Diomede: differenze tra le versioni
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|nome traslitterato =
|nome italiano = Diomede
|epiteto =domator di cavalli<ref>Omero, ''Iliade'', Sandron, 1937 (p. 126, 161, 189, 211).</ref>;<br />forte nel grido<ref>''L'Immagine riflessa'', volumi 17-18, Tilgher, Genova, 2008 (p. 35).</ref>;<br /> Tidide ([[patronimico]] - da [[Tideo]])
|autore = [[Omero]]
|razza =
|sesso =
|etnia = <!-- nazionalità o appartenenza ad un gruppo di una razza -->
|luogo di nascita = [[Argo (
|data di nascita =
|professione = [[Re di Argo#Lignaggio di Biante|
|capo =
|affiliazione =
|immagine =Diomedes Glyptothek Munich 304 n2.jpg
|didascalia = Diomede, copia romana da un'originale greca attribuita a [[Cresila]] (circa 440-430 a.C.), [[Gliptoteca (Monaco di Baviera)]]
}}
'''Diomede''' ({{lang-grc|Διομήδης|
[[Re di Argo#Lignaggio di Biante|Re di Argo]], partecipò alla [[guerra di Troia]] dalla parte di [[Agamennone]] e degli [[Achei]], durante la quale si distinse molto presto in [[battaglia]].
Dopo [[Achille]] e [[Aiace Telamonio]], fu il più valoroso eroe dell'esercito acheo.
== Mito ==
=== Origini ===
[[File:Diomedes Louvre Ma890 n5.jpg|thumb|
I suoi sei cugini, figli dello zio Agrio, Celeutore, Licopeo, Melanippo, Onchesto, Protoo e Tersite, decisero di deporre il nonno [[Oineo (figlio di Portaone)|Oineo]] dal trono di [[Calidone]], su cui regnava, e che, essendo molto anziano, era incapace di difendersi, e insediarono così il loro padre. Oineo venne tenuto sì in vita ma incatenato tra le torture dei nipoti. Allora Diomede, nato in esilio, ad [[Argo (città antica)|Argo]], detta l'Inclita, dopo essere arrivato a Calidone in gran segreto con l'aiuto di [[Alcmeone]], uccise uno dopo l'altro i figli di Agrio, usurpatori del trono, rimettendo il nonno al capo del regno. E dal momento che questi era ormai molto avanti negli anni, Diomede affidò il regno ad Andremone, marito di [[Gorga (figlia di Oineo)|Gorga]], e perciò genero di Oineo. Dei figli di Agrio, solo [[Tersite]] e [[Onchesto (figlio di Agrio)|Onchesto]] sfuggirono alla strage e si rifugiarono nel [[Peloponneso]], mentre Agrio, espulso dal regno, si tolse la vita. L'eroe portò Oineo con sé ad Argo.
Diomede passò la giovinezza ad allenarsi nell'arte della
=== Re di Argo ===
Quando [[Elena (mitologia)|Elena]], la figlia di [[Zeus]] e [[Leda]], raggiunse l'età da marito, la sua bellezza attirò al palazzo del suo patrigno [[Tindaro]] re e principi di tutta la Grecia che pretesero la sua mano, in cambio di ricchi doni.
Giovane e bello, Diomede, insieme ad altri principi della Grecia, si presentò al palazzo di Tindaro per chiedere Elena in moglie.
Ad [[Argo (città antica)|Argo]] Diomede si sposò con [[Egialea]], la figlia ormai orfana del [[Talao|re]], e diventò così sovrano della città. Avrebbe voluto governare in pace e dedicarsi alle gioie familiari ma ben presto dovette partire per la [[guerra di Troia]].
