Cristoforo Colombo: differenze tra le versioni

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{{nota disambiguand}}
{{Aristocratico
|nome = Cristoforo Colombo
|immagine = Portrait of a Man, Said to be Christopher Columbus.jpg
|legenda = <small>Ritratto postumo di Cristoforo Colombo di [[Sebastiano del Piombo]], Ritratto postumo di<br />Cristoforo Colombo1519, [[Pittura a olio|olio su tela]], [[1519]],<br />[[Metropolitan Museum of Art]], [[New York|New York CityMOMA]], [[New York (stato)|NY]]</small><hr /><small>''nota sulle firme di Cristoforo Colombo<ref>A sinistra la firma prima del [[1492]], a destra la firma da ammiraglio al servizio della corona di Castiglia.</ref>''</small>
|stemma = HouseArms of Colonthe COAhouse of Colòn (primitivas2).svg
|titolo = [[Governatori del vicereame della Nuova Spagna|Governatore]] e [[Viceré delle Indie occidentali]]
|periodo = [[1492]] – [[1499]]
|inizio reggenza = 1492
|sistema nobiliare = [[Nobiltà spagnola]]
|fine reggenza = 1499
|predecessore = ''carica istituita''
|erede = [[Diego Colombo]]
|successore = [[Francisco de Bobadilla]]
|titolo1 = [[Ammiraglio del Mar Oceano]]
|periodo1 = [[1492]] - [[1506]]
|inizio reggenza1 = 1492
|predecessore1 = ''carica istituita''
|fine reggenza1 = 1506
|successore1 = [[Diego Colombo]]
|data di nascita = tra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451
|nome completo = Christophorus Columbus<br /><small>(in [[Lingua latina|latino]])</small><br />Cristoffa Corombo<br /><small>(in [[Lingua ligure|ligure]])</small><br />Cristóbal Colón<br /><small>(in [[Lingua spagnola|spagnolo]])</small><br />Cristóvão Colombo<br /><small>(in [[Lingua portoghese|portoghese]])</small>
|data di nascitamorte = 2620 agostomaggio ~ 31 ottobre [[1451]]1506
|luogo di nascita = [[File:Flag of Genoa.svg|20px]] [[Repubblica di Genova|Genova]]
|dataluogo di morte = 20 maggio [[1506Valladolid]]
|sepoltura = {{sp}}
|luogo di morte = [[File:Bandera valladolid.svg|20px]] [[Valladolid]]
* 1506 (Convento di San Francesco a Valladolid)
|sepoltura = [[1518]] – [[Certosa di Santa Maria de las Cuevas]]<br />[[1537]] – [[Cattedrale di Santo Domingo de la Calzada]]<br />[[1795]] – [[Cattedrale dell'Avana]]
* 1518 ([[Certosa di Santa Maria de las Cuevas]])
|luogo di sepoltura = [[Cattedrale di Siviglia]] <small>(dal [[1898]])</small>
* 1537 ([[Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione (Santo Domingo)|Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione]])
* 1795 ([[Cattedrale dell'Avana]])
* 1902 ([[Cattedrale di Siviglia]])
|dinastia = [[Colombo (famiglia)|Colombo]]
|padre = [[Domenico Colombo]]
|madre = [[Susanna Fontanarossa]]
|consorte = [[Filipa Moniz Perestrello]]
|figli = [[Diego Colombo|Diego]]<br />{{piccolo|'''illegittimo'''}}<br/>[[Fernando Colombo|Fernando]]<ref>Figlio naturale avutoAvuto da [[Beatriz Enríquez de Arana]].</ref>
|religione = [[Chiesa cattolica|cattolicaCattolicesimo]]
|firma = Columbus Signature.svg
}}
{{Bio
|Nome = Cristoforo
|Cognome = Colombo
|PreData = in [[Lingualingua latinagenovese|latinogenovese]]: ''ChristophorusCristoffa ColumbusCombo'', in{{latino|Christophorus [[LinguaColumbus}}, spagnola{{spagnolo|spagnolo]]: ''Cristóbal Colón'', in [[Lingua portoghese|portoghese]]: ''Cristóvão Colombo''}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Genova
|GiornoMeseNascita = fratra il 26 agosto e il 31 ottobre
|AnnoNascita = 1451
|NoteNascita = <ref>La sua origine è incerta, ma qui sono riportati i dati più documentati e ritenuti più probabili.</ref><ref>Nell'anno 2009 è stata avanzata anche l'ipotesi che l'effettivo luogo di nascita dell'Ammiraglio sia [[Cogoleto]]. La confusione sarebbe stata dovuta al fatto che all'epoca vivevano in Genova e Cogoleto due distinte famiglie con gli stessi nomi: Domenico (padre), Bartolomeo, Cristoforo e Giacomo (figli). I Colombo di Genova erano tessitori di panni. I Colombo di Cogoleto, capitani e marinai. Il Cristoforo Colombo di Cogoleto sarebbe nato nel 1436. Vedi {{cita web|url=https://www.cristoforocolombostoria.it|titolo=Cologoleto|accesso=23 settembre 2023}}</ref>
|NoteNascita = <ref>La sua origine è incerta, ma qui sono riportati i dati più documentati e ritenuti più probabili.</ref>
|LuogoMorte = Valladolid
|GiornoMeseMorte = 20 maggio
|AnnoMorte = 1506
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = navigatore
|Attività2 = esploratore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , cittadino della [[Repubblica di Genova]], primaattivo ein suddito[[Regno del Portogallo|Portogallo]] e in [[Regno di Castiglia|Spagna]] ecome León[[Capitano (nautica)|Regnocapitano]] di Castiglia]]mare poi,al famosocomando soprattuttosu pernavi mercantili, tra i suoipiù [[Viaggiimportanti<ref>{{Cita|Dainelli|p. di94}}.</ref> Cristoforoprotagonisti Colombodelle [[Esplorazione#L'Età_moderna|viaggigrandi scoperte]] geografiche europee a cavallo tra il XV e il XVI secolo. In particolare, deve la sua fama per esser stato il primo ad intraprendere la rotta atlantica che portaronoportò le potenze europee alla scoperta e alla [[colonizzazioneColonizzazione europea delle Americhe|colonizzazione delle Americhe]]
}}
 
La sua idea iniziale fu di raggiungere l'[[Asia orientale]], le cosiddette "[[Indie orientali|Indie]]", compreso il [[Catai]] ([[Cina]]) e il [[Cipango]] ([[Giappone]]), [[Circumnavigazione|circumnavigando]] la [[Terra]] da [[Ovest|occidente]], ovvero dall'[[Oceano Atlantico]]. Arrivando invece in [[America centrale]], il navigatore fu convinto, negli anni successivi, che quelle fossero sì delle nuove terre, ma sempre asiatiche, a tal punto che furono chiamate per molto tempo "[[Indie occidentali]]". Fu poi il navigatore [[Amerigo Vespucci]] che, nei primi anni del XVI secolo, scoprì che si trattava invece di un nuovo continente, inizialmente chiamato "[[Nuovo Mondo]]", quindi, in suo onore, fu rinominato dai cartografi "[[America]]".
Colombo è stato tra i più importanti navigatori<ref>Talvolta questi grandi navigatori sono stati riuniti in una serie di cinque personaggi: gli altri quattro sarebbero [[Giovanni da Verrazzano]], [[Amerigo Vespucci]], [[Giovanni Caboto]] e [[Sebastiano Caboto]]. Vedi {{Cita|Dainelli|p. 94}}.</ref> protagonisti delle [[Esplorazione#Le grandi scoperte|grandi scoperte]] geografiche a cavallo tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]]. Marinaio sin da giovane, maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'[[Asia]]) proprio durante i suoi viaggi da [[Capitano (nautica)|capitano]] di mare di navi indirizzate al traffico mercantile.
 
Sicuro della correttezza delle proprie convinzioni, dapprimaDapprima Colombo chiese i finanziamenti per inaugurare lale nuovasue rottaesplorazioni al re [[Giovanni II del Portogallo]], ma vistosii fondi gli furono negati i fondie tentò allora con i [[re cattolici di Spagna]] ([[Regno di Castiglia e León|re di Castiglia]] e [[Corona d'Aragona|Aragona]]), i quali, dopo le trattative, e soprattutto grazie all'appoggio di [[Isabella di Castiglia]], accettarono di finanziare l'impresa e di concedergli alcuni privilegi nel caso in cui l'esito fosse risultato positivo. Una volta salpato da [[Palos de la Frontera]] il 3 agosto 1492, giunse nell'odierna [[San Salvador (Bahamas)|San Salvador]] il 12 ottobre dello stesso anno. A questo primo viaggio ne seguirono altri tre – sempre per le Americhe – di minore fortuna, che lo portarono alla rovina e al discredito presso la corte di Castiglia.
Salpato da [[Palos de la Frontera]] ([[Spagna]]) il 3 agosto 1492, giunse su un'isola delle [[Bahamas]], che battezzò [[San Salvador (Bahamas)|San Salvador]], il 12 ottobre dello stesso anno. A tale primo viaggio ne seguirono poi altri tre, di minor fortuna, portandolo gradualmente al discredito ed alla privazione di molti dei riconoscimenti e dei titoli che egli avrebbe sperato, per sé e per i suoi figli, da parte dei sovrani del [[Regno di Castiglia e León]], dove morì nel 1506 nell'allora capitale, [[Valladolid]]. Nemmeno nelle nuove terre scoperte gli fu dedicato qualche importante toponimo; questo almeno fino al 1819, quando il politico [[venezuela]]no [[Francisco de Miranda]] propose il nome di "[[Colombia]]" per indicare il nuovo stato indipendente [[America meridionale|sudamericano]] e rendere finalmente omaggio all'importante navigatore<ref>https://www.agi.it/estero/columbus_day_statue-2234454/news/2017-10-09/</ref>.
 
== Giovinezza ==
== La gioventù e i primi viaggi da mercante ==
{{vedi anche|Origini di Cristoforo Colombo|Case di Cristoforo Colombo}}
[[File:Castello d'Albertis-DSCF5494.JPG|thumbmin|uprightverticale|[[Genova]]''Colombo giovinetto'', scultura di [[CastelloGiulio d'AlbertisMonteverde]], situata a [[Museo delle Culture del MondoGenova]], Loggia, statua del "Colombo giovinetto", dinel [[Giuliocastello Monteverded'Albertis]]]]
Cristoforo fu il primogenito di quattro figli (tre maschi e una femmina)<ref>Gli altri tre si chiamavano Giovanni-Pellergino, Bartolomeo e Giacomo ({{Cita|Canale|p. 103}}; secondo altre biografie, l'ultimo figlio si chiamava Diego), l'unica sorella si chiamava Bianchinetta ({{Cita|Canale 1892|p. 4}}).</ref> di [[Domenico Colombo]] e [[Susanna Fontanarossa]], gestori dapprima di una piccola azienda tessile e successivamente, in seguito al trasferimento a [[Savona]], di un negozio di vini e formaggi<ref>{{Cita|Fagioli|p. 241}}; {{Cita|Robin Santos|p. 15}}</ref>.
[[File:Casa Cristoforo Colombo 2.JPG|min|verticale|sinistra|[[Genova]], resti della [[Casa di Cristoforo Colombo (Genova)|costruzione settecentesca]] in Vico Diritto di Ponticello, dove Colombo abitò fra i quattro e i nove anni. Vi è stato ricavato un memoriale]]
[[File:Cogoleto, casa di Cristoforo Colombo - Copia.jpg|min|verticale|Cogoleto, casa natale di Cristoforo Colombo. La casa si trova in Via Rati (anticamente Contrada Caroggio). In questa casa Domenico Colombo, padre di Cristoforo, ha fatto testamento in data 23 agosto 1449]]
La casa genovese, sita in Vico Diritto di Ponticello angolo Via Dante nel quartiere [[Portoria]], vicino a [[San Vincenzo (Genova)|San Vincenzo]] di [[Genova]], venne distrutta durante il [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale francese del 1684]], e fu quindi ricostruita nei decenni successivi<ref name="sagepgiornata">''Una giornata nella città'', a cura di Corinna Praga e Laura Monaco, Sagep Editrice, Genova, 1992, p. 14.</ref><ref name="itinerari">[http://www.ortidicarignano.it/files/seiitinerariinportoria.pdf Casa di Colombo], da Alfredo Preste, Alessandro Torti, Remo Viazzi, ''Sei itinerari in Portoria'', Grafiche Frassicomo, Genova, 1997, riportato dal sito ortidicarignano.it</ref>.
 
Altre fonti lo danno nato sempre nella [[Città metropolitana di Genova]], ma questa volta a [[Cogoleto]], presso Via Rati 28. Secondo questa versione, Cristoforo Colombo avrebbe lasciato molto presto Cogoleto per intraprendere la via del mare.<ref>Archivio Stato Genova. Atto di procura del 30 settembre 1452. Notai Antichi n. 1584, not. A. De Franchi.</ref> Assumono grande importanza anche le parole scritte da Cristoforo Colombo nel 1501, in una lettera indirizzata ai reali di Spagna, in cui egli così si esprime: "''Muy altos Reyes: de muy pequena hedad entre en la mar navegando y lo he continuado fasta oy''".<ref>BN. Ms: Res. 21 f. 7r. La lettera è pubblicata a pag. 444 sgg. nel volume ''Cristobal Colon. Textos y documentos completos'', Edicion de Consuelo Varela, Nueva Cartas: Edicion de Juan Gil, Alianza Universidad, 1997.</ref> Di fatto Colombo afferma di aver iniziato a navigare sin dalla giovanissima età e di non aver fatto altro. Quindi Cristoforo Colombo di Genova, poi trasferitosi a Savona, non potrebbe essere lo scopritore: infatti, come attestano i documenti conservati nella Sala Colombiana dell'Archivio di Stato di Genova, nel periodo 1470/1472 quest'ultimo è ancora sotto tutela paterna ed esercita l'arte di tessitore di panni.<ref>Archivio Stato Genova, Not. Nicola Raggio, filza 2, anno 1470, n. 905, atto del 31 ottobre 1470, nel quale Cristoforo Colombo, figlio di Domenico maggiore di diciannove anni, agisce con il consenso del padre per saldare una partita di vino.../ Archivio Stato Savona, Not. Tommaso Del Zocco, 1327-1 c. 358 v., nel quale Domenico, lanaiolo abitante a Savona, e suo figlio Cristoforo dichiarano di dovere a Giovanni Signorio centocinquanta lire di genovini per sette cantari di lane.</ref>
Fu primogenito dei quattro figli (tre maschi e una femmina)<ref>Gli altri tre si chiamavano Giovanni-Pellergino, Bartolomeo e Giacomo ({{Cita|Canale|p. 103}}; secondo altre biografie, l'ultimo figlio si chiamava Diego), l'unica sorella si chiamava Bianchinetta ({{Cita|Canale 1892|p. 4}}).</ref> di [[Domenico Colombo]] e [[Susanna Fontanarossa]], gestori dapprima di una piccola azienda tessile e successivamente, in seguito al trasferimento da Genova a Savona, di un'osteria.<ref>{{Cita|Fagioli|p. 241}}; {{Cita|Robin Santos|p. 15}}.</ref> Colombo trascorse l'infanzia seguendo i genitori nella nuova abitazione sita in vico Diritto di Ponticello<ref>{{Cita|Granzotto|p. 37}}.</ref>, mentre le informazioni sul suo conto diventano note a partire dal 1470, quando la famiglia si spostò a [[Savona]]. Con molta probabilità, nacque all'interno del territorio genovese.<ref>"Gli antenati di Colombo vivevano sulle alture di Sori", di Edoardo Meoli, articolo giornalistico pubblicato su ''[[Il Secolo XIX]]'', 5 dicembre 2008, p. 11.</ref>
 
Altre versioni ancora lo danno nato sempre in altre località della [[Riviera di Ponente]] ligure, ma i documenti storici sono scarsi. Fonti più certe confermano comunque i primi anni d'infanzia sicuramente a Vico Diritto di Ponticello di [[Genova]], e le informazioni storiche diventano ancor più attendibili a partire dal 1470, quando la famiglia si trasferì a [[Savona]], dove rimase almeno fino al 1484, prima presso Contrada San Giuliano (Via dei Cassari), in una casa oggi inesistente, poi nel quartiere [[Legino]], in un podere situato in Via Belvedere di [[Valcada]]<ref>"Gli antenati di Colombo vivevano sulle alture di Sori", di Edoardo Meoli, articolo giornalistico pubblicato su ''[[Il Secolo XIX]]'', 5 dicembre 2008, p. 11</ref>.
[[File:Casa Cristoforo Colombo 2.JPG|thumb|left|[[Genova]], resti della [[Casa di Cristoforo Colombo (Genova)|costruzione settecentesca]] posta dove tradizionalmente è ritenuto fosse presente la casa di nascita di Colombo. Parte del quartiere di [[Portoria]], dove si trovava la casa, venne distrutta durante il [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale francese del 1684]] e ricostruita nei decenni successivi.<ref name=sagepgiornata>''Una Giornata nella Città'', a cura di Corinna Praga e Laura Monaco, Sagep Editrice, Genova 1992, pag 14</ref><ref name=itinerari>[http://www.ortidicarignano.it/files/seiitinerariinportoria.pdf Casa di Colombo], da Alfredo Preste, Alessandro Torti, Remo Viazzi, ''Sei itinerari in Portoria'', Grafiche Frassicomo, Genova, 1997, riportato dal sito ortidicarignano.it</ref>]]
 
Pare che il giovane Colombo non frequentasse la scuola, ma tutte le nozioni gli furono impartite dal padre, che voleva avviarlo al proseguimento dell'attività commerciale. Cristoforo però, insieme al fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]], si interessò principalmente di [[geografia]] e [[cartografia]]<ref>
Colombo stesso afferma in una sua lettera di avere cominciato a navigare a quattordici anni.<ref>La lettera venne citata dal figlio Ferdinando. In uno scritto del 1492, lo stesso Cristoforo affermò di navigare da 23 anni, mentre nel 1501 parlava di oltre quarant'anni di navigazione. Si veda {{Cita|Granzotto|pp. 39-40}}; {{Cita|Markham |p. 122}}.</ref> Durante i suoi viaggi latinizzò il suo nome (com'era usanza del tempo) nelle firme che poneva su lettere e documenti; in seguito utilizzò come firma anche il nome in castigliano, Cristóbal Colón.<ref>{{Cita|Irving|p. 5}}.</ref>
https://www.luinonotizie.it/anniversario/2022/10/11/11-ottobre-1492-la-flotta-cristoforo-colombo-avvista-la-volta-la-costa-americana/146795</ref>; inoltre, soprattutto durante il periodo savonese, si dedicò ad esercitarsi alla [[navigazione]] marittima. Egli stesso affermò, in una sua lettera, di aver già cominciato a navigare a [[Genova]], all'età di quattordici anni<ref>La lettera venne citata dal figlio Ferdinando. In un suo scritto del 1492, lo stesso Cristoforo affermò di navigare da 23 anni, mentre nel 1501 parlava di oltre quarant'anni di navigazione. Si veda {{Cita|Granzotto|pp. 39-40}}; {{Cita|Markham|p. 122}}</ref>.
 
L'occasione per le sue imprese navali arrivò nel 1472 quando, contro il parere del padre, accettò di entrare nelle flotte al soldo del Re [[Renato d'Angiò|Reynel Renato d'Angiò]] per contrastare le navi aragonesi nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo occidentale]], quindi di lavorare come mercante marittimo al servizio delle famiglie genovesi [[Centurione (famiglia)|Centurione]], [[Di Negro]], [[Imperiale (famiglia)|Imperiali]] e [[Spinola]]<ref>Il figlio Fernando raccolse nelle sue ''Historie'', datate 1564, alcuni racconti che riguardavano la vita del padre, soggetti a molte critiche, come quella contro il racconto secondo cui Cristoforo, comandante di vascello, esegue l'incarico, affidatogli da Renato d'Angiò, di recarsi a [[Tunisi]] per recuperare la [[galeazza]] aragonese ''Ferrandina'' (si veda per dettagli {{Cita|Granzotto|pp. 43-46}} e il dettaglio dell'operazione in {{Cita|Roselly de Lorgues|I, p. 74}}) e contro l'affermazione che avesse frequentato l'[[Università di Pavia]]. Si osservi a tal proposito {{Cita|Reta|p. 9}}, critiche in {{Cita|Spotorno|p. 112}}</ref>. In questo periodo, per le sue ottime qualità, ottenne il grado di Comandante di Vascello, imparando velocemente il [[castigliano]] e il [[Lingua portoghese|portoghese]]. Nel 1473 partì alla volta dell'isola di [[Chio (isola)|Chio]] in [[Grecia]], navigando con la ''Roxana'', e lì vi abitò per circa un anno<ref>Cristoforo annotò i dettagli del viaggio su un margine di un libro. {{Cita|Granzotto|p. 41}}</ref>, alternando dei periodi di navigazione nell'[[Mar Egeo|Egeo]], nel [[Mediterraneo]], le coste del [[Portogallo]] e brevi ritorni in [[Liguria]]. Durante i suoi viaggi latinizzò il suo nome (com'era usanza del tempo) nelle firme che poneva su lettere e documenti; in seguito utilizzò come firma anche il nome in [[Lingue castigliane|lingua castigliana]], ovvero Cristóbal Colón.<ref>{{Cita|Irving 2008|p. 5}}.</ref>. <br/>
{{Doppia immagine|left|House of Colon COA (primitivas).svg|150|House of Colon COA (2).svg|150|Stemma di Colombo istituito dai sovrani di Castiglia e Aragona il 20 maggio 1493<ref>Il blasone risulta quadripartito: nel primo quarto si trova, con colori cambiati, lo stemma del [[Regno di Castiglia]], nel secondo quello del [[Regno di León]], sempre con colori modificati, il terzo è composto da un gruppo di isole nel mare, il quarto è invece lo stemma originario della famiglia Colombo. Vedi {{cita web|url=http://grandesp.org.uk/resources/pictarmas/c/p_colon.htm|titolo=Armas Colón|sito=grandesp.org.uk|lingua=en|accesso=17 agosto 2011}}.</ref>|Stemma della famiglia Colombo adottato di propria iniziativa da Cristoforo a partire dal 1502<ref>Nel 1502 Colombo, per difendere i suoi privilegi, cambiò il suo stemma apponendo i quarti originali di Castiglia e León, modificando la disposizione delle isole aggiungendo inoltre una "terra ferma" nel terzo quarto e, nel quarto quarto, al posto del precedente spostato in basso, mise cinque ancore per sottolineare il suo titolo di ammiraglio. Vedi {{cita web|url=http://grandesp.org.uk/resources/pictarmas/c/p_colon.htm|titolo=Armas Colón|sito=grandesp.org.uk|lingua=en|accesso=17 agosto 2011}}.</ref>}}
Il 31 maggio 1476 partì da [[Noli]] ([[provincia di Savona|SV]]) sulla ''Bechalla'' della [[Repubblica di Genova|repubblica marinara di Genova]], comandata da [[Cristoforo Salvago]], insieme a tre galeazze di [[Teramo Squarciafico|Squarciafico]], [[Gian Antonio Di Negro|Di Negro]] e [[Goffredo Spinola]], più la baleniera del fratello [[Nicolò Spinola]]<ref>https://www.folclore.eu/eventi/rievocazione-storica-della-partenza-di-cristoforo-colombo-noli/</ref>, tutte dirette nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] (nell'attuale [[Belgio]]), e poi a [[Bristol]], in [[Inghilterra]].<br/>
Lungo la rotta però, la flotta fu attaccata da corsari francesi al largo di [[Capo Vincenzo]] ([[Portogallo]]), dove Colombo riuscì a rifugiarsi a [[Lagos (Portogallo)|Lagos]], nel [[Portogallo]] meridionale<ref>Colombo era su una delle cinque navi attaccate dal corsaro [[Guglielmo Casenove]] detto Coullon de Vieux. Il nome Coullon in gallico si traduce con Colombo dando origine a diversi fraintendimenti nella loro identificazione. Nella battaglia che seguì il corsaro perse alcune imbarcazioni, tre i Genovesi. La nave su cui viaggiava Cristoforo subì molte perdite, mentre egli si salvò nuotando sino a raggiungere le rive del Portogallo, giungendo vicino a [[Lagos (Portogallo)|Lagos]]. {{Cita|Colón|pp. 170-171}}; {{Cita|Taviani|p. 495}}</ref>. Da lì, qualche mese dopo riuscì a ripartire alla volta di [[Galway]] ([[Irlanda]]), raggiungendo anche l'[[Islanda]], probabilmente nella primavera del 1477<ref>Lord Dufferin nelle ''Lettere dalle latitudine nordiche'' (''Lettres from high latitudes'') affermava che nel febbraio 1477 era giunto a [[Reykjavík]] un marinaio genovese proveniente da Bristol. Si veda anche {{Cita|de Lollis 1895|p. 46}}</ref>.
 
== La via per le Indie ==
Dopo avere prestato servizio sotto [[Renato d'Angiò]] nel 1473 cominciò l'apprendistato come mercante al servizio delle famiglie genovesi [[Centurione (famiglia)|Centurione]], [[Di Negro]], [[Imperiale (famiglia)|Imperiali]] e [[Spinola]].<ref>Il figlio Fernando raccolse nelle sue ''Historie'', datate 1564, alcuni racconti che riguardavano la vita del padre, soggetti a molte critiche, come quella contro il racconto secondo cui Cristoforo, comandante di vascello, esegue l'incarico, affidatogli da Renato d'Angiò, di recarsi a [[Tunisi]] per recuperare la [[galeazza]] aragonese ''Ferrandina'' (si veda per dettagli {{Cita|Granzotto|pp. 43-46}} e il dettaglio dell'operazione in {{Cita|Lorgues, Dandolo|p. 74}}) e contro l'affermazione che avesse frequentato l'[[Università di Pavia]]. Si osservi a tal proposito {{Cita|Reta|p. 9}}, critiche in {{Cita|Spotorno|p. 112}}.</ref> Nel 1473 partì alla volta di [[Chio (isola)|Chio]] in [[Grecia]], navigando su di un'imbarcazione di nome ''Roxana'', e vi rimase circa un anno.<ref>Cristoforo annotò i dettagli del viaggio su un margine di un libro. {{Cita|Granzotto|p. 41}}.</ref> In seguito giunse nel [[Portogallo]]. Nel 1476 era a [[Bristol]], arrivato in [[Inghilterra]] presumibilmente al seguito della flotta genovese che fu attaccata da navi francesi al largo del [[Capo Vincenzo]] dove a stento, secondo le fonti, trovò scampo.<ref>Colombo era su una delle cinque navi attaccate dal corsaro [[Guglielmo Casenove]] detto Coullon de Vieux. Il nome Coullon in gallico si traduce con Colombo dando origine a diversi fraintendimenti nella loro identificazione. Nella battaglia che seguì il corsaro perse alcune imbarcazioni, tre i Genovesi. La nave dove viaggiava Cristoforo subì molte perdite, mentre egli si salvò nuotando sino a raggiungere le rive del Portogallo, giungendo vicino a [[Lagos (Portogallo)|Lagos]]. {{Cita|Colón|pp. 170-171}}; {{Cita|Taviani|p. 495}}.</ref> Successivamente approdò a [[Galway]] in [[Irlanda]] e nel 1477, infine, raggiunse l'[[Islanda]].<ref>Lord Dufferin nelle ''Lettere dalle latitudine nordiche'' (''Lettres from high latitudes'') affermava che nel febbraio 1477 era giunto a [[Reykjavík]] un marinaio genovese proveniente da Bristol. Si veda anche {{Cita|de Lollis 1895|p. 46}}.</ref>
[[File:Christopher Columbus7.jpg|min|Cristoforo Colombo in ginocchio davanti alla regina [[Isabella di Castiglia]]]]
Nel 1478 Colombo tornò in [[Portogallo]], vivendo temporaneamente a [[Lisbona]], dove suo fratello Bartolomeo già lavorava come [[cartografo]], per curare i commerci della famiglia Centurione. Basandosi sulle mappe, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni e altro) trovati al largo delle coste delle isole del "Mare Oceano" (antico nome dell'[[Oceano Atlantico]]), cominciò a convincersi che al di là delle [[Azzorre]] dovesse esserci una terra continentale e che questa non potesse essere altro che quella delle "[[Indie orientali|Indie]]", ovvero l'[[Asia]], che comprendeva quindi anche il [[Catai]] ([[Cina]]) e il [[Cipango]] ([[Giappone]]) descritti da [[Marco Polo]], rendendosi essa raggiungibile da [[ovest|Occidente]] attraverso la rotta di [[circumnavigazione]] marittima della [[Terra]]. Si documentò quindi su testi geografici come l{{'}}''Historia rerum ubique gestarum'' di [[Papa Pio II]] del 1477, quindi l'opera ''Imago mundi'' di [[Pierre d'Ailly]] (1480) e infine il più noto ''[[Il Milione]]'' di [[Marco Polo]].
 
