Paternò: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Paterno}}
{{C|La voce, contiene sezioni descritte con linguaggio non enciclopedico, e numerose informazioni non previste da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]].|Sicilia|marzo 2015}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Paternò
|Panorama = Panorama Paternò 2.JPG
|Didascalia =
|Bandiera = Paternò-GonfaloneBandiera.pngsvg
|Voce bandiera =
|Stemma = Paternò-Stemma.png
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|Divisione amm grado 1 = Sicilia
|Divisione amm grado 2 = Catania
|Amministratore locale = NinoAntonino Naso ([[Liste Civiche]])
|Partito = [[liste civiche]]-[[MpA]]
|Data elezione = 11-6-2017
|Data rielezione = 18-6-2022
|Data istituzione =
|Abitanti = 47728
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html] - Popolazione residente al 31 agosto 2018.
|Aggiornamento abitanti = 31-08-2018
|Sottodivisioni = [[Sferro]]
|Divisioni confinanti = [[Belpasso]], [[Biancavilla]], [[Catenanuova]] (EN), [[Castel di Judica]], [[Centuripe]] (EN), [[Ragalna]], [[Ramacca]], [[Santa Maria di Licodia]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 1087
|Nome abitanti = paternesi, patornesi, ''paturnisi'' in [[lingua siciliana|siciliano]].
|Patrono = [[santa Barbara]] - [[San Vincenzo di Saragozza|san Vincenzo martire]] (compatrono)
|Festivo = 4 dicembre (Santasanta Barbara)- 22 Gennaio (San Vincenzo)
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Paternò (province of Catania, region Sicily, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Paternò nella città metropolitana di Catania.
|Diffusività =
}}
'''Paternò''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/paterˈnɔ/}}<ref>{{dipi|Paternò}}</ref>, ''Patirnò'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:47728Popolazione|ITA}} abitanti,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Catania]], in [[Sicilia]].
 
DistaSituata nella parte orientale dell'isola, più precisamente nel lato sudoccidentale a ridosso del vulcano [[Etna]], dista 18,4&nbsp;km dalda [[Catania|capoluogo]], capoluogo di provincia<ref name="distanze">{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/087/033/limitrofi.html|titolo=Distanze in km di Paternò con gli altri comuni dal sito Comuni-italiani.it|accesso=28 febbraio 2012}}</ref>, e 183,7&nbsp;km dalda [[Palermo|]], capoluogo di regione]].<ref name="distanze" />.
 
Sorge nella zona di un sito dove fino al [[II secolo a.C.]] sorgeva l'antico villaggio siculo di ''[[Hybla Gereatis]]'', nel corso della sua storia seguì le vicissitudini della Sicilia. Nel [[1072]], i normanni fondarono l’attuale città che divenne uno Stato feudale di [[Contea di Paternò|rango comitale]] con il conte normanno [[Ruggero I di Sicilia]]. In [[Storia della Sicilia aragonese|epoca aragonese]] fece parte della [[Camera Reginale]] - salvo il periodo in cui fu nuovamente contea degli [[Alagona]] ([[1365]]-[[1396]]) - per poi diventare dominio feudale della famiglia [[Moncada (famiglia)|Moncada]], con i quali fu elevata a [[Principato di Paternò|principato]] nel [[1565]], e di cui ebbero il dominio fino al [[1812]], con l'abolizione del [[feudalesimo]] nel [[Regno di Sicilia]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Paternò è un [[centro urbano]] di mediemedio-piccole dimensioni situato nell'entroterra etneo<ref>{{cita libro | autore= D. Colafranceschi,| titolo= ''Un Mediterraneo. Progetti per paesaggi critici'',|anno= 2007| editore= Alinea Editrice, 2007, |p. =50.}}</ref>, e fa parte dellnell'omonima area etnea. Il territorio comunale confina nellaestrema parte occidentale condel [[Centuripe]],territorio indella [[provinciacittà di Enna]], e Biancavilla e nella parte meridionale con i comuni di [[Castelmetropolitana di Judica]] e [[RamaccaCatania]], appartenenti al distretto del [[Calatino]]. A nord confinaconfine con le ex frazioni paternesi diil [[Ragalna]]libero econsorzio [[Santa Mariacomunale di Licodia]], ad est confina con [[BelpassoEnna]].
 
Il suo territorio ha un'estensione di 144,68&nbsp;km²<ref name="superficie">{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/sicilia/provincia-di-catania/90-comuni/superficie/|titolo=Comuni nella città metr. di Catania per superficie|accesso=07-04-2019}}</ref>, l'ottava tra i comuni della sua provincia.<ref name="superficie"/> Confina a nord con [[Biancavilla]], [[Santa Maria di Licodia]] e [[Ragalna]], a ovest con [[Centuripe]], in provincia di Enna, a est con [[Belpasso]], a sud con [[Castel di Iudica]] e [[Ramacca]], appartenenti al distretto del [[Calatino]].<ref>{{cita web|url=http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni_confinanti_con_Paterno&map=087033|titolo=MAPPA COMUNI CONFINANTI|accesso=08-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170811040220/http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni_confinanti_con_Paterno&map=087033|dataarchivio=11 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>
Il territorio è situato alle pendici sudoccidentali dell'[[Etna]], ha un'[[altitudine]] media di 290 [[Livello del mare|m s.l.m.]], una [[superficie]] complessiva di 144,04 [[chilometro quadro|km²]]<ref name="dati comune">{{cita web | 1 = http://www.provincia.ct.it/il_territorio/i_comuni/tutti_gli_altri_comuni/Il_Comune_di_Patern%C3%B2.aspx | 2 = Scheda del Comune di Paternò dal sito della Provincia Regionale di Catania | 3 = 05-03-2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120310025043/http://www.provincia.ct.it/il_territorio/i_comuni/tutti_gli_altri_comuni/Il_Comune_di_Patern%C3%B2.aspx | dataarchivio = 10 marzo 2012 | urlmorto = sì }}</ref> ed una [[popolazione]] che sfiora i 50&nbsp;000 abitanti.
 
Il territorio di Paternò è situato alle pendici sudoccidentali dell'[[Etna]]. Prevalentemente collinare e pianeggiante<ref name="altitudine">{{cita web|url=https://www.statisticheitalia.it/sicilia/catania/paterno/altitudine.html|titolo=Altitudine Comune di Paternò|accesso=08-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027150836/https://www.statisticheitalia.it/sicilia/catania/paterno/altitudine.html|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>, dal punto di vista [[Geomorfologia|geomorfologico]], è suddiviso in due aree ben definite, con i terreni di origine [[lava|lavica]] nelle contrade verso est e i terreni di origine [[alluvione|alluvionale]] a sud lungo la Valle del Simeto e la [[Piana di Catania]].<ref name="orografia">{{cita web | 1 = http://www.isprambiente.gov.it/MEDIA/carg/note_illustrative/633_Paterno.pdf | 2 = Note illustrative della Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 a cura dell'ISPRA - Foglio 633 "Paternò | 3 = 05-03-2012 | urlmorto = sì | dataarchivio = 15 gennaio 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200115112003/http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/note_illustrative/633_Paterno.pdf }}</ref> La sua altitudine media è di 225 {{m s.l.m.}} - una delle più basse della provincia - che varia da una quota minima di 34 {{m s.l.m.}} nella sua parte occidentale, a una quota massima di 2.845 {{m s.l.m.}}, nella parte orientale.<ref name="altitudine"/><ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/sicilia/provincia-di-catania/90-comuni/altitudine/|titolo=Comuni nella città metr. di Catania per altitudine|accesso=08-10-2019}}</ref>
Il [[centro storico di Paternò]] si presenta delimitato da nuovi quartieri, tra cui quello "satellite" di ampie dimensioni dell’''Ardizzone''; il colle, che gli abitanti chiamano "[[Collina storica]]", essendo la parte in cui vi sono concentrati i più importanti [[monumenti]] della città, nonché il suo nucleo originale e antico, fa anch'esso parte del centro storico.
 
Una buona parte del territorio paternese ricade nel bacino idrografico del fiume [[Simeto]].<ref>{{cita web|url=ftp://ftp.minambiente.it/PNM/Natura2000/Materiale%20Designazione%20ZSC/Sicilia/04_Misure%20di%20Conservazione/Elaborati%20di%20Piano/Fiume%20Simeto/Relazione/sintesi_tecnica_simeto_rev_2010_06_10.pdf|titolo=Piano di Gestione del sito “Fiume Simeto” Sintesi tecnica|accesso=08-10-2019|urlmorto=sì}}</ref> Il territorio, inoltre è caratterizzato dalla presenza di numerose [[sorgente (idrologia)|sorgenti idriche]], in quanto si incontrano gli strati lavici permeabili con quelli argillosi impermeabili, facendo fuoriuscire le acque provenienti dal bacino idrografico dell'Etna; le sorgenti più importanti sono Monafria, Maimonide e Currone.<ref>{{cita libro | autore= L. Maniscalco| titolo= Il Museo Gaetano Savasta e le aree archeologiche del territorio di Paternò| anno= 2012 | editore= Regione Siciliana - Assessorato dei Beni Culturali e dell'identità siciliana - Dipartimento dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana | p=14}}</ref><ref>{{cita libro | autore= E. Di Pasquale| titolo= Il giro della Sicilia in 501 luoghi|anno= 2014| editore= New Compton|p=251}}</ref>
A seguito dell'ordinanza emessa dalla [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] entrata in vigore il 20 marzo [[2003]], e deliberata dalla [[Giunta regionale]] siciliana il 19 dicembre, la [[classificazione sismica]] attribuita al territorio del Comune di Paternò è quella di ''Zona 2'' (sismicità media)<ref>{{cita web|http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/031219_delibera_regione_sicilia.pdf|Classificazione sismica dei comuni della Regione Siciliana|05-03-2012}}</ref>.
 
La città, invece, è racchiusa in una conca delimitata dall'antico [[vulcano]] preistorico che fu il luogo dove sorse il primo nucleo abitato. Ubicate nella parte nordoccidentale del territorio comunale, le [[Salinelle di Paternò|Salinelle]], importante sito di interesse naturalistico.
=== [[Orografia]] ===
Il territorio di Paternò è caratterizzato da una scarsa presenza di [[bosco|boschi]], ma ciò è dovuto principalmente al fatto che, grazie alla [[fertilità (agricoltura)|fertilità]] dei terreni, utilizzati per le coltivazioni - soprattutto quelle agrumarie - presenta circa 6.000 ha di superficie agricola utilizzata.<ref name="sau">{{cita web|url=https://www.cittametropolitana.ct.it/il_territorio/Il_Comune_di_Patern_.aspx|titolo=Il Comune di Paternò|accesso=09-10-2019|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027150840/https://www.cittametropolitana.ct.it/il_territorio/Il_Comune_di_Patern_.aspx|urlmorto=sì}}</ref>
Dal punto di vista [[Geomorfologia|geomorfologico]], il territorio comunale di Paternò è suddiviso in due aree ben definite, con i terreni di origine [[lava|lavica]] nelle contrade verso le pendici dell'Etna e i terreni di origine [[alluvione|alluvionale]] lungo la Valle del Simeto e la [[Piana di Catania]]<ref name="orografia">{{cita web | 1 = http://www.isprambiente.gov.it/MEDIA/carg/note_illustrative/633_Paterno.pdf | 2 = Note illustrative della Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 a cura dell'ISPRA - Foglio 633 "Paternò | 3 = 05-03-2012 | urlmorto = sì }}</ref>.
 
A seguito dell'ordinanza emessa dalla [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] entrata in vigore il 20 marzo 2003, e deliberata dalla [[Giunta regionale]] siciliana il 19 dicembre, la [[classificazione sismica]] attribuita al territorio del Comune di Paternò è quella di ''Zona 2'' (sismicità media)<ref>{{cita web|http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/031219_delibera_regione_sicilia.pdf|Classificazione sismica dei comuni della Regione Siciliana|05-03-2012}}</ref>.
La città, invece, è racchiusa in una conca delimitata dall'antico [[vulcano]] preistorico che fu il luogo dove sorse il primo nucleo abitato. Ubicate nella parte nordoccidentale del territorio comunale, le [[Salinelle]], importante sito di interesse naturalistico.
 
=== IdrografiaClima ===
Il clima è mediterraneo, tuttavia la posizione geografica tra la Piana di Catania e l'Etna nell'immediato entroterra rispetto alla costa ionica catanese ne risalta alcune caratteristiche continentali: [[Clima mediterraneo|mite]] di tipo subcontinentale nel periodo invernale<ref>{{cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/informazionisullacitta.htm|titolo=BREVI INFORMAZIONI SULLA CITTA' DI PATERNO'|accesso=09-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130617131443/http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/informazionisullacitta.htm|dataarchivio=17 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref>, e torrido e afoso in quello estivo. Le nevicate sono molto rare, anche se è avvenuto qualche episodio nel corso degli anni durante forti ondate di freddo.<ref>{{Cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/paterno_sotto_la_neve_il_6_marzo.htm|titolo=Paternò sotto la neve il 6 marzo 1993|accesso=5 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160429194415/http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/paterno_sotto_la_neve_il_6_marzo.htm|dataarchivio=29 aprile 2016|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.95047.it/la-magia-della-neve-a-paterno-le-foto-dei-nostri-lettori-fotogallery/|titolo=LA MAGIA DELLA NEVE A PATERNO’, LE FOTO DEI NOSTRI LETTORI – FOTOGALLERY|sito=95047.it|data=5 gennaio 2019|accesso=5 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190106000144/https://www.95047.it/la-magia-della-neve-a-paterno-le-foto-dei-nostri-lettori-fotogallery/|dataarchivio=6 gennaio 2019|urlmorto=sì}}</ref>
Una buona parte de territorio paternese ricade nel bacino idrografico del fiume [[Simeto]]. Il territorio, inoltre è caratterizzato dalla presenza di numerose [[sorgente (idrologia)|sorgenti idriche]], in quanto si incontrano gli strati lavici permeabili con quelli argillosi impermeabili, facendo fuoriuscire le acque provenienti dal bacino idrografico dell'Etna. Le sorgenti più importanti sono Monafria, Maimonide e Currone<ref>[http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/itinerari/Sorgenti.aspx Sorgenti Monafria, Maimonide e Currone dal vecchio sito del comune di Paternò] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120428184832/http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/itinerari/Sorgenti.aspx |data=28 aprile 2012 }}</ref>.
 
È classificata quale [[zona climatica]] di tipo C.<ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/sicilia/20-paterno/classificazione-climatica/|titolo=Classificazione climatica di Paternò|accesso=09-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190416110728/https://www.tuttitalia.it/sicilia/20-paterno/classificazione-climatica/|dataarchivio=16 aprile 2019|urlmorto=sì}}</ref>
=== Flora e fauna ===
Il territorio di Paternò presenta una scarsa presenza di boschi, ma ciò è dovuto principalmente al fatto che, grazie alla [[fertilità (agricoltura)|fertilità]] dei terreni, utilizzati per le coltivazioni, soprattutto quelle agrumarie<ref name="superficie">{{cita web | 1 = http://www.provincia.ct.it/produzioni/statistica/Riepilo%20censimenti%20modxsito.xls | 2 = Riepilogo dati dei cinque censimenti generali dell'agricoltura dal sito della Provincia Regionale di Catania | 3 = 05-03-2012 | urlmorto = sì }}</ref>, si è dedicato molto spazio all'attività agricola.
 
{{ClimaAnnuale
=== Clima ===
| nome = Paternò<ref>{{cita web|url=https://it.climate-data.org/europa/italia/sicily/paterno-13835/|titolo=TABELLA CLIMATICA PATERNÒ|accesso=09-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190416110729/https://it.climate-data.org/europa/italia/sicily/paterno-13835/|dataarchivio=16 aprile 2019|urlmorto=sì}}</ref>
Il clima è mediterraneo, tuttavia la posizione geografica tra la piana di Catania e l'Etna nell'immediato entroterra rispetto alla costa ionica catanese ne risalta alcune caratteristiche continentali: [[Clima mediterraneo|mite]] di tipo subcontinentale nel periodo invernale<ref>[http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/informazionisullacitta.htm Informazioni sul clima dal sito Francocrisafi.it]</ref> e torrido e afoso in quello estivo. Le nevicate sono molto rare, anche se è avvenuto qualche episodio nel corso degli anni durante forti ondate di freddo<ref>{{Cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/paterno_sotto_la_neve_il_6_marzo.htm|titolo=Paternò sotto la neve il 6 marzo 1993|sito=www.francocrisafi.it|accesso=5 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.95047.it/la-magia-della-neve-a-paterno-le-foto-dei-nostri-lettori-fotogallery/|titolo=LA MAGIA DELLA NEVE A PATERNO’, LE FOTO DEI NOSTRI LETTORI – FOTOGALLERY|sito=95047.it|data=5 gennaio 2019|accesso=5 gennaio 2019}}</ref>.
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| tempmax02 = 13.7
È classificata quale [[zona climatica]] di tipo C<ref>[http://www.confedilizia.it/clima-SICILIA.htm Dati climatici dal sito Confedilizia.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20021021105019/http://www.confedilizia.it/clima-SICILIA.htm |data=21 ottobre 2002 }}</ref>.
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}}
 
== Origini del nome ==
SullNumerosi studiosi, antichi e contemporanei, si sono soffermati sull'origine del [[toponimo]] «Paternò» nel corso dei secoli, vari studiosied hanno formulato diverse ipotesi su quale possa essere l'origineil o ilsuo significato del nome della città etnea.
 
Tra le ipotesi, sono degne di segnalazione quelle dello storico [[Gaetano Savasta]] (in ''Memorie storiche della città di Paternò'', 1905), e del linguista [[Giovanni Alessio]], che nei loro studi si sono orientati verso l'ipotesi di un'origine [[bizantina|greco-bizantina]] del nome.<ref name="originenome">{{cita pubblicazione |autore= F. Giordano|titolo= L'anello mancante della nostra storia|rivista= I Paternesi|editore= Melamedia | data= 9 novembre 2006 |pp= 8-11}}</ref> L'Alessio sostiene che il nome di Paternò sia legato a quello del vicino centro di [[Adernò]], anch'esso di origine bizantina, e l'[[etimologia]] deriverebbe dall'espressione in lingua greca ''ep-Adernòn'', che significa «verso Adernò».<ref name="originenome"/><ref>{{cita|Cfr. S. Correnti, ''Storia di Paternò'', 1973|p. 12}}.</ref>. Ma questa ipotesi, oltre ad essere semplicistica, non è suffragata da alcuna fonte storica.<ref name="originenome"/> Il Savasta, invece, ha formulato l'ipotesi che il toponimo abbia origine [[lingua latina|latina]] e che derivi da ''Paetram Aitnaion'', il cui significato sarebbe «Rocca degli Etnei» (riferendosi all'antico toponimo di [[Aitna]]). Ipotesi quest'ultima simile a quella formulata nel [[XVI secolo]] dallo storico [[Leandro Alberti]], per il quale il toponimo comparve sotto i Romani.<ref>{{cita|Amico|p. 330}}.</ref>
 
MimmoIl Chisarigeografo nell'opuscoloarabo sulla[[Al-Muqaddasi]], nella sua descrizione della Sicilia redatta intorno al 985, denomina la città come ''Batarnù'' e afferma che forse il borgotoponimo fuera chiamatopreesistente Batarnùalla dominazione araba.<ref>{{cita libro | autore= [[Michele Amari|M. Amari]]| titolo= Biblioteca arabo-sicula| volume = 1 | anno= 1881| editore= Loescher |p= 317}}</ref><ref name="toponimo">{{cita web|url=http://www.terredipaterno.it/wp-content/uploads/2015/06/Guida-Paterno-2015-rid.pdf|titolo=Paternò perla del Simeto|accesso=09-10-2019|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027150919/http://www.terredipaterno.it/wp-content/uploads/2015/06/Guida-Paterno-2015-rid.pdf|urlmorto=sì}}</ref> L'etimologia dasarebbe un’etimologiaperciò latino-bizantina, dove ''paternum praedium'', cioè “proprietà"proprietà terriera ereditata dal padre”padre", veniva pronunciato ''Paternón'', per passare poi nella forma ufficiale dei testi antichi ''Paternio'' e quindi arrivare all’attualeall'attuale Paternò.<ref name="toponimo"/>
Un'altra possibile interpretazione dell'origine del toponimo Paternò può essere dovuta al fatto che la città si trovi "davanti l'Etna", in latino "Praeter Aetna". Per sincrasi dei due lemma e rotazione dell'ultima vocale, il "Praeter Aetna" diventa P(r)a(e)ter(Aet)n(a=)o.
 
Gli abitanti di Paternò sono detti ''paternesi'' o ''patornesi'', e in [[lingua siciliana|siciliano]] sono detti ''paturnisi''.<ref>{{cita web|url=http://www.literary.it/dati/literary/C/ciccia/i_cognomi_di_paterno.html|titolo=I cognomi di Paternò|accesso=17-10-2019}}</ref>
Il geografo arabo [[Al-Muqaddasi]], nella sua descrizione della Sicilia (scritta intorno all'anno 988) denomina la città come ''Batarnù'' e afferma che il toponimo era preesistente alla dominazione araba.
 
In seguito alla conquista normanna (1061) il sito verrà quindi denominato ''Paternionis''.
 
== Storia ==
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=== Età antica ===
{{vedi anche|Inessa|Hybla Gereatis}}
Il popolamento e la fondazione di un centro abitato nel sito su cui sorge l'odierna città di Paternò, di origine [[vulcano|vulcanica]], risalgono all'[[Cultura di Thapsos|età di Thapsos]].<ref>{{cita libro | autore= C. Ampolo| titolo= Italia omnium terrarum parens: la civiltà degli Enotri, Choni, Ausoni, Sanniti, Lucani, Brettii, Sicani, Siculi, Elimi| anno= 1989| editore= Scheiwiller| p=15}}</ref> In origine dovette trattarsi di un villaggio dei [[Sicani]], i quali sarebbero stati successivamente cacciati dai [[Siculi]], che vi si insediarono intorno al [[IV millennio a.C.]], sfruttarono il tipo di superficie per cavare dalle rocce i blocchi di lava ed estrarre gli utensili da lavoro e le macine, e vi costruirono edifici sulla parte sommitale del [[colle di Paternò|colle vulcanico]].<ref name="orografia"/>
La frequentazione umana del territorio è attestata a partire dal [[Neolitico]], mentre tracce di insediamenti risalirebbero all'[[età del rame]] e del [[Età del bronzo|bronzo]]<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|p. 15}}.</ref>. La fondazione dell'odierna città di Paternò viene fatta risalire all'epoca anteriore a quella greca, su un sito di origine vulcanica, che fu probabilmente abitato fin dall'[[Cultura di Thapsos|età di Thapsos]]<ref>C. Ampolo, ''Italia: omnium terrarum parens: la civiltà degli Enotri, Choni, Ausoni, Sanniti, Lucani, Brettii, Sicani, Siculi, Elimi'', Scheiwiller, 1989, p. 15</ref>.
 
In origine dovette trattarsi di un villaggio dei [[Sicani]], i quali sarebbero stati successivamente cacciati dai [[Siculi]], che vi si insediarono intorno al [[IV millennio a.C.]], sfruttarono il tipo di superficie per cavare dalle rocce i blocchi di lava ed estrarre gli utensili da lavoro e le macine, e vi costruirono edifici sulla parte sommitale del [[colle di Paternò|colle vulcanico]]<ref name="orografia"/>.
 
Questo nuovo centro abitato assunse il nome di ''Hybla'' (Ὕβλα), che per distinguerla dalle altre città con lo stesso nome, fu chiamata ''[[Hybla Gereatis]]'' (o ''Hybla Major''). Nella stessa epoca e nella stessa area, sorse probabilmente il villaggio di ''[[Inessa]]'' (Ἴνησσα). A fare menzione di queste due località, fu lo storico greco [[Tucidide]], il quale affermò persino che i due villaggi fossero di origine sicula e li collocò nella medesima zona<ref>L. Moscati Castelnuovo, ''Identità e prassi storica nel Mediterraneo greco'', Et, 2002, p. 117</ref>.
 
L'odierno abitato di Paternò fu in passato identificato con una di queste due antiche città sicane: secondo il prevosto e storico locale [[Gaetano Savasta]]<ref>G. Savasta, ''Memorie storiche della città di Paternò'', Galati, 1905, cap. 3</ref> sarebbe stato identificabile con ''Inessa'', mentre l'archeologo [[Paolo Orsi]] ipotizzò che si trattasse di ''Hybla'', seguendo in questo alcuni studiosi seicenteschi, [[Filippo Cluverio]] ([[1619]]), [[Giovan Battista Nicolosi]] ([[1670]])<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|pp. 16-17}}.</ref>, e che ''Inessa'' corrisponda all'odierno centro di [[Santa Maria di Licodia]]<ref>AA.VV., ''Bollettino d'arte'' vol.39, Istituto Poligrafico dello Stato, 1954, pp. 73-75</ref>. Le fonti sono frammentarie e mancano campagne di scavo sistematiche che consentano di risolvere la questione.
 
Eppure un altro storico locale, il religioso Frà Placido Bellia, nel suo manoscritto dal titolo ''Storia di Paternò'', che terminò nel [[1808]], vi attestò che nel suo [[convento]] furono rinvenute in uno scavo di ghiaia l'[[altare|ara]] di cui sopra inciso "Veneri Hyblensi" e una lapide con scritta "Paternò Hybla Major", documenti conservati al [[Museo Biscari]] di Catania<ref>{{cita|Cfr. C. Ciccia, ''Il mito d'Ibla nella letteratura e nell'arte'', 1998|p. 44}}.</ref>.
 
Le due città sicule caddero in mano greca attorno al [[460 a.C.]], quando furono assaltate dai [[Siracusani]] guidati dal tiranno [[Gerone I]]. Ad ''Inessa'' si rifugiarono numerosi profughi provenienti da ''[[Katane]]'', e fu successivamente denominata ''[[Aitna]]'' (Αἴτνα)<ref name="orografia"/>. Esse furono altresì coinvolte nelle guerre tra i Siracusani e gli [[Ateniesi]], da questi ultimi devastate, ed in seguito dai primi riconquistate nel [[403 a.C.]], quando al potere salì [[Dionisio il Vecchio]]: ad ''Aitna'' Dionisio inviò nel [[396 a.C.]], truppe di [[mercenari]] [[campani]] al suo soldo, i quali compirono numerose stragi di popolazione, per aver questi favorito gli Ateniesi nel [[415 a.C.]]<ref>F. Corcia, ''Storia delle due Sicilie dall'antichità più remota al 1789'' vol. 4, Tipografia Virgilio, 1789, pp. 116-118 e pp. 151-153</ref>.
 
Il villaggio assunse il nome di ''Hybla'' (Ὕβλα), che per distinguerlo dalle altre città siciliane con lo stesso nome, fu chiamato ''[[Hybla Gereatis]]'' (o ''Hybla Major'').<ref name="ibla">{{cita|Amico|p. 331}}.</ref> Nella stessa epoca e nella stessa area, sorse probabilmente il villaggio di ''[[Inessa]]'' (Ἴνησσα). A fare menzione di queste due località, fu lo storico greco [[Tucidide]], il quale affermò persino che i due villaggi fossero di origine sicula e li collocò nella medesima zona.<ref>{{cita libro | autore= L. Moscati Castelnuovo| titolo= Identità e prassi storica nel Mediterraneo greco| anno= 2002| editore= ET Edizioni | p=117}}</ref>
''Aitna'' e ''Hybla'', assieme alle altre città della [[Sicilia orientale]], furono successivamente liberate nel [[339 a.C.]] dai [[Corinzi]] guidati dal generale [[Timoleonte]], che eliminarono i campani. Tracce dell'[[epoca greca]] a Paternò sono testimoniate da dei manufatti rinvenuti sulla rupe basaltica nel [[1909]], detti gli "[[argenti di Paternò]]", che oggi si trovano al [[Pergamonmuseum]] di [[Berlino]]<ref>Brochure della mostra "Gli argenti di Paternò dal Pergamonmuseum di Berlino", Paternò, 2006</ref>.
 