=== Guerra di Troia ===
{{citazione|Ed allora a Diomede, figlio di Tideo, Pallade Atena infuse forza e furore, perché fra tutti gli Achei si distinguesse e conquistasse grande gloria; una fiamma inestinguibile gli arse l'elmo e lo scudo, pareva l'astro d'autunno che splende di fulgida luce quando sorge dalle acque di Oceano.|[[Omero]], ''[[Iliade]]'', V, 1-6<ref>Traduzione di [[Maria Grazia Ciani]], in {{cita libro|autore=Omero|titolo=Iliade|url=https://archive.org/details/omero.iliade2010/page/n117/mode/2up|città=Venezia|editore=Marsilio|anno=2003|p=118|ISBN=88-317-7425-5}}</ref>|Ἔνθ' αὖ Τυδεΐδῃ Διομήδεϊ Παλλὰς Ἀθήνη<br>δῶκε μένος καὶ θάρσος, ἵν' ἔκδηλος μετὰ πᾶσιν<br>Ἀργείοισι γένοιτο ἰδὲ κλέος ἐσθλὸν ἄροιτο·<br>δαῖέ οἱ ἐκ κόρυθός τε καὶ ἀσπίδος ἀκάματον πῦρ·<br>ἀστέρ' ὀπωρινῷ ἐναλίγκιον, ὅστε μάλιστα<br>λαμπρὸν παμφαίνῃσι λελουμένος Ὠκεανοῖο.|lingua=grc}}
[[File:Ulisse e Diomede.png|thumb|[[Ulisse]] e Diomede nell'atto di impadronirsi del [[Palladio (mitologia)|Palladio]], [[Calcedonio]], 1500-50 ca.]]
Diomede partì alla volta di [[Troia]] con 80 navi da guerra
Diomede era protetto dalla dea [[Atena]]. [[Omero]] afferma che, durante le battaglie, Diomede era simile ad un torrente in piena, che tutto travolge. Come è raccontato nell{{'}}''[[Iliade]]'', in particolare nei libri V e VI, Diomede compì molte gesta eroiche, uccidendo diversi guerrieri, tra cui i fratelli [[Xanto e Toone]], l'arciere [[Pandaro]], [[Dreso]] e il giovane possidente [[Assilo]] insieme all'auriga [[Calesio]].
==== Lo scontro con Enea ====
[[File:Wenceslas Hollar - Aeneas and Diomedes.jpg|thumb|Diomede ed [[Enea]] di [[Wenceslaus Hollar]]]]
Atena diede a Diomede l'ispirazione di realizzare un massacro di nemici sul campo: simile all'astro della canicola, sotto le sue armi si accese un fuoco. Lo affrontarono allora due guerrieri, che combattevano su un carro, figli di [[Darete]], sacerdote di [[Efesto]] a Troia, i quali gli corsero incontro: uno di questi, [[Fegeo (Iliade)|Fegeo]], cercò di colpirlo con la sua lancia, ma lo mancò. L'eroe scagliò a sua volta l'asta contro di lui e colse il nemico in pieno petto, facendolo precipitare morto dal cocchio.
Fu eroe valoroso, secondo solo ad [[Achille]], e spesso supportato da [[Atena]]. Diomede, nella battaglia che seguì al duello fra [[Paride]] e [[Menelao]], uccise [[Pandaro]], che combatteva sul carro da guerra in compagnia di [[Enea]]. Quest'ultimo lasciò incustodito il carro (che verrà poi portato al campo greco da [[Stenelo (figlio di Capaneo)|Stenelo]], fedele compagno d'armi e auriga di Diomede) per difendere il corpo dell'amico dagli assalti greci.▼
▲
{{citazione|Balzò a terra [[Enea]], con la lunga lancia e lo scudo, temendo che gli Achei gli strappassero il morto. Gli si mise accanto come un leone che della sua forza si fida; teneva davanti a sé la lancia e lo scudo rotondo, pronto a uccidere chiunque gli venisse di fronte, e gridava in modo terribile.|[[Omero]], [[Iliade]], Canto V, vv. 299-302}}
[[File:Jean Auguste Dominique Ingres - Venus,
Affrontò dunque Enea, che rimase ferito a causa di un masso scagliato dal greco. L'eroe troiano venne salvato dalla [[Afrodite|madre]] che lo avvolse nel suo velo per portarlo in salvo. Diomede, non temendo l'ira della dea, la ferì ad una mano costringendola alla fuga.
