Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Maximilien de Robespierre
|immagine = Labille-Guiard Robespierre.jpg
|didascalia = Robespierre nel 1790 circa (anonimo), [[1786Museo Carnavalet]], [[Parigi]]
|carica = [[Presidente]]Convenzione nazionale#Elenco dei presidenti della [[Convenzione nazionale|Presidente della Convenzione Nazionale]]nazionale della [[Prima Repubblica francese|Prima Repubblica Francese]]
|mandatoinizio = 22 agosto [[1793]]
|mandatofine = 5 settembre [[1793]]
| mandato =
|predecessore = [[Marie-Jean Hérault de Séchelles]]
|successore = [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne]]
|coalizione = [[Montagnardi]]
|mandatoinizio2 = 4 giugno [[1794]]
|mandatofine2 = 19 giugno [[1794]]
|predecessore2 = [[Claude-Antoine Prieur-Duvernois]]
|successore2 = [[Élie Lacoste]]
|coalizione2 = [[Montagnardi]]
|carica3 = Membro del [[Comitato di salute pubblica|Comitato di Salute Pubblica]] della [[Prima Repubblica francese|Prima Repubblica Francese]]
|mandatoinizio3 = 27 luglio [[1793]]
|mandatofine3 = 28 luglio [[1794]] (10 [[Termidoro]] anno II, [[Calendario rivoluzionario francese|C.R.]])
|predecessore3 = [[Thomas-Augustin de Gasparin]]
|successore3 =
|carica4 = [[Deputato]]Club delladei [[DipartimentoGiacobini#Presidenti delladel SennaClub|SennaPresidente del Club dei Giacobini]]
|mandatoinizio4 = 531 settembremarzo [[17921790]]
|mandatofine4 = 283 lugliogiugno [[1794]]1790
|mandatoinizio5 = 7 agosto 1793
|predecessore4 =
|mandatofine5 = 28 agosto 1793
|successore4 =
|carica5carica6 = [[Deputato]] dell'della [[ArtoisDipartimento della Senna|Senna]]
|mandatoinizio5mandatoinizio6 = 265 aprilesettembre [[17891792]]
|mandatofine6 = 28 luglio 1794
|mandatofine5 = 30 settembre [[1791]]
|predecessore6 =
|predecessore5 =
|successore6 =
|successore5 =
|carica7 = Deputato dell'[[Artois]]
|partito = [[Club dei Giacobini]]
|mandatoinizio7 = 26 aprile [[1789]]
|tendenza = [[Giacobinismo]]<br />[[Repubblicanesimo]] [[Democrazia]]<ref name="raistoria.rai.it">[http://www.raistoria.rai.it/articoli/robespierre-e-la-rivoluzione-diventa-terrore/12936/default.aspx RaiStoria: Robespierre e la Rivoluzione diventa Terrore]</ref><br />[[Democrazia totalitaria]]<ref name="raistoria.rai.it"/>
|mandatofine7 = 30 settembre [[1791]]
|predecessore7 =
|successore7 =
|partito = [[Club dei Giacobini]]<small><br/>(1789-1794)</small><br/> [[Montagnardi]]<small><br/>(1792-1794)</small>
|titolo di studio = [[Laurea]] in [[diritto]]
|professione = [[Avvocato]]
|firma = Signature de Maximilien de Robespierre signature.jpgsvg
|luogo di sepoltura = [[Cimitero degli Errancis]], [[Catacombe di Parigi]]
|alma_mater = [[Lycée Louis-le-Grand|Collegio Louis-le-Grand]], [[Parigi]]
}}
{{Citazionecitazione|La libertà consiste nell'obbedire alle leggi che ci si è date e la servitù nell'essere costretti a sottomettersi ad una volontà estranea.|Maximilien de Robespierre.<ref>{{Cita|Robespierre|Opere complete, vol. VII, pp. 162-63}} citato in Domenico Losurdo, ''Controstoria del liberalismo'', p. 135.; questa frase riprende quella di [[Rousseau]] nel ''[[Il contratto sociale|Contratto sociale]]'': "L'obbedienza alla legge che ci si è prescritta è libertà"</ref>}}
{{Bio
|Nome = Maximilien-François-Marie-Isidore de
|Cognome = Robespierre
|PostCognome = , detto '''l'Incorruttibile'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Arras
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|GiornoMeseMorte = 28 luglio
|AnnoMorte = 1794
|Epoca = 1700
|Attività = politico
|Attività2 = avvocato
|Attività3 = rivoluzionario
|Epoca = 1700
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità =
|PostNazionalità = , protagonista di spicco della [[Rivoluzione francese|Rivoluzione Francese]] e del [[Regime del Terrore]]
}}
Gli storici e i contemporanei si sono divisi tra chi lo considerava un [[demagogia|demagogo]] e un [[dittatore]] che causò le numerose esecuzioni di coloro che erano considerati nemici della Rivoluzione,<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/maximilien-francois-isidore-de-robespierre/ Robespierre su treccani.it]</ref> e chi lo ritiene un idealista, cresciuto nelle idee dell’[[Illuminismo]], in particolare quelle di [[Jean-Jacques Rousseau]], devoto alla causa rivoluzionaria della [[Repubblica]] fino al sacrificio della stessa vita.<ref name="ReferenceA">{{Cita|Mathiez|pp. 3-31|Mathiez1}}.</ref>
 
Fu uno dei protagonisti della [[rivoluzione francese]] e tra i padri della [[Prima Repubblica francese]]. Eletto agli [[Stati generali del 1789]] all'interno del [[Terzo Stato]], e quindi membro dell'[[Assemblea nazionale costituente]], si distinse per le posizioni radicali e intransigenti e la vicinanza alle istanze popolari. Divenne uno dei principali animatori del [[Club dei Giacobini]], di cui fu più volte eletto presidente. Rieletto nel 1792 alla [[Convenzione nazionale]], fu tra i promotori della nascita della repubblica ed entrò nel 1793 a far parte del [[Comitato di salute pubblica]], divenendone il principale esponente, al punto che nel periodo del [[Regime del Terrore|Terrore]] assunse di fatto la leadership indiscussa della [[Francia]] dopo l'esecuzione di [[Georges Jacques Danton]], formando un triumvirato con [[Georges Couthon]] e [[Louis Antoine de Saint-Just]].
In quest’ottica, [[legge dei sospetti|le leggi speciali]] del Terrore, tra l’altro non proposte da lui, ma volute dall’intero [[Comitato di salute pubblica|Comitato di Salute Pubblica]], vengono viste come una misura necessaria a causa della [[guerra civile]] ed esterna a cui era sottoposta la [[Francia]], rimproverando invece gli eccessi ai suoi più accesi seguaci e rivali, più che a Robespierre in persona, e collocando la sua politica all’interno di un’emergenza rivoluzionaria che richiedeva anche atti estremi per salvare la nuova [[Repubblica]] e la sua fragilissima [[democrazia]].<ref>Treccani, ''idem''</ref>.
 
Accusato di aspirare alla dittatura, nel luglio 1794, con il [[Colpo di Stato del 9 termidoro]] fu dapprima messo in stato d'accusa e subito dopo fuori legge dalla Convenzione con un voto a cui parteciparono i deputati [[Marais (Rivoluzione francese)|moderati]], diversi [[Giacobinismo|giacobini]] e i più violenti tra i [[Rappresentante in missione|rappresentanti in missione]], quindi giustiziato il giorno successivo (28 luglio 1794) assieme ai suoi più fedeli seguaci. Si instaurò quindi un [[Convenzione termidoriana|governo moderato]] che diede inizio al [[Terrore bianco]] anti-giacobino.
Questa visione più positiva, rispetto a quella degli storici anti-rivoluzionari, che lo vede come custode della [[Repubblica]] contro gli intrighi dei [[legittimismo|monarchici]], nonché un sincero protettore dei poveri, è stata messa in luce e divulgata in maniera organica da [[Albert Mathiez]] nei primi decenni del [[XX secolo]], che ha negato il paragone con [[Oliver Cromwell]], il dittatore [[Inghilterra|inglese]] [[repubblicanesimo|anti-monarchico]] del [[XVII secolo]]: lo storico francese indica invece in Robespierre uno dei padri della [[democrazia rappresentativa]] a [[suffragio universale]], con intenti più [[stato sociale|sociali]] rispetto alla [[democrazia liberale]] di stampo [[Stati Uniti d'America|statunitense]].<ref name="ReferenceA"/>
 
== Biografia ==
 
=== Le origini (1758-1769) ===
[[File:Naissance Maximilien de Robespierre 1758.jpg|thumb|upright=0.9left|L’attoL'atto di nascita di Maximilien de Robespierre|sinistra.]]
Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre<ref>Il vero nome originale della famiglia era "Derobespierre", cfr. Alberta Gnugnoli, ''Robespierre e il Terrore rivoluzionario'', pp. 1-18.</ref> nacque ad [[Arras]], (cittadina della regione dell'[[Artois]]), nel nord della [[Francia]], alle due di notte del 6 maggio 1758,<ref>Le origini familiari accertate dal 1452 dei Robespierre sono analizzate da A. Lavoisne, in «Revue du nord», maggio 1914.</ref>, da una famiglia i cui ascendenti paterni esercitavano la professione notarile nella Francia dell{{'}}''[[ancien régime]]'' fin dal [[XVII secolo]] e appartenevano pertanto alla [[nobiltà di toga]]: il.<ref>Il quadrisavolo Robert ([[1591]]-[[1663]]) fu [[notaio reale]] a [[Carvin]] e [[balivo]] di [[Oignies]], come il figlio omonimo ([[1627]]-[[1707]]); il bisnonno Martin ([[1664]]-[[1720]]) fu procuratore a Carvin ed ebbe quattordici figli., Di questi,e il terzogenito Maximilien ([[1694]]-[[1762]]), dopo la morte del padre, si trasferì ad Arras, dove esercitò l’avvocatural'avvocatura, come il figlioprimogenito François.</ref> de Robespierre ([[1732]]-[[1777]]), che,Era il 2primogenito gennaiodell'avvocato [[1757François de Robespierre]], sposòe di Jacqueline -Marguerite CarrautCarrault ([[1735]]-[[1764]]),. figliaIl di2 ungennaio birraio1758, quando si sposarono, la madre era già incinta di Maximilien, ildel futuro rivoluzionario.<ref>Sulla famiglia di Robespierre, cfr. anche {{Cita|Walter|pp. 13-14}}.</ref> Fu battezzato lo stesso giorno nella chiesa di Sainte-Marie-Magdeleine.
 
La coppia ebbe altri quattro figli: [[Charlotte de Robespierre|Marie-Marguerite-Charlotte]] ([[1760]]-[[1834]]), Henriette-Eulalie-Françoise ([[1761]]-[[1780]]) e [[Augustin de Robespierre|Augustin]] ([[1763]]-[[1794Bon-Joseph]]);. unUn ultimo figlio visse il solo giorno della nascita, il 4 luglio [[1764]]. In conseguenza di complicazioni del parto, dieci giorni dopo, morì prematuramente anche la madre e, sesecondo si deve credere allele memorie di Charlotte, il marito, cadutomolto insconvolto depressione,dalla avrebbe abbandonato i figli poco dopo.<ref>{{Cita|Robespierre C.|p. 14|RobespierreC}}.</ref> Ingravissima effettiperdita, siabbandonò trovanola ancora notizie della sua presenza ad Arras nel marzo [[1766]]professione e nell’ottobrepoi [[1768]],i masuoi duequattro sue letterefigli, datateaffidandoli giugnoai [[1770]]parenti epiù ottobre [[1771]]stretti, cie informano che egli viveva allorainiziò a [[Mannheim]],viaggiare inpoco [[Germania]]. Dopo un ritorno ad Arras, nella primavera del [[1772]], del padre si perdono le tracce,dopo<ref>{{Cita|WalterRobespierre C.|ppp. 15-1714|RobespierreC}}.</ref> finché un atto d’inumazione, scoperto nel [[1958]], attesta che egli morìmorendo a [[Monaco di Baviera]] il 6 novembre [[1777]].<ref>Scoperto, dama Irmgardquesto Hörl,i l'atto,figli chenon lo qualificaseppero comemai. insegnanteMaximilien dirimase lingue,profondamente èturbato statodalla pubblicatomorte negli 'dell'Annalesadorata historiquesmadre dee la Révolution françaisedall'',abbandono 1958,del 2.</ref> Tuttaviapadre, un'altraverso versioneil loquale sviluppò emigratoun inrapporto [[America]].<ref>Albert Mathiez, ''Le père de Robespierre est-il mort en Amérique'',sempre in «Annalesbilico révolutionnaires»,tra 1924,amore chee riporta la testimonianza dell'abate Proyartodio, ile quale avrebbenon conosciutoevocò personalmentemai il padresuo delspiacevole rivoluzionarioricordo.</ref>
 
Dopo la morte della madre, le due figlie furono accolte dalle zie paterne, Henriette ed Eulalie, che le mandarono in unnel convento di Manarres, un'istituzione caritatevole a [[Tournai]] che istruiva le ragazze povere dai nove ai diciotto anni<ref>Mentre Charlotte lo lasciò nel 1781 e iniziò a vivere con i suoi fratelli nella casa di Arras, Henriette trascorse quasi tutta la sua vita in quell'istituzione chiusa e molto pia della vecchia società, monarchica e cristiana. Inoltre, a differenza della sorella maggiore, doveva al favore della corte di [[Bruxelles]] la sua ammissione definitiva: il 4 giugno 1773, dopo il parere favorevole del governo, [[Carlo Alessandro di Lorena]] permise di fornire a Henriette, nata fuori dal [[Sacro Romano Impero]] ma di buone qualità, una borsa di studio. Cfr. Paris, pp. 18-20; ''Bulletins de l'Académie royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique'', 1857, pp. 147-149.</ref>, e i due figli furono allevati daldai nonnononni maternomaterni, [[Jacques-François CarrautCarrault]], un venerabile [[Mastro birraio|birraio]] di Arras, e Marie-Marguerite Cornu. MaximilienFra entròl'altro, nelcontrasse il [[1765vaiolo]] che gli lasciò il volto leggermente butterato. Maximilien entrò nel 1765 nel collegio di Arras, un istituto gratuito gestito dai [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|padri oratoriani]], grazie alle zie e ai nonni materni. La sorella Charlotte, nelle sue memorie, lo descrive come giovane serio e posato. Nel [[settembre 1769]], grazie al suo impegno e alla raccomandazione del canonico Aymé presso il vescovo di Arras, [[Louis-FrançoisHilaire de Conzié|Hilaire de Conzié]], Maximilien ottenne una borsa di studio di 450 lire annue dall’abbaziadall'abbazia reale di Saint-Vaast e poté così entrare nel prestigioso [[Lycée Louis-le-Grand|Collegiocollegio Louis-le-Grand]], adi [[Parigi]], retto anch'esso dai padri oratoriani, per intercessione dei nonni, distinguendosi per la sua intelligenza e il carattere poco socievole.<ref>{{Cita|Walter|pp. 17-19 e 25}}: La borsa gli dava diritto a una camera con un letto, un tavolo e una sedia.</ref>
 
=== Gli studi (1769-1780) ===
[[File:Louis-le-Grand--cour-honneur.jpg|thumb|left|upright=0.7|Il Collegiocollegio Louis-le-Grand.]]
Il suo profitto negli studi fu brillante ed era il migliore tra gli allievi. Nel liceo ebbe per compagni [[Camille Desmoulins]], più giovane di lui di due anni, che fu l’unico amico di quel periodo, [[Louis-Marie-Stanislas Fréron|Louis-Marie Stanislas Fréron]] e i futuri ministri [[Pierre Henri Hélène Tondu|Lebrun-Tondu]] e [[Marguerite-Louis-François Duport-Dutertre|Duport-Dutertre]]. Le testimonianze di Fréron<ref>Edme-Bonaventure Courtois, ''Papiers inédits trouvés chez Robespierre, Saint-Just, Payan, etc.'', Paris, Baudouin Frères, 1828, pp. 154 e ss.</ref> e quelle dell’abatedell'[[abate]] Proyart,<ref>[[Liévin-Bonaventure Proyart|Proyart]]<ref>Proyart è autore della biografia ''La vie et les crimes de Robespierre, surnommé le tyran, depuis sa naissance jusqu'à sa mort'', pubblicata sotto il nome «Le Blond de Neuvéglise, colonnello di fanteria leggera» nel 1795 ad Augsburg, in Germania, ispirata a criteri reazionari.</ref>, prefetto del Collegiocollegio, concordano nel descrivere Robespierre allievo studioso, assiduo, solitario, poco espansivo e sognatore. Ben voluto dagli insegnanti, nell'11 giugno 1775, un giorno di pioggia, in presenza del direttore abate Jean-Baptiste Poignard d'Enthieuloye e del vicedirettore Proyart, su cinquecento alunni fu scelto dal suo maestro di [[1775Retorica|eloquenza]], ful'abate sceltoLouis-Pierre Hérivaux<ref>{{cita web|url=http://rhe.ish-lyon.cnrs.fr/?q=pfap-record/5204|titolo=Louis Pierre Herivaux|accesso=22 ottobre 2020|lingua=fr}}</ref>, diventato repubblicano durante la rivoluzione, per pronunciare un elogio in versi latini da lui composto diretto al nuovo re [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] (H. Leuwers, nella sua biografia del 2014, dimostra però che l’incontrol'incontro simbolico non possa aver avuto luogo se non nel 1773 o 1779), giunto con la moglie [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] a visitare il collegio;. ilIl sovrano, però, si dimostrò annoiato e prestò poca attenzione alle parole del giovane Robespierre e, una volta terminato il tributo, fece un semplice cenno di mano ai suoi servitori per proseguire la loro visita a [[Parigi]].<ref>{{Cita|Walter|pp. 19-28}} che cita Proyart.</ref> Tuttavia i destini di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] e di Robespierre si sarebbero incrociati negli anni a venire in circostanze più drammatiche, ma quello fu un caso dove, forse per ironia della sorte, Robespierre rese omaggio ad un uomo che successivamente avrebbe contribuito a far morire.
 
I suoi maestri l’avevanol'avevano introdotto allo studio dell’eloquenzadell'eloquenza e Maximilien aveva prontamente assimilato lo spirito dell’orazionedell'orazione classica. Il suo maestro di eloquenza, l’abate HerivauxHérivaux, ammirato dalla limpida forma letteraria e dal vigore delle sue orazioni, improntate alla morale [[stoicismo|stoica]], ma ispirate anche dalla lettura delle ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]], lo aveva soprannominato «il Romano».<ref name="ReferenceB">{{Cita|Mathiez|p. 15|Mathiez1}}.</ref> Come allora era in voga il classicismo nell’artenell'arte, così si ammiravano le virtù austere delle figure storiche dell’antichitàdell'antichità e le forme politiche della [[Grecia]] e della [[Roma]] repubblicanarepubblicane, benché incompatibili con l’assolutismol'[[Assolutismo monarchico|assolutismo]] dominante in Francia e nell’Europanell'Europa intera. Tra i contemporanei, l’uomol'uomo che sembrava incarnare virtù antiche era certamente [[Jean-Jacques Rousseau]], che una tradizione vuole aver ricevuto, nel [[1778]], una visita di Robespierre, come sembra confermare la ''Dedica di Maximilien Robespierre ai Mani di Jean-Jacques Rousseau'', un foglio scritto di pugno dal rivoluzionario nel [[1791]]:<ref>Trovato tra le carte della sorella Charlotte, che lo cita nelle sue memorie.</ref>
{{Citazione|O Rousseau, io ti vidi nei tuoi ultimi giorni e questo ricordo è per me sorgente di gioia orgogliosa; ho contemplato il tuo viso augusto [...] da quel momento ho compreso pienamente le pene di una nobile vita che si sacrifica al culto della verità, e queste non mi hanno spaventato. La coscienza di aver voluto il bene dei propri simili è il premio dell'uomo virtuoso [...] come te, io conquisterò quei beni, a prezzo di una vita laboriosa, a prezzo anche di una morte prematura<ref>{{Cita|Robespierre C.|appendice|RobespierreC}}.</ref>}}
 
Grazie all'educazione [[Liberalismo|liberale]], imparò ad ammirare l'idealizzata [[Repubblica romana]] e la retorica di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], [[Tito Livio|Livio]], [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] e [[Marco Porcio Catone Uticense|Catone]], così lontane dai regimi assolutistici e dai costumi del Settecento, ma soprattutto adorava la storia di [[Lucio Giunio Bruto|Lucio Bruto]], che seppe emulare appieno. Secondo il vicedirettore della scuola "egli riponeva ogni interesse nello studio, trascurava tutto per lo studio, lo studio era il suo dio".
{{Citazione|O Rousseau, io ti vidi nei tuoi ultimi giorni [...] ho contemplato il tuo viso augusto [...] da quel momento ho compreso pienamente le pene di una nobile vita che si sacrifica al culto della verità, e queste non mi hanno spaventato. La coscienza di aver voluto il bene dei propri simili è il premio dell'uomo virtuoso [...] come te, io conquisterò quei beni, a prezzo di una vita laboriosa, a prezzo anche di una morte prematura<ref>{{Cita|Robespierre C.|appendice|RobespierreC}}.</ref>}}
 
Robespierre ottenne il baccellierato in diritto il 31 luglio [[1780]] e il diploma di licenza il 15 maggio [[1781]], insieme con la lode e la somma di 600 franchi, la più alta che fino ad allora un licenziato del Louis-le-Grand avesse mai ricevuto,<ref>{{Cita|Mathiez|pp. 16 e segg.|Mathiez1}}</ref>, devoluta a favore degli studi del fratello minore Augustin.<ref>{{Cita|Walter|p. 29}}.</ref> Terminati gli studi presso il collegio Louis-le-Grand, Robespierre frequentò brillantemente anche la prestigiosa università della [[Sorbona]].
 
