Cristoforo Colombo: differenze tra le versioni
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{{
{{Aristocratico
|nome = Cristoforo Colombo
|immagine = Portrait of a Man, Said to be Christopher Columbus.jpg
|legenda =
|stemma =
|titolo = [[Governatori del vicereame della Nuova Spagna|Governatore]] e [[Viceré delle Indie occidentali]]
|periodo =
|inizio reggenza = 1492
|fine reggenza = 1499
|erede = [[Diego Colombo]]
|successore = [[Francisco de Bobadilla]]
|titolo1 = [[Ammiraglio del Mar Oceano]]
|periodo1 =
|inizio reggenza1 = 1492
|fine reggenza1 = 1506
|successore1 = [[Diego Colombo]]
|data di nascita = tra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451
|data di
|luogo di nascita = [[
|
|sepoltura = {{sp}}
* 1506 (Convento di San Francesco a Valladolid)
* 1518 ([[Certosa di Santa Maria de las Cuevas]])
* 1537 ([[Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione (Santo Domingo)|Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione]])
* 1795 ([[Cattedrale dell'Avana]])
* 1902 ([[Cattedrale di Siviglia]])
|dinastia = [[Colombo (famiglia)|Colombo]]
|padre = [[Domenico Colombo]]
|madre = [[Susanna Fontanarossa]]
|consorte = [[Filipa Moniz Perestrello]]
|figli = [[Diego Colombo|Diego]]<br
|religione = [[
}}
{{Bio
|Nome = Cristoforo
|Cognome = Colombo
|PreData = in [[
|Sesso = M
|LuogoNascita = Genova
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1451
|NoteNascita = <ref>La sua origine è incerta, ma qui sono riportati i dati più documentati e ritenuti più probabili.</ref><ref>Nell'anno 2009 è stata avanzata anche l'ipotesi che l'effettivo luogo di nascita dell'Ammiraglio sia [[Cogoleto]]. La confusione sarebbe stata dovuta al fatto che all'epoca vivevano in Genova e Cogoleto due distinte famiglie con gli stessi nomi: Domenico (padre), Bartolomeo, Cristoforo e Giacomo (figli). I Colombo di Genova erano tessitori di panni. I Colombo di Cogoleto, capitani e marinai. Il Cristoforo Colombo di Cogoleto sarebbe nato nel 1436. Vedi {{cita web|url=https://www.cristoforocolombostoria.it|titolo=Cologoleto|accesso=23 settembre 2023}}</ref>
|LuogoMorte = Valladolid
|GiornoMeseMorte = 20 maggio
|AnnoMorte = 1506
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = navigatore
|Attività2 = esploratore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
La sua idea iniziale fu di raggiungere l'[[Asia orientale]], le cosiddette "[[Indie orientali|Indie]]", compreso il [[Catai]] ([[Cina]]) e il [[Cipango]] ([[Giappone]]), [[Circumnavigazione|circumnavigando]] la [[Terra]] da [[Ovest|occidente]], ovvero dall'[[Oceano Atlantico]]. Arrivando invece in [[America centrale]], il navigatore fu convinto, negli anni successivi, che quelle fossero sì delle nuove terre, ma sempre asiatiche, a tal punto che furono chiamate per molto tempo "[[Indie occidentali]]". Fu poi il navigatore [[Amerigo Vespucci]] che, nei primi anni del XVI secolo, scoprì che si trattava invece di un nuovo continente, inizialmente chiamato "[[Nuovo Mondo]]", quindi, in suo onore, fu rinominato dai cartografi "[[America]]".
Salpato da [[Palos de la Frontera]] ([[Spagna]]) il 3 agosto 1492, giunse su un'isola delle [[Bahamas]], che battezzò [[San Salvador (Bahamas)|San Salvador]], il 12 ottobre dello stesso anno. A tale primo viaggio ne seguirono poi altri tre, di minor fortuna, portandolo gradualmente al discredito ed alla privazione di molti dei riconoscimenti e dei titoli che egli avrebbe sperato, per sé e per i suoi figli, da parte dei sovrani del [[Regno di Castiglia e León]], dove morì nel 1506 nell'allora capitale, [[Valladolid]]. Nemmeno nelle nuove terre scoperte gli fu dedicato qualche importante toponimo; questo almeno fino al 1819, quando il politico [[venezuela]]no [[Francisco de Miranda]] propose il nome di "[[Colombia]]" per indicare il nuovo stato indipendente [[America meridionale|sudamericano]] e rendere finalmente omaggio all'importante navigatore<ref>https://www.agi.it/estero/columbus_day_statue-2234454/news/2017-10-09/</ref>.
== Giovinezza ==
{{vedi anche|Origini di Cristoforo Colombo|Case di Cristoforo Colombo}}
[[File:Castello d'Albertis-DSCF5494.JPG|
Cristoforo fu il primogenito di quattro figli (tre maschi e una femmina)<ref>Gli altri tre si chiamavano Giovanni-Pellergino, Bartolomeo e Giacomo ({{Cita|Canale|p. 103}}; secondo altre biografie, l'ultimo figlio si chiamava Diego), l'unica sorella si chiamava Bianchinetta ({{Cita|Canale 1892|p. 4}}).</ref> di [[Domenico Colombo]] e [[Susanna Fontanarossa]], gestori dapprima di una piccola azienda tessile e successivamente, in seguito al trasferimento a [[Savona]], di un negozio di vini e formaggi<ref>{{Cita|Fagioli|p. 241}}; {{Cita|Robin Santos|p. 15}}</ref>.
[[File:Casa Cristoforo Colombo 2.JPG|min|verticale|sinistra|[[Genova]], resti della [[Casa di Cristoforo Colombo (Genova)|costruzione settecentesca]] in Vico Diritto di Ponticello, dove Colombo abitò fra i quattro e i nove anni. Vi è stato ricavato un memoriale]]
[[File:Cogoleto, casa di Cristoforo Colombo - Copia.jpg|min|verticale|Cogoleto, casa natale di Cristoforo Colombo. La casa si trova in Via Rati (anticamente Contrada Caroggio). In questa casa Domenico Colombo, padre di Cristoforo, ha fatto testamento in data 23 agosto 1449]]
La casa genovese, sita in Vico Diritto di Ponticello angolo Via Dante nel quartiere [[Portoria]], vicino a [[San Vincenzo (Genova)|San Vincenzo]] di [[Genova]], venne distrutta durante il [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale francese del 1684]], e fu quindi ricostruita nei decenni successivi<ref name="sagepgiornata">''Una giornata nella città'', a cura di Corinna Praga e Laura Monaco, Sagep Editrice, Genova, 1992, p. 14.</ref><ref name="itinerari">[http://www.ortidicarignano.it/files/seiitinerariinportoria.pdf Casa di Colombo], da Alfredo Preste, Alessandro Torti, Remo Viazzi, ''Sei itinerari in Portoria'', Grafiche Frassicomo, Genova, 1997, riportato dal sito ortidicarignano.it</ref>.
Altre fonti lo danno nato sempre nella [[Città metropolitana di Genova]], ma questa volta a [[Cogoleto]], presso Via Rati 28. Secondo questa versione, Cristoforo Colombo avrebbe lasciato molto presto Cogoleto per intraprendere la via del mare.<ref>Archivio Stato Genova. Atto di procura del 30 settembre 1452. Notai Antichi n. 1584, not. A. De Franchi.</ref> Assumono grande importanza anche le parole scritte da Cristoforo Colombo nel 1501, in una lettera indirizzata ai reali di Spagna, in cui egli così si esprime: "''Muy altos Reyes: de muy pequena hedad entre en la mar navegando y lo he continuado fasta oy''".<ref>BN. Ms: Res. 21 f. 7r. La lettera è pubblicata a pag. 444 sgg. nel volume ''Cristobal Colon. Textos y documentos completos'', Edicion de Consuelo Varela, Nueva Cartas: Edicion de Juan Gil, Alianza Universidad, 1997.</ref> Di fatto Colombo afferma di aver iniziato a navigare sin dalla giovanissima età e di non aver fatto altro. Quindi Cristoforo Colombo di Genova, poi trasferitosi a Savona, non potrebbe essere lo scopritore: infatti, come attestano i documenti conservati nella Sala Colombiana dell'Archivio di Stato di Genova, nel periodo 1470/1472 quest'ultimo è ancora sotto tutela paterna ed esercita l'arte di tessitore di panni.<ref>Archivio Stato Genova, Not. Nicola Raggio, filza 2, anno 1470, n. 905, atto del 31 ottobre 1470, nel quale Cristoforo Colombo, figlio di Domenico maggiore di diciannove anni, agisce con il consenso del padre per saldare una partita di vino.../ Archivio Stato Savona, Not. Tommaso Del Zocco, 1327-1 c. 358 v., nel quale Domenico, lanaiolo abitante a Savona, e suo figlio Cristoforo dichiarano di dovere a Giovanni Signorio centocinquanta lire di genovini per sette cantari di lane.</ref>
Altre versioni ancora lo danno nato sempre in altre località della [[Riviera di Ponente]] ligure, ma i documenti storici sono scarsi. Fonti più certe confermano comunque i primi anni d'infanzia sicuramente a Vico Diritto di Ponticello di [[Genova]], e le informazioni storiche diventano ancor più attendibili a partire dal 1470, quando la famiglia si trasferì a [[Savona]], dove rimase almeno fino al 1484, prima presso Contrada San Giuliano (Via dei Cassari), in una casa oggi inesistente, poi nel quartiere [[Legino]], in un podere situato in Via Belvedere di [[Valcada]]<ref>"Gli antenati di Colombo vivevano sulle alture di Sori", di Edoardo Meoli, articolo giornalistico pubblicato su ''[[Il Secolo XIX]]'', 5 dicembre 2008, p. 11</ref>.
Pare che il giovane Colombo non frequentasse la scuola, ma tutte le nozioni gli furono impartite dal padre, che voleva avviarlo al proseguimento dell'attività commerciale. Cristoforo però, insieme al fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]], si interessò principalmente di [[geografia]] e [[cartografia]]<ref>
https://www.luinonotizie.it/anniversario/2022/10/11/11-ottobre-1492-la-flotta-cristoforo-colombo-avvista-la-volta-la-costa-americana/146795</ref>; inoltre, soprattutto durante il periodo savonese, si dedicò ad esercitarsi alla [[navigazione]] marittima. Egli stesso affermò, in una sua lettera, di aver già cominciato a navigare a [[Genova]], all'età di quattordici anni<ref>La lettera venne citata dal figlio Ferdinando. In un suo scritto del 1492, lo stesso Cristoforo affermò di navigare da 23 anni, mentre nel 1501 parlava di oltre quarant'anni di navigazione. Si veda {{Cita|Granzotto|pp. 39-40}}; {{Cita|Markham|p. 122}}</ref>.
L'occasione per le sue imprese navali arrivò nel 1472 quando, contro il parere del padre, accettò di entrare nelle flotte al soldo del Re [[Renato d'Angiò|Reynel Renato d'Angiò]] per contrastare le navi aragonesi nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo occidentale]], quindi di lavorare come mercante marittimo al servizio delle famiglie genovesi [[Centurione (famiglia)|Centurione]], [[Di Negro]], [[Imperiale (famiglia)|Imperiali]] e [[Spinola]]<ref>Il figlio Fernando raccolse nelle sue ''Historie'', datate 1564, alcuni racconti che riguardavano la vita del padre, soggetti a molte critiche, come quella contro il racconto secondo cui Cristoforo, comandante di vascello, esegue l'incarico, affidatogli da Renato d'Angiò, di recarsi a [[Tunisi]] per recuperare la [[galeazza]] aragonese ''Ferrandina'' (si veda per dettagli {{Cita|Granzotto|pp. 43-46}} e il dettaglio dell'operazione in {{Cita|Roselly de Lorgues|I, p. 74}}) e contro l'affermazione che avesse frequentato l'[[Università di Pavia]]. Si osservi a tal proposito {{Cita|Reta|p. 9}}, critiche in {{Cita|Spotorno|p. 112}}</ref>. In questo periodo, per le sue ottime qualità, ottenne il grado di Comandante di Vascello, imparando velocemente il [[castigliano]] e il [[Lingua portoghese|portoghese]]. Nel 1473 partì alla volta dell'isola di [[Chio (isola)|Chio]] in [[Grecia]], navigando con la ''Roxana'', e lì vi abitò per circa un anno<ref>Cristoforo annotò i dettagli del viaggio su un margine di un libro. {{Cita|Granzotto|p. 41}}</ref>, alternando dei periodi di navigazione nell'[[Mar Egeo|Egeo]], nel [[Mediterraneo]], le coste del [[Portogallo]] e brevi ritorni in [[Liguria]]. Durante i suoi viaggi latinizzò il suo nome (com'era usanza del tempo) nelle firme che poneva su lettere e documenti; in seguito utilizzò come firma anche il nome in [[Lingue castigliane|lingua castigliana]], ovvero Cristóbal Colón.<ref>{{Cita|Irving 2008|p. 5}}.</ref>. <br/>
Il 31 maggio 1476 partì da [[Noli]] ([[provincia di Savona|SV]]) sulla ''Bechalla'' della [[Repubblica di Genova|repubblica marinara di Genova]], comandata da [[Cristoforo Salvago]], insieme a tre galeazze di [[Teramo Squarciafico|Squarciafico]], [[Gian Antonio Di Negro|Di Negro]] e [[Goffredo Spinola]], più la baleniera del fratello [[Nicolò Spinola]]<ref>https://www.folclore.eu/eventi/rievocazione-storica-della-partenza-di-cristoforo-colombo-noli/</ref>, tutte dirette nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] (nell'attuale [[Belgio]]), e poi a [[Bristol]], in [[Inghilterra]].<br/>
Lungo la rotta però, la flotta fu attaccata da corsari francesi al largo di [[Capo Vincenzo]] ([[Portogallo]]), dove Colombo riuscì a rifugiarsi a [[Lagos (Portogallo)|Lagos]], nel [[Portogallo]] meridionale<ref>Colombo era su una delle cinque navi attaccate dal corsaro [[Guglielmo Casenove]] detto Coullon de Vieux. Il nome Coullon in gallico si traduce con Colombo dando origine a diversi fraintendimenti nella loro identificazione. Nella battaglia che seguì il corsaro perse alcune imbarcazioni, tre i Genovesi. La nave su cui viaggiava Cristoforo subì molte perdite, mentre egli si salvò nuotando sino a raggiungere le rive del Portogallo, giungendo vicino a [[Lagos (Portogallo)|Lagos]]. {{Cita|Colón|pp. 170-171}}; {{Cita|Taviani|p. 495}}</ref>. Da lì, qualche mese dopo riuscì a ripartire alla volta di [[Galway]] ([[Irlanda]]), raggiungendo anche l'[[Islanda]], probabilmente nella primavera del 1477<ref>Lord Dufferin nelle ''Lettere dalle latitudine nordiche'' (''Lettres from high latitudes'') affermava che nel febbraio 1477 era giunto a [[Reykjavík]] un marinaio genovese proveniente da Bristol. Si veda anche {{Cita|de Lollis 1895|p. 46}}</ref>.
