Tempo: differenze tra le versioni
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[[File:Romanelli Chronos and his child.jpg|
Il '''tempo''' è la [[percezione]] e rappresentazione della modalità di successione degli eventi, per cui essi avvengono prima, dopo o durante altri eventi.<ref>{{Treccani|tempo|tempo|accesso=20 febbraio 2023}}</ref> Da un punto di vista scientifico è una [[grandezza fisica]] [[Grandezze fisiche fondamentali|fondamentale]].
La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni [[filosofia|filosofiche]] e [[scienza|scientifiche]].
== Tempo e coscienza ==
{{NN|fisica|gennaio 2021}}
[[File:CIMITERO STAGLIENO TOMBA PIAGGIO.jpg|min|Statua del Tempo di [[Giuseppe Benetti]] (1873), scultura nel [[Cimitero monumentale di Staglieno]] ([[Genova]])]]
Dalla [[coscienza]] umana emergerebbe l'esperienza conosciuta come "il trascorrere del tempo", che caratterizza i fenomeni e i cambiamenti materiali e spaziali della nostra esperienza. Tale concetto non trova una corrispondenza univoca nella [[fisica]], dove non è possibile sequenziare in modo assoluto, ma solo localmente l'apparente successione degli eventi secondo l'osservazione umana. Tutto ciò che si muove nello spazio e/o si trasforma è descritto dalla mente umana in relazione al tempo. Alcuni esempi tra i più immediati sono la rotazione della [[Terra]] attorno al proprio asse, che determina l'alternanza del giorno e della notte, e il suo [[moto di rivoluzione]] intorno al [[Sole]], che determina le variazioni stagionali e la durata dell'anno solare. Tali eventi forniscono la sensazione alla mente umana che è trascorso un "intervallo di tempo", definizione che però nasconde una logica circolare poiché ne costituisce anche la spiegazione.
Molto di ciò che riguarda la [[percezione del tempo]] sembra quindi dipendere dalla mente: il passato è un ricordo, derivato dalla memoria del vissuto, il presente una comprensione, una lettura del reale adottata dal soggetto al momento della percezione, il futuro una previsione, una proiezione dei costrutti intellettuali. Scientificamente, il tempo può essere descritto come un’entità in cui passato e futuro coesistono senza una separazione netta, mentre il presente, in senso stretto, non esisterebbe poiché ogni percezione o evento richiede un intervallo minimo determinato dal limite imposto dalla [[velocità della luce]].
== La misura del tempo ==
[[File:Wooden hourglass 3.jpg|
L'unità di misura standard del [[Sistema internazionale di unità di misura|Sistema Internazionale]] è il [[secondo]]. In base a esso sono definite misure più ampie come il [[minuto]], l'[[
Esistono svariate [[scala temporale|scale temporali]] continue di utilizzo corrente: il [[tempo universale]], il [[tempo atomico internazionale]] (TAI), che è la base per le altre scale, il [[tempo coordinato universale]] (UTC), che è lo standard per l'orario civile, il [[
=== Distanze misurabili con il tempo ===
Nel linguaggio di tutti i giorni spesso si usa il tempo come misuratore di distanze, per indicare la durata di un percorso (come ad esempio: "mezz'ora d'automobile", "un giorno di viaggio", "10 minuti di cammino"). Dato che la velocità è uguale
Tecnicamente, però, espressioni come "un anno luce" non esprimono un intervallo di tempo, ma una distanza avendone nota la velocità: infatti più precisamente l'[[anno luce]] si può esprimere come "la distanza percorsa dalla luce in un anno", conoscendone esattamente la velocità
== Il tempo nella filosofia e nella fisica ==
{{vedi anche|Concezione del tempo}}
Importanti questioni [[Filosofia|filosofiche]], [[Metafisica|metafisiche]] e [[Fisica|fisiche]] sul tempo comprendono domande come:
* Il tempo senza [[divenire|cambiamento]] è concettualmente impossibile?
* Il tempo scorre realmente, oppure l'idea di passato, presente e futuro è completamente soggettiva, descrittiva solo di un [[inganno]] dei nostri sensi? * Il tempo è rettilineo o lo è solo nel breve spazio di tempo che l'uomo ha sperimentato e sperimenta?
Quest'ultima questione può dare luogo a due idee fondamentali del tempo:
* ''Pensiero cronometrico occidentale'', che vede il tempo come un'entità lineare e misurabile. Questa visione risponde alla necessità di ottimizzare il proprio tempo e dipende dall'organizzazione economica.