Una notevole influenza sulla sua decisione in favore del progetto del lungo viaggio marittimo di "''buscar el Oriente por el Occidente''" (così fu poi riassunto dalla storia), fu una lettera che nel 1474 [[Paolo Toscanelli]] indirizzò al canonico di Lisbona [[Fernando Martins|Martins De Reriz]], in risposta al quesito postogli da [[Alfonso V del Portogallo]] attraverso lo stesso canonico<ref>La lettera era in latino e datata 25 giugno 1474. Martins era parente acquisito di Colombo e in ogni caso la stessa mappa presente nei documenti portati da Toscanelli viene poi riportata anche da Cristoforo tempo dopo, grazie all{{'}}''Historia Rerum'' di Pio II; alcuni biografi infine sostennero uno scambio epistolare fra i due. Si vedano fra i tanti {{Cita|Uzielli|p. 9}} e {{Cita|Vignaud|pp. 9-10}}</ref>. Nella missiva, il fisico fiorentino riteneva anch'egli percorribile una rotta marittima verso ovest per raggiungere le cosiddette "[[Indie orientali|Indie]]", tuttavia in errore sui calcoli matematici delle distanze geografiche calcolate.
Verso il 1479, continuando a curare i commerci per conto della sola famiglia Centurione, Colombo si trasferì temporaneamente a [[Lisbona]] per poi fare, dopo poco tempo, ritorno in [[Liguria]].
 
Nel 14801479 inoltre, alil rientronavigatore dal suo viaggio verso i mari del Nordconobbe e lesposò isolea britanniche, Colombo sposòLisbona [[Filipa Moniz Perestrello]],<ref>Si erano conosciuti frequentando la chiesa di Ognissanti. Si veda il riferimento in {{Cita|Malaspina|p. 130}}. L'anno, secondo le fonti, è il 1478 o il 1479. Sisi veda anche {{Cita|Malaspina|p. 45}}.</ref>, figlia di [[Bartolomeo Perestrello]] il Vecchio (navigatore portoghese di origini piacentine e, dal 1419, governatore di [[Porto Santo]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-perestrello/ Perestrèllo, Bartolomeo], voce dal sito web dell'Enciclopedia Treccani</ref>). eLa di Isabel Monizcoppia, dallaa qualepartire neldal 14811480 ebbecirca, unsi figliotrasferì (lnell'unicoarcipelago natoportoghese dalla relazione),di [[Diego Colón|DiegoMadera]]., Laal coppialargo sidel trasferì[[Marocco]], prima asull'isola di Porto Santo, dove rimasenacque peril dueloro anniunico e successivamente afiglio, [[MaderaDiego Colombo|Diego]]., poi sulla stessa Madera<ref>{{Cita|Benge|p. 34}}.</ref>. In questo periodoquell'anno, Colombo si dedicò, senza successo,anche al commercio in proprio.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 61}}.</ref>, tuttavia senza successo. Il fallimento, insieme alla convinzione sempre più forte sul viaggio atlantico e il decisivo incontro con un naufrago il quale, in punto di morte, tracciò addirittura una mappa delle lontane terre a occidente<ref>Il racconto venne poi adattato in versi dal poeta [[Garcilaso de la Vega (poeta)|Garcilaso de la Vega]]{{Cita|Granzotto|pp. 63-64}}</ref>, lo fece ritornare a [[Lisbona]], dove continuò a studiare le mappe.
 
===Realizzazione del progetto===
Poco tempo dopo si trasferì da Madera nuovamente a Lisbona, dove il fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]] lavorava come [[cartografia|cartografo]] (professione diffusa tra i molti genovesi che all'epoca dimoravano nella città lusitana). Fu probabilmente in questo periodo della sua vita che nella mente di Colombo cominciò a prendere forma il disegno della rotta breve per le [[Indie orientali|Indie]]. Sempre a questo periodo risalirebbe l'incontro tra il navigatore genovese e un naufrago il quale, in punto di morte, tracciò una mappa delle lontane terre oltre oceano che fu d'ispirazione per Colombo.<ref>Il racconto venne poi adattato in versi dal poeta [[Garcilaso de la Vega (poeta)|Garcilaso de la Vega]]. {{Cita|Granzotto|pp. 63-64}}.</ref> Nel 1485 la moglie morì.
[[File:Monumento a Colón (Madrid) 06.jpg|min|verticale|Statua dedicata a Colombo a [[Madrid]]]]
Colombo incontrò il re [[Giovanni II di Portogallo]] nel 1483<ref>Alcuni autori indicano il 1484 come anno dell'udienza. Si veda {{Cita|Ferro|p. 241}}.</ref>, al quale chiese la somma necessaria per il suo progetto, ma dopo aver consultato i suoi esperti il Re rifiutò la proposta.<ref>Gli esperti del Re a cui chiese consiglio, riuniti nella "''junta dos mathematicos''", era composta da numerosi elementi importanti dell'epoca: il presidente era il vescovo cosmografo don [[Diego Ortiz]] e fra i componenti gli scienziati figuravano [[Josè Vizinho]] e Rodrigo. Si veda per l'elenco {{Cita|Vincent, Vacca, Crovetto|p. 47}} e {{Cita|Mathew|p. 89}}. L'incontro fra il re e il navigatore fu poi oggetto di una commedia di [[Lope de Vega]].</ref> Nel frattempo, la moglie Filipa morì (alcune fonti incerte dicono che fu invece abbandonata) nel 1485, per cause ignote, durante un viaggio a [[Roma]]<ref>https://www.ruggeromarino-cristoforocolombo.com/colombo/464-le-immagini-poco-conosciute-delle-donne-di-colombo.html</ref>. Ormai da solo e rifiutato dal Re Giovanni II, nulla legava più Colombo al [[Portogallo]]<ref>Lasciò il Portogallo in segreto, come racconta il figlio, si veda: {{Cita|de las Casas|p. 19}}</ref> che lasciò, in segreto, con suo figlio Diego, trasferendosi in [[Spagna]] ([[Regno di Castiglia]]), precisamente a [[Siviglia]], dove viveva sua cognata, la ricca sorella della moglie, Briolanja Violante Moniz Perestrello, altresì proprietaria della villa di [[Tomares]] e consorte dell'uomo d'affari fiorentino Francesco Bardi.
 
Cristoforo infatti, era alla ricerca di qualcuno che potesse finanziare il viaggio. Oltre Bardi, il navigatore contattò anche il [[Enrique Pérez de Guzmán, II duca di Medina Sidonia|duca di Medina Sidonia]], ma questi non ottenne l'appoggio della Corona, e si trovò costretto a rifiutare.<ref>Bartolomé de Las Casas, ''Historia de Las Indias'', tomo I, capitolo XXX, Outlook Verlag, Frankfurt, 2022</ref> Nel marzo del 1486 Colombo si fece anche ospitare dai frati francescani di Rábida, un convento non lontano dal piccolo porto di [[Palos de la Frontera]] ([[Cadice]]), dove il navigatore già si stava informando su navi ed equipaggi. I porti principali infatti, erano occupati dall'[[Inquisizione]] per la massiccia espulsione dei non cattolici ([[musulmani]] e successivamente [[ebrei]] non convertiti) dalla [[Spagna]]. Nello stesso anno, Colombo tentò di convincere anche Don Luis de la Cerda, duca di [[Medinaceli]] ad intercedere per i finanziamenti presso la regina [[Isabella di Castiglia]], la quale, alla fine, decise di incontrare il navigatore<ref>La regina chiese al Celi di cederle le navi nel frattempo costruite ({{Cita|Roselly de Lorgues|I, pp. 147-148}}), tre o quattro caravelle, come in {{Cita|Irving 1828|pp. 147-148}}</ref>.
== La via breve per le Indie ==
[[File:Christopher Columbus7.jpg|thumb|left|Cristoforo Colombo in ginocchio davanti alla regina [[Isabella di Castiglia]]]]
Basandosi sulle carte geografiche del fratello (residente in Spagna), sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni e altro) trovati al largo delle coste delle isole del "Mare Oceano" (l'[[Oceano Atlantico|Atlantico]]), Colombo cominciò a convincersi che al di là delle [[Azzorre]] dovesse esserci una terra e che questa non potesse essere altro che l'[[Asia]].
 
Colombo allora, si stabilì a [[Cordova]]<ref>{{Cita|Colombo, Napione, Conti|p. 296}}.</ref> già dal 20 gennaio 1486, al cospetto di [[Alfonso de Quintanilla]], tesoriere dei regnanti,<ref>L'incontro si tenne ad [[Alcalá de Henares]], come confermato da [[Andrés del Corral]] nel "''Pleitos''". Si veda {{Cita|Davidson|p. 150}}</ref> come preludio all'incontro con la Regina, tuttavia temporaneamente assente in città. Qui, l'esploratore conobbe i fratelli Luciano e Leonardo Barroia, e l'amico [[Diego de Arana]]<ref>Diego poi navigò con Colombo, che gli lasciò fra l'altro il comando de [[La Navidad]], l'insediamento che più tardi Colombo fondò a [[Haiti]]{{Cita|Sanguineti|p. 203}}</ref>, che gli presentò la cugina [[Beatriz Enríquez de Arana]], dedita al commercio vinicolo e orfana da tempo. Colombo s'innamorò di [[Beatriz Enríquez de Arana|lei]], ma senza sposarla; i due ebbero un figlio nel 1488, [[Fernando Colombo]] (''Hernando Còlon''), secondo ed ultimogenito dell'esploratore<ref>L'attenzione che Colombo riservò a Beatrice fu evidenziata dai suoi lasciti, come dimostrano i {{formatnum:10000}} [[maravedí]] da versarle ogni anno, si veda {{Cita|Davidson|pp. 152-153}}</ref>. Nello stesso periodo, il navigatore ebbe anche una relazione con Beatriz de Bobadilla, signora di La Gomera, nipote della [[Beatriz de Bobadilla, marchesa di Moya|marchesa di Moya]]<ref>Si racconta che fu la stessa marchesa a contribuire al convincimento della regina, essendo sua amica. Si veda {{cita|Irving 1842|p. 210}}</ref>, che pare ebbe un ruolo decisivo nel convincere i regnanti ad accettare di finanziare il viaggio.
A Lisbona Colombo cominciò a documentarsi e a leggere testi geografici come l<nowiki>'</nowiki>''Historia rerum ubique gestarum'' di [[papa Pio II]] stampata nel 1477, l<nowiki>'</nowiki>''Imago mundi'' di [[Pierre d'Ailly]] (1480) e ''[[Il Milione]]'' di [[Marco Polo]]. Una notevole influenza sulla decisione poi presa da Colombo dovette esercitare una lettera che nel 1474 [[Paolo dal Pozzo Toscanelli|Paolo Toscanelli]] indirizzò al canonico di Lisbona [[Fernando Martins (canonico)|Fernando Martins de Reriz]], in risposta al quesito postogli da [[Alfonso V del Portogallo]] attraverso lo stesso canonico.<ref>La lettera era in latino e datata 25 giugno 1474. Martins era parente acquisito di Colombo e in ogni caso la stessa mappa presente nei documenti portati da Toscanelli viene poi riportata anche da Cristoforo tempo dopo, grazie all<nowiki>'</nowiki>''Historia Rerum'' di Pio II; alcuni biografi infine sostennero uno scambio epistolare fra i due. Si vedano fra i tanti {{Cita|Uzielli|p. 9}} e {{Cita|Vignaud|pp. 9-10}}.</ref> Nella missiva, che è quasi certo che Colombo avesse conosciuto, il fisico fiorentino riteneva percorribile una rotta verso ovest per raggiungere l'India.
 
Nel maggio del 1487 i regnanti [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando]] e [[Isabella di Castiglia|Isabella]] incontrarono finalmente Colombo<ref>Durante la riunione Ferdinando lasciò nel mentre l'udienza lasciando il tutto a Isabella, che si occupava degli affari riguardanti l'oceano. L'incontro, descritto da [[Andrés Bernáldez]], vide Colombo esporre la sua fantasia facendo in modo che la Regina desiderasse ancora di sentirlo parlare di favole e terre lontane. Las Casas affermava che Colombo con il suo parlare induceva gli altri a considerarlo con amore e che era questa la sua virtù. {{Cita|Granzotto|p. 96}}</ref>, che presentò il suo progetto. Una commissione di corte, presieduta da padre [[Hernando de Talavera]] (confessore dei re cattolici) e composta da uomini dotti (''letrados'') come Rodrigo Maldonado de Talavera, si riunì per decidere le effettive possibilità di riuscita, ma il progetto fu respinto alla fine del 1490<ref>
Colombo incontrò il re [[Giovanni II di Portogallo]] nel 1483<ref>Alcuni autori indicano il 1484 come anno dell'udienza. Si veda {{Cita|Ferro|p. 241}}.</ref> e nell'udienza gli chiese la somma necessaria per il suo progetto, ma dopo aver consultato i suoi esperti il Re rifiutò la proposta.<ref>Gli esperti del Re a cui chiese consiglio, riuniti nella "''junta dos mathematicos''", era composta da numerosi elementi importanti dell'epoca: il presidente era il vescovo cosmografo don [[Diego Ortiz]] e fra i componenti gli scienziati figuravano [[Josè Vizinho]] e Rodrigo. Si veda per l'elenco {{Cita|Vincent|p. 47}} e {{Cita|Mathew|p. 89}}. L'incontro fra il Re e il navigatore fu poi oggetto di una commedia di [[Lope de Vegra]].</ref>
 
Colombo scrisse che veniva ritenuto come un marinaio ignorante a confronto dei dotti, mentre lo storico [[Francisco López de Gómara]] scrisse di lui "''no era docto ma bien entendido''"; si veda {{Cita|Granzotto|pp. 101-102}}. Altri dicevano che la difficoltà maggiore di Colombo era nel far disimparare le conoscenze acquisite. Vedi {{cita|Helps|p. 41}}. In ogni caso Colombo difese le sue tesi con la propria consueta loquacità. Cfr. F. Fernandez-Armesto, ''Cristoforo Colombo'', Laterza, Roma-Bari, 1992, RCS Libri, 2005, pp. 79-81</ref> (nel frattempo, la corte si era trasferita a [[Salamanca]]). Colombo, nei mesi successivi, insistette ancora, con l'aiuto del fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]], rivolgendosi anche ai [[sovrani d'Inghilterra]] e di [[Sovrani di Francia|Francia]]. All'inizio del 1492, col protrarsi dell'attesa, il navigatore giunse oramai ai limiti delle risorse economiche, al punto da non essere quasi più in grado di provvedere alla sua famiglia<ref name="Superquark" />, costretto a vendere libri e disegnare mappe<ref>{{Cita|Granzotto|p. 109}}.</ref>. [[File:Gustav Adolf Closs - Die Schiffe des Columbus - 1892.jpg|min|I tre velieri in una stampa di [[Gustav Adolf Closs]] del 1892]]
[[File:Monumento a Colón (Madrid) 06.jpg|thumb|upright|Statua dedicata a Colombo a [[Madrid]]]]
Padre [[Juan Pérez (frate)|Juan Pérez]], confessore personale della Regina, tramite Sebastiano Rodriguez<ref>{{Cita|Tarducci|p. 174}}.</ref> fece recapitare una missiva alla stessa regina, la quale due settimane dopo fece convocare il padre. Il tesoriere [[Luis de Santángel]], Ferdinando Pinello e altri intanto assicurarono la copertura finanziaria eventualmente richiesta<ref>Vi è una statua a Santo Domingo che raffigura Isabella che dona lo scrigno dei suoi gioielli come pegno per il pecunio richiesto (a Santangel), ma tale raffigurazione non corrisponde al vero; si veda anche {{Cita|Granzotto|pp. 114 e 115}}.</ref>
Colombo nel 1485, dopo la morte di sua moglie, si recò nel Regno di Castiglia, a [[Palos de la Frontera]], insieme al figlio,<ref>Lasciò il Portogallo in segreto, come racconta il figlio, si veda: {{Cita|de las Casas|p. 19}}.</ref> quindi si recò a [[Siviglia]]. Cristoforo era alla ricerca di qualcuno che potesse finanziare l'impresa: dapprima provò con il duca [[Medina Sidonia]], ma questi non ottenne l'appoggio della Corona e si trovò costretto a rifiutare; in seguito tentò con don Luis de la Cerda, duca di [[Medinaceli]] che convinse parzialmente la regina [[Isabella di Castiglia]], la quale decise di incontrare Colombo.<ref>La regina chiese al Celi di cederle le navi nel frattempo costruite ({{Cita|Lorgues, Dandolo|pp. 147-148}}), tre o quattro caravelle, come in {{Cita|Irving 1828|pp. 147-148}}.</ref>
 
Si riunirono nuovamente gli esperti, mentre Colombo ricevette tramite lettera la comunicazione di una nuova udienza. Decisivo fu anche il contributo del vescovo [[Alessandro Geraldini|Geraldini]] originario della città di [[Amelia (Italia)|Amelia]], anche lui confessore della regina Isabella e amico personale di Colombo e del fratello Antonio; per sua insistenza, la Regina si convinse a consentire il viaggio. Colombo avrebbe poi intitolato una delle isole del [[Nuovo Mondo]] a Graziosa, madre del Geraldini, e il prelato divenne anche il primo vescovo residenziale delle Americhe.
Recatosi a [[Cordova]]<ref>{{Cita|Colombo L|p. 296}}.</ref> giunse, il 20 gennaio 1486, al cospetto di Alfonso de Quintanilla, tesoriere dei regnanti,<ref>L'incontro si tenne ad [[Alcalà de Henares]], come confermato da [[Andrés del Corral]] nel "''Pleitos''". Si veda {{Cita|Davidson|p. 150}}.</ref> come preludio all'incontro con la Regina, in quel momento assente. L'esploratore intanto visse nella città frequentando i fratelli Luciano e Leonardo Barroia, che gli presentarono Diego de Arana,<ref>Diego poi navigò con Colombo, che gli lasciò fra l'altro il comando de [[La Navidad]], l'insediamento che più tardi Colombo fondò a [[Haiti]]. {{Cita|Sanguineti|p. 203}}.</ref> di cui conobbe la moglie Costanza e la cugina Beatrice (Beatriz Enríquez de Arana). Quest'ultima, ventenne di famiglia dedita al commercio vinicolo e orfana da tempo, ebbe una relazione con Colombo<ref>L'attenzione che Colombo riservò a Beatrice fu evidenziata dai suoi lasciti, come dimostrano i {{formatnum:10000}} [[maravedí]] da versarle ogni anno, si veda {{Cita|Davidson|pp. 152-153}}.</ref> che non giunse al matrimonio. Il navigatore ebbe una relazione anche con la marchesa di Moya.<ref>Si racconta che fu la stessa marchesa a contribuire al convincimento della regina, essendo sua amica. Si veda {{cita|Irving 1842|p. 210}}.</ref> Ai primi di maggio dello stesso anno i regnanti arrivarono nella città e finalmente [[Ferdinando II di Aragona]] e Isabella incontrarono Cristoforo.<ref>Durante la riunione Ferdinando lasciò nel mentre l'udienza lasciando il tutto a Isabella, che si occupava degli affari riguardanti l'oceano. L'incontro, descritto da [[Andrea Bernaldez]], vide Colombo esporre la sua fantasia facendo in modo che la Regina desiderasse ancora di sentirlo parlare di favole e terre lontane. Las Casas affermava che Colombo con il suo parlare induceva gli altri a considerarlo con amore e che era questa la sua virtù. {{Cita|Granzotto|p. 96}}.</ref> L'esploratore presentò il suo progetto di raggiungere per mare il [[Catai]] e il [[Cipango]]. Tra il [[1486]] e il [[1487]] una commissione, presieduta da padre [[Hernando de Talavera]] (confessore dei re cattolici) e composta da uomini dotti (''letrados'') come Rodrigo Maldonado de Talavera, si riunì per vagliare le effettive possibilità di riuscita del viaggio. Essa seguì i reali nella città di Cordova fino a fine anno e poi si trasferì al loro seguito a [[Salamanca]]. Il verdetto di quella che venne definita la "battaglia di Colombo" arrivò solo alla fine del 1490 e gli esperti alla fine bocciarono la proposta.<ref>Colombo scrisse che veniva ritenuto come un marinaio ignorante a confronto dei dotti, mentre lo storico [[Francisco López de Gómara]] scrisse di lui "''no era docto ma bien entendido''"; si veda {{Cita|Granzotto|pp. 101-102}}. Altri dicevano che la difficoltà maggiore di Colombo era nel far disimparare le conoscenze acquisite. Vedi {{cita|Helps|p. 41}}. In ogni caso Colombo difese le sue tesi con la propria consueta loquacità. Cfr. F. Fernandez-Armesto, ''Cristoforo Colombo'', Laterza, Roma-Bari, 1992, ed. RCS Libri, 2005, pp. 79-81</ref>
 
Colombo si recò a [[Siviglia]], ma i reali si erano da poco trasferiti a [[Santa Fe (Granada)|Santa Fe]], vicino a [[Granada]]. Colombo li raggiunse e nell'incontro, i reali furono propensi al finanziamento, ma lui dettò le sue condizioni, ovvero il titolo di [[ammiraglio]] e la carica di [[viceré]] e "governatore delle terre scoperte" (titolo che doveva altresì essere ereditario), la possibilità di conferire ogni tipo di nomina nei territori conquistati<ref>Tali privilegi vennero poi tolti dalla corona{{Cita|Granzotto|p. 123}}</ref> e, inoltre, una rendita pari al 10% di tutti i traffici marittimi futuri. Le richieste furono considerate eccessive e non si fece alcun accordo, per cui Colombo ripartì, ma venne richiamato<ref>al momento era giunto sul ponte di Pinos, verso Cordova{{Cita|Granzotto|p. 118}}</ref>, e le richieste vennero accettate in caso di successo.
Nel 1488 Colombo ebbe un altro figlio, [[Fernando Colombo|Fernando]], da Beatrice. Negli anni seguenti Colombo cercò varie volte di farsi ascoltare dalla corte castigliana e decise di rivolgersi pure, tramite il fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]], ai [[sovrani d'Inghilterra]] e di [[Sovrani di Francia|Francia]]. Intanto conobbe [[Martín Alonso Pinzón]]. Nel 1492, col protrarsi dell'attesa, il navigatore era giunto oramai ai limiti della resistenza e, dopo sette anni di soggiorno nel regno di Castiglia, anche le sue risorse economiche si erano ridotte al punto da non essere quasi più in grado di provvedere alla sua famiglia,<ref name="Superquark" /> costringendolo a vendere libri e disegnare mappe.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 109}}.</ref>
 
Durante le trattative, che durarono fino ad aprile, Isabella si fece rappresentare da Juan de Coloma, mentre le bozze furono redatte dallo stesso padre Perez. Il contratto (''[[Capitolazioni di Santa Fe|Capitolaciones de Santa Fe]]''), fu firmato il 17 aprile 1492, con cinque paragrafi integrali.<ref>Nel primo lo si indicava quale [[Ammiraglio del Mare Oceano]], nel secondo lo si nomina viceré e governatore generale di ciò che avrebbe scoperto nel Mare Oceano, il terzo gli conferisce un decimo di ogni bene trafficato in quel mare, nel quarto lo nominavano giudice nel caso di dispute che riguardassero le sue spettanze, nel quinto poteva disporre di capitali propri entro certi limiti nel traffico con le terre conquistate. Si veda {{cita|Colombo, Napione, Conti|p. 304}}.</ref>
=== Realizzazione del progetto ===
[[File:Gustav Adolf Closs - Die Schiffe des Columbus - 1892.jpg|thumb|I tre velieri in una stampa di [[Gustav Adolf Closs]] del 1892]]
Padre [[Juan Pérez (frate)|Juan Pérez]], confessore personale della Regina, tramite Sebastiano Rodriguez<ref>{{Cita|Tarducci|p. 174}}.</ref> fece recapitare una missiva alla stessa regina, la quale due settimane dopo fece convocare il padre. Il tesoriere [[Luis de Santángel]], Ferdinando Pinello e altri intanto assicurarono la copertura finanziaria eventualmente richiesta.<ref>Vi è una statua a Santo Domingo che raffigura Isabella che dona lo scrigno dei suoi gioielli come pegno per il pecunio richiesto (a Santangel), ma tale raffigurazione non corrisponde al vero; si veda anche {{Cita|Granzotto|pp. 114 e 115}}.</ref> Si riunirono nuovamente gli esperti, mentre Colombo ricevette tramite lettera la comunicazione di una nuova udienza. Decisivo fu anche il contributo del vescovo [[Alessandro Geraldini]] originario della città di [[Amelia (Italia)|Amelia]], anche lui confessore della regina Isabella e amico personale di Colombo e del fratello Antonio; per sua insistenza, la Regina si convinse definitivamente a consentire il viaggio del grande navigatore. Colombo avrebbe poi intitolato una delle isole del [[Nuovo Mondo]] a Graziosa, madre del Geraldini, e il prelato divenne anche il primo vescovo residenziale delle Americhe.
 