=== L’avvocatoL'avvocato Robespierre (17801781-1789) ===
[[File:Jean-Jacques Rousseau (painted portrait).jpg|thumb|upright=0.8right|[[Jean-Jacques Rousseau]]]]
[[File:BIS 00 00123 P001 0006.jpg|sinistrathumb|miniaturaleft|Maximilien de Robespierre, ''[https://nubis.univ-paris1.fr/ark:/15733/16p4 Mémoire pour les sieurs Antoine Pepin, fermier au village de Baillœul lez-Pernes, lieutenant dudit lieu; François-Marie Pepin, fermier de la ferme de La Fertée; & Amand d'Herlin, fermier au village d'Heuchin. Contre le nommé Jacques Dubois, maquignon, demeurant au village de St. Hilaire]'', [[:fr:Bibliothèque de la Sorbonne|Biblioteca della SorbonnaSorbona]], [https://nubis.univ-paris1.fr/ NuBIS], HLFA 4= 241, pièce 1.]]
Iscritto al registro degli avvocati del [[Parlamento di Parigi]] il 29 maggio 1781, Maximilien tornò adalla natia Arras per esercitarvi la propria professione, facendosi conoscere per il patrocinio di cause difficili e apparentemente perse. La situazione della sua famiglia era mutata. Erano morti nelil 10 giugno [[1775]] la nonna, materna e il nonno16 materno nelmarzo [[1778]] il nonno materno, lasciando un’ereditàai suoi nipoti un'eredità di 4.000 lire, e lal'amata sorella Henriette neldi languore alla scuola di Tournai il 5 marzo [[1780]], alla giovanissima età di 18 anni e tre mesi.<ref>{{Cita|Walter|28-29}}.</ref><ref>McPhee, Lep. due1718. zieSecondo paterneCharlotte, siquesta eranostraziante sposateperdita entrambeebbe all’etàun diimpatto quarantunomolto anni:maggiore Eulaliesul ilcarattere 2di gennaioMaximilien [[1776]]di conquanto unsi anzianopoteva notaiopensare: dedicatosilo alrese commercio,triste Roberte Deshorties,malinconico. HenrietteScrisse ilun 6affettuoso febbraioomaggio [[1777]]a conHenriette, iluna medicopoesia Gabriel-Françoisconservata Duda Rut.Charlotte Domiciliatofino inalla unsua piccolomorte.</ref> appartamentoLe didue ruezie Saumonpaterne consi laerano sorellasposate Charlotte,entrambe Maximilienall'età s’iscrissedi l’8quarantuno novembreanni: [[1781]]Eulalie alil Consiglio2 provincialegennaio di [[Artois]]1776, seguendocon cosìRobert leDeshorties, ormeun delanziano padrenotaio ededicatosi delal nonno paternocommercio, cominciandoviHenriette ail esercitare6 l’avvocaturafebbraio dal1777 16con gennaioil [[1782]].<ref>{{Cita|Walter|pp.medico 29Gabriel-31}}François Du Rut.</ref>
 
Domiciliato in un piccolo appartamento di rue Saumon con la sorella Charlotte, grazie anche alla presentazione delle sue credenziali da parte dell'avvocato Guillaume Liborel, noto principe del foro della cittadina, Maximilien s'iscrisse l'8 novembre 1781 al Consiglio provinciale di Artois, seguendo così le orme del padre e del nonno paterno, cominciandovi a esercitare l'avvocatura nel regno dal 16 gennaio 1782<ref>{{Cita|Walter|pp. 29-31}}.</ref>, e nel maggio vinse la sua prima causa, patrocinando dei nipoti che erano stati diseredati dai familiari a favore di altri per aver scelto di rimanere cattolici anziché seguire la conversione dello zio al calvinismo. La sua illuminata carriera forense, tuttavia, interrotta in seguito all'inizio del percorso politico verso la rivoluzione nel 1789, con la quale si fece un nome, non lo portò a raggiungere gli stessi successi del padre.<ref>Walter 1989, p. 15.</ref><ref>{{cita web|url=https://gw.geneanet.org/pierfit?lang=en&n=de+robespierre&oc=1&p=francois|titolo=François de Robespierre|accesso=8 febbraio 2021|lingua=fr}}</ref>
Il 9 marzo [[1782]], fu nominato dal vescovo de Conzié giudice del Tribunale vescovile. La Camera episcopale di Arras, composta da un balivo e da cinque avvocati, assicurava l’alta, la media e la bassa giustizia ad Arras, a Vitry, nel villaggio di Marcœuil e in ventisei parrocchie della regione. Si rese conto che la funzione di giudice non faceva per lui. Allora, contrario per principio alla pena di morte, dovette tuttavia applicarla una volta nei confronti di un criminale e diede subito dopo le dimissioni.<ref>Mario Mazzucchelli, ''Robespierre'', 1955, p. 29.</ref>
 
Il 9 marzo 1782 fu nominato dal vescovo de Conzié giudice del Tribunale vescovile. La Camera episcopale di Arras, composta da un balivo e da cinque avvocati, assicurava l'alta, la media e la bassa giustizia ad Arras, a Vitry, nel villaggio di Marcœuil e in ventisei parrocchie della regione. Si rese conto che la funzione di giudice non faceva per lui. Allora, contrario per principio alla pena di morte, dovette tuttavia applicarla una volta nei confronti di un criminale e diede subito dopo le dimissioni.<ref>Mario Mazzucchelli, ''Robespierre'', 1955, p. 29.</ref>
Robespierre continuò pertanto a esercitare soltanto la libera professione di avvocato, distinguendosi nel delicato ''Affare Deteuf''. Egli difese una ragazza, Clementine Deteuf, guardarobiera della storica abbazia di Saint Sauveur d’Anchin, a [[Pecquencourt]], la quale, invano insidiata dal monaco dom Brognart, per vendetta era stata falsamente accusata di furto da costui, che fu riconosciuto colpevole di diffamazione e condannato a risarcire la giovane Deteuf.<ref name="ReferenceB"/>
 
Robespierre continuò pertanto a esercitare soltanto la libera professione di avvocato, distinguendosi nel delicato ''Affare Deteuf''. Egli difese una ragazza, Clementine Deteuf, guardarobiera della storica abbazia di Saint Sauveur d'Anchin, a [[Pecquencourt]], la quale, invano insidiata dal monaco Dom Brognart, per vendetta era stata falsamente accusata di furto da costui, che fu riconosciuto colpevole di diffamazione e condannato a risarcire la giovane Deteuf.<ref name="ReferenceB"/>
Nel maggio del [[1783]], Robespierre si distinse nel cosiddetto ''Affare del parafulmine'', che il signor de Vissery de Bois-Valé era stato costretto a disinstallare dal tetto della sua casa per ordine delle autorità cittadine, le quali temevano avesse effetti nefasti. Bois-Valé, seguace dei ''Lumi'' e ammiratore della scienza, fece ricorso al Consiglio superiore dell’Artois e affidò il suo patrocinio a Robespierre, il quale pronunciò un’arringa rimasta famosa che gli valse la vittoria nella causa. Ne scrisse anche il ''Mercure de France'': «Il signor Robespierre, giovane avvocato di raro talento, ha dimostrato in questo affare, che era la causa delle scienze e delle arti, un’eloquenza e una sagacia che danno un’ottima idea delle sue capacità».<ref>{{Cita|Walter|pp. 31-41 e 49-55}}.</ref><ref>{{Cita|Mathiez|p. 16|Mathiez1}}.</ref>
 
Nel maggio 1783, Robespierre si distinse nel cosiddetto ''Affare del parafulmine'', che il signor de Vissery de Bois-Valé, avvocato a [[Saint-Omer (Passo di Calais)|Saint-Omer]], era stato costretto a disinstallare dal tetto della sua casa per ordine delle autorità cittadine, le quali temevano avesse effetti nefasti. Bois-Valé, seguace dei ''Lumi'' e ammiratore della scienza, fece ricorso al Consiglio superiore dell'Artois e affidò il suo patrocinio a Robespierre, il quale pronunciò un'arringa rimasta famosa che gli valse la vittoria nella causa. Ne scrisse anche il ''Mercure de France'': «Il signor Robespierre, giovane avvocato di raro talento, ha dimostrato in questo affare, che era la causa delle scienze e delle arti, un'eloquenza e una sagacia che danno un'ottima idea delle sue capacità».<ref>{{Cita|Walter|pp. 31-41 e 49-55}}.</ref><ref>{{Cita|Mathiez|p. 16|Mathiez1}}.</ref>
Nel [[1789]], difese un certo Dupont, il quale, incarcerato ingiustamente per dodici anni con la semplice emissione di una [[lettre de cachet]], richiedeva di ritornare in possesso di una sua legittima eredità. Nel processo, Robespierre si scagliò contro quell’odioso sistema, richiedendone la soppressione: «Come può ammettere l’autorità regia che dei privati, armati di ''lettres de cachet'' in bianco, che possono riempire a loro buon grado con i nomi di presunti criminali, tengano nei propri portafogli il destino di molti uomini, rievocando così il ricordo storico di quei famosi autori delle liste di proscrizione la cui mano tracciava, su tavolette insanguinate, la vita o la morte di una moltitudine di Romani?».<ref>Citato in M. Mazzucchelli, cit., pp. 38-39.</ref>
 
Nel 1787, fu responsabile di ventiquattro casi. Nel 1789 difese un certo Dupont, il quale, incarcerato ingiustamente per dodici anni con la semplice emissione di una [[lettre de cachet]], richiedeva di ritornare in possesso di una sua legittima eredità. Nel processo, Robespierre si scagliò contro quell'odioso sistema, richiedendone la soppressione: «Come può ammettere l'autorità regia che dei privati, armati di ''lettres de cachet'' in bianco, che possono riempire a loro buon grado con i nomi di presunti criminali, tengano nei propri portafogli il destino di molti uomini, rievocando così il ricordo storico di quei famosi autori delle liste di proscrizione la cui mano tracciava, su tavolette insanguinate, la vita o la morte di una moltitudine di Romani?».<ref>Citato in M. Mazzucchelli, cit., pp. 38-39.</ref>
==== L’accademico Robespierre ====
[[File:Robespierre.jpg|thumb]]
Intanto, dalla fine del [[1782]], Maximilien era andato ad abitare con la sorella in una casa in rue des Jésuites, dove visse fino alla partenza per Parigi. Il 15 novembre del [[1783]], Robespierre fu ricevuto nell’Académie di Arras grazie ai patrocini del collega Antoine-Joseph Buissart, con il quale aveva collaborato nell’''Affare del parafulmine'', e di Dubois de Fosseux, amico suo e di [[François-Noël Babeuf|Gracchus Babeuf]]. Nell’occasione della cerimonia di insediamento, tenuta il 21 aprile [[1784]], vi lesse la dissertazione su ''L’origine dell’opinione che estendeva a tutti i componenti di una famiglia parte dell’ignominia associata alla pena infamante subita da un colpevole'', che mandò all’Académie di [[Metz]], ottenendo il secondo premio, consistente in una medaglia e 400 lire. La memoria fu oggetto della recensione di [[Pierre Louis de Lacretelle]] nel ''Mercure de France''.<ref>{{Cita|Mathiez|pp. 18 e segg.|Mathiez1}}</ref>
 
==== L'accademico Robespierre ====
Robespierre pubblicò anche le memorie ''Elogio di Gresset'', inviata al concorso bandito dall’Académie di [[Amiens]] del [[1785]], nella quale proponeva una legislazione più favorevole nei confronti dei figli illegittimi, e l’''Elogio del presidente Dupaty'', pubblicato nel [[1789]], in ricordo di Mercier Dupaty, presidente del Parlamento di Bordeaux, deceduto l’anno prima, un magistrato conosciuto e apprezzato da Robespierre studente a Parigi, nonché un filantropo avversario della barbarie delle pene in vigore a quei tempi.<ref>{{Cita|Mathiez|pp. 20|Mathiez1}}.</ref>
[[File:Robespierre Ducreux.jpeg|thumb|200px|Robespierre ritratto da [[Joseph Ducreux|Ducreux]].]]
Intanto, dalla fine del 1782, Maximilien era andato ad abitare con la sorella in una casa in rue des Jésuites, dove visse fino alla partenza per Parigi. Il 15 novembre 1783, Robespierre fu ricevuto nell'Académie di Arras grazie ai patrocini del collega Antoine-Joseph Buissart, con il quale aveva collaborato nell{{'}}''Affare del parafulmine'', e di Dubois de Fosseux, amico suo e di [[François-Noël Babeuf|Gracchus Babeuf]]. Nell'occasione della cerimonia di insediamento, tenuta il 21 aprile 1784, vi lesse la dissertazione su ''L'origine dell'opinione che estendeva a tutti i componenti di una famiglia parte dell'ignominia associata alla pena infamante subita da un colpevole'', che mandò all'Académie di [[Metz]], ottenendo il secondo premio, consistente in una medaglia e 400 lire. La memoria fu oggetto della recensione di [[Pierre Louis de Lacretelle]] nel ''Mercure de France''.<ref>{{Cita|Mathiez|pp. 18 e segg.|Mathiez1}}</ref>
 
Robespierre pubblicò anche le memorie ''Elogio di Gresset'', inviata al concorso bandito dall'Académie di [[Amiens]] del 1785, nella quale proponeva una legislazione più favorevole nei confronti dei figli illegittimi, e l{{'}}''Elogio del presidente Dupaty'', pubblicato nel 1789, in ricordo di Mercier Dupaty, presidente del Parlamento di Bordeaux, deceduto l'anno prima, un magistrato conosciuto e apprezzato da Robespierre studente a Parigi, nonché un filantropo avversario della barbarie delle pene in vigore a quei tempi.<ref>{{Cita|Mathiez|p. 20|Mathiez1}}.</ref>
Il 15 novembre [[1785]], fu accolto nel circolo letterario e musicale «Rosati», fondato ad Arras il 15 giugno [[1778]], che contava tra i suoi soci la migliore società della cittadina: dal capitano [[Lazare Carnot]] al musicista [[Pierre Cot]], dal poeta Legay al conte de la Roque Rochemont. Al candidato veniva consegnato un diploma rosa, profumato di rosa, con un timbro a forma di rosa, sul quale erano scritti dei versi, al quale egli era tenuto a rispondere, improvvisando dei versi. E Robespierre improvvisò:<ref>«Vedo la spina con la rosa / Nei bouquets che mi offrite / E celebrandomi / I vostri versi scoraggiano la mia prosa. / Tutto quel che mi si è detto di lusinghiero / Signori, ha il diritto di confondermi; / La rosa è il vostro complimento / La spina è l'obbligo della risposta [...]». Vi è chi sostiene che quelle tre strofe di ventiquattro versi non sarebbero di Robespierre, ma di Beffroy de Regny. L'errore di attribuzione sarebbe stato di Charlotte Robespierre.</ref>
 
Il 15 novembre 1785, fu accolto nel circolo letterario e musicale «Rosati», fondato ad Arras il 15 giugno 1778, che contava tra i suoi soci la migliore società della cittadina: dal capitano [[Lazare Carnot]] al musicista [[Pierre Cot]], dal poeta Legay al conte de la Roque Rochemont. Al candidato veniva consegnato un diploma rosa, profumato di rosa, con un timbro a forma di rosa, sul quale erano scritti dei versi, al quale egli era tenuto a rispondere, improvvisando dei versi. E Robespierre improvvisò:<ref>«Vedo la spina con la rosa / Nei bouquets che mi offrite / E celebrandomi / I vostri versi scoraggiano la mia prosa. / Tutto quel che mi si è detto di lusinghiero / Signori, ha il diritto di confondermi; / La rosa è il vostro complimento / La spina è l'obbligo della risposta [...] ]». Vi è chi sostiene che quelle tre strofe di ventiquattro versi non sarebbero di Robespierre, ma di Beffroy de Regny. L'errore di attribuzione sarebbe stato di Charlotte Robespierre.</ref>
 
{{Citazione|Je vois l'épine avec la rose<br />Dans les bouquets que vous m'offrez<br />Et lorsque vous me célébrez<br />Vos vers découragent ma prose [...]|}}
 
Il 4 febbraio [[1786]], fu eletto direttore dell’Académiedell'Académie Royale des Belles-Lettres di Arras. Qui sostenne, seguendo l’opinionel'opinione razionalista, il principio dell’eguaglianzadell'eguaglianza dei sessi e il diritto delle donne a far parte delle Accademie scientifiche e umanistiche, favorendo così, nel febbraio del [[1787]], l’ingressol'ingresso nell’Accademianell'Accademia di Arras di due letterate, [[Marie Le Masson Le Golft]] e [[Louise-Félicité de Kéralio]].<ref>La ''Réponse de Maximilien de Robespierre, avocat au Parlement et directeur de l'Académie, au discours de M.lle Kéralio'' è in {{Cita|Robespierre|tome XI, Compléments (1784-1794) pp. 189-191.}}</ref>
 
=== Robespierre e le donne ===
[[File:Eleonoreduplay.jpg|thumb|upright=0.7right|Autoritratto di [[Éléonore Duplay]].]]
Robespierre non si sposò mai e non ebbe figli. Ad Arras, coltivò tuttavia diverse relazioni femminili. Ebbe un idillio con un’amicaun'amica della sorella, M.lle Dehay, con la giovane inglese Ophelia Mondien, alla quale dedicò un madrigale che si è conservato,<ref>«Crois-moi, jeune et belle Ophélie, / Quoiqu'en dise le monde et malgré ton miroir, / Contente d'être belle et de n'en rien savoir, / Garde toujours ta modestie. / Sur le pouvoir de tes appas / demeure toujours alarmée, / Tu n'en seras que plus aimée / si tu crains de ne l'être pas».[https://fr.wikisource.org/wiki/Madrigal_%C3%A0_Oph%C3%A9lie Œuvres complètes de Maximilien de Robespierre/Tome 1/Madrigal - Wikisource]</ref>, e con una certa M.lle Henriette. Tenne anche una corrispondenza con una signora dell’altadell'alta società, forse Madame [[Suzanne Curchod|Necker]], e frequentò la casa di Madame Marchand, futura direttrice del ''Journal du Pas-de-Calais''.<ref>{{Cita|Walter|ppp. 30-35}}.</ref>
Secondo la sorella Charlotte, M.lle Anaïs Deshorties, figlia di primo letto del marito di sua zia Eulalie, lo amò e fu ricambiata con un corteggiamento che durò dal [[1789]] fin verso il [[1791]]. Deshorties sposò poi, nel [[1792]], un amico dello stesso Robespierre, l’avvocatol'avvocato Leduc.<ref>{{Cita|Walter|p. 34 e 57-58}}.</ref><ref>{{Cita|Robespierre C.|c. II, p. 24.|RobespierreC}}</ref> [[Pierre Villiers]] sostiene che Robespierre avrebbe avuto, nel [[1790]], una relazione con una giovane ventiseienne di modesta condizione<ref>Pierre Villiers, ''Souvenirs d'un déporté'', 1802, p. 2.</ref> e che sia stato fidanzato con una delle figlie del padrone della sua casa di Parigi, [[Éléonore Duplay]], la quale sperò di poter sposare Maximilien. La sorella Charlotte scrive che Maximilien, "sommerso di lavoro com’eracom'era, interamente assorbito dalle sue funzioni di membro del Comitato di Salute Pubblica, poteva forse occuparsi di amori e di matrimoni?" Charlotte Robespierre sostiene anche che Éléonore corteggiava inutilmente il fratello, dal momento che Maximilien non era minimamente interessato a lei.<ref>{{Cita|Robespierre C.|III, 48-49|Robespierre C}}.</ref>
Il membro della Convenzione Monnel, nelle sue ''Memorie di un prete regicida'', afferma che Éléonore e Robespierre erano segretamente sposati, e il loro matrimonio era stato organizzato da [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], cosa invece negata non solo da Charlotte, ma che non trova conferme in alcun documento, anche se la Duplay non si sposerà mai, e dopo la morte di Maximilien verrà chiamata "la vedova Robespierre".<ref>L. Noiset, Robespierre et les Femmes, Editions Nilsson, 1932, p. 69</ref>
 
Come molti personaggi di potere, esercitò un certo fascino sulle donne. Ne è una testimonianza fra tante la lettera di una giovane di Nantes del 13 pratile anno II (1º giugno 1794): "Dall’inizioDall'inizio della rivoluzione sono stata innamorata di te, ma, essendo sposata, ho saputo vincere la mia passione. Oggi che sono una donna libera, in quanto ho perso mio marito nella guerra in Vandea, voglio dichiararmi, in presenza dell’Esseredell'Essere Supremo"<ref>Louis Jacob, ''Robespierre vu par ses contemporains'', Armand Colin, Paris, 1938.</ref>.
 