* ''Tempo ciclico e puntiforme'', scandito nelle società tradizionali dal passare delle [[stagioni]] o secondo eventi contingenti (es. il mercato della domenica).
C'è quindi un tempo [[qualità (filosofia)|qualitativo]], legato alla natura e all'oggettività dell'esperienza, che dipende dalle necessità sociali, agricole, antropologiche, ed un tempo quantitativo, astratto e frazionabile, che sta man mano, con la [[globalizzazione]], diventando dominante.<ref>Raniero Regni, [https://books.google.it/books?id=VUs_8zA1zEwC&pg=PA152#v=onepage&q&f=false ''Geopedagogia: l'educazione tra globalizzazione, tecnologia e consumo'', pag. 152], Armando Editore, 2002.</ref>
===
[[File:Mithraic Kronos, zodiac signs.png|min|Statua [[mitraismo|mitraica]] del tempo illimitato, circondato dai [[segni dello zodiaco]], e da quattro divinità del [[vento]] agli angoli.<ref>Riproduzione della statua in: [[Franz Cumont]], ''The Mysteries of Mithra'' (1903), p. 223.</ref>]]
Nell'[[antica Grecia]] esistevano due termini diversi per distinguere l'aspetto [[quantità (filosofia)|quantitativo]] e misurabile del tempo, denominato ''[[chronos (mitologia)|chrònos]]'', da quello qualitativo, detto ''[[kairos|kairós]]'', associato al presentarsi di un'opportunità o uno specifico [[archetipo]]:<ref>Mark Freier, ''Time Measured by Kairos and Kronos'', Whatif Enterprises LLC, 2007, cit. in Cristina Manzo, [https://books.google.it/books?id=pHWHDAAAQBAJ&pg=PA12#v=onepage&q&f=false ''L'enigma del tempo tra filosofia e cinema'', pag. 12], Elison Publishing, 2016.</ref> concetto che ritorna ad esempio nella [[Bibbia]] con l'espressione:<ref>{{cita web|url=https://teologiaverona.it/rivista/openaccess/ET_010-011/ET_10-11_02%20Cottini.pdf|titolo="C'è un tempo per ogni cosa": significato del tempo
nella sapienza ebraica biblica|autore=Valentino Cottini|p=16|rivista="Esperienza e teologia"|numero=10-11|anno=2000}}</ref> {{citazione|C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, [...] un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per piangere e uno per ridere, ecc.{{#tag:ref|Concetti analoghi erano stati espressi da [[Esiodo]] ne ''[[Le opere e i giorni]]'' (versi 383 e segg.)<ref name=cronocratori>{{cita web|url=https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=24977|titolo=I cronocratori astrologici in rapporto ai cicli della vita umana|autore=Francesco Lamendola|anno=2009}}</ref>}}|''[[Qoelet]]'', 3, 1–11}}
Vi era poi un terzo termine, ''[[aion (filosofia)|aion]]'', che indicava il tempo come [[eternità]] e dimensione [[trascendente]].<ref name=Meo>Cfr. {{cita web|url=https://www.academia.edu/37860962/Catturare_il_divenire_Modi_e_rappresentazioni_della_temporalit%C3%A0_ai%C3%B3n_khr%C3%B3nos_kair%C3%B3s|autore=Oscar Meo|titolo=Catturare il divenire. Modi e rappresentazioni della temporalità: aión, khrónos, kairós|pp=311-319|opera=Calendari: l'uomo, il tempo, le stagioni|editore=Virtuosa-Mente|anno=2018}}</ref> Quest'ultimo era propriamente il «tempo della vita», scandito non solo dai cicli della [[natura]] ma del [[cosmo]] nella sua interezza, di cui gli [[astrologia|astri]] sono garanti del suo perpetuo rinascere e [[eterno ritorno|ripetersi infinitamente]].<ref name=Meo/>
Se il tempo così concepito portò, nella [[scuola eleatica]], persino a negare la stessa nozione di un suo fluire come nei [[paradossi di Zenone]],<ref>Paradossi che molti secoli dopo sarebbero stati di aiuto nello sviluppo del [[calcolo infinitesimale]].</ref> i quali sfidavano in modo provocatorio la nozione comune di tempo,{{#tag:ref|Il paradosso più celebre è quello di [[Paradosso di Achille e la tartaruga|Achille e la tartaruga]]: secondo il suo ragionamento, attenendosi strettamente alle [[logica|regole logiche]], l'eroe greco (detto "pié veloce" in quanto secondo la [[mitologia greca]] era "il più veloce tra i mortali") non raggiungerebbe mai una lenta tartaruga.<ref>L'esempio è molto semplice: supponiamo che inizialmente Achille e la tartaruga siano separati da una distanza x e che la velocità dell'eroe corrisponda a 10 volte quella dell'animale. Achille comincia a correre fino a raggiungere il punto x dove si trovava la tartaruga ma essa, nel frattempo, avrà percorso una distanza uguale a 1/10 di x. Achille prosegue e raggiunge il punto "x + 1/10 di x" mentre la tartaruga ha il tempo di compiere una distanza di 1/100 di x (1/10 di 1/10 di x), distanziando nuovamente l'inseguitore. Continuando all'infinito Achille riuscirà ad avvicinarsi sempre di più all'animale, il quale però continuerà ad avere un sempre più piccolo ma comunque sempre presente distacco.