Le due città sicule caddero in mano greca attorno al 460 a.C., quando furono assediate dai [[Siracusani]] guidati dal tiranno [[Gerone I]]. Ad ''Inessa'' si rifugiarono numerosi profughi provenienti da ''[[Katane]]'', e fu successivamente denominata ''[[Aitna]]'' (Αἴτνα).<ref name="orografia"/> Liberate dal dominio siracusano per opera dei [[Corinto (città antica)|Corinzi]] guidati dal generale [[Timoleonte]] nel 339 a.C., ''Inessa'' e ''Hybla'' seguirono le sorti dell'isola, passando nel 243 a.C. sotto il dominio di [[Impero romano|Roma]], e furono inserite nell'elenco delle città [[decumano|decumane]] dell'isola.<ref>{{cita libro | autore= I. Scaturro| titolo= Storia di Sicilia: l'età antica| volume= 2 | anno= 1951 | editore= Raggio| pp=90-91}}</ref>
I due centri caddero in mano ai [[Civiltà romana|Romani]] intorno al [[243 a.C.]], e fu l'inizio di una dominazione caratterizzata dallo sfruttamento delle loro risorse, dalla [[schiavitù|schiavizzazione]] degli abitanti e dalla fiscalità oppressiva: ''Aitna'' e ''Hybla'', infatti, furono inserite nell'elenco delle città decumane della Sicilia<ref>I. Scaturro, ''Storia di Sicilia, l'età antica'' vol. 2, Raggio, 1951, pp. 90-91</ref>. All'[[epoca romana]] risalgono resti di strutture quali l'[[Acquedotto romano di Catania|acquedotto]]<ref>XXIII distretto scolastico di Paternò, assessorato regionale ai beni culturali e della pubblica istruzione, soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Catania, ''Acquedotto romano - Tratto ricadente nel territorio di Paternò'', 1997.</ref> e il [[Ponte di Pietralunga]].
 
=== Età medievale ===
[[File:Roger I of Sicily (Troina).jpg|miniatura|Ruggero d'Altavilla]]
==== Dai bizantini all'Islam ====
[[File:Colle di Paternò nel Medioevo.png|miniatura|Suddivisione in quartieri etnici del colle di Paternò in epoca medievale: [[Lombardi di Sicilia|Lombardi]], [[Arabi]], indigeni, [[Bizantini]], [[Ebrei]].]]
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], si persero le tracce delle due antiche città di ''Aitna'' e ''Hybla'': secondo il geografo [[Strabone]] i due villaggi siculi scomparvero attorno al [[II secolo a.C.]]<ref>AA.VV., ''Nuova antologia'' vol. 468, Direzione della Nuova Antologia, 1956 p. 333</ref>.
Nel 476, avvenne la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], e dopo questo evento si persero le tracce delle due antiche città di ''Aitna'' e ''Hybla'': secondo il geografo [[Strabone]] i due villaggi siculi scomparvero attorno al [[II secolo a.C.]].<ref>{{cita pubblicazione |autore= I. Gazzaniga|titolo= Il «Pervigilium Veneris»|rivista= Nuova Antologia|editore= Direzione della Nuova Antologia|volume= 468|numero= 1870|anno=1956 |mese= ottobre|p=333}}</ref> La Sicilia, dapprima conquistata dai [[Barbari]] guidati da [[Odoacre]], nel 553, al termine della [[Guerra gotica (535-553)|Guerra gotica]], passò sotto il dominio dell'[[Impero bizantino]]: al periodo bizantino risalrebbe la nascita dell'attuale nome della città etnea come ''Paternón''.<ref name="toponimo"/>
 
Dell'[[Storia della Sicilia bizantina|epoca bizantina]] si hanno scarse notizie nelle fonti storiche, gran parte delle quali riportano scarne informazioni in merito all'intenso processo di [[cristianizzazione]] che portò alla diffusione dello stile di vita [[Monachesimo|monastico]] e alla costruzione di [[eremo|eremi]], tra i quali, quello importantissimo di [[Monastero di San Vito (Belpasso)|San Vito]] (dal [[VI secolo]]).<ref name="ibla"/> Il dominio bizantino sulla Sicilia cessò dopo quattro secoli, e nel 901, Paternò entrò a far parte dell'[[Emirato di Sicilia]], e il borgo fu chiamato ''Batarnū'' (بترنو)<ref>{{cita libro | autore= [[Michele Amari|M. Amari]]| titolo= Biblioteca arabo-sicula| volume= 1 | anno= 1880 | editore= Loescher | p=109}}</ref>, che amministrativamente fu inserito nel [[Val Demone]].<ref name="ibla"/> Secondo lo storico Francesco Giordano, risalirebbe a questo periodo, o ad epoca anteriore, il ''[[qanat]]'' che si snoda all'interno della Collina storica; si tratta di un'opera di [[ingegneria idraulica]] per il convoglio, il trasporto e la distribuzione dell'acqua.<ref>{{cita pubblicazione |autore= F. Giordano|titolo= Il Qanat della Collina di Paternò|rivista= Agorà|editore= Editoriale Agorà|volume= |numero= 69|anno= 2019|mese= luglio-settembre|pp=60-64}}</ref> Grazie alla fertilità dei luoghi, in [[Storia della Sicilia islamica|epoca araba]] si assistette ad una costante ripresa delle attività agricole e pastorizie in tutto il territorio.<ref>{{cita|Di Matteo|pp. 19-20}}.</ref>
Tra il [[IV secolo d.C.|IV]] e il [[V secolo d.C.]], la Sicilia passò sotto il dominio [[bizantini|bizantino]], e, secondo alcuni studiosi (Savasta ed altri), fu in quel periodo che nacque il nuovo toponimo di ''Paternò'', anche se, in effetti, quello bizantino fu un periodo di declino politico ed economico che causò lo spopolamento del territorio, anche a causa delle continue scorrerie e attacchi di [[Barbari|popolazioni barbariche]] e di [[saraceni]].
 
Nel 1061, la zona di Paternò fu liberata dal dominio islamico grazie all'esercito composto in gran parte da [[normanni]] guidati dal Gran Conte di Sicilia [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero I d'Altavilla]], che vi giunse dopo aver liberato [[Messina]] e gli altri centri del [[Val Demone]].<ref>{{cita libro | autore= [[illuminato Peri|I. Peri]]| titolo= Sicilia normanna| anno= 1962 | editore= Edistampa | p=11}}</ref> L’attuale centro fu fondato dai normanni e parte del nuovo [[Regno di Sicilia]] rappresentò per la città etnea l'inizio di un periodo di grande splendore civico ed economico: a Paternò, fu edificato il dongione normanno attorno al quale si sviluppò il borgo; e durante il regno del [[Re di Sicilia|Re]] [[Ruggero II d'Altavilla]], furono edificati numerosi edifici ecclesiastici - chiese, conventi e monasteri - per cancellare ogni traccia della presenza islamica nella zona, nonostante là zona etnea in cui la componente etnica maggioritaria era quella [[Greci|greca]] - fu uno dei meno islamizzati dell'isola.<ref name="toponimo"/> Numerose furono anche le costruzioni di presidi militari e di difesa, come il [[dongione]] fatto edificare nel 1072 dall'Altavilla, usato come castello con scopo residenziale e militare per attaccare Catania e le altre zone controllate dagli arabi.<ref>{{cita pubblicazione |autore=B. Figliuolo |titolo= Morfologia dell'insediamento nell'Italia meridionale in età normanna|rivista= Studi storici. Rivista trimestrale dell'Istituto Gramsci|editore= Istituto Gramsci|volume= 1 |numero= 32 |anno= 1991|mese= gennaio-marzo|p=46}}</ref><ref>{{cita|Pontieri|p. 431}}.</ref>
Dell'[[Storia della Sicilia bizantina|epoca bizantina]] si hanno scarse notizie nelle fonti storiche, gran parte delle quali riportano scarne informazioni in merito all'intenso processo di [[cristianizzazione]] che portò alla diffusione dello stile di vita [[Monachesimo|monastico]] e alla costruzione di [[eremo|eremi]], tra i quali, quello importantissimo di [[Monastero di San Vito (Belpasso)|San Vito]] (dal [[VI secolo]]).
 
Dopo la fondazione normanna, Paternò divenne [[feudo]] del Gran Conte Ruggero, che nel 1072 la elevò a [[Contea (circoscrizione)|contea]] ed assegnò in dote al genero [[Ugo di Jersey]], marito della figlia di primo letto [[Flandina d'Altavilla]]. La [[Contea di Paternò]] fu soppressa nel 1200 - alla morte del conte [[Bartolomeo de Luci]] - e reintegrata al [[demanio]], finché nel 1209 il giovane sovrano [[Federico II di Svevia|Federico II di Sicilia]] la assegnò a Pagano Parisi (o de Parisio), che ne assunse la signoria in quanto marito di Margherita de Luci, figlia di Bartolomeo.<ref name="parisi">{{cita|Di Matteo|pp. 28, 226}}.</ref> Il dominio feudale del Parisi cessò nel 1213 perché accusato di sedizione contro il Re di Sicilia, che gliela confiscò<ref name="parisi"/>; durante la [[Hohenstaufen|Dinastia siciliana degli Svevi]], ebbero successivamente la [[Signoria fondiaria|signoria]] su Paternò, Beatrice Lancia (1234-1250) e [[Galvano Lancia]] (1251-1268). Estintasi la dinastia sveva, con la morte del [[Manfredi di Sicilia|Re Manfredi di Sicilia]] nel [[1266]], ci fu lo sterminio per ordine di [[Carlo I d'Angiò]] di tutti i membri maschi della [[Hohenstaufen|Casa reale]], e l'eliminazione dello stesso Lancia ad essi fedele, a cui venne confiscata la signoria di Paternò.<ref name="ibla"/><ref>{{cita pubblicazione| autore= A. Marrone| titolo= Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) | rivista= Mediterranea : ricerche storiche. Quaderni vol. 1|anno= 2006| editore= Associazione Mediterranea|p=210}}</ref>
Occupata dagli [[Saraceni]] verso il [[901]], il borgo fu chiamato ''Batarnù''<ref>M. Amari, ''Biblioteca arabo-sicula'' vol. 1, Loescher, 1880, p. 109</ref> e amministrativamente fu integrata nel [[Val Demone]]. Grazie alla fertilità dei luoghi si assistette ad una costante ripresa delle attività agricole e pastorizie in tutto il territorio. Secondo lo storico Francesco Giordano, risalirebbe all'epoca del dominio arabo (IX-XI sec.) - o forse ad età più antica - la realizzazione del tunnel che si snoda sotto la Collina storica della città; si tratterebbe di un Qanàt, ovvero un canale idrico per il trasporto e l'approvvigionamento idrico nell'antica Paternò (Batarnù).
 
Nel 1268, gli [[Angioini]] si impadronirono della Sicilia, e il dominio feudale su Paternò risulta appartenere ad un signore di cognome Bonifacio, a cui succedette la figlia Giacoma, per mezzo della quale pervenne in dote al marito [[Manfredi Maletta]].<ref name="ibla"/><ref>{{cita|Di Matteo|p. 29}}.</ref> Il Maletta, che nell'ambito della rivolta dei [[Vespri siciliani]] scoppiata nel 1282 contro i dominatori angioini, sostenne l'intervento degli [[Casa d'Aragona|Aragonesi]] nell'isola, li tradì nel 1299 per passare dalla parte degli Angioini; il principe [[Federico III di Sicilia]], divenuto [[Re di Sicilia]] nel [[1296]], gli confiscò la terra di Paternò e la concesse ad [[Ugo di Empúries|Ugo di Empúries, conte di Squillace]].<ref name="ibla"/><ref>{{cita|Marrone|p. 238}}.</ref> Nel 1302, il nuovo [[re di Sicilia]] inserì Paternò nella [[Camera Reginale]], una dote patrimoniale che assegnò come dono di nozze alla consorte la regina [[Eleonora d'Angiò]].<ref>{{cita|Di Matteo|p. 30}}.</ref> Lo stesso re Federico III di Sicilia morì a Paternò la notte del 23 giugno 1337 nell'Ospedale della Commenda dell'Ordine di San Giovanni in Gerusalemme - sito fuori dalla cinta muraria della città - dopo essere stato qui ricoverato, mentre ammalato di [[podagra]], da Enna si recava a Catania.<ref>{{cita libro | autore= Padre F. Aprile| titolo= Della cronologia universale della Sicilia| url= https://archive.org/details/bub_gb_C5gfCKZY_dwC| volume = 3 | anno= 1725| editore= Bayona | p=[https://archive.org/details/bub_gb_C5gfCKZY_dwC/page/n196 172]}}</ref>
==== La dominazione normanna ====
{{vedi anche|Contea di Paternò}}
[[File:Roger I of Sicily.jpg|thumb|Ruggero d'Altavilla]]
Paternò fu uno dei primi centri dell'isola liberati dalla dominazione araba ad opera dei [[Normanni]], che vi giunsero nel [[1061]], ed il sito venne denominato ''Paternionis'': iniziò un periodo di grande splendore civico ed economico. Il principale artefice dell'impresa, fu il condottiero normanno [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero d'Altavilla]], che dopo aver liberato [[Messina]] e gli altri borghi del Val Demone dal dominio musulmano, giunse con le sue truppe a Paternò.
 
Nel 1365, il re [[Federico IV di Sicilia]] assegnò Paternò ad [[Artale I Alagona|Artale Alagona, conte di Mistretta]], con cui riebbe lo ''status'' di contea avuto ai tempi della Dinastia degli [[Altavilla]], avendo l'Alagona permutato la terra etnea con la [[Contea di Mistretta]].<ref>{{cita|Marrone|pp. 28-29}}.</ref> Gli [[Alagona]] persero Paternò nel 1396, a seguito di confisca ordinata dal re [[Martino I di Sicilia]] per l'accusa di [[fellonia]] a loro carico, e il medesimo, nel 1403 la reinserì nella Camera Reginale, a disposizione della sua consorte la regina [[Bianca di Navarra (1387-1441)|Bianca di Navarra]], che due anni più tardi codificò un sistema di norme civili denominato ''[[Consuetudini di Paternò]]''.<ref>{{cita libro | autore= B. Saitta | titolo= Città e vita cittadina nei paesi dell'area mediterranea. Secoli XI-XV.| anno= 2006| editore= Viella | p= 348}}</ref>
[[File:Coat of Arms of the House of Hauteville (according to Agostino Inveges).svg|thumb|upright=0.6|left|Lo [[Stemma degli Altavilla|stemma]] della Casa d'[[Altavilla]].]]
Poiché Paternò fu uno dei centri meno islamizzati dal punto di vista [[etnologia|etnico]], e che la maggioranza della popolazione era di etnia [[Greci|greca]], Ruggero vi fece costruire un [[castello]] nel [[1072]] come fortezza per attaccare Catania e le altre zone a maggioranza arabe<ref>AA.VV., ''Studi storici: rivista trimestrale'' vol. 32, Istituto Gramsci, 1991, p. 46</ref><ref>E. Pontieri, ''Tra i Normanni nell'Italia meridionale'', Edizioni Scientifiche Italiane, 1964, p. 431</ref>. La città divenne [[Contea di Paternò|Contea]], che l'Altavilla diede in dote al genero [[Ugo di Jersey]], ed il suo vastissimo territorio includeva diversi [[monasteri]], specialmente benedettini: veri e propri feudi che amministravano le ricche risorse agricole del contado.
 
La permanenza di Paternò all'interno della Camera Reginale durò fino al [[XV secolo]]: il re [[Alfonso V d'Aragona]] vendette la terra e il castello di Paternò, dapprima a [[Niccolò Speciale (politico)|Niccolò Speciale, barone di Spaccaforno]] nel 1431, e in seguito a [[Guglielmo Raimondo V Moncada|Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Adernò]] nel 1456, con il ''[[mero e misto imperio]]'' sul feudo.<ref>{{cita libro | autore= G. A. della Lengueglia| titolo= Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia| volume = 1 | anno= 1657| editore= Sacco |p=427}}</ref><ref>{{cita libro | autore= M. Cianciulli| titolo= Per lo principe di Paterno D. Gio. Luigi Moncada| anno= 1789| editore= | pp=15-20}}</ref>
Infatti, per la feracità dei suoi terreni e la ricchezza di fonti idriche, che rendono il suo territorio adatto alle [[Coltura intensiva|colture]], nel [[medioevo]] Paternò ricevette l'appellativo di ''Civitas Paternio Fertilissima''<ref>{{cita web|url=http://www.fraticappuccinimessina.org/public/documenti/luoghi-patern%C3%B2.pdf |titolo=Paternò - Fraticappuccinimessina.org|accesso=7 marzo 2012}}</ref>, o più semplicemente ''Civitas Fertilissima'', ovvero "città molto fertile".
 
Paternò ebbe l'appellativo di «Città» in quell'epoca, come attestato da un [[diploma]] del 1473 dell'arciprete Antonio de Rocco, un titolo che solitamente spettava alle [[arcivescovado|sedi arcivescovili]].<ref>{{cita|Rapisarda|p. 69}}.</ref>
Il doppio matrimonio del [[1089]] tra il Conte Ruggero e [[Adelaide del Vasto]] e quello del fratello di costei, [[Enrico del Vasto|Enrico]], con la figlia di primo letto del conte normanno, [[Flandina d'Altavilla|Flandina]], stabilì un'alleanza politica e militare tra gli [[Altavilla]] e gli [[Aleramici]]. A seguito di quest'ultimo evento, la contea paternese passò di ai Del Vasto, dapprima con il già citato Enrico, a cui succedette nel [[1137]] il figlio [[Simone del Vasto|Simone]], ed infine nel [[1143]] il figlio di quest'ultimo [[Manfredo del Vasto|Manfredo]], che fu l'ultimo conte aleramico di Paternò poiché non ebbe eredi legittimi<ref>V. Amico, ''Dizionario topografico della Sicilia'' vol II, Morvillo, 1856, p. 331</ref>. Va inoltre segnalato che Flandinia aveva sposato in prime nozze Ugone di Circea da cui era rimasta vedova in età molto giovane e dal quale aveva avuto una figlia, Maria, che era Contessa di Paternò. Costei sposò Costantino I, Conte di Buccheri e figlio di Roberto d'Embrun, della Casa Sovrana di Barcellona e di Provenza, sceso in Sicilia al seguito del Gran Conte Ruggero. Costui, come si sa, è il capostipite della Casa siciliana dei Paternò<ref>"Enciclopedia Treccani, Voce Paternò, Vol. XXVI, pag 504</ref>, e si ritiene che la [[Casa Paternò]] di Sicilia abbia cambiato il suo cognome Barcellona in quello di Paternò, proprio perché Costantino I sposò questa importante esponente della Casa Reale Normanna di cui ne avrebbe cognomizzato il titolo.
 
==== Le dominazioni sveva, angioina ed aragonese ====
[[File:Colle di Paternò nel Medioevo.png|thumb|Suddivisione in quartieri etnici del colle di Paternò in epoca medievale: [[Lombardi di Sicilia|Lombardi]], [[Storia della Sicilia islamica|Arabi]], indigeni, [[Storia della Sicilia bizantina|Bizantini]], [[Storia della Sicilia ebraica|Ebrei]].]]
[[File:Franz Kampers - Kaiser Friedrich II - Der Wegbereiter der Renaissance - Abbildung 01.jpg|thumb|left|Federico II di Svevia]]
A seguito del matrimonio avvenuto nel [[1186]] tra la figlia del re [[Ruggero II di Sicilia]], la principessa [[Costanza d'Altavilla]] e l'imperatore [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]], la contea passò sotto la dominazione [[Hohenstaufen|sveva]] nel [[1194]], quando il sovrano germanico la concedette al normanno [[Bartolomeo de Luci]]<ref>AA.VV., ''Rivista di studi bizantini e neoellenici'' vol. 37, Università di Roma, 2001, p. 177</ref>. Da quell'unione, tra Enrico VI e la normanna Costanza, nacque il futuro imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]], il quale affidò la città al controllo di [[Beatrice Lanza]].
 
Nel [[1256]] il re [[Manfredi di Sicilia]] concedette la signoria sulla città all'aleramico [[Galvano Lancia]], suo zio, al quale spettava il suo possesso per diritto materno<ref>D. Del Re, B. Fabbricatore, ''Cronisti e scrittori sincroni della dominazione normanna nel regno di Puglia e Sicilia: Svevi'', Stamperia dell'Iride, 1868, p. 161</ref>.
 
Estintasi la dinastia sveva, con la morte di Manfredi e lo sterminio per ordine di [[Carlo I d'Angiò]] nel [[1268]] di tutti i membri maschi della casa ed anche dello stesso Lancia ad essi fedele, Paternò, la cui signoria passò a [[Manfredi II Maletta]], fu occupata dagli [[Angioini]] a seguito del tradimento compiuto dal Maletto nei confronti dei reali svevi, il quale offrì la città agli invasori<ref>G. La Farina, ''Storia d'Italia narrata al popolo italiano, (568-1815).'', Poligrafica Italiana, 1851, p. 373</ref><ref>G. Agnello, ''L'architettura civile e religiosa in Sicilia nell'età sveva'', Collezione meridionale editrice, 1961, p. 90</ref>.
 
Dopo la cacciata degli Angioini dall'isola ([[1299]]), subentrarono gli [[Aragonesi]]. In epoca aragonese, nel [[1302]], Paternò fu inserita nella cosiddetta ''[[Camera Reginale]]'' che venne costituita da [[Federico III d'Aragona]] come dono di nozze alla consorte [[Eleonora d'Angiò]]<ref>S. Di Matteo, ''Storia della Sicilia: dalla preistoria ai nostri giorni'', Arbor, 2006, p. 241</ref>, poi ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione. Lo stesso re Federico III (re di Trinacria) morì a Paternò la notte del 23 giugno 1337 nell'Ospedale della Commenda dell'Ordine di San Giovanni in Gerusalemme - sito nel '300 fuori dalla cinta muraria della città - dopo essere stato qui ricoverato, mentre ammalato di podagra da Enna si recava a Catania.
 
Nel [[1348]] la signoria di Paternò passò a [[Blasco II Alagona|Blasco Alagona]], che governò la città sostenuto dal popolo nella sua lotta contro i [[Palizzi (famiglia)|Palizzi]] e i [[Chiaramonte]]. Alla morte di Blasco, la guida del governo della città fu assunta dal figlio [[Artale I Alagona|Artale]], che dimorò nel Castello.
 
Passata al [[Regio Demanio]] nel [[1396]], il [[Martino I di Sicilia|re Martino]] l'assegnò nel [[1403]] alla sua seconda moglie, la regina [[Bianca di Navarra (1387-1441)|Bianca di Navarra]]<ref>B. Saitta, ''Città e vita cittadina nei paesi dell'area mediterranea. Secoli XI-XV'', Viella, 2006 , p. 348</ref>, che due anni più tardi codificò un sistema di norme civili denominato ''[[Consuetudini di Paternò]]''.
 
==== L'infeudamento della città ====
Il periodo di magnificenza di Paternò durò fino al [[XV secolo]]: nel [[1431]] il re [[Alfonso I d'Aragona]] vendette la città a [[Niccolò Speciale (politico)|Niccolò Speciale]], poi ritornata alcuni anni più tardi al Regio Demanio e, infine, venduta definitivamente nel [[1456]]<ref>G. A. della Lengueglia, ''Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia: opera historica-encomiastica'', Sacco, 1657, p. 427</ref> a [[Guglielmo Raimondo V Moncada|Guglielmo Raimondo Moncada]].
 
=== Età moderna ===
{{vedi anche|Principato di Paternò}}
[[File:COAFrancesco PríncipeI deMoncada.JPG|miniatura|Ritratto Paternòdi -Francesco CasaMoncada de Moncada.svg|thumb|upright=0.5|StemmaLuna, deiprimo Moncadaprincipe di Paternò]]
Il dominio feudale dei [[Moncada (famiglia)|Moncada]] su Paternò, durò per quasi quattro secoli. La cittadina etnea, da semplice terra baronale fu elevata a rango di [[Principato (diritto)|principato]] per l'investitura ottenuta dal conte [[Francesco I Moncada|Francesco Moncada de Luna]] a ''primo principe di Paternò'' da parte del re [[Filippo II di Spagna]] l'8 aprile 1565, resa esecutiva il 3 giugno 1567.<ref>{{cita libro | autore= [[Diego Orlando]]| titolo= Il feudalismo in Sicilia, storia e dritto pubblico | anno= 1847| editore= Tipografia Lao | p= 91}}</ref>
[[File:Francesco I Moncada.JPG|thumb|left|upright=0.5|Ritratto di Francesco I Moncada, primo principe di Paternò]]
Con i [[Moncada (famiglia)|Moncada]] la città venne [[feudalesimo|infeudata]] e, seppur inizialmente furono buoni amministratori, ne causarono un lento ma inarrestabile declino. Poco più di un secolo dopo, da semplice feudo, Paternò divenne [[Principato (diritto)|principato]] nel [[1565]] su investitura di [[Filippo II di Spagna]], che nominò primo principe di Paternò, il conte [[Francesco I Moncada]]<ref>D. Orlando, ''Il feudalismo in Sicilia, storia e dritto pubblico'', Lao, 1847, p. 91</ref>.
 
Il [[Principato di Paternò]] fu uno dei maggiori stati feudali della Sicilia per superficie e popolazione, nonché uno con i più elevati livelli di ricchezza media pro capite, superiori persino a quelli di molte città demaniali.<ref name="principato">{{cita|Di Matteo|pp. 37-39}}.</ref> Notevole impulso ebbero le attività agricole, artigianali e commerciali, e molto significativa fu l'affermazione di un [[borghesia|ceto borghese]] costituito da ricche famiglie che formarono l{{'}}''[[élite (sociologia)|élite]]'' cittadina che governava per conto del Principe.<ref name="principato"/>
L'elevazione a rango di stato principesco, che diede quindi maggior prestigio e importanza alla città e agli stessi Moncada, favorì l'afflusso di numerose famiglie nobili e borghesi provenienti dalle altre zone della Sicilia e dalla [[Spagna]]<ref>{{cita|Cfr. G. Savasta, ''Memorie storiche della città di Paternò'', 1905|pp. 345-347}}.</ref>. Di questo periodo è di notevole interesse storico un'antica mappa prospettica di Paternò: un disegno ad inchiostro del Seicento scoperto recentemente, che inquadra la Collina e la città sottostante, coi suoi monumenti principali e con scene di vita quotidiana e di giustizia.
 
