Tempo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
(200 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{nota disambigua}}
[[File:Romanelli Chronos and his child.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.5|Il "[[Padre Tempo]]" Cronos con la sua falce mentre trascina suoil figlio, olio su tela di [[Giovanni Francesco Romanelli]] (secondo quarto del [[XVII sec.secolo]])]]
Il '''tempo''' è la dimensione nella quale si concepisce e si [[Misurazione|misura]] il trascorrere degli eventi. Esso induce la distinzione tra [[passato]], [[presente]] e [[futuro]].
La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni [[filosofia|filosofiche]] e [[scienza|scientifiche]].
 
Il '''tempo''' è la [[percezione]] e rappresentazione della modalità di successione degli eventi, per cui essi avvengono prima, dopo o durante altri eventi.<ref>{{Treccani|tempo|tempo|accesso=20 febbraio 2023}}</ref> Da un punto di vista scientifico è una [[grandezza fisica]] [[Grandezze fisiche fondamentali|fondamentale]].
==Descrizione==
[[File:CIMITERO STAGLIENO TOMBA PIAGGIO.jpg|thumb|Statua del Tempo di [[Giuseppe Benetti]] (1873), scultura nel [[Cimitero monumentale di Staglieno]] ([[Genova]])]]
=== Tempo e cambiamento ===
Dalla nascita dell'[[universo]], presumibilmente e secondo la [[conoscenza]] umana, inizia il trascorrere del tempo. I cambiamenti materiali e spaziali regolati dalla [[fisica]] determinano, secondo l'osservazione, il corso del tempo. Tutto ciò che si muove nello spazio e/o si trasforma è così descritto anche a livello temporale. Alcuni esempi tra i più immediati della correlazione tra tempo e moto sono la rotazione della [[Terra]] attorno al proprio asse, che determina la distinzione tra il giorno e la notte, e il suo percorso di [[moto di rivoluzione|rivoluzione]] su un'orbita ellittica intorno al [[Sole]], che determina le variazioni stagionali e la durata dell'anno, "solare" per l'appunto.
 
La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni [[filosofia|filosofiche]] e [[scienza|scientifiche]].
Il dato dell'esperienza è che tutto ciò che interessa i nostri sensi sia [[energia]] o [[materia (fisica)|materia]], ovvero, le loro trasformazioni. La materia, come più intuibile riferimento, ''è'', ''e'' (contestualmente) ''diviene'' (ossia assume altra forma). L'ovvietà di questa asserzione non tragga in inganno: essa sottende una contraddizione, perché l'essere di un oggetto è certificato dalla sua identità (nel tempo), ovvero dal suo permanente esistere; il divenire, invece, presuppone la trasformazione, ovvero la diversità (della forma), per cui impone un "prima" e un "dopo", vale a dire un (intervallo di) "tempo". Il tempo trae origine dalla trasformazione. <!-- Questa sarebbe la concezione aristotelica, però insomma, mah... tento di integrarla in una più estesa visione contemporanea-->
 
== Tempo e coscienza ==
La percezione del "tempo" è la presa di coscienza che la realtà di cui siamo parte si è materialmente modificata. Se si osserva una formica che si muove, la diversità delle posizioni assunte, o se si presta attenzione al susseguirsi dei pensieri di un individuo o ai battiti del suo cuore, fatti fisiologici, e in ultima analisi, fisici, ciò certifica che è trascorso un "intervallo di tempo". Si evidenzia "intervallo" a significare che il tempo è sempre una "durata" (unico sinonimo di tempo), e come tale ha un inizio e una fine.
{{NN|fisica|gennaio 2021}}
[[File:CIMITERO STAGLIENO TOMBA PIAGGIO.jpg|min|Statua del Tempo di [[Giuseppe Benetti]] (1873), scultura nel [[Cimitero monumentale di Staglieno]] ([[Genova]])]]
 
Dalla [[coscienza]] umana emergerebbe l'esperienza conosciuta come "il trascorrere del tempo", che caratterizza i fenomeni e i cambiamenti materiali e spaziali della nostra esperienza. Tale concetto non trova una corrispondenza univoca nella [[fisica]], dove non è possibile sequenziare in modo assoluto, ma solo localmente l'apparente successione degli eventi secondo l'osservazione umana. Tutto ciò che si muove nello spazio e/o si trasforma è descritto dalla mente umana in relazione al tempo. Alcuni esempi tra i più immediati sono la rotazione della [[Terra]] attorno al proprio asse, che determina l'alternanza del giorno e della notte, e il suo [[moto di rivoluzione]] intorno al [[Sole]], che determina le variazioni stagionali e la durata dell'anno solare. Tali eventi forniscono la sensazione alla mente umana che è trascorso un "intervallo di tempo", definizione che però nasconde una logica circolare poiché ne costituisce anche la spiegazione.
Molto che riguarda la percezione del tempo sembra dipendere dalla mente: il passato è un ricordo, derivato dalla memoria del vissuto; il presente una comprensione, una lettura del reale secondo il "linguaggio dei valori" adottato dal soggetto al momento della percezione; il futuro una previsione, una proiezione dei costrutti intellettuali, sia razionali che passionali, da cui spesso ci si lascia guidare.
 
=== Simultaneità e causalità ===
Eventi distinti tra loro possono essere [[simultaneità|simultanei]] oppure distanziarsi in proporzione a un certo numero di cicli di un determinato [[fenomeno]], per cui è possibile quantificare in che misura un certo evento avvenga ''dopo'' un altro. Il ''tempo'' misurabile che separa i due eventi corrisponde all'ammontare dei cicli intercorsi. Convenzionalmente tali cicli si considerano, per definizione, periodici entro un limite di errore sperimentale. Tale errore sarà percentualmente più piccolo quanto più preciso sarà lo strumento ([[orologio]]) che compie la misura. Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati dalla scala [[astronomia|astronomica]] (moti del [[Sole]], della [[Terra]]) a quella [[meccanica quantistica|quantistica]] ([[orologio atomico|orologi atomici]]) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti.
 
Molto di ciò che riguarda la [[percezione del tempo]] sembra quindi dipendere dalla mente: il passato è un ricordo, derivato dalla memoria del vissuto, il presente una comprensione, una lettura del reale adottata dal soggetto al momento della percezione, il futuro una previsione, una proiezione dei costrutti intellettuali. Scientificamente, il tempo può essere descritto come un’entità in cui passato e futuro coesistono senza una separazione netta, mentre il presente, in senso stretto, non esisterebbe poiché ogni percezione o evento richiede un intervallo minimo determinato dal limite imposto dalla [[velocità della luce]].
Uno dei modi di definire il concetto di ''dopo'' è basato sull'assunzione della [[causa (filosofia)|causalità]]. Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la comprensione della natura e della misurazione del tempo, con la creazione e il miglioramento dei [[calendario|calendari]] e degli orologi, è stato uno dei principali motori della scoperta [[scienza|scientifica]].
 
== La misura del tempo ==
[[File:Wooden hourglass 3.jpg|thumb|80pxmin|Una [[clessidra]]]]
L'unità di misura standard del [[Sistema internazionale di unità di misura|Sistema Internazionale]] è il [[secondo]]. In base a esso sono definite misure più ampie come il [[minuto]], l'[[ora (unità di misura)|ora]], il [[giorno]], la [[settimana]], il [[mese]], l'[[anno]], il [[lustro]], il [[decennio]], il [[secolo]] e il [[millennio]]. Il tempo può essere misurato, esattamente come le altre dimensioni fisiche. Gli strumenti per la misurazione del tempo sono chiamati [[orologio|orologi]]. Gli orologi molto accurati vengono detti [[cronometro|cronometri]]. I migliori orologi disponibili sono gli [[orologio atomico|orologi atomici]].
 
Esistono svariate [[scala temporale|scale temporali]] continue di utilizzo corrente: il [[tempo universale]], il [[tempo atomico internazionale]] (TAI), che è la base per le altre scale, il [[tempo coordinato universale]] (UTC), che è lo standard per l'orario civile, il [[Tempotempo terrestre]] (TT), ecc. L'umanità ha inventato i calendari per tenere traccia del passaggio di giorni, settimane, mesi e anni.
 
=== Distanze misurabili con il tempo ===
Nel linguaggio di tutti i giorni spesso si usa il tempo come misuratore di distanze, per indicare la durata di un percorso (come ad esempio: "mezz'ora d'automobile", "un giorno di viaggio", "10 minuti di cammino"). Dato che la velocità è uguale aallo spazio percorso diviso l'intervallo di tempo impiegato a percorrere quello spazio, si può fare un'[[inferenza]] implicita sulla velocità media tenuta dal corpo in movimento. Si valorizza così in modo approssimato la distanza a livello temporale, in relazione al fatto che lo spazio percorso può essere espresso come la velocità media (all'incirca nota), moltiplicata per l'intervallo di tempo interessato.
 
