Brigata Para-Commando: differenze tra le versioni
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|Categoria = esercito
|Nome =
''già'' Brigata Para-Commando
|Immagine = Belgianparacommandobrigade.png
|Didascalia = Logo ufficiale dell'unità
|Attiva = 1952 -
|Nazione = {{BEL}}
|Servizio = [[Esercito belga]]
|Tipo = [[truppe aviotrasportate|fanteria
|Ruolo = [[forze speciali]]
|Dimensione = [[reggimento]] (1952-1991)<br/>[[brigata]] (1991-
|Guarnigione = [[Evere]]
|Soprannome =
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|Mascotte =
|Battaglie = [[Crisi del Congo]]<br/>[[Battaglia di Kolwezi]]
|Peacekeeping = [[UNITAF]]<br/>[[UNOSOM I]]<br/>[[UNOSOM II]]<br/>[[UNAMIR]]<br/>[[KFOR]]<br/>[[International Security Assistance Force|ISAF]]
|Anniversari =
|Decorazioni =
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|Reparti_dipendenti =
|Descrizione_comandante_corrente =
|Comandante_corrente = [[Colonnello]] Tom Bilo
|Descrizione_simbolo = Brevetto da commando
|Simbolo = [[File:Brevet Cdo be.jpg|60px]]
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|Ref = fonti citate nel corpo del testo
}}
La '''Brigata Para-Commando''' (in [[lingua francese|francese]] e [[lingua olandese|olandese]] '''Brigade Para-Commando''') era un'unità di [[forze speciali]] dell'[[Esercito belga]]; costituita nel 1952 come [[reggimento]] (francese '''Régiment Para-Comando''', olandese '''Regiment Para-Commando''') dalla fusione di due unità distinte create precedentemente, il [[1º Battaglione paracadutisti]] e il [[2º Battaglione commando]], la formazione fu espansa nell'organico e trasformata in [[brigata]] nel 1991 con l'aggiunta di ulteriori unità. La forza operò raramente come un'unica unità, e i battaglioni che la componevano furono frequentemente utilizzati in maniera indipendente.▼
Il '''Reggimento operazioni speciali''' (''Special Operations Regiment'') è dal 2018 un'unità di [[forze speciali|forze per operazioni speciali]] dell'[[esercito belga]], erede della '''Brigata Para-Commando''' (in [[lingua francese|francese]] e [[lingua olandese|olandese]] ''Brigade Para-Commando'').
Eredi delle unità di forze speciali costituite dal [[Belgio]] nel periodo della [[seconda guerra mondiale]], il reggimento prima e la brigata poi furono impiegate in un gran numero di operazioni militari all'estero, agendo come forza di reazione rapida paracadutata e aerotrasportabile e come formazione specializzata per le operazioni più rischiose: i para-commando operarono intensamente nelle ex colonie [[africa]]ne del Belgio, in particolare nella [[Repubblica Democratica del Congo]] e in [[Ruanda]], a protezione dei locali residenti belgi, oltre a partecipare a svariate missioni di [[peacekeeping]] sotto l'egida delle [[Nazioni Unite]] come la missione [[Missione di assistenza delle Nazioni Unite per il Ruanda|UNAMIR]] in Ruanda, le missioni [[UNITAF]], [[UNOSOM I]] e [[UNOSOM II]] in [[Somalia]] e la missione [[KFOR]] in [[Kossovo]].▼
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I battaglioni che la componevano furono frequentemente utilizzati in maniera indipendente.
