018, Amicone porta allo scoperto la carriera ventennale di Bevilacqua nell'esercito americano, anticipando agli inquirenti che l'italo-americano, a suo dire, conosceva Pacciani,<ref name=":35" /> come lo stesso Bevilacqua conferma nelle sue dichiarazioni successive al ROS contraddicendosi con quanto testimoniato nel 1994.<ref name=":36">Raggruppamento Operativo Speciale, Carabinieri di Firenze, {{cita testo|titolo=Verbale di sommarie informazioni rese da Giuseppe Bevilacqua|url=https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/01/2018-dichiarazioni-joe-bevilacqua.pdf}}, 30 maggio 2018</ref>
===Giampiero Vigilanti===
[[File:Giampiero Vigilanti.jpg|thumb|300px|Giampiero Vigilanti mostra al fotografo di un giornale la pistola High Standard calibro 22 e una vecchia foto della Legione Straniera (1998)]]
Giampiero Vigilanti, un ex legionario, nato nel 1930, residente a [[Prato]] ed originario di [[Vicchio del Mugello]] che conosceva Pacciani (suo compaesano, con cui, a suo dire, nel 1948 ebbe una lite e uno scontro fisico in cui Pacciani ebbe la peggio ricevendo una bastonata in testa<ref name=vigilanti4/>), è stato iscritto nel registro degli indagati nel 2017; era già stato perquisito nel settembre del 1985, tre giorni prima della prima perquisizione a Pacciani e pochi giorni dopo l'ultimo delitto, a seguito della segnalazione di alcuni vicini che lo indicarono come possibile responsabile dei delitti del mostro, e per il fatto che la sua automobile somigliava a quella vista quando venne realizzato l'identikit; nella sua abitazione furono trovati alcuni ritagli di giornali sui delitti; egli era conoscente di quasi tutte le persone implicate a vario modo nella vicenda, compresi i compagni di merende, i sardi e Narducci<ref name=vigilanti>[https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-firenze-indagine-1.3876277 Mostro di Firenze, l'intervista esclusiva a Vigilanti. "Su di me nessuna prova"]</ref>; negli anni '50 aveva combattuto in [[Indocina]] con la [[legione straniera francese]] in cui si arruolò nel [[1952]]<ref name=vigilanti4/>, venendo anche, secondo il suo stesso racconto, [[Sepoltura da vivo|sepolto vivo]]<ref name=tempi/> dai [[Viet Minh]], restando loro prigioniero per 20 giorni.<ref>In un'intervista parla erroneamente dei [[Vietcong]], fondati solo nel 1962</ref> Il maresciallo Antonio Amore, che lo perquisì la prima volta, vide in casa sua una foto dove Vigilanti posava accanto a cadaveri decapitati di nemici, e con in mano una testa mozzata, rimanendone impressionato. Vigilanti ha dichiarato di aver ucciso circa 300-500 nemici durante la [[guerra d'Indocina]].<ref name=vigilanti4/> Dopo aver lasciato la legione nel 1960, lavorò come comparsa nel cinema, aprì un [[nightclub]] a [[Marsiglia]], fece diversi lavori e poi si impiegò in un'impresa di [[pompe funebri]] a Prato fino alla pensione.<ref name=vigilanti4/>
 
Nel 1968 Bevilacqua era in Vietnam, ma secondo il giornalista avrebbe sostituito i reperti trovati nel fascicolo Mele nel 1982 per attribuirsi il delitto di Signa.<ref>{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/27112986/mostro-firenze-pietro-pacciani-depistaggio-decisivo-chi-c-e-dietro-svolta.html|titolo=Mostro di Firenze, Pietro Pacciani incastrato? "Il depistaggio decisivo, chi c'è dietro": la svolta|sito=www.liberoquotidiano.it|accesso=14 maggio 2024}}</ref> A questo proposito, nel 2021 Amicone allegherà a un'integrazione alla denuncia a carico di Bevilacqua una relazione contenente 21 interviste ad esperti balistici e i risultati di un test al poligono<ref>Carabinieri di Firenze, ''Verbale di integrazione alla denuncia a carico di Giuseppe Bevilacqua proc. n. 879/18'', https://ostellovolante.com/wp-content/uploads/2024/01/integrazioni-mostro-bevilacqua-2021.pdf, 22 aprile 2021.</ref> da cui si evincerebbe che i proiettili e bossoli della pistola del Mostro trovati nel fascicolo Mele potrebbero non essere gli stessi del 1968, fornendo una ricostruzione del possibile depistaggio.<ref>{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2021/08/05/mostro-zodiac-delitto-1968-depistaggio/|titolo=Signa 1968. La mano del Mostro nel depistaggio|autore=Francesco Amicone|sito=Zodiac Killer - Mostro di Firenze|data=5 agosto 2021|lingua=en|accesso=14 maggio 2024}}</ref>
Un testimone del 1984 disse che una persona osservò le vittime Claudio Stefanacci e Pia Rontini con insistenza prima del delitto; quest'uomo fu descritto come persona alta, robusta, vestita elegante, e con un grosso anello al dito, come l'anello legionario portato da Vigilanti, e, invitato a partecipare ai funerali, non venne. Tuttavia l'anello originale andò perso.<ref name=vigilanti/> Amore riscontrò anche una somiglianza con l'aspetto del killer, ma il legionario non fu indagato, benché si trovasse nel 1986 nella stessa lista di 38 sospetti stilata dalla polizia e dalla SAM di Ruggero Perugini, in cui si trovava anche Pietro Pacciani (Vigilanti al numero 38, Pacciani al 31).<ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/08/09/dopo-lultimo-delitto-la-perquisizione-allex-legionarioFirenze08.html Dopo l'ultimo delitto la perquisizione all'ex legionario]</ref> Vigilanti ha dichiarato nel 2017 che Pia Rontini fu uccisa "per un rifiuto"<ref name=vigilanti2/>, ed era molestata da un medico.<ref name=vigilanti3>[https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3299333 Mostro di Firenze, la verità dell'ex legionario. "Pia Rontini uccisa per un rifiuto"]</ref>
 
Dopo la pubblicazione dei primi articoli di Amicone sulla connessione Mostro-Zodiac nel 2018, Bevilacqua nega ogni addebito e querela il giornalista per diffamazione.<ref name=":37">{{Cita web|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2018/06/01/news/mostro_di_firenze_parla_l_ex_militare_bevilacqua_mai_fatto_quella_confessione_-197930225/|titolo=Mostro di Firenze, parla Bevilacqua: "Mai fatto quella confessione"|sito=la Repubblica|data=1º giugno 2018|accesso=25 febbraio 2022}}</ref>
Nove anni più tardi, nel 1994, a causa di una lite con un vicino di casa subì una seconda perquisizione e vennero trovati 176 proiettili della stessa marca di quelli usati nei delitti, punzonati con la lettera H, ma gli accertamenti non portarono a nulla e Vigilanti venne scagionato. Per gli 8 duplici omicidi, vista la vicinanza di Vigilanti con l'[[estrema destra]], venne ipotizzata una nuova pista legata alla [[strategia della tensione in Italia]] in base alla quale i delitti sarebbero stati commessi per distrarre i magistrati dall’attività eversiva dell'epoca. Nel 1998, anno della morte di Pacciani, Vigilanti tornò ancora alla ribalta partecipando a un programma televisivo dove affermò di aver avuto una grossa eredità da uno zio "Joe" americano mai identificato.<ref name=nove/>
 
La delega per gli accertamenti investigativi al ROS di Firenze firmata dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco, titolare delle indagini sul Mostro, risale al 29 maggio 2018.<ref>Luca Turco, ''[https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/02/bevilacqua-turco-colizzi-ros-procura-firenze-indagini-2018.pdf delega investigativa al ROS Carabinieri di Firenze, procedimento n. di RGNR 879/18]'', 29 maggio 2018</ref> Già il 2 giugno 2018, rompendo il riserbo la Procura di Firenze comunica informalmente tramite ''La Nazione''<ref name=":33">{{Cita pubblicazione|autore=Raggruppamento Operativo Speciale, Carabinieri di Firenze|data=12 giugno 2018|titolo=Annotazione sull'analisi dei tabulati telefonici, procedimento n. di RGNR 879/18, Procura della Repubblica di Firenze|url=https://ostellovolante.com/wp-content/uploads/2024/05/mostro-annotazione-tabulati-bevilacqua-amicone-2018.pdf}}</ref> che la denuncia di Amicone sarebbe priva di riscontri, rendendo indirettamente noto il fatto che manchi una registrazione dell'ammissione.<ref name=":26">{{Cita news|autore=Stefano Brogioni|titolo=La bufala Zodiac in tribunale|pubblicazione=La Nazione|data=2 giugno 2018}}</ref> All'epoca di questa comunicazione, risulta già emersa la contraddizione sulla conoscenza di Pacciani da parte di Bevilacqua,<ref name=":36" /> che lo ha rivelato ai Carabinieri durante l'unico accertamento effettuato fino ad allora, cioè sentirlo a sommarie informazioni nella sua abitazione alla presenza della moglie, una figlia e del nipote.<ref name=":27">Giuseppe Colizzi, ROS Carabinieri di Firenze, [https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/02/bevilacqua-turco-colizzi-ros-procura-firenze-indagini-2018.pdf nota d'indagine sulle sommarie informazioni rese da Giuseppe Bevilacqua], 1 giugno 2018</ref> La decisione di escutere l'italo-americano a casa sua in presenza dei parenti sarebbe stata presa per l'età avanzata e il suo stato di apprensione,<ref name=":27" /> riferisce il comandante del ROS di Firenze Giuseppe Colizzi, che conduce le indagini sul campo, e avrebbe impedito di prelevarne il DNA,<ref name=":27" /> acquisito solo nel 2020 dalla Procura di Siena, PM Nicola Marini, nell'ambito delle indagini sull'omicidio della taxista Alessandra Vanni.<ref name=":72" />
L'ipotesi fu poi ripresa nel 2017 dopo un esposto dell’avvocato Vieri Adriani, legale dei familiari di Nadine Mauriot, una delle vittime e che sostenne che i delitti cessarono nel 1985, proprio perché alcune perquisizioni “andarono nella giusta direzione”. Il capo della Procura di Firenze Giuseppe Creazzo però smentì subito che dalle indagini in corso siano emersi elementi di prova che colleghino i delitti del cosiddetto mostro di Firenze con possibili ambienti eversivi.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/26/mostro-di-firenze-ce-un-nuovo-indagato-un-ex-legionario-che-conosceva-pacciani/3756236/|titolo=Mostro di Firenze, c'è un nuovo indagato: un ex legionario che conosceva Pacciani|sito=Il Fatto Quotidiano|data=26 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/toscana/notizie/2017/07/26/mostro-firenze-indagato-ex-legionario_b561b31b-84df-4be1-84b8-4e9c0e174c4c.html|titolo=Mostro Firenze: indagato ex legionario - Toscana|sito=ANSA.it|data=26 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> Vigilanti è stato comunque indagato per concorso in omicidio per tutti gli otto delitti.<ref name=vigilanti/> Si dichiara innocente ma dice di essere a conoscenza di alcune informazioni.<ref name=vigilanti4>[https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3294980 Mostro di Firenze, Vigilanti: "Ho ucciso in guerra ma non sono io quello che cercano"]</ref>
 