Tecnicamente, però, espressioni come "un anno luce" non esprimono un intervallo di tempo, ma una distanza avendone nota la velocità: infatti più precisamente l'[[anno luce]] si può esprimere come "la distanza percorsa dalla luce in un anno", conoscendone esattamente la velocità (appunto la [[velocitàVelocità della luce]]). In questi casi particolari, una locuzione contenente riferimenti al tempo indica quasi sempre distanze precise nello [[Spazio (fisica)|spazio''c'']], alnel punto da assurgere al ruolo di [[unità di misura]]vuoto.
 
== Il tempo nella filosofia e nella fisica ==
{{vedi anche|Concezione del tempo}}
Importanti questioni [[Filosofia|filosofiche]], [[Metafisica|metafisiche]] e [[Fisica|fisiche]] sul tempo comprendono:
Importanti questioni [[Filosofia|filosofiche]], [[Metafisica|metafisiche]] e [[Fisica|fisiche]] sul tempo comprendono domande come:
* Il tempo senza cambiamento è concettualmente impossibile?
* Il tempo senza [[divenire|cambiamento]] è concettualmente impossibile?
* Il tempo scorre realmente, oppure l'idea di passato, presente e futuro è completamente soggettiva, descrittiva solo di un [[inganno]] dei nostri sensi?
* Il tempo è rettilineo o lo è solo nel breve spazio di tempo che l'uomo ha sperimentato e sperimenta?
Quest'ultima questione può dare luogo a due idee fondamentali del tempo:
* ''Pensiero cronometrico occidentale'', che vede il tempo come un'entità lineare e misurabile. Questa visione risponde alla necessità di ottimizzare il proprio tempo e dipende dall'organizzazione economica.
* ''Tempo ciclico e puntiforme'', scandito nelle società tradizionali dal passare delle [[stagioni]] o secondo eventi contingenti (es. il mercato della domenica).
C'è quindi un tempo [[qualità (filosofia)|qualitativo]], legato alla natura e all'oggettività dell'esperienza, che dipende dalle necessità sociali, agricole, antropologiche, ed un tempo quantitativo, astratto e frazionabile, che sta man mano, con la [[globalizzazione]], diventando dominante.<ref>Raniero Regni, [https://books.google.it/books?id=VUs_8zA1zEwC&pg=PA152#v=onepage&q&f=false ''Geopedagogia: l'educazione tra globalizzazione, tecnologia e consumo'', pag. 152], Armando Editore, 2002.</ref>
 
=== Concetti e paradossi nell'antichitàAntichità classica ===
[[File:Mithraic Kronos, zodiac signs.png|min|Statua [[mitraismo|mitraica]] del tempo illimitato, circondato dai [[segni dello zodiaco]], e da quattro divinità del [[vento]] agli angoli.<ref>Riproduzione della statua in: [[Franz Cumont]], ''The Mysteries of Mithra'' (1903), p. 223.</ref>]]
[[File:Achilles and turtle.png|thumb|Rappresentazione del [[paradosso di Achille e la tartaruga]] secondo la descrizione di Borges.<ref>Jorge Luis Borges, "Metamorfosi della tartaruga", in ''Altre inquisizioni'', Feltrinelli, 1973, pp. 109-114.</ref> Sull'asse sono indicate le distanze (in metri) percorse da Achille e dalla tartaruga.]]
Nell'[[antica Grecia]] esistevano due termini diversi per distinguere l'aspetto [[quantità (filosofia)|quantitativo]] e misurabile del tempo, denominato ''[[chronos (mitologia)|chrònos]]'', da quello qualitativo, detto ''[[kairos|kairós]]'', associato al presentarsi di un'opportunità o uno specifico [[archetipo]]:<ref>Mark Freier, ''Time Measured by Kairos and Kronos'', Whatif Enterprises LLC, 2007, cit. in Cristina Manzo, [https://books.google.it/books?id=pHWHDAAAQBAJ&pg=PA12#v=onepage&q&f=false ''L'enigma del tempo tra filosofia e cinema'', pag. 12], Elison Publishing, 2016.</ref> concetto che ritorna ad esempio nella [[Bibbia]] con l'espressione:<ref>{{cita web|url=https://teologiaverona.it/rivista/openaccess/ET_010-011/ET_10-11_02%20Cottini.pdf|titolo="C'è un tempo per ogni cosa": significato del tempo
I [[paradossi di Zenone]] (che molti secoli dopo sarebbero stati di aiuto nello sviluppo del [[calcolo infinitesimale]]) sfidavano in modo provocatorio la nozione comune di tempo. Il paradosso più celebre è quello di [[Paradosso di Achille e la tartaruga|Achille e la tartaruga]]: secondo il suo ragionamento, attenendosi strettamente alle [[logica|regole logiche]], l'eroe greco (detto "pié veloce" in quanto secondo la [[mitologia greca]] era "il più veloce tra i mortali") non raggiungerebbe mai una tartaruga.
nella sapienza ebraica biblica|autore=Valentino Cottini|p=16|rivista="Esperienza e teologia"|numero=10-11|anno=2000}}</ref> {{citazione|C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, [...] un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per piangere e uno per ridere, ecc.{{#tag:ref|Concetti analoghi erano stati espressi da [[Esiodo]] ne ''[[Le opere e i giorni]]'' (versi 383 e segg.)<ref name=cronocratori>{{cita web|url=https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=24977|titolo=I cronocratori astrologici in rapporto ai cicli della vita umana|autore=Francesco Lamendola|anno=2009}}</ref>}}|''[[Qoelet]]'', 3, 1–11}}
L'esempio è molto semplice: supponiamo che inizialmente Achille e la tartaruga siano separati da una distanza x e che la velocità dell'eroe corrisponda a 10 volte quella dell'animale. Achille comincia a correre fino a raggiungere il punto x dove si trovava la tartaruga ma essa, nel frattempo, avrà percorso una distanza uguale a 1/10 di x. Achille prosegue e raggiunge il punto "x + 1/10 di x" mentre la tartaruga ha il tempo di compiere una distanza di 1/100 di x (1/10 di 1/10 di x), distanziando nuovamente l'inseguitore. Continuando all'infinito Achille riuscirà ad avvicinarsi sempre di più all'animale il quale però continuerà ad avere un sempre più piccolo ma comunque sempre presente distacco.
Vi era poi un terzo termine, ''[[aion (filosofia)|aion]]'', che indicava il tempo come [[eternità]] e dimensione [[trascendente]].<ref name=Meo>Cfr. {{cita web|url=https://www.academia.edu/37860962/Catturare_il_divenire_Modi_e_rappresentazioni_della_temporalit%C3%A0_ai%C3%B3n_khr%C3%B3nos_kair%C3%B3s|autore=Oscar Meo|titolo=Catturare il divenire. Modi e rappresentazioni della temporalità: aión, khrónos, kairós|pp=311-319|opera=Calendari: l'uomo, il tempo, le stagioni|editore=Virtuosa-Mente|anno=2018}}</ref> Quest'ultimo era propriamente il «tempo della vita», scandito non solo dai cicli della [[natura]] ma del [[cosmo]] nella sua interezza, di cui gli [[astrologia|astri]] sono garanti del suo perpetuo rinascere e [[eterno ritorno|ripetersi infinitamente]].<ref name=Meo/>
La paradossale conclusione di Zenone era: Achille non raggiungerà mai la tartaruga.
 
Se il tempo così concepito portò, nella [[scuola eleatica]], persino a negare la stessa nozione di un suo fluire come nei [[paradossi di Zenone]],<ref>Paradossi che molti secoli dopo sarebbero stati di aiuto nello sviluppo del [[calcolo infinitesimale]].</ref> i quali sfidavano in modo provocatorio la nozione comune di tempo,{{#tag:ref|Il paradosso più celebre è quello di [[Paradosso di Achille e la tartaruga|Achille e la tartaruga]]: secondo il suo ragionamento, attenendosi strettamente alle [[logica|regole logiche]], l'eroe greco (detto "pié veloce" in quanto secondo la [[mitologia greca]] era "il più veloce tra i mortali") non raggiungerebbe mai una lenta tartaruga.<ref>L'esempio è molto semplice: supponiamo che inizialmente Achille e la tartaruga siano separati da una distanza x e che la velocità dell'eroe corrisponda a 10 volte quella dell'animale. Achille comincia a correre fino a raggiungere il punto x dove si trovava la tartaruga ma essa, nel frattempo, avrà percorso una distanza uguale a 1/10 di x. Achille prosegue e raggiunge il punto "x + 1/10 di x" mentre la tartaruga ha il tempo di compiere una distanza di 1/100 di x (1/10 di 1/10 di x), distanziando nuovamente l'inseguitore. Continuando all'infinito Achille riuscirà ad avvicinarsi sempre di più all'animale, il quale però continuerà ad avere un sempre più piccolo ma comunque sempre presente distacco.
La posizione di [[Parmenide]] è assai diversa da quella dell'allievo [[Zenone di Elea|Zenone]]: questi infatti sosteneva che l'"ancoraggio metafisico" del reale, l'essenza stessa della realtà, fosse eterno e che, dunque, il tempo fosse una posizione della ''doxa'' ('opinione'), di quella sapienza che non è propria di chi sa veramente. In seno all'essere (che è l'essenza del mondo), in sintesi, non c'è tempo né moto.
La paradossale conclusione di Zenone era: Achille non raggiungerà mai la tartaruga.</ref>
La posizione di [[Parmenide]] è assai diversa da quella dell'allievo [[Zenone di Elea|Zenone]]: questi infatti sosteneva che l'essenza della realtà fosse eterna e che, dunque, il tempo fosse un'illusione della ''doxa'' ([[opinione]]), di quella falsa sapienza che non è propria di chi sa veramente. In seno all'essere (che è l'essenza del mondo), in sintesi, non c'è tempo né moto.}} [[Platone]] attribuiva un'eterna immobilità al [[mondo delle idee]], contrapposta alla temporalità terrena seppure fondante quest'ultima, sicché secondo la sua celebre definizione, il tempo è «l'immagine mobile dell'eternità».<ref name=Meo/>
 
