Ratha: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m corretto errore di battitura
m Corretto il collegamento Colombo con Colombo (Sri Lanka) (DisamAssist)
 
(47 versioni intermedie di 27 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Correggere||maggio 2019|voce tradotta probabilmente con traduttori automatici dalla voce inglese [[:en:Ratha]]}}
[[File:Krishna and Arjun on the chariot, Mahabharata, 18th-19th century, India.jpg|thumb|upright=1.4|Le divinità indù [[Krishna]] ed [[Arjuna]] presso [[Kurukshetra (città)|Kurukshetra]], dipinto del XVIII-XIX secolo.]]
'''''Ratha''''' ([[sanscrito]]: ''rátha'', [[Lingua avestica|avestico]]: ''raθa'') è il termine [[Lingue indoiraniche|indoiranico]] per indicare il '''cocchio''' o '''[[carro da guerra]]''' con le ruote a [[Raggio (ruota)|raggi]] dell'antichità.
 
'''''Ratha''''' ([[sanscrito]]: ''rátha'', [[Lingua avestica|avestico]]: ''raθa'') è il termine [[Lingueindoiranico indoiraniche|indoiranico]]usato per indicare il '''cocchio''' (o '''[[carro da guerra]]''') con lea ruote acon [[Raggio (ruota)|raggi]] dellutilizzato nell'antichità.
Esso deriva dalla radice collettiva ''*ret-h-'' di una parola [[Lingua protoindoeuropea|protoindoeuropea]] ''*rot-o-'' per "ruota" che produsse anche il [[lingua latina|latino]] ''rota,'' presente anche nelle lingue germaniche, celtiche e baltiche. I termini sanscriti utilizzati per indicare il timone, i finimenti, il giogo e la ruota del carro hanno [[Parole imparentate|affini]] in altri rami dell'indoeuropeo (v. ''[[:en:Wikt:Appendix:List of Proto-Indo-European nouns|Appendice: Lista dei sostantivi protoindoeuropei]]'' sul [[:en:Wikt:Main Page|Wikizionario inglese]]).
 
Il termine deriva dalla radice collettiva ''*ret-h-'' della parola [[Lingua protoindoeuropea|protoindoeuropea]] ''*rot-o-'' ("ruota"), dalla quale proviene il [[lingua latina|latino]] ''rota'', presente anche in lingue germaniche, celtiche e baltiche.
== Prove testuali ==
I carri sono considerati un simbolo importante nell'[[Induismo]], dove la maggior parte degli dei del [[pantheon]] vengono ritratti mentre viaggiano su di essi.
 
I termini sanscriti che indicano il timone, '''karaṇa”''' (करण), i finimenti, '''upakaraṇa”''' (उपकरण) , il giogo e la ruota del carro mostrano affinità con parole di altri rami dell'indoeuropeo.
Questi mezzi figurano in modo rilevante nei ''[[Rigveda]]'', evidenziando la loro presenza in India nel II millennio a.C. Tra le [[Deva#Gli Dei vedici|divinità vediche]], [[Uṣas|Ushas]] (che rappresenta l'alba) viaggia su un carro; anche [[Agni (divinità)|Agni]], nella sua funzione di messaggero tra gli dei e gli uomini, viene spesso raffigurato a bordo di questo mezzo.
 
== Conferme documentali ==
Il materiale utilizzato per la loro costruzione è il legno, che viene descritto essere ricavato dagli alberi di [[Salmali]] (RV 10.85.20), Khadira e Simsapa (RV 3.53.19).
 
