Montella: differenze tra le versioni

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|Didascalia =
|Bandiera = Montella-Gonfalone.png
|Voce bandiera = #Simboli
|Stemma = Montella-Stemma.png
|Voce stemma = #Simboli
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
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|Divisione amm grado 2 = Avellino
|Amministratore locale = Rizieri Buonopane
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|Data elezione = 2627-055-2019 (2° mandato dal 10-6-2024)
|Data istituzione =
|Altitudine = 560<ref name=altitudine>{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/064/057/clima.html|titolo=Montella|sito=Comuni italiani}}</ref>
|Altitudine = 634
|Sottodivisioni = {{cn|Corso, Fondana, Garzano, Piazza, Sorbo, Tagliabosco}}
|Abitanti = 7683
|Divisioni confinanti = [[Acerno]] ([[provincia di Salerno|SA]]), [[Cassano Irpino]], [[Bagnoli Irpino]], [[Giffoni Valle Piana]] (SA), [[Nusco]], [[Montemarano]], [[Serino]], [[Volturara Irpina]]
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 settembre 2018.
|Aggiornamento abitanti = 30-9-2018
|Sottodivisioni = Fondana, San Giovanni, Piazza, Sorbo, Laurini, Torre, Serra, Corso, Folloni, Libera, Tagliabosco
|Divisioni confinanti = [[Giffoni Valle Piana]] ([[provincia di Salerno|SA]]), [[Acerno]] (SA), [[Serino]], [[Volturara Irpina]], [[Montemarano]], [[Nusco]], [[Bagnoli Irpino]], [[Cassano Irpino]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2002
|Nome abitanti = montellesi
|Patrono = [[Sansan Rocco]] e [[Maria SS. della Libera]]
|Festivo = 15-16 agosto
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Montella 2016.png
|Didascalia mappa = Posizione del comune all'interno della provincia di Avellino
|Sito = http://www.comunemontella.it
}}
 
'''Montella'''<ref>Sulla pronuncia del [[toponimo]], vedi la voce ''Montella'' del ''[[Dizionario d'ortografia e di pronunzia]]'': {{Cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136|titolo=Montella|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130921061212/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41930&r=32136|dataarchivio=21 settembre 2013}}</ref> è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:7683Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Avellino]], in [[Campania]], nella [[regione storica]] dell'[[Irpinia]].
 
Nato come villaggio [[sannita]] nel [[I millennio a.C.]] su una zona già abitata neldal periodo [[neolitico]], il paese diventa [[municipio romano]] (91-89 a.C.),divenne [[Gastaldato|sede gastaldale]] e poi [[conte]]a sotto i [[Longobardi]].<ref name="Moscariello">"Salvatore Moscariello, ''Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello'', 1991.</ref> Montella è nota per la produzione della [[castagna di Montella|castagna]], cui è riconosciuto il marchio [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]], e per il [[tartufo nero]]. Il territorio, compreso nel [[parco regionale Monti Picentini]], è prevalentemente montuoso e ricco di [[Sorgente (idrologia)|sorgenti]], quattro delle quali alimentano l'[[Acquedotto Pugliese]]. Dalla sorgente del [[Monte Accellica]], nel territorio di Montella, nasce il fiume [[Calore Irpino]].
 
A Montella si conserva l'unico esemplare originale di [[giornea]] mai rinvenuto, conservato presso il [[convento di San Francesco a Folloni]], facente parte dei paramenti funebri del conte [[Diego I Cavaniglia]], morto nel 1481 nella [[battaglia di Otranto]] contro i turchi.<ref>{{Cita web|url=http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420|titolo=Convento e Museo di San Francesco a Folloni|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420|dataarchivio=28 dicembre 2010}}</ref>
È nota per la produzione della [[castagna di Montella]], cui è riconosciuto il marchio [[Indicazione geografica protetta|IGP]] e per il [[tartufo nero]]. Il territorio, compreso nel [[parco regionale Monti Picentini]] e prevalentemente montuoso, è rinomato per la bellezza del paesaggio. È ricca di [[Sorgente (idrologia)|sorgenti]], quattro delle quali alimentano l'[[Acquedotto Pugliese]]. Dalla sorgente del [[Monte Accellica]], nel territorio di Montella, nasce il fiume [[Calore Irpino]].
 
È il paese di origine del marchese [[Michelangelo Cianciulli]], [[Re delle Due Sicilie|reggente delle Due Sicilie]] nel [[1808]] e promulgatore delle [[leggi eversive della feudalità]] nel Regno.
 
Ha avuto rilievo internazionale nel [[2003]] la scoperta nel [[Convento di San Francesco a Folloni|convento di San Francesco]] ([[monumento nazionale]]) degli indumenti funebri del conte [[Diego I Cavaniglia]], morto nel [[1481]] nella [[battaglia di Otranto]] e sepolto nel convento: comprendenti una [[giornea]] (che rappresenta un ''unicum'' al mondo, dato che non sono stati ad oggi rinvenuti altri esemplari) ed un [[farsetto]], sono stati restaurati e sono attualmente esposti nel museo dell'Opera del convento<ref name=autogenerato2>[http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it/23/capolavori/31/giorna-di-diego-cavaniglia Capolavori - Museo di San Francesco a Folloni<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305100939/http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it%2F23%2Fcapolavori%2F31%2Fgiorna-di-diego-cavaniglia |data=5 marzo 2016 }}</ref><ref name=autogenerato4>[http://www.kostym.cz/Anglicky/1_Originaly/02_Renesancni/I_02_110.htm Extant originals - European renaissance, Giornea of Diego Cavaniglia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name=autogenerato3>[http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759 giornea — Avellino<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130927175820/http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759 |data=27 settembre 2013 }}</ref><ref name=autogenerato5>[http://www.palazzotenta39.it/public/?p=1708 Associazione Culturale – Palazzo Tenta 39 » 7ª Conferenza Tematica 2009 “I Cavaniglia, storia di una dinastia. Alcune note sui paramenti “<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== Geografia fisica ==
{{dx|[[File:Monte TerminioMontella(AV).JPG|thumb|left|IlMontella sovrastata dal [[Complesso monumentale del Monte|Complesso Terminiodel Monte]] (1.786 slm)]]}}
{{Citazione|Addio Montella e fresche sorgenti<br />E boschi e alte foreste di castagni<br />Una volta mi ospitavi con le tue frescure,<br />O Montella, nello stuolo delle tue alpestri sorelle<br />L'unica e la più nobile e la più gioiosa| [[Giano Anisio]], 1520 ca.|Montella et gelidi valete fontes<br />Et silvae et nemore alta castanetis<br />Tunc me frigoribus tuis tenebas<br />Montella alpigenum e choro sororum<br />Una nobiliorque laetiorque etc.<ref>Salvatore Moscariello, ''Montella tra note e immagini'', p. 44.</ref>|lingua=la }}
[[File:Montella(AV).JPG|thumb|left|Montella sovrastata dal [[Complesso monumentale del Monte|Complesso del Monte]]]]
Situata nel settore meridionale dell'[[Irpinia]], Montella fa parte della [[comunità montana Terminio Cervialto]]; l'escursione altimetrica nel comune è di {{formatnum:1616}} metri.<ref>{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/064/057/statistiche/classifiche.html|titolo=Montella: Posizione nelle Classifiche}}</ref>
{{Citazione|Addio Montella e fresche sorgenti<br />E boschi e alte foreste di castagni<br />Una volta mi ospitavi con le tue frescure,<br />O Montella, nello stuolo delle tue alpestri sorelle<br />L'unica e la più nobile e la più gioiosa| [[Giano Anisio]], 1520 ca.|Montella et gelidi valete fontes<br />Et silvae et nemore alta castanetis<br />Tunc me frigoribus tuis tenebas<br />Montella alpigenum e choro sororum<br />Una nobiliorque laetiorque etc.<ref>"Montella tra note e immagini", Salvatore Moscariello, pag. 44</ref>|lingua=la }}
Montella fa parte della [[Comunità montana Terminio Cervialto]], dal nome dei due monti alle piedi dei quali si sviluppa (il [[Terminio]], che raggiunge quota 1.806&nbsp;m [[s.l.m.]], e il [[Cervialto]], 1.809&nbsp;m [[s.l.m.]]) . L'escursione altimetrica massima nel comune è di 1616 metri<ref>[http://www.comuni-italiani.it/064/057/statistiche/classifiche.html Montella: Posizione nelle Classifiche<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il [[Calore Irpino|fiume Calore]] ha la sua sorgente nel comune di Montella. Importanti sono le valenze paesaggistiche, in particolare l'[[altopiano]] di [[Verteglia]], vasto e ricoperto da faggi; tra le numerose grotte esistenti, la ''Grotta dei Cantraloni'' e la ''Grotta del Caprone''.
 
DegliDei {{M|93,.32 [[|ul=km²]]}} del territorio montellese, 0,96 sono occupati dal centro urbano, 49,30 sono a zona boschiva, 5,78 sono a pascolo o incolte, 13,49 a coltivazioni varie, e 13,79 (oltre il 16%) sono [[Castanea sativa|castagneti]].<ref>[{{Cita web|url=http://spazioinwind.libero.it/circolodidatticomontella/la_castagna_doc_di_montella.htm |titolo=La Castagna DOC di Montella<!-- Titolo generato automaticamente -->]}}</ref>.
 