Anche [[Platone]] è stato influenzato da questa concezione. Secondo la sua celebre definizione il tempo è "l'immagine mobile dell'eternità". Per [[Aristotele]], invece, esso è la misura del movimento secondo il "«prima"» e il "«poi"», per cui anche lo [[spazio (fisica)|spazio]] è strettamente necessario per definire il tempodefinirlo. Solo Dio è [[motore immobile]], eterno e immateriale.,<ref>Aristotele per primo, nella ''Fisica'' IV 217b, analizza il tempo nell'ambito della metafisica. Afferma che il tempo è ciò che «non è» o che «è appena, e debolmente», bisogna necessariamente concludere che esso appartiene più al non-essere che all'essere, in quanto è composto di «istanti», ovvero di qualcosa che non è più o non è ancora, e dunque di non-enti. Il ''nyn'', ora - istante presente, è ciò che è, ed è una parte o meglio un punto, aprendo la via alla spazializzazione e numerazione del tempo che si compirà nella sua matematizzazione operata dalla scienza moderna. Il tempo è collegato al movimento [''kinesis''] e al cambiamento [''metabolé''], in particolare dell'anima, la forma di ciò che può trascorrere ''en tè psychè'' (''Fisica'', 219a). Dal momento in cui contiene come suo componente fondamentale il ni-ente, il tempo non può partecipare della presenza, della sostanza e quindi dell'essere metafisicamente inteso: la coscienza, unico luogo diverso dagli enti che possa quindi contenere un tempo che è più relativo al non-essere, è il luogo di misurazione e di fondazione del tempo. Il tempo esiste solamente se c'è una coscienza (umana, divina o di altro genere) in grado di porlo in essere e contarlo. L'ora è l'impossibilità di coesistere con sé (IV, 218a), l'essere ''hic et nunc'' (qui e ora) in un singolo punto dello spazio e singolo punto del tempo, è qualcosa di unico e irripetibile.</ref> mentre le [[sfere celesti|orbite planetarie]], cercando di imitarlo, risultano contraddistinte da un tempo perfettamente uniforme e regolare, ossia quello ciclico,<ref>{{cita web|url=https://www.machina-deriveapprodi.com/post/movimento-e-tempo-in-aristotele-seconda-parte|titolo=Movimento e tempo in Aristotele|autore=Franco Piperno|anno=2022}}</ref> che detta l'alternanza delle stagioni nel [[mondo sublunare]].<ref>{{cita web|url=https://www.filosofico.net/tempari.html|titolo=Il tempo in Aristotele|autore=[[Diego Fusaro]]}}</ref>
 
Per [[Plotino]] il [[cielo (religione)|cielo]] con i suoi movimenti ciclici dei corpi celesti è simbolo dell'eternità (''[[Aion (filosofia)|Aion]]''), ma non è l'eternità stessa; questa dà all'universo ordine e tempo, il quale è vita dell'[[anima]], ed immagine (''eikón'') dell'eternità.<ref>Plotino, ''[[Enneadi]]'', III, 7.</ref>
Secondo [[sant'Agostino|Agostino]] il tempo è stato creato da Dio assieme all'Universo, ma la sua natura resta profondamente misteriosa, tanto che il filosofo, vissuto tra il IV e il V secolo d.C., afferma ironicamente: "Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so". Tuttavia Agostino critica una concezione del tempo aristotelica inteso come misura del moto (degli astri): nelle "Confessioni" afferma che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile a una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente (con l'attenzione), ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa. Per Agostino, insomma, il tempo è un'entità soggettiva. Tuttavia ne riconosce anche una dimensione oggettiva quando, nella "Città di Dio", il santo di Ippona lo definisce, ad esempio, "divenire del movimento secondo il prima e il poi, dato che le sue parti non possono essere simultaneamente",<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XII, 15.1}}</ref> oppure quando afferma che senza creatura non esiste il tempo giacché non esiste alcun essere in divenire e che l'eternità, propria di Dio, al contrario, è l'assenza assoluta della mutabilità, del movimento, del divenire, concludendone che il tempo non preesiste al mondo ma è stato creato con esso.<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XI, 6}}</ref>
[[File:Christus-Apollo im Zentrum des Zodiakus.jpg|min|verticale=1.1|Immagine di [[Cristo]] ''Cronocratore'',{{#tag:ref|Dal [[greco antico|greco]] ''chronos'' («tempo») + ''kratos'', «dominatore».<ref name=cronocratori/>}} ovvero «Signore del tempo»,<ref name=cronocratori/> che sostituisce l'iconografia pagana del [[Sole (astrologia)|Sole]] al centro della [[segni zodiacali|ruota zodiacale]].<ref>Gérard de Champeux, ''I Simboli del Medioevo'', pag. 143, Milano, Jaca Book, 1981 (cit. in {{cita web|url=http://www.arteefede.com/articoli/articolo.php?file=SIMBOLI%20ZODIACO.htm|titolo=Simboli dello Zodiaco|opera=Arte e Fede}})</ref>]]
Secondo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] il tempo è stato creato da Dio assieme all'Universo, ma la sua natura resta profondamente misteriosa, tanto che il filosofo, vissuto tra il IV e il V secolo d.C., afferma ironicamente: «Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so».
Egli critica una concezione del tempo aristotelica inteso come misura del moto (degli astri): nelle ''[[Confessioni (Agostino)|Confessioni]]'' afferma che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile a una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente (con l'attenzione), ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa. Per Agostino, insomma, il tempo è un'entità soggettiva.{{#tag:ref|Tuttavia ne riconoscerebbe anche una dimensione oggettiva quando, nella "Città di Dio", Agostino d'Ippona lo definisce, ad esempio, "divenire del movimento secondo il prima e il poi, dato che le sue parti non possono essere simultaneamente",<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XII, 15.1}}</ref> oppure quando afferma che senza creatura non esiste il tempo giacché non esiste alcun essere mutevole e che l'eternità, propria di Dio, al contrario, è l'assenza assoluta della mutabilità, del movimento, concludendone che il tempo non preesiste al mondo ma è stato creato con esso perché questi è sottoposto alla caducità, al cambiamento, in una parola, al divenire.<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XI, 6}}</ref> Inoltre, nel tentativo di spiegare come gli angeli sono sempre esistiti, eppure non sono coeterni al Creatore, egli giunge ad affermare esplicitamente che è ragionevole sostenere che esisteva il tempo prima dell'uomo e di Abramo, e che gli angeli sono sempre esistiti, ma nel tempo perché senza i loro movimenti, soggetti al futuro e al passato, era impossibile che si avesse il tempo, ribadendo la differenza tra eternità che non diviene e tempo che muta e mostrando così chiaramente come egli non vincoli il tempo alla sola percezione/esistenza dell'uomo.<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XII, 15.2}}</ref>}}
 
Da sant'Agostino in poi nelil [[filosofia cristiana|pensiero cristiano]] concepisce il tempo è concepito in senso [[tempo lineare|lineare-progressivo]] e non più [[tempo ciclico|circolare-ciclico]] come nel mondo pagano, sebbene anch'esso preveda un ritorno ad uno stato originario (''[[apocatastasi]]'').<ref>{{Treccani|apocatastasi_(Dizionario-di-filosofia)/|Apocatastasi}}</ref> Dalla caduta di [[Adamo]] l'[[Escatologia (Bibbia)#Nuovo Testamento|escatologia cristiana]] procede verso la "consumazione del tempo", il riscatto dell'uomo verso [[Dio]], il Giudizio Universale e lla [[redenzione (religione)|redenzione]], cioè il reintegro dell'eternitàantico stato di purezza spiritualeadamitico.<ref>''Garzantina'' della Filosofia, p. 1111</ref>
 