Il 26 aprile 1636, il principe [[Luigi Guglielmo I Moncada|Luigi Guglielmo Moncada d'Aragona La Cerda]], emanò un decreto con il quale veniva decisa la separazione dei territori di Paternò e [[Malpasso]], con quest'ultima che si costituiva casale autonomo e dotato di una propria giurisdizione.<ref>{{cita pubblicazione |autore=M. Caruso, E. Perra |titolo= Per una storia della città di Belpasso |rivista= Annali del Barocco in Sicilia - Studi sul Seicento e Settecento in Sicilia e Malta|editore= Gangemi |volume= |numero= 2 |anno= 1995|mese= |p=115}}</ref> Paternò, ridimensionata per lo scorporo da Malpasso, non fu investita dall'[[eruzione dell'Etna del 1669]], ma come tutti i centri della Sicilia orientale subì, al contrario, ingenti danni dal violento [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]].<ref name="terremoto">{{cita|Di Matteo|p. 47}}.</ref> Il terribile evento sismico provocò nella città appena 60 vittime<ref name="terremoto"/>, ma già dalla seconda metà del [[XVII secolo]], si verificò la progressiva espansione dell'abitato verso la pianura ad ovest con la nascita di nuovi quartieri e contrade, con conseguente abbandono dell'antico borgo sul colle lavico da parte degli abitanti.<ref>{{cita|Di Matteo|pp. 46-47}}.</ref> Risale a questo periodo un interessante documento, una Mappa prospettica (un disegno ad inchiostro inserito all'interno di un manoscritto del Sei-Settecento che raffigura la più antica veduta di Paternò) che inquadra la città con i suoi monumenti principali e con scene di vita quotidiana e di giustizia. Intenso fu lo sviluppo urbanistico e demografico nella "parte bassa" con la costruzione di piazze, strade e vicoli, la bonifica delle [[palude|zone paludose]], l'erezione di edifici religiosi e di abitazioni civili, avvenuta in maniera copiosa e spesso disordinata, che portò alla formazione di nuovi quartieri negli anni successivi fino a primi del XX secolo, e determinarono la fisionomia dell'attuale centro storico.<ref>{{cita|Di Matteo|pp. 48-52}}.</ref>
In quel periodo Paternò, mutò quindi a livello urbanistico, e dopo il [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], la collina perse sempre più il suo ruolo di cuore della città in favore della parte bassa, in forte espansione demografica ed economica. Numerosi furono gli edifici religiosi eretti in città ad opera delle molte [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternite]] che vi operarono, in particolare nella "parte bassa".
 
Il 22 luglio 1753, Paternò ebbe confermato il titolo di «Città».<ref>{{cita|Rapisarda|p. 93}}.</ref>
Il dominio dei Moncada sul comune etneo si concluse nel [[1812]], anno di promulgazione della [[Costituzione siciliana del 1812|Costituzione siciliana]], che assieme ad un'uguaglianza in campo giuridico, all'abolizione della tortura e del maggiorascato, prevedeva la cessazione dei diritti feudali.
 
=== Età contemporanea ===
[[File:Giuseppe Garibaldi 1861.jpg|thumb|leftminiatura|upright=0.7|Giuseppe Garibaldi]]
[[File:Via Vittorio Emanuele a Paternò di fine Ottocento.png|thumbminiatura|Uno scorcio della [[via Vittorio Emanuele (Paternò)|via Vittorio Emanuele]] nella zona ''delle Palme'', alla fine del XIX secolo]]
[[File:Piazza Indipendenza a Paternò alla fine dell'Ottocento.jpg|thumbminiatura|[[Piazza Indipendenza (Paternò)|Piazza Indipendenza]] in una foto risalente alla fine dell'Ottocento]]
[[File:Padre Vincenzo Ravazzini.jpg|miniatura|450x450px|Padre Vincenzo Ravazzini (al secolo Aurelio), deceduto mentre portava ai feriti e ai moribondi il conforto materiale e spirituale.]]
==== Dal Risorgimento alla seconda guerra mondiale ====
Nel 1812, il re [[Ferdinando III di Borbone]], in risposta alla rivolta scoppiata nell'isola e all'avanzata napoleonica, concedette ai suoi sudditi del [[Regno di Sicilia (1735-1816)|Regno di Sicilia]] una [[Costituzione siciliana del 1812|costituzione]] che sanciva l'abolizione del [[feudalesimo]], e pertanto il Principato di Paternò cessò di esistere, e con esso il dominio dei Moncada sulla città.
Nel corso della prima metà del [[XIX secolo]], la popolazione paternese partecipò attivamente ai moti del [[1820]], [[1837]] e del [[1848]], scoppiati nella [[Storia della Sicilia borbonica|Sicilia borbonica]].
 
Dopo la caduta di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e dei vari Stati-fantoccio giacobini, nel 1816 nacque il [[Regno delle Due Sicilie]]: Paternò che a inizio [[XIX secolo]] contava una popolazione attorno ai 10.000 abitanti, con la riforma amministrativa del 1817 varata dalla Corona borbonica divenne comune circondariale e fu inserita nel [[Distretto di Catania]].<ref>{{cita libro | autore= F. Dias| titolo= Dizionario delle comuni del Regno delle Due Sicilie uniformemente alla legge del primo maggio 1816 ed al decreto degli 11 ottobre 1817| anno= 1841| editore= Borel e Bompard| p=148}}</ref> Nel 1826-31, veniva costruita la strada rotabile che collegava Paternò con Catania.<ref>{{cita|Di Matteo|p. 51}}.</ref>
Il 17 maggio [[1860]] nella città etnea scoppiò un'altra insurrezione antiborbonica, che vide l'innalzarsi del [[Tricolore]]. A Paternò i volontari di [[Giuseppe Garibaldi]] sconfissero un reparto dell'[[esercito borbonico]] guidato dal colonnello Mella, e questa impresa consentì successivamente ai [[garibaldini]] di conquistare Catania<ref>P. Mattigana, ''Storia del risorgimento d'Italia dalla rotta di Novara dalla proclamazione del regno d'Italia dal 1849 al 1861 con narrazioni aneddotiche relative alla spedizione di Garibaldi nelle due Sicilie'', Legros e Marazzani, 1864, pp. 439-440-441</ref>. Lo stesso Generale nel [[1864]] recò visita alla città, che lo accolse festante.
 
Dopo la fine del feudalesimo e la soppressione del Principato di Paternò, gli abitanti del quartiere di Licodia - che contava una popolazione di circa 2.200 unità - aspirarono alla sua elevazione a comune autonomo, che ottennero con Decreto Reale n. 6372 del 22 agosto 1840, che stabilì la sua istituzione al 1º gennaio 1841.<ref>{{cita libro | autore= | titolo= Collezione delle leggi e de' Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie. Anno 1840. Semestre I da gennajo a tutto giugno| anno= 1840| editore= Stamperia Reale di Napoli| pp=62-63}}</ref><ref>{{cita libro | autore= | titolo= Atti del Consiglio provinciale di Catania. Sessioni straordinarie ed ordinarie 1878.| anno= 1878| editore= Tipografia Galatola| pp=76-77}}</ref>
Uno dei problemi principali della città tra fine [[Ottocento]] e inizio [[Novecento]], fu quello di avere una vasta porzione di territorio infestata dalla [[malaria]], per la vicina presenza del fiume [[Simeto]]<ref name="malaria">G. Di Vita, ''Dizionario Geografico dei Comuni della Sicilia e delle frazioni comunali'', Pravatà, 1906, p. 337</ref>. Il problema venne gradualmente risolto con le prime [[bonifica agraria|bonifiche]] delle zone paludose nella [[Piana di Catania]], avviate il secolo precedente ed attuate nel corso dei decenni successivi.
 
Nella [[Storia della Sicilia borbonica|Sicilia borbonica]] si diffuse tra la popolazione un sentimento ostile alla [[Borbone di Napoli|Casa reale]], che insorse con i moti del 1820, del 1837 e [[Rivoluzione siciliana del 1848|del 1848]]. A Paternò, dove parte dell{{'}}''élite'' cittadina aderì alle idee [[liberalismo|liberali]] diffusesi all'epoca ed alle organizzazioni segrete come la [[Carboneria]], tali avvenimenti, verificatisi nei maggiori centri dell'isola, ebbero scarso eco e la stragrande maggioranza della popolazione non partecipò ad alcuna rivolta popolare.<ref name="moti">{{cita|Di Matteo|p. 53}}.</ref> L'insurrezione antiborbonica ebbe invece una vasta partecipazione popolare in città il 17 maggio 1860, che vide l'innalzarsi del [[Tricolore]]: i volontari in camicia rossa di [[Giuseppe Garibaldi]] sconfissero un reparto dell'[[esercito borbonico]] guidato dal colonnello Mella, e questa impresa consentì successivamente ai [[garibaldini]] di conquistare Catania.<ref>{{cita libro | autore= P. Mattigana| titolo= Storia del risorgimento d'Italia dalla rotta di Novara dalla proclamazione del regno d'Italia dal 1849 al 1861 con narrazioni aneddotiche relative alla spedizione di Garibaldi nelle due Sicilie | anno= 1864 | editore= Legros e Marazzani | pp=439-441}}</ref> Lo stesso Garibaldi, recò visita alla città nel 1864, che lo accolse festante, e al quale gli venne pure intitolata un'importante via del centro storico.
La superficie agraria e forestale del paese poté quindi espandersi, e si arricchì così di agrumeti, fattore quest'ultimo che attrasse le migrazioni di [[bracciante agricolo|braccianti agricoli]] (detti «agrumari») provenienti dai comuni confinanti della stessa provincia e dai comuni rurali delle province di [[Enna]] e di [[provincia di Messina|Messina]]<ref name="migrazioni">{{cita|Cfr. V. Fallica, ''Storia di Paternò'', 1991|p. 153}}.</ref>.
 
Dopo l'[[Unità d'Italia]], a Paternò continuarono a persistere le stesse problematiche dell'era borbonica. Una vasta porzione di territorio era infestata dalla [[malaria]], per la vicina presenza del fiume [[Simeto]], e il problema venne gradualmente risolto con le prime [[bonifica agraria|bonifiche]] delle zone paludose nella [[Piana di Catania]], avviate il secolo precedente ed attuate nel corso dei decenni successivi.<ref>{{cita libro | autore= G. Di Vita | titolo= Dizionario Geografico dei Comuni della Sicilia e delle frazioni comunali | anno= 1906| editore= Pravatà| p=330}}</ref> La forte presenza del [[latifondo]] non permise un corretto sviluppo delle attività agricole, neppure a seguito della lottizzazione delle terre demaniali avvenuta dopo il 1869, che favorì maggiormente i grandi proprietari terrieri e non i piccoli coltivatori.<ref name="moti"/> Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, aumentò comunque la superficie agraria e forestale del territorio, che si arricchì così di agrumeti, fattore quest'ultimo che attrasse le migrazioni di [[bracciante agricolo|braccianti agricoli]] (detti «agrumari») provenienti dai comuni confinanti della stessa provincia e dai comuni rurali delle province di [[Enna]] e di [[provincia di Messina|Messina]]<ref name="migrazioni">{{cita|Fallica|p. 153}}.</ref>. Fiorenti erano anche le attività manifatturiere, e nel medesimo periodo, sorsero a Paternò le società operaie e le cooperative agricole.<ref>{{cita|Di Matteo|p. 54}}.</ref> Tuttavia, le condizioni di vita dei ceti più umili della popolazione paternese rimanevano precarie, e il loro disagio veniva a manifestarsi con i tumulti scoppiati nell'aprile del 1896, contro l'introduzione di un'imposta comunale sui generi di largo consumo che aveva sostituito quella sul [[focatico]], con assalti al municipio, agli uffici delle imposte e al carcere; l'ordine fu ristabilito con l'intervento prefettizio, la nuova imposta venne soppressa, il deficit comunale fu poi colmato dal governo nazionale.<ref>{{cita|Di Matteo|p. 55}}.</ref>
Il [[XX secolo]] a Paternò fu caratterizzato da momenti di alti e bassi dal punto di vista economico. Durante il [[Fascismo]] - tranne che nel periodo della [[Crisi economica del 1929|Grande crisi]] - conobbe però un incremento della sua produzione agrumicola, in particolare a seguito delle politiche economiche [[autarchia|autarchiche]] attuate dal regime di [[Benito Mussolini]] dopo le sanzioni del [[1936]], che favorirono la commercializzazione delle produzioni agricole locali, proteggendole dalla [[concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]] straniera<ref>{{cita|Cfr. V. Fallica, ''Storia di Paternò'', 1991|p. 158}}.</ref>.
 
La prima metà del XX secolo a Paternò fu caratterizzato da momenti di alti e bassi dal punto di vista economico. Durante il [[Fascismo]] - tranne che nel periodo della [[Crisi economica del 1929|Grande crisi]] - conobbe un incremento della sua produzione agrumicola, in particolare a seguito delle politiche economiche [[autarchia|autarchiche]] attuate dal regime di [[Benito Mussolini|Mussolini]] dopo le sanzioni del 1936, che favorirono la commercializzazione delle produzioni agricole locali, proteggendole dalla [[concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]] straniera.<ref>{{cita|Fallica|p. 158}}.</ref>. Nelle due guerre mondiali, il centro etneo pagò un grosso tributo a livello di vite umane. Se nella [[prima guerra mondiale]] furono circa 600 i giovani paternesi mandati sul fronte che persero la vita<ref>A. {{cita|Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'', vol. 2, Ibla, 1976, II|p. 156}}.</ref>, fu soprattutto nella [[seconda guerra mondiale]] che si manifestarono gli eventi più disastrosi. IlLa pomeriggiocittà delfu 14sottoposta luglioa pesanti [[1943bombardamento|bombardamenti]], un pesante bombardamento compiutocompiuti dall'aviazione [[Royal Air Force|anglo]]-[[United States Army Air Forces|statunitense]] distrussedal 14 luglio al 2 agosto 1943, che distrussero l'80% dell'abitato e causòcausarono 2.320 feriti.<ref>{{cita libro | autore= A. De Jaco, ''| titolo= 1943: la Resistenza nel Sud:. cronacaCronaca per testimonianze'',| Argo,anno= 2000, p.| editore= Argo | p=24}}</ref> Il numero di morti, che la [[storiografia]] ufficiale quantifica ad oltre 4.000 Benunità, piùin gravebase fua ilricerche numerostoriche deicompiute mortinei decenni successivi - tra cui quelle effettuate dallo storico e giornalista paternese [[Ezio Costanzo]] - si aggirerebbe attorno alle 500 unità, e sottopertanto le maceriestime chefatte fuall'epoca disono oltrestate 4ritenute errate.000<ref vittimename="toponimo"/><ref>{{Citacita weblibro |url autore=http://www.asicilia.it/province/catania/comuni/paterno/index E.htm Costanzo | titolo=Dal sitoL'estate ASicilia.itdel |accesso=17'43 agosto- 2011I giorni di guerra a Paternò |urlarchivio anno=https://web.archive.org/web/20120325193133/http://www.asicilia.it/province/catania/comuni/paterno/index.htm 2001 |dataarchivio editore=25 marzoLe 2012Nove Muse |urlmorto=sì p=103}}</ref>. ITra bombardamentii duraronoquartieri finopiù colpiti si ricorda quello denominato Montecenere, raso completamente al 3suolo agosto(oggi le case presenti sono tutte ricostruite). Un pesante bombardamento, conavvenuto il 15 Luglio del '43 sull'ospedale da campo allestito all'interno della Villa Moncada, tolse la ritiratavita deia militarinumerosi feriti e moribondi ivi presenti. Tra essi a perdere la vita ci fu pure padre Vincenzo Ravazzini, frate minore cappuccino originario di [[tedeschiCastellarano]] presentima nellaresidente zona,nel econvento lapaternese. Egli passando tra i giacigli dei moribondi era solito dar loro dell'acqua fresca dalla propria borraccia per rendere meno affannosi gli successivaultimi occupazioneistanti della cittàloro davita. parteAmministrati dellei forzesacramenti della confessione e dell'[[Britishestrema Army|esercitounzione, britannico]]il padre vegliava le povere anime sino al loro trapasso. In questo costante servizio di carità evangelica egli trovò la morte, ucciso dalle bombe che precedentemente avevano ferito mortalmente gli stessi morenti che assisteva.
 
La ricostruzione post-bellica a Paternò fu inizialmente molto lenta. Tuttavia lo sviluppo urbanistico della città ha subito una forte accelerazione negli sessanta-settanta, periodo in cui la "geografia" urbana e stradale della città si è meglio definita secondo gli standard moderni e meglio adattata alle esigenze delle nuove classi emergenti della [[borghesia]] medio-alta, con la creazione di nuovi quartieri. La nuova espansione urbanistica, conseguenza del costante incremento demografico, avvenne spesso in maniera disordinata, con numerosi casi di [[edilizia abusiva]], che ha deturpato il tessuto urbano.<ref>''DIRETTIVE GENERALI PER LA REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE'', adottate con delibera di C.C. n.33 dell'11 aprile 2011 - Relazione elaborata dall'Ufficio Urbanistica e Territorio del Comune di Paternò, p. 11</ref> Lungo la direttrice nord, invece, dove l'espansione è stata regolata dall'amministrazione comunale, si è sviluppato il [[quartiere Ardizzone]], che presenta un'elevata dotazione di servizi e, soprattutto, di verde pubblico.<ref name="ardizzone">{{cita|Di Matteo|pp. 200-204}}.</ref> Importante fu anche lo sviluppo demografico della frazione di Ragalna, eretta a comune autonomo nel 1985.<ref>{{cita libro | autore= | titolo= Comuni, comunità montane, regioni agrarie al 31 dicembre 1988. Codici e dati strutturali| anno= 1990| editore= [[Istituto nazionale di statistica]]| p=213}}</ref>
Tuttavia non è comunque certo il reale numero dei morti civili durante il secondo conflitto mondiale a Paternò. Su questo dato si è soffermato il giornalista paternese [[Ezio Costanzo]], storico contemporaneo, secondo il quale la cifra dei caduti sotto i bombardamenti indicata dalla [[storiografia]] ufficiale sarebbe eccessiva per quelle che erano all'epoca le caratteristiche [[demografia|demografiche]] del paese e per le documentazioni sulla conta dei decessi fornite dal Comune al termine del conflitto. Costanzo ritiene infatti che i morti civili complessivi per cause belliche nella città etnea in realtà non furono oltre le 500 unità<ref>Intervista ad Ezio Costanzo nel corso della trasmissione ''” Il Dolore di Paternò” – I bombardamenti del luglio del 1943'', speciale mandato in onda dall'emittente televisiva Ciak Telesud del 14 luglio 2010</ref>.
 
Malgrado l'adozione del primo [[piano regolatore generale]] da parte dell'amministrazione comunale nel 1983, il problema dell'abusivismo edilizio a Paternò non cessò di persistere negli anni successivi, e ciò portò alla creazione di nuovi insediamenti abitativi nella parte sudoccidentale della città - denominata "Zona C1" - un processo che diede origine al quartiere [[Scala Vecchia-Palazzolo]]. Lo sviluppo di zone periferiche e la riqualificazione di alcune parti della zona centrale dell'abitato, determinarono uno spopolamento del centro storico, passato dai 30.000 residenti del 1950 ai 18.000 del 1995.<ref name="Dati PRG 95">AA.VV., ''Relazione del PRG 1995'', Parte I, Capitolo 1, elaborata dall'Ufficio urbanistica del Comune di Paternò ed allegata alla Delibera Commissariale n. 3 del 12 gennaio 2000</ref>
==== Dal secondo dopoguerra ad oggi ====
La ricostruzione post-bellica a Paternò fu inizialmente molto lenta. Tuttavia lo sviluppo urbanistico della città ha avuto una grande accelerazione negli [[anni 1960|anni sessanta]]-[[anni 1970|settanta]] del secolo scorso, periodo in cui la "geografia" urbana e stradale della città si è meglio definita secondo gli standard moderni e meglio adattata alle esigenze delle nuove classi emergenti della [[borghesia]] medio-alta, con la creazione di nuovi quartieri.
 
Fino agli [[anni 1980|anni ottanta]], la città è cresciuta notevolmente e spesso, in maniera disordinata, con numerosi casi di [[edilizia abusiva]]<ref>''DIRETTIVE GENERALI PER LA REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE'', adottate con delibera di C.C. n.33 dell'11 aprile 2011 - Relazione elaborata dall'Ufficio Urbanistica e Territorio del Comune di Paternò, p. 11</ref> che hanno deturpato il tessuto urbano. Lungo la direttrice nord, invece, dove l'espansione si è svolta secondo il [[piano regolatore generale]], si è sviluppato il [[quartiere Ardizzone]] (dal nome del feudo che comprendeva questi terreni), che presenta un'elevata dotazione di servizi e, soprattutto, di verde pubblico<ref name="Ardizzone">{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|p. 200-204}}.</ref>.
 
Gli ultimi [[anni 1990|anni novanta]] hanno visto lo sviluppo delle più lontane periferie e la riqualificazione di alcune parti della zona centrale dell'abitato, determinando uno spopolamento del centro storico passato dai 30.000 residenti del [[1950]] ai 18.000 del [[1995]]<ref name="Dati PRG 95">AA.VV., ''Relazione del PRG 1995'', Parte I, Capitolo 1, elaborata dall'Ufficio urbanistica del Comune di Paternò ed allegata alla Delibera Commissariale n. 3 del 12 gennaio 2000</ref>.
 
Nel [[2005]] Paternò è andata alla ribalta delle cronache per la questione relativa alla realizzazione di un impianto per lo [[smaltimento dei rifiuti]] in contrada Cannicciola. La Regione sotto la presidenza di [[Salvatore Cuffaro]] e con il pieno placet dell'amministrazione comunale, aveva inserito il sito di Paternò (nei pressi del Simeto e di un'area archeologica) tra quelli che avrebbero dovuto ospitare i quattro [[termovalorizzatori]] nel territorio siciliano<ref name="termovalorizzatore">[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/190000/189808.xml?key=Salvo+Fallica&first=91&orderby=1&f=fir "Eresie ambientali: il termovalorizzatore lungo il fiume. A Paternò la protesta contro la costruzione di un impianto di smaltimento rifiuti vicino al Simeto e ad un'area archeologica" - L'Unità, 23 aprile 2006] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304083733/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/190000/189808.xml?key=Salvo+Fallica&first=91&orderby=1&f=fir |data=4 marzo 2016 }}</ref>.
 
A seguito di intense e continue manifestazioni da parte dei cittadini, per la stragrande maggioranza contrari alla realizzazione dell'impianto<ref name="termovalorizzatore"/>, tre anni più tardi, il governo regionale presieduto da [[Raffaele Lombardo]], ha rimosso Paternò da quella lista<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.90011.it/articolo.asp?idnotizia=5595 "Termovalorizzatori, in Sicilia saranno solo tre" - 9011.it, 30 aprile 2009] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, scongiurando il pericolo di un possibile [[inquinamento ambientale]] che avrebbe potuto recare danni alla salute della popolazione. Sul caso della costruzione del termovalorizzatore a Paternò, lo stesso Lombardo in una relazione tenuta poco dopo all'[[Assemblea Regionale Siciliana]] fa chiari riferimenti a determinate personalità, ed afferma che l'impianto, una volta realizzato, sarebbe stato gestito dalla società ''Altecoen'' che faceva capo al boss catanese [[Nitto Santapaola]]<ref>[http://www.ecoblog.it/post/10262/i-termovalorizzatori-della-sicilia-in-mano-alla-mafia-raffaele-lombardo-ecco-i-nomi "I termovalorizzatori della Sicilia in mano alla mafia? Raffaele Lombardo: "Ecco i nomi"" - Ecoblog.it, 13 aprile 2010]</ref>.
 
=== Titolo ===
{{Onorificenze
|immagine= Corona di città.svg
|nome_onorificenza= Titolo di Città
|collegamento_onorificenza= Città d'Italia
|motivazione=
}}
Paternò con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] del 9 febbraio [[1983]] ha ricevuto il Titolo di Città.
 
Secondo alcuni documenti storici, però, il comune etneo ebbe l'appellativo di «Città», già diversi secoli prima. In un diploma del [[1473]] dell'arciprete Antonio De Rocco, Paternò è a quel tempo città, titolo che solitamente spettava alle [[arcivescovado|sedi arcivescovili]]<ref>B. Rapisarda, ''Paternò fra due torri'', Ass. Culturale, "B. Rapisarda", 2002, p. 69</ref>. Fu altresì dichiarata «Città», il 22 luglio [[1753]]<ref>B. Rapisarda, Paternò fra due torri, Ass. Culturale, "B. Rapisarda", 2002, p. 93</ref>.
 
=== Simboli ===
==== Lo stemma ====
[[File:Paternò-Stemma.png|thumb|upright=0.5|right|Stemma di Paternò]]
{{vedi anche|Stemma di Paternò}}
[[File:Paternò-Stemma.png|miniatura|upright=0.5|sinistra|Stemma del Comune]]
Lo [[stemma]] riconosciuto con D.P.R. del 10 giugno [[1951]] ha la seguente [[blasonatura]]:
[[File:Paternò-Gonfalone.png|miniatura|upright=0.5|destra|Gonfalone del Comune]]
{{Citazione|''Di azzurro alla torre al naturale, merlata alla ghibellina, aperta e finestrata del campo, fondata sulla campagna di verde, sostenuta da due ceraste dragonali, controrampanti d'oro. Ornamenti esteriori del Comune''.}}
Lo [[stemma]], riconosciuto con D.P.C.M. del 10 giugno 1951<ref name="ACS">{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?639 |titolo= Paternò |sito= Archivio Centrale dello Stato}}</ref>, ha la seguente [[blasonatura]]:
==== Il gonfalone ====
{{Citazione|Di azzurro, alla torre al naturale, merlata alla ghibellina, aperta e finestrata del campo, fondata sulla campagna di verde, sostenuta da due ceraste dragonali, controrampanti d'oro. Ornamenti esteriori del Comune.<ref name="statuto">{{cita testo|url=https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-ct-paterno.pdf|titolo=COMUNE DI PATERNÒ STATUTO Approvato con delibera consiglio comunale n. 116 del 30/06/2004|accesso=24-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027153037/https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-ct-paterno.pdf|urlmorto=sì}}</ref>}}
[[File:Paternò-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|right|Gonfalone civico]]
Il [[gonfalone]] civico è stato concesso con D.P.R. del 1º luglio 1952, esso ha la seguente descrizione:
{{Citazione|''drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in oro: Comune di Paternò. Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro''}}
 
Il [[gonfalone]] civico è stato concesso con D.P.R. del 1º luglio 1952<ref name="ACS"/><ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/e0eee464-722a-49b4-9837-d943f761f7e3/1219-paterno|titolo=Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Paternò|accesso=5 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>, esso ha la seguente descrizione:
==== La bandiera ====
{{Citazione|drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione [[Attributi araldici di posizione#Centrato|centrata]] in oro: Comune di Paternò. Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.<ref name="statuto"/>}}
La bandiera cittadina è costituita da un drappo formato da due bande verticali di eguali dimensioni di colore rosso e azzurro, col rosso dalla parte dell'asta.
 
La [[bandiera]] cittadina è costituita da un drappo formato da due bande verticali di eguali dimensioni di colore rosso e azzurro, col rosso dalla parte dell'asta.
 