=== Deputato dell’Assembleadell'Assemblea Costituente ed elezione alla Convenzione Nazionalecostituente (1789-17931791) ===
[[File:Labille-Guiard Robespierre.jpg|thumb|right|Un ritratto di Robespierre vestito da deputato del Terzo Stato.]]
Già al tempo del collegio, Robespierre non aveva mostrato interesse per alcuna confessione religiosa, come notarono con scandalo i suoi maestri, ma non per questo si riconosceva con lo [[Scetticismo metodologico|scetticismo]] o il [[materialismo]] degli Enciclopedisti. Figlio del proprio tempo, aveva assimilato le idee dei ''philosophes'', avvicinandosi con convinzione alle idee di Rousseau, e riteneva che la religione svolgesse un’importante funzione sociale. Se essa rappresentava per lui soltanto un’illusione, riconosceva che quell’illusione poteva essere almeno una consolazione per le masse dei diseredati e degli umili.<ref>{{Cita|Mathiez|18-19|Mathiez1}}.</ref> Al servizio di costoro aveva messo le risorse della sua eloquenza «elegante e castigata». Aveva difeso un’inserviente, accusata ingiustamente di furto da un abate solo perché non era sottostata ai suoi desideri, e la cameriera di Lazare Carnot, che si voleva privare di un’eredità. Con le sue memorie accademiche aveva denunciato i pregiudizi di chi condannava i figli per gli errori dei padri e gli abusi del sistema giudiziario, lassista con i forti e inesorabile con i deboli.<ref>{{Cita|Mathiez|17-19|Mathiez1}}.</ref>
Già al tempo del collegio, Robespierre non aveva mostrato interesse per alcuna confessione religiosa, come notarono con scandalo i suoi maestri, ma non per questo si riconosceva con lo [[Scetticismo metodologico|scetticismo]] o il [[materialismo]] degli Enciclopedisti. Figlio del proprio tempo, aveva assimilato le idee dei ''philosophes'', avvicinandosi con convinzione alle idee di Rousseau, e riteneva che la religione svolgesse un'importante funzione sociale. Se essa rappresentava per lui soltanto un'illusione, riconosceva che quell'illusione poteva essere almeno una consolazione per le masse dei diseredati e degli umili.<ref>{{Cita|Mathiez|18-19|Mathiez1}}.</ref> Al servizio di costoro aveva messo le risorse della sua eloquenza «elegante e castigata». Aveva difeso un'inserviente, accusata ingiustamente di furto da un abate solo perché non era sottostata ai suoi desideri, e la cameriera di Lazare Carnot, che si voleva privare di un'eredità. Con le sue memorie accademiche aveva denunciato i pregiudizi di chi condannava i figli per gli errori dei padri e gli abusi del sistema giudiziario, lassista con i forti e inesorabile con i deboli.<ref>{{Cita|Mathiez|17-19|Mathiez1}}.</ref>
[[File:Louis Boilly Robespierre.jpg|thumb|left|Robespierre nel 1791.]]
Con tutto ciò, Robespierre sarebbe probabilmente rimasto un illuminato avvocato di provincia se la crisi dell’dell{{'}}''[[Ancienancien Régimerégime]]'' non fosse rapidamente precipitata. Nel [[1788]], si aprì la campagna per l’elezionel'elezione dei rappresentanti agli [[Stati generali (Francia)|Stati Generaligenerali]], convocati per il maggio del [[1789]], e Robespierre presentò la memoria ''À la Nation artésienne, sur la nécessité de réformer les États d’Artoisd'Artois'', nel quale criticava il sistema elettorale in vigore, che non garantiva un’equaun'equa rappresentanza dei cittadini, sbilanciata a favore della classe nobiliare.<ref>{{Cita|Mathiez|19-20|Mathiez1}}.</ref> Denunciò anche i tentativi di alcuni nobili di presentarsi candidati per il Terzo Stato e le manovre dei notabili durante le assemblee elettorali con il pamphlet ''Les ennemis de la patrie démasqués par ce qui s’ests'est passé dans l’Assembléel'Assemblée du Tiers état de la ville d’Arrasd'Arras''.<ref>{{Cita|Mathiez|20-21|Mathiez1}}.</ref>
 
Eletto tra i ventiquattro rappresentanti del [[Terzo Stato]], il 25 marzo [[1789]] scrisse il [[Cahiers de doléances]] a favore della corporazione dei ciabattini, la più povera e numerosa della provincia, e indirizzò un ''Avis aux habitants de la campagne'', garantendosi un appoggio degli elettori della provincia di Arras sufficiente per essere scelto, il 26 aprile 1789, tra i dodici deputati dell’Artoisdell'Artois. A [[Versailles]] prese alloggio, con tre deputati contadini, nella locanda del ''Renard'', in rue Sainte-Elisabeth.<ref>{{Cita|Walter|pp. 60-71.}}.</ref>
 
[[File:Le Serment du Jeu de paume.jpg|thumb|upright=1.2right|[[Jacques-Louis David|David]]: Il giuramento della Pallacorda.]]
Nell’Nell'[[Assemblea nazionale costituente|Assemblea Costituente]], Robespierre perseguìintervenne «la realizzazioneprima divolta un piano accuratamente studiato». Il suo primo intervento dalla tribuna porta la data delil 18 luglio [[1789]]; prese la parola sessantanove volte in quell’annoquell'anno, centoventicinque volte nel 1790 e ben trecentoventotto nei primi nove mesi del [[1791]].<ref>{{Cita|Walter|79-97}}.</ref> ÈPrese presenteparte durante ilal [[Giuramento della Pallacorda]], con il quale il Terzo Stato si trasformò l’anacronistica assemblea degli Stati Generali in una moderna [[Assemblea Nazionalenazionale costituente]], e si iscriveiscrisse al [[Club bretone&nbsp;–]], chedestinato diventeràsuccessivamente a diventare il noto Club dei Giacobini&nbsp;–. e,Rimase ila 14Versailles lugliodurante 1789, assiste allala [[presa della Bastiglia]], ma il 17 luglio si recò a Parigi insieme a un centinaio di deputati per incontrare i patrioti che avevano preso parte all'insurrezione: «Ho visto la Bastiglia, mi ci ha condotto un reparto di quella valorosa milizia cittadina che l’hal'ha presa [...] Non potevo separarmi da questo luogo la cui vista suscita oggi in tutti i cittadini onesti soltanto soddisfazione e il pensiero della libertà».<ref>Robespierre, ''Lettera ad Antoine-Joseph Buissart'', 23 luglio 1789.</ref>
 
Nei suoi interventi, alrelativi riguardoalla dell’elaborazioneredazione della nuova Costituzione, si batté perché non fossero concessi privilegi. Il 21 settembre 1789, si opponeoppose alla concessione al re del [[diritto di veto]] sulle leggi approvate dall’Assembleadall'Assemblea e, il 5 ottobre, dichiaradichiarò che «nessun potere può stare al di sopra della nazione e nessun potere che emani dalla nazione può imporre la sua censura alla Costituzione che la nazione si è data». Si oppose al sistema elettorale, formulato dall’Assembleadall'Assemblea, che divideva i cittadini in «passivi», «attivi», ed «elettori», e che richiedeva che il deputato dovesse almeno possedere una proprietà fondiaria e pagassepagare un contributo di un marco d’d'[[argento]], sostituendoche cosìa all’aristocraziasuo dire avrebbe sostituito all'aristocrazia del sangue l’aristocrazial'aristocrazia del denaro, al predominio nobiliare il privilegio borghese.<ref>Albert Soboul, ''La Rivoluzione francese'', 1974, p. 148.</ref> A questo proposito, il 22 ottobre, dichiara all’Assembleaall'Assemblea che<ref>Ivi, p. 149.</ref>:
 
{{Citazione|Tutti i cittadini, di qualunque condizione, hanno diritto di aspirare a tutti i gradi di rappresentanza politica. Nulla dovrebbe essere più conforme alla vostra Dichiarazione dei diritti, di fronte alla quale ogni privilegio, ogni distinzione, ogni eccezione deve scomparire. La Costituzione stabilisce che la sovranità risiede nel popolo, in ogni individuo del popolo. Ogni individuo ha dunque diritto di partecipare alla formulazione della legge cui è sottomesso e all'amministrazione della cosa pubblica che è la sua, altrimenti non è vero che tutti gli uomini sono eguali nei diritti e che ogni uomo è un cittadino.<ref>citato in: Jean Massin, ''Robespierre'', éd. Alinéa, 1988, p. 32</ref>}}
 
Quando, nell’ottobre delnell'ottobre 1789, l’Assembleal'Assemblea Costituente trasferì la propria sede da [[Versailles]] a [[Parigi]], Robespierre prese alloggio in un appartamento sito al terzo piano del numero 8 (oggi nº 64) della rue de Saintonge, dove, dal [[1790]], l’ufficialel'ufficiale dei dragoni e autore drammatico [[Pierre Villiers]] afferma - nel 1802 - di averlo servito come segretario.<ref>Nelle sue ''Memorie'', Charlotte Robespierre (''cit.'', p. 37), afferma solamente che Maximilien vive con un uomo a cui è molto affezionato. La circostanza che egli abbia svolto le funzioni di segretario per Robespierre è affermata solamente da Villiers stesso (in ''Souvenirs d'un déporté'', Paris, 1802, p. 6). Sia Hamel (''Histoire de Robespierre'', t. 1, Paris, 1864, pp. 180 e ss.), sia {{Cita|Walter|pp. 137-138}}, che, infine, Rene Garmy (''Aux origines de la légende anti—robespierriste: Pierre Villiers et Robespierre'', in Albert Soboul (ed.), ''Actes du colloque Robespierre. XIIe congres international des sciences historiques'', Paris: Société des études Robespierristes, 1967, pp. 19-33), smentiscono - seguendo attentamente i documenti d'archivio - Pierre Villiers. Da segnalare che Michelet - invece - crede ciecamente nelle parole del soldato dei dragoni e drammaturgo parigino.</ref> Continuò a frequentare il Club bretone di Versailles, che intanto aveva mutato il proprio nome in quello di ''Société des Amis de la Constitution'' e si unì anche all’omologaall'omologa ''Société'' di Parigi, più nota con il nome di [[Club dei Giacobini]], per il fatto di essere situata nei locali dell’exdell'ex-convento dei Giacobini di rue Saint-Honoré, vicino alle [[Palazzo delle Tuileries|Tuileries]]. Robespierre divenne presto il maggior animatore delle sedute del circolo e intrattenne rapporti con i gruppi patriottici della provincia parigina.<ref>{{Cita|Walter|pp. 148-162}}.</ref><ref>Marianne Becker, ''Le tribun de la Constituante: histoire de Robespierre'', 1998, p. 219.</ref>
RobespierreAll'Assemblea funazionale tra coloro che proposero e votarono, prima e dopo l’abolizione della monarchia, divenuta daRobespierre assolutavotò a costituzionalefavore, etra lagli nascitaaltri della [[Prima Repubblica francese|Prima Repubblica Francese]]provvedimenti, l’adozione del nuovo [[calendario rivoluzionario francese|calendario rivoluzionario]], votata solo dopo lunghe discussioni, che lo avevano visto contrario all’abolizione della festa domenicale, e molte altre importanti misure: la [[costituzione civile del clero|Costituzione Civile del Clero]], l’abolizionedell'abolizione della [[tortura]], [[egualitarismo|l’uguaglianzadell'uguaglianza dei cittadini]] di fronte alla legge, l’abolizionedell'abolizione dei cosiddetti "[[reati immaginari]]" come l’l'[[omosessualità]] o l’l'[[eresia]].<ref>Gunther, Scott (2009). "The Elastic Closet: A History of Homosexuality in France, 1942–present" Book about the history of homosexual movements in France (sample chapter available online). Palgrave-Macmillan, 2009. ISBN 0-230-22105-X.</ref><ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|212 e segg.|Mathiez2}}</ref>
In questo periodo era contrario alla pena di morte, che molti volevano abolire, ma che alla fine rimase, e sarà usata in modo massiccio nelle fasi successive della Rivoluzione, seppure in maniera egualitaria, con la ghigliottina come unica pena. Nel 1791 Robespierre si era pronunciato in questi termini, ispirandosi a [[Cesare Beccaria]] e al [[codice leopoldino]] del [[Granducato di Toscana]] ([[1786]]):
{{Citazione|La pena di morte è necessaria, dicono i partigiani degli antichi barbari usi; senza di essa non ci sono freni abbastanza potenti contro i delitti. Chi ve lo ha detto? Avete calcolato tutte le specie di mezzi con i quali le leggi penali possono agire sulla sensibilità umana? (...) Le pene non sono fatte per tormentare i colpevoli; ma per impedire il delitto, il quale teme appunto di incorrere nelle pene. (...) Si è osservato che nei paesi liberi i delitti erano più rari, perché le leggi penali eran più dolci. I paesi liberi sono quelli nei quali i diritti dell'uomo sono rispettati, e dove di conseguenza le leggi sono giuste. Dappertutto dove esse offendono l'umanità con un eccesso di rigore, si ha la prova che la dignità dell'uomo non è conosciuta, che quella del cittadino non esiste; si ha la prova che il legislatore non è che un padrone che comanda a degli schiavi, e che li colpisce spietatamente seguendo la sua fantasia. Io concludo perché la pena di morte sia abrogata.|Discorso all'Assemblea costitutente del 30 maggio 1791<ref>{{cita|Robespierre|vol I, pag. 212, ed. del 1867}}.</ref>}}
 
=== La fine della Costituente e la caduta della monarchia (1791-1792) ===
=== L’entrata nel Comitato di Salute Pubblica (1793) ===
{{F|politici francesi|arg2=avvocati francesi|marzo 2021}}
Con l’abolizione della monarchia, il 21 settembre [[1792]], e la nascita della Repubblica, il potere passò nelle mani della [[Convenzione nazionale|Convenzione Nazionale]], il nuovo nome dell’Assemblea Costituente, guidata prima dai [[Girondini]] e poi dai [[Montagnardi]], dei quali facevano parte i Giacobini, e del [[Comitato di salute pubblica|Comitato di Salute Pubblica]], di cui Robespierre divenne uno dei membri a partire dal luglio del 1793, sostituendo Danton come principale leader del gruppo.
In seguito alla [[fuga a Varennes]] di Luigi XVI e della famiglia reale (20-21 giugno 1791), Robespierre inizialmente fu tra i promotori, al Club dei Giacobini, di una petizione per la revisione dell'ordinamento politico della nazione, che sottintendeva la soppressione della monarchia e l'istituzione della repubblica; la petizione, nata all'interno del [[Club dei Cordiglieri]], portò a una grave spaccatura in seno ai giacobini, con la conseguente scissione dell'ala moderata e monarchica che fondò il partito dei [[Foglianti]]. Robespierre ritornò quindi sulle sue decisioni e non prese parte ai tumulti del [[Campo di Marte (Parigi)|Campo di Marte]] del 17 luglio, ma - in seguito alla repressione che ne derivò - preferì per un breve periodo trovare riparo presso il giacobino [[Maurice Duplay]], dove di lì a poco si sarebbe trasferito in via definitiva. In settembre, con la pacificazione derivante dall'amnistia concessa dal re in seguito alla definitiva approvazione della costituzione, propose in Assemblea la non ricandidabilità dei deputati della Costituente alla successiva [[Assemblea legislativa (Rivoluzione francese)|Assemblea legislativa]], in parte con l'obiettivo di evitare che il gruppo fogliante potesse acquisire eccessivo potere. La proposta fu approvata e gli valse la fama di integerrimità e incorruttibilità.
 
Nel periodo della Legislativa, dopo un breve ritorno ad Arras, rifiutate le cariche pubbliche che gli erano state proposte, si impegnò alla difesa della costituzione, fondando un proprio giornale, ''Le Défenseur de la Constitution'', e animando le sedute del Club dei Giacobini, dove si schierò contro l'ipotesi di una guerra all'Austria, rea di proteggere le forze degli [[Émigré]], i monarchici che avevano lasciato la Francia e minacciavano l'invasione armata del paese. Tali posizioni lo videro comunque minoritario in seno ai Giacobini, schierati a maggioranza a favore del conflitto. Robespierre si scontrò in particolare con il gruppo dei cosiddetti [[Girondini]], guidato da [[Jacques Pierre Brissot]], a cui il re avrebbe affidato per un breve tempo il governo nelle prime fasi della [[Prima coalizione|guerra della prima coalizione]].
 
Ormai convinto del tradimento della monarchia in seguito ai primi rovesci del conflitto (che aveva ampiamente previsto), fu tra gli ideatori - con Danton e Desmoulins - della [[Giornata del 10 agosto 1792]] che portò alla caduta di Luigi XVI, e si schierò a favore dello scioglimento della Legislativa e della convocazione di elezioni per una Convenzione nazionale con lo scopo di dotare la Francia di un nuovo assetto politico, di tipo repubblicano. Nel settembre 1792 fu quindi eletto, primo nel collegio di Parigi, deputato dalla Convenzione.
 
=== L'entrata nel Comitato di salute pubblica (1793) ===
Con l'abolizione della monarchia, il 21 settembre 1792, e la nascita della [[Prima Repubblica francese|Repubblica]], il potere passò nelle mani della [[Convenzione nazionale]]. Nonostante l'impegno profuso da Robespierre nelle elezioni di settembre per contenere l'ascesa dei [[Girondini]], furono questi ultimi in un primo momento a controllare la maggioranza della Convenzione. Tuttavia, con il crescere del malcontento popolare a Parigi, le difficili fasi della guerra e il tradimento del generale [[Dumouriez]], vicino ai Girondini, Robespierre fu tra gli ispiratori insieme a [[Jean-Paul Marat]] e [[Jacques-René Hébert]] delle giornate dal 31 maggio al 2 giugno 1793, al termine delle quali i leader girondini furono epurati dalla Convenzione. La maggioranza passò quindi nelle mani dei [[Montagnardi]], l'ala più radicale vicina a Robespierre, Marat e Danton. Nel luglio 1793 Robespierre fu nominato membro del [[Comitato di salute pubblica]], l'organo più propriamente "esecutivo" della Convenzione, in seguito alla fuoriuscita di Danton, e ne assunse di fatto la leadership.
 