=== L'epoca moderna: il dibattito tra tempo assoluto e tempo illusorio ===
Il tempo è stato considerato in vari modi nel corso della storia del pensiero, ma le definizioni di Platone e Aristotele sono state di riferimento per moltissimi secoli (magari criticate o reinterpretate in senso [[cristianità|cristiano]]), fino a giungere alla rivoluzione [[scienza|scientifica]]. Di questo periodo è fondamentale la definizione di [[Isaac Newton]] (1642-1727), secondo il quale il tempo (al pari dello spazio) è "sensorium Dei" (senso di [[Dio]]) e scorrerebbe immutabile, sempre uguale a sé stesso (una concezione analoga è presente nelle opere di [[Galileo Galilei]]). Degna di nota è la contesa tra [[Isaac Newton|Newton]] e [[Gottfried Wilhelm von Leibniz|Leibniz]], che riguardava la questione del tempo assoluto: mentre il primo credeva che il tempo fosse, analogamente allo [[Spazio (fisica)|spazio]], un contenitore di eventi, il secondo riteneva che esso, come lo spazio, fosse un apparato concettuale che descriveva le interrelazioni tra gli eventi stessi.<ref>La discussione tra i due scienziati è contenuta in G. W. Leibniz, ''Saggi di teodicea, - Ultimi scritti'', Torino, UTET, 2000.</ref> [[John Ellis McTaggart]] credeva, dal canto suo, che il tempo e il cambiamento fossero semplici illusioni.
 
=== Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività ===
È stato il filosofo tedesco [[Immanuel Kant]] a cambiaredare radicalmenteuna svolta radicale a questo modo di vedere, grazie alla sua cosiddetta nuova "[[rivoluzione copernicana]]", secondo la quale al centro della filosofia non si deve porre l'oggetto ma il soggetto: il tempo diviene allora, assieme allo spazio, una "forma a priori della sensibilità". In sostanza se gli esseri umani non fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti che, anche se sono inconoscibili in sé, sono collocati nello spazio. Quest'ultimo è definito come "senso esterno", mentre il tempo è considerato un "senso interno": in ultima analisi tutto ciò che esiste nel mondo fisico viene percepito e ordinato attraverso le strutture a priori del soggetto e ciò che, in prima battuta, viene collocato nello spazio viene poi ordinato temporalmente (come dimostra la nostra memoria).
 
Un grande contributoritorno alla riflessioneconcezione sul problemaqualitativa del tempo si è avuta nella nozione [[romanticismo|romantica]] di ''[[Zeitgeist]]'', lo «spirito del tempo», mentre nel Novecento un importante contributo alla riflessione su questo tema si deve al filosofo francese [[Henri Bergson]] il quale, nel suo ''Saggio sui dati immediati della coscienza'' osserva che il tempo della fisica non coincide con quello della coscienza. Il tempo come unità di misura dei fenomeni fisici, infatti, si risolve in una spazializzazione (come ad esempio le lancette dell'orologio) in cui ogni istante è oggettivamente rappresentato e qualitativamente identico a tutti gli altri; il tempo originario, invece, si trova nella nostra coscienza che lo conosce mediante intuizione; esso è soggettivo, e ogni istante risulta qualitativamente diverso da tutti gli altri.
 
Un altrocambiamento grande progressoradicale del pensieroconcetto di tempo in fisica è stato lainvece formulazioneintrodotto delladalla [[teoria della relatività]] ("ristretta" nel [[1905]] e "generale" nel [[1916]]) di [[Albert Einstein|Einstein]],. secondoSecondo la quale[[relatività ilristretta]], la misura degli intervalli di tempo non è assolutoassoluta, ma dipenderelativa dallaall'osservatore. velocitàQuello (quellache dellaè luceuguale per tutti gli osservatori in sistemi di riferimento inerziali è, unainfatti, costanteil universalevalore dalla velocità della luce: c = 299{{M|299792458|ul=m/s}} che è dunque una costante fisica fondamentale.792,458 [[chilometro|km]]Le alquantità [[secondo]])invarianti eper daltutti [[sistemagli diosservatori riferimento|riferimentonon spaziale]]sono chequelle sirelative prendeseparatamente inallo considerazione.spazio Secondoe Einsteinal ètempo, piùbensì correttoquelle parlaredefinite dinello [[spaziotempo]], perchéquadridimensionale. iLa duedecomposizione aspettidi (cronologicoquest'ultimo in tre dimensioni spaziali e spaziale)una sonotemporale inscindibilmenteè correlatiinvece trarelativa loro;a essociascun vieneosservatore. modificatoA daisua [[campovolta, dila forza|campi]]presenza del [[forzaInterazione digravitazionale|campo gravità|gravitazionaligravitazionale]], chedetermina sonouna curvatura dello spaziotempo, capacicapace di deflettere la [[luce]] e di rallentare il tempo ([[Relatività generale|teoria della relatività generale]]).
 
Secondo la [[relatività ristretta]] ill’intervallo di tempo difra due eventi misurato da un osservatore èdifferisce uguale ada quello dimisurato da un altro osservatore solo se viene moltiplicato per un certo fattore moltiplicativo, che dipende dalla velocità relativa dei due osservatori. Più in particolare le [[Trasformazione di Lorentz|formule di Lorentz]] sono le seguenti:
 
:<math>
Riga 73 ⟶ 77:
 
dove:
* ''x'', ''y'', ''z'' rappresentano le tre coordinate spaziali, supponendo che i due osservatori si muovano l'uno rispetto all'altro nella direzione ''x'';
* <math> \gamma = \frac{1}{\sqrt {1-v^2/c^2} }</math>
* ''t'' rappresenta la coordinata temporale;
* ''x'', ''y'', ''z'' rappresentano le tre dimensioni spaziali;
* ''v'' è la velocità relativa fra i due osservatori;
* ''t'' rappresenta la dimensione temporale;
* ''vc'' è la costante della velocità della luce nel vuoto;
* <math> \gamma = \frac{1}{\sqrt {1-\frac{v^2}{c^2}} }</math> è il fattore di dilatazione temporale di Lorentz.
* ''c'' è la costante della velocità della luce nel vuoto.
 
Alcuni effetti previsti dalla [[teoria della relatività]] furono inizialmente considerati come paradossi. Uno dei più noti è il cosiddetto ''[[paradosso dei gemelli]]''. La premessa del paradosso è che esistano due gemelli, di cui uno parte per un viaggio interstellare con un'astronave capace di andare a una velocità prossima a quella della luce, mentre l'altro rimane sulla [[Terra]]. In base all’effetto di dilatazione degli intervalli temporali descritto dalle formule di Lorentz, il gemello rimasto sulla Terra dovrebbe aspettarsi che il tempo sia trascorso più lentamente per il gemello astronauta, e quindi che quest'ultimo apparirà più giovane quando i due si incontreranno nuovamente sulla Terra. Ma il gemello astronauta, facendo lo stesso ragionamento nel suo sistema di riferimento, si aspetta invece di trovare più giovane il gemello rimasto sulla Terra: in questo consisterebbe il paradosso. In realtà la situazione descritta non si può ricondurre a una singola trasformazione di Lorentz che connetta i due osservatori: se i due gemelli si allontanano fra loro e successivamente si riavvicinano, non possono essersi mossi di moto rettilineo uniforme l'uno rispetto all’altro. In presenza di moti accelerati, il calcolo del tempo trascorso per ciascuno dei due deve essere fatto mediante il calcolo del [[tempo proprio]] lungo la sua traiettoria spaziotemporale ([[linea di universo]]): la differenza fra i due valori del tempo proprio trascorso lungo le due traiettorie (valori che non dipendono dal sistema di riferimento considerato) fornisce la differenza di età finale fra i due gemelli, senza alcuna ambiguità o paradosso. Si può dimostrare che il tempo proprio trascorso fra due eventi è massimo per una traiettoria inerziale rispetto a ogni altra traiettoria possibile fra gli stessi due eventi.
Secondo quest'ultima formula (che riguarda il tempo), se noi rimanessimo sulla Terra e potessimo vedere un razzo che viaggia velocissimo nello spazio osserveremmo che il suo equipaggio si muove al rallentatore.
 