=== Onorificenze ===
{{vedi anche|Città decorate al valor civile}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= [[Medaglia d'oro al valor civile]]
|collegamento_onorificenza=
|motivazione = ''Sottoposta a continui violentissimi e indiscriminati bombardamenti, terrestri ed aerei, che causavano la perdita di oltre quattromila cittadini e la distruzione di gran parte delle abitazioni, dava costante esempio di stoico coraggio e di nobile dedizione alla Patria. La popolazione tutta, con fierissimo contegno, resistette impavida, nonostante le più dure sofferenze, offrendo, pur negli orrori e dei disastri della guerra, la più ammirevole manifestazione di elevate virtù civiche e di generoso spirito di solidarietà. Paternò, 14 luglio-3 agosto 1943.''
|luogo = [[Roma]], 19 settembre [[1972]]<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=3879 |titolo=Medaglia d'oro al valor civile della Città di Paternò|accesso=4 marzo 2012}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
|motivazione =
|luogo = Roma, 9 febbraio 1983<ref name="statuto"/>
}}
{{vedi anche|Città decorate al valor civile}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Chiesa di Santa Barbara a Paternò.jpg|miniatura|Chiesa di Santa Barbara]]
[[File:Chiesa di Santa Maria dell'Alto a Paternò.JPG|miniatura|Chiesa Madre di Santa Maria dell'Alto]]
[[File:monastero annunziata 2.jpg|miniatura|Chiesa (ex monastero) di Maria Santissima Annunziata]]
[[File:Santuario della Madonna della Consolazione a Paternò.jpg|miniatura|Santuario della Madonna della Consolazione]]
* [[Chiesa del Carmine (Paternò)|Chiesa del Carmine]] (XIV secolo), inizialmente intitolata al culto della [[Madonna della Catena]]. Donata dai Principi di Paternò all'[[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Ordine dei Carmelitani]] nel 1573, assunse l'attuale denominazione e fu sede fino ai primi dell'Ottocento di un monastero e di un ospedale;
* [[Chiesa del Pantheon]] (XVII secolo), in origine chiesa intitolata a [[Gesù]] e [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], che ospita la sepoltura dei militari paternesi caduti nella prima guerra mondiale;
* Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (1975), ospitata all'interno di un edificio prefabbricato nel quartiere Ardizzone<ref>{{Chiese italiane|261|Chiesa del Sacro Cuore di Gesù|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* Chiesa del Santissimo Crocifisso (1710), detta anche "Chiesa Nuova", piccola chiesa fondata dal nobile locale Fabrizio Bellia, che sul lato sinistro della facciata presenta una statua di [[papa Giovanni Paolo II]]<ref>{{Chiese italiane|89739|Chiesa del Santissimo Crocifisso <Paternò>|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Paternò)|Chiesa del Santissimo Salvatore]] (XVII secolo), piccola chiesa situata nella parte nordorientale del centro storico, con facciata piana a capanna, e ricca di decorazioni al suo interno;
* [[Chiesa della Madonna delle Grazie (Paternò)|Chiesa della Madonna delle Grazie]] (metà XVII secolo), fondata dai [[Ordine di Sant'Agostino|Padri agostiniani]], la abbandonarono nel 1755. L'edificio ospita i culti della Madonna delle Grazie e di San Giuseppe;
* [[Chiesa della Madonna dell'Itria (Paternò)|Chiesa della Madonna dell'Itria]] (XVI secolo), uno dei più antichi luoghi di culto sorti nella "parte bassa" di Paternò. Inizialmente intitolata al culto di Santa Barbara, fu sede dei cavalieri dell'[[Ordine teutonico]];
* [[Chiesa ed ex monastero della Santissima Annunziata]] (XVI secolo), in origine fu la [[cappella]] privata dell'annesso [[monastero]] delle [[Monache benedettine|Suore benedettine]], i cui locali oggi ospitano la biblioteca comunale.
* [[Chiesa dello Spirito Santo (Paternò)|Chiesa dello Spirito Santo]] (2000), sorge nel quartiere Ardizzone ed è stata fatta costruire per volontà del commendator [[Michelangelo Virgillito]];
* [[Chiesa di Cristo al Monte]] (XVI secolo), di proprietà dell'Arciconfraternita dei Bianchi<ref>{{cita news|autore=F. Finocchiaro|url=https://www.corrieretneo.it/2018/11/27/paterno-convegno-su-giustizia-giusta-laltro-punto-di-vista/|titolo=Paternò, convegno su “Giustizia giusta”: l'altro punto di vista|pubblicazione=Corriere Etneo|data=27 novembre 2018|accesso=10-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190605200657/https://www.corrieretneo.it/2018/11/27/paterno-convegno-su-giustizia-giusta-laltro-punto-di-vista/|dataarchivio=5 giugno 2019|urlmorto=sì}}</ref>, realizzata in stile [[rococò]];
* [[Chiesa di Cristo Re (Paternò)|Chiesa di Cristo Re]] (1884), detta anche ''Chiesa del Purgatorio'', realizzata in stile barocco con elementi neoclassici;
* Chiesa di San Biagio (1965), sorge nel rione periferico Scala Vecchia, ed è costruita in stile contemporaneo<ref>{{Chiese italiane|122|Chiesa di San Biagio <Paternò>|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* [[Chiesa di San Domenico (Paternò)|Chiesa di San Domenico]] (1562), detta anche ''Chiesa del Santissimo Rosario''. Dal 1686, il [[convento]] dell'[[Ordine dei frati predicatori|Ordine dei Domenicani]] a cui era annesso e da cui trae l'intitolazione, aveva la dignità di [[priore|priorato]];
* [[Chiesa di San Francesco all'Annunziata]] (1987), costruita secondo i criteri architettonici contemporanei su una preesistente chiesa del XIX secolo demolita nel 1977;
* [[Chiesa di San Francesco di Paola (Paternò)|Chiesa di San Francesco di Paola]] (1695), di stile barocco, situata in pieno centro storico;
* Chiesa di San Gaetano (1736 ca.), sorge nella parte settentrionale a ridosso del centro storico, che presenta numerosi elementi decorativi nella facciata e negli interni<ref>{{Chiese italiane|184|Chiesa di San Gaetano <Paternò>|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* [[Chiesa di San Giacomo (Paternò)|Chiesa di San Giacomo]] (XVI secolo), intitolata al culto di [[San Giacomo Maggiore]], sorge a ridosso della Collina storica;
* Chiesa di San Giovanni Bosco (1965), intitolata al culto del [[Giovanni Bosco|presbitero piemontese]], sorge nel quartiere Coniglio, ed è realizzata in stile architettonico eclettico con elementi tipici dell'architettura romanica<ref>{{Chiese italiane|275|Chiesa di San Giovanni Bosco <Paternò>|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* Chiesa di San Giuseppe (XIX secolo), inizialmente intitolata al culto di Santa Rosa, si trova nella frazione Sferro, e presenta i tratti tipici dell'architettura rurale del borgo in cui sorge<ref>{{Chiese italiane|204|Chiesa di San Giuseppe <Sferro, Paternò>|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* [[Chiesa di San Marco (Paternò)|Chiesa di San Marco]] (XIII secolo), di stile architettonico normanno, fu fondata come monastero benedettino;
* Chiesa di San Michele Arcangelo, chiesa in stile architettonico moderno situata nel lato meridionale del centro, costruita nell'area su cui sorgeva una preesistente chiesa del XVI secolo, anch'essa intitolata al culto dell'[[Arcangelo Michele]]<ref>{{Chiese italiane|276|Chiesa di San Michele Arcangelo <Paternò>|12-10-2019|stampa=sì}}</ref>;
* [[Chiesa di Sant'Antonio Abate (Paternò)|Chiesa di Sant'Antonio Abate]] (1517), fondata come convento francescano da parte del Conte di Adernò, fu utilizzata come [[lazzaretto]] durante l'epidemia di peste del 1576;
* Chiesa di Sant'Antonio alla Scala (2018), il più recente edificio sacro della città, che sorge nel rione Scala Vecchia-Palazzolo, che ospita i culti di Sant'Antonio abate e della Madonna della Scala<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.zonafranca24.it/mons-salvatore-gristina-inaugura-la-nuova-al-quartiere-scala-vecchia/|titolo=Mons. Salvatore Gristina inaugura la nuova chiesa nel quartiere Scala Vecchia|pubblicazione=Zona franca|data=19 marzo 2018|accesso=12-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160542/https://www.zonafranca24.it/mons-salvatore-gristina-inaugura-la-nuova-al-quartiere-scala-vecchia/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>;
* [[Chiesa di Santa Barbara (Paternò)|Chiesa di Santa Barbara]] (XVI secolo), intitolata al culto della patrona cittadina [[Santa Barbara]] dal 1583.
* [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Paternò)|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]] (1730 ca.), sorge nel centro storico, e fu costruita su una preesistente chiesa del XVI secolo distrutta dal terremoto del 1693. Oltre al culto della [[Caterina d'Alessandria|santa martire]] alessandrina, ospita anche il culto dei santi [[Alfio, Filadelfo e Cirino]];
* [[Chiesa di Santa Margherita (Paternò)|Chiesa di Santa Margherita]] (1750 ca.), edificio di stile barocco, sorge nel centro storico. Avente campanile simile a quello delle chiese orientali, oltre al culto della santa martire fanciulla [[Margherita di Antiochia]] ospita anche il culto della [[Maria Addolorata]];
* [[Chiesa di Santa Maria dell'Alto]] (1072), eretta in epoca normanna e completata verso il 1342, sorge sulla Collina storica.
* [[Chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat]] (1090), fatta costruire dalla contessa [[Adelaide del Vasto]], moglie del Gran Conte Ruggero. Prende il nome dall'[[Ordine di Santa Maria di Valle Josaphat]], ed ospita il culto dell'[[Assunzione di Maria]]. È nota anche come ''chiesa della Gancia'', poiché sorge nel quartiere Gancia nel versante orientale del colle;
* [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Paternò)|Chiesa di Santa Maria delle Grazie]] (1608), ubicata sulla Collina storica, fu edificata dai Frati Cappuccini, ed è intitolata al culto della [[Madonna delle Grazie]] poiché costruita sui resti di un preesistente convento che ospitava i monaci dell'omonima confraternita;
* [[Santuario della Madonna della Consolazione (Paternò)|Santuario della Madonna della Consolazione]], che sorge nell'estrema parte meridionale a ridosso del colle. Santuario dal 1937, fu edificato nel 1954 nell'area in cui sorgeva la chiesetta cinquecentesca distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Palazzo Alessi a Paternò.jpg|thumb|leftminiatura|Ingresso e balcone principale del palazzo di Città, sede istituzionale del comune di Paternò]]
;* Ex [[Palazzo Alessi|]] (1787), meglio noto come ''Palazzo di Città'' in quanto sede del [[municipio (edificio)|municipio]], (exin palazzopassato dimora della famiglia Alessi);
* Ex [[Palazzo Ciancio (Paternò)|Palazzo Ciancio]] (1618), tra i più antichi edifici nobileschi sorti nella parte bassa della città, nel rione San Francesco di Paola, appartenne alla nobile famiglia Ciancio;
Edificio sorto nel [[1787]] nel quartiere San Biagio, fu residenza della borghese [[Alessi (famiglia)|famiglia Alessi]]. Divenuta un secolo più tardi, sede del [[comune|municipio]], fu in stato di abbandono per decenni. Recuperato di recente, oggi il palazzo ospita nuovamente la sede istituzionale e di rappresentanza del comune etneo. Il palazzo è caratterizzato da una lunga facciata dove fanno mostra diversi portali e balconi in pietra lavica lavorata. Molto interessante l'interno con vasti saloni dai soffitti dipinti, e una grande corte che da sul retro, usata per cerimonie e serate di gala.
* [[Palazzo Cutore]] (XIX secolo), dimora della nobile famiglia Cutore dei baroni di San Carlo;
 
* [[Palazzo Cutore-Recupero]] (XVIII secolo), dimora patrizia dei baroni Cutore Recupero;
; [[Palazzo Moncada (Paternò)|Palazzo Moncada]]
* [[Palazzo Moncada (Paternò)|Palazzo Moncada]] (1627), palazzo appartenuto ad un ramo minore della famiglia [[Moncada (famiglia)|Moncada]], che godette di nobiltà in città;
Dimora patrizia, fu costruita nel [[1627]] ed appartenne alla potente famiglia siciliana di origine [[Catalogna|catalana]] che per oltre quattro secoli fu la feudataria della città. Sorge ai piedi della collina storica, addossato alla porta del borgo. La grande facciata in parte smembrata è arricchita da balconi e portali in pietra lavica e ringhiere in ferro battuto. L'interno è ricco di affreschi e stucchi settecenteschi.
* [[Portale Las Casas]] (XVI secolo), ubicato nel quartiere Falconieri, rappresenta ciò che rimane dell'antico e seicentesco ''Palazzo Las Casas'', che fu residenza della nobile famiglia paternese di origine spagnola, andato in rovina;
 
* [[Villa Coniglio]] (XVIII secolo), villa appartenuta ai baroni Coniglio, dal 2005 di proprietà comunale e sede di un centro diurno per anziani.
; [[Portale Las Casas]]
Un [[portale]] ubicato nel quartiere Falconieri, esattamente in via Clarenza sotto la porta del borgo. È ciò che rimane dell'antico e seicentesco ''Palazzo Las Casas'', che fu residenza della nobile famiglia paternese di origine spagnola, andato in rovina. Il Portale Las Casas mostra elementi architettonici interessanti, in particolare in particolare il mascherone e le decorazioni in stile plateresco spagnolo della fine del 1500.
 
; [[Palazzo Cutore-Recupero]]
È un grande palazzo sorto tra la fine del 1700 e gli inizi dell'800, che si trova in piazza Umberto proprio di fronte palazzo Alessi. Era di proprietà della nobile famiglia Cutore che possedeva altri palazzi in città. Ha una lunga facciata che si eleva su due piani in piazza Umberto, dove fanno mostra numerosi balconi ed eleganti portali in pietra bianca, più una grande tarrazza angolare delimitata da una bellissima balaustra. L'interno è caratterizzato da numerose stanze con tetti dipinti e stuccati. Il palazzo fu costruito su una preesistente costruzione di epoca bizantina, di cui resta qualche traccia un alcune stanze del piano terra.
 
; [[Villa Coniglio]]
Villa settecentesca appartenuta ai baroni Coniglio. Abbandonata nella seconda metà del XX secolo, nel 2005 è stata ristrutturata dal comune ed adibita a centro anziani.
 
; [[Palazzo Cutore]]
È una delle dimore della nobile famiglia dei baroni Cutore di San Carlo, sorge in piazza Indipendenza ad angolo con via Teatro dove vi è l'ingresso principale e la facciata più ampia.Sorto nell'800 ad opera dei nobili Cutore, il palazzo si sviluppa su tre elevazioni, ha le due facciate caratterizzate da balconi e portali decorati da timpani neoclassici e altri ornamenti, il grande portone d'ingresso è molto porticolare. L'interno diviso in più appartamenti è arricchito da alcune stanze con soffitti dipinti.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castello Normanno - Paternò (1072).JPG|thumbminiatura|Il Castello Normannonormanno]]
* [[Castello normanno (Paternò)|Castello normanno]] (1072), monumento simbolo della città siciliana, fatto erigere dal Gran Conte Ruggero. In forma parallelepipeda, è un ''[[dongione|donjon]]'' come quelli francesi ed inglesi fortificati nello stesso periodo.<ref>{{cita libro | autore= F. Maurici| titolo= Castelli medievali in Sicilia: dai bizantini ai normanni| anno= 1992| editore= Sellerio| p=185}}</ref>, e in seguito fu più volte rimaneggiato, in particolare nei primi anni del XIV secolo.
;[[Castello Normanno (Paternò)|Castello Normanno]]
* [[Porte di Paternò]], risalenti al periodo [[Normanni|normanno]], che all'origine furono nove, di cui se ne conservano tre: la ''porta del Borgo'', la ''porta Lentini'' o ''del Pertuso'' e la ''porta della Ballottola''.
Monumento simbolo della città, venne fatto erigere nel [[1072]] dal [[Ruggero I di Sicilia|Gran Conte Ruggero]]. In forma parallelepipeda, è un ''[[dongione|donjon]]'' come quelli francesi ed inglesi fortificati nello stesso periodo<ref>F. Maurici, ''Castelli medievali in Sicilia: dai bizantini ai normanni'', Sellerio, 1992, p. 185</ref>, e in seguito fu più volte rimaneggiato, in particolare nei primi anni del [[XIV secolo]].
* [[Torre dei Falconieri]], costruita in [[età medievale]], fu probabilmente un avamposto di guerra utilizzato dai [[falconiere|falconieri]], ai quali deve la sua denominazione. Dal XVII secolo funge da torre campanaria della chiesa della Madonna dell'Itria.
 
Subì opere di restauro nel [[1900]] e nel [[1958]], e con le sue dimensioni (24 x 18 x 34&nbsp;m) è il più grande [[maschio (architettura)|maschio]] edificato in Sicilia durante l'epoca normanna<ref>F. Maurici, ''Nobili pietre: storia e architettura dei castelli siciliani'', Kalós, 1999, p. 45</ref>. Gli interni si trovano ancora oggi in buono stato di conservazione e al piano terra si conserva un [[cappella]] affrescata. Al primo piano si trova la sala d'armi, illuminata da quattro [[Bifora|bifore]] e al secondo piano una raffinata galleria illuminata da altre due bifore.
 
Attraverso le scale intagliate nelle mura si arriva fino alla terrazza superiore, da cui si ammira un panorama mozzafiato che si estende alla valle del Simeto, volgendo lo sguardo a sud verso la piana di Catania, ad ovest i monti Erei con Centuripe proprio di fronte, dietro i boscosi monti Nebrodi con Troina sullo sfondo, a Nord la massiccia mole dell'Etna.
 
;[[Porte di Paternò]]
Al periodo [[Normanni|normanno]], risalgono le mura cittadine, che erano dotate di [[Porte di Paternò|nove porte]], di cui se ne conservano tre: la ''porta del Borgo'', la ''porta Lentini'' o ''del Pertuso'' e la ''porta della Ballottola''.
 
;[[Torre dei Falconieri]]
Costruita in [[età medievale]], la Torre dei Falconieri fu probabilmente un avamposto di guerra utilizzato dai [[falconiere|falconieri]], ai quali deve la sua denominazione. Dal XVII secolo funge da torre campanaria della Chiesa della Madonna dell'Itria, un tempo dedicata a S. Barbara. È interamente costruita in pietra lavica, sulla parte inferiore è stato addossato un contrafforte in epoca posteriore alla sua costruzione. La parte superiore è la più interessante e presenta delle finestre e degli stipiti negli angoli ornati con pietra lavica e pietra bianca in alternanza.
 
=== Architetture religiose ===
;[[Santuario della Madonna della Consolazione (Paternò)|Santuario della Madonna della Consolazione]]
Piccolo oratorio sorto alla fine del Cinquecento e intitolato alla [[Madonna del Pietoso]], nel [[1616]] vi si insediò la confraternita della [[Madre della Consolazione|Madonna della Consolazione]], a cui si deve l'attuale denominazione. Elevato a [[santuario]] nel [[1937]], uscì semidistrutto dai bombardamenti del 1943. Demolito, fu successivamente ricostruito, riconsacrato e riaperto nel [[1954]], grazie al contributo finanziario del comm. Virgillito.
 
Il santuario è sede del culto della Madonna della Consolazione, immagine della Madonna inginocchiata dinnanzi al Cristo Risorto, culto popolarissimo e molto sentito dai paternesi e dagli abitanti dei centri limitrofi. La festa si svolge l'ultimo sabato e domenica di maggio a ricordo dell'apparizione della Madonna ad una pastorella sulla rocca dove sorse il santuario, avvenuta nel [[1580]]. Per volere della Madonna venne edificato il primo tempio, e successivamente il nuovo e grandioso santuario in stile neo romanico di cui si nota anche da lontano l'alto e snello campanile di quasi 50 metri. Durante i decenni la venerata immagine della Madonna è stata arricchita da migliaia di ex voto, tra questi spicca la magnifica corona in oro massiccio del peso di oltre 5&nbsp;kg tempestata di pietre preziose, donata dal mecenate paternese Michelangelo Virgillito, che tanto fece per la sua città.
 
[[File:monastero annunziata 2.jpg|thumb|Chiesa di Maria Santissima Annunziata]]
;[[Monastero della Santissima Annunziata (Paternò)|Ex monastero della Santissima Annunziata]]
Antico monastero delle [[monache]] benedettine, venne edificato tra il XVII e il XIX secolo nella "parte bassa" della città. Attualmente, in parte è sede della biblioteca comunale. L'annessa chiesa settecentesca, caratterizzata dalla grande cupola, fu la cappella delle monache. Nell'atrio si può ammirare il dipinto raffigurante la 'Madonna dell'Itria' ([[1579]]) della celebre pittrice [[Sofonisba Anguissola]]<ref>F. Giordano, ''Sofonisba Anguissola a Paternò'', Ricerche, C.R.E.S. Anno 12.1</ref>.
 
;[[Chiesa di Santa Barbara (Paternò)|Chiesa di Santa Barbara]]
Chiesa tardocinquecentesca dedicata [[santa Barbara|alla patrona della città]], si trova nell'[[piazza Santa Barbara|omonima piazza]]. Sorse come piccolo oratorio di [[Maria Maddalena|Santa Maddalena]], e successivamente assunse la denominazione attuale. Fu elevata a parrocchia nel [[1669]]. Presenta una vasta facciata a due ordini arricchita da statue e fregi. Il grandioso interno ad unica navata a croce greca è interamente ricoperto a preziosi stucchi policromi che rendono la chiesa unica nel suo genere. La cosa che sbalordisce il visitatore è la grandiosa cupola alta 37 metri, interamente ricoperta da bellissimi stucchi Molto interessante il grandioso altare maggiore in marmi policromi, le tele degli altari laterali e la sacrestia, in gran parte rifatta, con un mobile ligneo settecentesco e un affresco sul soffitto. Si custodiscono inoltre le reliquie della Santa Patrona in bellissimi reliquiari argentei, il fercolo tutto in argento cesellato così come il preziosissimo simulacro settecentesco (1745) anch'esso in argento, arricchito da migliaia di gioielli in oro donati nei secoli come segno di devozione verso la veneratissima Santa Barbara.
 
;[[Chiesa del Carmine (Paternò)|Chiesa del Carmine]]
Chiesa [[cinquecento|cinquecentesca]], fu inizialmente intitolata alla [[Madonna della Catena]]. Donata dai Moncada ai [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]] nel [[1573]], assunse l'attuale denominazione e fu sede fino ai primi dell'Ottocento di un monastero e di un ospedale.
 
[[File:S caterina paterno.jpg|thumb|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
;[[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Paternò)|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
Edificata nella prima metà del [[Settecento]], è sede dell'omonima confraternita e si trova nell'omonimo quartiere. Fu più volte danneggiata da eventi [[sisma|sismici]] (l'ultimo dei quali nel [[2002]]), e dai bombardamenti dell'ultimo conflitto. Recentemente è stata restaurata e riaperta al culto dopo diversi anni di chiusura. Durante i lavori di restauro è stato rinvenuto un condotto sotterraneo che collegava la chiesa al monastero delle monache benedettine distante non più di 300 metri. A causa della strada e delle fondamenta delle abitazioni circostanti il condotto non è più fruibile.
 
;[[Chiesa di Cristo al Monte]]
Costruita nella metà del XVI secolo su iniziativa della [[Compagnia dei Bianchi]], fu modificata nel [[XVIII secolo]] in stile [[rococò]].
 
;[[Chiesa di San Domenico (Paternò)|Chiesa di San Domenico]]
Detta anche "chiesa del SS. Rosario", venne costruita nel [[1562]]. Situata in [[piazza Indipendenza (Paternò)|piazza Indipendenza]], fu inizialmente intitolata a san Tommaso, e successivamente sede della confraternita che fa riferimento alla [[Madonna del Rosario]] e dei [[Padri domenicani]].
 
;[[Chiesa di San Francesco all'Annunziata]] o dei Cappuccini
Nella zona di nuova espansione, a nord-est dell'abitato è situata la moderna [[chiesa (architettura)|chiesa]] dei padri cappuccini ([[1987]]), coi opere in bronzo di [[Betto Tesei]] e il mosaico del ''Cantico delle Creature'' ([[1989]]) di [[Ugolino da Belluno]].
 
;[[Chiesa di San Giacomo (Paternò)|Chiesa di San Giacomo]]
Edificata nel Cinquecento, è situata nella parte meridionale della rupe basaltica. Fu sede della confraternita di [[Giacomo il Maggiore|san Giacomo apostolo]]. Per decenni inagibile, l'edificio è stato recuperato e riaperto al culto nel [[2006]].
 
;[[Chiesa della Madonna delle Grazie (Paternò)|Chiesa della Madonna delle Grazie]] detta anche "chiesa di San Giuseppe"
Di recente restauro, risale al XVII secolo, ospita i culti della [[Madonna delle Grazie]] e di [[san Giuseppe]].
 
;[[Chiesa della Madonna dell'Itria (Paternò)|Chiesa della Madonna dell'Itria]]
Fu uno dei primi edifici religiosi a sorgere nella "parte bassa" della città, il cui spostamento dell'abitato si verificò dopo il [[1693]]. Alla sua edificazione, fu intitolata alla patrona santa Barbara e fu sede dei cavalieri dell'[[Ordine teutonico]], ma a seguito del trasferimento del culto della santa patrona nell'edificio dove è attualmente è ospitato, fu intitolata all'[[Odigitria]].
 
[[File:Chiesa di Santa Maria dell'Alto a Paternò.JPG|thumb|Chiesa di Santa Maria dell'Alto]]
;[[Chiesa di Santa Maria dell'Alto]]
Venne eretta in epoca normanna e rimaneggiata nel [[1342]], ed è intitolata alla Madonna dell'Alto; la chiesa venne profondamente modificata agli inizi del [[XVIII secolo]], periodo in cui fu variato anche l'orientamento dell'ingresso e gli interni vennero adeguati alla decorazione di stile [[Architettura barocca|barocco]].
 
;[[Chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat]]
Situata alle pendici del colle, fu fatta edificare nel [[1092]] dalla [[Adelasia del Vasto|contessa Adelasia]], ed è dotata di un portale gotico. È detta anche "chiesa della Gancia", con l'annesso [[Palazzo delle arti (Paternò)|Palazzo delle arti]].
 
;[[Chiesa di Santa Margherita (Paternò)|Chiesa di Santa Margherita]]
Chiesa tardosettecentesca, è intitolata a {{chiarire|santa Margherita|Quale santa Margherita?}} e alla [[Madonna dei Sette Dolori]]. Presenta un particolare architettonico, la [[torre campanaria]].
 
[[Chiesa del Pantheon]]
Edificata attorno alla metà del [[XVII secolo]], la chiesa fu originariamente intitolata a [[Gesù]] e [[Maria (madre di Gesù)|Maria]]. Dopo la prima guerra mondiale, la chiesa fu destinata alla sepoltura dei caduti di guerra paternesi.
 
;[[Chiesa di San Marco (Paternò)|Chiesa di San Marco]]
Chiesa di epoca normanna, edificata agli inizi del [[XII secolo]].
 
;[[Chiesa dello Spirito Santo (Paternò)|Chiesa dello Spirito Santo]]
Chiesa contemporanea inaugurata nel [[2000]], elemento distintivo del [[quartiere Ardizzone]], costruita per volontà testamentaria di [[Michelangelo Virgillito]].
 
==== Architetture religiose sconsacrate ====
[[File:Complesso San Francesco alla Collina a Paternò.JPG|thumb|Complesso di San Francesco alla Collina]]
;[[Complesso di San Francesco alla Collina|Chiesa e convento di San Francesco sul Colle]]
La sua edificazione risale al [[1346]], con la chiesa dell'[[XI secolo]], che conserva frammenti di [[Affresco|affreschi]] e alcuni residui dell'apparato decorativo barocco.
;
; [[Chiesa di San Biagio (Paternò)|Ex Chiesa di San Biagio]]
Situata in pieno [[centro storico di Paternò]], nei pressi del [[Palazzo Alessi|Palazzo comunale]], la sua edificazione risalirebbe al [[XVII secolo]], epoca in cui si verificò lo spostamento dell'abitato della città dal [[colle di Paternò|colle]] alla pianura sottostante.
;
; [[Abbazia di Santa Maria la Scala|Santa Maria della Scala]]
Ruderi di un convento di origine bizantino-ortodosso in contrada Giaconia.<ref>L'antico monastero di Santa Maria della Scala [http://www.siciliantica.eu/lantico-monastero-di-santa-maria-della-scala/]</ref>
 
=== Altro ===
[[File:Scalinata della Matrice.JPG|thumb|leftminiatura|Scalinata della matrice, risalente alla fine del Settecento]]
* [[Abbazia di Santa Maria la Scala|Antica abbazia di Santa Maria della Scala]], di origine bizantino-ortodossa in contrada Giaconia.<ref>{{cita web|url=http://www.siciliantica.eu/lantico-monastero-di-santa-maria-della-scala/|titolo=L'antico Monastero di Santa Maria della Scala|accesso=10-10-2019}}</ref>
; [[Cimitero monumentale di Paternò]]
È il principale* [[cimitero]]Cimitero comunalemonumentale di Paternò]], ed è situato nell'estrema parte occidentale della Collina storica. Inaugurato nel [[1887]], ospita diverse tombe di alcuni paternesi illustri, e molte cappelle dalle particolari caratteristiche architettoniche.
* [[Chiesa di San Biagio (Paternò)|Ex Chiesa di San Biagio]] (XVII secolo), sorge in pieno centro storico, nelle vicinanze del Palazzo di Città. Fu intitolata al culto di [[Biagio di Sebaste]] fino alla prima metà del XX secolo;
 
* Ex [[Complesso di San Francesco alla Collina|Chiesa e convento di San Francesco sul Colle]] (1346), che all'interno conserva frammenti di [[Affresco|affreschi]] e alcuni residui dell'apparato decorativo barocco;
; [[Fonte Maimonide]]
Monumento* [[Fonte Maimonide]], sito nel quartiere dell'Acquagrassa, ospita al suo interno l'omonima [[sorgente (idrologia)|sorgente idrica]]. Sorto dopo il [[1733]], fu un bagno pubblico rimasto attivo fino agli anni sessanta del [[XX secolo]].
* [[Giardino Moncada]], considerato "il polmone verde" di Paternò essendo il più grande ed importante [[parco cittadino|parco]] pubblico della città. Nota come ''a villa'' o ''a villa e' pàpiri'', sorge nella parte orientale della città a ridosso del centro storico, e fu realizzato nella seconda metà del XX secolo su un terreno donato dal cavalier Carmelo Moncada, da cui prende il nome.
 