== La via per le Indie ==
[[File:Christopher Columbus7.jpg|min|Cristoforo Colombo in ginocchio davanti alla regina [[Isabella di Castiglia]]]]
Nel 1478 Colombo tornò in [[Portogallo]], vivendo temporaneamente a [[Lisbona]], dove suo fratello Bartolomeo già lavorava come [[cartografo]], per curare i commerci della famiglia Centurione. Basandosi sulle mappe, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni e altro) trovati al largo delle coste delle isole del "Mare Oceano" (antico nome dell'[[Oceano Atlantico]]), cominciò a convincersi che al di là delle [[Azzorre]] dovesse esserci una terra continentale e che questa non potesse essere altro che quella delle "[[Indie orientali|Indie]]", ovvero l'[[Asia]], che comprendeva quindi anche il [[Catai]] ([[Cina]]) e il [[Cipango]] ([[Giappone]]) descritti da [[Marco Polo]], rendendosi essa raggiungibile da [[ovest|Occidente]] attraverso la rotta di [[circumnavigazione]] marittima della [[Terra]]. Si documentò quindi su testi geografici come l{{'}}''Historia rerum ubique gestarum'' di [[Papa Pio II]] del 1477, quindi l'opera ''Imago mundi'' di [[Pierre d'Ailly]] (1480) e infine il più noto ''[[Il Milione]]'' di [[Marco Polo]].
Una notevole influenza sulla sua decisione in favore del progetto del lungo viaggio marittimo di "''buscar el Oriente por el Occidente''" (così fu poi riassunto dalla storia), fu una lettera che nel 1474 [[Paolo Toscanelli]] indirizzò al canonico di Lisbona [[Fernando Martins|Martins De Reriz]], in risposta al quesito postogli da [[Alfonso V del Portogallo]] attraverso lo stesso canonico<ref>La lettera era in latino e datata 25 giugno 1474. Martins era parente acquisito di Colombo e in ogni caso la stessa mappa presente nei documenti portati da Toscanelli viene poi riportata anche da Cristoforo tempo dopo, grazie all{{'}}''Historia Rerum'' di Pio II; alcuni biografi infine sostennero uno scambio epistolare fra i due. Si vedano fra i tanti {{Cita|Uzielli|p. 9}} e {{Cita|Vignaud|pp. 9-10}}</ref>. Nella missiva, il fisico fiorentino riteneva anch'egli percorribile una rotta marittima verso ovest per raggiungere le cosiddette "[[Indie orientali|Indie]]", tuttavia in errore sui calcoli matematici delle distanze geografiche calcolate.
Nel
===Realizzazione del progetto===
[[File:Monumento a Colón (Madrid) 06.jpg|min|verticale|Statua dedicata a Colombo a [[Madrid]]]]
Colombo incontrò il re [[Giovanni II di Portogallo]] nel 1483<ref>Alcuni autori indicano il 1484 come anno dell'udienza. Si veda {{Cita|Ferro|p. 241}}.</ref>, al quale chiese la somma necessaria per il suo progetto, ma dopo aver consultato i suoi esperti il Re rifiutò la proposta.<ref>Gli esperti del Re a cui chiese consiglio, riuniti nella "''junta dos mathematicos''", era composta da numerosi elementi importanti dell'epoca: il presidente era il vescovo cosmografo don [[Diego Ortiz]] e fra i componenti gli scienziati figuravano [[Josè Vizinho]] e Rodrigo. Si veda per l'elenco {{Cita|Vincent, Vacca, Crovetto|p. 47}} e {{Cita|Mathew|p. 89}}. L'incontro fra il re e il navigatore fu poi oggetto di una commedia di [[Lope de Vega]].</ref> Nel frattempo, la moglie Filipa morì (alcune fonti incerte dicono che fu invece abbandonata) nel 1485, per cause ignote, durante un viaggio a [[Roma]]<ref>https://www.ruggeromarino-cristoforocolombo.com/colombo/464-le-immagini-poco-conosciute-delle-donne-di-colombo.html</ref>. Ormai da solo e rifiutato dal Re Giovanni II, nulla legava più Colombo al [[Portogallo]]<ref>Lasciò il Portogallo in segreto, come racconta il figlio, si veda: {{Cita|de las Casas|p. 19}}</ref> che lasciò, in segreto, con suo figlio Diego, trasferendosi in [[Spagna]] ([[Regno di Castiglia]]), precisamente a [[Siviglia]], dove viveva sua cognata, la ricca sorella della moglie, Briolanja Violante Moniz Perestrello, altresì proprietaria della villa di [[Tomares]] e consorte dell'uomo d'affari fiorentino Francesco Bardi.
Cristoforo infatti, era alla ricerca di qualcuno che potesse finanziare il viaggio. Oltre Bardi, il navigatore contattò anche il [[Enrique Pérez de Guzmán, II duca di Medina Sidonia|duca di Medina Sidonia]], ma questi non ottenne l'appoggio della Corona, e si trovò costretto a rifiutare.<ref>Bartolomé de Las Casas, ''Historia de Las Indias'', tomo I, capitolo XXX, Outlook Verlag, Frankfurt, 2022</ref> Nel marzo del 1486 Colombo si fece anche ospitare dai frati francescani di Rábida, un convento non lontano dal piccolo porto di [[Palos de la Frontera]] ([[Cadice]]), dove il navigatore già si stava informando su navi ed equipaggi. I porti principali infatti, erano occupati dall'[[Inquisizione]] per la massiccia espulsione dei non cattolici ([[musulmani]] e successivamente [[ebrei]] non convertiti) dalla [[Spagna]]. Nello stesso anno, Colombo tentò di convincere anche Don Luis de la Cerda, duca di [[Medinaceli]] ad intercedere per i finanziamenti presso la regina [[Isabella di Castiglia]], la quale, alla fine, decise di incontrare il navigatore<ref>La regina chiese al Celi di cederle le navi nel frattempo costruite ({{Cita|Roselly de Lorgues|I, pp. 147-148}}), tre o quattro caravelle, come in {{Cita|Irving 1828|pp. 147-148}}</ref>.
Colombo allora, si stabilì a [[Cordova]]<ref>{{Cita|Colombo, Napione, Conti|p. 296}}.</ref> già dal 20 gennaio 1486, al cospetto di [[Alfonso de Quintanilla]], tesoriere dei regnanti,<ref>L'incontro si tenne ad [[Alcalá de Henares]], come confermato da [[Andrés del Corral]] nel "''Pleitos''". Si veda {{Cita|Davidson|p. 150}}</ref> come preludio all'incontro con la Regina, tuttavia temporaneamente assente in città. Qui, l'esploratore conobbe i fratelli Luciano e Leonardo Barroia, e l'amico [[Diego de Arana]]<ref>Diego poi navigò con Colombo, che gli lasciò fra l'altro il comando de [[La Navidad]], l'insediamento che più tardi Colombo fondò a [[Haiti]]{{Cita|Sanguineti|p. 203}}</ref>, che gli presentò la cugina [[Beatriz Enríquez de Arana]], dedita al commercio vinicolo e orfana da tempo. Colombo s'innamorò di [[Beatriz Enríquez de Arana|lei]], ma senza sposarla; i due ebbero un figlio nel 1488, [[Fernando Colombo]] (''Hernando Còlon''), secondo ed ultimogenito dell'esploratore<ref>L'attenzione che Colombo riservò a Beatrice fu evidenziata dai suoi lasciti, come dimostrano i {{formatnum:10000}} [[maravedí]] da versarle ogni anno, si veda {{Cita|Davidson|pp. 152-153}}</ref>. Nello stesso periodo, il navigatore ebbe anche una relazione con Beatriz de Bobadilla, signora di La Gomera, nipote della [[Beatriz de Bobadilla, marchesa di Moya|marchesa di Moya]]<ref>Si racconta che fu la stessa marchesa a contribuire al convincimento della regina, essendo sua amica. Si veda {{cita|Irving 1842|p. 210}}</ref>, che pare ebbe un ruolo decisivo nel convincere i regnanti ad accettare di finanziare il viaggio.
Nel maggio del 1487 i regnanti [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando]] e [[Isabella di Castiglia|Isabella]] incontrarono finalmente Colombo<ref>Durante la riunione Ferdinando lasciò nel mentre l'udienza lasciando il tutto a Isabella, che si occupava degli affari riguardanti l'oceano. L'incontro, descritto da [[Andrés Bernáldez]], vide Colombo esporre la sua fantasia facendo in modo che la Regina desiderasse ancora di sentirlo parlare di favole e terre lontane. Las Casas affermava che Colombo con il suo parlare induceva gli altri a considerarlo con amore e che era questa la sua virtù. {{Cita|Granzotto|p. 96}}</ref>, che presentò il suo progetto. Una commissione di corte, presieduta da padre [[Hernando de Talavera]] (confessore dei re cattolici) e composta da uomini dotti (''letrados'') come Rodrigo Maldonado de Talavera, si riunì per decidere le effettive possibilità di riuscita, ma il progetto fu respinto alla fine del 1490<ref>
Colombo scrisse che veniva ritenuto come un marinaio ignorante a confronto dei dotti, mentre lo storico [[Francisco López de Gómara]] scrisse di lui "''no era docto ma bien entendido''"; si veda {{Cita|Granzotto|pp. 101-102}}. Altri dicevano che la difficoltà maggiore di Colombo era nel far disimparare le conoscenze acquisite. Vedi {{cita|Helps|p. 41}}. In ogni caso Colombo difese le sue tesi con la propria consueta loquacità. Cfr. F. Fernandez-Armesto, ''Cristoforo Colombo'', Laterza, Roma-Bari, 1992, RCS Libri, 2005, pp. 79-81</ref> (nel frattempo, la corte si era trasferita a [[Salamanca]]). Colombo, nei mesi successivi, insistette ancora, con l'aiuto del fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]], rivolgendosi anche ai [[sovrani d'Inghilterra]] e di [[Sovrani di Francia|Francia]]. All'inizio del 1492, col protrarsi dell'attesa, il navigatore giunse oramai ai limiti delle risorse economiche, al punto da non essere quasi più in grado di provvedere alla sua famiglia<ref name="Superquark" />, costretto a vendere libri e disegnare mappe<ref>{{Cita|Granzotto|p. 109}}.</ref>. [[File:Gustav Adolf Closs - Die Schiffe des Columbus - 1892.jpg|min|I tre velieri in una stampa di [[Gustav Adolf Closs]] del 1892]]
Padre [[Juan Pérez (frate)|Juan Pérez]], confessore personale della Regina, tramite Sebastiano Rodriguez<ref>{{Cita|Tarducci|p. 174}}.</ref> fece recapitare una missiva alla stessa regina, la quale due settimane dopo fece convocare il padre. Il tesoriere [[Luis de Santángel]], Ferdinando Pinello e altri intanto assicurarono la copertura finanziaria eventualmente richiesta<ref>Vi è una statua a Santo Domingo che raffigura Isabella che dona lo scrigno dei suoi gioielli come pegno per il pecunio richiesto (a Santangel), ma tale raffigurazione non corrisponde al vero; si veda anche {{Cita|Granzotto|pp. 114 e 115}}.</ref>
Si riunirono nuovamente gli esperti, mentre Colombo ricevette tramite lettera la comunicazione di una nuova udienza. Decisivo fu anche il contributo del vescovo [[Alessandro Geraldini|Geraldini]] originario della città di [[Amelia (Italia)|Amelia]], anche lui confessore della regina Isabella e amico personale di Colombo e del fratello Antonio; per sua insistenza, la Regina si convinse a consentire il viaggio. Colombo avrebbe poi intitolato una delle isole del [[Nuovo Mondo]] a Graziosa, madre del Geraldini, e il prelato divenne anche il primo vescovo residenziale delle Americhe.
Colombo si recò a [[Siviglia]], ma i reali si erano da poco trasferiti a [[Santa Fe (Granada)|Santa Fe]], vicino a [[Granada]]. Colombo li raggiunse e nell'incontro, i reali furono propensi al finanziamento, ma lui dettò le sue condizioni, ovvero il titolo di [[ammiraglio]] e la carica di [[viceré]] e "governatore delle terre scoperte" (titolo che doveva altresì essere ereditario), la possibilità di conferire ogni tipo di nomina nei territori conquistati<ref>Tali privilegi vennero poi tolti dalla corona{{Cita|Granzotto|p. 123}}</ref> e, inoltre, una rendita pari al 10% di tutti i traffici marittimi futuri. Le richieste furono considerate eccessive e non si fece alcun accordo, per cui Colombo ripartì, ma venne richiamato<ref>al momento era giunto sul ponte di Pinos, verso Cordova{{Cita|Granzotto|p. 118}}</ref>, e le richieste vennero accettate in caso di successo.
