Partito Radicale (Italia): differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|il partito fondato nel 1904|Partito Radicale Italiano}}{{P|Gran parte delle fonti usate in voce sono direttamente riconducibili a organi del partito o ad affermazioni dei suoi membri; anche il tono, nel complesso, sembra quello di un militante di vecchia data.|politica|dicembre 2023|argomento2=Italia}}{{Partito politico
|nome = Partito Radicale
|nome2 = ''Partito Radicale dei Liberali e Democratici Italiani''
|
|stato = ITA
|fondazione = 11 dicembre 1955<ref name="nascitaPRLDI" />
|derivato da = [[Partito Liberale Italiano]]
|
|sede = Via di Torre Argentina, 76 - Roma
|abbreviazione = PR
|ideologia = [[Radicalismo]]<ref name=ideologia>https://www.partitoradicale.it/chi-siamo/</ref><br/>[[Liberaldemocrazia]]<ref name=ideologia/><br/>[[Gandhismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Socialismo liberale]]<ref name=ideologia/><br/>[[Antiproibizionismo]]<ref name=ideologia/> <br/>[[Libertarianismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Liberalismo sociale]]<ref name=ideologia/><br/>[[Laicismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Ecologismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Antimilitarismo]]<ref name=ideologia/>
|collocazione = [[Centro-sinistra]]<ref>https://www.treccani.it/enciclopedia/partito-radicale_%28Dizionario-di-Storia%29/</ref>
|coalizione =
|partito europeo = [[Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa|Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori]]
|gruppo parlamentare europeo = [[Gruppo di coordinamento tecnico e di difesa dei gruppi e dei deputati indipendenti|Gruppo Tecnico degli Indipendenti]] (1979-1984)<br />[[Non iscritti (Parlamento europeo)|Non iscritti]] (1984-1989)
|seggi1 = {{Seggi|18|630|P|a=1979}}
|seggi2 = {{Seggi|2|315|P|a=1979}}
|testata = [[Radio Radicale]]
|
}}
Il '''Partito Radicale''' ('''PR''') è stato un [[partito politico]] di orientamento [[liberale]], [[liberista]] e [[libertario]] fondato nel 1955, a seguito di una scissione dal [[Partito Liberale Italiano]], e trasformatosi, in occasione del XXXV Congresso tenutosi nel 1989, in un soggetto politico transnazionale, il [[Partito Radicale Transnazionale]]. È stato per lungo tempo guidato da [[Marco Pannella]]. Si è ispirato, in una prospettiva eclettica, alle tradizioni politiche della destra storica, del [[Partito d'Azione]] e del liberalismo anglosassone, promuovendo la laicità dello Stato, il riconoscimento dei diritti civili e politici dei cittadini, il rispetto dello [[Stato di diritto]] e la [[nonviolenza]].
Si è presentato per la prima volta in occasione delle elezioni politiche del 1958, formando una lista comune col [[Partito Repubblicano Italiano]]; quindi ha preso parte alle elezioni politiche del 1968 e tutte le elezioni nazionali dal 1976 al 1987, ottenendo il suo massimo storico nel 1979.
Al congresso di Budapest nel 1989, sulla scia di quanto già era stato stabilito nel congresso di Bologna dell'anno precedente, è stata approvata la trasformazione del partito in un soggetto politico a vocazione transnazionale e transpartitica, il [[Partito Radicale Transnazionale]] (poi divenuto, nel 2011, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).
== Storia ==
=== Riferimenti culturali ===
[[File:Ettore Sacchi.jpg|miniatura|[[Ettore Sacchi]]]]
Le origini culturali del Partito radicale sono ravvisabili nel nucleo teorico del radicalismo ottocentesco e del [[Partito Radicale Italiano]] promosso da [[Felice Cavallotti]] e [[Agostino Bertani]], eredi della cultura risorgimentale e promotori di uno spirito laico e liberale, teso a promuovere l'estensione del suffragio, la laicità del sistema scolastico, il federalismo amministrativo e la riduzione dell'orario lavorativo alle otto ore. Nel 1904, sotto la guida di [[Ettore Sacchi]], la matrice anticlericale, che aveva animato il pensiero politico radicale sin dal principio, non indulge a posizioni antireligiose, ciò che consente al movimento di raccogliere il consenso di don [[Romolo Murri]].
Durante il [[fascismo]] gli ideali e la cultura radicale sono accolti e rivendicati da numerosi intellettuali antifascisti: già a partire dal 1925, quando "la piccola confraternita" dei salveminiani – [[Nello Traquandi]], [[Tommaso Ramorino]], [[Carlo Rosselli]], [[Ernesto Rossi]] e [[Nello Rosselli]] – danno vita all'esperienza fiorentina del "Circolo della cultura" e, in seguito, a quella ancor più rischiosa di "[[Italia libera]]" (associazione di reduci antifascisti indirizzata a propagandare la disobbedienza civile e ad organizzare azioni dimostrative, nata nel 1923 nello studio dell'avvocato Enrico Bocci e diretta da [[Dino Vannucci]], Ernesto Rossi, Carlo Rosselli, [[Piero Calamandrei]] e Nello Rosselli).
Nella ricostruzione genealogica del PR non bisogna tralasciare l'importanza dell'esperienza del "foglio clandestino di battaglia", ''[[Non Mollare]]'', e del movimento, di orientamento liberal-socialista, [[Giustizia e Libertà]], nato a [[Parigi]] nel 1929 per volontà dell'esule [[Carlo Rosselli]].