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== Storia ==
=== La nascita nel SAS britannico ===
[[File:Belgian Commandos in Training in Britain, 1945 D23711.jpg|thumb|left|Soldati belgi del [[No. 10 (Inter-Allied) Commando]] in addestramento in Inghilterra]]
La creazione delle prime unità di forze speciali belghe risale al periodo dell'[[Invasione tedesca del Belgio|occupazione tedesca]] del piccolo Stato durante la [[seconda guerra mondiale]]: il [[governo in esilio]] belga riparato a [[Londra]] si diede da fare per riorganizzare proprie forze armate con cui continuare la lotta a fianco degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], e volontari belgi andarono ad affiancare i reparti di forze speciali appena costituiti dal [[Regno Unito]]. Due sono le unità che costituirono gli antecedenti del futuro Reggimento Para-Commando: nel maggio del 1942 le forze belghe in esilio crearono una propria [[compagnia (unità militare)|compagnia]] di paracadutisti, che dopo essere stata aggregata al 3º Battaglione del [[Parachute Regiment (Regno Unito)|Parachute Regiment britannico]] nel gennaio del 1944 fu trasferita alla [[Special Air Service|brigata SAS]] come [[5th Special Air Service]], divenendo un'unità motorizzata aviotrasportabile per operazioni dietro le linee nemiche<ref>James G. Shortt, ''Lo Special Air Service'', Osprey Publishing/RBA, 2012, p. 21. ISNN 2280-7012.</ref>; nell'agosto del 1942 invece un centinaio di volontari della 1ª Brigata di fanteria belga (meglio nota come "[[Brigade Piron]]") andarono a costituire una ''[[troop]]'' del [[No. 10 (Inter-Allied) Commando]], unità di forze speciali costituita sotto l'egida dei [[British Commandos]] con contingenti provenienti dai vari paesi occupati dai tedeschi<ref>Nick van der Bijl, ''Il Commando interalleato n. 10'', Osprey Publishing/RBA, 2012, p. 11. ISNN 2280-7012.</ref>.
===Il reggimento===
Il bagaglio di esperienze di queste due unità non andò perduto nel secondo dopoguerra, quando il Belgio riottenne la sua piena indipendenza e iniziò a ricostruire le sue [[Armata belga|forze armate nazionali]]. Il ''5th Special Air Service'' passò dal controllo dell'[[British Army|Esercito britannico]] a quello belga nel settembre del 1945, e fu rinominato 1º Battaglione paracadutisti (francese ''1er Bataillon Parachutiste'', olandese ''1ste Bataljon Parachutisten'').
Le due unità furono poi riunite sotto un'unica struttura di comando nel 1952, dando vita al Reggimento Para-Commando: benché formalmente i due battaglioni continuassero a mantenere i loro appellativi distinti di "paracadutisti" e "commando", entrambe le unità furono addestrate come forze speciali, incaricate di condurre operazioni dietro le linee nemiche. Con quartier generale nella cittadella di [[Namur]], il reggimento fu strutturato su un'unità comando, due battaglioni combattenti e un centro di istruzione congiunto, con una scuola di paracadutismo militare a [[Schaffen]] e una per l'addestramento da forze speciali a [[Marche-les-Dames]]; il primo comandante del reggimento fu il [[tenente colonnello]] George Danloy<ref>{{cita web|url=
===
{{vedi anche|Crisi del Congo}}
Il primo impiego operativo all'estero per la nuova unità non si fece attendere. Il 13 aprile 1953 una formazione di 44 para-commando riuniti in un "distaccamento da ricognizione" ''[[ad hoc]]'' fu trasferito nella base aerea di [[Kamina]] nella colonia del [[Congo Belga]], per installarvi una scuola di paracadutismo militare e per preparare le installazioni per un più massiccio invio di truppe da attuarsi in seguito; il 9 novembre 1953 una forza di 330 para-commando (una compagnia distaccata da ciascun battaglione più un [[plotone]] indipendente di ricognitori) salpò da [[Anversa]] alla volta del Congo, dove prese posizione nella base di Kamina: l'unità fu designata come forza di reazione rapida, a disposizione delle autorità per mantenere l'ordine e reprimere disordini e sommosse, in un periodo di forti tensioni per via dell'affermarsi nelle colonie belghe dei primi movimenti indipendentisti locali<ref>{{cita web|url=
[[File:Congo Crisis Belgians at Kamina.jpg|thumb|left|Para-commando belgi salgono su un aereo nella base di [[Kamina]] in vista di un'operazione in Congo]]
Con l'intensificarsi dei disordini nel corso degli [[anni 1950]], entrambi i battaglioni di para-commando furono rischierati al completo in Congo;
Nel maggio del 1960 seguirono poi un 5º Battaglione paracadutisti (unità di riserva per gli altri battaglioni) e un 6º Battaglione Commando (che rimpiazzò il 4º nel presidio della base di Kitona), portando la forza del reggimento a cinque battaglioni combattenti e uno di riserva per un totale di circa 3.000 uomini (di fatto una brigata).