=== Idrografia ===
[[File:Montella acque sotto ponte romano.jpg|thumb|Il fiume [[Calore Irpino|Calore]] scorre sotto il ponte {{Senza fonte|romano del I secolo a.C.}}, detto ''della Lavandaia'']]
[[ImageFile:Montella cascata.jpg|thumb|Cascata della Lavandaia]]
{{Citazione|Ocelle fluminum Calor, Calor pulcher<br />Calor bonarum cura, amorque Nimpharum,<br />Quem Coerulum fovens caput sinu blando<br />Montella secum amore vincit aeterno<ref>"Salvatore Moscariello, ''Montella tra note e immagini"'', Salvatore Moscariello, pagp. 45.</ref>|[[Giovanni Cotta]]}}
Data la sua grande riserva idrica, Montella è in grado di fornire acqua a molte zone della Campania e della [[Puglia]]. Le sorgenti denominate ''Peschiera'', ''Pollentina'', ''Prete'' e ''Bagno della Regina'' alimentano l'[[Acquedotto pugliese]] attraverso le opere di captazione ubicate nel comune di [[Cassano Irpino]].
Nel territorio del comune di Montella si trova la sorgente del [[Calore Irpino|fiume Calore]], la principale per portata e importanza; sempre a Montella si trovano le sorgenti dell{{'}}''Acqua degli Uccelli'' ai piedi del [[monte Terminio]], delle ''Acque Nere'', della ''Tufara'', il torrente ''Jumiciello'' tra il monte Sassetano e il monte Tufara, le sorgenti della ''Scorzella'', torrente che affluisce nel fiume Calore, il ''torrente Santa Maria'' che attraversa il paese, il ''Lacinolo'' e il ''Bagno della Regina''.
 
Sul territorio sono presenti quattro cascate: la '' cascata della Tufara'', la ''cascata della Madonnella'';, la ''cascata del Fascio'', costruita appunto in epoca fascista per convogliare le acque nell'acquedotto di Montella, e che è uno dei luoghi di partenza delle escursioni; – e la ''cascata della Lavandaia'' (''la Pelata''), già presente al tempo della realizzazione dell'omonimo ponte ([[I secolo a.C.]]), sottoposta a lavori di rifacimento nel [[XV secolo]] per alimentare il mulino voluto dai cittadini che, attivo fino agli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], è oggi allo stato di rudere.
 
=== Grotte ===
Il sottosuolo del territorio presenta varie insenature, passaggi, aperture, condotti e caverne, dati dal [[Carsismo|fenomeno carsico]] a cui sono soggette le montagne. La più grande tra le grotte e quella detta ''del Caprone''.
Le grotte sono diverse ed in parte esplorate ed esplorabili. I fenomeni di superficie comprendono [[Inghiottitoio|inghiottitoi]] e [[Dolina carsica|doline]], molto presenti nella zona di Verteglia.
 
=== Sismologia ===
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
Il territorio comunale è parte integrante del [[distretto sismico]] dell'[[Irpinia#Sismologia|Irpinia]]. In occasione del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] vi furono, nel solo comune di Montella, 10 morti, 290 feriti e {{formatnum:1191}} senzatetto.<ref name="ingv">{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|dataarchivio=7 gennaio 2018}}</ref>.
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità media)<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|sito=Protezione Civile|accesso=13 gennaio 2018|dataarchivio=4 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171104115053/http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Clima ===
Montella, situata traai icirca 550 e i 700560 metri circa di altitudine,<ref name=altitudine/> gode di un clima continentale: l'inverno è rigido con frequenti piogge, nebbia e molta umidità. Tra dicembre e febbraio non mancano le nevicate. In questi periodi capita che le temperature scendano al disotto dello zero. In primavera e agli inizi dell'autunno sono frequenti brina e gelate, mentre in estate lail siccitàclima predominaè sulmite, territorio con rare piogge e ventiinfatti di ponente e di scirocco. In questo periodorado le temperature raramente superano i 35 gradi.
 
== Origini del nome ==
Il nome deriva da ''Monticulus'' o ''Montillus'', da cui ''Montilla'', ''Motilla'' e infine Montella. Deriva chiaramente da monte, nel senso di colle fortificato.<ref name="Moscariello"/>
 
== Storia ==
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 310px
|titolo = <div style="text-align:center;">Le famiglie storiche</div>
|titolo = <div style="text-align:center;">Le famiglie storiche<ref>Da "Famiglie montellesi cospicue, da cui uscirono esecenti professioni liberali, dal XV alla fine del XVIII" in Francesco Scandone, "L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona", Napoli 1920</ref></div>
|contenuto = <br />Francesco Scandone riporta le famiglie storiche montellesi nel suo ''L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona''.<ref>{{cita libro|nome=Francesco|cognome=Scandone|capitolo=Famiglie montellesi cospicue, da cui uscirono esecenti professioni liberali, dal XV alla fine del XVIII|titolo=L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona|editore=Libreria Detken & Rocholl|città=Napoli|anno=1920}}</ref> Tra queste, quelle non estinte sono:
[[File:Coa fam ITA abiosi.jpg|50px|miniatura|sinistra|Stemma famiglia Abiosi]]
*Abiosi: tra le più antiche, presente a Montella probabilmente già nel [[XIV secolo]], si conserva ancora oggi presso il palazzo Abiosi la laurea di un "Guglielmus Abiosus de Montella" datata 9 maggio [[1483]], al più antica laurea rilasciata dall'Università di Napoli che si conservi. Imparentata con diverse famiglie nobili campane, tra cui i [[Capece Minutolo(famiglia)|Capece Minutolo di San Valentino]] e i Mangoni di Santo Stefano, la famiglia si fregia del titolo [[Barone|baronale]]. Il Palazzo della famiglia si trova sulla piazza principale del paese.
*Boccuti: famiglia nobile di cui si ha notizia a Montella già nel [[XVI secolo]] con l'avvocato Scipione Boccuti.
*Delli Bovi: tra le famiglie nobili del paese, giuristi per generazioni a partire dal XVI secolo con Benedetto Delli Bovi.
*Bruni Roccia: famiglia nobile di Borgogna discesa in Italia al seguito di Re Renato d'Angiò (sec. XV) in persona di Richard de la Roche detto il Bruno. Ottenne diritti feudali in Montella e Cassano Irpino. Godette di giuspatronato in San Francesco a Folloni e nella Collegiata di Montella. Espresse condottieri, accademici e numerosi medici e giuristi tra cui Francesco, primo presidente di suprema corte di Cassazione. Nel XVI secolo realizzò l'omonimo Palazzo ancora oggi proprietà della famiglia.
*Bruni: storica famiglia di medici a partire dalla metà del [['500]], nel XVIII secolo realizzarolo l'omonimo Palazzo ancora oggi proprietà della famiglia
*Capone: famiglia dinobile avvocatirisalente eal sec. XII; espresse numerosi giuristi dalla fine del [['400]], incluso Giulio, professore in Napoli nel sec XVII; realizzò il Palazzo Capone andato perso con il Terremoto del 1980. Diede i natali al Senatore [[Filippo Capone]], figura eminente del Risorgimento italiano, per poi estinguersi alla metà del secolo scorso.
*Cianciulli: presente a Montella già nel [[XVII secolo]], diede i natali al marchese [[Michelangelo Cianciulli]], Ministro della Giustizia del Regno e poi [[Re delle Due Sicilie|Reggente delle [[Due Sicilie]]. A Montella esiste ancora il Palazzo della famiglia nel rione S. Giovanni.
*Gambone: ricca famiglia di giusristigiuristi fin dal [[XVI secolo]], ad essa appartiene Luigi Gambone, nominato consigliere regio nel [[1589]].
*Lepore: si ha notizia della famiglia già nel [[1565]] con Traiano, giunto a Montella da Napoli. Raggiunse il prestigio nel XVIII secolo, realizzando il Palazzo di famiglia dove fu ospite re [[Giuseppe Bonaparte]].
*Moscariello: presente a Montella dal XVI secolo, originaria di [[Nusco]].
*Palatucci: tra le più antiche, godeva del titolo baronale. Cesare Palatucci, barone di Montella, emigrò a Castagneto Cilento nel XVIII secolo.
*Pascale: famiglia di medici; si ha notizia di un medico Bartolomeo Pascale, morto a Montella nel [[1609]]. Il Palazzo Pascale è andato perduto con il Terremoto del 1980, quando il ramo principale della famiglia si era già estinto da decenni.
*Scandone:originaria di [[Troia (Italia)|Troia]], il capostipite, [[Miale da Troia]], detto "Il pazzo", combatté nella [[disfida di Barletta]] e ricevette da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] il titolo di [[cavaliere]]. Ad insediarsi per primo a Montella fu il nipote Cesare, nel [[1552]], cambiando il nome della famiglia in Scandone, già soprannome della stessa.
*Trevisani: famiglia nobile di notai e poi magistrati, realizzò l'omonimo Palazzo tra i più belli del paese, ancora oggi proprietà della famiglia.
*Volpe: presente a Montella già nel [[XVI secolo|'500]] con Giovanni Volpe, che fu sindaco del paese nel [[1546]], di Pellegrino Volpe si conserva la laurea in Giurisprudenza datata [[18 maggio]] [[1685]]. Il palazzetto seicentesco della famiglia, sulla via del Corso, distrutto dal Terremoto del 1980, è stato ricostruito riutilizzando il portale originale con lo stemma della famiglia.
}}
=== Dalle origini alla conquista romana ===
[[File:Montella nel X secolo.tif|thumb|left|upright=1.61|Montella nella [[Campania]] del [[X sec.secolo]]]]
[[File:Piazza Bartoli.JPG|thumb|left|upright=1.61|Il Castello del Monte, opera longobarda, e sullo sfondo la Chiesa Madre sulla destra e il palazzo Abiosi sulla sinistra]]
IlNon nome deriva da ''Monticulus'' o ''Montillus'', da cui ''Montilla'', ''Motilla'' e infine Montella. Deriva chiaramente da monte, nel senso di colle fortificato<ref name="Moscariello"/>. Nonsi sappiamosa molto in merito ai primi abitanti della zona di Montella, ma il ritrovamento di reperti dell'[[età del bronzo]] fannofa pensare che la zona fosse già abitata nel [[III millennio a.C.]] Quello che è certo è che attorno al 500 a.C. circa alcune tribú [[sanniti]]che [[Irpini|irpine]] si insediarono nella zona compresa tra il fiume Calore e il fiume Lacinolo. Di ciò si può esser certi poiché nella zona bassa dell'odierno abitato di Montella sono stati rinvenuti numerosi reperti databili dal 500 a.C. fino a tutto il periodo della dominazione romana, tra cui monete greche che testimoniano i rapporti commerciali delle tribù locali con le [[colonie della Magna Grecia]].<ref name="Moscariello"/>
 