[[
Nel frattempo, Enea, guarito, venne riportato da Apollo nel campo di battaglia. Ares, chiamato da Apollo per contrastare Diomede, venne invece ferito al ventre dall'eroe acheo; il dio dovette uscire dalla battaglia e rifugiarsi sull'[[Olimpo]] dal padre [[Zeus]], che lo rimproverò per la sua frenesia di guerra e lo fece poi curare da [[Peone (divinità)|Peone]]<ref>Libro V, 792-845.</ref>.
====Diomede e Glauco====
[[File:
{{citazione|"Sei dunque un ospite antico per me da parte di padre; il divino [[Oineo (figlio di Portaone)|Oineo]] accolse un tempo il nobile [[Bellerofonte]] nella sua reggia e lo trattenne per venti giorni; si scambiarono l’un l’altro doni ospitali, bellissimi; Oineo offrì una cintura di porpora, splendida, Bellerofonte una coppa d’oro a due manici: l’ho lasciata nella mia casa quando sono partito. Non ricordo [[Tideo]] perché ero ancora bambino quando mi lasciò per andare a [[Tebe (Grecia)|Tebe]] dove l’[[sette contro Tebe|esercito acheo]] fu distrutto. Io sono dunque per te ospite e amico in [[Argolide]] e tu in [[Licia]], se mai io vi giunga. Non incrociamo le lance tra noi, anche se siamo in battaglia; sono molti i Troiani e gli illustri alleati che io posso uccidere se un dio me li manda davanti o se li raggiungo io stesso; e molti sono gli Achei che tu puoi abbattere. Scambiamoci invece le armi perché sappiano anche costoro che siamo ospiti per tradizione antica e questo è il nostro vanto."▼
Diomede non era
▲Diomede non era però solo furia e impeto: egli diede nel pieno della lotta un'altissima prova di lealtà e di spirito cavalleresco: fu poco prima di intraprendere il duello con [[Glauco (figlio di Ippoloco)|Glauco]], il nobile di [[Licia]], che si batteva a fianco dei Troiani. È questo uno degli episodi più toccanti dell'Iliade: dopo aver chiesto al nemico il suo nome, Diomede si rese conto che l'uomo che aveva di fronte era legato da un antico vincolo di amicizia e di ospitalità con la propria famiglia. Gettò allora la spada a terra e i due nemici, anziché scontrarsi, si strinsero la mano e si scambiarono le armi, secondo consuetudine. Glauco, preso dall'entusiasmo del gesto e noncurante del loro valore, scambiò le sue armi d'[[oro]] con armi di [[bronzo]], pari al valore di cento buoi per nove buoi<ref name="ar" />.
▲{{citazione|"Sei dunque un ospite antico per me da parte di padre; il divino [[Oineo (figlio di Portaone)|Oineo]] accolse un tempo il nobile [[Bellerofonte]] nella sua reggia e lo trattenne per venti giorni; si scambiarono l’un l’altro doni ospitali, bellissimi; Oineo offrì una cintura di porpora, splendida, Bellerofonte una coppa d’oro a due manici: l’ho lasciata nella mia casa quando sono partito. Non ricordo [[Tideo]] perché ero ancora bambino quando mi lasciò per andare a
====Diomede e Ulisse====
[[File:Diomedes Odysseus Palladion Louvre K36.jpg|thumb|left|upright=0.8|[[Ulisse]] e Diomede sottraggono il [[Palladio (mitologia)|Palladio]]. [[Oinochoe]] apula da [[Reggio Calabria]] (360-350 a.C.). [[Museo del Louvre]]]]
Assecondò spesso [[Ulisse]], quando si trattò di condurre trattative delicate (sia presso [[Agamennone]] che presso [[Achille]]), e con lui compì varie imprese pericolose, tra
=== Dopo la caduta di Troia ===
[[File:Fresco Iphigeneia MAN Naples.jpg|thumb|Sacrificio di [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]]: la figlia di [[Agamennone]] viene portata di peso da [[Ulisse]] e Diomede al sacerdote [[Calcante]], pronto a sacrificarla ad [[Artemide]], il cui simulacro è a sinistra sulla colonna. Agamennone, completamente avvolto nel suo mantello, impotente di cambiare il volere degli dei, è racchiuso nel suo dolore. Intanto ecco arrivare dall'alto Artemide che salverà Ifigenia sostituendola con una cerva.