=== Origini e fondazione ===
L'8 dicembre 1955 trentadue consiglieri nazionali del [[Partito Liberale Italiano]] si dimettono durante il congresso nazionale del PLI, per promuovere con altri autorevoli esponenti del liberalismo la costituzione del "Partito Radicale dei Liberali e Democratici Italiani"<ref name="nascitaPRLDI" /><ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0057_01_1955_0292_0001_14241781/|titolo=I liberali dissidenti fondano il partito radicale}}</ref><ref>{{cita testo|pubblicazione=Il Post|titolo=La nascita del Partito Radicale|url=http://www.ilpost.it/2016/02/05/la-nascita-del-partito-radicale/|data=5 febbraio 2016|accesso=25 febbraio 2017}}</ref>. La scissione delle correnti di "sinistra" e di parte del centro del PLI vede protagonisti, fra gli altri, [[Leopoldo Piccardi]], [[Mario Pannunzio]], [[Ernesto Rossi]], [[Nicolò Carandini]], [[Leo Valiani]], [[Guido Calogero]], [[Giovanni Ferrara (politico)|Giovanni Ferrara]], [[Paolo Ungari]], [[Eugenio Scalfari]], [[Marco Pannella]], [[Franco Roccella]]. La successiva domenica 11 dicembre 1955 i dissidenti tengono il primo comizio a Roma per illustrare il programma del nuovo partito.<ref name=nascitaPRLDI>[http://camera.archivioluce.com/camera-storico/scheda/video/i_protagonisti_della_politica/00039/IL5000045174/2/Congresso-del-Partito-Liberale-e-nascita-del-Partito-radicale-dei-liberali-e-dei-democratici-16-12-1955.html Cinegiornale (Mondo Libero M227) del 16/12/1955] (Astra Cinematografica)</ref>
Il partito si costituisce formalmente il 5 febbraio 1956 al termine di un convegno che elegge un esecutivo di cinque componenti (Carandini, Pannunzio, Piccardi, Valiani e l'ex segretario del PLI [[Bruno Villabruna|Villabruna]]) e una direzione di quattordici<ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0058_02_1956_0031_0001_13923062/|titolo=Il congresso radicale ha concluso i lavori}}</ref>.
=== La prima rinascita del Partito ===
Nel
Sul finire degli [[
=== Una piccola pattuglia di Radicali in Parlamento ===
Le [[elezioni politiche in Italia del 1976|elezioni del 1976]] vedono l'ingresso nel [[Parlamento|Parlamento italiano]]<ref>{{cita testo|titolo=Natura e ruolo del partito radicale: alcune ipotesi interpretative|pubblicazione=ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L’ALTERNATIVA|data=agosto-novembre 1977|url=http://www.radioradicale.it/exagora/natura-e-ruolo-del-partito-radicale-alcune-ipotesi-interpretative|numero=3-4|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005937/http://www.radioradicale.it/exagora/natura-e-ruolo-del-partito-radicale-alcune-ipotesi-interpretative|urlmorto=sì}}</ref> di una ristretto numero di radicali candidati in liste autonome con il simbolo della Rosa nel Pugno<ref>[[Marco Pannella]] acquisirà il simbolo dai [[Partito Socialista (Francia)|socialisti francesi]] di [[François Mitterrand]] cfr. {{cita testo|autore=Gabriele Maestri|titolo=La vera storia della Rosa nel Pugno|data=13 luglio 2015|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2015/07/la-vera-storia-della-rosa-nel-pugno.html|accesso=26 febbraio 2017}}</ref>. Questa nuova fase vede i radicali portare nuovi metodi di lotta in Parlamento con l'uso massiccio dell'[[ostruzionismo]]<ref>{{cita testo|url=http://www.ilpost.it/2013/07/26/ostruzionismo-parlamentare/|data=26 luglio 2013|autore=Luca Misculin|titolo=Breve storia dell’ostruzionismo|pubblicazione=IlPost.it|accesso=26 febbraio 2017}}</ref> e la promozione di iniziative legislative trasversali<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/exagora/limbevibile-cocktail-radicale|titolo=L'imbevibile cocktail radicale|autore=Aniello Coppola|data=4 maggio 1979|accesso=27 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010032/http://www.radioradicale.it/exagora/limbevibile-cocktail-radicale|urlmorto=sì}}</ref> e la «doppia tessera»<ref>{{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/2-nuove-tessere-e-doppie-tessere-perche-aderiamo-al-pr|accesso=26 febbraio 2017|data=6 luglio 1972|autore=Massimo Teodori, Fenoaltea Giorgio, Bugno Federico, Calderisi Giuseppe, Canestrini Sandro, et al.|titolo=Nuove tessere e doppie tessere: perché aderiamo al PR|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005851/http://www.radioradicale.it/exagora/2-nuove-tessere-e-doppie-tessere-perche-aderiamo-al-pr|urlmorto=sì}}</ref> come attestazione di impegno comune su battaglie condivise in contrapposizione agli schieramenti prestabiliti su base ideologica. Sul fronte istituzionale i parlamentari radicali si battono per la riforma dell'ordinamento carcerario, la limitazione della carcerazione preventiva, la smilitarizzazione del Corpo degli agenti di custodia.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=6 aprile 1977|titolo=CARCERI: 37 GIORNI DI DIGIUNO|rivista=Notizie Radicali|numero=86|accesso=20 marzo 2017|abstract=La cronologia dei 73 giorni di digiuno della segretaria del Pr Maria Adelaide Aglietta e di numerosi altri militanti per la riforma e la smilitarizzazione del Corpo degli agenti di custodia.|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=45916&lang=&cms=}}</ref> I radicali usano il seguito popolare riscosso nelle piazze per fare ampio ricorso allo strumento referendario, promuovendo i [[referendum abrogativi in Italia del 1978|referendum abrogativi del 1978]], [[referendum abrogativi in Italia del 1981|1981]] e del [[referendum abrogativi in Italia del 1987|1987]].<ref>{{cita testo|url=http://www.radicali.it/20100705/referendum-radicali/|data=5 luglio 2010|titolo=Referendum radicali — L’unico programma politico sottoposto al voto dei cittadini.|accesso=26 febbraio 2017|autore=Radicali Italiani}}</ref><ref>{{cita testo|titolo=I referendum sono espressione dello Stato di diritto|autore=Marco Pannella|data=19 marzo 1987|pubblicazione= AVANTI!}}</ref>