===Le Caravelle===
Colombo si recò a [[Siviglia]], ma i reali si erano trasferiti a [[Santa Fe (Granada)|Santa Fe]]. Colombo li raggiunse e nell'incontro, dove i reali erano propensi ad accettare di finanziare l'impresa, dettò le sue condizioni. Chiese il titolo di [[ammiraglio]] e la carica di [[viceré]] e "governatore delle terre scoperte" (titolo che doveva essere ereditario), la possibilità di conferire ogni tipo di nomina nei territori conquistati<ref>Tali privilegi vennero poi tolti dalla corona. {{Cita|Granzotto|p. 123}}.</ref> e, inoltre, una rendita pari al 10% di tutti i traffici marittimi futuri. Le richieste furono considerate eccessive e non si fece alcun accordo, per cui Colombo partì, ma venne richiamato<ref>Al momento era giunto sul ponte di Pinos, verso Cordova. {{Cita|Granzotto|p. 118}}.</ref> e le richieste vennero accettate in caso di riuscita del viaggio. Durante le trattative, che durarono tre mesi, Isabella si fece rappresentare da Juan de Coloma, mentre le bozze erano redatte dallo stesso padre Perez. Il contratto (''[[Capitolazioni di Santa Fe|Capitolaciones de Santa Fe]]''), firmato il 17 aprile 1492, prevedeva cinque paragrafi.<ref>Nel primo lo si indicava quale [[Ammiraglio del Mare Oceano]], nel secondo lo si nomina viceré e governatore generale di ciò che scoprirà nel Mare Oceano, il terzo gli conferisce un decimo di ogni bene trafficato in quel mare, nel quarto lo nominavano giudice nel caso di dispute che riguardassero sulle sue spettanze, nel quinto poteva disporre di capitali propri entro certi limiti nel traffico con le terre conquistate. Si veda {{cita|Colombo, Napione, Conti|p. 304}}.</ref>
La somma necessaria per l'armamento, pari a {{formatnum:2000000}} di [[maravedí]], sarebbe stata versata metà dalla corte e metà da Colombo, finanziato a sua volta da un istituto di credito genovese, il [[Banco di San Giorgio]] e dal mercante fiorentino [[Giannotto Berardi]]. Si trattava, in realtà, di una somma modesta anche per quei tempi: si calcola, infatti, che quella che si sarebbe rivelata come una delle più importanti spedizioni della storia umana, fu finanziata con una spesa complessiva variabile fra gli {{chiarire|attuali|di che anno?}} {{formatnum:20000}} e {{formatnum:60000}} [[euro|€]].<ref>{{cita|Asimov|p. 36}}.</ref>
Dopo la firma, Colombo lasciò la città il 12 maggio, affrettandosi a giungere a [[Palos de la Frontera|Palos]], dove aveva già stretto accordi con gli [[armatori]] e navigatori delle due navi più piccole, i [[fratelli Pinzón]] ([[Martín Alonso Pinzón|Martin]], [[Francisco Martín Pinzón|Francisco]] e [[Vicente Yáñez Pinzón|Vicente]])<ref>{{Cita|Granzotto|p. 124}}.</ref>. Furono così allestiti tre velieri (di norma definiti [[Caravella|caravelle]]<ref>Martinez-Hidalgo nota differenze minime fra i tre velieri, ma afferma che non esistono possibilità di riprodurle fedelmente e non esistono quadri o raffigurazioni fedeli delle stesse. Nel 1892 e anche in seguito, furono ricostruite alcune copie con particolari inesatti. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 133}}.</ref>), di cui due, la ''[[Santa María (nave)|Santa Maria]]'' e la ''[[Pinta (nave)|Pinta]]'' erano dotati di alberi a [[vela quadra|vele quadre]], mentre l'ultimo, la ''[[Niña]]'', era dotato di [[vela latina]]. Tecnicamente nessuna poteva definirsi [[nave]] dal punto di vista velico, perché mancanti di tre alberi a vele quadre.
 
A giugno, la ''Pinta'' e la ''Niña'' furono già pronte<ref>Chiesero alla città, da ordine del 23 maggio, come segno di riscatto per varie accuse più o meno fondate di fornire due caravelle e di renderle pronte entro 10 giorni. Si veda {{cita|de Lollis 1895|p. 99}}</ref>, sfruttando così il tempo residuo per il reclutamento dell'equipaggio<ref>Dei novanta uomini, quattro avevano pendenze in carico al momento della partenza, fra loro Bartolomeo de Torres che aveva ucciso un uomo e alcuni suoi amici fra cui Alfonso Clavijo de Vejer e Juan de Moguer che fece carriera nei viaggi. {{cita|Martini|p. 107}}</ref>. Nel reclutare i novanta marinai<ref>Le fonti discordano sul numero in totale, D. Ferdinando cita 90, altri come [[Pietro Martire d'Anghiera]] e [[Agostino Giustiniani]] dicono 120. Si veda {{cita|Spotorno 1823|p. XXVIII}}</ref>, Colombo venne validamente aiutato da Martín Pinzón, che godeva di ottima fama nella città.<ref>A lui venne dedicato un monumento a Palos. Testimonianze come quella di Yanez de Montilla vedevano in lui un fervore tale che sembrava fosse per lui l'impresa. {{Cita|Granzotto|p. 129}}.</ref> A Martín Pinzón spettò il ruolo di comandante in seconda di Colombo e l'esecuzione pratica del viaggio, mentre a Colombo spettò la guida come artefice dell'idea<ref>{{Cita|Granzotto|p. 129}}.</ref>. La ''Pinta'', che stazzava 140 tonnellate e la piccola ''Niña''<ref>Di [[Juan Niño (esploratore)|Juan Niño]], che partecipò all'impresa{{Cita|Taviani|p. 24}}</ref> che ne stazzava solamente 100, vennero comandate rispettivamente dai due [[armatore|armatori]] [[Martín Alonso Pinzón|Martín]] e [[Vicente Pinzón]]<ref>{{cita web |url= http://www.thenina.com/building_thereplica.htm |titolo= The Story of the Niña |sito= thenina.com |lingua= en |accesso=16 agosto 2011 |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080515071023/http://www.thenina.com/building_thereplica.htm }}</ref>.
La somma necessaria per l'armamento della flotta, pari a {{formatnum:2000000}} di [[maravedí]], sarebbe stata versata metà dalla corte e metà da Colombo, finanziato da un istituto di credito genovese, il [[Banco di San Giorgio]] e dal mercante fiorentino Giannotto Berardi. Si trattava, in realtà, di una somma modesta anche per quei tempi: si calcola, infatti, che quella che si sarebbe rivelata come una delle più importanti spedizioni della storia umana, fu finanziata con una spesa complessiva variabile fra gli attuali {{formatnum:20000}} e {{formatnum:60000}} [[euro|€]].<ref>{{cita|Asimov|p. 36}}.</ref>
Dopo la firma Colombo lasciò la città il 12 maggio, quando era già deciso il luogo di partenza, Palos.<ref>I porti maggiori infatti erano occupati dal tribunale dell'[[Inquisizione]] che prevedeva l'espulsione degli ebrei anche tramite mare. {{Cita|Granzotto|p. 124}}.</ref> Furono così allestiti tre velieri (di norma definiti [[Caravella|caravelle]]<ref>Martinez-Hidalgo nota differenze minime fra i tre velieri, ma afferma che non esistono possibilità di riprodurle fedelmente e non esistono quadri o raffigurazioni fedeli delle stesse. Nel 1892, e anche in seguito, furono ricostruite alcune copie con particolari inesatti. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 133}}.</ref>), di cui due – la ''[[Santa María (nave)|Santa Maria]]'' e la ''[[Pinta (nave)|Pinta]]'' – dotati di alberi a [[vela quadra|vele quadre]] e uno – la ''[[Niña]]'' – dotato di [[vela latina]] (quindi tecnicamente non [[nave|navi]] dal punto di vista velico, perché non dotate di tre alberi a vele quadre).
 
La ''Santa María'', di proprietà del [[Cantabria|cantabrico]] [[Juan de la Cosa]] e a cui venne confiscata per questa missione, venne allestita per ultima. Venne inizialmente chiamata ''Gallega'' in quanto costruita in [[Galizia (Spagna)|Galizia]] e fu lo stesso Colombo a darle il nome di ''Santa Maria'', anche se quest'informazione non è proprio certa; nei suoi diari la chiama ''Capitana'', ''Ammiraglia'', ''Nao'' o semplicemente ''Gallega''<ref>{{Cita|Vincent, Vacca, Crovetto|p. 52}}.</ref>. Fu l'unico veliero della spedizione che si fregiò del titolo di vera e propria "nave" (in realtà si trattava di una [[caracca]]), poiché [[stazza]]va 150 [[tonnellata|tonnellate]] e, in qualità di nave ammiraglia, era capitanata dallo stesso Colombo. De la Cosa venne anche nominato pilota di flotta per il viaggio.
La ''Santa María''<ref>Di proprietà di [[Juan de la Cosa]], l'imbarcazione era chiamata inizialmente ''Gallega'' in quanto costruita in [[Galizia (Spagna)|Galizia]]; fu lo stesso Colombo a darle il nome di ''Santa Maria''. {{Cita|Bernard, Vacca, Corvetto|p. 52}}.</ref> (in realtà si trattava di una [[caracca]]) [[stazza]]va 150 [[tonnellata|tonnellate]] e, in qualità di nave ammiraglia, era capitanata dallo stesso Colombo. La ''Pinta'', che stazzava 140 tonnellate, e la piccola ''Niña''<ref>Di [[Juan Ninò]], che partecipò all'impresa. {{Cita|Taviani|p. 24}}.</ref>, che ne stazzava solamente 100, erano comandate rispettivamente da due [[armatore|armatori]] di Palos, [[Martín Alonso Pinzón]] e suo fratello minore [[Vicente Yáñez Pinzón]].<ref>{{cita web |url= http://www.thenina.com/building_thereplica.htm |titolo= The Story of the Niña |sito= thenina.com |lingua= en |accesso= 16 agosto 2011 |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080515071023/http://www.thenina.com/building_thereplica.htm |dataarchivio= 15 maggio 2008 }}.</ref> Inizialmente solo due navi erano pronte, recuperate senza grosse spese a carico della Corona di Castiglia,<ref>Chiesero alla città, da ordine del 23 maggio, come segno di riscatto per varie accuse più o meno fondate di fornire due caravelle e di renderle pronte entro 10 giorni. Si veda {{cita|de Lollis 1895|p. 99}}.</ref> mentre si decise che chi avesse partecipato all'impresa avesse sospesa ogni pendenza legale (sia civile sia penale) in carico.<ref>Dei 90 uomini 4 avevano pendenze in carico al momento della partenza, fra loro Bartolomeo de Torres che aveva ucciso un uomo e alcuni suoi amici fra cui Alfonso Clavijo de Vejer e Juan de Moguer che fece carriera nei viaggi. {{cita|Martini|p. 107}}.</ref> Nel reclutare i 90 marinai,<ref>Le fonti discordano sul numero in totale, D. Ferdinando cita 90, altri come [[Pietro Martire d'Anghiera]] e [[Agostino Giustiniani]] dicono 120. Si veda {{cita|Spotorno 1823|p. XXVIII}}.</ref> Colombo fu validamente aiutato da Martín Pinzón che godeva di ottima fama nella città.<ref>A lui venne dedicato un monumento a Palos. Testimonianze come quella di Yanez de Montilla vedevano in lui un fervore tale che sembrava fosse per lui l'impresa. {{Cita|Granzotto|p. 129}}.</ref> A Martín Pinzón spettava il ruolo di comandante in seconda di Colombo e l'esecuzione pratica del viaggio, mentre a Colombo spettava la guida come condottiero dell'idea.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 129}}.</ref> Il pilota della flotta era il [[Cantabria|cantabrico]] [[Juan de la Cosa]], proprietario della ''Santa Maria''.
 
== Scoperta dell'America e viaggi successivi ==
=== Viaggi per le Americhe ===
{{vedi anche|Viaggi di Cristoforo Colombo}}
==== Primo viaggio: 1492-1493 ====
[[File:Primer{{vedi viaje de Colón.svg|thumb|rightanche|Primo viaggio nel mardi deiCristoforo Caraibi]]Colombo}}
[[File:ViajesPrimer viaje de colon itColón.svg|thumbmin|right|IPrimo quattroviaggio viagginel [[Mare Caraibico|mar didei ColomboCaraibi]]]]
[[File:Viajes de colon.svg|min|I quattro viaggi di Colombo]]
La partenza avvenne alle sei del mattino del 3 agosto 1492 da [[Palos de la Frontera]],<ref>Il diario di bordo andò perduto e le uniche informazioni ci provengono indirettamente dai testi di Las Casas. Al termine del viaggio Colombo consegnò il diario di bordo alla regina che ne fece copia; il figlio di Cristoforo, Diego, nei suoi viaggi portò una copia del diario che fu in parte copiata dal primo biografo di Colombo, Las Casas per l'appunto. Si veda {{Cita|Granzotto|pp. 147-148}}.</ref> con rotta verso le [[Isole Canarie]] per sfruttare i venti. Il 6 agosto<ref>{{Cita|Ruggero|p. 29}}.</ref> si ruppe il timone della ''Pinta'' e si credette a un'opera di sabotaggio,<ref>Si supponeva che l'autore fosse Gomez Rascon per ordine di Cristoforo Quintero, proprietario della nave, che non voleva allontanarsi troppo dal continente europeo. Si veda {{cita|Colombo|p. 7}} e {{cita|Sanguineti 1891|p. 55}}.</ref> quindi furono costretti a uno scalo di circa un mese a [[La Gomera]] per le necessarie riparazioni.<ref name="Superquark">Piero Angela et al., ''Cristoforo Colombo - storia di un incredibile viaggio'', in [[Speciali di Superquark]].</ref> La ''Pinta'' giunse con due settimane di ritardo a causa dell'avaria, tanto che Colombo pensò di sostituirla con un'altra caravella. Si approfittò della sosta per modificare anche la velatura della ''Niña'', trasformandola da latina a quadra per meglio adeguarla alla navigazione oceanica. Va anche detto che a La Gomera era presente la giovane vedova del governatore, Beatrice di Bodabilla, che a quanto pare aveva già avuto uno scambio di cortesie col navigatore.<ref>{{Cita|Taviani|pp. 4 e 6}}.</ref>
La partenza della prima spedizione avvenne il 3 agosto 1492 da [[Palos de la Frontera]]<ref>Il diario di bordo andò perduto e le uniche informazioni ci provengono indirettamente dai testi di Las Casas. Al termine del viaggio Colombo consegnò il diario di bordo alla regina che ne fece copia; il figlio di Cristoforo, Diego, nei suoi viaggi portò una copia del diario che fu in parte copiata dal primo biografo di Colombo, Las Casas per l'appunto. Si veda {{Cita|Granzotto|pp. 147-148}}.</ref>, con rotta verso le [[Isole Canarie]] per sfruttare i venti. Il 6 agosto<ref>{{Cita|Ruggero|p. 29}}.</ref> si ruppe il timone della ''Pinta'' e si credette a un'opera di sabotaggio,<ref>Si supponeva che l'autore fosse Gomez Rascon per ordine di Cristoforo Quintero, proprietario della nave, che non voleva allontanarsi troppo dal continente europeo. Si veda {{cita|Colombo|p. 7}} e {{cita|Sanguineti 1891|p. 55}}.</ref> quindi furono costretti a uno scalo di circa un mese a [[La Gomera]] per le necessarie riparazioni.<ref name="Superquark">Piero Angela et al., ''Cristoforo Colombo - storia di un incredibile viaggio'', in [[Speciali di Superquark]].</ref> La ''Pinta'' giunse con due settimane di ritardo a causa dell'avaria, tanto che Colombo pensò di sostituirla con un'altra caravella. Si approfittò della sosta per modificare anche la velatura della ''Niña'', trasformandola da latina a quadra per meglio adeguarla alla navigazione oceanica. Va anche detto che a La Gomera era presente la giovane vedova del governatore, Beatriz de Bobadilla y Ulloa, che a quanto pare aveva già avuto uno scambio di cortesie col navigatore.<ref>{{Cita|Taviani|pp. 4 e 6}}.</ref>
 
Le tre navi ripresero il largo il 6 settembre, spinte dagli [[Aliseo|alisei]], dei quali Colombo conosceva l'esistenza. Questi venti spirano sempre da est verso ovest, formando stabilmente una striscia di nuvole galleggiante nell'aria, tanto che l'ammiraglio, nel giornale di bordo, scrisse: «Si naviga come tra le sponde di un fiume». Un'altra, tra le suggestioni del primo viaggio transoceanico, fu la posizione delle navi costantemente rivolte verso il tramonto, oltre che la sensazione di procedere per ampi spazi mai prima toccati.<ref>{{cita|Granzotto|pp. 151 e 146}}.</ref> Le caravelle navigarono per un mese senza che i marinai riuscissero a scorgere alcuna terra, cominciando così a provocare un certo nervosismo nell'equipaggio. Il 16 settembre, le caravelle cominciarono aad entrare nel [[Mar dei Sargassi]], e Colombo approfittò dello spettacolo delle [[Alga|alghe]] galleggianti (un fenomeno tipico di questo mare, che prende il nome dell'alga [[Sargassum|sargassa]]), per sostenere che tali vegetali erano sicuramente indizi di terra vicina (cosa in realtà non vera), tranquillizzando temporaneamente i suoi uomini.<ref name="Superquark" /> i quali, in realtà, erano ignari di trovarsi ancora a circa mille [[miglia nautiche]] dalle coste del [[America centrale|nuovo continente]].
 
A partire dal giornoDal 17 settembre, si osservò con stupore il fenomeno assolutamente sconosciuto della [[declinazione magnetica]]: la bussola infatti, indicava il [[Polo magnetico (astronomia)|polo magnetico]], distaccandosi sempre di più dal [[Polo geografico|nord geografico]], posto leggermente più a est, col rischio quindi di allontanare le navi dalla loro rotta.<ref>Colombo stesso, nel descrivere il fenomeno scrisse che non si capacitava del come gli aghi si spostassero sempre più verso nord-ovest, «''las agujas noruesteaban''» (gli aghi "nordovestavano"); Diario di bordo di Colombo del 13 settembre 1492; si veda {{cita|Fontoura|p. 174}}.</ref>. Questi strani fenomeni fisici, ebbero l'effetto di spaventare i marinai e laaumentare tensioneinevitabilmente crebbela inevitabilmentetensione. Il 6 ottobre Colombo registrò di aver percorso 3652 [[Miglio nautico|miglia]], già cento in più di quante ne aveva previste. I suoi calcoli geografici delle distanze fino alle Indie infatti, risultarono errati, avendo, di fatto, stimato una rotta almeno nove volte più piccola di quella reale.<br/>Lo stesso giorno vi fu una riunione generale dei comandanti a bordo della ''Santa Maria'', durante la quale Martín Pinzón suggerì di cambiare rottavirare da ovest averso sud-ovest.<ref>{{cita|Granzotto|p. 162}}.</ref>, Ilcosa 7che ottobreil Colombogiorno decisesuccessivo diil virarecomandante quindi verso sud-ovestfece, avendo visto alcuni uccelli dirigersi verso quella direzione.
 
IlTuttavia, giornoil 10 viottobre ci fu un principio di [[ammutinamento]];<ref>Lamentele si afferma che ve ne furono, anche se non arrivarono mai a delle vere minacce di ammutinamento. Si veda {{cita|Almagià|p. 85}}</ref> Colombo, più che mai fermo nella propria idea e forte degli studi che aveva compiuto nel corso del viaggio, riuscì forse a ottenere un accordo<ref>Dell'accordo non fanno menzione Ferdinando e Las Casas, ed entrambi hanno letto l'originale diario di bordo. Si veda per dettagli {{cita|Tarducci|p. 242}}.</ref>: se entro tre o quattro giorni le vedette non avessero scorto alcuna terra, le caravelle sarebbero tornate indietro<ref name="Superquark" />, ooppure si sarebbe deciso diversamente.<ref>I calcoli fatti prima di partire contavano poco più di 2000 miglia, ma quel limite sembrava ormai superato, anche se Colombo convinse i presenti del contrario. {{Cita|Granzotto|p. 171}}.</ref>. Giovedì 11 ottobre si ebbero alcuni segnali positivi: oltre l'aumentare degli uccelli in volo, furono avvistati diversi oggetti in mare, fra cui un giunco, un bastone e un fiore fresco<ref>{{cita|de Lollis 1895|p. 113}}.</ref> che un marinaio pescò in mare:<ref name="Superquark" />. soltantoDurante la vicinanzanotte dellainoltre, terraColombo emersa[[Avvistamenti potevadi giustificareluce questi ritrovamenti. Durante la notte Colombodel 1492|si disse convinto di avere intravisto in lontananza [[Avvistamenti di luce del 1492|una luce]], «''como una candelilla que se levava y se adelantaba''» ("come una piccola candela che si levava e si agitava"). Fu solo alle due di notte di venerdì 12 ottobre
[[1492]]File:Desembarco chede [[RodrigoColón de Triana]],Dióscoro a bordo della ''Pinta'', distinse finalmente la costa<ref>{{CitaPuebla.jpg|min|Colombsinistra|p. 83}}.</ref> (tuttavia, il premio in denaro promesso al primo che avesse avvistato la terra fu aggiudicato a Colombo).<ref>{{Cita|Ruggero|pp. 38-39}}sbarcato La pensione dei {{formatnum:10000}} maravedis annui andò anel ricompensareNuovo BeatriceMondo. InDióscoro quanto a RodrigoPuebla, la sua fine anche se incerta non fu piacevole. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 175}}.</ref>1862]]
 
Fu solo alle due di notte di venerdì 12 ottobre 1492 che [[Rodrigo de Triana]], a bordo della ''Pinta'', distinse finalmente la costa<ref>{{Cita|Colomb|p. 83}}.</ref> (tuttavia, il premio in denaro promesso al primo che avesse avvistato la terra fu aggiudicato a Colombo)<ref>{{Cita|Ruggero|pp. 38-39}} La pensione dei {{formatnum:10000}} maravedis annui andò a ricompensare Beatrice. In quanto a Rodrigo, la sua fine anche se incerta non fu piacevole. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 175}}</ref>. La mattina, le caravelle riuscirono a trovare un varco nella [[barriera corallina]] del [[Mare Caraibico]] e gli equipaggi riuscirono a sbarcare su un'isola chiamata, nella lingua locale, ''Guanahani'', e che Colombo battezzò con il nome di [[San Salvador (Bahamas)|Isola di San Salvador]]; l'identità moderna di questa isola corrisponde, presumibilmente, con quella di un'isola delle [[Bahamas]]. Gli spagnoli furono accolti con grande cortesia e condiscendenza dagli indigeni [[Lucaiani|Lucayos]], una tribù di nativi del gruppo etnico [[Taino (popolo)|Taino]]<ref>Nativi americani di etnia [[Arawak]]</ref>. Colombo stesso, nella sua relazione, sottolinea più volte la gentilezza e lo spirito pacifico dei suoi ospiti: {{Citazione|Gli abitanti di essa [...] mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a queste son adatti, non per la deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati, ma perché timidi e paurosi [...] Del resto, quando si vedono sicuri, deposto ogni timore, sono molto semplici e di buona fede, e liberalissimi di tutto quel che posseggono: a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi stessi ci invitano a chiedere|Cristoforo Colombo, [[Lettera ai Reali di Spagna (1493)|prima relazione sul viaggio nel Nuovo Mondo]], 14 marzo 1493<ref name="Vaccari">Cristoforo Colombo, ''[[s:Lettera ai Reali di Spagna|Lettera ai Reali di Spagna]]''</ref>}}
[[File:Desembarco de Colón de Dióscoro Puebla.jpg|thumb|left|Colombo sbarcato nel Nuovo Mondo. Dióscoro Puebla, 1862]]
La mattina del 12 ottobre le caravelle riuscirono a trovare un varco nella [[barriera corallina]] e gli equipaggi riuscirono a sbarcare su un'isola chiamata, nella lingua locale, ''Guanahani'', che Colombo battezzò con il nome di: [[San Salvador (Bahamas)|Isola di San Salvador]]; l'identità moderna di questa isola corrisponde, presumibilmente, con quella di un'isola delle [[Bahamas]]. Gli spagnoli furono accolti con grande cortesia e condiscendenza dai [[Taino (popolo)|Taino]]<ref>Nativi americani di etnia [[Arawak]].</ref>, la tribù abitante dell'isola. Colombo stesso, nella sua relazione, sottolinea più volte la gentilezza e lo spirito pacifico dei suoi ospiti: {{Citazione|Gli abitanti di essa [...] mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a queste son adatti, non per la deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati, ma perché timidi e paurosi [...] Del resto, quando si vedono sicuri, deposto ogni timore, sono molto semplici e di buona fede, e liberalissimi di tutto quel che posseggono: a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi stessi ci invitano a chiedere|Cristoforo Colombo, prima relazione sul viaggio nel Nuovo Mondo, 14 marzo 1493<ref name="Vaccari">{{cita web|url=http://www.classicitaliani.it/quattrocento/colombo_lettera01.htm|titolo=Cristoforo Colombo, Lettera ai Reali di Spagna|sito=classicitaliani.it|accesso=16 agosto 2011}}.</ref>}}
 
La sera del 27 ottobre<ref>{{Cita|Taviani|p. 496}}.</ref>, le caravelle arrivarono fino alla fonda della [[Cayo Bariay|baia di Bariay]],<ref>{{cita|Taviani|p. 42}}.</ref> a [[Cuba]], nell'attuale [[provincia di Holguín]]. Nel [[Diario#Diario di bordo|diario di bordo]] di domenica 28 ottobre troviamo scritto: "''Es la isla mas hermosa que ojos humanos hayan visto''" ("È l'isola più bella che occhio umano abbia mai visto"). Tuttavia, data la mancanza di oro e la condizione primitiva degli indigeni, l'ammiraglio pensò di essere arrivato soltanto in un remoto avamposto della grande civiltà asiatica descritta da Marco Polo.<ref>{{Cita|Taviani|pp. 26 e 40}}.</ref> [[Martín Alonso Pinzón]] aveva udito dagli indigeni delle immense ricchezze dell'isola di [[Babeque]]<ref>«Un Indiano aveva assicurato al Pinzón nel modo più formale che a Babeque si sarebbe trovata un'immensa quantità d'oro» si legge in {{cita|de Lollis 1895|p. 134}}, per altre info {{Cita|de Lollis 1895|pp. 138 e 142}}, {{Cita|Granzotto|p. 192}}.</ref> e dopo alcuni tentativi fatti insieme a Colombo decise di proseguire le ricerche senza autorizzazione.<ref>La diserzione di Pinzón trova negli storici e nelle testimonianze alcuni disaccordi: secondo Ruggero Marino stava probabilmente assoldando l'incarico affidatogli dai Reali di Castiglia e Aragona, ossia quello di trovare l'oro per la corona ({{Cita|Ruggero|p. 51}}).
 