Dopo che Troia fu conquistata, Diomede viaggiò per tornare ad [[Argo (città antica)|Argo]], con una veloce navigazione favorita da [[Afrodite]], desiderosa di accelerare il ritorno dell'eroe in patria, dove aveva intenzione di vendicarsi dell'offesa subita durante la guerra<ref>Augusto M. Funari, ''Le colonne d'Ercole. 20 piccole canzoni di sogni e di miti del mondo'', Augusto Funari, 2007, p. 44.</ref>.
Secondo una variante del mito, invece, una tempesta suscitata da Afrodite, sempre per vendicare l'offesa subita, spinse Diomede sulle coste della [[Licia]]: qui fu sul punto di essere sacrificato ad [[Ares]] dal re Lico, che voleva vendicare la morte di [[Sarpedonte (figlio di Laodamia)|Sarpedonte]] caduto a [[Troia]], ma poté salvarsi per l'intervento di Calliroe, figlia del re, che lo aiutò a ripartire. Secondo alcune fonti Diomede sarebbe poi sbarcato per errore ad [[Atene]], e qui avrebbe perso il [[Palladio (mitologia)|Palladio]], finito nelle mani di [[Demofonte (figlio di Teseo)|Demofonte]].
Arrivato ad [[Argo (città antica)|Argo]], Diomede ebbe un'amara sorpresa: né sua moglie [[Egialea]], né i suoi sudditi lo ricordavano più, in quanto Afrodite aveva cancellato il ricordo di Diomede dalla loro
*{{en}} [[Giovanni Tzetzes]], ''[https://topostext.org/work/860#602 Scholia in Lycophronem], § 433''
*Benedetta Rossignoli, ''L'Adriatico greco: culti e miti minori'', in ''ΑΔΡΙΑΣ'', n. 1, L'Erma di Bretschneider, 2004 (p. 210).</ref>.
=== Viaggio di Diomede, eroe della
[[File:Mito di Diomede e ritrovamenti micenei in Adriatico.png|miniatura|sinistra|upright=1.6|Luoghi legati al mito di Diomede e ritrovamenti micenei<ref>Per un elenco complessivo dei ritrovamenti micenei in Puglia, Veneto e Marche, vedi Anna Margherita Jasink, ''Le testimonianze archeologiche'', in {{Cita|Fileni-Jasink-Santucci 2011|pp. 204-211}}.</ref>.]]
Diomede decise di abbandonare la
*[[Scilace]], ''Periplo'' 16 f.