Negli anni più duri del [[terrorismo]], i radicali da soli denunciano il [[compromesso storico]]<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=Marco Pannella|data=27 marzo 1975|titolo=Compromesso storico e compromesso massonico|rivista=Abc|accesso=20 marzo 2017|url=http://www.radioradicale.it/exagora/compromesso-storico-e-compromesso-massonico|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010109/http://www.radioradicale.it/exagora/compromesso-storico-e-compromesso-massonico|urlmorto=sì}}</ref> in cui al governo si ritrovano insieme [[democristiano|democristiani]] e [[Partito Comunista Italiano|comunisti]], [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] e laici praticamente senza contestazioni e alternative, e addirittura aprono un dialogo, nella più pura tradizione gandhiana, con i violenti e i terroristi.<ref>{{cita testo|titolo=Una inutile strage|url=http://www.radioradicale.it/exagora/una-inutile-strage-14-un-anno-dopo-riflessioni-spunti|data=15 giugno 1982|accesso=26 febbraio 2017|autore=[[Marco Pannella]] |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005901/http://www.radioradicale.it/exagora/una-inutile-strage-14-un-anno-dopo-riflessioni-spunti|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/paradosso-radicale|autore=[[Adriano Sofri]] |data=31 gennaio 1993|accesso=26 febbraio 2017|titolo=Paradosso radicale|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005926/http://www.radioradicale.it/exagora/paradosso-radicale|urlmorto=sì}}</ref> Viene poi alla luce, proprio grazie alle inchieste dei radicali, che ampie aree del [[terrorismo]] politico sono strettamente interrelate con la massoneria,<ref name=":2" /> i [[servizi segreti]] e altri apparati dello Stato.<ref>{{Cita web|titolo=Il coperchio della P2 sul regime dei partiti |url=http://www.radioradicale.it/exagora/il-coperchio-della-p2-sul-regime-dei-partiti|accesso=27 aprile 2018|autore=Massimo Teodori|autore2=Gianfranco Spadaccia |pubblicazione=Notizie Radicali |numero=66|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010053/http://www.radioradicale.it/exagora/il-coperchio-della-p2-sul-regime-dei-partiti|urlmorto=sì|data=14 marzo 1984|}}</ref>
=== La fondazione di Radio Radicale ===
=== Il Fronte Transnazionale ===
Fin dagli [[Anni 1960|anni ‘60]], e per tutti gli [[Anni 1970|anni
=== I radicali e le elezioni ===
Il comportamento elettorale dei radicali è sempre stato
In questa fase in cui il Partito vede continuamente crescere il proprio consenso elettorale, ma lo disperderà per evitare spinte partitocratiche interne
===
{{vedi anche|Partito Radicale Transnazionale}}
La mozione politica dell'89 esplicita le caratteristiche che nei venti anni precedenti avevano connotato l’attività del Partito secondo una concezione propriamente "pannelliana": la non-violenza gandhiana come strumento di lotta politica, la transnazionalità della visione e la dimensione inclusiva del transpartitismo. Per rafforzare quest’ultima condizione, invece della «doppia tessera», il congresso a larga maggioranza decide che il Partito non si presenti più alle elezioni sottraendosi così alla competizione con gli altri partiti per stimolarne piuttosto la cooperazione.<ref>{{cita testo|titolo=Un programma politico|autore=Sergio Stanzani|url=http://www.radioradicale.it/exagora/un-programma-politico|pubblicazione=Notizie Radicali|numero=51|data=11 marzo 1988|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005959/http://www.radioradicale.it/exagora/un-programma-politico|urlmorto=sì}}</ref> La realizzazione del nuovo simbolo in cui viene raffigurato il volto stilizzato di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] composto dalle scritta "Partito radicale" in differenti grafismi e lingue inscritta in un ottagono<ref>{{cita testo|url=https://gianfrancospadaccia.wordpress.com/2017/03/05/la-nonviolenza-radicale-il-simbolo-di-gandhi-fa-la-differenza/|titolo=Il simbolo di Gandhi fa la differenza|autore=Gianfranco Spadaccia|pubblicazione=Atti del convegno "I radicali e la nonviolenza: un metodo, una speranza"|città=Roma|data=29-30 aprile 1988|accesso=7 luglio 2023|dataarchivio=7 luglio 2023|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707150127/https://gianfrancospadaccia.wordpress.com/2017/03/05/la-nonviolenza-radicale-il-simbolo-di-gandhi-fa-la-differenza/}}</ref> è il "punto di non ritorno" nella trasformazione del Partito da strumento elettorale, intriso da connotazioni [[Ideologia|ideologiche]] di stampo [[liberalismo|liberale]] e [[socialismo|socialista]], in uno strumento di lotta politica completamente al servizio delle campagne adottate. La decisione provoca grande polemica all'interno del Partito. Una parte dei radicali storici abbandoneranno il Partito per continuare la propria attività in altri partiti o ritirarsi a vita privata.<ref>{{cita testo|titolo=Lettera aperta di Mauro Mellini al Primo segretario del Partito Radicale Sergio Stanzani|pubblicazione=Notizie Radicali|data=30 novembre 1988|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=50165&lang=&cms=|numero=262|accesso=26 febbraio 2017|urlmorto=sì|dataarchivio=7 luglio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707142821/http://old.radicali.it/search_view.php?id=50165&lang=&cms=}}</ref><ref>{{cita testo|autore=Massimo Teodori|titolo=L'illusione transnazionale e transpartitica|pubblicazione=Marco Pannella — un eretico liberale nella crisi della repubblica|editore=Casa editrice Marsilio|città=Venezia|data=1996|url=http://www.eclettico.org/cr/libri/teodori/diaspora.htm#_Toc490915674|accesso=26 febbraio 2017}}</ref> Molti radicali però s'impegnano ancora attivamente in politica, talvolta supportati anche dal Partito, cercando ospitalità nei partiti tradizionali o creando nuove liste elettorali spesso tematiche ([[Federazione dei Verdi|ecologisti]], [[Antiproibizionismo|antiproibizionisti]]<ref>{{cita testo|url=http://www.radicalparty.org/it/content/lorganizzazione-politica-dellantiproibizionismo|titolo=L'organizzazione politica dell'antiproibizionismo|data=1º luglio 1991|accesso=26 febbraio 2016}}</ref>, ecc. ).<ref>{{cita testo|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/05/in-memoria-di-marco-pannella-una-storia.html|titolo=In memoria di Marco Pannella: una storia, tanti simboli|data=19 maggio 2016|accesso=26 febbraio 2017|autore=Gabriele Maestri}}</ref>
== Le denominazioni del Partito radicale ==
Nell'arco dei suoi oltre 60 anni di storia il Partito radicale, pur senza perdere la continuità della propria azione politica, ha assunto differenti denominazioni. Nasce nel 1955 come "Partito radicale dei Liberali e Democratici Italiani" (P.R.L.D.I.)<ref name=nascitaPRLDI/>. Il nome così lungo verrà, nell'uso, molto presto abbreviato in Partito radicale (P.R.)<ref>da {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/fondazione-del-partito-radicale|titolo="Fondazione del Partito Radicale"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211155543/http://www.radioradicale.it/exagora/fondazione-del-partito-radicale }} in Aggiornamenti Sociali del 28/02/1956</ref> e come tale si presenta alle elezioni del 1958<ref>Il nome e il simbolo sono visibili per la prima volta nelle elezioni del [[1958]] su {{cita testo|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=25/05/1958&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S|titolo=questa pagina}} del Ministero degli Interni. Il partito è indicato con la sigla P.RAD. e si presenta insieme al [[Partito Repubblicano Italiano]] (P.R.I.)