* [[Mulini di Paternò]], che furono una serie di [[mulino ad acqua|mulini ad acqua]] situati nelle campagne agricole. La loro presenza è attestata fin dall'epoca normanna, e oggi gran parte di queste strutture non esiste più: i pochi mulini rimasti sono in stato di abbandono o riutilizzati per altri scopi.
; [[Mulini di Paternò]]
* [[Palazzo delle arti (Paternò)|Palazzo delle arti]] (1122), ex monastero benedettino e sede di ospedale (1866-1966), dal 2007 è sede di museo che ospita vari eventi, rassegne d'arte moderna e conferenze;
Furono una serie di [[mulino ad acqua|mulini ad acqua]] situati nelle campagne agricole del territorio di Paternò. La loro presenza è attestata fin dall'epoca normanna, e oggi gran parte di queste strutture non esiste più: i pochi mulini rimasti sono in stato di abbandono o riutilizzati per altri scopi.
* [[Scalinata della matrice]], realizzata verso il 1782. Ubicata nella parte mediana della Collina storica, collega il sagrato della Chiesa Madre con la porta del Borgo, antico ingresso principale della città.
 
;[[Scalinata della matrice]]
Realizzata verso il [[1782]], collega il sagrato della chiesa madre con la porta del Borgo, antico ingresso principale della città, ubicata nella parte mediana della Collina storica.
 
;[[Giardino Moncada]]
'''A villa'' è considerata "il polmone verde" di Paternò essendo la più grande ed importante area verde della città. Dai paternesi viene chiamata Villa e papiri, per la presenza all'interno del laghetto della villa di numerose papere. La villa insieme al Parco del Sole, Parco Giovanni XXIII e il boschetto della forestale sito in via Cesarea, rappresentano i polmoni verdi della città.
 
'''Casa del Cantastorie'''
 
Inaugurata nel febbraio del 2014, nei locali del Piccolo Teatro, in via Monastero. Nasce soprattutto grazie al lavoro di ricerca e di animazione culturale dell'attore [[Giovanni Calcagno]] e di un gruppo di artisti tra cui [[Eleonora Bordonaro]], Dino Costa, Alessandro Nicolosi, Salvatore Ragusa, con lo scopo di raccogliere ed esporre tutto il materiale che parla e racconta dei Cantastorie di Paternò (gli antichi cartelloni, materiali audio e video).
 
=== Siti archeologici ===
* [[Acquedotto romano di Catania]], che fu la maggiore opera di [[acquedotto|convoglio idrico]] nella [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia romana]]. Attraversava il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia e l'area urbana catanese, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo;
;[[Acquedotto romano di Catania]]
* [[Ponte romano di Pietralunga]], antico [[ponte]] costruito sotto i [[Civiltà romana|Romani]] in contrada Pietralunga, zona situata ad ovest fuori dal centro abitato, di cui rimangono alcune tracce abbastanza visibili.
Fu la maggiore opera di [[acquedotto|convoglio idrico]] nella [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia romana]]. Attraversava il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia e l'area urbana catanese, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo.
* [[Poggio Cocola]], conosciuto anche come Poira è un'area archeologica situata alla sommità delle colline a Sud del fiume Simeto.
 
;[[Ponte romano di Pietralunga]]
È un antico [[ponte]] costruito sotto i [[Civiltà romana|Romani]] in contrada Pietralunga, zona situata ad ovest fuori dal centro abitato, di cui rimangono alcune tracce abbastanza visibili. Il manufatto è detto volgarmente "coscia del ponte", ed è costruito interamente in&nbsp;pietra lavica. A tutt'oggi esistenti sono alcuni tratti del ponte, i cui resti sono utilizzati come canali d'irrigazione&nbsp;per le campagne circostanti.
 
Il ponte è dominato da una montagna chiamata dai paternesi ''Castiddazzu'', su questo monte si trovano ancora numerose tracce di insediamenti riferibili all'[[età del bronzo]], e altre di origine greca. Per questo il sito è di grandissimo interesse sotto il profilo archeologico.
 
=== Aree naturalistiche ===
;[[Oasi di Ponte Barca]]
È un'[[area naturale protetta]] situata in contrada Ponte Barca, e deve il suo nome alle rovine di un antico ponte su un tratto di Simeto. Riconosciuto come sito di interesse comunitario, è popolato da numerose specie di [[uccelli]].
 
;[[Salinelle di Paternò]]
Sono un'area geologico-naturalistica situata all'interno del territorio di Paternò, veri e propri [[vulcani di fango]]. Fenomeno unico
 
=== Aree naturali ===
;[[Tratto di Pietralunga del Fiume Simeto]]
* [[Oasi di Ponte Barca]], situata in contrada Ponte Barca, che deve il suo nome alle rovine di un antico ponte su un tratto di Simeto. È un'[[area naturale protetta]] riconosciuta come sito di interesse comunitario, popolato da numerose specie di [[uccelli]].
[[Sito di interesse comunitario|Sito naturalistico di interesse comunitario]] nei pressi del Simeto, che comprende un territorio di 675,00 ettari ricandente nei comuni di Biancavilla, Paternò e Centuripe.
* [[Salinelle di Paternò]], che sono un'area geologico-naturalistica situata all'interno del territorio di Paternò, veri e propri [[vulcani di fango]].
* [[Tratto di Pietralunga del Fiume Simeto]], un [[Sito di interesse comunitario|sito naturalistico di interesse comunitario]] nei pressi del Simeto, che comprende un territorio di 675,00 ettari ricandente nei comuni di Biancavilla, Paternò e Centuripe.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{| class="wikitable" style="float:right;"
| colspan="2" align="center" |'''Evoluzione demografica di Paternò nel periodo anteriore al 1861'''<ref>{{cita libro | autore= D. Ruocco, ''| titolo= Annali del Mezzogiorno'', | anno= 1968 | editore= [[Università degli Studi di Catania, 1968,]]| p. =288}}</ref><ref>V. {{cita|Amico, ''Dizionario topografico della Sicilia'' vol.|nota II, Morvillo, 18561, p. 329330-331}}.</ref><ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|p. 39}}.</ref>
|-
| [[1500]]
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{{Demografia/Paternò}}
 
Paternò è il quarto dei 58 comuni della città metropolitana di Catania per numero di abitanti.<ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/sicilia/provincia-di-catania/90-comuni/popolazione/|titolo=Comuni nella città metr. di CT per popolazione|accesso=10-10-2019}}</ref> La sua [[popolazione]] ha registrato un incremento costante a partire dal censimento del 1931, proseguito nei decenni successivi fino a raggiungere il suo massimo storico nel 2009, in cui contava 49.604 abitanti.<ref name="demografia">{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/sicilia/20-paterno/statistiche/popolazione-andamento-demografico/|titolo=Popolazione Paternò 2001-2018|accesso=10-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190424103516/https://www.tuttitalia.it/sicilia/20-paterno/statistiche/popolazione-andamento-demografico/|dataarchivio=24 aprile 2019|urlmorto=sì}}</ref> Negli anni successivi, nel comune etneo si è verificata una forte contrazione del numero di abitanti, che al 31 dicembre 2018 risulta essere di 47.600 unità<ref name="demografia"/>, perdendo anche la terza posizione a livello provinciale in favore di [[Misterbianco]], la cui popolazione nello stesso periodo ha superato le 50.000 unità.
Le informazioni e le statistiche storiche sulla popolazione paternese si hanno soltanto a partire dal [[1500]]: nel periodo preunitario, infatti, dai 4.000 abitanti censiti in quell'anno, la popolazione crebbe, anche se in modo discontinuo, arrivando a contarne 13.733 nel [[1852]]. Nel primo [[censimento]] nazionale effettuato nel [[1861]] la popolazione ammontava a 14.219 abitanti.
Questo censimento non tiene conto( ovviamente per motivi territoriali) dei numerosissimi paternesi che vivono nella zona a cavallo tra la contrada Palazzolo e il quartiere cosiddetto "Amico Fritz" dal nome di uno storico locale presente, in quanto ubicato in territorio del comune di Belpasso seppure quasi a ridosso del centro urbano di Paternò e abitato esclusivamente da paternesi.
A questi se ne aggiungono molti altri residenti nel comune di Ragalna,fino al 1985 frazione di Paternò, spesso nelle case nate per la villeggiatura estiva poi diventate residenze,o in altri casi abitazioni nate specificamente per trasferirsi in una zona più tranquilla senza allontanarsi eccessivamente da Paternò.
Al 31 dicembre 2018, a Paternò il numero dei [[natalità|nati]] risultava essere di 465 unità (9,7‰), quello dei [[mortalità|decessi]] di 441 unità (9,2‰), da cui si ottiene un [[saldo naturale]] positivo di 24 unità (+ 0,5‰).<ref name="demografia"/> Negativi invece risultano i valori del [[saldo migratorio]] che si registrano annualmente dal 2009, e più accentuati negli anni successivi (- 251 unità nel 2018).<ref name="demografia"/>
 
SalvoLa unacrescita contrazionedemografica dela numero di abitantiPaternò, verificatasi neglinel [[anniXX 1920|anni venti]]secolo, Paternòrisulta videattenuata cresceredai lavalori proprianegativi popolazione,del esaldo ilmigratorio massimo incrementoche si verificòsono traregistrati iin censimentimodo delparticolare [[1901]]nel esecondo il [[1911]]dopoguerra.<ref L'incrementoname="Dati demograficoPRG di95"/> PaternòI èflussi damigratori attribuirein principalmenteuscita alche sostenutohanno tassointeressato dila incrementopopolazione naturalepaternese deihanno secoliregistrato euna decennimaggiore scorsi,intensità enel aiperiodo flussidel migratori[[Miracolo provenientieconomico daitaliano|boom altre zoneeconomico]], nondiretti risentendoverso soloil parzialmente[[Nord di alcune epidemie che colpironoItalia]], la città etnea (come quelle della [[peste]]Repubblica delFederale [[1576Tedesca]] e diil [[coleraBelgio]], nonché verso altri comuni del [[1837hinterland|retroterra]] catanese, [[1867]]compreso eil 1911)capoluogo. eDiversamente, deila duepopolazione eventidi bellici.Paternò Scarsanon influenzaè ebbestata ilparticolarmente interessata dal fenomeno dell'[[emigrazione]], chenel riguardòperiodo unantecedente numeroalle assaidue esiguo diguerre paternesimondiali<ref name="migrazioni"/>, a differenza di come avveniva nelle altre zone della Sicilia.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Il [[saldo naturale]] attivo ha costituito la principale risorsa demografica di Paternò anche nel dopoguerra: l'eccedenza tra [[nascita|nascite]] e [[decesso|decessi]] registrava annualmente circa 1.000 unità negli anni sessanta, per poi calare leggermente a quota 700-800 unità nei decenni successivi fino agli anni novanta. Ma la crescita demografica complessiva è stata fortemente attenuata dal [[saldo migratorio]], che ha sempre registrato valori negativi, salvo che nel [[1973]], unico anno in cui il numero di iscritti è stato maggiore dei cancellati<ref name="Dati PRG 95"/>.
La popolazione con cittadinanza straniera residente a Paternò, al 1º gennaio 2019 risulta essere di 1.048 unità, pari al 2,1% sul totale degli abitanti.<ref name="stranieri">{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/sicilia/20-paterno/statistiche/cittadini-stranieri-2019/|titolo=Cittadini stranieri Paternò 2019|accesso=11-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155601/https://www.tuttitalia.it/sicilia/20-paterno/statistiche/cittadini-stranieri-2019/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Il 58,9% degli stranieri regolarmente residenti proviene dalla [[Romania]], e a seguire altre comunità più consistenti sono quelle provenienti da [[Marocco]], [[Tunisia]], [[Albania]] e [[Mauritius]].<ref name="stranieri"/>
 
=== Lingue e dialetti ===
I valori negativi del saldo migratorio paternese degli anni scorsi sono da attribuire alle emigrazioni negli anni del [[Miracolo economico italiano|boom economico]] verso il [[Nord Italia]], la [[Repubblica Federale Tedesca]] e il [[Belgio]], ed al trasferimento di residenza verso altri comuni dell'[[hinterland]] catanese, compreso il capoluogo.
Il subdialetto paternese (''paturnisi'') appartiene al gruppo dei [[dialetto catanese|dialetti catanesi]] privi di [[metafonesi]], ma ha delle sue particolarità. Rispetto all'idioma parlato a Catania e nei comuni limitrofi, il paternese differisce per la pronunzia larga, sfregata e una cadenza lenta.<ref>{{cita libro | autore= F. R. Corsaro| titolo= Dizionarietto etimologico dell'idioma paternese| anno= 1989| editore= Arti Grafiche "Il Cinabro}}</ref>
 
Le differenziazioni a livello lessicale e fonetico, sono probabilmente dovute ad influssi ereditati dall'antico [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|dialetto gallo-italico]] parlato dai coloni settentrionali - detti [[Lombardi di Sicilia|«lombardi»]] - giunti in massa a Paternò e negli altri feudi, dal [[Monferrato]] e dalla [[Liguria]] in epoca normanna sotto la signoria di [[Enrico del Vasto]]<ref>{{cita libro | autore= M. Pfister | titolo= Galloromanische Sprachkolonien in Italien und Nordspanien | anno= 1988 | editore= Akademie der Wissenschaften und der Literatur | pp=13-14|lingua=tedesco}}</ref>, il cui idioma regredì successivamente dopo la diffusione della [[lingua siciliana]], alla quale si commistionò.
Al 31 dicembre [[2010]], la popolazione residente nel comune di Paternò risultava essere di 49.578 abitanti<ref name="demografia">[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Paternò (Demo.istat.it)]</ref>, in lieve calo rispetto all'anno precedente in cui ammontava a 49.604<ref name="demografia" />. Rispetto ai decenni precedenti, i valori del saldo migratorio mantenutisi costantemente negativi, hanno influito notevolmente sull'andamento demografico generale, in quanto il drastico calo del [[tasso di natalità]] (9,9‰) verificatosi negli ultimi anni (dai 13,5‰ del [[2002]]<ref>[http://www.comuni-italiani.it/087/033/statistiche/demobil.html Dal sito Comuni-italiani.it]</ref>), pur essendo in eccedenza rispetto a quello di [[mortalità]] (8,0‰), anch'esso in calo, ha come risultato un basso indice di crescita naturale che non riesce a compensare le perdite dovute alle migrazioni. Il dato, benché leggermente negativo, se mantenuto nei prossimi anni o dovesse subire peggioramenti, rischia di danneggiare in modo irreversibile gli attuali equilibri demografici che vedono la componente con meno di 15 anni di età (17,8%) prevalere su quella con più di 65 anni (15,1%)<ref>[http://www.comuni-italiani.it/087/033/statistiche/eta2010.html Dal sito Comuni-italiani.it]</ref>.
 
Nel gergo popolare la parlata paternese è definita ''allarunchiata'', termine dialettale che deriva da ''larunchia'', ovvero [[rana]] in lingua siciliana<ref>{{cita|Cunsolo, Rapisarda II| p. 212}}.</ref>, poiché l'[[anfibio]] è uno degli emblemi della città, che essendo situata vicino ad un [[fiume]] ([[Simeto]] ndr), vi sono nutrite colonie di questo animale.<ref>{{cita|Correnti| nota 25}}.</ref>
Di recente insediamento nella città, alcune comunità straniere. Al 31 dicembre 2010, i residenti con cittadinanza straniera risultavano 725 (pari all'1,4% della popolazione), e le comunità più grandi risultavano quelle provenienti da [[Romania]], [[Marocco]], [[Tunisia]], [[Mauritius]] e [[Albania]]<ref>[http://demo.istat.it/str2010/index.html Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Paternò (Demo.istat.it)]</ref>.
 
=== Lingue e dialettiReligione ===
L'esistenza dell'antico villaggio di ''Hybla'' nello stesso sito in cui sorge la città di Paternò, attribuita da numerosi storici, ne suggerisce le origini [[Paganesimo|pagane]], come testimonia il nome dato in onore a [[Dea Iblea|Ibla]], la dea sicula della procreazione. Il [[Cristianesimo]] a Paternò cominciò a diffondersi, secondo la tradizione, per opera dei monaci taumaturgi [[Filippo di Agira]], [[Calogero di Calcedonia]], [[Onofrio (anacoreta)|Onofrio anacoreta]] e [[Sant'Archileone|Archileone]], che espulsero i demoni dalle rupi della collina di ''Aitna''. Gli spiriti malvagi o demoni furono fatti uscire da Filippo.<ref>{{cita|Cunsolo, Rapisarda II|pp. 68-69, 75}}.</ref>
{{vedi anche|lingua siciliana|dialetto siciliano orientale}}
Pur appartenendo al gruppo dei dialetti catanesi privi di [[metafonesi]], il dialetto o la parlata paternese ha delle sue peculiarità. Rispetto all'[[Dialetto catanese|idioma parlato a Catania]] e nei comuni limitrofi, il paternese differisce per la pronunzia larga, sfregata e una cadenza lenta, che lo rende diverso e originale.
 
Ai tempi della dominazione saracena, Paternò fu una delle città meno islamizzate della Sicilia: la componente maggioritaria era costituita dai [[cristiani]], sia [[cattolici]] che [[ortodossi]], ai quali si affiancavano minoranze di [[musulmani]] ed [[ebrei]], la cui consistenza numerica - di per sé insignificante - andò progressivamente a ridursi a partire dall'epoca normanna fino a scomparire definitivamente nei secoli successivi. Ogni gruppo religioso viveva in un proprio quartiere o zona, dove sorgevano i [[luoghi di culto]] di riferimento.<ref>{{cita|Di Matteo|pp. 21-22}}.</ref>
Tali differenziazioni a livello lessicale e fonetico, sono probabilmente dovute ad influssi ereditati dall'antico [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|dialetto gallo-italico]] parlato dai coloni settentrionali - detti [[Lombardi di Sicilia|«lombardi»]] - giunti in massa a Paternò e negli altri feudi, dal [[Monferrato]] e dalla [[Liguria]] in epoca normanna sotto la signoria di [[Enrico del Vasto]]<ref>{{cita libro | autore= M. Pfister | titolo= Galloromanische Sprachkolonien in Italien und Nordspanien | anno= 1988 | editore= Akademie der Wissenschaften und der Literatur | pp=13-14|lingua=tedesco}}</ref>, il cui idioma regredì successivamente dopo la diffusione della [[lingua siciliana]], alla quale si commistionò.
 
La [[religione]] più diffusa tra la sua popolazione è il [[Cattolicesimo]]: la cittadina etnea, che fa parte dell'[[Arcidiocesi di Catania]] è sede del XII Vicariato<ref>{{cita web|url=http://www.diocesi.catania.it/node/2145|titolo=Ordinamento Territoriale|accesso=12-10-2019}}</ref>, ed ha come patroni i santi cattolici [[Vincenzo di Saragozza]] e [[Barbara di Nicomedia]]. Il primo culto fu introdotto dai Moncada nel XV secolo dopo aver assunto il dominio feudale su Paternò, il secondo nel 1576 su proclamazione popolare come segno di riconoscenza nei confronti della Santa, a cui la tradizione attribuisce la fine dell'epidemia di [[peste]] per sua intercessione.<ref>{{cita|Correnti|p. 118}}.</ref><ref>{{cita pubblicazione |autore= P. Ferrua|titolo= Rassegna bibliografica|rivista= La Civiltà Cattolica |editore= Civiltà Cattolica|numero= 3098|data=21 luglio 1979|p=322}}</ref><ref>{{cita|Di Matteo|p. 151}}.</ref>
Nel gergo popolare la parlata paternese è definita ''allarunchiata'', termine dialettale che deriva da ''larunchia'', ovvero [[rana (genere)|rana]] in lingua siciliana<ref>{{cita libro | autore1= A. Cunsolo | autore2= B. Rapisarda Tripi | titolo= Note storiche su Paternò | volume = 2 | anno= 1976 | editore= Ibla | p= 212}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'' vol. 2, Ibla, 1976, p. 212</ref>, poiché l'[[anfibio]] è uno degli emblemi della città, essendo quest'ultima situata vicino ad un [[fiume]] ([[Simeto]] ndr) dove vi sono nutrite colonie di questo animale<ref>{{cita libro | autore= S. Correnti | titolo= Paternò | capitolo = Civitas Fertilissima | anno= 1973| editore= Trinacria| posizione=nota 25 }}</ref>.
[[File:Santa Barbara (Paternò).jpg|thumb|Simulacro argenteo di Santa Barbara, patrona della città]]
Le manifestazioni popolari più importanti che si svolgono a Paternò hanno carattere religioso, con una tradizione lunga di molti secoli.
 
La più importante di queste manifestazioni è la [[processione]] in onore della patrona Santa Barbara, la cui ricorrenza cade annualmente il 4 dicembre, e le festività si svolgono per una settimana.<ref name="sbarbara">{{cita libro | autore= M. A. Di Leo| titolo= Feste popolari di Sicilia| anno= 1997| editore= Newton Compton| p=35}}</ref> Caratteristica della festa è rappresentata dai cerei - in paternese ''varette'' - che precedono il [[fercolo]] durante le tre processioni, e che sfilano anche nei giorni antecedenti.<ref name="sbarbara"/> Le festività per la Santa vergine di Nicomedia si svolgono anche nei il 27 maggio e il 27 luglio, conosciute rispettivamente come ''Santa Barbara delle rose'' e ''Santa Barbara di mezza estate''; durante le festività di luglio viene ricordata la traslazione delle reliquie della Santa, in quella detta "delle rose", viene commemorato un evento accaduto il 27 maggio 1780, nei pressi di [[Ragalna]], in cui venne portato il busto reliquiario della Santa dinanzi al fronte lavico, che miracolosamente si arrestò.<ref name="toponimo"/>
=== Religione ===
[[File:Santa Barbara (Paternò).jpg|upright=0.5|thumb|Simulacro argenteo di Santa Barbara, patrona della città]]
Città [[Paganesimo|pagana]] agli inizi della sua fondazione, al tempo di ''Inessa-Aitna'' e ''Hybla'', il cui culto si basava sulla devozione verso gli dei, come testimonia anche il nome dato in onore a Ibla la dea della procreazione. Il [[cristianesimo]] a Paternò cominciò a diffondersi, secondo la tradizione, per opera dei monaci taumaturgi [[Filippo di Agira]], [[Calogero di Calcedonia]], [[Onofrio (anacoreta)|Onofrio anacoreta]] e [[Sant'Archileone|Archileone]], che espulsero i demoni dalle rupi della collina di ''Aitna''. Gli spiriti malvagi o demoni furono fatti uscire da Filippo.<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, Note storiche su Paternò vol. 2, Ibla, 1976, pp.68, 69 e 75</ref>.
 
Dopo le festività in onore di Santa Barbara, altra processione religiosa molto sentita dai cittadini paternesi è quella in onore alla [[Madre della Consolazione|Madonna della Consolazione]], che annualmente si svolge il sabato che precede l'ultima domenica di maggio, poiché secondo la tradizione, l'ultimo sabato di maggio del 1580 la Madonna apparve ad una pastorella chiedendo che venisse costruita una cappella e promettendo di proteggere la città.<ref name="toponimo"/> Altre manifestazioni religiose che si svolgono ogni anno a Paternò, e vedono una forte partecipazione da parte della popolazione sono: la processione del Cristo Morto e della Madonna Addolorata in occasione del [[Venerdì Santo]]; la processione del Cristo Risorto la domenica di [[Pasqua]]; la processione della [[Madonna Assunta]] il 15 agosto; la processione della [[Madonna Bambina]] l'8 settembre.<ref name="toponimo"/>
Ai tempi della dominazione saracena, Paternò fu una delle città meno islamizzate della Sicilia: la componente maggioritaria era costituita dai [[cristiani]], sia [[cattolici]] che [[ortodossi]], ai quali si affiancavano minoranze di [[musulmani]] ed [[ebrei]], la cui consistenza numerica - di per sé insignificante - andò progressivamente a ridursi a partire dall'epoca normanna fino a scomparire definitivamente nei secoli successivi. Ogni gruppo religioso viveva in un proprio quartiere o zona, dove sorgevano i [[luoghi di culto]] di riferimento<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'', 2009|pp. 21-22}}.</ref>.
 
