Italiani: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua}}
{{C|dati dell'infobox di dubbia natura, disorganici e incoerenti. È indicata la cifra di {{M|550 000}} [[svizzeri italiani]], che però <u>non</u> sono italiani e non arrivano certo a {{M|550 000}}. Dipende da un edit senza fonte che ha cambiato il valore senza modificare la nota. Il valore sembra riferito al più corretto dato degli italiani in Svizzera (un più recente [http://ucs.interno.gov.it/files/allegatipag/1263/int_00041_anagrafe_degli_italiani_residenti_all_estero_-aire-_2018.pdf censimento] AIRE ne indica circa {{M|615 000}}). Notare però che ne indica circa {{M|14 000}} per San Marino, mentre qui un dato più recente (2020) considera tutta la popolazione della Repubblica (>{{M|33000}})! Tutto da controllare e uniformare a un solo criterio, che però in tutta evidenza non può includere gli svizzeri italiani e i sammarinesi. Per i primi, il sinottico non riepiloga la voce ma la contraddice (sono considerati solo come italofoni), per i secondi peggio ancora perché la voce non ne parla proprio.|Italia|gennaio 2023|}}
{{Popolo
|nome = Italiani
|immagine = Inaugurazione del monumento a Dante in Piazza Santa Croce.jpg
|didascalia = Inaugurazione del monumento a [[Dante Alighieri]] in [[Piazza Santa Croce]] a [[Firenze]] il 14 maggio
|regione = {{ITA}}
|popolazione = ~circa 140 milioni<br /><small>(60 milioni di cittadini italiani e poco più di 80 milioni di [[oriundi
|lingua = [[Lingua italiana|Italiano]] e [[Italiano regionale|relativi dialetti]];<br />[[Lingue parlate in Italia|Lingue regionali e minoranze linguistiche]]
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]],
|distribuzione1 = {{ITA}}<ref>Popolazione Italiana dalla nascita ([https://esploradati.istat.it/databrowser/#/it/censpop/categories/APPR/MIGR_BCK/IT1,DF_DCSS_MIGR_BACKG_PAR_TV_1_COM,1.0]) e popolazione italiana acquisita.</ref>
|popolazione1 = {{formatnum:[[Italiani dalla nascita]] 52460242 }} <br><small>(31/12/2021)</small>
{{formatnum:[[Italiani acquisiti]] 1539175 }} <br><small>(31/12/2021)</small>
|distribuzione2 = {{CHE}}<ref>[[Svizzera italiana|Svizzeri italiani]] residenti nel [[canton Ticino]] e nei [[cantone dei Grigioni]] (da non confondere con gli [[italo-svizzeri]], cittadini della Repubblica Italiana residenti nel Paese o discendenti).</ref>
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|distribuzione3 = {{SMR}}
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|distribuzione4 = {{HRV}}<ref>{{Cita web
|popolazione4 =
|distribuzione5 = {{SVN}}<ref>[http://www.stat.si/Popis2002/en/rezultati/rezultati_red.asp?ter=SLO&st=7 Population by ethnic affiliation, Slovenia, Census 1953, 1961, 1971, 1981, 1991 and 2002].</ref>
|popolazione5 =
|distribuzione6 = {{MNE}}<ref>[http://www.comunitaitaliana.me/ Italiani di Montenegro] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120206005011/http://www.comunitaitaliana.me/|data=6 febbraio 2012 }}.</ref>
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|correlati = [[Maltesi]], [[Corsi (popolo moderno)|Corsi]]
}}Gli '''italiani'''<ref name="Treccani">{{Treccani|italiano|Italiani|v=sì|accesso=14 marzo 2015}}</ref> sono un [[popolo]] che si riconosce nella stessa [[Cultura italiana|cultura]], [[Lingua italiana|lingua]] e [[Storia d'Italia|storia]] e da un sentimento di comune [[Nazione|radice nazionale]].<ref>{{cita libro| cognome=Yang|nome=Philip Q.|titolo=Ethnic Studies: Issues and Approaches|editore=SUNY Press|città=Albany (New York)|anno=2000|p=9|url=http://books.google.it/books?id=4OxnR6exPo8C&pg=PA9|accesso=26 giugno 2014|isbn=1-59884-302-8|cid=Philip Q. Yang}}</ref><ref>«[…] l'Italia è un popolo in uno spazio geografico che ha avuto per destino di raggiungere, possedere e poi perdere, e poi riconquistare, una unità etnica culturale politica, e così anche linguistica.» {{cita|G. Devoto|Introduzione.}}</ref><ref>«[…] un popolo, compreso quello di cui facciamo parte […] può essere concepito come un insieme consistente di individui che: vivono in un dato territorio da essi modificato a loro vantaggio […], si aggregano in un certo numero di gruppi e sottogruppi (società) […], dispongono di un patrimonio di conoscenze e di credenze comuni (cultura). […] Uno degli elementi […], la cultura, riveste un carattere di decisivo rilievo per quanto riguarda la sua specifica fisionomia.» {{cita|Carlo Tullio-Altan|pp. 10-11}}.</ref> In seguito alla costituzione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] (1861) quale moderno [[Stato-nazione]], il termine è passato anche a designare tutti i cittadini italiani.
Gli italiani, oltre all'eredità della [[civiltà romana]] che, per ragioni storiche e geografiche, ha permeato la loro identità in misura maggiore di quella degli altri popoli [[Europa|europei]] e mediterranei,<ref>«La conquista romana unificò l'Italia. Nell'età di Augusto la penisola […] aveva una forte omogeneità culturale: la lingua più diffusa era il latino, che s'imponeva sulle antiche lingue locali, gli dèi di Roma erano venerati ovunque, i valori sociali romani erano condivisi da tutti, e dappertutto le città adeguavano il loro aspetto e le loro istituzioni al modello di città romana. I letterati celebravano nell'Italia la "maestra di tutte le genti", poiché essa era ormai una terra profondamente romana, la più romana di tutte.» cfr. {{cita|Jean-Michel David|4ª di copertina}}.</ref> hanno raccolto anche l'influenza di alcune progredite culture sviluppatesi localmente e confluite successivamente in quella [[Cultura latina|latina]], fra cui quella [[cultura etrusca|etrusca]] e quella, di matrice [[Ellenismo|ellenica]], della [[Magna Grecia]]. Tali culture hanno contribuito in vario modo all'arricchimento del [[Arte italiana|patrimonio artistico]], [[Architettura italiana|architettonico]], religioso, giuridico, istituzionale e in taluni casi anche scientifico di [[Roma]] e dell'[[Storia d'Italia|Italia antica]].<ref name="notazioni">Il contributo più importante dato dagli etruschi al risveglio dell'Italia e dell'Europa occidentale «[…] è quello riguardante il rapporto con Roma. Ad essa diedero i natali, nel senso che la costruirono, le trasmisero le norme giuridiche più importanti, l'organizzarono sotto il profilo militare e politico, la cinsero di potenti mura per difenderla dai nemici e la elevarono a prima nazione su tutte le altre dell'Italia», permettendo in tal modo «[…] la nascita e il decollo di Roma che diffuse la propria cultura nel mondo a scapito dell'ellenismo, creando in questo modo le premesse per quella svolta radicale che produsse lo spostamento degli interessi spirituali e anche materiali dall'Oriente all'Occidente. Cfr. {{cita libro|cognome=Di Martino|nome=Ugo|titolo=Le civiltà dell'antica Italia: storia, civiltà, cultura|editore=Mursia|città=Milano|anno=1984|pagine=155-156|sbn = CFI0085928}}<br />
Sotto il profilo artistico ebbe una notevole importanza l'affermazione, intorno al [[III secolo a.C.]], di un'arte medio-italica e cioè né greco-ellenistica né etrusca, la cui area va dall'Apulia al Piceno, dalla Campania al Lazio e al Sannio, il cui capolavoro è il [[Bruto Capitolino]] che ancor oggi si può ammirare a Roma, in Campidoglio. Cfr. {{cita libro|autore=[[Ranuccio Bianchi Bandinelli]]|titolo=Roma, l'arte nel centro del potere|editore=Corriere della Sera e Rizzoli libri illustrati|città=Milano|anno=2005|pagine=49-50|sbn = UM10071944}}<br />
Di maggior rilevanza sono tuttavia gli apporti al mondo romano in formazione, non solo artistici, ma anche commerciali (introduzione della monetazione), sociali (organizzazione della vita urbana), tecnici (edilizia e costruzioni navali) e scientifici (basti pensare alla diffusione della medicina) provenienti dai grandi centri costieri del Mezzogiorno peninsulare e della Sicilia. Roma entrò in contatto permanente con l'area commerciale greca dopo un accordo sanzionato con Napoli nel [[326 a.C.]] (R. B. Bandinelli, ''op. cit.'', p. 44), anche se non si può escludere, come suggerisce Bandinelli, che le mura serviane (la cui costruzione iniziò nel 378 a.C.) siano state erette con la collaborazione di maestranze siciliane (R. B. Bandinelli, ''op. cit.'', p. 45).</ref>
Si può fare risalire la formazione di una distinta comunità linguistica e culturale italiana, rispetto ad altre comunità presenti in [[Europa]], al periodo dell'avvento e della stabilizzazione della [[lingua volgare]] (tra il [[X secolo|X]] e il [[XIII secolo]]).<ref name="ReferenceA">{{cita|G. Devoto|pp. 221; 235-237; 241-242; 247-249; 263-264}}.</ref><ref>{{cita|Francesco Tuccari|pp. 75-93}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=[[Arnold J. Toynbee]]|traduttore=Davide Bigalli|titolo=Il racconto dell'uomo|editore=Garzanti|città=Milano|anno=2009|p=464|isbn=978-88-11-69411-3|cid=Arnold J. Toynbee}}</ref><ref>{{cita|Giuliano Procacci|pp. 57-64}}.</ref>