Durante le trattative, che durarono fino ad aprile, Isabella si fece rappresentare da Juan de Coloma, mentre le bozze furono redatte dallo stesso padre Perez. Il contratto (''[[Capitolazioni di Santa Fe|Capitolaciones de Santa Fe]]''), fu firmato il 17 aprile 1492, con cinque paragrafi integrali.<ref>Nel primo lo si indicava quale [[Ammiraglio del Mare Oceano]], nel secondo lo si nomina viceré e governatore generale di ciò che avrebbe scoperto nel Mare Oceano, il terzo gli conferisce un decimo di ogni bene trafficato in quel mare, nel quarto lo nominavano giudice nel caso di dispute che riguardassero le sue spettanze, nel quinto poteva disporre di capitali propri entro certi limiti nel traffico con le terre conquistate. Si veda {{cita|Colombo, Napione, Conti|p. 304}}.</ref>
===Le Caravelle===
La somma necessaria per l'armamento, pari a {{formatnum:2000000}} di [[maravedí]], sarebbe stata versata metà dalla corte e metà da Colombo, finanziato a sua volta da un istituto di credito genovese, il [[Banco di San Giorgio]] e dal mercante fiorentino [[Giannotto Berardi]]. Si trattava, in realtà, di una somma modesta anche per quei tempi: si calcola, infatti, che quella che si sarebbe rivelata come una delle più importanti spedizioni della storia umana, fu finanziata con una spesa complessiva variabile fra gli {{chiarire|attuali|di che anno?}} {{formatnum:20000}} e {{formatnum:60000}} [[euro|€]].<ref>{{cita|Asimov|p. 36}}.</ref>
Dopo la firma, Colombo lasciò la città il 12 maggio, affrettandosi a giungere a [[Palos de la Frontera|Palos]], dove aveva già stretto accordi con gli [[armatori]] e navigatori delle due navi più piccole, i [[fratelli Pinzón]] ([[Martín Alonso Pinzón|Martin]], [[Francisco Martín Pinzón|Francisco]] e [[Vicente Yáñez Pinzón|Vicente]])<ref>{{Cita|Granzotto|p. 124}}.</ref>. Furono così allestiti tre velieri (di norma definiti [[Caravella|caravelle]]<ref>Martinez-Hidalgo nota differenze minime fra i tre velieri, ma afferma che non esistono possibilità di riprodurle fedelmente e non esistono quadri o raffigurazioni fedeli delle stesse. Nel 1892 e anche in seguito, furono ricostruite alcune copie con particolari inesatti. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 133}}.</ref>), di cui due, la ''[[Santa María (nave)|Santa Maria]]'' e la ''[[Pinta (nave)|Pinta]]'' erano dotati di alberi a [[vela quadra|vele quadre]], mentre l'ultimo, la ''[[Niña]]'', era dotato di [[vela latina]]. Tecnicamente nessuna poteva definirsi [[nave]] dal punto di vista velico, perché mancanti di tre alberi a vele quadre.
A giugno, la ''Pinta'' e la ''Niña'' furono già pronte<ref>Chiesero alla città, da ordine del 23 maggio, come segno di riscatto per varie accuse più o meno fondate di fornire due caravelle e di renderle pronte entro 10 giorni. Si veda {{cita|de Lollis 1895|p. 99}}</ref>, sfruttando così il tempo residuo per il reclutamento dell'equipaggio<ref>Dei novanta uomini, quattro avevano pendenze in carico al momento della partenza, fra loro Bartolomeo de Torres che aveva ucciso un uomo e alcuni suoi amici fra cui Alfonso Clavijo de Vejer e Juan de Moguer che fece carriera nei viaggi. {{cita|Martini|p. 107}}</ref>. Nel reclutare i novanta marinai<ref>Le fonti discordano sul numero in totale, D. Ferdinando cita 90, altri come [[Pietro Martire d'Anghiera]] e [[Agostino Giustiniani]] dicono 120. Si veda {{cita|Spotorno 1823|p. XXVIII}}</ref>, Colombo venne validamente aiutato da Martín Pinzón, che godeva di ottima fama nella città.<ref>A lui venne dedicato un monumento a Palos. Testimonianze come quella di Yanez de Montilla vedevano in lui un fervore tale che sembrava fosse per lui l'impresa. {{Cita|Granzotto|p. 129}}.</ref> A Martín Pinzón spettò il ruolo di comandante in seconda di Colombo e l'esecuzione pratica del viaggio, mentre a Colombo spettò la guida come artefice dell'idea<ref>{{Cita|Granzotto|p. 129}}.</ref>. La ''Pinta'', che stazzava 140 tonnellate e la piccola ''Niña''<ref>Di [[Juan Niño (esploratore)|Juan Niño]], che partecipò all'impresa{{Cita|Taviani|p. 24}}</ref> che ne stazzava solamente 100, vennero comandate rispettivamente dai due [[armatore|armatori]] [[Martín Alonso Pinzón|Martín]] e [[Vicente Pinzón]]<ref>{{cita web |url= http://www.thenina.com/building_thereplica.htm |titolo= The Story of the Niña |sito= thenina.com |lingua= en |accesso=16 agosto 2011 |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080515071023/http://www.thenina.com/building_thereplica.htm }}</ref>.
La ''Santa María'', di proprietà del [[Cantabria|cantabrico]] [[Juan de la Cosa]] e a cui venne confiscata per questa missione, venne allestita per ultima. Venne inizialmente chiamata ''Gallega'' in quanto costruita in [[Galizia (Spagna)|Galizia]] e fu lo stesso Colombo a darle il nome di ''Santa Maria'', anche se quest'informazione non è proprio certa; nei suoi diari la chiama ''Capitana'', ''Ammiraglia'', ''Nao'' o semplicemente ''Gallega''<ref>{{Cita|Vincent, Vacca, Crovetto|p. 52}}.</ref>. Fu l'unico veliero della spedizione che si fregiò del titolo di vera e propria "nave" (in realtà si trattava di una [[caracca]]), poiché [[stazza]]va 150 [[tonnellata|tonnellate]] e, in qualità di nave ammiraglia, era capitanata dallo stesso Colombo. De la Cosa venne anche nominato pilota di flotta per il viaggio.
== Scoperta dell'America e viaggi successivi ==
{{vedi anche|Viaggi di Cristoforo Colombo}}
[[File:
[[File:Viajes de colon.svg|min|I quattro viaggi di Colombo]]
La partenza della prima spedizione avvenne il 3 agosto 1492 da [[Palos de la Frontera]]<ref>Il diario di bordo andò perduto e le uniche informazioni ci provengono indirettamente dai testi di Las Casas. Al termine del viaggio Colombo consegnò il diario di bordo alla regina che ne fece copia; il figlio di Cristoforo, Diego, nei suoi viaggi portò una copia del diario che fu in parte copiata dal primo biografo di Colombo, Las Casas per l'appunto. Si veda {{Cita|Granzotto|pp. 147-148}}.</ref>, con rotta verso le [[Isole Canarie]] per sfruttare i venti. Il 6 agosto<ref>{{Cita|Ruggero|p. 29}}.</ref> si ruppe il timone della ''Pinta'' e si credette a un'opera di sabotaggio,<ref>Si supponeva che l'autore fosse Gomez Rascon per ordine di Cristoforo Quintero, proprietario della nave, che non voleva allontanarsi troppo dal continente europeo. Si veda {{cita|Colombo|p. 7}} e {{cita|Sanguineti 1891|p. 55}}.</ref> quindi furono costretti a uno scalo di circa un mese a [[La Gomera]] per le necessarie riparazioni.<ref name="Superquark">Piero Angela et al., ''Cristoforo Colombo - storia di un incredibile viaggio'', in [[Speciali di Superquark]].</ref> La ''Pinta'' giunse con due settimane di ritardo a causa dell'avaria, tanto che Colombo pensò di sostituirla con un'altra caravella. Si approfittò della sosta per modificare anche la velatura della ''Niña'', trasformandola da latina a quadra per meglio adeguarla alla navigazione oceanica. Va anche detto che a La Gomera era presente la giovane vedova del governatore, Beatriz de Bobadilla y Ulloa, che a quanto pare aveva già avuto uno scambio di cortesie col navigatore.<ref>{{Cita|Taviani|pp. 4 e 6}}.</ref>
Le tre navi ripresero il largo il 6 settembre, spinte dagli [[Aliseo|alisei]], dei quali Colombo conosceva l'esistenza. Questi venti spirano sempre da est verso ovest, formando stabilmente una striscia di nuvole galleggiante nell'aria, tanto che l'ammiraglio, nel giornale di bordo, scrisse: «Si naviga come tra le sponde di un fiume». Un'altra, tra le suggestioni del primo viaggio transoceanico, fu la posizione delle navi costantemente rivolte verso il tramonto, oltre che la sensazione di procedere per ampi spazi mai prima toccati.<ref>{{cita|Granzotto|pp. 151 e 146}}.</ref> Le caravelle navigarono per un mese senza che i marinai riuscissero a scorgere alcuna terra, cominciando così a provocare un certo nervosismo nell'equipaggio. Il 16 settembre, le caravelle cominciarono
[[ Fu solo alle due di notte di venerdì 12 ottobre 1492 che [[Rodrigo de Triana]], a bordo della ''Pinta'', distinse finalmente la costa<ref>{{Cita|Colomb|p. 83}}.</ref> (tuttavia, il premio in denaro promesso al primo che avesse avvistato la terra fu aggiudicato a Colombo)<ref>{{Cita|Ruggero|pp. 38-39}} La pensione dei {{formatnum:10000}} maravedis annui andò a ricompensare Beatrice. In quanto a Rodrigo, la sua fine anche se incerta non fu piacevole. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 175}}</ref>. La mattina, le caravelle riuscirono a trovare un varco nella [[barriera corallina]] del [[Mare Caraibico]] e gli equipaggi riuscirono a sbarcare su un'isola chiamata, nella lingua locale, ''Guanahani'', e che Colombo battezzò con il nome di [[San Salvador (Bahamas)|Isola di San Salvador]]; l'identità moderna di questa isola corrisponde, presumibilmente, con quella di un'isola delle [[Bahamas]]. Gli spagnoli furono accolti con grande cortesia e condiscendenza dagli indigeni [[Lucaiani|Lucayos]], una tribù di nativi del gruppo etnico [[Taino (popolo)|Taino]]<ref>Nativi americani di etnia [[Arawak]]</ref>. Colombo stesso, nella sua relazione, sottolinea più volte la gentilezza e lo spirito pacifico dei suoi ospiti: {{Citazione|Gli abitanti di essa [...] mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a queste son adatti, non per la deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati, ma perché timidi e paurosi [...] Del resto, quando si vedono sicuri, deposto ogni timore, sono molto semplici e di buona fede, e liberalissimi di tutto quel che posseggono: a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi stessi ci invitano a chiedere|Cristoforo Colombo, [[Lettera ai Reali di Spagna (1493)|prima relazione sul viaggio nel Nuovo Mondo]], 14 marzo 1493<ref name="Vaccari">Cristoforo Colombo, ''[[s:Lettera ai Reali di Spagna|Lettera ai Reali di Spagna]]''</ref>}}
La sera del 27 ottobre<ref>{{Cita|Taviani|p. 496}}.</ref>, le caravelle arrivarono fino alla fonda della [[Cayo Bariay|baia di Bariay]]
==== La diserzione di Pinzón e la scoperta di Hispaniola ====
Già nei primi giorni di novembre del 1492, il Capitano della ''Pinta'' [[Martín Alonso Pinzón]] riuscì a capire dagli indigeni la probabile esistenza di grandi ricchezze nell'isola di Babeque (oggi [[Haiti]]-[[Repubblica Dominicana]])<ref>«Un Indiano aveva assicurato al Pinzón nel modo più formale che a Babeque si sarebbe trovata un'immensa quantità d'oro» si legge in {{cita|de Lollis 1895|p. 134}}, per altre info {{Cita|de Lollis 1895|pp. 138 e 142}}, {{Cita|Granzotto|p. 192}}</ref> e, dopo alcuni tentativi, decise di proseguire le ricerche senza autorizzazione<ref>La diserzione di Pinzón trova negli storici e nelle testimonianze alcuni disaccordi: secondo Ruggero Marino stava probabilmente assolvendo l'incarico affidatogli dai Reali di Castiglia e Aragona, ossia quello di trovare l'oro per la corona ({{Cita|Ruggero|p. 51}}).
Vi furono testimonianze dei marinai che, in mare aperto, le stesse caravelle si distanziarono e che la ''Pinta'' non seguì più la rotta della ''Santa Maria'', puntando direttamente verso ovest. Pare che Pinzón mal sopportasse il carattere "imperioso" dell'ammiraglio ({{Cita|Granzotto|pp. 192-193}}) e che dello stesso avviso sono stati [[Salvador de Madariaga]] e [[Paolo Emilio Taviani]], che videro nella diserzione una protesta diretta al carattere egocentrico di Colombo ({{Cita|Taviani|pp. 27 e 65}}). Roselly de Lorgues evidenziò l'invidia dell'abile marinaio, aggiungendo al racconto il fatto che Colombo avesse acceso una lanterna sperando, inutilmente, che Pinzón se ne accorgesse ({{Cita|Roselly de Lorgues|I, p. 232}}).