Dopo l'acquisizione del DNA di Bevilacqua da parte della Procura di Siena, il suo profilo genetico messo in condivisione nel database del Ministero degli Interni non viene trasmesso alle autorità statunitensi competenti nel caso Zodiac dalla Procura di Firenze, che anzi respinge le richieste in tal senso da parte dei legali di Amicone indagato per diffamazione nel 2022, tanto che dopo essere stato autorizzato per indagini difensive dal sostituto procuratore Marini, è lo stesso giornalista a trasmetterlo per indagini difensive nel novembre 2023.<ref name=":40" /><ref name=":39" />
A seguito di sue affermazioni, venne indagato anche Francesco Caccamo, un medico di Prato di 86 anni del Mugello, iscritto alla massoneria<ref name=vigilanti3/> e indicato dal Vigilanti (che ha anche affermato che Pacciani e Vanni erano innocenti<ref name=vigilanti/><ref name=tempi>[https://www.tempi.it/mostro-di-firenze-il-nuovo-indagato-vigilanti-a-tempi-non-sono-stati-pacciani-e-vanni/ Mostro di Firenze. Il nuovo indagato Vigilanti a Tempi: «Non sono stati Pacciani e Vanni»]</ref>) come “uno degli anelli del secondo livello” ovvero uno dei mandanti. Entrambi vennero iscritti sul registro degli indagati ma dalla perquisizione a casa del medico non si ebbero riscontri a questa tesi.<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/28/mostro-di-firenze-ce-un-nuovo-indagato-un-medico-tra-i-mandanti-degli-omicidi/3761091/|titolo=Mostro di Firenze, c'è un nuovo indagato: "Un medico tra i mandanti degli omicidi"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=28 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3297269|titolo=Si riapre il caso del mostro di Firenze, "Un medico ordinava i delitti"|autore=STEFANO BROGIONI|sito=La Nazione|data=1501179105261|accesso=6 dicembre 2018}}</ref> Vigilanti possedeva una Beretta calibro 22, non risultata comunque essere l'arma del delitto dalle analisi del 1994, di cui ha denunciato il furto nel 2013 (in un'intervista del 2017 ha detto invece che gli furono sottratte nel settembre 2016<ref name=vigilanti4/>) assieme ad altre pistole di diverso tipo, che gli sarebbero state sottratte durante un'effrazione.<ref name=vigilanti/>
 
Durante i colloqui l'italo-americano avrebbe confidato ad Amicone di aver lavorato a cavallo degli anni '60 e '70 per vari distaccamenti di Criminal Investigation dell'esercito statunitense (oggi [[Army Criminal Investigation Command|Criminal Investigation Division]]). Nel farlo, avrebbe citato i nomi di alcuni colleghi, rivelandogli di essere stato nell'area di San Francisco durante il periodo di attività di Zodiac per svolgere attività investigativa sotto copertura.<ref name=":72" /><ref name=":30" /> Bevilacqua avrebbe detto di avere partecipato alle indagini sul caso "Khaki Mafia", che vedeva come indagato principale il primo Sergente Maggiore dell'Esercito statunitense William O. Wooldridge<ref name=":72" /><ref name=":34">{{Cita web|url=https://www.nytimes.com/1971/02/18/archives/us-jury-indicts-8-in-army-club-case-exsergeant-major-charged-with.html|titolo=US Jury indicts 8 in Army club case|titolotradotto=Gran Giurì incrimina 8 persone nel caso dei club dell'esercito}}</ref>. Amicone ha in seguito dichiarato ai Carabinieri che Bevilacqua avrebbe sostenuto di conoscere il contadino di Mercatale già all'epoca dei delitti del Mostro, smentendo la sua deposizione del 1994.<ref name=":72" /><ref name=":35">{{Cita pubblicazione|autore=Francesco Amicone|data=22 febbraio 2018|titolo=Resoconto dei colloqui con Joe Bevilacqua, procedimento n. di RGNR 879/18, Procura della Repubblica di Firenze}}</ref> Il 30 maggio 2018, Bevilacqua ha effettivamente cambiato versione dei fatti dichiarando ai Carabinieri che già quando risiedeva a Firenze si fosse imbattuto in Pacciani più di una volta.<ref name=":36" />
Nel 2019 l'anziano ex legionario, ancora sotto inchiesta, è stato denunciato per maltrattamenti domestici dalla moglie.<ref>[http://www.firenzetoday.it/cronaca/mostro-firenze-ultimo-accusato-maltrattamenti-moglie.html Mostro di Firenze: l'ultimo degli accusati maltratta la moglie]</ref>
 
Bevilacqua, secondo l'inchiesta di Amicone, sarebbe stato la stessa persona che Mario Vanni in un colloquio con Lorenzo Nesi del giugno 2003 identifica con il nome di "Ulisse, l'americano".<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/10/il-colloquio-tra-lorenzo-nesi-e-mario.html|titolo=Il colloquio tra Lorenzo Nesi e Mario Vanni|sito=insufficienzadiprove.blogspot.it|lingua=en|accesso=28 maggio 2018}}</ref> Vanni avrebbe ricevuto questa informazione da una terza persona, probabilmente Pacciani stesso, che lo avrebbe definito "nero". Per Vanni, "nero" si riferirirebbe al colore della pelle, ma Amicone argomenta che potrebbe essere insorto un fraintendimento fra "uomo di colore" e "fascista" che potrebbe derivare dall'abitudine del serial killer americano di firmarsi con una croce celtica, apparsa anche in uno dei suoi travestimenti.<ref name=":7">{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/26994266/mostro-di-firenze-pista-porta-cimitero-usa-clamorosa-svolta-chi-killer.html|titolo=Mostro di Firenze, la nuova pista che porta al cimitero Usa: clamorosa svolta, chi è il killer?|accesso=29 aprile 2021}}</ref> Oltre a mettere il proprio nome e cognome in un testo cifrato di Zodiac<ref>{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2020/11/18/joe-bevilacqua-il-nome-decifrato-di-zodiac/|titolo=Joe Bevilacqua. Il nome decifrato di Zodiac|autore=staffostello|sito=Mostro di Firenze|data=18 novembre 2020|lingua=en|accesso=29 aprile 2021}}</ref>, l'ex direttore del cimitero americano di Firenze avrebbe firmato i propri delitti e le proprie lettere facendo allusioni al vocabolo italiano "acqua", contenuto nel suo cognome.<ref>{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2020/08/07/la-teoria-dell-acqua/|titolo=La teoria dell'acqua|autore=staffostello|sito=Mostro di Firenze|data=7 agosto 2020|lingua=en|accesso=29 aprile 2021}}</ref> Un analogo riferimento all'acqua si trova anche nei ritagli della rivista utilizzati per comporre la lettera del Mostro a Silvia Della Monica.<ref>{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2021/03/02/zodiac-mostro-di-firenze-lettera-firma/|titolo=La firma di Zodiac nella lettera del Mostro di Firenze|autore=staffostello|sito=Mostro di Firenze|data=2 marzo 2021|lingua=en|accesso=29 aprile 2021}}</ref>
 
L'indagine per omicidio su Bevilacqua della Procura di Firenze scaturita dall'inchiesta di Amicone si conclude con un'archiviazione nel 2021 su richiesta del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco. I parenti delle vittime non vengono avvertiti. Secondo il pm, non ci sarebbero indizi di colpevolezza a carico dell'italo-americano. Nel febbraio 2022, viene notificata ad Amicone la chiusura delle indagini preliminari per la presunta diffamazione di Bevilacqua.<ref name="lanazione.it2">{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/zodiac-inchiesta-1.7392777|titolo="Il mostro di Firenze è Zodiac": la pista sotto accusa|autore=Stefano Brogioni|sito=La Nazione|data=23 febbraio 2022|accesso=25 febbraio 2022}}</ref>
 
L'italo-americano muore per cause naturali all'età di 87 anni il 23 dicembre 2022, poche settimane dopo il rinvio a giudizio di Amicone.<ref>{{Cita web|url=https://ilclandestinogiornale.italiasera.it/primo-piano/144718/addio-a-joe-bevilacqua-ex-direttore-del-cimitero-americano-di-nettuno/|titolo=Addio a Joe Bevilacqua, ex Direttore del cimitero Americano di Nettuno|autore=ilclandestinogiornale|sito=Il Clandestino Giornale|data=27 dicembre 2022|accesso=28 dicembre 2022}}</ref>
 
Due anni prima, su iniziativa del sostituto procuratore di Siena Nicola Marini, il DNA di Bevilacqua è stato prelevato nell'ambito delle indagini sull'omicidio della taxista Alessandra Vanni, risultando negativo al confronto.<ref name=":72" /><ref name=":38">{{Cita web|url=https://sienanews.it/in-evidenza/omicidio-della-tassista-negativi-i-test-del-dna-le-indagini-proseguono/|titolo=Omicidio della tassista, negativi i test del Dna. Le indagini proseguono|autore=Katiuscia Vaselli|sito=Siena News|data=10 novembre 2020|accesso=7 febbraio 2024}}</ref>
 
Nel novembre 2023, ottenuta un'autorizzazione per indagini difensive dal pm Marini,<ref name=":39">Polizia Giudiziaria, Procura di Siena, ''[https://ostellovolante.files.wordpress.com/2024/02/dna-bevilacqua-autorizzazione-marini-procura-siena-2023.pdf verbale di consegna del profilo genetico di Giuseppe Bevilacqua a Daniele Trinchieri delegato di Francesco Amicone]'', 6 novembre 2023</ref> Amicone invia il profilo genetico di Bevilacqua alle autorità statunitensi che indagano sul caso Zodiac.<ref name=":40">{{Cita web|url=https://ostellovolante.com/2024/01/16/il-profilo-genetico-di-joe-bevilacqua-inviato-alle-autorita-usa/|titolo=Il profilo del DNA di Joe Bevilacqua inviato alle autorità USA|autore=staffostello|sito=Zodiac Killer - Mostro di Firenze|data=16 gennaio 2024|lingua=en|accesso=7 febbraio 2024}}</ref>
 
Nel dicembre 2024, Amicone viene condannato per diffamazione dal Tribunale di Firenze a una multa di 5000 euro e a risarcire la moglie e due figlie di Bevilacqua costituitesi parti civili.<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/il-mostro-e-pure-zodiac-896b226c|titolo="Il mostro è pure Zodiac". Giornalista condannato|sito=La Nazione|data=6 dicembre 2024|accesso=18 aprile 2025}}</ref> Secondo le motivazioni della sentenza firmate dalla giudice Serafina Cannatà, la connessione "Zodiac - Mostro di Firenze" sarebbe una "stravagante teoria" smentita "da ambienti investigativi qualificati".<ref name=":41">Serafina Cannatà, ''Motivazioni della sentenza di condanna per diffamazione di Joe Bevilacqua a carico di Francesco Amicone del 5 dicembre 2024'', p. 9, Tribunale di Firenze, 21 febbraio 2025.</ref> Nel marzo 2025, Amicone ha dichiarato in un comunicato su "Pulp Podcast" condotto dal rapper [[Fedez]] che ci sarebbe un'indagine in corso su Bevilacqua negli Stati Uniti e a Firenze, informazione che per ora non ha ricevuto né conferme né smentite ufficiali.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/18/zodiac-e-il-mostro-di-firenze-fedez-una-concatenazione-di-coincidenze-molto-strana-dagli-identikit-alle-lettere-anonime-il-filo-che-lega-gli-omicidi/7918501/|titolo="Zodiac è il Mostro di Firenze?" Fedez: "Una concatenazione di coincidenze molto strana”. Dagli identikit alle lettere anonime, il filo che lega gli omicidi|sito=Il Fatto Quotidiano|data=18 marzo 2025|accesso=3 maggio 2025}}</ref>
 