La proclamazione dell'indipendenza del Congo il 30 giugno 1960 fu immediatamente seguita da un periodo di forti disordini nel paese: le istituzioni statali erano troppo deboli e impreparate, lacerate da continui dissidi tra le varie componenti etniche della popolazione, e la situazione si aggravò ai primi di luglio quando ampi contingenti della forza armata congolese ([[Force Publique]]), rimasti senza guida dopo la partenza degli ufficiali belgi, si ammutinarono prendendo d'assalto e saccheggiando i quartieri abitati da europei. I battaglioni di para-commando dislocati in Congo furono subito inviati a disarmare i reparti congolesi e fornire protezione all'evacuazione dei residenti bianchi: le truppe belghe intervennero a [[Lubumbashi|Elisabethville]] e [[Kananga (Repubblica Democratica del Congo)|Luluabourg]] il 10 luglio, a [[Matadi]] l'11 luglio, a Léopoldville il 13 luglio e in decine di altre località in giro per il paese. Benché ufficialmente motivato con l'esigenza di proteggere l'evacuazione dei civili europei, l'intervento militare belga venne vissuto dal governo congolese come un tentativo di restaurare l'antico dominio coloniale e soffocare l'appena acquisita indipendenza, e dopo proteste internazionali per l'intervento il 14 luglio 1960 il [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di Sicurezza]] adottò la [[Risoluzione 143 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|risoluzione 143]], con la quale si chiedeva l'immediato ritiro delle truppe di Bruxelles<ref>{{cita web |url=http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/143%281960%29 |titolo=UN Resolution 143 |opera=un.org |accesso=28 marzo 2013}}</ref>; entro il 23 luglio seguente tutti i reparti belgi erano stati ritirati dal Congo, venendo rimpiazzati dai [[caschi blu]] dell'appena costituita missione [[ONUC]].▼
====Gli scontri dopo l'indipendenza del Congo====
▲La proclamazione dell'indipendenza del Congo il 30 giugno 1960 fu immediatamente seguita da un periodo di forti disordini nel paese: le istituzioni statali erano troppo deboli e impreparate, lacerate da continui dissidi tra le varie componenti etniche della popolazione, e la situazione si aggravò ai primi di luglio quando ampi contingenti della forza armata congolese ([[Force Publique]]), rimasti senza guida dopo la partenza degli ufficiali belgi, si ammutinarono prendendo d'assalto e saccheggiando i quartieri abitati da europei. I battaglioni di para-commando dislocati in Congo furono subito inviati a disarmare i reparti congolesi e fornire protezione all'evacuazione dei residenti bianchi: le truppe belghe intervennero a [[Lubumbashi|Elisabethville]] e [[Kananga (Repubblica Democratica del Congo)|Luluabourg]] il 10 luglio, a [[Matadi]] l'11 luglio, a Léopoldville il 13 luglio e in decine di altre località in giro per il paese. Benché ufficialmente motivato con l'esigenza di proteggere l'evacuazione dei civili europei, l'intervento militare belga venne vissuto dal governo congolese come un tentativo di restaurare l'antico dominio coloniale,
Il 4º Battaglione Commando rimase dislocato nel [[Ruanda-Urundi]], ancora amministrato dal Belgio, per mantenere l'ordine e preservare la pace tra le comunità degli [[Hutu]] e dei [[Tutsi]], profondamente ostili tra loro; il battaglione fu anche impiegato per preservare la frontiera tra la colonia e il
[[File:Dragon Rouge - DN144a.jpg|thumb|Para-commando belgi ripresi durante l'