Nel periodo immediatamente antecedente la conquista romana, le tribú irpine ebbero come loro punto di interesse religioso e militare il luogo che oggi viene denominato ''Montella piccola'', che doveva essere un presidio militare realizzato con le tecniche proprie di quelle popolazioni: una semplice palizzata con al massimo dei contrafforti in terra battuta. Certo è da dire che il popolo dei Sanniti, di cui la tribú Irpinairpina era parte, costruiva in alcuni casi anche strutture notevoli usando massicci blocchi di pietra bianca, ma nel territorio di Montella tali opere non ve ne sono, perciòpresenti; si potrebbe perciò convenire che il punto di interesse di ''Montella piccola'' sia stato munito di una protezione in terra battuta o argilla con palizzata di legno.<ref name="Moscariello"/>
 
Gli Irpini, che insieme ai [[Pentri]] e ai [[Caudini]] erano parte importante della confederazione militare sannitica, combatterono contro i Romani nelle famose tre [[guerre sannitiche]]. Le legioni Romane ebbero il sopravvento e l'egemonia di Roma si estese su tutto il territorio interno della Campania. Montella divenne [[municipio romano]]<ref name=autogenerato1>F. Scandone, ''L'Alta valle del Calore'. Montella antica e medio-evale'' e le sue costituzioni municipali'', Libreria Detken & Rocholl, Napoli, 1911.</ref>.
 
Agli inizi del secolo scorso il rinvenimento di sepolture di [[epoca romana]] nella zona di Folloni e dei resti di una villa in località San Vito (di cui si sono perse poi le tracce), oltre al rinvenimento di numerosi reperti in zona ''Fontana'' (1978) e in altre località, quasi tutte portate nel giardino di Palazzo Capone e attualmente presso la sezione archeologica del [[Museo irpino]] di Avellino, servirono quali documenti storici circa l'epoca romana nel territorio montellese. Un cippo rinvenuto in località ''Chianola'' riporta i nomi dei magistrati che intorno al [[130 a.C.]] eseguirono la divisione agraria della zona: Marco Fulvio Flacco, Gaio Papirio Carbone e Gaio Sempronio Gracco. Lo stesso cippo riporta l'indicazione del [[Cardine (storia romana)|cardo]] e del [[decumano]] dell'insediamento romano.<ref name="Moscariello"/>
 
=== Medioevo ===
[[File:Castello del Monte Montella.JPG|thumb|upright=1.1|Castello del Monte (VI - XIII secolo)]]
 
[[File:Castello del Monte Montella.JPG|thumb|upright=1.5|Castello del Monte (VI - XIII secolo)]]
In epoca [[Longobardi (Italia)|longobarda]] Montella fu sede di un importante [[gastaldati longobardi|gastaldato]], data la sua collocazione strategica tra il [[Ducato di Benevento|principato di Benevento]] e il [[principato di Salerno]]. Un notevole posto di guardia dell'epoca medievale era il Castello del Monte.
 
Prima menzione scritta di Montella potrebbe essere un giudicato del duca di Benevento [[Arechi II]] del [[762]] «''in curta nostra que vocatur Montella''». Poiché però nel medesimo documento è presente anche la dicitura «''in nominata curte nostra Montellari''» si è anche ipotizzato che il reale riferimento documentale fosse a "Montellari" o "Montillaro" antico borgo medievale situato nella [[valle del Cervaro]], a nord di [[Bovino (Italia)|Bovino]].<ref>{{Cita testo|autore=Marcello Rotili|titolo=I Longobardi: migrazioni, etnogenesi, insediamenti|p=39|url=http://www.rmoa.unina.it/1488/1/RM-Rotili-Longobardi.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231226084032/http://www.rmoa.unina.it/1488/1/RM-Rotili-Longobardi.pdf}}</ref>
Prima menzione scritta di Montella è un giudicato del duca di Benevento [[Arechi II]] del [[762]] ''in curta nostra que vocatur Montella''.
 
Sotto la [[conquista normanna dell'Italia Meridionale|dominazione normanna]] e [[Hohenstaufen|sveva]] Montella, diventata [[contado|contea]], fu feudo dei signori De Tivilla e poi dei [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] (dal 1174 al 1293), sotto il dominio dei quali nacque [[Rinaldo d'Aquino]], rimatore della scuola poetica siciliana. Tommaso II d'Aquino era signore del feudo quando nel 1222 frate [[Francesco d'Assisi]], durante il suo viaggio di ritorno dal Santuario di S. Michele Arcangelo del Gargano, si fermò nei pressi di Montella, nel bosco di Folloni; decise di lasciare in quel luogo alcuni frati affinché edificassero un dormitorio e convertissero con la loro missione i ladri che infestavano il bosco. Sorse così il [[Convento di San Francesco a Folloni|monastero di San Francesco a Folloni]] che tutt'oggi partecipa in maniera attiva alla vita della comunità. Testimonianza di quel passaggio è l'affresco di [[Giotto]] nella [[Basilica superiore di Assisi]] che raffigura il miracolo de "la morta di [[Montemarano]]", paese vicino Montella.
 
Sotto il dominio [[angioino]], il Castello del Monte divenne proprietà dei [[Angiò|principi di Taranto]]. [[Carlo II d'Angiò]] fece del castello un suo luogo di ritiro, abbellendo il parco con fontane e piante<ref name=autogenerato1 />.
 
Sotto la [[conquista normanna dell'Italia meridionale|dominazione normanna]] e [[Hohenstaufen|sveva]] Montella, diventata [[Contea (circoscrizione)|contea]], fu feudo dei signori De Tivilla e poi dei [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] (dal 1174 al 1293). Tommaso II d'Aquino era signore del feudo quando nel 1222 frate [[Francesco d'Assisi]], durante il suo viaggio di ritorno dal [[Santuario di San Michele Arcangelo|Santuario di S. Michele Arcangelo del Gargano]], si fermò nei pressi di Montella, nel bosco di Folloni; decise di lasciare in quel luogo alcuni frati affinché edificassero un dormitorio e convertissero con la loro missione i ladri che infestavano il bosco. Sorse così il [[Convento di San Francesco a Folloni|monastero di San Francesco a Folloni]] che tutt'oggi partecipa in maniera attiva alla vita della comunità. Testimonianza di quel passaggio è l'affresco di [[Giotto]] nella [[Basilica superiore di Assisi]] che raffigura il miracolo de "la morta di [[Montemarano]]", paese vicino Montella.
===La dominazione aragonese: i Cavaniglia===
 
Sotto il dominio [[Angioini|angioino]], il Castello del Monte divenne proprietà dei [[Principato di Taranto|principi di Taranto]]. [[Carlo II d'Angiò]] fece del castello un suo luogo di ritiro, abbellendo il parco con fontane e piante.<ref name=autogenerato1 />
Con l'arrivo degli [[Aragonesi]] Montella passò sotto il dominio dei conti [[Cavaniglia]], venuti nel Regno di Napoli dalla Spagna al seguito di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]]. Il paese conobbe un periodo di splendore. Nel 1445 il castello del Monte ospitò una memorabile battuta di caccia cui prese parte il Re [[Alfonso il Magnanimo]]. Durante la signoria di Troiano I Cavaniglia, il Palazzo di Corte fu frequentato dagli [[Accademia Pontaniana|accademici pontaniani]], oltre che da pittori e intellettuali provenienti da diverse parti del Regno. A Montella si narra che [[Jacopo Sannazzaro]] abbia scritto, ospite di [[Cavaniglia#Troiano I (1479-1528)|Troiano I Cavaniglia]], la sua ''[[Arcadia (poema)|Arcadia]]'', ispirato dai [[monti Picentini]].
 
=== La dominazione aragonese: i Cavaniglia ===
Delle numerose testimonianze rimaste della signoria dei Cavaniglia la più importante è sicuramente il mausoleo di Don [[Diego I Cavaniglia]], glorioso capitano, ferito a morte durante la battaglia contro i Turchi ad [[battaglia di Otranto|Otranto]], opera di [[Jacopo della Pila]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/ Jacopo della Pila]</ref>.
Con l'arrivo degli [[Aragonesi]] Montella passò sotto il dominio dei conti [[Cavaniglia]], venuti nel regno di Napoli dalla Spagna al seguito di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]]. Il paese conobbe un periodo di splendore. Nel 1445 il castello del Monte ospitò una memorabile battuta di caccia cui prese parte re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso il Magnanimo]]. Durante la signoria di Troiano I Cavaniglia, il palazzo di corte fu frequentato dagli [[Accademia Pontaniana|accademici pontaniani]], oltre che da pittori e intellettuali provenienti da diverse parti del regno.
 
Delle numerose testimonianze rimaste della signoria dei Cavaniglia la più importante è sicuramente il mausoleo di Don [[Diego I Cavaniglia]], glorioso capitano, ferito a morte durante la battaglia contro i Turchi [[battaglia di Otranto|ad Otranto]], opera di [[Jacopo della Pila]].<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-della-pila_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Jacopo della Pila}}</ref>
Dopo i Cavaniglia, famiglia feudataria di Montella sono stati i De Tolfa. Nel 1613 il nobile genovese Antonio [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] acquista il feudo di Montella per 47400 ducati. Nel 1680 il feudo diventa proprietà del doge di Genova Francesco Maria Sauli, per poi passare definitivamente ai [[D'Oria]]. Ultimo feudatario di Montella fu il principe Marcantonio II D'Oria<ref name=autogenerato1 />.
 