La paradossale conclusione di Zenone era: Achille non raggiungerà mai la tartaruga.</ref>
La posizione di [[Parmenide]] è assai diversa da quella dell'allievo [[Zenone di Elea|Zenone]]: questi infatti sosteneva che l'essenza della realtà fosse eterna e che, dunque, il tempo fosse un'illusione della ''doxa'' ([[opinione]]), di quella falsa sapienza che non è propria di chi sa veramente. In seno all'essere (che è l'essenza del mondo), in sintesi, non c'è tempo né moto.}} [[Platone]] attribuiva un'eterna immobilità al [[mondo delle idee]], contrapposta alla temporalità terrena seppure fondante quest'ultima, sicché secondo la sua celebre definizione, il tempo è «l'immagine mobile dell'eternità».<ref name=Meo/>
Per [[Plotino]] il [[cielo (religione)|cielo]] con i suoi movimenti ciclici dei corpi celesti è simbolo dell'eternità (''[[Aion (filosofia)|Aion]]''), ma non è l'eternità stessa; questa dà all'universo ordine e tempo, il quale è vita dell'[[anima]], ed immagine (''eikón'') dell'eternità.<ref>Plotino, ''[[Enneadi]]'', III, 7.</ref>
[[File:Christus-Apollo im Zentrum des Zodiakus.jpg|min|verticale=1.1|Immagine di [[Cristo]] ''Cronocratore'',{{#tag:ref|Dal [[greco antico|greco]] ''chronos'' («tempo») + ''kratos'', «dominatore».<ref name=cronocratori/>}} ovvero «Signore del tempo»,<ref name=cronocratori/> che sostituisce l'iconografia pagana del [[Sole (astrologia)|Sole]] al centro della [[segni zodiacali|ruota zodiacale]].<ref>Gérard de Champeux, ''I Simboli del Medioevo'', pag. 143, Milano, Jaca Book, 1981 (cit. in {{cita web|url=http://www.arteefede.com/articoli/articolo.php?file=SIMBOLI%20ZODIACO.htm|titolo=Simboli dello Zodiaco|opera=Arte e Fede}})</ref>]]
Secondo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] il tempo è stato creato da Dio assieme all'Universo, ma la sua natura resta profondamente misteriosa, tanto che il filosofo, vissuto tra il IV e il V secolo d.C., afferma ironicamente: «Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so».