La teoria della relatività cambia radicalmente la nozione di simultaneità (due eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un altro). Proprio la revisione del concetto di simultaneità – dovuta al fatto (sperimentalmente osservato) che la velocità della luce è la stessa per tutti gli osservatori – permise a Einstein di spiegare l’origine delle formule di Lorentz e dei conseguenti effetti di contrazione delle misure di lunghezza e dilatazione delle misure di tempo quando si confrontano osservatori in moto l’uno rispetto all’altro.
La [[teoria della relatività]] genera quindi in merito al tempo anche dei paradossi apparenti. Uno dei più noti è il cosiddetto ''[[paradosso dei gemelli]]''. La premessa del paradosso è che esistano due gemelli, di cui uno parte per un viaggio interstellare con un'astronave capace di andare a una velocità prossima a quella della luce, mentre l'altro rimane sulla [[Terra]]. Secondo le naturali conseguenze della relatività, il primo gemello, al suo ritorno sulla Terra, sarà più giovane del fratello gemello rimasto. Tuttavia, secondo la stessa relatività ''tutti i [[sistema di riferimento|sistemi di riferimento]] sottoposti a uguale moto'' (e quindi privi di [[accelerazione|accelerazioni]] e di cambiamenti di direzione) ''sono uguali tra di loro''. Secondo il sistema di riferimento del gemello partito con l'astronave è stata la Terra a muoversi a una velocità prossima a quella della luce, e quindi secondo il gemello-astronauta, in maniera del tutto legittima, dovrebbe risultare più giovane ''il gemello rimasto sulla Terra''. Il paradosso consiste quindi in questo: ''Qual è il gemello più giovane?'' o, in altre parole, ''per quale dei due è passato'' '''''meno tempo'''''?
 
Poiché due eventi A e B, simultanei per un dato osservatore, non lo saranno per altri (e vi saranno osservatori per cui A avviene prima di B, e altri per i quali B avviene prima di A), il principio di [[causa (filosofia)|causalità]] – che afferma che un evento passato può influenzare un evento futuro, ma non viceversa – deve essere necessariamente riformulato. Si afferma quindi che un evento A può influenzare un evento B solo se A precede temporalmente B per ''qualunque'' osservatore inerziale: questo si verifica se B è contenuto nel [[Spaziotempo di Minkowski|cono luce futuro]] di A, ossia se B può essere raggiunto a partire da A da un corpo che viaggi a velocità inferiore a quella della luce, o al più da un segnale che viaggi alla velocità della luce.
Esso si risolve considerando i ''cambiamenti di moto'' che il gemello sull'astronave ha fatto e che la Terra (verosimilmente) non ha seguito: ha accelerato durante la partenza, ha "fatto retromarcia" per tornare sulla Terra dopo aver raggiunto la sua meta, magari quando l'aveva raggiunta si è fermato, e ha decelerato per riuscire a fermarsi nelle vicinanze della Terra o dell'altra destinazione. Avendo fatto tutti questi movimenti "in più", ne consegue, relativisticamente parlando, che è il gemello sull'astronave il più giovane. Premesso questo, quanti saranno gli anni di differenza tra i due è possibile calcolarlo grazie alle formule della relatività, ma l'aspetto più interessante è che si possa viaggiare nel futuro, almeno teoricamente (questo pone dei problemi al concetto di [[libero arbitrio]]).
 
La teoria della relatività, tra l'altro, cambia radicalmente la nozione di simultaneità (due eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un altro), ma anche di lunghezza (un metro si accorcia più si avvicina alla velocità della luce, ma solo se confrontato con un altro metro rimasto, ad esempio, sulla Terra). Anche il concetto di [[causa (filosofia)|causalità]] viene in parte modificato, dato che un certo segnale - che per Einstein non può mai viaggiare più velocemente della luce - deve avere il tempo di andare da un punto a un altro perché possa influenzare l'altro.
Se esistesse un corpo in grado di viaggiare a velocità maggiore di quella della luce, rispetto a qualche osservatore esso apparirebbe viaggiare all'indietro nel tempo. La stessa teoria della relatività prevede, d'altra parte,
Recentemente nell'ambito della Teoria dei Sistemi di Riferimento è stato introdotto il concetto di [[tempo inerziale]] che consente di superare i paradossi summenzionati e di pervenire anche a una nuova definizione di simultaneità.
 
* che una particella di massa nulla possa solo viaggiare alla velocità della luce, e
* che sia impossibile accelerare un corpo massivo fino alla velocità della luce, poiché occorrerebbe un'energia infinita per farlo; si può inoltre ricavare facilmente che per una particella di massa nulla, che viaggia alla velocità della luce, il ''tempo proprio'' non trascorre.
 
La dilatazione degli intervalli temporali descritta dalle formule di Lorentz viene spesso descritta, nei testi scolastici o divulgativi, dicendo che ''"un osservatore sulla Terra vede rallentare un orologio posto su un'astronave che viaggi a grande velocità"'': ma quest'affermazione si presta a essere interpretata scorrettamente. Ciò che l'osservatore sulla Terra misurerebbe se osservasse l'orologio dell'astronave con un ipotetico telescopio, infatti, non sarebbe l'intervallo di tempo misurato da quell'orologio, bensì l'intervallo di tempo fra la ricezione (al telescopio) di segnali luminosi consecutivi emessi dall'orologio. La dilatazione che si osserverebbe non sarebbe quella data dal solo fattore <math>\gamma</math> di Lorentz, ma quella data dall'[[effetto Doppler relativistico]].
 
Anche il concetto fisico di simultaneità, la cui revisione da parte di Einstein destò inizialmente un certo disorientamento, è in realtà distinto dall'idea ingenua che se ne ha usualmente. Noi tendiamo a pensare, ad esempio, che ciò che vediamo attorno a noi in un certo istante, o ciò che vediamo raffigurato in una fotografia, sia l'immagine di una collezione di eventi simultanei. In realtà non è così: l'immagine retinica e la fotografia non riproducono tutti gli oggetti così come si trovavano nello stesso istante, ma come si trovavano nell'istante in cui hanno emesso i segnali luminosi che sono poi arrivati simultaneamente alla retina, o all'obiettivo dell'apparecchio fotografico. Finché nell'immagine compaiono solo oggetti vicini, la differenza è impercettibile. Ma se si osserva o si fotografa il cielo stellato è facile rendersi conto che le immagini dei corpi celesti corrispondono a segnali emessi molto tempo fa, in momenti diversi, tanto più indietro nel tempo quanto più l'oggetto è lontano dall'osservatore. Ciò che l'immagine retinica e quella fotografica a fotografia rappresentano, dunque, non è una porzione dell'insieme degli eventi simultanei in un dato istante, ma è invece precisamente una porzione del ''cono luce passato''. La differenza fra spazio di simultaneità e cono luce, a causa del valore molto grande della velocità della luce, è impercettible alla scala delle distanze terrestri, mentre diventa evidente quando si confrontano i due insiemi su distanze astronomiche (come nel caso del cielo stellato). Due osservatori, in moto uno rispetto all'altro, che in un certo istante vengano a trovarsi nella stessa posizione, in quell'istante vedono attorno a sé esattamente ''la stessa immagine'' dello spazio fisico circostante (e se scattassero entrambi una fotografia, otterrebbero esattamente ''la stessa fotografia),'' anche per oggetti molto lontani, dato che il cono luce spaziotemporale di un evento è il medesimo per tutti gli osservatori. Viceversa, l'insieme degli eventi simultanei (che non corrisponde a una percezione istantanea, ma è una costruzione matematica derivante dall'attribuzione, da parte di ciascun osservatore, di una coordinata temporale a ciascun evento dello spaziotempo) sarebbe diverso per i due osservatori.
 
=== Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità ===
Riga 96 ⟶ 107:
* "Come se ne definisce un'unità di misura, prescindendo dalla comune opinione?"
 
È nel tentativo di dare una risposta rigorosa a queste domande che ci si accorge delle difficoltà e dei pregiudizi. L'unico modo convincente di rispondere alla domanda "cheChe cos'è il tempo" è forse quello operativo, dal punto di vista strettamente fisico-[[metodo scientifico|sperimentale]]: "ilIl tempo è ciò che si misura con degli [[strumento di misura|strumenti]] adatti". Un'analisi microscopica del problema tuttavia mostra come la definizione di orologio sia adatta solo a una trattazione macroscopica del problema e quindi non consenta di formulare una definizione corretta per le equazioni del moto di particelle descritte dalla meccanica quantistica.
 
Se si segue coerentemente sino in fondo questa definizione, si vede facilmente come tutti gli strumenti di misura del tempo ("orologi") si basino sul confronto (e conseguente conteggio) tra un movimento nello spazio (ad esempio la rotazione o la rivoluzione terrestre) e un altro movimento "campione" (meccanico, idraulico, elettronico), con sufficienti caratteristiche di precisione e riproducibilità. Si noti che il campione di movimento deve essere sempre un moto accelerato (rotazione, oscillazione lineare o rotatoria), mentre non è campione idoneo il moto rettilineo uniforme.
Riga 103 ⟶ 114:
 
In base a queste osservazioni, data la totale sovrapponibilità degli effetti operativi, si potrebbe addirittura assumere quale definizione del tempo, in [[fisica]], l'identità con il movimento stesso. In questo senso, l'intero Universo in evoluzione si può considerare il vero fondamento della definizione di tempo; si noti l'importanza essenziale della specifica "in evoluzione", ossia in movimento vario, accelerato: senza movimento, senza variazione anche il tempo scompare.
 