=== Ipotesi "Rosso del Mugello" ===
Secondo quanto riportato nel capitolo sull’omicidio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci, l’uomo in questione sarebbe descritto come alto (175–180&nbsp;cm), robusto e stempiato, con capelli biondo-rossicci. L’ipotesi del cosiddetto “Rosso del Mugello” è sostenuta dal documentarista Paolo Cochi, che nel 2021 ha avanzato nuovi sviluppi su questa teoria. Cochi avrebbe identificato l’uomo in un rapporto dei Carabinieri, mai reso pubblico, che lo descriverebbe con le stesse caratteristiche fisiche e lo indicherebbe come sospettato del furto di una Beretta calibro 22 serie 70 in un’armeria di Borgo San Lorenzo nel 1965, oltre che come possibile responsabile dei delitti del Mostro di Firenze. Dopo il delitto di [[Vicchio]], il soggetto fu interrogato e perquisito, e venne trovato in possesso di cartucce Winchester calibro 22 con H impressa sul fondello. Le sue generalità non sono mai state divulgate per motivi di privacy, sebbene Cochi abbia affermato che lavorava nell’ambito giudiziario, senza specificarne ruolo o mansioni<ref>Spazio70: Mostro di Firenze</ref>.
Alla fine del 2020, Rosanna De Nuccio, sorella di Carmela De Nuccio — uccisa con il fidanzato Giovanni Foggi il 6 giugno 1981 dal Mostro di Firenze — incarica l’avvocato Antonio Mazzeo, ex difensore di Mario Vanni (condannato all’ergastolo nel processo ai compagni di merende), di svolgere indagini difensive ai sensi dell’art. 116 [[Codice di procedura penale|c.p.p.]] riguardo all’omicidio della sorella, per il quale non è mai stato individuato un colpevole. Pacciani, infatti, fu assolto in appello e rinviato a giudizio dalla Cassazione per un nuovo processo, mai celebrato a causa della sua morte, mentre i condannati nel processo ai compagni di merende furono ritenuti responsabili solo degli omicidi avvenuti tra il 1982 e il 1985.
L'avvocato Antonio Mazzeo nomina il documentarista Paolo Cochi come consulente e richiede al Presidente della Corte d’Assise di Firenze gli atti relativi all’omicidio De Nuccio-Foggi, oltre a quelli riguardanti altri delitti della serie. Il Presidente autorizza l’accesso, precisando però che i documenti dell’inchiesta sono conservati presso la Procura della Repubblica di Firenze e che la richiesta doveva essere inoltrata anche al Procuratore aggiunto Luca Turco, coinvolto nell’indagine su Giampiero Vigilanti. A seguito della richiesta, il Procuratore Turco concede l’autorizzazione all’accesso agli atti<ref>YouTube - Mostro di Firenze - crimini e criminologia: misteri e bugie imperfette sul MdF - video</ref>.
 
Dopo aver analizzato i documenti ottenuti, l’avvocato Mazzeo e Paolo Cochi richiedono l’accesso a ulteriori atti relativi non solo all’omicidio De Nuccio-Foggi, ma anche ad altri delitti della serie. Inoltre, chiedono il casellario giudiziale e le foto dell’uomo identificato dai Carabinieri nel fascicolo mai divulgato come possibile Mostro di Firenze e autore del furto nell’armeria di Borgo San Lorenzo nel 1965. Viene richiesta anche documentazione sull’uomo dell’autostop che parlò ad “Anna” della lettera con il feticcio inviata a Silvia Della Monica, prima che la notizia fosse resa pubblica.<br/>Questa volta, l’istanza è presentata direttamente al Procuratore Luca Turco, che il 4 febbraio 2021 nega l’accesso agli atti e revoca anche quello precedentemente concesso per l’omicidio De Nuccio-Foggi. Motiva la decisione affermando che le richieste “non riguardano il reato in esame” (l’omicidio del 6 giugno 1981), ma altri fatti di reato. Il diniego si basa sul fatto che Mazzeo avrebbe richiesto documenti relativi a omicidi diversi da quello per cui Rosanna De Nuccio, parte offesa, aveva incaricato le indagini<ref>Ok!Mugello: Mostro di Firenze. Negato accesso agli atti per indagini difensive</ref><ref>Spazio70 - Mostro di Firenze: misteri e bugie imperfette sul Mostro di Firenze</ref>.
 
Secondo l’avvocato Mazzeo, il diniego opposto dal Procuratore Turco è del tutto ingiustificato per diverse ragioni. Anzitutto, l’affermazione secondo cui gli atti richiesti riguarderebbero “altri fatti reato” non avrebbe alcun senso, poiché implicherebbe che l’omicidio di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi non sia collegato agli altri delitti del Mostro di Firenze. Questo, però, contraddice la realtà processuale, dato che tutti gli omicidi attribuiti al Mostro sono stati trattati congiuntamente, essendo legati da un vincolo di pertinenza: le vittime furono uccise con la stessa arma e gli stessi proiettili, e le donne furono sottoposte a mutilazioni con un modus operandi ricorrente. Inoltre, Mazzeo sottolinea che nella prima richiesta di accesso agli atti, autorizzata dallo stesso Turco, erano già inclusi documenti relativi ad altri omicidi oltre a quello di De Nuccio-Foggi, rendendo contraddittorio il successivo diniego. Un ulteriore elemento critico è il riferimento agli articoli 116 e 327-bis del [[Codice di procedura penale|c.p.p.]] L’art. 116, infatti, stabilisce che “durante il procedimento e dopo la sua definizione, chiunque vi abbia interesse può ottenere il rilascio a proprie spese di copie, estratti o certificati di singoli atti”. L’art. 327-bis, introdotto dalla legge sul “giusto processo” (L. 397/2000), riconosce al difensore della parte offesa il diritto di svolgere indagini difensive. Mazzeo ritiene dunque ingiustificato il diniego del suo diritto di indagare in qualità di difensore, sottolineando che per condurre un’analisi completa sull’omicidio specifico è necessario esaminare anche gli atti relativi agli altri delitti della serie<ref>YouTube - Mostro di Firenze - crimini e criminologia: misteri e bugie imperfette sul MdF</ref>.
 
Il diniego del procuratore Turco ha acceso numerose polemiche da parte di chi si interessa alla pista del "Rosso del Mugello" e ha anche indotto due politici — l'onorevole Roberto Giachetti di [[Italia Viva]] e il senatore Roberto Rampi del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] — a presentare delle interrogazioni. Il ministro della giustizia [[Marta Cartabia]] risponde confermando il diniego del Procuratore Turco affermando che la sua condotta risulta conforme alle norme del Codice vigente<ref>Spazio70 - Mostro di Firenze: il ministro Cartabia conferma il diniego dell'accesso agli atti per i legali della famiglia De Nuccio</ref>. Paolo Cochi, dopo aver trovato un annuncio di vendita su Facebook pubblicato da uno dei figli di OMISSIS (alias il "Rosso del Mugello"), ha acquistato una vecchia macchina da scrivere portatile Remington appartenuta a quest’ultimo. L’avvocato Tranfa ha poi chiesto alla Procura di poter analizzare, con strumentazioni adeguate, le tre buste delle lettere di minacce inviate ai magistrati Vigna, Canessa e Fleury, per confrontarle con la macchina recuperata. La perizia criminologica dell’epoca, firmata dal professor Francesco Bruno e acquisita nel processo Pacciani, aveva stabilito che le lettere provenivano certamente dall’assassino seriale. Tuttavia, mentre la grafologa forense Clarissa Matrella ha già riscontrato alcune compatibilità esaminando semplici fotocopie, l’analisi degli originali permetterebbe un confronto più preciso, grazie ai segni di usura della Remington che potrebbero spiegare alcune anomalie grafiche e omografie. Dalle conversazioni di Cochi con i familiari del "Rosso del Mugello" emergono dettagli curiosi: l’uomo era devoto a Sant’Agata e frequentava la Pieve di Sant’Agata del Mugello, nei pressi di Scarperia. Secondo la tradizione cristiana, la santa subì il martirio con il taglio dei seni. Inoltre, la moglie di OMISSIS morì a causa di un tumore al seno sinistro.
 
Questi elementi, pur essendo suggestivi, risultano interessanti dal punto di vista simbolico, poiché negli ultimi due duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze, l’assassino inflisse alle vittime femminili proprio l’escissione del seno sinistro. Il professor Francesco Bruno, criminologo autore di un noto profilo psicologico del killer, descrisse il Mostro come un "moralizzatore", un giustiziere spinto da una pulsione maniacale con connotazioni religiose, un profilo che contrasta nettamente con la figura ipersessuale di Pietro Pacciani e dei cosiddetti "compagni di merende"<ref>{{Cita web|autore=firenzeurbanlifestyle.com|url=https://firenzeurbanlifestyle.com/il-mistero-del-rosso-del-mugello/|titolo=Il mistero del “rosso del Mugello”|sito=FUL magazine|data=2 dicembre 2024|accesso=29 gennaio 2025}}</ref>.
 
=== Ipotesi Lotti ===
Giancarlo Lotti quale Serial Killer unico è stato ipotizzato per la prima volta dal Procuratore Generale Daniele Propato nell’udienza del 20 maggio 1999 (“[...] ''qua il migliore autore per questi reati, secondo me, è Lotti''”<ref name=":28">{{Cita web|lingua=en|autore=Flanz|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.com/2009/10/udienza-del-20-maggio-1999-3.html|titolo=Udienza del 20 maggio 1999 - 3|accesso=5 gennaio 2025}}</ref>), che nonostante rappresentasse l’accusa nel processo d'appello ai “compagni di merende” chiese l'assoluzione per Vanni. Riferendosi alla perizia psichiatrica Fornari/Lagazzi<ref>{{Cita web|autore=Redazione MdF|url=https://www.mostrodifirenze.com/1996/11/20/20-novembre-1996-perizia-psichiatrica-giancarlo-lotti/|titolo=20 Novembre 1996 Perizia psichiatrica Giancarlo Lotti|sito=Mostro di Firenze – Monster of Florence|data=20 novembre 1996|accesso=5 gennaio 2025}}</ref>, osservò che Lotti non era un mitomane, ma una persona vigile e consapevole della sua posizione, che rispondeva in modo evasivo a domande specifiche, mostrando abilità nel gestire le conversazioni, nonostante le sue limitate risorse culturali; Propato fece notare che, sebbene Lotti si presentasse come un uomo mite, i consulenti non concordavano con questa valutazione, suggerendo che potesse celare una personalità complessa e manipolativa.
 
L’ipotesi di Lotti come autore unico dei duplici delitti a partire da quello del 1974 è stata portata all’attenzione del pubblico dal ricercatore Antonio Segnini che analizza e interpreta diversi elementi indiziari a sostegno di ciò nel suo libro ''Quando sei con me il Mostro non c'è''. In quest’ottica, contro Lotti convergerebbero le interpretazioni delle intercettazioni telefoniche e le testimonianze della Ghiribelli e della Nicoletti, le dichiarazioni dei coniugi De Faveri Chiarappa e della Carmignani, le affermazioni altalenanti di Pucci che sarebbero state, almeno inizialmente, concordate con lo stesso Lotti. Lotti che avrebbe cercato di presentare di sé, agli inquirenti, un ruolo marginale nella millantata storia dei compagni di merende, per non dover ammettere le proprie responsabilità. L’ambidestrismo di Lotti spiegherebbe anche l’accoltellamento mancino su Kraveichvili indicato dai periti durante l’ultimo duplice delitto degli Scopeti<ref name=":28" />, oltre che, in base alla chiave di lettura proposta da Segnini, una risposta ai numerosi interrogativi ancora aperti sulle dinamiche dei precedenti duplici delitti.
 
=== Ulteriori teorie ===
Sulla vicenda si riscontrano anche ulteriori ipotesi, più o meno discordanti con i verdetti dei processi. Il caso del ''Mostro'' è un evento e un'indagine dalla durata pressoché cinquantennale (dal 1968 a oggi, con i delitti del 1974 e i due del 1981 senza un colpevole in quanto il Processo ai "Compagni di Merende" condannò Lotti e Vanni per i delitti a partire dal 1982) ; è inevitabile dunque una grande varietà di opinioni. Oltre alle più celebri ipotesi "non ufficiali" di Spezi o Filastò, si registrano altre teorie su chi ha commesso i cosiddetti «delitti delle coppiette».
 