</ref>. Alla fine degli anni ottanta, a seguito di una lunga stagione di campagne politiche di respiro sovranazionale<ref>Si vedano ad esempio questi due riferimenti relativi agli {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/06/arrestato-ad-ankara-spadaccia-manifestava-contro-fame.html?ref=search|titolo=arresti dei radicali a Belgrado e ad Ankara}} nell'ambito di una manifestazione transnazionale in molte capitali dell'Est nel 1985 e questa interrogazione parlamentare presentata da [[Emma Bonino]] nel 1982 per altri arresti di radicali nelle capitali dell'Est europeo</ref> in cui il P.R. si pone come soggetto promotore coinvolgendo molte differenti forze politiche e sociali, si inizia ad usare la denominazione di Partito Radicale Transnazionale e Transpartito<ref>Si veda ad esempio la {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/lettera-di-accompagnamento-della-tessera|titolo=lettera di accompagnamento|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211155125/http://www.radioradicale.it/exagora/lettera-di-accompagnamento-della-tessera }} alla tessera datata 16 aprile 1996 disponibile nell'archivio radicale</ref> (in inglese Transnational Radical Party). Nel 1995, in sede di riconoscimento del partito come NGO presso l'ONU ECOSOC assumerà quindi la denominazione Transnational Radical Party — a Nonviolent, Transdivisional Cross-Party Organization (T.R.P.)<ref>si veda il {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/onu-riconoscimento-ngo-del-partito-radicale-0|titolo=report per gli organi dirigenti|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170830010729/http://www.radioradicale.it/exagora/onu-riconoscimento-ngo-del-partito-radicale-0}} del partito compilato da Marino Busdachin, responsabile del Partito all'ONU il 21 giugno 1995]</ref> e successivamente per dar conto della scelta nonviolenta in Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (P.R.N.T.T.), in inglese Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty (N.R.P.T.T.)<ref>Il motivo di questa inversione nella denominazione inglese è dovuto, probabilmente, alla volontà di rendere più accettabile il nome del partito in quanto nei paesi anglosassoni la dizione "Radical" ha un valore essenzialmente negativo e violento</ref>, nome con cui dal 2008 è registrato nella base dati delle NGO ONU.<ref>{{Cita news|autore=Senato del Partito Radicale|url=http://www.radicalparty.org/it/content/delibera-del-senato-del-partito-radicale-riunito-roma-il-9-agosto-2007|titolo=Delibera|pubblicazione=Senato del Partito Radicale|città=Roma|data=9 agosto 2007}}</ref><ref>È possibile prendere visione della scheda del Partito nel {{cita testo|url=http://esango.un.org/civilsociety/displayAdvancedSearch.do?method=search&sessionCheck=false|titolo=database NGO Branch dello United Nations Department of Economic and Social Affairs}} ricercando il nome "Radical Party"</ref>
Tutte queste denominazioni, comunque, non sono mai state recepite nei documenti fondativi del Partito, e soprattutto non hanno trovato posto nello Statuto in vigore, presentato nel 1993, o nei suoi successivi emendamenti<ref>{{cita testo|url=http://www.senatoradicale.it/lo-statuto-del-partito-radicale.html|titolo=Lo statuto e gli emendamenti del 1993, 1995, 2001, 2002|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211080536/http://www.senatoradicale.it/lo-statuto-del-partito-radicale.html}}</ref> fino al 2011, anno in cui l'organizzazione muta il nome ufficialmente in [[Partito Radicale Transnazionale|Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito]].
== I simboli del Partito radicale ==
[[File:Partito
Durante i suoi oltre 60 anni di storia il Partito radicale ha cambiato più volte il proprio emblema identificativo e la storia di ciascuno dei suoi simboli ha un valore prettamente politico legato al momento storico in cui viene adottato. Il primo simbolo è quello della donna con il [[berretto frigio]], talvolta identificata con la [[Minerva]], divinità romana della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della saggezza. La donna con il berretto
La scelta di questo simbolo, la cui rappresentazione grafica adottata dal Partito si dice essere uscita dalla matita dello stesso [[Mario Pannunzio]]<ref name=":3">{{Cita web|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/la-marianna-laica-e-radicale-di-negri.html|titolo=La Marianna (laica e radicale) di Negri, un simbolo che parla|autore=Gabriele Maestri|citazione=Un simbolo "molto bello, che ricorda storia radicale e secolo dei lumi", come ha detto ancora Negri a Radio Radicale: non a caso, la "testa di donna con berretto frigio" nota anche come "dea della Libertà", disegnata forse da Mario Pannunzio (così scriveva Fabio Morabito nel 1977), fu emblema del primo partito radicale - già dal 1956 - e nel 1967, in occasione del 3º congresso straordinario che trasformò il Pd in un soggetto politico completamente diverso, fu addirittura inserita all'interno dello statuto.|accesso=1º luglio 2019}}</ref>, proviene dal legame ideale del partito appena fondato con il [[Partito Radicale Italiano|partito risorgimentale]]
[[File:Partito Radicale.svg|alt=Simbolo elettorale del Partito Radicale|miniatura|Il simbolo elettorale del Partito radicale in uso dal
Il secondo simbolo del partito è quello con cui il partito fu noto durante tutto il suo periodo elettorale,
Abbastanza paradossalmente la
Il simbolo della
[[File:Radicalparty.jpg|alt=Emblema attuale del Partito Radicale|miniatura|L'attuale emblema del Partito radicale rappresentante la faccia di Gandhi stilizzata realizzata dalla scritta Partito radicale in molteplici idiomi e lingue nazionali|sinistra]]
Una versione diversamente stilizzata della Rosa nel Pugno, ad opera dell'illustratore
Altri furono i simboli presentati del Partito radicale nelle competizioni elettorali, ma poi ricusati nel 1979, il simbolo della lotta femminista, la lambda,
Di particolare importanza, per il suo fondamentale valore politico, fu quello presentato dal partito nell'anno 1983 che rappresentava il normale simbolo del partito, la Rosa nel Pugno, ma con una vistosa banda nera obliqua in basso. Era un simbolo
Nel 1989 il Congresso del Partito sottolineò la svolta anti-elettoralistica riservando il simbolo della Rosa nel Pugno per le attività elettorali dell'area radicale (verrà ad esempio utilizzato di lì a poco per le liste antiprobizioniste e successivamente nel 2006 per una [[La Rosa nel Pugno|alleanza con i socialisti]]) e invece il Partito radicale adottò un nuovo simbolo, profondamente evocativo,
L'adozione di questo simbolo, così come la svolta anti-elettorale del Partito, non fu priva di polemiche. Il simbolo così realizzato fu opera dell'architetto urbinate Paolo
Molti altri sono i simboli che gli esponenti del Partito radicale hanno utilizzato in iniziative collaterali di natura movimentistica o anche elettorale successivi al ritiro del Partito radicale dalla scena elettorale, di solito coagulati attorno alla figura carismatica di [[Marco Pannella]]. Per un'analisi di questi simboli si vedano le pagine sulla [[Lista Marco Pannella]] e [[Radicali Italiani]].