Secondo [[Fernando Colombo]], il figlio di Cristoforo, si trattò di un vero atto di ammutinamento</ref>. Fu così che per circa due mesi la flottiglia si ridusse a due sole caravelle con le quali venne esplorata la parte settentrionale dell'isola [[Haiti]], battezzata "[[Hispaniola]]". Giunsero infine nella baia che Colombo chiamò "Bahia de los Mosquitos" (altro nome che sopravvisse nei secoli) e si parlò di un'isola a forma di tartaruga che il navigatore chiamò "[[Tortuga]]".<ref>{{cita|Irving 2008|p. 133}}.</ref>
Sempre convinto di trovarsi in [[Asia]], Colombo confuse la parola indigena ''Cibao''
L'Ammiraglio, rimasto con una sola caravella, dovette abbandonare parte della ciurma (39 persone in tutto)<ref>{{cita|Taviani|p. 74}}.</ref> con la promessa che sarebbe tornato a riprenderli durante il secondo viaggio transoceanico. Fece quindi costruire un forte – [[La Navidad]]<ref>Costruito in parte con i relitti della ''Santa Maria''. {{Cita|Taviani|p. 497}}.</ref> – a poca distanza dal luogo dell'incidente. Successivamente gli indigeni dissero di aver avvistato "un'altra casa sull'acqua" (la ''Pinta'') ma a nulla servì il messaggio che Colombo cercò di inviargli.<ref>Il messo non incontrò la caravella. In {{Cita|Granzotto|pp. 212-213}}.</ref> Il 4 gennaio si tentò ancora di entrare in contatto mentre il 5 la flotta si riunì nelle vicinanze di Monte Christi. Seguirono l'incontro e le giustificazioni di [[Martín Alonso Pinzón]].<ref>Si era perso nella nebbia. {{Cita|Granzotto|p. 215}}.</ref>
Il capitano della ''Pinta'' affermò di essersi recato senza successo a Babeque e di aver fatto scambi proficui con Caonabò, un potente [[cacicco]] indio.<ref>{{cita web |url= http://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-colombo_%28Dizionario-Biografico%29/ | titolo=COLOMBO (Colón), Bartolomeo|sito=Dizionario Biografico degli Italiani|editore=treccani.it |accesso=
Consapevole che per il viaggio di ritorno la flotta avrebbe dovuto muovere a settentrione per uscire dal regime degli alisei, Colombo risalì fino al 35º parallelo, quasi in linea col parallelo di [[
Nonostante l'inimicizia dei portoghesi, Colombo venne cortesemente ricevuto da re Giovanni II<ref>Nell'incontro il Re rimase perplesso nel vedere le nuove genti, come scrive J. de Barros nel suo ''De Asia''. Si veda anche {{Cita|Ruggero|p. 81}}.</ref> a [[Vale do Paraíso]], vicino [[Azambuja]], mettendo a sua disposizione il porto di Lisbona per il restauro della caravella. [[Martín Alonso Pinzón]], intanto, era riuscito a giungere a [[Baiona (Spagna)|Baiona]] nell'attuale Galizia ai primi di marzo (rientrando quindi nella Penisola Iberica prima di Colombo)<ref>Chiese di incontrare i reali di Castiglia e Aragona ma non gli venne concesso tale onore. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 231}}.</ref>; fece poi vela per Palos arrivandovi poche ore dopo la ''Niña'', già sofferente di una misteriosa malattia che in breve tempo lo condusse alla morte (probabilmente la [[sifilide]]).<ref>{{Cita|Taviani|p. 293}}.</ref>
Colombo aveva portato con sé un po' di [[oro]], [[tabacco]] e alcuni [[
[[File:Columbus2.PNG|min|Secondo viaggio]]
L'ammiraglio Colombo salpò per il suo secondo viaggio da [[Cadice]] il 25 settembre 1493 con 17 navi, fra cui la Niña ora denominata ''Santa Clara'',<ref>{{cita|Taviani|p. 24}}.</ref> e un equipaggio di circa 1200 uomini, tra i quali vi erano il figlio Diego, il fratello [[Giacomo Colombo|Giacomo]], il padre di Las Casas e il monaco [[Bernardo Buil]]. I documenti relativi al viaggio provengono dalle cronache di Diego Alvarez Chanca<ref>{{cita|Henige |p. 173}}.</ref> e di [[Michele da Cuneo]], poiché il diario di bordo andò perduto.<ref>{{cita|Taviani|p. 134}}.</ref> Colombo salì al comando della nuova nave ammiraglia: Santa Maria, denominata in seguito ''[[Mariagalante]]''.<ref>{{cita |Phillips, Phillips| p. 194}}.</ref> Il 3 novembre la flotta raggiunse [[Dominica]] e veleggiò tra le piccole e le grandi [[Antille]]. Il 19 arrivarono a [[Porto Rico]] e il 22 dello stesso mese Colombo tornò a Hispaniola, dove scoprì che gli uomini dell'equipaggio che aveva lasciato erano stati uccisi e la fortezza rasa al suolo.<ref>I colpevoli erano stati, secondo la gente del luogo, i Canibi, sbarcati tempo prima. Colombo visitò il sospettato [[Guacanagaríx|Guacanagarì]], il capo degli abitanti del luogo che fingeva di essere ferito a una gamba per evidenziare il suo tentativo di resistenza contro i veri colpevoli dell'attacco ({{cita|Tarducci|p. 483}}), smascherato poi dal medico di bordo Chanca e dal chirurgo che lo aveva accompagnato ({{Cita|Roselly de Lorgues|I, pp. 331-332}}). L'ammiraglio rifiutò di condannare a morte il bugiardo, non sicuro della sua colpevolezza dell'accaduto. Successivamente si venne a scoprire cosa accadde in realtà: gli stessi spagnoli, stanchi di vivere confinati e alla ricerca dell'oro, organizzarono assalti ai villaggi vicini; in uno di questi Pedro Gutiérrez, uno dei capi spagnoli, venne catturato e giustiziato, poi ci fu l'assalto al forte de [[La Navidad]]. Guacanagarì cercò di avvertire Diego de Harana rimasto al forte, ma senza successo. {{Cita|Granzotto|pp. 254-255}} e {{cita|Almagià|p. 110}}.</ref>
Fondò un nuovo avamposto, "[[La Isabela]]", sorta sulle rive del [[rio Bahonito]] nei primi giorni dell'anno 1494. Le condizioni del luogo e il cibo indigesto fecero ammalare centinaia di uomini entro la fine del mese. L'ammiraglio preoccupato fece partire [[Antonio de Torres]] con dodici navi verso l'Europa,<ref>{{cita|Taviani 1984|p. 11}}.</ref> cariche di pochissimo oro.<ref>Venne calcolato che l'oro trasportato valesse circa {{formatnum:30000}} ducati. In {{Cita|Granzotto|p. 258}}.</ref> Colombo trascorse alcuni mesi nell'esplorazione dell'entroterra alla ricerca di oro e creò un nuovo forte, San Tomás.<ref>Lasciò 56 uomini posti sotto il comando di Pietro Margarit, in {{Cita|Roselly de Lorgues|I,
Colombo cadde malato quando tornò a La Isabela il 29 settembre; intanto era giunto con tre caravelle suo fratello Bartolomeo, giusto in tempo per essere nominato dal fratello, incapace al momento, ''[[adelantado]]'' (titolo castigliano di nomina regia che nello specifico coniugava i poteri di governatore con quelli di giudice, ma per una regione ancora da conquistare, quindi i poteri venivano conferiti in anticipo, ''en adelante'' in spagnolo) della colonia, ovvero delegò ogni potere a lui.<ref>Carica solitamente data ai governatori della provincia nel Regno di Castiglia e conferita dai soli monarchi. In {{Cita|Granzotto|p. 269}}.</ref> Gli spagnoli non furono contenti di tale gesto: lo stesso Margarit con padre
Giunse Juan Aguardo inviato dai reali ispanici nell'ottobre del 1495,<ref>{{cita|Helps|p. 91}}.</ref> maggiordomo di corte, il cui compito era quello di osservare, informarsi registrando le testimonianze dei coloni e riferire. Colombo decise quindi di ritornare in Europa ma prima della partenza un violento uragano si abbatté su La Isabela, distruggendo tutte le caravelle tranne la Niña,<ref>{{cita|Almagià|p. 122}}.</ref> insufficiente per tornare con tutti gli uomini rimasti. Fece quindi costruire un'altra caravella, pronta nel marzo del 1496, e a quella imbarcazione venne dato il nome di ''India''. Duecento uomini salirono su quelle navi a cui si aggiunsero trenta schiavi fra cui [[Caonabò]], catturato in precedenza,<ref>{{cita|Helps|p. 92}}.</ref> che morì durante il viaggio. Partirono il 10 marzo
{{vedi anche|Terzo viaggio di Cristoforo Colombo}}
[[File:Columbus3.PNG|min|Terzo viaggio]]
Dopo due anni trascorsi in Castiglia, incontrò a [[Burgos]] i re ispanici e li convinse della necessità di una nuova spedizione. I sovrani stanziarono la somma necessaria per il viaggio e Colombo riuscì così ad armare sei navi, con un equipaggio di circa 300 marinai.<ref>{{cita|Taviani|p. 174}}.</ref> La flotta, partita il 30 maggio 1498, diresse verso [[La Gomera]] dove le sei navi si divisero: tre proseguirono con Colombo, mentre le restanti proseguirono per le rotte ormai consolidate,<ref>{{cita|Taviani|p. 234}}.</ref> verso Dominica. L'ammiraglio puntò con la flotta ridotta verso le isole di [[Capo Verde]], da dove raggiunse poi [[Trinidad (isola)|Trinidad]] il 31 luglio. Nell'agosto di quello stesso 1498 Colombo esplorò il [[Golfo di Paria]] e le coste orientali dell'attuale [[Venezuela]], addentrandosi nel [[delta dell'Orinoco]]. Convinto di essere di fronte a piccole isole piuttosto che a un continente, decise di non sbarcare, inviando solamente dei marinai che incontrarono terre ricche di perle.
La flottiglia giunse a [[Hispaniola]] l'11 agosto
=== Quarto viaggio, 1502-1504 ===
{{vedi anche|Quarto viaggio di Cristoforo Colombo}}
[[File:Columbus4.PNG|min|Quarto viaggio]]
Dopo l'incontro con i reali avvenuto nel dicembre del 1500 a Granada, il 3 settembre 1501 i reali tolsero la carica di viceré a Colombo e proclamarono governatore e giudice supremo delle isole e della terraferma delle Indie [[Nicolás de Ovando]].<ref>{{cita|Taviani|p. 236}}.</ref> L'ammiraglio organizzò un altro viaggio e su insistenti richieste il 14 marzo 1502 i reali accettarono la proposta, ma in cambio non avrebbe portato altri schiavi e non avrebbe dovuto fare scalo a Hispaniola, almeno all'andata; intanto Ovando partì con 32 navi e {{formatnum:2500}} uomini diretti verso Hispaniola.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 306}}.</ref> Colombo partì accompagnato dal fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]] e dal figlio tredicenne [[Fernando Colombo|Fernando]].
Le quattro navi concesse fra cui la ''Santiago'',<ref>Chiamata ''Bermuda'' per via del proprietario, Franciso Bermudez. {{cita|Morison |p. 238}}.</ref> la ''Gallega'', pilotata da Pedro de Terreros, e la ''Vizcaina'', comandata da [[Bartolomeo Fieschi]], salparono da [[Cadice]] il 9 maggio 1502. Il pilota era Juan Sánchez Romero, posto sotto gli ordini del comandante Diego Tristan:<ref>{{Cita|Vida y viajes de Cristóbal Colón|cap VIII}}.</ref> Colombo era invecchiato tanto da non poter prenderne il comando. Dopo lo scalo a [[Gran Canaria]],<ref>Il 20 maggio, in {{Cita|de Lollis 1895|p. 313}}.</ref> si riprese la traversata che finì, 20 giorni dopo, a [[Martinica]]. Dopo una sosta di qualche giorno si rivolse verso Hispaniola, città che gli era stato vietato raggiungere. Colombo aveva previsto il sopraggiungere di un uragano, così chiese rifugio per le imbarcazioni a Ovando che rifiutò. L'ammiraglio trovò un altro luogo dove ripararsi ma venti navi partite per il ritorno in Spagna su cui vi erano imbarcati de Torres, Francisco de Bobadilla e Francisco Roldán, vennero distrutte e non ci furono sopravvissuti al disastro,<ref name="cita-Taviani-p222">{{cita|Taviani|p. 222}}.</ref> mentre le navi di Colombo si salvarono. Ripartì verso l'[[America centrale]] continentale con l'intenzione di trovare un [[passaggio per le Indie]].<ref>{{cita|Martini |p. 435}}.</ref>
Tra il luglio e l'ottobre di quell'anno Colombo costeggiò l'[[Honduras]], il [[Nicaragua]] e la [[Costa Rica]]. Fra piogge continue, in 28 giorni viaggiarono per 170 miglia.<ref>{{Cita|Granzotto|pp. 311-312}}.</ref> Il 5 ottobre giunse in quello che gli indigeni chiamavano Ciguara, luogo che secoli dopo divenne il [[Canale di Panama|canale di Panamá]], raggiungendo la città di [[Panama]], il 16 ottobre. Saputo di Veragua, una regione ricca d'oro, pensò allo sfruttamento della zona, talmente impervia però da abbandonare il progetto. Gli indigeni locali ostili, armati con mazze in durissimo [[legno di palma]], in uno scontro uccisero Diego Tristan e alcuni marinai che erano andati con lui in perlustrazione e ne ferirono molti altri, fra cui lo stesso Bartolomeo. Colombo, malato da tempo, decise di abbandonare tutto, ''Gallega'' compresa, grazie all'aiuto di Diego Mendez, promosso poi al posto del defunto Tristan; le perdite furono limitate.<ref>{{cita|Tarducci|p. 496}}.</ref>
Il 16 aprile 1503 Colombo lasciò quei luoghi, ripartendo per [[Hispaniola]], scoprì le [[Isole Cayman]] e le battezzò Las Tortugas per le numerose [[tartarughe marine]] che vi erano presenti, ma durante la navigazione gli scafi risultavano infestati da dei parassiti, le [[teredini]], comuni nelle acque caraibiche che indebolirono la struttura delle tre navi rimaste. La prima a cedere fu la ''Vizcaina'' che venne abbandonata in un'insenatura. Il 25 giugno giunsero nella baia di Santa Gloria. Gli equipaggi furono costretti a sbarcare sulla costa settentrionale della [[Giamaica]]. Le navi infatti avevano imbarcato troppa acqua e la spedizione era giunta in Giamaica svuotandole con le pompe e i secchi di bordo. Poco dopo l'arrivo trascinarono le navi in riva e le puntellarono per creare un riparo e una difesa contro gli indigeni. Si trovavano vicini a un villaggio, [[Maima]].<ref>La città poi venne chiamata Siviglia, nome che durò nei secoli. Si veda {{Cita|Roselly de Lorgues|I, p. 258}}.</ref>
[[File:Eclipse Christophe Colomb.jpg|min|Colombo e l'eclissi lunare]]
Colombo vietò a chiunque di scendere dalle navi e inviò Diego Mendez con tre uomini al seguito ottenendo permessi per la caccia e la pesca. Si pensò al ritorno e l'ammiraglio ebbe l'idea di creare una canoa permettendo ad un uomo di giungere a Hispaniola: l'incarico fu affidato a Mendez.<ref>Inizialmente rifiutò osservando che era un'impresa impossibile, chiese quindi di offrire tale possibilità a tutti gli uomini sopravvissuti affermando che era l'unica possibilità che rimaneva e che solo in caso di globale rifiuto sarebbe partito lui. Tutti rifiutarono e quindi Mendez come da accordi accettò l'incarico. {{Cita|Granzotto|pp. 320-321}}.</ref> Alla fine le canoe furono due e l'esempio di Mendez fu seguito da Bartolomeo Fieschi;<ref>La loro impresa fu definita miracolosa, si veda {{cita|Tarducci|p. 536}}.</ref> con loro salirono diversi indigeni, di cui uno morì per la sete venendo poi gettato a mare. Dopo tre giorni di navigazione giunsero a Navassa e a settembre furono a [[Santo Domingo]]. Durante le lunghe trattative [[Francisco Porras]] e [[Diego Porras]],<ref>Il primo era il capitano di una delle caravelle, il secondo aveva il titolo di ''escribano'' e aveva compilato l'elenco prima della partenza, si veda {{cita|Taviani|pp. 286 e 310}}.</ref> seguiti da 48 uomini si ribellarono a Colombo, vollero tentare l'attraversata in canoa come i due tempo addietro ma non ebbero fortuna e tornarono arrendendosi. Gli indigeni stavano per ribellarsi ma Colombo riuscì poco dopo a prevedere un'[[eclissi lunare]] del [[Eclissi lunare del 1º marzo 1504|29 febbraio]] e mandò quindi a chiamare gli indigeni sostenendo che il suo Dio era in collera con loro e avrebbe oscurato il cielo. La sera la luna divenne rossa e il giorno dopo gli indigeni spaventati ripresero a fornire cibo ai superstiti.<ref>Inizialmente risero poi osservando l'insolito spettacolo si convinsero della potenza della divinità invocata da Colombo. Si veda per un'accurata descrizione dell'accaduto: {{Cita|Roselly de Lorgues|I, pp. 242-243}}.</ref> Nel mese di giugno 1504 giunse [[Diego de Salcedo]] con una nave da lui pagata con al seguito una piccola imbarcazione.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 324}}.</ref> I soccorritori erano giunti. Il 28 giugno ripartirono per Hispaniola, il 12 settembre alla volta della Spagna, pagando di tasca propria il viaggio di rientro. Arrivò in Spagna il 7 novembre.<ref name="cita-Taviani-p222"/>
== Gli ultimi anni ==
A seguito del suo primo viaggio, Colombo fu designato [[Viceré]] e Governatore delle Indie, titolo che gli rese possibile l'amministrazione delle colonie nell'isola di [[Hispaniola]] con capitale in [[Santo Domingo]]. Già al termine del suo terzo viaggio, alla Corte spagnola erano giunte accuse di tirannia e di incompetenza nei riguardi di Colombo, cui la regina Isabella e il re Ferdinando risposero rimuovendo Colombo dalla sua carica, destituendolo dei propri poteri e rimpiazzandolo con [[Francisco de Bobadilla]], un membro dell'[[Ordine di Calatrava]]. Bobadilla, che ricoprì la carica di governatore dal 1500 fino al 1502, anno in cui morì a causa di una tempesta, venne incaricato di investigare la veridicità delle accuse, che ponevano al centro il problematico comportamento brutale di Colombo.