Dopo i Cavaniglia, famiglia feudataria di Montella sono stati i De Tolfa. Nel 1613 il nobile genovese Antonio [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] acquista il feudo di Montella per {{formatnum:47400}} ducati. Nel 1680 il feudo diventa proprietà del doge di Genova [[Francesco Maria Sauli]], per poi passare definitivamente ai [[D'Oria]]. Ultimo feudatario di Montella fu il principe Marcantonio II D'Oria.<ref name=autogenerato1 />
===Periodo borbonico e epoca contemporanea===
 
=== Periodo borbonico e epoca contemporanea ===
[[File:Umberto Montella.jpg|thumb|upright=1.2|left|Il Principe [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]] al balcone del Municipio di Montella nel 1936]]
Ebbe un ruolo considerevole nel [[regno delle Due Sicilie]] nuovamente per la sua posizione di confine, tra il [[Principato Ultra]] e il [[Principato Citra]]. A Montella soggiornò [[Giuseppe Bonaparte]] di ritorno dalle Puglie, presso il Palazzo dei Lepore. Montellese era il marchese [[Michelangelo Cianciulli]], [[Ministri di grazia e giustizia del Regno delle Due Sicilie|ministro di grazia e giustizia]] e [[Re delle Due Sicilie|reggente delle [[Due Sicilie]] nella fase di passaggio dai [[Borbone di Napoli|Borbone]] all'occupazione francese.
 
Per Montella il lungo periodo feudale ebbe termine agli inizi del [[XIX secolo]], proprio ad opera del Cianciulli, estensore, quale ministro della giustizia del Regno, delle [[leggi eversive della feudalità]].
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Durante la [[seconda guerra mondiale]], la ''Piana del Dragone'' e gli '' Altopiani di Verteglia'', nel territorio montellese, sono punti strategici di grandi manovre militari. In quel periodo per più volte il principe ereditario [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]] sarà ospite del [[convento di San Francesco a Folloni]], cui rimarrà legato e a cui donerà la statua che ancora oggi si trova nella nicchia sul portale principale della chiesa. Nel 1936, [[Benito Mussolini|Mussolini]] insieme a [[Vittorio Emanuele III]] passeranno per Montella per supervisionare le operazioni militari.
 
=== Il terremoto dell'Irpinia ===
Montella come tutti i comuni dell'[[Irpinia]] fu gravemente colpita dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 23 novembre 1980]]. L'epicentro della scossa, durata 80 secondi, fu a circa 23 chilometri di distanza, e si registrò una magnitudo sulla [[scala Richter]] di circa 6,5 ([[magnitudo momento]] 6,9) ed una intensità 8 sulla [[scala Mercalli]].<ref>{{Cita web|url=http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/query_eq/|titolo=INGV - DBMI11 - MAP}}</ref> I morti montellesi furono quattordici, vasto il patrimonio edilizio, anche storico, gravemente danneggiato o irrimediabilmente distrutto. La ricostruzione si è protratta per tutti i successivi anni ottanta e novanta.<ref>Salvatore Moscariello, ''Montella tra note e immagini'', Tipografia Dragonetti, Montella, 1991.</ref>
 
Montella come tutti i comuni dell'[[Irpinia]] fu gravemente colpita dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 23 novembre 1980]]. L'epicentro della scossa, durata 80 secondi, fu a circa 23 chilometri di distanza, e si registrò una magnitudo sulla [[scala Richter]] di circa 6,5 ([[magnitudo momento]] 6,9) ed una intensità 8 sulla [[Scala Mercalli]]<ref>[http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/query_eq/ INGV - DBMI11 - MAP<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. I morti montellesi furono quattordici, vasto il patrimonio edilizio, anche storico, gravemente danneggiato o irrimediabilmente distrutto. La ricostruzione si è protratta per tutti i successivi anni ottanta e novanta<ref>S. Moscariello, ''Montella tra note e immagini'', Tipografia Dragonetti, Montella 1991</ref>.
 
=== Simboli ===
[[File:Piazza Bartoli Montella.jpeg|thumb|left|upright=1.3|Piazza Bartoli. Sullo sfondo la Chiesachiesa di Santa Maria del Piano ([[XVI secolo]])]]
==== Stemma, Gonfalonegonfalone e statuto ====
 
*Dallo Statutostatuto del comune si legge:
{{Citazione|Il Comune, negli atti, nel gonfalone e nel sigillo si identifica con il nome "Comune Civitas di Montella" e con lo stemma che ne è l'emblema tradizionale e riconosciuto e di cui si è in libero e pacifico possesso che di seguito si descrive: "Scudo dal campo smaltato d'azzurro con figure araldiche ispirate al regno vegetale e celeste. Presenta nel capo tre stelle ordinate in fascia a cinque punte smaltate d'oro e, nella punta, tre monti accostati smaltati di verde. Il tutto in un'orlatura d'oro posta con distacco dai lembi dello scudo. Lo stemma è sormontato da una corona formata da un cerchio aperto adorno di pietre preziose (cinque visibili) smaltate di rosso e di azzurro, con due cordonate nei margini e sostenente una cinta, sormontata da una merlatura a coda di rondine e il tutto d'oro. Ai lati dello scudo e sotto vi sono due ramoscelli, uno di ulivo e uno di quercia smaltati di verde e legati da un nastro rosso".}}
I monti in questione sono il S.San Martino, il Monte e il Torriello. Nell'atrio del primo piano del Liceoliceo Scientificoscientifico R.Rinaldo d'Aquino, vengono ben evidenziati su un olio su tela a cura di Carmine Palatucci. Il dipinto è corredato di spiegazione e note storiche.
 
*Per il gonfalone:
{{Citazione|...consiste in un drappo d'azzurro con bordatura dorata e frangia d'oro in punta, caricato dello stemma sopra descritto, con l'iscrizione recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni sono dorati.}}
 
*Lo statuto del comune è disponibile anche su [internet e liberamente consultabile.<ref>{{cita testo|url=http://www.comunemontella.it/Comune/doc/Statuto.pdf|titolo=Statuto del comune di Montella|accesso=26 marzo 2018|dataarchivio=10 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060510093733/http://www.comunemontella.it/Comune/doc/Statuto.pdf internet], e liberamente consultabile.|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Montella chiesa San Michele.jpg|thumb|upright=0.8|Le chiese gemelle di San Michele Arcangelo e Madonna Santissima Addolorata (XII - XVIII secolo)]]
=== Architetture religiose ===
Sulla piazza principale del paese si affaccia la collegiatachiesa madre di Santa Maria del Piano, nota comunemente come la chiesa madre, realizzata tra il [[1552]] e il [[1586]]. Di notevole valore storico artistico è l'ingresso principale dell'edificio religioso, costituito dalla maestosa porta lignea di noce scolpita e intagliata, opera realizzata dall'intagliatore locale Fabio Moscariello e databile al [[1583]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Adelio Moscariello|titolo = La porta lignea della Collegiata di Santa Maria del Piano|rivista = Napoli Nobilissima|volume = 4|numero = 2-3|anno = 2003}}</ref>; l'interno della collegiata si presenta a una navata con cappelle laterali; degni di nota sono il soffitto di cassettoni lignei ottagonali e la croce astile del [[1457]], opera di oreficeria [[Angioini|angioina]].
 
Ancora, da ricordare sono le chiese della Madonna della Libera, di San Nicola, di Santa Lucia, di Sant'Anna e le chiese gemelle di San Michele Arcangelo e Madonna Santissima Addolorata, sulla cui facciata è un'iscrizione [[Alto Medioevo|alto medievale]] in [[caratteri gotici]] che testimonia la fondazione della chiesa entro il XII secolo.
Quasi ogni chiesa è associata ad una delle cosiddette ''congreghe'' dove si riuniscono le varie confraternite.<ref name="silvestrovolpe.it">[{{Cita web|url=http://www.silvestrovolpe.it/Confraternite/le_confraternite.htm|titolo=Le Doveconfraternite vivo<!--di Titolo generato automaticamente -->]Montella}}</ref>. Ad esempio, presso la chiesa madre si riunisce l'[[arciconfraternita di San Bernardino da Siena]].
 
==== Convento di San Francesco a Folloni ====
[[File:SanFrancescoaFolloni.JPG|thumb|Il [[convento di San Francesco a Folloni]] (XIII-XVIII secolo)]]
Il [[convento di San Francesco a Folloni]], dichiarato [[monumento nazionale italiano|monumento nazionale]], è il più importante monumento storico-artistico del paese. Il convento deve il suo nome al luogo dove fu fondato, a quanto sembra, dallo stesso [[san Francesco]] nel [[1222]] (il bosco di Folloni). Il primo documento scritto che accerta l'esistenza del convento è del 5 gennaio [[1322]]:<ref>{{Cita web|url=http://www.archeorivista.it/002236_intervista-a-simone-schiavone-sul-convento-di-san-francesco-di-folloni-di-montella/|titolo=Intervista a Simone Schiavone sul Convento di San Francesco di Folloni di Montella}}</ref> si tratta del rinnovo di un antico privilegio concesso ai frati dal principe di Taranto, [[Filippo I d'Angiò]], e da sua moglie [[Caterina II di Valois|Caterina di Valois]]. Questo privilegio, consisteva nel permesso di poter pescare nel fiume Calore, attiguo al convento, poter fare legna nel bosco di Folloni, e poter macinare al mulino del paese. Altri privilegi ottenne il convento dalla regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] nel [[1374]], privilegi che confermavano e accrescevano le concessioni benevolmente elargite dagli Angioini, suoi predecessori, a partire da [[Carlo I d'Angiò]] che, insediatosi sul trono di Napoli nel [[1266]], d'accordo con [[papa Clemente IV]], restituì libertà agli ordini monastici. Come attestano i documenti d'archivio conservati nella biblioteca, la fabbrica diventò nei secoli sempre più imponente grazie ai benefici dei sovrani che si succedettero sul [[Regno di Napoli|trono di Napoli]] e alla generosità dei feudatari. Imponente la trasformazione che il complesso visse soprattutto nel [[secolo XVI]], {{Senza fonte|cui sicuramente non fu estranea la [[Diego I Cavaniglia|famiglia Cavaniglia]].}}
{{vedi anche|Convento di San Francesco a Folloni}}
Il convento di San Francesco a Folloni, dichiarato [[monumento nazionale italiano|monumento nazionale]], è senza dubbio il più importante monumento dal punto di vista storico-artistico del paese.
Il convento deve il suo nome al luogo dove fu fondato, a quanto sembra, dallo stesso [[san Francesco]] nel [[1222]] (il Bosco di Folloni). Il primo documento scritto che accerta l'esistenza del convento è del 5 gennaio [[1322]]<ref>[http://www.archeorivista.it/002236_intervista-a-simone-schiavone-sul-convento-di-san-francesco-di-folloni-di-montella/ Intervista a Simone Schiavone sul Convento di San Francesco di Folloni di Montella<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>: si tratta del rinnovo di un antico privilegio concesso ai frati dal principe di Taranto, [[Filippo I d'Angiò]], e da sua moglie [[Caterina II di Valois|Caterina di Valois]]. Questo privilegio, consisteva nel permesso di poter pescare nel fiume Calore, attiguo al convento, poter fare legna nel bosco di Folloni, e poter macinare al Mulino del paese. Atri privilegi ottenne il convento dalla regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] nel [[1374]], privilegi che confermavano e accrescevano le concessioni benevolmente elargite dagli Angioini, suoi predecessori, a partire da [[Carlo I d'Angiò]] che, insediatosi sul trono di Napoli nel [[1266]], d'accordo con [[papa Clemente IV]], restituì libertà agli ordini monastici. Come attestano i documenti d'archivio conservati nella Biblioteca, la fabbrica diventò nei secoli sempre più imponente grazie ai benefici dei sovrani che si succedettero sul [[Regno di Napoli|trono di Napoli]] e alla generosità dei feudatari. Imponente la trasformazione che il complesso visse soprattutto nel [[secolo XVI]], {{cn|cui sicuramente non fu estranea la [[Diego I Cavaniglia|famiglia Cavaniglia]].}}
 