== I principali strumenti della politica radicale ==
=== La nonviolenza gandhiana e il valore del dialogo ===
La nonviolenza è una delle caratteristiche più distintive dell’attività del partito. Seguendo gli insegnamenti di Tolstoi, di Gandhi, Martin Luther King e in particolare grazie al dialogo, anche conflittuale<ref>{{Cita web|url=https://www.radioradicale.it/scheda/327149/marco-pannella-biografia-di-un-irregolare-presentazione-del-libro-di-valter-vecellio|titolo=Marco Pannella. Biografia di un irregolare - Presentazione del libro di Valter Vecellio|data=7 maggio 2011|accesso=15 luglio 2019}}</ref>, tra Marco Pannella e Aldo Capitini, fin dai primi tempi della sua rifondazione ad opera della Sinistra radicale il Partito radicale sceglie la nonviolenza in una forma estrema come quanto affermato dallo stesso Pannella:
{{Citazione|Se non vogliamo che la nonviolenza rappresenti una forma di violenza, occorre utilizzarne le forme estreme, come appunto lo sciopero della fame, con l’unico scopo di domandare al potere, in piena fiducia, di realizzare quel che ha promesso e quel che la legge stessa gli impone|"La nonviolenza è attiva" Intervista di Milovan Erkic a [[Marco Pannella]] pubblicata sui quotidiani serbi Politicki Svet e Osam, novembre 1988 (riportata in "Marco Pannella il Partito Radicale, la nonviolenza" a cura di Maurizio Turco e Laura Arconti, Reality Books 2016, p. 351)}}
Da Gandhi i radicali riprendono il termine ''[[Satyagraha]]''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Francesco Rutelli|titolo=Il Partito Radicale Nonviolento: in Italia per la Vita del Diritto, ovunque per il Diritto alla Vita}}</ref>, che significa letteralmente "amore della verità". Nella sua applicazione politica si adottano differenti strumenti dell’azione nonviolenta come le [[Disobbedienza civile|disobbedienze civili]], le autodenunce, gli scioperi della fame e l’auto-riduzione dei medicinali in caso di malati ma sempre come forma di dialogo con le autorità e per giungere alla affermazione e conoscenza della "verità". Il digiuno radicale permette l’assunzione di 300-400 calorie al giorno (i famosi "due cappuccini" quotidiani per cui Pannella è stato spesso criticato).<ref>{{Cita news|autore=Roberto Gervaso|titolo=Il signor Digiuno - Intervista di Roberto Gervaso a Marco Pannella|pubblicazione=Il dito nell'occhio|data=22 ottobre 1977}}</ref> Il digiuno radicale è però profondamente differente da quello di Gandhi, che poteva restare sdraiato a letto inerte in attesa degli eventi che avvenivano a seguito della lenta propagazione della notizia della sua azione. Gandhi viveva in una società dove i media non avevano l'importanza di oggi. Gli attivisti del Partito Radicale durante il digiuno moltiplicano l'attività e, proprio attraverso la notizia, cercano di "bucare" il muro di gomma dell'informazione, spesso interessata solo agli aspetti folcloristici del digiuno che alle sue vere ragioni politiche.
=== La fantasia come necessità ===
Il Partito radicale non ha un manifesto politico. C'è solo un testo che tra i tanti otterrebbe un consenso diffuso tra i radicali (di tutti i tempi) ed è la prefazione che nel 1973 Andrea Valcarenghi, direttore della rivista ''Re Nudo'' e animatore del Movimento Situazionista italiano, chiese a Pannella sul libro ''Underground a pugno chiuso''.
{{Citazione|La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli [...] Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei sit-in, con gli "happening" continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano "individuali" e "azioni dirette" di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile|[[Marco Pannella]] prefazione in Andrea Valcarenghi "Underground a pugno chiuso" }}
Il Partito radicale ha quindi spesso innovato il linguaggio della politica italiana, inventando simboli, azioni dimostrative e slogan, anche grazie alla personalità istrionica dello stesso [[Marco Pannella]] che sono entrati nella storia della comunicazione italiana.
=== Un partito non esclusivo e federativo ===
Già a partire dalla prima svolta della Sinistra radicale, il Partito si caratterizza per il deciso rifiuto dell'intermediazione tra elettori ed eletti. L'organizzazione viene intesa come strumento federativo<ref>{{Cita web|url=https://www.eclettico.org/cr/libri/busato/capitolo4.htm|titolo=Il Partito Radicale in Italia
Da Mario Pannunzio a Marco Pannella
1954 - 1974|autore=Busato David|accesso=15 luglio 2019}}</ref> delle istanze provenienti direttamente dalla società civile attraverso associazioni monotematiche che gli iscritti dal Partito creano con l'intento di coinvolgere persone che non necessariamente sarebbero interessate all'iscrizione diretta al partito. D'altro canto la stessa iscrizione al partito diventa non-esclusiva e si incentiva esplicitamente l'iscrizione di personalità provenienti da partiti diversi con la prassi della doppia-tessera. Il Pr si connota sempre più, a partire dagli anni '70 in poi, come movimento monotematico centrato attorno alle decisioni assunte democraticamente all’interno dei congressi annuali e fissate nelle mozioni, che la dirigenza del partito è poi tenuta a mettere in atto. Il congresso annuale diviene quindi il luogo centrale per l'elaborazione non solo politica ma anche pratica dell'orientamento del partito che rifugge progressivamente ad una precisa determinazione ideologiche connotandosi piuttosto per una spiccata attitudine pragmatica e realizzatrice, in grado di coinvolgere indipendentemente persone provenienti dalle più differenti storie politiche o anche non particolarmente interessati alla politica in quanto tale.