Questa è anche la tesi dell'ingegnere [[Henri Salles]], che nel suo libro ''Does time exist? - an energetic implementation of motion'' dimostra come sia possibile fare a meno del concetto di tempo per spiegare il movimento. Salles implementa un [[modello fisico]] della [[realtà]] basato unicamente sui concetti di [[Spazio (fisica)|spazio]] e di [[energia]] e mette in luce la mancanza di coerenza della [[fisica]] tradizionale che scade, secondo lui, nella [[speculazione matematica]] quando costruisce [[teoria|teorie]] partendo da concetti non fondamentali perché non tangibili (come appunto quello di tempo). Evidenti esempi di contraddizioni, eliminabili con la definizione di tempo come movimento, sono le questioni del significato del tempo negativo e della possibilità di tornare indietro nel tempo.
 
L'idea che una teoria fondamentale non debba contenere il concetto di tempo tra le sue primitive risale a [[Bryce DeWitt]] ed è stata sviluppata successivamente da [[Carlo Rovelli]], [[Craig Callender]] e [[Julian Barbour]].
[[Enrico Prati]] ha dimostrato che il formalismo hamiltoniano di tutte le moderne teorie quantistiche dei campi può essere ricavato senza fare alcun uso del concetto di tempo, ma entro il medesimo formalismo è possibile definire il tempo misurato dagli orologi macroscopici rinunciando al concetto di periodicità a favore di quello di ciclicità nello spazio delle fasi.<ref>{{Cita web |titolo=The Nature of Time: from a Timeless Hamiltonian Framework to Clock Time of Metrology|url=http://www.fqxi.org/data/essay-contest-files/Prati_08NatureOfTime_FQXiEs.pdf |accesso=8 agosto 2010}}</ref><ref>{{Cita web |titolo=Generalized clocks in timeless canonical formalism|url=http://iopscience.iop.org/1742-6596/306/1/012013/pdf/1742-6596_306_1_012013.pdf|accesso=6 settembre 2011}}</ref>
 
=== Il tempo nella fisica moderna ===
{{vedi anche|Spaziotempo|Spazio-tempoSpaziotempo di Minkowski}}
[[File:World line2-it.svg|min|Nello [[spaziotempo di Minkowski]], ogni evento O individua un [[cono di luce]] che divide lo spazio tempo in regioni distinte: il futuro (insieme dei punti che possono essere influenzati da O), il passato (eventi che hanno influenzato O) e il presente (eventi che non hanno correlazione causale con O)]]
In [[fisica moderna]], il tempo è definito come [[Distanza (matematica)|distanza]] tra gli [[evento (teoria della probabilità)|eventi]] calcolata nelle coordinate [[spaziotempo|spaziotemporali quadridimensionali]]. La [[relatività ristretta|relatività speciale]] mostrò che il tempo non può essere compreso se non come una parte del [[spaziotempo|cronotopo]] (altra parola per definire lo spaziotempo, una combinazione di spazio e tempo). La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa dell'osservatore rispetto a essi. La [[Relatività Generale]] modificò ulteriormente la nozione di tempo introducendo l'idea di uno spazio-tempo capace di ''curvarsi'' in presenza di [[forza (fisica)|campi]] [[gravità|gravitazionali]]. Un'importante unità di misura del tempo in fisica teorica è il [[tempo di Planck]].<ref>Si veda [[unità di Planck]] per i dettagli.</ref>
In [[fisica moderna]], il tempo è definito come [[Distanza (matematica)|distanza]] tra gli [[evento (teoria della probabilità)|eventi]] calcolata nelle coordinate [[spaziotempo|spaziotemporali quadridimensionali]]. La [[relatività ristretta|relatività speciale]] mostrò che il tempo non può essere compreso se non come una parte del [[spaziotempo|cronotopo]] (altra parola per definire lo spaziotempo, una combinazione di spazio e tempo). La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa dell'osservatore rispetto a essi. La [[relatività generale]] modificò ulteriormente la nozione di tempo introducendo l'idea di uno spazio-tempo capace di ''curvarsi'' in presenza di [[Campo (fisica)|campi]] [[Interazione gravitazionale|gravitazionali]]. Un'importante unità di misura del tempo in fisica teorica è il [[tempo di Planck]].<ref>Si veda [[Unità di misura di Planck|unità di Planck]] per i dettagli.</ref>
 
=== Tempo quantizzato ===
Il tempo quantizzato è un concetto sviluppato a livello teorico. Il [[tempo di Planck]] è il tempo che impiega un [[fotone]] che viaggia alla velocità della luce, ossia nel vuoto, per percorrere una distanza pari alla [[lunghezza di Planck]]. Il tempo di Planck (~ {{M|5,4 × 10<sup>−44</sup> 4e-44|u=s|p=~}}) è lail più piccolapiccolo quantitàintervallo di tempo tecnicamenteteoricamente misurabile, nonché potrebbesecondo esserele attuali conoscenze la più piccola quantità ad avere un significato fisico. nell'effettivoIn caso[[fisica]], dinel [[modello standard]] il tempo parcellizzatonon è quantizzato ma viene trattato come continuo.
 
== Concetto di tempo in geologia ==
In [[fisica]], nel [[modello standard]] il tempo non è quantizzato ma viene trattato come continuo.
Il concetto di tempo in [[geologia]] è un argomento complesso in quanto non è quasi mai possibile determinare l'età esatta di un corpo geologico o di un fossile. Molto spesso le età sono relative (prima di…, dopo la comparsa di…) o presentano un margine di incertezza, che cresce con l'aumentare dell'età dell'oggetto. Sin dagli albori della geologia e della [[paleontologia]] si è preferito organizzare il tempo in funzione degli organismi che hanno popolato la [[Terra]] durante la sua storia: il ''tempo geologico'' ha pertanto struttura gerarchica e la gerarchia rappresenta l'entità del cambiamento nel contenuto fossilifero tra un'età e la successiva.
 
Solo nella seconda metà del [[XX secolo]], con la comprensione dei meccanismi che regolano la [[radioattività]], si è incominciato a determinare fisicamente l'età delle rocce. La precisione massima ottenibile non potrà mai scendere al di sotto di un certo limite in quanto i processi di decadimento atomico sono processi stocastici e legati al numero di [[atomo|atomi]] radioattivi presenti all'interno della roccia nel momento della sua formazione. Le migliori datazioni possibili si attestano sull'ordine delle centinaia di migliaia di anni per le rocce con le più antiche testimonianze di vita (nel [[Precambriano]]) mentre possono arrivare a precisioni dell'ordine di qualche mese per rocce molto recenti.
== Concetto di ''tempo'' in [[geologia]] ==
Il concetto di tempo in [[geologia]] è un argomento complesso in quanto non è quasi mai possibile determinare l'età esatta di un corpo geologico o di un fossile. Molto spesso le età sono relative (prima di..., dopo la comparsa di...) o presentano un margine di incertezza, che cresce con l'aumentare dell'età dell'oggetto. Sin dagli albori della geologia e della [[paleontologia]] si è preferito organizzare il tempo in funzione degli organismi che hanno popolato la [[Terra]] durante la sua storia: il ''tempo geologico'' ha pertanto struttura gerarchica e la gerarchia rappresenta l'entità del cambiamento nel contenuto fossilifero tra un'età e la successiva.
 
Solo nella seconda metà del [[XX secolo]], con la comprensione dei meccanismi che regolano la [[radioattività]], si è iniziato a determinare fisicamente l'età delle rocce. La precisione massima ottenibile non potrà mai scendere al di sotto di un certo limite in quanto i processi di decadimento atomico sono processi stocastici e legati al numero di [[atomo|atomi]] radioattivi presenti all'interno della roccia nel momento della sua formazione. Le migliori datazioni possibili si attestano sull'ordine delle centinaia di migliaia di anni per le rocce con le più antiche testimonianze di vita (nel [[Precambriano]]) mentre possono arrivare a precisioni dell'ordine di qualche mese per rocce molto recenti.
 
Un'ulteriore complicazione è legata al fatto che molto spesso si confonde il tempo geologico con le rocce che lo rappresentano. Il tempo geologico è un'astrazione, mentre la successione degli eventi registrata nelle rocce ne rappresenta la reale manifestazione. Esistono pertanto due scale per rappresentare il tempo geologico, la prima è la [[scala geocronologica]], la seconda è la [[scala cronostratigrafica]]. In prima approssimazione comunque, le due scale coincidono e sono intercambiabili.
 