===== Il complesso =====
[[File:Convento di San Francesco a Folloni, portale (Montella).JPG|thumb|upright|left|Il portale di accesso al Convento di San Francesco a Folloni]]
L'attuale complesso architettonico è frutto di un rinnovato intervento edilizio della metà del Settecento, reso necessario in seguito al [[terremoto dell'Irpinia del 1732|terremoto del 1732]]. I lavori consistettero nella costruzione di una nuova chiesa in stile barocco-rococò, ruotata di circa 90º rispetto alla precedente e realizzata più alta di {{M|180&nbsp;|u=cm}}. Della vecchia chiesa rimane l'abside, oggi Cappellacappella del Crocifisso, che difatti si trova ad un livello inferiore. Annesso alla chiesa è il campanile che conserva, assieme al porticato adiacente, l'impianto della seconda metà del [[XV secolo]]. Allo stesso programma edilizio appartiene il chiostro, interposto ai due ambienti precedenti, che ha occupato il luogo dell'antica chiesa, sin dal Trecento annessa al chiostro, oggetto della recente indagini di scavo. Tutta la restante parte della fabbrica è relativa agli spazi conventuali, insistenti anch'essi su aree frequentate già dalle prime comunità religiose. Fa parte del convento anche la camera da letto di re [[Umberto II di Savoia]], più volte ospite dei frati durante la [[seconda guerra mondiale]]. All'interno della chiesa, si ammirano gli stucchi della metà del settecento del maestro Francesco Conforto; splendido il pavimento maiolicato è datato [[1750]].
 
Nell'ala destra del transetto, la lastra tombale della contessa Margherita Orsini, datata [[1521]], e nella sacrestia, il monumento sepolcrale del marito di questa, [[Diego I Cavaniglia]], conte di Montella dal [[1477]] al [[1481]], morto a [[Otranto]] nel combattimento contro i [[Ottomani|Turchi]], opera di grande interesse artistico, realizzata dallo scultore [[Jacopo della Pila]] a fine XV secolo. Entrambi i monumenti funebri si trovavano già nell'antica chiesa quattrocentesca, e furono successivamente trasportati nella nuova chiesa.
 
Annessa al convento è la Bibliotecabiblioteca. Istituita nel [[XV secolo]], fu saccheggiata dopo la soppressione del convento in epoca Borbonica[[Borbone delle Due Sicilie|borbonica]]. Ripristinata negli anni trenta del secolo scorso, conserva opere edite in Italia e all'estero dai primi del Cinquecento a tutto il Settecento. Conserva circa 20.000{{formatnum:20000}} volumi.
 
===== Gli scavi =====
Gli scavi iniziati dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] hanno portato alla luce i resti della chiesa tre-quattrocentesca, oltre a numerosi reperti. Tra questi, lo scheletro e le vesti funerarie del conte Cavaniglia, il cui sarcofago si trova nella sacrestia della chiesa. Tra le vesti ritrovate del conte, la [[Giornea|giornèa]], sorta di casacca che si portava sotto l'armatura, che rappresenta un ''unicum'' al mondo dato che non sono stati ad oggi rinvenuti indumenti simili ad essa.<ref name="incampania.com">{{Cita web|url=http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420|titolo=Convento e Museo di San Francesco a Folloni|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420}}</ref>
[[File:Monumento sepolcrale Dieg I Cavaniglia.jpg|thumb|upright|[[Jacopo della Pila]], Monumento sepolcrale di [[Diego I Cavaniglia]] nel convento di San Francesco a Folloni, 1482 ca.]]
Gli scavi iniziati dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] hanno portato alla luce i resti della chiesa tre-quattrocentesca, oltre a numerosi reperti. Tra questi, lo scheletro e le vesti funerarie del Conte Cavaniglia, il cui sarcofago si trova nella sacrestia della chiesa. Tra le vesti ritrovate del conte, la [[Giornea|giorneà]], sorta di casacca che si portava sotto l'armatura, che rappresenta un unicum al mondo dato che non sono stati ad oggi rinvenuti indumenti simili ad essa<ref name="incampania.com">[http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 Convento e Museo di San Francesco a Folloni - Architettura - Montella - Avellino - InCampania<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101228002624/http://incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=210&Info_ID=4420 |data=28 dicembre 2010 }}</ref>.
 
Una campagna di scavi condotta tra il [[2005]] e il [[2010]] ha portato alla luce le strutture dell'antica chiesa e, sotto il livello del pavimento del chiostro, una [[necropoli]] medievale francescana. {{sf|Unico esempio per il Mezzogiorno d'Italia, casi analoghi sono attestati soltanto in alcuni contesti, oggetto di scavo, in Italia settentrionale.}} I 22 corpi sono stati rinvenuti con le braccia incrociate sul petto ede un cuscino di pietre.
 
Databili dal [[1190]] al [[1550]], alcuni resti potrebbero appartenere a quei frati che, insieme a [[Francesco d'Assisi]], si misero in cammino per diffondere la regola francescana nelle terre di [[Puglia]] e che il Santosanto decise di lasciare proprio a Montella, per fondarvi un convento. Sono in corso attualmente (2012) studi realizzati dall'[[IstitutoUniversità degli Studi "Suor Orsola Benincasa"]], delladalla ''University of Southern Denmark'' e delladalla ''[[Duke University]]''.
{{vedi anche|Diego I Cavaniglia}}
 
===== Gli indumenti funebri del Conteconte Cavaniglia =====
[[File:Giornea Diego I Cavaniglia.jpg|miniatura|L'unico esemplare originale di [[giornea]] attualmente esistente, datato al 1480 e conservato presso il [[Convento di San Francesco a Folloni|Museomuseo dell'Opera di San Francesco a Folloni]] a Montella]]
Nel febbraio del 2003 una indagine ricognitiva eseguita al basamento del Monumentomonumento funebre di [[Diego I Cavaniglia|Diego Cavaniglia]] presso il Conventoconvento ha riportato alla luce il corpo e le vesti del conte. Dell'abbigliamento del conte sono stati rinvenuti due soli indumenti: la [[giornea]] e il [[farsetto]]. Al momento del ritrovamento essi avevano la consistenza della carta per effetto della disidratazione e diversi tipi di alterazioni presenti su ogni singola parte. La scoperta ebbe rilievo internazionale, non essendo mai stati rinvenuti prima esemplari di giornea originali.<ref name=autogenerato2>{{Cita web|url=http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it/23/capolavori/31/giorna-di-diego-cavaniglia|titolo=Giornéa di Diego Cavaniglia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305100939/http://www.sanfrancescoafolloni.it/index.php?it%2F23%2Fcapolavori%2F31%2Fgiorna-di-diego-cavaniglia}}</ref><ref name=autogenerato4 /><ref{{Cita nameweb|url=autogenerato3http://www.kostym.cz/Anglicky/1_Originaly/02_Renesancni/I_02_110.htm|titolo=Giornea of Diego Cavaniglia from 1481, convent San Francesco a Folloni|lingua=en}}</ref><ref name=autogenerato5autogenerato3>{{Cita web|url=http:/>/cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759|titolo=Oggetto artistico -
Giornea|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927175820/http://cir.campania.beniculturali.it/avellino/visite-tematiche/complesso-di-s.francesco-a-folloni/OA00756759}}</ref><ref name=autogenerato5>{{Cita web|url=http://www.palazzotenta39.it/public/?p=1708|titolo=Associazione Culturale – «Palazzo Tenta 39» 7ª Conferenza Tematica 2009 “I Cavaniglia, storia di una dinastia. Alcune note sui paramenti”}}</ref>
 
Il tessuto in raso di seta cremisi della giornea aveva in origine decorazioni in oro e argento e, molto probabilmente, un'''applique'' sulla spalla destra che è stata strappata. Il farsetto, in damasco di seta, presenta la classica decorazione ''a pigna fiorita'' con maniche guarnite da asole per la fuoriuscita di nastrini decorativi. Alla pulizia iniziale, con acqua distillata e detergente neutro, e alla opportuna disinfestazione, è seguita l'operazione di fissaggio dei tessuti su supporto di crepeline e batista di cotone con punto posato e filato invisibile. Si è provveduto poi al rimontaggio dei singoli indumenti, attualmente esposti alla pubblica fruizione presso il Museomuseo dell'Opera di San Francesco a Folloni.<ref>''Diego Cavaniglia: la rinascita di un conte'', a cura di fra Agnello Stoia, Edizioni Cefrasm, 2010. ISBN 9788890368806</ref>.
 