=== L’ostruzionismo parlamentare ===
{{vedi anche|Ostruzionismo}}
L'ostruzionismo fu molto praticato dai parlamentari del Partito radicale, che hanno sempre studiato con molto rigore le regole istituzionali talvolta anche per piegarle a un utilizzo strumentale. Una delle più eclatanti prove ostruzionistiche avvenne nel 1980 quando il governo Cossiga propose una legge che permetteva fermi di polizia prolungati per i sospetti anche nei casi in cui non fosse provato il reato di "tentativo di delitto". I sedici deputati radicali allora in parlamento presentarono 7500 emendamenti e parlarono per oltre 94 ore in interventi ciascuno anche più lungo di otto ore. Il singolo discorso più lungo di sempre fu tenuto alla Camera dall'onorevole radicale [[Marco Boato]], che nel 1981 opponendosi a una successiva legge sul fermo prolungato di polizia parlò ininterrottamente per 18 ore e 5 minuti. Boato e l'altro parlamentare radicale [[Massimo Teodori]], che fece un discorso poco più breve «per prepararsi avevano trascorso settimane alla biblioteca della Camera. Stesero tracce di pagine e pagine» in quanto il regolamento impediva ai parlamentari la lettura di un discorso scritto e che oltre a rimanere in tema non potessero mai appoggiarsi al banco. Fu loro anche impedito di bere un cappuccino in quanto il regolamento prevedeva esclusivamente l'uso di acqua zuccherata.<ref>{{Cita web|url=https://www.panorama.it/news/politica/quando-eravamo-noi-radicali-a-fare-ostruzionismo/|titolo="Quando eravamo noi radicali a fare ostruzionismo"|autore=Sabino Labia|data=25 luglio 2013|accesso=18 luglio 2019}}</ref>
===
{{vedi anche|Referendum radicali}}
[[File:Referendum in Italia (1946-2022) - Referendums in Italy (1946-2022).svg|miniatura|Referendum svoltisi in Italia dal 1946 ad oggi, molti dei quali grazie ad iniziative dei Radicali.]]
Nella decisione di adottare l'arma referendaria come una delle principali forme di lotta politica paradossalmente i radicali sono debitori al mondo cattolico (il «[[Comitato nazionale per il referendum sul divorzio]]», presieduto da [[Gabrio Lombardi]], con il sostegno dell'[[Azione cattolica]], della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] e di gran parte della [[Democrazia Cristiana|DC]]) che presentano nel 1971 la richiesta di referendum per l'abolizione della [[legge Fortuna-Baslini]] sul divorzio.
L'ottimo risultato ottenuto con il referendum sul divorzio, che segnò una profonda sconfitta del fronte clericale, convinse il Partito radicale, inizialmente dubbioso sull'uso di questo strumento nel caso di diritti civili, a far diventare il referendum la punta di diamante del proprio arsenale di strumenti nonviolenti di lotta politica in quanto alimentava lo scontro e il confronto politico tra le diverse posizioni e coinvolgeva i cittadini nelle decisioni fondamentali della società, a partire dai [[diritti civili]]. Spiegò infatti [[Marco Pannella]]: «solo lo scontro fra il mondo cosiddetto moderato, ma che è a destino - suo malgrado - tremendamente reazionario e il mondo del progresso da riconquistare e riaggregare nella sua chiarezza ideale può provocare non il peggio, ma il meglio, sia a destra che a sinistra! Solo scontri ideali, culturali, che attengono alle speranze, alla storia, al meglio di ciascuno possono evitare i pericoli nella storia di una società civile, di un Paese; guadagnare grandi termini di confronto: sulla vita, sullo spermatozoo, sul sesso, sull'amore…»<ref>Marco Pannella, {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/schede/view/id=183794/xxv-congresso-straordinario-del-partito-radicale-relazione-di-marco-pannella|titolo=''Relazione introduttiva nel XXV Congresso''}}, 1981</ref>
Da quel momento il Partito radicale presenta un gran numero di quesiti al vaglio della Corte costituzionale. Gran parte dei [[referendum radicali]] non viene neppure ammessa alle consultazioni grazie a interpretazioni della Corte costituzionale, considerate dai promotori fin troppo estensive dei limiti posti dalla Costituzione all'uso referendario (tanto che per quelle decisioni Pannella definirà spesso la Suprema Corte: «suprema cupola della mafiosità partitocratica»<ref>{{Cita news|autore=Michele Ainis|url=http://espresso.repubblica.it/opinioni/legge-e-liberta/2017/01/18/news/parlamento-in-attesa-di-giudizio-1.293675|titolo=Parlamento in attesa di giudizio|pubblicazione=L'Espresso|data=22 gennaio 2017|accesso=19 luglio 2019}}</ref>), oppure grazie all'approvazione di leggi sulla materia dei referendum convocati ne facevano decadere la necessità.
=== Il No al finanziamento pubblico ===
{{vedi anche|Finanziamento pubblico ai partiti|Referendum abrogativi in Italia del 1978|Referendum abrogativi in Italia del 1993}}
{{citazione|Questa banconota fa parte del bottino partitocratico rubato a ciascun cittadino con la legge sul finanziamento pubblico ai partiti. La Lista Pannella ha deciso di non usare questo denaro rubato e restituirlo. Fanne un buon uso.|Dicitura apposta da militanti radicali su varie banconote, così timbrate e messe in circolazione (1997)}}
Il Partito radicale si schiera da sempre contro il finanziamento pubblico perché tende ad aumentare il carattere oligarchico, burocratico, consociativo dei partiti politici italiani<ref>Dall'archivio di Radio Radicale, {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/schede/view/id=216171/lattualita-in-archivio-lopposizione-radicale-al-finanziamento-pubblico-dei-partiti-lostruzionismo-parlamentare-dell81-il-referen|titolo="L'opposizione radicale al finanziamento pubblico dei partiti, l'ostruzionismo parlamentare dell'81, il referendum del maggio 2000 contro la legge sui rimborsi elettorali"}}, 23 gennaio 2007</ref>. Le contestazioni del partito alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti, a partire da quella del [[1974]], sono molte. Una prima opposizione è d'ordine costituzionale: con questa legge s'instaura una sorta di identificazione tra due entità giuridiche distinte, [[Gruppo parlamentare]] (che facendo parte della struttura legislativa dello Stato è certamente figura del diritto pubblico) e [[partito]] (che, giustamente, è regolato dal diritto privato e si configura come un'associazione di fatto) e si crea un meccanismo debitorio del Gruppo verso il partito, questo sarebbe in contrasto con il principio della indipendenza del parlamentare (art. 67 Costituzione). Tra l'altro, questo evitare il controllo della Corte dei Conti sui bilanci dei partiti, sostituito da un controllo meramente formale della Presidenza della Camera.