*Secondo il criminologo [[Francesco Bruno (criminologo)|Francesco Bruno]], il ''mostro'' sarebbe un uomo mai individuato. Un assassino seriale d'intelligenza superiore alla media, mosso da delirio religioso e suggestioni moralistiche, che ha agito sempre da solo sin dal 1968.<ref>{{Cita web|autore=Fabio Biagini|url=http://www.vertici.it/rubriche/print.asp?cod=6408|data=9 febbraio 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060516015550/http://www.vertici.it/rubriche/print.asp?cod=6408|titolo=Il Mostro di Firenze: intervista a Francesco Bruno|editore=vertici.it|urlmorto=sì}}</ref>
*Secondo Marco Vallerignani,<ref>{{Cita libro|autore=Marco Vallerignani|titolo="Il Mostro di Firenze. Criminologia di un'investigazione". Prefazione Prof. Francesco Bruno.|anno=2019|editore=Gruppo Albatros.Il Filo.|ISBN=8830610313}}</ref> seguendo Francesco Bruno, il ''mostro'' sarebbe un assassino seriale solitario non inquadrabile come "Lust Murderer" ma piuttosto che come individuo che agisce secondo diverse modalità, definite da archetipi quali "Edonista", "Dominatore" e "Missionario".<ref>{{cita libro|autore=Marco Vallerignani|url=https://books.google.it/books?id=gg_ZDwAAQBAJ&pg=PT88&lpg=PT88|titolo=Il Mostro di Firenze|p=88|editore=Gruppo Albatros Il Filo|data= 30 novembre 2019|isbn=9788830614680|oclc=1176153647}}</ref> Il fattore "Missionario", in particolare, si evidenzia tramite elementi religiosi presenti negli omicidi, come la tendenza ad uccidere in concomitanza con festività mariane: per esempio, l'ultimo omicidio compiuto in località ''Salve Regina di Scopeti'' in data 8 settembre (festa della Natività della Beata Vergine Maria).
*Invece Francesco Ferri, giudice che assolse Pacciani nel processo d'appello e autore del polemico ''Il caso Pacciani. Storia di una colonna infame?'',<ref>{{Cita news|autore=Paola Catani|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/08/Pacciani_processo_colonna_infame__co_0_9607083958.shtml|urlarchivio=|titolo=Pacciani, processo da colonna infame|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Firenze|data=8 luglio 1996|p=11}}</ref> si riallaccia all'idea originaria dell'ignoto ''serial killer lust murder'', ipotizzato dal profilo dell'FBI e dalla perizia italiana di De Fazio; l'assassino sarebbe cioè una persona probabilmente affetta da impotenza o iposessuata. Restando ancora nella gamma d'ipotesi dell'autore unico, Ruggero Perugini (ex capo SAM) ha recentemente ribadito, in un convegno del 2010, la sua personale convinzione secondo cui il ''mostro'' sarebbe stato il solo ''serial killer'' Pietro Pacciani ''«''senza compagni di merende né di bevute''»''.<ref>{{Cita web|autore=Enrico Balducci|url=http://www.farmaciabalducci.it/Personali/Documenti/Mostro.pdf|formato=pdf|titolo=Il mostro di Firenze, un caso ancora aperto|data=11 maggio 2010|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140416181549/http://www.farmaciabalducci.it/Personali/Documenti/Mostro.pdf}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.blogtaormina.it/2010/10/23/cosi-ho-preso-il-mostro/18363|titolo=Così ho preso il mostro|accesso=11 dicembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222165009/http://www.blogtaormina.it/2010/10/23/cosi-ho-preso-il-mostro/18363|urlmorto=sì}}</ref> L'ex dirigente della Squadra Anti-Mostro, che dopo l'indagine sui delitti delle coppiette ha lavorato negli Stati Uniti nel ruolo di ufficiale di collegamento fra il Federal Bureau of Investigation (FBI) e la [[Direzione Investigativa Antimafia|DIA]],<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/26/non-dovevano-anticipare-il-mio-libro.html|titolo=Non dovevano anticipare il mio libro|pubblicazione=Repubblica}}</ref> ha sempre sostenuto la tesi secondo cui Pacciani uccise le otto coppiette per motivi maniacali senza alcun complice o mandante, poiché un'intima "fantasia ossessiva" omicida è difficilmente condivisibile.<ref>{{cita web|url=http://archivio.agi.it/articolo/df3481192193946ce385084ff35d240a_19980116_mostro-firenze-perugini-non-elementi-a-ipotesi-complicita/|titolo=Archivio Storico Agi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151226190928/http://archivio.agi.it/articolo/df3481192193946ce385084ff35d240a_19980116_mostro-firenze-perugini-non-elementi-a-ipotesi-complicita/ }}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cronaca-nera.it/3636/mostro-di-firenze-intervista-ruggero-perugini|titolo=Mostro di Firenze: intervista a Ruggero Perugini}}</ref>
*Sul caso sono presenti anche idee alternative più di stampo settario-cospirazionista, che vedono i delitti come fatti di sangue legati a strategie occulte o a organizzazioni internazionali: teorie che si basano su libri romanzati e non hanno alcuna base investigativa o tecnico-scientifica.<ref>{{Cita web|url=http://www.viveremacerata.it/?page=articolo&articolo_id=207681|titolo=Tolentino: Alessandro Bartolomeoli presenta il libro 'Cui prodest'|editore=Vivere Macerata|data=22 luglio 2009|accesso=7 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131103031045/http://www.viveremacerata.it/?page=articolo&articolo_id=207681|urlmorto=sì}}</ref> Tornando a teorie che ipotizzano il mostro come legato alla "pista sarda", si segnala l'idea di un detective privato che riporta dubbi e retroscena su uno dei primi sospettati.<ref>{{Cita news | autore = Tommaso Carmignani|autore2=Andrea Ciappi | url = http://lanazione.ilsole24ore.com/empoli/cronaca/2009/11/30/266053-mostro_firenze.shtml |titolo=Mostro di Firenze "La mia verità sul delitto di Baccaiano"|pubblicazione=[[La Nazione]]|città=Empoli|data=30 novembre 2009 | accesso = 22 ottobre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131104162626/http://www.lanazione.it//empoli/cronaca/2009/11/30/266053-mostro_firenze.shtml |urlmorto=sì }}</ref> Il criminologo e avvocato Luca Santoni Franchetti (deceduto nel 1999), che seguì il caso sin dal 1974,<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/03/Pacciani_manca_una_parte_verita_co_0_9412039152.shtml|titolo=" su Pacciani manca una parte di verità "<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> sostenne la tesi che gli omicidi del mostro non fossero opera di un solo assassino bensì delitti di gruppo, commessi da un clan di persone di provenienza sarda.<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/ottobre/21/torna_ombra_del_clan_dei_co_0_9410211735.shtml|titolo=torna l'ombra del clan dei sardi<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://archivio.lastampa.it/articolo?id=6eb4cc7bf7267db0f7002a1042c9b3499932aeeb |titolo=Archivio - LASTAMPA.it<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=16 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417175017/http://archivio.lastampa.it/articolo?id=6eb4cc7bf7267db0f7002a1042c9b3499932aeeb |urlmorto=sì }}</ref>
* Sempre sulla possibilità che l'assassino fosse nell'ambiente sardo coinvolto nelle indagini degli anni ottanta, il libro ''Il mostro di Firenze'' di Cecioni e Monastra dedica notevole rilievo alla possibilità che il ''mostro'' potesse essere Salvatore Vinci, pur mantenendo un profilo bilanciato che valuta tutte le teorie sul colpevole o i colpevoli.<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.com/2009/10/alessandro-cecioni-intervista-su-il.html|titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE: Alessandro Cecioni - Intervista su Il Tirreno - 11 aprile 2002|editore=insufficienzadiprove.blogspot.com|data=21 ottobre 2009}}</ref> Lo scontro fra «colpevolisti» (coloro che credono nella colpevolezza o nel coinvolgimento di Pacciani e dei ''compagni di merende'') e «innocentisti» (coloro che non condividono le sentenze e ritengono che il ''mostro'' non sia mai stato catturato) ha causato, agli inizi e alla metà degli anni 2000, un clima «pesante» di scontro aspro, caratterizzato anche da duri litigi e reciproche querele.<ref>{{Cita web | url = http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a6.04.05.13.14|titolo=Mostro di Firenze: il giornalista Mario Spezi denuncia il superpoliziotto Giuttari |sito=nove.firenze.it|data=5 aprile 2006}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vincenzo Tessandori|titolo=Firenze, l'ombra del mostro e una guerra di spie e veleni|url=http://archivio.lastampa.it/articolo?id=7470384239f4281fde036beeff4c29caf4abe32f&dal=04%2F04%2F2006&al=06%2F04%2F2006&pubblicazione=&edizione=&dove=&testo=mostro&page=1|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=5 aprile 2006|accesso=20 agosto 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181205193357/http://archivio.lastampa.it/articolo?id=7470384239f4281fde036beeff4c29caf4abe32f&dal=04%2F04%2F2006&al=06%2F04%2F2006&pubblicazione=&edizione=&dove=&testo=mostro&page=1|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Manolo Morandini|url=http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2010/06/11/news/libro-sul-mostro-sott-accusa-in-tribunale-2082246|titolo=Libro sul mostro sott-accusa in tribunale|pubblicazione=[[Il Tirreno]]|città=Pontedera|data=11 giugno 2010 | accesso = 22 ottobre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181206001702/http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2010/06/11/news/libro-sul-mostro-sott-accusa-in-tribunale-1.1909714 |urlmorto=sì}}</ref>
* Vincenzo Vinagli ha sostenuto a più riprese di aver conosciuto il ''mostro'', e che sarebbe stato un operaio umbro morto nel 1999, con problemi sessuali e violento, che agiva come assassino solitario.<ref>{{Cita web |url=http://corrieredellumbria.corr.it/news/cronaca/282471/mostro-di-firenze-accuse-a-un-umbro.html |titolo=Mostro di Firenze, accuse a un umbro |accesso=2 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170802090742/http://corrieredellumbria.corr.it/news/cronaca/282471/mostro-di-firenze-accuse-a-un-umbro.html |urlmorto=sì }}</ref><ref>Vincenzo Vinagli, ''Non tutti sanno ascoltare'', ed. Mito, 2007</ref>
* Un'altra vicenda coinvolse lo scrittore [[Alberto Bevilacqua]], in quanto tirato in ballo dopo le dichiarazioni della poetessa Annamaria Ragno, che aveva intervistato la sedicente sensitiva di Perugia Gabriella Pasquali Carlizzi. Le due donne furono condannate per calunnia aggravata contro Bevilacqua, che uscì provato dalla vicenda.<ref>{{cita testo|url=http://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2013/09/09/alberto-bevilacqua-storia-di-un-uomo-tormentato/98000/|titolo=Alberto Bevilacqua, storia di un uomo tormentato}}</ref>
 
== Misteri connessi alla vicenda ==
Ufficialmente la vicenda del Mostro di Firenze termina con la condanna dei compagni di merende. Tuttavia, una serie di misteriosi avvenimenti, accaduti sia nel periodo dei delitti, sia negli anni precedenti e seguenti ai processi riguardanti il caso, ha dato adito a molte supposizioni sul fatto che la vicenda non solo non sia stata mai completamente chiarita, ma che, al contrario, abbia lasciato molti punti oscuri.
 