==== La diserzione di Pinzón e la scoperta di Hispaniola ====
Gianni Granzotto ricorda un episodio poi discusso durante uno dei processi per l'eredità di Colombo attraverso le testimonianze dei marinai: in mare aperto le navi si erano distanziate alla ricerca dell'isola e la ''Pinta'' non riuscì più a seguire la rotta della ''Santa Maria'', decidendo quindi di puntare direttamente verso Babeque. Lo stesso Granzotto aggiunge la motivazione del carattere indisciplinato di Pinzón che mal sopportava quello imperioso dell'ammiraglio ({{Cita|Granzotto|pp. 192-193}}). Dello stesso avviso sono [[Salvador de Madariaga]] e [[Paolo Emilio Taviani]], che vedono nella diserzione una specie di "vacanza" dal carattere egocentrico di Colombo ({{Cita|Taviani|pp. 27 e 65}}). Roselly de Lorgues, che evidenzia l'invidia dell'abile marinaio, aggiunge al racconto di Granzotto il fatto che Colombo aveva acceso un fanale sperando inutilmente che Pinzón se ne accorgesse ({{Cita|Lorgues, Dandolo|p. 232}}). Secondo [[Fernando Colombo]] (figlio di Cristoforo), si trattò di un vero atto di ammutinamento.</ref> Sta di fatto che per circa due mesi la flottiglia si ridusse a due sole caravelle, con le quali venne esplorata la costa settentrionale di [[Haiti]], battezzata "Hispaniola". Giunsero quindi nella baia che Colombo chiamò "Bahia de los Mosquitos" (altro nome che sopravvisse nei secoli) e si parlò di un'isola a forma di tartaruga che il navigatore chiamò "[[Tortuga]]".<ref>{{cita|Irving 2004|p. 133}}.</ref>
Già nei primi giorni di novembre del 1492, il Capitano della ''Pinta'' [[Martín Alonso Pinzón]] riuscì a capire dagli indigeni la probabile esistenza di grandi ricchezze nell'isola di Babeque (oggi [[Haiti]]-[[Repubblica Dominicana]])<ref>«Un Indiano aveva assicurato al Pinzón nel modo più formale che a Babeque si sarebbe trovata un'immensa quantità d'oro» si legge in {{cita|de Lollis 1895|p. 134}}, per altre info {{Cita|de Lollis 1895|pp. 138 e 142}}, {{Cita|Granzotto|p. 192}}</ref> e, dopo alcuni tentativi, decise di proseguire le ricerche senza autorizzazione<ref>La diserzione di Pinzón trova negli storici e nelle testimonianze alcuni disaccordi: secondo Ruggero Marino stava probabilmente assolvendo l'incarico affidatogli dai Reali di Castiglia e Aragona, ossia quello di trovare l'oro per la corona ({{Cita|Ruggero|p. 51}}).
Vi furono testimonianze dei marinai che, in mare aperto, le stesse caravelle si distanziarono e che la ''Pinta'' non seguì più la rotta della ''Santa Maria'', puntando direttamente verso ovest. Pare che Pinzón mal sopportasse il carattere "imperioso" dell'ammiraglio ({{Cita|Granzotto|pp. 192-193}}) e che dello stesso avviso sono stati [[Salvador de Madariaga]] e [[Paolo Emilio Taviani]], che videro nella diserzione una protesta diretta al carattere egocentrico di Colombo ({{Cita|Taviani|pp. 27 e 65}}). Roselly de Lorgues evidenziò l'invidia dell'abile marinaio, aggiungendo al racconto il fatto che Colombo avesse acceso una lanterna sperando, inutilmente, che Pinzón se ne accorgesse ({{Cita|Roselly de Lorgues|I, p. 232}}).
Secondo [[Fernando Colombo]], il figlio di Cristoforo, si trattò di un vero atto di ammutinamento</ref>. Fu così che per circa due mesi la flottiglia si ridusse a due sole caravelle con le quali venne esplorata la parte settentrionale dell'isola [[Haiti]], battezzata "[[Hispaniola]]". Giunsero infine nella baia che Colombo chiamò "Bahia de los Mosquitos" (altro nome che sopravvisse nei secoli) e si parlò di un'isola a forma di tartaruga che il navigatore chiamò "[[Tortuga]]".<ref>{{cita|Irving 2008|p. 133}}.</ref>
 
Sempre convinto di trovarsi in [[Asia]], Colombo confuse la parola indigena ''Cibao'' col(una regione al centro dell'isola) con il ricchissimo [[Cipango]], ovvero il [[Giappone,]]<ref>Il Cibao era una regione nel centro di Haiti. Dato che gli indigeni del luogo non davano alcuna importanza all'oro, Colombo ebbe la conferma che si trattasse del Cipango narrato da Marco Polo. {{Cita|Fagioli|p. 46}}.</ref>, alla ricerca del quale si mise subito in viaggio superando Capo d'Haiti. Verso la mezzanotte del 25 dicembre, a poca distanza dalla costa, la ''Santa Maria'' andò in secco di prua arenandosi sopra un banco corallino. L'Ammiraglio, svegliatosi, ordinò di [[Glossario dei termini marinareschi (S-Z)#T|tonneggiare]] gettando l'ancora verso poppa per poi trainarla da un argano allo scopo di far retrocedere la nave. Venne quindi gettata in mare una lancia su cui salì anche Juan de la Cosa, che però, inaspettatamente, decise di dirigersi verso la ''Niña''.<ref>Versione di Morison presente in {{Cita|Davidson|p. 240}}. Gli Indios aiutarono gli spagnoli a salvare il carico ({{Cita|Ruggero|p. 57}}), grazie alla richiesta di aiuto di Diego de Harana e Pedro Gutierrez. Juan de la Cosa si giustificò affermando che quando si allontanò non vi era alcun segnale di disastro imminente. {{Cita|Granzotto|p. 208}}.</ref> La ''Santa Maria'' rimase in condizioni precarie e venne abbandonata; a nulla servirono gli ultimi sforzi dei marinai.<ref>Colombo chiese di abbattere l'albero maestro e di gettare il carico non essenziale. La nave fu colpita dalle onde a più riprese arrivando al punto che "la caravella non poté più respirare" (da {{Cita|Colón|p. 136}}).</ref>
 
L'Ammiraglio, rimasto con una sola caravella, dovette abbandonare parte della ciurma (39 persone in tutto)<ref>{{cita|Taviani|p. 74}}.</ref> con la promessa che sarebbe tornato a riprenderli durante il secondo viaggio transoceanico. Fece quindi costruire un forte – [[La Navidad]]<ref>Costruito in parte con i relitti della ''Santa Maria''. {{Cita|Taviani|p. 497}}.</ref> – a poca distanza dal luogo dell'incidente. Successivamente gli indigeni dissero di aver avvistato "un'altra casa sull'acqua" (la ''Pinta'') ma a nulla servì il messaggio che Colombo cercò di inviargli.<ref>Il messo non incontrò la caravella. In {{Cita|Granzotto|pp. 212-213}}.</ref> Il 4 gennaio si tentò ancora di entrare in contatto mentre il 5 la flotta si riunì nelle vicinanze di Monte Christi. Seguirono l'incontro e le giustificazioni di [[Martín Alonso Pinzón]].<ref>Si era perso nella nebbia. {{Cita|Granzotto|p. 215}}.</ref>
 
Il capitano della ''Pinta'' affermò di essersi recato senza successo a Babeque e di aver fatto scambi proficui con Caonabò, un potente [[cacicco]] indio.<ref>{{cita web |url= http://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-colombo_%28Dizionario-Biografico%29/ | titolo=COLOMBO (Colón), Bartolomeo|sito=Dizionario Biografico degli Italiani|editore=treccani.it |accesso= 22 novembre 2011}}.</ref><ref>Secondo il figlio di Pinzón, [[Arias Pérez]]. {{cita|Martini|p. 107}}.</ref> Colombo non gli credette ma lo perdonò in quanto gli era impossibile intraprendere il viaggio di ritorno con una sola imbarcazione.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 207}}.</ref> Prima del rientro decisero di trarre in secco le due navi a Capo Samanà per un lavoro di restauro. Il 13 gennaio furono attaccati da una tribù ostile, che Colombo credette fossero i temibili [[Canibi]].<ref>Armati di arco e frecce. Dei Canibi l'ammiraglio ne aveva sentito parlare in quelle terre: si trattava di indigeni che uccidevano altri uomini per poi nutrirsi coi loro corpi, ovvero cannibali. Vedi {{cita|Finazzi-Agrò, Pincherle|p. 83}}. Le annotazioni sul diario dei Canibi cominciarono il 26 novembre, rafforzate poi l'11 dicembre. Il termine cambiò in Caribi il 2 gennaio e il 13 nella descrizione dell'incontro con gli indigeni li chiamò Carib. {{cita|Münkler|p. 91}}.</ref> Negli scontri si ebbero soltanto alcuni feriti ma Colombo decise comunque di partire prima possibile all'alba del 16 gennaio 1493.<ref>{{Cita|Ruggero|p. 63}}.</ref>
 
Consapevole che per il viaggio di ritorno la flotta avrebbe dovuto muovere a settentrione per uscire dal regime degli alisei, Colombo risalì fino al 35º parallelo, quasi in linea col parallelo di [[Cabo de São Vicente|Capo San Vincenzo]] in Portogallo. Quindi, il 23 gennaio, puntò la prua a levante.<ref>{{Cita|Taviani|p. 55}}.</ref> Il navigatore non poteva sapere che in inverno, a tali latitudini, l'oceano Atlantico è sconvolto da violentissime tempeste come quella in cui s'imbatté il 13 febbraio.<ref>{{cita|EverettHale|p. 52}}.</ref> L'uragano durò circa due giorni, ridusse allo stremo la resistenza delle piccole caravelle e le separò senza alcuna possibilità di manovra. Colombo, temendo il peggio, gettò in acqua un barile che conteneva i documenti e i resoconti dell'impresa (il barile non venne mai ritrovato).<ref>{{Cita|Granzotto|p. 216}}.</ref> Placatasi finalmente la burrasca, Colombo approdò fortunosamente alle isole [[Azzorre]], sull'isola di [[Santa Maria (Azzorre)|Santa Maria]]. Da qui, le malconce ''Niña'' e ''Pinta'' ripartirono il 24 febbraio arrivando otto giorni dopo a [[Restelo]], nei pressi di Lisbona. [[Rui de Pina]], [[Umanesimo|umanista]] portoghese alla corte di [[Giovanni II di Portogallo|Giovanni II]], scrisse del suo arrivo in Portogallo: {{Citazione|Il 6 marzo 1493 è arrivato dalle Antille di Castiglia Cristoforo Colombo, italiano...}}
 
Nonostante l'inimicizia dei portoghesi, Colombo venne cortesemente ricevuto da re Giovanni II<ref>Nell'incontro il Re rimase perplesso nel vedere le nuove genti, come scrive J. de Barros nel suo ''De Asia''. Si veda anche {{Cita|Ruggero|p. 81}}.</ref> a [[Vale do Paraíso]], vicino [[Azambuja]], mettendo a sua disposizione il porto di Lisbona per il restauro della caravella. [[Martín Alonso Pinzón]], intanto, era riuscito a giungere a [[Baiona (Spagna)|Baiona]] nell'attuale Galizia ai primi di marzo (rientrando quindi nella Penisola Iberica prima di Colombo)<ref>Chiese di incontrare i reali di Castiglia e Aragona ma non gli venne concesso tale onore. Si veda {{Cita|Granzotto|p. 231}}.</ref>; fece poi vela per Palos arrivandovi poche ore dopo la ''Niña'', già sofferente di una misteriosa malattia che in breve tempo lo condusse alla morte (probabilmente la [[sifilide]]).<ref>{{Cita|Taviani|p. 293}}.</ref>
 
Colombo aveva portato con sé un po' di [[oro]], [[tabacco]] e alcuni [[pappagallo|pappagalli]] da offrire ai sovrani quali segni tangibili delle potenzialità delle "isole dell'India oltre il Gange". Condusse anche dieci indiani Taino. Furono giorni di festa nelle città di Siviglia, Cordova e Barcellona, dove l'Ammiraglio giunse il 20 aprile accolto dai sovrani con onori trionfali. Il ricevimento continuò nella cappella di Sant'Anna per celebrare il ''[[Te Deum laudamus|Te Deum]]''<ref>{{Cita|Davidson|p. 288}}.</ref> consumando poi un pranzo con il rito della "salva", solitamente riservata alla stirpe di sangue reale.<ref>Consisteva nell'assaggio preliminare del re dei cibi dell'ospite e, dopo l'assaggio, il cibo veniva coperto da un coperchio. Per dettagli si veda {{Cita|GrazottoGranzotto|p. 236}}.</ref> I sovrani lo sollecitarono infine a intraprendere una seconda spedizione.
 
==== Secondo viaggio, 1493-1496: le Antille ====
[[File:Columbus2.PNG|thumb|right{{vedi anche|Secondo viaggio]] di Cristoforo Colombo}}
[[File:Columbus2.PNG|min|Secondo viaggio]]
L'ammiraglio Colombo salpò per il suo secondo viaggio da [[Cadice]] il 25 settembre con 17 navi, fra cui la Niña ora denominata ''Santa Clara'',<ref>{{cita|Taviani|p. 24}}.</ref> e un equipaggio di circa 1200 uomini, tra i quali vi erano il figlio Diego, il fratello [[Giacomo Colombo|Giacomo]], il padre di Las Casas, mentre i documenti relativi al viaggio provengono dalle cronache di Diego Alvarez Chanca<ref>{{cita|Henige |p. 173}}.</ref> e di [[Michele da Cuneo]]; infatti il diario di bordo andò perduto.<ref>{{cita|Taviani|p. 134}}.</ref> Colombo salì al comando della nuova nave ammiraglia: Santa Maria, denominata in seguito ''[[Mariagalante]]''.<ref>{{cita |Phillips, Phillips| p. 194}}.</ref> Il 3 novembre la flotta raggiunse [[Dominica]] e veleggiò tra le piccole e le grandi [[Antille]]. Il 19 arrivarono a [[Porto Rico]] e il 22 dello stesso mese Colombo tornò a Hispaniola, dove scoprì che gli uomini dell'equipaggio che aveva lasciato erano stati uccisi e la fortezza rasa al suolo.<ref>I colpevoli erano stati, secondo la gente del luogo, i Canibi, sbarcati tempo prima. Colombo visitò il sospettato [[Guacanagarì]], il capo degli abitanti del luogo che fingeva di essere ferito a una gamba per evidenziare il suo tentativo di resistenza contro i veri colpevoli dell'attacco ({{cita|Tarducci|p. 483}}), smascherato poi dal medico di bordo Chanca e dal chirurgo che lo aveva accompagnato ({{Cita|Lorgues, Dandolo|pp. 331-332}}). L'ammiraglio rifiutò di condannare a morte il bugiardo, non sicuro della sua colpevolezza dell'accaduto. Successivamente si venne a scoprire cosa accadde in realtà: gli stessi spagnoli, stanchi di vivere confinati e alla ricerca dell'oro, organizzarono assalti ai villaggi vicini; in uno di questi Pedro Gutiérrez, uno dei capi spagnoli, venne catturato e giustiziato, poi ci fu l'assalto al forte de [[La Navidad]]. Guacanagarì cercò di avvertire Diego de Harana rimasto al forte, ma senza successo. {{Cita|Granzotto|pp. 254-255}} e {{cita|Almagià|p. 110}}.</ref>
L'ammiraglio Colombo salpò per il suo secondo viaggio da [[Cadice]] il 25 settembre 1493 con 17 navi, fra cui la Niña ora denominata ''Santa Clara'',<ref>{{cita|Taviani|p. 24}}.</ref> e un equipaggio di circa 1200 uomini, tra i quali vi erano il figlio Diego, il fratello [[Giacomo Colombo|Giacomo]], il padre di Las Casas e il monaco [[Bernardo Buil]]. I documenti relativi al viaggio provengono dalle cronache di Diego Alvarez Chanca<ref>{{cita|Henige |p. 173}}.</ref> e di [[Michele da Cuneo]], poiché il diario di bordo andò perduto.<ref>{{cita|Taviani|p. 134}}.</ref> Colombo salì al comando della nuova nave ammiraglia: Santa Maria, denominata in seguito ''[[Mariagalante]]''.<ref>{{cita |Phillips, Phillips| p. 194}}.</ref> Il 3 novembre la flotta raggiunse [[Dominica]] e veleggiò tra le piccole e le grandi [[Antille]]. Il 19 arrivarono a [[Porto Rico]] e il 22 dello stesso mese Colombo tornò a Hispaniola, dove scoprì che gli uomini dell'equipaggio che aveva lasciato erano stati uccisi e la fortezza rasa al suolo.<ref>I colpevoli erano stati, secondo la gente del luogo, i Canibi, sbarcati tempo prima. Colombo visitò il sospettato [[Guacanagaríx|Guacanagarì]], il capo degli abitanti del luogo che fingeva di essere ferito a una gamba per evidenziare il suo tentativo di resistenza contro i veri colpevoli dell'attacco ({{cita|Tarducci|p. 483}}), smascherato poi dal medico di bordo Chanca e dal chirurgo che lo aveva accompagnato ({{Cita|Roselly de Lorgues|I, pp. 331-332}}). L'ammiraglio rifiutò di condannare a morte il bugiardo, non sicuro della sua colpevolezza dell'accaduto. Successivamente si venne a scoprire cosa accadde in realtà: gli stessi spagnoli, stanchi di vivere confinati e alla ricerca dell'oro, organizzarono assalti ai villaggi vicini; in uno di questi Pedro Gutiérrez, uno dei capi spagnoli, venne catturato e giustiziato, poi ci fu l'assalto al forte de [[La Navidad]]. Guacanagarì cercò di avvertire Diego de Harana rimasto al forte, ma senza successo. {{Cita|Granzotto|pp. 254-255}} e {{cita|Almagià|p. 110}}.</ref>
 
Fondò un nuovo avamposto, "[[La Isabela]]", sorta sulle rive del [[rio Bahonito]] nei primi giorni dell'anno 1494. Le condizioni del luogo e il cibo indigesto fecero ammalare centinaia di uomini entro la fine del mese. L'ammiraglio preoccupato fece partire [[Antonio de Torres]] con dodici navi verso l'Europa,<ref>{{cita|Taviani 1984|p. 11}}.</ref> cariche di pochissimo oro.<ref>Venne calcolato che l'oro trasportato valesse circa {{formatnum:30000}} ducati. In {{Cita|Granzotto|p. 258}}.</ref> Colombo trascorse alcuni mesi nell'esplorazione dell'entroterra alla ricerca di oro e creò un nuovo forte, San Tomás.<ref>Lasciò 56 uomini posti sotto il comando di Pietro Margarit, in {{Cita|Roselly de Lorgues|I, Dandolo|p. 342}}</ref> Il 24 aprile 1494 lasciò l'isola e il 30 aprile giunse a [[Cuba]]. Il 12 giugno 1494 si trovò di fronte all'isola di San Giovanni Evangelista a 100 miglia dalla fine dell'isola. Colombo fece firmare a ognuno dei membri delle caravelle un giuramento con il quale si affermava che si era giunti nelle Indie, nel continente.<ref>Juan de La Cosa, omonimo del primo viaggio, cartografo, disegnò Cuba come fosse parte dell'Asia; tale errore, anche se corretto dallo stesso Juan pochi anni dopo continuò nelle successive edizioni delle mappe sino al 1516. {{Cita|Granzotto|pp. 266-268}}.</ref>
 
Colombo cadde malato quando tornò a La Isabela il 29 settembre; intanto era giunto con tre caravelle suo fratello Bartolomeo, giusto in tempo per essere nominato dal fratello, incapace al momento, ''[[adelantado]]'' (titolo castigliano di nomina regia che nello specifico coniugava i poteri di governatore con quelli di giudice, ma per una regione ancora da conquistare, quindi i poteri venivano conferiti in anticipo, ''en adelante'' in spagnolo) della colonia, ovvero delegò ogni potere a lui.<ref>Carica solitamente data ai governatori della provincia nel Regno di Castiglia e conferita dai soli monarchi. In {{Cita|Granzotto|p. 269}}.</ref> Gli spagnoli non furono contenti di tale gesto: lo stesso Margarit con padre BuylBuil al seguito decise di ammutinarsi e prendere le tre caravelle di Bartolomeo per tornarsene in Europa;<ref>{{Cita|Colón|p. 206}}.</ref> molti li seguirono. Cominciarono delle battaglie contro gli indigeni, che videro al termine la vittoria spagnola.
 
Giunse Juan Aguardo inviato dai reali ispanici nell'ottobre del 1495,<ref>{{cita|Helps|p. 91}}.</ref> maggiordomo di corte, il cui compito era quello di osservare, informarsi registrando le testimonianze dei coloni e riferire. Colombo decise quindi di ritornare in Europa ma prima della partenza un violento uragano si abbatté su La Isabela, distruggendo tutte le caravelle tranne la Niña,<ref>{{cita|Almagià|p. 122}}.</ref> insufficiente per tornare con tutti gli uomini rimasti. Fece quindi costruire un'altra caravella, pronta nel marzo del 1496, e a quella imbarcazione venne dato il nome di ''India''. Duecento uomini salirono su quelle navi a cui si aggiunsero trenta schiavi fra cui [[Caonabò]], catturato in precedenza,<ref>{{cita|Helps|p. 92}}.</ref> che morì durante il viaggio. Partirono il 10 marzo del 1496 e l'11 giugno giunsero a Cadice.
 
==== Terzo viaggio, 1498-1500: Venezuela e ritorno a Hispaniola ====
{{vedi anche|Terzo viaggio di Cristoforo Colombo}}
[[File:Columbus3.PNG|thumb|right|Terzo viaggio]]
[[File:Columbus3.PNG|min|Terzo viaggio]]
Dopo due anni trascorsi in Castiglia, incontrò a [[Burgos (Spagna)|Burgos]] i re ispanici e li convinse della necessità di una nuova spedizione. I sovrani stanziarono la somma necessaria per il viaggio e Colombo riuscì così ad armare sei navi, con un equipaggio di circa 300 marinai.<ref>{{cita|Taviani|p. 174}}.</ref> La flotta, partita il 30 maggio 1498, diresse verso [[La Gomera]] dove le sei navi si divisero: tre proseguirono con Colombo, mentre le restanti proseguirono per le rotte ormai consolidate,<ref>{{cita|Taviani|p. 234}}.</ref> verso Dominica. L'ammiraglio puntò con la flotta ridotta verso le isole di [[Capo Verde]], da dove raggiunse poi [[Trinidad (isola)|Trinidad]] il 31 luglio. Nell'agosto di quello stesso 1498 Colombo esplorò il [[Golfo di Paria]] e le coste orientali dell'attuale [[Venezuela]], addentrandosi nel [[delta dell'Orinoco]]. Convinto di essere di fronte a piccole isole piuttosto che a un continente, decise di non sbarcare, inviando solamente dei marinai che incontrarono terre ricche di perle.
Dopo due anni trascorsi in Castiglia, incontrò a [[Burgos]] i re ispanici e li convinse della necessità di una nuova spedizione. I sovrani stanziarono la somma necessaria per il viaggio e Colombo riuscì così ad armare sei navi, con un equipaggio di circa 300 marinai.<ref>{{cita|Taviani|p. 174}}.</ref> La flotta, partita il 30 maggio 1498, diresse verso [[La Gomera]] dove le sei navi si divisero: tre proseguirono con Colombo, mentre le restanti proseguirono per le rotte ormai consolidate,<ref>{{cita|Taviani|p. 234}}.</ref> verso Dominica. L'ammiraglio puntò con la flotta ridotta verso le isole di [[Capo Verde]], da dove raggiunse poi [[Trinidad (isola)|Trinidad]] il 31 luglio. Nell'agosto di quello stesso 1498 Colombo esplorò il [[Golfo di Paria]] e le coste orientali dell'attuale [[Venezuela]], addentrandosi nel [[delta dell'Orinoco]]. Convinto di essere di fronte a piccole isole piuttosto che a un continente, decise di non sbarcare, inviando solamente dei marinai che incontrarono terre ricche di perle.
 
La flottiglia giunse a [[Hispaniola]] l'11 agosto del 1498. Colombo cercò la nuova città fondata dal fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]], [[Santo Domingo]], dove arrivò alla fine del mese.; fu raggiunto dall'altroanche fratello,dal figlio [[Diego Colombo|Diego]]. Dopo che nella città scoppiò, nel 1499, una rivolta capeggiata da [[Francisco Roldán]] (l'[[alcalde]] di Isabella),<ref>{{cita|Martini|p. 612}}.</ref> i sovrani ispanici, avvertiti dai reduci dei disordini sull'isola e leggendo delle strane pretese avanzate da Colombo nella sua missiva, inviarononell'estate neldel 1500 inviarono il militare inquisitore [[Francisco de Bobadilla]], per far luce sull'accaduto.<ref>{{Cita|Granzotto|pp. 292-293}}.</ref>. Al suo arrivo Adrian de Muxica, unofurono deiplacate secondile rivolte di [[Francisco Roldán|Roldàn]] e del suo secondo, venneAdrian catturatode eMuxica, ucciso.quest'ultimo condannato a morte<ref>Doveva essere impiccato, dietro sua richiesta si attese per lungo tempo il ritorno di un frate a cui avrebbe dovuto confessare i propri peccati, infine giuntovi egli li dimenticò. Colombo, stanco di attendere, lo fece gettare in mare da un dirupo. Per la storia si veda anche {{cita|Varela |pp. 127-128}}</ref>. Bobadilla accusò quindi i Colombo di cattiva gestione delle colonie e dei relativi disordini causati, arrivando addirittura ad arrestare prima Diego, poi Bartolomeo, quindi lo stesso Cristoforo<ref>Opponendosi all'arresto fu incatenato dal proprio cuoco. In {{Cita|Granzotto|p. 295}}</ref>. Ad ottobre, i tre Colombo ritornarono quindi in [[Spagna]] in catene, a bordo della caravella ''Gorda'', giungendo già a fine mese presso [[Cadice]]; qui, Cristoforo, ancora incatenato come sua richiesta, consegnò a un suo uomo di fiducia una missiva da recapitare a Donna Juana, sorella di Antonio de Torres, confidente della regina. Isabella lo fece liberare, tuttavia dovette rinunciare al titolo di viceré delle nuove terre<ref>{{cita|Martini|pp. 409 e 415}}.</ref>.
 
=== Quarto viaggio, 1502-1504 ===
Resosi conto della situazione, Bobadilla arrestò prima Diego e successivamente Colombo<ref>Opponendosi all'arresto fu incatenato dal proprio cuoco. In {{Cita|Granzotto|p. 295}}.</ref> e Bartolomeo. Decise quindi di ricondurli in patria. I tre partirono nel mese di ottobre a bordo della ''Gorda'', una caravella, e giunsero nello stesso mese a Cadice. All'arrivo, Colombo, ancora incatenato come sua richiesta, consegnò a un suo uomo di fiducia una missiva da recapitare a Donna Juana, sorella di Antonio de Torres, confidente della regina. Isabella fece liberare Colombo, che però dovette rinunciare al titolo di viceré.<ref>{{cita|Martini|pp. 409 e 415}}.</ref>
{{vedi anche|Quarto viaggio di Cristoforo Colombo}}
[[File:Columbus4.PNG|min|Quarto viaggio]]
Dopo l'incontro con i reali avvenuto nel dicembre del 1500 a Granada, il 3 settembre 1501 i reali tolsero la carica di viceré a Colombo e proclamarono governatore e giudice supremo delle isole e della terraferma delle Indie [[Nicolás de Ovando]].<ref>{{cita|Taviani|p. 236}}.</ref> L'ammiraglio organizzò un altro viaggio e su insistenti richieste il 14 marzo 1502 i reali accettarono la proposta, ma in cambio non avrebbe portato altri schiavi e non avrebbe dovuto fare scalo a Hispaniola, almeno all'andata; intanto Ovando partì con 32 navi e {{formatnum:2500}} uomini diretti verso Hispaniola.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 306}}.</ref> Colombo partì accompagnato dal fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]] e dal figlio tredicenne [[Fernando Colombo|Fernando]].
 
