|medium = mitologia
|saga =
|nome italiano = GlaucoMelite
|nome = ἈνθηδώνΜελίτη
|immagine = Glaucus et Scylla.jpg
|didascalia = Glauco e Scilla di Jacques Dumont
|epiteto =
|sesso = MaschioFemmina
|luogo di nascita = [[Antedone (città)Corcira|AntedoneScheria]]
|prima apparizione =
|professione = Pescatore divenuto divinità
|razza = [[ninfe|Ninfa]] [[naiade]]
}}
'''GlaucoMelite''' ({{lang-grc|ΓλαῦκοςΜελίτη|GlâukosMelíti}}) è un personaggio della [[mitologia greca]]. Fu ununa pescatore[[ninfe|Ninfa]] divenuto[[naiade]]<ref divinitàname=" ApolRod4.522 ">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/ApolloniusRhodius4.html|titolo= Apollonio Rodio, Le Argonautiche IV, 522|lingua=en|accesso= 20 agosto 2019}}</ref> dell'attuale isola di [[Corfù]].
== Genealogia ==
Figlia del fiume Aegaeus<ref name=" ApolRod4.522 "/>, ebbe da [[Eracle]]<ref name=" ApolRod4.522 "/> un figlio a cui diede il nome di Illo<ref name=" ApolRod4.522 "/>.
FiglioA seconda dei pareri il figlio da lei generato potrebbe (o non potrebbe) essere lo stesso [[Illo (figlio di Ercole)|Illo]] che condusse gli [[PoseidoneEraclidi]] nella guerra per il [[Peloponneso]]<ref>[[Scholia]] a [[Apollonio Rodio]], ''[[Le Argonautiche]]'', 4. 1149</ref><ref name=" aten7Apol2.294e58.1e2 ">{{cita web|url= httphttps://penelopewww.uchicagotheoi.educom/ThayerText/E/Roman/Texts/Athenaeus/7D*Apollodorus2.html#7|titolo= Ateneo di NaucratiApollodoro, Deipnosofisti,Biblioteca VIIII, 2948.1 e 295seguenti |lingua=en|accesso= 2021 luglioagosto 2019}}</ref> .
e della [[ninfe|ninfa]] Nais<ref name=" aten7.294e5 "/> o di [[Nereo]]<ref>[[Euripide]], ''[[Oreste (Euripide)|Oreste]]'' 362</ref> o di Copeo<ref name=" aten7.294e5 "/> o di [[Polibo di Sicione|Polibo]]<ref name=" aten7.294e5 "/> ed [[Eubea (figlia di Polibo)|Eubea]]<ref name=" aten7.294e5 "/> o di [[Antedone]]<ref name=" aten7.294e5 "/> ed [[Alcione (pleiade)|Alcione]]<ref name=" aten7.294e5 "/>.
== Mitologia ==
Con le sue sorelle viveva nei pressi di un lago ed un giorno, quando Eracle giunse nei pressi, lo nascose nella parte più profonda e più scura del lago dove e fece l'amore con lui. In seguito si recarono in un'altra parte dell'isola e vi rimasero fino a quando lei diede alla luce Illo<ref name=" ApolRod4.522 "/>.
Le leggende di Glauco furono trattate da autori greci<ref>[[Scholia]] a [[Apollonio Rodio]], ''[[Le Argonautiche]]'' 1.1310</ref><ref name=" pau9.22.7 ">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/Pausanias9A.html#12|titolo= Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia IX, 22.7|lingua=en|accesso= 20 luglio 2019}}</ref> e furono riprese ed ampliate nelle [[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]] di [[Ovidio]]<ref name=" OvidMet13 ">{{cita web|url= https://it.m.wikisource.org/wiki/Le_Metamorfosi/Libro_Terzodecimo|titolo= Ovidio, Metamorfosi, XIII|lingua=it|accesso= 21 luglio 2019}}</ref><ref name=" OvidMet134 ">{{cita web|url= https://it.m.wikisource.org/wiki/Le_Metamorfosi/Libro_Quartodecimo|titolo= Ovidio, Metamorfosi, XIV|lingua=it|accesso= 21 luglio 2019}}</ref>.