== La percezione del tempo ==
{{vedi anche|concezionePercezione del tempo}}
[[Karl von Vierordt]] alla fine dell'Ottocento, scoprì il cosiddetto "punto di indifferenza" del tempo, ovvero il punto in cui il ''tempo soggettivo'' e il ''tempo fisico'' coincidono che è situato sotto i tre secondi, passati i quali il ''tempo soggettivo'' si accorcia<ref>Arnaldo Benini, ''Che cosa sono io.Il cervello alla ricerca di se stesso.'', 2009, Garzanti, pag 101, ISBN 978-88-11-60085-5</ref>.
A volte si percepisce il passare del tempo come più rapido ("il tempo vola"), significando che la durata appare inferiore a quanto è in realtà; al contrario accade anche di percepire il passare del tempo come più lento ("non finisce mai"). Il primo caso viene associato a situazioni piacevoli, o di grande occupazione, mentre il secondo si applica a situazioni meno interessanti o di attesa (noia). Inoltre sembra che il tempo passi più in fretta quando si dorme. Il problema della percezione del tempo si trova in stretta correlazione con i problemi relativi al [[Funzione (ingegneria)|funzionamento]] e alla [[fisiologia]] del [[cervello]]. Un esempio di ciò è la [[cronostasi]], un'illusione che sembra far durare più di quanto realmente è avvenuta un'immagine che precede un rapido movimento dell'occhio.
 
=== Simultaneità e causalità ===
Eventi distinti tra loro possono essere apparentemente [[simultaneità|simultanei]] oppure apparire distanziati in proporzione a un certo numero di cicli di un determinato [[fenomeno]] soggettivo e locale, per cui sembrerebbe possibile quantificare in che misura un certo evento avvenga ''dopo'' un altro, ma in realtà ciò è fisicamente impossibile, l'istante è indefinibile, la simultaneità è solo apparente e gli eventi accadono in ordine diverso per osservatori differenti. Il ''tempo'' misurabile, solo localmente nella stessa cornice temporale, che separa i due eventi corrisponde all'ammontare dei cicli intercorsi in una data cornice temporale, ma per altri osservatori l'ordine degli eventi potrebbe avere diversi cicli temporali o anche essere invertito. Convenzionalmente tali cicli si considerano, per definizione, periodici entro un limite di errore sperimentale e solo localmente. Tale errore sarà percentualmente più piccolo quanto più preciso sarà lo strumento ([[orologio]]) che compie la misura e relativa alla posizione vicino a una massa in cui è posizionato e relativamente alla sua velocità, accelerazione e direzione. Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati dalla scala [[astronomia|astronomica]] (moti del [[Sole]], della [[Terra]]) a quella [[meccanica quantistica|quantistica]] ([[orologio atomico|orologi atomici]]) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti fino a evidenziare che il tempo scorre differentemente sulla terra, anche a poca distanza di altezza.
 
Uno dei modi di definire il concetto di ''dopo'' è basato sull'assunzione della [[causa (filosofia)|causalità]] apparente all'esperienza umana. Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la comprensione della natura apparente del tempo e della misurazione relativa del tempo, con la creazione e il miglioramento dei [[calendario|calendari]] e degli orologi, è stato uno dei principali motori della scoperta [[scienza|scientifica]] che nell'ultimo secolo ha portato alla soppressione del concetto di tempo universale e fondamentale.
 
=== Nelle diverse culture ===
Il tempo, così come lo [[spazio (fisica)|spazio]], è una categoria a priori ma non per questo non gli viene dato un significato e una rappresentazione diversa in ogni cultura.
<br />Si può affermare, in maniera generale, che esso venga percepito come il variare della persona e delle cose.
 
Sempre generalmente, vi sono due idee fondamentali del tempo:
 
* '''Pensiero cronometrico occidentale'''
Il tempo viene visto come un'entità lineare e misurabile. Questa visione risponde alla necessità di ottimizzare il proprio tempo e dipende dall'organizzazione economica.
 
* '''Tempo ciclico e puntiforme'''
Nelle società tradizionali il tempo viene scandito attraverso il passare delle stagioni o secondo eventi contingenti (es. il mercato della domenica).
Molte società possono essere comunque considerate "a doppio regime temporale".
 
C'è quindi un tempo qualitativo, legato all'esperienza, che dipende dalla necessità di alcune società di frazionare il tempo per contingenza, e un tempo quantitativo, astratto e frazionabile, che sta man mano, con la globalizzazione, diventando dominante.
 
L'antropologo [[Christopher Hallpike]]<ref>''The Foundations of Primitive Thought'', Oxford University Press 1979</ref>, rifacendosi agli studi dello psicologo [[Jean Piaget]], affermò che a seconda della cultura il tempo viene percepito come ''operatorio'' e ''pre-operatorio'' (percezione del tempo fino agli otto anni). La visione operatoria del tempo consente di coordinare i fattori di durata, successione e simultaneità.
<br />Per dimostrare la sua tesi egli fece osservare a degli aborigeni [[melanesia]]ni due macchinine su due piste concentriche facendole partire e fermare nello stesso tempo e di seguito chiedendodomandando quale delle due macchinine avesse percorso più spazio. Gli aborigeni non seppero rispondere a quella domanda e per questo motivo egli pensò che mancasse loro la capacità di coordinare i tre fattori.
 
In [[Melanesia]] vengono fatte delle corse di cavalli su piste concentriche e di conseguenza la mancanza di una correlazione non-lineare e quantificabile del tempo sembra non escludere la capacità di coordinare durata, successione e simultaneità.
 
* '''Tempo sacro e Tempo profano'''.
Lo storico delle religioni [[Mircea Eliade]] nel suo saggio ''"Il sacro e il profano"'' evidenzia quanto segue:
 
"il tempo sacro è per sua natura anche reversibile, nel senso che è, parlando propriamente, un Tempo mitico primordiale reso presente. Ogni festa religiosa, ogni tempo liturgico, consiste nella riattualizzazione di un avvenimento sacro che ha avuto luogo in un passato mitico, "agli inizi". Partecipare religiosamente a una festa implica che si esce dalla durata temporale "ordinaria" per reintegrare il tempo mitico riattualizzato dalla festa stessa"<ref>Mircea Eliade, ''Le sacré et le profaine'', Folio essais, ed. Gallimard, 1965, p. 63</ref>. Questo Tempo sacro, riattualizzato periodicamente nelle religioni precristiane, è un Tempo mitico, primordiale, originale, non-identificabile nel passato storico, raccontato dal mito, prima del quale non esisteva alcun Tempo<ref>Mircea Eliade, op. cit, p. 66.</ref>.
 
Il [[Giudaismo]] presenta una grande novità: "Per il Giudaismo, il Tempo ha un inizio e avrà una fine. L'idea del Tempo ciclico è superata. [[Jahvè]] non si manifesta più nel Tempo cosmico (come gli dei di altre religioni), ma in un Tempo storico, che è irreversibile. Ogni nuova manifestazione di [[Jahvé]] non è più riconducibile a una manifestazione anteriore. [...] L'avvenimento storico guadagna qui una nuova dimensione: diviene una [[teofania]].<ref>Mircea Eliade, op. cit., p. 98.</ref>.
 
Per la maggior parte del [[Cristianesimo]] (non tutto: i [[Testimoni di Geova]] non condividono questa idea di incarnazione) "Dio si è incarnato, ha assunto un'esistenza umana storicamente condizionata, la Storia diventa suscettibile di essere santificata". [[Cristo]], con la sua presenza, ha santificato il preciso Tempo storico in cui venne sulla Terra, il Tempo evocato dai [[Vangeli]]. Siamo in presenza di una [[teologia]] della storia, non di una [[filosofia]] della storia: "Gli interventi di [[Dio]] nella Storia, e soprattutto l'Incarnazione nella persona storica di [[Gesù Cristo]], hanno un fine trans-storico: la salvezza dell'uomo".<ref>Mircea Eliade, op. cit., 99.</ref>
 
Eliade scrive anche in un altro suo saggio: "Questo Dio del popolo ebraico non è una divinità orientale creatrice di gesti [[archetipo|archetipali]], ma una ''personalità'' che interviene senza sosta nella ''storia'', che rivela la sua volontà attraverso gli avvenimenti (invasioni, assedi, battaglie, ecc.). I fatti storici diventano anche delle "situazioni" dell'uomo di fronte a Dio, e come tali acquisiscono un valore religioso che nulla fino a quel momento poteva loro assicurare. Pure, è vero dire che gli [[Ebrei]] furono i primi a scoprire il significato della storia come [[epifania]] di Dio, e questa concezione, come ci si doveva attendere, fu ripresa e ampliata dal [[Cristianesimo]]".<ref>''Le Mythe de l'éternel retour'' (''Il mito dell'eterno ritorno''), Folio essais, ed. Gallimard, 1969, pag. 122.</ref>
 