*{{Cita libro|capitolo = I due templi greci di Ancona |autore = Alessandra Coppola |titolo= Esperìa: studi sulla grecità di occidente|numero = 3 |anno = 1993 |editore = L'Erma di Bretschneider|città = Roma|pp = 99-114 |ISBN =88-7062-809-4|url=https://books.google.it/books?id=uiTac40XVNEC&pg=PA189&dq=Alessandra+Coppola+i+due+templi+greci+di+Ancona&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjX8v2c457oAhXuyKYKHcVVCP8QuwUILTAA#v=onepage&q=Alessandra%20Coppola%20i%20due%20templi%20greci%20di%20Ancona&f=false}}
*{{Cita libro|titolo = Ancona: forma e urbanistica | autore = Stefania Sebastiani|editore = L'Erma di Bretschneider|città = Roma |anno = 1996|ISBN = 978-88-7062-950-7}}
*{{Cita libro|titolo = Terra di confine: archeologia e storia tra Marche, Romagna e San Marino|autore = Lorenzo Braccesi|wkautore =Lorenzo Braccesi|editore=L'Erma di Bretschneider|città=Roma|anno=2007|capitolo= Ancona tra Greci e Galli|p=21|ISBN=9788882654283|url=https://books.google.it/books?id=f9Iju2yqKAkC&pg=PA19&dq=Ancona+tra+Greci+e+Galli&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjE1pbT3J7oAhXKlosKHSJDAu4QuwUILjAA#v=onepage&q=Ancona%20tra%20Greci%20e%20Galli&f=false|cid=Braccesi 2007}}</ref>, a [[Pola]], a [[Capo San Niccolò]] (in Dalmazia)<ref>Detto anticamente ''promunturium Diomedis''; in lingua croata è chiamato ''Kap Planka''.</ref>, a [[Vasto]], a [[Lucera]] e all'estremo limite dell'Adriatico: alle foci del [[Timavo]]<ref>Dette anticamente ''Caput Adriae''.</ref>. In questi luoghi il culto di Diomede si era sovrapposto a quello del [[Signore degli animali]], un'antichissima divinità dei boschi.
La caratteristica di civilizzatore<ref name=fileni>Maria Grazia Fileni, ''[https://books.google.it/books?id=VjqVwXN95Y8C&pg=PA234#v=onepage&q&f=false Diomede nel medio Adriatico]'', in {{Cita|Fileni-Jasink-Santucci 2011|pp. 234-235}}.</ref> viene rafforzata dalla fondazione di molte città italiane, tra cui [[Vasto]] (Histonium), [[Andria]], [[Brindisi]], [[Benevento]], [[Ceglie Messapica]] ([[Kailia]]), Argiripa ([[Argos Hippium|Arpi]]) presso l'attuale [[Foggia]], [[Siponto]]<ref>A tal proposito nel libro VI della ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'' di [[Strabone]], il geografo storico fine conoscitore del territorio dauno, viene anche affermato che Siponto "''a Diomede greco conditum''".</ref> presso l'attuale [[Manfredonia]], Canusio ([[Canosa di Puglia]]), [[Aequum Tuticum|Equo Tutico]] ([[Ariano Irpino]]), Drione ([[San Severo]]), Venafrum ([[Venafro]]) e infine Venusìa ([[Venosa]])<ref>Una tradizione tarda e secondaria vuole Diomede ecista persino di [[Lanuvio]]: {{Cita|Pasqualini 1998}}.</ref>. La fondazione di quest'ultima città, come lo stesso toponimo (da [[Venere (divinità)|Venus]]) ricorda, coincide con il perdono ottenuto da Afrodite, in seguito al quale si stabilì in Italia meridionale e si sposò con la figlia del [[Dauno|Re]] del popolo dei [[Dauni]]: [[Evippe (figlia di Dauno)|Evippe]].
Stretto fu il rapporto tra l'eroe e la [[Daunia]]<ref>{{Cita|Musti 1984}}.</ref>. Il primo contatto con questa terra si ebbe con l'approdo alle isole che da lui avrebbero preso il nome di ''Insulae
Sbarcò quindi nell'odierna zona di [[Rodi Garganico|Rodi]], sul [[Gargano]] alla ricerca di un terreno più fecondo e si spostò a sud dove incontrò i Dauni, che prendevano il nome dal loro re eponimo, [[Dauno]], figlio di [[Licaone (figlio di Pelasgo)|Licaone]] e fratello di [[Enotro]], [[Peucezio]] e [[Japige]]<ref>Francesco Palestini, ''Studi sulle origini e sulla protostoria...'', Youcanprint, 26 feb 2016. Consultabile su Google Libri a
[https://books.google.it/books?id=n32kCwAAQBAJ&pg=PA254&dq=pola+diomede+-marvasi&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjQsbml44vZAhWKDOwKHVFPA5MQuwUIPzAE#v=onepage&q=pola%20diomede%20-marvasi&f=false questa pagina].</ref>.