Egli critica una concezione del tempo aristotelica inteso come misura del moto (degli astri): nelle ''[[Confessioni (Agostino)|Confessioni]]'' afferma che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile a una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente (con l'attenzione), ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa. Per Agostino, insomma, il tempo è un'entità soggettiva.{{#tag:ref|Tuttavia ne riconoscerebbe anche una dimensione oggettiva quando, nella "Città di Dio", Agostino d'Ippona lo definisce, ad esempio, "divenire del movimento secondo il prima e il poi, dato che le sue parti non possono essere simultaneamente",<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XII, 15.1}}</ref> oppure quando afferma che senza creatura non esiste il tempo giacché non esiste alcun essere mutevole e che l'eternità, propria di Dio, al contrario, è l'assenza assoluta della mutabilità, del movimento, concludendone che il tempo non preesiste al mondo ma è stato creato con esso perché questi è sottoposto alla caducità, al cambiamento, in una parola, al divenire.<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XI, 6}}</ref> Inoltre, nel tentativo di spiegare come gli angeli sono sempre esistiti, eppure non sono coeterni al Creatore, egli giunge ad affermare esplicitamente che è ragionevole sostenere che esisteva il tempo prima dell'uomo e di Abramo, e che gli angeli sono sempre esistiti, ma nel tempo perché senza i loro movimenti, soggetti al futuro e al passato, era impossibile che si avesse il tempo, ribadendo la differenza tra eternità che non diviene e tempo che muta e mostrando così chiaramente come egli non vincoli il tempo alla sola percezione/esistenza dell'uomo.<ref>{{Cita libro|titolo=La Città di Dio, Libro XII, 15.2}}</ref>}}
Da
=== L'epoca moderna: il dibattito tra tempo assoluto e tempo illusorio ===
Il tempo è stato considerato in vari modi nel corso della storia del pensiero, ma le definizioni di Platone e Aristotele sono state di riferimento per moltissimi secoli (magari criticate o reinterpretate in senso [[cristianità|cristiano]]), fino a giungere alla rivoluzione [[scienza|scientifica]]. Di questo periodo è fondamentale la definizione di [[Isaac Newton]] (1642-1727), secondo il quale il tempo (al pari dello spazio) è "sensorium Dei" (senso di [[Dio]]) e scorrerebbe immutabile, sempre uguale a sé stesso (una concezione analoga è presente nelle opere di [[Galileo Galilei]]). Degna di nota è la contesa tra [[Isaac Newton|Newton]] e [[Gottfried Wilhelm von Leibniz|Leibniz]], che riguardava la questione del tempo assoluto: mentre il primo credeva che il tempo fosse, analogamente allo [[Spazio (fisica)|spazio]], un contenitore di eventi, il secondo riteneva che esso, come lo spazio, fosse un apparato concettuale che descriveva le interrelazioni tra gli eventi stessi.<ref>La discussione tra i due scienziati è contenuta in G. W. Leibniz, ''Saggi di teodicea, - Ultimi scritti'', Torino, UTET, 2000.</ref> [[John Ellis McTaggart]] credeva, dal canto suo, che il tempo e il cambiamento fossero semplici illusioni.
=== Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività ===
È stato il filosofo tedesco [[Immanuel Kant]] a
Un
Un
Secondo la [[relatività ristretta]]
:<math>
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dove:
* ''x'', ''y'', ''z'' rappresentano le tre coordinate spaziali, supponendo che i due osservatori si muovano l'uno rispetto all'altro nella direzione ''x'';
* ''t'' rappresenta la coordinata temporale;
* ''v'' è la velocità relativa fra i due osservatori;
* ''
* <math> \gamma = \frac{1}{\sqrt {1-\frac{v^2}{c^2}} }</math> è il fattore di dilatazione temporale di Lorentz.
Alcuni effetti previsti dalla [[teoria della relatività]] furono inizialmente considerati come paradossi. Uno dei più noti è il cosiddetto ''[[paradosso dei gemelli]]''. La premessa del paradosso è che esistano due gemelli, di cui uno parte per un viaggio interstellare con un'astronave capace di andare a una velocità prossima a quella della luce, mentre l'altro rimane sulla [[Terra]]. In base all’effetto di dilatazione degli intervalli temporali descritto dalle formule di Lorentz, il gemello rimasto sulla Terra dovrebbe aspettarsi che il tempo sia trascorso più lentamente per il gemello astronauta, e quindi che quest'ultimo apparirà più giovane quando i due si incontreranno nuovamente sulla Terra. Ma il gemello astronauta, facendo lo stesso ragionamento nel suo sistema di riferimento, si aspetta invece di trovare più giovane il gemello rimasto sulla Terra: in questo consisterebbe il paradosso. In realtà la situazione descritta non si può ricondurre a una singola trasformazione di Lorentz che connetta i due osservatori: se i due gemelli si allontanano fra loro e successivamente si riavvicinano, non possono essersi mossi di moto rettilineo uniforme l'uno rispetto all’altro. In presenza di moti accelerati, il calcolo del tempo trascorso per ciascuno dei due deve essere fatto mediante il calcolo del [[tempo proprio]] lungo la sua traiettoria spaziotemporale ([[linea di universo]]): la differenza fra i due valori del tempo proprio trascorso lungo le due traiettorie (valori che non dipendono dal sistema di riferimento considerato) fornisce la differenza di età finale fra i due gemelli, senza alcuna ambiguità o paradosso. Si può dimostrare che il tempo proprio trascorso fra due eventi è massimo per una traiettoria inerziale rispetto a ogni altra traiettoria possibile fra gli stessi due eventi.