A proposito del concetto [[bibbia|biblico]]-[[cristianesimo|cristiano]] di "tempo" scrive il [[cardinale]] e [[teologo]] [[Gerhard Ludwig Müller]]: "Per il pensiero greco ''[[Crono|Kronos]]'' (il "Tempo") è un mostro che divora i propri figli, perciò il tempo non è salvifico, e non ha altro significato che portare alla morte, all'eterno ritorno. Per la fede biblica, invece, il tempo (''kairòs'') è il luogo della rivelazione di [[Dio]], della salvezza; [[Cristo]] è in effetti la pienezza del tempo. [....] La salvezza compiuta in Cristo è un fatto storico che possiamo situare in un luogo e in un tempo ma presente ed efficace oggi perché la storia è il luogo dell'incarnazione".<ref>"Non facciamoci divorare da Krònos", ''L'Osservatore Romano'', 24 ottobre 2013, pag. 4</ref>
 
* '''Tempo della Chiesa e tempo del mercante '''
Lo studioso [[Jacques Le Goff]] tratta della differenza tra Tempo della Chiesa, dominante nell'[[Alto Medioevo]], e Tempo del mercante affermatosi nel [[Basso Medioevo]] quando sui campanili e le torri cittadine compaiono anche gli orologi meccanici che scandiscono il giorno in 24 ore. Il tempo appartiene a [[Dio]] che lo ha donato all'uomo, secondo l'insegnamento della Chiesa: calendario [[liturgia|liturgico]], preghiere quotidiane, lavori agricoli.
Con l'avvento della società borghese-mercantile l'ideologia muta ed entra in contrasto con l'insegnamento che prevedeva il [[cristianesimo]], secondo cui il tempo non può essere venduto, come faceva il mercante che doveva organizzare i propri commerci, misurare la lunghezza dei viaggi e il tempo per compierli e calcolare quanto, il tempo e lo spazio, incidessero sulle spese e sui guadagni; nasce quindi un conflitto tra l'[[etica]] religiosa e i comportamenti mercantili.<ref name="Le Goff">''Tempo della Chiesa e tempo del mercante'', Biblioteca Einaudi.</ref><ref>http://tempos.it/contentdv/bio_12.html</ref> «Questo tempo, che comincia a razionalizzarsi, si laicizza nello stesso tempo, per ragioni pratiche. Il tempo della Chiesa è il tempo dei chierici, ritmato dagli uffici religiosi, dalle campane che li annunciano, eventualmente indicato dalle meridiane, imprecise e mutevoli, misurato talvolta dalle clessidre. Il tempo del mercante, utilizzato per scopi profani e laici, viene invece misurato esattamente dagli orologi posti sulle torri civiche comunali».<ref name="Le Goff" />
 
== Note ==
Riga 172 ⟶ 157:
* {{cita libro | cognome= Barbour | nome= Julian | wkautore= Julian Barbour | titolo= La fine del tempo | editore= Einaudi | città= Torino | anno= 2003 | isbn= 88-06-15783-3 }}
* {{cita libro | cognome= Davies | nome= Paul | wkautore= Paul Davies | titolo= I misteri del tempo | editore= Oscar Saggi Mondadori | città= Milano | anno= 1997 | isbn= 88-04-42736-1 }}
* {{cita libro | cognome= Dorato | nome= Mauro | wkautore= Mauro Dorato | titolo= Che cos’è il tempo? - Einstein, Gödel e l’esperienza comune | editore= Carocci editore | città= Roma | anno= 2013 | isbn= 978-88-4306-696-4 }}
* {{cita libro | cognome= Dorato | nome= Mauro | wkautore= Mauro Dorato | titolo= Il tempo - Cosa accade quando non accade nulla | editore= Carocci editore | città= Roma | anno= 2024 | isbn= 978-88-2902-649-4 }}
* {{cita libro | cognome= Eliade | nome= Mircea | wkautore= Mircea Eliade | titolo= Il mito dell'eterno ritorno | editore= Rusconi | città= Milano | anno= 1975 }}
* {{cita libro | cognome= Eliade | nome= Mircea | wkautore= Mircea Eliade | titolo= Il sacro e il profano | editore= Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 2006 | isbn= 88-339-1688-X | cid= Mircea Eliade, "Il sacro e il profano" | url= http://books.google.it/books?id=KSkjAAAACAAJ}}
* {{cita libro | cognome= Greene | nome= Brian | wkautore= Brian Greene | titolo= La trama del cosmo | editore= Einaudi | città= Torino | anno= 2004 | isbn= 88-06-16962-9 }}
* {{cita libro | cognome= Hack | nome= Margherita | wkautore= Margherita Hack | coautori= [[Pippo Battaglia]] e [[Rosolino Buccheri]] | titolo= L'idea del tempo | editore= Utet Libreria | città= Torino | anno= 2005 | isbn= 88-7750-954-6 }}
* {{cita libro | cognome= Hawking | nome= Stephen | wkautore= Stephen Hawking | titolo= Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo | editore= Rizzoli | città= Milano | anno= 1988 }}
* {{cita libro | cognome= RovelliRedondi | nome= CarloPietro | wkautore= CarloPietro Redondi Rovelli| titolo= CheStorie cos'è ildel tempo? Che| cos'ècittà= loBari-Roma spazio?| editore= Di Renzo|Laterza | anno= 20062007 | isbn= 978-88-6184-075-19788842082644}}
* {{cita libro | cognome= Rovelli | nome= Carlo | wkautore= Carlo Rovelli| titolo= Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio?| editore= Di Renzo | anno= 2006 | isbn= 978-88-6184-075-1
}}
* {{cita libro | cognome= Tonelli | nome= Guido | wkautore= Guido Tonelli| titolo= Il tempo - Il sogno di uccidere Chrónos | editore= Feltrinelli | anno= 2021 | isbn= 978-88-07-49292-1 }}
 
== Voci correlate ==
 
{{Colonne}}
* '''[[Scala temporale|Scale temporali]]:'''
** [[calendarioCalendario]]
** [[tempoTempo coordinato universale]] (UTC)
** [[tempoTempo atomico internazionale]] (TAI)
** [[Greenwich Mean Time]] (GMT)
** [[Tempo terrestre]] (TT)
** [[tempoTempo universale]] (UT)
** [[scalaScala dei tempi geologici]]
** [[oraTempo solarestandard]]
** [[oraOra legale]]
** [[fusoFuso orario]]
** [[tempoTempo effemeride]]
** [[tempoTempo siderale]]
* '''[[Strumento di misura|Strumenti di misura]]'''
** [[cronometroCronometro]]
** [[orologioOrologio]]
** [[orologioOrologio atomico]]
** [[orologioOrologio da polso]]
** [[orologioOrologio al quarzo]]
** [[pendoloPendolo]]
** [[meridianaMeridiana]]
** [[clessidraClessidra]] ([[clessidra ad acqua|ad acqua]])
** [[idrocronometroIdrocronometro]]
 
{{Colonne spezza}}
* '''[[Concezione del tempo|Concezioni antiche del tempo]]'''
**''[[Chronos (mitologia)|Chronos]]''
**''[[Kairos]]''
**''[[Eone (cosmologia)|Aion]]''
;
* '''Periodi di tempo'''
** [[periodo (geocronologia)|Periodo geologico]]
** [[settimana]]
** [[quadrimestreera (tempo)|Era]]
** [[secoloEone]]
** [[millennioEpoca geologica]]
** [[Stagione]]
** [[periodo (geocronologia)|periodo]]
** [[eraComplessità (tempo)|eratemporale]]
** [[eoneTempo di salita]]
** [[epocaemivita geologica(fisica)|Emivita]]
** [[stagionePeriodizzazione]]
** [[tempo esponenzialeEternità]]
 
** [[tempo di risposta]]
** [[emivita (fisica)|emivita]]
** [[periodizzazione]]
** [[eternità]]
** [[decennio]]
* '''Tecniche di datazione'''
** [[datazioneDatazione radiometrica]]
** [[datazioneMetodo aldel radiocarboniocarbonio-14]]
** [[dendrocronologiaDendrocronologia]]
 
{{Colonne spezza}}
* '''Unità di [[misurazione|misura]]'''
** [[secondoSecondo]]
** [[minutoMinuto]]
** [[ora (unità di misura)|oraOra]]
** [[giornoGiorno]]
** [[settimanaSettimana]]
** [[meseMese]]
** [[annoQuadrimestre]]
** [[Anno]]
** [[Decennio]]
** [[Secolo]]
** [[Millennio]]
 
* '''Varie'''
** [[Concezione del tempoCronemica]]
** [[Dilatazione del tempo]]
** [[ISO 8601]]
** [[Momento (unità di misura)|Momentum]]
** [[Sincronia]]
** [[Percezione del tempo]]
** [[Sincronicità]]
** [[Tempo proprio]]
** [[Varianza di Allan]]
Riga 263 ⟶ 260:
{{portale|filosofia|fisica}}
 
[[Categoria:Grandezze fisiche fondamentali]]
[[Categoria:Tempo| ]]
[[Categoria:Grandezze fisiche fondamentali]]
[[Categoria:Misuratori del tempo| ]]