Le quattro navi concesse fra cui la ''Santiago'',<ref>Chiamata ''Bermuda'' per via del proprietario, Franciso Bermudez. {{cita|Morison |p. 238}}.</ref> la ''Gallega'', pilotata da Pedro de Terreros, e la ''Vizcaina'', comandata da [[Bartolomeo Fieschi]], salparono da [[Cadice]] il 9 maggio 1502. Il pilota era Juan Sánchez Romero, posto sotto gli ordini del comandante Diego Tristan:<ref>{{Cita|Vida y viajes de Cristóbal Colón|cap VIII}}.</ref> Colombo era invecchiato tanto da non poter prenderne il comando. Dopo lo scalo a [[Gran Canaria]],<ref>Il 20 maggio, in {{Cita|de Lollis 1895|p. 313}}.</ref> si riprese la traversata che finì, 20 giorni dopo, a [[Martinica]]. Dopo una sosta di qualche giorno si rivolse verso Hispaniola, città che gli era stato vietato raggiungere. Colombo aveva previsto il sopraggiungere di un uragano, così chiese rifugio per le imbarcazioni a Ovando che rifiutò. L'ammiraglio trovò un altro luogo dove ripararsi ma venti navi partite per il ritorno in Spagna su cui vi erano imbarcati de Torres, Francisco de Bobadilla e Francisco Roldán, vennero distrutte e non ci furono sopravvissuti al disastro,<ref name="cita-Taviani-p222">{{cita|Taviani|p. 222}}.</ref> mentre le navi di Colombo si salvarono. Ripartì verso l'[[America centrale]] continentale con l'intenzione di trovare un [[passaggio per le Indie]].<ref>{{cita|Martini |p. 435}}.</ref>
==== Quarto viaggio ====
[[File:Columbus4.PNG|thumb|right|Quarto viaggio]]
Dopo l'incontro con i reali avvenuto nel dicembre del 1500 a Granada, il 3 settembre del 1501 i reali tolsero la carica di viceré a Colombo e proclamarono governatore e giudice supremo delle isole e della terraferma delle Indie [[Nicolás de Ovando]].<ref>{{cita|Taviani|p. 236}}.</ref> L'ammiraglio organizzò un altro viaggio e su insistenti richieste il 14 marzo 1502 i reali accettarono la proposta, ma in cambio non avrebbe portato altri schiavi e non avrebbe dovuto fare scalo a Hispaniola, almeno all'andata; intanto Ovando partì con 32 navi e {{formatnum:2500}} uomini diretti verso Hispaniola.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 306}}.</ref> Colombo partì accompagnato dal fratello [[Bartolomeo Colombo|Bartolomeo]] e dal figlio tredicenne [[Fernando Colombo|Fernando]].
 
Tra il luglio e l'ottobre di quell'anno Colombo costeggiò l'[[Honduras]], il [[Nicaragua]] e la [[Costa Rica]]. Fra piogge continue, in 28 giorni viaggiarono per 170 miglia.<ref>{{Cita|Granzotto|pp. 311-312}}.</ref> Il 5 ottobre giunse in quello che gli indigeni chiamavano Ciguara, luogo che secoli dopo divenne il [[Canale di Panama|canale di Panamá]], raggiungendo la città di [[Panama]], il 16 ottobre. Saputo di Veragua, una regione ricca d'oro, pensò allo sfruttamento della zona, talmente impervia però da abbandonare il progetto. Gli indigeni locali ostili, armati con mazze in durissimo [[legno di palma]], in uno scontro uccisero Diego Tristan e alcuni marinai che erano andati con lui in perlustrazione e ne ferirono molti altri, fra cui lo stesso Bartolomeo. Colombo, malato da tempo, decise di abbandonare tutto, ''Gallega'' compresa, grazie all'aiuto di Diego Mendez, promosso poi al posto del defunto Tristan; le perdite furono limitate.<ref>{{cita|Tarducci|p. 496}}.</ref>
Le quattro navi concesse fra cui la ''Santiago'',<ref>Chiamata ''Bermuda'' per via del proprietario, Franciso Bermudez. {{cita|Morison |p. 238}}.</ref> la ''Gallega'', pilotata da Pedro de Terreros, e la ''Vizcaina'', comandata da [[Bartolomeo Fieschi]], salparono da [[Cadice]] il 9 maggio 1502. Il pilota era Juan Sánchez Romero, posto sotto gli ordini del comandante Diego Tristan:<ref>{{Cita|Vida y viajes de Cristóbal Colón|cap VIII}}.</ref> Colombo era invecchiato tanto da non poter prenderne il comando. Dopo lo scalo a [[Gran Canaria]],<ref>Il 20 maggio, in {{Cita|de Lollis 1895|p. 313}}.</ref> si riprese la traversata che finì, 20 giorni dopo, a [[Martinica]]. Dopo una sosta di qualche giorno si rivolse verso Hispaniola, città che gli era stato vietato raggiungere. Colombo aveva previsto il sopraggiungere di un uragano, così chiese rifugio per le imbarcazioni a Ovando che rifiutò. L'ammiraglio trovò un altro luogo dove ripararsi ma venti navi partite per il ritorno in Spagna su cui vi erano imbarcati de Torres, Francisco de Bobadilla e Francisco Roldán, vennero distrutte e non ci furono sopravvissuti al disastro,<ref name="cita|Taviani|p. 222">{{cita|Taviani|p. 222}}.</ref> mentre le navi di Colombo si salvarono. Ripartì verso l'[[America centrale]] continentale con l'intenzione di trovare un [[passaggio per le Indie]].<ref>{{cita|Martini |p. 435}}.</ref>
 
Il 16 aprile 1503 Colombo lasciò quei luoghi, ripartendo per [[Hispaniola]], scoprì le [[Isole Cayman]] e le battezzò Las Tortugas per le numerose [[tartarughe marine]] che vi erano presenti, ma durante la navigazione gli scafi risultavano infestati da dei parassiti, le [[teredini]], comuni nelle acque caraibiche che indebolirono la struttura delle tre navi rimaste. La prima a cedere fu la ''Vizcaina'' che venne abbandonata in un'insenatura. Il 25 giugno giunsero nella baia di Santa Gloria. Gli equipaggi furono costretti a sbarcare sulla costa settentrionale della [[Giamaica]]. Le navi infatti avevano imbarcato troppa acqua e la spedizione era giunta in Giamaica svuotandole con le pompe e i secchi di bordo. Poco dopo l'arrivo trascinarono le navi in riva e le puntellarono per creare un riparo e una difesa contro gli indigeni. Si trovavano vicini a un villaggio, [[Maima]].<ref>La città poi venne chiamata Siviglia, nome che durò nei secoli. Si veda {{Cita|Roselly de Lorgues|I, p. 258}}.</ref>
Tra il luglio e l'ottobre di quell'anno Colombo costeggiò l'[[Honduras]], il [[Nicaragua]] e la [[Costa Rica]]. Fra piogge continue, in 28 giorni viaggiarono per 170 miglia.<ref>{{Cita|Granzotto|pp. 311-312}}.</ref> Il 5 ottobre giunse in quello che gli indigeni chiamavano Ciguara, luogo che in futuro sarà il [[Canale di Panama|canale di Panamá]], raggiungendo la città di [[Panama]], il 16 ottobre. Saputo di Veragua, una regione ricca d'oro, pensò allo sfruttamento della zona, talmente impervia però da abbandonare il progetto. Gli indigeni locali ostili, armati con mazze in durissimo [[legno di palma]], in uno scontro uccisero Diego Tristan e alcuni marinai che erano andati con lui in perlustrazione e ne ferirono molti altri, fra cui lo stesso Bartolomeo. Colombo, malato da tempo, decise di abbandonare tutto, ''Gallega'' compresa, grazie all'aiuto di Diego Mendez, promosso poi al posto del defunto Tristan; le perdite furono limitate.<ref>{{cita|Tarducci|p. 496}}.</ref>
 
[[File:Eclipse Christophe Colomb.jpg|min|Colombo e l'eclissi lunare]]
Il 16 aprile 1503 Colombo lasciò quei luoghi, ripartendo per [[Hispaniola]], scoprì le [[Isole Cayman]] e le battezzò Las Tortugas per le numerose [[Chelonioidea|tartarughe marine]] che vi erano presenti, ma durante la navigazione gli scafi risultavano infestati da dei parassiti, le [[teredini]], comuni nelle acque caraibiche che indebolirono la struttura delle tre navi rimaste. La prima a cedere fu la ''Vizcaina'' che venne abbandonata in un'insenatura. Il 25 giugno giunsero nella baia di Santa Gloria. Gli equipaggi furono costretti a sbarcare sulla costa settentrionale della [[Giamaica]]. Le navi infatti avevano imbarcato troppa acqua e la spedizione era giunta in Giamaica svuotandole con le pompe e i secchi di bordo. Poco dopo l'arrivo trascinarono le navi in riva e le puntellarono per creare un riparo e una difesa contro gli indigeni. Si trovavano vicini a un villaggio, [[Maima]].<ref>La città poi venne chiamata Siviglia, nome che durerà nei secoli. Si veda {{Cita|Lorgues, Dandolo|p. 258}}.</ref>
Colombo vietò a chiunque di scendere dalle navi e inviò Diego Mendez con tre uomini al seguito ottenendo permessi per la caccia e la pesca. Si pensò al ritorno e l'ammiraglio ebbe l'idea di creare una canoa permettendo ad un uomo di giungere a Hispaniola: l'incarico fu affidato a Mendez.<ref>Inizialmente rifiutò osservando che era un'impresa impossibile, chiese quindi di offrire tale possibilità a tutti gli uomini sopravvissuti affermando che era l'unica possibilità che rimaneva e che solo in caso di globale rifiuto sarebbe partito lui. Tutti rifiutarono e quindi Mendez come da accordi accettò l'incarico. {{Cita|Granzotto|pp. 320-321}}.</ref> Alla fine le canoe furono due e l'esempio di Mendez fu seguito da Bartolomeo Fieschi;<ref>La loro impresa fu definita miracolosa, si veda {{cita|Tarducci|p. 536}}.</ref> con loro salirono diversi indigeni, di cui uno morì per la sete venendo poi gettato a mare. Dopo tre giorni di navigazione giunsero a Navassa e a settembre furono a [[Santo Domingo]]. Durante le lunghe trattative [[Francisco Porras]] e [[Diego Porras]],<ref>Il primo era il capitano di una delle caravelle, il secondo aveva il titolo di ''escribano'' e aveva compilato l'elenco prima della partenza, si veda {{cita|Taviani|pp. 286 e 310}}.</ref> seguiti da 48 uomini si ribellarono a Colombo, vollero tentare l'attraversata in canoa come i due tempo addietro ma non ebbero fortuna e tornarono arrendendosi. Gli indigeni stavano per ribellarsi ma Colombo riuscì poco dopo a prevedere un'[[eclissi lunare]] del [[Eclissi lunare del 1º marzo 1504|29 febbraio]] e mandò quindi a chiamare gli indigeni sostenendo che il suo Dio era in collera con loro e avrebbe oscurato il cielo. La sera la luna divenne rossa e il giorno dopo gli indigeni spaventati ripresero a fornire cibo ai superstiti.<ref>Inizialmente risero poi osservando l'insolito spettacolo si convinsero della potenza della divinità invocata da Colombo. Si veda per un'accurata descrizione dell'accaduto: {{Cita|Roselly de Lorgues|I, pp. 242-243}}.</ref> Nel mese di giugno 1504 giunse [[Diego de Salcedo]] con una nave da lui pagata con al seguito una piccola imbarcazione.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 324}}.</ref> I soccorritori erano giunti. Il 28 giugno ripartirono per Hispaniola, il 12 settembre alla volta della Spagna, pagando di tasca propria il viaggio di rientro. Arrivò in Spagna il 7 novembre.<ref name="cita-Taviani-p222"/>
 
== Gli ultimi anni ==
[[File:Eclipse Christophe Colomb.jpg|thumb|right|Colombo e l'eclissi lunare]]
A seguito del suo primo viaggio, Colombo fu designato [[Viceré]] e Governatore delle Indie, titolo che gli rese possibile l'amministrazione delle colonie nell'isola di [[Hispaniola]] con capitale in [[Santo Domingo]]. Già al termine del suo terzo viaggio, alla Corte spagnola erano giunte accuse di tirannia e di incompetenza nei riguardi di Colombo, cui la regina Isabella e il re Ferdinando risposero rimuovendo Colombo dalla sua carica, destituendolo dei propri poteri e rimpiazzandolo con [[Francisco de Bobadilla]], un membro dell'[[Ordine di Calatrava]]. Bobadilla, che ricoprì la carica di governatore dal 1500 fino al 1502, anno in cui morì a causa di una tempesta, venne incaricato di investigare la veridicità delle accuse, che ponevano al centro il problematico comportamento brutale di Colombo.
Colombo vietò a chiunque di scendere dalle navi e inviò Diego Mendez con tre uomini al seguito ottenendo permessi per la caccia e la pesca. Si pensò al ritorno e l'ammiraglio ebbe l'idea di creare una canoa permettendo ad un uomo di giungere a Hispaniola: l'incarico fu affidato a Mendez.<ref>Inizialmente rifiutò osservando che era un'impresa impossibile, chiese quindi di offrire tale possibilità a tutti gli uomini sopravvissuti affermando che era l'unica possibilità che rimaneva e che solo in caso di globale rifiuto sarebbe partito lui. Tutti rifiutarono e quindi Mendez come da accordi accettò l'incarico. {{Cita|Granzotto|pp. 320-321}}.</ref> Alla fine le canoe furono due e l'esempio di Mendez fu seguito da Bartolomeo Fieschi;<ref>La loro impresa fu definita miracolosa, si veda {{cita|Tarducci|p. 536}}.</ref> con loro salirono diversi indigeni, di cui uno morì per la sete venendo poi gettato a mare. Dopo tre giorni di navigazione giunsero a Navassa e a settembre furono a [[Santo Domingo]]. Durante le lunghe trattative [[Francisco Porras]] e [[Diego Porras]],<ref>Il primo era il capitano di una delle caravelle, il secondo aveva il titolo di ''escribano'' e aveva compilato l'elenco prima della partenza, si veda {{cita|Taviani|pp. 286 e 310}}.</ref> seguiti da 48 uomini si ribellarono a Colombo, vollero tentare l'attraversata in canoa come i due tempo addietro ma non ebbero fortuna e tornarono arrendendosi.
 
Arrivato a Santo Domingo nel mentre in cui Colombo era assente perché impegnato in certe esplorazioni del suo terzo viaggio, Bobadilla venne immediatamente messo al corrente delle lamentele contro i tre fratelli Colombo: Cristoforo, Bartolomeo e Diego. Bobadilla registrò come regolarmente Colombo fece ricorso alla [[tortura]] e alla mutilazione come metodi per governare Hispaniola. Il resoconto di Bobadilla risultò quindi un vero e proprio registro di 48 pagine sui problemi che il comportamento dei Colombo causò nell'isola. Il resoconto è stato rinvenuto nel 2006 nell'Archivio Nazionale di Spagna, presso la città di [[Simancas]]. Esso contiene le testimonianze di 23 persone, tra amici e oppositori di Colombo, in particolare incentrate sul trattamento dei coloni durante i sette anni di regno.<ref name="Tremlett">{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/world/2006/aug/07/books.spain|autore=Giles Tremlett|titolo=Lost document reveals Columbus as tyrant of the Caribbean|accesso=7 agosto 2006|lingua=en}}</ref><ref name="Varela">{{Cita|Varela}}.</ref>
Gli indigeni stavano per ribellarsi ma Colombo riuscì poco dopo a prevedere un'[[eclissi lunare]] del [[eclissi lunare del 1º marzo 1504|29 febbraio]] e mandò quindi a chiamare gli indigeni sostenendo che il suo dio era in collera con loro e avrebbe oscurato il cielo. La sera la luna divenne rossa e il giorno dopo gli indigeni spaventati ripresero a fornire cibo ai superstiti.<ref>Inizialmente risero poi osservando l'insolito spettacolo si convinsero della potenza della divinità invocata da Colombo. Si veda per un'accurata descrizione dell'accaduto: {{Cita|Lorgues, Dandolo|pp. 242-243}}.</ref> Nel mese di giugno 1504 giunse [[Diego de Salcedo]] con una nave da lui pagata con al seguito una piccola imbarcazione.<ref>{{Cita|Granzotto|p. 324}}.</ref> I soccorritori erano giunti. Il 28 giugno ripartirono per Hispaniola, il 12 settembre alla volta della Spagna, pagando di tasca propria il viaggio di rientro. Arrivò in Spagna il 7 novembre.<ref name="cita|Taviani|p. 222"/>
 
Stando al resoconto di Bobadilla, in un'occasione Colombo punì un uomo colpevole di furto facendogli tagliare orecchie e naso e quindi vendendolo come schiavo. Altri testimoni, sempre registrati nell'istruttoria di Bobadilla, dichiarano che Colombo si congratulò con il fratello Bartolomeo per aver "difeso la famiglia" allorché quest'ultimo costrinse una donna a sfilare nuda per le strade prima di reciderle la lingua, come punizione per aver sostenuto che Colombo fosse di umili origini.<ref name="Tremlett"/><ref name="Varela"/> Il documento di Bobadilla descrive inoltre come Colombo sterminò una buona quantità di nativi dell'isola: prima diede luogo a una severa repressione in cui molti nativi rimasero uccisi, in seguito fece sfilare per le strade i loro corpi smembrati con l'intento di scoraggiare eventuali ribellioni.<ref>{{Cita web|url=https://www.history.com/news/columbus-day-controversy|titolo=Columbus Controversity|accesso=13 gennaio 2020|lingua=en}}</ref>
=== La morte a Valladolid ===
 
[[File:Tumba de Colon-Sevilla.jpg|thumb|upright|left|La tomba di Colombo nella [[cattedrale di Siviglia]]; in realtà dentro vi sono le spoglie di Luis Colombo e del fratello.<ref name=":015" />]]
Nel suo studio sul resoconto di Bobadilla, la storica Consuelo Varela sottolinea gli aspetti severi del governo di Colombo, non dissimili da quelli di un [[Tirannia|tiranno]], che portarono anche alcuni sostenitori ed amici a riconoscere le atrocità da lui compiute.<ref name="Tremlett"/>
 
A seguito delle accuse mosse contro di loro, Colombo e i fratelli furono arrestati e imprigionati durante il loro ritorno in Spagna dal terzo viaggio; vennero poi rilasciati per ordine di re Ferdinando. Non molto dopo, il re e la regina convocarono i fratelli al palazzo di [[Alhambra]], a [[Granada]]. Lì, i reali prestarono udienza alle difese da loro avanzate, ripristinarono il loro stato di libertà e le loro ricchezze e, dopo una determinata operazione di persuasione, accordarono a Colombo il quarto viaggio. Ciò nonostante, vietarono a Colombo qualsiasi potere di governo e di imposizione sulla popolazione. Il titolo di governatore delle Indie Occidentali venne infatti accordato a [[Nicolás de Ovando y Cáceres]].<ref>{{cita pubblicazione |autore=David Cooke Noble|titolo=Nicolás de Ovando |rivista=Encyclopedia of Latin American History and Culture |editore=Charles Scribner's Sons |città=New York |volume=vol.4|anno=1996|p=254}}</ref>
 
Ancor prima della scoperta del resoconto di Bobadilla, avvenuta nel 2006, lo storico statunitense David E. Stannard, nel suo saggio ''Olocausto americano'' chiarì alcuni punti circa la condotta di Colombo, sottolineando i fattori culturali e quelli personali nonché psicologici che lo pongono al medesimo livello dei [[conquistadores]] spagnoli che lo seguirono, giungendo a stabilire sistemi di sfruttamento dei nativi e delle risorse naturali delle terre scoperte. Scrisse Stannard: {{citazione|Sotto molti punti di vista, Colombo non fu altro che un'incarnazione attiva e teatrale della mente e dell'anima europea, e in particolare mediterranea, del suo tempo: un fanatico religioso ossessionato dalla conversione, dalla conquista o dallo sterminio di tutti gli infedeli; un crociato degli ultimi giorni in cerca di fama personale e ricchezza, che si aspettava che il mondo immenso e misterioso che aveva scoperto fosse pieno di razze mostruose che abitavano le foreste selvagge e di gente felice che viveva nell'Eden. Provava anche un'intolleranza e un disprezzo tale per tutto ciò che non appariva e non si comportava come lui, per chi non credeva in ciò che lui credeva, che pensò che fosse accettabile imprigionare, rendere schiavi e uccidere le persone che non erano come lui. Fu la personificazione secolare di ciò che più di mille anni di cultura cristiana avevano creato. A questo punto, il fatto che abbia dato avvio a una campagna di orribili violenze contro i nativi dell'isola di Hispaniola non dovrebbe più sorprendere nessuno. Piuttosto sarebbe sorprendente se "non" avesse inaugurato la carneficina.|David E. Stannard, ''Olocausto americano''<ref>{{Cita|Stannard|p. 324}}.</ref>}}
 
Chi si oppone alla sovrapposizione netta tra l'operato di Colombo e quello dei successivi conquistatori spagnoli delle Americhe sottolinea come il vero e proprio genocidio dei popoli amerindi non fu dettato esclusivamente dalle brutalità e dallo sfruttamento ad opera dei colonizzatori ma il contesto di un contatto che portò con sé virus e altre malattie che decimarono la popolazione delle Americhe.<ref>Marco D'Attoma, [http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/esploratore-o-genocida-il-grande-dibattito-su-cristoforo-colombo/ ''Esploratore o genocida? Il grande dibattito su Cristoforo Colombo''], Osservatorio Globalizzazione, 11 gennaio 2021</ref>
 
== La morte a Valladolid ==
[[File:Tumba de Colon-Sevilla.jpg|min|verticale|sinistra|La [[Tomba di Cristoforo Colombo|tomba di Colombo]] nella [[cattedrale di Siviglia]]<ref name=":015" />]]
Alla fine del 1504 decise di non lasciare più il Regno di Castiglia, anche se in un ambiente a lui ostile. Risiedeva a Siviglia mentre i reali a [[Segovia]]. Inviava lettere al figlio, Diego, divenuto cortigiano di corte chiedendo incontri con i reali che non ebbero mai luogo. La regina Isabella, sua protettrice, malata da tempo, nel frattempo era morta, mentre il Re e la corte non compresero l'importanza delle sue scoperte, né accettarono il suo "''[[Memorial des Agravios]]''", un lungo memoriale sui torti ricevuti.
 
Il figlio riuscì a far ottenere al padre un incontro con re Ferdinando,<ref>Giunse stanco e malato. {{cita|Tarducci|p. 622}}</ref> e per le sue rivendicazioni fu decisa la creazione di un ruolo apposito, di un [[Arbitrato|arbitro]], ricadendo su padre Deza tale compito che svolse con dedizione,<ref>Si parlò del «decimo», che era quanto gli sospettava sui beni d'oltreoceano, non sul lordo ma sul netto che risultava essere un quinto. L'«ottavo» era la parte che Colombo avrebbe dovuto percepire sugli scambi da lui prodotti per cui la corona non rientrava in quei calcoli. Infine il «terzo», per cui Colombo avrebbe pensato a una parificazione di titolo del suo ammiraglio del Mare Oceano con il grande ammiraglio di Siviglia che percepiva un terzo come tributo personale, improponibile secondo Deza. Si veda per dettagli {{Cita|Granzotto|p. 329}}</ref> ma i risultati non furono dei migliori per Colombo. Gli offrirono [[Carrión de los Condes]] in cambio di tutte le sue rivendicazioni ma egli rifiutò, giungendo in seguito a [[Valladolid]]., Morì a Valladolidmorendo il 20 maggio 1506 all'età di 54 anni, vigliaalla vigilia dell'[[Ascensione di Gesù|Ascensione]], a causa di un [[Infarto miocardico acuto|attacco di cuore]] dovuto alla [[sindrome di Reiter]], come ipotizzato dallo studioso Antonio Rodriguez Cuartero dell'[[Università di Granada]] e dichiarato su{{Senza fonte|in una pubblicazione del febbraio 2007.}} I sintomi di tale malattia sono stati ritrovati nei diari di Colombo e negli scritti dei suoi contemporanei: dolore durante la [[minzione]], rigonfiamento e indebolimento delle ginocchia e [[congiuntivite]], diventati evidenti negli ultimi tre anni di vita.<ref>{{cita web|url=http://www.eluniversal.com.mx/notas/408828.html|titolo=Esclarecen causas de muerte de Cristóbal Colón|lingua=es|sito=eluniversal.com.mx|data=25 febbraio 2007 |accesso=17 agosto 2011|dataarchivio=24 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140924130843/http://www.eluniversal.com.mx/notas/408828.html|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:IL CONSOLE USA IN VISITA ALL’UNIVERSITÀ DI PAVIA (28250236188).jpg|min|verticale|Teca contenente alcune ossa di Cristoforo Colombo nella [[Biblioteca universitaria di Pavia]]]]
 