==== Santuario del Santissimo Salvatore ====
{{Dvedi anche|Santuario del Santissimo Salvatore}}
[[File:SantuarioSantissimoSalvatoreaMontella.JPG|thumb|left|Santuario del S.S. Salvatore]]
Il Santuario del Santissimo Salvatore, sull'omonima montagna, è una meta che figura negli itinerari giubilari vaticani.<ref>[{{Cita web|url=http://www.santuariosalvatore.org/ |titolo=Santuario del SS Salvatore - Montella (Av) Italy<!-- Titolo generato automaticamente -->]}}</ref> Una scalinata in marmo di inizio novecento porta, tramite un cancello sulla sommità, allo spiazzale che circonda il Santuario e la Casa del Pellegrino.
Qui si trova il settecentesco ''pozzo dei miracoli'', che ricorda il miracolo che sarebbe avvenuto nel [[1779]], quando secondo la leggenda improvvisamente si aprì una sorgente sulla sommità del monte. La chiesa, di impianto settecentesco, ma fortemente modificata dagli interventi realizzati negli anni sessanta-settanta con i contributi degli emigranti, è di modesto valore architettonico (riconducibile unicamente al particolare contesto). È a navata unica, con un all'ingresso tre porte di bronzo, delle quali le due laterali sono state realizzate dall'artista Antonio Manzi in occasione del giubileo[[Giubileo del 2000]]. Di originale rimangono alcuni stucchi e l'altare settecentesco, in marmo policromo, su cui si trova la statua del Santissimo Salvatore, con la caratteristica veste rossa e blu, la corona d'oro e, nella mano destra, la sfera celeste. A sinistra dell'ingresso la targa che ricorda la visita al Santuario di [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]] nel [[1936]].
 
[[File:Santa Maria della Neve - Montella (AV).JPG|thumb|left|upright|Santa Maria della Neve]]
 
==== Complesso del Monte ====
{{vedi anche|Complesso del Monte}}
[[File:ComplessodelMonte.JPG|thumb|Il complesso del Monte: in basso, il Monastero, sulla sommità il Castello]]
[[File:Alta Valle dedel Calore.jpegjpg|thumb|Il panorama sull'Alta Valle del Calore dal Monastero del Monte]]
[[File:DonjonMontella.JPG|thumb|upright|left|Il [[dongione]] del castello del Monte]]
 
Il [[complesso del ''Monte'']] comprende:
 
*la Chiesa di Santa Maria della Neve (o del Monte);
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*il Castello Longobardo con l'annessa area murata.
 
Di grande interesse storico è il sito del castello LongobardoNormanno del X secolo con l'insediamento adiacente risalente al VI-VII secolo. Gli scavi condotti negli anni ottanta hanno riportato alla luce reperti di epoca longobarda e alto-medievale, tra cui monete e frammenti di affreschi, oltre a sepolture riconducibili allo stesso periodo. Sono oggi visibili il corpo centrale, il [[Dongione|donjon]], le mura di cinta e i ruderi delle stanze della nobiltà. Nel 1293 [[Carlo II d'Angiò]] confiscò il castello per farne luogo di svago. A Re Carlo II si deve la realizzazione della cisterna e del sistema di canalizzazione delle acque.
Nel XIV secolo, per volere dei d'Aquino, feudatari di Montella, vennero rinnovate la torre del [[XII secolo]] e si realizzarono opere di miglioramento del palazzo, con la realizzazione delle decorazioni pittoriche. Il Castello fu abitato dai Conti Cavaniglia nel XV secolo, e durante la loro signoria ospitò nel 1445 una memorabile battuta di caccia cui prese parte il Re [[Alfonso il Magnanimo]]. Venne abbandonato definitivamente nel corso del XVI secolo, con il trasferimento degli ultimi abitanti e la realizzazione del nuovo Palazzo di corte a valle.
 
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=== Architetture civili ===
[[File:VillaBruniRoccia.jpg|thumb|upright|Palazzo Bruni Roccia, sec. XVI-XVIII]]
[[File:Piazza Bartoli.jpg|thumb|left|Facciata di Palazzo Abiosi, sec. XV - XIX]]
[[File:Villa Elena.JPG|thumb|left|Villa Elena, 1899-1900]]
[[File:Casa Volpe 1950.jpg|thumb|upright=0.8|Il Palazzetto della famiglia Volpe in una foto degli anni '50]]
 
==== I palazzi signorili ====
Sulla piazza principale è di gran pregio il ''Palazzo Abiosi'', proprietà della omonima famiglia [[Barone|baronale]], con l'annesso parco di oltre 10.000&nbsp;{{M|10000|u=}}, {{senza fonte|esempio di [[giardino all'italiana]] di cui si ha notizia già nel XV secolo}}. Più volte risistemato e ingrandito, conserva l'originale impianto articolato intorno a due [[Patio|corti-patii]], con le botteghe che danno sulla piazza e gli appartamenti nobili al primo piano, è emblematico della tipologia della "casa a corte" prevalente nel Sud Italia fino alla prima metà del XX secolo.
 
Nel rione Garzano, nella parte alta di Montella, è da ricordare il ''Palazzo Bruni Roccia'' della prima metà del XVI secolo<ref>{{Cita web|url=http://www.catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE/dettaglioScheda.action?%5BSoprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20per%20le%20province%20di%20Salerno%20e%20Avellino%5D&%7BSoprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20per%20le%20province%20di%20Salerno%20e%20Avellino=statoDove1=15&statoChi1=s175&%7D&keycode=ICCD11946218&valoreRicerca=&titoloScheda=palazzo&stringBeneCategoria=&selezioneSchede=&contenitore=&flagFisicoGiuridico=0|titolo=Catalogo Generale dei Beni Culturali|accesso=10 maggio 2020|urlmorto=sì}}</ref> e ingrandito nel XVIII secolo. Al palazzo sono annessi un giardino nella tradizione del modello formale ed un ampio parco di {{M|21000|u=m²}}.<ref>{{Cita libro|cognome=Ministero dei beni culturali e ambientali|titolo=Atlante dei Parchi e dei giardini storici|data=1993|editore=Istituto poligrafico e zecca dello stato|pp=146-147 e 186|ISBN=88-85651-39-9}}</ref> Il profondo restauro ha valorizzato l'impianto originale.<ref>{{Cita pubblicazione|editore=Università degli Studi di Napoli Federico II, Polo delle Scienze e delle Tecnologie|autore1=Vincenzo Calvanese|autore2=Giuseppe Giordano|anno=2007|titolo=Il Palazzo Bruni Roccia a Montella (Avellino): storia di un restauro|rivista=|volume=|numero=|pp=474-483}}</ref>
Nel rione Garzano, nella parte alta di Montella, è da ricordare il sette-ottocentesco ''Palazzo Bruni Roccia'' e, di fronte, quello della famiglia Capone, quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1980.
 
Di fronte, sorge il Palazzo della famiglia Capone, quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1980, ora sede del [[Teatro Adele Solimene]].
Nel rione Serra, si trova la settecentesca ''Villa Trevisani'' e a poca distanza la ''casa Carfagni'', costruita sulle mura di epoca medievale; nello stesso rione, sulla sommità, sono visibili i resti del ''Palazzo Virnicchi'', che sembra abbia dato i natali al poeta [[Rinaldo d'Aquino]] nel 1221 e che ingloba al suo interno i resti di una torre di probabile epoca [[Saraceni|saracena]]<ref>F. Scandone, L'Alta valle del Calore'. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali, Libreria Detken & Rocholl, Napoli 1911</ref>. Nel rione Sorbo è architettonicamente rilevante il ''Palazzo Coscia'', anch'esso sette-ottocentesco ma di impianto precedente.
 
Nel rione Serra, si trova la settecentesca ''Villa Trevisani'' e a poca distanza la ''casa Carfagni'', costruita sulle mura di epoca medievale; nello stesso rione, sulla sommità, sono visibili i resti del ''Palazzo Virnicchi'', che sembra abbia dato i natali al poeta [[Rinaldo d'Aquino]] nel 1221 e che ingloba al suo interno i resti di una torre di probabile epoca [[Saraceni|saracena]].<ref>F. Scandone, ''L'Alta valle del Calore. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali'', Libreria Detken & Rocholl, Napoli, 1911.</ref> Nel rione Sorbo è architettonicamente rilevante il ''Palazzo Coscia'', anch'esso sette-ottocentesco ma di impianto precedente.
 
Il terremoto del 1980 ha completamente distrutto gli storici palazzi delle famiglie Boccuti e Lepore, {{senza fonte|quest'ultimo ricordato soprattutto per aver ospitato per una notte [[Giuseppe Bonaparte]] di passaggio verso [[Napoli]]}}.
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Ogni ''casale'' aveva dunque il suo palazzo nobiliare (e le sue famiglie più influenti) e le sue chiese; di fatto, fino agli anni cinquanta, Montella era costituita da rioni separati da zone verdi; zone che, con il boom edilizio degli anni sessanta-settanta, sono state edificate, unendo i diversi agglomerati esistenti e facendo del paese un unico agglomerato urbano.
 