* Alle 2:00 del mattino del 22 agosto 1968, il piccolo Natalino Mele di 6 anni raggiunse al buio, scalzo e scioccato, un casolare sito a oltre due chilometri di distanza da dove è parcheggiata l'automobile dove sono stati appena uccisi la madre e il suo amante. I calzini completamente puliti del bambino e il fatto che il campanello del casolare è situato a un'altezza irraggiungibile da parte del piccolo sono stati al centro di un lungo dibattito sul fatto se il bambino avesse effettivamente raggiunto il casolare senza l'aiuto di qualche adulto. Lo stesso Natalino, dietro minaccia del maresciallo Ferrero di essere punito se non avesse detto la verità, cambia versione dicendo di essere stato portato fino al casolare dal padre.<ref>{{cita testo|url=https://fattidicronacanera.blogspot.it/2014/09/delitto-1968-seconda-parte-il-figlio.html|titolo=Delitto 1968: seconda parte - IL FIGLIO DELLA NOTTE – Capitolo primo}}</ref> A oggi non si sa come realmente andarono i fatti quella notte.<ref>{{Cita web|url=http://www.cronaca-nera.it/2297/mostro-di-firenze-zone-ombra-capitolo-1|titolo=Mostro di Firenze: le zone d'ombra, capitolo 1 -|sito=Cronaca-Nera.it|data=28 giugno 2011|accesso=22 agosto 2022}}</ref> Natalino Mele, una volta cresciuto, rilasciò un'intervista a [[Mario Spezi]] nella quale affermò di avere nella memoria tanti vuoti che lo avrebbero convinto a sostenere che le sue non erano amnesie provocate dallo choc subito da piccolo, ma qualcosa di più complesso. Egli sosteneva di essere stato vittima di un [[lavaggio del cervello]] ma non esiste alcuna prova che tali definizioni siano vere.<ref name="pistaesoterica" /><ref>{{Cita web|url=http://www.cronaca-nera.it/2308/mostro-di-firenze-scena-primaria-capitolo-2|titolo=Mostro di Firenze: la scena primaria, capitolo 2 -|sito=Cronaca-Nera.it|data=5 luglio 2011-IT|accesso=22 agosto 2022}}</ref> L'8 marzo 2011 la casa di Natalino Mele e della sua compagna Loredana venne distrutta da un incendio.<ref>{{cita libro|autore=Peter Louis Arnell|url=https://books.google.it/books?id=NNd1DwAAQBAJ&pg=PA252&lpg=PA252|titolo=Serial killers italiani|p=252|oclc=8622712544}}</ref><ref name="marcocariati.it">{{cita web|url=https://www.marcocariati.it/mostro-di-firenze-storia-di-un-mistero-intriso-di-sangue/|titolo=Su Firenze e sul mostro lo spettro del satanismo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210717192034/https://www.marcocariati.it/mostro-di-firenze-storia-di-un-mistero-intriso-di-sangue/|urlmorto=sì|accesso=17 luglio 2021}}</ref> Da quel momento si sono perse le sue tracce<ref>{{cita testo|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/bimbo-salvato-mostro-ora-scomparso-nel-nulla-983913.html|titolo=Il bimbo salvato dal mostro ora è scomparso nel nulla}}</ref> fino al 2014, quando è stato fotografato da un giornalista mentre partecipava a una manifestazione, sotto il [[Palazzo Medici Riccardi|palazzo prefetturale di Firenze]], contro gli sgomberi delle case occupate.<ref>{{Cita web|url=https://blog.ilgiornale.it/terzi/2014/08/12/natalino-mele-il-bambino-che-vide-il-mostro-di-firenze-oggi-vive-senza-fissa-dimora/|titolo=Natalino Mele il bambino che vide il mostro di Firenze oggi vive senza fissa dimora – Il blog di Giovanni Terzi|sito=blog.ilgiornale.it|accesso=22 agosto 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220822113941/https://blog.ilgiornale.it/terzi/2014/08/12/natalino-mele-il-bambino-che-vide-il-mostro-di-firenze-oggi-vive-senza-fissa-dimora/|urlmorto=sì}}</ref>
* Nel gennaio 1980 un pensionato viene ritrovato morto nel parco delle Cascine di Firenze ucciso da un corpo contundente.<ref name=lanottedegliindiani />
* Il 23 dicembre 1980 il contadino Renato Malatesta, marito di Antonietta Sperduto, donna che era stata amante di Pacciani e Vanni, venne ritrovato impiccato nella stalla della sua casa.<ref name=inchiestamaledetta>{{cita testo|url=http://firenze.repubblica.it/dettaglio/pacciani-e-le-morti-misteriose-nellinchiesta-maledetta/1430523|titolo=Pacciani e le morti misteriose nell'inchiesta maledetta|accesso=15 febbraio 2015|dataarchivio=7 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141107025755/http://firenze.repubblica.it/dettaglio/pacciani-e-le-morti-misteriose-nellinchiesta-maledetta/1430523|urlmorto=sì}}</ref> A detta della moglie, autori del delitto sarebbero stati Pacciani e Andriaccio cognato della Sperduto e a supporto di questa affermazione la donna disse che un giorno Pacciani l'aveva minacciata dicendole «attenta a non parlare di quello che ti abbiamo fatto, ti si fa fare la stessa fine che abbiamo fatto fare a tuo marito.»<ref>{{cita testo|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/04/maria-antonietta-sperduto.html|titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE - Maria Antonietta Sperduto Malatesta}}</ref>
* Nell'ottobre 1983, nei pressi di [[Fiesole]] in località [[Cave di Maiano]], un cercatore di funghi [[voyeurismo|voyeurista]] venne massacrato a coltellate.<ref name="lanottedegliindiani">{{Cita news|url=http://www.cronaca-nera.it/2323/mostro-di-firenze-la-notte-degli-indiani-capitolo-4|titolo=Mostro di Firenze: la notte degli indiani, capitolo 4 -|pubblicazione=Cronaca-Nera.it|data=27 luglio 2011|accesso=13 novembre 2018}}</ref>
* Il 14 dicembre 1983 la prostituta Clelia Cuscito, che si frequentava con Mario Vanni, venne torturata con un'arma da taglio e soffocata con il filo del telefono.<ref>{{cita testo|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2009/01/clelia-cuscito.html|titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE - Clelia Cuscito}}</ref>
* Tre giorni dopo il delitto di [[Baccaiano]], l'autista dell'ambulanza che estrasse Paolo Mainardi ancora vivo dall'auto, sembra che abbia ricevuto una misteriosa e inquietante telefonata da parte di un uomo che, spacciandosi per un magistrato, cercò di ottenere dettagli su cosa avesse detto la vittima prima di morire. Al rifiuto dell'autista di parlare della cosa per telefono, l'uomo avrebbe cominciato a minacciarlo qualificandosi come l'assassino. L'episodio non poté mai essere verificato quindi non è possibile affermare con certezza sia che esso sia avvenuto sia che la telefonata sia stata realmente fatta dall'assassino.<ref>{{cita testo|url=http://www.cronaca-nera.it/2334/mostro-di-firenze-escalation-orrore-capitolo5|titolo=Mostro di Firenze: l'escalation dell'orrore, capitolo 5}}</ref>
* Nel settembre 1985, pochi giorni prima del delitto degli Scopeti, un altro uomo venne ucciso nel parco delle Cascine di Firenze con una coltellata alla schiena.<ref name=lanottedegliindiani />
* Il 19 maggio 1991 Vincenzo Limongi, primo compagno di Milva Malatesta, muore impiccato nella sua cella nello stesso periodo in cui a [[Carcere di Sollicciano|Sollicciano]] c'era anche Pacciani.
* Francesco Vinci, uno dei vari sospettati iniziali, fu trovato assassinato il 7 agosto 1993 insieme con un amico, Angelo Vargiu, in una pineta nei pressi di [[Chianni]]. I loro corpi, incaprettati, erano stati rinchiusi nel bagagliaio di una [[Volvo]] data alle fiamme. Si ipotizzò un collegamento con la vicenda del "mostro", ipotesi però quasi subito scartata<ref name="ReferenceC"/>; più probabilmente, date anche le modalità del delitto, era da ritenersi una vendetta nata in ambienti malavitosi sardi attorno ai quali pare che Vinci gravitasse. Il caso è rimasto sostanzialmente insoluto.<ref name=autogenerato1 />
* La prostituta Milva Malatesta, figlia di Renato e Antonietta Sperduto (la donna che era stata l'amante di Pacciani e Vanni), venne trovata, insieme con il figlio Mirko Rubino, di soli 3 anni, bruciata nella sua Panda il 17 agosto 1993, pochi giorni dopo l'omicidio di Francesco Vinci (ucciso con le stesse modalità), che in passato era stato suo amante. Per questo duplice omicidio venne processato Francesco Rubino, compagno della Malatesta e padre del piccolo Mirko, che però venne assolto in tutti e tre i gradi di giudizio per non aver commesso il fatto e tale duplice delitto è rimasto a tutt'oggi insoluto.<ref name=pistaesoterica /><ref name=inchiestamaledetta /><ref>{{cita news|autore=Fiorenza Sarzanini|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/03_Marzo/31/pacciani1.shtml|titolo=Sei morti «inspiegabili» per nascondere il segreto|rivista=Il Corriere della Sera|città=Firenze|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180221210849/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/03_Marzo/31/pacciani1.shtml|urlmorto=sì|accesso=17 luglio 2021}}</ref>
* Il 25 maggio 1994 la prostituta Anna Milvia Mattei, convivente di Fabio Vinci, figlio di Francesco, venne strangolata e bruciata nella sua casa di San Mauro.<ref name=pistaesoterica /><ref name=inchiestamaledetta /> Dell'omicidio fu imputato Giuseppe Sgangarella, amico di Francesco Vinci e anche di Pietro Pacciani, con il quale aveva condiviso la cella durante la sua detenzione.<ref>{{cita testo|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2008/12/anna-milvia-mattei.html|titolo=INSUFFICIENZA DI PROVE - Anna Milvia Mattei}}</ref>
* Claudio Pitocchi, operaio di [[Tavarnelle Val di Pesa|Tavarnelle]] che aveva testimoniato al processo Pacciani, muore in un incidente stradale l'8 dicembre 1995.<ref name=inchiestamaledetta />
* Quando nel 1996 Pietro Pacciani venne assolto in appello e fece ritorno a casa non vi trovò più la moglie Angiolina Manni. La donna infatti, non volendo più avere nessun rapporto con l'uomo, pare se ne fosse andata via di casa e nel luglio dello stesso anno avviò anche le pratiche per la separazione dal marito. Pacciani non convinto dell'allontanamento volontario presentò una denuncia per sequestro di persona affermando che qualcuno (forse la locale USL) aveva portato via la moglie e l'aveva fatta internare in una casa di cura.<ref name="archivio.lastampa.it"/> A sostegno di questa tesi vi sono le affermazioni di alcuni vicini di casa che asserirono di aver visto la donna trascinata via di forza da diverse persone. Tali denunce caddero comunque nel vuoto e la Manni non ricontattò più in alcun modo il marito, nonostante i diversi appelli di quest'ultimo volti a chiedere alla moglie di tornare con lui.<ref name="pistaesoterica">{{Cita web|url=https://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/il_mostro_di_firenze.htm|titolo=Nuova pagina 2|sito=cosco-giuseppe.tripod.com|accesso=22 agosto 2022}}</ref> Angiolina Manni è deceduta il 20 novembre 2005, in una casa di riposo di [[Radda in Chianti]] dove risiedeva da diverso tempo, all'età di 76 anni.<ref>{{Cita web|url=https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/11/22/Cronaca/MOSTRO-FIRENZE-E-MORTA-ANGIOLINA-LA-MOGLIE-DI-PIETRO-PACCIANI_090338.php|titolo=MOSTRO FIRENZE: È MORTA ANGIOLINA, LA MOGLIE DI PIETRO PACCIANI|pubblicazione=[[Adnkronos]]|data=22 novembre 2005}}</ref>
* I crimini sono stati a più riprese associati a pratiche rituali di tipo esoterico.<ref name="marcocariati.it" /><ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/03_Marzo/31/pacciani1.shtml|titolo=Sei morti «inspiegabili» per nascondere il segreto}}</ref>
 