Per il compatrono della città, San Vincenzo martire, il 22 gennaio di ogni anno si svolge una celebrazione eucaristica all'interno della Chiesa Matrice. Fino alla vigilia della seconda guerra mondiale, si svolgeva la processione per le vie cittadine in onore al diacono di Saragozza.<ref>{{cita news|autore=L. Paternò|url=https://www.yvii24.it/paterno-celebrato-il-compatrono-san-vincenzo/|titolo=Paternò. Celebrato il compatrono san Vincenzo|pubblicazione=Yvii24.it|data=25 gennaio 2019|accesso=12-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155600/https://www.yvii24.it/paterno-celebrato-il-compatrono-san-vincenzo/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
=== Tradizioni e folclore ===
{{vedi anche|Festa di santa Barbara}}
La principale festa religiosa è la [[festa di santa Barbara]] che culmina il 4 dicembre di ogni anno, le festività durano una settimana. Caratteristica della festa è rappresentata dai cerei, in paternese ''varette'' che precedono il fercolo durante le tre processioni, e che sfilano anche nei giorni antecedenti. Per molti secoli santa Barbara fu in realtà compatrona della città etnea assieme a [[Vincenzo di Saragozza]], santo spagnolo introdotto dai [[Moncada (famiglia)|Moncada]] nel [[XV secolo]]<ref>{{cita|Cfr. S. Correnti, ''Storia di Paternò'', 1973|p. 118}}.</ref>, quando ne divennero feudatari.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
La Santa patrona è molto venerata e a Lei sono dedicate altre due feste durante l'anno, il 27 maggio a ricordo del miracolo della lava avvenuto a [[Ragalna]] (allora frazione di Paternò) e il 27 luglio in memoria della Traslazione delle Reliquie dalla Santa.
Il comune è sede dell'omonimo Distretto sanitario, che comprende anche i comuni di Belpasso e Ragalna<ref>{{cita web|url=https://www.aspct.it/distretti_sanitari/patern%C3%B2/|titolo=Distretto di Paternò|accesso=14-10-2019|dataarchivio=25 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190725230116/https://www.aspct.it/distretti_sanitari/patern%C3%B2/|urlmorto=sì}}</ref>, e vi sorge l'[[Ospedale Santissimo Salvatore]], che ha origini antichissime ed è ospitato in un complesso inaugurato nel 1966, sito nel quartiere periferico nordoccidentale dell'Acquagrassa.<ref>{{cita web|url=https://www.aspct.it/amministrazione-trasparente/bilanci/relazione_sulla_attività_sanitaria_-_anno_2012.pdf|titolo=Attività sanitarie Anno 2012|accesso=14-10-2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Qualità della vita ===
Ma senza dubbio la festa più importante e sentita dai paternesi, è quella di dicembre, dove la città si stringe alla Santa Patrona, e si veste a festa. Luci, addobbi, musiche e fuochi colorano la città in festa. Molto sentite le funzioni religiose e le numerose processioni del Fercolo argenteo con il simulacro e le reliquie, accolti calorosamente nei quartieri più popolari. Immancabili i fuochi pirotecnici, i più sentiti quelli di Sant'Antonio alle 13 del 4 dicembre, quelli piromusicali in piazza la sera del 5, e in fine lo spettacolo di chiusura al Castello
Paternò presenta notevoli problemi relativamente alla [[qualità della vita]], caratterizzata in linea generale da livelli precari e come una delle peggiori nel contesto dell'ex provincia di Catania. La città è afflitta da gravi problemi di degrado sociale e di sicurezza: registrano una preoccupante frequenza gli episodi di [[criminalità]] - sia individuale che [[criminalità organizzata|organizzata]] - di vandalizzazione ai danni del patrimonio pubblico e privato, e dello spaccio e consumo di [[stupefacenti]].<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.corrieretneo.it/2019/02/12/paterno-m5s-incontra-prefetto-di-catania-degrado-sociale-e-sicurezza-i-temi-affrontati/|titolo=Paternò, M5S incontra prefetto di Catania: degrado sociale e sicurezza i temi affrontati|pubblicazione=Corriere Etneo|data=12 febbraio 2019|accesso=1510-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155558/https://www.corrieretneo.it/2019/02/12/paterno-m5s-incontra-prefetto-di-catania-degrado-sociale-e-sicurezza-i-temi-affrontati/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.yvii24.it/paterno-agende-rosse-istituire-osservatorio-per-la-legalita/|titolo=A Paternò. Agende rosse: «Istituire Osservatorio per la legalità»|pubblicazione=Yvii24.it|data=13 febbraio 2019|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155559/https://www.yvii24.it/paterno-agende-rosse-istituire-osservatorio-per-la-legalita/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
Un rapporto della [[Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo]] del 2015, indica la zona comprendente Paternò, Adrano e Biancavilla, come il ''[[Triangolo della morte (Sicilia)|Triangolo della morte]]''.<ref name="dnaa">{{cita web|url=https://www.camera.it/temiap/2015/03/04/OCD177-1033.pdf|titolo=Relazione annuale|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190531192324/http://www.camera.it/temiap/2015/03/04/OCD177-1033.pdf|dataarchivio=31 maggio 2019|urlmorto=sì}}</ref> Tra il 1978 e il 1986, nell'area furono commessi oltre 50 omicidi, maturati nell'ambito della faida tra le ''[[cosca|cosche]]'' rivali del comprensorio.<ref>{{cita news|autore=G. Troina|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/03/04/blitz-per-51-omicidii-di-mafia.html|titolo=BLITZ PER 51 OMICIDII DI MAFIA|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=4 marzo 1989|accesso=15-10-2019}}</ref> La medesima relazione specifica che nelle cosche dei tre comuni del Triangolo della morte, permane una "situazione di forte fibrillazione".<ref name="dnaa"/>
ma a rendere la festa più gioiosa e festante sono le ''Varette'', i Cerei che sfilano lungo le vie della città, e che hanno un enorme seguito popolare.
 
Destano preoccupazione i dati relativi ai livelli di [[disoccupazione]], che al 2011 presentavano un tasso generale del 26,9%, e di quella giovanile un tasso più elevato con il 51,3%.<ref>{{cita web|url=http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/12/|titolo=Mercato del lavoro|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155557/http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/12/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Bassa è la quota di cittadini residenti che quotidianamente si spostano fuori dal comune per ragioni di lavoro o di studio, che si attesta al 12,3% nel 2011.<ref>{{cita web|url=http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/14/|titolo=Mobilità|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155559/http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/14/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Elevato il suo indice di vulnerabilità sociale e materiale (102.4 nel 2011)<ref>{{cita web|url=http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/15/|titolo=Vulnerabilità materiale e sociale|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155558/http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/15/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>, come pure il tasso di proprietà immobiliare (67,5% nel 2011).<ref>{{cita web|url=http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/7/|titolo=Condizioni abitative ed insediamenti|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027155556/http://ottomilacensus.istat.it/sottotema/087/087033/7/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
Particolare tradizione è quella legata alla Pasqua paternese, si inizia il venerdì di Passione,con la seguita processione dell'Addolorata, molto venerata in città. La settimana santa è caratterizzata da numerosi eventi, il giovedì Santo la visita ai Sepolcri, fino a tarda serata migliaia di persone brulicano tra le vie della città.
 
== Cultura ==
Molto particolare sono le celebrazioni del [[Venerdì santo]]. Giornata intensa con due processioni, molto seguita quella serale con la cosiddetta ''Scala da Matrici'', la discesa dei ''fercoli'' lungo la monumentale scalinata settecentesca, la processione si snoda per diverse centinaia di metri.
=== Istruzione ===
==== Archivi e biblioteche ====
L'Archivio Storico Comunale di Paternò ha sede nel palazzo municipale in via Parco del Sole, nel quartiere Ardizzone. In esso sono conservati tutti i documenti storici del Comune di Paternò (1562-1995), della Congregazione di carità di Paternò (1886-1940), dell'Ente comunale di assistenza (1937-1970), delle Opere pie di Paternò (1825-1948), gli atti dello Stato civile del Comune di Paternò (1820-2006), e il registro delle sentenze dell'Ufficio di conciliazione di Paternò (1845).<ref>{{cita web|url=https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=6615|titolo=SIUSA - Comune di Paternò|accesso=15-10-2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
La [[biblioteca comunale]], intitolata all'illustre geografo paternese [[Giovan Battista Nicolosi|Giovanni Battista Nicolosi]] (1610-1670), è stata istituita nel 1926, su iniziativa e interessamento dei professor Giuseppe Musarra del Regio ginnasio Rapisardi di Paternò, con una discreta raccolta di volumi donati al Comune nel 1835 dal dottor Antonino Mazzamuto e con altri volumi abbandonati nell'antico convento francescano sulla collina.<ref>{{cita web|url=http://www.paternocultura.it/biblioteca-g-nicolosi/|titolo=BIBLIOTECA COMUNALE "G.B. NICOLOSI"|accesso=15-10-2019}}</ref><ref>{{cita libro | autore= | titolo= Annuario delle biblioteche italiane | volume = 2 | anno= 1960 | editore= Direzione generale accademie e biblioteche| p=255}}</ref> Dapprima ubicata a Palazzo Alessi, dal 1951 ha sede nei locali dell'ex Monastero della Santissima Annunziata.<ref>{{cita libro | autore= A. Caruso| titolo= La chiesa e il monastero della SS. Annunziata di Paternò: il restauro di un'identità | opera = Annali del Barocco in Sicilia, vol. 7 | anno= 2005 | editore= Centro internazionale di studi sul barocco di Siracusa| p=117}}</ref> Consta di un patrimonio librario di oltre 35.000 volumi<ref>{{cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/regolamenti/biblioteca%20comunale.htm|titolo=biblioteca comunale|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101008181311/http://www.francocrisafi.it/web_secondario/regolamenti/biblioteca%20comunale.htm|dataarchivio=8 ottobre 2010|urlmorto=sì}}</ref>, e molto vasta, si sviluppa su due piani, ed è dotata di sale lettura, sale multimediali e grandi saloni per conferenze. La parte inferiore da cui si accede da piazza della Concordia, è molto antica ed è stata restaurata riportando le fabbriche agli antichi splendori.
La domenica di Pasqua è il tripudio del Cristo Risorto, accolto in città dai paternesi, le processioni si susseguono dalla mattina fino a tarda sera,con gli immancabili fuochi.
 
==== Scuole ====
Altra festa molto sentita a quella della Madonna della Consolazione (ultimo sabato e domenica di maggio).
Nel territorio di Paternò sono presenti 11 scuole dell'infanzia, 14 scuole di istruzione di primaria, 3 istituti comprensivi, 6 scuole di istruzione secondaria di primo grado, e 3 scuole di istruzione secondaria di secondo grado ([[liceo classico|liceo classico "Mario Rapisardi"]], liceo linguistico, [[liceo scientifico|liceo scientifico "Enrico Fermi"]], istituto d'istruzione superiore, [[istituto tecnico commerciale]], [[istituto professionale]] per l'agricoltura e l'ambiente ).<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/087/033/scuole/|titolo=Scuole a Paternò|accesso=15-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191022105455/http://www.comuni-italiani.it/087/033/scuole/|dataarchivio=22 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Musei ====
Molte altre feste religiose allietano la città durante l'anno.
[[File:Ex carcere borbonico di Paternò.jpg|miniatura|Ex carcere borbonico di Paternò, oggi sede della sezione archeologica del museo Gaetano Savasta]]
A Paternò hanno sede tre [[museo|musei]]:
 
;[[Galleria d'Arte Moderna]]
====Carnevale====
La Galleria d'Arte Moderna di Paternò è stata inaugurata nel 1982 in occasione di una mostra sulle sculture dell'artista [[Giuseppe Mazzullo]].<ref name="gam">{{cita news|autore=|titolo=La mostra di Mazzullo a Paternò|pubblicazione=[[La Sicilia]]|data=8 giugno 1982|p=3}}</ref><ref>{{cita libro | autore= F. Gallo| titolo= Mazzullo sculptor. Catalogo della mostra Paternò Galleria d'Arte Moderna 16 maggio - 20 giugno 1982 | anno= 1982 | editore= Sciascia}}</ref> Dapprima ubicata al palazzo municipale dell'Ardizzone<ref name="gam"/>, è stata attiva fino al 1992, per poi venir riaperta nel 2002 nei locali dell'ex Piccolo Teatro alla loggetta delle Benedettine.<ref>{{cita web|url=http://1995-2015.undo.net/it/evento/12203#|titolo=Una nuova GAM nel cuore della Sicilia. Riapre a Paternò la Galleria d'Arte moderna. Dopo 10 anni|accesso=16-10-2019|urlmorto=sì}}</ref> La collezione permanente della GAM di Paternò è formata da donazioni di artisti che nel passato hanno esposto a Paternò. Sono presenti opere di numerosi autori tra cui [[Mario Sironi]], [[Fausto Pirandello]], [[Piero Guccione]], [[Remo Brindisi]], [[Sergio Vacchi]], [[Achille Pace]], [[Nicola Maria Martino]], Enzo Indaco. Dal 2015, la sede della GAM è collocata nei locali dell'ex [[Pretore (ordinamenti moderni)#Italia|pretura]].<ref>{{cita news|autore=F. Finocchiaro|url=https://www.corrieretneo.it/2019/04/21/paterno-riapre-la-galleria-darte-moderna-un-palinsesto-di-opere-e-artisti/|titolo=Paternò, riapre la Galleria d’Arte Moderna: un palinsesto di opere e artisti|pubblicazione=Food Web|data=23 aprile 2012|accesso=19-05-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160321/https://www.corrieretneo.it/2019/04/21/paterno-riapre-la-galleria-darte-moderna-un-palinsesto-di-opere-e-artisti/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
{{vedi anche|Carnevale di Paternò}}
Il carnevale di Paternò è tra i più antichi della Sicilia e il più antico della provincia, la prima edizione si svolse nel 1867<ref>[https://carnevaleinsicilia.wordpress.com/14/paterno/ Storia del Carnevale di Paternò dal sito Carnevaleinsicilia.wordpress.com]</ref>. Il regista [[Ermanno Olmi]] lo riprese nella sua pellicola del 1963 ''[[I fidanzati]]''. Oggi , non esiste più.
 
;Museo Gaetano Savasta
=== Qualità della vita ===
{{vedi anche|Museo civico Gaetano Savasta}}
Negli ultimi anni Paternò è stata afflitta da notevoli problemi sociali, economici e culturali. Sempre più verso la deriva è la [[qualità della vita]], e ciò è dovuto a diversi fattori.
Il museo civico, inaugurato nel 2007 e intitolato al presbitero e storico paternese [[Gaetano Savasta]] (1865-1922), comprende due sezioni: quella archeologica, presso l'ex carcere borbonico, e quella etnoantropologica (Museo della Civiltà Contadina), presso l'ex macello comunale.<ref name="toponimo"/>
 
;Casa Museo del Cantastorie
In primo luogo esiste un grave problema [[tasso di occupazione|occupazionale]]. Paternò presenta uno dei [[tasso di disoccupazione|tassi di disoccupazione]] tra i più elevati della provincia, che si attesta attorno al 29%<ref>[http://www.immobiliare.it/guida-Paterno_.html Dati Demografici ed Economici 2010 su Paternò dal sito Immobiliare.it]</ref>, un dato preoccupante e che riguarda soprattutto i più giovani. Molti paternesi infatti sono costretti a cercare un impiego nel capoluogo oppure in alcuni paesi limitrofi come [[Belpasso]] e [[Misterbianco]], dove sono concentrati importanti poli commerciali.
La Casa Museo del Cantastorie, inaugurata nel 2014 ed ospitata nei locali dell'ex Piccolo Teatro alla loggetta delle Benedettine<ref name="toponimo"/><ref name="museocantastorie">{{cita news|autore=M. Virgilio|url=http://www.lalba.info/2014/02/inaugurata-a-paterno-la-casa-del-cantastorie/|titolo=Inaugurata a Paternò la Casa del Cantastorie|pubblicazione=L'Alba|data=17 febbraio 2014|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160324/http://www.lalba.info/2014/02/inaugurata-a-paterno-la-casa-del-cantastorie/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>, è un'esposizione permanente dedicata alla tradizione dei [[cantastorie]], che a Paternò ebbe molti esponenti, tra cui [[Ciccio Busacca]], Luciano Palmeri, Ciccio Rinzino e [[Vito Santangelo]].<ref>{{cita web|url=http://www.paternocultura.it/casa-museo-del-cantastorie/|titolo=CASA MUSEO DEL CANTASTORIE|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160323/http://www.paternocultura.it/casa-museo-del-cantastorie/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Il materiale conservato ed esposto nel museo (gli antichi cartelloni, materiali audio e video), è frutto del lavoro di ricerca e di animazione culturale dell'attore [[Giovanni Calcagno]] e di un gruppo di artisti tra cui Eleonora Bordonaro, Dino Costa, Alessandro Nicolosi, Salvatore Ragusa, con lo scopo di raccogliere ed esporre tutto il materiale che parla e racconta dei Cantastorie di Paternò.<ref name="museocantastorie"/>
 
=== CulturaMedia ===
==== IstruzioneStampa ====
==== Biblioteche ====
La [[biblioteca]] comunale è intitolata al geografo [[Giovan Battista Nicolosi|Giovanni Battista Nicolosi]] ed è stata istituita nel [[1835]]<ref>AA.VV., ''Annuario delle biblioteche italiane'' vol. 2 parte II, Direzione generale accademie e biblioteche, 1958, p. 100</ref>. Dapprima ubicata a [[palazzo Alessi]], dal [[1951]] ha sede nei locali dell'ex [[Monastero della Santissima Annunziata (Paternò)|Monastero della Santissima Annunziata]]<ref>{{cita web|url=http://www.bibliotecapaterno.it/|titolo=Home Page del sito della Biblioteca Comunale "G.B. Nicolosi" di Paternò|accesso=28 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110304010638/http://www.bibliotecapaterno.it/|dataarchivio=4 marzo 2011}}</ref>.Si sviluppa su 2 piani ed è molto vasta, è dotata di sale lettura, sale multimediali e grandi saloni per conferenze. La parte inferiore da cui si accede da piazza della Concordia, è molto antica ed è stata restaurata riportando le fabbriche agli antichi splendori.
 
==== Scuole ====
Vi è concentrato un rilevante numero di [[Scuola secondaria di secondo grado|istituti di istruzione superiore di secondo grado]], pubblici e privati, divisi tra licei, istituti tecnici e professionali ([[istituto magistrale]], [[istituto professionale]] per l'agricoltura, [[istituto tecnico commerciale]], [[liceo classico]], [[liceo linguistico]] (Scienze Sociali), (Liceo Psicopedagogico), [[liceo scientifico]] (Istituto Alberghiero) Turistico, (ENIP Formazione Professionale)<ref name="dati comune"/>) e molti altri istituti ad indirizzo professionale, quest'anno una sede distaccata del Liceo Artistico di cui si servono anche gli studenti dei comuni limitrofi, Belpasso, S.Maria di Licodia, Motta S.Anastasia, Ragalna, Castel di Judica, Centuripe, Troina, Adrano, Biancavilla, Misterbianco.
 
A Paternò viene pubblicata la [[periodico|rivista periodica]] quindicinale dal titolo ''[[Gazzetta Rossazzurra]]'' (fino al 2015 ''La Gazzetta Rossazzurra di Sicilia''), attiva dal 1999 e fondata dal dott. Vincenzo Anicito, che si occupa di attualità, politica, cultura, turismo e sport, relativamente alla città e ad altri comuni del suo comprensorio. La testata è presente anche nella versione online con il suo sito www.gazzettarossazzurra.it .<ref>{{cita web|url=https://www.gazzettarossazzurra.it/chi-siamo-1/|titolo=Il Team di Gazzetta Rossazzurra|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027174841/https://www.gazzettarossazzurra.it/chi-siamo-1/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Fino a dicembre 2019 è andato in stampa ''Freedom24'', testata fondata nel 2011 dal giornalista Andrea Di Bella, che ha poi proseguito le pubblicazioni online al sito internet www.freedom24news.eu (attivo dal 2013) e sui relativi canali social dedicati (attivi dal 2009). Il giornalista Di Bella ha anche fondato nel 2024 l’iniziativa d’Informazione locale ''Paternò Domani'' sul social network Facebook. Ma sono stati tanti i giornali editi in città, che si sono poi persi. Da citare tra questi Zona Franca, uscito fino al 2021, Net Magazine e L'indipendente usciti fino al 2012.
Di questi, il liceo classico, intitolato al poeta catanese [[Mario Rapisardi]], rappresenta la più antica istituzione scolastica della città essendo stata fondata nel [[1904]]<ref>AA.VV., ''Atene e Roma'' vol. 30 (a cura dell'Associazione italiana di cultura classica), Le Monnier, 1985, p. 93</ref>.
 
Dal 1984 al 2014, veniva pubblicata la rivista mensile in formato [[berlinese]] dal titolo ''La Gazzetta dell'Etna'', fondata e diretta dal giornalista e scrittore Angelino Cunsolo (1928-2019) - già corrispondente paternese del quotidiano ''[[La Sicilia]]'' - che si occupava di attualità e di cultura riguardanti l'area etnea.<ref>{{cita news|autore=[[Nino Lombardo|N. Lombardo]]|titolo=Lavorare insieme senza gelosie|pubblicazione=La Gazzetta dell'Etna|data=27 febbraio 1984|p=1}}</ref><ref>{{cita news|autore=C. Santangelo|url=http://www.leggimionline.it/2014/03/27/angelino-cunsolo-si-ritira-e-chiude-la-gazzetta-delletna-chiude-segnando-la-fine-di-unepoca-doro-fatta-di-passione-costanza-e-dedizione/|titolo=Angelino Cunsolo si ritira e chiude La Gazzetta dell’Etna chiude segnando la fine di un’epoca d’oro fatta di passione, costanza e dedizione|pubblicazione=Leggimi|data=27 marzo 2014|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160322/http://www.leggimionline.it/2014/03/27/angelino-cunsolo-si-ritira-e-chiude-la-gazzetta-delletna-chiude-segnando-la-fine-di-unepoca-doro-fatta-di-passione-costanza-e-dedizione/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.corrieretneo.it/2019/01/06/paterno-la-scomparsa-di-angelino-cunsolo-uomo-daltri-tempi-e-giornalista-garbato/|titolo=Paternò, la scomparsa di Angelino Cunsolo: uomo d'altri tempi e giornalista garbato|pubblicazione=Corriere Etneo|data=6 gennaio 2019|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160317/https://www.corrieretneo.it/2019/01/06/paterno-la-scomparsa-di-angelino-cunsolo-uomo-daltri-tempi-e-giornalista-garbato/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Ma tante negli anni sono state le riviste del territorio come il ''Giornale dell'Etna'' del prof. Salvo Benfatto o la ''Tribuna Etnea'' del prof. Enzo Castorina.
==== Teatri ====
In passato fu presente un [[teatro]] (che sorgeva nell'attuale via Teatro), inaugurato nel [[1704]] e fatto costruire su personale iniziativa del marchese Alessandro Clarenza. Costui donò il teatro alla Chiesa di Santa Barbara nel [[1734]], prima di passare sotto la proprietà del comune nel [[1755]]<ref>{{cita|Cfr. G. Savasta, ''Memorie storiche della città di Paternò'', 1905|p. 320}}.</ref><ref>{{cita|Cfr. B. Rapisarda Tripi, ''Paternò tra due torri'', 2002|pp. 83-89}}.</ref>. Fu abbattuto nel [[1957]] per la costruzione dell'[[ufficio postale]].
 
Nel 2021 viene pubblicato da Algra Editore il libro "[https://www.algraeditore.it/narrativa/paterno-arcana-i-racconti/ Paternò Arcana. I racconti.]" scritto da [http://www.giorgiociancitto.it Giorgio Ciancitto] e Mario Cunsolo sulle leggende del territorio paternese.
==== Musei ====
Nel comune etneo sono presenti tre [[museo|musei]]:
* Il [[museo civico Gaetano Savasta]], con due sezioni: l'archeologica presso l'ex carcere borbonico e l'etnoantropologica (Museo della Civiltà Contadina), presso l'ex macello comunale;
* La [[Galleria d'Arte Moderna]], è collocata dal 2015 nei locali di Via Roma 26. La collezione è formata da donazioni di artisti che nel passato hanno esposto a Paternò. Sono presenti opere di numerosi autori tra cui [[Mario Sironi]], [[Fausto Pirandello]], [[Piero Guccione]], [[Remo Brindisi]], [[Sergio Vacchi]], [[Achille Pace]], [[Nicola Maria Martino]], Enzo Indaco.
* Il [[Palazzo delle arti (Paternò)|Palazzo delle Arti]], presso l'ex [[Ospedale Santissimo Salvatore]].
 
==== MediaRadio ====
A Paternò operano due [[emittenti radiofoniche]], ''Radio Touring'' (attiva dal 1980)<ref>{{cita web|url=http://www.siciliamedia.it/radio/radio-catania/radio-touring/|titolo=Radio Touring|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160320/http://www.siciliamedia.it/radio/radio-catania/radio-touring/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>, e ''Radio City''<ref>{{cita web|url=http://www.siciliamedia.it/radio/radio-catania/radio-city/|titolo=Radio City|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160323/http://www.siciliamedia.it/radio/radio-catania/radio-city/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>, il cui segnale è diffuso in tutta la provincia.
Nel territorio di Paternò vengono ricevuti i segnali di tutte le [[emittenti radiofoniche|emittenti radio]]-[[televisione|televisive]] a diffusione nazionale, e le maggiori a diffusione regionale, in particolare quelle catanesi e della provincia etnea (come l'adranita ''Radio Flash''). A queste si aggiungono le emittenti televisive locali [[Ciak Telesud]], VideoStar TV e City Tv e quelle radiofoniche Radio Video City e Radio Touring. Tra i periodici appuntamento fisso è il quindicinale Gazzetta Rossazzurra mentre tra i magazine c'è il mensile Zona Franca, infine tra i siti internet di informazione: 95047.it, Corriere Etneo e Gazzetta Rossazzurra News.
 
==== Televisione ====
A Paternò operano tre [[emittente televisiva|emittenti televisive]], una generalista, [[Ciak Telesud]], attiva dal 1985, e due musicali, ''Touring TV'' e ''City TV'' (attiva dal 2017<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.teleradioe.eu/arriva-city-tv-radio-video-city-paterno-sul-digitale-terrestre/|titolo=Arriva City Tv (Radio Video City Paternò) sul digitale terrestre|pubblicazione=Teleradioe|data=17 giugno 2017|accesso=16-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160323/https://www.teleradioe.eu/arriva-city-tv-radio-video-city-paterno-sul-digitale-terrestre/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>).
 
=== Teatro ===
Nel periodo compreso tra la seconda metà del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, a Paternò si svolgeva un'intensa attività teatrale grazie alla presenza in città di [[compagnia teatrale|compagnie d'arte drammatica]].
 
Di queste, le più note erano quelle di Alessandro Librizzi, detto ''Don Liscianniru'' (1871-1945), quella di Barbaro Lo Giudice (padre del tenore [[Franco Lo Giudice]]), e quella del cavaliere Alfio Bottino (1910-1990).<ref name="teatro">{{cita news|autore=B. Rapisarda|titolo=C'era una volta un teatro comunale|pubblicazione=La Gazzetta dell'Etna|data=18 aprile 1984|p=5}}</ref> L'impresa del Librizzi in particolare, oltre che nell'[[arte drammatica]], era specializzata nell'[[Opera dei Pupi]], che a Paternò fu introdotta nel 1888 dal suocero, il catanese Carmelo Crimi.<ref>{{cita news|autore=S. Distefano|titolo=I Pupi di Paternò ritornano in scena a Centuripe|pubblicazione=L'Indipendente di Sicilia|data=8 febbraio 2014|p=7}}</ref> Lo stesso Librizzi, nel 1907 aveva fondato la prima [[sala cinematografica]] di Paternò, a cui fece seguito quella fondata da Lo Giudice, il ''Cinema Santa Barbara'', attivo fino al 1985<ref>{{cita news|autore=B. Rapisarda Tripi|titolo=Addio «Cinema S. Barbara»|pubblicazione=La Gazzetta dell'Etna|data=19 luglio 1985|p=5}}</ref>; Giuseppe Librizzi Crimi, nel 1931 fondò il ''Cine-Teatro Excelsior'', e proseguì l'attività del padre Alessandro fino al 1940.<ref name="toponimo"/> L'Excelsior è la più grande sala cinematografica privata di Paternò e dotata di 600 posti, che, chiusa nel 2013, è stata riaperta nel 2017 per iniziativa dell'associazione ''Il Cenacolo'', allora presieduta da [[Nino Lombardo]], ed è destinata alle associazioni culturali e alle scuole.<ref>{{cita news|autore=S. Spampinato|titolo=Riapre il Teatro Excelsior «Sarà adisposizione di tutti» |pubblicazione=[[La Sicilia]] - Edizione di Catania |data=17 luglio 2017|p=35}}</ref>
 
In passato, a Paternò fu presente un [[teatro]] comunale (che sorgeva nell'attuale via Teatro), inaugurato nel 1704 e fatto costruire su personale iniziativa del marchese Alessandro Clarenza. Costui donò il teatro alla Chiesa di Santa Barbara nel 1734, prima di passare sotto la proprietà del comune nel 1755.<ref>{{cita|Savasta|p. 320}}.</ref><ref>{{cita|Rapisarda|pp. 83-89}}.</ref> Il teatro comunale fu abbattuto nel 1957 per realizzarvi la costruzione dell'[[ufficio postale]].<ref name="teatro"/> Era il più importante della provincia etnea dopo il [[Teatro Massimo Vincenzo Bellini|Teatro Massimo di Catania]], ed oltre alle compagnie locali vi svolsero spettacoli anche compagnie di rilievo nazionale e internazionale, come quelle di [[Achille Majeroni (attore 1824-1888)|Achille Majeroni]], [[Ermete Zacconi]], di [[Giovanni Grasso]], di [[Angelo Musco]] e [[Rosina Anselmi]].<ref name="teatro"/>
 
=== Cinema ===
Paternò è stata scelta come ___locationesterno per alcuni film:
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1939)|Cavalleria rusticana]]'' ([[1939]]) di [[Amleto Palermi]]
* ''[[I fidanzati]]'' ([[1963]]) di [[Ermanno Olmi]]
* ''[[Arriva la bufera]]'' (1992) di [[Daniele Luchetti]]
* ''[[La piovra 7 - Indagine sulla morte del commissario Cattani|La piovra 7]]'' ([[1995]]) [[miniserie televisiva]] diretta da [[Luigi Perelli]] (settima stagione della ''[[La piovra (serie televisiva)|Piovra]]'')
* ''[[La piovra 7 - Indagine sulla morte del commissario Cattani|La piovra 7]]'' (1995) [[miniserie televisiva]] diretta da [[Luigi Perelli]] (settima stagione della ''[[La piovra (serie televisiva)|Piovra]]'')
* ''[[Vipera (film)|Vipera]]'' ([[2001]]) di [[Sergio Citti]]
* ''[[LaVipera matassa(film)|Vipera]]'' ([[2009]]2001) di [[Ficarra e Picone]] e [[GiambattistaSergio AvellinoCitti]]
* ''[[La matassa]]'' (2009) di [[Ficarra e Picone]] e [[Giambattista Avellino]]
* ''[[Cùntami]]'' (2021) di [[Giovanna Taviani]] - documentario
 
=== Musica ===
Paternò è stata inoltre scelta come set per alcuni video musicali, tra i quali:
* ''Il fuoco in una stanza'' (2018) del gruppo [[The Zen Circus]]
* ''[[Vinavil (singolo)|Vinavil]]'' (2018) di [[Giorgio Poi]]
* ''[[Tu no (Irama)|Tu no]]'' (2024) di [[Irama]]
 
=== Cucina ===
Dal punto di vista [[gastronomia|gastronomico]], laLa cucina paternese è pressoché identica a quella tipica dell'area etnea, ma ha delle peculiarità per ciò che riguarda la tradizione [[dolci]]aria.<ref>{{cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/pasqua/sabatosanto.htm|titolo=USI E COSTUMI DEL SABATO SANTO A PATERNÓ|accesso=4 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141020075222/http://www.francocrisafi.it/web_secondario/pasqua/sabatosanto.htm|dataarchivio=20 ottobre 2014|urlmorto=sì}}</ref>; Tipico dolce [[Natalizio]] la ''luna'', dolce a forma di mezzaluna ripiena di fichi secchi, miele, arance, mandarini e limoni canditi, pinoli, noci, mandorle, uva passa e cannella. Questo è il dolce paternese per eccellenza. Imitato e copiato nella zona.
 