La legge poi, secondo i Radicali, finanziando i partiti già presenti in Parlamento, li mette in condizione di superiorità e di vantaggio rispetto a nuove formazioni politiche, pietrificando la situazione esistente e violando l'art. 49 della Costituzione, perché il diritto dei cittadini di associarsi in partiti viene a configurarsi, secondo la legge, in un diritto di serie A per i cittadini che si associano a quelli già esistenti e in un diritto di serie B per coloro che vorranno associarsi a quelli nuovi: penalizzando nuove formazioni politiche si rischia di prolungare artificialmente la vita di vecchie organizzazioni che scomparirebbero, una volta che non avessero più un sostegno adeguato di iscritti e sostenitori.
Il partito si posiziona poi contro l'equazione illegittima che si viene a creare, con questa legge, tra diritto - riconosciuto e da tutelare - all'associazione politica e partito in "senso stretto", come se non esistessero e non meritassero riconoscimento e tutela "tutte" le altre forme di associazionismo politico: leghe, comitati referendari, movimenti (anche a carattere locale).
Il tentativo di cancellare questa legge promuovendo due [[referendum]], ricevendo milioni di voti e una netta vittoria nel [[referendum abrogativi in Italia del 1993|1993]], è stato disatteso dal Parlamento, che anche dopo l'abrogazione ha reintrodotto nel [[1996]] il meccanismo del finanziamento pubblico sotto il nome di "[[rimborsi elettorali]]".
L'unico finanziamento adeguato alle attività politiche è, secondo i radicali, quello che privilegia il sostegno e l'agevolazione delle attività politiche di tutti i cittadini e la loro autonoma partecipazione alla vita pubblica piuttosto che il finanziamento diretto delle strutture burocratiche di partito. Quanto alle liste elettorali e ai candidati, fatta salva ovviamente la completa e obbligatoria pubblicità dei fondi ricevuti, secondi i radicali dovrebbe poter essere possibile solo il finanziamento "privato" da parte di ''lobby'', fondazioni, sindacati, cooperative, e altro ancora, rilanciando così il loro ruolo di "soggetti politici finanziati" da militanti e cittadini. Il tutto regolato con norme che garantiscano la trasparenza dei bilanci e la pubblicizzazione dei soggetti che finanziano. Finanziare in questo modo il "funzionamento democratico della vita civile" con strutture "congressuali", "assembleari", nelle circoscrizioni e nei comuni, per consentire e facilitare la massima partecipazione dei cittadini.
Questo modello è quindi esplicitamente previsto per il sostegno del Partito radicale che prevede solo il finanziamento privato individuale e non accetta fondi o donazioni di provenienza pubblica (rifiutando ad esempio anche l'accesso ai fondi del 5 per mille).
I meriti della lotta dei Radicali contro il finanziamento pubblico ai partiti sono stati inoltre riconosciuti ed evidenziati dal libro ''[[best seller]]'' ''[[La casta|La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili]]'' ([[Rizzoli]] [[2007]]) di [[Sergio Rizzo]] e [[Gian Antonio Stella]], nel quale vengono denunciati l'ingordigia ed i mille privilegi dei politici italiani<ref>{{Cita web |url=http://www.radioradicale.it/la-casta-cosi-i-politici-italiani-sono-diventati-intoccabili-0 |titolo=RadioRadicale.it - i passaggi de "La casta" dedicati ai Radicali |accesso=13 agosto 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160412132933/http://www.radioradicale.it/la-casta-cosi-i-politici-italiani-sono-diventati-intoccabili-0 |urlmorto=sì }}</ref>. In un'intervista<ref name="radioradicale.it">{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/la-casta-tranne-i-radicali|titolo=RadioRadicale.it - "La casta", tranne i Radicali|accesso=13 agosto 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090929120838/http://www.radioradicale.it/la-casta-tranne-i-radicali|urlmorto=sì}}</ref> rilasciata da [[Gian Antonio Stella]] nell'agosto [[2007]] l'autore del libro dichiara:
{{Citazione|[...] Credo che i radicali siano stati gli unici a fare una battaglia coerente su questi temi ''[l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ndr]''. Lo dimostra anche quanto ha appena detto [[Rita Bernardini]]: il fatto che sono gli unici che ci rimettono dal rimborso elettorale è un piccolo "miracolo al rovescio".<br />Mi inchino davanti alla scelta dei radicali di fare questa battaglia|[[Gian Antonio Stella]], intervista a [[Radio Radicale]], agosto [[2007]]<ref name="radioradicale.it"/>}}
=== Le elezioni come strumento non come fine ===
Nell'analisi radicale il partito è uno strumento per realizzare lotte politiche, non l'unico e non necessariamente il più efficace. Allo stesso modo la partecipazione alle elezioni è uno strumento adottato spesso solo per imporre all'opinione pubblica i temi scelti, di volta in volta, nelle mozioni congressuali. Le riforme in senso democratico propugnate dai radicali non hanno confini politici e fin dagli anni '60 il Partito radicale si impegna sul fronte internazionale con una serie di azioni simboliche che rendono evidente il deficit democratico dei paesi dell'Est, che poi riverbera nella situazione dell'Europa occidentale, ed in particolare in Italia, con il confronto tra il blocco delle forze atlantiste e quelle attratte dall'area d'influenza sovietica. Vengono organizzate manifestazioni e azioni nonviolente di disobbedienza civile nelle principali capitali dell'Est che si concludono invariabilmente con arresti e detenzioni dei militanti radicali.