La teoria della relatività cambia radicalmente la nozione di simultaneità (due eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un altro). Proprio la revisione del concetto di simultaneità – dovuta al fatto (sperimentalmente osservato) che la velocità della luce è la stessa per tutti gli osservatori – permise a Einstein di spiegare l’origine delle formule di Lorentz e dei conseguenti effetti di contrazione delle misure di lunghezza e dilatazione delle misure di tempo quando si confrontano osservatori in moto l’uno rispetto all’altro.
Poiché due eventi A e B, simultanei per un dato osservatore, non lo saranno per altri (e vi saranno osservatori per cui A avviene prima di B, e altri per i quali B avviene prima di A), il principio di [[causa (filosofia)|causalità]] – che afferma che un evento passato può influenzare un evento futuro, ma non viceversa – deve essere necessariamente riformulato. Si afferma quindi che un evento A può influenzare un evento B solo se A precede temporalmente B per ''qualunque'' osservatore inerziale: questo si verifica se B è contenuto nel [[Spaziotempo di Minkowski|cono luce futuro]] di A, ossia se B può essere raggiunto a partire da A da un corpo che viaggi a velocità inferiore a quella della luce, o al più da un segnale che viaggi alla velocità della luce.
Se esistesse un corpo in grado di viaggiare a velocità maggiore di quella della luce, rispetto a qualche osservatore esso apparirebbe viaggiare all'indietro nel tempo. La stessa teoria della relatività prevede, d'altra parte,
* che una particella di massa nulla possa solo viaggiare alla velocità della luce, e
* che sia impossibile accelerare un corpo massivo fino alla velocità della luce, poiché occorrerebbe un'energia infinita per farlo; si può inoltre ricavare facilmente che per una particella di massa nulla, che viaggia alla velocità della luce, il ''tempo proprio'' non trascorre.
La dilatazione degli intervalli temporali descritta dalle formule di Lorentz viene spesso descritta, nei testi scolastici o divulgativi, dicendo che ''"un osservatore sulla Terra vede rallentare un orologio posto su un'astronave che viaggi a grande velocità"'': ma quest'affermazione si presta a essere interpretata scorrettamente. Ciò che l'osservatore sulla Terra misurerebbe se osservasse l'orologio dell'astronave con un ipotetico telescopio, infatti, non sarebbe l'intervallo di tempo misurato da quell'orologio, bensì l'intervallo di tempo fra la ricezione (al telescopio) di segnali luminosi consecutivi emessi dall'orologio. La dilatazione che si osserverebbe non sarebbe quella data dal solo fattore <math>\gamma</math> di Lorentz, ma quella data dall'[[effetto Doppler relativistico]].
Anche il concetto fisico di simultaneità, la cui revisione da parte di Einstein destò inizialmente un certo disorientamento, è in realtà distinto dall'idea ingenua che se ne ha usualmente. Noi tendiamo a pensare, ad esempio, che ciò che vediamo attorno a noi in un certo istante, o ciò che vediamo raffigurato in una fotografia, sia l'immagine di una collezione di eventi simultanei. In realtà non è così: l'immagine retinica e la fotografia non riproducono tutti gli oggetti così come si trovavano nello stesso istante, ma come si trovavano nell'istante in cui hanno emesso i segnali luminosi che sono poi arrivati simultaneamente alla retina, o all'obiettivo dell'apparecchio fotografico. Finché nell'immagine compaiono solo oggetti vicini, la differenza è impercettibile. Ma se si osserva o si fotografa il cielo stellato è facile rendersi conto che le immagini dei corpi celesti corrispondono a segnali emessi molto tempo fa, in momenti diversi, tanto più indietro nel tempo quanto più l'oggetto è lontano dall'osservatore. Ciò che l'immagine retinica e quella fotografica a fotografia rappresentano, dunque, non è una porzione dell'insieme degli eventi simultanei in un dato istante, ma è invece precisamente una porzione del ''cono luce passato''. La differenza fra spazio di simultaneità e cono luce, a causa del valore molto grande della velocità della luce, è impercettible alla scala delle distanze terrestri, mentre diventa evidente quando si confrontano i due insiemi su distanze astronomiche (come nel caso del cielo stellato). Due osservatori, in moto uno rispetto all'altro, che in un certo istante vengano a trovarsi nella stessa posizione, in quell'istante vedono attorno a sé esattamente ''la stessa immagine'' dello spazio fisico circostante (e se scattassero entrambi una fotografia, otterrebbero esattamente ''la stessa fotografia),'' anche per oggetti molto lontani, dato che il cono luce spaziotemporale di un evento è il medesimo per tutti gli osservatori. Viceversa, l'insieme degli eventi simultanei (che non corrisponde a una percezione istantanea, ma è una costruzione matematica derivante dall'attribuzione, da parte di ciascun osservatore, di una coordinata temporale a ciascun evento dello spaziotempo) sarebbe diverso per i due osservatori.
=== Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità ===
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* "Come se ne definisce un'unità di misura, prescindendo dalla comune opinione?"
È nel tentativo di dare una risposta rigorosa a queste domande che ci si accorge delle difficoltà e dei pregiudizi. L'unico modo convincente di rispondere alla domanda "
Se si segue coerentemente sino in fondo questa definizione, si vede facilmente come tutti gli strumenti di misura del tempo ("orologi") si basino sul confronto (e conseguente conteggio) tra un movimento nello spazio (ad esempio la rotazione o la rivoluzione terrestre) e un altro movimento "campione" (meccanico, idraulico, elettronico), con sufficienti caratteristiche di precisione e riproducibilità. Si noti che il campione di movimento deve essere sempre un moto accelerato (rotazione, oscillazione lineare o rotatoria), mentre non è campione idoneo il moto rettilineo uniforme.
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In base a queste osservazioni, data la totale sovrapponibilità degli effetti operativi, si potrebbe addirittura assumere quale definizione del tempo, in [[fisica]], l'identità con il movimento stesso. In questo senso, l'intero Universo in evoluzione si può considerare il vero fondamento della definizione di tempo; si noti l'importanza essenziale della specifica "in evoluzione", ossia in movimento vario, accelerato: senza movimento, senza variazione anche il tempo scompare.
L'idea che una teoria fondamentale non debba contenere il concetto di tempo tra le sue primitive risale a [[Bryce DeWitt]] ed è stata sviluppata successivamente da [[Carlo Rovelli]], [[Craig Callender]] e [[Julian Barbour]].
=== Il tempo nella fisica moderna ===
{{vedi anche|Spaziotempo|
[[File:World line2-it.svg|min|Nello [[spaziotempo di Minkowski]], ogni evento O individua un [[cono di luce]] che divide lo spazio tempo in regioni distinte: il futuro (insieme dei punti che possono essere influenzati da O), il passato (eventi che hanno influenzato O) e il presente (eventi che non hanno correlazione causale con O)]]
In [[fisica moderna]], il tempo è definito come [[Distanza (matematica)|distanza]] tra gli [[evento (teoria della probabilità)|eventi]] calcolata nelle coordinate [[spaziotempo|spaziotemporali quadridimensionali]]. La [[relatività ristretta|relatività speciale]] mostrò che il tempo non può essere compreso se non come una parte del [[spaziotempo|cronotopo]] (altra parola per definire lo spaziotempo, una combinazione di spazio e tempo). La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa dell'osservatore rispetto a essi. La [[relatività generale]] modificò ulteriormente la nozione di tempo introducendo l'idea di uno spazio-tempo capace di ''curvarsi'' in presenza di [[Campo (fisica)|campi]] [[Interazione gravitazionale|gravitazionali]]. Un'importante unità di misura del tempo in fisica teorica è il [[tempo di Planck]].<ref>Si veda [[Unità di misura di Planck|unità di Planck]] per i dettagli.</ref>
=== Tempo quantizzato ===
Il tempo quantizzato è un concetto sviluppato a livello teorico. Il [[tempo di Planck]] è il tempo che impiega un [[fotone]] che viaggia alla velocità della luce, ossia nel vuoto, per percorrere una distanza pari alla [[lunghezza di Planck]]. Il tempo di Planck (
== Concetto di tempo in geologia ==
Il concetto di tempo in [[geologia]] è un argomento complesso in quanto non è quasi mai possibile determinare l'età esatta di un corpo geologico o di un fossile. Molto spesso le età sono relative (prima di…, dopo la comparsa di…) o presentano un margine di incertezza, che cresce con l'aumentare dell'età dell'oggetto. Sin dagli albori della geologia e della [[paleontologia]] si è preferito organizzare il tempo in funzione degli organismi che hanno popolato la [[Terra]] durante la sua storia: il ''tempo geologico'' ha pertanto struttura gerarchica e la gerarchia rappresenta l'entità del cambiamento nel contenuto fossilifero tra un'età e la successiva.