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[[File:Palazzo medici riccardo, cortile di michelozzo, tondi di bertoldo di giovanni da cammei medicei 04,1.jpg|thumb|Diomede in una scultura di [[Bertoldo di Giovanni|Bertoldo]], nel cortile di [[Michelozzo]] del [[Palazzo Medici Riccardi]]]]
Diomede si guadagnò le simpatie di Dauno il re che "''pauper aquae agrestium regnavit populorum''" e dopo avergli prestato valido aiuto nella guerra contro i [[Messapi]], per il suo alto valore militare - ''victor Gargani'' - ebbe in sposa la figlia [[Evippe (figlia di Dauno)|Evippe]] (secondo alcuni si chiamava Drionna, secondo altri Ecania) ed in dote parte della Puglia - "''dotalia arva''"-, i cosiddetti campi diomedei, "''in divisione regni quam cum Dauno''". Fu allora che fondò [[Siponto]], detta così dal nome greco ''sipius'', a motivo delle seppie sbalzate sulla riva da onde gigantesche<ref>Secondo Dionisio Petavio la fondazione di Siponto risale al [[1182 a.C.]] - più di quattro secoli prima della [[fondazione di Roma]]. Il calcolo cronologico della fondazione di Siponto, desunto dall'opera del citato autore, comunque oscilla tra il [[1184 a.C.|1184]] e il [[1182 a.C.]].</ref>.
[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] nell{{'}}''[[Eneide]]'' ci racconta che i [[Latini]] e i [[Rutuli]], bisognosi di alleati per scacciare Enea dalla loro terra, chiedono aiuto a Diomede, ricordando i trascorsi tra i due eroi. Diomede, però sorprende gli ambasciatori a lui pervenuti, rifiutando di combattere il suo antico nemico ed anzi invocando la pace tra i popoli<ref>Virgilio, ''Eneide'', 11° libro.</ref>. In questo modo, Virgilio ci presenta un Diomede che ha subito una seria trasformazione, e che prova repulsione per il sangue versato in guerra; egli è ora tollerante e pacifista<ref>Luigi Castagna, ''[https://sites.unimi.it/latinoamilano/wp-content/uploads/2020/04/castagna-enea-e-diomede.pdf Enea e Diomede: un incontro]'', in ''Aevum Antiquum'' N.S.10 (2010) (p. 198)</ref>. Secondo il poema latino, Diomede non è genero di Dauno, che è invece padre di Turno, il re dei Rutuli.
===Morte===
[[File:Diomedes with the Palladion (Glyptothek).jpg|thumb|right|Scultura di Diomede con il Palladio nella [[Gliptoteca (Monaco di Baviera)|Gliptoteca]] di [[Monaco di Baviera]]]]
Secondo gli [[scolii]] dell{{'}}''[[Alessandra (poema)|Alessandra]]'' di [[Licofrone]], che rappresentano la tradizione più diffusa, Diomede fu ucciso da Dauno a causa della spartizione di un bottino; invece, nelle ''[[Le metamorfosi (Antonino Liberale)|Metamorfosi]]'' di [[Antonino Liberale]], Diomede sposò la figlia di Dauno e morì di vecchiaia<ref>{{cita|Vanotti 2002|pp. 183-184, nota 26}}.</ref>.