Negli anni '80 il Partito radicale e Marco Pannella aprono un nuovo fronte di lotta sulla contrapposizione tra i Nord e i Sud del mondo e si mobilitano sulla campagna per un intervento straordinario "contro lo sterminio per fame e sottosviluppo nel mondo" che poi porterà alla fondazione del sistema della cooperazione internazionale, anticipano così in modo quasi profetico le ondate migratorie degli anni recenti. Nella coscienza dei militanti radicali è evidente che i grandi problemi alla radice della società non possono essere affrontati in un'ottica nazionalistica e necessitano l'adozione di soluzioni globali a livello continentale o planetario.
Il Partito radicale, tra le altre cose, anticipa un modello di impegno politico g-local (''global-local'') e finisce per riflettere sull'inadeguatezza dello strumento-partito di natura elettorale nazionale, che da un lato limita l'azione di coordinamento delle forze laiche attorno alle campagne comuni che il Pr aveva sempre rivendicato a sé nell'ambito delle grandi battaglie sui diritti umani, e dall'altro risulta essere inadeguato per affrontare la portata globale di molti dei problemi presi in considerazione. Il modello elettorale limita, invece di aiutare, in quanto porsi in competizione nel momenti elettorali non giova la ricerca di soluzioni condivise ai principali problemi democratici e di violazione dei diritti civili e umani. D'altro canto il Partito radicale aveva anche sempre avuto un rapporto conflittuale con il momento elettorale faticando non poco per evitare un radicamento territoriale simile a quello dei grandi partiti organizzati (e foriero possibilmente anche di problemi corruttivi incontrollabili dalla risicata dirigenza nazionale).
Dopo il XXXIV Congresso e la svolta transnazionale, il partito cessa la propria attività elettorale. La trasformazione in organizzazione transpartitica però non impedisce, anzi incentiva, la partecipazione dei radicali alla politica nazionale; iconica sarà la foto scattata nel della dirigenza radicale in cui ogni esponente mostra un doppio simbolo: quello nuovo del Partito radicale con l'effige di [[Gandhi]] e quello del partito in cui ha deciso di essere candidato. Questa scientifica disseminazione dei radicali nelle altre liste elettorali, che per la verità a livello di elezioni amministrative locali era già stata inaugurata ben prima della trasformazione transnazionale, continuerà fino ai giorni nostri.
== Struttura ==
=== Organi nazionali ===
====
* [[Mario Pannunzio]] (1956-1959)
* [[Leopoldo Piccardi]], [[Arrigo Olivetti]], [[
* [[Bruno Villabruna]] (1962-1963)
* [[Luca Boneschi]], [[Vittorio Luppi]], [[Marco Pannella]] (1963-1967)
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* [[Giulio Ercolessi]] (1973-1974)
* [[Gianfranco Spadaccia]] (2ª volta, 1974-1976)
* [[Maria Adelaide Aglietta]] (1976-1978)
* [[Jean Fabre]] (1978-1979)
* [[Giuseppe Rippa]] (1979-1980)
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* [[Roberto Cicciomessere]] (2ª volta, 1983-1984)
* [[Giovanni Negri]] (1984-1988)
==== Presidente ====
* [[Elio Vittorini]] (1962–1964)
* [[
* [[
* [[
* Marco Pannella (2ª volta, 1976–1981)
* [[
* Marco Pannella (3ª volta, 1986–1989)
=== Capogruppo alla Camera dei deputati ===
* 15 luglio 1976 – 21 aprile 1978: [[Marco Pannella]], <small>vice: [[Adele Faccio]]</small>
* 21 aprile 1978 – 20 dicembre 1978: [[Emma Bonino]], <small>vice: [[Mauro Mellini]]</small>
* 19 gennaio 1979 – 19 giugno 1979: [[Mauro Mellini]], <small>vice: [[Francesco De Cataldo]]</small>
* 5 luglio 1979 – 20 agosto 1979: Marco Pannella, <small>vice: [[Emma Bonino]]</small>
* 20 agosto 1979 – 8 gennaio 1982: [[Maria Adelaide Aglietta]], <small>vice: Emma Bonino & [[Roberto Cicciomessere]]</small>
* 8 gennaio 1982 – 11 luglio 1983: Emma Bonino, <small>vice: [[Francesco Roccella]] & [[Alessandro Tessari]] & [[Domenico Pinto]]</small>
* 5 ottobre 1983 – 6 marzo 1984: Marco Pannella, <small>vice: Mauro Mellini</small>
* 6 marzo 1984 – 13 novembre 1984: [[Roberto Cicciomessere]], <small>vice: [[Giovanni Negri]] & [[Gianfranco Spadaccia]]</small>
* 26 novembre 1984 – 13 maggio 1988: [[Francesco Rutelli]], <small>vice: Gianfranco Spadaccia, poi Mauro Mellini & [[Massimo Teodori]]</small>
* 13 maggio 1988 – 22 aprile 1992: [[Giuseppe Calderisi]], <small>vice: Mauro Mellini & Massimo Teodori & [[Maria Adelaide Aglietta]]</small>
* 6 maggio 1992 – 14 aprile 1994: Marco Pannella, <small>vice: Roberto Cicciomessere</small>
== Congressi ==
* I Congresso - [[Roma]], 27-28 febbraio 1959
* II Congresso - Roma, 26-28 maggio 1961
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* XXX Congresso - Roma, 31 ottobre-4 novembre 1984
* XXXI Congresso - Firenze, 30 ottobre-3 novembre 1985
* XXXII Congresso - Roma, 29 ottobre-2 novembre 1986; 26 febbraio-1º marzo 1987 (
* XXXIII Congresso - Roma, 25-26 aprile 1987
* XXXIV Congresso - Bologna, 2-6 gennaio 1988
== Risultati elettorali ==
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|-
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|-
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|-
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|- bgcolor=lightblue
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|-
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|}
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== Voci correlate ==
* [[
* [[Partito Radicale Italiano]]
* [[Partito Radicale Transnazionale]]
* [[Radicali Italiani]]
* [[Radicalismo]]
* [[Radicalismo in Italia]]
* [[+Europa]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{partiti politici italiani del passato}}
{{Partito Radicale Transnazionale}}
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[[Categoria:Partito Radicale (Italia)| ]]
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