Arrivato a Santo Domingo nel mentre in cui Colombo era assente perché impegnato in certe esplorazioni del suo terzo viaggio, Bobadilla venne immediatamente messo al corrente delle lamentele contro i tre fratelli Colombo: Cristoforo, Bartolomeo e Diego. Bobadilla registrò come regolarmente Colombo fece ricorso alla [[tortura]] e alla mutilazione come metodi per governare Hispaniola. Il resoconto di Bobadilla risultò quindi un vero e proprio registro di 48 pagine sui problemi che il comportamento dei Colombo causò nell'isola. Il resoconto è stato rinvenuto nel 2006 nell'Archivio Nazionale di Spagna, presso la città di [[Simancas]]. Esso contiene le testimonianze di 23 persone, tra amici e oppositori di Colombo, in particolare incentrate sul trattamento dei coloni durante i sette anni di regno.<ref name="Tremlett">{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/world/2006/aug/07/books.spain|autore=Giles Tremlett|titolo=Lost document reveals Columbus as tyrant of the Caribbean|accesso=7 agosto 2006|lingua=en}}</ref><ref name="Varela">{{Cita|Varela}}.</ref>
Stando al resoconto di Bobadilla, in un'occasione Colombo punì un uomo colpevole di furto facendogli tagliare orecchie e naso e quindi vendendolo come schiavo. Altri testimoni, sempre registrati nell'istruttoria di Bobadilla, dichiarano che Colombo si congratulò con il fratello Bartolomeo per aver "difeso la famiglia" allorché quest'ultimo costrinse una donna a sfilare nuda per le strade prima di reciderle la lingua, come punizione per aver sostenuto che Colombo fosse di umili origini.<ref name="Tremlett"/><ref name="Varela"/> Il documento di Bobadilla descrive inoltre come Colombo sterminò una buona quantità di nativi dell'isola: prima diede luogo a una severa repressione in cui molti nativi rimasero uccisi, in seguito fece sfilare per le strade i loro corpi smembrati con l'intento di scoraggiare eventuali ribellioni.<ref>{{Cita web|url=https://www.history.com/news/columbus-day-controversy|titolo=Columbus Controversity|accesso=13 gennaio 2020|lingua=en}}</ref>
Nel suo studio sul resoconto di Bobadilla, la storica Consuelo Varela sottolinea gli aspetti severi del governo di Colombo, non dissimili da quelli di un [[Tirannia|tiranno]], che portarono anche alcuni sostenitori ed amici a riconoscere le atrocità da lui compiute.<ref name="Tremlett"/>
A seguito delle accuse mosse contro di loro, Colombo e i fratelli furono arrestati e imprigionati durante il loro ritorno in Spagna dal terzo viaggio; vennero poi rilasciati per ordine di re Ferdinando. Non molto dopo, il re e la regina convocarono i fratelli al palazzo di [[Alhambra]], a [[Granada]]. Lì, i reali prestarono udienza alle difese da loro avanzate, ripristinarono il loro stato di libertà e le loro ricchezze e, dopo una determinata operazione di persuasione, accordarono a Colombo il quarto viaggio. Ciò nonostante, vietarono a Colombo qualsiasi potere di governo e di imposizione sulla popolazione. Il titolo di governatore delle Indie Occidentali venne infatti accordato a [[Nicolás de Ovando y Cáceres]].<ref>{{cita pubblicazione |autore=David Cooke Noble|titolo=Nicolás de Ovando |rivista=Encyclopedia of Latin American History and Culture |editore=Charles Scribner's Sons |città=New York |volume=vol.4|anno=1996|p=254}}</ref>
Ancor prima della scoperta del resoconto di Bobadilla, avvenuta nel 2006, lo storico statunitense David E. Stannard, nel suo saggio ''Olocausto americano'' chiarì alcuni punti circa la condotta di Colombo, sottolineando i fattori culturali e quelli personali nonché psicologici che lo pongono al medesimo livello dei [[conquistadores]] spagnoli che lo seguirono, giungendo a stabilire sistemi di sfruttamento dei nativi e delle risorse naturali delle terre scoperte. Scrisse Stannard: {{citazione|Sotto molti punti di vista, Colombo non fu altro che un'incarnazione attiva e teatrale della mente e dell'anima europea, e in particolare mediterranea, del suo tempo: un fanatico religioso ossessionato dalla conversione, dalla conquista o dallo sterminio di tutti gli infedeli; un crociato degli ultimi giorni in cerca di fama personale e ricchezza, che si aspettava che il mondo immenso e misterioso che aveva scoperto fosse pieno di razze mostruose che abitavano le foreste selvagge e di gente felice che viveva nell'Eden. Provava anche un'intolleranza e un disprezzo tale per tutto ciò che non appariva e non si comportava come lui, per chi non credeva in ciò che lui credeva, che pensò che fosse accettabile imprigionare, rendere schiavi e uccidere le persone che non erano come lui. Fu la personificazione secolare di ciò che più di mille anni di cultura cristiana avevano creato. A questo punto, il fatto che abbia dato avvio a una campagna di orribili violenze contro i nativi dell'isola di Hispaniola non dovrebbe più sorprendere nessuno. Piuttosto sarebbe sorprendente se "non" avesse inaugurato la carneficina.|David E. Stannard, ''Olocausto americano''<ref>{{Cita|Stannard|p. 324}}.</ref>}}
Chi si oppone alla sovrapposizione netta tra l'operato di Colombo e quello dei successivi conquistatori spagnoli delle Americhe sottolinea come il vero e proprio genocidio dei popoli amerindi non fu dettato esclusivamente dalle brutalità e dallo sfruttamento ad opera dei colonizzatori ma il contesto di un contatto che portò con sé virus e altre malattie che decimarono la popolazione delle Americhe.<ref>Marco D'Attoma, [http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/esploratore-o-genocida-il-grande-dibattito-su-cristoforo-colombo/ ''Esploratore o genocida? Il grande dibattito su Cristoforo Colombo''], Osservatorio Globalizzazione, 11 gennaio 2021</ref>
== La morte a Valladolid ==
[[File:Tumba de Colon-Sevilla.jpg|min|verticale|sinistra|La [[Tomba di Cristoforo Colombo|tomba di Colombo]] nella [[cattedrale di Siviglia]]<ref name=":015" />]]
Alla fine del 1504 decise di non lasciare più il Regno di Castiglia, anche se in un ambiente a lui ostile. Risiedeva a Siviglia mentre i reali a [[Segovia]]. Inviava lettere al figlio, Diego, divenuto cortigiano di corte chiedendo incontri con i reali che non ebbero mai luogo. La regina Isabella, sua protettrice, malata da tempo, nel frattempo era morta, mentre il Re e la corte non compresero l'importanza delle sue scoperte, né accettarono il suo "''[[Memorial des Agravios]]''", un lungo memoriale sui torti ricevuti.
Il figlio riuscì a far ottenere al padre un incontro con re Ferdinando,<ref>Giunse stanco e malato. {{cita|Tarducci|p. 622}}</ref> e per le sue rivendicazioni fu decisa la creazione di un ruolo apposito, di un [[Arbitrato|arbitro]], ricadendo su padre Deza tale compito che svolse con dedizione,<ref>Si parlò del «decimo», che era quanto gli sospettava sui beni d'oltreoceano, non sul lordo ma sul netto che risultava essere un quinto. L'«ottavo» era la parte che Colombo avrebbe dovuto percepire sugli scambi da lui prodotti per cui la corona non rientrava in quei calcoli. Infine il «terzo», per cui Colombo avrebbe pensato a una parificazione di titolo del suo ammiraglio del Mare Oceano con il grande ammiraglio di Siviglia che percepiva un terzo come tributo personale, improponibile secondo Deza. Si veda per dettagli {{Cita|Granzotto|p. 329}}</ref> ma i risultati non furono dei migliori per Colombo. Gli offrirono [[Carrión de los Condes]] in cambio di tutte le sue rivendicazioni ma egli rifiutò, giungendo in seguito a [[Valladolid]]
[[File:IL CONSOLE USA IN VISITA ALL’UNIVERSITÀ DI PAVIA (28250236188).jpg|min|verticale|Teca contenente alcune ossa di Cristoforo Colombo nella [[Biblioteca universitaria di Pavia]]]]
Il funerale probabilmente avvenne nella chiesa di Santa Maria de la Antigua
== La disputa sulla "vera" tomba ==
Nel 1877, durante i lavori di restauro della cattedrale di Santo Domingo, venne scoperta da parte del cappuccino italiano [[Rocco Cocchia|Rocco de Cesinali]] una cassa di piombo contenente 13 frammenti d'osso grandi e 28 piccoli; su di essa c'era una scritta recitante: «''Uomo celebre ed eletto - Don Cristoval Colon - Scopritore dell'America - Primo Ammiraglio''».<ref name=":015" />
Nel giugno del 2002 i professori spagnoli Marcial Castro e Sergio Algarrada hanno cercato di risolvere il problema del luogo di sepoltura di Colombo, reclamato per l'appunto dalla cattedrale di Santo Domingo e da quella di Siviglia. L'intento dei due studiosi era di estrarre, con l'aiuto dell'Università di Granada, del [[DNA]] dai resti umani di entrambe le cattedrali e quindi compararlo con il DNA del secondogenito [[Fernando Colombo|Fernando]] (figlio naturale avuto dall'unione con Beatriz Enriquez de Arana), la cui identità è certa.<ref name=dna2/> Se le autorità [[Andalusia|andaluse]] ([[
[[File:Genova-IMG 3345-2.jpg|
Proprio in questa fase parve che le ossa non coincidessero con quelle di una persona dalle caratteristiche fisiche, o con l'età al momento della morte, di Cristoforo,<ref>{{cita news|autore=Giles Tremlett|url=http://www.guardian.co.uk/spain/article/0,2763,1280590,00.html|titolo= Young bones lay Columbus myth to rest |pubblicazione= [[The Guardian]] |lingua=en |data=
== Errore di calcolo ==
L'impresa navale di Colombo, motivata dal desiderio di raggiungere le Indie e commerciarvi direttamente e più velocemente, fu resa possibile dalla determinazione del viaggiatore genovese ma paradossalmente anche – come avviene nel caso di molte scoperte – da un suo errore. Egli sosteneva
La grande fortuna di Colombo fu che il suo viaggio venne molto ridotto, perché sulla strada per le Indie trovò le [[Americhe]], altrimenti la sua spedizione sarebbe sicuramente perita in mezzo all'oceano, o sarebbe tornata indietro. La forte opposizione che Colombo incontrò derivava dal fatto che la traversata oceanica era considerata troppo lunga per essere fattibile e [[Terra piatta|non già dalla credenza che la Terra fosse piatta]].