== Sviluppi successivi della vicenda ==
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* Nel 2011 venne rinvenuta nel deposito della polizia giudiziaria di [[Potenza (Italia)|Potenza]] una pistola dello stesso modello usato per i delitti del mostro, una Beretta calibro 22 che secondo le indagini della scientifica potrebbe essere stata acquistata a Sassari nel 1960 e vi sono alte probabilità che fosse quella di Stefano Aresti, amico di Salvatore Vinci, sardo emigrato in Toscana proprio nel 1960. Vinci fu uno dei protagonisti della pista sarda, aperta dagli inquirenti quando si scoprì che i bossoli Winchester long rifle con la lettera "H" incisa sul fondello trovati sui luoghi degli omicidi erano stati sparati dalla stessa pistola del primo omicidio del 1968 quando venne uccisa la moglie di Stefano Mele, un manovale sardo emigrato in Toscana.<ref name="lanuovasardegna.gelocal.it">{{Cita news|autore=Antioco Fois|url=http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/03/02/news/mostro-di-firenze-spunta-pistola-comprata-a-sassari-1.6624700|titolo=Mostro di Firenze, spunta pistola comprata a Sassari|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|città=Potenza|data=2 marzo 2013}}</ref><ref name="tgcom24.mediaset.it">{{Cita TV|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/videodallarete/1002406/mostro-firenze-trovata-la-sua-pistola.shtml|titolo=Mostro Firenze, trovata la sua pistola?|editore=[[TGcom24]]|data=1º marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130304014721/http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/videodallarete/1002406/mostro-firenze-trovata-la-sua-pistola.shtml|urlmorto=sì}}</ref> In tutto il mondo ci sono cinque pistole con una matricola che incomincia con quelle cifre. Due sono state vendute a New York, una a Roma e un'altra in Campania: tutte armi ancora possedute dai proprietari, con l'eccezione di quella che Aresti non ha più in suo possesso.<ref name="tgcom24.mediaset.it" /> La notizia però, col tempo, ha preso il sapore della «bufala». Infatti l'amico/parente di Salvatore Vinci si chiamava Franco Aresti e non Stefano.<ref>{{Cita web|url=https://insufficienzadiprove.blogspot.it/2008/12/franco-arresti.html|titolo=Franco Aresti|editore=insufficienzadiprove.blogspot.it|data=17 dicembre 2008}}</ref><ref>{{Cita|Preston-Spezi, 2006|p. 140}}.</ref> Successivamente poi le analisi del [[Reparto investigazioni scientifiche|RIS]] di Roma hanno escluso che si tratti dell'arma del ''mostro'', poiché il modello di quest'ultima era completamente diverso da quello della pistola rinvenuta a Potenza.<ref>{{Cita web|url=http://www.radiomugello.it/cronaca/la-beretta-di-potenza-non-e-quella-del-mostro-di-firenze/|titolo=La Beretta di Potenza non è quella del Mostro di Firenze|editore=Radio Mugello|data=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Leo Amato|url=http://www.ilquotidianocalabria.it/news/cronache/711389/-La-pistola-del-mostro-e.html|titolo="La pistola del mostro è un'altra" Parla il perito del processo a Pacciani|pubblicazione=[[Il Quotidiano della Calabria]]|data=3 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131103171823/http://www.ilquotidianocalabria.it/news/cronache/711389/-La-pistola-del-mostro-e.html}}</ref>
* Nel 2018 viene annunciato il ritrovamento di una traccia genetica non riconducibile alle vittime in un reperto dimenticato dell'ultimo delitto, un fazzoletto insanguinato, trovato all'epoca (alcuni giorni dopo il delitto degli Scopeti) in un cespuglio assieme a dei guanti da chirurgo, su cui il professor Riccardo Cagliesi dell'Istituto di Medicina Legale di Firenze, il 7 novembre 1985 aveva redatto una relazione di 13 pagine, indicante che il materiale era sangue umano di gruppo B (compatibile ad esempio con il gruppo sanguigno di Mario Vanni ma non con quello di Pacciani) e il frammento di un capello umano, color castano, come i capelli ritrovati sui corpi di Susanna Cambi e Stefano Baldi, vittime del 1981. Il reperto era stato poi dimenticato; a fine luglio 2017, la procura di Firenze ha fatto eseguire l'esame del DNA, da confrontare con quello dei sospetti e dei condannati in via definitiva. Reperti genetici attendibili sono stati estratti anche dalle buste inviate ai magistrati dall'assassino<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-di-firenze-1.3303034|titolo=Mostro di Firenze, isolato il dna su un fazzolettino|autore=Amadore Agostini e Stefano Brogioni|sito=La Nazione|data=30 luglio 2017|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>, così come è stata ordinata una nuova analisi forense-balistica di tutti i bossoli ancora conservati.<ref name=":3" />
* Nel 2019 viene resa nota una perizia secondo la quale l'arma del ''mostro'' potrebbe non essere stata la famosa Beretta calibro 22 ma un'arma modificata o un'altra calibro 22, o la stessa Beretta ma con la canna sostituita.<ref>{{cita testo|url=https://www.nove.firenze.it/mostro-di-firenze-larma-sconosciuta-per-anni-si-e-cercata-una-beretta.htm|titolo=Mostro di Firenze: il mistero della Beretta calibro 22}}</ref>
* Nel 2019 viene eseguita una nuova perizia sul proiettile rinvenuto nell'orto di Pietro Pacciani nel 1992, elemento che era stato poi adoperato nel processo a suo carico come prova di accusa. La nuova perizia ha messo in luce che i segni sul quel proiettile erano stati artefatti, lasciando quindi intendere che il proiettile era stato manomesso di proposito, come reclamato da Pacciani stesso durante il dibattimento. La perizia potrebbe portare all'apertura di un fascicolo per "depistaggio".<ref>{{cita web|titolo=Mostro di Firenze, clamorose novità dalla perizia: "Caso Pacciani, prova artefatta"|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mostro-pacciani-pallottola-1.4692666|accesso=22 settembre 2021|sito=lanazione.it}}</ref>
* Nel 2021 la [[Servizio di polizia scientifica|Polizia Scientifica]] effettua un sopralluogo in uno dei luoghi degli omicidi con lo scopo di cercare nuovi indizi mediante moderne tecnologie inesistenti all'epoca dei delitti.<ref>{{cita web|titolo=Mostro di Firenze: sopralluogo della Scientifica a Scopeti|url=https://www.ansa.it/toscana/notizie/2021/09/14/mostro-di-firenze-sopralluogo-della-scientifica-a-scopeti_de023eed-c37b-4af8-8d0e-051a5e2ae2e8.html|accesso=14 settembre 2021|sito=Ansa}}</ref>
* Nel 2022 l'avvocato Alessio Fioravanti presenta una richiesta di riapertura indagini consegnando una relazione con nuove prove oggettive mai scoperte prima e stilata dai suoi consulenti Loris Martinelli e Dario Quaglia.<ref>{{Cita web|url=https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cronaca/23_gennaio_18/mostro-di-firenze-chiesta-la-riapertura-delle-indagini-sulla-morte-di-milva-malatesta-e-il-figlio-0bbf8c7e-8d3f-45ae-aa8e-53d553236xlk.shtml|titolo=Mostro di Firenze, chiesta la riapertura delle indagini sulla morte di Milva Malatesta e il figlio|sito=Corriere della Sera|data=18 gennaio 2023|accesso=12 luglio 2024}}</ref>
* Nel 2023 il fascicolo dell'inchiesta sul Mostro viene assegnato alle sostitute procuratrici Beatrice Giunti e Ornella Galeotti.<ref>{{Cita web|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/la-scientifica-a-vicchio-nel-vecchio-baule-dellamico-di-rontini-spuntano-i-ricordi-di-pia-732e4788|titolo=Mostro di Firenze, la scientifica a Vicchio: nel vecchio baule dell’amico di Rontini spuntano i ricordi di Pia|sito=La Nazione|data=17 agosto 2023|accesso=14 novembre 2023}}</ref>
* Il 9 gennaio 2024 muore Giampiero Vigilanti, l'ultimo indagato per la serie di delitti del cosiddetto mostro di Firenze.<ref>{{Cita web|autore=Stefano Brogioni|url=https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/morto-vigilanti-d7cvkdkm|titolo=Mostro di Firenze: morto Vigilanti, il legionario dei misteri|sito=[[La Nazione]]|data=9 gennaio 2024|accesso=6 agosto 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240213154521/https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/morto-vigilanti-d7cvkdkm|dataarchivio=13 febbraio 2024|urlmorto=no}}</ref>
* Il 12 gennaio si svolgono a Caselle, frazione di Vicchio, i funerali di Giampiero Vigilanti. Sembrano essere stati aggrediti due fotoreporter de ''La Nazione'', Riccardo e Tommaso Germogli. Al rito funebre era presente anche il consulente Loris Martinelli, da come visibile sulle foto dei Germogli in seguito pubblicate.<ref>https://www.lanazione.it/prato/cronaca/funerale-vigilanti-aggressione-r1jzjl6s</ref>
* Nel luglio 2024 viene scoperta una traccia di DNA ignoto su uno dei proiettili utilizzati per l'uccisione delle ultime due vittime accertate, i francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili.<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/articoli/2024/07/mostro-di-firenze-trovato-nuovo-dna-su-un-proiettile-riaprite-il-caso-4a08960e-e9dc-44a9-868d-738a30292ea1.html|titolo=Mostro di Firenze, trovato nuovo Dna su un proiettile: "Riaprite il caso"|data=29 luglio 2024}}</ref>
* Nel gennaio del 2025 il nipote di Mario Vanni richiede la revisione del processo.<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/toscana/notizie/2025/01/13/mostro-di-firenze-i-nipoti-di-vanni-chiedono-la-revisione-del-processo_df1775be-f9a5-4561-a41f-e1e32c780877.html|titolo=Mostro di Firenze, nipote di Vanni chiede la revisione del processo {{!}} ANSA.it|sito=www.ansa.it|accesso=14 gennaio 2025}}</ref>
* In data 28 Luglio 2025, i giudici di Genova rigettano la richiesta di revisione del processo Vanni dichiarandone l'inammissibilità.
* Ad Agosto 2025, viene scoperto che Stefano Mele non è il padre biologico di Natalino Mele, fomentando sospetti sul perchè il mostro abbia risparmiato Natalino durante il primo omicidio.
 
== Influenze nella cultura di massa ==
Pacciani e Vanni vengono citati nel singolo ''[[Killer Star]]'' di [[Immanuel Casto]].<ref>{{cita web|url=http://www.rockrebelmagazine.com/news-pag-394/|titolo=IMMANUEL CASTO: guarda il video di "Killer Star" il nuovo singolo!|editore=Rock Rebel Magazine|data=19 settembre 2011|accesso=5 gennaio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150105190102/http://www.rockrebelmagazine.com/news-pag-394/|dataarchivio=5 gennaio 2015}}</ref> Pacciani viene citato anche nei brani ''Su le Mani'' e ''Momenti No'' del [[rapper]] [[Fabri Fibra]], dal rapper [[Lanz Khan]] nel brano ''I Kill You'', nel brano ''Caracas'' da [[Axos]] (anch'esso di [[Lanz Khan]]), nel brano ''[[L'Italia di Piero]]'' di [[Simone Cristicchi]], nel brano ''Camporea'' del gruppo musicale veneto [[Rumatera]], nel brano ''Non crediamo in niente'' di Mr Tools MC Bbo e nel singolo ''Numeri'' del rapper [[MadMan]], i ''compagni di merende'' vengono citati anche nel brano ''Lewandowski VI'' del rapper [[Ernia (rapper)|Ernia]], Pacciani viene anche citato nel brano ''Il Signore Delle Mosche'' del rapper [[Kid Yugi]].
 