Geograficamente gli italiani sono localizzati sia nello [[Italia|Stato italiano]] — dove, secondo taluni, «[…] la consapevolezza di essere italiani, di appartenere a una nazione a sé, ha via via raggiunto la coscienza di tutti i cittadini […]»<ref>{{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Grande Atlante d'Italia De Agostini|editore=Istituto Geografico de Agostini|città=Novara|anno=1987|p=98|isbn=88-402-0060-6|cid=Grande Atlante d'Italia De Agostini}}</ref> — sia all'estero, con [[Etnia|comunità etniche]] storicamente presenti in alcuni territori dei Paesi limitrofi (come [[Svizzera]], [[Francia]], [[Slovenia]], [[Croazia]]), alcuni dei quali facenti anche parte della [[regione geografica italiana]]. A causa inoltre dell'[[Emigrazione italiana|emigrazione]]<ref>Grande Atlante d'Italia, ''op. cit.'', p. 105.</ref>, circa 85 milioni di persone residenti al di fuori della regione italiana hanno origini etniche totalmente o parzialmente italiane: 80 milioni di [[Oriundi d'Italia|oriundi]]<ref name=idos>{{cita web|autore=Fondazione Migrantes|url=http://www.progettoculturale.it/cci_new/documenti_cei/2011-03/08-23/4%20-%20Rapp%20Italiani.pdf|titolo=Rapporto Italiani nel Mondo 2010|editore=Edizioni Idos|città=Roma|mese=dicembre|anno=2010|accesso=26 giugno 2014|urlmorto=no|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6QbjnDm09?url=http://www.progettoculturale.it/cci_new/documenti_cei/2011-03/08-23/4%20-%20Rapp%20Italiani.pdf|dataarchivio=26 giugno 2014 }}</ref> e 5 milioni di [[Anagrafe degli italiani residenti all'estero|cittadini italiani residenti all'estero]]<ref name=infoaire>{{cita web|autore=[[Ministero dell'Interno]] - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali|url=http://infoaire.interno.it/statistiche2012/ripartizionesesso.htm|titolo=Statistiche relative all'elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero (AIRE)|editore=infoaire.interno.it|accesso=26 giugno 2014|urlmorto=no|urlarchivio=https://archive.is/20140626013155/http://infoaire.interno.it/statistiche2012/ripartizionesesso.htm|dataarchivio=26 giugno 2014 }}</ref>. A questi si aggiungono coloro che, dopo essere [[immigrazione in Italia|immigrati in Italia]], pur se non ancora [[naturalizzazione|naturalizzati]]<ref>In Italia si ha un numero di naturalizzazioni rispetto alla popolazione straniera residente significativamente più basso della media europea; tale difformità non è comunque imputabile a processi di integrazione sostanzialmente differenti, bensì ad una [[Cittadinanza italiana|legislazione sulla cittadinanza]] maggiormente orientata verso lo [[Ius sanguinis]] piuttosto che lo [[Ius soli]] (cfr. {{Cita web|url = http://www.stranieriinitalia.it/l_intervento-molti_immigrati_e_pochi_nuovi_italiani_15854.html|autore = Andrea Stuppini|titolo = Stranieri in Italia, Molti immigrati e pochi nuovi italiani|accesso = 14 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150323210034/http://www.stranieriinitalia.it/l_intervento-molti_immigrati_e_pochi_nuovi_italiani_15854.html|dataarchivio = 23 marzo 2015|urlmorto = sì }}), tanto che «l'acquisto della cittadinanza italiana […] rappresenta piuttosto un riconoscimento concesso solo quando il percorso di inserimento è già in gran parte compiuto» (cfr. {{Cita web|url = http://www3.istat.it/dati/pubbsci/contributi/Contributi/contr_2005/2005_15.pdf|editore = ISTAT|autore = Gerardo Gallo|autore2 = Evelina Paluzzi|titolo = I cittadini italiani naturalizzati|pagina = 17|accesso = 14 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110125062714/http://www.istat.it/dati/pubbsci/contributi/Contributi/contr_2005/2005_15.pdf|dataarchivio = 25 gennaio 2011|urlmorto = sì }}</ref>, hanno adottato, a seguito di un processo spontaneo di [[Integrazione (scienze sociali)|integrazione]]<ref>{{Cita libro|url = http://books.google.it/books?id=eFP2NgnzdJUC&pg=PA205&dq=immigrazione-appartenenza&hl=it&sa=X&ei=lXG2U-jEEZHX7Ab124GQBw&ved=0CB8Q6AEwAA#v=onepage&q=immigrazione-appartenenza&f=false|autore = Fabio Berti|titolo = Esclusione e integrazione: uno studio su due comunità di immigrati|pagina = 205|accesso = 14 marzo 2015}}</ref>, la lingua, le [[Usi e consuetudini#Italia|consuetudini]] e il [[Valore (scienze sociali)|sistema di valori]] propri del popolo italiano, spesso accanto a quelli propri originari.<ref>In particolare, riguardo alle cosiddette "[[seconde generazioni]]": «In realtà non si tratta di una seconda generazione, ma di una prima generazione di neo-autoctoni, che vive tra due culture», cit. in {{Cita libro|autore = Stefano Allievi|titolo = Islam italiano: viaggio nella seconda religione del paese|città = Torino|editore = Einaudi|anno = 2003|pagina = 216|isbn = 88-06-16492-9}}</ref><ref>{{Cita libro|url = http://books.google.it/books?id=4sXYD569IyUC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|autore = Eugenio Torrese|titolo = Oltre il binomio welfare-immigrazione. Un'esperienza locale: l'Agenzia per l'integrazione|pagine = 140-141|accesso = 14 marzo 2015}}</ref><ref>{{Cita libro|citazione = …esiste senz'altro una parte degli stranieri in Italia che si considerano più lavoratori che immigrati […], ma altri, e il loro numero è in crescita, pensano invece che l'Italia sia diventato il luogo della loro vita, di quella delle loro famiglie e dei loro figli.|autore = Asher Colombo|autore2 = Antonio Genovese|autore3 = Andrea Canevaro|titolo = Educarsi all'interculturalità. Immigrazione e integrazione dentro e fuori dalla scuola|anno = 2005|pagina = 18|url = http://books.google.it/books?id=itolVJNMWPcC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso = 14 marzo 2015}}</ref>
== Etnonimo ==
{{vedi anche|Etimologia del nome Italia}}
L'etimologia dell'appellativo ''italico'' (da cui deriverà successivamente quello di ''italiano'') non è stata univocamente riconosciuta. Tra le tante ipotesi
Nel [[Lingua osca|dialetto osco]] locale esisteva infatti il termine di ''viteliu'', trasformato in ''italo'' e ''italico'' dagli [[Lingua greca antica|ellenofoni]] che abitavano sulla costa.
Secondo [[Antioco di Siracusa]] invece, la terra tra gli antichi golfi ''[[Golfo di Sant'Eufemia|Nepetinico]]'' e ''[[Golfo di Squillace|Scillentinico]]'', ossia l'attuale [[istmo di Catanzaro]] in [[Calabria]], era governata da [[Italo (mitologia)|re Italo]] dal quale derivò il nome del popolo di cui era sovrano. Adottato successivamente dai
== Origini e formazione del popolo italiano ==
[[File:Italic-map-it.svg|upright=1.2|thumb|Le lingue della [[Penisola italiana|penisola]], delle [[Isole dell'Italia|isole]] e di parte del [[Nordafrica]] nel [[VI secolo a.C.]] In ocra o in violetto le lingue non indoeuropee parlate da [[Etruschi]], [[Punici]], [[Liguri]], [[Reti]], [[Rutuli]], [[Sicani]], [[Balari]] e [[Iliensi]].]]
Nel percorso di origine e formazione del popolo italiano, si rintracciano diverse fasi storiche<ref>«[…] come per i paesi di lingua e cultura latina, la Storia individua quattro distinte fasi per la formazione del concetto di popolo italiano, nella sua accezione a-cronologica di lingua, cultura, ehtnos e identità singola o collettiva che, al sommarsi, qui sì, cronologicamente, hanno dato vita alla realtà comunitariamente nazionale descritta. L'Italia campaniforme e terramare studiate anche da Grimal, si sommano a quella classica […], essa trova sintesi, completezza e prosecuzione nel secolo XI, fino ad uno sviluppo contemporaneo, che con strumenti e fenomeni ancora non ancora storicamente databili, e persino in corso, coronano il processo tutto […] il Risorgimento ed i termini ideologico - letterari del Settecento, rappresentano una viva ripresa d'identità per gli abitanti della penisola; avendo però, per ovvi motivi, scarsa rilevanza antropologica e soprattutto archeologica, essi si conformano alla pratica grimaliana di definizione e archiviazione "chevauchement", uniformandosi come fasi avanzate e non preliminari […]» in ''Dialoghi di Archeologia'', n.21/73, Napoli, Cappieri Mario, 1973.</ref> che hanno contribuito a determinare quelle caratteristiche essenziali poc'anzi accennate, le quali oggi ci rendono in grado di poter definire quello italiano come un popolo: l'età preromana<ref name="notazioni" /><ref>{{Cita libro|titolo = Archeologia delle regioni italiane|autore = [[Sabatino Moscati]]|città = Milano|editore = Rizzoli|anno = 1984|isbn = 88-17-39625-7}}</ref>, l'età romana<ref name="eco"/><ref>…Roma, insieme con i popoli italici …diede la prima impronta comune alle genti tutte della penisola, diverse di provenienza, di stirpe, di civiltà, di indole; e fu per esse un grande punto di attrazione e di convergenza. {{cita|Gioacchino Volpe|p. 9}}.</ref><ref name="Grande Atlante d p. 5">Cit. da AA.VV., op. cit. ({{Cita|Grande Atlante d'Italia De Agostini|p. 5}}).</ref><ref>Cit. da {{Cita libro|autore = [[Antonio Gramsci]]|curatore = Corrado Vivanti|titolo = Quaderno 19. Il Risorgimento Italiano|città = Torino|editore = Einaudi|anno = 1977|pagina = 4|sbn = LO10072466|cid = Antonio Gramsci}}</ref>, l'età medioevale<ref name="cita-Giorgio-Calcagno">{{cita|Giorgio Calcagno}}.</ref><ref name="notazioni2" />, l'età moderna e contemporanea<ref>{{Cita libro|titolo = Naja. Storia del servizio di leva in Italia|autore = [[Domenico Quirico]]|citazione = La leva obbligatoria fu una delle prime misure adottate nel 1860 dal neonato Regno d'Italia e ha contribuito grandemente, insieme con la scuola elementare, alla formazione di una identità unitaria italiana|città = Milano|editore = Mondadori|anno = 2008|isbn = 978-88-04-57598-6}}</ref><ref name="cita-G-Devoto-p346">{{cita|G. Devoto|p. 346}}.</ref>. Nel loro insieme, anche se in misura diversa, queste fasi storiche hanno determinato la comunanza di lingua, di cultura, di origine e di tradizione religiosa del popolo italiano<ref>{{Treccani|popolo_res-766e83f0-e1d2-11df-9ef0-d5ce3506d72e|Popolo}}</ref> in un processo che secondo [[Giacomo Devoto]], partendo dal periodo protostorico, ha visto raggiungere, possedere, poi perdere e riconquistare un'unità culturale e linguistica<ref>vedi Introduzione a Giacomo Devoto, ''Il linguaggio d'Italia. Storia e strutture linguistiche italiane dalla preistoria ai nostri giorni'', Storia d'Italia Einaudi, Rizzoli, Milano 1974.</ref>.
=== Fase protostorica ===
{{vedi anche|Italia preistorica e protostorica|Popoli dell'Italia antica|Civiltà nuragica}}
[[File:Iron Age Italy-la.svg|upright=1.2|thumb|Le lingue parlate dell'Italia antica nell'[[età del ferro]], prima della penetrazione [[celti]]ca nella pianura padana e dell'espansione di Roma. Non corrispondono esattamente ai popoli.]]