I carri sono considerati un simbolo centrale nell'[[Induismo]], poiché molte delle divinità del [[pantheon]] induista sono raffigurate mentre viaggiano su di essi. Questi veicoli rivestono un ruolo importante nei testi sacri del ''[[Rigveda|Ṛgveda]]'', che ne attestano la presenza in India fin dal II millennio a.C. È inoltre significativo notare che questo simbolo appare parallelamente in culture di tutto il mondo, come nel misticismo ebraico della [[Merkavah]].
Nei RV 6.61.13, il fiume Sarasvati è paragonato in termini di grandezza ad un carro. Le misure del carro da guerra vedico si trovano negli [[Shulba Sutra]]; il numero delle [[Ruota|ruote]] invece può variare da un carro all'altro. Nei ''Rigveda'' viene fatta distinzione tra il carro ''Ratha'' e l'''anas'', quest'ultimo spesso tradotto come "carretto".<ref>Una discussione della differenza tra ''ratha'' ed ''anas'' si trova ad es. in Kazanas (2001).</ref>
 
Questi mezzi figurano in modo rilevante nei ''[[Rigveda]]'', evidenziando la loro presenza in India nel II millennio a.C. Tra le [[Deva#Gli Dei vedici|divinità vediche]], [[UṣasUshas|UshasUṣás]], (chedea rappresenta ldell'alba), è descritta come colei che viaggia su un carro; anchesimilmente, [[Agni (divinità)|Agni]], nella sua funzione di messaggero tra gli deidèi e gli uomini, vieneè spessofrequentemente raffiguratorappresentato a bordo di questo mezzo.
 
Il legno usato per costruire i carri deriva da alberi specifici quali Salmali <ref>Il '''Salmali''' è un albero originario dell’India, noto scientificamente come ''Bombax ceiba''. È un albero deciduo di grandi dimensioni, famoso per i suoi fiori rossi vistosi e per il legno leggero e resistente, spesso utilizzato per costruzioni e mobili. In India ha anche un valore simbolico e culturale, essendo menzionato in testi antichi come il Ṛgveda.</ref> (menzionato in RV 10.85.20 <ref>'''“RV 10.85.20”''' significa: '''''mandala 10, inno 85, verso 20''''' del '''Ṛgveda'''</ref>), Khadira <ref>Il '''Khadira''' è un albero indiano conosciuto scientificamente come '''''Acacia catechu'''''. È famoso per il suo legno duro e la corteccia ricca di catechina, utilizzata per produrre un estratto tannico chiamato "catechu", impiegato in medicina tradizionale e nell’industria del cuoio. In India, il Khadira ha anche un ruolo culturale e viene menzionato in antichi testi vedici.</ref> e Simsapa <ref>Il '''Simsapa''' è un albero sacro nella tradizione indiana, conosciuto scientificamente come ''Dalbergia sissoo'', o anche chiamato '''shisham'''. È un legno duro e resistente molto usato per la costruzione, per mobili e oggetti rituali. Nel contesto vedico, il Simsapa è spesso citato per la sua robustezza e flessibilità, caratteristiche che lo rendono ideale per la fabbricazione di carri e altri strumenti importanti.</ref> (RV 3.53.19 <ref>'''"RV 3.53.19" ː''' indica il '''''Rigveda'',''' terzo mandala (libro), suktas 53, mantra 19</ref>).
 
Nel verso RV 6.61.13 <ref>'''RV 6.61.13 ː''' " significa: '''''mandala 6, inno 61, verso 13''''' del '''Ṛgveda''', da cui proviene la citazione o il riferimento in questione.</ref>, il fiume [[Sarasvati (fiume)|Sarasvati]] viene paragonato in termini di maestosità e grandezza a un carro. Le dimensioni del carro da guerra vedico sono descritte negli Shulba Sutra, mentre il numero delle [[Ruota|ruote]] può variare da un esemplare all’altro.
 
Nei RV 6.61.13, il fiume Sarasvati è paragonato in termini di grandezza ad un carro. Le misure del carro da guerra vedico si trovano negli ''[[Shulba SutraṚgveda]]; il numero delle [[Ruota|ruote]] invece può variare da un carro all'altro. Nei ''Rigveda'' viene fatta distinzione tra il carro ''Ratha'''ratha''''' e l''''''anas'','.'' questQuest'ultimo viene spesso tradottodefinito come "carretto".<ref>Una discussione della differenza tra ''ratha'' ed ''anas'' si trova ad es. in Kazanas (2001).</ref>
 
== Storia ==
 
=== Protoindoiranici ===
[[File:Andronovo culture.png|thumb|L'area dei ritrovamenti deldi carrocarri con le ruote a raggi all'interno della cultura [[Sintashta-Petrovka]] è indicata in porpora.]]
 