[[Strabone]] elenca quattro diverse leggende sulla vita dell'eroe in Italia. Una afferma che nella città di [[Yria]], Diomede stava facendo un canale verso il mare quando fu chiamato a casa ad [[Argo (città antica)|Argo]]. Lasciò la [[Daunia]] e andò a casa dove morì. Il secondo mito afferma il contrario, che rimase a Yria fino alla fine della sua vita. La terza tradizione afferma che scomparve sull'isola disabitata di Diomedea (chiamata così in suo onore e identificata in [[San Domino]], una delle [[Isole Tremiti|Tremiti]] o Diomedee), dove secondo la leggenda vivono i suoi compagni trasformati da Afrodite in grandi uccelli marini, le [[diomedea (zoologia)|diomedee]], il che implica una sorta di deificazione. La quarta racconto viene dagli [[Heneti]], che sostengono che Diomede rimase nel loro paese e alla fine ebbe un'apoteosi misteriosa.▼
[[File:Ottoemezzo.jpg|thumb|La scena del film [[8½]] di [[Federico Fellini]] nella quale un cardinale racconta a [[Marcello Mastroianni]] della leggenda sulla morte dell'eroe|left]]
▲[[Strabone]] (VI, 3, 9) elenca addirittura quattro diverse
Una tradizione identifica in una spiaggia dell'[[isola di San Nicola]] il luogo della sua sepoltura<ref>Questo mito è ripreso nel romanzo storico ''[[Le paludi di Hesperia]]'' dell'archeologo [[Valerio Massimo Manfredi]].</ref>. Nel film di [[Federico Fellini]] ''[[8½]]'', un cardinale racconta questa storia all'attore [[Marcello Mastroianni]].
===Immortalità===
[[File:Schlossbrücke Krieger 6.1 Albert Wolff 1853.jpg|thumb|Statua di Diomede e [[Atena]] a [[Berlino]]]]
{{Citazione|La dea dai capelli d'oro e dagli occhi grigi fece di Diomede un dio immortale|[[Pindaro]], [[Pindaro#Nemee|Nemea]] X}}Secondo il [[Iliade|racconto omerico]], Diomede ricevette da [[Atena]] l'immortalità, che non aveva dato a suo [[Tideo|padre]]. Per raggiungere l'immortalità, uno [[scolio]] di [[Pindaro#Nemee|Nemea]] X dice che Diomede sposò [[Ermione]], l'unica figlia di [[Menelao]] ed [[Elena]], e vive
Era adorato come un essere divino sotto vari nomi in [[Italia]], dove statue di lui esistevano ad [[Argi]], [[Metaponto]], [[Turi]] e in altri luoghi. Nell'[[Adriatico]]
Le prime due tradizioni elencate da [[Strabone]] non danno alcuna indicazione sulla divinità se non più tardi attraverso un culto [[eroe]], e le altre due dichiarano fortemente l'immortalità di Diomede come più di un semplice eroe di culto.
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== Diomede nella ''Commedia'' di Dante Alighieri ==
[[File:Inf. 26 Priamo della Quercia .jpg|thumb|Particolare di una miniatura della [[Divina Commedia]] in cui [[Dante]] e [[Virgilio]] incontrano [[Ulisse]] e Diomede tra i cattivi consiglieri, [[Priamo della Quercia]] ([[XV secolo]])]]
{{citazione|Rispuose a me: "Là dentro si martira<br>Ulisse e Dïomede, e così insieme<br>a la vendetta vanno come a l'ira;<br>e dentro da la lor fiamma si geme<br>l'agguato del caval che fé la porta<br>onde uscì de' Romani il gentil seme.<br>Piangevisi entro l'arte per che, morta,<br>Deïdamìa ancor si duol d'Achille,<br>e del Palladio pena vi si porta".|[[Dante]], [[Inferno - Canto ventiseiesimo]], vv. 55-63}}
[[Dante Alighieri]] ([[Inferno - Canto ventiseiesimo]]) colloca Diomede nell'VIII [[bolgia]] dell'VIII [[cerchio]], quella dei consiglieri fraudolenti, che in vita agirono con inganno e di nascosto
▲[[Dante Alighieri]] ([[Inferno - Canto ventiseiesimo]]) colloca Diomede nell'VIII [[bolgia]] dell'VIII [[cerchio]], quella dei consiglieri fraudolenti, che in vita agirono con inganno e di nascosto e quindi la loro pena nell'[[inferno]] sarà quella di essere celati dalle fiamme alla vista altrui. Egli infatti si trova avvolto in una fiamma a due capi insieme ad [[Ulisse]], poiché proprio con lui andò nottetempo a rubare il [[Palladio (mitologia)|Palladio]], la statua di [[Atena]] protettrice della città di [[Troia]].