In epoca [[protostoria|protostorica]] si trovavano nella penisola italiana e nelle isole maggiori varie popolazioni, sia di lingua [[
Con il passaggio dalla [[Rivoluzione neolitica|civiltà neolitica]] a quella caratterizzata dall'utilizzo dei metalli, nella penisola si differenziarono le culture padane delle [[palafitte]] e quelle mediterranee sviluppate nelle isole e nel Mezzogiorno. Questi ultimi territori erano affacciati sul [[mar Mediterraneo]] un bacino ove si trovavano le più progredite civiltà del tempo, unite tra loro da intensi scambi commerciali e culturali.<ref>{{cita|Delia Guasco|p. 16}}.</ref> Tra le principali popolazioni che abitavano l'odierna Italia si annoverano:
* nel [[Italia nord-occidentale|
* nel [[Italia nord-orientale|
* In alcune aree del nord Italia, in [[Emilia-Romagna]], e nell'Italia centro-occidentale, [[Toscana]], [[Umbria]] occidentale e [[Lazio]] settentrionale, la [[cultura villanoviana]], la fase più antica nell'età del ferro della [[civiltà etrusca]].<ref name="Neri">{{Cita libro|autore=Diana Neri|titolo=Gli Etruschi tra VIII e VII secolo a.C. nel territorio di Castelfranco Emilia (MO)|anno=2012|editore=All'Insegna del Giglio|città=Firenze|lingua=it|p=9|capitolo=1.1 Il periodo villanoviano nell’Emilia occidentale|citazione=Il termine “Villanoviano” è entrato nella letteratura archeologica quando, a metà dell ’800, il conte Gozzadini mise in luce le prime tombe ad incinerazione nella sua proprietà di Villanova di Castenaso, in località Caselle (BO). La cultura villanoviana coincide con il periodo più antico della civiltà etrusca, in particolare durante i secoli X, IX e VIII a.C. e i termini di Villanoviano I, II e III, utilizzati dagli archeologi per scandire le fasi evolutive, costituiscono partizioni convenzionali della prima età del ferro|ISBN=978-88-7814-533-7}}</ref><ref name=Bartolonivillanoviana>{{Cita libro|titolo =La cultura villanoviana. All'inizio della storia etrusca |autore = [[Gilda Bartoloni]]|editore = Carocci editore|città = Roma|anno = 2012}}</ref><ref name=Torellicolonna2000>{{Cita libro|titolo = Gi Etruschi|autore =[[Giovanni Colonna (etruscologo)|Giovanni Colonna]]|curatore = Mario Torelli|lingua=it|editore =Bompiani |città = Milano|anno = 2000|capitolo = I caratteri originali della civiltà Etrusca|pp =25-41}}</ref><ref name=Torellibriquel2000>{{Cita libro|titolo = Gi Etruschi|autore=[[Dominique Briquel]]|curatore = Mario Torelli |editore =Bompiani |città = Milano|anno = 2000|capitolo = Le origini degli Etruschi: una questione dibattuta fin dall'antichità|pp =43-51}}</ref><ref name="Torellibartoloni2000">{{Cita libro|autore=[[Gilda Bartoloni]]|curatore=Mario Torelli|titolo=Gli Etruschi|anno=2000|editore=Bompiani|città=Milano|lingua=it|pp=53-71|capitolo=Le origini e la diffusione della cultura villanoviana}}</ref>
* Nel Lazio centrale la [[cultura laziale]] associata ai Latini, e in [[Umbria]] meridionale la ''[[cultura di Terni]]'', con la necropoli delle [[Acciaierie di Terni|Acciaierie]] di circa tremila tombe (uno dei siti più grandi d'Europa), scoperte alla fine dell'Ottocento e piene di corpi umani, cavalli, armi e fibule,
* nel resto dell'[[Italia
* nella parte meridionale della penisola erano stanziate, oltre a popolazioni di ceppo [[Italici|italico]] ([[Osco-umbri]]), [[Sanniti]] e [[Oschi]], anche gruppi di [[Illiri]]
* la Sicilia dell'[[età del
* in Sardegna si sviluppò dal [[IV millennio a.C.]] il [[Sardegna megalitica|fenomeno del megalitismo]] di origine [[Pirenei|pirenaico]]-[[provenza]]le; nel [[III millennio a.C.]] la [[Cultura di Ozieri]] unificò
=== Età preromana ===
{{vedi anche|Etruschi|Magna Grecia}}
Tra il [[
A partire dall'[[VIII secolo a.C.]] è documentato storicamente lo stanziamento di Greci (parlanti una lingua indoeuropea) sulle coste del Mezzogiorno peninsulare e [[Sicilia]] orientale. La [[Storia della Grecia|civiltà greca]] di epoca classica e ancor più quella di età [[civiltà ellenistica|ellenistica]] ebbero profonda influenza sulla cultura romana. Tale influenza si rafforzò ulteriormente a seguito della successiva [[conquista romana della Grecia]] (''Graecia capta ferum victorem cepit''). Nella cultura degli italiani si notano diverse eredità derivate dall'ellenismo, o comunque dalla presenza di una cospicua popolazione greca nella parte meridionale dell'Italia. Ad esempio, la gesticolazione italiana, un linguaggio del corpo tipico e comune di tutti gli italiani, sembra (non è però tesi univoca) possa derivare dalla cultura delle sovraffollate città elleniche del Mezzogiorno, dove le persone, per richiamare l'attenzione in mezzo alla folla, dovettero inventare un nuovo linguaggio, diffusosi poi in tutta l'Italia.<ref>{{cita libro
Le regioni interne dell'Italia, cioè precisamente nelle valli in prossimità delle Alpi, dal
Fra il [[V secolo a.C.|V]] e il [[IV secolo a.C.]] altre popolazioni celtiche occuparono la gran parte della [[Gallia cisalpina]], organizzandosi in [[Galli cisalpini|varie tribù]] e venendo a contatto con i [[Liguri]] stanziati in Liguria, parte del Piemonte, dell'Emilia, della Lombardia occidentale. Il lascito di questi popoli negli italiani moderni è linguistico: nelle zone dell'[[Italia settentrionale]], dove esisteva una componente gallo-ligure, la lingua latina si sovrappose ai precedenti idiomi, arricchendosi da essi nelle varianti regionali, dando vita, secoli dopo, ai dialetti e alle lingue definite [[Lingue gallo-italiche|gallo-italiche]].<ref>{{Cita libro|autore = [[Giovan Battista Pellegrini]]|titolo = Saggi di linguistica italiana|editore = Boringhieri|città = Torino|anno = 1975|pagina = 69|sbn = SBL0566803}}</ref> I prestiti dell'idioma gallico cisalpino, oltre alla formazione degli idiomi alto-italiani, includono lo sviluppo di parole di origine gallica (allodola, affanno, bottino, ecc.), che entrarono prima nella lingua latina, e successivamente in quella [[lingua italiana|italiana]].
Vari mercanti fenici e punici (di [[lingua semitica]]), in fuga dal [[Libano]] occupato dagli [[Assiri]], giungevano invece in Sardegna integrandosi, nei villaggi costieri, con la civiltà nuragica<ref>{{Cita web|url= http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=198664|titolo= Sant'Antioco, intervista a Bartoloni Piero|autore= Roberto Milleddu|sito= sardegnadigitallibrary.it|editore= Regione Autonoma della Sardegna|data= 27 novembre 2008|accesso= 14 luglio 2014|dataarchivio= 15 luglio 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140715010140/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=198664|urlmorto= sì}}</ref>.
=== Età romana ===
In merito alla formazione del popolo italiano, è da molti ritenuto fondamentale<ref name=":0">''Rivista di Antropologia'' - Vol. XXII, p. 11, 1961, V. Correnti: "L'analisi etnografica dei popoli latini europei, che comprende anche le storiche minoranze ad oggi comprese nell'area iugoslava, greca, albanese e bulgara, troppo spesso non annoverate nella famiglia romanza (Roma, Roma-i mama noastra noi romani ramanem, Romania-i sora noastra), porta necessariamente ad una comparazione di quei periodi che hanno determinato la famigliarità latina di queste genti, che pur sono simili ma allo stesso tempo differenti per intensità e durata e che, specialmente per le popolazioni orientali, non trovano radicamento prima dell'Età media, ma anche nei secoli successivi (...) Orbene, a questo, l'eccezione parzialmente contigua è la storicità etnografica dell'elemento latino, che per durata ed intensità è risultata essere fondamentale per la definizione moderna della popolazione italiana, specialmente per lingua e religione (...)".</ref> e determinante<ref name=":1">"(...) nell'analisi linguistica, culturale, religiosa ed archeologica del passato della popolazione italiana, sono determinanti le fasi indoeuropee (III - II - I m.), le fasi a dislivello preindoeuropeo (I m), che in molte regioni sopravvisse e proliferò anche al terzo flusso (...) le fasi storiche della Civiltà romana (...)" ''Dialoghi di Archeologia'', 13/74, "Civis romanum sum", De Andrei P. 1974.</ref> parlare dell'Età romana in Italia, durata circa settecento anni<ref name=":2">Keaveney A. 1982, Rome and the Unification of Italy, 47-14 b.c, 12° annex in "Social war", third paragraph.</ref><ref name=:3>{{Cita|Andrea Giardina}}.</ref>, e che ha segnato profondamente e definitivamente l'identità italiana<ref name="Loggia31">{{cita|Ernesto Galli Della Loggia|p. 31}}.</ref>, accomunando inoltre gli italiani nella comune consapevolezza di un'eredità romano-latina<ref name=":4">'''^''' <sup>''a''</sup> <sup>''b''</sup> <sup>''c''</sup> {{cita|Umberto Eco|p. 81}}.</ref>. [[Roma antica|Roma]], invero, portando a termine un processo di unificazione culturale, etnica, linguistica, religiosa, giuridica
Più nello specifico, l'eredità di Roma negli italiani, nonché il suo contributo alla loro formazione, è suddivisibile in quattro aree: identitaria<ref>{{Cita|Ernesto Galli della Loggia}}.</ref><ref name="TreccaniRisorgimento">{{Enciclopedia italiana
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|autore = AA.VV.
|anno = 1936
|pagine =
|volume =
|accesso = 13 settembre 2014
|citazione =
}}</ref>, culturale<ref>{{Cita libro|autore = Paolo Casolari|titolo = Roma dentro|anno =
[[File:Roman conquest of Italy (it).svg|thumb|upright=1.2|Le fasi dell'espansione romana nella penisola e nelle isole fino all'inizio della [[seconda guerra punica]]
La Roma del II secolo a.C. infatti, dominante l'Italia intera e forte delle sue capacità di assimilazione culturale, promosse diversi meccanismi di integrazione etnica e culturale, nonché diffusione di cultura, lingua e valori comuni, passato alla storia come processo di [[Romanizzazione (storia)|romanizzazione]].
In maniera maggiormente specifica, la romanizzazione degli abitanti dell'Italia, intesa come processo dai molteplici obiettivi, si articolò
Questo processo di romanizzazione, in Italia assai profondo, ebbe tra i primi effetti quello di creare una certa identità romana allargata, a discapito delle varie identità localistiche. Già in età tardo repubblicana, infatti, l'appellativo di "Romano" non riguardava più solo
Sempre tramite il processo di romanizzazione, in Italia ebbe a diffondersi la lingua latina, la quale in [[Età imperiale]] ebbe a sostituire definitivamente ogni altro idioma preromano, assorbendolo e sovrapponendovisi (non di rado conservando alcune caratteristiche nel sostrato). In tal modo, il [[lingua latina|latino]] rimase indelebile nella popolazione romana d'Italia e del resto dell'Europa romanza, trasformandosi, da lì a diversi secoli, nei vari volgari neolatini fra cui il futuro volgare toscano e quindi italiano<ref>{{Cita libro
Come per la lingua, la [[cultura romana]], nella sua complessa vastità (artistica, letteraria, istituzionale, architettonica, popolare,