Solo nella seconda metà del [[XX secolo]], con la comprensione dei meccanismi che regolano la [[radioattività]], si è incominciato a determinare fisicamente l'età delle rocce. La precisione massima ottenibile non potrà mai scendere al di sotto di un certo limite in quanto i processi di decadimento atomico sono processi stocastici e legati al numero di [[atomo|atomi]] radioattivi presenti all'interno della roccia nel momento della sua formazione. Le migliori datazioni possibili si attestano sull'ordine delle centinaia di migliaia di anni per le rocce con le più antiche testimonianze di vita (nel [[Precambriano]]) mentre possono arrivare a precisioni dell'ordine di qualche mese per rocce molto recenti.
Un'ulteriore complicazione è legata al fatto che molto spesso si confonde il tempo geologico con le rocce che lo rappresentano. Il tempo geologico è un'astrazione, mentre la successione degli eventi registrata nelle rocce ne rappresenta la reale manifestazione. Esistono pertanto due scale per rappresentare il tempo geologico, la prima è la [[scala geocronologica]], la seconda è la [[scala cronostratigrafica]]. In prima approssimazione comunque, le due scale coincidono e sono intercambiabili.
== La percezione del tempo ==
{{vedi anche|
[[Karl von Vierordt]] alla fine dell'Ottocento, scoprì il cosiddetto "punto di indifferenza" del tempo, ovvero il punto in cui il ''tempo soggettivo'' e il ''tempo fisico'' coincidono che è situato sotto i tre secondi, passati i quali il ''tempo soggettivo'' si accorcia<ref>Arnaldo Benini, ''Che cosa sono io.Il cervello alla ricerca di se stesso.'', 2009, Garzanti, pag 101, ISBN 978-88-11-60085-5</ref>.
A volte si percepisce il passare del tempo come più rapido ("il tempo vola"), significando che la durata appare inferiore a quanto è in realtà; al contrario accade anche di percepire il passare del tempo come più lento ("non finisce mai"). Il primo caso viene associato a situazioni piacevoli, o di grande occupazione, mentre il secondo si applica a situazioni meno interessanti o di attesa (noia). Inoltre sembra che il tempo passi più in fretta quando si dorme. Il problema della percezione del tempo si trova in stretta correlazione con i problemi relativi al [[Funzione (ingegneria)|funzionamento]] e alla [[fisiologia]] del [[cervello]]. Un esempio di ciò è la [[cronostasi]], un'illusione che sembra far durare più di quanto realmente è avvenuta un'immagine che precede un rapido movimento dell'occhio. === Simultaneità e causalità ===
Eventi distinti tra loro possono essere apparentemente [[simultaneità|simultanei]] oppure apparire distanziati in proporzione a un certo numero di cicli di un determinato [[fenomeno]] soggettivo e locale, per cui sembrerebbe possibile quantificare in che misura un certo evento avvenga ''dopo'' un altro, ma in realtà ciò è fisicamente impossibile, l'istante è indefinibile, la simultaneità è solo apparente e gli eventi accadono in ordine diverso per osservatori differenti. Il ''tempo'' misurabile, solo localmente nella stessa cornice temporale, che separa i due eventi corrisponde all'ammontare dei cicli intercorsi in una data cornice temporale, ma per altri osservatori l'ordine degli eventi potrebbe avere diversi cicli temporali o anche essere invertito. Convenzionalmente tali cicli si considerano, per definizione, periodici entro un limite di errore sperimentale e solo localmente. Tale errore sarà percentualmente più piccolo quanto più preciso sarà lo strumento ([[orologio]]) che compie la misura e relativa alla posizione vicino a una massa in cui è posizionato e relativamente alla sua velocità, accelerazione e direzione. Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati dalla scala [[astronomia|astronomica]] (moti del [[Sole]], della [[Terra]]) a quella [[meccanica quantistica|quantistica]] ([[orologio atomico|orologi atomici]]) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti fino a evidenziare che il tempo scorre differentemente sulla terra, anche a poca distanza di altezza.