▲Il 4º Battaglione Commando rimase dislocato nel Ruanda-Urundi ancora amministrato dal Belgio, per mantenere l'ordine e preservare la pace tra le comunità degli [[Hutu]] e dei [[Tutsi]], profondamente ostili tra loro; il battaglione fu anche impiegato per preservare la frontiera tra la colonia e il confinate Congo indipendente, scontrandosi con reparti congolesi che tentavano di sconfinare. Il 6º Battaglione Commando fu schierato a [[Bujumbura]] nell'agosto del 1960, finché non ne venne deciso lo scioglimento il 31 dicembre seguente; quando il 1º luglio 1962 anche il Ruanda-Urundi proclamò l'indipendenza dal Belgio come due nazioni separate ([[Regno del Ruanda]] e [[Regno del Burundi]]), la funzione strategica del 4º Battaglione Commando ebbe termine e il 1º ottobre seguente anche questa unità venne sciolta<ref name=Commando-units />.
Rientrato in patria dopo l'esperienza nelle colonie, il Reggimento Para-Commando fu riorganizzato e riequipaggiato per essere impiegato in [[Europa]], a fianco del contingente belga assegnato alla [[NATO]]. Il 1º marzo 1963 venne creata una compagnia anticarro indipendente, basata su una sezione comando e tre plotoni dotati di [[Utility truck ¼ t 4x4 jeep|jeep]] armate di missili [[ENTAC]] di produzione francese (rimpiazzati poi a partire dal 1979 con i più moderni [[MILAN]]).
▲=== L'impiego in Africa ===
▲[[File:Dragon Rouge - DN144a.jpg|thumb|Para-commando belgi ripresi durante l'[[operazione Drago Rosso]] a Stanleyville nel 1964]]
====Nella rivolta dei Simba====
Rientrato in patria dopo l'esperienza nelle colonie, il Reggimento Para-Commando fu riorganizzato e riequipaggiato per essere impiegato in [[Europa]], a fianco del contingente belga assegnato alla [[NATO]]. Il 1º marzo 1963 venne creata una compagnia anticarro indipendente, basata su una sezione comando e tre plotoni dotati di [[Utility truck ¼ t 4x4 jeep|jeep]] armate di missili [[ENTAC]] di produzione francese (rimpiazzati poi a partire dal 1979 con i più moderni [[MILAN]]), mentre all'inizio del 1970 il 4º Battaglione Commando venne riattivato come unità di [[riserva militare|riservisti]] del reggimento, tenuto a quadri in tempo di pace e mobilitato solo in caso di guerra o grave emergenza; nel maggio del 1973 fu infine creata una batteria di artiglieria aviotrasportabile aggregata al reggimento, dotata di sei [[obice|obici]] da [[105 mm M101]]<ref name=Commando-units />. La componente operativa rimase basata sul 1º e 3º Battaglione paracadutisti e sul 2º Battaglione Commando, ognuno strutturato su una compagnia comando e servizi e tre compagnie combattenti; ogni battaglione aveva inoltre un plotone da ricognizione dotato di jeep armate di mitragliatrici affiancate poi, dal 1973, da alcuni veicoli corazzati leggeri [[Combat Vehicle Reconnaissance (Tracked)|CVR (T)]] di produzione britannica: il 1º settembre 1975 queste unità furono poi riunite in uno [[squadrone]] reggimentale indipendente<ref>{{cita web|url=http://www.para-commando.be/esc_recce.html |titolo=Escadron Recce |sito=para-commando.be |accesso=20 ottobre 2014}}</ref>.▼
Anche dopo l'indipendenza delle colonie belghe, il reggimento fu richiamato più volte a svolgere compiti operativi in Africa. Nel gennaio del 1964 la [[Rivolta dei Simba]], di stampo [[maoismo|maoista]], interessò le regioni orientali del Congo, con i ribelli, denominati ''Simba'' (la parola [[lingua swahili|swahili]] per "leone"), che si impossessarono di varie importanti città dando vita all'effimera [[repubblica libera del Congo]]. Sostenuto da generosi aiuti militari da parte degli Stati Uniti e rinforzato da contingenti di mercenari europei, l'[[esercito nazionale congolese]] lanciò una massiccia controffensiva nel settembre del 1964, riguadagnando molto terreno; i ribelli sequestrarono allora diverse centinaia di cittadini europei che si trovavano nei territori da loro controllati (principalmente missionari e belgi ivi residenti), trattenendoli come ostaggi e minacciando di ucciderli se l'offensiva dei governativi non fosse cessata<ref name=Dragon-Rouge>{{cita web|url=https://www.historynet.com/congo-crisis-operation-dragon-rouge.htm |titolo=Congo Crisis: Operation Dragon Rouge |sito=historynet.com |accesso=20 ottobre 2014}}</ref>.