Infine, anche da un punto di vista religioso, l'eredità romana si traduce negli italiani nella [[chiesa cattolica|forma cattolica del cristianesimo]]. Nel IV secolo d.C. infatti, grazie anche all'appoggio di alcuni imperatori (primo fra tutti [[Costantino I]]) e a una legislazione favorevole, il processo di cristianizzazione dell'Italia divenne irreversibile. Roma, non più capitale dell'Impero, rimase come sede papale il centro religioso d'Italia e d'Occidente e tale rimase per tutto il Medioevo. Osserva [[Ernesto Galli della Loggia|Galli della Loggia]] che l'eredità romana raccolta dalla Chiesa «[…] ha grandemente contribuito a dare profondità culturale, capacità organizzativa e prestigio istituzionale alla religione di Cristo…», assicurando la sopravvivenza di tanta parte della cultura romana e latina, marcando per sempre la civiltà italiana. Il cristianesimo nella sua versione "romana" divenne infatti, fin da allora, uno dei segni di identità più evidenti del popolo italiano e un forte elemento differenziatore fra gli
=== Età medioevale ===
Secondo lo storico
==== La frattura del sesto secolo ====
[[File:Mappa
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], penetrarono in Italia dal Nord popolazioni barbare di origine in prevalenza [[germani]]ca, che tuttavia rimasero comunque sempre di numero inferiore agli abitanti originari. Ancor prima della caduta definitiva dell'impero, l'Italia fu infatti attraversata da diverse incursioni, tra cui sicuramente sono da menzionare quella dei [[Visigoti]] agli inizi del [[V secolo]] e quella degli [[Unni]] pochi decenni più tardi; più o meno nello stesso periodo (
Nel
Solo pochi anni dopo la riconquista giustinianea, nel
L'invasione longobarda ebbe anche l'effetto di spezzare definitivamente l'unità politica d'Italia, che venne così divisa in due grandi aree di influenza: quella longobarda (costituita da ''
* l'annientamento quasi totale della vecchia classe dirigente romana di origine aristocratica, ancora potente e rispettata in età ostrogota (basti pensare a [[Severino Boezio]], [[Cassiodoro]] e alla famiglia dei [[Symmachi]])<ref>{{cita|Storia d'Italia, 1989|p. 879}}.</ref>;
* la profonda decadenza della vita cittadina, che, iniziata nel corso della guerra gotico-bizantina si accentuò fin dai primi anni dell'invasione longobarda con «la fuga delle popolazioni all'avanzare della ''nefandissima langobardorum gens''<ref>{{cita|Storia d'Italia, 1989|p. 880}}.</ref>;
* la divisione pressoché totale fra
Diversi autori, in diverse epoche (da [[Giovanni Villani]] a [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] fino al [[Ludovico Antonio Muratori|Muratori]]) hanno sostenuto che Romani e Longobardi, al momento della caduta del regno Longobardo, si avviassero a diventare un unico popolo; tuttavia tale ipotesi fu contestata, a partire dal [[XIX secolo]], tra gli altri da [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] e da uno storico come [[Carlo Troya]], che giudicavano poco accurate queste conclusioni: secondo loro, pur a fronte di alcuni limitati casi di mobilità sociale o di mescolanza, si doveva sempre parlare di due popoli e di due nazioni distinte sullo stesso suolo, la prima dominante e la seconda vinta e assoggetta, tenuta
{{Citazione|S'è mai citato, non dico tra i re, ma tra i duchi, tra i giudici, tra i gastaldi, tra i gasindi regi, tra le cariche di qualunque sorte del regno longobardico, il nome d'un personaggio latino? In quell'ammasso di notizie vere, false, dubbie, che si chiama storia de' Franchi, si trova almeno qualche ambasciatore, qualche capitano romano, e fino un re, o capo temporario […]. Ma nelle cariche, come nell'imprese de' Longobardi, prima di Carlomagno, non è mai fatta menzione d'un personaggio italiano, nemmeno con un titolo dubbioso, nemmeno immaginario.<ref>{{Cita|Manzoni|p. 115}}.</ref>}}
{{Citazione|…la cittadinanza Romana fu spenta in Italia, e le genti di tal sangue altra mai non ebbero a sperarne che la Longobarda, per via dell'essere affrancate. […] Tutto ciò che si trova di Romano dopo Carlomagno è l'effetto delle nuove istituzioni e delle nuove cittadinanze introdotte da esso in Italia.<ref>{{Cita|Troya|p. cclxi - Anno 774}}.</ref>}}
Ogni tentativo dei Longobardi di costruire
Con il dominio franco e la successiva instaurazione del regno di [[Pipino d'Italia|Pipino]], figlio di Carlo Magno (all'epoca ancora ''Rex Longobardorum''), la separazione dei due popoli non fu superata, per quanto ''teoricamente'' furono posti su una base di uguaglianza giuridica: tra il
L'unione dei diversi popoli presenti nel neonato
{{Citazione|Dacché Romolo aprì un asilo a' malviventi e nacque la stirpe Romana, giammai non si vide la più vigliacca di coloro, i quali chiamaronsi Imperatori di sangue Romano: e non solamente noi, che siam Longobardi, ma i Sassoni, i Franchi, i Lotaringi, i Bavari, gli Svevi ed i Borgognoni abbiam cotanto dispregio di voi, che non sappiamo a' nostri nemici dir più crudele ingiuria se non chiamarli Romani. Sotto questo nome intendiamo comprendere quanto v'ha di più ignobile, di più avaro, di più lascivo, di più bugiardo e di più timido nella natura umana.<ref name="TroyaCCCLXIII">{{Cita|Troya|p. CCCLXIII - Anno 968}}.</ref>}}
Tuttavia, sempre il Troya precisa che, nonostante questo perdurante ''"dispregio"'', proprio in quegli anni si
In conclusione bisogna notare che né i Longobardi (germanofoni), né i Franchi (anch'essi germanofoni), né i Romano-orientali (ellenofoni), riuscirono mai
==== Dal Medioevo all'età dei Comuni ====
[[File:Italy 1000 AD-it.svg|thumb|upright=1.2|L'Italia nell'anno 1000]]
Nella parte d'Italia rimasta sotto il controllo bizantino si ebbe, a partire dalla fine del [[VII secolo]] e in particolare nei territori più lontani dal centro dell'impero, un graduale indebolimento del potere centrale, causato dalla contemporanea [[espansione islamica]] in Asia e nel Nordafrica che aveva fatto perdere all'impero quasi i tre quarti del proprio territorio in meno di settant'anni, e che distolse buona parte delle
Nel [[IX secolo]] la [[Sicilia]] era stata [[conquista islamica della Sicilia|invasa e occupata da popolazioni musulmane]] di [[lingua araba]], che all'epoca avevano sviluppato una civiltà raffinata e tecnologicamente avanzata, impregnata di cultura classica e influenzata dal pensiero greco. Se i contributi di tali popolazioni in campo artistico, scientifico e filosofico furono notevoli e duraturi in Sicilia (così come in tutto l'Occidente cristiano), il loro apporto al popolamento dell'isola appare, secondo recenti studi, piuttosto modesto<ref>{{cita news
Proprio in quel periodo l'Europa intera iniziava un processo di sviluppo economico, lento ma di lungo periodo e nel quale l'Italia aveva un ruolo di guida che avrebbe mantenuto, pur con fasi alterne, per i successivi quattro secoli<ref>{{cita|Carlo Cipolla|p. 6}}.</ref>. Tale sviluppo fu accompagnato da una crescita della popolazione che avrebbe portato l'Italia a superare definitivamente il massimo numero di abitanti riscontrato in età classica all'alba del [[XIII secolo]]<ref name= Malanima /> e, specificatamente in Italia, da una crescita relativa della popolazione urbana che, grazie alla pratica del commercio, fece rinascere molte delle città che nei secoli precedenti erano sopravvissute quasi esclusivamente come centri delle amministrazioni vescovili<ref>{{Cita|Carlo Cipolla|p. 7}}.</ref>.
Fu ancora in quest'epoca
I Comuni ebbero origine dalla vigorosa ripresa economica e demografica del mondo urbano italiano a partire dall'anno
Di diverso segno fu l'affermarsi in Italia centrale di un forte [[Stato Pontificio|Stato della Chiesa]] che negli ultimi anni del [[XII secolo]] e nei primi di quello successivo si impose come potenza egemone nell'area peninsulare mediana grazie all'energia e alla volontà di papa
* assicurare agli italiani, grazie alla propria attività religiosa extra peninsulare, una centralità politica e culturale in ambito europeo, che altrimenti non avrebbero avuto dato lo scarso peso demografico e militare delle varie entità statuali in cui erano suddivisi e la marginalità geografica della penisola rispetto all'
* affermarsi come l'istituzione che più di ogni altra ha influenzato la vita e il costume degli italiani. La Chiesa cattolica ha sempre avuto infatti una spiccata vocazione popolare che si è accompagnata alla capacità «[…] di stabilire un rapporto profondo e organico con le più vaste masse e la loro vita quotidiana sì da divenire e rimanere per secoli al di là dei suoi aspetti strettamente religiosi, l'unica istituzione italiana con una forte base e contenuto popolari…»<ref>{{cita|Ernesto Galli Della Loggia|p. 50}}.</ref>;
* costituire un ostacolo
[[File:Italy 1454 after the Peace of Lodi.jpg|thumb|sinistra|L'Italia dopo la [[pace di Lodi]], nel 1454
Nel
* nella sua corte nacque a [[Palermo]], con la [[Scuola siciliana]], il primo volgare illustre, prima espressione letteraria della lingua italiana. Lo stesso Dante, molti anni più tardi, nel rendere omaggio al sovrano riconoscerà l'importanza dell'accadimento: «[…] in quel tempo tutto quello che gli excellenti Italiani componevano nella corte di sì gran Re primamente usciva. E perché il loro seggio regale era in Sicilia e advenuto che tutto quello che i nostri {{sic|precessori}} composero in vulgare si chiama siciliano: il che riteniamo anchora noi et i posteri nostri non lo potranno mutare…»<ref>Il testo, in latino, tradotto dal [[Gian Giorgio Trissino|Trissino]], è tratto dalla ''[[De vulgari eloquentia]]'' e sta in: {{cita|Umberto Cerroni|p. 121}}.</ref>
* alla sua corte nacque la scuola di scultori di [[Nicola Pisano]], successivamente trasferitasi in Toscana, in cui s'individua l'origine di un linguaggio figurativo pienamente italiano<ref>{{Cita|Emma Bernini}}.</ref>;
*La diffusione della cultura artistica siculo-normanna e siculo-sveva, tra gli altri, con le architetture di [[Riccardo da Lentini]];
* alla testa del [[Regno di Sicilia]], costruì uno Stato centralizzato e moderno, con una politica che per la prima volta si muoveva in un'ottica squisitamente "italiana", evidenziata dai continui conflitti con l'autorità papale e i comuni del Settentrione d'Italia riuniti nella [[Lega Lombarda]]; il progetto federiciano, pur se destinato a finire alla morte dell'imperatore, lasciò profonde tracce nel pensiero italiano di età prerinascimentale e rinascimentale.
Sempre a proposito dell'Italia meridionale, è interessate notare di come gli abitanti delle varie regioni costiere, prima dell'avvento dei Normanni, provarono a darsi ordinamenti politici
Pur nella diversità delle vie intraprese, una società che si avviava
A quest'epoca risale anche la nozione di ''nazione italiana'', che, secondo taluni, sarebbe stata la prima a formarsi sul continente europeo<ref name="ReferenceB"/>. Il termine trovò la propria consacrazione in alcuni [[Concilio|Concili]] dell'epoca (fra cui [[Concilio di Costanza|quello di Costanza]]), in cui il voto dei partecipanti non veniva formulato individualmente, ma per ''nationes''.
[[File:Italia 1494-it.svg|upright=1.2|thumb|La situazione politica dell'Italia nel
A partire dal [[XV secolo]], l'Italia fu testimone della nascita del fenomeno dell'[[Umanesimo]] che, recuperando e rielaborando i valori della classicità romana e greca, aveva come caratteristica principale la riscoperta dell'uomo attraverso la ricerca e la letteratura dei classici. Tale movimento, oltre a rinsaldare ulteriormente i legami che già esistevano nell'ambito del ceto intellettuale italiano<ref>{{Cita|Giuliano Procacci|p. 113}}.</ref>, fu la premessa culturale del [[Rinascimento]], che si irradiò nell'Europa intera e segnò di fatto, sul piano culturale, artistico e sociale la chiusura del [[Medioevo]] e la nascita dell'[[età moderna]].