Oltretutto, all'epoca in cui Colombo effettuò i suoi calcoli per il compimento del primo viaggio, il [[Raggio terrestre#Il metodo di Eratostene|procedimento di Eratostene]] (che fornisce una stima della misura della circonferenza terrestre con un margine di errore minore del 5%) era disponibile e avrebbe potuto essere ripetuto. Colombo stesso non si rese conto di essere su un continente diverso da quello che si aspettava: in seguito, come annotò sui suoi diari, battezzò le terre scoperte ''nuevo mundo'' e nel terzo viaggio dubitò di essere giunto in un nuovo continente.<ref>In una nota del 14 agosto 1498 del diario di bordo, trascritto da Las Casas, si legge che il dubbio che fosse un nuovo continente era affiorato nella mente di Colombo, anche se ufficialmente credette che era giunto vicino al Paradiso terrestre. Lettera di Colombo ai re cattolici di Castiglia e Aragona, maggio-agosto 1498, pp. 154-155, citata in {{cita|Bossi|p. 234}}.</ref> La leggenda che la Terra fosse considerata piatta deriva da un romanzo del 1828, ''[[La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo]]'' di [[Washington Irving]], che, in odio alla [[Chiesa cattolica]], descriveva la falsa immagine di un Colombo unico sostenitore della teoria di una Terra rotonda contro la pretesa ignoranza medioevale imposta dal [[
== Colombo e l'apocalittica medievale ==
{{Citazione|Cominciai a navigare per mare ad un'età molto giovane, e ho continuato fino ad ora. Questa professione crea in me una curiosità circa i segreti del mondo. Durante gli anni della mia formazione, studiai testi di ogni genere: cosmografia, storie, cronache, filosofia e altre discipline. Attraverso questi scritti, la mano di nostro Signore aprì la mia mente alla possibilità di navigare fino alle Indie, e mi diede la volontà di tentare questo viaggio. Chi potrebbe dubitare che questo lampo di conoscenza non fosse l'opera dello Spirito santo?|Cristoforo Colombo, ''Libro delle profezie'', 67}}
I primi esploratori del [[Nuovo Mondo]] portarono con sé, in quella che sarebbe poi stata chiamata "America", un vasto bagaglio di convinzioni, attese, pronostici, che appartenevano al patrimonio delle attese apocalittiche ed [[
Colombo compilò anche un'opera [[Profezia|profetica]] e [[Propaganda|propagandistica]], il ''Liber prophetiarum'' ("Libro delle profezie"), in cui tesseva le lodi di [[Isabella di Castiglia]] e [[Ferdinando II d'Aragona|Fernando d'Aragona]] e dei regni ispanici sui quali essi regnavano, con la consapevolezza che i "[[re cattolici]]" avrebbero occupato un ruolo provvidenziale nella storia cristiana. In quest'opera, Colombo ribadiva che, in tutti i viaggi che aveva intrapreso, egli aveva agito in accordo con i due sovrani e sotto il potere spirituale di [[papa Alessandro VI]]. Colombo compose questo libro per collocare le sue scoperte all'interno di una più ampia sequenza di eventi, che sarebbero stati cruciali per la salvezza dell'umanità: ai suoi occhi, la scoperta della nuova via verso l'Oriente rappresentava il primo passo verso la liberazione di [[Gerusalemme]] e della [[Terra santa]] dal dominio [[Islam|musulmano]]. In esso Colombo affermava:
{{citazione|Dico che io debbo allo Spirito Santo tutta la mia navigazione dalla mia giovinezza in poi.<ref>{{Cita|Colombo|p. 453}}.</ref>}}
[[File:Genova - piazza Acquaverde - monumento a Cristoforo Colombo.jpg|min|verticale=0.8|Statua di Cristoforo Colombo a Genova]]
In questa prospettiva, Colombo vedeva i sovrani di Castiglia e Aragona come attori fondamentali nel rinnovamento del mondo:
{{citazione|Altezze, pensate a quanto poco denaro e fatica vi sia costata la [[riconquista]] del [[Regno di Granada]]! L'abate calabrese Gioacchino da Fiore disse che colui che ricostruirà il [[Tempio di Gerusalemme|Santuario]] sul [[monte Sion]] verrà dalla Spagna.<ref>Libro delle profezie, 77.</ref>}}
Colombo era anche sicuro che un ruolo speciale era riservato ai [[Francescani]] nelle attività [[Missionario|missionarie]] che si sarebbero avviate e vedeva le Americhe come la nuova arena in cui il proselitismo cristiano avrebbe potuto realizzarsi. Di fatto, anche i missionari europei che cominciavano a incontrare gli indigeni americani, contestualizzavano queste popolazioni, nel quadro della loro visione [[Divina Provvidenza|provvidenzialistica]] della storia, come l'ultimo popolo [[Paganesimo|pagano]] la cui conversione (prima di quella degli [[Ebrei]] e del ristabilimento di Gerusalemme come capitale dell'umanità) avrebbe portato a compimento le attese medievali della futura [[Apocalisse]].<ref>{{Cita libro|autore=Michael A. Ryan|titolo=A Kingdom of Stargazers: Astrology and Authority in the Late Medieval Crown of Aragon|url=https://archive.org/details/kingdomofstargaz00ryan|anno=2011|editore=Cornell University Press|isbn=978-0-8014-4984-0|città=Londra|pp=[https://archive.org/details/kingdomofstargaz00ryan/page/178 178]-180}}</ref>
Nonostante tutto questo, però, poiché l'unico manoscritto del "Libro delle profezie" rimase nella biblioteca della famiglia Colombo a Siviglia, sembra ragionevole supporre che quest'opera non sia mai stata inviata ai sovrani ispanici e che Colombo abbia portato il codice con sé nel suo quarto e ultimo viaggio.<ref>{{cita|Rusconi|pp. iii-vi}}.</ref>
== Retrodatazione della scoperta dell'America ==
{{vedi anche|colonizzazione europea delle Americhe#Retrodatazione della scoperta dell'America}}
Prima di Colombo già alcuni popoli avevano compiuto dei tentativi verso il nuovo continente, come ad esempio i [[vichinghi]] (che certamente giunsero a [[Terranova]]) e i portoghesi, che avevano colonizzato le [[Azzorre]], situate al largo nell'Atlantico; alcuni colonizzatori [[Islanda|islandesi]] erano giunti inoltre in [[Groenlandia]]
Secondo il giornalista [[Ruggero Marino]]<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/cultura/innocenzo_viii_papa_che_riscopri_nuovo_mondo/11-10-2005/articolo-id=34850-page=0-comments=1|titolo= «Innocenzo VIII, il Papa che riscoprì il Nuovo Mondo»|pubblicazione= [[Il Giornale]]|data=11 ottobre 2005|accesso=16 agosto 2011}}</ref> la scoperta dell'America da parte di Colombo sarebbe da anticipare di qualche anno. Secondo queste tesi, il navigatore avrebbe compiuto già nel 1485 un viaggio che lo avrebbe portato nel Nuovo Mondo. Questo lo si potrebbe dedurre da vari indizi: la rotta seguita da Colombo nel primo viaggio nel 1492 segue esattamente le correnti, inoltre, sulla tomba di [[papa Innocenzo VIII]] è riportata la frase "Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo". Il [[papa]] però morì il 25 luglio 1492, alcuni giorni prima della partenza ufficiale. L'autore di detta iscrizione può avere sia fatto semplice riferimento all'ultimo [[anno solare]] in cui visse Innocenzo VIII, appunto il 1492, quanto all'oggi noto ruolo di "protettore" che detto
== La causa per l'eredità e la discendenza ==
{{vedi anche|causa per il maggiorasco di Cristoforo Colombo}}
Nel 1497 i sovrani di Castiglia e Aragona concessero a Colombo la facoltà di istituire un [[
[[File:Cuccaro Monferrato-panorama1.jpg|
Sorse allora una controversia fra i presunti eredi, complicata anche dal fatto che non si riuscì a trovare il testamento del 1502 ma solo quello del 1498 e dei codicilli del 1506. Il 4 ottobre
Proprio le pretese di Baldassarre spinsero Filippo II a chiedere a Guglielmo Gonzaga di interrogare sotto giuramento dei testimoni nel [[Monferrato]] e, entro sei mesi, inviare una relazione scritta al supremo tribunale di Spagna.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 67|Napione1808}}.</ref> I punti da chiarire erano l'appartenenza all'antica famiglia dei Colombo di [[Cuccaro Monferrato]]; il legame di parentela tra gli avi di Cristoforo Colombo e quelli di Baldassarre; la presenza del nome di Domenico Colombo, padre di Cristoforo, tra le scritture pubbliche di Cuccaro; e il fatto che Cristoforo Colombo fosse discendente dei Colombo del castello di Cuccaro. Erano poi da raccogliere il più alto numero possibile di testimonianze sulle sorti e l'ubicazione del ramo di Cuccaro dei Colombo e sul perché tutti parlavano di Cristoforo come di un genovese anziché di un cuccarese.<ref>{{Cita|Napione 1808|pp. 68-69|Napione1808}}.</ref>
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Il duca di Mantova delegò quindi il senatore Ferrari e due notai di procedere con le indagini, vidimate poi dal Senato di Mantova e dal vescovo di [[Casale Monferrato]] e inviate nella penisola iberica.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 69|Napione1808}}.</ref> La causa, celebratasi dinanzi al [[Consiglio delle Indie]], si protrasse finché, il 22 dicembre 1608,<ref name=napione248>{{Cita|Napione 1808|p. 248|Napione1808}}.</ref> il maggiorasco venne assegnato a [[Pedro Nuño Colón de Portugal]], maschio ma discendente in linea femminile (figlio di Alvaro di Portogallo, a sua volta figlio di Isabella Colombo, figlia di Diego Colombo nonché nipote di Cristoforo).<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 247|Napione1808}}.</ref> Baldassarre Colombo, che pure era stato riconosciuto come parente dell'ammiraglio,<ref>{{Cita|Napione 1808|pp. 70-71|Napione1808}}.</ref> rimase escluso perché non ritenuto, come Pedro Nuño, il parente più prossimo dello scopritore del Nuovo Mondo.
Tuttavia, a Baldassarre venne dato il titolo di conte e venne assegnata una somma di 2000 [[
== Aspetti controversi ==
{{vedi anche|Controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America#Cristoforo Colombo}}
=== Memoriale ===
Nel ''Memorial de Cristobal Colon a los Reyes Catolicos sobre las cosas necesarias para abastecer a las Indias''
* lo scopritore, negli ultimi anni della sua vita, sostenne la stessa idea ("un'idea non violenta", sebbene si rivelò tale), riguardo all'organizzazione del Nuovo Mondo che egli aveva maturato nel periodo precedente alla scoperta;<ref name="Cristoforo Colombo"/>
* sebbene crimini furono commessi durante la vita e dopo la morte di Colombo, la maggior parte di essi non sono imputabili al Colombo stesso;<ref name="Cristoforo Colombo"/><ref name="bib.cervantesvirtual.com">{{Cita web|url=http://bib.cervantesvirtual.com/portal/colon/include/pcolon_colon.jsp?nomportal=colon|titolo=Cristóbal Colón|sito=bib.cervantesvirtual.com|lingua=es|accesso=18 agosto 2011}}</ref><ref name="xpoferens.cat">{{Cita web|url=http://www.xpoferens.cat/lib02.html|titolo=Cristóbal Colon, el cruel|sito=xpoferens.cat|lingua=es|accesso=18 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110802155147/http://www.xpoferens.cat/lib02.html}}</ref>
* Colombo creò quello che a tutt'oggi appare un "sistema schiavistico", un sistema diffuso delle società di quel tempo e frutto delle ideologie europee dell'epoca<ref>{{Cita|Stannard|pp. 324-325}}.</ref>. Altri esempi di tale sistema sono la [[fortezza di Elmina]] nell'attuale [[Ghana]], costruito dai portoghesi nel 1482 e perno del commercio degli schiavi, le [[Encomienda|encomiende]] e la [[servitù della gleba]]);<ref name="Cristoforo Colombo"/>
* Colombo utilizzò metodi molto violenti, sia verso i nativi, sia verso i compatrioti<ref name="Varela"/><ref>Morison Samuel Eliot, ''Cristoforo Colombo. Ammiraglio del mare Oceano'', il Mulino, Bologna, 1962, «La crudele politica inaugurata da Colombo e proseguita dai suoi successori portò al genocidio totale».</ref> sebbene essi contrastassero con le sue idee.<ref name="Cristoforo Colombo"/><ref name="bib.cervantesvirtual.com"/><ref name="xpoferens.cat"/>
=== Caratteristiche fisiche ===
Nonostante l'abbondante numero di opere d'arte raffiguranti Cristoforo Colombo, non si hanno dei ritratti autentici che lo raffigurino.<ref>{{Cita|Alden|}}; {{Cita|Loewen|}}.</ref> Tutti quelli pervenutici sono in realtà dei dipinti eseguiti dopo la morte del famoso navigatore, realizzati in base alle descrizioni dei suoi contemporanei o in alcuni casi delle vere e proprie opere di fantasia di epoche successive, fra le più celebri quella di [[Sebastiano del Piombo]] del 1519 dove il navigatore ha dei capelli color [[Rame (colore)|rame]].<ref>{{Cita|Granzotto|p. 59}}.</ref> Questo spiega il perché dell'enorme quantità di effigi che descrivono Colombo e che gli conferiscono una svariata molteplicità di aspetti, rendendo difficile stabilire con certezza quali fossero le sue vere caratteristiche fisiche. Il primo quadro concernente la scoperta del Nuovo Mondo, dove si può ammirare anche il volto di Colombo, è ritenuto essere la ''[[Madonna dei Navigatori]]'' di [[Alejo Fernández]], realizzato tra il 1531 e il 1536 per la [[Casa de Contratación]] di Siviglia.<ref>{{Cita|Noble, Forsyth, Maric|p. 100}}; {{Cita|Hall|p. 46}}.</ref>
Secondo le poche testimonianze del suo aspetto aveva dei capelli biondi ardenti, carnagione chiara leggermente lentigginosa, alto più di 1,80 m,<ref>{{Cita web|url=http://www.christopher-columbus.eu/dna-tests.htm|titolo=DNA Tests on the bones of Christopher Columbus|sito=christopher-columbus.eu|lingua=en|accesso=18 agosto 2011}}</ref> con occhi chiari, azzurri o grigi.<ref>{{cita|Helps|p. 32}}. Le varie testimonianze sono dovute, oltre al figlio, a Las Casas, padre Bartolomeo e Angelo Trevisan. In {{cita|Martini|p. 56}}.</ref> All'[[esposizione mondiale di Colombo]] del 1893 vennero messi in mostra 71 suoi ritratti,<ref>{{cita|Morison 1942|pp.