Il funerale probabilmente avvenne nella chiesa di Santa Maria de la Antigua,; peril poicorpo venir sepoltofu inizialmente sepolto nel chiostro di San Francesco.<ref name=":015">{{Cita libro|autore=Corina Bucher|traduttore=Adriano Ardovino|titolo=Cristoforo Colombo|collana=I protagonisti della storia|anno=2019|editore=[[Salerno Editrice]]|città=[[Pioltello]] (MI)|pp=189-191|volume=9|ISSN=2531-5609}}</ref>, Iquindi suoifu resti furono poi inumati a [[Siviglia]]inumato nel [[1518]] nella cripta di un [[Monastero di Santa Maria de las Cuevas|monastero a La Cartuja]] (di [[Siviglia]], dove venne poi sepolto anche suoil figlio [[Diego Colombo|Diego]]).<ref name=":015" />. Nel 1537, suiautorizzata richiestada del[[Carlo testamento di DiegoV]], lela spoglievedova deidi ColomboDiego vennerodette trasportateseguito aalla Hispaniolarichiesta nellatestamentaria [[Cattedraledel marito di Santotrasferire Domingole despoglie ladei Calzada|cattedrale di Santo Domingo]], includendoColombo (Cristoforo, la moglie, e i fratelli Bartolomeo e Giacomo;) questea ultimeHispaniola, volontànella furono adempiute dalla vedova[[Cattedrale di Diego,Nostra maSignora ldell'autorizzazioneIncarnazione di(Santo questaDomingo)|cattedrale vennedi autorizzataSanto solo con Carlo VDomingo]]; le spoglie furono messe nella tomba della famiglia costruita da Luis Colombo, figlio di Diego, nel coro della cattedrale.<ref name=":015" /> Santo Domingo venne occupata da [[Francis Drake]] e saccheggiata, inclusa la cattedrale e non è da escludere che i resti di Cristoforo venerosiano stati portati in Inghilterra dal corsaro assieme ai corredi sepolcrali, avendo avuto l'incarico da [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] di prendere i simboli del dominio spagnolo nelle Americhe.<ref name=":015" /> Tempo dopo, l'arcivescovo [[Francisco Pio]] sostenne di aver nascosto le spoglie dell'esploratore prima dell'occupazione della città da parte di [[William Penn (ammiraglio)|William Penn]], ma non si sa se parlasse delle spoglie di Cristoforo o dei due nipoti Cristobal Colombo II e Luis Colombo.<ref name=":015" /> Nella seconda metà del XVIII secolo venne scoperta in una nicchia della cattedrale una cassetta di piombo con dei resti umani; essendo l'isola stata ceduta ai francesi nel 1795, questa venne spostata nella [[cattedrale dell'Avana]] e poi, nel 1898 in seguito alla vittoria degli [[Stati Uniti]] nella [[guerra ispano-americana]], di nuovo a Siviglia in un elaborato [[catafalco]].<ref name="dna1">{{cita web|url=http://www.edicolaweb.net/nw05_03a.htm|titolo=Il DNA potrebbe risolvere il mistero di Colombo|sito=edicolaweb.net|data=11 giugno 2002|accesso=16 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110907143448/http://www.edicolaweb.net/nw05_03a.htm|dataarchivio=7 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cervantesvirtual.com/obra-visor/cristbal-coln---traslacin-de-sus-restos-mortales-a-la-ciudad-de-sevilla-0/html/|titolo=Cristóbal Colón: traslación de sus restos mortales a la ciudad de Sevilla|sito= cervantesvirtual.com|lingua=es|accesso=17 agosto 2011}}</ref> Nella [[Biblioteca universitaria di Pavia|biblioteca Universitaria di Pavia]] si conservano, in una teca, alcune piccole ossa di Cristoforo Colombo donate dal nunzio apostolico a Cuba nel 1880.<ref>{{Cita web|url=http://www.bibliotecauniversitariapavia.it/bu/index.php?it/367/ceneri-di-colombo|titolo=Ceneri di Colombo|autore=Maria Cristina Regali Antonella Campagna|sito=www.bibliotecauniversitariapavia.it|data=10 ottobre 2016-10-10|accesso=9 marzo 2019-03-09}}</ref>
 
== La disputa sulla "vera" tomba ==
Nel 1877, durante i lavori di restauro della cattedrale di Santo Domingo, venne scoperta da parte del cappuccino italiano [[Rocco Cocchia|Rocco de Cesinali]] una cassa di piombo contenente 13 frammenti d'osso grandi e 28 piccoli; su di essa c'era una scritta recitante: «''Uomo celebre ed eletto - Don Cristoval Colon - Scopritore dell'America - Primo Ammiraglio''».<ref name=":015" /> Attualmente questeLe spoglie riposano al [[faro di Colombo]], voluto dal [[Repubblica Dominicana|governo dominicano]] (convinto che nel 1795 si siano riportate per sbaglio in Spagna le ossa del figlio Diego) a perenne memoria dello scopritore del continente americano.<ref name="dna1"/><ref name=dna2>{{cita web|url=http://www.antikitera.net/news.asp?ID=1758&TAG=Crociate&page=2|titolo=I risultati del DNA potrebbero identificare Cristoforo Colombo|sito=antikitera.net|data=21 gennaio 2004|accesso=17 agosto 2011}}</ref> Nonostante ciò, oggi è considerato un falso.<ref name=":015" /> In occasione del giubileo del 1892, in previsione di una possibile [[canonizzazione]], l'[[Università degli Studi di Pavia|università di Pavia]] e [[Papa Leone XIII|Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi]] dichiararono di possedere già alcune ossa di Colombo, così come il governo spagnolo: le spoglie all'Avana vennero spostate nella cattedrale di Siviglia, ove era già seppellito Fernando Colombo.<ref name=":015" />
 
Nel giugno del 2002 i professori spagnoli Marcial Castro e Sergio Algarrada hanno cercato di risolvere il problema del luogo di sepoltura di Colombo, reclamato per l'appunto dalla cattedrale di Santo Domingo e da quella di Siviglia. L'intento dei due studiosi era di estrarre, con l'aiuto dell'Università di Granada, del [[DNA]] dai resti umani di entrambe le cattedrali e quindi compararlo con il DNA del secondogenito [[Fernando Colombo|Fernando]] (figlio naturale avuto dall'unione con Beatriz Enriquez de Arana), la cui identità è certa.<ref name=dna2/> Se le autorità [[Andalusia|andaluse]] ([[Comunità autonome della Spagna|comunità autonoma]] dove si trova Siviglia) hanno formalmente chiesto autorizzazione alla cattedrale di Siviglia per riesumare i resti del presunto Colombo, altrettanto non hanno fatto le autorità della [[Repubblica Dominicana]].<ref name=dna1/> L'Università di Granada, nel giugno 2003, ha comunque proceduto al prelievo del DNA dalle ossa di Siviglia<ref>{{cita web|url=http://www.edicolaweb.net/nw12_01a.htm|titolo=Test del DNA per Cristoforo Colombo|sito=edicolaweb.net|data=4 giugno 2003|accesso=17 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110824030205/http://www.edicolaweb.net/nw12_01a.htm|dataarchivio=24 agosto 2011}}</ref> e a un'osservazione delle stesse.
 
[[File:Genova-IMG 3345-2.jpg|thumbmin|uprightverticale|Cristoforo Colombo sulla tolda della nave indica la via per il Nuovo mondo. Particolare di un manifesto illustrativo per l'[[esposizione italo-americana]] del 1892, tenuta in occasione del quattrocentenario della scoperta dell'America]]
Proprio in questa fase parve che le ossa non coincidessero con quelle di una persona dalle caratteristiche fisiche, o con l'età al momento della morte, di Cristoforo,<ref>{{cita news|autore=Giles Tremlett|url=http://www.guardian.co.uk/spain/article/0,2763,1280590,00.html|titolo= Young bones lay Columbus myth to rest |pubblicazione= [[The Guardian]] |lingua=en |data= 11 agosto 2004|accesso=17 agosto 2011}}</ref> ma il DNA isolato (in realtà un piccolo frammento di [[DNA mitocondriale|mtDNA]]) ha evidenziato una corrispondenza con quello del fratello [[Giacomo Colombo|Giacomo]], prova che entrambi ebbero la stessa madre.<ref name="remains">{{Cita news|autore=Rossella Lorenzi|titolo=DNA Suggests Columbus Remains in Spain|lingua=en|url=http://dsc.discovery.com/news/briefs/20041004/columbus.html|pubblicazione=Discovery News|data=6 ottobre 2004|accesso=17 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20121216060047/http://dsc.discovery.com/news/briefs/20041004/columbus.html|dataarchivio=16 dicembre 2012}}</ref><ref name=dna3>{{cita web|url=http://www.msnbc.msn.com/id/12871458/|titolo=DNA verifies Columbus' remains in Spain|sito=msnbc.msn.com|lingua=en|data=19 maggio 2006|accesso=17 agosto 2011}}</ref> Questa prova, unita ad analisi [[Antropologia|antropologiche]] e storiche, ha rafforzato nei ricercatori l'idea che la vera tomba di Cristoforo Colombo sia quella posizionata nella cattedrale di Siviglia.<ref name="bare_url">{{cita pubblicazione|autore=M.J. Álvarez-Cubero|coautori=L.J. Martínez-González; M. Saiz; J.C. Álvarez; J.A. Lorente|data=8 marzo 2010|titolo=Nuevas aplicaciones en identificación genética|rivista=Cuadernos de Medicina Forense|volume=vol. 16|numero=numeri 1 e 2|pp=5-18|id=ISSN 1135-7606|url=http://scielo.isciii.es/scielo.php?pid=S1135-76062010000100002&script=sci_arttext|lingua = es|accesso=17 agosto 2011}}</ref> Visto che non è stato possibile esaminare i frammenti umani di Santo Domingo, non è noto se anch'essi appartengano a Cristoforo Colombo.<ref name=dna3/><ref name="bare_url" />
 
== Errore di calcolo ==
L'impresa navale di Colombo, motivata dal desiderio di raggiungere le Indie e commerciarvi direttamente e più velocemente, fu resa possibile dalla determinazione del viaggiatore genovese ma paradossalmente anche – come avviene nel caso di molte scoperte – da un suo errore. Egli sosteneva infatti che la [[Terra]] avesse un [[Raggio terrestre|diametro]] più piccolo di quello effettivo.<ref>Aveva raccolto i dati di Tolomeo che aveva calcolato 180 gradi coperti dalle terre conosciute e 180 da solo mare. Colombo studiò anche i dati di [[Marino di Tiro]] che reputava 225 [[Grado d'arco|gradi]] di terra conosciuta (e quindi 135 di mare), e del Toscanelli, che valutava 160 gradi di mare compresi i 20 di Canarie e Azzorre ({{Cita|Taviani|p. 161}}). Dai 135 gradi di Marino Colombo aggiunse i 28 gradi portati da Marco Polo per le sue scoperte e 30 come distanza stimata fra Catai (Cina) e Cipango (Giappone) ({{cita|Yeh|p. 90}}), quindi tolse 9 gradi, in quanto intendeva per traversata quella che sarebbe partita dalle Canarie, e altri 8 per calcoli di Colombo stesso. Colombo ridusse quindi il raggio della Terra, rispetto ai calcoli di Tolomeo, di circa {{frac|2|3}}. Il grado corrisponde a 60 miglia, come descrisse Aristotele, Colombo scelse la teoria di Tolomeo che ne prevedeva 50, studiò anche [[Ahmad ibn Muhammad ibn Kathir al-Farghani|Alfraganus]] che valutò in 56 miglia il grado, ma Colombo pensando che si trattassero di miglia identiche a quelle romane calcolò il dato in 45 miglia ({{Cita|Granzotto|pp. 71-75}}) e che il continente euroasiatico fosse più esteso di quanto non sia in realtà: la composizione di questi due errori, originati rispettivamente da [[Paolo Dal Pozzo Toscanelli|Toscanelli]] e [[Marco Polo]], aveva come effetto la convinzione, nei fatti infondata, di poter compiere la traversata dall'Europa all'Asia.</ref> A quell'epoca, in effetti, nessuna nave sarebbe stata in grado di compiere gli oltre {{M|20 000|k|mul=km}} che separano la Spagna dal Giappone, se non altro perché non esisteva nave capace di stoccare a bordo un quantitativo di provviste sufficienti al compimento del viaggio, che avrebbe richiesto – in condizioni ottimali – più di quattro mesi. I calcoli di Colombo erano sbagliati, mentre quelli dei suoi avversari erano sostanzialmente corretti: Colombo stimava in appena {{M|4 400|k|mul=km}} la distanza dalle [[isole Canarie]] alla costa asiatica, un valore cinque volte più piccolo di quello reale.
 
La grande fortuna di Colombo fu che il suo viaggio venne molto ridotto, perché sulla strada per le Indie trovò le [[Americhe]], altrimenti la sua spedizione sarebbe sicuramente perita in mezzo all'oceano, o sarebbe tornata indietro. La forte opposizione che Colombo incontrò derivava dal fatto che la traversata oceanica era considerata troppo lunga per essere fattibile e [[Terra piatta|non già dalla credenza che la Terra fosse piatta]]. Infatti, laLa consapevolezza della sfericità della Terra era opinione comune già della gente colta del [[basso Medioevo]] (per tutti, si possono citare [[Tommaso d'Aquino]] e [[Dante Alighieri]]). Già dall'antichità, le osservazioni prodotte in ambiente [[Astronomia|astronomico]]-[[Matematica|matematico]] [[Ellenismo|ellenistico]] (dove la circonferenza della Terra era stata accuratamente misurata da [[Eratostene]]) erano state riprese e perfezionate dagli scienziati musulmani, che avevano tradotto e studiato quei testi, e dagli studiosi occidentali.
 
Oltretutto, all'epoca in cui Colombo effettuò i suoi calcoli per il compimento del primo viaggio, il [[Raggio terrestre#Il metodo di Eratostene|procedimento di Eratostene]] (che fornisce una stima della misura della circonferenza terrestre con un margine di errore minore del 5%) era disponibile e avrebbe potuto essere ripetuto. Colombo stesso non si rese conto di essere su un continente diverso da quello che si aspettava: in seguito, come annotò sui suoi diari, battezzò le terre scoperte ''nuevo mundo'' e nel terzo viaggio dubitò di essere giunto in un nuovo continente.<ref>In una nota del 14 agosto 1498 del diario di bordo, trascritto da Las Casas, si legge che il dubbio che fosse un nuovo continente era affiorato nella mente di Colombo, anche se ufficialmente credette che era giunto vicino al Paradiso terrestre. Lettera di Colombo ai re cattolici di Castiglia e Aragona, maggio-agosto 1498, pp. 154-155, citata in {{cita|Bossi|p. 234}}.</ref> La leggenda che la Terra fosse considerata piatta deriva da un romanzo del 1828, ''[[La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo]]'' di [[Washington Irving]], che, in odio alla [[Chiesa cattolica]], descriveva la falsa immagine di un Colombo unico sostenitore della teoria di una Terra rotonda contro la pretesa ignoranza medioevale imposta dal [[Chiesa cattolica|cattolicesimo]]<ref>{{Cita web|url=https://sites.google.com/site/americalascoperta/alcuni-misteri-sulla-scoperta|titolo=Alcuni misteri sulla scoperta|accesso=17 aprile 2015|dataarchivio=22 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150422062946/https://sites.google.com/site/americalascoperta/alcuni-misteri-sulla-scoperta|urlmorto=sì}}</ref>. In realtà, come si è scritto in precedenza, l'appoggio ecclesiastico a Colombo fu determinante nel vincere proprio le resistenze dei suoi avversari all'organizzazione e al finanziamento del primo viaggio.
 
== Colombo e l'apocalittica medievale ==
{{Citazione|Cominciai a navigare per mare ad un'età molto giovane, e ho continuato fino ad ora. Questa professione crea in me una curiosità circa i segreti del mondo. Durante gli anni della mia formazione, studiai testi di ogni genere: cosmografia, storie, cronache, filosofia e altre discipline. Attraverso questi scritti, la mano di nostro Signore aprì la mia mente alla possibilità di navigare fino alle Indie, e mi diede la volontà di tentare questo viaggio. Chi potrebbe dubitare che questo lampo di conoscenza non fosse l'opera dello Spirito santo?|Cristoforo Colombo, ''Libro delle profezie'', 67}}
I primi esploratori del [[Nuovo Mondo]] portarono con sé, in quella che sarebbe poi stata chiamata "America", un vasto bagaglio di convinzioni, attese, pronostici, che appartenevano al patrimonio delle attese apocalittiche ed [[escatologiaEscatologia|escatologiche]] del [[Basso Medioevo]]. In questa trasmissione, Cristoforo Colombo giocò un ruolo importantissimo. Uomo caratterizzato da una grande devozione personale,<ref>{{Citacita webnews|rivista=Cristianità|numero=203|anno=1992|url=http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/parentim_tangheronim203.htm|titolo=Cristoforo Colombo, ammiraglio genovese e "defensor fidei" (di M.|autore=Maurizio Parenti|autore2=Marco eTangheroni|data=7 M.marzo Tangheroni)1992|accesso=1422 agosto 20122024}}</ref> conoscitore dei testi di [[Gioacchino da Fiore]] sull'avvento della "terza epoca" della storia, l'epoca dello [[Spirito Santo]], Colombo era certo di ricoprire un ruolo importante nel futuro provvidenziale dei regni ispanici. In questa visione apocalittica, i suoi viaggi erano il penultimo episodio, prima della riconquista di [[Gerusalemme]], l'avvenimento che avrebbe dato l'avvio agli ''"[[escatologia cristiana|ultimi tempi'']]" e all'instaurazione del [[millenarismoMillenarismo|millennio di pace]], a sua volta preludio della [[Fine del mondo#Cristianesimo|fine del mondo]].
 
Colombo compilò anche un'opera [[Profezia|profetica]] e [[Propaganda|propagandistica]], il ''Liber prophetiarum'' ("Libro delle profezie"), in cui tesseva le lodi di [[Isabella di Castiglia]] e [[Ferdinando II d'Aragona|Fernando d'Aragona]] e dei regni ispanici sui quali essi regnavano, con la consapevolezza che i "[[re cattolici]]" avrebbero occupato un ruolo provvidenziale nella storia cristiana. In quest'opera, Colombo ribadiva che, in tutti i viaggi che aveva intrapreso, egli aveva agito in accordo con i due sovrani e sotto il potere spirituale di [[papa Alessandro VI]]. Colombo compose questo libro per collocare le sue scoperte all'interno di una più ampia sequenza di eventi, che sarebbero stati cruciali per la salvezza dell'umanità: ai suoi occhi, la scoperta della nuova via verso l'Oriente rappresentava il primo passo verso la liberazione di [[Gerusalemme]] e della [[Terra santa]] dal dominio [[Islam|musulmano]]. In esso Colombo affermava:
[[File:19092015-DSC 2997.JPG|thumb|upright=0.8|Statua di Cristoforo Colombo a Genova]]
{{citazione|Dico che io debbo allo Spirito Santo tutta la mia navigazione dalla mia giovinezza in poi.<ref>{{Cita|Colombo|p. 453}}.</ref>}}
In questa prospettiva, Colombo vedeva i sovrani di Castiglia e Aragona come attori fondamentali nel rinnovamento del mondo: «Altezze, pensate a quanto poco denaro e fatica vi sia costata la [[Reconquista|riconquista]] del [[Regno di Granada]]! L'abate calabrese [[Gioacchino da Fiore]] disse che colui che ricostruirà il [[Tempio di Gerusalemme|Santuario]] sul [[monte Sion]] verrà dalla Spagna».<ref>Libro delle profezie, 77.</ref> Colombo era anche sicuro che un ruolo speciale era riservato ai [[Francescani]] nelle attività [[Missionario|missionarie]] che si sarebbero avviate e vedeva le Americhe come la nuova arena in cui il proselitismo cristiano avrebbe potuto realizzarsi. Di fatto, anche i missionari europei che cominciavano a incontrare gli indigeni americani, contestualizzavano queste popolazioni, nel quadro della loro visione [[Divina Provvidenza|provvidenzialistica]] della storia, come l'ultimo popolo [[Paganesimo|pagano]] la cui conversione (prima di quella degli [[Ebrei]] e del ristabilimento di Gerusalemme come capitale dell'umanità) avrebbe portato a compimento le attese medievali della futura [[Apocalisse]].<ref>{{Cita libro|autore=Michael A. Ryan|titolo=A Kingdom of Stargazers: Astrology and Authority in the Late Medieval Crown of Aragon|anno=2011|editore=Cornell University Press|isbn=978-0-8014-4984-0|città=Londra|pp=178-180}}</ref>
 
[[File:Genova - piazza Acquaverde - monumento a Cristoforo Colombo.jpg|min|verticale=0.8|Statua di Cristoforo Colombo a Genova]]
Colombo compilò anche un'opera [[Profezia|profetica]] e [[Propaganda|propagandistica]], il ''Libro delle profezie'' (''Liber prophetiarum''), in cui tesseva le lodi di Isabella di Castiglia e Fernando d'Aragona e dei regni ispanici sui quali essi regnavano, con la consapevolezza che i "[[re cattolici]]" avrebbero occupato un ruolo provvidenziale nella storia cristiana. In quest'opera, Colombo ribadiva che, in tutti i viaggi che aveva intrapreso, egli aveva agito in accordo con i due sovrani e con il potere spirituale di [[papa Alessandro VI]]. Colombo compose questo libro per collocare le sue scoperte all'interno di una più ampia sequenza di eventi che sarebbero stati cruciali per la salvezza dell'umanità: ai suoi occhi, la scoperta della nuova via verso l'Oriente rappresentava il primo passo verso la liberazione di Gerusalemme e della [[Terra santa]] dal dominio [[Islam|musulmano]]. Nonostante tutto questo, però, poiché l'unico manoscritto del ''Libro delle profezie'' rimase nella biblioteca della famiglia Colombo a Siviglia, sembra ragionevole supporre che quest'opera non sia mai stata inviata ai sovrani ispanici e che Colombo abbia portato il codice con sé nel suo quarto e ultimo viaggio.<ref>Roberto Rusconi, ed. ''The book of Prophecies, edited by Christopher Columbus''. Berkeley: University of California Press, 1997, pp. iii-vi.</ref>
In questa prospettiva, Colombo vedeva i sovrani di Castiglia e Aragona come attori fondamentali nel rinnovamento del mondo:
{{citazione|Altezze, pensate a quanto poco denaro e fatica vi sia costata la [[riconquista]] del [[Regno di Granada]]! L'abate calabrese Gioacchino da Fiore disse che colui che ricostruirà il [[Tempio di Gerusalemme|Santuario]] sul [[monte Sion]] verrà dalla Spagna.<ref>Libro delle profezie, 77.</ref>}}
 
Colombo era anche sicuro che un ruolo speciale era riservato ai [[Francescani]] nelle attività [[Missionario|missionarie]] che si sarebbero avviate e vedeva le Americhe come la nuova arena in cui il proselitismo cristiano avrebbe potuto realizzarsi. Di fatto, anche i missionari europei che cominciavano a incontrare gli indigeni americani, contestualizzavano queste popolazioni, nel quadro della loro visione [[Divina Provvidenza|provvidenzialistica]] della storia, come l'ultimo popolo [[Paganesimo|pagano]] la cui conversione (prima di quella degli [[Ebrei]] e del ristabilimento di Gerusalemme come capitale dell'umanità) avrebbe portato a compimento le attese medievali della futura [[Apocalisse]].<ref>{{Cita libro|autore=Michael A. Ryan|titolo=A Kingdom of Stargazers: Astrology and Authority in the Late Medieval Crown of Aragon|url=https://archive.org/details/kingdomofstargaz00ryan|anno=2011|editore=Cornell University Press|isbn=978-0-8014-4984-0|città=Londra|pp=[https://archive.org/details/kingdomofstargaz00ryan/page/178 178]-180}}</ref>
 
Nonostante tutto questo, però, poiché l'unico manoscritto del "Libro delle profezie" rimase nella biblioteca della famiglia Colombo a Siviglia, sembra ragionevole supporre che quest'opera non sia mai stata inviata ai sovrani ispanici e che Colombo abbia portato il codice con sé nel suo quarto e ultimo viaggio.<ref>{{cita|Rusconi|pp. iii-vi}}.</ref>
 
== Retrodatazione della scoperta dell'America ==
{{vedi anche|colonizzazione europea delle Americhe#Retrodatazione della scoperta dell'America}}
Prima di Colombo già alcuni popoli avevano compiuto dei tentativi verso il nuovo continente, come ad esempio i [[vichinghi]] (che certamente giunsero a [[Terranova]]) e i portoghesi, che avevano colonizzato le [[Azzorre]], situate al largo nell'Atlantico; alcuni colonizzatori [[Islanda|islandesi]] erano giunti inoltre in [[Groenlandia]] all'inizioverso il finire del [[IIX secolo]].<ref name="Superquark" />. Comunque, nonostante l'[[America]] fosse già stata quasi sicuramente raggiunta da altri popoli, a Colombo va il meritofatto di aver innescato uno straordinario processo di [[colonizzazione]] del nuovo mondo, portando così alla vera e propria scoperta di esso da parte di tutti. I [[vichinghi]] e gli [[islandesi]] non colonizzarono su larga scala le nuove terre scoperte, abbandonandole dopo poco, probabilmente perché molto lontane e in parte inospitali.
 
Secondo il giornalista [[Ruggero Marino]]<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/cultura/innocenzo_viii_papa_che_riscopri_nuovo_mondo/11-10-2005/articolo-id=34850-page=0-comments=1|titolo= «Innocenzo VIII, il Papa che riscoprì il Nuovo Mondo»|pubblicazione= [[Il Giornale]]|data=11 ottobre 2005|accesso=16 agosto 2011}}</ref> la scoperta dell'America da parte di Colombo sarebbe da anticipare di qualche anno. Secondo queste tesi, il navigatore avrebbe compiuto già nel 1485 un viaggio che lo avrebbe portato nel Nuovo Mondo. Questo lo si potrebbe dedurre da vari indizi: la rotta seguita da Colombo nel primo viaggio nel 1492 segue esattamente le correnti, inoltre, sulla tomba di [[papa Innocenzo VIII]] è riportata la frase "Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo". Il [[papa]] però morì il 25 luglio 1492, alcuni giorni prima della partenza ufficiale. L'autore di detta iscrizione può avere sia fatto semplice riferimento all'ultimo [[anno solare]] in cui visse Innocenzo VIII, appunto il 1492, quanto all'oggi noto ruolo di "protettore" che detto Papapapa ebbe nei confronti di Colombo<ref>{{cita|Geraldini, Menestò|}}.</ref>. È da notare anche che il navigatore turco [[Piri Reìs]], nella sua [[Mappa di Piri Reis|famosa mappa]], realizzata nei primi decenni del [[XVI secolo]], annotò che la zona delle [[Antille]] era stata scoperta nell'anno del [[calendario islamico]] 896 (corrispondente al 1490/1491 dell'era cristiana) da parte di un genovese infedele di nome Colombo.<ref>{{cita web|url=http://www.sacred-texts.com/piri/pirikey.htm|titolo= Key to the Piri Re'is Map|sito=sacred-texts.com|lingua=en|accesso=16 agosto 2011}}</ref>.
 
== La causa per l'eredità e la discendenza ==
{{vedi anche|causa per il maggiorasco di Cristoforo Colombo}}
Nel 1497 i sovrani di Castiglia e Aragona concessero a Colombo la facoltà di istituire un [[Diritto di maggiorasco|maggiorasco]], cosa che il navigatore fece nell'anno successivo tramite testamento (un altro testamento venne fatto nel 1502 e altri codicilli nel 1506). Colombo precisò che il maggiorasco dovesse essere ereditato solamente da un discendente maschio, oppure, in assenza di questo, dai parenti.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 65|Napione1808}}.</ref> Deceduto Colombo, il maggiorasco passò al figlio Diego e quindi, alla morte di questo, al figlio Luigi, il quale ebbe delle controversie con l'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] circa il modo con cui conferire le cariche e recepire le entrate fiscali. Venne infine raggiunto un accordo secondo cui a Luigi spettava il titolo di marchese della [[Giamaica]], invece che di governatore, il [[Ducato di Veragua]] e una rendita fissa a vita in luogo della decima convenuta nelle capitolazioni da suo nonno Cristoforo. Luigi morì senza discendenti maschi, per cui l'eredità andò al nipote Diego, ultimo discendente maschio in linea retta da Cristoforo Colombo, morto nel 1578 senza figli.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 66|Napione1808}}.</ref>
 
[[File:Cuccaro Monferrato-panorama1.jpg|thumbmin|leftsinistra|Scorcio di [[Cuccaro Monferrato]] ([[Provincia di Alessandria|AL]])]]
Sorse allora una controversia fra i presunti eredi, complicata anche dal fatto che non si riuscì a trovare il testamento del 1502 ma solo quello del 1498 e dei codicilli del 1506. Il 4 ottobre del 1583 il re [[Filippo II di Spagna]] scrisse una lettera al [[Sovrani di Mantova|duca di Mantova]] e [[Marchesato del Monferrato|duca del Monferrato]] [[Guglielmo Gonzaga]] per informarlo che alla sua corte era in corso una disputa tra Cristoforo di Cardona ([[ammiraglio delle Indie]]), Francesca Colombo, Alvaro di Portogallo (conte di [[Gelves]]), Giovanna di Toledo, la [[badessa]] e le monache del convento di Valladolid, Maria Colombo (monaca dello stesso convento di Valladolid), Cristoforo Colombo (fratello di Luigi, con lo stesso nome dello scopritore del Nuovo Mondo) e Baldassare Colombo.
 