Lo sviluppo del carro da guerra con ruote a raggi è collegato ai popoli [[Indoiranici|protoindoiranici]].
Lo sviluppo del carro da guerra con le ruote a raggi è associato ai popoli [[Indoiranici|Protoindoiranici]]. I primi carri da guerra pienamente sviluppati a noi conosciuti provengono dalle tombe dei carri risalenti intorno al 2000 a.C. dei siti di [[Cultura di Andronovo|Andronovo]] (tombe di legno) della cultura [[Sintashta-Petrovka]], nelle moderne [[Russia]] e [[Kazakistan]]. Questa cultura risente parzialmente dell'influenza dalla precedente [[cultura di Jamna]]. La cultura di Andronovo costruì insediamenti industriali fortemente fortificati adibiti alla lavorazione del [[Età del bronzo|bronzo]] su una scala senza precedenti. Praticavano complessi rituali di sepoltura, reminiscenza dei rituali [[arii|ariani]] conosciuti dai [[Rigveda]].<ref>{{cita libro|cognome=Anthony|nome=David W.|titolo=The Horse, The Wheel and Language: How Bronze-Age Riders From The Eurasian Steppes Shaped the Modern World|anno=2007|editore=Princeton University Press|città=Princeton e Oxford}}</ref> La [[cultura di Andronovo]] nell'arco dei secoli successivi si diffonde attraverso le steppe dagli [[Urali]] al [[Tien Shan]], probabilmente corrispondente alle prime [[Indoiranici|culture indoiraniche]], che alla fine si diffondono in [[Iran]] e in [[India]] nel corso del [[II millennio a.C.]]
 
I più antichi carri da guerra a noi noti provengono dalle tombe dei carri risalenti intorno al 2000 a.C., rinvenute nei siti della [[cultura di Andronovo]] (tombe in legno) e della [[cultura Sintashta-Petrovka]], situate nelle odierne [[Russia]] e [[Kazakistan]].
Il carro non deve necessariamente essere considerato come un indicatore di presenza indoeuropea ed indoiranica.<ref>Cf. Raulwing (2000).</ref> Secondo Raulwing, ''è un fatto innegabile che la linguistica comparativa indoeuropea sia in grado di fornire le basi metodologiche dell'ipotesi di un "carro PIE", in altre parole: "Ausserhalb der Sprachwissenschaft winkt keine Rettung!''<ref>Cioè, "Fuori della linguistica non c'è salvezza!".</ref><ref>Raulwing (2000), p. 83.</ref><ref>Cf. Henri Paul Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), pp. 272-276.</ref>
 
Questa cultura fu in parte influenzata dalla precedente [[cultura di Jamna]]. La cultura di Andronovo eresse insediamenti fortificati a scopo industriale, destinati alla lavorazione del [[Età del bronzo|bronzo]] su scala senza precedenti. Praticavano complessi rituali funebri, reminiscenza delle cerimonie [[arii|ariane]] note dai ''Ṛgveda''.<ref>{{cita libro|cognome=Anthony|nome=David W.|titolo=The Horse, The Wheel and Language: How Bronze-Age Riders From The Eurasian Steppes Shaped the Modern World|url=https://archive.org/details/horsewheellangua0000anth|anno=2007|editore=Princeton University Press|città=Princeton e Oxford}}</ref>
Le prime prove che testimoniano la presenza dei carri in Asia Centrale meridionale (sull'Oxus) risalgono al periodo [[Dinastia achemenide|achemenide]] (a parte i carri aggiogati a buoi, come quelli rappresentati sui [[Petroglifo|petroglifi]]).<ref>Non erano usati per la guerra. H. P. Francfort Fouilles de Shortugai, ''Recherches sur L'Asie Centrale Protohistorique Paris: Diffusion de Boccard'', 1989, p. 452. Cf. Henri Paul Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), p. 272</ref> Nessuna tomba dei carri andronoviana è stata trovata a sud dell'[[Oxus]].<ref>H. P. Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), pp. 220, 272; H.-P. Francfort, Fouilles de Shortugai.</ref>
 
Nell’arco dei secoli successivi, la cultura di Andronovo si estende attraverso le steppe dagli [[Urali]] fino al [[Tien Shan]], e probabilmente corrisponde alle prime [[Indoiranici|culture indoiraniche]], che si diffondono in [[Iran]] e [[India]] nel [[II millennio a.C.]].
 