====Negli anni '70====
[[File:Para beix.jpg|thumb|left|Il 3º Battaglione sfila in parata a [[Courtrai]] nel 1971]]
All'inizio del 1970 il 4º Battaglione Commando venne riattivato come unità di [[riserva militare|riservisti]] del reggimento, tenuto a quadri in tempo di pace e mobilitato solo in caso di guerra o grave emergenza.
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Tra l'agosto e il settembre del 1973 intanto forze belghe furono inviate in [[Niger]] per fornire protezione a una missione umanitaria incaricata di distribuire viveri alla popolazione locale, afflitta da una pesante [[carestia]]; nel marzo del 1974 la missione fu ripetuta e tutti e tre i battaglioni del Reggimento Para-Commando a rotazione fornirono piccoli distaccamenti per scortare i carichi umanitari belgi<ref name=Reconversion>{{cita web|url=
Nel maggio del 1978 una nuova crisi si aprì in Congo (ora [[Zaire]]) quando miliziani del [[Fronte di Liberazione Nazionale del Congo]] catturarono la cittadina di [[Kolwezi]] prendendo in ostaggio quasi 3.000 cittadini europei e statunitensi; il governo zairese si dimostrò incapace di organizzare una missione di soccorso, e ancora una volta si rivolse ai suoi alleati. La mattina del 19 maggio aerei statunitensi lanciarono su Kolwezi il [[2e Régiment étranger de parachutistes]] della [[Legione straniera francese]], che si impossessò della città dopo un [[battaglia di Kolwezi|duro scontro]];. A Kamina giunsero i 1.180 paracommando belgi del colonnello Rik Depoorter, arrivati nel pomeriggio del 19 maggio insieme a un gruppo di dieci C-130 dell'Aviazione belga e un ospedale da campo mobile.
=== Missioni umanitarie ===▼
Il 20 maggio ai legionari francesi per il rastrellamento della città si unì un distaccamento di belgi (metà del 2º Battaglione Commando e la compagnia anticarro reggimentale). Completata l'occupazione della città, i belgi curarono e protessero l'evacuazione dei 2000 ostaggi liberati<ref name=Reconversion />. 160 furono i corpi di civili ritrovati. Un battaglione belga restò a Kamina fino in luglio.
[[File:BelgienSoldatenUNSOSOMII1993.jpg|thumb|upright=1.2|Para-commando belgi assegnati alla missione [[UNOSOM II]] in Somalia]]▼
Ancora nel febbraio del 1979 il 2º Battaglione Commando fu schierato in Zaire nella base di Kitona per un periodo di sei settimane, sia come forza di dissuasione per ulteriori attacchi dei ribelli che per fornire addestramento specializzato ai reparti di paracadutisti zairesi<ref name=Reconversion />.