== Vittime di Diomede ==
[[immagine:Diomedes Louvre Ma890 n3.jpg|miniatura|Diomede del Louvre (particolare)]]
# [[Fegeo (Iliade)|Fegeo]] - Figlio di [[Darete]] (libro V, 17-19)
# [[Astinoo]] - (libro V, 144-147)
# Ipeirone - (libro V, 144-147)
# [[Abante (figlio di Euridamante)|Abante]] - Figlio di [[Euridamante]] (libro V, 148-151)
#
# [[Xanto e Toone|Xanto]] - Figlio di Fenope (libro V, 152-158)
# [[Xanto e Toone|Toone]] - Figlio di Fenope (libro V, 152-158)
Riga 139 ⟶ 143:
# [[Anfio (re di Pitiea)|Anfio]] - Re di Pitiea, fratello del precedente (libro XI, 328-334)
# [[Timbreo]] - Re asiatico (libro XI)
# [[Agastrofo]] - Eroe, figlio di
# Agelao - Figlio di Fradmone (libro VIII)
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== Note ==
<references />
==Bibliografia==
*{{Cita libro|autore=Anna Pasqualini|articolo=Diomede nel Lazio e le tradizioni leggendarie sulla fondazione di Lanuvio|url=https://www.persee.fr/doc/mefr_0223-5102_1998_num_110_2_2048|rivista=Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité|città= Roma|editore=École française de Rome|anno=1998|volume=110|numero=2|pp=663-679|ISSN=0223-5102|cid=Pasqualini 1998}}
*{{Cita libro|autore=Maria Grazia Fileni|autore2=Anna Margherita Jasink|autore3=Marco Santucci|contributo=I viaggi degli eroi dall'Egeo all'Adriatico. Progetto di un percorso museale interattivo|url=https://books.google.it/books?id=VjqVwXN95Y8C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|opera=MUSINT. Le collezioni archeologiche egee e cipriote in Toscana. Ricerche ed esperienze di museologia interattiva|curatore=Anna Margherita Jasink et al.|città=Firenze|editore=Firenze University Press|anno=2011|pp=203-242|ISBN=978-88-6655-083-9|cid=Fileni-Jasink-Santucci 2011}}
*{{Cita libro|autore=Domenico Musti|wkautore=Domenico Musti|contributo=Il processo di formazione e diffusione delle tradizioni greche sui Daunii e su Diomede|opera=La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico. Atti del XIII Convegno di studi etruschi e italici (Manfredonia, 21-27 giugno 1980)|città=Firenze|editore=Leo S. Olschki|anno=1984|pp=93-111|ISBN=88-222-3278-X|cid=Musti 1984}}
*{{cita libro|autore=Gabriella Vanotti|contributo=Aspetti della leggenda troiana in area apula|url=https://books.google.it/books?id=Mc7vxiqIyGcC&pg=PA179#v=onepage&q&f=false|opera=I Greci in Adriatico, 1 (Hesperìa. Studi sulla grecità d'Occidente, 15)|curatore=Lorenzo Braccesi|città=Roma|editore=L'Erma di Bretschneider|anno=2002|pp=179-186|ISBN= 88-8265-162-2|cid=Vanotti 2002}}
*[[Paolo Rumiz]], Il Ciclope, Feltrinelli, Milano, 2017, pp. 110-111, ISBN 978-88-07-88885-4
== Voci correlate ==
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* [[Agastrofo]]
* [[Agmone]]
* [[Aleno]]
* [[Reso]]
* [[Xanto e Toone]]
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{{Controllo di autorità}}
{{Ciclo Troiano}}
{{Personaggi dell'Iliade}}
{{Portale|letteratura|mitologia greca}}
[[Categoria:Condottieri mitologici]]
[[Categoria:Epigoni]]
[[Categoria:Partecipanti alla guerra di Troia]]
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[[Categoria:Personaggi dell'Eneide]]
[[Categoria:Pretendenti di Elena]]
[[Categoria:Isole Tremiti]]
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