=== Età moderna ===
Attorno alla metà del [[XVI secolo]], il Rinascimento lasciò il posto al [[Manierismo]] e quest'ultimo, mezzo secolo più tardi, alla [[Barocco|civiltà barocca]], che, nata anch'essa in Italia, ebbe un riflesso internazionale (in Europa e nelle [[America|Americhe]]) non inferiore a quella rinascimentale. L'Italia, a valle del periodo delle cosiddette ''[[Guerre d'Italia del XVI secolo|Guerre d'Italia]]'', pur se frammentata e in parte sotto dominazione straniera, continuò
Tra la fine del [[XVIII secolo]] e l'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], gli
=== Età contemporanea ===
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[[File:Giuseppe Garibaldi (1866).jpg|thumb|[[Giuseppe Garibaldi]], condottiero della [[Spedizione dei Mille]]]]
Con il processo storico che va sotto il nome di [[Risorgimento]], che ebbe inizio all'indomani del periodo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] (o, secondo taluni, in età napoleonica o prenapoleonica) ed ebbe termine con la [[presa di Roma]] (
Sotto il profilo culturale iniziò in quegli anni a divulgarsi a livello popolare la [[lingua italiana]], che fino ad allora era parlata e scritta solo dalle classi colte (aristocrazia, media e alta borghesia
Solo nel corso del secolo successivo, con la [[prima guerra mondiale|grande guerra]], che avvicinò milioni di
==== La prima guerra mondiale ====
Sicuramente un importante episodio in cui gli italiani di diverse regioni si confrontarono gli uni con gli altri fu costituito dall'esperienza della [[prima guerra mondiale]] che, secondo taluni, chiuse idealmente l'epopea risorgimentale con l'unione di [[Trento]], [[Trieste]], [[Gorizia]] e la [[Venezia Giulia]] al
[[File:SanMartino_CippoSassari.jpg|thumb|[[San Martino del Carso]]: monumento alla Brigata Sassari sulla "Dolina Sassari"
La guerra risvegliò la coscienza nazionale e permise a [[sicilia]]ni, [[Calabria|calabresi]], [[Lombardia|lombardi]], [[Sardegna|sardi]] (questi ultimi arruolati in massima parte nella [[Brigata Sassari]]) e al resto degli italiani (provenienti anche dalle [[irredentismo italiano|terre irredente]]: trentini, [[Venezia Giulia|giuliani]], [[Dalmazia|dalmati]], ecc.) di entrare in contatto fra loro e di superare insieme, e vittoriosamente, uno dei conflitti più aspri e sanguinosi che avevano sconvolto il
==== Il
Nel [[Storia dell'Italia fascista|periodo fascista]] si produsse un coinvolgimento delle [[società italiana durante il fascismo|masse nella vita nazionale]]<ref>«[…] di certo il fascismo fu il primo ordinamento dello Stato capace di coinvolgere nella sua azione la maggioranza di individui, dando significato alle parole "popolo italiano"». cfr. {{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 308}}.</ref>, decisa da [[Benito Mussolini]] e da un ristretto numero di gerarchi. Si sviluppò in quegli anni una forte retorica inneggiante all'italiano e all'italianità, che si accompagnava al disprezzo per una presunta
Vennero quindi sviluppate in quegli anni forme esasperate di [[nazionalismo]]
Inoltre, nel
La tragedia della seconda guerra mondiale si concluse tuttavia con il fenomeno della [[resistenza italiana|resistenza]] che, pur se di fatto inferiore dal punto di vista dell'apporto bellico rispetto ad altre analoghe realtà europee e al corpo delle operazioni della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]], viene comunque considerata, in diversi ambiti e insieme al Risorgimento, come uno dei valori fondanti della nazione italiana<ref>{{Citazione|La cultura - questo è mio convincimento profondo - è il fulcro della nostra identità nazionale; identità che ha le sue radici nella formazione della lingua italiana e che, negli ultimi due secoli, si è sviluppata in una continuità di ideali e di valori dal Risorgimento alla Resistenza, alla Costituzione repubblicana.|[[Carlo Azeglio Ciampi]], [[:s:Italia - 23 luglio 2002, Messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi|Italia - 23 luglio 2002, ''Messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica'']]}}</ref><ref>[[Sandro Pertini]], [http://www.fondazionepertini.it/asp/leggi.asp?IdSez=3&idcontenuto=54&IdSottoSez=11 Discorso alla Camera dei Deputati del 23 aprile 1970].</ref><ref>{{cita pubblicazione
==== Il dopoguerra ====
[[File:Fiat - Mirafiori building (Italy, 2020).png|upright=1.2|thumb|Facciata principale dello stabilimento [[Fiat Mirafiori]] di Torino. Tra il 1951 e il 1961 la popolazione della città crebbe di oltre il 40%, in gran parte per l'arrivo di immigrati necessari alle attività di produzione di autovetture.]]
Nel [[secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]], e in particolare fra gli anni cinquanta e settanta del Novecento, una favorevole congiuntura economica internazionale unitamente all'intraprendenza della classe imprenditoriale e alla tradizionale laboriosità delle masse lavoratrici, permisero all'Italia di ottenere un periodo di grande sviluppo economico (il cosiddetto [[miracolo economico italiano]]), trasformandosi da paese prevalentemente agricolo in una delle grandi potenze industriali d'Europa e d'Occidente. Iniziò a diffondersi una condizione di benessere economico presso strati sempre più ampi di popolazione, si accentuò il processo di omogeneizzazione del popolo italiano con la scolarizzazione e lo sviluppo dei [[mezzi di comunicazione di massa]] che, come già accennato, furono potenti veicoli di diffusione della [[lingua italiana]].
Contemporaneamente acquistò dimensioni sconosciute in passato il flusso migratorio interno allo Stato italiano, che spinse milioni di persone a trasferirsi dalle regioni meridionali in quelle settentrionali, dove avevano per lo più sede le grandi aziende manifatturiere del Paese, alla ricerca di migliori opportunità di lavoro: nei soli anni del ''boom economico'', si trasferirono lungo questa direttrice poco meno di tre milioni di persone. Pur se difficilmente quantificabile, è plausibile pensare che tale cifra sia sottostimata, giacché tali flussi migratori, che pure in quegli anni ebbero il loro picco, avevano origine dai primi del Novecento,
Le migrazioni interne, in Italia, non hanno però interessato solo l'asse Sud-Nord, ma anche altre direttrici. In tal merito [[Roma]], ad esempio, rappresenta l'esemplificazione di tale fenomeno, giacché la città,
==== La fine del XX secolo ====
{{Senza fonte| Dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] è iniziato un processo [[immigrazione in Italia|migratorio]] verso l'Italia, protrattosi fino ai giorni nostri, da parte di persone provenienti da aree depresse o non ancora pienamente sviluppate sotto il profilo economico (Europa orientale, Medio ed Estremo Oriente, America Latina
== Consistenza numerica degli italiani ==
{{vedi anche|Emigrazione italiana}}
[[File:Map of the Italian Diaspora in the World.svg|thumb|La distribuzione degli italiani nei vari [[Paesi del mondo]]]]
Secondo dati [[Istituto nazionale di statistica|Istat]] risiedono in Italia circa 60 milioni di persone<ref name="Istat2011">[http://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri-2015/ / dati ISTAT]</ref>; in tale computo sono tuttavia considerati anche circa {{formatnum:5000000}} di stranieri residenti sul territorio italiano<ref name=Istat2011 /> e sono invece esclusi circa {{formatnum:5000000}} italiani residenti all'estero<ref name=autogenerato1>[http://infoaire.interno.it/statistiche2012/statisticheanno2012.htm Numero iscritti suddivisi per ripartizioni estere]</ref>, tra cui vengono considerati anche i cittadini dotati di un'altra [[cittadinanza]] (popolarmente, "doppio passaporto"), spesso rappresentanti degli ultimi gruppi della cosiddetta ''[[emigrazione italiana|diaspora italiana]]'' verso altri Stati europei (Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Regno Unito, ecc.) e le Americhe; si calcola che solo tra il 1876 e il [[1925]] partirono circa 14 milioni di persone<ref>[http://www.emigrati.it/Emigrazione/Esodo.asp Fonte: Rielaborazione dati Istat in Gianfausto Rosoli, Un secolo di emigrazione italiana 1876-1976, Roma, Cser, 1978]</ref> (con una punta massima nel 1913 di oltre {{formatnum:870000}} partenze).
Leggermente diversi sono i numeri relativi all'[[italofonia]], dovendo in questo caso considerarsi anche gli [[Svizzera italiana|svizzeri italiani]], i comuni
Un altro fenomeno molto importante è quello degli [[oriundo|oriundi]] italiani nel mondo, discendenti (spesso solo parzialmente) di coloro che emigrarono nel XIX e nel XX secolo; generalmente tali persone sono integrate da almeno 2-3 generazioni nei loro paesi di destinazione, mantenendo di fatto solo un flebile legame con l'Italia. Esistono solo stime indicative (e non sempre concordi) sui numeri relativi a tale presenza, dato che non ovunque vengono fatti censimenti in tal senso (praticamente solo negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Canada]] e [[Australia]]) e che la nozione di "ascendenza italiana" può essere letta in diversa maniera, dato che una persona può anche avere (e spesso è la norma) più ascendenze diverse.
{| class="wikitable" style="width:40%;float:left;text-align:center;"
! ! align="center" colspan="2"|Cittadini italiani residenti all'estero<br />comunità con oltre
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!! align="center" colspan="3"|Principali comunità di oriundi italiani nel mondo
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| {{VEN}}|| 5 milioni <small>(circa 6% pop. totale)</small>|| [[italo-venezuelani]] <small>([[:categoria:Italo-venezuelani|categoria]])</small>||<ref>Santander Laya-Garrido, Alfonso. Los Italianos forjadores de la nacionalidad y del desarrollo economico en Venezuela. Editorial Vadell. Valencia, 1978</ref><ref>[http://www.correodelorinoco.gob.ve/tema-dia/embajador-italia-caracas-asegura-que-sistema-electoral-venezolano-es-confiable/ "...el diplomático calcula que 5% o 6% de la población venezolana actual tiene origen italiano."]</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/veneti_venezuela_profughi_fantasma-5025889.html|titolo=«Noi veneti del Venezuela, siamo i nuovi profughi fantasma»|data=2020-02-03|lingua=it|accesso=2022-01-09}}</ref>
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| {{CRI}}|| 250 000-500 000 <small>(circa 5%-10% pop. totale)</small>|| [[italo-costaricani]]||<ref>{{Cita web|url=https://www.uned.ac.cr/acontecer/a-diario/gestion-universitaria/1457-costa-rica-e-italia-paises-unidos-por-la-historia-y-la-cultura|titolo=Copia archiviata|accesso=12 luglio 2021|dataarchivio=8 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170108002909/https://www.uned.ac.cr/acontecer/a-diario/gestion-universitaria/1457-costa-rica-e-italia-paises-unidos-por-la-historia-y-la-cultura|urlmorto=sì }}</ref>
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| {{BEL}}|| 290 000 <small>(circa 3% pop. totale)</small>|| [[italo-belgi]] <small>([[:categoria:Italo-belgi|categoria]])</small>||<ref>[http://www.inca-cgil.be/informazioni_sul_belgio Informazioni sul Belgio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090126213852/http://www.inca-cgil.be/informazioni_sul_belgio|data=26 gennaio 2009 }}</ref>
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| {{MEX}}|| 85 000 <small>(< 1% pop. totale)</small>|| [[italo-messicani]]||<ref>{{Cita web|url=http://www.oncetv-ipn.net/losquellegaron/back_programas.html|titolo=CANAL ONCE - LOS QUE LLEGARON|data=|accesso=2022-05-13|dataarchivio=5 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305092624/http://www.oncetv-ipn.net/losquellegaron/back_programas.html|urlmorto=sì}}</ref>
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{| class="wikitable" style="width:40%;float:right;text-align:center;"
!! align="center" colspan="4"|Principali comunità straniere residenti in Italia<br />(dati ISTAT
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{{clear}}
== Genetica degli italiani ==