Nel 1991 il Reggimento fu riclassificato come Brigata e rinforzato con l'aggiunta di una compagnia di [[genio militare|genieri]], una compagnia [[logistica militare|logistica]] e (dal 1994) una batteria antiaerea con lanciatori per missili terra-aria [[MBDA Mistral]]; la compagnia anticarro e lo squadrone da ricognizione vennero fusi nel maggio del 1994 per dare vita al 3º Battaglione lancieri paracadutisti, un'unità motorizzata<ref name=Commando-units />. Nel corso degli [[anni 1990]] le unità della nuova brigata furono quindi intensamente impegnate in una serie di missioni sotto l'egida delle [[Nazioni Unite]].
====La missione Unamir====
Con lo scoppio della [[guerra civile in Ruanda]] tra Hutu e Tutsi nell'ottobre del 1990, il 2º Battaglione commando fu inviato con urgenza nel paese per evacuare i residenti europei presenti nella nazione. Dopo la firma di una precaria tregua tra le due fazioni nel luglio del 1993 ([[accordi di Arusha]]), le Nazioni Unite stanziarono una propria missione di stabilizzazione nel paese ([[Missione di assistenza delle Nazioni Unite per il Ruanda]] o UNAMIR) e
La morte del presidente ruandese [[Juvénal Habyarimana]] il 6 aprile 1994 provocò uno scoppio improvviso di violente ostilità e una ripresa del conflitto, con attacchi di massa degli Hutu contro le comunità Tutsi e la commissione di veri e propri [[genocidio del Ruanda|atti di genocidio]]: il 7 aprile una folla inferocita assalì la residenza del primo ministro [[Agathe Uwilingiyimana]] e la trucidò insieme alla sua scorta di cinque caschi blu [[ghana|ghanesi]] e dieci para-commando belgi del 2º Battaglione; il massacro, la più elevata uccisione di militari belgi in un singolo episodio dalla seconda guerra mondiale, spinse il governo di Bruxelles a ordinare l'immediato ritiro del suo contingente dal Ruanda, una decisione molto controversa e contestata<ref name=Reconversion />.
====In Somalia, Gabon e Kosovo====
Le truppe belghe non presero parte alla [[guerra del Golfo]] del 1990-1991, ma tra il maggio e il giugno del 1991 distaccamenti della Brigata Para-Commando parteciparono all'[[operazione Provide Comfort]], recapitando aiuti umanitari alle popolazioni del nord dell'[[Iraq]]; nel settembre-novembre dello stesso anno la compagnia anticarro fu inviata nuovamente in Zaire per svolgere operazioni umanitarie e di sicurezza durante un periodo di disordini nel paese, con una compagnia del 2º Battaglione preposizionata a [[Libreville]] in [[Gabon]] nell'eventualità di una evacuazione dei civili europei, poi non dimostratasi necessaria<ref name=Reconversion /
▲[[File:BelgienSoldatenUNSOSOMII1993.jpg|thumb|upright=1.2|Para-commando belgi assegnati alla missione [[UNOSOM II]] in Somalia]]
Tra il 1992 e il 1993 tutti e tre i battaglioni combattenti della brigata, unitamente alla batteria di artiglieria e alla compagnia anticarro, furono fatti ruotare nei contingenti internazionali dispiegati in [[Somalia]], sconvolta da una feroce [[guerra civile somala|guerra civile]]: il 1º Battaglione prese parte alla missione [[UNITAF]], il 2º Battaglione alla missione [[UNOSOM I]] e il 3º alla missione [[UNOSOM II]]<ref name=Reconversion />; due militari del 3º Battaglione furono arrestati con l'accusa di aver malmenato un bambino somalo durante la loro permanenza nel paese, e benché poi assolti l'episodio suscitò molto scalpore<ref>{{cita web|autore=Nieck Ammerlaan |url=https://www.mosquitonet.com/~prewett/belgiansoldiersacquit.html |titolo=Belgian soldiers acquitted in Somalia trial |sito=mosquitonet.com |accesso=20 ottobre 2014}}</ref>.