=== Il periodo del Terrore (1793-1794) ===
{{vedi anche|Regime del Terrore}}
[[File:Robespierre2.jpg|thumb|left|upright=0.9|Robespierre.]]
{{Citazione|Nel sistema instaurato con la rivoluzione francese tutto ciò che è immorale è impolitico, tutto ciò che è atto a corrompere è controrivoluzionario. Le debolezze, i vizi, i pregiudizi sono la strada della monarchia.<ref>{{Cita|Robespierre|X, p. 354.}}</ref>}}
Robespierre, alla fine del 1792, chiese la condanna a morte di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]], attuata il 21 gennaio [[1793]], come una misura eccezionale, in quanto egli era al tempo, in linea di massima, contrario alla [[pena di morte|pena capitale]], anche se successivamente si convinse che andasse invece usata nel tempo della guerra e della rivoluzione: {{Citazionecitazione|Sì, la pena di morte in generale è un delitto e ciò per l'unica ragione che essa non può essere giustificata in base ai princìpi indistruttibili della natura, salvo il caso in cui sia necessaria alla sicurezza degli individui o del corpo sociale. [...] Ma quando si tratta di un re detronizzato nel cuore di una rivoluzione tutt'altro che consolidata dalle leggi, di un re il cui solo nome attira la piaga della guerra sulla nazione agitata, né la prigione, né l'esilio, possono rendere la sua esistenza indifferente alla felicità pubblica, e questa crudele eccezione alle leggi ordinarie che la giustizia ammette può essere imputata soltanto alla natura dei suoi delitti. Io pronuncio con rincrescimento questa fatale verità. Io vi propongo di decidere seduta stante la sorte di Luigi. Per lui, io chiedo che la Convenzione lo dichiari da questo momento traditore della nazione francese e criminale verso l'umanità.|Discorso del 3 dicembre 1792.<ref>Maximilien de Robespierre, ''Discorso alla Convenzione per la condanna a morte di Luigi Capeto'', 3 dicembre 1792, in {{Cita|Robespierre|IX : Discours (4e partie) septembre 1792-27 juillet 1793, p. 184}} citato e ripreso dal sito robespierre.it</ref><ref>Ironia della sorte, pronunciò il discorso lo stesso giorno del 1765 in cui il padre, fedele ai [[Borbone di Francia|Borboni]], scrisse indignato una lettera di protesta all'ordine degli avvocati di Arras per la mancanza di compassione portata al re [[Luigi XV di Francia|Luigi XV]] durante la malattia del [[Luigi Ferdinando di Borbone-Francia|principe ereditario]], padre del futuro Luigi XVI.</ref>}}
[[File:Danton IMG 1335-IMG 1337.jpg|thumb|upright=1.1right|Discussione tra [[Jean-Paul Marat|Marat]], [[Georges Jacques Danton|Danton]] e Robespierre ([[Museo della Rivoluzione francese]]).]]
Entrato nel [[Comitato di salute pubblica|Comitato di Salute Pubblica]], il 27 luglio 1793, in veste di suo rappresentante intraprese un’azioneun'azione politica volta ad alleviare la miseria delle classi più umili e a recepire le indicazioni dei [[sanculotti]]. Seppure contrario alla guerra, fu tra i più attivi nel rafforzare militarmente l’esercitol'esercito repubblicano, attraverso provvedimenti di controllo dell’economiadell'economia, per esempio la razione minima sul [[pane]], sul [[sale]] e sulla [[farina]]. Questi e altri provvedimenti sarebbero stati ripresi dalla [[Costituzione francese del 1793|Costituzione del 1793]], sebbene questa non sia mai effettivamente entrata in vigore.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|110-116|Mathiez2}}.</ref>
 
Preoccupato dagli eventi bellici, dai tentativi contro-rivoluzionari e deciso a estirpare ogni residuo della monarchia e dell’Anciendell'Ancien Régime, decise di sostenere la politica del cosiddetto [[Regime del Terrore|Terrore]], decisa dal Comitato nel suo insieme, nel corso del quale si procedette all’eliminazioneall'eliminazione fisica di tutti i possibili nemici della rivoluzione francese.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 119-121|Mathiez2}}.</ref>
Il 6 novembre 1793, Robespierre, intuendo la corruzione diffusa, annotò nel suo diario che bisognava "salvare l’onorel'onore della Convenzione e della Montagna; distinguere tra i principali responsabili della corruzione e quelli che sono stati sviati per debolezza".<ref>{{Cita|Robespierre|vol. III, 567 e segg.}}</ref>
Il 14 novembre (24 brumaio) 1793, [[François Chabot]] rivelò a Robespierre un complotto politico-finanziario in cui erano implicati esponenti politici, aziende, banchieri e governi esteri, il cosiddetto "scandalo della [[Compagnia francese delle Indie orientali|Compagnia Francese delle Indie Orientali]]".
Chabot riferì che Robespierre, pur volendo cominciare i processi, gli consigliò di rivolgersi al [[Comitato di sicurezza generale|Comitato di Sicurezza Generale]] e di risparmiare i ''patriotes'', cioè i Giacobini più fidati.<ref>Lo scandalo è ricostruito in: Albert Mathiez, ''L'Affaire de la Compagnie des Indes'', Paris, Félix Alcan, 1920</ref> Tra i Giacobini iniziò una battaglia politico-giudiziaria. Molti furono gli arrestati tenuti in carcere senza interrogatorio. L’annoL'anno seguente, Chabot finì ghigliottinato, assieme a [[Fabre d'Églantine|Fabre d’Églantine]], uno dei realizzatori del [[calendario rivoluzionario francese]].<ref>Albert Mathiez, Études robespierristes, vol. 1. La corruption parlementaire sous la Terreur, Paris, Librairie Armand Colin, 1917.</ref>
 
==== Robespierre e le leggi terroristiche ====
{{Citazione|Vi dicevo che il popolo deve fare affidamento sulla propria forza. Ma quando è oppresso, quando può contare soltanto più su sé stesso, sarebbe un vile chi gli dicesse di non sollevarsi. Proprio quando tutte le leggi sono violate, quando il dispotismo tocca l'apice, quando la buona fede e il pudore vengono calpestati, il popolo deve insorgere.|Parole pronunciate da Robespierre il 26 maggio 1793.<ref>Philippe-Joseph-Benjamin Buchez, Prosper Charles Roux, ''Histoire parlementaire de la révolution française'', éd. Paulin, 1793, t. 27, p. 243</ref>}}
[[File:Nicolas de Condorcet.PNG|thumb|upright=0.8right|Il [[nicolasNicolas de Condorcet|marchese di Condorcet]]]]
Il numero delle vittime causate dal periodo del Terrore è quantificabile con difficoltà. Aurelio Musi ne conta 16.594.<ref>Aurelio Musi, ''Le vie della modernità'', pag. 424, Sansoni Editore, Milano 2000. Secondo lo storico, l'8,5% di essi erano nobili, il 6,5% ecclesiastici, il 25% borghesi, il 31% artigiani e lavoratori urbani, il 28% contadini.</ref> Secondo altri storici, i morti sarebbero stati 70.000, prevalentemente appartenenti alla media borghesia. Altri ancora parlano, con le approssimazioni del caso, di circa 35.000 esecuzioni, delle quali ben 12.000 senza processo. La metodica cancellazione di ogni forma di dissenso fu eseguita anche mediante l’incarcerazionel'incarcerazione di circa 100.000 persone, alcuni studiosi arrivano addirittura a stimarne 300.000, soltanto perché sospettate di attività [[Controrivoluzione|controrivoluzionaria]].<ref>Masi, ''ibidem''</ref>
Va ricordato che la Rivoluzione, secondo la sensazione di molti suoi sostenitori, era attaccata sia dall’esterodall'estero che internamente e che Robespierre non deteneva affatto un potere assoluto e dittatoriale, ma solo una maggiore autorità morale in quanto leader della fazione maggioritaria; è altresì difficile comprendere, data la sua propensione iniziale contro la pena capitale per principio, il perché di un cambiamento così netto da permettere ai tribunali di applicare processi sommari in gran numero, e quanto ne fosse davvero responsabile personalmente; senza dubbio non fu a conoscenza di ogni condanna, né la ordinò (come affermarono i suoi nemici), ma non vide o non volle vedere la degenerazione in atto nei principi rivoluzionari, o forse ritenne questa fase indispensabile per la rigenerazione di un sistema ritenuto completamente corrotto.<ref>[http://www.legaintroversi.it/2007/03/14/la-sindrome-di-robespierre/ Luigi Anepeta, ''La sindrome di Robespierre'', parte I]; cfr. anche [http://www.legaintroversi.it/2007/09/02/psicobiografia-di-maximilien-robespierre/2/ Psicobiografia di Maximilien Robespierre, parte II]</ref> Egli riteneva che, in ogni caso, senza un’educazioneun'educazione del popolo, la sola repressione sarebbe stata completamente inutile, perché, affermò “L’immoralità“L'immoralità è la base del dispotismo, come la virtù è l’essenzal'essenza della Repubblica. Il terrore senza la virtù è funesto”.<ref>Citato in Enzo Biagi, ''Quante storie'', Rizzoli, Milano, 1989. ISBN 88-17-85322-4; p. 194.</ref> Il suo voto personale contò sempre, comunque, solo 1/12 di quelli dell’interodell'intero Comitato, in caso i suoi l’avesserol'avessero messo in minoranza, né Robespierre disponeva di un esercito personale con cui imporre un regime.<ref>Albert Mathiez, ''Perché siamo robespierristi?'', brani riportati sul sito ''Les amis de Robespierre''.</ref> Queste misure drastiche erano quindi considerate necessarie dall’interodall'intero Comitato e anche dalla Convenzione, più che decise dall’Incorruttibiledall'Incorruttibile. In particolare, fu l’atteggiamentol'atteggiamento di [[Jacques-René Hébert]] - cambiato dopo la morte di [[Jean-Paul Marat]], il 13 luglio 1793, e la crisi dell’estatedell'estate - che divenne sempre più radicale. Anche lo stesso Marat era stato considerato il principale artefice dell’istituzionedell'istituzione del Terrore e della strage dei Girondini, e questo fu il motivo del suo assassinio da parte di [[Charlotte Corday]], che intendeva vendicare i suoi compagni di lotta.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 126-127|Mathiez2}}.</ref>
 
Tra le persone ghigliottinate durante questo periodo, con sentenze pronunciate in gran parte dai comitati rivoluzionari creati da [[Georges Jacques Danton]], vi furono nobili come la regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena]] (alcuni oggetti della regina, tra cui un libro di preghiere con annotazioni a mano, furono trovati nei cassetti di Robespierre<ref>[http://www.maat.it/livello2/robespierre-1.htm Robespierre: difensore del popolo e della religione]</ref>) e il chimico [[Antoine-Laurent de Lavoisier]], oltre che rivoluzionari come lo stesso Danton, leader dei Giacobini [[Modérantisme|Moderati]] e avvicinatosi agli [[Indulgenti]], considerato troppo moderato e favorevole ad una conciliazione con i [[Girondini]] e i monarchici costituzionali, seguito da [[Camille Desmoulins]] e, più tardi, [[Pierre-Gaspard Chaumette|Chaumette]] ed [[Jacques-René Hébert|Hébert]], tutti capi popolari, e il duca [[Luigi Filippo II di Borbone-Orléans|Filippo d’Orléansd'Orléans]], soprannominato ''Filippo Égalité'' (uguaglianza), nobile e cugino del re - che aveva appoggiato la rivoluzione e votato a favore della condanna a morte del re - nonché padre del futuro re [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]]. Per questi eventi si disse che ''la Rivoluzione divora i suoi figli''.<ref>frase attribuita al girondino [[Pierre Victurnien Vergniaud]]: "La rivoluzione è come Saturno, divora spietatamente i suoi figli", citato ad esempio in: Matteo D'Ambrosio, ''Nuove verità crudeli: origini e primi sviluppi del futurismo a Napoli'', 1990, pag. 31</ref>
Inoltre, fu decapitata [[Olympe de Gouges]], fondatrice del Centre Socìal e Girondina, che si batteva attivamente per i [[diritti delle donne]] e aveva difeso Maria Antonietta, mentre il girondino [[Nicolas de Condorcet|Marchese di Condorcet]], matematico e filosofo, venne arrestato e si suicidò in carcere. Dopo la morte di Danton, Robespierre divenne il membro più importante del Comitato di Salute Pubblica.<ref>Norman Hampson, ''Storia sociale della Rivoluzione francese'', 1964.</ref><ref>Georges Lefebvre, La Révolution française, PUF, 1968, p.389.</ref>
 
==== Robespierre contro Arrabbiati, Hebertisti e Indulgenti ====
[[File:Jacques Hebert.jpg|thumb|left|upright=0.8|[[Jacques-René Hébert]], il leader dell’dell'[[hébertisti|intransigente fazione]] che da lui prese il nome.]]
Le giornate del 4 e 5 settembre 1793, in cui i sanculotti invasero la Convenzione e le imposero l’applicazionel'applicazione delle rigide misure del Terrore, furono un successo personale per Hébert e una sconfitta per il più moderato Robespierre.<ref name="ReferenceC">{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 125-126|Mathiez2}}.</ref> I [[rappresentante in missione|rappresentanti in missione]], che in gran parte avrebbero contribuito a rovesciare Robespierre - molti fecero carriera nel [[Direttorio]] e in [[età napoleonica|epoca napoleonica]] - approfittando dell’averedell'avere carta bianca dal Comitato, si macchiarono di [[strage|stragi]] di civili nella [[guerre di Vandea|guerra di Vandea]] e nei vari luoghi di scontro: [[Jean-Baptiste Carrier|Carrier]] a [[Nantes]], [[Collot d'Herbois|Collot d’Herbois]] e [[Joseph Fouché|Fouché]] (futuro capo della [[polizia politica]] di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]) a [[Lione]], [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]] a [[Bordeaux]], [[Paul Barras|Barras]] e [[Louis-Marie-Stanislas Fréron|Fréron]] a [[Tolone]]. Nel frenare gli eccessi dei rappresentanti, si distinse il fratello minore [[Augustin de Robespierre|Augustin]].<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 126|Mathiez2}}.</ref> Saputo tutto, Robespierre li richiamò immediatamente a Parigi, minacciandoli di sanzioni e processi. Tuttavia, la Convenzione riuscì temporaneamente a non farli giudicare.<ref>[http://www.lintellettualedissidente.it/robespierre-il-rivoluzionario-sans-reproche/ Robespierre, il rivoluzionario "sans reproche"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130127115301/http://www.lintellettualedissidente.it/robespierre-il-rivoluzionario-sans-reproche/ |data=27 gennaio 2013 }}</ref> L’IncorruttibileL'Incorruttibile era da sempre contrario alla guerra, anche per [[Esportazione della rivoluzione|esportare la Rivoluzione]] "sulla punta delle baionette", in quanto "nessuno ama i missionari armati"<ref>Oevres de Maximilien Robespierre, Phénix Éditions, Ivry, 2000, t. VIII, pp. 81-83.</ref><ref>Citato in Simone Weil, Riflessioni sulla guerra (1933), in Incontri libertari, traduzione di Maurizio Zani, Elèuthera, Milano, 2001, p. 38. ISBN 88-85060-52-8</ref> e, secondo lo storico [[Albert Mathiez]], "Robespierre rappresentò, nel periodo del Terrore, la moderazione, l’indulgenzal'indulgenza e l’onestàl'onestà".<ref>A. Mathiez, ''Studi su Robespierre'', 1958, citato sul sito robespierre.it</ref> Dal settembre 1793 al gennaio 1794, gli [[Enragés|Arrabbiati]], seguaci dell’exdell'ex prete costituzionale [[Jacques Roux]], e gli [[Hébertisti]] (o "esagerati") sottomisero la Convenzione ad una pressione continua, e gli ultimi sollecitarono la [[legge dei sospetti|Legge dei Sospetti]], con cui si poteva condannare a morte senza un vero processo, e la [[legge del maximum|Legge del Massimo Generale]] in materia economica, mentre i giacobini erano in difficoltà, accerchiati politicamente tra molti fronti diversi.<ref>Larousse, Encyclopédie Larousse du XXe siècle, 1975, see: "Terreur"</ref>
Robespierre riuscì infine ad imporre la sua linea, e i giacobini fecero eliminare i capi più temuti delle fazioni rivali.
Durante il Terrore, come accennato, fu [[ghigliottina]]to anche Hébert, accusato di estremismo con le sue proposte proto-comuniste che allontanavano il sostegno della borghesia - l’assel'asse portante della Rivoluzione - che cadde vittima delle leggi sui processi sommari che lui stesso aveva voluto con forza.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 127|Mathiez2}}.</ref> Roux, sostenitore dell’abolizionedell'abolizione della proprietà privata, [[socialismo|socialista]] e quasi [[anarchia|anarchico]], si suicidò in prigione dopo l’arrestol'arresto.<ref>Slavin, Morris. "Jacques Roux: A Victim of Vilification." French Historical Studies, Vol. 3, No. 4 (Autumn, 1964), pp. 525-537.</ref>
 
Il 4 febbraio [[1794]], Robespierre riuscì ad ottenere l’l'[[abolizionismo|abolizione della schiavitù]] nelle [[impero coloniale francese|colonie francesi]], con un voto della Convenzione, obiettivo che si prefiggeva con alterne vicende dal 1789, ma che non era mai riuscito a realizzare.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 128|Mathiez2}}.</ref>
Robespierre riuscì alla fine a ricompattare il governo, ma la situazione gli stava sfuggendo di mano, diventando ingovernabile.
A causa di ciò, Robespierre, che non era mai stato né un estremista né un violento<ref>Albert Mathiez, ''Perché siamo robespierristi?'' [http://www.robespierre.it/perche.htm citato qui].</ref><ref>La sorella Charlotte lo descrive di "carattere buono e gentile, rideva poco e sorrideva molto raramente".</ref>, divenne contrario a ogni affievolimento del processo rivoluzionario e a ogni tentativo moderato.: Fufu per questo soprannominato "l’Incorruttibilel'Incorruttibile", dalla fine del 1790, da Camille Desmoulins. Alla fine, forse consapevole dei complotti che si stavano preparando contro il suo governo, concesse il suo assenso e sostenne una legge più radicale e repressiva nei confronti dei "nemici della Rivoluzione", la cosiddetta [[Legge del 22 pratile anno II]], richiesta da [[Bertrand Barère]] (uno dei Termidoriani) il punto massimo della legislazione d’emergenzad'emergenza rivoluzionaria, che eliminava gli appelli dai tribunali.<ref>[http://www.robespierre.it/discorso_legge_22_pratile.htm M. Robespierre, ''Per l'approvazione immediata della legge del 22 pratile'']</ref> Robespierre e il suo gruppo dirigente erano consapevoli della gravità di queste leggi, ma le ritennero il male minore, di fronte alla prospettiva della fine della Repubblica, come affermò Saint-Just: "Tutto ciò che sta succedendo è orribile, ma necessario".<ref>Armand François d'Allonville, Mémoires secrets de 1770 à 1830, tome troisième. Société typographique belge. Bruxelles, 1838.</ref>
 