Il carro non deve essere necessariamente considerato un indicatore certo della presenza indoeuropea e indoiranica.<ref>Cf. Raulwing (2000).</ref>
 
Il carro non deve necessariamente essere considerato come un indicatore di presenza indoeuropea ed indoiranica.<ref>Cf. Raulwing (2000).</ref> Secondo Raulwing, ''è un fatto innegabile che la linguistica comparativa indoeuropea sia in grado di fornire le basi metodologiche dell'ipotesiper l’ipotesi di un "carro‘carro PIE"PIE’, in altre parole: "'Ausserhalb der Sprachwissenschaft winkt keine Rettung!'''”<ref>Cioè, "Fuori“Fuori della linguistica non c'èc’è salvezza!".</ref><ref>Raulwing (2000), p. 83.</ref><ref>Cf. Henri Paul Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), pp. 272-276272–276.</ref>
 
Le prime provetestimonianze che testimoniano la presenzadell’esistenza dei carri in Asianell’Asia Centrale meridionale (sull'Oxuslungo l’Oxus) risalgono al periodoall’epoca [[Dinastia achemenide|achemenide]] (a parteescludendo i carri aggiogatitrainati ada buoi, come quelli rappresentati suinei [[Petroglifo|petroglifi]]).<ref>Non erano usatiutilizzati per lascopi guerrabellici. H. P. Francfort, Fouilles de Shortugai, ''Recherches sur Ll'Asie Centrale Protohistorique, Paris: Diffusion de Boccard'', 1989, p. 452. Cf. Henri Paul Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), p. 272</ref> Nessuna tomba dei carri andronoviana è stata trovata a sud dell'[[Oxus]].<ref>H. P. Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), pp. 220, 272; H.-P. Francfort, Fouilles de Shortugai.</ref>
 
Non è stata rinvenuta alcuna tomba contenente carri della cultura andronoviana a sud dell’[[Oxus]].<ref>H. P. Francfort in Fussman, G.; Kellens, J.; Francfort, H.-P.; Tremblay, X. (2005), pp. 220, 272; H.-P. Francfort, Fouilles de Shortugai.</ref>
 
===Resti===
 
<!-- {{doppia immagine|right|Horse drawn chariot Darasuram.jpg|150|Chariot spoked wheel Darasuram.jpg|150|Carro trainato da cavalli scolpito sul ''mandapam'' del tempio di Airavateswarar (Darasuram) ''(sinistra)'', ca. XII secolo d.C. Il carro e la sua ruota ''(destra)'' sono stati così finemente scolpiti che includono perfino i minimi dettagli.}} -->
[[File:Rath Yatra Puri 2007 11071 crop.jpg|upright=1.4|thumb|Il Rath Jatra nel Gran Viale del Tempio di Jagannath, [[Puri]], 2007.]]
Le raffigurazioni di carri tra i petroglifi incisi nell'arenaria dei [[Monti Vindhya]] sono piuttosto rare.
Sono poche le raffigurazioni di carri tra i petroglifi nell'arenaria dei [[Monti Vindhya]]. Due di queste si trovano a [[Morhana Pahar]] (distretto di [[Mirzapur (India)|Mirzapur]]): una mostra un tiro di due cavalli, con la testa di un solo guidatore visibile; l'altro, raffigurato con ruote a sei raggi, è tirato da quattro cavalli e mostra un guidatore in piedi in un alloggiamento sul carro. In questa raffigurazione il carro sta subendo un attaccato, con una figura che brandisce uno scudo e una mazza mentre gli va incontro, e un'altra figura armata di arco e freccia che minaccia il suo fianco destro. È stato suggerito (Sparreboom, 1985, p. 87) che i disegni testimoniano una storia, molto probabilmente risalente ai primi secolo a.C., tramandata dalle tribù neolitiche di cacciatori nell'area della pianura del [[Gange]]–[[Yamuna (fiume)|Yamuna]]. I disegni verrebbero quindi considerati come una rappresentazione della tecnologia straniera, paragonabili alle pitture rupestri [[Australiani aborigeni|aborigene]] della [[Terra di Arnhem]] che dipingono gli Occidentali. Gli stessi carri realistici scolpiti negli [[stupa]] [[Sanchi]] sono datati grosso modo intorno al I secolo.
 