==== La nuova Casa Comunalecomunale ====
[[File:PiazzaMontella.jpg|thumb|upright=0,7|destra|Una stradina del centro storico sbuca sulla piazza principale. Sullo sfondo il campanile della Chiesachiesa madre di Santa Maria del Piano]]
Nel [[1989]] viene bandito il concorso per la realizzazione della Casa Comunalecomunale, dopo il crollo della sede originaria a seguito del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]]. Realizzata in lotti successivi a partire dal 1999 su progetto dell'architetto [[Donatella Mazzoleni]], è stata oggetto di diverse pubblicazioni su giornali specialistici. Costituita da più edifici con funzioni differenti (uffici pubblici, servizi sociali, teatro all'aperto, sala consiliare, giardino cosmologico) disposti intorno ad una piazza-fulcro, in un articolo della rivista ''[['ANANKE]]'' è stata definita come "un paradigma di ciò che la ricostruzione post-sisma del 1980 in Irpina doveva essere e non è stata".<ref>{{Cita web|url=https://verderosa.files.wordpress.com/2011/11/ananke-n-64-sett-2011-_-montella.pdf|autore=Donatella Mazzoleni|titolo=Montella (Av): una piazza-macchina solare e un'architettura bioclimatica condivisa}}</ref>.
 
=== Aree naturali ===
Montella, parte del [[parco regionale dei Monti Picentini]] e sede della [[comunità montana Terminio Cervialto]], {{senza fonte|è stata scelta da quest'ultima per ospitare il Centro recupero rapaci "Assunta Capone", che da circa venti anni cura molte specie in pericolo. Oltre alla cura e conservazione dell'avifauna (un esempio è la ripopolazione della poiana), il Centro si occupa anche di rettili e anfibi, nonché organizza lezioni per gli alunni delle scuole della provincia sui temi delle scienze naturali, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturalistico locale.}}
{{Citazione|Le nostre montagne custodiscono itinerari preziosi (le vene del tempo) dove storia e natura si incontrano in un sublime connubio; in esse, come nel cavo di un'immensa conchiglia, è racchiusa la voce del passato che si concede al caro “innamorato”, che sa ascoltare|prof. Giuseppe Marano}}
Montella, parte del [[Parco regionale dei Monti Picentini]] e sede della [[Comunità montana Terminio Cervialto]], è stata scelta da quest'ultima per ospitare il Centro Recupero Rapaci "Assunta Capone", che da circa venti anni cura molte specie in pericolo. Oltre alla cura e conservazione dell'avifauna (un esempio è la ripopolazione della poiana), il Centro si occupa anche di rettili e anfibi, nonché organizza lezioni per gli alunni delle scuole della provincia sui temi delle scienze naturali, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturalistico locale.
 
Meta di turisti sono gli ''Altopianialtipiani di Verteglia'' (presso il ''Monte Terminio''), ricchi di percorsi naturalistici con sentieri suggestivi per il [[Escursionismo|trekking]], l'[[mountain bike|MTB]], l'equitazione, ma anche liberi tracciati per lo sci alpino e sci di fondo {{cnSenza fonte|che coinvolgono una ristretta nicchia di turismo, più ricercata e meno massificata della vicina stazione sciistica del [[Laceno]].}}
 
== Società ==
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=== Lingue e dialetti ===
Accanto alla [[lingua italiana]], a Montella è in uso una varietà del [[dialetto irpino]].<ref>{{cita testolibro|autorenome=Olga |cognome=Marano Festa|titolo=Il dialetto irpino di Montella: appunti lessicali|dataeditore=Tipografia Simoncini|anno=1932|città=Pisa}}</ref>
 
== Cultura ==
=== Arte ===
==== Biennale d'Irpinia ====
Dal 2020 si svolge a Montella la "Biennale d'Irpinia", mostra d'arte contemporanea che porta nel paese artisti contemporanei italiani ed europei selezionati su base competitiva da una giuria.<ref>{{Cita web|url=https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/biennale-dirpinia/|titolo=Biennale d’Irpinia}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/it/eventi/montella-biennale-dirpinia-mostra-darte-contemporanea|titolo=A Montella "Biennale d’Irpinia - Mostra d'arte contemporanea"}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.avellinozon.it/eventi/montella-al-via-il-3-agosto-la-iii-edizione-della-biennale-dirpinia/|titolo=Montella: al via il 3 agosto la III edizione della Biennale d’Irpinia}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.avellinotoday.it/eventi/montella-biennale-irpinia-novembre-2022.html|titolo=A Montella "Il Biennale d’Irpinia - Mostra d'arte contemporanea"}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ecampania.it/event/montella-al-via-la-seconda-biennale-d-irpinia/|titolo=Montella, al via la seconda Biennale d'Irpinia}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.chietitoday.it/attualita/alessandro-d-aquila-chieti-biennale-terremoto-irpinia-quaranta.html|titolo=L'artista teatino D'Aquila espone alla prima Biennale per ricordare il terremoto dell'Irpinia}}</ref>.
 
=== Cucina ===
==== Castagna di Montella ====
[[File:Chestnut.jpg|destra|thumb|La castagna di Montella]]
Il comune di Montella è noto per la produzione della [[castagna di Montella]], riconosciuta con marchio [[Denominazione di origine controllata|DOC]] nel [[1987]] e [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]] nel [[1997]]. La coltivazione della castagna nel territorio montellese è documentata fin dall'[[Alto Medioevo]]. A impegnarsi per primo ai fini del riconoscimento del marchio DOC per la castagna di Montella fu il barone Gennaro Abiosi. La ''Castagnacastagna di Montella'' già nel [[1987]] ottiene, {{Senza fonte|primo caso in Italia di prodotto ortofrutticolo,}} il riconoscimento della ''denominazione di origine controllata''. Bisogna considerare anche tutti i prodotti derivati dalla lavorazione della castagna, dai dolci di castagne ai ''marron glacé'', passando per le tipiche ''[[castagne del prete]]''.
Ogni anno si svolge una sagra dedicata alle castagne, in coincidenza con la mostra dei prodotti tipici dell'alta valle del Calore. Bisogna considerare anche tutti i prodotti derivati dalla lavorazione della castagna, dai dolci di castagne ai ''marron glacé'', passando per le tipiche ''[[castagne del prete]]''.
 
Bollite con la buccia e mangiate calde, le castagne vengono dette ''valani''. Le caldarroste sono invece dette ''varole''. Le secche bianche (''pistate'') vengono spesso consumate in zuppa con i fagioli.
 
A partire dal 2008 i castagneti hanno subito un netto calo di produttività dovuta alla comparsa del cinipide galligeno del castagno, [[Dryocosmus kuriphilus]], proveniente dalla Cina e apparso in Italia negli anni duemila. Si tratta di una piccola vespa le cui larve provocano la formazione di [[Galla (botanica)|galle]] che riducono l'attività fotosintetica della pianta, portandola al deperimento.Considerata anche la difficoltà di combatterne la diffusione con fitofarmaci, sono stati attivati dei progetti di lotta biologica.<ref>{{Cita web|titolo = Lotta biologica al cinipide del castagno|url = http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/comunicato_12_05_10.html|editore = Regione Campania|accesso = 18 settembre 2013|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121226185156/http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/comunicato_12_05_10.html|dataarchivio = 26 dicembre 2012}}</ref>
 
==== Produzione casearia ====
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*La scamorza: altro prodotto caseario e tipico della zona.
 
===== Il caciocavallo impiccato =====
Tipica di Montella è una particolare tecnica di cottura del [[Caciocavallo podolico]] che ha avuto una larga diffusione in tutta la zona. Il Caciocavallo viene sospeso sulla brace ardente fino a fondersi, e il prodotto fuso viene spalmato su una fetta di pane. Da qui il nome "Caciocavallo impiccato".<ref>{{Cita web|url=http://www.caciocavalloimpiccato.it/storia.htm|titolo=Come nasce il caciocavallo impiccato|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150811083639/http://caciocavalloimpiccato.it/storia.htm}}</ref>
 
==== La pasta ====
Tipica di Montella è una particolare tecnica di cottura del [[Caciocavallo podolico]] che ha avuto una larga diffusione in tutta la zona. Il Caciocavallo viene sospeso sulla brace ardente fino a fondersi, e il prodotto fuso viene spalmato su una fetta di pane. Da qui il nome "Caciocavallo impiccato"<ref>[http://www.caciocavalloimpiccato.it/storia.htm Caiocavallo Impiccato - formaggio tipico campano<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150811083639/http://caciocavalloimpiccato.it/storia.htm |data=11 agosto 2015 }}</ref>.
Tipici formati di pasta sono le ''stése'', sorta di [[linguine]] cotte con i ceci, e i ''cecaluccoli'', simili ai [[cavatelli]].
 
==== La Pastacarne ====
Tipici formati di pasta sono le ''stèse'', sorta di [[linguine]] cotte con i ceci, e i ''cecaluccoli'', simili ai [[cavatelli]].
 
==== La Carne ====
La principale qualità di carne utilizzata nella tradizione è quella di suino. Diverse famiglie usano ancora allevare e macellare il maiale in proprio. Ogni parte viene usata, e qui le ricette si perdono nel tempo. Una delle più antiche è carne, patate e peperoni cotti in forno a legna. Tipica ricetta di carne sono i ''mogliarielli'', involtini di intestino ripieni di [[cotenna]] e varie spezie cucinati in salsa di pomodoro.
 
==== Le Verdureverdure, i Legumilegumi, i Contornicontorni e le Zuppezuppe ====
Verdure della tradizione montellese sono la [[cicoria]], erbacea spontanea raccolta in campagna, e la [[bieta]], utilizzata come ripieno per la focaccia (''pizza co' ra ghieta''). La minestra viene spesso accompagnata dai fagioli e dal cotechino o altro insaccato a realizzare la cosiddetta ''minestra 'maretata''. Altra ricetta tipica è la '''ndrittuglia'', composta di fave, fagioli, mais, lenticchie e ceci. Ognuno degli ingredienti viene cotto singolarmente, e poi vengono uniti.
Molto utilizzato nella cucina tradizionale l'origano (''pilieo''), del quale esiste una forte tradizione di raccolta.
 