==== Gli attentati e il temporaneo ritiro dalla Convenzione ====
[[File:Robespierre IMG 2302.jpg|thumb|upright=0.8right|Busto di Robespierre.]]
Robespierre era ormai ritenuto il capo del governo rivoluzionario. Lui, [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]] e [[Georges Couthon|Couthon]] erano considerati i [[triumvirato|triumviri]] della [[Francia]]. Egli, inoltre, assumeva sempre più un atteggiamento di superiorità e distacco. Il capo giacobino sopportava male le critiche che gli erano rivolte di ambizione e di aspirazione alla dittatura. Scarsamente portato ai rapporti sociali, con la sua diffidenza e intransigenza verso tutti, nemici della rivoluzione e colleghi politici, rischiava di isolarsi e di inimicarsi gli altri componenti della fazione montagnarda.<ref name="ReferenceC"/>
Tuttavia, conscio dell’odiodell'odio che la [[Convenzione nazionale|Convenzione Nazionale]] arrivò però a provare per lui nel periodo finale del governo montagnardo-giacobino, durante il cosiddetto [[Regime del Terrore|Grande Terrore]], era convinto che il suo destino fosse nelle mani dell’esercitodell'esercito francese, che avrebbe ristabilito l’autoritàl'autorità dei Giacobini, dato che avrebbe significato la vittoria della linea di Robespierre e la salvezza della Rivoluzione dai tentativi dei monarchici. Paradossalmente, fu invece proprio la vittoria dell’esercitodell'esercito repubblicano a [[Battaglia di Fleurus (1794)|Fleurus]], in [[Belgio]], contro l’armatal'armata alleata di [[Inghilterra]], [[Paesi Bassi]] ed [[Austria]], il 26 giugno [[1794]], a contribuire alla fine dell’Incorruttibiledell'Incorruttibile. La tensione nel Comitato era molto alta, secondo [[Paul Barras|Barras]], [[Collot d'Herbois|Collot d’Herbois]] colpì con un pugno Robespierre nel corso di una discussione molto vivace e costringendo quest’ultimoquest'ultimo a prendere le distanze da quel momento dal Comitato ove era in minoranza.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II p. 125|Mathiez2}}.</ref><ref>Scrisse [[Charles Nodier]]: « Se la tirannia metodica, se il terrore organizzato avevano sede da qualche parte, questa era nel Comitato di governo, già da tempo disertato da Robespierre». Charles Nodier, ''Souvenirs'', 1831, p.189; cfr. anche [[Albert Mathiez]], « la division dans les comités à la veille de Thermidor», ''Annales révolutionnaires'', 1915, pag. 70 e [[Georges Lefebvre]], «La rivalité des comités de salut public et de sûreté générale », ''Revue historique'', 1935</ref>.Scampato a numerosi attentati, come quelli ad opera didei [[Legittimismo|realisti]] [[Cécile Renault]] ed [[Henri AdmiralAdmirat]] (il quale ferì invece Collot d’Herboisd'Herbois, che qualcuno ritenne implicato)<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II p. 125-127|Mathiez2}}.</ref>, spesso minacciato dai rivali politici, finì per non partecipare più alle riunioni della Convenzione, comparendo raramente al Comitato e al Club, fino a quasi gli ultimi giorni, quando si preparò ad attaccare pubblicamente coloro che avevano "disonorato la Repubblica"<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 115-116|Mathiez2}}.</ref>, i corrotti e i rappresentanti in missione accusati di eccessiva violenza.<ref name="ReferenceD">{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 129-130|Mathiez2}}.</ref>
{{Citazione|Io sono fatto per combattere il crimine, non per governarlo. Non è ancora giunto il tempo in cui gli uomini onesti possono servire impunemente la patria. I difensori della libertà saranno sempre dei proscritti finché la masnada dei furfanti dominerà.<ref>{{cita|Robespierre|X, pp. 566-576}}.</ref>}}
Durante i quarantatré giorni della sua assenza dalla vita pubblica, i più sanguinosi del Grande Terrore, Robespierre, come riferiscono le guardie che lo sorvegliavano a distanza, viveva in casa Duplay e girava per le strade di Parigi senza scorta, passeggiando in campagna, con la sola compagnia del suo cane, e sedeva a lungo in riva alla [[Senna]], immobile, meditando o assorto nei suoi pensieri.<ref>[http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/Robespierre_politico_e_mistico.pdf Francesco Lamendola, Recensione a "Robespierre politico e mistico"]</ref> Oltre al cane Brount, ritratto con lui in alcuni dipinti, Robespierre possedeva inoltre un [[pappagallo]] che era ancora in vita nel [[1854]] e di proprietà di Madame [[Philippe-François-Joseph Le Bas|Le Bas]] (la sorella di Éléonore Duplay).<ref>M. Mazzucchelli, ''Robespierre'', p. 280</ref>
 
==== Il ritorno sulla scena e il piano dei Termidoriani ====
{{Citazione|Posso solo dire che per più di sei settimane, la natura e la forza della calunnia, l'impotenza di fare il bene e di arrestare il male, mi ha obbligato ad abbandonare assolutamente le mie funzioni di membro del Comitato di Salute pubblica, e io giuro di non aver consultato altro che la mia ragione e la mia patria. Ecco che in meno di sei settimane la mia dittatura è spirata, e non ho più nessun tipo di influenza sul governo.|Discorso del ritorno al Comitato di Salute Pubblica, 5 termidoro.<ref>Robespierre, écrits, Claude Mazauric, éd. Paris Messidor/Éditions sociales, 1989, p. 332</ref>}}
[[File:DuplayHouseCourtyard.jpg|thumb|upright=0.8right|Illustrazione del cortile di casa Duplay, dove Robespierre visse dal 1789 al 1794. La sua camera, al pianterreno, è la seconda porta, la prima dopo la fontana.]]
Robespierre ritornò a farsi vedere al Comitato il 23 di luglio.<ref name="ReferenceE">{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 134|Mathiez2}}.</ref><ref>{{Cita|Walter|446-447}}.</ref>
Finito il clima eccezionale di guerra, si era delineato quindi nella Convenzione un complotto per eliminare Robespierre. Il governo rivoluzionario del Comitato di Salute Pubblica, dominato da Robespierre, Saint-Just e Couthon, si era configurato sempre più come sistema di potere ristretto dittatoriale al servizio di un'idea di Repubblica basata sull’eguaglianzasull'eguaglianza civile e soprattutto economica che, in realtà, non era appoggiata neppure dalle classi sociali più deboli, ormai stanche del Terrore.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II p. 130|Mathiez2}}.</ref> L’astrattaL'astratta incorruttibilità di Robespierre, la sua scarsa elasticità e la sua decisione di attaccare i suoi colleghi dei comitati proprio nel momento in cui sembravano disposti ad un compromesso, contribuì fortemente, facilitando il formarsi contro di lui di un'eterogenea coalizione, a far crollare subitaneamente il governo rivoluzionario terroristico-giacobino, quelli che sarebbero stati chiamati [[Termidoriani]], dall’dall'[[Colpo di Stato del 9 termidoro|omonimo colpo di Stato]] avvenuto nel mese di [[Termidoro]].<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II pp. 130131|Mathiez2}}.</ref> Tra questi vi erano molti Giacobini (molti di loro già coinvolti con le stragi di civili come rappresentanti in missione) come [[Jean-Lambert Tallien]] con la sua amante e futura moglie [[Teresa Cabarrus]] (soprannominata poi “Nostra Signora del Termidoro”), da lui fatta liberare dal carcere, il futuro leader del [[Direttorio]] [[Paul Barras]] (anch’eglianch'egli molto amico della Cabarrus), [[Collot d'Herbois|Collot d’Herbois]], [[Louis-Marie-Stanislas Fréron]] ma anche l’exl'ex hebertista [[Joseph Fouché]] con i moderati della [[Marais (Rivoluzione francese)|Pianura]] [[François-Antoine de Boissy d'Anglas|François-Antoine de Boissy d’Anglas]] e, soprattutto, il potente abate [[Emmanuel Joseph Sieyès]] (autore di parte del progetto di Costituzione del 1789), "[[eminenza grigia]]" del gruppo rivoluzionario e già forte sostenitore del Terrore, dopo essersi avvicinato ai Giacobini successivamente al 1792.<ref>{{Cita|MathiezLefebvre 1994| vol. II, pp. 134-135|MathiezLefebvre1994 }}.</ref>
 
=== Politiche in materia religiosa ===
==== La lotta per la libertà di culto ====
Il 10 novembre 1793, la Convenzione aveva partecipato alla [[cultiCulto della Ragione e dell'Essere Supremo|festa della Ragione]] in [[Cattedrale di Notre-Dame|Notre-Dame]] sconsacrata o, meglio, profanata. Tutte le chiese di Parigi vennero chiuse e ci furono assalti ai beni ecclesiastici ed episodi di violenza ad opera di hebertisti e sanculotti.<ref>Norman Hampson, ''La vita e le opinioni di Maximilien Robespierre''.</ref><ref>''Marc-Antoine Jullien de Paris (1775-1848): una biografia politica''; di Eugenio Di Rienzo, pag. 60-61</ref>
Il 21 novembre, Robespierre affermò che "L’L'[[ateismo]] è aristocratico", proseguendo l’accusal'accusa dicendo che, con il pretesto di distruggere la superstizione, alcuni volevano fare dell’ateismodell'ateismo una specie di religione, pertanto bisognava opporsi a coloro che "pretendono di turbare la libertà dei culti in nome della libertà e di attaccare il fanatismo con un nuovo fanatismo". Concluse: "Proscrivere il culto? La Convenzione non ha mai fatto questo passo temerario né mai lo farà". Nonostante questo, il cattolicesimo verrà di fatto bandito per molti mesi.<ref>S. Bianchi, ''La déchristianisation de l'an II: essai d'interpretation'' in ''Annali storici della Rivoluzione francese'', II, 341 e segg.</ref>
Il 28 novembre ritornò sull’argomentosull'argomento al Club dei Giacobini, opponendosi all’ideaall'idea che "un popolo religioso non può essere repubblicano". "Non tollereremo che si innalzi lo stendardo della persecuzione contro alcun culto" è la chiusura del discorso.
Il 6 dicembre 1793, Robespierre farà votare alla Convenzione un decreto in cui è stabilito che "La Convenzione Nazionale proibisce qualsiasi violenza o minaccia contraria alla libertà dei culti".<ref name="Bianchi, 341 e segg">Bianchi, 341 e segg.</ref>
Il 16 dicembre, Robespierre respinge la proposta di Bourdon de l’Oisel'Oise, che voleva espellere dal Club dei Giacobini tutti i preti, anche se costituzionali.<ref name="Bianchi, 341 e segg"/>
 
==== Il culto dell’Esseredell'Essere Supremo ====
{{vedi anche|Culto dell'Essere Supremo}}
{{Citazione|Il vero sacerdote dell'Essere supremo è la natura; il suo tempio, l'universo; il suo culto, la virtù; la sua festa, la gioia di molta gente, riunita sotto i suoi occhi per stringere i dolci vincoli della fratellanza universale e offrirgli l'omaggio di cuori sensibili e puri.<ref>{{cita|Robespierre|X, pp. 457-459}}.</ref>}}
Tuttavia, Robespierre, temendo l’influenzal'influenza e il ritorno delle masse alla religione cattolica, che egli stesso aveva fatto tornare legale con il ristabilimento della [[libertà religiosa]], proclamò [[religione di Stato]] il [[culto]] [[laicismo|laico]] e [[deismo|deista]] dell’dell' "[[Culti della Ragione eCulto dell'Essere Supremo|Essere Supremo]]", basato sulle teorie di Rousseau, e in parte di [[Voltaire]], ma il suo decreto gli attirò l’ostilitàl'ostilità sia dei [[chiesa cattolica|cattolici]] sia degli [[ateismo|atei]].<ref>Kennedy, Emmet (1989). A Cultural History of the French Revolution. Yale University Press. ISBN 0-300-04426-7, pag. 343-345</ref>. Robespierre prese anche le difese del clero costituzionale, i religiosi che si erano opposti ai preti refrattari, giurando fedeltà alla Repubblica, e accettò anche l’invitol'invito di una famiglia amica di tenere a battesimo il loro bambino, segno della sua volontà di conciliazione con i cattolici repubblicani. Molti atei e coloro che gli rimproveravano la sua spiritualità rousseauiana, spesso lo ridicolizzavano a parole. Anche [[Nicolas de Condorcet|Condorcet]], portavoce dei salotti illuministi, [[enciclopedista]] e scettico verso il deismo, aveva affermato che "Robespierre è un prete e non sarà mai altro che un prete".<ref>Lamendola, ''op. cit.''.</ref>
Nelle intenzioni di Robespierre, il culto dell’Esseredell'Essere Supremo avrebbe dovuto celebrare l’unitàl'unità nazionale e favorire la pacificazione, con la vittoria in guerra e la possibile fine del periodo di emergenza del Terrore.<ref>Kennedy, 345</ref>
[[File:Fête de l'Etre suprême 2.jpg|thumb|upright=1.5right|''Festa dell’Esseredell'Essere Supremo'', di [[Pierre-Antoine Demachy]], [[1794]], [[Museo Carnavalet]].]]
Se la precedente scristianizzazione aveva di fatto proibito ogni culto, soprattutto quello cattolico, tranne la celebrazione simbolica della [[Dea Ragione]], ponendo sui cimiteri la scritta: "La morte è un sonno eterno"<ref>[http://www.robespierre.it/dizionario_dett.asp?ID=15 "Scristianizzazione" sul sito Robespierre.it]</ref>, il nuovo culto nazionale tentava una conciliazione tra opposte visioni. Robespierre fece votare una legge sul riconoscimento di questa nuova forma di spiritualità, in cui si affermava all’articoloall'articolo 1 che "il popolo francese riconosce l’l'[[Dio|Essere Supremo]] e l’l'[[immortalità|immortalità dell’animadell'anima]]". La frase venne apposta anche su molte chiese, riconvertite a templi della Ragione o dell’Esseredell'Essere Supremo, senza che vi si celebrasse alcun culto. Gli articoli 2 e 3, infatti, dichiaravano che "il solo culto che si conviene all’Essereall'Essere Supremo è la pratica dei doveri dell’uomodell'uomo", cioè l’odiol'odio verso i tiranni, il rispetto dei deboli, la pratica della giustizia, ecc. Gli altri articoli confermano la libertà di culto e la [[laicità]], ma puniscono gli assembramenti aristocratici e le istigazioni fanatiche.<ref>Michel Vovelle, Serge Bonin, 1793: la révolution contre l'Église: de la raison à l'être suprême, éd. Complexe, 1988, p. 45, 274.</ref><ref>[{{Cita web|url=http://www.superstoria.it/explorer/visualizza.asp?id=81 |titolo=da "La Rivoluzione Francese", in Storia Illustrata, anno 1968, del mese di dicembre, numero 133.]|accesso=6 gennaio 2014|dataarchivio=29 maggio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230529185614/http://www.superstoria.it/explorer/visualizza.asp?id=81|urlmorto=sì}}</ref> Per Robespierre si trattava di una ''religione naturale'', un culto razionale, con istituzione di feste consacrate alle virtù civiche, con lo scopo, secondo lui, "di sviluppare il civismo e la morale repubblicana".<ref>Kennedy, 315-316.</ref><ref name="Vovelle, Bonin, p. 45, 274">Vovelle, Bonin, p. 45, 274.</ref>
 
Il culto dell’Esseredell'Essere Supremo fu un culto eminentemente deista, influenzato dal pensiero dei filosofi del secolo dei Lumi, e concepiva una divinità che non interagisce con il mondo naturale e non interviene nelle faccende terrene degli uomini, e si concretizzò in una serie di feste civiche, destinate a riunire periodicamente i cittadini e a "rifondare" la Città attorno all’ideaall'idea divina, ma soprattutto a promuovere valori sociali e astratti come l’Amicizial'Amicizia, la Fraternità, il Genere Umano, l’Infanzial'Infanzia, la Gioventù o la Gioia.<ref name="Vovelle, Bonin, p. 45, 274"/>
L’8L'8 giugno [[1794]] (il 20 [[pratile]]), Robespierre e altri deputati celebrarono la Festa dell’Esseredell'Essere Supremo al [[Campo di Marte (Parigi)|Campo di Marte]]. L’IncorruttibileL'Incorruttibile svolse una specie di ruolo di "sacerdote" del nuovo culto, guidando una processione che segnò l’apogeol'apogeo del suo prestigio, ma anche l’iniziol'inizio della sua fine. Molti deputati lo insultarono e lo minacciarono apertamente.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 110 e segg.|Mathiez2}}</ref> Questa fase coincise con il suo temporaneo ritiro dalla Convenzione.<ref>{{Cita|Walter|447 e segg.}}</ref>
 
=== La caduta ===
{{vedi anche|Colpo di Stato del 9 termidoro}}
[[File:9 termidoro.jpg|thumb|left|[[Jean-Lambert Tallien]] minaccia con un pugnale Maximilien de Robespierre, durante la seduta del 9 Termidoro.]]
Venuto meno il pericolo di un’invasioneun'invasione straniera, le misure eccezionali, emanate durante il Terrore, iniziarono a sembrare eccessive e i loro responsabili a essere malvisti, anche perché il crescente clima di terrore faceva sì che chiunque si sentisse un possibile bersaglio e futura vittima, in particolare dopo che era stato ghigliottinato anche [[Georges Jacques Danton|Danton]], uno dei capi più accesi e popolari. Tale cambiamento di situazione internazionale assicurò un ampio sostegno al colpo di Stato organizzato dagli avversari politici di Robespierre anche all’internoall'interno dell’Assembleadell'Assemblea della Convenzione.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 132-133|Mathiez2}}.</ref><ref>{{Cita|Walter|pp. 450-453}}.</ref>
Robespierre distingueva tra governo costituzionale, che protegge una Repubblica, e governo rivoluzionario, che deve costruirla.<ref>[http://www.robespierre.it/discorsi_gov_riv.htm Maximilien Robespierre, ''Governo rivoluzionario e governo costituzionale'', 25 dicembre 1793] in Documents d'histoire contemporaine: Le XIXe siècle, Jean-Paul Jourdan, éd. Presses Universitaires de Bordeaux, 2002, t. 1, p. 26</ref>
Secondo René Levasseur, "lungi dal chiedere la fine del Governo rivoluzionario, come qualcuno ha detto, egli raccomandò di mantenerlo, pur insistendo che venisse epurato dei furfanti e dei traditori che si erano infiltrati nelle sue file. Quanto al terrore, egli voleva che se ne alleggerisse il peso nei confronti del popolo, ma che diventasse più giusto e più severo verso gli aristocratici e i nemici della civica virtù".<ref>Mémoires de Lavasseur de la Sarthe, Paris, 1828; citato in George Rudé, Robespierre, traduzione di Maria Lucioni, Editori riuniti, Milano 1981.</ref>
[[File:Arrestation de Robespierre.jpg|thumb|upright=0.9right|''L'arresto di Robespierre''.]]
I nemici di Robespierre misero in giro lavoci vocediffamatorie sul fatto che volesse restaurare la monarchia costituzionale istituita nel [[1791]], ponendo sul trono il [[delfino (onorificenza)|delfino]] [[Luigi XVII di Francia|Luigi Carlo]] (Luigi XVII), di nove anni, allora prigioniero dopo l’esecuzionel'esecuzione della regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] nel [[1793]], e nominare sé stesso [[reggenza|reggente]] del regno, o che volesse direttamente "[[Adfectatio regni|farsi re]]" come [[Cesare]], sposando la sorella maggiore del delfino, la principessa [[Maria Teresa Carlotta di Borbone-Francia|Maria Teresa Carlotta]], anche lei prigioniera.<ref>Biografia di Robespierre su leonardo.it, tratta da Adolphe Thiers, ''Storia della Rivoluzione francese''.</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=pgQqDwAAQBAJ&pg=PT739&dq=robespierre+madame+royale&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjIvaf12cr1AhW5QvEDHUtjBIcQ6AF6BAgGEAM#v=onepage&q=robespierre%20madame%20royale&f=false J. M. Thompson, ''Robespierre'', Pickle Partners Publishing, 2017]</ref><ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 130-131|Mathiez2}}.</ref> Altri lo calunniarono, dicendo avesse finanziato [[Catherine TheotThéot]], un’anzianaun'anziana predicatrice nota per diffondere una profezia secondo cui Robespierre era un nuovo [[Messia]], e coinvolta a livello popolare nelle cerimonie del culto dell'Essere Supremo.<ref>Georges Minois, ''Storia dell'avvenite. Dai profeti alla futurologia'', pag. 198.</ref><ref>{{Cita|Walter|pp. 446-453}}.</ref> Dopo quattro settimane di assenza, finalmente, il 26 luglio [[1794]], Robespierre si presentò alla Convenzione, dove tenne un discorso di più di due ore. Egli ammonì sulla possibilità di una cospirazione contro la Repubblica, minacciò alcuni deputati che avevano, a suo parere, agito ingiustamente e avevano ecceduto nei loro poteri e che andavano dunque puniti, infine suggerì che il [[Comitato di salute pubblica|Comitato di Salute Pubblica]] e [[Comitato di sicurezza generale|quello della Sicurezzasicurezza Generalegenerale]], suo avversario da molto tempo, fossero rinnovati.<ref name="ReferenceE"/>
[[File:Berthault - Verhaftung des Robespierre.jpg|thumb|right|[[Pierre-Gabriel Berthault]] e [[Jean Duplessis-Bertaux]], ''Robespierre ferito al Comitato di salute pubblica, 28 luglio 1794'', [[BibliothèqueBiblioteca nationalenazionale dedi FranceFrancia]].]]
Tali velate minacce crearono grande agitazione nella Convenzione. Robespierre non aveva fatto nomi e ci si chiese chi fossero i deputati destinati ad essere puniti. Tutti erano peraltro sorpresi che l’Incorruttibilel'Incorruttibile imputasse il terrore agli eccessi di quel Comitato di Salute Pubblica di cui lui stesso era membro.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 132-135|Mathiez2}}.</ref>
 
La maggioranza del Comitato di Salute Pubblica era determinata ad agire prontamente. La Convenzione, di primo acchito, mossa dall’eloquenzadall'eloquenza di Robespierre, approvò la sua mozione:
{{Citazione|Popolo, ricordati che se nella Repubblica la giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!<ref>Histoire de Robespierre, Ernest Hamel, éd. Chez l'auteur, 1867, t. 3, p. 729</ref>}}
 
Robespierre, privo dell'appoggio della maggioranza della [[Comune di Parigi (1792)|Comune parigina]], disse a [[Jacques-Louis David]] l'8 termidoro che «se bisogna soccombere, ebbene, amici miei, mi vedrete bere la [[Conium maculatum|cicuta]] con calma». David lo sostenne: «io la berrò con te». Il giorno dopo Robespierre sarà arrestato ma David era assente dalla Convenzione perché malato, dirà, benché Bertrand Barère, uno dei congiurati [[termidoriani]], nelle sue memorie afferma di averlo dissuaso dall'andare all'Assemblea, salvandogli di fatto la vita.
Il giorno successivo, il 27 luglio, o secondo il calendario rivoluzionario il [[colpo di Stato del 9 termidoro|9 Termidoro]], tuttavia, a dimostrazione che il clima era decisamente cambiato, quando [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], molto vicino a Robespierre, iniziò a parlare alla Convenzione, fu continuamente interrotto da violente proteste. [[Jean-Lambert Tallien]], [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne|Billaud-Varenne]] e Vadier attaccarono nuovamente Robespierre e numerose furono le grida di "Abbasso il tiranno!".<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 135|Mathiez2}}.</ref>
 
Il giorno successivo, il 27 luglio, o secondo il calendario rivoluzionario il [[colpo di Stato del 9 termidoro|9 Termidoro]], a dimostrazione che il clima era decisamente cambiato, quando [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], molto vicino a Robespierre, iniziò a parlare alla Convenzione, fu continuamente interrotto da violente proteste. [[Jean-Lambert Tallien]] (spinto da una drammatica lettera dell'amante detenuta [[Teresa Cabarrus]]), [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne|Billaud-Varenne]] e Vadier attaccarono nuovamente Robespierre e numerose furono le grida di "Abbasso il tiranno!".<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 135|Mathiez2}}.</ref>
Quando Robespierre esitò nel replicare a questi attacchi, si alzò il grido ''C’est le sang de Danton qui t’étouffe'' (È il sangue di Danton che ti soffoca).<ref name="ReferenceD"/> Seguì una rissa in cui [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]] sguainò un pugnale e minacciò Robespierre in mezzo alla Convenzione.
 
