Museo Accorsi-Ometto: differenze tra le versioni
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{{Museo
|Nome = Museo
|Immagine = La cour dentrée du musée des arts décoratifs (Turin) (2874931873).jpg
|Stato = Italia
|Indirizzo = [[Via Po]], 55
|Tipologia = [[
}}
Il '''Museo Fondazione Accorsi-Ometto''' è un museo d’arti decorative di [[Torino]], nonché il primo fondato in Italia nel suo genere.<ref name="fondazioneaccorsi-ometto.it">{{Cita web|titolo=Museo di Arti Decorative Accorsi - Fondazione Pietro Accorsi|url=http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it}}</ref><ref name="Cita|R. Rizzo, 2017 p. 278">{{Cita|R. Rizzo, 2017 (p. 278)}}.</ref>
Inaugurato nel 1999, ospita la collezione permanente del celebre antiquario torinese [[Pietro Accorsi]] e quella di [[Giulio Ometto]], nonché eventi culturali e mostre temporanee.
L'origine del palazzo<ref>{{Cita web|titolo=La storia del Palazzo |url=http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/it/il-museo/page/il-palazzo/}}</ref> è dovuta all'intraprendenza dei Padri Antoniani, che nel [[1616]] aprirono ai religiosi e ai malati un grande complesso, comprensivo di palazzo e chiesa dedicata a Sant'Antonio abate, al fondo dell'odierna Via Po. Per circa 150 anni questo complesso fu una delle sedi più prestigiose degli Antoniani in [[Piemonte]] ed [[Italia]].<br />▼
Alla metà del [[Settecento]] la chiesa fu sottoposta a rimodernamento per opera dell'architetto [[Bernardo Vittone]] che sistemò la chiesa, il coro, il campanile ed approntò il decoro del presbiterio.<br />▼
In seguito alla soppressione dell'Ordine degli Antoniani avvenuta nel [[1776]], il palazzo e la chiesa furono affidati all'Opera della Mendicità Istruita, per poi passare nell'[[Ottocento]] all'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro.<br />▼
[[File:Fontanesi.JPG|thumb|Targa dedicata ad [[Antonio Fontanesi]], nell'androne del Palazzo]]▼
In quel periodo il pittore [[Antonio Fontanesi]] soggiornò in alcuni locali del palazzo, ove morì il 17 aprile [[1882]]: nel portone di ingresso del Museo è murata, a ricordo, una lapide in suo onore.▼
==Storia==
===L’edificio seicentesco===
▲
▲Alla metà del [[Settecento]] la chiesa fu sottoposta a rimodernamento per opera
==Il percorso museale==▼
▲In seguito alla soppressione
Il Museo è stato allestito dal presidente della Fondazione, Giulio Ometto, secondo il gusto del fondatore, [[Pietro Accorsi]], che prediligeva le [[arte|arti]] decorative (soprattutto del [[Settecento]] e legate al [[Piemonte]] e alla [[Francia]]). Giulio Ometto collaborò attivamente con l'antiquario fin dagli anni Settanta, diventando responsabile della Galleria di Accorsi nel 1978 nonché suo erede universale.▼
▲[[File:Fontanesi.JPG|thumb|
Nelle 27 sale del Museo sono esposti oltre tremila oggetti<ref>{{Cita web|titolo=Il percorso museale |url=http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/it/il-museo/gallery/il-percorso-museale/}}</ref>, appartenuti al celebre antiquario.<br />▼
Il percorso museale è suddiviso in due parti: la prima è dedicata a una serie di vetrine con all'interno [[cristalli]] di [[Baccarat]], [[Argento|argenti]], [[Tabacchiera|tabacchiere]] e [[porcellane]] di [[Meißen]], [[Frankenthal]] e [[Sèvres]]; la seconda è dedicata alle sale ammobiliate, così come l'Antiquario le aveva arredate presso la sua villa di [[Moncalieri]]. Nel susseguirsi delle stanze, oltre a preziosi oggetti d'[[arredo]], [[arazzi]] e [[dipinti]] del Settecento, si trovano [[mobili]] francesi, veneziani e piemontesi, tra cui spicca il celebre “doppio corpo” firmato e datato nel 1738 da [[Pietro Piffetti]] e ritenuto essere il mobile più bello del mondo<ref>{{Cita web|titolo=Il mobile più bello del mondo |url=http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/it/il-museo/gallery/il-mobile-pi-f9-bello-del-mondo/}}</ref>.▼
▲In quel periodo il pittore [[Antonio Fontanesi]] soggiornò in alcuni locali del palazzo, ove morì il 17 aprile [[1882]]
===La nascita della Fondazione Accorsi e del Museo Accorsi-Ometto===
Alla fine degli anni Venti del Novecento [[Pietro Accorsi]] poté definirsi un antiquario affermato e con una discreta disponibilità economica a tal punto da poter provvedere al mantenimento di tutta la sua famiglia. Nel 1927 egli si trasferì con la madre e le due sorelle nel grande appartamento preso in affitto al piano nobile.<ref>{{Cita|R. Rizzo, 2017 (p. 65)}}.</ref> Nel 1956 Pietro Accorsi acquistò l’intero palazzo di via Po 55,<ref>{{Cita|R. Rizzo, 2017 (p. 207)}}.</ref> lo stesso dove già abitava da tempo occupando l’ampio appartamento del piano nobile ma anche il medesimo in cui lavorarono come portinai i suoi defunti genitori. La sua attività di antiquariato proseguì con acquisizioni di interi arredi di eleganti dimore, ma anche partecipazioni ad aste internazionali e mediazione per l’acquisto di opere o collezioni da parte dei maggiori musei torinesi e italiani. Tuttavia il palazzo di via Po 55 fu sempre il fulcro della propria attività e Torino l’ambiente dove Pietro Accorsi continuò a calamitare l’attenzione di una sempre più variegata e facoltosa clientela.<ref>{{Cita|R. Rizzo, 2017 (p. 218-220)}}.</ref>