{{portale|mitologia greca}}
=== L'erba e la divinazione ===
Glauco nacque come mortale e visse come pescatore nella città di [[Antedone (città)|Antedone]] ed un giorno osservò che alcuni dei suoi pesci pescati, dopo aver mangiato una certa erba, ritornavano a vivere e così decise di assaggiarla.</br>
L'erba lo rese immortale, ma gli mutò le braccia in pinne e la coda di pesce al posto delle gambe costringendolo a rimanere per sempre nel mare. Glauco inizialmente fu sconvolto da questa metamorfosi, ma [[Oceano (divinità)|Oceano]] e [[Teti (titanide)|Teti]] lo accolsero tra le divinità del mare e gli insegnarono l'arte della profezia<ref name=" OvidMet13 "/>.
[[Tzetzes]] aggiunse alla leggenda il fatto che Glauco divenne immortale ma non immune all'invecchiamento<ref>[[Tzetzes]] a [[Licofrone]], 754</ref>.
[[Ateneo di Naucrati]] riporta due varianti della leggenda ed in una Glauco scoprì ed assaggio l'erba dopo aver catturato una lepre sul monte Oreia e, ritrovatosi poi in uno stato di follia, fu fatto precipitare da [[Zeus]] nel mare in tempesta<ref name=" aten7.294">{{cita web|url= http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Athenaeus/7D*.html|titolo= Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, VII, 294|lingua=en|accesso= 20 luglio 2019}}</ref>.</br>
Nell'altra fu lui ad essere il costruttore e timoniere della nave [[Argo (nave)|Argo]] (quando in genere fu [[Argo di Tespi]]) e, durante una battaglia navale tra gli [[Argonauti]] e gli [[Etruschi]], cadde in mare per volontà di Zeus divenendo una divinità<ref name=" aten7.294"/>.
=== Gli amori di Glauco ===
==== Scilla e Circe ====
[[File:Bartholomäus Spranger 006.jpg|thumb|right|280px|Glauco e Scilla di [[Bartholomeus Spranger]] c.1581]]
[[Igino (astronomo)|Igino]] racconta che Glauco s'innamorò di [[Scilla (mostro)|Scilla]] (in origine una bellissima [[ninfe|ninfa]]) e che [[Circe]] gelosa (poiché a sua volta innamorata di Glauco), versò una pozione malefica nell'acqua del mare dove Scilla si era immersa trasformandola in un mostro marino<ref>[[Igino (astronomo)|Igino]], ''[[Fabulae]]'' 199</ref>.
Nella versione di Ovidio Scilla rifiutò le avances di Glauco e quando questi chiese l'aiuto di Circe, lei, gelosa, versò la pozione nel tratto di mare dove Scilla era solita fare il bagno<ref name=" OvidMet13 "/><ref name=" OvidMet134 "/>.
==== Arianna, Sime ed altri ====
Evante e Teolito di Metimna scrissero di una relazione tra Glauco e Arianna: secondo Athenaeus che cita questi autori, Glauco sedusse Arianna mentre era abbandonata da Teseo su Dia (Naxos). Dioniso allora combatté Glauco su Arianna e lo sopraffece, legandogli mani e piedi con le viti; egli, tuttavia, liberò Glauco quando quest'ultimo rivelò il proprio nome e origine
=== Nel Rinascimento ===
Glauco è anche citato nell'[[L'Adone|Adone]] di [[Giovanni Battista Marino]]<ref name=" marinoCanto19 ">{{cita web|url= https://it.m.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XIX|titolo= Giovanni Battista Marino, L'Adone canto XIX|lingua=it|accesso= 20 luglio 2019}}</ref> e nel [[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]] di [[Dante]]<ref name=" danteParad1 ">{{cita web|url= https://it.m.wikisource.org/wiki/Divina_Commedia/Paradiso/Canto_I|titolo= Dante Alighieri, Paradiso, I canto (v.68) |lingua=it|accesso= 20 luglio 2019}}</ref>, ma fu trattata in dettaglio
{{Portale|[[:Categoria:Personaggi della mitologia greca}}]]
[[:Categoria:Re di Argo]]
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