Pacciani viene citato anche nei brani ''[[Su le mani]]'' e ''[[Momenti no]]'' del [[rapper]] [[Fabri Fibra]], dal rapper [[Lanz Khan]] nel brano ''[[I kill you]]'', nel brano ''[[L'Italia di Piero]]'' di [[Simone Cristicchi]], nel brano ''Camporea'' del gruppo musicale veneto [[Rumatera]], nel brano ''Non crediamo in niente'' di Mr Tools MC Bbo e nel singolo ''Numeri'' del rapper [[MadMan]].
Nella canzone ''Kyobo ni Tsuki'' dei [[Club Dogo]], [[Don Joe]] che cita sia Vanni che [[Scandicci]], ossia il luogo di due degli otto omicidi del Mostro (quello del 1981 in località Mosciano e quello del 1983 in località Giogoli).
 
Si parla di Mostro di Firenze anche nel brano ''[[Rotten (singolo)|Rotten]]'' del [[rapper]] [[Nitro (rapper)|Nitro]]. La serie televisiva ''[[Criminal Minds: Beyond Borders]]'' ha dedicato il secondo episodio della seconda stagione agli omicidi commessi dal Mostro di Firenze, ma in un nuovo contesto.
 
Nel libro ''Hannibal'' di Thomas Harris, si fa riferimento al Mostro di Firenze come caso giudiziario prima brillantemente risolto dall'ispettore Pazzi, il quale poi cade in disgrazia quando il presunto assassino seriale viene scagionato.
 
Il mostro di Firenze è al centro anche de ''La prima delle tre'', uno degli episodi della serie a fumetti ''[[Zanardi (personaggio)|Zanardi]]'', creata da [[Andrea Pazienza]]. La storia fu realizzata e uscì quasi in contemporanea agli omicidi, nel 1985.
Si parla di "Mostro di Firenze" anche nel brano ''[[Rotten (singolo)|Rotten]]'' del [[rapper]] [[Nitro (rapper)|Nitro]].
La serie televisiva ''[[Criminal Minds: Beyond Borders]]'' ha dedicato il secondo episodio della seconda stagione agli omicidi commessi dal ''Mostro di Firenze'', ma in un nuovo contesto.
 
In una puntata del serial TV&nbsp; “I ragazzi delle terza C” andata in onda su Italia 1 il 22 marzo 1988, il presidente della commissione d’esame si rivolge al pluribocciato Chicco Lazzaretti definendolo ''un alunno pronto, intelligente, un buon elemento'', al che lui risponde “Lei mi confonde con un altro, ho certi giudizi che sembro il Mostro di Firenze!” <ref>{{Cita pubblicazione|cognome=davlef|data=2008-08-13|titolo=I ragazzi della 3C - esame di maturità - chicco|accesso=10 gennaio 2025|url=https://www.youtube.com/watch?si=ta_LP8SP6bgL1XvI&v=ypg838EGLas&feature=youtu.be}}</ref>
Nel libro ''Hannibal'' di Thomas Harris, si fa riferimento al Mostro di Firenze come caso giudiziario prima brillantemente risolto dall'ispettore Pazzi, il quale poi cade in disgrazia quando il presunto serial killer viene scagionato.
 