Robespierre tentò invano di continuare a parlare, ma, alle cinque del pomeriggio, lui, [[Georges Couthon|Couthon]] e Saint-Just, con due altri giovani deputati, il fratello minore [[Augustin Robespierre]] e [[Philippe-François-Joseph Le Bas]], gli unici rimasti nella convenzione a sostenere Robespierre, furono arrestati. Robespierre ebbe parole di rassegnazione prima di essere arrestato: "La Repubblica è perduta… i briganti trionfano".<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 136|Mathiez2}}.</ref>
Quando Robespierre esitò nel replicare a questi attacchi, si alzò il grido ''C'est le sang de Danton qui t'étouffe'' (È il sangue di Danton che ti soffoca).<ref name="ReferenceD"/> Seguì una rissa in cui [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]] sguainò un pugnale e minacciò Robespierre in mezzo alla Convenzione.
Robespierre tentò invano di continuare a parlare, ma, alle cinque del pomeriggio, lui, [[Georges Couthon|Couthon]] e Saint-Just, con due altri giovani deputati, il fratello minore [[Augustin de Robespierre]] e [[Philippe-François-Joseph Le Bas]], gli unici rimasti nella convenzione a sostenere Robespierre, furono dichiarati fuorilegge e decaduti dal voto assembleare, e arrestati. Robespierre ebbe parole di rassegnazione prima di essere arrestato: "La Repubblica è perduta… i briganti trionfano".<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 136|Mathiez2}}.</ref>
 
=== Esecuzione e conseguenze in Francia ===
[[File:Jean-Joseph-François Tassaert - La Nuit du 9 au 10 thermidor an II, Arrestation de Robespierre.jpg|thumb|left|upright=1.2|Robespierre colpito al volto da un colpo di pistola, nei tafferugli seguiti al suo arresto.]]
Nessuna prigione accettò però di incarcerarlo e, nelle ore successive, Robespierre si ritrovò libero grazie ad una sortita di Saint-Just, con gli altri suoi sostenitori e fu condotto dalle truppe della [[Comune di Parigi (1792)|Comune di Parigi]] all’all'[[Hôtel de Ville (Parigi)|Hôtel de Ville]], dove fu raggiunto dai suoi fedeli, guidati da Payan e Coffinhal.<ref name="ReferenceF">{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 136-137|Mathiez2}}.</ref>
 
Erano tuttavia passati i giorni in cui la Comune poteva dettar legge alla Convenzione. Il Club, spinto da [[Collot d'Herbois]] e Barère, non mandò i propri rappresentanti al Comune. I sanculotti erano stanchi e avrebbero agito di malavoglia, pensando che la fine del governo giacobino avrebbe favorito lo sblocco dei salari. Alla notizia della liberazione di Robespierre, la Convenzione si riunì nuovamente e dichiarò fuori legge i membri della Comune e i deputati da questi liberati. La Guardia nazionale, sotto il comando di [[Paul Barras|Barras]], ebbe grandi difficoltà nel raggiungere l'Hôtel de Ville.<ref name="ReferenceF"/>
 
Nella mattinata del 28 luglio 1794, le Guardie Nazionali fedeli alla Convenzione, si impadronirono, senza trovare ulteriore resistenza, dell'Hôtel de Ville e arrestarono numerosi dirigenti giacobini fedeli a Robespierre, tra cui nuovamente [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], il paraplegico [[Georges Couthon|Couthon]], [[Philippe-François-Joseph Le Bas|Le Bas]], poco dopo suicida con un colpo di pistola, e Augustin, il quale, nel tentativo di sfuggire alla cattura, si gettò dalla finestra sul selciato, dove fu raccolto in fin di vita. Su ciò che successe a Maximilien le opinioni degli storici divergono.
Erano tuttavia passati i giorni in cui la Comune poteva dettar legge alla Convenzione. I sanculotti erano stanchi e avrebbero agito di malavoglia, pensando che la fine del governo giacobino avrebbe favorito lo sblocco dei salari. Alla notizia della liberazione di Robespierre, la Convenzione si riunì nuovamente e dichiarò fuori legge i membri della Comune e i deputati da questi liberati. La Guardia nazionale, sotto il comando di [[Paul Barras|Barras]], ebbe grandi difficoltà nel raggiungere l’Hôtel de Ville.<ref name="ReferenceF"/>
[[File:Valery Jacobi Ninth Thermidor.jpg|thumb|right|Robespierre ferito e gli altri arrestati, detenuti in attesa dell'esecuzione sulla ghigliottina.]]
C'è chi sostiene che egli cercò di opporre resistenza, ma un colpo di pistola, sparato dal gendarme [[Charles-André Merda]], gli fracassò la mascella. Altri storici, fra cui [[Thomas Carlyle]] e, soprattutto, [[Albert Mathiez]], accreditano la tesi del tentato suicidio.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 137-138|Mathiez2}}.</ref> Altra ipotesi quella dello sparo accidentale dell'arma impugnata dallo stesso Robespierre per propria difesa, nel momento in cui lo stesso cadde in terra nei momenti concitati della tentata fuga per le scale del palazzo. A capo delle guardie vi era Léonard Bourdon, ex hebertista, che aveva avuto contrasti con Robespierre all'epoca della campagna per l'[[ateismo di Stato|ateismo di stato]], sostenuto da Bourdon contro Robespierre.
I chirurghi, incaricati di bendargli la mascella rotta, per evitare che non potesse essere ghigliottinato perché infermo, riferirono che l'Incorruttibile non emise un lamento, benché il dolore fisico dovesse essere molto forte, per una frattura di quel genere. Per tutto il tempo, Robespierre continuò a guardare in alto, in un atteggiamento quasi [[mistica|mistico]], mentre diversi termidoriani lo insultavano.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 138|Mathiez2}}.</ref><ref>Pierre Guillemin, ''Robespierre politico e mistico'', pp. 405 e segg.</ref>
 
Tutti i prigionieri catturati, una ventina, vennero condotti alla [[Conciergerie]] per un formale atto di riconoscimento da parte del presidente del [[Tribunale rivoluzionario]], il temuto pubblico ministero [[Antoine Quentin Fouquier-Tinville]], e quindi inviati, senza processo, dopo circa quattordici ore dalla cattura, alla ghigliottina in [[Place de la Concorde|Place de la Révolution]], tra la folla esultante per la fine del tiranno Robespierre. Sia Augustin che Maximilien erano moribondi. Robespierre era ferito e fortemente frastornato, con una vistosa fasciatura alla mascella, e pare avesse anche la febbre molto alta. Un testimone oculare, Desessarts, affermò che era in condizioni pietose: "Il suo volto era in parte coperto da panni sporchi e insanguinati. Quel poco che si vedeva dei suoi tratti era orribilmente sfigurato. Non dava alcun segno di sensibilità. I suoi occhi erano chiusi, si aprirono solo quando fu trascinato verso il patibolo". In tutto il tragitto verso l'esecuzione non disse una parola, solo ebbe un forte grido di dolore quando gli tolsero la fasciatura per salire ed essere messo sulla ghigliottina. La mascella però, ormai fracassata, si staccò dalla parte destra, e Robespierre perse grandi quantità di sangue. Gli esecutori, viste le condizioni in cui si trovava, ormai moribondo, affrettarono così il procedimento.<ref name=Munzi>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/21/chi_paura_Robespierre_co_0_9401211909.shtml Ulderico Munzi, ''Chi ha paura di Robespierre?'', La Stampa, 21 gennaio 1994]</ref><ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 138-139|Mathiez2}}.</ref>
Nella mattinata del 28 luglio 1794, le Guardie Nazionali fedeli alla Convenzione, si impadronirono, senza trovare ulteriore resistenza, dell’Hôtel de Ville e arrestarono numerosi dirigenti giacobini fedeli a Robespierre, tra cui nuovamente [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], [[Georges Couthon|Couthon]], [[Philippe-François-Joseph Le Bas|Le Bas]], poco dopo suicida, e Augustin, il quale, nel tentativo di sfuggire alla cattura, si gettò dalla finestra sul selciato, dove fu raccolto in fin di vita. Su ciò che successe a Maximilien le opinioni degli storici divergono.
La stessa sorte toccò, il giorno dopo, ad altri ottanta seguaci di Robespierre, facendo quindi diminuire nettamente l'influenza giacobina in Francia.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 139|Mathiez2}}.</ref>
[[File:Valery Jacobi Ninth Thermidor.jpg|thumb|upright=1.5|Robespierre ferito e gli altri arrestati, detenuti in attesa dell’esecuzione sulla ghigliottina.]]
C’è chi sostiene che egli cercò di opporre resistenza, ma un colpo di pistola, sparato dal gendarme [[Charles-André Merda]], gli fracassò la mascella. Altri storici, fra cui [[Thomas Carlyle]] e, soprattutto, [[Albert Mathiez]], accreditano la tesi del tentato suicidio.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 137-138|Mathiez2}}.</ref> Altra ipotesi quella dello sparo accidentale dell’arma impugnata dallo stesso Robespierre per propria difesa, nel momento in cui lo stesso cadde in terra nei momenti concitati della tentata fuga per le scale del palazzo. A capo delle guardie vi era Léonard Bourdon, ex hebertista, che aveva avuto contrasti con Robespierre all’epoca della campagna per l’[[ateismo di Stato|ateismo di stato]], sostenuto da Bourdon contro Robespierre.
I chirurghi, incaricati di bendargli la mascella rotta, per evitare che non potesse essere ghigliottinato perché infermo, riferirono che l’Incorruttibile non emise un lamento, benché il dolore fisico dovesse essere molto forte, per una frattura di quel genere. Per tutto il tempo, Robespierre continuò a guardare in alto, in un atteggiamento quasi [[mistica|mistico]].<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 138|Mathiez2}}.</ref><ref>Pierre Guillemin, ''Robespierre politico e mistico'', pp. 405 e segg.</ref>
 
Il corpo di Robespierre, come quello degli altri giustiziati, dopo che le loro teste erano state mostrate al popolo com'era uso, finì in una [[fossa comune]] del [[Cimitero degli Errancis]], cosparso di [[calce|calce viva]]. L'ossario del cimitero verrà traslato da [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] nelle cosiddette [[Catacombe di Parigi]], dove, tra migliaia di resti, è probabile si trovino tuttora quelli dell'Incorruttibile.<ref>{{Cita|Walter|2e partie: « Le bilan d'une dictature », chapitre 6: « Jours et nuits de Thermidor », et 3e partie: « Le vaincu du neuf thermidor », chapitre 1: « Autour de l'échafaud »}}.</ref>
Tutti i prigionieri catturati, una ventina, vennero condotti alla [[Conciergerie]] per un formale atto di riconoscimento e quindi inviati, senza processo, dopo circa quattordici ore dalla cattura, alla ghigliottina in [[Place de la Concorde|Place de la Révolution]], tra la folla esultante per la fine del tiranno Robespierre. Sia Augustin che Maximilien erano moribondi. Robespierre era ferito e fortemente frastornato, con una vistosa fasciatura alla mascella, e pare avesse anche la febbre molto alta. Un testimone oculare, Desessarts, affermò che era in condizioni pietose: "Il suo volto era in parte coperto da panni sporchi e insanguinati. Quel poco che si vedeva dei suoi tratti era orribilmente sfigurato. Non dava alcun segno di sensibilità. I suoi occhi erano chiusi, si aprirono solo quando fu trascinato verso il patibolo". In tutto il tragitto verso l'esecuzione non disse una parola, solo ebbe un forte grido di dolore quando gli tolsero la fasciatura per salire ed essere messo sulla ghigliottina. La mascella però, ormai fracassata, si staccò dalla parte destra, e Robespierre perse grandi quantità di sangue. Gli esecutori, viste le condizioni in cui si trovava, ormai moribondo, affrettarono così il procedimento.<ref name=Munzi>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/21/chi_paura_Robespierre_co_0_9401211909.shtml Ulderico Munzi, ''Chi ha paura di Robespierre?'', La Stampa, 21 gennaio 1994]</ref><ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 138-139|Mathiez2}}.</ref>
La [[scultura|scultrice]] [[Marie Tussaud]], fondatrice del celebre [[museo delle cere]] "[[Madame Tussauds]]", eseguì un [[maschera mortuaria|calco mortuario]] della testa di Robespierre, realizzandone un [[statua di cera|modello in cera]] (fornendo la base per molte ricostruzioni). Nel 2013, basandosi su questo modello, alcuni ricercatori hanno ricostruito, con tecniche di [[antropologia forense]], il presunto vero volto di Robespierre (perlomeno quello che aveva poco prima di morire), rivelando che, come quello di Danton, era segnato dal [[vaiolo]] che colpì regolarmente la Francia nel [[XVIII secolo]]. L'Incorruttibile avrebbe sofferto di altre patologie, tra cui la [[sarcoidosi]], una malattia del sistema immunitario, ad eziologia non chiara, che causa vari sintomi, descritti da testimoni dell'epoca, come problemi alla vista, [[epistassi|sangue dal naso]], [[astenia]], frequenti [[ulcera|ulcere]] alle gambe e lesioni della pelle del volto. La diagnosi retrospettiva è stata quella di sarcoidosi diffusa, con compromissione degli occhi, delle [[apparato respiratorio|vie respiratorie]], del [[fegato]] e del [[pancreas]].<ref>{{Cita web |url= http://www.focus.it/scienza/salute/svelata-la-malattia-di-robespierre_C12.aspx |titolo= Svelata la malattia di Robespierre. era la sarcoidosi |autore= Margherita Fronte |accesso= 4 gennaio 2014 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140104221041/http://www.focus.it/scienza/salute/svelata-la-malattia-di-robespierre_C12.aspx |dataarchivio= 4 gennaio 2014 |urlmorto= sì }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2813%2962694-X/fulltext?rss=yes |titolo=Robespierre: the oldest case of sarcoidosis |autore =Philippe Charlier, Philippe Froesch| accesso= 4 gennaio 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2013/12/29/cultura/a-chi-fa-ancora-paura-la-vera-faccia-di-robespierre-oigzm4hcJDVAv66TtCg7hL/pagina.html |titolo=A chi fa ancora paura la vera faccia di Robespierre? |autore =Massimiliano Panarari| accesso= 4 gennaio 2014}}</ref>
La stessa sorte toccò, il giorno dopo, ad altri ottanta seguaci di Robespierre, facendo quindi diminuire nettamente l’influenza giacobina in Francia.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 139|Mathiez2}}.</ref>
[[File:Hw-robespierre.jpg|thumb|left|Un celebre ritratto di Robespierre.]]
[[File:Execution robespierre, saint just....jpg|thumb|right|L'esecuzione di Robespierre e del fratello Augustin, assieme a Saint-Just, Couthon (l'uomo sulla ghigliottina) e tutto il gruppo dirigente giacobino robespierrista.]]
Con la morte di Robespierre finì il periodo del Terrore giacobino e iniziò il governo dei [[Convenzione termidoriana|Termidoriani]], tra cui vi erano, oltre agli ex giacobini come Barras e Tallien e qualche hebertista, anche molto più estremi di Robespierre tra cui [[Louis-Marie-Stanislas Fréron]] e [[Joseph Fouché]], riciclatisi come moderati e uomini d'ordine, molti ex indulgenti dantoniani, membri della Pianura come [[Emmanuel Joseph Sieyès]] e alcuni sopravvissuti girondini e realisti, espressione della borghesia moderata e che diedero corso per un certo periodo al cosiddetto [[Terrore bianco]], volto ad eliminare gli oppositori e segnatamente i giacobini; emisero numerose condanne a morte, come numero quasi pari alle precedenti, diffamando ogni azione politica di Robespierre e dei giacobini, e vi furono stragi sommarie e omicidi di presunti giacobini.<ref name="ReferenceG">{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 140|Mathiez2}}.</ref> Il club venne messo fuori legge a novembre (con esso diversi giacobini congiurati), anche se non cessò le sue attività, anche utilizzando altri nomi, in Francia e nelle cosiddette [[repubbliche sorelle]] di qualche anno dopo. La maggioranza della nazione accolse con favore la caduta di Robespierre e dei giacobini. Essa ritenne che questo momento decisivo segnasse la fine del rigore e dell'estremismo del governo rivoluzionario e del Terrore. La coalizione che aveva eliminato Robespierre ben presto si disgregò e furono le correnti moderate della Convenzione, affiancati da Tallien, Fréron e Rovère, che dominarono il periodo termidoriano. Sorsero nuovi giornali aderenti alla nuova situazione politica, ricomparvero speculatori e finanzieri.<ref name="ReferenceG"/>
 