Una ricerca (illustrata nella tabella sottostante) condotta nel 2013 da un gruppo di genetisti coordinati da Alessio Boattini dell'Università di Bologna e pubblicata nella prestigiosa rivista in inglese ''[[Plos One]]'' ha analizzato i marcatori uniparentali, in linea maschile, di otto macroaree italiane: tre nell'[[Italia settentrionale]], due nell'[[Italia centrale]], una nell'[[Italia meridionale]] e due nell'[[Italia insulare]] (una in [[Sicilia]] e l'altra in [[Sardegna]]). La struttura osservata, conclude lo studio, per i lignaggi paterni nell'Italia continentale e in Sicilia non è stata caratterizzata da gradienti Nord-Sud come descritto in precedenti studi, ma i risultati mostrano un raggruppamento Nord-Occidentale in contrapposizione a uno Sud-Orientale, suggerendo così un background genetico condiviso tra l'Italia meridionale e la [[costa adriatica]] dell'Italia da un lato, e tra l'Italia settentrionale e la [[Toscana]] dall'altro.<ref name=Boattini2013>{{Cita pubblicazione|titolo =Uniparental Markers in Italy Reveal a Sex-Biased Genetic Structure and Different Historical Strata|autore =Alessio Boattini et al.|curatore =|wkautore =|rivista =Plos One|volume =|numero =|editore =|città =|data =|anno =2013|mese =|p =|pp =|lingua =Inglese|ISSN =|doi =|PMID =|id =|cid =|url = https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0065441|formato =|accesso =24 aprile 2023|abstract =|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto =|postscript = }}</ref>
'''Aplotipi italiani legati al cromosoma Y-DNA (distribuzione percentuale) - Boattini et al. 2013'''
{| class="wikitable"
![[Italia]]
![[Aplogruppo E (Y-DNA)|E1a]]
![[Aplogruppo E (Y-DNA)|E1b]]
![[Aplogruppo F (Y-DNA)|F]]
![[Aplogruppo G (Y-DNA)|G1]]
![[Aplogruppo G (Y-DNA)|G2]]
![[Aplogruppo I (Y-DNA)|I1]]
![[Aplogruppo I (Y-DNA)|I2]]
![[Aplogruppo J (Y-DNA)|J1]]
![[Aplogruppo J (Y-DNA)|J2]]
![[Aplogruppo L (Y-DNA)|L]]
![[Aplogruppo R1a (Y-DNA)|R1a]]
![[Aplogruppo R1b (Y-DNA)|R1b]]
![[Aplogruppo T+T2 (DNA-Y)|T+T2]]
|-
|[[Italia]]
|0,23
|14,02
|0,79
|0,45
|11,20
|3,50
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|-
|| [[Italia settentrionale]] occidentale (a)
|0
|11,7
|1,9
|0
|8,1
|3,1
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|-
|[[Italia settentrionale]] orientale (b)
|0
|15,1
|1,4
|0
|6,8
|11,0
|1,4
|1,4
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|-
|[[Italia settentrionale]] basso-padana (c)
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|0
|10,3
|10,3
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|0
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|-
|[[Italia centrale]] nord-occidentale (d)
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|3,2
|-
|[[Italia centrale]] (e)
|0
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|3,9
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|-
|[[Italia meridionale]] (f)
|0
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|3,5
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|-
|[[Italia Insulare]] ([[Sicilia]]) (g)
|0,7
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|0,7
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|1,4
|3,5
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|0
|5,7
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|2,1
|-
|[[Italia Insulare]] ([[Sardegna]]) (h)
|1,2
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|1,2
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|0
|41,4
|2,4
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|0
|0
|21,8
|1,2
|-
|}
*a) Comprende la [[Valle d'Aosta]], il [[Piemonte]], la [[Liguria]] (senza la [[Provincia di La Spezia]]), la [[Lombardia]] (senza la [[Provincia di Mantova]] e con la [[Provincia di Piacenza]])
*b) Comprende il [[Veneto]], il [[Trentino-Alto Adige]] e il [[Friuli-Venezia Giulia]]
*c) Comprende l'[[Emilia-Romagna]], senza la [[Provincia di Piacenza]] e con la [[Provincia di Mantova]]
*d) Comprende la [[Toscana]] e la [[Provincia di La Spezia]]
*e) Comprende: [[Marche]], [[Umbria]], [[Lazio]] centro-settentrionale (Province di [[Provincia di Rieti|Rieti]], [[Provincia di Roma|Roma]] e [[Provincia di Viterbo|Viterbo]]) e [[Abruzzo]] nord-orientale ([[Provincia di Teramo]])
*f) Comprende l'[[Abruzzo]] centro-meridionale (Province di [[Provincia di Chieti|Chieti]], [[Provincia dell'Aquila|L'Aquila]] e [[Provincia di Pescara|Pescara]]), [[Molise]], [[Campania]], [[Puglia]], [[Basilicata]], [[Calabria]] e [[Sicilia]] nord-orientale (Provincia di Messina)
*g) Comprende la [[Sicilia]] senza la [[Provincia di Messina]]
*h) Comprende la [[Sardegna]]
Nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti più studi di [[genetica delle popolazioni]] che hanno esaminato la struttura genetica degli italiani basati sui [[Marcatori genetici|marcatori uniparentali]] e sul [[DNA autosomico]] di campioni moderni,<ref name=Digaetano2012>{{Cita pubblicazione|titolo =An Overview of the Genetic Structure within the Italian Population from Genome-Wide Data|autore =Di Gaetano C, Voglino F, Guarrera S, Fiorito G, Rosa F, Di Blasio AM, Manzini P, Dianzani I, Betti M, Cusi D, Frau F, Barlassina C, Mirabelli D, Magnani C, Glorioso N, Bonassi S, Piazza A, Matullo G.|curatore =|wkautore =|rivista = PLoS One|volume = 7(9)|numero =|editore =|città =|data =|anno = 2012|mese =|p =|pp =|lingua =Inglese|ISSN =|doi = 10.1371/journal.pone.0043759|PMID = 22984441|id =|cid =|url =|formato =|accesso =|abstract =|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto =|postscript = }}</ref><ref name=Fiorito2016>{{Cita pubblicazione|titolo =The Italian genome reflects the history of Europe and the Mediterranean basin|autore =Giovanni Fiorito, Cornelia Di Gaetano, Simonetta Guarrera, Fabio Rosa, Marcus W. Feldman, Alberto Piazza, Giuseppe Matullo|curatore =|wkautore =|rivista =European Journal of Human Genetics|volume =24|numero =7|editore =|città =|data =|anno =2016|mese =|pp =1056-62|lingua =Inglese|ISSN =|doi =10.1038/ejhg.2015.233|PMID =|id =|cid =|url =https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26554880/|formato =|accesso =|abstract =|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto =|postscript = }}</ref><ref name=Sazzini2016>{{Cita pubblicazione|autore=M. Sazzini|autore2=G. Gnecchi Ruscone|autore3=C. Giuliani|anno=2016|titolo=Complex interplay between neutral and adaptive evolution shaped differential genomic background and disease susceptibility along the Italian peninsula|rivista=Scientific Reports|lingua=en|volume= 6|numero=32513|doi=10.1038/srep32513}}</ref> e hanno concluso che la popolazione italiana è geneticamente caratterizzata da un cline nord-sud e possa essere divisa, su un piano genetico, in quattro grandi gruppi: il gruppo settentrionale, quello centrale, quello meridionale e, infine, il [[Storia genetica della Sardegna|gruppo sardo]], che risulta geneticamente isolato.<ref name=Chiang2018>{{Cita pubblicazione|titolo =Genomic history of the Sardinian population|autore =Chiang CWK, Marcus JH, Sidore C, Biddanda A, Al-Asadi H, Zoledziewska M, Pitzalis M, Busonero F, Maschio A, Pistis G, Steri M, Angius A, Lohmueller KE, Abecasis GR, Schlessinger D, Cucca F, Novembre J.|curatore =|wkautore =|rivista =Nature Genetics|volume = 50|numero =10|editore =Nature Publishing Group|città =Londra|data =|anno =2018|mese =|pp =1426-1434|lingua =Inglese|ISSN =|doi = 10.1038/s41588-018-0215-8|PMID =30224645|id =|cid =|url =|formato =|accesso =|abstract =|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto =|postscript = }}</ref><ref name=Marcus2020>{{Cita pubblicazione|titolo = Genetic history from the Middle Neolithic to present on the Mediterranean island of Sardinia|autore =Marcus, J.H., Posth, C., Ringbauer, H. et al.|curatore =|wkautore =|rivista =Nature Communications|volume =11|numero = 939 (2020)|editore =Nature Publishing Group|città =Londra|data =|anno =2020|mese =|p =|pp =|lingua =Inglese|ISSN =|doi =10.1038/s41467-020-14523-6}}</ref>
Uno studio del 2019 pubblicato su [[Science Advances]], basato su un maggiore numero di campioni, per la prima volta negli studi, provenienti da tutte e 20 le regioni italiane, ha confermato l'esistenza nella struttura genetica degli italiani di una netta divisione nord-sud. Gli italiani sono divisi, in base alle affinità genetiche, in tre grandi gruppi genetici (Italia settentrionale, Italia meridionale, Sardegna), e non quattro come nei precedenti studi, con una separazione tra aree settentrionali e meridionali, con i [[Sardi (etnia)|sardi]] che, ancora una volta negli studi, si confermano una popolazione isolata geneticamente, e con il gruppo centrale (Umbria, Marche, Lazio) che viene riassegnato al gruppo dell'Italia meridionale, con l'eccezione dei campioni moderni provenienti dalla Toscana, raggruppati con il gruppo dell'Italia settentrionale.<ref name=Raveane2019>{{Cita pubblicazione|titolo =Population structure of modern-day Italians reveals patterns of ancient and archaic ancestries in Southern Europe|autore =Raveane A, Aneli S, Montinaro F, Athanasiadis G, Barlera S, Birolo G, Boncoraglio G, Di Blasio AM, Di Gaetano C, Pagani L, Parolo S, Paschou P, Piazza A, Stamatoyannopoulos G, Angius A, Brucato N, Cucca F, Hellenthal G, Mulas A, Peyret-Guzzon M, Zoledziewska M, Baali A, Bycroft C, Cherkaoui M, Chiaroni J, Di Cristofaro J, Dina C, Dugoujon JM, Galan P, Giemza J, Kivisild T, Mazieres S, Melhaoui M, Metspalu M, Myers S, Pereira L, Ricaut FX, Brisighelli F, Cardinali I, Grugni V, Lancioni H, Pascali VL, Torroni A, Semino O, Matullo G, Achilli A, Olivieri A, Capelli C.|curatore =|wkautore =|rivista =Science Advances|volume =5|numero =9|editore =American Association for the Advancement of Science|città =[[Washington|Washington, D.C.]]|data =|anno = 2019|lingua=en|doi =10.1126/sciadv.aaw3492|PMID =31517044}}</ref>
Seppur studi del 2016 di un gruppo di genetisti coordinati da Alberto Piazza dell'Università di Torino, basati solo su campioni moderni,<ref>Cfr. Fiorito et al 2016. 21 campioni moderni di individui per la Toscana, dalle province di Siena e Arezzo, e 29 per il Lazio, dalla provincia di Viterbo.</ref> avevano ipotizzato che fosse avvenuta una migrazione stimata tra 3 200 e 2 100 anni fa dal Caucaso e dall'Anatolia alla Toscana meridionale e al Lazio settentrionale,<ref name=Fiorito2016/> legata alla [[Ipotesi sull'origine degli Etruschi|questione delle origini degli Etruschi]], gli studi di [[archeogenetica]] pubblicati nel 2019 e nel 2021 su [[Science]] e Science Advances, e che ha viste coinvolte le [[università di Stanford]], di [[Università di Harvard|Harvard]], il [[Società Max Planck|Max Planck]], hanno smentito tale ipotesi. Questi studi hanno analizzato i marcatori uniparentali e il [[DNA autosomico]] di campioni di DNA antico di individui vissuti durante l'[[età del ferro]] in Toscana e Lazio. Gli abitanti di Toscana e Lazio di questo periodo, gli [[Etruschi]], sono risultati autoctoni, come già sostenuto da archeologi e antropologi,<ref name=Barker2006>{{Cita libro|titolo =Gli Etruschi. Civiltà e vita quotidiana di un popolo aborigeno dell'Italia|autore =Graeme Barker, Tom Rasmussen|traduttore=Ezio Rovida|editore =Edizioni ECIG collana Dimensione|città =Genova|anno =2006|edizione =I|p =50|ISBN =88-7544-059-X }}</ref><ref name=Perkins2009>{{Cita libro|cognome= Perkins|nome=Phil|curatore-cognome1=Perkins|curatore-nome1=Phil|curatore-cognome2=Swaddling|curatore-nome2=Judith|titolo=Etruscan by Definition: Papers in Honour of Sybille Haynes|editore= The British Museum Research Publications (173). London, UK|lingua=en|data=2009|pp=95-111|capitolo=DNA and Etruscan Identity|isbn=978-0-86159-173-2}}</ref><ref name=DeGrummond2014>{{Cita libro|titolo =A Companion to Ethnicity in the Ancient Mediterranean|autore =Nancy Thomson de Grummond|wkautore =Nancy Thomson de Grummond|curatore =Jeremy McInerney|editore =John Wiley & Sons, Inc|città =Chichester, UK|anno =2014|lingua =Inglese|capitolo =Ethnicity and the Etruscans|pp =405-422|ISBN = 9781444337341|doi =10.1002/9781118834312 }}</ref><ref name=Turfa2017>{{Cita libro|titolo =The Peoples of Ancient Italy|autore =Jean MacIntosh Turfa|wkautore =Jean MacIntosh Turfa|curatore =Gary D. Farney e Gary Bradley|editore =De Gruyter|città =Berlino|anno =2017|lingua =Inglese|capitolo =The Etruscans|pp =637-672|ISBN =978-1-61451-520-3|doi = 10.1515/9781614513001}}</ref><ref name=Perkins2017>{{Cita libro|cognome= Perkins|nome=Phil|wkautore=Phil Perkins|curatore-cognome=Naso|curatore-nome=Alessandro|titolo=Etruscology|editore= Berlin: De Gruyter|data=2017|pp=109-118|capitolo=Chapter 8: DNA and Etruscan identity|lingua=en|isbn=978-1-934078-49-5}}</ref><ref name=Shipley2017>{{Cita libro|titolo =The Etruscans: Lost Civilizations|autore = Lucy Shipley|editore =Reaktion Books|città = Londra|anno =2017|lingua =Inglese|capitolo =Where is home?