==== I funghi e il tartufo ====
[[File:Boletus edulis (Tillegem).jpg|thumb|destra|Il porcino, in montellese ''munito'']]
 
Forte la tradizione della raccolta dei funghi. Il più pregiato è il ''munito'' ([[porcino]]), ma nella tradizione si raccolgono anche ''gallineddre'' ([[Galluzzo|galluzzi]]), ''pieschi'' ([[Lactarius deliciosus|lattaioli]]), ''fongelle'' ([[Tricholoma terreum|morette]]), ''conocchie'' ([[Macrolepiota procera|mazze di tamburo]]), ''viruoli'' ([[Ovulo buono|ovuli]]). Diffuso anche il [[tartufo nero]].
 
==== Pizza e Rusticirustici ====
La pizza, classica e cotta in forno a legna, è molto alta e condita con pomodoro, origano e parmigiano. I rustici e le torte salate si trovano spesso ripieni di salame o pancetta. Tipica della tradizione la pizza con le bietole (''pizza cò re ghiete''), focaccia ripiena di biete, alici e pinoli.
La pizza gialla, e la ''pizza a lo chingo'' vengono ancora oggi preparate anche se la loro tradizione si perde nei secoli. Tipico piatto invernale, una sorta di polenta condita con [[cigole]] e saleme, ovviamente cotta nel forno a legna.
 
==== La Fruttafrutta ====
Varietà di frutta tipiche della zona sono, oltre alle [[Castagna di Montella|Castagnecastagne IGP]], le ''[[Mela annurca|mele annurche]]'', le ''pere mast'Antonio'', le nocciole e le noci.
 
=== Eventi ===
 
====Sagra della Castagna di Montella I.G.P====
Il primo fine settimana di [[Novembre]] si svolge ogni anno la Sagra della [[Castagna di Montella|Castagna]]<ref>http://www.sagracastagnaigp.it {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081211053442/http://www.sagracastagnaigp.it/ |data=11 dicembre 2008 }}</ref> che attira visitatori da tutta la Campania e la Puglia<ref>{{cita web |url=http://www.irpiniaturismo.it/eventi/evento.php?id_evento=3751 |titolo=Copia archiviata |accesso=27 ottobre 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160527101139/http://www.irpiniaturismo.it/eventi/evento.php?id_evento=3751 |dataarchivio=27 maggio 2016 }}</ref>. La prima edizione si è svolta nel [[1982]]. Nel [[2015]] il numero di visitatori raggiunse le 130 mila presenze<ref>http://www.irpinianews.it/sagra-della-castagna-di-montella-i-ringraziamenti-dellamministrazione/</ref><ref>http://www.ilmeridiano.net/index.php?option=com_content&view=article&id=5396:33esima-sagra-della-castagna-di-montella-igo-consumata-est&catid=123:economia&Itemid=561</ref>.
 
== Economia ==
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Importante anche l'industria boschiva con produzione di legna e legnami, soprattutto castagno e faggio.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Montella è servita dalla [[strada statale 7 Via Appia|strada statale 7]] che consente i collegamenti con [[Avellino]] da un lato e con [[Lioni]], [[Contursi Terme|Contursi]] e [[Melfi]] dall'altro.
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* la strada provinciale 43: ''dalla ex SS 164, per San Francesco a Folloni, alla ex SS 368 (km 2,769)''.
* la strada provinciale 95: ''dalla ex SS 368 allo scalo ferroviario di Montella (km 0,234)''.
* la strada provinciale 143: ''da Bagnoli Irpino all'ex [[strada statale 164 delle Croci di Acerno]] (km 5,920)''.
* la strada provinciale 152 1º tratto: ''dalla ex SS 574 (Cruci di Montella) alla SP 108 (Volturara Irpina) (km 9,292)''.
* la strada provinciale 152 2º tratto: ''dalla ex SS 368 (Montella) al Santuario S.S. Salvatore (km 6,327)''.
* la strada provinciale 158: ''dallo scalo ferroviario di Montella per il bivio della ex SS 164 alla frazione Gargano (km 1,800)''.
 
La città è collegata con frequenti corse di linea [[Autoservizi Irpini|AIR]]. Tramite intercambio ad Avellino è possibile raggiungere Napoli, [[Caserta]], l'[[aeroporto di Napoli-Capodichino|aeroporto di Capodichino]] e i porti di Napoli e [[Salerno]].
Aziende private, collegano Montella con diverse città italiane ([[Roma]], [[Milano]], ecc), ed europee ([[Ginevra]], [[Colonia (Germania)|Colonia]], [[Zurigo]], [[Basilea]], [[Stoccarda]], ecc)
 
=== Ferrovie ===
[[ImageFile:Stazione Montella.jpg|thumb|Stazione di Montella]]La [[stazione di Montella]] si trova sulla [[ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]], linea risalente agli ultimi anni del 1800 e chiusa al regolare esercizio dal 2010.<ref>{{Cita web|url=http://www.ferrovieabbandonate.it/linea_dismessa.php?id=240|titolo=Ferrovia Rocchetta S. Antonio Lacedonia-Avellino - Ferrovie abbandonate|sito=www.ferrovieabbandonate.it|accesso=6 dicembre 2017}}</ref>. Era servita da diversi convogli al giorno e da un collegamento diretto con Salerno. La stazione ferroviaria è stata riaperta a fini turistici<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazionefs.it/content/fondazione/it/it/treni-storici/archivio/2017/11/3/il-treno-delle-castagne.html|titolo=Il treno delle castagne da Foggia a Montella|sito=www.fondazionefs.it|lingua=en|accesso=6 dicembre 2017}}</ref> ildal 3 novembre 2017 in occasione della Sagra della Castagna. L'iniziativa rientra tra quelle previste dalla Legge 9 agosto 2017, n. 128 che ha classificato l'[[Ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio|Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]] "tratta ferroviaria ad uso turistico". Il "Treno delle Castagne" - treno storico composto da locomotiva diesel e carrozze “Corbellini” degli anni ’50 - ha percorso la tratta da Rocchetta Sant'Antonio a Montella grazie all'intervento di recupero all'esercizio ferroviario di 21 chilometri di tracciato, compreso fra le stazioni di Lioni, Nusco e Montella. {{cn|Entro il 2018 è prevista la completa riapertura a fini turistici dell'intera linea [[ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio|Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]].}}
 
=== Mobilità urbana ===
La cittadina è collegata ad Avellino con frequenti corse di linea [[Autoservizi Irpini|AIR]].
 
== Amministrazione ==
=== Sindaci ===
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1993]]|[[1996]]|Fernando Chiaradonna|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[1996]]|[[2000]]|Bruno Fierro|[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2000]]|[[2005]]|Bruno Fierro|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2005]]|[[2009]]|Salvatore Vestuto|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2009]]|[[2019]]|Ferruccio Capone|[[lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|[[2019]]|''in carica''|Rizieri Buonopane|[[centrosinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
==Amministrazione==
=== Gemellaggi ===
Montella è, dal 1991, gemellata con la città di [[Norristown (Pennsylvania)]] negli, Stati Uniti d'America.<ref name=ci>[{{cita testo|url=http://www.corriereirpinia.it/printart.php?art_id=47586 |titolo=«Sono qui le mie radici»] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20140826115201/http://www.corriereirpinia.it/printart.php?art_id=47586 |data=26 agosto 2014 }} corriereirpinia.it</ref>. MontellaNell'ambito di un progetto di scambio studenti, dal 1994 in poi le due cittadine hanno ospitaospitato alcunireciprocamente studenti della Norristown Area High School e degli istituti superiori di Montella.<ref>[{{cita testo|url=http://www.norristownmontella.org/contributors.html |titolo=Gemellaggio con Montella] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20090106115312/http://norristownmontella.org/contributors.html |data=6 gennaio 2009 }} norristownmontella.org</ref>, nell'ambitoTale di uno scambio studenti al quale, ovviamente, partecipano anche gli istituti superiori di Montella. Questo eventoprogetto dà la possibilità, dal 1994, di far conoscere diverse culture, usi, costumi, luoghi e concezioni della scuola a molti ragazzi di Montella, che vengono ospitati presso famiglie del luogo e frequentano le lezioni a scuola, oltre a visitare i maggiori siti turistici della east''[[East Coast]]'' coaststatunitense.
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Il comune di Montella fa parte della [[Comunità montana Terminio Cervialto]] e del [[Parco regionale Monti Picentini]].
 
== Sport ==
{{F|centri abitati della Campania|agosto 2019}}
Nello sport:
*il gruppo podistico Montellese "Pedibus Calcantibus", la cui manifestazione più importante è la marcia per la pace Montella-[[Assisi]]-Montella per portare a [[Convento di San Francesco a Folloni|San Francesco a Folloni]] una fiaccola accesa nella casa del [[Francesco d'Assisi|Santo]].
*"La tana del lupo" raccoglie gli appassionati di tiro al piattello.
*La "U.S. F. Scandone" promuove il ciclismo, ogni anno organizza diverse cronoscalate.
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== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|nome=Salvatore|cognome=Moscariello|titolo=Montella tra note e immagini|anno=1991|editore=Tipografia Dragonetti|città=Montella}}
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Scandone|titolo=L'Alta Valle del Calore. Il municipio di Montella, col suo feudo, nei tempi moderni incominciando dal dominio della Casa D'Aragona|editore=Libreria Detken & Rocholl|anno=1920|città=Napoli}}
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Scandone|titolo=L'Alta valle del Calore. Montella antica e medio-evale e le sue costituzioni municipali|editore=Libreria Detken & Rocholl|anno=1911|città=Napoli}}
* {{cita libro|nome=Olga|cognome=Marano Festa|titolo=Il dialetto irpino di Montella: appunti lessicali|editore=Tipografia Simoncini|anno=1932|città=Pisa}}
 
== Voci correlate ==
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*[[Parco regionale Monti Picentini]]
*[[Campania]]
*[[terremotoTerremoto dell'Irpinia del 1980]]
*[[Monti Picentini]]
*[[Castagna di Montella]]
*[[monte Accellica]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.comunemontella.it|Sito ufficiale del comune di Montella}}
 
{{Comunità montana Terminio Cervialto}}