Uno dei modi di definire il concetto di ''dopo'' è basato sull'assunzione della [[causa (filosofia)|causalità]] apparente all'esperienza umana. Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la comprensione della natura apparente del tempo e della misurazione relativa del tempo, con la creazione e il miglioramento dei [[calendario|calendari]] e degli orologi, è stato uno dei principali motori della scoperta [[scienza|scientifica]] che nell'ultimo secolo ha portato alla soppressione del concetto di tempo universale e fondamentale.
=== Nelle diverse culture ===
Il tempo, così come lo [[spazio (fisica)|spazio]], è una categoria a priori ma non per questo non gli viene dato un significato e una rappresentazione diversa in ogni cultura.
<br />Si può affermare, in maniera generale, che esso venga percepito come il variare della persona e delle cose.
L'antropologo [[Christopher Hallpike]]<ref>''The Foundations of Primitive Thought'', Oxford University Press 1979</ref>, rifacendosi agli studi dello psicologo [[Jean Piaget]], affermò che a seconda della cultura il tempo viene percepito come ''operatorio'' e ''pre-operatorio'' (percezione del tempo fino agli otto anni). La visione operatoria del tempo consente di coordinare i fattori di durata, successione e simultaneità.
<br />Per dimostrare la sua tesi egli fece osservare a degli aborigeni [[melanesia]]ni due macchinine su due piste concentriche facendole partire e fermare nello stesso tempo e di seguito
In [[Melanesia]] vengono fatte delle corse di cavalli su piste concentriche e di conseguenza la mancanza di una correlazione non-lineare e quantificabile del tempo sembra non escludere la capacità di coordinare durata, successione e simultaneità.
== Note ==
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* {{cita libro | cognome= Barbour | nome= Julian | wkautore= Julian Barbour | titolo= La fine del tempo | editore= Einaudi | città= Torino | anno= 2003 | isbn= 88-06-15783-3 }}
* {{cita libro | cognome= Davies | nome= Paul | wkautore= Paul Davies | titolo= I misteri del tempo | editore= Oscar Saggi Mondadori | città= Milano | anno= 1997 | isbn= 88-04-42736-1 }}
* {{cita libro | cognome= Dorato | nome= Mauro | wkautore= Mauro Dorato | titolo= Che cos’è il tempo? - Einstein, Gödel e l’esperienza comune | editore= Carocci editore | città= Roma | anno= 2013 | isbn= 978-88-4306-696-4 }}
* {{cita libro | cognome= Dorato | nome= Mauro | wkautore= Mauro Dorato | titolo= Il tempo - Cosa accade quando non accade nulla | editore= Carocci editore | città= Roma | anno= 2024 | isbn= 978-88-2902-649-4 }}
* {{cita libro | cognome= Eliade | nome= Mircea | wkautore= Mircea Eliade | titolo= Il mito dell'eterno ritorno | editore= Rusconi | città= Milano | anno= 1975 }}
* {{cita libro | cognome= Eliade | nome= Mircea | wkautore= Mircea Eliade | titolo= Il sacro e il profano | editore= Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 2006 | isbn= 88-339-1688-X | cid= Mircea Eliade, "Il sacro e il profano" | url= http://books.google.it/books?id=KSkjAAAACAAJ}}
* {{cita libro | cognome= Greene | nome= Brian | wkautore= Brian Greene | titolo= La trama del cosmo | editore= Einaudi | città= Torino | anno= 2004 | isbn= 88-06-16962-9 }}
* {{cita libro | cognome= Hack | nome= Margherita | wkautore= Margherita Hack | coautori=
* {{cita libro | cognome= Hawking | nome= Stephen | wkautore= Stephen Hawking | titolo= Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo | editore= Rizzoli | città= Milano | anno= 1988 }}
* {{cita libro | cognome=
* {{cita libro | cognome= Rovelli | nome= Carlo | wkautore= Carlo Rovelli| titolo= Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio?| editore= Di Renzo | anno= 2006 | isbn= 978-88-6184-075-1
}}
* {{cita libro | cognome= Tonelli | nome= Guido | wkautore= Guido Tonelli| titolo= Il tempo - Il sogno di uccidere Chrónos | editore= Feltrinelli | anno= 2021 | isbn= 978-88-07-49292-1 }}
== Voci correlate ==
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