Dopo un nuovo invio di un distaccamento in Zaire tra l'aprile e il giugno del 1997 per evacuare i civili europei dopo l'inizio della [[prima guerra del Congo]], tra l'aprile e il luglio del 1999 il 2º Battaglione fu schierato a [[
=== La Brigata Leggera ===
▲Con lo scoppio della [[guerra civile in Ruanda]] tra Hutu e Tutsi nell'ottobre del 1990, il 2º Battaglione commando fu inviato con urgenza nel paese per evacuare i residenti europei presenti nella nazione. Dopo la firma di una precaria tregua tra le due fazioni nel luglio del 1993 ([[accordi di Arusha]]), le Nazioni Unite stanziarono una propria missione di stabilizzazione nel paese ([[Missione di assistenza delle Nazioni Unite per il Ruanda]] o UNAMIR) e il l'intero 1º Battaglione paracadutisti rappresentò il grosso del contingente belga assegnato all'operazione; il 1º Battaglione fu rimpiazzato dal 2º nel marzo del 1994, poi raggiunto anche dalla batteria di artiglieria reggimentale e dalla compagnia anticarro. La morte del presidente ruandese [[Juvénal Habyarimana]] il 6 aprile 1994 provocò uno scoppio improvviso di violente ostilità e una ripresa del conflitto, con attacchi di massa degli Hutu contro le comunità Tutsi e la commissione di veri e propri [[genocidio del Ruanda|atti di genocidio]]: il 7 aprile una folla inferocita assalì la residenza del primo ministro [[Agathe Uwilingiyimana]] e la trucidò insieme alla sua scorta di cinque caschi blu [[ghana|ghanesi]] e dieci para-commando belgi del 2º Battaglione; il massacro, la più elevata uccisione di militari belgi in un singolo episodio dalla seconda guerra mondiale, spinse il governo di Bruxelles a ordinare l'immediato ritiro del suo contingente dal Ruanda, una decisione molto controversa e contestata<ref name=Reconversion />.
La Brigata Para-Commando venne sciolta nel settembre del 2003, nell'ambito di una vasta opera di riorganizzazione delle forze terrestri belghe
Il 1º e il 3º Battaglione paracadutisti e il 2º Battaglione commando furono riuniti sotto l'egida della "Immediate Reaction Cell", struttura di comando delle dimensioni di una brigata, seppur priva delle unità d'appoggio normalmente previste per una simile unità; la batteria d'artiglieria e antiaerea e le compagnie genieri e logistica furono sciolte o riassegnate ad altri battaglioni dell'esercito belga<ref name=Commando-units />. È intervenuta in Afghanistan nell'ambito della missione [[International Security Assistance Force|ISAF]].
▲Le truppe belghe non presero parte alla [[guerra del Golfo]] del 1990-1991, ma tra il maggio e il giugno del 1991 distaccamenti della Brigata Para-Commando parteciparono all'[[operazione Provide Comfort]], recapitando aiuti umanitari alle popolazioni del nord dell'[[Iraq]]; nel settembre-novembre dello stesso anno la compagnia anticarro fu inviata nuovamente in Zaire per svolgere operazioni umanitarie e di sicurezza durante un periodo di disordini nel paese, con una compagnia del 2º Battaglione preposizionata a [[Libreville]] in [[Gabon]] nell'eventualità di una evacuazione dei civili europei, poi non dimostratasi necessaria<ref name=Reconversion />. Tra il 1992 e il 1993 tutti e tre i battaglioni combattenti della brigata, unitamente alla batteria di artiglieria e alla compagnia anticarro, furono fatti ruotare nei contingenti internazionali dispiegati in [[Somalia]], sconvolta da una feroce [[guerra civile somala|guerra civile]]: il 1º Battaglione prese parte alla missione [[UNITAF]], il 2º Battaglione alla missione [[UNOSOM I]] e il 3º alla missione [[UNOSOM II]]<ref name=Reconversion />; due militari del 3º Battaglione furono arrestati con l'accusa di aver malmenato un bambino somalo durante la loro permanenza nel paese, e benché poi assolti l'episodio suscitò molto scalpore<ref>{{cita web|autore=Nieck Ammerlaan |url=http://www.mosquitonet.com/~prewett/belgiansoldiersacquit.html |titolo=Belgian soldiers acquitted in Somalia trial |sito=mosquitonet.com |accesso=20 ottobre 2014}}</ref>.