Solo una minoranza della piccola borghesia e dell'artigianato, impegnata nel governo rivoluzionario in periferia e nei club, comprese l'importanza della caduta di Robespierre e della vittoria dei moderati della Convenzione. In questi ambienti, l'amarezza, la preoccupazione e la disperazione furono diffusi. Alcuni patrioti si suicidarono, ad Arras e a [[Nîmes]] si parlò di marciare in aiuto di Robespierre. La madre della Duplay, arrestata con gli altri familiari, si impiccò in cella.<ref>{{Cita|Walter|capitolo Journes and Nuits de Thermidore}}.</ref> Alcuni rifiutarono di credere alle notizie. I Termidoriani avevano ora il potere e la forza per dominare la situazione e repressero facilmente le opposizioni dei partigiani di Robespierre in tutta la nazione. Si procedette ad arresti ed epurazioni immediate contro i cosiddetti "bevitori di sangue", identificati con i giacobini più vicini a Robespierre.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 139-140|Mathiez2}}.</ref>
Il corpo di Robespierre, come quello degli altri giustiziati, dopo che le loro teste erano state mostrate al popolo com’era uso, finì in una [[fossa comune]] del [[Cimitero degli Errancis]], cosparso di [[calce|calce viva]]. L’ossario del cimitero verrà traslato da [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] nelle cosiddette [[Catacombe di Parigi]], dove, tra migliaia di resti, è probabile si trovino tuttora quelli dell’Incorruttibile.<ref>{{Cita|Walter|2e partie : « Le bilan d'une dictature », chapitre 6 : « Jours et nuits de Thermidor », et 3e partie : « Le vaincu du neuf thermidor », chapitre 1 : « Autour de l'échafaud »}}.</ref>
La [[scultura|scultrice]] [[Marie Tussaud]], fondatrice del celebre [[museo delle cere]] "[[Madame Tussauds]]", eseguì un [[maschera mortuaria|calco mortuario]] della testa di Robespierre, realizzandone un [[statua di cera|modello in cera]] (fornendo la base per molte ricostruzioni). Nel [[2013]], basandosi su questo modello, alcuni ricercatori hanno ricostruito, con tecniche di [[antropologia forense]], il vero volto di Robespierre (perlomeno quello che aveva poco prima di morire), rivelando che, come quello di Danton, era segnato dal [[vaiolo]] che colpì regolarmente la Francia nel [[XVIII secolo]]. L’Incorruttibile avrebbe sofferto di altre patologie, tra cui la [[sarcoidosi]], una malattia del sistema immunitario, ad eziologia non chiara, che causa vari sintomi, descritti da testimoni dell’epoca, come problemi alla vista, [[epistassi|sangue dal naso]], [[astenia]], frequenti [[ulcera|ulcere]] alle gambe e lesioni della pelle del volto. La diagnosi retrospettiva è stata quella di sarcoidosi diffusa, con compromissione degli occhi, delle [[apparato respiratorio|vie respiratorie]], del [[fegato]] e del [[pancreas]].<ref>{{Cita web|url= http://www.focus.it/scienza/salute/svelata-la-malattia-di-robespierre_C12.aspx |titolo= Svelata la malattia di Robespierre. era la sarcoidosi|autore =Margherita Fronte| accesso= 4 gennaio 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2813%2962694-X/fulltext?rss=yes |titolo=Robespierre: the oldest case of sarcoidosis |autore =Philippe Charlier, Philippe Froesch| accesso= 4 gennaio 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2013/12/29/cultura/a-chi-fa-ancora-paura-la-vera-faccia-di-robespierre-oigzm4hcJDVAv66TtCg7hL/pagina.html |titolo=A chi fa ancora paura la vera faccia di Robespierre? |autore =Massimiliano Panarari| accesso= 4 gennaio 2014}}</ref>
[[File:Hw-robespierre.jpg|thumb|left|upright=0.8|Un celebre ritratto di Robespierre.]]
[[File:Execution robespierre, saint just....jpg|thumb|upright=1.1|L’esecuzione di Robespierre e del fratello Augustin, assieme a Saint-Just, Couthon e tutto il gruppo dirigente giacobino.]]
Con la morte di Robespierre finì il periodo del Terrore giacobino e iniziò il governo dei [[Convenzione termidoriana|Termidoriani]], tra cui vi erano, oltre agli ex giacobini e qualche hebertista, anche molto più estremi di Robespierre e riciclatisi come moderati e uomini d’ordine, molti ex indulgenti dantoniani, membri della Pianura e sopravvissuti girondini, espressione della borghesia moderata, che diedero corso per un certo periodo al cosiddetto [[Terrore bianco]], volto ad eliminare gli oppositori e segnatamente i giacobini, emettendo numerose condanne a morte, come numero quasi pari alle precedenti e diffamando ogni azione politica di Robespierre e dei giacobini.<ref name="ReferenceG">{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 140|Mathiez2}}.</ref> Il club venne messo fuori legge, anche se non cessò le sue attività, anche utilizzando altri nomi, in Francia e nelle cosiddette [[repubbliche sorelle]] di qualche anno dopo. La maggioranza della nazione accolse con favore la caduta di Robespierre e dei giacobini. Essa ritenne che questo momento decisivo segnasse la fine del rigore e dell’estremismo del governo rivoluzionario e del Terrore. La coalizione che aveva eliminato Robespierre ben presto si disgregò e furono le correnti moderate della Convenzione, affiancati da Tallien, Fréron e Rovère, che dominarono il periodo termidoriano. Sorsero nuovi giornali aderenti alla nuova situazione politica, ricomparvero speculatori e finanzieri.<ref name="ReferenceG"/>
 
== Opere ==
Solo una minoranza della piccola borghesia e dell’artigianato, impegnata nel governo rivoluzionario in periferia e nei club, comprese l’importanza della caduta di Robespierre e della vittoria dei moderati della Convenzione. In questi ambienti, l’amarezza, la preoccupazione e la disperazione furono diffusi. Alcuni patrioti si suicidarono, ad [[Arras]] e a [[Nîmes]] si parlò di marciare in aiuto di Robespierre. La madre della Duplay, arrestata con altri familiari, si impiccò in cella.<ref>{{Cita|Walter|capitolo Journes and Nuits de Thermidore}}.</ref> Alcuni rifiutarono di credere alle notizie. I Termidoriani avevano ora il potere e la forza per dominare la situazione e repressero facilmente le opposizioni dei partigiani di Robespierre in tutta la nazione. Si procedette ad arresti ed epurazioni immediate contro i cosiddetti "bevitori di sangue", identificati con i giacobini.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 139-140|Mathiez2}}.</ref>
La principale opera letteraria di Robespierre è ''Il terrore e la virtù'' (1793), nel quale egli sosteneva con grinta le motivazioni che lo avevano spinto ad attuare il Terrore e la necessità di prolungarlo. I suoi scritti precedenti, invece, non ci sono giunti in maniera organica; le opere di Robespierre, ritenute a volte vere e proprie analisi di [[filosofia politica|filosofia della politica]], sono costituite in maggioranza da discorsi. La ''Société des études robespierristes'' ha pubblicato (1910-1967) le ''Œuvres di M. Robespierre'', in cui sono presenti le opere edite, parte della corrispondenza, i giornali pubblicati e quasi tutti i discorsi pronunciati dall'Incorruttibile.<ref>Bibliografia a cura di U. Cerroni, in: M. Robespierre, ''La rivoluzione giacobina'', 1992.</ref> Nel 2000, è stata fatta un riedizione anastatica delle ''Œuvres''. Nel 2007 è uscito l'XI volume delle ''Œuvres ''contenente alcune integrazioni non presenti nei precedenti dieci volumi. Nel novembre del 2011 sono stati acquistati dalle ''[[Archivi nazionali (Francia)|Archives nationales]]'' alcuni manoscritti di Robespierre che compariranno probabilmente nel XII volume delle ''Œuvres'', in uscita dal 2012-2013. Uno di essi è del 1791 e parla della situazione finanziaria della Francia.<ref>{{Cita web|url=http://www.storiainrete.com/4909/ultime-notizie/robespierre-stato-francese-salva-manoscritto-inedito-da-asta/|titolo=Robespierre, stato francese salva manoscritto inedito da asta|accesso=4 gennaio 2014|dataarchivio=4 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140104212849/http://www.storiainrete.com/4909/ultime-notizie/robespierre-stato-francese-salva-manoscritto-inedito-da-asta/|urlmorto=sì}}</ref> Una sottoscrizione popolare ha raccolto inoltre 120.000 euro per acquistare all'asta altri manoscritti dalla casa d'aste inglese [[Sotheby's]], messi all'incanto nel 2012.<ref>[http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Storia-Robespierre-1100-donatori-raccolgono-120000-euro-per-manoscritti-inediti_312576012777.html Robespierre, 1100 donatori raccolgono 120.000 euro per manoscritti inediti]</ref>
 
== Valutazioni storiche della figura di Robespierre ==
[[File:MaxRobespierre Best.jpg|thumb|upright=0.9|Una statua moderna che ricostruisce l’aspetto di Robespierre, opera di George S. Stuart, Museum di Ventura County, California]]
Robespierre rimane una figura storica molto controversa, ma che ha comunque affascinato gli storici, non soltanto francesi. Lo storico [[Albert Soboul]], ad esempio, ha sottolineato la bontà delle sue riforme, ma ha anche ricordato la sua severità durante il periodo del Terrore.<ref>Albert Soboul - Robespierre and the Popular Movement of 1793-4.</ref> [[Simon Schama]] invece punta il dito contro i collaboratori di Robespierre, e rimprovera all’Incorruttibileall'Incorruttibile l’estremizzazionel'estremizzazione del concetto rivoluzionario.<ref>Simon Schama, ''Cittadini. Cronaca della Rivoluzione francese''.</ref> Il contemporaneo [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau]] disse di lui: "Quest’uomoQuest'uomo andrà lontano, perché egli crede in tutto ciò che dice".<ref>citato in George Rudé, ''Robespierre'', traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, Milano 1981; cfr. [http://www.treccani.it/enciclopedia/robespierre_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Robespierre in Enciclopedia italiana]</ref>
 
Contribuì alla diffusione del pensiero di Robespierre anche il rivoluzionario italo-francese [[Filippo Buonarroti]], suo sostenitore, che lasciò la [[Francia]] dopo la [[congiura degli Eguali|cospirazione di Babeuf]]. Buonarroti sostenne che "il popolo non ha mai avuto un amico più devoto e sincero. Grandi sforzi sono stati fatti per infangare la sua memoria; ora lo si accusa di aver mirato alla dittatura, ora lo si ritiene responsabile di ogni necessaria misura di rigore presa dal governo rivoluzionario. Ma felici, diciamo, sarebbero state la Francia e l’umanitàl'umanità se Robespierre fosse stato un dittatore e avesse potuto porre in atto le sue grandi riforme" e "nella Convenzione toccò a Robespierre combattere simultaneamente il realismo, la cupidigia borghese e l’immoralitàl'immoralità degli uomini pubblici. Sua costante preoccupazione fu di riformare sia i comuni sia l’ordinel'ordine sociale creando istituzioni che servissero da base al maestoso edificio dell’uguaglianzadell'uguaglianza e della repubblica popolare".<ref>F. Buonarroti, ''Observations sur Maximilien Robespierre'', Paris 1837, citato in George Rudé, ''Robespierre'', traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, Milano 1981.</ref>
[[File:Place Robespierre Marseille.png|thumb|180px|Targa odierna in onore del rivoluzionario in Place Robespierre a Marsiglia ("Robespierre, avvocato, nato ad Arras nel 1758, morto ghigliottinato senza processo il 27 luglio<ref>In realtà il 28</ref> 1794. Soprannominato l'Incorruttibile. Difensore del popolo. Autore delle nostre idee repubblicane: [[Liberté, Egalité, Fraternité|Liberté Egalité Fraternité]]"]]
[[Ernest Hamel]], nella sua ''Storia della grande rivoluzione'' descrive Robespierre come una vittima di calunnie da parte dei [[termidoriani]]: «La tattica dei congiurati fu questa: moltiplicare gli atti d'oppressione e il numero delle esecuzioni capitali, trovare ovunque dei colpevoli, spargere il terrore in tutte le classi sociali e presentare Robespierre come il supremo ordinatore di tutto ciò che si faceva. [...].Andavano ovunque a spargere calunnie sopra calunnie. Dicevano ai nobili: è solo lui solo che vi ha proscritti; ai patrioti: egli vuol salvare i nobili. Lo si mostrava ai preti come il loro persecutore, ai fanatici come il distruttore della religione, ed a tutti gl'innocenti, a tutti i cittadini perseguitati ond'egli assumeva invano la difesa, si diceva: la vostra sorte dipende da lui solo. Giammai la calunnia fu cosi sapiente.»
Secondo uno dei maggiori studiosi della Rivoluzione, nonché biografo di Robespierre, [[Albert Mathiez]] "la figura di Robespierre è stata talmente falsata negli ultimi vent'anni, anche da storici repubblicani, che parlare delle idee religiose dell'Incorruttibile può sembrare oggi impresa rischiosa". Mathiez lo definisce anche come padre delle moderne [[socialdemocrazia|socialdemocrazie]].<ref>The Fall of Robespierre and other essays, London 1927.</ref> Per [[Anatole France]] fu "il più grande statista apparso sulla scena tra il 1789 e il 1794",<ref>Citato in George Rudé, ''Robespierre'', traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, Milano 1981.</ref> mentre per la scrittrice [[George Sand]] fu "il più grande uomo della rivoluzione e uno dei più grandi della storia". [[Edgar Quinet]] affermò invece che "i contemporanei non hanno mai creduto che Robespierre fosse estraneo al Terrore; soltanto alcuni storici hanno sostenuto il contrario", in polemica con [[Louis Blanc]]. [[Michel Vovelle]] accusa la storiografia dominante di trattare benevolmente Danton e Napoleone Bonaparte, e che quest'ultimo causò molti più morti di Robespierre.<ref name=Munzi/>
 
Anche [[Max Gallo]], noto biografo di Napoleone, ha espresso un giudizio positivo, distinguendo nettamente Robespierre da altri rivoluzionari come [[Lenin]] o [[Iosif Stalin|Stalin]]. La storiografia di area conservatrice e cattolica mantiene invece un giudizio negativo su di lui e sulla rivoluzione in generale, mentre quella di area [[ebraismo|ebraica]] lo vede con favore per il suo attivismo nella causa dell'[[emancipazione]] del [[ebrei|popolo israelita]] dai [[ghetto|ghetti]], e la sua decisa pronuncia contro [[razzismo]] e [[antisemitismo]].<ref name=Munzi/><ref>Robespierre disse: "Come potete rimproverare agli ebrei le persecuzioni che hanno subíto in diversi paesi? Queste sono, al contrario, dei crimini nazionali che noi dobbiamo espiare reintegrandoli negli imprescrittibili diritti dell'uomo di cui nessuna autorità umana può privarli. [...] Restituiamo loro la felicità, la patria e la virtù reintegrandoli nella loro dignità di uomini e cittadini."</ref><ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Robespierre,+Maximilien-Fran%C3%A7ois-Isidore.html Robespierre, Maximilien]</ref>
Secondo uno dei maggiori studiosi della Rivoluzione, nonché biografo di Robespierre, [[Albert Mathiez]] "la figura di Robespierre è stata talmente falsata negli ultimi vent’anni, anche da storici repubblicani, che parlare delle idee religiose dell’Incorruttibile può sembrare oggi impresa rischiosa". Mathiez lo definisce anche come padre delle moderne [[socialdemocrazia|socialdemocrazie]].<ref>The Fall of Robespierre and other essays, London 1927.</ref> Per [[Anatole France]] fu "il più grande statista apparso sulla scena tra il 1789 e il 1794",<ref>Citato in George Rudé, ''Robespierre'', traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, Milano 1981.</ref> mentre per la scrittrice [[George Sand]] fu "il più grande uomo della rivoluzione e uno dei più grandi della storia". [[Edgar Quinet]] affermò invece che "i contemporanei non hanno mai creduto che Robespierre fosse estraneo al Terrore; soltanto alcuni storici hanno sostenuto il contrario", in polemica con [[Louis Blanc]]. [[Michel Vovelle]] accusa la storiografia dominante di trattare benevolmente Danton e Napoleone Bonaparte, e che quest’ultimo causò molti più morti di Robespierre.<ref name=Munzi/>
 
[[File:Panthéon de Paris 2012-10-11 n4.jpg|thumb|left|Particolare dell'Altare della Convenzione al Panthéon: sono visibili, nel gruppo scultoreo di sinistra, le statue di Danton e Robespierre (in primo piano tra le statue).]]
Anche [[Max Gallo]], noto biografo di Napoleone, ha espresso un giudizio positivo, distinguendo nettamente Robespierre da altri rivoluzionari come [[Lenin]] o [[Iosif Stalin|Stalin]]. La storiografia di area conservatrice e cattolica mantiene invece un giudizio negativo su di lui e sulla Rivoluzione in generale, mentre quella di area [[ebraismo|ebraica]] lo vede con favore per il suo attivismo nella causa dell’[[emancipazione]] del [[ebrei|popolo israelita]] dai [[ghetto|ghetti]], e la sua decisa pronuncia contro [[razzismo]] e [[antisemitismo]].<ref name=Munzi/><ref>Robespierre disse: "Come potete rimproverare agli ebrei le persecuzioni che hanno subíto in diversi paesi? Queste sono, al contrario, dei crimini nazionali che noi dobbiamo espiare reintegrandoli negli imprescrittibili diritti dell'uomo di cui nessuna autorità umana può privarli. [...] Restituiamo loro la felicità, la patria e la virtù reintegrandoli nella loro dignità di uomini e cittadini."</ref><ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Robespierre,+Maximilien-Fran%C3%A7ois-Isidore.html Robespierre, Maximilien]</ref>
 
[[Giuseppe Mazzini]], [[patriottismo|patriota]] [[repubblicanesimo|repubblicano]] [[italia]]no, pur deprecando gli eccessi del governo giacobino, da lui attribuiti al voler applicare formule troppo astratte e filosofiche alla realtà<ref>"Fu la tempesta del Dubbio: tempesta inevitabile credo, una volta almeno nella vita d'ognuno che, votandosi ad una grande impresa, serbi core e anima amante e palpiti d'uomo, né s'intristisca a nuda e arida formola della mente, come Robespierre." da ''Note autobiografiche''.</ref>, citò anche proposizioni di Robespierre nei suoi scritti, mentre la sua concezione politico-religiosa, in parte ispirata a Rousseau, trova notevoli somiglianze con quella dell’Incorruttibiledell'Incorruttibile. Era infatti stato amico, pur divergendo su molte idee, del vecchio giacobino Filippo Buonarroti, e simpatizzante giacobino era stato anche il padre Giacomo ai tempi della [[Repubblica Ligure]].<ref>M. Ferrari, Un giornalista giacobino nella Repubblica democratica ligure: G. M., in Idee e parole nel giacobinismo italiano, a cura di E. Pii, Firenze 1990, pp. 87-112.</ref><ref>Giuseppe Parlato, ''Mazzini e l'opzione rivoluzionaria. L'eredità giacobina''.</ref> [[Robespierre (metropolitana di Parigi)|Una stazione]] della [[metropolitana di Parigi]], nonché alcuni luoghi pubblici, portano il suo nome, mentre spesso si sono rilevate polemiche su nuove intitolazioni di vie e piazze, in Francia e all’esteroall'estero, come in Italia.<ref>[{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/02/sabato-se-parigi-dice-no-rue-robespierre.html |titolo=Se Parigi dice no a rue Robespierre] |lingua= |data= |accesso= }}</ref><ref>[http://www.robespierre.it/rass_stampa_dettaglio.asp?id=36 Protestano gli "amici di Robespierre"]</ref> È ricordato inoltre nel gruppo scultoreo dell'altare della Convenzione al [[Pantheon di Parigi]].
 
== Robespierre nellaNella cultura di massa ==
=== Letteratura ===
* [[Samuel Taylor Coleridge]], ''The Fall of Robespierre'' (1794)
* [[Vincenzo Monti]], ''In morte di Lorenzo Mascheroni'' (1831)
* [[Vittorio Alfieri]], ''Dialogo tra l’ombrel'ombre di Luigi XVI e di Robespierre'', da ''Il [[Il Misogallo]]'' (1797 circa)
* [[Giosuè Carducci]], ''Per il LXXVIII anniversario dalla proclamazione della Repubblica Francese'', da ''[[Giambi ed Epodi]]'' (1870)
* [[Edward Bulwer-Lytton|Edward Bulwer Lytton]], ''Zanoni'' (1842)
* [[Victor Hugo]], ''[[Novantatré (romanzo)|Novantatré]]'' (1874)
* [[Emma Orczy]], ''[[La Primula Rossa]]'', ciclo di romanzi; Robespierre è l'antagonista principale
* Mathieu Gabella, Roberto Meli, Hervé Leuwers, ''Robespierre'', Historica Biografie n. 5, Mondadori, 2017
 
=== Fumetti e televisione ===
* Il [[personaggi di Lady Oscar#Maximilien de Robespierre|personaggio di Robespierre]], liberamente reinterpretato, appare nelle serie [[manga]] e [[anime]] ''[[Lady Oscar]]'' ed ''[[Eroica - La gloria di Napoleone]]''.
* Nella collana fumettistica "Le Storie" della [[Sergio Bonelli Editore]], Robespierre è un personaggio e amico del protagonista nel primo fumetto "Il Boia di Parigi".
* Nel numero 29 ("Termidoro") della serie [[Sandman]], di [[Neil Gaiman]], Robespierre è l'antagonista principale: cercherà di far confessare a Lady Constantine (ava di [[John Constantine]]), dove ha nascosto la testa di [[Orfeo]], figlio di [[Sandman (DC Comics)|Morfeo]], protagonista della serie.
* Nell’anime ''[[Il Tulipano Nero]]'', è liberamente ispirato a Robespierre il personaggio di [[Personaggi de Il Tulipano Nero#Mirand|Mirand]], un capo rivoluzionario amico della [[Simone Lorène|protagonista]], il quale sostiene le misure di repressione dei nemici della Rivoluzione, pur con numerosi dubbi.<ref>[http://www.nekobonbon.com/LaSeine/Testi/LaseinePers.htm Personaggi de La Stella della Senna]</ref>
* Robespierre è un personaggio dell'anime ''[[Lady Oscar]]'' tratto dal manga ''[[Le rose di Versailles]]'' di [[Ryoko Ikeda]].
* Nel numero 29 ("Termidoro") della serie [[Sandman]], di [[Neil Gaiman]], Roberspierre è l'antagonista principale: cercherà di far confessare a Lady Constantine (ava di [[John Constantine]]), dove ha nascosto la testa di [[Orfeo]], figlio di [[Sandman (DC Comics)|Morfeo]], protagonista della serie.
 