<gallery widths="185" perrow="5">
File:Ridolfo Ghirlandaio Columbus.jpg|Ritratto postumo eseguito da [[Ridolfo Ghirlandaio]], circa 1520
File:CristobalColon2.jpg|Ritratto postumo pubblicato nel 1551 in un'opera di [[Paolo Giovio]]
File:Face Christopher Columbus.jpg|Particolare del viso di Colombo nella ''[[Madonna dei Navigatori]]'' di [[Alejo Fernández]],
</gallery>
=== Dibattito sulla nazionalità ===
{{vedi anche|Origini di Cristoforo Colombo}}
[[File:Rapallo-IMG 1618.JPG|
Vi sono varie idee circa il luogo di nascita di Colombo. Alla teoria classica e universalmente nota che indica [[Genova]] come città natale del navigatore, si contrappongono in Italia i centri [[
=== Data di nascita ===
[[File:Cuccaro Monferrato-targa3.jpg|
Per guardare, come sopra anticipato, con maggiore esattezza
In esso, in data Genova 25 agosto 1479 negli atti del notaro Gerolamo Ventimiglia (filza 2, n. 266), Cristoforo Colombo dichiarava di essere nato in Genova e di avere "approssimativamente" l'età di 27 anni (tale documento è di estrema importanza anche perché quella sua pur breve presenza a Genova rimane l'ultima documentata; e soprattutto perché Cristoforo Colombo, vi fornì dati biografici coincidenti con quelli, acclarati anche da quanti non lo vogliono nativo di [[Genova]], relativi per l'appunto al futuro «''Cristóbal Colón descubridór de las Yndias''»: Cristoforo cioè precisò anche di avere soggiornato a Lisbona da più di un anno, di avere fatto un viaggio a Madera e di essere sul punto di tornare nella stessa Lisbona quale viaggiatore commerciale e quale cliente fiduciario al servizio di mercanti genovesi stabilitisi a Lisbona, quegli stessi Lodisio Centurione e Paolo Di Negro i cui eredi vennero poi ricordati da lui e dal figlio Diego nei loro testamenti, rispettivamente dei 1506 e 1523).
Per tornare alla sua nascita, sulla base dei due documenti rinvenuti da Staglieno e Assereto, essa deve collocarsi tra quel 26 agosto e quel 31 ottobre 1451, ovvero proprio nel periodo in cui – sulla base di un documento in data Genova 16 aprile 1451, conservato nell'Archivio di Stato genovese-Archivio Segreto, «Manuali Decretorum», n. 1, n. gen. 734, c. 418 T – il padre Domenico e la madre Susanna Fontanarossa già abitavano in una casa in vico Diritto dell'Olivella.
In essa egli rimase per circa quattro anni. Lo si evince da un ulteriore documento del 18 gennaio 1455 (conservato nella [[Biblioteca Apostolica Vaticana]] - God. 9452, parte II, carta 219 T., «Estratto dal libro degli lnstrumenti del fu Giovanni Recco Notaio, c. 391»), nel quale si legge che, immediatamente dopo tale data, Domenico Colombo doveva trasferirsi con la propria famiglia in una nuova casa con giardino nel vico Diritto di Ponticello, fuori della [[Porta Soprana|porta di Sant'Andrea]], dove a pianterreno aprì la sua bottega di [[Tessitura|tessitore]] (''textor pannorum'') nella quale visse il giovanissimo Cristoforo, non ancora quattrenne. Ovvero nella «casa di Colombo», di cui a tutt'oggi sono conservate le vestigia, in quello che continua a essere chiamato vico Diritto di Ponticello, da cui si allontanò nel 1470 quando i genitori si trasferirono a [[Savona]].<ref>{{cita web|url=http://www.somosprimos.com/sp2006/spoct06/spoct06.htm|titolo=Dedicated to Hispanic Heritage and Diversity Issues|editore=somosprimos.com|accesso=24 agosto 2011}}</ref>
Altri studi,<ref>''Libro de las profecías'' (in ''Nuova raccolta colombiana'', vol. III, tomo I, Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, Roma, [[Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato]], 1993; il volume è stato anche tradotto da [[William Melczer]] ed edito in Palermo, Novecento Editore, 1992)</ref> anch'essi pubblicati dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, concludono che la famiglia di Cristoforo era di origine spagnola, appartenente a un ceppo ebraico di [[ebrei convertiti]] (o, come allora si diceva in Castiglia, di
Tale ipotesi non è peraltro cosa nuova, in quanto già formulata nel 1940 da un altro sostenitore semitico: [[Salvador de Madariaga]]; portando a conforto della tesi la mancata presenza, negli Archivi ecclesiali e in quelli di Stato consultati dai ricercatori negli ultimi due secoli, di qualsiasi documento su altri avi di Cristoforo: gli unici documenti sono infatti relativi a suo padre Domenico e a suo nonno Giovanni.
== Lo stemma ==
{{Immagine multipla
|per riga = 2
|titolo = Evoluzione dello stemma di Cristoforo Colombo
|larghezza totale = 300
|immagine1 = Arms of the house of Colòn (1).svg
|didascalia1 = Stemma della famiglia Colombo (attestato dal 1493).
|immagine2 = Arms of the house of Colòn (2).svg
|didascalia2 = Stemma di Cristoforo Colombo concesso nel 1493.
|immagine3 = Arms of the house of Colòn (3).svg
|didascalia3 = Stemma di Cristoforo Colombo del 1502.
|immagine4 = Arms of the house of Colòn (4).svg
|didascalia4 = Stemma postumo di Cristoforo Colombo, per volontà del re Ferdinando d'Aragona.
}}
Lo [[stemma]] di Cristoforo Colombo venne concesso con decreto reale dai sovrano del [[Regno di Castiglia e León]] il 20 maggio 1493 durante la convocazione a Barcellona in occasione del resoconto del viaggio di scoperta delle Indie.<ref name="Stemma Colombo">{{cita web| url=https://www.cristoforocolombo.com/cristoforo-colombo/articoli-storici/gli-stemmi-di-cristoforo-colombo/|titolo=Gli stemmi di Cristoforo colombo|sito=cristoforocolombo.com|lingua=it|accesso=15 dicembre 2022}}</ref>
Lo stemma del 1493 è un [[inquartato]]. I primi due quarti ricordano gli stemmi di [[Regno di Castiglia|Castiglia]] (di rosso al castello d'oro) e [[Regno di León|León]] (d'argento al leone di [[Porpora (araldica)|porpora]]) modificati: il primo, infatti, presenta un campo verde anziché rosso e, il secondo presenta il leone non è [[coronato]]. Nel terzo quarto sono rappresentate le isole scoperte da Colombo, nel quarto quarto si trova ''«las armas vuestras que soliades tener, las cuales armas sean conocidas por vuestras, e de vuestros fijos e descendentes para siempre jamas»'', ovvero un'arma di famiglia, tuttavia sconosciuta fino ad allora (d'oro alla [[Banda (araldica)|banda]] d'azzurro con il [[Capo (araldica)|capo]] di rosso).<ref name="Stemma Colombo"/><ref name="grandesp.org.uk">{{cita web|url=http://grandesp.org.uk/resources/pictarmas/c/p_colon.htm|titolo=Armas Colón|sito=grandesp.org.uk|lingua=en|accesso=17 agosto 2011}}</ref> Esistono molti dubbi che sia autentica e preesistente, probabilmente venne accordata contestualmente alla concessione dello stemma.<ref name="Stemma Colombo"/>
Lo stemma venne modificato da Cristoforo Colombo poco tempo dopo e utilizzato come frontespizio del Codice dei Privilegi di 1502 (redatto per difendere i propri diritti come scopritore delle nuove terre). Nello stemma compaiono i primi due quarti esattamente come appaiono nello stemma di Castiglia e Leon (il campo del primo da verde diventa rosso ed il leone risulta coronato), alle isole fu aggiunta una striscia di terraferma a forma di Y<ref name="Informe Colon"/> e fu aggiunto un quarto quarto d'azzurro a cinque ancore in fascia d'oro per sottolineare il suo titolo di "Ammiraglio del Mar Oceano"; lo stemma della famiglia Colombo venne posto [[innestato in punta]].<ref name="Stemma Colombo"/><ref name="grandesp.org.uk"/>
Dopo la morte di Cristoforo Colombo il 20 maggio 1506, il re Ferdinando di Aragona, vedovo della regina Isabella e reggente del regno di Castiglia, ordinò di aggiungere una [[bordura]] d'[[Argento (araldica)|argento]] caricata con il [[Motto#Motto|motto]] in lettere di nero ''«A Castilla y León dio nuevo mundo Colón»'' ("A Castiglia e León Colombo ha dato un nuovo mondo"). La bordura è citata dallo storico [[Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés]] nella sua ''Historia general de Las Indias, islas y tierra firme dal mar Océano'' del 1535.<ref name="Informe Colon">{{Cita libro|titolo=Informe sobre los retratos de Cristóbal Colón: su trage y escudo de armas|autore=Valentín Carderera y Solano|url = https://www.google.it/books/edition/Informe_sobre_los_retratos_de_Crist%C3%B3bal/EwYCZUA4VKQC?hl=it&gbpv=1|via = https://books.google.it|curatore=Imp. de la Real Academia de la Historia|anno=1851|lingua=es|p=28|accesso=15 dicembre 2022}}</ref>
== Opere ==
* ''[[Giornale di bordo di Cristoforo Colombo|Diario del primo viaggio]]''
* ''[[Libro delle profezie]]''
* ''[[Memorial des Agravios]]''
== Nella cultura di massa ==
=== Romanzi ===
* [[Alejo Carpentier]], ''L'arpa e l'ombra'' (''El arpa y la sombra'', 1979)
* [[Fabio Genovesi]], Oro puro, Mondadori, 2023.
=== Letteratura italiana ===
Nelle ''[[Operette morali]]'' di [[Giacomo Leopardi]] si trova il ''Dialogo di Cristoforo Colombo e Pietro Gutierrez''.
=== Saggi ===
* [[Leon Bloy]], ''Le Révélateur du globe. Christophe Colomb et sa béatification future'', Prefazione di [[Jules Amédée Barbey d'Aurevilly]], Paris, A. Sauton, 1884.
=== Teatro ===
* ''[[Cristoforo Colombo (opera)|Cristoforo Colombo]]'', opera lirica di [[Alberto Franchetti]], su libretto di [[Luigi Illica]], rappresentato il 6 ottobre 1892.
* ''[[Le Livre de Christophe Colomb]]'', dramma lirico in due parti di [[Paul Claudel]], del 1933; una prima versione, del 1927, andò in scena a Berlino nel 1930, su musica di [[Darius Milhaud]].
* ''[[Isabella, tre caravelle e un cacciaballe]]'', commedia di [[Dario Fo]], del 1963.
=== Cinema ===
* ''[[Cristoforo Colombo (film 1949)|Cristoforo Colombo]]'' (''Christopher Columbus''), film diretto nel 1949 da [[David MacDonald]] e interpretato da [[Fredric March]].
* ''[[1492 - La conquista del paradiso]]'' (1992), realizzato da [[Paramount Pictures]] in occasione del cinquecentesimo anniversario del primo viaggio di Colombo e interpretato da [[Gérard Depardieu]]<ref>{{Cita news|titolo= MOVIES : Voyage of Rediscovery : With '1492,' director Ridley Scott and writer Roselyne Bosch aim to portray Christopher Columbus not as a legend but as an extraordinary though flawed person|opera= The Los Angeles Times|data=3 maggio 1992|url= http://articles.latimes.com/1992-05-03/entertainment/ca-2005_1_christopher-columbus|accesso=9 ottobre 2010|nome=Jack|cognome=Mathews}}</ref>. Il film diretto e prodotto da [[Ridley Scott]], ritrae i primi due viaggi verso il [[nuovo mondo]] e gli effetti che questi ebbero sui [[nativi americani]].
* ''[[Cristoforo Colombo - La scoperta]]'' (1992), distribuito dalla [[Warner Bros.]] e interpretato da [[Georges Corraface]]. Diretto da [[John Glen]], anche questo film è stato realizzato per celebrare il cinquecentesimo anniversario della "scoperta dell'America". [[Mario Puzo]], celebre autore del ''[[Il padrino (romanzo)|Padrino]]'', ha curato il soggetto e collaborato con la sceneggiatura.
=== Televisione ===
* ''Cristoforo Colombo'' (1968), sceneggiato Rai in 4 puntate.
* ''[[Cristoforo Colombo (miniserie televisiva)|Cristoforo Colombo]]'' (1985), miniserie televisiva in 4 puntate, interpretata da [[Gabriel Byrne]] e diretta da [[Alberto Lattuada]].
* ''[[I promessi sposi (miniserie televisiva 1990)|I promessi sposi]]'' (1990), cameo di Cristoforo Colombo interpretato da [[Tullio Solenghi]].
* ''[[Il viaggio fantastico]]'' (1992).
* ''[[Isabel (serie televisiva)|Isabel]]'' (2012), interpretato da [[Julio Manrique]].