[[File:SFG 32.jpg|thumb|[[Incursore]] del ''Groupe des Forces spéciales'']]
Ridenominata "Brigata Leggera" (''Brigade légère'') ha raggruppato tutto il personale in tre battaglioni di fanteria aviotrasportata, con il suo quartier generale a [[Evere]]. I battaglioni erano posizionati come segue:
*1º battaglione paracadutisti a [[Diest]] (sciolto il 1º luglio 2011 e le sue truppe distribuite tra gli altri due battaglioni)
▲Dopo un nuovo invio di un distaccamento in Zaire tra l'aprile e il giugno del 1997 per evacuare i civili europei dopo l'inizio della [[prima guerra del Congo]], tra l'aprile e il luglio del 1999 il 2º Battaglione fu schierato a [[Durrës]] in [[Albania]] per fornire protezione e assistenza ai profughi in fuga dal [[Kosovo]]; dopo la conclusione della [[guerra del Kosovo]], tra il novembre del 2002 e l'aprile del 2003 il battaglione fece parte del contingente belga assegnato alla missione [[KFOR]], svolgendo incarichi di sorveglianza e sicurezza nella regione di [[Leposavić]] nel nord<ref name=Reconversion />.
*2º battaglione commando a [[Flawinne]]
*3º battaglione paracadutisti a [[Tielen]]
===Il reggimento operazioni speciali===
La Brigata leggera è stata ridenominata il 3 luglio 2018 "Special Operations Regiment", e oltre ai due battaglioni, ha acquisito il "Gruppo [[forze speciali]]". Il quartier generale si è trasferito a [[Heverlee]].
▲La Brigata Para-Commando venne sciolta nel settembre del 2003, nell'ambito di una vasta opera di riorganizzazione delle forze terrestri belghe; il 3º Battaglione lancieri paracadutisti fu sciolto e i suoi componenti integrati nel [[Reggimento guide]] e nel nuovo [[Special Forces Group]], l'unità di [[guerra non convenzionale]] dell'Esercito belga, mentre il 1º e il 3º Battaglione paracadutisti e il 2º Battaglione commando furono riuniti sotto l'egida della "Immediate Reaction Cell", struttura di comando delle dimensioni di una brigata ma priva delle unità d'appoggio normalmente previste per una simile unità; la batteria d'artiglieria e antiaerea e le compagnie genieri e logistica furono sciolte o riassegnate ad altri battaglioni dell'esercito belga<ref name=Commando-units />.
==Organizzazione==
Questi i reparti che nel tempo hanno fatto parte dell'unità:
*1º battaglione paracadutisti (1951-2011)
*2º battaglione commando (1955-oggi)
*3º battaglione paracadutisti (1955-oggi)
*4º battaglione commando (1959-1962, in riserva 1970-1994)
*5º battaglione paracadutisti (1960-1994)
*6º battaglione commando (1960-1962, in riserva 1962-1994)
*Compagnia anticarro (1963-1994)
*Batteria d'artiglieria (1974-2010)
*Squadrone di ricognizione (1975-1994)
*Compagnia genieri (1991-2003)
*Batteria antiaerea (1994-2003)
*3º battaglione lancieri paracadutisti (1994-2003)
===Attuale===
*2º battaglione commando
*3º battaglione paracadutisti
*Gruppo forze speciali (erede delle tradizioni del 1º battaglione paracadutisti)
*6º gruppo sistemi di comunicazione
== Note ==
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== Voci correlate ==
* [[Crisi del Congo]]
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