Acquaforte: differenze tra le versioni
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'''Acquaforte''' (in [[lingua latina|latino]] ''aqua fortis'') anticamente designava l'[[acido nitrico]], detto anche ''mordente''. Oggi indica una tecnica incisoria indiretta.▼
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▲[[File:Jacques Callot - The Stag Hunt - Google Art Project.jpg|thumb|upright=1.4| '' La grande caccia'', 1619. Acquaforte di [[Jacques Callot]], cm 20x46,7.]]
[[File:Tratti in acquaforte ingranditi otto volte.jpg|thumb|Tratti in acquaforte ingranditi otto volte.]]
▲L{{'}}''
== Descrizione ==
La tecnica dell'acquaforte
È una tecnica [[Calcografia|calcografica]] molto diffusa
Cosparsa
La lastra può venire ritoccata, anche più volte a [[puntasecca]] o con ulteriori morsure, dopo una
Particolari su strumenti e tecniche sono nel classico trattato di [[Abraham Bosse]] (
==
Sembra pressoché certo che la tendenza
Nel Seicento l'acquaforte raggiunse un elevato livello di tecnica e di raffinatezza artistica, grazie al contributo di [[Rembrandt]],
▲Sembra pressoché certo che la tendenza di incidere il metallo con acidi sia stata introdotta dagli armaioli con il preciso scopo di decorare armi ed armature, ed il primo che utilizzò questo metodo per ottenere una stampa fu Daniel Hopfer di [[Augusta (Germania)|Augusta]], in attività nei primi decenni del [[XVI secolo|Cinquecento]]. La prima acquaforte datata è stata realizzata dall'orafo svizzero [[Urs Graf]] nel [[1513]]. Anche il celebre artista tedesco [[Albrecht Dürer]] incise un buon numero di acqueforti su lastre di ferro tra il [[1515]] ed il [[1519]]. In Italia, gli allievi del [[Parmigianino]] seguirono le indicazioni del maestro e raggiunsero una maturità artistica e tecnica come nel caso dell'''Annunciazione'' di [[Federico Barocci]] e nel giro di pochi decenni artisti come [[Guido Reni]] e il [[Guercino]] si misero in evidenza.
Agli inizi dell'[[XIX secolo|Ottocento]], l'opera di [[Bartolomeo Pinelli]] chiuse un'epoca, quella dello specialismo, visto che in seguito l'acquaforte passerà nelle mani di artisti che vi si cimenteranno in modo saltuario<ref>''Le Muse'', De Agostini, Novara, 1964, pag.33-35</ref>. Nonostante questa perdita di interesse nei riguardi della tecnica, dopo la seconda metà dell'Ottocento l'acquaforte visse un breve e nuovo periodo di floridezza, soprattutto in [[Francia]] grazie a [[Edgar Degas]], [[Édouard
▲Nel Seicento l'acquaforte raggiunse un elevato livello di tecnica e di raffinatezza artistica, grazie al contributo di [[Rembrandt]] e delle sue oltre trecento incisioni. Anche il francese [[Jacques Callot]] e lo spagnolo [[José de Ribera]] si misero in evidenza in questo secolo, così come [[Antoon van Dyck]]. In Italia, nel XVIII secolo, soprattutto a [[Venezia]] sorse una produzione di ottima qualità, basti ricordare la serie dei ''Capricci'' del [[Giovan Battista Tiepolo|Tiepolo]], delle ''Vedute'' del [[Canaletto]], nei quali all'abilità tecnica si associò una grande inventività mentre, in Europa, [[Francisco Goya]] raggiunse livelli di pregevole qualità.
Tra i rappresentanti di
▲Agli inizi dell'[[XIX secolo|Ottocento]], l'opera di [[Bartolomeo Pinelli]] chiuse un'epoca, quella dello specialismo, visto che in seguito l'acquaforte passerà nelle mani di artisti che si cimenteranno in modo saltuario<ref>''Le Muse'', De Agostini, Novara, 1964, pag.33-35</ref>. Nonostante questa perdita di interesse nei riguardi della tecnica, dopo la seconda metà dell'Ottocento l'acquaforte visse un breve nuovo periodo di floridezza, soprattutto in [[Francia]] grazie a [[Degas]], [[Édouard Manet|Manet]] e all'americano [[James Abbott McNeill Whistler|Whistler]].<ref name="U">''Universo'', De Agostini, Novara, Vol. I, 1962, pag.47</ref>
▲Tra i rappresentanti di spicco dell'arte del Novecento che si sono dedicati all'acquaforte vi sono: [[Giorgio Morandi]], [[Luigi Bartolini]], [[Pablo Picasso|Picasso]], [[Marc Chagall|Chagall]] e [[Federica Galli]].
== Galleria d'immagini ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Paolo Bellini|titolo=Manuale del conoscitore di stampe|anno=1998|editore=Vallardi|città=Milano}}
* {{cita libro|autore=Ferdinando Salamon|titolo=Il conoscitore di stampe|città= Torino|annooriginale=1960|editore=Allemandi|anno=2003||edizione =6ª ristampa della 3ª edizione|isbn=88-422-0055-7}}
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://books.google.it/books?id=RMAMPSEUaDEC&pg=PA7&dq=Bosse+A.,+Trait%C3%A9+des+manieres+de+gravure+en+taille-douce,+Parigi+1645.&as_brr=1&redir_esc=y&hl=it#v=onepage&q&f=false Edizione originale su libri.google.it] Abraham Bosse, Traité des manieres de gravure en taille-douce, Parigi 1645.
* {{cita web|url=https://www.luigibartolini.com |titolo=L'Archivio Luigi Bartolini della Collezione Palma-Desio, a cura di Dario Palma in collaborazione con Luciana Bartolini}}
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