Tipico dolce natalizio è la ''luna'', a forma di mezzaluna ripiena di fichi secchi, miele, arance, mandarini e limoni canditi, [[pinoli]], [[noce (frutto)|noci]], mandorle, [[uva passa]] e [[cannella]].<ref name="dolci">{{cita web|url=https://turismo.cittametropolitana.ct.it/il-territorio/i-58-comuni/paterno.aspx|titolo=I 58 Comuni del territorio della Provincia di Catania - Paternò|accesso=17-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160324/https://turismo.cittametropolitana.ct.it/il-territorio/i-58-comuni/paterno.aspx|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> In occasione della Pasqua, la specialità dolciaria è rappresentata dal ''ciciliu'', uova di gallina ornate con figure di pasta.<ref name="dolci"/>
Piatto tradizionale paternese è la ''rana'', per la quale nel mese di settembre di ogni anno viene organizzata una [[Sagra (festa)|sagra]], che comprende anche le altre specialità culinarie locali<ref>{{cita web|url=http://www.siciliainfesta.com/sagre/sagra_della_rana_paterno.htm|titolo=Sagra della Rana a Paternò|accesso=6 marzo 2012}}</ref>. Per questo i paternesi vengono chiamati dagli abitanti degli altri comuni <nowiki>''mangialarunghi''</nowiki>. Soprannome di cui i paternesi vanno fieri.
Altra peculiarità prettamente paternese sono le cassatelle che differiscono da quelle diffuse in tutta l'isola (fagottini al ripieno di ricotta) essendo formate da 2 biscotti farciti di crema e nella parte superiore glassati con una tipica decorazione (il più delle volte una chiave di violino).
Dal punto di vista [[gastronomia|gastronomico]], il piatto tradizionale paternese è la ''rana'', ed è diffuso anche il consumo dell'[[Anguilla (zoologia)|anguilla]].<ref name="dolci"/>
 
=== Eventi ===
{{vedi anche|Festa di santa Barbara}}
A Paternò uno degli eventi più importanti è il [[carnevale]], uno dei più antichi della Sicilia, e il più antico della provincia di Catania dopo quello di [[Carnevale di Acireale|Acireale]]. Il [[Carnevale di Paternò]] ha origini molto antiche e la sua istituzione fu ufficializzata nel 1868.<ref>{{cita news|autore=B. Rapisarda Tripi|titolo=Il folklore del Carnevale|pubblicazione=La Gazzetta dell'Etna|data=21 febbraio 1987|p=2}}</ref> Sospeso durante le due guerre mondiali, si svolse ininterrottamente dal 1950 al 1972, e si caratterizza per i balli in piazza e la sfilata dei [[carro allegorico|carri allegorici]] infiorati, il cui percorso parte dalla Villa Moncada, tocca le principali vie cittadine e si conclude in [[Piazza Indipendenza (Paternò)|piazza Indipendenza]].<ref>{{cita news|autore=|titolo=Paternò si prepara a festeggiare la «rinascita» del suo carnevale|pubblicazione=[[La Sicilia]]|data=15 febbraio 1987|p=4}}</ref><ref>{{cita web|url=https://carnevaleinsicilia.wordpress.com/14/paterno/|titolo=Paternò (Ct)|accesso=13-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190306111758/https://carnevaleinsicilia.wordpress.com/14/paterno/|dataarchivio=6 marzo 2019|urlmorto=sì}}</ref> Dal 1987, si svolge annualmente nel mese di febbraio, ma nelle edizioni più antiche la manifestazione prendeva avvio subito dopo l'[[Epifania]].<ref>{{cita news|autore=G. Raccuia|titolo=Una festa tradizionale|pubblicazione=La Gazzetta dell'Etna|data=21 febbraio 1987|p=2}}</ref>
 
Altro evento di particolare rilevanza a Paternò è la [[Fiera di Settembre]], che si svolge annualmente nelle prime due settimane del mese di settembre all'interno del [[Giardino Moncada]]. La manifestazione, la cui prima edizione risale al 1976<ref>{{cita news|autore=A. R. Cunsolo|titolo=Gran successo a Paternò della fiera di settembre|pubblicazione=La Gazzetta dell'Etna|data=11 settembre 1984|p=5}}</ref>, era stata interrotta con l'edizione del 1991, ed è ripresa nel 2003.<ref>{{cita news|autore=P. Virgillito|titolo=Quel paese dei balocchi sul Belvedere|pubblicazione=[[La Sicilia]] - Edizione di Catania|data=16 maggio 2011|p=43}}</ref> Si svolge attraverso l'allestimento degli stand espositivi negli spazi interni della villa comunale, ed è dedicata all'agricoltura, all'artigianato locale, al commercio, ai prodotti tipici ed enogastronomici, e comprende anche gli spettacoli.<ref>{{cita web|url=https://www.siciliainfesta.com/fiere_e_mercatini/fiera_disettembre_paterno.htm|titolo=Fiera di Settembre a Paternò|accesso=18-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160322/https://www.siciliainfesta.com/fiere_e_mercatini/fiera_disettembre_paterno.htm|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
Paternò è nota anche per la Roccanormanna, manifestazione internazionale di [[musica]], [[arte]], cultura e spettacolo, che si svolgeva al largo Belvedere nei pressi del Castello normanno. La rassegna, la cui prima edizione risale al 1978<ref>{{cita news|autore=|titolo=A Paternò il terzo festival «Roccanormanna»|pubblicazione=[[La Sicilia]]|data=11 luglio 1981|p=14}}</ref>, negli anni successivi si è svolta in maniera discontinua, e l'ultima risale al 2014.<ref>{{cita web|url=http://www.agenda.unict.it/9442-roccanormanna-fest.htm|titolo=Roccanormanna Fest|accesso=18-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027160320/http://www.agenda.unict.it/9442-roccanormanna-fest.htm|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
 
[[File:Mappa urbanistica di Paternò.jpg|thumb|upright=1.4|Mappa urbanistica di Paternò]]
=== Urbanistica ===
{{vedi anche|Urbanistica di Paternò}}
L'attuale [[centro storico]] di Paternò si sviluppò verso la seconda metà del [[XVI secolo]], quando vi si insediarono gli abitanti provenienti dalla Collina Storica, e l'abitato fu oggetto di numerosi interventi edilizi a partire dal secolo successivo.
 
La pianta urbanistica della città presenta delle particolari sequenze a "croce" di strade e di piazze. Si parte delladalla via Vittorio Emanuele - detta "strada dritta" per via della sua struttura lineare - costruita agli inizi del [[XIX secolo]] con il nome di via Ferdinandea, che attraversa gran parte del centro, tocca la piazza Regina Margherita - detta i "Quattro Canti" e molto simile a quelli di [[Quattro Canti (Palermo)|Palermo]] - e la piazza Indipendenza, per poi concludersi davanti ilal prospetto della chiesa del Monastero.
 
Accanto al "salotto" classico dell'antica e suggestiva via Vittorio Emanuele ricca di dimore patrizie si affiancò, a partire dal [[secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]], la via Emanuele Bellia (più larga della "strada dritta")<ref name="Dati PRG 95"/>.In questa via più moderna e funzionale si affacciano grandi ed alti palazzi, negozi lussuosi ed attività commerciali di vario genere, è interrotta dalla grande piazza della Regione su cui prospettano gli edifici del primo circolo didattico, caserma dei carabinieri e pretura. Al centro incorniciata da spazi verdi è ubicata una fontana artistica con grandi pannelli a mosaico recanti scene di vita paternese.
 
Nel [[1976]]<ref name="Ardizzone"/>, furono avviati i lavori per la realizzazione del quartiere "satellite" in contrada Ardizzone.<ref name="ardizzone"/> Paternò subì quindi nuove spinte centrifughe che la portarono ad una successiva espansione verso il fronte orientale a partire dal corso Italia e dal corso del Popolo che videro il fiorire di nuove palazzine e ampliamenti delle strade con l'aggiunta di viali alberati e giardini, nonché la presenza della dell'attuale sede del [[Comune|Municipio]] (un moderno palazzo di 10 piani edificato nel [[1980]]).
 
L'abitato di Paternò è a tutt'oggi in fase di espansione: verso la parte sud della città è prevista infatti l'urbanizzazione del quartiere [[Scala Vecchia-Palazzolo]], il cui progetto comprende la realizzazione di un [[giardino|parco]], di alloggi popolari e di nuove strade.<ref>''{{cita news|autore=M. Sottile|titolo=In arrivo sette milioni di euro per il quartiere Scala Vecchia'' - |pubblicazione=[[La Sicilia,]] (Edizione di Catania)|data=10 febbraio 2012|p=46}}</ref>.
 
=== Quartieri ===
PurA essendoPaternò unnon comuneesiste diuna notevolesuddivisione ampiezzaamministrativa demograficadel e territoriale, a Paternò non esistono suddivisioniterritorio in [[quartiere|quartieri, a livello amministrativo]], ma storico. Ad eccezione fatta per ill'Ardizzone quartieree ArdizzoneScala Vecchia-Palazzolo, i rioni paternesi sono tutti situati all'interno o a ridosso del centro storico. I quartieri più antichi di Paternò traggono la loro origine dall'antichità e dalla presenza di un [[edificio]] [[Religione|religioso]]<ref name="quartieri">{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'', 2009|p. 64}}.</ref>, ed essi sono:
 
Acquagrassa, [[Quartiere Ardizzone|Ardizzone]], Balatelle, Cappuccini, Circumvallazione, Coniglio, Consolazione, Falconieri, Gancia, Montecenere, Piano Cesarea, Pioppi, Purgatorio, [[Quattro Canti (Paternò)|Quattro Canti]], Salinelle, San Biagio, San Francesco di Paola, San Gaetano, San Giovanni (o delle Palme), San Michele, Sant'Antonio, Santa Barbara, Santa Caterina, Santissimo Salvatore, [[Scala Vecchia-Palazzolo]], Villetta, Via Sardegna, Zona Mazzini, Comune via G.Via Verga sud. I quartieri più popolosi sono il quartiere Ardizzone, Scala Vecchia, Villetta, Sardegna.Zona Mazzini, ed Acqua Grassa. Tutti quartieri sorti dal dopoguerra ad oggi.
 
=== Contrade ===
Nel territorio comunale di Paternò si trovano numerose contrade, che sono per gran parte zone disabitate, ema dove vi sono situaticon molti terreni agricoli. La toponomastica delle contrade paternesi deve la propria origine al cognome di un [[feudatario]] o per ragioni puramente storiche<ref name="quartieri"/>:
 
Acqua Rossa, Archimandrita, Ardizzonella, Baè, Barriera, Bellacortina, Buffa, Cafaro, Campisi, Canfarella, Cannicciola, Capannoni, Capitano, Cappellano, Cappuccini Vecchi, Carrubba, Casulle, Cavallara, Cesarea, Chiapparia, Chiusa Oria, Ciappe Bianche, Ciaramito, Cisterna, Civita, Civiti, Condotti, Coscia del Ponte, Costantina, Costantinella, Cotoniera, Currone, Cutura, Damuso, Feudo Stella, Fondaco della Fata, Fondaco Petulenti, Fontana Paradiso, Fossa della Creta, Fragione, Gammarella, Gerbini, Gerbini Soprano, Gerbini Sottano, Giacobbe, Giaconia, [[Gianferrante]], Giosafatta, Iazzo, Jaconianni, Jungo, Lago, Leone, Magazzinazzo, Malcocinato, Malvezzaro, Mellicucco, Mendola, Monafria, Moncichene, Navarra, Nicolò, Ospedaletto, Palazzolo, Pantafurna, Pantano, Patellina, Pericello, Pero, Pescheria, Petulenti, Piano Lago, Picone, Pietralunga, Pispisa, Pizzo Scalilla, Poggio del Monaco, Poggio Rosso, Poira, Porrazzo, Portere Stella, Portiere Stella, Prefalaci, Priolo, Puzzillo, Raisa, Regalizie, Renazzi, Rescaporto, Revogadro, Revogadro Grande, Revogadro Piccolo, Rocce Acitano, Romito, Rotondella del Fiume, Tanazzo, Tanazzo Soprano, Tanazzo Sottano, Trappetazzo, Tre Fontane, Valle Soprana, Volta dei Cerchi, Zappulla.<ref>{{collegamentocita interrottoweb|1url=[http://www2.comune.paternowww.ctfrancocrisafi.it/gtweb_secondario/gt_p_vie_elencostradario/le_contrade_del_territorio_urban.php?GTVIDES=&x=575bbb828c0844cf0e7ed5a0a572205e&FormVie_Pagehtm|titolo=1#VieLe Stradario ufficiale dal sitocontrade del Comune di Paternò]territorio comunale|dateaccesso=marzo30-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160503035105/http://www.francocrisafi.it/web_secondario/stradario/le_contrade_del_territorio_urban.htm|dataarchivio=3 2018maggio 2016|boturlmorto=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
=== Frazioni ===
[[Sferro]] è l'unica [[Frazione (geografia)|frazione]] di Paternò. Borgo agricolo fondato in epoca fascista, è situato nella parte sudoccidentale del territorio paternese, dista circa 11,6&nbsp;km dal centro cittadino, ed ha una popolazione di 67 unità.<ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/sicilia/catania_paterno_sferro.html|titolo=La Frazione di Sferro|accesso=24-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027161204/http://italia.indettaglio.it/ita/sicilia/catania_paterno_sferro.html|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
Nonostante la vastità del territorio, [[Sferro]], centro agrumicolo situato nella Piana di Catania, è l'unica [[Frazione geografica|frazione]] del comune di Paternò<ref>{{cita web|url=http://www.cuoredisicilia.it/index.php?view=article&catid=113%3Aunica-cennistorici&id=292%3Acomuni-e-frazioni-di-catania&format=pdf&option=com_content&Itemid=131|titolo=Comuni e frazioni di Catania|accesso=7 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Furono frazioni del comune di Paternò, [[Licodia di Paternò]] (l'odierna Santa Maria di Licodia)<ref>V. Amico, ''Dizionario topografico della Sicilia'' vol. I, Morvillo, 1858, p. 605</ref> e [[Ragalna]], elevate a comuni rispettivamente nel [[1841]] e nel [[1985]]. Il ''Dizionario Geografico dei Comuni della Sicilia e delle frazioni comunali'' di Giuseppe Di Vita ed edito da Pravatà nel [[1906]], indica come frazioni anche Barca e Schettino<ref name="malaria"/>.
 
== Economia ==
Paternò è da sempre uno dei maggiori centri agricoli della provincia di Catania: in passato l'[[agricoltura]] ha costituito il [[settore primario]] nell'economia paternese. Tuttavia però, con la terziarizzazione dell'economia verificatasi degli ultimi decenni, il primo settore è rappresentato dalle imprese attive nel [[commercio]] (39,8%), seguite da quelle attive nell'agricoltura (18,6%), nell'[[edilizia]] (16,2%), nel settore [[industria|manifatturiero]] (8,6%), e il resto da servizi, trasporti, ecc. (16,8%).<ref>{{cita web|url=http://www.urbistat.it/it/economia/imprese/paterno-/87033/4|titolo=Dati economici 2010 relativi alle imprese di Paternò per settore dal sito dell'URBISTAT|accesso=28 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref>.
 
=== Agricoltura ===
L'agricoltura costituisce tradizionalmente il più importante settore produttivo dell'[[economia]] di Paternò. Principale attività è la produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, in particolare gli [[agrumi]], la cui esportazione si rivolge sia al [[mercato]] nazionale che estero.<ref name="economia">''Piano di Intervento del Comune di Paternò'' - Prot. 23139 del 5 luglio 2016, p. 25</ref> Nello specifico il settore primario produce e commercializza l'[[arancia rossa]], conosciuta ed esportata in tutto il mondo: Paternò fa parte della zona di produzione dell'[[Arancia Rossa di Sicilia|Arancia Rossa di Sicilia IGP]].<ref name="economia"/><ref>{{cita web|url=https://www.tutelaaranciarossa.it/consorzio-2/|titolo=Territorio - Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP|accesso=18-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190424104827/https://www.tutelaaranciarossa.it/consorzio-2/|dataarchivio=24 aprile 2019|urlmorto=sì}}</ref> Il territorio risulta fortemente coltivato, data l'elevata fertilità dei suoli, ed oltre alla produzione agrumaria vi sono quelle secondarie dei [[cereali]], dell'[[uva]], delle [[olive]] e degli [[ortaggi]].<ref name="economia"/><ref name="coltivazioni">{{cita web|url=https://www.cittametropolitana.ct.it/il_territorio/Il_Comune_di_Patern_.aspx|titolo=Il Comune di Paternò - Città metropolitana di Catania|accesso=|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027150840/https://www.cittametropolitana.ct.it/il_territorio/Il_Comune_di_Patern_.aspx|urlmorto=sì}}</ref>
{{vedi anche|Arancia Rossa di Sicilia}}
Il principale settore produttivo è sempre stato quello di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. In passato era molto importante il settore agrumario, di cui era rinomata l'[[Arancia Rossa di Sicilia|arancia rossa]], la ''sanguinella'', esportata in tutto il mondo. L'arancia rossa di Paternò è tuttora la più pregiata della Sicilia, ed ha reso Paternò famosa in tutto il mondo. In contrada Ponte-barca, nei pressi del fiume Simeto si trova la grande azienda agrumicola Costantina, che fino agli anni 70-80 era la più grande azienda agrumicola del mondo. Si producono anche [[cereali]], [[ortaggi]], [[pomodori]], [[olive]], mandorle, frutta in genere ed [[uva]].
 
In passato molto diffuse erano anche altri tipi di colture. Fino al [[XVI secolo]], Paternò fu, assieme a Catania ed Acireale, uno dei maggiori centri della provincia per la coltivazione del [[baco da seta]], ed assieme ad [[Adrano]], il maggiore centro nella coltivazione del [[Gossypium|cotone]].<ref>{{cita|Cfr. S. Correnti, ''Paternò'', 1973|p. 151}}.</ref>. Non meno rilevanti erano le coltivazioni dei [[legumi]] e delle [[mandorle]], a cui si aggiungeva anche una significativa produzione [[vino|vinicola]].
 
Tra gli operatori attivi nel settore, degna di menzione è la storica azienda [[La Costantina]], che fino agli anni settanta-ottanta nel XX secolo era la più grande azienda agrumicola del mondo.
Dai dati del V [[Censimento generale dell'agricoltura]] effettuato nel [[2000]], è emerso che a Paternò la [[superficie agricola utilizzata]] è risultata di 4.926,06 ha (per oltre l'80% impiegata nell'agrumicoltura), mentre di soli 232,46 ha, è risultava invece la superficie agricola non utilizzata. Tale situazione è dovuta principalmente alla fertilità del territorio, che fanno della città etnea una dei maggiori centri agricoli della provincia<ref name="superficie"/>.
 
Di rilevanza è anche l'[[allevamento]], che riguarda [[bovini]], [[caprini]] ed [[equini]].<ref name="coltivazioni"/>
Oggi la produzione è orientata verso il settore [[conserve alimentari|conserviero]] [[agroalimentare]].
 
=== Artigianato ===
A Paternò l'[[artigianato]] ha una tradizione secolare ed è ancora fiorente. Esso prevede dei settori come la lavorazione dell'[[argilla]], della [[pietra lavica]], del [[ferro battuto]] e del [[legno]].<ref name="dolci"/>
Fiorenti sono le [[artigianato|attività artigianali]], che hanno avuto notevole impulso negli ultimi decenni, e vantano la produzione dei famosi [[Carretto siciliano|carretti siciliani]]. Hanno assunto grande importanza anche la lavorazione dell'[[argilla]], del [[ferro battuto]], della [[ceramica]], della [[Basalto|pietra lavica]] e soprattutto della [[pietra lavica ceramizzata]].<ref>[http://www.carrettosiciliano.com/sicilia-story/59-i-comuni-etnei/111-paterno.html Dal sito Carrettosiciliano.com]</ref><ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=18}}</ref>
 
=== Industria ===
L'[[attività manifatturiera]] a Paternò è poco sviluppata, e riguarda piccole imprese attive nei settori [[Conserve alimentari|conserviero]], degli [[imballaggio|imballaggi]] e della pastificazione.<ref>{{cita web|url=http://www.catania-sicilia.it/paterno.htm|titolo=PATERNO'|accesso=18-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171030105410/http://www.catania-sicilia.it/paterno.htm|dataarchivio=30 ottobre 2017|urlmorto=sì}}</ref>
Nel complesso l'[[attività manifatturiera]] è poco sviluppata, e oltre al settore delle conserve, riguarda anche i settori della plastificazione e degli imballaggi.
 
=== Commercio e serviziServizi ===
NotevoleA l'impiegoPaternò nelmolto sviluppato è il [[settore terziario]], eche moltoriveste presentiun sonoruolo leimportante nell'economia cittadina, per la massiccia presenza di [[commercio|attività commerciali]], soprattutto nel centro.<ref cittadinoname="economia"/> In particolare, le attività legate al [[commercio al dettaglio]] rappresentano circa il 40% delle unità operative.<ref name="economia"/>
 
Considerevole è anche l'attività del commercio mercatale, che rappresenta il 7% delle unità operative, grazie al mercato che si svolge per tre giorni alla settimana (lunedì, giovedì, sabato) in contrada Fonte Maimonide.<ref name="economia"/> Conosciuto dai paternesi come ''a fera o' jovi'', ovvero "la fiera del giovedì", storicamente l'attività del mercatino era concentrata in [[Piazza Vittorio Veneto (Paternò)|piazza Vittorio Veneto]], ed è stato trasferito nell'attuale sito nel 1982.<ref>{{cita news|autore=A. Cartalemi|titolo=La famiglia dei "puntinari"|pubblicazione=La Gazzetta Rossazzurra di Sicilia|data=7 luglio 2012|p=5}}</ref>
Per molti anni il centro storico di Paternò è stato una vera e propria "città del commercio", poi andata in crisi con la chiusura di molti esercizi, dovuta alla proliferazione dei [[Centro commerciale|centri commerciali]] nella provincia etnea degli [[anni 2000]] - in primo luogo [[Etnapolis]] nella vicina Valcorrente - che hanno attirato in maniera significativa una buona fetta del bacino di utenza servito dai negozi di Paternò.
 
Nel 2005 è stato inaugurato il centro commerciale [[Etnapolis]].
Molto fiorente è anche l'attività del [[mercato]] trisettimanale, che per l'appunto si svolge per tre giorni alla settimana (lunedì, giovedì, sabato) in contrada Fonte Maimonide. Conosciuto dai paternesi come ''a fera o' jovi'', ovvero "la fiera del giovedì", storicamente l'attività del mercatino era concentrata in [[Piazza Vittorio Veneto (Paternò)|piazza Vittorio Veneto]], ed è stato trasferito nell'attuale sito nel [[1982]]<ref>''La famiglia dei "puntinari"'' - La Gazzetta Rossazzurra, 7 luglio 2012</ref>.
 
In passato Paternò fu un significativo centro [[finanza|finanziario]], in quanto sede di diversiquattro [[istituto di credito|istituti di credito]]: il primo di essi fu la [[Banca di Paternò|Banca Popolare di Paternò]] fondata nel [[1886]]. AltriGli altri storici istituti bancari furono la ''Banca Commerciale di Credito Vittorio Emanuele'', la ''Cassa Agricola G.B. Nicolosi'' e la ''Cassa di Credito «La Combattente»''.<ref>[http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/strumric/altri/Elenco_banche.pdf{{cita ELENCOlibro DELLE| BANCHEautore= DOCUMENTATE| NELtitolo= FONDOBollettino BANCAdell'Ispettorato Dper la difesa del risparmio e per l'ITALIAesercizio del credito - SOTTOFONDOElenco VIGILANZAdelle (1926-1961)]aziende {{webarchivedi credito iscritte nell'albo al 31 dicembre 1936|url anno=https://web.archive.org/web/20110626025045/http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/strumric/altri/Elenco_banche.pdf 1937 |data editore=26 giugnoIstituto 2011Poligrafico dello Stato | p= 25}}</ref>.
 
=== Turismo ===
Nonostante la significativa presenza di beni monumentali e di interessanti siti naturalistici, il [[turismo]] a Paternò è un settore che non è mai decollato. Al 2014, l'offerta di [[Struttura ricettiva|strutture ricettive]] nel territorio di Paternò, è costituita da appena 6 esercizi extralberghieri.<ref>''Piano di Intervento del Comune di Paternò'' - Prot. 23139 del 5 luglio 2016, p. 24</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
I principali assi viari extraurbani che attraversano il territorio comunale di Paternò sono:
Per la sua posizione geografica e per l'importanza che riveste nell'area in cui è situata, la città di Paternò è servita da numerose [[strada statale|strade statali]] che la collegano con altri comuni, e [[strada provinciale|provinciali]], che la collegano con altri comuni e si trovano anche all'interno del suo territorio e collegano le varie contrade.
 