Due esempi significativi si trovano a Morhana Pahar (distretto di [[Mirzapur (India)|Mirzapur]]), e mostrano:
I primi resti di carri che sono stati trovati in India (presso [[Atranjikhera]]) sono stati datati tra il 350 e il 50 a.C.<ref name="ref_A">Bryant (2001).</ref> Ci sono prove di veicoli con le ruote (specialmente i modelli in miniatura) nella civiltà della Valle dell'Indo, ma non di carri.<ref name="ref_A" />
 
Un primo carro trainato da due cavalli, con la testa del solo guidatore visibile;
I siti della valle dell'Indo hanno riportato alla luce parecchi casi che proverebbero l'uso delle ruote a raggi. L'archeologo B. B. Lal<ref>''The Sarasvati Flows on'', 2002, pp.74-75, Figg. da 328 a 331.</ref> sostiene che i ritrovamenti di file dipinte (o di file di bassorilievi) di ruote di terracotta e di sigilli simili indicano l'esistenza e l'uso di carri con le ruote a raggi nella [[Civiltà di Harappa|civiltà harappana]], come dimostrato nelle campagne di scavo condotte a Bhirrana (uno dei centri della civiltà harappana) nel 2005-2006.<ref>{{cita pubblicazione|autore=L. S. Rao, Nandini B. Sahu, U.A. Shastry, Prabash Sahu e Samir Diwan|titolo=Bhirrana Excavation - 2005-2006|rivista=Piratattva|numero=36|anno=2005-2006|pagina=45}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=L. S. Rao|titolo=Harappan Spoked Wheels Rattled Down the Streets of Bhirrana, Dist. Fatehabad, Haryana|rivista=Piratattva|numero=36|anno=2005-2006|pagina=59}}</ref> Bhagwan Singh<ref>''Harappan Civilization and the Vedic Literature'', in Hindi (1987).</ref> aveva fatto un'asserzione simile e S. R. Rao aveva presentato prove dell'esistenza di carri in bronzo in base ai ritrovamenti a [[Daimabad]] (Tardo Harappano). Gli archeologi non hanno un parere unanime sulla data dei resti in bronzo scoperti nel villaggio di Daimabad. Sulla base delle prove circostanziali, M. N. Deshpande, S. R. Rao e S. A. Sali sono dell'opinione che questi oggetti appartengano al periodo tardo harappano. Osservando l'analisi della composizione degli elementi di questi manufatti, [[D. P. Agarwal]] ha concluso che questi oggetti potrebbero appartenere al periodo storico. La sua conclusione è basata sul fatto che questi oggetti contengono più dell'1% di [[arsenico]], mentre nessuna lega arsenicale è stata ritrovata in altri manufatti [[Età del rame|calcolitici]].<ref name=dhavalikar>{{cita testo|cognome=Dhavalikar|nome=M. K.|titolo=Daimabad Bronzes|url=http://www.rhinoresourcecenter.com/ref_files/1218186467.pdf|pubblicazione=in Gregory L. Posseh (a cura di), ''Harappan Civilization: A Contemporary Perspective''|anno=1982|editore=Aris and Phillips |città=Warminster|id=ISBN 0-85668-211-X|pagine=61-66}}</ref>
Un secondo carro, dotato di ruote a sei raggi, trainato da quattro cavalli e con un guidatore in piedi all’interno di una postazione sul carro.
 