=== Manga e anime ===
* ''[[Cristoforo Colombo (serie animata)|Cristoforo Colombo]]'' (1991)
== Note ==
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== Bibliografia ==
<!-- ORDINE ALFABETICO PER COGNOME, GRAZIE. -->
* {{cita libro|cognome=Alden|nome=Henry Mills|titolo=Harper's new monthly magazine, vol. 84, numeri 499-504|editore=Harper & Brothers|anno=1892|lingua=
* {{cita libro|nome=Roberto|cognome=Almagià|curatore=[[Osvaldo Baldacci]]|titolo=Cristoforo Colombo visto da un geografo|anno=1992|città=Firenze|editore=L.S. Olschki|isbn=
* {{cita libro|nome=Isaac|cognome=Asimov|wkautore=Isaac Asimov|titolo=Esplorando la Terra e il Cosmo|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1983|cid=Asimov|isbn=
* {{cita libro|nome=Joao|cognome=de Barros|wkautore=
* {{cita libro|nome=Janet|cognome=Benge|coautori=Geoff Benge|titolo=Christopher Columbus: across the ocean sea|url=https://archive.org/details/christophercolum0000beng|lingua=
* {{cita libro|nome=Giovanni|cognome=Bossi|titolo=Immaginario di viaggio e immaginario utopico: dal sogno del paradiso in terra al mito del buon selvaggio|anno=2003|editore=Mimesis Edizioni|isbn=978-88-8483-159-0|cid=Bossi}}
* {{cita libro|autore=[[Michele Giuseppe Canale]]|titolo=Vita e viaggi di Cristoforo Colombo: preceduti da una storica narrazione del commercio, della navigazione e delle colonie degli antichi e degl'Italiani del medio evo nell'Asia nell'Africa prima di lui|anno=1863|editore=A. Bettini
* {{cita libro|nome=Michele Giuseppe|cognome=Canale|titolo=Cristoforo Colombo e le sue ceneri|anno=1892|editore=Tip. di G. Ricci
* {{cita libro|nome=Christophe|cognome=Colomb|titolo=Raccolta completa degli scritti di Cristoforo Colombo ad illustrare e documentare la scoperta dell'America|anno=1864
* {{cita libro|nome=Cristoforo|cognome=Colombo|titolo=Dai Diari di bordo|editore=Guaraldi|isbn=978-88-8049-384-6|cid=Colombo}}
* {{cita libro|Giotto|Dainelli|Gli esploratori italiani in Africa, Volume 1|1960|Unione tipografico-editrice torinese
* {{cita libro|nome=Fernando|cognome=Colón|coautori=Alfonso de Ulloa, Rinaldo Caddeo|titolo=Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo|anno=1990|editore=Erre emme|cid=Colón|isbn=
* {{cita libro|nome=Abel Fontoura|cognome=Costa|titolo=A Marinharia dos descobrimentos: por A. Fontoura da Costa|edizione=3
* {{cita libro|nome=Bartolomé|cognome=de las Casas|titolo=Vida de Cristóbal Colón|anno=1992|editore=Fundacion Biblioteca Ayacuch|isbn=978-980-276-185-2|cid=de las Casas}}
* {{cita libro|nome=Bartolomé|cognome=de las Casas|titolo=Historia de las Indias|
* {{cita libro|Miles H.|Davidson |Columbus then and now: a life reexamined|1997 |University of Oklahoma Press|isbn=978-0-8061-2934-1|cid=Davidson}}
* {{cita libro|Cesare |de Lollis|Vita di Cristoforo Colombo|1895|Fratelli Treves|cid=de Lollis 1895
* {{cita libro|Robin Santos |Doak |Christopher Columbus: Explorer of the New World|2006|Compass Point Books|isbn=978-0-7565-1057-2|cid=Robin Santos}}
* {{cita libro|nome=Cristoforo |cognome=Colombo|curatore=Maria Luisa Fagioli |titolo=I diari di bordo|anno=1992|editore=Edizioni Studio Tesi|isbn=978-88-7692-330-2|cid=Fagioli}}
* {{cita libro|nome=Pino|cognome=Farinotti|coautori=Rossella Farinotti|titolo=Il Farinotti 2010|anno=2009|editore=Newton Compton|isbn=978-88-541-1555-2|cid=Farinotti, Farinotti}}
* {{cita libro|nome=Ettore |cognome=Finazzi-Agrò|coautori= Maria Caterina Pincherle|titolo=La cultura cannibale: [[Oswald de Andrade]]: da Pau-Brasil al [[Manifesto antropofago]]|anno=1999|editore=Meltemi Editore|isbn=978-88-86479-79-0|cid=Finazzi-Agrò, Pincherle}}
* {{cita libro|nome=Luigi|cognome=Colombo|coautori=Gian Francesco Galleani Napione, Vincenzo de Conti|titolo=Patria e biografia del grande ammiraglio D. Cristoforo Colombo: de' conti e signori di Cuccaro, castello della Liguria nel Monferrato, scopritor dell'America|anno=1857|editore=Tipografia Forense |cid=Colombo, Napione, Conti
* {{cita libro|nome=Gaetano |cognome=Ferro |titolo=Le navigazioni lusitane nell'Atlantico e Cristoforo Colombo in Portogallo|edizione=2|anno=1984|editore=Mursia|cid=Ferro|isbn=978-88-7063-151-7}}
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Guicciardini|wkautore=Francesco Guicciardini|titolo=L'Historia d'Italia|editore=Apresso Lorenzo Torrent|anno=1561|url=http://books.google.it/books?id=Dek5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=inauthor:guicciardini&hl=it&ei=NMaWTtLXH8bAtAa57vjsAw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CEoQ6AEwBQ#v=onepage&q&f=false * {{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Geraldini|wkautore=Alessandro Geraldini|curatore=Enrico Menestò|titolo=Itinerarium ad Regiones Sub Aequinoctiali Plaga Constitutas|edizione=ristampa anastatica per conto dell'Assessorato alla Istruzione e Cultura della Regione Umbria|anno=1992|editore=Tipografia Artigiana Tuderte|città=Todi|isbn=no|cid=Geraldini, Menestò}}
* {{cita libro|Gianni|Granzotto|Cristoforo Colombo|2010|Ugo Mursia editore|isbn=978-88-425-4493-7|cid=Granzotto}}
* {{cita libro|autore=[[Edward Everett Hale]]|titolo=The Life of Christopher Columbus from His Own Letters and Journals|anno=2008|editore=Arc Manor LLC|ISBN=978-1-60450-238-1|lingua=en|cid=Hale}}
* {{cita libro|cognome=Biesele Hall|nome=Linda|coautori=Teresa Eckmann|titolo=Mary, mother and warrior: the Virgin in Spain and the Americas|editore=University of Texas Press|anno=2004|lingua= * {{cita libro|Arthur |Helps|Vita di Cristoforo Colombo|1870|G. Barbèra Editore|cid=Helps
* {{cita libro|nome=David P.|cognome=Henige|titolo=Numbers from nowhere: the American Indian contact population debate|url=https://archive.org/details/numbersfromnowhe0000heni|lingua=
* {{cita libro|nome=Henry L.|cognome=Hunker|titolo=Columbus, Ohio: a personal geography|url=https://archive.org/details/columbusohiopers0000hunk|lingua=
* {{cita libro|Washington|Irving|Christopher Columbus|2008|Wordsworth Editions|isbn=978-1-84022-069-8|cid=Irving
* {{cita libro|Washington|Irving|A history of the life and voyages of Christopher Columbus|1828|G. & C. Carvill|cid=Irving 1828
* {{cita libro|Washington|Irving|Viaggi e scoperte dei compagni di Colombo|1842|Tip. di P.A. Molina|cid=Irving 1842
* {{cita libro|nome=Max|cognome=Yeh|titolo=The beginning of the east|lingua=
* {{cita libro|cognome=Loewen|nome=James W.|titolo=Lies My Teacher Told Me|editore=New Press|anno=2008|lingua=
* {{cita libro|Elena|Malaspina|Ars temperans|1988|D.AR.FI.CL.ET|isbn=no|cid=Malaspina}}
* {{cita libro|Christopher|Columbus|coautori=Clements R. Markham|Journal of Christopher Columbus (During His First Voyage, 1492-93): And Documents Relating the Voyages of John Cabot and Gaspar Corte Real|2010|Cambridge University Press|isbn=978-1-108-01284-3|cid=Markham}}
* {{cita libro|Dario G.|Martini|Cristoforo Colombo tra ragione e fantasia|edizione=2|p=435|anno=1987|editore=ECIG|isbn=978-88-7545-203-2|cid=Martini}}
* {{cita libro|K. M.|Mathew|S. Vacca, Pier Luigi Crovetto |History of the Portuguese navigation in India, 1497-1600|1988|Mittal Publications|isbn=978-81-7099-046-8|cid=Mathew}}
* {{cita libro|Daniela|Mazzon (a cura di)|1992 - 1492. Dalla realtà alla storia, p. 127|1992|Isonomia editrice, Este|isbn=88-85944-05-1|cid=Mazzon OL25414382M}}
* {{cita libro|nome=Samuel Eliot|cognome=Morison|titolo=The European Discovery of America: The northern voyages, A.D. 500-1600|lingua=
* {{cita libro|cognome=Morison|nome=Samuel Eliot|titolo=Admiral of the Ocean Sea: A Life of Christopher Columbus|lingua=
* {{cita libro|Marina|Münkler|Marco Polo: vita e leggenda|2001|Vita e Pensiero|isbn=978-88-343-0124-1|cid=Münkler}}
* {{cita libro|nome=Gian Francesco Galleani|cognome=Napione|titolo=Della patria di Cristoforo Colombo|url=http://books.google.it/books?id=L9gRAAAAYAAJ&dq=baldassarre+colombo&source=gbs_navlinks_s|editore=Presso Molini, Landi e comp.|anno=1808
* {{cita libro|coautori=John Noble, Susan Forsyth, Vesna Maric|titolo=Andalucía|editore=Lonely Planet|anno=2007|lingua=
* {{cita libro|nome=William D.|cognome=Phillips|coautori=Carla Rahn Phillips|titolo=The Worlds of Christopher Columbus|lingua=
* {{Cita libro|Const |Reta|Vita di Cristoforo Colombo|1846 |Volpato e comp
* {{Cita libro|autore=Antoine François Félix Roselly de Lorgues|titolo=Cristoforo Colombo. Storia della sua vita e dei suoi viaggi sull'appoggio di documenti autentici raccolti in Ispagna ed in Italia|url=https://archive.org/details/cristoforocolom01dandgoog|traduttore=[[Tullio Dandolo]]|volume=2 voll.|città=Milano|editore=Volpato e comp.|anno=1857|annooriginale=1856|cid=Roselly de Lorgues}}
* {{cita libro|Marino|Ruggero|L'uomo che superò i confini del mondo|2010|Sperling & Kupfer|isbn=978-88-200-4912-6|cid=Ruggero}}
* {{cita libro|nome=Roberto|cognome=Rusconi|titolo=The Book of Prophecies, edited by Christopher Columbus, trans. Blair Sullivan|lingua=
* {{cita libro|Angelo|Sanguineti|Vita di Cristoforo Colombo|1846|Presso A. Bettolo|cid=Sanguineti
* {{cita libro|nome=Angelo|cognome=Sanguineti|titolo=Vita di Cristoforo Colombo|anno=1891|editore=Tip. del R. Istituto sordo-muti|edizione=2
* {{cita libro|Giambattista|Spotorno|Della origine e della patria di Cristoforo Colombo|1819|Presso Andrea Frugoni
* {{cita libro|curatore=Giovanni Battista Spotorno|titolo=Codice diplomatico Colombo-americano: ossia, raccolta di documenti originali e inediti, spettanti a Cristoforo Colombo alla scoperta ed al governo dell'America|anno=1823|editore=Della stamperia Ponthenier|cid=Spotorno 1823
* {{cita libro|
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Tarducci|titolo=Vita di Cristoforo Colombo|anno=1885|editore=Fratelli Treves|cid=Tarducci}}
* {{cita libro|nome=Torquato|cognome=Tasso|wkautore=Torquato Tasso|titolo=Gerusalemme liberata|editore=Coi caratteri di P. Didot il Magg.|anno=1812|url=http://books.google.it/books?id=OZWE6h0P7x0C&pg=PA133&dq=Gerusalemme+liberata+liguria&hl=it&ei=zSFQTsVuhZY6kuT8wgI&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CE4Q6AEwBg#v=onepage&q=liguria&f=false * {{cita libro|Paolo Emilio|Taviani|wkautore=Paolo Emilio Taviani|Cristoforo Colombo: la genesi della grande scoperta|1982|Istituto geografico De Agostini|cid=Taviani|isbn=
* {{cita libro|Paolo Emilio|Taviani|I viaggi di Colombo: la grande scoperta|
* {{cita libro|Gustavo|Uzielli|Toscanelli, Colombo e la leggenda del pilota|1902|Tipografia M. Ricci
* {{cita libro|Consuelo|Varela|La caída de Cristóbal Colón: el juicio de Bobadilla|2006|Marcial Pons Historia|isbn=978-84-96467-28-6|cid=Varela}}
* {{cita libro|Henry|Vignaud|Paolo del Pozzo Toscanelli|Toscanelli and Columbus: The letter and chart of Toscanelli on the route to the Indies by way of the west, sent in 1474 to the Portuguese, Ferman Martins, and later on to Christopher Columbus; a critical study ... followed by the various texts of the letter, with translations ... (ristampa)|1902|Ayer Publishing|isbn=978-0-8369-5717-4|cid=Vignaud}}
* {{cita libro|nome=Bernard|cognome=Vincent|coautori=S. Vacca, Pier Luigi Crovetto|titolo=Perché l'Europa ha scoperto l'America|anno=1992|editore=EDT srl|isbn=978-88-7063-151-7|cid=Vincent, Vacca, Crovetto}}
== Voci correlate ==
* [[Colombo (famiglia)
* [[Case di Cristoforo Colombo]]
* [[Tavole genealogiche della famiglia Colombo (Colón)]]
* [[Tomba di Cristoforo Colombo]]
* [[Columbus Day]]
* [[Cristoforo Colombo nella cultura di massa]]
* [[Colonizzazione europea delle Americhe]]
* [[
* [[Faro a Colón]]
* [[Impero spagnolo]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|s=Autore:Cristoforo Colombo}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Cristoforo Colombo}}
{{Letteratura sul Nuovo Mondo}}
{{Controllo di autorità}}
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{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Cristoforo Colombo|arg=biografie|arg2=storia|giorno=9|mese=12|anno=2011}}
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[[Categoria:Esploratori dell'America centrale]]
[[Categoria:Diaristi italiani]]
[[Categoria:Ammiraglio del Mar Oceano]]
[[Categoria:Ammiragli genovesi]]
[[Categoria:Colombo (famiglia)]]
[[Categoria:Personaggi delle Operette morali]]
[[Categoria:Conquista spagnola delle Americhe]]
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