=== Filmografia ===
* Il [[7 febbraio]] [[1986]] esce con poca risonanza e in pochissime città italiane il film ''[[L'assassino è ancora tra noi]]'' diretto da [[Camillo Teti]], realizzato frettolosamente e con pochi mezzi e che, pur cavalcando l'onda emotiva dell'ultimo duplice delitto del [[1985]], passerà del tutto inosservato. Due mesi dopo, Ilil [[12 aprile]] [[1986]], distribuito dalla [[Titanus]] di [[Goffredo Lombardo]], arriva sugli schermi ''[[Il mostro di Firenze (film)|Il mostro di Firenze]]'', tratto dall'[[Il mostro di Firenze (romanzo)|omonimo libro]] del [[1983]] del giornalista e scrittore [[Mario Spezi]] e diretto da [[Cesare Ferrario]]. Il film, che proponeva una efficace ricostruzione degli avvenimenti e una interessante analisi della personalità del mostro, ebbe un buon successo di pubblico, nonostante sia stato al centro di vicende giudiziarie e sia stato osteggiato dalla commissione di censura che ne vietò l'uscita nelle sale cinematografiche di tutta la [[Toscana]].<ref>{{Cita news|autore=Paolo Vagheggi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/03/04/censurato-il-film-sul-mostro-di-firenze.html|titolo=Censurato il film sul 'Mostro' di Firenze|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Firenze|data=4 marzo 1986|paginap=15|accesso=1º settembre 2010}}</ref> Un altro film che ricalca la vicenda, pur inserendovi elementi di fantasia, è ''[[28º minuto]]'' (noto anche con i titoli ''Tramonti fiorentini'' e ''Quel violento desiderio''), diretto da [[Gianni Siragusa]] e, successivamente, da [[Paolo Frajoli]]. Pur essendo stato girato anch'esso nel [[1986]], uscì soltanto nel [[1991]], direttamente per il circuito dell'[[home video]], a causa del forte contrasto dei parenti delle vittime del ''mostro'' che ne stopparonobloccarono a lungo la lavorazione e ne impedirono l'uscita nelle sale cinematografiche.<ref>{{Cita web|url=http://www.davinotti.com/index.php?forum=40017306|titolo=28° minuto (1991)|sito=davinotti.com|data=2009|accesso=7 maggio 2014}}</ref>
* Nel settembre [[2008]] l'attore americano [[Tom Cruise]] ha acquistato i diritti per portare sul grande schermo un adattamento del libro ''Dolci colline di sangue'' (''The monsterMonster of Florence'') di [[Mario Spezi]] e [[Douglas Preston]], ma poi il progetto è saltato. Il film avrebbe dovuto avere [[George Clooney]] nel ruolo del protagonista.<ref>{{Cita web|url=http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo426429.shtml|titolo=Il mostro di Firenze per Tom Cruise|editore=[[TGcom24]]|data=8 settembre 2007|accesso=7 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090611083243/http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo426429.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
* Il regista [[Antonello Grimaldi]] ha realizzato, nella primavera [[2009]], la [[Fiction televisiva|miniserie televisiva]] ''[[Il mostro di Firenze (miniserie televisiva)|Il mostro di Firenze]]'', una ricostruzione della vicenda dal 1981 al 2006 che vede come protagonista il personaggio di Renzo Rontini (interpretato da [[Ennio Fantastichini]]) il padre di Pia, vittima femminile del ''Mostro di Firenze'' del delitto del [[1984]], per il canale [[Fox Crime (Italia)|Fox Crime]] in 6sei parti, della durata di 45 minuti ciascuna, che sono andate in onda dal 12 novembre al 10 dicembre 2009 ede in seguito trasmesse in replica anche da [[Canale 5]], in seconda serata, nell'estate [[2010]].<ref>{{Cita web|url=http://www.mymovies.it/film/2009/ilmostrodifirenze/|titolo=Il Mostro di Firenze|editore=mymovies.it|accesso=29 giugno 2014}}</ref>
* Delle vicende del ''mostro'' si sono occupate varie trasmissioni TV: ''[[Un giorno in pretura (programma televisivo)|Un giorno in pretura]]'', ''[[Blu notte - Misteri italiani|Blu notte]]'', ''[[Chi l'ha visto?]]'', ''[[Telefono giallo]]'', ''[[La vita in diretta|Detto tra noi - La cronaca in diretta]]'', ''[[Enigma (programma televisivo)|Enigma]]'', ''[[Giallo Uno]]'', ''[[Top Secret (programma televisivo)|Top Secret]]'', ''[[Delitti (programma televisivo)|Delitti]]'' e, ''[[Mixer (programma televisivo)|Mixer]]''., ''[[Atlantide - Storie di uomini e di mondi]]'' e [[Profondo nero]]
* Un documentario intitolato ''I delitti del mostro di Firenze'' è andato in onda su [[Sky Italia|Sky]] nel 2011 per la regia di Paolo Cochi. Il video, della durata di un'ora e mezzamezzo, raccoglie le opinioni di molti protagonisti della vicenda fornendo spazio a tutte le ipotesi.
* Nella terza stagione del telefilm ''[[Hannibal (serie televisiva)|Hannibal]]'', l'identità del Mostro è fatta risalire a [[Hannibal Lecter]] (interpretato da [[Mads Mikkelsen]]).
* Nel 2019 il programma ''[[Tutta la verità (programma televisivo)|Tutta la verità]]'' di [[Cristiano Barbarossa]] e Fulvio Benelli ha realizzato un film documentario per [[Discovery Italia]] in due puntate, per un totale di circa quattro ore complessive, dal titolo ''L'Enigma del Mostro di Firenze'' all'interno del quale è stato intervistato anche Natale Mele, figlio di Stefano Mele. Nel film documentario vengono affrontati, oltre all'intera vicenda, anche gli ultimi sviluppi giudiziari della vicenda.
* Il film realizzato da Dario Germani nel 2019 dal titolo Lettera H è un thriller soprannaturale legato ai delitti del Mostro di Firenze e alle varie piste esoteriche, in cui si ipotizza che la 127 in cui sono state trovate due delle vittime sia diventata un'auto "maledetta".
* Nel 2021 il giornalista e segretario del [[CICAP]] [[Massimo Polidoro]] realizza un documentario a puntate sul suo canale YouTube sulla storia dei delitti del mostro, delle indagini e delle vicende giudiziarie.
* Il 10 dicembre 2021 viene trasmesso da Rai 2 ''Il mostro di Firenze - Quel silenzio che non tace: bugie e verità''. Un nuovo documentario con il soggetto e la sceneggiatura di Luciano Palmerino e Giuseppe Rinaldi.
* Il 10 ottobre 2023 Netflix annuncia le riprese di una serie originale di 4 episodi intitolata "Il Mostro", diretta da [[Stefano Sollima]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Gian Paolo Zanetti, '''Mostro di Firenze - La Madre di tutte le indagini''<nowiki/>', 2023 autoprodotto, pagg.352 - Saggio Storico (cronistoria completa delle indagini sul caso di Castelletti di Signa del 1968)
* Paolo Cochi, Francesco Cappelletti, Michele Bruno, ''Mostro di Firenze - Al di là di ogni ragionevole dubbio'', Padova, Runa Editrice, 2016, ISBN 9788897674641
* Valerio Scrivo, ''Occhio Ragazzi: Historia del Mostro di Firenze con profilo geografico, temporale, vittimologico e tattico-strategico del più efferato serial killer italiano''. La Case books, 2023. Pag. 482, ISBN 978-1-953546-02-9.
* [[Magdalen Nabb]], ''The Monster of Florence'', United Kingdom, Harper Collins, 1996, ISBN 9780002325059.
* Valerio Scrivo, Il Mostro di Firenze esiste ancora, Greenbooks editore, 2016, Pag. 305, ISBN 978-88-97060-85-7.
* AA.VV., ''Il Mostro di Firenze. Criminogenesi e criminodinamica della serie omicidiaria''. SEU, 2022.
* Stefano Brogioni, ''Il mostro nero'', Intermedia edizioni, 2021.
* {{Cita libro|autore=Paolo Cochi|titolo=Mostro di Firenze - Al di là di ogni ragionevole dubbio|url=https://www.runaeditrice.it/libro/mostro-di-firenze-al-di-la-di-ogni-ragionevole-dubbio-di-paolo-cochi|collana=True Crime|anno=2020|editore=Runa Editrice|città=Padova|p=538|ISBN=9788897674771}}
* Cristiano Demicheli, ''Quell'oscuro desiderio''. Rogas, 2020.
* Davide Cannella, ''Winchester calibro 22, serie H. Analisi spietata del mostro di Firenze'', 2019.
* Raffaele Ganzerli, ''Il caso Pacciani: storia di un processo mass-mediatico'' 2020 ISBN 979-8626569674 Independently published.
* Luca Marrone e Micaela Marrazzo, ''Il mostro di Firenze - Scene del delitto e profili criminologici'', 2019.
* Marco Vallerignani, "''Il mostro di Firenze. Criminologia di un'investigazione"'' con prefazione del Prof. Francesco Bruno, 2019 ISBN 8830610313.
* Mirco Zurlo, ''Nella mente dell'S.I. di Firenze. Dalla scena del crimine al profilo personologico del killer delle coppiette: analisi psicologico-investigativa di un inafferrabile assassino seriale'', 2019.
* Daniele Vacchino, ''Il Mostro di Firenze. Comparazione con casi analoghi di serial killing'', 2018.
* Chiara Penna, ''La vera storia del mostro di Firenze'', 2018.
* Paolo Cochi, Francesco Cappelletti, Michele Bruno, Al di là di ogni ragionevole dubbio, Enigma edizioni, 2016.
* Vieri Adriani, Francesco Cappelletti, Salvatore Maugeri, ''Delitto degli Scopeti'', Ibiskos Ulivieri, 2012, ISBN 978-88-7841-772-4.
* Antonio Segnini, ''La verità sul Mostro di Firenze'', Unilibris, 2012.
* Jacopo Pezzan e Giacomo Brunoro, ''Il Mostro di Firenze'', LA CASE, 2011, ISBN 978-88-905896-5-2.
* Fabrizio Mignacca, Flanz Vinci, Imma Giuliani, ''Il Mostro di Firenze. Uno Qualcuno Centomila''. Sangel Edizioni - Cortina, 2011 Codice: 9788897040187.
* [[Luca Cardinalini]], [[Pietro Licciardi]]. ''La strana morte del dr. Narducci. Il rebus dei due cadaveri e il «mostro» di Firenze''. DeriveApprodi, 2008. ISBN 978-88-89969-27-4.
* Liri Trevisanello, [[Erika De Pieri]], ''Il Mostro di Firenze'' [[Edizioni BeccoGiallo]], 2007, ISBN 978-88-85832-25-1.
* {{cita libro|autore=[[Douglas Preston]]|coautori=[[Mario Spezi]]|titolo=[[Dolci colline di sangue]]|editore=Sonzogno Editore| città=Milano|anno=2006|isbn=978-88-454-1271-4|cid=Preston-Spezi, 2006}}
* {{cita libro|autore=[[Michele Giuttari]]|titolo=Il mostro. Anatomia di un'indagine|editore=Rizzoli|anno=2006|isbn=978-88-17-01628-5|cid=Giuttari, 2006}}
* {{cita libro|cognome=Filastò|nome=Nino|wkautore=Nino Filastò|titolo=Storia delle merende infami|editore=Maschietto Editore|città=Firenze|anno=2005|cid=Filastò, 2005}}
* [[Riccardo Catola]]. ''Identikit di un mostro''. Anthropos, 1985.
* [[Carmelo Lavorino]]. ''Il mostro di Firenze e il caso Pacciani''. Emmekappa edizioni, 1994.
* [[Nino Filastò]]. ''Pacciani Innocente''. Ponte alle Grazie, 1994.
* [[Demetrio Piras]]. ''Chi ha ucciso Barbara Locci? Delitti firmati: il mostro''. Bandecchi & Vivaldi, 2006.
* [[Massimo Polidoro]], ''Cronaca Nera'', pagg. 219-312, Piemme, 2005.
* [[Mister Kappa]]. ''Il mostro di Firenze - La teoria finale''. Emmekappa Edizioni, 1992.
* {{cita libro|cognome=Filastò|nome=Nino|wkautore=Nino Filastò|titolo=Storia delle merende infami|editore=Maschietto Editore|città=Firenze|anno=2005|cid=Filastò, 2005}}
* [[Carlo Lucarelli]]. ''I mostri di Firenze'' in ''Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu Notte''. Torino, Einaudi, 2004. pp.&nbsp;94–133. ISBN 978-88-06-16740-0.
* [[Fabio Fox Gariani]]. ''Il mostro di Firenze''. Ulysse Network Edizioni, 2003.
* {{cita libro | autore-capitolo = Vittorio Zincone | capitolo = «Mostro di Firenze» o no, comunque protagonista | autore = AA.VV. | titolo = I veri «gialli» della nera | curatore = [[Daniele Protti]] | altri = introduzione di [[Carlo Lucarelli]] | anno = 2003 | editore = [[RCS Periodici]] | città = Milano}}
* [[Eriberto Storti]]. ''La traslazione''. Lalli Editore, 1990.
* {{Cita libro|autore=[[Giuseppe Alessandri]]|titolo=La leggenda del Vampa|editore=Loggia De Lanzi|anno=1995|cid=Alessandri, 1995}}
* [[Luca Cardinalini]], [[Pietro Licciardi]]. ''La strana morte del dr. Narducci. Il rebus dei due cadaveri e il «mostro» di Firenze''. DeriveApprodi, 2008. ISBN 978-88-89969-27-4.
* {{cita libro|cognome=Cecioni|nome=Alessandro|coautori=Gianluca Monastra|titolo=Il mostro di Firenze|editore=Nutrimenti|città=Roma|anno=2002|isbn=978-88-88389-02-8|cid=Cecioni-Monastra, 2002}}
* [[Carlo Lucarelli]]. ''I mostri di Firenze'' in ''Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu Notte''. Torino, Einaudi, 2004. pp.&nbsp;94–133. ISBN 978-88-06-16740-0.
* {{Cita libro|autore=[[Michele Giuttari]] e [[Carlo Lucarelli]]|titolo=Compagni di sangue|editore=Rizzoli|anno=1999|isbn=88-17-25858-X|cid=Giuttari-Lucarelli, 1999}}
* [[Ruggero Perugini]], ''Un uomo abbastanza normale'', Mondadori 1994
* [[Francesco Ferri]]. ''Il caso Pacciani. Storia di una colonna infame?''. Edizioni Pananti, Firenze, 1996.
* Liliana Elisei, ''Signori la Corte'', Edizioni La Versiliana, 1996.
* [[Massimo Polidoro]], ''Cronaca Nera'', pagg. 219-312, Piemme, 2005
* JacopoGabriella PezzanPasquali e Giacomo BrunoroCarlizzi, ''IlLettera ad Alberto Bevilacqua sul "Mostro di Firenze"'', LA CASEMond&editori, 2011, ISBN 978-88-905896-5-21996.
* {{Cita libro|autore=[[Giuseppe Alessandri]]|titolo=La leggenda del Vampa|editore=Loggia De Lanzi|anno=1995|cid=Alessandri, 1995}}
* Fabrizio Mignacca, Flanz Vinci, Imma Giuliani, ''Il Mostro di Firenze. Uno Qualcuno Centomila''. Sangel Edizioni- Cortina, 2011 Codice: 9788897040187
* Liri Trevisanello, [[ErikaCarmelo De PieriLavorino]],. ''Il Mostromostro di Firenze e il caso Pacciani''. [[EdizioniEmmekappa BeccoGiallo]]edizioni, 2007, ISBN 978-88-85832-25-11994.
* [[Nino Filastò]]. ''Pacciani Innocente''. Ponte alle Grazie, 1994.
* Liliana Elisei, ''Signori la Corte'', Edizioni La Versiliana, 1996
* [[Ruggero Perugini]], ''Un uomo abbastanza normale'', Mondadori 1994
* Antonio Segnini, ''La verità sul Mostro di Firenze'', Unilibris, 2012
* [[Mister Kappa]]. ''Il mostro di Firenze - La teoria finale''. Emmekappa Edizioni, 1992.
* Vieri Adriani, Francesco Cappelletti, Salvatore Maugeri, ''Delitto degli Scopeti'', Ibiskos Ulivieri, 2012, ISBN 978-88-7841-772-4
* [[Riccardo Catola]]. ''Identikit di un mostro''. Anthropos, 1985.
* Gabriella Pasquali Carlizzi, ''Lettera ad Alberto Bevilacqua sul "Mostro di Firenze"'', Mond&editori, 1996
* Gabriella[[Antonio Pasquali Carlizzi,Segnini]]. ''GliQuando "Affarisei Riservati"con delme il Mostro non c'è: Il Mostro di Firenze fuori dal buio'', Mond&EditoriISBN 979-1221036510, 20022023.
* Gabriella[[Roberto Pasquali Carlizzi,Taddeo]]. ''IlMDF. La storia del Mostro "a"di Firenze'', Mond&Editoritre volumi, ISBN 979-1222302997, Edizioni Mimesis, 20092023.
* Gabriella Pasquali Carlizzi, ''Meredith Kercher Un delitto imperfetto'', Mond&Editori, 2012
* Carmelo Maria Carlizzi, ''Un caso di Schola'', ''il Giubileo del Mostro di Firenze 1968-2018'', Mond&Editori, 2018
* Chiara Penna, ''La vera storia del mostro di Firenze'', 2018
* Luca Giaggiolo, ''Sulle orme del mostro'', 2018
* Daniele Vacchino, ''Il Mostro di Firenze. Comparazione con casi analoghi di serial killing'', 2018
* Carmen Gueye, ''Il mostro di Firenze. John Doe in Toscana, la storia osservata da un passante'', 2019
* Davide Cannella, ''Winchester calibro 22, serie H. Analisi spietata del mostro di Firenze'', 2019
* Luca Marrone e Micaela Marrazzo, ''Il mostro di Firenze - Scene del delitto e profili criminologici'', 2019
 
== Voci correlate ==
* [[AssassinoCompagni serialedi merende]]
* ''[[CompagniDolci colline di merendesangue]]''
* [[Michele Giuttari]]
* [[Mario Spezi]]
* [[Michele Giuttari]]
* [[Nino Filastò]]
* [[Silvia Della Monica]]
* ''[[Il mostro di Firenze (miniserie televisiva)|Il mostro di Firenze]]''
* ''[[Dolci colline di sangue]]''
* [[Donato Bilancia]]
* [[Gianfranco Stevanin]]
* [[Luigi Chiatti]]
* [[Michele Profeta]]
* [[Ferdinand Gamper]]
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* [https://mostro-di-firenze.blogspot.it/ Il sito dell'esperto balistico della difesa di Pacciani nel processo di appello], mostro-di-firenze.blogspot.it
* {{cita video|editore=[[Porta a Porta]]|url=https://www.youtube.com/watch?v=_GHaOALE6rE&t=3899s|titolo=Puntata sul Mostro Di Firenze|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240219222004/https://www.youtube.com/watch?v=_GHaOALE6rE|urlmorto=no}}
* {{cita web|https://www.youtube.com/user/mostrodifirenze|Videoteca canale YouTube dedicato alla vicenda del mostro di Firenze}}
* Articolo sulla pista esoterica del Mostro di Firenze [http://archivindomed.altervista.org/ASIM-12_rec_Albrile-Zappal__.pdf]
* {{cita web|https://insufficienzadiprove.blogspot.com/|Un archivio con tutti i protagonisti della vicenda del ''mostro di Firenze''}}
* {{cita web|https://calibro22.blogspot.com/2009/04/mappa-dei-delitti.html|Google map dei delitti}}
* {{cita web|http://cronaca-nera.it/dossier/dossier/405-mostro-di-firenze-zone-ombra-capitolo-1.html|Un'inchiesta giornalistica sulla vicenda}}
* {{cita web|http://youandnews.com/dossier/280-il-mostro-di-firenze.asp|''Dossier'' sul caso}}
 
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