;Strade Statali
 
* [[Strada statale 121 Catanese]]: collega al capoluogo catanese. Ammodernata a due corsie separate negli anni ottanta, è ormai del tutto insufficiente al volume di traffico giornaliero;
* [[Strada statale 284 Occidentale Etnea]]: collega con [[Randazzo]]<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/index.php?/strade/consistenza/regione#titolo_pagina|titolo=Strada Statale 284 Occidentale Etnea|accesso=10 marzo 2012}}</ref>;
* [[Strada statale 575 di Troina]]: collega con [[Troina]] e gli altri centri dell'Ennese da località Ponte Maccarrone<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/index.php?/strade/consistenza/regione#titolo_pagina|titolo=Strada Statale 575 di Troina|accesso=10 marzo 2012}}</ref>.
 
Paternò è inoltre servita dalle seguenti [[Strada provinciale|strade provinciali]]:
;Strade Provinciali<ref>[http://www.francocrisafi.it/web_secondario/stradario/le%20strade%20statali%20ecc.htm Strade provinciali dal sito Francocrisafi.it]</ref>
* SP 4/II: ''S. Maria di Licodia – Belpasso - Nicolosi'';
 
* SP 4/II15: ''S.Valcorrente Maria di LicodiaAgnelleriaBelpasso -Ponte NicolosiBarca'';
* SP 1524: ''ValcorrentePonte – AgnelleriaBarcaPonte BarcaGerbini'';
* SP 2456/II: ''Ponte BarcaPatellinaGerbiniBelpasso'';
* SP 56/II57: ''PatellinaPaternòBelpassoRagalna'';
* SP 5758: ''Paternò – RagalnaTre Fontane'';
* SP 5877: ''PaternòTre FontaneTreAgnelleria Fontane– Barca dei Monaci (Giarretta)'';
* SP 77102/I: ''Tre FontaneLagoAgnelleria – Barca dei Monaci (Giarretta)Sferro'';
* SP 102/III: ''LagoSferroSferroBivio per Castel di Judica'';
* SP 102/II135: ''SferroPaternòBivioFossa perdella Castel di JudicaCreta'';
* SP 135136: ''PaternòScalillaFossa della CretaPorrazzo'';
* SP 136137/I: ''ScalillaS. Marco – PietralungaPorrazzoSchettino'';
* SP 137/III: ''S.Tre MarcoFontanePietralungaFontana – SchettinoParadiso'';
* SP 137/II138: ''TrePonte FontaneBarcaFontanaTre ParadisoFontane'';
* SP 138139: ''PonteS. BarcaMarcoTrePonte FontaneBarca'';
* SP 140: ''Paternò – Iaconianni''.<ref>{{cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/stradario/le%20strade%20statali%20ecc.htm|titolo=Le Strade Statali e Provinciali|accesso=19-10-2019}}</ref>
* SP 139: ''S. Marco – Ponte Barca''
* SP 140: ''Paternò – Iaconianni''
 
=== Ferrovie ===
[[File:La stazione di Paternò, ristrutturata, con il DMU 002.jpg|thumb|left|La stazione di Paternò, nel 2023.]]
{{vedi anche|Ferrovia Catania-Motta-Regalbuto|Ferrovia Circumetnea|Stazione di Paternò-San Marco|Stazione di Paternò|Stazione di Sferro|Stazione di Gerbini}}
Paternò è dotata di tre [[stazione ferroviaria|stazioni ferroviarie]]; nell'estrema parte orientale della città, sorge la [[Stazione di Paternò|stazione FCE]], essendo uno dei comuni della provincia attraversati dalla [[Ferrovia Circumetnea]] (a [[scartamento ridotto]], attiva dal 1895), che collega Catania con [[Riposto]]<ref>{{cita web|url=https://www.circumetnea.it/upload/comuni%20attraversati%20da%20FCE.pdf|titolo=I Comuni attraversati dalla FCE|accesso=19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150928072155/http://www.circumetnea.it/upload/comuni%20attraversati%20da%20FCE.pdf|dataarchivio=28 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:Paternò stazione fce.jpg|thumb|Stazione FCE di Paternò]]
Nonostante la presenza di ben due stazioni ferroviarie, [[Stazione di Paternò-San Marco|quella]] delle [[Ferrovie dello Stato]] non ha mai rappresentato un'alternativa valida di trasporto viaggiatori ma ha svolto un grande volume di traffico merci derrate e agrumario fino alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]]: oggi è dismessa.
 
Fuori dal centro abitato, nella parte meridionale, sorgono le due stazioni delle [[Ferrovie dello Stato]]: [[Stazione di Sferro|Sferro]] e [[Stazione di Gerbini|Gerbini]], facente parte della [[Ferrovia Palermo-Catania]]. Sempre nell'ambito delle FS, in passato era attiva anche la [[stazione di Paternò-San Marco]], che sorge nell'omonima contrada, ed appartiene alla [[Ferrovia Motta Sant'Anastasia-Regalbuto]], dismessa nel 1987.
L'altra, a [[scartamento ridotto]] della [[Ferrovia Circumetnea]] (attiva dal [[1895]]) svolge ancor oggi un discreto servizio pendolare; è in progetto, già approvata ma non interamente finanziata, la costruzione della tratta extraurbana della [[Metropolitana di Catania]], che assicurerà celeri collegamenti continui e cadenzati<ref>{{cita web|url=http://www.informasicilia.it/2010/07/01/paterno%E2%80%99ct-linea-circum-paterno%E2%80%99-adrano-ripresi-lavori-di-ammodernamento-linea-metropolitana-il-tracciato-chiuso-fino-settembre-servizio-bus-sostituzione/|titolo=CIRCUM-ETNEA: TRATTA PATERNO’-ADRANO, RIPRESI I LAVORI DI AMMODERNAMENTO PER LINEA METROPOLITANA. IL TRACCIATO CHIUSO FINO A SETTEMBRE. SERVIZIO BUS IN SOSTITUZIONE|accesso=7 marzo 2012}} - Informasicilia.it, 1º luglio 2010</ref>.
 
=== AutolineeMobilità urbana ===
LaA FerroviaPaternò Circumetneaè gestisceattivo ancheil una lineaservizio di [[autobus]] che svolgono servizio lungo la direttrice Catania - Adrano<ref>{{cita web|url=http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/come_raggiungerci/|titolo=Come raggiungere Paternò|accesso=7 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120428184802/http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/come_raggiungerci/|dataarchivio=28 aprile 2012}}</ref>, mentre il trasporto urbanopubblico èlocale]] affidatoespletato aidai bus navetta dell'[[Azienda Siciliana Trasporti]] che collegano le varie zone della città.<ref>{{cita web|url=http://www.aziendasicilianatrasportiastsicilia.it/opencmsautolinee-urbane/export/ast/files/cartaservizi.pdf|titolo=DocumentoAutolinee elaborato dall'ASTurbane|accesso=7 marzo 2012|urlmorto=sì19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/2009122921425420191102204959/http://www.aziendasicilianatrasportiastsicilia.it/opencms/exportautolinee-urbane/ast/files/cartaservizi.pdf|dataarchivio=292 dicembrenovembre 20092019|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Per quel che concerne il trasporto extraurbano, Paternò è servita dalle linee [[autobus]] della FCE lungo le direttrici Catania-Adrano, Catania-Randazzo e Adrano-Nicolosi, ed una che la collega a Ragalna, e quella dell'AST che la collega con Motta Sant'Anastasia.<ref>{{cita web|url=https://www.circumetnea.it/linee_orari.php|titolo=Linee e Orari|accesso=19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027161803/https://www.circumetnea.it/linee_orari.php|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.astsicilia.it/75701-2/|titolo=Autolinee extraurbane|accesso=19-10-2019}}</ref>
 
== Amministrazione ==
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=== Gemellaggi ===
* {{gemellaggio|Usa|Santa Barbara (California)|1978}}<ref>{{cita|Correnti|p. 100}}.</ref>
Paternò è gemellata con:
* {{gemellaggio|UsaItalia|SantaSesto Barbara (California)Fiorentino|19781981}}<ref>{{cita|S. Correnti, ''Paternò'', 1983Rapisarda|p. 100127}}.</ref>
* {{gemellaggio|ItaliaGermania|SestoMenden Fiorentino(Sauerland)|19811987}}<ref>{{cita libro |B autore= N. Rapisarda,Lombardo| ''titolo= Dai normanni ai democristiani. Storia di un gruppo dirigente (Paternò fra1943-1993) due| torri'',anno= 19922009|p. 127editore= Rubbettino| p=299}}.</ref>
* {{gemellaggio|Germania|Menden (Sauerland)|1987}}<ref>{{cita|Cfr. N. Lombardo, ''Dai normanni ai democristiani. Storia di un gruppo dirigente (Paternò 1943-1993)'', 2009|p. 299}}.</ref>
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Il comune di Paternò fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:
 
* [[regione agraria]] n.6 - Colline litoranee di Paternò<ref>Insieme con i comuni di Belpasso, Ragalna e Santa Maria di Licodia.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/087/033/|titolo=Unione comuni|accesso=18 febbraio 2012}}</ref>
* [[regione agraria]] n.6 (''Colline litoranee di Paternò'')<ref>{{cita web|url=https://wwwt.agenziaentrate.gov.it/mt/Osservatorio%20immobiliare/valori_agricoli_medi/sicilia/CT_2018.pdf|titolo=Valori Agricoli Medi della provincia|accesso=19-10-2019|urlmorto=sì}}</ref>;
* [[patto territoriale]] "Patto Territoriale Simeto Etna"<ref>[http://db.formez.it/progettipass.nsf/326212652e8ed8bd802567680052b625/9dd95a7b23ad6bc9802566c0005f2596?OpenDocument Dal sito Db.formez.it]</ref>
* [[patto territoriale]] "Simeto Etna"<ref>{{cita web|url=https://www.cittametropolitana.ct.it/repository/provinciact/upload/2007/id_614/1_6____1_7pdf.pdf|titolo=Piano Territoriale Provinciale di Catania (ex art.12 L.R.9/86) RELAZIONE GENERALE DELLO SCHEMA DI MASSIMA.|accesso=25-07-2019|dataarchivio=25 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190725230703/https://www.cittametropolitana.ct.it/repository/provinciact/upload/2007/id_614/1_6____1_7pdf.pdf|urlmorto=sì}}</ref>;
* [[gruppo di azione locale]] "Etna".<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.ciaktelesud.com/paterno-entra-ufficialmente-nel-gal-etna/|titolo=Paternò entra ufficialmente nel Gal Etna|pubblicazione=Ciak Telesud|data=29 settembre 2016|accesso=19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027162237/https://www.ciaktelesud.com/paterno-entra-ufficialmente-nel-gal-etna/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Sport ==
;Calcio
Ha sede nel comune la squadra di [[calcio (sport)|calcio]], [[Paternò Calcio|A.S.D. Paternò Calcio]], squadra che da sempre occupa un ruolo importante nel panorama calcistico siciliano. Nel suo palmares ha infatti 2 presenze in serie C1 ([[Serie C1 2002-2003]] e [[Serie C1 2003-2004]]), 1 presenza in C2 con relativa vittoria dei playoff ([[Serie C2 2001-2002]]), 29 presenze in serie D, tra cui la vittoria nel campionato [[Serie D 2000-2001]] e 3 secondi posti ([[Serie D 1964-1965]], [[Serie D 1965-1966]] e [[Serie D 1968-1969]]) e svariate nei massimi tornei regionali. Attualmente disputa il campionato di [[Eccellenza Sicilia 2018-2019|Eccellenza 2018-2019.]] Una Curiosità: Nella stagione 2002, secondo uno schema elaborato da un computer sulla mole di gioco prodotta da tutte le squadre d'Europa, da parte del quotidiano ''[[l'Unità]]'', il Paternò è risultata la squadra più forte d'Europa!
Ha sede nel comune la società [[Associazione Sportiva Dilettantistica Paternò Calcio]], fondata nel 2017 che milita nel girone I di Serie D. La società è erede di una tradizione calcistica iniziata nel 1957 con la fondazione della Polisportiva Paternò. Il massimo torneo disputato dal Paternò Calcio è la [[Serie C1]]. La squadra ha anche vinto la [[Coppa Italia Dilettanti 2023-2024]], nel match vinto a Firenze l'11 maggio 2024 contro la [[Solbiatese Calcio 1911|Solbiatese]].
 
;Baseball
Il Baseball nasce a Paternò nel 1970. La prima società che ospitò questo sport americano fu la Polisportiva Libertas Itala. La società di baseball Polisportiva Warriors Paternò, nata nel 1982, porta il Baseball paternese e siciliano nella massima serie italiana nel 2001.
Il [[baseball]] nasce a Paternò nel 1970. La prima società che ospitò questo sport americano fu la Polisportiva Libertas Itala. La società [[Catania Warriors Paternò|Polisportiva Warriors Paternò]], nata nel 1982, ha militato nella Prima Divisione dell'[[Italian Baseball League]] dal 2001 al 2010.
Il Baseball paternese vince due Campionati Italiani di Baseball, due Scudetti :
Il primo nel 2010 con la società Paternò Dodgers, nata nel 1993, vincendo il Campionato Italiano di categoria giovanile Little League Ragazzi Under 12 ed il secondo nel 2016 la società [[Paternò Red Sox]], nata nel 2008, vincendo il Campionato Italiano di Serie A.
 
I Paternò Dodgers, nati nel 1993, hanno vinto il campionato Italiano di categoria giovanile Little League Ragazzi Under 12.<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://siciliatoday.net/quotidiano/sport/Baseball-Patern-Dodgers-campione-d-Italia-nella-Little-League-Ragazzi_23387.shtml|titolo=Baseball: Paternò Dodgers campione d'Italia nella Little League Ragazzi|pubblicazione=SiciliaToday|data=3 ottobre 2010|accesso=19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027162334/http://siciliatoday.net/quotidiano/sport/Baseball-Patern-Dodgers-campione-d-Italia-nella-Little-League-Ragazzi_23387.shtml|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Altra squadra di baseball sono i [[Paternò Red Sox]], fondati nel 2008, che nel 2016 ha vinto il campionato italiano di baseball di [[Serie A2 (baseball)|Serie A2]].<ref>{{cita news|autore=N. Bruno|url=https://palermo.repubblica.it/sport/2016/10/04/news/paterno_capitale_del_baseball_i_red_sox_campioni_d_italia-149097046/|titolo=Paternò capitale del baseball: i Red Sox campioni d'Italia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=3 ottobre 2010|accesso=13-06-2021|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027162358/https://palermo.repubblica.it/sport/2016/10/04/news/paterno_capitale_del_baseball_i_red_sox_campioni_d_italia-149097046/|dataarchivio=27 ottobre 2019}}</ref>
Ha inoltre sede nel comune la società di [[pallacanestro]] maschile, Basket Club Paternò, fondata nel 2010 che ha disputato la [[Serie C (pallacanestro maschile)|Serie C]] nel 2011. Attualmente disputa il campionato di [[Serie D (pallacanestro)|serie D]].
 
;Pallacanestro
Paternò è stata per due volte tappa del [[Giro d'Italia]]: la prima nel [[Giro d'Italia 1949|1949]]<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'' vol. 2, Ibla, 1976, p. 161</ref>,la seconda nel [[Giro d'Italia 1967|1967]]<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'' vol. 2, Ibla, 1976, p. 165</ref>.
Nella [[pallacanestro]] opera l'Associazione Sportiva Dilettantistica Basket Club Paternò, fondata nel 2010. Ha disputato la [[Serie C (pallacanestro maschile)|Serie C maschile]] nel 2011.
 
;Ciclismo
Paternò è stata interessata dal [[Giro d'Italia]] nelle edizioni del [[Giro d'Italia 1949|1949]], del [[Giro d'Italia 1967|1967]], del [[Giro d'Italia 2018|2018]], del [[Giro d'Italia 2020|2020]] e del [[Giro d'Italia 2022|2022]],<ref>{{cita|Cunsolo, Rapisarda II| pp. 161-165}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.giroditalia.it/it/tappa/tappa-6-2018/|titolo=Caltanissetta-Etna|accesso=19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027162335/http://www.giroditalia.it/it/tappa/tappa-6-2018/|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref> e dal [[Giro di Sicilia (ciclismo)|Giro di Sicilia]] nel [[Giro di Sicilia 2019|2019]].
 
=== Impianti sportivi ===
Maggiore impianto sportivo di Paternò è lo stadio comunale [[Stadio Falcone-Borsellino|Falcone-Borsellino]], dove si disputano le partite interne del Paternò Calcio. Inaugurato nel 2001, sorge nel quartiere dell'Acquagrassa. Il campo di calciogioco è in erba e lo stadio è dotato di quattro tribunette - di cui una coperta - con una capienza massima complessiva di circa 4.000 spettatori. Nella stessa zona, sorge il [[Velodromovelodromo Salinelle|Salinelle]], già stadio di calcio costruito nel secondo dopoguerra, e convertito in [[velodromo]] nel [[2003]], che versa in stato di abbandono ed è oggetto di ripetuti e continui atti di vandalismo.<ref>''{{cita news|autore=M. Sottile|titolo=Velodromo «Salinelle» un'altra brutta sorpresa'' - |pubblicazione=[[La Sicilia, ]]|data=6 marzo 2011|p=51}}</ref>. RientraL'impianto rientra tra le 320 opere incompiute in Italia.<ref>{{cita webnews|autore=[[Jacopo Fo|J. Fo]]|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/30/ecco-censimento-degli-incompiuti/187625/|titolo=Opere pubbliche, le 320 incompiute|accessopubblicazione=29 febbraio 2012}} - [[Il FattoQuotidiano,Fatto Quotidiano]]|data=30 gennaio 2012|accesso=19-10-2019}}</ref>.
 
Poco vicino al velodromo, sorge lo [[stadio Falcone-Borsellino]], da 6.000 posti, inaugurato nel [[2001]]<ref>[http://www.rivieraoggi.it/2004/05/05/5281/tifo-a-paterno/ "Tifo a Paternò" - Rivieraoggi.it, 5 maggio 2004]</ref>.
 
Hanno inoltre sede nel comune, un palazzetto dello sport, ubicato in via Bologna, un campo di [[softball]] in via Giovanni Verga, la [[piscina]] comunale Giovanni Paolo II, inaugurata nel [[2009]]<ref>''«È un sogno che si avvera»'' - La Sicilia, 9 agosto 2009</ref><ref>{{cita web|url=http://www.paternesi.com/index.php?option=com_content&view=article&id=361:nuoto-campionati-regionali-master-a-paterno&catid=52:altri-sport&Itemid=81|titolo=Caratteristiche piscina su Paternesi.com|accesso=29 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref> e cinque campi da tennis<ref>''Paternò, campi da tennis nel mirino, rubati cavi di rame della rete elettrica'' - La Sicilia, 29 gennaio 2008</ref>.
 
Nella medesima zona, sorgono altri impianti sportivi di proprietà comunale: il [[Palazzetto dello Sport]], attivo dal 1979<ref>{{cita news|autore=|titolo=Impianti sportivi in progetto a Paternò|pubblicazione=[[La Sicilia]]|data=22 febbraio 1980|p=6}}</ref>, e destinato alle società sportive locali che praticano la pallacanestro e la [[pallavolo]]; la [[piscina]] comunale ([[piscina Giovanni Paolo II]]), inaugurata nel 2009<ref>{{cita news|autore=M. Sottile|titolo=«È un sogno che si avvera»|pubblicazione=[[La Sicilia]]|data=9 agosto 2009|p=40}}</ref>; cinque campi da [[tennis]].
Inoltre, nel 1998, viene costruito da alcuni appassionati e dirigenti di baseball il campo da gioco regolamentare denominato Warriors Field. L'impianto privato e non comunale, però, sorge a 3 chilometri dal centro abitato, su un terreno di proprietà di un'opera pia nel territorio di Belpasso. Nel 2019 il campo, sul quale è stato vinto il primo Scudetto paternese nel 2016, viene ridenominato Red Sox Park ed è la casa dei [[Paternò Red Sox]].
 
Nella zona di Via Verga, parte meridionale della città, sorge il campo di baseball e di [[softball]].<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.freedom24news.eu/archives/4822|titolo=Paternò baseball, presentato “Qualificare il cambiamento: dalla scuola al territorio”|pubblicazione=Freedom24News|data=6 febbraio 2015|accesso=19-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191027162332/https://www.freedom24news.eu/archives/4822|dataarchivio=27 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
==Galleria d'immagini==
<gallery mode="packed">
File:Municipio di Paternò.JPG|Il palazzo del Municipio nel quartiere Ardizzone
File:Monastero annunziata 1.jpg|L'ex-[[monastero della Santissima Annunziata (Paternò)|monastero della Santissima Annunziata]]
File:Panorama Paternò 2.JPG|Paternò vista dalla [[Collina Storica]]
File:Porta del Borgo.JPG|Porta del Borgo
File:Santuario della Consolazione a Paternò 2.JPG|Il [[Santuario della Madonna della Consolazione (Paternò)|santuario della Madonna della Consolazione]]
File:Giardino Moncada a Paternò.JPG|Ingresso del [[giardino Moncada]], villa comunale della città
</gallery>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore= [[Vito Maria Amico|V. M. Amico]]| titolo= Dizionario Topografico Della Sicilia del 1757 | curatore= G. Di Marzo | volume = 2 | anno= 1859 | editore= Di Marzo |città= Palermo|cid=Amico}}
* AA. VV. - ''Piccole città, borghi e villaggi: viaggio attraverso storie e itinerari inconsueti, paesi medievali e centri rinascimentali, borghi murati e città progettate'', vol. 3 - Milano, Touring Editore, 2008, ISBN 88-365-4786-9.
* {{cita libro | autore= [[Gaetano Savasta|G. Savasta]]| titolo= Memorie storiche della città di Paternò| anno= 1905| editore= Tipografia Francesco Galati| città= Catania|cid=Savasta}}
* S. Borzì - ''Sicilia schiava: panoramica azione critico-storica sugli antichi avvenimenti di Sicilia'' - Catania, Marchese, 1962.
* {{cita libro | autore= [[Ernesto Pontieri|E. Pontieri]]| titolo= Tra i Normanni nell'Italia meridionale | anno= 1964 | editore= Edizioni Scientifiche Italiane| città= Roma|cid=Pontieri}}
* C. Ciccia - ''Il mito d'Ibla nella letteratura e nell'arte'', Pellegrini, Cosenza, 1998, pp. 120. ISBN 8881010437 [http://www.literary.it/dati/literary/C/ciccia/il_mito_dibla_nella_letteratura.html], [https://web.archive.org/web/20161007082845/http://www.paternogenius.com/pagine/Carmelo%20Ciccia/Pagine/ibla.htm] e parzialmente [https://books.google.it/books?id=hpHDc_n6JjUC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false].
* C.{{cita Ciccia,libro ''Il| suonoautore= delle[[Santi campaneCorrenti|S. aCorrenti]]| titolo= Paternò intorno| allaanno= metà1973 del| sec.editore= XX'',CENT “Ricerche”,| città= Catania,| 2003,cid= pp. 20.Correnti}}
* {{cita libro | autore= A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi| titolo= Note storiche su Paternò | volume = 1 | anno= 1976 | editore= Circolo di cultura "Benedetto Croce"| città= Paternò| cid= Cunsolo, Rapisarda I}}
* C. Ciccia, ''I cognomi di Paternò: oltre 2000 cognomi di Sicilia e d'altrove'' - Catania, Centro di Ricerche Economiche e Scientifiche, 2004, pp. 300, [https://web.archive.org/web/20160612091600/http://www.paternogenius.com/pagine/Carmelo%20Ciccia/Pagine/Cognomi.htm] e [http://www.literary.it/dati/literary/C/ciccia/i_cognomi_di_paterno.html].
* {{cita libro | autore= A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi| titolo= Note storiche su Paternò | volume = 2 | anno= 1976 | editore= Circolo di cultura "Benedetto Croce"| città= Paternò| cid= Cunsolo, Rapisarda II}}
* S. Correnti - ''Paternò'' - Palermo, Nuova Trinacria, 1973.
* {{cita libro | autore= [[Salvo Di Matteo|S. Di Matteo]]| titolo= Paternò: nove secoli di storia e di arte | anno= 1976 | editore= GE Edizioni| città= Palermo}}
* F. R. Corsaro - ''Dizionarietto etimologico dell'idioma paternese'' - Catania, Arti Grafiche "Il Cinabro", 1989 [https://web.archive.org/web/20090219011714/http://www.paternogenius.com/pagine/corsaro/dizionario/corsarodiz.htm].
* {{cita libro | autore= V. Fallica | titolo= Storia di Paternò | anno= 1991 | editore= Opera Universitaria| città= Catania| cid= Fallica}}
* F. Giordano - ''Sofonisba Anguissola a Paternò'' - Monografia del periodico scientifico culturale ''Ricerche'' C.R.E.S., anno 2008, anno 12 n. 1.
* {{cita libro | autore= B. Rapisarda Tripi| titolo= Paternò fra due torri| anno= 1992 | editore= Marchese| città= Catania|cid=Rapisarda}}
*F. Giordano - ''Paternò. Il mistero del tunnel della Collina storica: potrebbe essere un’opera araba'' - Articolo su Yvii24.it, 19/10/2017.
* B. Rapisarda Tripi, ''L'apocalisse a Paternò''',''''' Tipolito Marchese, Paternò.
* F. Giordano - ''Un unicum storico: la più antica veduta di Paternò'' - Monografia del periodico scientifico culturale ''Ricerche'' - giugno 2009, Catania, C.R.E.S., anno 13 n.2.
* B. Conti, ''Umili e illustri.''.., Paternò, 1995.
* S. Di Matteo - ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'' - Palermo, Arbor Edizioni, 2009, ISBN 88-86325-38-X.
* SC. Di Matteo -Rapisarda, ''Paternò: nove secoli di storia e di arteMedievale'', - PalermoCatania, GEEdizioni EdizioniAesse, 19761999.
* V. Fallica -, ''StoriaMonasteri diBenedettini PaternòEtne''i, - CataniaPaternò, OperaBiblioteca Universitariadella Provincia Regionale di Catania, 19912006.
* EF. Ponchieri -Giordano, ''TraUn iunicum Normannistorico: nell'Italiala meridionalepiù antica veduta di Paternò'', - RomaCatania,, Edizioni Scientifiche ItalianeC.R.E.S., 19642009.
* {{cita libro | autore= [[Salvo Di Matteo|S. Di Matteo]]| titolo= Paternò. La storia e la civiltà artistica| anno= 2009 | editore= Arbor Edizioni| città= Palermo | cid= Di Matteo | isbn=88-86325-38-X}}
* B. Rapisarda - ''Paternò fra due torri'' - Paternò, Marchese, 1992.
* G. Savasta - ''Memorie storiche della città di Paternò'' - Catania, Galati, 1905.
 
== Voci correlate ==
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* [[Distretto di Catania]]
* [[Piana di Catania]]
* [[Chiesa di Cristo Re (Paternò)]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.comune.paterno.ct.it/it|titolo=Sito ufficiale|accesso=17-10-2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191204082718/https://www.comune.paterno.ct.it/it|dataarchivio=4 dicembre 2019|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.paternesi.com/|Sito di Paternò}}
* {{EI|nome=PATERNÓ|nomeurl=paterno_res-59879068-8bb5-11dc-8e9d-0016357eee51|autore=V. Epifanio|anno=1935|accesso=17 ottobre 2019}}
* {{cita web | 1 = http://www.comune.paterno.ct.it/hh/index.php | 2 = Sito ufficiale del Comune di Paternò | accesso = 26 novembre 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171114040658/http://www.comune.paterno.ct.it/hh/index.php | dataarchivio = 14 novembre 2017 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/Paternò+%28Catania%29.html|titolo=Paternò (Catania)|accesso=17-10-2019}}
* {{cita web | 1 = http://www.terredipaterno.it/ | 2 = Sito ufficiale dalla Pro Loco di Paternò | accesso = 26 novembre 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171113232351/http://www.terredipaterno.it/ | dataarchivio = 13 novembre 2017 | urlmorto = sì }}
 
{{Paternò}}