Metafisica Sufi: differenze tra le versioni
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{{Citazione|L'Esistenza di Dio coincide con la Sua stessa Essenza ed è un'Esistenza unica, assolutamente non frazionabile, indivisibile, non ripartibile, non trasferibile, immutabile e inalterabile; essa è libera da ogni modalità, quantità, spazio, tempo, direzioni. Non si può dire che "risieda" in qualche cosa (hulūl), dato che non c'è nulla di diverso da essa [in cui risiedere], né che si "fonda" con qualche cosa (yattaḥidu), poiché non c'è nulla oltre ad essa.|[[Abd al-Ghani al-Nabulsi]]}}
La filosofia della ''Waḥdat al-wujūd'' ha preso forma grazie ad [[Al-Husayn ibn Ali|al-Ḥusayn ibn ʿAlī]] nel libro a lui attribuito della ''Mirʾat ul-ʿĀrifīn''<ref>{{Cita libro|autore=Husyayn ibn Ali|wkautore=Husayn ibn Ali|url=https://books.google.com/books?id=gV9lAQAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=miraat+ul+aarifeen&hl=en&sa=X&ved=0CB4Q6AEwAGoVChMI9aXqwuCvyAIV0C-ICh1mdgXI#v=onepage&q=miraat%20ul%20aarifeen&f=false|titolo=Mirat-ul-Arifeen}}</ref> scritto in risposta alla domanda del figlio [[Ali ibn al-Husayn (Zayn al-'Abidin)|Zayn al-ʿĀbidīn]] circa la spiegazione della [[sūra]] ''[[Al-Fātiḥa]]''. In questo libro, l'autore ha interpretato l'ideologia del ''Waḥdat al-Wujūd'' {{Citazione necessaria|per la prima volta nel modo più completo.}} Dopo di che, il pensatore mistico e teologo [[Abu Saeed Mubarak Makhzoomi|Abū Saʿīd Mubārak al-Makhzūmī]] ha discusso questo concetto nel suo libro intitolato ''Tuḥfa Mursala''.<ref>{{Cita libro|url=http://www.yanabi.com/index.php?/topic/376532-tohfa-mursala-sharif-lectures-by-khawaja-ghulam-qutab-din-faridi-dba/|titolo=Tohfa Mursala by Abu Saeed Mubarak Makhzoomi|editore=yanabi.com|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160518214710/http://www.yanabi.com/index.php?%2Ftopic%2F376532-tohfa-mursala-sharif-lectures-by-khawaja-ghulam-qutab-din-faridi-dba%2F|dataarchivio=18 maggio 2016}}</ref> Un santo [[Sufismo|sufi]] andaluso [[Ibn Sab'in]]
La dottrina di Ibn ʿArabī della ''Waḥdat al-wujūd'' si concentra sulla realtà [[Esoterismo|esoterica]] (''[[batin (Islam)|bāṭin]]'') delle creature, invece della dimensione della realtà [[Exoterismo|essoterica]] (''[[
Per chiamare ''wujūd'' o Essere Reale "unico", si parla di unicità dell'Essenza. In altri termini, si tratta di dire che l'[[Essere]] - Luce in sé - è assoluto, o non delimitato (''muṭlaq''), vale a dire, infinito, indefinito e indefinibile, indistinto e indistinguibile. Al contrario, tutto ciò oltre ad Essere - ogni cosa esistente (''mawjûd'') - è distinta, definita e limitata (''muqayyad''). Il Reale è incomparabile e trascendente, ma si rivela in tutte le cose (''tajalli''), così è anche simile e [[immanente]]. Possiede tale "non delimitazione" assoluta che non è delimitata da alcuna non delimitazione. "Dio possiede un Essere non delimitato, ma nessuna delimitazione gli impedisce la delimitazione. Al contrario, Egli possiede tutte le delimitazioni, così Egli è delimitazione non delimitata"
Al livello più alto, ''wujūd'' è la realtà assoluta e non delimitata di Dio, l' "Essere necessario" (''wājib al-wujūd''), che non può non esistere. In questo senso, ''wujūd'' designa l'essenza di Dio o del Reale (''dhāt al-ḥaqq''), l'unica realtà che è reale a tutti gli effetti. Ai livelli più bassi, ''wujūd'' è la sostanza alla base di "tutto diversa da Dio" (''mā siwā Allāh'') che è come Ibn ʿArabī e altri definiscono il "cosmo" o "universo" (''al-ʿālam''). Quindi, in un significato secondario, il termine ''wujūd'' è usato come abbreviazione per indicare tutto il cosmo, a tutto ciò che esiste. Può anche essere impiegato per indicare l'esistenza di ogni cosa che si trova nell'universo.<ref name="autogenerated2">William Chiittick, ''Imaginal worlds'', (1994), p. 15</ref>
I "nomi" di Dio (''asmāʾ'') o 'attributi' (''ṣifāt''), d'altra parte, sono le relazioni che si possono distinguere tra l'Essenza e il cosmo. Essi sono noti a Dio, perché egli conosce ogni aspetto della conoscenza, ma non sono entità esistenti o qualità ontologiche, ciò implica la pluralità nella Divinità.<ref name="muslimphilosophy1" /><ref>{{Cita web|url=
[[Ibn 'Arabi]] ha usato il termine "effusione" (''fayḍ'') per indicare l'atto della creazione. I suoi scritti contengono espressioni che mostrano le diverse fasi della creazione, una distinzione meramente logica e non effettiva. Di seguito si fornisce la sua visione della creazione in tre fasi: la Santissima effusione (''al-fayḍ al-aqdas''), la Santa Effusione (''al-fayḍ al-muqaddas'') e l'effusione perpetua (''al-fayḍ al-mustamirr'').<ref name="autogenerated3">[http://www.ibnarabisociety.org/articles/unityofbeing.html Souad Hakim – Unity of Being in Ibn 'Arabî]</ref>