In quest’ultima scena, il carro sembra essere attaccato: una figura armata di scudo e mazza si avvicina minacciosamente, mentre un’altra figura, dotata di arco e frecce, minaccia il fianco destro del veicolo
<!-- {{doppia immagine|right|Horse drawn chariot Darasuram.jpg|150|Chariot spoked wheel Darasuram.jpg|150|Carro trainato da cavalli scolpito sul ''mandapam'' del tempio di Airavateswarar (Darasuram) ''(sinistra)'', ca. XII secolo d.C. Il carro e la sua ruota ''(destra)'' sono stati così finemente scolpiti che includono perfino i minimi dettagli.}} -->
[[File:Rath Yatra Puri 2007 11071 crop.jpg|upright=1.4|thumb|Il Rath Jatra nel Gran Viale del Tempio di Jagannath, [[Puri]], 2007.]]
Sono poche le raffigurazioni di carri tra i petroglifi incisi nell'arenaria dei [[Monti Vindhya]].
 
Due di queste si trovano a Morhana Pahar (distretto di [[Mirzapur (India)|Mirzapur]]) e, in particolare:
 
* Una raffigura due cavalli che trainano un carro, con visibile solo la testa di un guidatore;
 
* L'altra, con ruote a sei raggi, mostra un carro trainato da quattro cavalli, con un guidatore in piedi in un alloggiamento sul carro.
 
In quest'ultima raffigurazione, il carro è rappresentato mentre subisce un attacco: una figura, armata di scudo e mazza, gli si fa incontro, mentre un'altra figura, armata di arco e frecce, lo minaccia dal fianco destro.
 
È stato suggerito (Sparreboom, 1985, p. 87) che i disegni documentino una storia, probabilmente risalente al I secolo a.C., tramandata dalle tribù neolitiche di cacciatori dell'area della pianura del [[Gange]]–[[Yamuna (fiume)|Yamuna]]. I disegni sarebbero quindi considerati una rappresentazione della tecnologia straniera, paragonabile alle pitture rupestri [[aborigeni australiani|aborigene]] della [[Terra di Arnhem]] che raffigurano gli Occidentali.
 
I carri realistici scolpiti negli [[stupa]] di [[Sanchi]] sono datati grosso modo al I secolo.
 
I primi resti di carri che sono stati trovatiritrovati in India (presso [[Atranjikhera]]) sono stati datati tra il 350 e il 50 a.C.<ref name="ref_A">Bryant (2001).</ref> Ci sono prove dell’esistenza di veicoli con lea ruote (specialmentein iparticolare modelli in miniatura) nella civiltà della Valle dell'Indodell’Indo, ma non di carri.<ref name="ref_A" />
 
I siti della Valle dell’Indo hanno restituito diversi reperti che attesterebbero l’uso delle ruote a raggi.
 
L’archeologo B. B. Lal<ref>''The Sarasvati Flows on'', 2002, pp.74-75, Figg. da 328 a 331.</ref> sostiene che i ritrovamenti di file dipinte (o di file di bassorilievi), di ruote di terracotta e di sigilli simili attestano l’esistenza e l’uso di carri con ruote a raggi nella [[Civiltà di Harappa|civiltà harappana]], come dimostrato nelle campagne di scavo condotte a Bhirrana (uno dei centri della civiltà harappana) nel 2005-2006.<ref>{{cita pubblicazione|autore=L. S. Rao, Nandini B. Sahu, U.A. Shastry, Prabash Sahu e Samir Diwan|titolo=Bhirrana Excavation - 2005-2006|rivista=Piratattva|numero=36|anno=2005-2006|pagina=45}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=L. S. Rao|titolo=Harappan Spoked Wheels Rattled Down the Streets of Bhirrana, Dist. Fatehabad, Haryana|rivista=Piratattva|numero=36|anno=2005-2006|pagina=59}}</ref>
 
Bhagwan Singh<ref>''Harappan Civilization and the Vedic Literature'', in Hindi (1987).</ref> aveva sostenuto un’affermazione simile e S. R. Rao aveva presentato prove dell’esistenza di carri in bronzo basate sui ritrovamenti a [[Daimabad]] (Tardo Harappano). Gli archeologi non sono unanimi sulla datazione dei resti in bronzo scoperti nel villaggio di Daimabad.
 