Proprio le pretese di Baldassarre spinsero Filippo II a chiedere a Guglielmo Gonzaga di interrogare sotto giuramento dei testimoni nel [[Monferrato]] e, entro sei mesi, inviare una relazione scritta al supremo tribunale di Spagna.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 67|Napione1808}}.</ref> I punti da chiarire erano l'appartenenza all'antica famiglia dei Colombo di [[Cuccaro Monferrato]]; il legame di parentela tra gli avi di Cristoforo Colombo e quelli di Baldassarre; la presenza del nome di Domenico Colombo, padre di Cristoforo, tra le scritture pubbliche di Cuccaro; e il fatto che Cristoforo Colombo fosse discendente dei Colombo del castello di Cuccaro. Erano poi da raccogliere il più alto numero possibile di testimonianze sulle sorti e l'ubicazione del ramo di Cuccaro dei Colombo e sul perché tutti parlavano di Cristoforo come di un genovese anziché di un cuccarese.<ref>{{Cita|Napione 1808|pp. 68-69|Napione1808}}.</ref>
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Il duca di Mantova delegò quindi il senatore Ferrari e due notai di procedere con le indagini, vidimate poi dal Senato di Mantova e dal vescovo di [[Casale Monferrato]] e inviate nella penisola iberica.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 69|Napione1808}}.</ref> La causa, celebratasi dinanzi al [[Consiglio delle Indie]], si protrasse finché, il 22 dicembre 1608,<ref name=napione248>{{Cita|Napione 1808|p. 248|Napione1808}}.</ref> il maggiorasco venne assegnato a [[Pedro Nuño Colón de Portugal]], maschio ma discendente in linea femminile (figlio di Alvaro di Portogallo, a sua volta figlio di Isabella Colombo, figlia di Diego Colombo nonché nipote di Cristoforo).<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 247|Napione1808}}.</ref> Baldassarre Colombo, che pure era stato riconosciuto come parente dell'ammiraglio,<ref>{{Cita|Napione 1808|pp. 70-71|Napione1808}}.</ref> rimase escluso perché non ritenuto, come Pedro Nuño, il parente più prossimo dello scopritore del Nuovo Mondo.
 
Tuttavia, a Baldassarre venne dato il titolo di conte e venne assegnata una somma di 2000 [[ducatoDucato (moneta)|ducati]]<ref name=napione248/> come parte della rendita dello Stato di Veragua. Lo studio effettuato nei primi anni del 1800 da Gian Francesco Galleani Napione di altri documenti custoditi dal discendente Guglielmo Fedele Colombo,<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 244|Napione1808}}.</ref> ha provato l'estinzione delle due linee della famiglia Colombo: una del Baldassarre, l'altra di Ascanio Colombo, vivente ancora nel 1652. Guglielmo Fedele era invece discendente dall'unico ramo noto della famiglia Colombo ancora vivo, quello cioè di Cuccaro, estintosi poi anche questo nel 1877 con Luigi Colombo, [[prelato]] di [[Papa Gregorio XVI|Gregorio XVI]] e [[Papa Pio IX|Pio IX]].<ref>{{cita web|url=http://www.ilmonferrato.info/cs/cuccar/colombo1.htm|titolo=Cuccaro e Colombo|sito=ilmonferrato.info|accesso=30 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111124191019/http://www.ilmonferrato.info/cs/cuccar/colombo1.htm|dataarchivio=24 novembre 2011}}</ref><ref>{{Cita|Napione 1808|pp. 244-245|Napione1808}}.</ref> Luca Antonio Colombo, padre di Guglielmo Fedele, venne investito di porzioni del feudo di Cuccaro l'8 giugno 1737, passate poi con cerimonia solenne al fratello Francesco Veremondo il 27 giugno 1769.<ref>{{Cita|Napione 1808|p. 245|Napione1808}}.</ref>
 
== Aspetti controversi ==
{{vedi anche|Controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America#Cristoforo Colombo}}
 
=== Memoriale ===
Nel ''Memorial de Cristobal Colon a los Reyes Catolicos sobre las cosas necesarias para abastecer a las Indias'',<ref name="Cristoforo Colombo">{{Cita web | url=http://www.rah.es/pdf/2textoscolon.pdf | titolo=Memorial de Cristobal Colon a los Reyes Catolicos sobre las cosas necesarias para abastecer a las Indias | lingua=es | autore=Cristoforo Colombo | data=agosto 1501 | accesso=18 agosto 2011 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110902220051/http://www.rah.es/pdf/2textoscolon.pdf | dataarchivio=2 settembre 2011 }}</ref> ("Memoriale di Cristoforo Colombo ai re cattolici sulle cose necessarie per le Indie"), egli scrisse: "Il nuovo Mondo dovrebbe essere organizzato, fin quando non si siano stabiliti commerci con i ricchi imperi asiatici, in un numero di fattorie, come quelle create dai portoghesi in Africa nel corso del [[XV secolo]] in modo da: ottenere oro, schiavi e altri beni attraverso il pacifico riscatto o tramite baratto con i nativi", o tramite sfruttamento diretto delle risorse, "utilizzando il lavoro dei nativi, che è più economico del lavoro importato dall'Europa, libero o schiavo".<ref name="Cristoforo Colombo"/> Inoltre speciale importanza è data "alle persone di buona coscienza necessarie per<ref name="Cristoforo Colombo"/> amministrare la giustizia, sia per gli spagnoli sia per i nativi, che invece sono trattati entrambi più seguendo la crudeltà che la ragione"<ref name="Cristoforo Colombo"/>. Il memoriale dimostra che:
 
* lo scopritore, negli ultimi anni della sua vita, mantenne la stessa idea ("un'idea non violenta"), riguardo all'organizzazione del Nuovo Mondo che egli aveva maturato nel periodo precedente alla scoperta;<ref name="Cristoforo Colombo"/>
* lo scopritore, negli ultimi anni della sua vita, sostenne la stessa idea ("un'idea non violenta", sebbene si rivelò tale), riguardo all'organizzazione del Nuovo Mondo che egli aveva maturato nel periodo precedente alla scoperta;<ref name="Cristoforo Colombo"/>
* sebbene crimini furono commessi durante la vita e dopo la morte di Colombo, la maggior parte di essi non sono imputabili al Colombo stesso;<ref name="Cristoforo Colombo"/><ref name="bib.cervantesvirtual.com">{{Cita web|url=http://bib.cervantesvirtual.com/portal/colon/include/pcolon_colon.jsp?nomportal=colon|titolo=Cristóbal Colón|sito=bib.cervantesvirtual.com|lingua=es|accesso=18 agosto 2011}}</ref><ref name="xpoferens.cat">{{Cita web|url=http://www.xpoferens.cat/lib02.html|titolo=Cristóbal Colon, el cruel|sito=xpoferens.cat|lingua=es|accesso=18 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110802155147/http://www.xpoferens.cat/lib02.html|dataarchivio=2 agosto 2011}}</ref>
* sebbene crimini furono commessi durante la vita e dopo la morte di Colombo, la maggior parte di essi non sono imputabili al Colombo stesso;<ref name="Cristoforo Colombo"/><ref name="bib.cervantesvirtual.com">{{Cita web|url=http://bib.cervantesvirtual.com/portal/colon/include/pcolon_colon.jsp?nomportal=colon|titolo=Cristóbal Colón|sito=bib.cervantesvirtual.com|lingua=es|accesso=18 agosto 2011}}</ref><ref name="xpoferens.cat">{{Cita web|url=http://www.xpoferens.cat/lib02.html|titolo=Cristóbal Colon, el cruel|sito=xpoferens.cat|lingua=es|accesso=18 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110802155147/http://www.xpoferens.cat/lib02.html}}</ref>
* Colombo non creò un "sistema schiavistico", ma si limitò ad applicare un sistema preesistente (che era accettato come una normalità dalle società di quel tempo). Si pensi ad esempio alla [[fortezza di Elmina]] nell'attuale [[Ghana]], costruito dai portoghesi nel 1482 e perno del commercio degli schiavi, alle [[Encomienda|encomiende]] e alla [[servitù della gleba]]);<ref name="Cristoforo Colombo"/>
* Colombo creò quello che a tutt'oggi appare un "sistema schiavistico", un sistema diffuso delle società di quel tempo e frutto delle ideologie europee dell'epoca<ref>{{Cita|Stannard|pp. 324-325}}.</ref>. Altri esempi di tale sistema sono la [[fortezza di Elmina]] nell'attuale [[Ghana]], costruito dai portoghesi nel 1482 e perno del commercio degli schiavi, le [[Encomienda|encomiende]] e la [[servitù della gleba]]);<ref name="Cristoforo Colombo"/>
* Colombo fu, in qualche modo, obbligato a utilizzare metodi violenti,<ref>Morison Samuel Eliot,''Cristoforo Colombo. Ammiraglio del mare Oceano'', il Mulino, Bologna, 1962, «La crudele politica inaugurata da Colombo e proseguita dai suoi successori portò al genocidio totale»</ref> sebbene essi contrastassero con le sue idee.<ref name="Cristoforo Colombo"/><ref name="bib.cervantesvirtual.com"/><ref name="xpoferens.cat"/>
* Colombo utilizzò metodi molto violenti, sia verso i nativi, sia verso i compatrioti<ref name="Varela"/><ref>Morison Samuel Eliot, ''Cristoforo Colombo. Ammiraglio del mare Oceano'', il Mulino, Bologna, 1962, «La crudele politica inaugurata da Colombo e proseguita dai suoi successori portò al genocidio totale».</ref> sebbene essi contrastassero con le sue idee.<ref name="Cristoforo Colombo"/><ref name="bib.cervantesvirtual.com"/><ref name="xpoferens.cat"/>
 
=== Caratteristiche fisiche ===
Nonostante l'abbondante numero di opere d'arte raffiguranti Cristoforo Colombo, non si hanno dei ritratti autentici che lo raffigurino.<ref>{{Cita|Alden|}}; {{Cita|Loewen|}}.</ref> Tutti quelli pervenutici sono in realtà dei dipinti eseguiti dopo la morte del famoso navigatore, realizzati in base alle descrizioni dei suoi contemporanei o in alcuni casi delle vere e proprie opere di fantasia di epoche successive, fra le più celebri quella di [[Sebastiano del Piombo]] del 1519 dove il navigatore ha dei capelli color [[Rame (colore)|rame]].<ref>{{Cita|Granzotto|p. 59}}.</ref> Questo spiega il perché dell'enorme quantità di effigi che descrivono Colombo e che gli conferiscono una svariata molteplicità di aspetti, rendendo difficile stabilire con certezza quali fossero le sue vere caratteristiche fisiche. Il primo quadro concernente la scoperta del Nuovo Mondo, dove si può ammirare anche il volto di Colombo, è ritenuto essere la ''[[Madonna dei Navigatori]]'' di [[Alejo Fernández]], realizzato tra il 1531 e il 1536 per la [[Casa de Contratación]] di Siviglia.<ref>{{Cita|Noble, Forsyth, Maric|p. 100}}; {{Cita|Hall|p. 46}}.</ref>
[[File:Giulio Monteverde, Columbus as a boy, 02.jpg|thumb|upright|[[Giulio Monteverde]], ''Colombo giovinetto'', [[Genova]], [[Castello d'Albertis]]]]
Nonostante l'abbondante numero di opere d'arte raffiguranti Cristoforo Colombo, non si hanno dei ritratti autentici che lo raffigurino.<ref>{{Cita|Alden|}}; {{Cita|Loewen|}}.</ref> Tutti quelli pervenutici sono in realtà dei dipinti eseguiti dopo la morte del famoso navigatore, realizzati in base alle descrizioni dei suoi contemporanei o in alcuni casi delle vere e proprie opere di fantasia di epoche successive, fra le più celebri quella di [[Sebastiano del Piombo]] del 1519 dove il navigatore ha dei capelli color [[rame (colore)|rame]].<ref>{{Cita|Granzotto|p. 59}}.</ref> Questo spiega il perché dell'enorme quantità di effigi che descrivono Colombo e che gli conferiscono una svariata molteplicità di aspetti, rendendo difficile stabilire con certezza quali fossero le sue vere caratteristiche fisiche. Il primo quadro concernente la scoperta del Nuovo Mondo, dove si può ammirare anche il volto di Colombo, è ritenuto essere la ''[[Madonna dei Navigatori]]'' di [[Alejo Fernández]], realizzato tra il 1505 e il 1536 per la [[Casa de Contratación]] di Siviglia.<ref>{{Cita|Noble, Forsyth, Maric|p. 100}}; {{Cita|Hall|p. 46}}.</ref>
 
Secondo le poche testimonianze del suo aspetto aveva dei capelli biondi ardenti, carnagione chiara leggermente lentigginosa, alto più di 1,80 m,<ref>{{Cita web|url=http://www.christopher-columbus.eu/dna-tests.htm|titolo=DNA Tests on the bones of Christopher Columbus|sito=christopher-columbus.eu|lingua=en|accesso=18 agosto 2011}}</ref> con occhi chiari, azzurri o grigi.<ref>{{cita|Helps|p. 32}}. Le varie testimonianze sono dovute, oltre al figlio, a Las Casas, padre Bartolomeo e Angelo Trevisan. In {{cita|Martini|p. 56}}.</ref> All'[[esposizione mondiale di Colombo]] del 1893 vennero messi in mostra 71 suoi ritratti,<ref>{{cita|Morison 1942|pp. 47–4847-48}}.</ref> rappresentanti Colombo con capelli rossi o biondi, che nella realtà diventarono brizzolati relativamente presto, occhi chiari<ref>{{Cita|de las Casas 1951|p. 282}}.</ref> e un colorito della pelle chiaro reso rosso dalla prolungata esposizione al sole.
 
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File:Ridolfo Ghirlandaio Columbus.jpg|Ritratto postumo eseguito da [[Ridolfo Ghirlandaio]], circa 1520
File:CristobalColon2.jpg|Ritratto postumo pubblicato nel 1551 in un'opera di [[Paolo Giovio]]
File:Face Christopher Columbus.jpg|Particolare del viso di Colombo nella ''[[Madonna dei Navigatori]]'' di [[Alejo Fernández]], 1531–15361531-1536
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=== Dibattito sulla nazionalità ===
{{vedi anche|Origini di Cristoforo Colombo}}
[[File:Rapallo-IMG 1618.JPG|miniaturamin|Monumento dedicato a Cristoforo Colombo a [[Rapallo]] in [[Liguria]]]]
Vi sono varie idee circa il luogo di nascita di Colombo. Alla teoria classica e universalmente nota che indica [[Genova]] come città natale del navigatore, si contrappongono in Italia i centri [[SavonaLiguria|liguri]], di [[CogoletoSavona]], sempre in [[LiguriaCogoleto]]; [[Moconesi|e Terrarossa Colombo]], (frazione del comune ligure di [[Moconesi]],) oltre a [[Cuccaro Monferrato]] e [[Bettola]], nel [[Provincia di Piacenza|piacentino]], tutti luoghi che comunque all'epoca erano nell'area della [[Repubblica di Genova]]. Fuori dall'odierna Italia, i paesi che rivendicano i natali di Colombo sono la [[Spagna]] (con possibile origine ebraica), il [[Portogallo]] (spia ingaggiata per sviare l'attenzione spagnola dall'Africa) e la [[Polonia]] (figlio del re [[Ladislao III di Polonia|Ladislao III]]). Fra le prime citazioni alla nazionalità ligure di Colombo v'è quella presente in una lettera datata a maggio 1493 inviata da [[Pietro Martire d'Anghiera|Pietro Martire D'Anghiera]] al Conteconte Giovanni Borromeo, dove è espressamente citato "''Christophorus quidam Colonus vir Ligur"'' ("un certo Cristoforo Colono uomo ligure").<ref>Pubblicata come lettera N. 130 nell{{'}}''Opus Epistolarum'', raccolta postuma delle epistole di D'Anghiera pubblicate nel 1530 ad Alcalá de Henares.</ref> Un altro precoce riferimento all'origine genovese di Colombo è il libro ''De dictis factisque memorabilibus collectanea: a Camillo Gilino latina facta'' del doge di Genova [[Battista Fregoso (1450-1505)|Battista Fregoso]] (1440-1504), pubblicato a Milano nel 1509<ref>{{cita web|url=http://www.vialibri.net/item_pg/6539185-1509-fregoso-battista-baptistae-fulgosi-dictis-factisque-memorabilibus-collectanea-camillo-gilino.htm|titolo=Baptistae Fulgosi de dictis factisque memorabilibus - Fregoso Battista - 1509|sito=vialibri.net|accesso=2011 agostogiugno 20112021|urlmortourlarchivio=https://archive.is/20120915093955/http://www.vialibri.net/item_pg/6539185-1509-fregoso-battista-baptistae-fulgosi-dictis-factisque-memorabilibus-collectanea-camillo-gilino.htm}}</ref> e dove si parla di un "''Christophorus Columbus natione Genuensi"''. [[Francesco Guicciardini]], nella sua ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]'' del 1538,<ref>{{cita|Guicciardini|p. 316}}. Guicciardini parla di un "Christofano Colombo Genovese".</ref> [[João de Barros]], nel suo ''L'Asia'' (1552)<ref>{{cita|de Barros|p. 57}}. De Barros scrisse "Si come tutti affermano Christoforo Colombo era di natione Genouese […] Et percioche in quel tempo una delle province della Italia [...] era la natione Genouese, costui seguendo il costume della sua patria [...] navigò per il mare di levante tanto tempo".</ref> e [[Torquato Tasso]] (1544-1595), nella ''[[Gerusalemme liberata]]'' del 1581<ref>{{cita|Tasso|canto XV, p. 133}}. Il Tasso indica Colombo come ''ligure''.</ref> indicano Colombo come genovese o ligure. Altri famosi scrittori e umanisti portoghesi, come [[Damião de Góis]] e [[Garcia de Resende]], nelle loro cronache ufficiali hanno confermato le origini genovesi di Colombo.<ref>{{cita web|url=http://colombodocs.com.sapo.pt/index5.htm|titolo=Documentos sobre Cristovão Colombo|sito=colombodocs.com.sapo.pt|lingua=es|accesso=21 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110813204712/http://colombodocs.com.sapo.pt/index5.htm|dataarchivio=13 agosto 2011}}</ref>
 
=== Data di nascita ===
[[File:Cuccaro Monferrato-targa3.jpg|thumbmin|Iscrizione presso il museo di Colombo a [[Cuccaro Monferrato]] rivendicante la presunta natalità del navigatore nelle terre monferrine]]
Per guardare, come sopra anticipato, con maggiore esattezza allala sua nascita, a Genovadatata proprio tra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451, vanno in effetti considerati particolarmente due documenti particolarmente fondamentali. Il primo fu rinvenuto da [[Marcello Staglieno (storico)|Marcello Staglieno]] nell'Archivio di Stato in Genova.<ref>Marcello Staglieno, in ''[[Giornale Ligustico]]'', A.XIV, 1887, p. 239, poi edito come estratto: ''Alcuni nuovi documenti intorno a Cristoforo Colombo ed alla sua famiglia'', Reale Tipografia de' Sordo-Muti, 1887.</ref> Si tratta di un documento in data Genova 31 ottobre [[1470]], negli atti del notaro Nicola Raggio (filza 2, anno 1470, n. 905) nel quale Cristoforo Colombo, figlio di Domenico, dichiarava di avere un'età superiore ai 19 anni: non avendo ancora raggiunta la maggiore età, ovvero i 25 anni, la sua data di nascita venne collocata tra il 1446 e il 1451. Tuttavia nel 1904 un altro studioso, il generale [[Ugo Assereto]], rinvenne nell'Archivio di Stato genovese un secondo documento<ref>Ugo Assereto, "Giornale Storico e Letterario della Liguria", La Spezia, 1904, 25ma25ª, vol. 5, pp.&nbsp;5–16),</ref> noto agli studiosi come "documento Assereto".
 
In esso, in data Genova 25 agosto 1479 negli atti del notaro Gerolamo Ventimiglia (filza 2, n. 266), Cristoforo Colombo dichiarava di essere nato in Genova e di avere "approssimativamente" l'età di 27 anni (tale documento è di estrema importanza anche perché quella sua pur breve presenza a Genova rimane l'ultima documentata; e soprattutto perché Cristoforo Colombo, vi fornì dati biografici coincidenti con quelli, acclarati anche da quanti non lo vogliono nativo di [[Genova]], relativi per l'appunto al futuro «''Cristóbal Colón descubridór de las Yndias''»: Cristoforo cioè precisò anche di avere soggiornato a Lisbona da più di un anno, di avere fatto un viaggio a Madera e di essere sul punto di tornare nella stessa Lisbona quale viaggiatore commerciale e quale cliente fiduciario al servizio di mercanti genovesi stabilitisi a Lisbona, quegli stessi Lodisio Centurione e Paolo Di Negro i cui eredi vennero poi ricordati da lui e dal figlio Diego nei loro testamenti, rispettivamente dei 1506 e 1523).
 
Per tornare alla sua nascita, sulla base dei due documenti rinvenuti da Staglieno e Assereto, essa deve collocarsi tra quel 26 agosto e quel 31 ottobre 1451, ovvero proprio nel periodo in cui – sulla base di un documento in data Genova 16 aprile 1451, conservato nell'Archivio di Stato genovese-Archivio Segreto, «Manuali Decretorum», n. 1, n. gen. 734, c. 418 T – il padre Domenico e la madre Susanna Fontanarossa già abitavano in una casa in vico Diritto dell'Olivella.
 
In essa egli rimase per circa quattro anni. Lo si evince da un ulteriore documento del 18 gennaio 1455 (conservato nella [[Biblioteca Apostolica Vaticana]] - God. 9452, parte II, carta 219 T., «Estratto dal libro degli lnstrumenti del fu Giovanni Recco Notaio, c. 391»), nel quale si legge che, immediatamente dopo tale data, Domenico Colombo doveva trasferirsi con la propria famiglia in una nuova casa con giardino nel vico Diritto di Ponticello, fuori della [[Porta Soprana|porta di Sant'Andrea]], dove a pianterreno aprì la sua bottega di [[Tessitura|tessitore]] (''textor pannorum'') nella quale visse il giovanissimo Cristoforo, non ancora quattrenne. Ovvero nella «casa di Colombo», di cui a tutt'oggi sono conservate le vestigia, in quello che continua a essere chiamato vico Diritto di Ponticello, da cui si allontanò nel 1470 quando i genitori si trasferirono a [[Savona]].<ref>{{cita web|url=http://www.somosprimos.com/sp2006/spoct06/spoct06.htm|titolo=Dedicated to Hispanic Heritage and Diversity Issues|editore=somosprimos.com|accesso=24 agosto 2011}}</ref>
 
Altri studi,<ref>''Libro de las profecías'' (in ''Nuova raccolta colombiana'', vol. III, tomo I, Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, Roma, [[Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato]], 1993; il volume è stato anche tradotto da [[William Melczer]] ed edito in Palermo, Novecento Editore, 1992)</ref> anch'essi pubblicati dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, concludono che la famiglia di Cristoforo era di origine spagnola, appartenente a un ceppo ebraico di [[ebrei convertiti]] (o, come allora si diceva in Castiglia, di "[[marranoMarrano|''marranos'']]s"): e come suo nonno Giovanni scappasse all'alba del [[XV secolo]] probabilmente dalla Spagna a [[Genova]], anch'essa tuttavia ampiamente [[Antisemitismo|antisemita]], per sfuggire alle persecuzioni cui anche i "cristiani nuovi", marranos o [[Moriscos (gruppo religioso)|moriscosmorisco]]s che fossero, venivano sottoposti.
 
Tale ipotesi non è peraltro cosa nuova, in quanto già formulata nel 1940 da un altro sostenitore semitico: [[Salvador de Madariaga]]; portando a conforto della tesi la mancata presenza, negli Archivi ecclesiali e in quelli di Stato consultati dai ricercatori negli ultimi due secoli, di qualsiasi documento su altri avi di Cristoforo: gli unici documenti sono infatti relativi a suo padre Domenico e a suo nonno Giovanni.
 
