Filippo Liardo: differenze tra le versioni

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|Didascalia = ''Autoritratto''
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[[File:Filippo Liardo (ritratto di Antonino Gandolfo).jpg|thumb|left|Ritratto del fratello Rosario Liardo eseguito da [[Antonino Gandolfo]]]]
Nel [[1870]] è a Roma, dove dipinse tre ritratti di principesse di ''Casa Borghese'', dopo, si stabilì definitivamente a Parigi e vi morì settantenne; pare in miseria. Egli tracciò un vivacissimo ritratto di se stesso, in un volume uscito in Francia, ''Nos peintres, dessinés par eux memes-mêmes''<ref>[https://archive.org/details/nospeintresdess00beligoog/page/366/mode/2up voce Filippo Liardo,pp. 366-369]</ref>, ma poco conosciamo del periodo che va dai primi tentativi palermitani al viaggio a Parigi.
 
Come disegnatore di riviste e di giornali illustrati Filippo Liardo fu un osservatore della realtà brioso, come pittore, ligio all'insegnamento del primo [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]], ne seguì le orme e si accostò ai maggiori esponenti del periodo aureo della pittura francese. Dei quadri non dispersi nel periodo della Comune, il migliore di quelli conservati in Italia è ''La sepoltura garibaldina'', e il ''Ritratto del padre'' incisivo e ben costruito, oggi esposti nella [[Galleria d'arte moderna Sant'Anna|Galleria d'Arte moderna di Palermo]].