Sulla base delle prove circostanziali, M. N. Deshpande, S. R. Rao e S. A. Sali ritengono che questi oggetti appartengano al periodo tardo harappano. Tuttavia, considerando l’analisi della composizione degli elementi di tali manufatti, [[D. P. Agarwal]] ha concluso che questi reperti potrebbero risalire al periodo storico.
 
La sua conclusione si basa sul fatto che questi oggetti contengono più dell’1% di [[arsenico]], mentre in nessun altro manufatto [[Età del rame|calcolitico]] sono state riscontrate leghe arsenicali.<ref name="dhavalikar">{{cita testo|cognome=Dhavalikar|nome=M. K.|titolo=Daimabad Bronzes|url=http://www.rhinoresourcecenter.com/ref_files/1218186467.pdf|pubblicazione=Harappan Civilization: A Contemporary Perspective|anno=1982|editore=Aris and Phillips |città=Warminster|id=ISBN 0-85668-211-X|pagine=61-66}}</ref>
 
== Nelle festività dei templi induisti ==
Il termine ''Ratha'' o ''rath'' indica un [[carro (trasporto)|carro]] o un veicolo costruito in legno, munito di ruote. Il Ratha può essere guidato manualmente mediante corde, trainato da cavalli o da elefanti. I ratha sono usati principalmente nei templi indù dell'[[India meridionale]] in occasione del Rathoutsava (Festa dei carri). Durante la festa, le divinità del tempio vengono portate in processione attraverso le strade, accompagnati dai canti di [[mantra]], [[Inno|inni]], [[schloka]] o [[bhajan]].
 
Il termine ''ratha'' o ''rath'' indica un [[carro (trasporto)|carro]] o veicolo costruito in legno e dotato di ruote.
Il [[Ratha Yatra]] è un'enorme festa induista associata a Lord [[Jagannath]] che si tiene a [[Puri]] nello [[Stati federati e territori dell'India|stato]] dell'[[Orissa]] ([[India]]), durante i mesi di giugno e luglio.
 
Il termine ''Ratha'' o ''rath'' indica un [[carro (trasporto)|carro]] o un veicolo costruito in legno, munito di ruote. Il Ratharatha può essere guidatomosso manualmente mediantetramite corde, oppure trainato da cavalli o da elefanti. I ratha sono usati principalmente nei [[Tempio|templi]] indù dell'dell’[[India meridionale]] in occasione del Rathoutsava (Festa dei carri). Durante la festa, le divinità del tempio vengono portate in processione attraversoper le strade, accompagnatiaccompagnate daida canti di [[mantra]], [[Inno|inni]], ''[[schlokaśloka]]'' o [[bhajan]].
 
Il [[Ratha Yatra]] è un'enormeuna grande e importante festa induista associatadedicata aal LordDio [[Jagannath]], che si tienecelebrata a [[Puri]], nello [[Stati federati e territori dell'India|stato]] dell'dell’[[Orissa]] ([[India]]), durante inei mesi di giugno e luglio.
 
<gallery caption="Ratha o carri" widths="150px" perrow="4" caption="Ratha o carri">
Image:tiruvannaikkaval4.jpg | Il Rajagopuram Torreggiante con uno dei Ratha del Tempio
File:Thear 2.jpg | Il Gran Thear (ஆழித் தேர்) di Sri Thyagarajaswami, [[Tiruvarur]]
File:Rath Yatra Puri 07-11027.jpg | Il [[Ratha Yatra|Rath Yatra]] a Puri in tempi moderni che mostra i tre carri delle divinità con il tempio sullo sfondo
File:Tiruvarur temple car festival 2010.jpg | [[Tiruvarur]]: il più grande ratha del tempio a [[Tamil Nadu]]
File:Srivilliputhur_Skyline.jpg |Andal Ther di [[Srivilliputtur]]: il secondo più grande ratha del tempio a Tamil Nadu
File:Nellaiappar_Temple.jpg | Carro del [[Tempio di Nellaiappar]] di [[Tirunelveli]]: il terzo più grande ratha del tempio in Tamil Nadu. Foto scattata il 5 luglio 2009 al 50º Festival dei carri di Tirunelveli
File:Scattered Temple.jpg | Ratha del tempio a [[Colombo (cittàSri Lanka)|Colombo]] ([[Sri Lanka]])
File:Temple car.jpg | Ratha del tempio a [[Chennai]] ([[India]])
File:Rath Yatra.jpg | Festa Rath Jatra a [[New York]] organizzata dall'[[ISKCON]]
Riga 54 ⟶ 103:
 