== Lo stemma ==
{{Immagine multipla
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|titolo = Evoluzione dello stemma di Cristoforo Colombo
|larghezza totale = 300
|immagine1 = Arms of the house of Colòn (1).svg
|didascalia1 = Stemma della famiglia Colombo (attestato dal 1493).
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|didascalia2 = Stemma di Cristoforo Colombo concesso nel 1493.
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|didascalia3 = Stemma di Cristoforo Colombo del 1502.
|immagine4 = Arms of the house of Colòn (4).svg
|didascalia4 = Stemma postumo di Cristoforo Colombo, per volontà del re Ferdinando d'Aragona.
}}
Lo [[stemma]] di Cristoforo Colombo venne concesso con decreto reale dai sovrano del [[Regno di Castiglia e León]] il 20 maggio 1493 durante la convocazione a Barcellona in occasione del resoconto del viaggio di scoperta delle Indie.<ref name="Stemma Colombo">{{cita web| url=https://www.cristoforocolombo.com/cristoforo-colombo/articoli-storici/gli-stemmi-di-cristoforo-colombo/|titolo=Gli stemmi di Cristoforo colombo|sito=cristoforocolombo.com|lingua=it|accesso=15 dicembre 2022}}</ref>
 
Lo stemma del 1493 è un [[inquartato]]. I primi due quarti ricordano gli stemmi di [[Regno di Castiglia|Castiglia]] (di rosso al castello d'oro) e [[Regno di León|León]] (d'argento al leone di [[Porpora (araldica)|porpora]]) modificati: il primo, infatti, presenta un campo verde anziché rosso e, il secondo presenta il leone non è [[coronato]]. Nel terzo quarto sono rappresentate le isole scoperte da Colombo, nel quarto quarto si trova ''«las armas vuestras que soliades tener, las cuales armas sean conocidas por vuestras, e de vuestros fijos e descendentes para siempre jamas»'', ovvero un'arma di famiglia, tuttavia sconosciuta fino ad allora (d'oro alla [[Banda (araldica)|banda]] d'azzurro con il [[Capo (araldica)|capo]] di rosso).<ref name="Stemma Colombo"/><ref name="grandesp.org.uk">{{cita web|url=http://grandesp.org.uk/resources/pictarmas/c/p_colon.htm|titolo=Armas Colón|sito=grandesp.org.uk|lingua=en|accesso=17 agosto 2011}}</ref> Esistono molti dubbi che sia autentica e preesistente, probabilmente venne accordata contestualmente alla concessione dello stemma.<ref name="Stemma Colombo"/>
 
Lo stemma venne modificato da Cristoforo Colombo poco tempo dopo e utilizzato come frontespizio del Codice dei Privilegi di 1502 (redatto per difendere i propri diritti come scopritore delle nuove terre). Nello stemma compaiono i primi due quarti esattamente come appaiono nello stemma di Castiglia e Leon (il campo del primo da verde diventa rosso ed il leone risulta coronato), alle isole fu aggiunta una striscia di terraferma a forma di Y<ref name="Informe Colon"/> e fu aggiunto un quarto quarto d'azzurro a cinque ancore in fascia d'oro per sottolineare il suo titolo di "Ammiraglio del Mar Oceano"; lo stemma della famiglia Colombo venne posto [[innestato in punta]].<ref name="Stemma Colombo"/><ref name="grandesp.org.uk"/>
 
Dopo la morte di Cristoforo Colombo il 20 maggio 1506, il re Ferdinando di Aragona, vedovo della regina Isabella e reggente del regno di Castiglia, ordinò di aggiungere una [[bordura]] d'[[Argento (araldica)|argento]] caricata con il [[Motto#Motto|motto]] in lettere di nero ''«A Castilla y León dio nuevo mundo Colón»'' ("A Castiglia e León Colombo ha dato un nuovo mondo"). La bordura è citata dallo storico [[Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés]] nella sua ''Historia general de Las Indias, islas y tierra firme dal mar Océano'' del 1535.<ref name="Informe Colon">{{Cita libro|titolo=Informe sobre los retratos de Cristóbal Colón: su trage y escudo de armas|autore=Valentín Carderera y Solano|url = https://www.google.it/books/edition/Informe_sobre_los_retratos_de_Crist%C3%B3bal/EwYCZUA4VKQC?hl=it&gbpv=1|via = https://books.google.it|curatore=Imp. de la Real Academia de la Historia|anno=1851|lingua=es|p=28|accesso=15 dicembre 2022}}</ref>
 
== Opere ==
* ''[[Giornale di bordo di Cristoforo Colombo|Diario del primo viaggio]]''
* ''[[Libro delle profezie]]''
* ''[[Memorial des Agravios]]''
 
== Nella cultura di massa ==
=== Romanzi ===
* [[Alejo Carpentier]], ''L'arpa e l'ombra'' (''El arpa y la sombra'', 1979)
* [[Fabio Genovesi]], Oro puro, Mondadori, 2023.
 
=== Letteratura italiana ===
Nelle ''[[Operette morali]]'' di [[Giacomo Leopardi]] si trova il ''Dialogo di Cristoforo Colombo e Pietro Gutierrez''.
 
=== Saggi ===
* [[Leon Bloy]], ''Le Révélateur du globe. Christophe Colomb et sa béatification future'', Prefazione di [[Jules Amédée Barbey d'Aurevilly]], Paris, A. Sauton, 1884.
 
=== Teatro ===
* ''[[Cristoforo Colombo (opera)|Cristoforo Colombo]]'', opera lirica di [[Alberto Franchetti]], su libretto di [[Luigi Illica]], rappresentato il 6 ottobre 1892.
* ''[[Le Livre de Christophe Colomb]]'', dramma lirico in due parti di [[Paul Claudel]], del 1933; una prima versione, del 1927, andò in scena a Berlino nel 1930, su musica di [[Darius Milhaud]].
* ''[[Isabella, tre caravelle e un cacciaballe]]'', commedia di [[Dario Fo]], del 1963.
 
=== Cinema ===
* ''[[Cristoforo Colombo (film 1949)|Cristoforo Colombo]]'' (''Christopher Columbus''), film diretto nel 1949 da [[David MacDonald]] e interpretato da [[Fredric March]].
* ''[[1492 - La conquista del paradiso]]'' (1992), realizzato da [[Paramount Pictures]] in occasione del cinquecentesimo anniversario del primo viaggio di Colombo e interpretato da [[Gérard Depardieu]]<ref>{{Cita news|titolo= MOVIES : Voyage of Rediscovery : With '1492,' director Ridley Scott and writer Roselyne Bosch aim to portray Christopher Columbus not as a legend but as an extraordinary though flawed person|opera= The Los Angeles Times|data=3 maggio 1992|url= http://articles.latimes.com/1992-05-03/entertainment/ca-2005_1_christopher-columbus|accesso=9 ottobre 2010|nome=Jack|cognome=Mathews}}</ref>. Il film diretto e prodotto da [[Ridley Scott]], ritrae i primi due viaggi verso il [[nuovo mondo]] e gli effetti che questi ebbero sui [[nativi americani]].
* ''[[Cristoforo Colombo - La scoperta]]'' (1992), distribuito dalla [[Warner Bros.]] e interpretato da [[Georges Corraface]]. Diretto da [[John Glen]], anche questo film è stato realizzato per celebrare il cinquecentesimo anniversario della "scoperta dell'America". [[Mario Puzo]], celebre autore del ''[[Il padrino (romanzo)|Padrino]]'', ha curato il soggetto e collaborato con la sceneggiatura.
 
=== Televisione ===
* ''Cristoforo Colombo'' (1968), sceneggiato Rai in 4 puntate.
* ''[[Cristoforo Colombo (miniserie televisiva)|Cristoforo Colombo]]'' (1985), miniserie televisiva in 4 puntate, interpretata da [[Gabriel Byrne]] e diretta da [[Alberto Lattuada]].
* ''[[I promessi sposi (miniserie televisiva 1990)|I promessi sposi]]'' (1990), cameo di Cristoforo Colombo interpretato da [[Tullio Solenghi]].
* ''[[Il viaggio fantastico]]'' (1992).
* ''[[Isabel (serie televisiva)|Isabel]]'' (2012), interpretato da [[Julio Manrique]].
 
=== Manga e anime ===
* ''[[Cristoforo Colombo (serie animata)|Cristoforo Colombo]]'' (1991)
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
<!-- ORDINE ALFABETICO PER COGNOME, GRAZIE. -->
* {{cita libro|cognome=Alden|nome=Henry Mills|titolo=Harper's new monthly magazine, vol. 84, numeri 499-504|editore=Harper & Brothers|anno=1892|lingua=ingleseen|url=http://books.google.com/books?id=Mk49AAAAYAAJ&pg=PA732&lpg=PA732&dq=Columbus+no+authentic+portraits&source=bl&ots=GAiNksM6jF&sig=KZPEpoj1mCeBa2vWR3W3_5OUC2U&hl=en&ei=gt6mSu6UFZCNtgeXsOCnCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=5#v=onepage&q=Columbus%20no%20authentic%20portraits&f=false|isbn={{NoISBN}}|cid=Alden}}
* {{cita libro|nome=Roberto|cognome=Almagià|curatore=[[Osvaldo Baldacci]]|titolo=Cristoforo Colombo visto da un geografo|anno=1992|città=Firenze|editore=L.S. Olschki|isbn={{NoISBN}}no|cid=Almagià}}
* {{cita libro|nome=Isaac|cognome=Asimov|wkautore=Isaac Asimov|titolo=Esplorando la Terra e il Cosmo|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1983|cid=Asimov|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|nome=Joao|cognome=de Barros|wkautore=Joao João de Barros|titolo=L'Asia|editore=Vincenzo Valgrisio|anno=1562|url=http://books.google.it/books?id=Y7tk-vGvBuAC&pg=PA57&dq=Joao+de+Barros+de+asia+colom&hl=it&ei=qx5QTqK8II2YOsHEncMC&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCsQ6AEwAA#v=onepage&q=colom&f=false|isbn={{NoISBN}}|cid=de Barros}}
* {{cita libro|nome=Janet|cognome=Benge|coautori=Geoff Benge|titolo=Christopher Columbus: across the ocean sea|url=https://archive.org/details/christophercolum0000beng|lingua=ingleseen|anno=2005|editore=YWAM Publishing|isbn=978-1-932096-23-1|cid=Benge}}
* {{cita libro|nome=Vincent|cognome=Bernard|coautori=S. Vacca, Pier Luigi Crovetto|titolo=Perché l'Europa ha scoperto l'America|anno=1992|editore=EDT srl|isbn=978-88-7063-151-7|cid=Bernard, Vacca, Corvetto}}
* {{cita libro|nome=Giovanni|cognome=Bossi|titolo=Immaginario di viaggio e immaginario utopico: dal sogno del paradiso in terra al mito del buon selvaggio|anno=2003|editore=Mimesis Edizioni|isbn=978-88-8483-159-0|cid=Bossi}}
* {{cita libro|autore=[[Michele Giuseppe Canale]]|titolo=Vita e viaggi di Cristoforo Colombo: preceduti da una storica narrazione del commercio, della navigazione e delle colonie degli antichi e degl'Italiani del medio evo nell'Asia nell'Africa prima di lui|anno=1863|editore=A. Bettini|isbn={{NoISBN}}|cid=Canale}}
* {{cita libro|nome=Michele Giuseppe|cognome=Canale|titolo=Cristoforo Colombo e le sue ceneri|anno=1892|editore=Tip. di G. Ricci|isbn={{NoISBN}}|cid=Canale 1892}}
* {{cita libro|nome=Christophe|cognome=Colomb|titolo=Raccolta completa degli scritti di Cristoforo Colombo ad illustrare e documentare la scoperta dell'America|anno=1864|isbn={{NoISBN}}|cid=Colomb}}
* {{cita libro|nome=Cristoforo|cognome=Colombo|titolo=Dai Diari di bordo|editore=Guaraldi|isbn=978-88-8049-384-6|cid=Colombo}}
* {{cita libro|Giotto|Dainelli|Gli esploratori italiani in Africa, Volume 1|1960|Unione tipografico-editrice torinese|isbn={{NoISBN}}|cid=Dainelli}}
* {{cita libro|nome=Fernando|cognome=Colón|coautori=Alfonso de Ulloa, Rinaldo Caddeo|titolo=Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo|anno=1990|editore=Erre emme|cid=Colón|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|nome=Abel Fontoura|cognome=Costa|titolo=A Marinharia dos descobrimentos: por A. Fontoura da Costa|edizione=3ª edizione|anno=1960|editore=Agência Geral do Ultramar|cid=Fontoura|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|nome=Bartolomé|cognome=de las Casas|titolo=Vida de Cristóbal Colón|anno=1992|editore=Fundacion Biblioteca Ayacuch|isbn=978-980-276-185-2|cid=de las Casas}}
* {{cita libro|nome=Bartolomé|cognome=de las Casas|titolo=Historia de las Indias|edizionevolume=Vol. I, capitolo II|anno=1951|città=Città del Messico|editore=Agustín Millares Carlo editore|isbn=978-980-276-185-2|cid=de las Casas 1951}}
* {{cita libro|Miles H.|Davidson |Columbus then and now: a life reexamined|1997 |University of Oklahoma Press|isbn=978-0-8061-2934-1|cid=Davidson}}
* {{cita libro|Cesare |de Lollis|Vita di Cristoforo Colombo|1895|Fratelli Treves|cid=de Lollis 1895|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|Robin Santos |Doak |Christopher Columbus: Explorer of the New World|2006|Compass Point Books|isbn=978-0-7565-1057-2|cid=Robin Santos}}
* {{cita libro|nome=Cristoforo |cognome=Colombo|curatore=Maria Luisa Fagioli |titolo=I diari di bordo|anno=1992|editore=Edizioni Studio Tesi|isbn=978-88-7692-330-2|cid=Fagioli}}
* {{cita libro|nome=Pino|cognome=Farinotti|coautori=Rossella Farinotti|titolo=Il Farinotti 2010|anno=2009|editore=Newton Compton|isbn=978-88-541-1555-2|cid=Farinotti, Farinotti}}
* {{cita libro|nome=Ettore |cognome=Finazzi-Agrò|coautori= Maria Caterina Pincherle|titolo=La cultura cannibale: [[Oswald de Andrade]]: da Pau-Brasil al [[Manifesto antropofago]]|anno=1999|editore=Meltemi Editore|isbn=978-88-86479-79-0|cid=Finazzi-Agrò, Pincherle}}
* {{cita libro|nome=Luigi|cognome=Colombo|coautori=Gian Francesco Galleani Napione, Vincenzo de Conti|titolo=Patria e biografia del grande ammiraglio D. Cristoforo Colombo: de' conti e signori di Cuccaro, castello della Liguria nel Monferrato, scopritor dell'America|anno=1857|editore=Tipografia Forense |cid=Colombo, Napione, Conti|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|nome=Gaetano |cognome=Ferro |titolo=Le navigazioni lusitane nell'Atlantico e Cristoforo Colombo in Portogallo|edizione=2|anno=1984|editore=Mursia|cid=Ferro|isbn=978-88-7063-151-7}}
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Guicciardini|wkautore=Francesco Guicciardini|titolo=L'Historia d'Italia|editore=Apresso Lorenzo Torrent|anno=1561|url=http://books.google.it/books?id=Dek5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=inauthor:guicciardini&hl=it&ei=NMaWTtLXH8bAtAa57vjsAw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CEoQ6AEwBQ#v=onepage&q&f=false|isbn={{NoISBN}}|cid=Guicciardini}}
* {{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Geraldini|wkautore=Alessandro Geraldini|curatore=Enrico Menestò|titolo=Itinerarium ad Regiones Sub Aequinoctiali Plaga Constitutas|edizione=ristampa anastatica per conto dell'Assessorato alla Istruzione e Cultura della Regione Umbria|anno=1992|editore=Tipografia Artigiana Tuderte|città=Todi|isbn=no|cid=Geraldini, Menestò}}
* {{cita libro|nome=Gaetano |cognome=Ferro |titolo=Le navigazioni lusitane nell'Atlantico e Cristoforo Colombo in Portogallo|edizione=2ª edizione|anno=1984|editore=Mursia|cid=Ferro|isbn=978-88-7063-151-7}}
* {{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Geraldini|wkautore=Alessandro Geraldini|curatore=Enrico Menestò|titolo=Itinerarium ad Regiones Sub Aequinoctiali Plaga Constitutas|edizione=ristampa anastatica per conto dell'Assessorato alla Istruzione e Cultura della Regione Umbria|anno=1992|editore=Tipografia Artigiana Tuderte|città=Todi|isbn={{NoISBN}}|cid=Geraldini, Menestò}}
* {{cita libro|Gianni|Granzotto|Cristoforo Colombo|2010|Ugo Mursia editore|isbn=978-88-425-4493-7|cid=Granzotto}}
* {{cita libro|autore=[[Edward Everett Hale]]|titolo=The Life of Christopher Columbus from His Own Letters and Journals|anno=2008|editore=Arc Manor LLC|ISBN=978-1-60450-238-1|lingua=en|cid=Hale}}
* {{cita libro|cognome=Biesele Hall|nome=Linda|coautori=Teresa Eckmann|titolo=Mary, mother and warrior: the Virgin in Spain and the Americas|editore=University of Texas Press|anno=2004|lingua=ingleseen|url=http://books.google.it/books?id=ihujfu7oK7MC&dq=Mary,+mother+and+warrior&source=gbs_navlinks_s|isbn=0-292-70595-6|cid=Hall}}
* {{cita libro|Arthur |Helps|Vita di Cristoforo Colombo|1870|G. Barbèra Editore|cid=Helps|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|nome=David P.|cognome=Henige|titolo=Numbers from nowhere: the American Indian contact population debate|url=https://archive.org/details/numbersfromnowhe0000heni|lingua=ingleseen|anno=1998|editore=University of Oklahoma Press|isbn=978-0-8061-3044-6|cid=Henige}}
* {{cita libro|nome=Henry L.|cognome=Hunker|titolo=Columbus, Ohio: a personal geography|url=https://archive.org/details/columbusohiopers0000hunk|lingua=ingleseen|anno=2000|editore=Ohio State University Press|isbn=978-0-8142-0857-1|cid=Hunker}}
* {{cita libro|Washington|Irving|Christopher Columbus|2008|Wordsworth Editions|isbn=978-1-84022-069-8|cid=Irving 20042008}}
* {{cita libro|Washington|Irving|A history of the life and voyages of Christopher Columbus|1828|G. & C. Carvill|cid=Irving 1828|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|Washington|Irving|Viaggi e scoperte dei compagni di Colombo|1842|Tip. di P.A. Molina|cid=Irving 1842|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|nome=Max|cognome=Yeh|titolo=The beginning of the east|lingua=ingleseen|anno=1992|editore=University of Alabama Press|isbn=978-0-932511-63-8|cid=Yeh}}
* {{cita libro|cognome=Loewen|nome=James W.|titolo=Lies My Teacher Told Me|editore=New Press|anno=2008|lingua=ingleseen|url=http://books.google.com/books?id=5m2_xeJ4VdwC&dq=Lies+My+Teacher+Told+Me&hl=it&ei=9AtNTuWBNs_o-gbx8_jgBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCoQ6AEwAA|isbn=1-59558-326-2|cid=Loewen}}
* {{cita libro|Elena|Malaspina|Ars temperans|1988|D.AR.FI.CL.ET|isbn=no|cid=Malaspina}}
* {{cita libro|nome=Roselly|cognome=de Lorgues|coautori=Tullio Dandolo|titolo=Cristoforo Colombo: storia della sua vita e dei suoi viaggi sull'appoggio di documenti autentici raccolti in Ispagna ed in Italia del conte Roselly de Lorgues|anno=1857|editore=Volpato e comp.|isbn={{NoISBN}}|cid=Lorgues, Dandolo}}
* {{cita libro|Christopher|Columbus|coautori=Clements R. Markham|Journal of Christopher Columbus (During His First Voyage, 1492-93): And Documents Relating the Voyages of John Cabot and Gaspar Corte Real|2010|Cambridge University Press|isbn=978-1-108-01284-3|cid=Markham}}
* {{cita libro|Elena|Malaspina|Ars temperans|1988|D.AR.FI.CL.ET|isbn={{NoISBN}}|cid=Malaspina}}
* {{cita libro|Dario G.|Martini|Cristoforo Colombo tra ragione e fantasia|edizione=2|p=435|anno=1987|editore=ECIG|isbn=978-88-7545-203-2|cid=Martini}}
* {{cita libro|Christopher|Columbus|Clements R. Markham|Journal of Christopher Columbus (During His First Voyage, 1492-93): And Documents Relating the Voyages of John Cabot and Gaspar Corte Real|2010|Cambridge University Press|isbn=978-1-108-01284-3}}
* {{cita libro|Dario G.|Martini|Cristoforo Colombo tra ragione e fantasia (seconda edizione), p. 435|1987|ECIG|isbn=978-88-7545-203-2|cid=Martini}}
* {{cita libro|K. M.|Mathew|S. Vacca, Pier Luigi Crovetto |History of the Portuguese navigation in India, 1497-1600|1988|Mittal Publications|isbn=978-81-7099-046-8|cid=Mathew}}
* {{cita libro|Daniela|Mazzon (a cura di)|1992 - 1492. Dalla realtà alla storia, p. 127|1992|Isonomia editrice, Este|isbn=88-85944-05-1|cid=Mazzon OL25414382M}}
* {{cita libro|nome=Samuel Eliot|cognome=Morison|titolo=The European Discovery of America: The northern voyages, A.D. 500-1600|lingua=ingleseen|edizione=(ristampa)|anno=1993|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-508271-5|cid=Morison}}
* {{cita libro|cognome=Morison|nome=Samuel Eliot|titolo=Admiral of the Ocean Sea: A Life of Christopher Columbus|lingua=ingleseen|città=Boston|editore=Little, Brown and Company|anno=1942|url=http://books.google.it/books?id=D8IOAQAAIAAJ&q=bibliogroup:%22Admiral+of+the+Ocean+Sea:+A+Life+of+Christopher+Columbus%22&dq=bibliogroup:%22Admiral+of+the+Ocean+Sea:+A+Life+of+Christopher+Columbus%22&hl=it&ei=-xpNTqzADsnsOdK4rPkG&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CDcQ6AEwAw|isbn={{NoISBN}}|cid=Morison 1942}}
* {{cita libro|Marina|Münkler|Marco Polo: vita e leggenda|2001|Vita e Pensiero|isbn=978-88-343-0124-1|cid=Münkler}}
* {{cita libro|nome=Gian Francesco Galleani|cognome=Napione|titolo=Della patria di Cristoforo Colombo|url=http://books.google.it/books?id=L9gRAAAAYAAJ&dq=baldassarre+colombo&source=gbs_navlinks_s|editore=Presso Molini, Landi e comp.|anno=1808|isbn={{NoISBN}}|cid=Napione1808}}
* {{cita libro|coautori=John Noble, Susan Forsyth, Vesna Maric|titolo=Andalucía|editore=Lonely Planet|anno=2007|lingua=ingleseen|url=http://books.google.it/books?id=PuEo8-2KOf0C&pg=PA15&dq=andalucia+lonely+planet&hl=it&ei=OA5NTu2ENYeWOuOFwO4G&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CD0Q6AEwAg|isbn=1-74059-973-X|cid=Noble, Forsyth, Maric}}
* {{cita libro|nome=William D.|cognome=Phillips|coautori=Carla Rahn Phillips|titolo=The Worlds of Christopher Columbus|lingua=ingleseen|edizione=ristampa|anno=1993|editore=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-44652-5|cid=Phillips, Phillips}}
* {{Cita libro|Const |Reta|Vita di Cristoforo Colombo|1846 |Volpato e comp|isbn={{NoISBN}}|cid=Reta}}
* {{Cita libro|autore=Antoine François Félix Roselly de Lorgues|titolo=Cristoforo Colombo. Storia della sua vita e dei suoi viaggi sull'appoggio di documenti autentici raccolti in Ispagna ed in Italia|url=https://archive.org/details/cristoforocolom01dandgoog|traduttore=[[Tullio Dandolo]]|volume=2 voll.|città=Milano|editore=Volpato e comp.|anno=1857|annooriginale=1856|cid=Roselly de Lorgues}}
* {{cita libro|Marino|Ruggero|L'uomo che superò i confini del mondo|2010|Sperling & Kupfer|isbn=978-88-200-4912-6|cid=Ruggero}}
* {{cita libro|nome=Roberto|cognome=Rusconi|titolo=The Book of Prophecies, edited by Christopher Columbus, trans. Blair Sullivan|lingua=ingleseen|anno=1997|editore=University of California|isbn={{NoISBN}}no|cid=Rusconi}}
* {{cita libro|Angelo|Sanguineti|Vita di Cristoforo Colombo|1846|Presso A. Bettolo|cid=Sanguineti|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|nome=Angelo|cognome=Sanguineti|titolo=Vita di Cristoforo Colombo|anno=1891|editore=Tip. del R. Istituto sordo-muti|edizione=2ª edizione|cid=Sanguineti 1891|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|Giambattista|Spotorno|Della origine e della patria di Cristoforo Colombo|1819|Presso Andrea Frugoni|isbn={{NoISBN}}|cid=Spotorno}}
* {{cita libro|curatore=Giovanni Battista Spotorno|titolo=Codice diplomatico Colombo-americano: ossia, raccolta di documenti originali e inediti, spettanti a Cristoforo Colombo alla scoperta ed al governo dell'America|anno=1823|editore=Della stamperia Ponthenier|cid=Spotorno 1823|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|nome=FrancescoDavid E.|cognome=TarducciStannard|titolo=VitaOlocausto diamericano. CristoforoLa Colomboconquista del Nuovo Mondo|anno=18852001|editore=FratelliBollati TrevesBoringhieri|cidisbn=Tarducci88-339-1362-7|isbncid={{NoISBN}}Stannard}}
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Tarducci|titolo=Vita di Cristoforo Colombo|anno=1885|editore=Fratelli Treves|cid=Tarducci}}
* {{cita libro|nome=Torquato|cognome=Tasso|wkautore=Torquato Tasso|titolo=Gerusalemme liberata|editore=Coi caratteri di P. Didot il Magg.|anno=1812|url=http://books.google.it/books?id=OZWE6h0P7x0C&pg=PA133&dq=Gerusalemme+liberata+liguria&hl=it&ei=zSFQTsVuhZY6kuT8wgI&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CE4Q6AEwBg#v=onepage&q=liguria&f=false|isbn={{NoISBN}}|cid=Tasso}}
* {{cita libro|Paolo Emilio|Taviani|wkautore=Paolo Emilio Taviani|Cristoforo Colombo: la genesi della grande scoperta|1982|Istituto geografico De Agostini|cid=Taviani|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|Paolo Emilio|Taviani|I viaggi di Colombo: la grande scoperta|edizionevolume=Vol. 2|anno=1984|editore=Istituto geografico De Agostini|isbn={{NoISBN}}no|cid=Taviani 1984}}
* {{cita libro|Gustavo|Uzielli|Toscanelli, Colombo e la leggenda del pilota|1902|Tipografia M. Ricci|isbn={{NoISBN}}|cid=Uzielli}}
* {{cita libro|Consuelo|Varela|La caída de Cristóbal Colón: el juicio de Bobadilla|2006|Marcial Pons Historia|isbn=978-84-96467-28-6|cid=Varela}}
* {{cita libro|Henry|Vignaud|Paolo del Pozzo Toscanelli|Toscanelli and Columbus: The letter and chart of Toscanelli on the route to the Indies by way of the west, sent in 1474 to the Portuguese, Ferman Martins, and later on to Christopher Columbus; a critical study ... followed by the various texts of the letter, with translations ... (ristampa)|1902|Ayer Publishing|isbn=978-0-8369-5717-4|cid=Vignaud}}
* {{cita libro|nome=Bernard|cognome=Vincent|coautori=S. Vacca, Pier Luigi Crovetto|titolo=Perché l'Europa ha scoperto l'America|anno=1992|editore=EDT srl|isbn=978-88-7063-151-7|cid=Vincent, Vacca, Crovetto}}
* {{cita libro|Fausto|De Sanctis|Cesare De Lollis e la cultura del suo tempo. Cristoforo Colombo, La vita accademica, L'Abruzzo|Chieti|Vecchio Faggio|1992|isbn=88-7113-093-6}}
 
== Voci correlate ==
* [[Colombo (famiglia)|Casa ''Colón'']] (Famiglia Colombo)
* [[Case di Cristoforo Colombo]]
* [[Tavole genealogiche della famiglia Colombo (Colón)]]
* [[Tomba di Cristoforo Colombo]]
* [[Columbus Day]]
* [[Cristoforo Colombo nella cultura di massa]]
* [[Colonizzazione europea delle Americhe]]
* [[Esplorazione|Esplorazioni geografiche]]
* [[Faro a Colón]]
* [[Impero spagnolo]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|s=Autore:Cristoforo Colombo}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|https://ph-colombina.blogspot.com/|Pseudo-História Colombina - Descobrimento da América e o Tratado de Tordesilhas}}
* {{cita web|http://www.christopher-columbus.ch|Corina Bucher ''Cristoforo Colombo, Corsaro e Crociato'', Salerno Editrice, Roma 2007}}
* {{cita web|http://www.informagiovani-italia.com/morte_cristoforo_colombo.htm|La morte di Cristoforo Colombo}}
 
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