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La molteplicità del reale nasconde l'essenza dell'Unità, questa situazione viene spesso paragonata ad uno specchio in cui si osservano delle immagini. Lo specchio rappresenta la metafora della realtà assoluta e le immagini il mondo dei fenomeni. Le immagini infatti sono percepite sulla superficie dello specchio, ma senza lo specchio non si scorgerebbe alcuna immagine. Allo stesso modo viene un'altra metafora che esprime il concetto di Unità e Molteplicità:
{{Citazione| L'esistenza è un mare costantemente pieno di onde. Di questo mare la gente comune percepisce soltanto le onde. Osserva come dalle profondità delle acque salgono a galla innumerevoli onde, mentre il mare rimane nascosto tra le onde. |Gāmīʿ al-asrār
Un'altra metafora è quella di immaginare un cerchio creato da un tizzone ardente nel buio. Il moto circolare del tizzone appare come un cerchio di luce. Il cerchio ovviamente non esiste, esso è irreale. Tuttavia appare alla nostra esperienza empirica, tale è la modalità con cui percepiamo la natura delle cose.<ref>Toshihiko Izutsu p. 28</ref>
{{Citazione|È a causa della nostra immaginazione, cioè della struttura della conoscenza insita nell'uomo, che tutte le cose ci appaiono "altre" (rispetto all'assoluto). Proprio come un punto che turbina sembra un cerchio.|Mahmūd Šabastarī
L'unità rappresenta l'aspetto "assoluto" (''iṭlāq'') o la "contrazione di insieme" (''igmāʿ''), e la Molteplicità l'aspetto della "determinazione" (''taqyīd'') d' "espansione concreta" (''tafsīl''). Secondo [[Haydar Āmulī]] l'intuizione simultanea dei due aspetti della realtà è l' "Unificazione dell'esistenza" e la ritiene l'unica autentica controparte filosofica del monoteismo religioso. In Dio egli rinviene l'esistenza della purezza assoluta mentre nelle cose del mondo fenomenale individua le differenziazioni della realtà dell'esistenza.<ref>Toshihiko Izutsu, p. 24</ref>
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Per descrivere i vari aspetti di cui è composta l'esistenza, intendendo per esistenza l'[[Assoluto]] secondo la filosofia della ''Waḥdat al-wujūd'' si può seguire lo schema riprodotto a fianco. L'Assoluto nella sua forma ontologicamente pura è chiamato ''ḏāt al-wujūd'', cioè l'"Essenza di Dio" prima che lo si descriva con qualche attributo. Questo è lo stato inconoscibile, indicibile e ineffabile.
Lo stadio successivo è l{{'
Il grado successivo è quello di ''wāḥidiyya'' o Unità, che deriva proprio da questa emanazione. Tra ''aḥadiyya'' e ''wāḥidiyya'' esiste un rapporto, perché l'uno è interno e l'altro esterno: così anche il grado di purezza cambia. Nello ''wāḥidiyya'' la "realtà dell'esistenza" conserva ancora l'Unità originale tuttavia l'Unità è articolata, nonostante non sia ancora allo stadio di mondo fenomenale. Ciò significa che l'Unità racchiude un'infinità di cose diverse. Le articolazioni dello ''wāḥidiyya'', secondo la teologia tradizionale islamica, sono i "nomi e gli attributi divini" che determinano lo stato in cui Dio diviene cosciente di sé stesso attraverso le Perfezioni essenziali (''kamālāt dhātīyya''). Le perfezioni essenziali di Dio si chiamano "Archetipi esterni" (''aʿyān thābita''), ogni archetipo esterno è diviso in ''ẓāhir'' o "esterno" e ''bāṯin'' o "interno" dell'Archetipo. Gli [[Archetipo|Archetipi]] eterni vanno considerati come dei modelli di coscienza divina in base ai quali i fenomeni si verificano nello spazio e nel tempo. La manifestazione fenomenale degli archetipi eterni avviene tramite l'"Emanazione santa" (''fayḍ muqaddas'').<ref>Toshihiko Izutsu, pp. da 49 a 57</ref>
== Tashkīk ==
''Tashkīk'' o gradazione<ref>{{Cita web|url=https://books.google.com/books?id=3WwAAgAAQBAJ&pg=PA93&dq=tashkik&hl=en&sa=X&ved=0CCcQ6AEwAGoVChMIh4-Oo7e3yAIVT81jCh2-sQdU#v=onepage&q=tashkik&f=false|titolo=tashkik}}</ref> è strettamente associato all'interpretazione di Sadrian
== Critiche al concetto ==
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== Bibliografia ==
* Ezgi Ulusoy Aranyosi, "An Enquiry into Sufi Metaphysics", ''British Journal for the History of Philosophy'', 20, 2012, pp. 3-22.
*{{Cita libro|autore=Henry Corbin
* Seyyed Hossein Nasr, ''Islamic Philosophy from its Origin to the Present: Philosophy in the Land of Prophecy'', Albany, State of New York University Press 2006, "The Question of Existence and Quiddity and Ontology in Islamic Philosophy", pp. 63-84.
*{{Cita libro|autore=Toshihiko Izutsu|titolo=Unicità dell'esistenza|anno=1991|editore=Marietti|città=
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
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{{Sufismo}}
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