== Edifici dei ''ratha'' ==
In alcuni templi indù, ci sono santuari o edifici chiamati ''ratha.'': ilLa motivocausa risiededi nelquesto fattonome chederiva questiprincipalmente da due fattori: tali edifici hanno le sembianze di un enorme carro, oe perchéspesso contengono al loro interno una divinità raffigurata su questo mezzo.
 
I più noti sono i ''[[Pancha Rathas]]'' (=5 rathasratha) a [[Mahabalipuram]], anche se non presentano la forma di un carro.
 
Un altro esempio è il [[Jaga mohan]] del [[Tempio del Sole di Konarak]], costruito su una piattaforma con dodici sculture di ruote, come simbolo del carro del Sole.
 
<gallery caption="Edifici" widths="150px" perrow="5" caption="Edifici">
Image:Panja pandava ratham.jpg|[[Pancha Rathas|"Cinque Rathas"]] a Mamallapuram, [[Tamil Nadu]].
Image:Hampi, chariotVittala Temple, Kallina Ratha, India.jpg|Carro di pietra, [[Hampi]], [[Karnataka]]
Image:Airavateshwarar Darasuram.jpg|Santuario del [[Tempio di Airavatesvara]] a forma di carro, [[Darasuram]], [[Tamil Nadu]]
Image:Thaaraasuram TherPolKovil.JPG|Carro del tempio del Tempio di Airavatesvara a [[Darasuram]], [[Tamil Nadu]]
Image:Chariot Wheel Konark Sun Temple.JPG|Ruota del ratha del [[Tempio del Sole di Konarak]]
</gallery>
 
==Ratha in architettura==
[[Image:Triratha-Pancharatha-Saptaratha.jpg|thumb|Piante dei principali tipi di edifici con ratha]] Nell’architettura dei templi induisti, un ''ratha'' è una sporgenza con faccette o righe verticali su una torre (generalmente un ''[[sikhara]]'')..
Nell'[[architettura dei templi induisti]], un ''ratha'' è una sporgenza con sfaccettature o riseghe verticali su una torre (generalmente un ''[[sikhara]]'').
 
== Note ==
Riga 78 ⟶ 126:
* Bryant, Edwin (2001). ''The Quest for the Origins of Vedic Culture.'' Oxford University Press. ISBN 0-19-513777-9.
* Fussman, Gérard; Kellens, J.; Francfort, Henri-Paul.; Tremblay, X. (2005). ''Aryas, Aryens et Iraniens en Asie Centrale.'' Institut Civilisation Indienne. Collège de France. ISBN 2-86803-072-6
* Kazanas, Nicholas (2001). [http://www.omilosmeleton.gr/pdf/en/indology/AITandscholarship.pdf ''The AIT and Scholarship''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304030343/http://www.omilosmeleton.gr/pdf/en/indology/AITandscholarship.pdf |date=4 marzo 2016 }}. Omilos Meleton, Athens.
* Raulwing, Peter (2000). ''Horses, Chariots and Indo-Europeans, Foundations and Methods of Chariotry Research from the Viewpoint of Comparative Indo-European Linguistics.'' Archaeolingua, Series Minor 13, Budapest.
 
Riga 86 ⟶ 134:
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{portale|guerra|storia|trasporti}}
 
[[Categoria:Veicoli a trazione animale]]