=== Cinema ===
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! Note
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|[[1897]]
|''[[La mort de Robespierre]]''
|
|Cortometraggio
|-
| [[1912]]
| ''[[La fin de Robespierre]]''
| [[Georges Saillard]]
| Cortometraggio
|-
| [[1913]]
| ''[[Robespierre (cortometraggiofilm)|Robespierre]]''
| [[William E. Shay]]
| Cortometraggio
|-
| [[1919]]
| ''[[The Elusive Pimpernel (film 1919)|The Elusive Pimpernel]]''
| [[A.C. Fotheringham-Lysons]]
| Dal romanzo ''[[La Primula Rossa (romanzo)|La Primula Rossa]]''<br />di [[Emma Orczy]]
|-
|rowspan=2| [[1921]]
| ''[[Danton (film 1921)|Danton]]''
| [[Werner Krauss (attore)|Werner Krauss]]
|
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| [[1922]]
| ''[[Marie Antoinette - Das Leben einer Königin]]''
| [[Georg John]]
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|rowspan=2| [[1923]]
| ''[[Scaramouche (film 1923)|Scaramouche]]''
| [[Fuerburg De Garcia]]
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|-
| [[1925]]
| ''[[Madame Sans-Gêne (film 1925)|Madame Sans-Gêne]]''
| [[José Roland]]
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|-
| [[1926]]
| ''[[Jean Chouan]]''
| [[Jean Debucourt]]
|
|-
| [[1927]]
| ''[[Napoleone (film 1927)|Napoleone]]'' (Napoléon vu par Abel Gance)
| [[Edmond Van Daële]]
|
|-
| [[1928]]
| ''[[Il trionfo della primula rossa (film 1928)|Il trionfo della primula rossa]]'' (The Triumph of the Scarlet Pimpernel)
| [[Nelson Keys]]
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|-
| [[1930]]
| ''[[La fanciulla di Saint Cloud]]'' (Captain of the Guard)
| [[George Hackathorne]]
|
|-
| [[1931]]
| ''[[Danton (film 1931)|Danton]]''
| [[Gustaf Gründgens]]
|
|-
| [[1934]]
| ''[[La primula rossa (film 1934)|La primula rossa]]'' (The Scarlet Pimpernel)
| [[Ernest Milton]]
| Dal ''[[La Primula Rossa (romanzo)|romanzo omonimo]]''<br />di [[Emma Orczy]]
|-
| [[1935]]
| ''[[Napoléon Bonaparte (film)|Napoléon Bonaparte]]''
| [[Edmond Van Daële]]
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|-
| [[1937]]
| ''[[Il trionfo della primula rossa (film 1937)|Il trionfo della primula rossa]]'' (The Return of the Scarlet Pimpernel)
| [[Henry Oscar]]
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|-
| [[1938]]
| ''[[Maria Antonietta (film 1938)|Maria Antonietta]]'' (Marie Antoinette)
| [[George Meeker]]
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|-
| [[1941]]
| ''[[Madame Sans-Gêne (film 1941)|Madame Sans-Gêne]]''
| [[Paul Amiot]]
|
|-
| [[1944]]
| ''[[Booby Hatched]]''
| [[Mel Blanc]]
|
|-
| [[1946]]
| ''[[Il cavaliere in nero (film)|Il cavaliere in nero]]'' (The Laughing Lady)
| [[Charles Goldner]]
|
|-
| [[1949]]
| ''[[Il regno del terrore]]'' (Reign of Terror)
| [[Richard Basehart]]
|
|-
| [[1950]]
| ''[[La montagne est verte]]''
| [[André Reybaz]]
| Cortometraggio
|-
| [[1954]]
| ''[[Versailles (film 1954)|Versailles]]'' (Si Versailles m'était conté)
| [[Jacques Berthier (attore)|Jacques Berthier]]
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|-
| [[1955]]
| ''[[Napoleone Bonaparte (film)|Napoleone Bonaparte]]''
| [[Jacques Sablon]]
|
|-
| [[1957]]
| "The Magnificent Egotist", episodio della serie<br />''[[BBC Sunday-Night Theatre]]''
| [[Cyril Shaps]]
|
|-
| [[1958]]
| "La mort de Marie-Antoinette",<br />episodio della serie ''[[La caméra explore le temps]]''
| [[Michel Bouquet]]
|
|-
| [[1959]]
| "Danton's Death", episodio della serie ''[[World Theatre]]''
| [[Harold Lang]]
|
|-
| [[1961]]
| ''[[Marceau ou Les enfants de la république]]''
| [[François Marié]]
| Film televisivo
|-
|rowspan=2| [[1962]]
| ''[[Arme Bitos]]''
| [[Paul Steenbergen]]
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| Sceneggiato televisivo
|-
|rowspan=2| [[1963]]
| ''[[Dantons Tod (film 1963)|Dantons Tod]]''
| [[Wolfgang Büttner]]
Riga 444 ⟶ 469:
| Film televisivo
|-
|rowspan=3| [[1964]]
| "La primula rossa", episodio della serie ''[[Biblioteca di Studio Uno]]''
| [[Renato Rascel]]
| Dal romanzo ''[[La Primula Rossa (romanzo)|La Primula Rossa]]''<br />di [[Emma Orczy]]
|-
| "The Tyrant of France", "A Bargain of Necessity" e<br />"Prisoners of Conciergerie", episodi della serie ''[[Doctor Who]]''
| [[Keith Anderson]]
| Serie televisiva di fantascienza
Riga 457 ⟶ 482:
|
|-
| [[1965]]
| "Poor Bitos", episodio della serie ''[[Theatre 625]]''
| [[Peter Woodthorpe]]<br />[[Kevin Bennett]] (Robespierre bambino)
|
|-
|rowspan=2| [[1966]]
| ''[[I due sanculotti]]''
| [[Silvano Tranquilli]]
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| Film commedia
|-
|rowspan=2| [[1967]]
| ''[[Valmy (film)|Valmy]]''
| [[Bernard Dhéran]]
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|-
|rowspan=2| [[1969]]
| ''[[Pravdu! Nichego, krome pravdy!]]''
| [[Oleg Borisov]]
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| Miniserie televisiva
|-
|rowspan=3| [[1970]]
| ''[[La mort de Danton]]''
| [[Alain Mottet]]
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| Film televisivo
|-
|rowspan=2| [[1973]]
| "Histoire de la Révolution",<br />episodio della serie ''[[Les cent livres des hommes]]''
| [[Philippe Adrien]]
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|
|-
| [[1975]]
| ''[[Saint-Just ou La force des choses]]''
| [[Pierre Vaneck]]
| Film televisivo
|-
|rowspan=3| [[1977]]
| ''[[Der Blitzprozess]]''
| [[Erwin Berner]]
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|
|-
|rowspan=5| [[1978]]
| ''[[Rejtekhely]]''
| [[Lajos Öze]]
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|
|-
|rowspan=2| [[1979]]
| ''[[Joséphine ou la comédie des ambitions]]''
| [[Jean-Paul Farré]]
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| Dal [[Lady Oscar|manga omonimo]] di [[Riyoko Ikeda]]
|-
| [[1979]]-[[1980]]
| ''[[Lady Oscar#Anime|Lady Oscar]]'' (Versailles no bara to onnatachi)
| ???????<ref>La voce italiana di Robespierre è quella del doppiatore [[Giorgio Locuratolo]].</ref>
| Serie d'animazione<br />tratta dal [[Lady Oscar|manga omonimo]] di [[Riyoko Ikeda]]
|-
| [[1980]]
| ''[[I visitatori (miniserie televisiva)|I visitatori]]'' (Les visiteurs)
| [[Féodor Atkine]]
| Miniserie televisiva
|-
| [[1981]]
| ''[[Dantons Tod (film 1981)|Dantons Tod]]''
| [[Heribert Sasse]]
|
|-
|rowspan=3| [[1982]]
| ''[[Malesherbes, avocat du roi]]''
| [[Alain Ollivier]]
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| Film televisivo
|-
| [[1983]]
| ''[[Danton (film 1983)|Danton]]'' (Danton)
| [[Wojciech Pszoniak]]
|
|-
| [[1985]]
| ''[[La vera storia della rivoluzione francese]]''<br />(Liberté, égalité, choucroute]]'')
| [[Roland Giraud]]
|
|-
| [[1986]]
| ''[[Dantons dood]]''
| [[Jack Vecht]]
| Film televisivo
|-
| [[1987]]
| ''[[Napoleone e Giuseppina]]''<br />(Napoleon and Josephine: A Love Story)
| [[Marc de Jonge]]
| Miniserie televisiva
|-
|rowspan=6| [[1989]]
| ''[[Manon Roland (film)|Manon Roland]]''
| [[Didier Sandre]]
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|
|-
| [[1994]]
| Episodio 1x14 della serie ''[[Ideias Com História]]''
| [[Júlio Martin]]
|
|-
| [[1999]]
| ''[[Il mondo di Sophie]]'' (Sofies verden)
| [[Christian Skolmen]]
| Film non storico<br />tratto dal romanzo ''[[Il mondo di Sofia]]''<br />di [[Jostein Gaarder]]
|-
|rowspan=2| [[2000]]
| "Révolution", episodio della serie ''[[La cape et l'épée]]''
| [[Maurice Barthélémy]]
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|
|-
| [[1999]]-[[2000]]
| ''[[La primula rossa (serie televisiva)|La primula rossa]]'' (The Scarlet Pimpernel)
| [[Ronan Vibert]]
| Miniserie televisiva
|-
| [[2001]]
| ''[[La nobildonna e il duca]]'' (L'anglaise et le duc)
| [[François-Marie Banier]]
|
|-
| [[2003]]
| ''[[A World in Arms]]''
| [[Martin Hodgson]]
| Miniserie televisiva
|-
| [[2005]]
| ''[[The French Revolution]]''
| [[George Ivascu]]
| Film televisivo
|-
| [[2008]]
| ''[[Charlotte Corday (film)|Charlotte Corday]]''
| [[Franck Adrien]]
| Film televisivo
|-
|rowspan=2| [[2009]]
| ''[[Terror! Robespierre and the French Revolution]]''
| [[Stephen Hogan]]
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|
|-
|rowspan=2| [[2013]]
| ''[[Danton (2013)|Danton]]''
| [[David Verne]]
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| Miniserie televisiva
|-
| [[2014]]
| ''[[Mr. Peabody e Sherman]]'' (Mr. Peabody & Sherman)
| [[Guillaume Aretos]] (voce)<ref>La voce italiana di Robespierre è quella del doppiatore [[Jacques Peyrac]].</ref>
| Film d'animazione non storico
|-
| [[2016]]
| ''[[I visitatori 3: - Liberté, Egalitéegalité, Fraternitéfraternité]]''
| [[Nicolas Vaude]]
|
|-
| [[2017]]
| ''[[Un peuple et son roi]]''
| [[Louis Garrel]]
|
|-
| 2023
| ''[[Napoleon (film 2023)|Napoleon]]''
| [[Sam Troughton]]
|
|-
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=== Musica ===
* [[Offlaga Disco Pax]], ''Robespierre'', dall’albumdall'album ''[[Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione)|Socialismo tascabile]]'' (2005)
 
=== Videogiochi ===
Robespierre è presente come antagonista in ''[[Assassin's Creed: Unity|Assassin’s Creed: Unity]]'' dove bisognerà screditarlo.
Compare anche, con altri protagonisti della Rivoluzione Francesefrancese, in ''[[We. the Revolution]]''.
 
== Scritti di Robespierre ==
La principale opera letteraria di Robespierre è ''Il terrore e la virtù'' ([[1793]]), nel quale egli sosteneva con grinta le motivazioni che lo avevano spinto ad attuare il Terrore e la necessità di prolungarlo. I suoi scritti precedenti, invece, non ci sono giunti in maniera organica; le opere di Robespierre, ritenute a volte vere e proprie analisi di [[filosofia politica|filosofia della politica]], sono costituite in maggioranza da discorsi. La ''Société des études robespierristes'' ha pubblicato (1910-1967) le ''Œuvres di M. Robespierre'', in cui sono presenti le opere edite, parte della corrispondenza, i giornali pubblicati e quasi tutti i discorsi pronunciati dall’Incorruttibile.<ref>Bibliografia a cura di U. Cerroni, in: M. Robespierre, ''La rivoluzione giacobina'', 1992</ref> Nel 2000, è stata fatta un riedizione anastatica delle ''Œuvres''. Nel 2007 è uscito l’XI volume delle ''Œuvres ''contenente alcune integrazioni non presenti nei precedenti dieci volumi. Nel novembre del 2011 sono stati acquistati dalle ''[[Archivi nazionali (Francia)|Archives nationales]]'' alcuni manoscritti di Robespierre che compariranno probabilmente nel XII volume delle ''Œuvres'', in uscita dal 2012-2013. Uno di essi è del 1791 e parla della situazione finanziaria della Francia.<ref>[http://www.storiainrete.com/4909/ultime-notizie/robespierre-stato-francese-salva-manoscritto-inedito-da-asta/ Robespierre, stato francese salva manoscritto inedito da asta]</ref> Una sottoscrizione popolare ha raccolto inoltre 120.000 euro per acquistare all’asta altri manoscritti dalla casa d’aste inglese [[Sotheby's|Sotheby’s]], messi all’incanto nel 2012.<ref>[http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Storia-Robespierre-1100-donatori-raccolgono-120000-euro-per-manoscritti-inediti_312576012777.html Robespierre, 1100 donatori raccolgono 120.000 euro per manoscritti inediti]</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|lingua=fr|titolo=Mémoires de Charlotte Robespierre sur ses deux frères|altri=a cura di A. Laponneraye|città=Paris|anno=1834}}
* {{Cita libro|autore=[[Charlotte de Robespierre]]|titolo=Memorie sui miei fratelli|editore=Sellerio |città=Palermo|anno=1989|cid=RobespierreC}}
* {{Cita libro|lingua=fr|autore=Ernest Hamel|titolo=Histoire de Robespierre d'apres des papiers de famille, les sources originales et des documents entièrement inédits|altri=3 voll.|città=Paris|editore=A. Lacroix, Verboeckhoven et Cie|anno=1865-1867}}
* {{Cita libro|lingua=fr|autore=Auguste Joseph Paris|titolo=La jeunesse de Robespierre et la convocation des États généraux en Artois|città=Arras|editore=Rousseau-Leroy|anno=1870}}
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* {{Cita libro|lingua=fr|autore=Hector Fleischmann|titolo=Robespierre et les femmes|città=Paris|editore=Albin Michel|anno=1909}}
* {{Cita libro|lingua=fr|autore=Gérard Walter|titolo=Robespierre|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1946|cid=Walter|}}
* {{Cita libro|autore=Mario Mazzucchelli|titolo=Robespierre|città=Milano|editore=Corbaccio|anno=1928}}; Dall’OglioDall'Oglio, Milano, 1955.
* {{Cita libro|autore=[[Ralph Korngold]]|titolo=Robespierre e il Quarto Stato|traduttore=F. Papa|edizione=Collana Biblioteca di cultura storica n.23|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1947}}
* {{Cita libro|autore=[[Friedrich Sieburg]]|titolo=Robespierre (1935)|traduttore=Vittoria De Gavardo|edizione=Collana Il Cammeo n.105|editore=Longanesi|città=Milano|anno=1958}}
* {{Cita libro|autore=Georges Lefebvre|titolo=La Rivoluzione francese|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1958}}
* {{Cita libro|autore=[[Albert SoubolSoboul]]|titolo=La Rivoluzione francese (1962)|editore=Laterza|città=Bari|anno=1964}}
* {{Cita libro|autore=[[Albert Mathiez]], [[Georges Lefebvre]]|titolo=La Rivoluzione francese|edizione=Collana Piccola Biblioteca|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1994|cid=Mathiez2|isbn=88-06-04598-9}}
* {{Cita libro|autore=Norman Hampson|titolo=Robespierre: l'incorruttibile?|traduttore=Valeria Camporesi|edizione=Collana Biografie|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1984}}
* {{Cita libro|autore=[[Henri Guillemin]]|titolo=Robespierre politico e mistico|traduttore=T. Capra|edizione=Collezione Storica|città=Milano|editore=Garzanti|anno=1989|isbn=88-11-69302-0}}
* {{Cita libro|autore=[[Albert Mathiez]]|titolo=Robespierre|città=Bolsena|editore=Massari editore|anno=1999|cid=Mathiez1|isbn=88-85378-00-5}}
* {{Cita libro|autore=Alberta Gnugnoli|titolo=Robespierre e il terrore rivoluzionario|città=Firenze|editore=Giunti|anno=2003|isbn=88-09-03129-6}}
* {{Cita libro|autore=Peter McPhee|titolo=Robespierre. Una vita rivoluzionaria|edizione=Collana La Cultura|città=Milano|editore=Il Saggiatore|anno=2015|isbn=978-88-428-1885-4}}
 
=== Edizioni delle opere di Robespierre ===
* {{Cita libro|lingua=fr|titolo=Ouvres de Maximilien Robespierre|città=Paris|editore=Società di studi robespierristi|anno=1866 e 1910-2011|cid=Robespierre}}
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== Voci correlate ==
* [[CécileRivoluzione Renaultfrancese]]
* [[Club dei Giacobini]]
* [[Giacobinismo]]
* [[Augustin Robespierre]]
* [[Charlotte Robespierre]]
* [[Jean-Paul Marat]]
* [[Georges Jacques Danton]]
* [[Louis Antoine de Saint-Just]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|s=fr:Maximilien de Robespierre|s_lingua=[[lingua francese]]}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|1=http://www.rondelot.com/spip.php?rubrique1|2=Association Maximilien Robespierre pour l'Idéal Démocratique|lingua=fr|accesso=26 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090910014646/http://www.rondelot.com/spip.php?rubrique1|dataarchivio=10 settembre 2009|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.rondelot.com/spip.php?rubrique1|titolo=Association Maximilien Robespierre pour l'Idéal Démocratique|lingua=fr|accesso=26 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090910014646/http://www.rondelot.com/spip.php?rubrique1|dataarchivio=10 settembre 2009|urlmorto=sì}}
* [http://dspace-unipr.cilea.it/handle/1889/839 ''Robespierre costituente''] di Andrea Veneri, Tesi di dottorato discussa nel 2008 presso l’Università degli studi di Parma
* [http://dspace-unipr.cilea.it/handle/1889/839 ''Robespierre costituente''] di Andrea Veneri, Tesi di dottorato discussa nel 2008 presso l'Università degli studi di Parma
* {{cita web|http://www.robespierre.it/|Associazione Culturale "Les Amis de Robespierre"}}
* {{cita web|url=http://www.robespierre.it/|titolo=Associazione Culturale "Les Amis de Robespierre"}}
* {{cita web|url=https://www.etudesrobespierristes.com/|titolo=Société des Etudes Robespierristes}}
* {{cita web|url=http://www.tombes-sepultures.com/crbst_289.html|titolo=Maximilien de Robespierre|lingua=fr}}
 
{{Box successione
|carica = '''Presidente della [[Convenzione nazionale]]'''<br />[[Rivoluzione francese|Periodo rivoluzionario]]
|immagine = Flag_of_FranceFlag of France.svg
|periodo = 22 agosto [[1793]] - 5 settembre [[1793]]
|precedente = [[Marie-Jean Hérault de Séchelles]]
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{{Box successione
|carica = '''Presidente della [[Convenzione nazionale]]'''<br />[[Rivoluzione francese|Periodo rivoluzionario]]
|immagine = Flag_of_FranceFlag of France.svg
|periodo = 4 giugno [[1794]] - 19 giugno [[1794]]
|precedente = Claude-Antoine Prieur-Duvernois
|successivo = Élie Lacoste
}}
{{Maximilien de Robespierre}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|politica|rivoluzione francese|storia}}
 
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[[Categoria:Persone giustiziate sulla ghigliottina durante la Rivoluzione francese]]
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[[Categoria:Presidenti dell'Assemblea nazionale (Francia)]]