|urlcapitolo=|pp =28-46|ISBN =9781780238623}}</ref><ref name=Belelli2021>{{Cita libro|titolo =Etruschi|autore =Enrico Benelli|wkautore =Enrico Benelli (archeologo)|editore =Rusconi|anno =2021|annooriginale =|edizione =|capitolo =Le origini. Dai racconti del mito all'evidenza dell'archeologia|pp =9-24}}</ref> e da precedenti studi sul [[DNA mitocondriale]] degli Etruschi,<ref name=Ghirotto2013>{{Cita pubblicazione|titolo = Origins and Evolution of the Etruscans’ mtDNA|autore =Silvia Ghirotto et. al.|rivista = [[PLOS ONE]]|editore =[[Public Library of Science]]|data = 6 febbraio 2013|lingua =Inglese|doi =10.1371/journal.pone.0055519|PMID =23405165|cid =|url=http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0055519|accesso =24 aprile 2023}}</ref><ref name=Tassi2013>{{Cita pubblicazione|titolo =Genetic evidence does not support an etruscan origin in Anatolia|autore =Francesca Tassi et al.|rivista =American Journal of Physical Anthropology|volume =152|numero = 1|editore =John Wiley & Sons|città =New York City|data= settembre 2013|anno =2013|mese =settembre|pp = 11-18|lingua = Inglese|doi =10.1002/ajpa.22319|cid =|url =https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/ajpa.22319|accesso =24 aprile 2023|citazione=}}</ref><ref name=Leonardi2018>{{cita pubblicazione| autore= Michela Leonardi et. al.|titolo=The female ancestor's tale: Long‐term matrilineal continuity in a nonisolated region of Tuscany|rivista= [[American Journal of Physical Anthropology]]|volume=167|numero=3|pp=497-506|editore=John Wiley & Sons|città= New York City|data=6 settembre 2018|doi =10.1002/ajpa.23679|PMID =30187463|cid =|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/ajpa.23679|lingua=en|accesso= 24 aprile 2023}}</ref> privi di tracce genetiche riconducibili all'Anatolia e al Mediterraneo orientale dell'età del bronzo e del ferro, e simili geneticamente ai [[Latini]] del [[Latium vetus]] della prima età del ferro, ed entrambi posizionati nel novero europeo, a occidente della popolazione odierna dell'[[Italia settentrionale]].<ref name="Antonio2019">{{Cita pubblicazione|titolo =Ancient Rome: A genetic crossroads of Europe and the Mediterranean|autore =Margaret L. Antonio, Ziyue Gao, Hannah M. Moots|rivista =Science|volume =366|numero =6466|editore =American Association for the Advancement of Science|città =Washington D.C.|data =8|anno = 2019|mese =novembre|pp =708-714|lingua =Inglese|ISSN =|doi =10.1126/science.aay6826|PMID =|id =|cid =|accesso =|abstract =A 10,000-year transect of Roman populations. Rome wasn't built (or settled) in a day. Antonio et al. performed an ancestral DNA analysis to investigate the genetic changes that occurred in Rome and central Italy from the Mesolithic into modern times. By examining 127 Roman genomes and their archaeological context, the authors demonstrate a major ancestry shift in the Neolithic between hunter gatherers and farmers. A second ancestry shift is observed in the Bronze Age, likely coinciding with trade and an increased movement of populations. Genetic changes track the historical changes occurring in Rome and reflect gene flow from across the Mediterranean, Europe, and North Africa over time.|citazione=We collected data from 11 Iron Age individuals dating from 900 to 200 BCE (including the Republican period). This group shows a clear ancestry shift from the Copper Age, interpreted by ADMIXTURE as the addition of a Steppe-related ancestry component (...) Interestingly, although Iron Age individuals were sampled from both Etruscan (n=3) and Latin (n=6) contexts, we did not detect any significant differences between the two groups with f4 statistics in the form of f4(RMPR_Etruscan, RMPR_Latin; test population, Onge), suggesting shared origins or extensive genetic exchange between them.|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto = }}</ref><ref name=Posth2021>{{Cita pubblicazione|titolo =The origin and legacy of the Etruscans through a 2000-year archeogenomic time transect|autore =Cosimo Posth, Valentina Zaro, Maria A Spyrou, Stefania Vai, Guido A Gnecchi-Ruscone, Alessandra Modi, Alexander Peltzer, Angela Mötsch, Kathrin Nägelee, Åshild J Vågene, Elizabeth A Nelson, Rita Radzevičiūtė, Cäcilia Freund, Lorenzo M Bondioli, Luca Cappuccini, Hannah Frenzel, Elsa Pacciani, Francesco Boschin, Giulia Capecchi, Ivan Martini, Adriana Moroni, Stefano Ricci, Alessandra Sperduti, Maria Angela Turchetti, Alessandro Riga, Monica Zavattaro, Andrea Zifferero, Henrike O Heyne, Eva Fernández-Domínguez, Guus J Kroonen, Michael McCormick, Wolfgang Haak, Martina Lari, Guido Barbujani, Luca Bondioli, Kirsten I Bos, David Caramelli, Johannes Krause|rivista = Science Advances|volume =7|numero =39|editore = American Association for the Advancement of Science|città = Washington, D.C.|data =24 settembre 2021|anno =2021|mese =settembre|p =|pp =|lingua =Inglese|ISSN =|doi =10.1126/sciadv.abi7673|PMID =|id =|cid =|url =https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abi7673|accesso =|abstract =The origin, development, and legacy of the enigmatic Etruscan civilization from the central region of the Italian peninsula known as Etruria have been debated for centuries. Here we report a genomic time transect of 82 individuals spanning almost two millennia (800 BCE to 1000 CE) across Etruria and southern Italy. During the Iron Age, we detect a component of Indo-European–associated steppe ancestry and the lack of recent Anatolian-related admixture among the putative non–Indo-European–speaking Etruscans. Despite comprising diverse individuals of central European, northern African, and Near Eastern ancestry, the local gene pool is largely maintained across the first millennium BCE. This drastically changes during the Roman Imperial period where we report an abrupt population-wide shift to ~50% admixture with eastern Mediterranean ancestry. Last, we identify northern European components appearing in central Italy during the Early Middle Ages, which thus formed the genetic landscape of present-day Italian populations.|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto = }}</ref><ref name=Ansa2021>{{Cita news|lingua=it|autore =Redazione|url =https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2021/09/25/ricostruito-il-dna-degli-etruschi-_8ebb7778-3ed5-47b4-a70b-72d1bb166935.html|titolo = Ricostruito il Dna degli Etruschi|pubblicazione =[[ANSA]]|città =Roma|editore =|data =25 settembre 2021|p =|pp =|accesso =24 aprile 2023|cid =|urlarchivio =|dataarchivio =|urlmorto = }}</ref> Sia gli Etruschi sia i Latini erano composti delle tre componenti ancestrali che caratterizzano tutti i popoli dell'Europa dell'età del ferro: i [[Cacciatori-raccoglitori occidentali|cacciatori-raccoglitori occidentali del Mesolitico]], i [[Primi agricoltori europei|primi agricoltori europei del Neolitico]] e i [[Pastori delle steppe occidentali|pastori delle steppe occidentali dell'Eneolitico]].<ref name=Posth2021/> Per quanto riguarda i marcatori uniparentali, l'[[Aplogruppi del cromosoma Y|aplogruppo del cromosoma Y]] più diffuso tra Etruschi e Latini è risultato R1b1a2 (R-M269), in particolare le subcladi rinvenute ad alta frequenza nei campioni della tarda età del rame dell'Europa centrale appartenenti alla [[cultura del vaso campaniforme]]. Mentre per gli aplogruppi del DNA mitocondriale sia tra gli Etruschi sia tra i Latini il più diffuso era mtDNA H.<ref name=Posth2021/> Y-DNA R-M269 e mtDNA H sono ancora oggi gli aplogruppi più diffusi nella popolazione moderna dell'Europa occidentale.<ref name=Strachan2022>{{Cita libro|titolo =Genetics and Genomics in Medicine|autore =Tom Strachan, Anneke Lucassen|editore =CRC Press|città =Boca Raton|anno =2022|lingua =Inglese|p = 234|ISBN =9781000579376}}</ref><ref name=Herrera2018>{{Cita libro|titolo =Ancestral DNA, Human Origins, and Migrations|autore =Rene J. Herrera, Ralph Garcia-Bertrand|editore =Academic Press|città =New York|anno =2018|lingua =Inglese|p =454|ISBN =9780128041284}}</ref><ref name=Smith2016>{{Cita libro|titolo =DNA for Archaeologists|autore =Elizabeth Matisoo-Smith, K. Ann Horsburgh|editore = Routledge|città = Londra|anno =2016|lingua =Inglese|ISBN =9781315430317}}</ref>
== Caratteri distintivi dell'identità italiana ==
Sebbene il concetto di "gruppo etnico" sia accademicamente controverso<ref>Lemma {{Treccani|etnia|Etnia|accesso=14 marzo 2016}}</ref>, vi sono fonti che definiscono gli italiani come "gruppo etnico" in quanto contraddistinti da una propria cultura (es. lingua, religione, costumi) e nazione di origine<ref name="SUNY">{{cita|Philip Q. Yang, ''Ethnic Studies: Issues and Approaches'', Albany (New York), SUNY Press, 2000||Philip Q. Yang}}.</ref>.
Per [[Giulio Bollati]] con lo Stato nazionale «[…] "italiano" cessò di essere unicamente un vocabolo della tradizione culturale, o la denominazione generica di ciò che era compreso nei confini della penisola, per completare e inverare il suo significato includendovi l'appartenenza a una collettività etnica con personalità politica autonoma»<ref>Cit. da AA.VV. (coordinatori [[Ruggiero Romano]] e [[Corrado Vivanti]]), ''Storia d'Italia Einaudi'' vol. 14, ''I caratteri originali'', Torino, Einaudi, 1972 e Milano, Il Sole 24 Ore, 2005 (ed. speciale su licenza della Giulio Einaudi editore), p. 958.</ref>.
L'espressione "gruppo etnico italiano" unitamente a "[[Jugoslavi|gruppo etnico jugoslavo]]" viene formalmente impiegata, senza ulteriori definizioni, nell'articolo 3 del [[Trattato di Osimo]]<ref>[[s:Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia - Osimo, 10 novembre 1975|Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia - Osimo, 10 novembre 1975]].</ref> firmato nel 1975, per indicare quelle persone che poterono trasferirsi rispettivamente nel territorio italiano e nel territorio jugoslavo, previo riconoscimento da parte dei due rispettivi governi della loro appartenenza al gruppo etnico e conferimento della nuova nazionalità<ref>Vedi le due lettere costituenti l'allegato 6 del trattato [http://www.rigocamerano.it/sposimoallegati.htm allegati al trattato]</ref>.
Tuttavia, per l{{'}}''[[Enciclopedia Britannica]]'', gli italiani non possono essere accomunati da caratteri fisici omogenei, alla luce della diversità etnica della penisola italica sia durante l'antichità preromana sia nel corso delle varie dominazioni che la attraversarono e dei contemporanei flussi migratori; la latinizzazione, in epoca romana, avrebbe unito linguisticamente tali etnie insistenti nello stesso territorio<ref>[https://www.britannica.com/EBchecked/topic/297474/Italy/26968/Plant-life#toc26974 The people], lemma in [[Enciclopedia britannica]]</ref>.
L'Italia avrebbe, dunque, costituito un sito d'incontro e fusione tra diverse etnie fin dall'antichità preromana<ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3519480/|titolo=Uniparental Markers of Contemporary Italian Population Reveals Details on Its Pre-Roman Heritage}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2730349/|titolo=European Population Genetic Substructure: Further Definition of Ancestry Informative Markers for Distinguishing Among Diverse European Ethnic Groups}}</ref>.