Alla morte di Pietro Accorsi, spentosi il 26 ottobre 1982 nel suo appartamento nell’edificio che ospita l’attuale museo, Giulio Ometto venne nominato erede universale di tutte le sostanze, gli immobili e del vasto patrimonio di oggetti d’arte del defunto antiquario, con il preciso vincolo che ciò costituisse il nucleo di una collezione museale gestita dalla Fondazione Accorsi, di cui Ometto ricopriva ormai la carica di presidente a vita. Tale motivazione venne puntualmente riportata in suoi scritti olografi e nel suo testamento: «[…] Desidero che il mio nome resti legato agli oggetti d’arte e d’antiquariato da me in un’intera vita di lavoro raccolti e conservati. […] Questo vuole essere un dono fatto alla gente intesa come insieme di persone da coltivare».<ref name="Cita|R. Rizzo, 2017 p. 278"/>
Nel 1986 Giulio Ometto, come indicato nelle volontà testamentarie, si adoperò sin da subito per ampliare ulteriormente la già cospicua collezione lasciata in eredità da Pietro Accorsi, comprendente suppellettili, porcellane, sculture e arredi proveniente in gran parte da Villa Paola e dalle altre residenze del defunto antiquario. Tuttavia questo nucleo iniziale era sufficiente per arredare soltanto sette sale delle ventisette presenti nei circa duemila metri quadri dell’edificio di via Po 55. Con le ulteriori acquisizioni operate da Giulio Ometto la collezione superò i tremila pezzi e consentì di allestire un percorso museale più completo, comprendente tutte le sale.<ref name="fondazioneaccorsi-ometto.it"/><ref name="Cita|R. Rizzo, 2017 p. 278"/>
Al tempo stesso Giulio Ometto si occupò dello scrupoloso restauro e della ristrutturazione del seicentesco edificio con il supporto di una squadra di esperti artigiani e restauratori coordinati dall’architetto Fassio, di concerto con la Sovrintendenza.<ref name="fondazioneaccorsi-ometto.it"/><ref>{{Cita|R. Rizzo, 2017 (p. 282)}}.</ref> Data la complessità dell’operazione, i lavori si sono protratti per svariati anni, tuttavia sono stati portati a compimento; la vecchia portineria dove abitò il giovane Pietro Accorsi con la sua famiglia è stata convertita nella biglietteria, mentre i locali del piano nobile dell’edificio adattati per ospitare agevolmente il museo stesso, inaugurato il 2 dicembre 1999 e considerato il primo museo d’arti decorative d’Italia.<ref name="fondazioneaccorsi-ometto.it"/><ref name="Cita|R. Rizzo, 2017 p. 278"/>
Con la morte di Giulio Ometto nel 2019, nella collezione del museo è confluita anche la sua personale raccolta e la Fondazione Accorsi ha mutato il nome in Fondazione Museo Accorsi-Ometto.<ref name="fondazioneaccorsi-ometto.it"/><ref name="Cita|R. Rizzo, 2017">{{Cita|R. Rizzo, 2017}}.</ref>
[[File:Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, Torino, Italia (17).jpg|thumb|destra|170 px|Una delle vetrine contenti porcellane della Collezione Accorsi]]
[[File:Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, Torino, Italia (34).jpg|thumb|destra|170 px|Il ''doppio corpo'' realizzato dall’ebanista piemontese Pietro Piffetti]]
[[File:Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, Torino, Italia (46).jpg|thumb|destra|170 px|Una delle sale arredate del Museo Accorsi-Ometto]]
==Il Museo Accorsi-Ometto==
▲===Il percorso museale===
▲
▲Nelle
▲Il percorso museale è suddiviso in due parti
===Le mostre===▼
Il museo è, fin dalla sua costituzione, sede di importanti mostre, principalmente volte alla conoscenza delle arti decorative e di quella del patrimonio storico artistico piemontese, non tralasciando temi di interesse anche internazionale.▼
Esso prosegue nella sua missione e continua a essere un’attrazione museale per la città, ospitando anche mostre di pittura ed eventi culturali di rilievo.<ref name="fondazioneaccorsi-ometto.it"/><ref name="Cita|R. Rizzo, 2017"/>
▲==Le mostre==
▲Il museo è fin dalla sua costituzione sede di importanti mostre, principalmente volte alla conoscenza delle arti decorative e di quella del patrimonio storico artistico piemontese, non tralasciando temi di interesse anche internazionale.
==Note==
<references group="N"/>
<references/>
==Bibliografia==
* {{cita libro|autore=R. Antonetto, A. Cottino
* {{cita libro|autore=A. Cottino
* {{cita libro|autore=AA.VV. Centro Studi Fondazione Accorsi
* {{cita libro|autore=R. Rizzo|titolo=Pietro Accorsi, Il mercante di meraviglie|città=Milano|editore= Silvana editoriale|anno= 2016|ISBN= 8836633021}}
== Voci correlate ==
* [[Pietro Accorsi]]
* [[Museo d’arte]]
* [[Musei di Torino]] (e [[luoghi d’interesse a Torino]] in generale)
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|1=https://www.memora.piemonte.it/percorsi/41|2=Museo Accorsi-Ometto: un viaggio tra le meraviglie}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|
[[Categoria:Musei di Torino| ]]
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