Altre fonti definiscono gli italiani come appartenenti a una medesima nazione divisa però in molteplici gruppi culturali, sociali e politici, per quanto spesso descritti come una popolazione omogenea<ref name="ABC">{{cita libro|curatore = Jeffrey Cole|titolo = Ethnic Groups of Europe: An Encyclopedia|città = Santa Barbara (California)|editore = ABC-CLIO|anno = 2011|isbn = 1-59884-302-8}}</ref>.
Secondo autori come [[Umberto Eco]], il principale elemento che ha accomunato la massima parte degli italiani è stata la consapevolezza di una comune eredità romano-latina<ref name=eco />, come testimoniato dalle opere di tanti letterati, intellettuali e studiosi italiani a partire dal [[XIII secolo]], come ad esempio [[Dante Alighieri|Dante]]<ref name=eco />.
{{citazione|Il significato dell'Italia è puramente culturale, e non razziale: l'eredità romana, una lingua parlata (almeno a livello letterario) sia da [[Cielo d'Alcamo]] che da [[Bonvesin de la Riva|Bonvesin della Riva]], la presenza della chiesa, la [[Spartiacque|barriera naturale]] delle [[Alpi]], un ideale politico iniziato con [[Dante Alighieri|Dante]], [[Francesco Petrarca|Petrarca]] e [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]], centoquarant'anni di unità statale che ha diffuso per tutto lo [[Penisola italiana|stivale]] una certa omogeneità di comportamenti, nel bene come nel male.|[[Umberto Eco]]<ref name="eco">{{cita|Umberto Eco|p. 81}}.</ref>}}
Anche secondo Francesco Tuccari, gli italiani, come i tedeschi, formarono, fino all'unità politica e anche per lungo tempo dopo questa, una nazione ''puramente culturale'', ovvero «fondata su fattori quali la lingua, le tradizioni, la religione, le memorie storiche», a differenza delle nazioni ''naturali'', ovvero «fondate esclusivamente sulla razza, l'etnia, la stirpe», quali furono ad esempio alcune nazioni dell'antichità durante il mondo preromano, fuori e dentro l'Italia stessa; o le nazioni ''politiche'', fondate esclusivamente sui meccanismi di riconoscimento nei sistemi di istituzioni politiche di uno stesso Stato, quali ad esempio sono gli Stati Uniti d'America<ref>{{cita|Tuccari|pp. 25-26}}.</ref>.
Ha quindi avuto una sua influenza sul popolo italiano, nel corso della sua storia, il sistema di valori [[cristianesimo|cristiani]], filtrato attraverso la [[Chiesa cattolica]], la cui sede è a [[Roma]]. «[…] Nulla ha segnato così profondamente e definitivamente l'identità italiana…», scrive [[Ernesto Galli della Loggia]], «[…] come la concomitante presenza nella penisola di Roma e della sua eredità, da un lato, e della sede della Chiesa cattolica dall'altro…»<ref name="Loggia31"/>
Fra gli altri elementi di identificazione vi è anche la [[lingua italiana]], che da essi prende il nome, parlata dall'assoluta maggioranza della popolazione italiana insieme alle [[Lingue dell'Italia|lingue locali]]<ref>{{cita libro|autore = AA.VV.|titolo = Calendario Atlante De Agostini|città = Novara|editore = De Agostini Ed.|anno = 2011|pagina = 230|isbn = 978-88-511-1521-0}}</ref> e che è stata accettata e usata da secoli dalla [[borghesia]] e dalle classi colte, nonostante la frammentazione politica d'Italia durata dalla seconda metà del [[VI secolo]] fino agli anni sessanta dell'[[XIX secolo|Ottocento]]<ref name="ReferenceA"/>.
Secondo [[Umberto Cerroni]] «L'Italia fu forse la più precoce fra le nazioni europee...», e individua nel periodo 1220-1350 un momento cruciale della sua formazione: la grande fioritura letteraria ([[Dante Alighieri|Dante]], [[Francesco Petrarca|Petrarca]] e [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]]), artistica, giuridica dell'epoca ([[Costituzioni di Melfi]]), unitamente al primo tentativo di creazione di uno Stato moderno (da parte di [[Federico II di Svevia|Federico II]]) contribuirono in misura determinante al processo di formazione della nazione italiana<ref name="ReferenceB">{{cita|Umberto Cerroni|pp. 24-25}}.</ref>. È quasi dello stesso avviso anche [[Giuliano Procacci]], secondo il quale «il primo embrione di una coscienza panitaliana nasce con l'emergere della [[Età comunale|società comunale]] medievale, e di un nuovo ceto intellettuale locale e forte della consapevolezza che questo ha della sua funzione»<ref>{{cita|Giuliano Procacci|p. 63}}.</ref>.
Il [[politologo]] [[Domenico Fisichella]] infine, nella voce ''"Italia. Popolo, nazione, Stato"'' nel ''Dizionario di Storia'' della [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana|Treccani]], nota come, rispetto ai concetti di "popolo" e "nazione" italiana, si confrontino tre diverse posizioni interpretative:
* la prima ritiene che si possa parlare di un popolo italiano già a partire dall'[[Storia romana|età romana]],
* la seconda ritiene che si possa parlare di ''italiani'' a partire dai secoli XI e XII,
* mentre la terza fa coincidere il concetto di popolo italiano con il concetto di Stato, facendo quindi risalire la sua nascita all'[[Unità d'Italia]].
Lo stesso Fisichella precisa quindi di considerare più ''plausibile'' la seconda ipotesi, ossia quella riguardante i secoli XI e XII, in quanto «consente di cogliere il senso del lungo processo spirituale e materiale che ha innervato la sostanza civile del popolo italiano e la sostanza politica della nazione italiana, fino all'edificazione dello Stato unitario»<ref name=popolonazione>{{cita libro|autore = Domenico Fisichella|url_capitolo = http://www.treccani.it/enciclopedia/italia-popolo-nazione-stato_(Dizionario_di_Storia)/|capitolo = Italia. Popolo, nazione, Stato|titolo = Dizionario di Storia|città = Roma|editore = Istituto dell'Enciclopedia Italiana|anno = 2010|accesso = 9 luglio 2014}}</ref>.
== Cultura degli italiani ==
{{vedi anche|Cultura italiana}}
Dall'[[Italia (epoca romana)|antichità]] fino a tutta la prima metà del [[XVII secolo]], l'Italia è stata al centro di importanti correnti culturali ed essa stessa fulcro o origine di fenomeni di portata universale quali la [[Etruschi|civiltà etrusca]], quella [[Civiltà romana|romana]], della [[Magna Grecia]], quella [[Normanni|siculo-normanna]], il [[Chiesa cattolica|cattolicesimo]], l'[[Umanesimo]], il [[Rinascimento]] e il [[Barocco]].
{{doppia immagine verticale|230|Totò Miseria e nobiltà.png|Alberto Sordi - scena degli spaghetti - Un americano a Roma (1954).jpg|230|[[Totò]] in ''Miseria e nobiltà'' (1954)|[[Alberto Sordi]] in ''Un americano a Roma'' (1954)}}
Numerosi i film italiani che riguardano il mondo della pasta, o che semplicemente ci giocano. Alcuni sono ''[[Roma città aperta]]'' di [[Roberto Rossellini]], ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' di [[Luchino Visconti]], la commedia ''[[Miseria e nobiltà (commedia)|Miseria e nobiltà]]'' di [[Eduardo Scarpetta]] portata al cinema da [[Totò]], ''[[I soliti ignoti]]'' con Totò e [[Vittorio Gassman]], ''[[Un americano a Roma]]'' con [[Alberto Sordi]] e ''[[Adua e le compagne]]'' con [[Marcello Mastroianni]], poi ''[[C'eravamo tanto amati (film)|C'eravamo tanto amati]]'', ''[[Maccheroni (film)|Maccheroni]]'', ''[[La cena]]'', ''[[Gente di Roma]]'', tutti di [[Ettore Scola]], e anche ''[[Roma (film 1972)|Roma]]'' e ''[[La voce della luna]]'' di [[Federico Fellini]].
L'Italia è nota come la patria del [[Diritto romano|diritto]]<ref>Dal [[diritto romano]] al [[civil law|diritto continentale]].</ref>, di una lingua e una letteratura fra le più prestigiose d'Europa, di un patrimonio artistico e architettonico considerato il primo del mondo, oltre a essere il paese che ha il maggior numero di siti protetti dall'[[UNESCO]] come [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonio Mondiale dell'umanità]] ([[Patrimoni dell'umanità d'Italia|58 patrimoni UNESCO]] al 2021),<ref>{{Cita web|url=http://www.unesco.it/|titolo=Unesco Italia|accesso=2018-02-12}}</ref> fra i quali prevalgono quelli di carattere artistico e monumentale. Riguardo a caratteristiche culturali tipicamente italiane, si rileva in letteratura il prevalere della commedia sulla tragedia e, almeno fino a tutto il [[XIX secolo]], della lirica sulla prosa. Tipica è la [[commedia dell'arte]], con i suoi tratti farseschi e pungenti (che risalgono all{{'}}''italum acetum'') e la tipizzazione dei personaggi, in chiave spesso regionale (le ''maschere''). La prevalenza della lirica è stata legata, oltre che a un presunto "sentimentalismo" italiano, soprattutto al carattere poco ‘popolare’ che la letteratura italiana ha a lungo mantenuto. Nella pittura, in Italia è maturata la svolta che ha portato a un maggior realismo, in particolare con lo studio della [[prospettiva]]. L'architettura risente dell'influenza di quella antica, si pensi all'[[Leon Battista Alberti|Alberti]] o al [[Andrea Palladio|Palladio]]. Riguardo alla musica, prettamente italiana è l'[[opera]] e forte è la tradizione del ''bel canto''. Inoltre nel Seicento l'Italia è stata il luogo di nascita della prime scuole di musica strumentale europee. Il Rinascimento è stato anche il punto di avvio della cultura scientifica moderna, fondata sulla sperimentazione, e grande è stato il contributo degli italiani alle esplorazioni geografiche, da [[Marco Polo]] a [[Cristoforo Colombo]]. Infine, merita un cenno il contributo degli italiani nel cinema, sia nel cinema d'autore sia nei generi più popolari, taluni dei quali (per esempio il [[Neorealismo (cinema)|Neorealismo]] o il [[western all'italiana]]) hanno avuto risonanza mondiale.
Considerando il folklore, prevale nettamente la dimensione locale/regionale su quella "nazionale", a parte manifestazioni legate alla comune tradizione religiosa, legate ad esempio al [[Carnevale]] o al matrimonio (per esempio, l'uso delle bomboniere e dei confetti).
Anche nella cultura popolare, la dimensione locale prevale, almeno fino al [[XX secolo]], quando prendono forma abitudini e fenomeni propriamente "italiani" (dalla [[musica leggera]] alla [[Moda (abbigliamento)|moda]], dal [[caffè]] espresso al [[disegno industriale|design]], da certi aspetti dello "stile di vita" allo sport). Sono presenti comunque anche tradizioni nazionali, per esempio nei giochi popolari (dalla [[morra]] ad alcuni [[Gioco di carte|giochi di carte]] e al [[lotto]]) e nelle abitudini alimentari (la [[pasta]], diffusa in tutta Italia, seppure con caratteristiche diverse dipendenti dal tipo di frumento disponibile; o la cultura del [[vino]]).
== Note ==
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== Bibliografia ==
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== Voci correlate ==
{{div col|col=3}}
* [[Cultura italiana]]
* [[Storia genetica dell'Italia]]
* [[Emigrazione italiana]]
* [[Lingua italiana]]
* [[Italofilia]]
* [[Italofonia]]
* [[Antitalianismo]]
* [[Italiani nel Mondo]]
* [[Italianizzazione (fascismo)]]
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* [[Italiani di Romania]]
* [[Italiani dello Utah]]
* [[Italiani del Venezuela]]
* [[Italiani nella Legione straniera francese]]
* [[Italiani nella guerra di secessione americana]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|url = http://www.istat.it/|titolo = Istat.it|sito= Sito ufficiale dell’[[Istituto nazionale di statistica]]|accesso = 13 settembre 2014}}
{{Italiani all'estero}}
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[[Categoria:Gruppi etnici in Italia]]
[[Categoria:Italiani| ]]
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